Home Blog Pagina 202

Le BELLISSIME LOCALITÀ sulle ALPI dove NON esistono IMPIANTI di RISALITA

2
luserna_lusern IG

Per chi ama vivere la montagna in mondo rilassato e lontano dalla confusione delle classiche località sciistiche. Scopriamo queste cinque mete a qualche ora di auto da Milano.

Le BELLISSIME LOCALITÀ sulle ALPI dove NON esistono IMPIANTI di RISALITA

# Saint Barthélemy, con un anello di 30 chilometri per lo sci di fondo e l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta

a_l_e_p_e_l_l_e IG – Saint Barthélemy Nus Vallée D’aoste

Saint Barthélemy, a poco più di due ore da Milano, è una delle mete preferite per chi fa sci di fondo grazie al Gran Tor, un anello di 30 chilometri tra i boschi di conifere e i prati innevati. Questa località tra le montagne tra la Valpelline e la Valtournenche infatti non ospita nemmeno un impianto di risalita e quindi lo sci classico non è possibile. Si può comunque fare scialpinismo, un percorso facile porta al colle Chaléby, uno più complicato fino al monte Pisonet.

In alternativa si possono usare le ciaspole, tra le escursioni più classiche c’è quella che conduce al Tza Fontaney, un balcone a picco sulla valle. Per gli amanti delle stelle c’è invece l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta, con una terrazza dotata di sette telescopi Cassegrain.

Milano-Saint Barthélemy

# Riale in Val Formazza, l’antico borgo Walser con 12 km di piste per lo sci di fondo

aliceincammino IG – Riale, Val Formazza

Questo borgo Walser in Val Formazza, il cui nome nella lingua originale è Chärbäch, è una delle frazioni più a nord e più alte del Piemonte a 1.730 metri di quota. Anche qui di impianti di risalita nemmeno l’ombra, non è un caso che Riale sia una storica fucina di campioni di sci di fondo con i suoi 12 km di piste. Ce ne sono di diverse difficoltà, con vista sulle vette del gruppo di Ban e del Basodino.

Possibile fare anche scialpinismo, interessante la salita al Passo di Nefelgiù, e escursioni con le ciaspole, fra tutti il percoroso più battuto è quello diretto al Rifugio Maria Luisa. Da Milano ci vogliono poco meno di 3 ore di auto.

Milano-Riale

# Val Maira, per escursioni con le pelli di foca sotto gli sci

andrea81_mountain IG – Val Maira

La Val Maira, in provincia di Cuneo, si raggiunge da Milano in poco più di tre ore. Circondata da montagne imponenti, da Punta Tempesta al Monviso, ma lo sci alpino non si pratica dato che non ci sono gli impianti di risalita. Lungo i pendii di queste vette sono le escursioni con le pelli di foca sotto gli sci le attività invernali più praticate. Per chi vuole vivere la montagna come una volta non mancano i borghi del fondovalle e rifugi in quota.

Milano-Val Maira

# Luserna, il borgo dei cimbri con 36 km di piste e i sentieri della Grande Guerra

luserna_lusern IG

A 3 ore e mezza da Milano troviamo Luserna, in provincia di Trento, un borgo a 1.333 metri di altitudine affacciato sulla profonda Val d’Astico e un tempo abitato dal popolo dei Cimbri. Da anni ha deciso di puntare al turismo lento. Sono infatti ben 36 i chilometri di piste per lo sci di fondo, tra altopiani e fitti boschi di abeti, la più note sono quelle del Centro Fondo di Malga Millegrobbe-Alpe Cimbra. Per chi ama andare a piedi ci sono i camminamenti verso le fortificazioni della Grande Guerra disseminate sul territorio, uno di questi arriva alle le rovine restaurate del Forte Campo, con le seconda metà del percorso da fare con le ciaspole. 

Milano-Luserna

# Altopiano del Cansiglio, con la seconda foresta più estesa d’Italia

tomasz_tokarz_31 IG – Cansiglio

Spingendosi ancora più in là c’è l’Altopiano del Cansiglio, tra le Prealpi Venete. In auto da Milano servono circa 4 ore. Un tempo gli impianti di risalita c’erano, la scelta è stata di chiuderli per lasciare ad amanti dello sci di fondo e delle ciaspole di godere appieno della seconda foresta d’Italia per estensione: la Foresta del Cansiglio ha una superficie di circa 7.000 ettari. Al suo interno è presente una superficie quasi prevalentemente pianeggiante e priva di alberi, dove si sviluppano gli itinerari scialpinistici.

Un percorso da fare assolutamente con le ciaspole è quello che conduce al Pizzoc, a 1.567 metri di quota, da dove godere di uno spettacolo naturale dato dalla vista delle Dolomiti con la Marmolada, il Pelmo, l’Antelao fino alla Croda del Beco.

Milano-Pian del Cansiglio
 

Fonte: montagna.tv

Continua la lettura: Il BOOM del TRENINO VERDE: il VIAGGIO tra le MONTAGNE a un’ORA da MILANO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

MANAGEMENT e IMPRESA: la FORZA di MILANO

0
Credits Andrea Cherchi - Vista aerea di Milano al tramonto

Come tasso di difficoltà di reperimento di figure dirigenziali Milano si mostra sia in controtendenza (positiva) rispetto a ciò che avviene nell’intero Paese, sia capofila delle regioni italiane in tema di impresa, dirigenza e management.

I dati sono stati esposti durante uno degli ultimi incontri organizzati all’Auditorium de Il Sole 24 ore da 4.Manager in collaborazione con il gruppo editoriale: l’appuntamento, che verteva su quello che sarà il futuro terreno su cui si muoveranno i manager d’Italia, ha affrontato diverse tematiche legate al mondo della dirigenza e dell’impresa, soffermandosi sulla necessità di risposte concrete al mismatching tra la domanda e l’offerta del mercato manageriale e toccando argomenti come digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità.

