Da una idea di Renzo Piano, con un crowdfunding che ha raccolto oltre 6 milioni di euro, è nata la nuova sede della facoltà di architettura.
Nuova perché dopo decenni nei quali si sono sviluppati alcuni edifici e altri hanno subito alcun interventi si è finalmente arrivati ad un nuovo assetto costruttivo che restituisce agli studenti degli spazi dedicati e alcune aree verdi che conferiscono, oltre che nell’aspetto, un ateneo più a dimensione d’uomo.
Il nuovo rivoluzionario CAMPUS del Politecnico progettato da Renzo Piano
# Verrà eliminato il “Sottomarino”
credits: Politecnico di Milano
Incremento degli spazi aperti, del verde e una aumentata qualità nella fruibilità della facoltà. Con una scelta coraggiosa verrà eliminato il vecchio “Sottomarino”, elemento da sempre avulso rispetto al resto delle strutture, per fare spazio ad un nuovo spazio di aggregazione.
# Il superbosco e la nuova Aula Magna
Un bosco di 8000 metri quadri che mette fine a cemento e parcheggi interni, spesso selvaggi, con i nuovi building (4200 metri quadri in totale) nei quali avrà sede la nuova Aula Magna da 900 posti, costruiti rispettando una altezza tale da consentire una perfetta visibilità degli edifici storici disegnati da Gio Ponti, più un recupero dell’aspetto originale dei vecchi edifici che rivivranno gli antichi fasti.
Una spesa di 40 milioni di Euro sostenuta principalmente dalla Regione e da Fondazione Cariplo oltre che dal già citato crowdfunding, il quale ha visto protagonisti molti ex studenti dell’ateneo.
# Una necessità per poter COMPETERE con gli altri Campus
credits: Politecnico di Milano
Per poter competere con i nuovi campus che le varie facoltà e le altre università di Milano hanno saputo edificare negli ultimi anni, anche la facoltà di architettura ha intrapreso questo nuovo percorso. In zona si stanno operando alcuni importanti interventi per riportare un valore quasi scomparso. Dal vecchio Giuriati alla piazza Leonardo da Vinci le opere di riqualificazione sono protagoniste in Città Studi e anche la sede storica del Politecnico potrà recitare la parte del leone.
# Un passo verso il FUTURO
credits: Politecnico di Milano
Tanta tecnologia, eliminazione di oggetti, volumi e elementi architettonici che negli anni si sono accumulati senza che nulla avessero a che fare con l’ateneo, tanto verde e tanta luce naturale che permea grazie a nuove geometrie costruttive, barriere architettoniche azzerate e una grande propensione a spazi di aggregazione. All’inaugurazione erano presenti anche il Presidente Mattarella e Renzo Piano che ha potuto vedere coi propri occhi il frutto della sua idea e di alcuni schizzi eseguiti a mano libera che racchiudono tutta la maestria e l’estro dell’Architetto per eccellenza. Non ultima, la piantumazione di 130 nuovi alberi scelti dall’architetto paesaggista Franco Giorgetta.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dieci proposte lanciate da Venezia e Firenze, unite al fine di promuovere, valorizzare e proteggere le città d’arte italiane.
10 proposte di VENEZIA e FIRENZE per ridare slancio alle città d’arte
# Un nuovo modello di turismo
Credits: @veneziadavivere (IG)
I Sindaci di Venezia e Firenze, Luigi Brugnaro e Dario Nardella, con il coinvolgimento delle rispettive Amministrazioni, hanno elaborato una serie di interventi per il rilancio del sistema Paese a partire dalle città d’arte. Le due perle italiane intendono far partire un importante progetto fondato sulla realizzazione di un nuovo modello di turismo: i due simboli assoluti di bellezza, di cultura e dell’Italia si uniscono per promuovere, valorizzare e proteggere le nostre preziose città d’arte, da riscoprire e preservare.
Credits: @igersfirenze (IG)
# Città d’arte? #Nonmetterledaparte
Il progetto prende la forma di un documento ufficiale: un decalogo dal nome “Città d’arte? #Nonmetterledaparte”, presentato al Governo, condivisibile da ogni altra città italiana che voglia parteciparvi.
Il documento punta alla rigenerazione urbana, coniugando in modo innovativo turismo, ambiente, cultura, servizi, tecnologia, commercio e residenzialità.
Le richieste contenute nel suo testo parlano in modo specifico di sostegno economico ai lavoratori e di incentivi per promuovere congiuntamente una ripresa internazionale.
Credits: @igersfirenze(IG)
# Il decalogo
Il decalogo è diviso in tre capitoli.
Il primo è intitolato “La salvaguardia della filiera del turismo” e contiene quattro proposte:
sostegno economico per lavoratori e aziende
incentivi per il turismo in Italia
attività, tour ed experience nelle mani dei professionisti
norme per le guide turistiche.
Il secondo capitolo affronta il tema strategico dei trasporti, uno tra i più importanti delle città d’arte.
Nel terzo capitolo si parla infine di residenzialità: norme relative agli appartamenti destinati agli affitti brevi, norme speciali per la limitazione delle attività commerciali o dei prodotti in libera vendita. Le proposte sugli affitti turistici saranno invece prese in considerazione con le associazioni che rappresentano gli host.
Credits: @igersvenezia(IG)
L’idea è quella di introdurre delle regolamentazioni nel settore delle locazioni turistiche, ispirandosi a modelli internazionali oramai collaudati, come Barcellona o Parigi.
Il documento include, inoltre, una serie di norme per la tutela del decoro e la sicurezza urbana e per lo sviluppo delle Smart control room, per la gestione intelligente della città: una vera e propria centrale di controllo sofisticata e all’avanguardia.
Firenze e Venezia sono tra le città che accolgono più visitatori durante il corso dell’anno e necessitano di sistemi di avanguardia per la gestione intelligente di tutti i servizi urbani. Sono luoghi ideale per sperimentare le nuove tecnologie, sia software che hardware, con i più importanti player nazionali ed internazionali.
Tra queste, il documento elenca l’implementazione di sistemi di sensoristica, l’aumento del numero di telecamere di videosorveglianza, l’accesso alle banche dati per il controllo dei veicoli circolanti. Parla inoltre dello sviluppo di software di intelligenza artificiale e di piattaforme multicanale e multilingue.
# Il rilancio del turismo internazionale parte da qui
L’ operazione, ideata con lo scopo di rilanciare il turismo internazionale e veder rifiorire le città d’arte, nasce da un consolidato rapporto storico tra Firenze, indiscutibile capitale del Rinascimento italiano e Venezia, alle prese con i festeggiamenti dei suoi 1600 anni.
@giuversus Instagram Stories
Le città sono entrambe, a pieno merito, sul podio della classifica europea “Cultural and Creative Cities Monitor”, rispettivamente prima e terza tra i grandi centri urbani più creativi e culturalmente vivaci del Vecchio Continente.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano offre locali di ogni genere, capaci di lanciare mode e stupire con location particolari. La rivista QNM ne ha selezionati alcuni dei più originali. Vediamo quali sono.
I LOCALI PIÙ STRANI DI MILANO per una serata originale
#1 Milleluci, con la tipica ambientazione Anni ’60
Credits milleluci.milleluci IG
Il Ristorante Milleluci è una tappa obbligata per gli amanti della musica e della canzone italiana. Con la tipica ambientazione Anni ’60 che lo rende davvero unico nel suo genere è una “trattoria pop” che offre un’atmosfera accogliente, un ambiente giovane e una cucina casereccia da trattoria, per un aperitivo insolito o una cena fuori dagli schemi.
Indirizzo: Via Rosolino Pilo, 7
#2 Fonderie Milanesi, conserva ancora la struttura originaria della fabbrica
Le Fonderie Milanesi, nascosto all’interno di una suggestiva corte, è il posto ideale per una serata con gli amici o in dolce compagnia. Questo locale in zona Navigli conserva ancora la struttura originaria della fabbrica su cui nasce e ad essa sono stati aggiunti tavolini in vetro e ferro battuto, sedie in metallo, enormi specchi antichi, bici sospese sul soffitto e ancora, moto d’epoca.
Indirizzo: Via Giovenale, 7
#3 Atmosfera, cenare a bordo di uno storico tram
credits: bcdtravel.com
A Milano è possibile cenare a bordo di uno storico tram, grazie ad ATMosfera. Prenotando con un po’ di anticipo si potrà godere di una cena romantica seduti in un tram della serie Carrelli mentre si osservano i luoghi più suggestivi della città. Ci sono diversi itinerari e menu disponibili. Il servizio è attivo 7 giorni su 7 previa prenotazione e la cena ha una durata di circa 2 ore e 30.
#4 Beda House, il pub inglese con gli interni in stile vittoriano
Credits galaxyphoto IG – Beda House
Osservato da fuori il Beda House sembra essere il classico pub inglese dove trascorrere una serata tranquilla, sorseggiando una birra oppure un buon whiskey. All’interno invece si viene accolti da una grande sala in perfetto stile vittoriano.
