SECRET BAR a Milano: gli esclusivi “locali clandestini” in cui solo pochi possono entrare

Locali al buio, al tavolo con sconosciuti o con i baristi travestiti da coniglio: guida ai locali segreti di Milano dove si entra solo a condizioni molto particolari

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Credit: vivimilano.corriere.it

Un invito fatto da un amico, una parola d’ordine, un segnale segreto dietro una tenda, un ingresso sul retro.

Lungo le strade di Milano si nasconde un mondo segreto che solo pochi eletti possono frequentare.

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Vediamo insieme i bar segreti di Milano che possono essere considerati dei veri e propri speakeasy con uno speciale ringraziamento al sito milanairports.com.

SECRET BAR a Milano: gli esclusivi “locali clandestini” in cui solo pochi possono entrare

# La storia degli speakeasy: nati con il proibizionismo

Credit: thewalkman.it

Siamo negli Stati Uniti, nell’era del proibizionismo, l’era dei desideri nascosti, delle parole non dette, dei sotterfugi per riuscire a scamparla ancora una volta.

In seguito alla crisi del 1919 fu dichiarato illegale produrre, commerciare e consumare alcool. Poteva veramente finire così? No, ed è proprio qui che nascono gli speakeasy, locali clandestini ricavati da seminterrati e retrobottega dove niente è proibito.

Bisognava parlarne sottovoce, entrare dal retro, avere una parola segreta eppure, una volta entrati, tutto tornava possibile.

Si potrebbe pensare che in un’epoca come la nostra in cui tutto è concesso gli speakeasy non ci siano più ma non è così. D’altronde, il mistero e il proibito, affascina tutti.

Vediamo insieme i secret bar di Milano che, con qualche modifica innovativa, possono essere ancora considerati dei veri e propri speakeasy.

# 1930: lo speakeasy sulla bocca di tutti

Credit: @1930cocktailbar

Nessuno conosce l’indirizzo del 1930, per entrare bisogna infatti passare da un negozio anonimo e solamente se si possiede un invito.

L’ingresso esclusivo bisogna esserselo guadagnato ma con un po’ di fortuna si può strappare il segreto a uno dei gestori del MAG, il locale sul Naviglio Grande precursore di questo salotto.

Una volta entrati al 1930 sembra di trovarsi all’interno di un pub degno dei Peaky Blinders: pareti con mattoni a vista, luci soffuse, poltrone in pelle dell’epoca e il jazz che risuona dal grammofono.

Come al MAG, qui le vere protagoniste sono però le bottiglie: whiskey, gin, distillati di pregio, al 1930 si va per bere. 

Sia il menù dei drink sia quello della tavola è stagionale e impiega ingredienti di massima qualità.

Tutto questo rende il 1930 un locale intimo che permette di fare un viaggio nel tempo, un vero speakeasy che ormai è sulla bocca di tutti.

# Il White Rabbit: il locale al buio (con i baristi mascherati da coniglio)

Credit: vivimilano.corriere.it

Del White Rabbit si conoscono le coordinate: situato nel quartiere Isola, questo speakeasy milanese si nasconde dietro una vetrina che non lascia intravedere nulla.

Come sapere se è aperto? Una luce accesa sarà il segno segreto ma mi raccomando, al White Rabbit si entra solo con una parola d’ordine.

Capisaldi di questo speakeasy sono i drink ricercati all’interno di un ambiente a dir poco particolare: il locale si trova praticamente al buio e tutti i bartender sono vestiti da….white rabbit.

# Apophis, The Spirit, Wootsu Society: i nuovi membership club

Credit: esquire.com – Apophis Club

A Milano sta iniziando ad emergere un nuovo concetto di secret bar, quello dei locali dove si entra solo con una quota associativa annua.

Ne è un esempio l’Apophis Club, uno dei primi membership club di Milano dove per accedere è necessario che l’invito venga esteso da qualcuno che ne sia già membro.

Al The Spirit invece, si acquisiscono una card per i propri consumi e una bottiglia di champagne per festeggiarvi il compleanno.

In questi club esclusivi l’atmosfera è decisamente più moderna ma il legame con i vecchi  speakeasy è evidente.

C’è poi il Wootsu Society, a cui si accede attraverso il Doping Club, il bar dell’hotel The Yard di piazza XXIV Maggio.

Le luci velate e l’arredamento misterioso trasmettono un messaggio molto chiaro: ciò che succede al Wootsu Society rimane al Wootsu Society.

L’esclusività che offre questa stanza segreta ispirata alle società cinesi è massima e non si hanno molte informazioni: si sa che sono ammesse solo cinque persone per volta rigorosamente su invito e per il tempo massimo di un’ora.

Nel tempo poi stanno nascendo nuove idee di condivisione promosse da locali che vogliono distinguersi.

# Backdoor 43: il locale più piccolo del mondo

Credit: @backdoor43_milano

Il Backdoor 43 è probabilmente il cocktail bar più piccolo al mondo.

È situato sul Naviglio Grande a Milano e, malgrado le dimensioni ridottissime, riprende le caratteristiche tipiche degli speakeasy: prodotti di alta qualità, cura dell’ambiente e riservatezza.

La riservatezza al Backdoor43 è così importante che il bartender serve il drink attraverso uno sportellino, le mani saranno l’unica cosa visibile, assicurando l’anonimato totale.

# Ma’ Hidden Kitchen Supper Club: a cena con gli sconosciuti

Credit: @monicapapagna

Le regole per entrare al Ma’ Hidden Kitchen Supper Club sono due: portare la propria bottiglia e il divieto di svelare ad amici o conoscenti l’indirizzo esatto.

Per il resto è molto facile: si arriva in questo loft e ci si siede ad un tavolo con dei perfetti sconosciuti.

L’idea è nata del 2012 da Lele e Melissa che, dopo aver arredato la loro casa, hanno deciso di fare una cosa in più: farlo diventare il luogo dove gli sconosciuti si danno appuntamento.

Continua la lettura con: Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

ARIANNA BOTTINI    

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.