MANAGEMENT e IMPRESA: Milano è CAPOFILA d’Italia. La SOSTENIBILITÀ è il suo TALLONE d’ACHILLE. Intervista a Giuseppe Torre

# Competenze e Networking: i punti chiave di Milano

Giuseppe Torre

«A Milano c’è, innanzitutto, un vantaggio numerico, è una questione logistica: non vi è necessità di spostamenti, di trasferimenti. È tutto concentrato sullo stesso territorio, che tra l’altro è uno dei più avanzati ed evoluti dal punto di vista dei servizi e dell’industria, per cui le difficoltà per il reperimento di figure dirigenziali si dimezza», spiega Giuseppe Torre, Responsabile Scientifico Osservatorio 4.Manager. Troviamo, inoltre, una concentrazione di competenze, soprattutto specifiche, che difficilmente si ritrova in altre zone del Paese. Altre specifiche che portano Milano e la Lombardia a essere la zona più forte d’Italia sono una dinamicità del mercato e una competitività molto alta tra le aziende. «In più» – aggiunge Torre – «ci sono fenomeni specifici come quello della rete relazionale e del networking: la maggior parte delle persone ha una fitta e importante rete di relazioni e contatti che le permette di avere sempre nuovi collaboratori o partner strategici, perché oltre alle competenze c’è un discorso di fiducia che, decisamente, sta alla base».

# Sostenibilità: il tasto dolente di Milano

Credits Andrea Cherchi – Vista aerea di Milano al tramonto

Propensione all’innovazione e al rischio, un mindset ben definito, networking e competenze: sono numerosi, come abbiamo visto, i punti a favore del capoluogo lombardo in merito al futuro del management. Qual è, però, il suo punto debole?

«La sostenibilità è uno dei temi sui quali Milano non è la città più “forte” d’Italia: ci sono aree del Paese che si sono mostrate più consapevoli rispetto al cambiamento e alle competenze in ambito sostenibilità. La struttura produttiva milanese sicuramente non aiuta e il mindset generale nemmeno: Milano deve mettersi in pari, la classe dirigente deve sicuramente “aggiornarsi” in materia, perché quello della sostenibilità è uno dei temi che toccheranno i più grandi cambiamenti del futuro. Se la Lombardia vuole continuare a essere capostipite del Paese deve restare al passo con le necessità del tempo».

Continua la lettura con: «MILANO è, al momento, l’unica città d’Italia che ti permette di realizzare quello che DESIDERI». Intervista a GIARRATANA, “l’uomo senza tonno”

SABRINA FALANGA

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

TRAM 1: la “Carrelli”, la linea più storica di Milano e le attrazioni sul suo percorso

0
credit: clubmilano.net

La linea simbolo di Milano. Taglia il tessuto urbano come una lama che scende verticale: una lancetta di mezzogiorno che punta verso il centro dell’orologio.

TRAM 1: la “Carrelli”, la linea più storica di Milano e le attrazioni sul suo percorso

La linea storica con le storiche Carrelli color crema e giallomilano che sferragliano dal capolinea di via Martiri Oscuri, a Greco, fino alla stazione ferroviaria di Certosa. E passando dal centro-centro, sfiorando poi il parco Sempione, salutando l’Arco della Pace e sfrecciando tra i platani di viale Certosa, arrivano a godersi lo skyline alpino dal ponte di via Palizzi, prima di chiudere la loro corsa a Roserio. Ma vediamo nel dettaglio ogni tratto dello storico percorso. 

# NoLo e la Hollywood di Milano

Si parte dal quartiere un tempo chiamato Greco (oggi NoLo, acronimo di Nord Loreto), rinato a vita nuova, con un’anima rinnovata e vitale.
A pochi passi dal capolinea, in via Oxilia, c’è la sede di Radio NoLo, la web radio di quartiere, mentre poco più in là, in via Aporti, troviamo i tunnel sotto la Stazione Centrale, che durante la settimana del design si popolano di eventi, mostre e installazioni.

Sempre in zona, in via Venini, c’era quella che era chiamata la “Hollywood di Milano”: in molti magazzini ferroviari venivano stoccati gli arrivi settimanali di materiale cinematografico, le “pizze” in gergo tecnico, che poi venivano distribuite nei cinema della città. Ancora oggi in zona sono sopravvissute alcune società di distribuzione cinematografica.

# Nel cuore di Milano

credits: @fabio_capillo_80
IG

La lama affonda verso il centro: in zona Stazione Centrale è da visitare il Binario 21, ovvero il Memoriale della Shoa, che mostra il luogo da cui partivano i vagoni della vergogna verso i campi di concentramento. Scivolando ancora in giù, in zona viale Tunisia, c’è l’ex quartiere eritreo, oggi luogo multietnico, noto per i ristoranti di tutte o quasi le cucine del mondo.

Poi, i Giardini Pubblici, in cui si può visitare il Museo di storia naturale ma che fino al 1991 erano sede dello zoo municipale di cui si potevano godere gli animali dai finestrini del tram. Più avanti, in via Turati, si trova il Museo della Permanente, poco conosciuto nonostante sia la sede storica dell’arte milanese-

Il tour turistico finisce davanti al Comune di Milano, il cinquecentesco Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale da un secolo e mezzo. 

# A Roserio il tram “tocca il cielo”

Ehi guarda c’è un tram che vola… Non è un fake, alla periferia occidentale di Milano c’è un tram che dalla terra vuole levarsi in volo. È sempre la nostra Carrelli della linea 1: nonostante il peso non sia proprio da ballerina, si avvicina al cielo, al sole, alle nuvole.

Dal capolinea di Roserio le vetture ricominciano il loro percorso, in corrispondenza del grande polo ospedaliero universitario Luigi Sacco, una delle realtà milanesi più conosciute a livello nazionale e centro di riferimento per le patologie infettive, emergenze epidemiologiche e malattie cardiache. Il capolinea è la rampa di lancio per permettere alle Carrelli di salire sul cavalcavia Giovanni Battista Grassi, guardare dall’alto in basso le auto dell’intricatissimo svincolo autostradale sottostante, vedere lo skyline alpino, la Grigna, il Resegone e il Monte Rosa in primo piano. E qui, toccare quasi il cielo.

# Dalla Certosa di Garegnano alla Scala

Poi si scende, sfiorando la stazione ferroviaria di Certosa e rotola per tutto viale Espinasse, lungo, popoloso e popolare, fino ad immettersi in quel viale Certosa che inizia un chilometro prima, dal complesso monastico di Santa Maria Assunta. Nota a tutti come Certosa di Garegnano, è uno dei grandi monumenti della storia dell’arte ambrosiana. Fondata nel 1349 dal signore della città Giovanni Visconti, ebbe l’onore di ospitare e di essere frequentata regolarmente da Francesco Petrarca.