Indirizzo: via Gioacchino Murat 2
#5 La Miniera, un locale simile a una chiesa gotica
Credits becky__23 IG – Beda House
In fondo al Beda House si scopre una sala di un genere totalmente diverso. Realizzata con la collaborazione del famoso scenografo Alessandro Bettonagli, di due scultori e geometri, “La Miniera” è una vecchia carrozzeria “trasformata” in una chiesa gotica. Qui si può ascoltare buona musica, bere e mangiare in un’ambientazione spettrale.
Indirizzo: via Gioacchino Murat 2
#6 El Jadida, un ristorante-lounge che rievoca ambientazioni marocchine
Credits milanobiz IG – Eljadida
El Jadida è uno dei ristoranti-lounge bar più particolari di Milano, che ammalia con la sua atmosfera mediorientale e la sua eccellente proposta culinaria. Arredamento in stile orientale, con cuscini, tavolini, candele e tendaggi che rievocano ambientazioni marocchine.
Indirizzo: Via Carlo Bazzi, 47
#7 Officina cocktail bar, sorseggiare un drink tra attrezzi, auto storiche e moto da corsa
Credits milanofoodspirit – Officina coccktail bar
Officina Cocktail Bar è una meta per veri uomini amanti non solo del buon bere, ma anche delle moto. La location è infatti una vera e propria officina, dove fra attrezzi da lavoro, moto da corsa customizzate e auto d’epoca è possibile rilassarsi sorseggiando long drink preparati ad arte.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano non c’è il mare, e su questo siamo tutti d’accordo, nonostante molti considerino l’Idroscalo come una vera piccola località turistica nel territorio meneghino. Sarà forse per questo che mediamente le destinazioni turistiche di mare, durante i mesi estivi, sono sempre state le preferite rispetto a chi sceglie la montagna, per trekking, laghi e quant’altro.
Anche se va detto che la montagna, negli ultimi anni, ha riscosso un vero e proprio boom di turismo. Generalizzare è impossibile, perché qui siamo abituati a partire per mete sparse ovunque, ma sta di fatto che come per la maggior parte degli italiani, anche i milanesi, negli anni, hanno modificato le proprie preferenze in termini di spiagge. Sia all’estero che in Italia.
Le METE estive più GETTONATE dei MILANESI
# Anni ’80: il mito della Riviera Romagnola
credits: @labellarivieraromagnola su IG
Rimini e Costa del Sol: etichettare il mare degli anni ’80 per i milanesi è semplice come bere un bicchier d’acqua. La stragrande maggioranza dei nostri concittadini in quegli anni preferiva località come Torremolinos, Málaga e paesi limitrofi nella lontana Spagna, con viaggi in auto che rimasero leggenda della generazione di persone nate negli anni ’60 o poco dopo. In Italia, invece, prese definitivamente piede il mito della Riviera Romagnola, già ben avviata dal dopoguerra ma letteralmente esplosa con Rimini e Riccione in testa. Mare perennemente calmo, fondale bassissimo, piadina e discoteche romagnole (su tutti, il Peter Pan). Nella maggior parte dei casi, gestite da milanesi.
# Anni ’90: al ritmo di “Isla Bonita”
credits: @jotacherokee su IG
Nel 1990 a farla da padrone erano soprattutto la LLoret de Mar e Ibiza, quindi la Costa Brava e le Baleari. In particolare in Costa Brava ci fu uno sviluppo mega di case vacanze e hotel anche a prezzi molto accessibili, che riempì il sud del paese iberico di turisti da ogni dove e che fece nascere con gli anni qualche insofferenza da parte, soprattutto, dei residenti della Catalogna. Per quanto riguarda Ibiza, invece, la fama dell’isola già meta di club e discoteche di ogni tipo esplose con il singolo latino di Madonna “La Isla Bonita”, che uscì nel 1986 ma come per ogni hit, ci mise qualche anno a diffondere la fama del testo che celebrava.
# Anni 2000: le bellezze naturali di Formentera e la perla del Salento
credits: @salentopugliait su IG
Da Ibiza si giunge, con mezz’ora di traghetto al massimo, a Formentera, la sorella minore e meno celebre che, con gli anni, si attrezzò in maniera tale da arrivare quasi a portare via a Ibiza il primato di visitatori. A Formentera club e strutture ricettive non mancano, ma quello che ne fece schizzare a mille la fama fu, oltre alle bellezze naturalistiche, la presenza di hotel e case vacanze in contesti moderatamente più tranquilli di Ibiza, dove la vita notturna assorbe quasi tutto. Per restare in Italia, invece, i milanesi iniziano pian pianino a scoprire Gallipoli, perla ormai super-inflazionata del mare del Salento.
# Anni 2010: acque cristalline e relax su costa e isole della Croazia
credits: @lostincroazia su IG
Con gli anni 2010 ecco farsi strada un’altra new entry delle mete preferite dai milanesi. La Croazia. Molto più economica pur rispetto alla già modesta Spagna, e soprattutto più vicina, la Croazia ha visto impennarsi i turisti pronti a passare l’estate sulle sue spiagge in maniera esponenziale negli anni. La differenza con la vicina riviera adriatica la fa ovviamente l’acqua del mare, che sulla costa del paese balcanico è molto più cristallina. Inoltre va segnalata la crescita costante di una destinazione scelta già da milanesi e italiani ormai da tempo, ovvero la Grecia. Mykonos e Ios per serate più da nightlife, Santorini per vacanze più relax.
# Oggi: la Grecia è la preferita
credits: @travelsthirst su IG
Dagli anni 2020 parlare di turismo sembra un po’ un controsenso, considerando che proprio all’inizio del decennio è scoppiato tutto quello che sappiamo e il turismo, fra tanti settori, è quello che è stato quasi azzerato. Per fortuna le cose stanno migliorando e tante persone stanno scoprendo le destinazioni del futuro. A detta dei tour operator e degli addetti al variegato mondo delle vacanze estive, la Grecia nelle isole minori e meno famose sarà la meta preferita dei milanesi degli anni futuri. Resta da capire che tipo di impatto avrà il green pass sul turismo futuro e, in generale, la reazione dei vari stati al successo della campagna vaccinale, ma molti sono ancora concordi nel ritenere questa estate del 2021 un banco di prova per la vera ripresa, e che la reale prova di un ritorno alla piena normalità vacanziera si avrà solo con l’estate del 2022.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Corsi di guida sicura in città, dedicati alla conquista del monopattino elettrico.
A Milano partono i CORSI DI GUIDA per i MONOPATTINI
# Milano e la nuova frontiera del trasporto privato
Credit: milanoevents.it
Milano non sarà estesa come Roma o altre capitali, ma in fatto di mobilità e nuovi mezzi di trasporto non è seconda a nessuna metropoli europea.
Purtroppo, anche le polemiche legate all’introduzione della mobilità leggera, non si sono fatte attendere.
Con la paura della pandemia, è aumentato anche il ricorso al mezzo di trasporto privato, chiunque in possesso di un’automobile privata, ha evitato l’uso dei mezzi pubblici.
Contemporaneamente, si sono moltiplicate in città le possibilità di usare mezzi alternativi. Le piste ciclabili e lo sharing di mezzi di trasporto, come scooter e monopattini elettrici, forniscono l’unica alternativa ai mezzi pubblici e privati.
Non solo divertimento, però: il monopattino elettrico è veloce, divertente, ma ingombrante allo stesso tempo, se non si presta la necessaria attenzione.
# La mobilità del prossimo futuro
Credit: ciclismo.it
Per fare in modo che la diversificazione dell’offerta, in un territorio relativamente semplice e piccolo come Milano, sia un’opportunità e non solo una guerra ideologica all’auto privata, sono nati i corsi dedicati alla guida sicura del monopattino elettrico.
Il corso è ideato da LINK, una della aziende top per la sharing mobility dei monopattini, progettati da Superpedestrian, una start up innovativa leader nella micromobilità, nata dall’esperienza del MIT di Boston. ACI-SARA, dal canto sui, è attiva dal 2004 e impiega tecnologie sofisticate e attrezzature specifiche, per formare ed educare conducenti di ogni tipo di veicolo, una vera eccellenza a livello europeo.
Si rivolgono ad ACI-SARA anche le forze dell’ordine, per i corsi concentrati sulla guida sicura.
Nascono da questo esplosivo connubio i corsi avanzati per l’utilizzo corretto del monopattino elettrico, facendo leva su educazione stradale e formazione, in linea con quanto sta già facendo LINK circa il corretto utilizzo dei suoi veicoli.
ACI-SARA e LINK percorrono l’obiettivo comune di formare e educare gli utenti alla guida sicura, rispettosa di tutti i soggetti presenti in strada, in un’ottica di sostenibilità ambientale.
# Un ulteriore respiro per auto e inquinamento
Credit: milanoevents.it
Come abbiamo visto nelle strade di Milano, lo sfruttamento del mezzo privato, in concomitanza con le nuove ciclabili e i restringimenti di carreggiata, ha danneggiato la mobilità generale e, di conseguenza, la qualità dell’aria in città.
Col perdurare di questa situazione, saremo tutti noi milanesi a perdere.
