La COMICITÀ del DERBY: quello che faceva ridere a Milano negli anni ’70/’80

Le battute tormentone dei comici più celebri

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Jannacci al Derby

Il Derby Club di Milano, conosciuto molto più semplicemente come Derby, è stato il più importante locale italiano di cabaret dal secondo dopoguerra in avanti. Nei suoi anni d’oro fra l’inizio del boom economico e gli ultimi anni Settanta, sfornò dalle sue fucine la stragrande maggioranza dei comici cabarettisti, musicisti, autori e cantautori del panorama artistico del nord Italia e non solo. Avviato nel 1962, venne chiuso definitivamente nel 1985, ma l’impatto sociale, culturale e anche linguistico sulla milanesità degli anni a seguire fu semplicemente rivoluzionario. Grazie al Derby, ridere a Milano e in Italia non sarebbe mai più stato come prima. Ma quali sono stati gli artisti (e le battute) più celebri uscite dal Derby   

La COMICITÀ del DERBY: quello che faceva ridere a Milano negli anni ’70/’80

http://www.cameralook.it/web/da-batterista-a-comico-di-talento-i-settantanni-di-massimo-boldi/

# “Ciao Cipollini!” – Massimo Boldi

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Muove i primi passi nel mondo dello spettacolo fin dagli albori del Derby, dapprima con la band musicale dei Mimitoki poi, sia da solista che in coppia con Teo Teocoli. Anticipando la tendenza di molti dei suoi colleghi di quegli anni (molti, ma non tutti) Boldi intuì il futuro successo delle reti commerciali e nel 1974 debuttò sul piccolo schermo con “Canzonissima ’74” raggiungendo la popolarità grazie a una serie di personaggi surreali, riproposti poi in tutta una serie di film spassosissimi.

Dagli anni’80 diventerà progressivamente il Re dei Cinepanettoni assieme al collega di una vita, Christian de Sica. Il lungometraggio “Festivàl” di Pupi Avati rappresenta il suo unico ruolo non comico della carriera, che ricevette plauso e consensi della critica alla Mostra del Cinema di Venezia. Come il tormentone tipo del suo repertorio, ricordiamo l’iconico “Ciao Cipollini!” (che non è il ciclista), insieme ad altre sue storiche battute o tormentoni:

  • La primavera è in ritardo. Si pensa che sia rimasta incinta
  • La città di Mosca… è volata via
  • Luino? Piove sempre, è un po’ il pisciatoio d’Italia, fosse per questo che sono nate le barzellette
  • Son contrario alla pentola a pressione perché non si vede la cottura. Come dite cottura a Milano? Cottura. E a Firenze? Cottura
  • Doloooore… Ma sei sceeeemoooo?
  • Rispondi faccia da pirla
  • Non lo sapessi, ma lo so

# Come porti i capelli bella bionda – Cochi e Renato

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Cochi e Renato è un duo comico formatosi sempre negli anni ’60 da Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni. Vicini di casa d’estate a Gemonio sul Lago Maggiore, dove le loro famiglie sfollate durante la guerra trovarono pace e dimora, cominciarono a costruirsi un piccolo repertorio giusto per distrarsi dalla scuola. Entrambi iscritti all’Istituto Cattaneo di Milano, seppur in indirizzi diversi, ebbero i loro primi inizi cabarettistici quando cominciarono a frequentare l’Osteria dell’Oca di Milano, una cosiddetta ‘trattoria degli artisti’, dove un loro amico, Piero Manzoni, esponeva i propri quadri mentre Cochi e Renato intrattenevano i presenti con qualche canzone popolare.

Debuttarono al Derby nel 1965, creando un genere di comicità originale, poetico e surreale al tempo stesso. Dal successo al Derby il duo giunse alla RAI, partecipando a trasmissioni con grande seguito di pubblico come il già citato Canzonissima. Alcune loro canzoni, come ‘La gallina’, ‘Canzone intelligente’ e ‘E la vita, la vita’, e soprattutto la loro personalissima interpretazione di ‘Come porti i capelli bella bionda’ sono entrate di diritto nella cultura popolare italiana. Non ce ne voglia il buon Cochi, ma se per questo punto dobbiamo estrarre una battuta dalla comicità dei due sicuramente ci affidiamo al Renatone nazionale con il suo “Tac!!”. Altre battute e tormentoni celebri: 

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# Teo Teocoli

https://www.spettegolando.it

Teo Teocoli, nato ne l1945 a Taranto da genitori calabresi e milanese “acquisito” ha girato, in veste di attore, una trentina di film e offerto un’infinità di gag comiche, sia sotto forma di personaggi di fantasia che di imitazioni. Teocoli aveva una spiccata inclinazione verso le imitazioni fin da ragazzino. Alcune di queste sono divenute iconiche, come quelle di Adriano Galliani e Cesare Maldini a Mai Dire Gol, programma in cui si esibì anche nei panni di personaggi da lui creati (come il partenopeo Felice Caccamo) e quella di Adriano Celentano. Con il Molleggiato Teo strinse una lunga e proficua storia di collaborazione artistica ed amicizia. Nel 1959, abitando nella stessa zona di Milano, riuscì a farsi invitare da Celentano nel suo clan e negli anni il sodalizio continuò. Più che per una battuta è diventato celebre per i suoi personaggi, come Gianduia Vettorello, Peo Pericoli o Felice Caccamo. Battute celebri:

  • Io non lavoro: faccio quello che facevo a scuola quando facevo ridere tutta la class
  • L’altro giorno al mare ho fatto un tuffo e sott’acqua ho trovato un marocchino che voleva lavarmi il vetro della maschera
     