Da piazza Firenze “l’uno” continua il percorso, punta dritto verso il centro, sferraglia lungo quel corso Sempione così ampio ed elegante, che sfocia nel parco omonimo dopo essere sfrecciata davanti all’Arco della Pace. La Carrelli lambisce il parco e arriva in piazzale Cadorna dove incontra l’Ago e Filo, opera maestosa inaugurata nel 2000. La scultura alta 18 metri, fu richiesta da Gae Aulenti e realizzata dallo svedese Claes Oldenburg con i colori rosso, verde e giallo, come le tre linee metropolitane esistenti all’epoca.

Prima di arrivare nel salotto buono di piazza della Scala, il tram ha il tempo di salutare metaforicamente il civico 61 di Foro Buonaparte. Sede della (ex) municipalizzata, che dirige e pianifica quotidianamente le sue scorribande cittadine.

Foto: da ATM

Continua a leggere con: La Foca Barbisa: il TRAM che LAVAVA le STRADE di Milano

LEONARDO MENEGHINO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Il treno HYPERLOOP accelera in VENETO

0
Credits: milanoevents.it - Hyperloop

Fissato lo studio di fattibilità per costruire in Veneto la prima tratta di treni iperveloci in Italia. Anche in Lombardia ne era atteso uno per un servizio Cadorna-Malpensa in 10 minuti, ma se ne sono perse le tracce.

Il treno HYPERLOOP accelera in VENETO

# Lo studio di fattibilità per il treno iperveloce

move.cavspa.it – Hyper Transfer rendering

Dopo l’annuncio del 2022, ne avevamo parlato in questo articolo, avanza lo studio di fattibilità finanziato con 4 milioni di euro per introdurre il sistema di trasporto avveniristico per merci e persone di Hyperloop. La consegna è prevista entro la fine del 2024 e la conferma arriva dal comunicato stampa della Regione Veneto: “la nostra Regione è la prima in Italia, e tra le prime nel Continente, a progettare la fattibilità di una tecnologia di trasporto in grado di movimentare, in sicurezza, merci e persone ad altissima velocità. Ciò consentirà di ridurre la densità del traffico veicolare pesante, abbattere i consumi energetici e le tempistiche di trasporto, con notevoli vantaggi per l’ambiente e lo per lo sviluppo economico del territorio”. Il tutto nasce da un protocollo d’intesa sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, la Regione del Veneto e Concessioni Autostradali Venete S.p.A.

# L’obiettivo è arrivare a una prima tratta di 10 km

Credits: Hyperloop

L’incarico è stato affidato al consorzio guidato da Webuild Spa, capofila del progetto, e Leonardo Spa, insieme con Hyperloop Italia e Rina, partner tecnologici individuati da CAV sulla base di un bando di Partenariato per l’innovazione pubblicato ad aprile 2023. In caso di conclusione positiva è prevista una successiva fase di design della durata di 12 mesi per un investimento di 56 milioni, per poi proseguire con quella della realizzazione vera e propria nei successivi 36 mesi con un finanziamento necessario di 750 milioni. L’obiettivo è arrivare alla prototipazione e realizzazione di un test-track finalizzato a sperimentare sul campo, la tecnologia e ottenere la certificazione del sistema. Il progetto alla studio riguarderebbe per ora una tratta di 10 km.  

# Come funziona il sistema Hyper transfer

move.cavspa.it – Hyper Transfer

Il sistema di trasporto Hyper transfer “consiste nel trasferimento di merci containerizzate e persone attraverso un tubo, nel quale viaggiano capsule isolate dall’esterno e spinte attraverso sistemi di propulsione e sospensione garantite dalla lievitazione magnetica. In questo modo è possibile mantenere la differenza di pressione con l’esterno e raggiungere velocità finora mai sperimentate dai tradizionali sistemi di trasporto, anche di 1200 km/h.” Si tratta quindi di un sistema a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata e a basso consumo di energia, che sfrutta al massimo i principi della levitazione magnetica. 

# Che fine a fatto il Cadorna-Malpensa in 10 minuti?

Cadorna-Malpensa

La Lombardia aveva annunciato ancora prima, nel 2020, l’avvio di uno studio di fattibilità di una tratta di Hyperloop. Nello specifico una linea che mettesse in collegamento l’Aeroporto di Malpensa e la Stazione di Cadorna in appena 10 minuti. Queste le parole rilasciate durante la conferenza stampa da Andrea Gibelli, presidente di FNM Group: “con lo studio di fattibilità vedremo se questo progetto potrà diventare realtà: se così fosse, Milano potrebbe avere due city airport” e ancora “Se tutto andasse per il meglio, il tratto di Milano Cadorna – Malpensa potrebbe avere treni in partenza praticamente senza attesa.”

Dopo la sottoscrizione di una lettera di intenti tra Ferrovie Nord Milano e Hyperloop si attendeva entro la fine dello stesso anno la consegna della studio, ma da allora non se ne è saputo più niente

Leggi anche: BREAKING NEWS. Milano Cadorna – Malpensa in 10 minuti: FNM e Hyperloop insieme per un futuro superveloce

Fonte: ferrovie.it

Continua la lettura con: Chiude HYPERLOOP One. Ma il SOGNO del TRENO SUPERSONICO rimane vivo in VENETO

FABIO MARCOMIN 

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

L’incredibile METRO-BUS: nella METROPOLITANA ci corrono gli AUTOBUS (Video)

1
Credits: bostontransitspotter IG - Silver Line Boston

Si entra dai tornelli ma quando si scende alle banchine ad attendere i viaggiatori ci sono gli autobus. Ecco dove si trova e come funziona questo insolito sistema di trasporto pubblico. Si potrebbe realizzare anche a Milano interrando gli autobus?

05

# Si entra dai tornelli ma alle banchine ci sono gli autobus ad attendere i viaggiatori

Credits: actionkid YT – Tornelli accesso BRT Boston

A Boston, negli USA, c’è un servizio di trasporto pubblico davvero insolito, sembra una metropolitana ma in realtà si sale a bordo di autobus. Per utilizzare la Silver Line gestita dall’MBTA, Massachusetts Bay Transportation Authority, si passa infatti attraverso una classica stazione metropolitana ma dopo aver passato i tornelli e esser scesi al piano banchina i viaggiatori e i pendolari non trovano treni ad aspettarli, ma degli autobus elettrificati

# I “Bus rapid transit” svolgono un servizio di tipo metropolitano per Boston e Chelsea nel Massachusetts 

Credits: bostontransitspotter
IG – Silver Line Boston

I “Bus Rapid Transit” della Silver Line sono filobus su ruote in gomma che funzionano con energia elettrica e hanno come capolinea di testa la stazione di Boston South. La Silver Line è un sistema di linee in servizio a Boston e nel comune di Chelsea, nel Massachusetts, ed è gestito come parte del sistema di autobus, ma è  contrassegnato come bus rapid transit (BRT) e inserito all’interno del sistema di metropolitane di Boston. 