Di sicuro la categoria più penalizzata sono stati gli automobilisti. In coda, senza sapere un orario di arrivo, si vedono inoltre sbucare da ogni parte monopattini e biciclette che sfrecciano veloci e incontrollati.
Sapere che esistono corsi di formazione e vera e propria educazione stradale per usare con criterio questi nuovi mezzi darà loro un respiro di sollievo.
Forse più ampio di quello di cui godrà l’aria di Milano.
# Le reazioni
In attesa di raccogliere le reazioni dei nostri lettori, possiamo già raccogliere alcune significative dichiarazioni.
Carlo Alessi, Presidente di ACI Vallelunga, dichiara: «Dopo l’evento di lancio a Roma, siamo orgogliosi di aver ospitato presso il Centro Guida Sicura ACI-SARA di Lainate questa importante iniziativa. Aver sviluppato la partnership con LINK e mettere a disposizione degli utenti un veicolo così tecnologicamente all’avanguardia rappresenta un importante traguardo per la nostra società, che è costantemente alla ricerca di prodotti innovativi e sicuri cui legare la propria collaborazione».
Gli fa eco Maurizio Pompili, O.M. di LINK «La partnership con i centri ACI-SARA ha permesso di lanciare anche a Milano questa importante iniziativa, che rappresenta una vera propria svolta nel nostro settore. E’ la prima volta che un’azienda privata decide di mettersi al servizio del cittadino e lanciare un corso di guida sicura per monopattini elettrici su scala nazionale».
E ancora «Il fenomeno della micromobilità elettrica, esploso soprattutto durante l’ultimo anno, non può più fare a meno di un programma di educazione rivolto agli utilizzatori [di questo mezzo] nel rispetto di tutti gli utenti della strada».
ACI Milano, che ha sempre seguito da vicino il problema creato dalla nuova micromobilità, soprattutto dopo il boom dell’offerta relativa ai monopattini, punta il focus sulla necessità di veicoli e comportamenti sicuri.
Dice Geronimo La Russa«Ben venga ogni iniziativa che accresca la consapevolezza di un’utenza che deve essere ben conscia, da un lato, delle potenzialità di questi nuovi mezzi e del loro utilizzo più razionale, dall’altro, delle necessarie conoscenze delle regole stradali e per una corretta interazione con gli altri veicoli».
Non può mancare il parere dell’Assessore alla mobilità, Marco Granelli«Plaudo a questa iniziativa: la conoscenza delle regole e la consapevolezza del pericolo sono il miglior presupposto perché le nostre strade siano sicure. Il monopattino elettrico però non è un giocattolo, le regole esistono e vanno rispettate per rendere possibile la convivenza in strada e in sicurezza di mezzi diversi. A Milano tutte le società che offrono sharing devono contribuire con il Comune alla formazione e alla sensibilizzazione dei cittadini».
# Da Roma a Lainate: i nuovi corsi si espandono
Credit: inmoto.it
I corsi di LINK e ACI-SARA sono iniziati il Centro di Guida Sicura Vallelunga di Roma e si sono spostati a Lainate per interessare l’area urbana del milanese.
Grazie al grande successo ottenuto, sono destinati ad essere ripetuti altrove e per diverse volte. I nostri concittadini automobilisti e monopattinisti, che ne pensano?
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Continua lo scontro tra Regione e Comune riguardo alla trasformazione della ferrovia Roma-Ostia Lido nella metropolitana E.
Tra i pro e contro la decisione continua a tardare, riuscirà la ferrovia Roma-Ostia Lido a diventare una metropolitana?
La ferrovia ROMA-OSTIA diventerà una METROPOLITANA?
# La ferrovia Roma-Lido
Credit: it.wikipedia.org
La ferrovia Roma-Lido è una linea ferroviaria che collega la stazione di Roma Porta San Paolo, nel quartiere Ostiense, alla stazione di Cristoforo Colombo, nel quartiere Lido di Castel Fusano.
Inaugurata nel 1924, la linea è lunga circa 28 km, attraversa 13 stazioni ferroviarie di superficie ed effettua scambi con la linea B della metropolitana e con le Ferrovie Laziali.
Ogni giorno la Roma-Ostia Lido è utilizzata da oltre 100mila persone, è una ferrovia fondamentale per i cittadini romani, collegando la città a Ostia ed è proprio per la sua importanza che andrebbe migliorata.
# Trasformarla in una metropolitana: i pareri discordanti
Credit: ilfaroonline.it
Come riporta ilriformista.it per risolvere i problemi che hanno assicurato a questa ferrovia il titolo di una delle peggiori ferrovia d’Italia, Carlo Calenda ha riportato a galla una proposta già molto discussa: farla diventare una metropolitana.
Dal 2018 è stata infatti rimessa sul tavolo la discussione sulla “metropolitanizzazione” della linea.
Al riguardo al momento nessuno sembra però voler prendere una decisione.
L’assessore della Regione Lazio, presieduta da Zingaretti, afferma di non volerla trasformare in linea metropolitana perchè significherebbe trasferirne le competenze al Comune di Roma.
Dall’altra parte Gualtieri, anche lui del Partito Democratico, promette tutt’altro e a questo si aggiunge l’assessore della Giunta di Roma Capitale Calabrese, che invece sostiene che è tutta colpa della Regione che “non sta facendo le cose che deve”.
Calenda lo definisce il “gioco degli specchi”, uno dei problemi da risolvere che l’avrebbe portato a candidarsi.
La ferrovia Roma-Ostia Lido diventerà finalmente una metropolitana?
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Su alcuni temi è “cool” essere tolleranti. Su altri è cool essere intolleranti.
Il nostro periodo storico ha giustamente l’ideale della tolleranza in primo piano. Si è compatti nel giudicare negativamente le varie forme di intolleranza verso alcune minoranze, tipo quelle per orientamento sessuale o per le minoranze etniche che un tempo erano oggetto di discriminazione.
Considerare in questo caso il diverso senza alcuna connotazione negativa è un grande segno di civiltà.
Paradossalmente non tutti i diversi accedono a questa tutela morale della comunità. Anzi.
La stessa comunità che difende alcune minoranze, si scaglia contro chi adotta scelte o comportamenti diversi da quelli del proprio gruppo di riferimento. Ad esempio il recente fatto di cronaca del bambino scomparso e poi ritrovato nei boschi del Mugello ha portato allo scoperto la condanna sociale contro chi decide di vivere libero da vincoli e stereotipi della società, attaccando questo stile di vita considerato improprio.
Lo stesso fatto che si facciano delle leggi per tutelare espressamente solo alcune minoranze crea disuguaglianze tra le minoranze.
Il principio di tutelare le minoranze dovrebbe valere per tutte le minoranze, anche per le minoranze formate da chi esprime un’opinione o uno stile di vita diverso da quello dominante. Ogni minoranza dovrebbe essere trattata con rispettoinvece che diventare bersaglio della condanna sociale.
Perchè la regola generale seguita da molti non è di salvaguardare le minoranze ma di strumentalizzarle per promuovere la propria bandiera ideologica. Se ci si volesse battere per un principio di civiltà bisognerebbe battersi per ogni tipo di minoranza, non solo quelle che corrispondono ai propri valori.
La più grande battaglia per i diritti civili dovrebbe essere messa in campo per eliminare ogni tipo di discriminazione verso chi è diverso nell’affrontare la vita, soprattutto chi si discosta dalla cultura dominante del momento.
Perché il livello di una civiltà non si misura nella libertà che ha chi si conforma, ma nella libertà che viene data agli eretici.
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Il centrodestra è ancora in alto mare per individuare il nome del candidato sindaco. Dopo il rifiuto di Oscar De Montigny, queste sono le tre nuove ipotesi per il candidato del centro destra.
Il buono, il brutto e il cattivo: le TRE NUOVE IPOTESI per il CANDIDATO del CENTRO DESTRA
#1 Salvini: “ho l’identikit giusto. È un imprenditore del mondo del sociale e un professore universitario. Credo che le prossime ore saranno decisive“
Credits attualita_e_politica IG – Salvini
Matteo Salvini dopo alcuni giorni di tensione, con la rinuncia di De Montigny a ricoprire le vesti di candidato sindaco per il centro destra alle prossime elezioni comunali a Milano in autunno, sembra avere ritrovato l’ottimismo. Si dice certo di aver individuato la persona giusta, con cui ha avuto un colloquio positivo nelle scorse ore, per sfidare il sindaco uscente Sala: “Sono appena rientrato apposta per occuparmi del candidato sindaco di Milano. E credo che sia la volta buona. È un imprenditore del mondo del socialee un professore universitario. Credo che le prossime ore saranno decisive“.
#2 Ma spunta il nome di Feltri (con Albertini)
Feltri – Albertini
Una delle ipotesi circolate nella giornata di ieri 24 giugno è quella del direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri con Gabriele Albertini vicesindaco, come riportato dal Corriere della Sera, la cui risposta a riguardo è stata: “La cosa mi solletica e anche mi lusinga. Però, io non saprei amministrare un condominio, figuriamoci Milano“. Aggiungendo che: “Mai fatto una campagna elettorale, mai stato nemmeno consigliere comunale». L’esperienza di Albertini potrebbe essere di aiuto. L’ironia di Vittorio Feltri: “Giusto. Posso chiedere di fare tutto a lui, io esercito il potere di indirizzo“.