  • Gira la palla, gira la palla

 

# Eh alooraaa – Enrico Beruschi

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Milanese doc, lavora da quarant’anni nel mondo dello spettacolo come attore, comico, cabarettista e regista teatrale. Vicedirettore della Galbusera (azienda alimentare), lasciò il lavoro nel 1972 per dedicarsi alla professione di cabarettista. Il successo in TV dopo l’esordio al Derby arrivò con la celebre trasmissione Drive In (su Italia 1), dove propose gag simpatiche, in coppia con Margherita Fumero. Negli anni si cimenta anche nella canzone arrivando quinto al Festival di Sanremo con il brano “Sarà un fiore”. Dal 1979 inizia a lavorare in teatro, prima come attore e poi, man mano, come regista, fino a provare, senza pretese, l’opera lirica. Tre battute con il suo celebre tormentone:

  • Difficilmente una persona nata sotto il segno della Vergine lo è
  • Porca loca, sempre a me mi ‘toca’!
  • Eh…allooooooraaaaa!

 

# Gaber e Jannacci

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Per la serie, dal Derby non passarono solo comici ma anche importanti cantautori. Nati entrambi a Milano e amici fin da giovani, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber nel 1959 hanno dato vita ad uno dei sodalizi artistici noto come ‘I Due Corsari‘. Pur avendo due stili musicali ben distinti, produssero insieme canzoni che tutt’ora restano pietre miliari del rock n’roll e della musica leggera italiana. Nel ’60 il duo si scioglie e Jannacci inizia la carriera da solista, ma è nel 1983 che la coppia ritorna sotto il nome di Ja-Ga Brothers (nient’altro che un omaggio ai famosi Blues Brothers del film-cult di John Landis del 1980).

 

# Ue’ terrunciello – Diego Abatantuono

https://www.raiplay.it/video/2018/01/Movie-Mag—Diego-Abatantuono-bbd24477-314e-482e-a79f-84b0d1b6f9ae.html

Era il padrone di casa. Il Derby Club fu avviato infatti da un progetto dei coniugi Bongiovanni, suoi zii materni. Originario del Giambellino come Ugo Conti ed Enrico Mentana, all’inizio della sua carriera era un caratterista, cui affidavano spesso e volentieri, il ruolo dell’immigrato meridionale che viveva e lavorava al Nord, il cosiddetto “terrunciello” il cui ruolo è stato spesso in coabitazione con Giorgio Porcaro (e ancora oggi non è chiaro chi davvero dei due abbia inventato il personaggio). Accantonato col tempo quel ruolo singolare, Diego Abatantuono rimase un grande caratterista della comicità milanese autore di personaggi protagonisti di numerose e svariate commedie, che però seppe anche uscire da quei binari e si cimentò in ruoli più ‘impegnati’ come “Un ragazzo di Calabria” di Comencini e “Regalo di Natale” di Pupi Avati. Il sodalizio artistico più importante è sicuramente quello stretto con il regista Gabriele Salvatores, grazie al quale Abatantuono vinse, assieme assieme a tutto il cast e la troupe del lungometraggio, il Premio Oscar all’Academy Award di Hollywood del 1992 per il miglior film straniero di quell’anno: Mediterraneo. Tormentoni celebri: 

  • La parola d’ordine è… viuleeeenzaaaa!
  • Grembiule nero e fiocco azzurro: per un bambino milanista il primo giorno di scuola è un trauma
  • La barba sono le mutande della faccia
  • Mmm che profumin’! Che avet’ cuccinat’ occi, i pulpett’ ti merda?
  • Diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l’altro è un popolare frate pugliese

# See you later! – Guido Nicheli (Dogui)

https://curiosando708090.altervista.org/

Bergamasco d’origine, dopo il diploma lavora come odontotecnico nelle studio medico dentistico del cugino, impiego che manterrà fino alla fine degli anni Ottanta nonostante la popolarità conquistata.

Negli anni Sessanta arrotonda lo stipendio lavorando come rappresentante di liquori ed entra così in contatto con la vita notturna milanese, in particolare quella che gravita attorno allo storico locale Derby. Qui conosce Stefano Vanzina, Teo Teocoli e Renato Pozzetto, amici di una vita. Per gli amici è Dogui, soprannome che è l’anagramma del suo nome e che avrebbe consolidato la tendenza del riocontra, ovvero uno slang milanese anni ’80 ancora oggi in voga in alcune zone di Milano. Il Dogui sarebbe così diventato il “cumenda” per definizione della cinematografia trash italiana della fine del XX secolo.

Ma Nicheli vantava anche amicizie più celebri, come quella con il pittore catalano Salvador Dalì, di cui fu spesso ospite a Cadaques. Scomparso nel 2007, fece in modo che sulla sua lapide ci fosse scritta come epitaffio una delle sue espressioni tipiche divenute marchio di fabbrica: See You Later!.

Altre battute celebri: 

  • Ma la libidine è qui, amore: sole, whisky e sei in pole position!
  •  Il mio non è un punto di vista… è un teorema! Chiaro?
  • Uno nella vita sopporta di tutto: una moglie di nome Nives, il Milan in B, la figlia che sposa un deficiente! Ma i pupazzetti sulla torta no!!!!
  • Via della Spiga Hotel Cristallo di Cortina 2 ore e 54 minuti! Alboreto is nothing!
  • NCS non ci siamo!
  • Mi stai pattinando sul filo del vaffa!
  • See you later! (fatto scrivere anche sulla sua lapide)

 

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).