 

# Il servizio copre 6 rotte per 35 fermate

Credits: wikipedia.org – Mappa silver line Boston

Sono presenti sei rotte percorse su due corridoi scollegati. I quattro percorsi del Waterfront, l’area portuale e marittima di Boston, partono da un terminal sotterraneo alla South Station e attraversano il South Boston Piers Transitway, un tunnel dedicato agli autobus attraverso il Seaport District con stazioni al Courthouse e al World Trade Center. A Silver Line Way, le linee del Bus Rapid Transit proseguono in superficie: la SL1 per l’aeroporto internazionale Logan, la SL2 per il Design Center e la SL3 per Chelsea passando per East Boston. Un’ulteriore breve tratta, SLW, è in funzione solo nelle ore di punta tra South Station e Silver Line Way.

Le rotte Waterfront utilizzano autobus articolati a doppia modalità che funzionano come filobus elettrici nel Transitway e autobus diesel convenzionali in superficie. Due linee operano su Washington Street tra la stazione di Nubian (a Nubian Square a Roxbury) e il centro di Boston. La SL5 termina a Downtown Crossing e la SL4 in superficie alla South Station. Le rotte di Washington Street utilizzano autobus ibridi diesel articolati.

 

Continua la lettura con: La METROPOLITANA SPAZIALE

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

Leggi anche: Enel “l’Africana”: così il “gigante discreto” dell’energia guarda al Continente nero

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

“Il RADDOPPIO della MILANO-MORTARA è MORTO. Non si trovano i soldi nemmeno per la tratta da Albairate ad Abbiategrasso”

0
Credits gdafactory IG - Stazione Mortara
Il raddoppio della Milano-Mortara, in attesa da decenni, è ancora al palo. Al momento mancano i soldi anche solo per raddoppiare il tratto da Albairate ad Abbiategrasso. La segnalazione di un lettore che preferisce rimanere anonimo.

“Il RADDOPPIO della MILANO-MORTARA è MORTO. Non si trovano i soldi nemmeno per la tratta da Albairate ad Abbiategrasso”

Credits gdafactory IG – Stazione Mortara

Il testo della mail di un lettore che ci chiede di restare anonimo sullo stallo di un’opera attesa da decenni, la Milano-Mortara, e per la quale sembra non si riescano a trovare le risorse.

# La doccia fredda sull’Albairate-Abbiategrasso

“Buongiorno Signori, se ci vogliamo divertire solo a ipotizzare cose faraoniche, allora non ci sono limiti. Anche io vedrei la terza pista di Malpensa, la tangenziale Ovest esterna, la Pedemontana fino a Bergamo (tutti progetti comunque già noti al mondo, ma che non vedranno mai la luce), per non dire del ripristino dei Navigli.

Se vogliamo invece tenere i piedi per terra, allora si sbatte il naso con le tristi realtà, e per me che sono di Abbiategrasso, lunedì è arrivata la peggiore doccia fredda che potrebbe colpire noi abbiatensi: il raddoppio della ferrovia, ma non da Albairate a Mortara, solo da Albairate ad Abbiategrasso, è definitivamente morto
Ferrovie Italiane non trova i 150 milioni di costi che si sono aggiunti, e quindi non alza nemmeno una matita per mettere giù uno schizzo progettuale. La S9 rimane com’è per sempre.

# Le linee S fanno acqua da tutte le parti

il treno che passa sotto Milano. Credit: Repubblica Milano

Così, mentre si parla di andare in spiaggia in 20 minuti con la futura AV per Genova ( e potrei crederci), l’abbiatense rimarrà per sempre una regione depressa con vie di comunicazione vecchie di secoli e di cui nessuno ha volontà e interesse anche solo a rendere quel poco più efficienti.

Però Ferrovie italiane ci ha messo il carico più pesante in questo disastro da terzo mondo, ed è per questo che parlare di Circle line chiusa ad Ovest, come di qualsiasi evoluzione delle sedi ferroviarie che fanno capo a loro, è pura utopia e se fossi in voi farei attenzione a firmare proposte che non vedranno mai la luce visti questi fatti.
E come ho ancora asserito, l’affidamento del servizio suburbano a Trenord, è un altro fattore negativo a gravare sull’efficienza del servizio suburbano. E’ un’azienda da commissariare: le linee S fanno acqua da tutte le parti anche a causa loro, e i miei figli stanno preferendo la linea di autobus della STAV ai treni per andare a Milano, anche se ci mette il doppio. Ma non si guasta, è puntuale, non ha corse soppresse, non gira delinquenza…

# Ferrovie Italiane e Trenord sono i veri “nemici” di Milano

Credits milanotoday – Drink Apostonic

La vera lotta è contro queste due realtà signori: Ferrovie Italiane e Trenord. E contro gli enti locali. Mettete a nudo nei vostri servizi queste cose visto che avete visibilità. Parlate del marcio che c’é: il cittadino deve saperle queste cose, e allora si, può vedere nella città stato un’alternativa.

Continua la lettura con: La super 90/91

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

A Milano c’è SanMetro, il CONTRO-FESTIVAL della CANZONE METROPOLITANA

0
San Metro

Torna per il secondo anno il controfestival in metropolitana. Dove e quando si esibiscono i concorrenti, come si svolge la manifestazione e quando viene dichiarato il vincitore.

A Milano c’è SanMetro, il CONTRO-FESTIVAL della CANZONE METROPOLITANA

# Dal 6 al 9 febbraio 2024 la seconda edizione di SanMetro

Locandina San Metro

A pochi giorni dall’apertura del sipario sul Festival di Sanremo, Milano si prepara a regalare ai suoi cittadini un’esperienza musicale unica con la seconda edizione di SanMetro, il festival della canzone metropolitana. Dal 6 al 9 febbraio, l’atmosfera elettrica della musica invaderà le stazioni di Garibaldi M2, Loreto M2 e Bicocca M5, grazie a esibizioni emozionanti di artisti emergenti, band e cantanti che si sfideranno sui palchi di Sound Underground.SanMetro, nato dalla collaborazione tra OpenStage, Atm e Metro5, si inserisce all’interno del progetto più ampio di Sound Underground. Lo scorso anno, questo innovativo concept musicale ha registrato oltre 3.400 ore di musica che hanno accompagnato i passeggeri attraverso le stazioni della metro meneghina, con più di 2.200 concerti nelle tre sedi coinvolte.