#3 Oppure il colpo a sorpresa: Sala sfida Salvini, “Si candidi lui”
Credits: milano.corriere.it – Sala e Salvini per l’autonomia per Milano
Il sindaco Salaha commentato la rinuncia dell’ultimo sfidante in ordine di tempo, che avrebbe potuto competere con lui alle prossime elezioni comunali, proponendo lo stesso Salvini come candidato del centro destra: “È chiaro che abbiamo due visioni della città differenti, magari sarebbe un’occasione per chiamare i milanesi a esprimersi a favore dell’una o dell’altra. Potrebbe essere una soluzione“. Aggiungendo che “Milano merita una competizione forte, io so che posso non essere creduto, ma non sono qua ad aspettare di non aver nessuno o di avere un debolissimo candidato, perché non va bene per Milano“.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Liguria, oltre alle spiagge c’è di più. Quali sono i segreti che si nascondono tra la vegetazione della “foresta tropicale” ligure?
La FORESTA TROPICALE dell’entroterra LIGURE
Quando si pensa alla Liguria, tre cose vengono in mente: la focaccia, il pesto e le spiagge. Questo perché il suo entroterra è un luogo ancora poco conosciuto ai più ma che riserva moltissime sorprese. D’estate folle di accaldati bagnanti riempiono le spiagge liguri in cerca di un rinfresco, ma in pochi sanno che esiste una foresta quasi deserta, piena di laghetti con cascate e scivoli levigati nella roccia, proprio a pochi chilometri dalle affollatissime spiagge.
# I segreti nascosti tra la vegetazione del Parco Natura del Beigua
credit: Nikon Club @franchino63
Stiamo parlando del meraviglioso Parco naturale regionale del Beigua, l’area naturale protetta che circonda l’omonimo monte e che comprende i comuni di Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella, Tiglieto e Varazze. Magari questi comuni non vi sono nuovi, probabilmente ne conoscete le spiagge, ma tra la fitta vegetazione si nasconde molto di più: torrenti, canyon, laghetti naturali e cascate.
# Una foresta “tropicale” nel cuore della Liguria
credit: Instagram @massilu1
In ognuno di questi comuni il parco riserva delle magnifiche e rinfrescanti sorprese dall’ambientazione più tropicale che ligure, anche se oggi ci concentreremo sui Laghetti del Rio Scaggion, non molto distanti dalla città di Varazze. Da qui infatti è molto semplice, anche in automobile, raggiungere due selvaggi laghetti. Bisogna proseguire verso la località Faje e una volta raggiunte le indicazioni per il Deserto di Varazzesi dovrà prendere una strada in discesa per circa due kilometri. La comparsa delle acque del Rio Scaggion segna il momento di parcheggiare la macchina e continuare il percorso a piedi.
# Ce n’è per tutti i gusti e il problema è solo uno: scegliere
credit: Instagram @angelicaremedios
Per raggiungere il primo laghetto si risale il corso d’acqua, percorrendo una stradina in salita per circa 10 minuti. Il sentiero conduce gli avventurosi sino ad una cascata che, scendendo da un’enorme massa di roccia, forma un’ampia pozza profonda. Questo laghetto è il più soleggiato ed è perfetto per gli amanti della tintarella con i suoi grandi massi, lisci e piatti, che consentono ai bagnanti di prendere il sole dopo un rinfrescante bagno. Per chi non ha un grande spirito d’avventura e non vuole percorrere sentieri secondari, seguendo il sentiero principale si raggiunge il secondo laghetto. Più profondo e ombreggiato del primo, è il paradiso per chi cerca una fresca novità dall’ardore estivo.
Insomma, tra la fitta vegetazione della “foresta tropicale” ligure si possono trovare soluzioni per tutti i gusti e tra tutte le meraviglie a disposizione l’unico problema non sarà più la folla, ma la scelta.
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Un invito fatto da un amico, una parola d’ordine, un segnale segreto dietro una tenda, un ingresso sul retro.
Lungo le strade di Milano si nasconde un mondo segreto che solo pochi eletti possono frequentare.
Vediamo insieme i bar segreti di Milano che possono essere considerati dei veri e propri speakeasy con uno speciale ringraziamento al sito milanairports.com.
SECRET BAR a Milano: gli esclusivi “locali clandestini” in cui solo pochi possono entrare
# La storia degli speakeasy: nati con il proibizionismo
Credit: thewalkman.it
Siamo negli Stati Uniti, nell’era del proibizionismo, l’era dei desideri nascosti, delle parole non dette, dei sotterfugi per riuscire a scamparla ancora una volta.
In seguito alla crisi del 1919 fu dichiarato illegale produrre, commerciare e consumare alcool. Poteva veramente finire così? No, ed è proprio qui che nascono gli speakeasy, locali clandestini ricavati da seminterrati e retrobottega dove niente è proibito.
Bisognava parlarne sottovoce, entrare dal retro, avere una parola segreta eppure, una volta entrati, tutto tornava possibile.
Si potrebbe pensare che in un’epoca come la nostra in cui tutto è concesso gli speakeasy non ci siano più ma non è così. D’altronde, il mistero e il proibito, affascina tutti.
Vediamo insieme i secret bar di Milano che, con qualche modifica innovativa, possono essere ancora considerati dei veri e propri speakeasy.
# 1930: lo speakeasy sulla bocca di tutti
Credit: @1930cocktailbar
Nessuno conosce l’indirizzo del 1930, per entrare bisogna infatti passare da un negozio anonimo e solamente se si possiede un invito.
L’ingresso esclusivo bisogna esserselo guadagnato ma con un po’ di fortuna si può strappare il segreto a uno dei gestori del MAG, il locale sul Naviglio Grande precursore di questo salotto.
Una volta entrati al 1930 sembra di trovarsi all’interno di un pub degno dei Peaky Blinders: pareti con mattoni a vista, luci soffuse, poltrone in pelle dell’epoca e il jazz che risuona dal grammofono.
Come al MAG, qui le vere protagoniste sono però le bottiglie: whiskey, gin, distillati di pregio, al 1930 si va per bere.
Sia il menù dei drink sia quello della tavola è stagionale e impiega ingredienti di massima qualità.
Tutto questo rende il 1930 un locale intimo che permette di fare un viaggio nel tempo, un vero speakeasy che ormai è sulla bocca di tutti.
# Il White Rabbit: il locale al buio (con i baristi mascherati da coniglio)
Credit: vivimilano.corriere.it
Del White Rabbit si conoscono le coordinate: situato nel quartiere Isola, questo speakeasy milanese si nasconde dietro una vetrina che non lascia intravedere nulla.
Come sapere se è aperto? Una luce accesa sarà il segno segreto ma mi raccomando, al White Rabbit si entra solo con una parola d’ordine.
Capisaldi di questo speakeasy sono i drink ricercati all’interno di un ambiente a dir poco particolare: il locale si trova praticamente al buio e tutti i bartender sono vestiti da….white rabbit.
# Apophis, The Spirit, Wootsu Society: i nuovi membership club
Credit: esquire.com – Apophis Club
A Milano sta iniziando ad emergere un nuovo concetto di secret bar, quello dei locali dove si entra solo con una quota associativa annua.
Ne è un esempio l’Apophis Club, uno dei primi membership club di Milano dove per accedere è necessario che l’invito venga esteso da qualcuno che ne sia già membro.
Al The Spirit invece, si acquisiscono una card per i propri consumi e una bottiglia di champagne per festeggiarvi il compleanno.
In questi club esclusivi l’atmosfera è decisamente più moderna ma il legame con i vecchi speakeasy è evidente.
C’è poi il Wootsu Society, a cui si accede attraverso il Doping Club, il bar dell’hotel The Yard di piazza XXIV Maggio.
Le luci velate e l’arredamento misterioso trasmettono un messaggio molto chiaro: ciò che succede al Wootsu Society rimane al Wootsu Society.
L’esclusività che offre questa stanza segreta ispirata alle società cinesi è massima e non si hanno molte informazioni: si sa che sono ammesse solo cinque persone per volta rigorosamente su invito e per il tempo massimo di un’ora.
Nel tempo poi stanno nascendo nuove idee di condivisione promosse da locali che vogliono distinguersi.
# Backdoor 43: il locale più piccolo del mondo
Credit: @backdoor43_milano
Il Backdoor 43 è probabilmente il cocktail bar più piccolo al mondo.
È situato sul Naviglio Grande a Milano e, malgrado le dimensioni ridottissime, riprende le caratteristiche tipiche degli speakeasy: prodotti di alta qualità, cura dell’ambiente e riservatezza.
La riservatezza al Backdoor43 è così importante che il bartender serve il drink attraverso uno sportellino, le mani saranno l’unica cosa visibile, assicurando l’anonimato totale.
# Ma’ Hidden Kitchen Supper Club: a cena con gli sconosciuti
Credit: @monicapapagna
Le regole per entrare al Ma’ Hidden Kitchen Supper Club sono due: portare la propria bottiglia e il divieto di svelare ad amici o conoscenti l’indirizzo esatto.
Per il resto è molto facile: si arriva in questo loft e ci si siede ad un tavolo con dei perfetti sconosciuti.
L’idea è nata del 2012 da Lele e Melissa che, dopo aver arredato la loro casa, hanno deciso di fare una cosa in più: farlo diventare il luogo dove gli sconosciuti si danno appuntamento.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In occasione del decennale di Piano City Milano verrà realizzata un’edizione speciale con oltre 150 pianisti italiani e internazionali che si esibiranno dal vivo e in diretta streaming. Ci saranno più di 100 concerti in luoghi simbolo della città, come GAM, Triennale, Università degli Studi e l’Ippodromo di San Siro. Ecco la nostra selezione speciale di quelli che ci sembrano davvero imperdibili. Per il programma ufficiale: Piano City Milano
La SUPER AGENDA di PIANO CITY: il calendario degli appuntamenti da non perdere (dalle 5 di sabato 26 alle 16 di domenica 27)
Sabato 26 giugno
# Ore 5.00, Cesare Picco con “Rituale per una nuova alba” – Musiche originali
Pianista improvvisatore e compositore a suo agio tra i beat elettronici come tra i suoni di un’orchestra barocca, è da sempre sperimentatore trasversale in ogni ambito musicale. Compositore per solisti, per la Moscow State Symphony Orchestra, la Berlin Chambers Soloists e I Virtuosi Italiani, e orchestra progetti speciali legati al mondo dell’Arte dal 1986 porta la sua musica nei più importanti festival e teatri del mondo. Il titolo della performance è “Rituale per una nuova alba”.
Dove: Piazzale dello Sport 16, Ippodromo Snai San Siro
# Ore 9.30, Nicolas Horvath con “Like a flash of lightning that hurries suddenly from the sky to the earth” / 1° parte – Musica contemporanea
Nicolas Horvath è un artista insolito con un curriculum non convenzionale, iniziato a 16 anni con gli studi musicali all’Académie de Musique Prince Rainier III di Monaco. Horvath è un promotore entusiasta della musica contemporanea. Ha commissionato numerose opere e collaborato con i principali compositori e creatori contemporanei di tutto il mondo e ha riscoperto compositori dimenticati o trascurati. L’artista si esibirà con l’opera dal titolo “Like a flash of lightning that hurries suddenly from the sky to the earth”.
Dove: Via Bergognone 34, BASE Milano
# Ore 17.00, Enrico Intra con “Sonata a Kreutzer” – Jazz
Le musiche sono fresche elaborazioni armoniche fatte sugli esercizi di Rudolphe Kreutzer, di Ettore Pozzoli e dello stesso Intra. Pianista, compositore, arrangiatore d’orchestra tra i più importanti nella storia del jazz europeo–Fondatore dell’Associazione Culturale Musica Oggi. Dal 1987 è il responsabile dei Civici Corsi di Jazz parte integrante della Civica Scuola di Musica C. Abbado.
Dove: Via Angelo Mosso 1, Milano – Giardini Mosso
# Ore 18.00, Elpidia Giardina con Jesus Christ Superstar – Colonna sonora
Elpidia Giardina è diplomata con il massimo dei voti in pianoforte e clavicembalo rispettivamente presso il conservatorio di Catania e Palermo. Oltre agli ottimi risultati conseguiti in numerosi concorsi nazionali ed internazionali, ha vinto il 1° premio assoluto per la sezione pianoforte a quattro mani al concorso nazionale AMA Calabria insieme alla sorella pianista. Si esibirà nella colonna sonora del Musical Jesus Christ Superstar.
Dove: Via San Faustino, 23 – Giardino San Faustino
# Ore 21.00, Katia e Marielle Labèque con “Les Enfants Terribles” – Musica contemporanea
Katia e Marielle Labèque sono pianiste sorelle rinomate per il loro insieme di sincronicità ed energia. Hanno suonato con le più prestigiose orchestre al mondo tra cui: Berlin Philharmonic, Chicago Symphony, Filarmonica della Scala, London Philharmonic, New York Philharmonic, Orchestre de Paris, Santa Cecilia e Wiener Philharmoniker. A Piano City presenteranno il loro ultimo album “Les Enfants Terribles”, 13 composizioni realizzate in collaborazione con il compositore Philip Glass.
Dove: via Marina – Gam Main Stage
# Ore 23.00, Rita Marcotulli con “…a Pino” – Genere Pop e Jazz
Pianista e Compositrice ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia musica classica e con il Maestro Arnaldo Graziosi e con Susanna Spitanlick. Vincitrice del premio Top Jazz nel 2012, nel 2019 il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella consegna a Rita il premio onorario come Ufficiale della Repubblica. A Piano City suonerà un tributo al genio e al talento di Pino Daniele, scomparso sei anni fa, con il quale la pianista e compositrice romana, una delle stelle del jazz del nostro paese, ha a più riprese collaborato.
Dove: Via Marina, Gam Main Stage
Domenica 27 giugno
# Ore 5.00, Thomas Umbaca con “Concert for Light Dreamers” – Musiche originali
Thomas Umbaca nasce Milano nel 1997, studia al Conservatorio Verdi e entra al corso di pianoforte Jazz presso lo stesso Conservatorio. Il concerto sarà frutto di composizioni originali. Alcune idee sviluppate attraverso l’improvvisazione, e altri brani recenti suonati in pubblico per la prima volta.
Per il concentro è raccomandato presentarsi forniti di un proprio telo da mare.
Dove: Via Padova, 69 – Parco Trotter, Ex Piscina
# Ore 12.00, Commellato & Ballario con “FRANZ LISZT DANTE SYMPHONY” – Musica classica
Credits: fanpage.it
Alessandro Commellato, ha studiato a Milano e si è esibito come solista in decine tra le migliori orchestre del mondo. Oggi è docente di pianoforte principale al conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Elena Ballario, biellese, contemporaneamente agli studi pianistici si è dedicata anche allo studio del violino e della composizione. Docente di ruolo dal 1995, dal 2007 insegna al Conservatorio di Torino. Gli artisti si esibiranno con un omaggio a Dante nell’anno delle celebrazioni dantesche in occasione dei settecento anni dalla morte del poeta.
Dove: Via Festa del Perdono, 7 – Università degli Studi, Cortile d’onore
# Ore 16.00, Bruno Canino – Musica Classica
L’artista si esibirà in un concerto di musica classica con 2 Sonate in si: F. Schubert Opera 147 e D. Shostakovic Seconda Sonata.
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Sarebbe eccessivamente inappropriato dire grazie al Covid che ci ha privato di molto, ma una cosa la pandemia l’ha fatta: ha portato le persone a sviluppare maggiormente la loro creatività. Un esempio? Milioni e milioni di persone sono riuscite ad occupare le loro giornate in casa per mesi.
Osservando però le cose più in grande e concentrandosi sull’arte, si osserva come questa sia stata fortemente penalizzata, ma numerosi curatori di mostre e artisti hanno dato libero sfogo alla loro creatività e portato l’arte nei posti meno immaginabili.
A Milano l’ “ARTE NON NEI MUSEI”: il tour di teatri e cinema dove ammirare opere d’arte
# Il passaggio di testimone: L'”arte non nei musei”
Credits: @vuotoapparente Vuoto Apparente Milano
Dopo Napoli anche a Milano arriva l’arte non nei musei. Esporre opere in giro per la città è un modo per far diventare dei semplici passanti fruitori dell’arte, senza che loro lo sappiano si trovano ad osservare un museo a cielo aperto. È questo il concetto che negli ultimi anni si sta sviluppando sempre più e che la pandemia ha certamente accelerato.
Dopo la chiusura di musei, teatri e cinema, a Napoli, lo scorso febbraio e marzo, le vetrine pubblicitari di teatri e cinema, dove solitamente si espongono i manifesti degli spettacoli che però non c’erano, sono diventate spazi espositivi. Con Exit Strategy l’arte era stata portata in strada e così vuole fare Milano con Vuoto Apparente. Stessa tipologia di location, stesse motivazioni: una sorta di passaggio di testimone tra Napoli e Milano.
# Una mostra silenziosa
Credits: @vuotoapparente Vuoto Apparente Milano
Dal 5 giugno al 15 settembre a Milano. 7 teatri e 4 cinema, per un totale di 11 artisti, lasciano le loro vetrine, teche e i loro foyer all’arte visiva. Una mostra silenziosa, presente 24 ore su 24 ma che non si dà il titolo di mostra, non si rivela tale. Dedicata alla comunità milanese in un’ottica di reciproca solidarietà, attraverso Vuoto Apparente si vuole creare l’occasione di riattivazione e costruzione di socialità. 11 giovani artisti, insieme alla curatrice del progetto Chiara Spenuso, rivisitano il concetto di spazio espositivo.