# 27 talenti in gara nelle stazioni metropolitane

San Metro locandina

Per questa seconda edizione, sono 27 i talentuosi concorrenti che si esibiranno in concerti live dal martedì al giovedì, dalle 16.30 alle 17.30. La selezione dei finalisti avverrà poi attraverso i voti dei passeggeri, che potranno esprimere le proprie preferenze con speciali “gettoni” da inserire nei box presenti a fianco dei palchi di Sound Underground.

Le stelle assegnate a ogni gettone rappresenteranno i livelli di gradimento. Una sola stella significa “Si può dare di più”, due stelle valgono come “Tutto il resto è noia” mentre il top sono le tre stelle, che stanno per “Emozioni”.

# La finalissima condotta da Marco Maccarini sul palco della stazione di Garibaldi M2 

San Metro

La finalissima, presentata dal noto conduttore televisivo Marco Maccarini, si terrà venerdì 9 febbraio alle 18:00 sul palco della stazione di Garibaldi M2. Un’eccezionale giuria composta da Dario Falcini (direttore di Rockit e media partner dell’iniziativa), Carlo Amleto (musicista e attore) e Lorenzo Campagnari (autore di X Factor) avrà il compito di selezionare il vincitore del festival. Tutte le info su programma e aggiornamenti saranno disponibili sui profili Instagram di Open Stage, ATM e Metro5 (@openstage.it @atm_milano @metropolitana_5), permettendo così agli appassionati di seguire da vicino questo festival della musica metropolitana.

Continua la lettura con: CAPODANNO CINESE in arrivo: dove si FA FESTA a Milano

LEONARDO MENEGHINO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 10 COLAZIONI più “simpatiche” a Milano

0
incancellara IG - Da Enzo Ice cream bar

Dove si viene serviti con più gentilezza e simpatia a colazione? Questi sono i 10 luoghi della cortesia a Milano. 

Le 10 COLAZIONI più “simpatiche” a Milano

# Gin Rosa

Credits: @soup_opera – ginrosa

Uno dei bar storici di Milano, nato come bottigliera nel 1820, in San Babila. Ancora oggi propone il bitter rosa e profumato che gli dà il nome, inventato da una nobildonna piemontese. Lo stile e la cortesia di chi sta dietro il bancone o alla cassa rimandano alla Milano di una volta. 

Indirizzo: Galleria San Babila

# Nhero

paul.roger.tanonkou IG – Nhero

Un locale dall’anima cosmopolita, raffinata e alla moda, a pochi passi dalla “city milanese”. Nhero non è solo bar, è anche pasticceria e ristorante. Il personale ha fatto della gentilezza un marchio di fabbrica. 

Indirizzo: Via Felice Casati, 44

# Ice Cream Bar

incancellara IG – Da Enzo Ice cream bar

Un semplice bar a conduzione famigliare, in zona Piazza Abbiategrasso, dove il sorriso e la disponibilità sono al primo posto.

Indirizzo: Via Medeghino, 29

# Bar Sincero

pignagram IG – Bar Sincero

Nomen omen. Il Bar Sincero, gestito da quasi 50 anni dalla stessa famiglia, i Liso, un piccolo rifugio senza troppi fronzoli per una pausa di relax lontano dal caos del centro. Il nome è del precedente proprietario che lo ha ceduto nel 1976. Ma la simpatia dello staff è rimasta la steessa. 

Indirizzo: Largo Giambellino

# Oplà

amici_di_opla IG – Oplà

Un piccolo bar, un angolo di gentilezza e dolcezza. Oplà è incantevole e raccolto, non ci sono tanti tavolini, ed è un punto di ritrovo per le famiglie del quartiere.

Indirizzo: Via Principe Eugenio, 29

# Leonardo pasticceria

gabriellapascucci IG – Pasticceria Leonardo

Un’altra storica pasticceria milanese, che ha cambiato gestione qualche anno fa, dove  brioche e caffè di ottima qualità sono accompagnati da varie forme di carineria, tra abbondanti sorrisi. 

Indirizzo: Via Aurelio Saffi, 7

# Il Caffè Ambrosiano

pavlikova.viki IG – Caffè Ambrosiano

Ricorda i bar della vecchia Milano nell’accezione migliore del termine. La qualità dei prodotti non manca, così come il servizio sobrio e cortese.

Indirizzo: Via Buonarroti, 8

# Pasticceria Marchesi in Galleria 

i locali più top
Pasticceria Marchesi

Anche nel lusso si può trovare la gentilezza. Insieme all’arte della pasticceria nel salotto di Milano. Marchesi in Galleria, la seconda aperta in città dopo la storica sede in zona Magenta inaugurata nel 1824.

Indirizzo: Galleria Vittorio Emanuele II

# Pasticceria Cova Montenapoleone 1817

Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano

Idem come sopra. Pasticceria Cova è la storica pasticceria “incastonata” nella via del lusso per eccellenza di Milano, Via Montenapoleone, tra le boutique di moda più esclusive. Il servizio qui è una garanzia così come la capacità di venire incontro alle esigenze deella clientela. 

Indirizzo: Via Montenapoleone, 8

# Gelsomina

Credits carlotta_sg_ IG – Gelsomina Pasticceria

La regina indiscussa del maritozzo romano, nella versione classica, con amarena e con granella. Gelsomina è uno dei luoghi entrati nel cuore dei milanesi. Anche per la simpatia verace dello staff. 

Indirizzo: Piazza Risorgimento 6

Continua la lettura con: I 5 migliori BAR di MILANO da usare come UFFICIO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Dopo 30 ANNI arrivano i NUOVI TRENI sulla “linea PEGGIORE della LOMBARDIA”

0
Piero Marco Pizzi FB - Nuovo treno a Vigevano

Un piccolo passo per il rinnovamento della Milano-Vigevano-Mortara definita dalle classifica come la peggiore linea della Lombardia e tra le 10 peggiori in Italia. Questi i nuovi treni entrati in servizio e la situazione dei lavori sulla linea.

Dopo 30 ANNI arrivano i NUOVI TRENI sulla “linea PEGGIORE della LOMBARDIA”

# In servizio una coppia di convogli “Caravaggio”

 

Piero Marco Pizzi ha filmato l’arrivo dei nuovi treni alla Stazione di Vigevano, provenienti da Mortara e diretti a quella di Porta Genova a Milano, attesi da 30 anni. Dopo l’annuncio dell’Assessore regionali ai trasporti, Franco Lucente, sono entrati in servizio il 5 febbraio 2024 una coppia di Caravaggio con la livrea di colore verde.

# Un terzo convoglio previsto nei prossimi mesi

Credits: ilcittadinomb.it – Caravaggio

Previsto entro qualche mese sui binari anche un terzo convoglio, tutti a sostituire quelli in circolazione, per ridurre i disagi dei viaggiatori costretti finora a mezzi vecchi e soggetti a continui guasti. Il Caravaggio è un treno a doppio piano ad alta capacità, in composizione da cinque o da quattro carrozze, organizzato in un unico ambiente, senza porte né divisori, e con finestrini molto ampi. Nella composizione a cinque carrozze ha 570 posti a sedere, in quella da quattro, 460.

# La linea peggiore della Lombardia, tra le dieci peggiori in Italia

Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30977549 – Linea Milano-Mortara

Un piccolo passo per il rinnovamento della Milano-Mortara che si conferma comunque la peggiore linea della Lombardia e tra le peggiori in Italia secondo il rapporto Pendolaria 2023. Dopo l’ultimo intervento sulla rete avvenuto nel 2009 con il raddoppio del binario fra le stazioni di Milano San Cristoforo e Albairate-Vermezzo, il resto del tracciato dovrà attendere ancora a lungo.

Tutto fermo per il raddoppio della tratta di 5 km tra Albairate e Abbiategrasso, con i lavori attesi entro il 2024, dato che i 120 milioni messi a disposizione non bastano più e ne servono più del doppio, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. Il rischio è quello di perdere anche i fondi del PNNR, se i lavori non si concludono entro il 2026 dato che l’opera è stata finanziata in parte tramite queste risorse europee. Senza il raddoppio di questa tratta è inoltre impensabile intervenire su quella rimanente che porta fino a Mortara, a discapito dei pendolari milanesi e pavesi.

Continua la lettura con: Parte da MILANO la LINEA FERROVIARIA della “vergogna”

FABIO MARCOMIN 

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La FRONTIERA OVEST della M4: dove costruire il CAPOLINEA della METRO?

0
Maps - Deposito M4 Ronchetto sul Navigliio

La linea M4 si appresta ad essere completata: già si pensa a prolungarla oltre i confini comunali. Il progetto per estenderla fino a Segrate è stato approvato e quasi finanziato per intero, mentre per quello oltre il capolinea ad ovest non è stata fatta alcuna scelta. Tra i motivi di questa indecisione ci potrebbe essere proprio il capolinea di San Cristoforo, non così funzionale a far proseguire la linea. Ecco come dovrebbe essere.

La FRONTIERA OVEST della M4: dove costruire il CAPOLINEA della METRO?

# Il capolinea di San Cristoforo sulla M4

Credits: metro4milamno.it – Stazione San Cristoforo Fs M4 e passerelle ciclopedonale

La linea M4, aperta oggi tra Linate e San Babila, prevede il completamento di tutto il suo tracciato entro la fine del 2024. Entro settembre i treni dovrebbero arrivare fino al capolinea ovest di San Cristoforo, con qualche stazione del centro operativa solo per la fine dell’anno. Nel frattempo si lavora per prolungare la linea oltre i confini di Milano. In direzione est è stata già approvata e quasi finanziata per intero l’estensione di due fermate fino a Segrate. Per portarla oltre il capolinea ad ovest non è stata fatta alcuna scelta, anche se si sta ragionando su diverse ipotesi. Alla base dell’indecisione c’è forse proprio il capolinea e il deposito: come andrebbero realizzati?

Leggi anche: Non è ancora FINITA che già si allunga: ALTRE 4 FERMATE per la M4?

# Le ipotesi di una fermata a Buccinasco e quella dentro il deposito

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Tra le ipotesi dello studio di fattibilità di MM, il Comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero più propensi al prolungamento con percorso breve in quanto meno impattante in termini di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. L’area della fermata sarebbe in uno spazio oggi destinato a parcheggio all’inizio di Via Garibaldi, con probabile prosecuzione in superficie.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

Il Sindaco Pruiti e i cittadini di Buccinasco chiedono invece, pur di realizzare quanto prima l’opera, di valutare l’opzione alternativa di una stazione dove è presente il deposito dei treni a Ronchetto sul Naviglio, nei pressi dei confini comunali di Buccinasco e Corsico.

# Il problema del capolinea e del deposito

Maps – Deposito M4 Ronchetto sul Naviglio

Nessuna delle due soluzioni è però così facilmente percorribile. Come si vede dalle immagini satellitari il deposito sembra essere stato pensato per far proseguire i treni solo in direzione Milano e anche i binari che arrivano al suo interno fanno numerosi scambi prima di procedere con una coppia fino a Via Buccinasco. Una fermata nel deposito sarebbe quindi non praticabile anche perché non si può far coesistere il traffico passeggeri con quello dei treni diretti al ricovero e alla manutenzione.

# Doppio scambio prima e dopo l’ultima fermata

Maps – Deposito M2 Famagosta

Per prima cosa andrebbe realizzata una coppia di binari aggiuntiva a quella che entra nel deposito, come per la linea M2 all’altezza del deposito di Famagosta. Oltre a questo dovrebbero essere presenti anche binari che dal futuro capolinea a Buccinasco facciano ritorno direttamente al deposito arrivando da ovest. 

Per consentire il ritorno del treni verso Milano, e il deposito, dopo la fermata servirebbe poi un anello come quelli presenti nei capolinea tranviari. In alternativa un doppio scambio prima e dopo la fermata per consentire ai treni di posizionarsi nelle fasce orarie di morbida già sul binario libero, pronti per ripartire, mentre in fasce orarie di punta, quando i binari sono già occupati, di scambiarsi oltre l’ultima fermata in modo da dare il tempo al treno già presente di iniziare la corsa.