# I luoghi espositivi
Credits: @vuotoapparente Vuoto Apparente Milano
Questi sono i luoghi dove si potranno vedere le opere d’arte di Vuoto Apparente elencati dal sito artribune.com. Il progetto non si limiterà, però, ad opere che rimarranno lì per 3 mesi, silenziose, ma ci saranno anche eventi di performance art che creeranno un’interazione tra artista e pubblico.
Yara Piras all’Anteo Palazzo del Cinema
Flavia Albu al CityLife Anteo
Lucas Memmola al Cinema Beltrade
Vincenzo Zancana al TAM – Teatro degli Arcimboldi Milano
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Per il mese del Pride un sito internet tedesco cerca di unire la promozione commerciale con i messaggi di inclusività e diversità.
Come lo fa? A colpi di murales colorati e installazioni variopinte che hanno l’obiettivo di creare un mondo dove l’unicità è l’unica cosa da celebrare.
MILANO A COLORI: l’iniziativa diffusa per celebrare la DIVERSITÀ
Credit: @victorrafaelveronesi
Credit: grazia.it
Credit: @victorrafaelveronesi
Credit: grazia.it
Credit: @romamor753
Credit: grazia.it
# La nuova iniziativa di marketing sociale
Credit: grazia.itDopo aver lanciato la strategia di Diversità e Inclusione (D&I) “do.BETTER”, il sito di e-commerce tedesco nel mese del Pride rilancia il tema dell’inclusività e della diversità per promuovere il suo brand.
Come lo fa questa volta? A colpi di murales colorati e installazioni variopinte, tutto grazie all’aiuto di attivisti e artisti multidisciplinari che hanno dato il loro contributo a questo progetto.
É così che le città di Milano e Roma si colorano dei toni dell’arcobaleno, simbolo della comunità LGBTQI+.
# I volti e gli artisti
Credit: grazia.it
Come uno dei volti principali della campagna Zalando ha coinvolto l’attore Pietro Turano, attivista molto amato dai giovani italiani che potrà dare un grande eco ai messaggi trasmessi.
Il suo contributo potrà essere un altro passo per cambiare il futuro rendendo il mondo un luogo dove l’unico obiettivo è celebrare l’unicità delle persone.
Anche l’artista Camilla Falsini ha donato la sua arte a questo progetto creando una serie di opere che offrono una nuova interpretazione della sua poetica basata sull’utilizzo del colore come motore di attivazione emotiva.
In Piazza XXIV Maggio a Milano possiamo trovare Amor Partout, il suo maxi-murale che con colori variopinti e forme geometriche lascia a bocca aperta.
# Le installazioni tra Roma e Milano
Credit: @romamor753
Tra gli altri artisti coinvolti c’è poi Motorefisico, il duo di architetti e designer romani composto da Lorenzo Pagliara e Gianmaria Zonfrillo.
Il famoso duo ha realizzato una serie di installazioni in diversi luoghi di Milano tra cui degli archi e della maxi-altalene dai colori arcobaleno in Piazza Gae Aulenti.
Sempre a Milano, Zalando ha chiamato a raccolta il collettivo Urban Colors per dare spazio alla sostenibilità unita all’Arte Urbana, commissionando loro la realizzazione di un’opera 100% eco friendly in Via Canonica.
La città meneghina non è però l’unica a colorarsi, anche Roma diventa variopinta grazie agli artisti internazionali Filthy Luker & Pedro Estrellas che, come in Stazione Centrale e in Piazza Gae Aulenti a Milano, hanno installato dei maxi pennelli dai colori arcobaleno in Stazione Roma Termini.
# Le strade si colorano
Credit: grazia.it
A causa della pandemia la parata del Pride quest’anno non si terrà ma non mancheranno i colori lungo quelle strade.
I marciapiedi sono stati decorati con degli stencil biodegradabili caratterizzati dalle stesse maxi-grafiche di Camilla Falsini.
É tramite l’hashtag #ActivistsOfOptimism che Camilla decide di dare il suo messaggio: invitare tutte le persone a condividere i propri momenti di felicità.
# Festival dell’Ottimismo
Queste iniziative si inseriscono nel contesto del Festival dell’Ottimismo di Zalando, inaugurato con il primo concerto post-Covid di Emma Marrone, all’Arena di Verona.
La cantante e cantautrice italiana ha sottolineato come sia stato “bello tornare a cantare in un mondo che è cambiato, anche se la strada per essere veramente se stessi, per sentirsi liberi di esprimersi è ancora lunga. Ma il ruolo degli artisti è anche quello di aiutare l’evoluzione delle cose”.
E proprio in questo progetto la collaborazione tra diversi artisti è la chiave per produrre un cambiamento positivo nel mondo.
Sempre più aziende ormai sposano cause sociali per unire utilità e fini commerciali. Mossa semplicemente di marketing o comunque utile per la crescita sociale? Al lettore l’ardua sentenza.
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La città riparte da sé stessa con il restyling di Torre Velasca. Scopriamo che cosa cambierà nel grattacielo storico che, da sempre, caratterizza lo skyline della capitale economica e finanziaria.
La TRASFORMAZIONE della VELASCA: come sarà il RESTYLING della torre MILANESE
# Cade 7 volte, si rialza 8
Credits: La Repubblica
Milano sceglie di rialzarsi dal duro colpo subito dalla pandemia e lo fa rinnovandosi. Parte il progetto per trasformare uno degli edifici simbolo di Milano, rimasto intoccato dal 1957. La Torre sarà protagonista di numerosi cambiamenti importanti.
Entrata nel cuore dei milanesi, si è deciso di fare un piccolo concerto in suo onore sul terrazzo dell’ultimo piano. Tra le note di Vivaldi, Mozart e Verdi, i cittadini l’hanno salutata prima dell’allestimento delle impalcature.
# La FINE dei lavori è prevista per il 2023
Credits: @amilanopuoi su IG
Una volta finiti i lavori di riqualificazione, si dice intorno al 2023, quali novità ci attendono? Mario Abbadessa di Hines Italia in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera svela cosa in mente: un restyling sulla base della sostenibilità ambientale e sulla digitalizzazione. Sostenitore del leasing abitativo (uno strumento utilizzato per acquistare nuovi immobili e ristrutturare quelli vecchi con grandi vantaggi rispetto al mutuo ipotecario), Abadessa auspica a “case a prezzi calmierati, in condomini di ultima generazione, con servizi a valore aggiunto come aree co-working, palestre, spazi giochi per i bimbi e supporto di baby-sitter”.
# Cosa c’è di NUOVO
Credits: @andreacherchi_foto
Tra i cambiamenti più significativi, Torre Velasca potrà vantare le più avanzate tecniche di dispersione del calore, una grande piazza pedonale con dehors e tavoli all’esterno, una zona residenziale posta ai piani più alti e uffici nei piani più bassi. Una soluzione che cerca di conciliare casa e lavoro attraverso il metodo dello smart working e delle aree co-working. Non solo, saranno costruite anche aree benessere e palestre per i residenti, ristoranti e ci sarà addirittura uno snodo della nuova metropolitana 4.
L’obiettivo, quindi, non è solo quello di modificare la Torre con le soluzioni più avanzate ma è anche quello di rigenerare e dare un valore aggiunto all’intero quartiere.
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Credits impreselavoro.com - Pala Italia Santa Giulia
Una delle più grandi opere di bonifica in Europa, poco più della metà dell’intera area del quartiere Santa Giulia. Come verrà trasformata l’ex-area industriale.
Via ai primi lavori per il PALA ITALIA delle Olimpiadi. Come sarà il progetto?
# Una delle più grandi opere di bonifica in Europa
Palaitalia. Fonte: corriere Milano
Una delle più grandi opere di bonifica in Europa. Si presenta così il progetto di risanamento di un’area grandepoco più della metà di quella di tutto il quartiere Santa Giulia. L’area, legata a numerose vicende giudiziarie, subirà un massiccio intervento atto a bonificare 1,2 milioni di metri cubi di terra che saranno trattati direttamente sul posto da una cordata di società alla quale farà capo la ATI SUEZ-SEMP.
Santa Giulia
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Credits: financecommunity.it - Masterplan Santa Giulia Nord
Credits: financecommunity.it - Masterplan Santa Giulia Nord
Credits: risanamentospa.com - Masterplan Santa Giulia
Credits: risanamentospa.com - Masterplan Santa Giulia
Percorso Metrotranvia 13
Come detto un milione e duecentomila metri cubi di terra più 300.000 tonnellate di materiale inerte saranno utilizzati in base alle caratteristiche più adatte. Alla conclusione dei lavori che dureranno oltre tre anni verranno edificate palazzine residenziali, spazi commercialie la tanto attesa Pala Italia che diventerà uno dei luoghi simbolo di Milano-Cortina 2026. Uno spazio polifunzionale da 15.000 posti concepito in modo da essere il più versatile possibile così da poter ospitare concerti, gare sportive comprese alcune che faranno parte del cartellone della Olimpiade che si svolgeranno tra Milano e Cortina.