Maps – Uscita tunnel metro verso deposito M4

Sia per l’ipotesi di prolungamento fino a Buccinasco che in quella di spingersi a Corsico o a Trezzano del Naviglio, potrebbe pertanto rendersi necessario realizzare una nuova coppia di binari in sotterranea tra la Stazione di San Cristoforo Fs e l’uscita dei treni all’aperto (in alto a destra nell’immagine si può vedere il punto esatto dell’uscita). Nella prima ipotesi i binari potrebbero uscire affiancando quelli che terminano in Via Buccinasco, nel secondo caso avrebbe più senso proseguire in sotterranea fino al futuro capolinea. 

Continua la lettura con: STAZIONI ed ESTENSIONE: quello che MANCA per una METRO CIRCOLARE da grande città

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La PEDEMONTANA INCOMPIUTA

2
Pedemontana Lombarda

Doveva essere un collegamento stradale veloce tra l’Aeroporto di Malpensa e quello di Orio al Serio, invece è stato completato solo un terzo del tracciato e sui tempi per portarla a termine poche certezze, solo speranze.

La PEDEMONTANA INCOMPIUTA

# La Pedemontana Lombarda doveva essere un collegamento veloce Malpensa-Orio: è stato realizzato solo un terzo del tracciato

Tratte in funzione A36

Che fine ha fatto la Pedemontana Lombarda? L’opera è una delle grandi incompiute tra le infrastrutture regionali e nazionali. Doveva essere un collegamento stradale tra l’Aeroporto di Malpensa e quello di Orio al Serio e invece termina a Lentate sul Seveso. Oltre a questo servirebbe ad alleggerire il traffico nel nord Milano, ora in prevalenza sull’autostrada A4. Il tratto realizzato serve solo i territori di Como e Cesano Maderno, come collegamento veloce verso Malpensa e il Lago Maggiore, appena un terzo sul totale.

# Il progetti e i numeri dell’opera

Nordmilano24 – Tracciato pedemontana

Il sistema viabilistico della Pedemontana Lombarda insiste nell’area di Monza, Como e Varese e ha uno sviluppo complessivo di 157 km. Il tratto autostradale (A36) è a nord di Milano con una lunghezza prevista di 67 km, da Cassano Magnago (Va) a Osio Sotto (Bg), e connessioni con le esistenti autostrade A8 Milano-Varese, A9 Milano-Como e A4 Torino-Venezia. Oltre a questi ci sono 20 km di tangenziali e 70 km di viabilità locale. 

Pedemontana Lombarda

Il progetto è suddiviso in 5 tratte. Al momento solo le prime due sono in funzione, dal 2015, per un totale di 22,5 km: la “A” tra le autostrade A8 e A9 e la “B1” dall’interconnessione con la A9 alla SP ex SS 35 a Lentate sul Seveso.

# Mancano ancora tre tratte: “B2”, “C” e “D”

Tratta B2 Pedemontana Lombarda

Come detto, i lavori per realizzare l’opera nella sua interezza vanno a rilento. I primi lavori per la tratta B2, con la ricognizione per verificare la presenza di ordigni bellici, sono partiti solo a dicembre 2023 e quindi otto anni dopo l’inaugurazione della tratta “A” e “B1”. Tra febbraio e marzo 2024 è programmata la bonifica dei terreni tra Seveso e Meda. Il tracciato di 9,5 km, che include gallerie artificiali e viadotti, in parte è un’ampliamento e riqualificazione della Milano-Meda. I lavori veri propri previsti tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate 2024.

Anche la tratta “C”, altri 10 km di percorso, dovrebbe vedere partire i cantieri nei prossimi mesi, ma manca ancora una data ufficiale. L’obiettivo è terminarle entrambe in tempo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.

Per la “D breve“, tra l’interconnessione con la Tangenziale Est a quella con l’autostrada A4, non è stato invece definito nemmeno il cronoprogramma e anche finanziamento da parte della BEI non è così certo. Niente a che vedere con la tanto decantata efficienza lombarda. Nelle ipotesi più rosee l’arteria stradale non verrà terminata prima del 2031.

Continua la lettura: STAZIONI ed ESTENSIONE: quello che MANCA per una METRO CIRCOLARE da grande città

Articolo in collaborazione con Marco Figura

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

5 SCONOSCIUTI LUOGHI dei MIRACOLI a Milano

0
Credits Andrea Cherchi - Lourdes

Milano, la vivace metropoli celebrata per la moda, il design e la finanza, nasconde tesori di un’importanza storica e spirituale straordinaria. Ecco alcuni dei luoghi milanesi più sconosciuti in cui, nella storia, sono avvenuti miracoli che ancora oggi vengono ricordati.

5 SCONOSCIUTI LUOGHI dei MIRACOLI a Milano

#1 La Madonna del Grembiule e lo zoppo

Credits Andrea Cherchi – Madonna del Grembiule

In tanti non si sono mai accorti della sua presenza, ma a due passi dal centro città si nasconde un angolo ricco di arte. Parliamo della Cappella della Madonna del Grembiule, o meglio di ciò che ne resta. Nel 1943, infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale è stata bombardata e oggi si presenta agli occhi dei passanti soltanto un colorato affresco che raffigura, per l’appunto, la Madonna del Grembiule. Il miracolo si nasconde proprio dietro al nome dato a questa Madonna: la storia narra che a metà del Seicento, in occasione dei lavori di ricostruzione della chiesa annessa, ovvero quella di Santa Maria alla Porta, un operaio addetto alla rimozione della calce scoprì il volto di una Madonna. L’uomo purtroppo era zoppo, ma dopo aver pulito il viso della Madonna con il suo grembiule, il miracolo avvenne: l’uomo fu guarito dal suo male.

#2 Quando i Re Magi giunsero in città

Credits danieladifebbraio IG – Basilica di Sant’Eustorgio

Dal 1336, in occasione dell’Epifania, a Milano si svolge il “corteo storico dei Magi” organizzato dalla parrocchia di Sant’Eustorgio: il corteo attraversa le strade del centro di Milano partendo da piazza del Duomo, per arrivare in piazza sant’Eustorgio. La storia dietro questa tradizione cristiana è molto lunga e risale a quando Eustorgio, recatosi a Costantinopoli prima di insediarsi vescovo a Milano, avrebbe avuto in dono le reliquie dei Re Magi da Costante, imperatore di Costantinopoli.