Degli 80 milioni di euro previsti saranno 64 quelli direttamente impiegati nella bonifica mentre i rimanenti 16 saranno utilizzati per i vari riempimenti con il materiale che verrà spostato in base al tipo di sviluppo previsto. Questi lavori chiuderanno definitivamente l’annosa questione legata ai problemi ambientali che hanno afflitto lo sviluppo dell’ex-zona industriale dall’inizio della riconversione. Da anni il quartiere era un’operazione incompiuta nonostante la sede di Sky e la stazione di Rogoredo avessero dato un grande impulso economico e lavorativo. Con la decontaminazione e lo smaltimento dei rifiuti l’intera area di Santa Giulia si pone l’ambizioso obiettivo di competere con i quartieri più cool di Milano grazie anche alla grande appetibilità riguardo gli immobili della zona che, tra servizi, nuovi spazi commerciali e alcune nuove costruzioni residenziali, offrirà una serie di plus certamente ambiti a chi cerca un nuovo spazio dove vivere a Milano.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Negli ultimi giorni la curva di nuovi casi di Covid-19 nei paesi con i più alti tassi di vaccinazione segna un’impennata. Vediamo la situazione nei tre paesi al top della campagna di vaccinazione e le possibili cause.
UK, Cile e Israele: nei paesi con più vaccinati al mondo AUMENTANO di più i CONTAGI. Cosa sta succedendo?
# In Uk con quasi il 50% di vaccinati con due dosi sono al numero massimo di contagi degli ultimi quattro mesi. Un caso grave su tre è vaccinato.
Credits worldometer – Curva contagi Uk
Nel Regno Unito sono stati vaccinati con entrambe le dosi il 47% dei cittadini, ma nell’ultimo mese si è registrata un’impennata della curva dei contagi, con il picco di 16.135 casi il 23 giugno, un dato che non si vedeva dal mese di febbraio e che sembra in continuo aumento. Il giorno prima erano 11.000 già in crescita rispetto ai giorni precedenti. Fino al 14 giugno, su 806 ricoverati per la Delta, solo 527 non erano vaccinati, e ben 84, più del 10%, avevano ricevuto due dosi di vaccino. Il 16 giugno la percentuale di casi gravi tra i vaccinati è salita al 31%.
# Il Cile è tornato in lockdown con il 50% della popolazione vaccinata con due dosi
Credits worldometer – Curva contagi Cile
Nonostante il 50% della popolazionesia completamente vaccinato e il 63% abbia ricevuto la prima dose, il 12 giugno il governo ha reintrodotto il lockdown per la capitale Santiago e altri 40 Comuni delle Regioni di Valparaíso, O’Higgins, Maule e Los Lagos. La decisione è stata presa dopo la ripresa della curva di contagi per oltre due mesi, con una media settimanale poco sotto i 7.000 casi e i letti di terapia intensiva che hanno già raggiunto il limite massimo di occupazione.
# Israele ha il tasso più alto di vaccinazione al mondo, ma negli ultimi giorni i contagi stanno crescendo in tripla cifra
Credits worldometer – Curva contagi Israele
Israele è il Paese con il più alto tasso di vaccinazione al mondo, il 60% della popolazione ha ricevuto due dosi, e la settimana scorsa era stato tolto l’obbligo dell’utilizzo della mascherina al chiuso, dopo mesi in cui i numeri giornalieri di infezioni erano a una sola cifra. La variabile Delta ha cambiato completamente la situazione. Negli ultimi giorni si è infatti registrata una rapida crescita della curva dei contagi, il 22 giugno i casi sono stati 125, oltre il doppio rispetto al giorno precedente di 49, ieri sono saliti a 146. Il governo di Israele è quindi dovuto ritornare indietro sulle decisioni prese reintroducendo l’obbligo della mascherina nei luoghi e ha rinviato al 1° agosto l’ingresso ai turisti vaccinati.
# Le possibile cause della crescita dei contagi
Ma quali possono essere le possibili cause di questa crescita? I vaccini possono essere imperfetti, e anche quelli contro il contro il Covid-19 non sfuggono da questa ipotesi essendo in aggiunta in una fase sperimentale. Come accaduto con altri vaccini in passato, spiega Luca Ferretti, ricercatore di Genetica statistica e dinamica dei patogeni all’università di Oxford, anche quello contro il Sars-Cov-2 “può aver reso il virus più virulento.” Un’altra possibile causa è il fatto che il vaccino non esclude la possibilità di contagiarsi, mentre riduce il rischio di ammalarsi gravemente, e offre una copertura massima del 90%. Pertanto oltre ai ceppi originari del virus le persone vaccinate possono contagiarsi anche con le varianti diventate resistenti sia al vaccino che al sistema immunitario.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Moltissime città sono ormai bike friendly, ma se togliessimo “friendly” e lasciassimo solo una città per bici? Sì perché in Italia nascerà il primo villaggio della bicicletta, tutto dedicato al mezzo a due ruote e a chi vuole usarlo.
Il primo VILLAGGIO BICICLETTA d’Italia
Non si sta parlando solo di una parte di città dedicata a negozi per lo sport e per la bici, ma di un vero villaggio per ciclisti.
# Da area degradata a villaggio della bicicletta
Credits: corriereromagna.it Rendering Brn Village
Forlimpopoli è un comune italiano in provincia di Forlì-Cesena, in Emilia Romagna, ed è stato sede per lungo tempo della ditta Sfir, storico zuccherificio nato negli anni ’60 e simbolo della Romagna industriale del Dopoguerra. Da molti anni ormai, però, l’intera aerea industriale è dismessa e lasciata al degrado, per questo un’azienda odierna locale, la Brn, ha deciso di realizzare un villaggio interamente dedicato a ciò che produce: componenti e accessori per la bici.
Si chiamerà Brn Village e sarà un vero e proprio villaggio della bicicletta: piste, didattica, bike cafè e un parco pubblico. L’obiettivo è quello di restituire ai cittadini un’area abbandonata da circa 15 anni.
# Il progetto: 15 milioni di euro per 70mila metri quadri
Credits: forlitoday.it Rendering piazza del ciclista Brn Village
Tutto si potrebbe dire su questo progetto, fuorché piccolo. La Brn realizzerà una nuova sede operativa che, tra logistica e area direzionale, occuperà 15 500 metri quadri. Intorno all’azienda effettiva saranno realizzati un parco ad uso pubblico, due circuiti per le bici Pump Track, un Bike Cafè e una “Piazza del Ciclista”. Inoltre, ci sarà un percorso ciclo-pedonale di quasi 2km che collegherà il Brn Village agli altri percorsi ciclabili della città. In totale l’area occuperà 70mila metri quadri e comporterà un investimento di circa 15 milioni. Il BRN Village sarà un vero e proprio “Parco a Km0” e fortemente legato al territorio. Insegnerà anche ai bambini le regole stradali in un centro didattico per l’educazione dei più piccoli.
# Il parco e il Bike Café
Credits: forlitoday.it Bike Cafè Brn Village
Un parco riconsegnato ai cittadini con 500 nuove piantumazioni. Percorsi ciclo-pedonali affiancati da un Bike Cafè di 560 metri quadri con 100 posti al coperto e 100 all’esterno. Sarà un bar molto healthy, come si suol dire: venderà prodotti e bevande per la salute e lo sport, 100% biologici e legati al territorio.
# La piazza e l’area didattica
Credits: corriereromagna.it Area didattica Brn Village
Al centro del villaggio della bicicletta ci sarà la “Piazza del Ciclista”, cuore pulsante del villaggio. Qui ci saranno alcune postazioni per depositare le bici, attrezzate con strumenti per la cura e riparazione, e dei punti di ricarica per le e-bike. In più sarà presente la “cassetta dell’acqua funzionale”, dove i cittadini potranno scegliere se riempire la loro borraccia con acqua alcalina, idrogenata o mineralizzata.
L’area didattica sarà a disposizione delle scuole del comune e costituita da tracciati gommati dove insegnare nella pratica le regole stradali e un’aula utile per gli aspetti teorici. Ci saranno anche 2 percorsi tecnici per Mountain Bike e Freestyle.
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La nuova linea M4 deve ancora inaugurare, secondo le ultime ipotesi a fine luglio, ma i cittadini sono sul piede di guerra contro le torrette di aerazione: “Sono dei mostri architettonici”. Ecco cosa sta succedendo.
M4 ancora nel MIRINO: “ecomostri urbani”
# I cittadini contro le torrette di areazione della M4: “Sono dei mostri architettonici”
Credits milanopost- Torrette areazione
La linea M4 deve ancora inaugurare, ma la battaglia dei cittadini contro le torrette di aerazione, posizionate in prossimità delle stazioni della metropolitana, è appena all’inizio. I cittadini che vivono e lavorano tra la zona di via Foppa e Sant’Ambrogio, presenti alla commissione congiunta Mobilità e Verifica enti partecipati di Palazzo Marino lunedì 21 giugno, hanno espresso la loro disapprovazione: “Sono dei mostri architettonici“. “Io vivo in via Foppa 58. Quando mi affaccio, posso abbracciare il torrino“. O ancora una residente di via Foppa 25: “Il torrino dista 4,65 metri dal mio salotto“. Il presidente del comitato Sant’Ambrogio, Gregorio Caccia Dominioni, spiega che “nei disegni consegnatici non è presente alcuna torre“. Enrico Balossi, dell’associazione di commercianti AsseLor, è anche preoccupato anche delle dimensioni.
# Nella metro di Brescia il sistema di ricircolo dell’aria è integrato negli ascensori
Credits skyscrapercity – Ascensori con sistema areazione Metro Brescia
Anche Orietta Colacicco, già segretario e portavoce del Comitato Foppa Dezza Solari e coordinatore delegato alla Mobilità di Piattaforma Milano, lamenta la mancanza di comunicazione e il fatto che Metro4 Spa e Comune di Milano non abbiano ipotizzato soluzione alternative: “I cittadini non sono mai stati avvisati malgrado numerosi incontri.Questi torrini nulla hanno a che fare con quelli della M5, perché su tratte M4 ci sono strade con restringimenti notevoli per cui i torrini vanno quasi a toccare le abitazioni, togliendo luce.A Brescia hanno risolto posizionandoli dietro gli ascensori. Ci sono altre soluzioni tecnologiche o si possono spostare?” I cittadini e i comitati sono pronti a chiedere un risarcimento al Comune di Milano.
Le tipologie di torrini previsti sono tre, tutti di forma circolare, e per ognuno è prevista una forma di mitigazione dell’impatto, non ritenuta sufficiente dai cittadini che li vorrebbero eliminare. Nella tratta est sarà adottato sarà rivestito con piante rampicanti, nelle zone del centro avrà un mosaico metallico, nell’area ovest sarà rivestito di acciaio satinato e decorato con opere di street art.
Le prime proposte di design della linea M4 prevedevano delle soluzioni migliori a livello estetico anche per le torrette di areazione, come si vede nella foto qui sopra. La scelta di rivedere al ribasso l’intera linea estetica della nuova linea metropolitana ha colpito anche questi elementi funzionali al ricircolo dell’aria.
# Il presidente di M4 : “Sono imposti dai regolamenti regionali e comunali”
Il presidente di M4 Fabio Terragni ha spiegato a Il Giorno che la realizzazione di questo sistema di ricircolo dell’aria è imposto dai regolamenti regionali e comunali: “L’aria verrà captata dall’esterno e immessa all’interno. La loro realizzazione è imposta dai regolamenti d’Igiene di Comune e Regione. In aree urbane pubbliche, l’altezza deve essere di almeno 6 metri. Si può abbassare nel caso di aree di cortile o interne. Abbiamo chiesto ad Ats se è possibile trattare i ‘torrini’ come fossimo in questa seconda tipologia di aree e stiamo aspettando”. L’assessore alla mobilità Marco Granelli: “le metropolitane di nuova generazione hanno un sistema più qualificato di immissione di aria. Abbiamo interloquito con tutti gli enti competenti, da Ats a Sovrintendenza, e cercato di minimizzare l’impatto“.
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La più grande paura sociale è l’esclusione.
Già nell’antica Grecia l’esilio era più temuto della morte. Uscire dalla civiltà voleva dire perdere tutta la propria identità.
Ci sono civiltà dove non esisteva la pena di morte ma la punizione più grande era l’espulsione dalla società. Anche molti dei padri nobili del nostro paese, come Dante, Mazzini o Garibaldi, hanno subito l’onta dell’esilio.
La punizione rispondeva proprio alla consapevolezza che una paura ancestrale di ogni persona è quella di essere tagliata fuori dal proprio consesso sociale.
I social esercitano la stessa forma di controllo delle società antiche attraverso l’applicazione dell’esilio digitale contro chi esprime delle opinioni giudicate non consone. Mentre nel mondo dell’informazione regolato dalle leggi nazionali non esiste la pena del divieto di espressione in quanto diritto inalienabile, nei social la punizione più grande è la chiusura del profilo. Ossia la censura permanente, l’esclusione dalla comunità digitale.
Il mondo dei social da un lato sembra moderno nel consentire a chiunque di divulgare il proprio punto di vista, dall’altro è un padre padrone tipico delle ere arcaiche che amplifica la paura dell’esclusione stabilendo arbitrariamente chi può far parte o no della comunità.
Tutto questo viene fatto da dei software e quindi anche dal punto di vista morale e giuridico non esiste nessuno che ne possa rispondere.
È per questo che molti personaggi più o meno famosi sui social hanno iniziato a diversificare le loro piattaforme di diffusionedei contenuti per paura di essere esclusi da una di queste.
Forse la strada per poter essere più autonomi dalla paura ancestrale dell’esclusione è quella di riuscire a utilizzare i media contemporanei per essere parte di più comunità diverse.
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Chi desidera assaporare la vera cucina milanese ha ancora una ampia possibilità di scelta tra locali che ripropongono le ricette tradizionali e chi invece ha preferito rivisitarle senza stravolgerne il concetto e i sapori. Partendo dal risotto giallo con l’ossobuco, il piatto milanese più celebrato al mondo insieme alla “orecchia di elefante”, in questo settebello della tradizione milanese si possono gustare la cassoeula, la trippa e chiudere, in inverno, con una fetta di panettone.
7 OSTERIE e TRATTORIE storiche a Milano
# Trippa – Trattoria – Via Giorgio Vasari 1
Credits: @simone.foodandrun IG
Giovane, innovativo e spesso ligio alle ricette originali. Il locale si presenta molto pulito anche nell’arredo e distribuzione dei tavoli. Staff prevalentemente giovane e un menù quasi essenziale ma di livello. Ormai non più emergente ma consolidato e adatto per chi si avvicina per la prima volta alla tradizione culinaria milanese per l’approccio non estremo verso i piatti meneghini.
# Trattoria del Nuovo Macello – Via. C. Lombroso 20
Credits: @laviniacolonnapreti IG
Passione per la tradizione e ricerca di materie prime di altissimo livello. Questo il biglietto da visita per una cucina raffinata ma aderente alle caratteristiche dei sapori milanesi. Lo è anche il fatto che può capitare che un piatto nel menù non possa essere disponibile per non aver ricevuto i migliori tagli di carne o le verdure più adatte. Sia ben chiaro, nessuno dei posti citati manca di qualità ma la ricerca quasi maniacale del risultato rende questa trattoria un posto incredibile.
# Antica Hostaria della Lanterna – Via G. Mercalli 3
Credits: @bobbirici IG
Padrona di casa perfetta che accoglie calorosamente gli ospiti. Sebbene “sporcata” da qualche variante friulana la cucina della Lanterna offre piatti all’altezza della tradizione della Madunina. Ambiente sobrio e quantità sempre abbondanti sfamano anche il più affamato dei clienti con prezzi veramente ottimi.
# Trattoria la Pesa dal 1902 – Via Giovanni Fantoni 26
Credits: @mela.84 IG
Locale storico, prima della pandemia spesso affollatissimo, che lascia poco spazio a dubbi riguardo lo stile culinario. Milano, Milano e ancora Milano in ogni voce del menù. Spesso usato come dopo partita per la sua vicinanza a San Siro e per il fatto che il calcio è uno degli argomenti più ricorrenti della trattoria, è adatto per chi desidera immergersi in un’atmosfera quasi da film della Milano di altri tempi.
# Al Matarel – Via Laura Solera Mantegazza 2
Credits: @marcocrippa_pittore IG
Se si vuole visitare il centro città e gustare i piatti della tradizione senza spostarsi dal centro il Matarel è perfetto. Trattoria nell’anima con tanto di trofei di caccia e un murale che ricorda la Piazza del Duomo ancora attraversata da auto e mezzi, Al Matarel è una esperienza da non mancare, specie per chi desidera portare con sé un ricordo indelebile della Milano dietro ai fornelli.
# Antica Trattoria Arlati – Via Alberto Nota 47
Credits: @trattoriaarlati IG
Aperta negli anni ’30, una volta inglobata nelle fabbriche della zona Bicocca, ora zona radicalmente trasformata in polo Universitario e abitativo, dall’Arlati, come la chiamano la maggior parte dei clienti, ci si imbatte in un ambiente particolare e ricco di cenni storici che testimoniano il passaggio di molte star del presente e del passato. Quando si suonava nel locale hanno prestato la loro arte gente del calibro di Lucio Battisti e degli Area del compianto Demetrio Stratos, ora che le note sono perlopiù diffuse dagli altoparlanti ci si concentra maggiormente sui cibi che non lasciano mai insoddisfatti. La simpatia e la verve dei padroni di casa fanno il resto per rendere ogni cena un evento memorabile.
# Al Garghet – via Selvanesco 36
Credits: @_laparra_ IG
In una zona che sembra impossibile appartenere a Milano, in mezzo ai campi del Parco agricolo Sud dove non è raro vedere aironi e fagiani spiccare il volo e lepri attraversare la strada, ci si imbatte in un’altra perla della cucina milanese. Menù scritto rigorosamente in milanese, sale interne adatte per le fredde stagioni e un ampio giardino perfetto per l’estate, al Garghet è un perfetto mix di location e gusto come probabilmente direbbe il Dogui.
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