Eustorgio le avrebbe poi trasportate in città all’interno di un pesante sarcofago marmoreo trainato da due buoi che, giunti alle porte di Milano, sarebbero crollati esausti. Eustorgio ha quindi interpretato la fine dei poveri animali come segno divino: è proprio in quel luogo che avrebbe dunque deciso di fondare la basilica. In seguito le reliquie furono trafugate da Federico Barbarossa nel 1162 e restituite, anche se solo in parte, nel 1903. Tuttora sono conservate in una teca sopra l’altare dei Magi, nel transetto destro della basilica, esposte alla devozione dei fedeli.

#3 Barnaba e El Tredèsin de Marz

myrossofuoco IG – Chiesa di Santa Maria al Paradiso

El Tredèsin de Marz, una delle feste più antiche di Milano, deriva da una famosa pietra incastonata nel pavimento della Chiesa di Santa Maria del Paradiso. Si tratta di una chiesetta che spesso passa inosservata e si trova ben lontano dal centro città, in Corso di Porta Vigentina. La storia racconta che San Barnaba, dovendo predicare la religione cristiana, si spostò da Cipro fino a Milano e, dopo aver varcato le mura il 13 marzo dell’anno 51, piantò la sua croce di legno in una pietra, riuscendo a perforarla con un solo gesto. Quel giorno quindi rappresenta per la città il ricordo del primo diffondersi del cristianesimo, oltre che l’inizio anticipato della primavera milanese – in occasione dei festeggiamenti si è soliti tagliare i capelli ai bambini, poiché questi ricresceranno più folti e robusti.

Gli studi storici, però, hanno smentito l’arrivo a Milano di San Barnaba, il quale sembra che non abbia mai lasciato la Turchia. Non solo, i milanesi sarebbero divenuti cristiani tre secoli più tardi!

#4 Come Lourdes… O quasi

Credits Andrea Cherchi – Lourdes

All’esterno della Chiesa di Santa Maria di Lourdes, non lontano dal Cimitero Monumentale, si cela una ricostruzione della Grotta di Massabielle. In questo luogo milanese non è avvenuto nessun miracolo, si tratta piuttosto di un omaggio: infatti, all’interno della Grotta di Massabielle, nel 1858, la piccola Bernadette assistette a 18 apparizioni di Maria, le quali diedero vita al culto e alla riverenza per Lourdes. L’omaggio milanese fu voluto nel 1902 da monsignor Antonio Videmari e suo fratello don Giuseppe, entrambi devoti vista l’inaspettata guarigione di quest’ultimo da un tumore alla gola. La Chiesa di Santa Maria di Lourdes è una delle più ampie della città e merita di essere visitata vista la sua bellezza e la gran quantità di pregevoli opere d’arte presenti al suo interno.

#5 La Madonna delle Lacrime di San Celso e la peste

Credits federsalva IG – Chiesa di Santa Maria presso San Celso

Passeggiando su Corso Italia sicuramente non passa inosservata la Chiesa di Santa Maria presso San Celso: un posto meraviglioso sia all’interno che all’esterno, con un chiostro che invita ad entrare e un porticato fiero. Al suo interno si nasconde la storia di un miracolo lunga più di 500 anni: nel 1485, infatti, Milano era tormentata dalla peste e il 30 dicembre di quell’anno i fedeli, per invocare l’aiuto della Vergine, erano riuniti nell’antica cappella a Lei dedicata, posta nei pressi dell’abbazia benedettina di San Celso. Sul lato sinistro della cappella è custodita la rappresentazione di una Madonna con bambino e quel giorno, alla messa delle 11.00, la chiesetta era affollata da 300 persone: dopo la comunione, la Madonna con gesto materno scostò con la mano sinistra la tenda che la nascondeva ai fedeli e tese verso di loro le braccia col bimbo divino. Di lì a poco la pestilenza cessò e l’evento fu attribuito all’intervento miracoloso della Vergine: durante l’anno successivo, infatti, il miracolo fu presto riconosciuto da un decreto arcivescovile.

Continua la lettura con: #4 – I 7 LUOGHI TURISTICI più SOTTOVALUTATI di Milano

FRANCESCA MONTERISI

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

0
Starnazza

Famoso per essere stato il primo a portare in Italia lo stile Scat, il virtuosismo canoro che nasce dall’imitazione vocale degli strumenti musicali.

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

# Quando il Jazz arriva a Milano

Starnazza

Nel 1917 il Jazz in Italia è una musica di “nicchia”, prevalgono ancora le melodie tradizionali, che seguono una rigida, quanto retriva, disciplina. A Milano un certo Arturo Agazzi si fa chiamare “Il Mirador”: è un musicista e le antologie raccontano che fu lui a far entrare il Jazz nella città meneghina. Porta questo genere nei tabarin, ovvero i locali notturni dove si suonava e si ballava. Qui, per la prima volta, il pubblico vide (anzi, ascoltò) la combinazione tra banjo, tromba e batteria. Il primo importante contesto in cui venne suonato questo genere, proveniente da New Orleans, fu il teatro Trianon di Corso Vittorio Emanuele, proprio grazie al gruppo del Mirador.

In quel periodo un adolescente cercava di farsi largo nel mondo della musica attraverso il violino ma, grazie alle influenze giunte dal suo concittadino Agazzi, questo giovincello si approccia al canto e alla batteria, insomma al Jazz. Si chiama Luigi Pietro Redaelli, è nato a Milano il 30 giugno del 1904. A vent’anni viene ingaggiato dall’orchestra De Carli, mentre nel ’27 passa alla Louisana Band di Piero Rizza dove, tra l’altro, suonò il celebre Nello Digeronimo, un musicista siciliano che qualche anno prima aveva trovato fortuna in Argentina, imparando proprio il Jazz.

# Il nome d’arte “Pippo Starnazza”

Quei maestri per il giovane Luigi sono una “scuola” preziosa, che gli permette di approdare all’Orchestra di Beppe Mojetta, altro milanese, che collaborò, tra l’altro, con Pippo Barzizza. Mojetta al trombone e Redaelli alla voce e batteria, rappresentano per alcuni anni una novità artistica assoluta che, ben presto, diventa molto popolare nei locali milanesi. Intanto Luigi decide di darsi un nome d’arte: “Pippo Starnazza”. Con Beppe Mojetta crea un Jazz inglese, con un evidente accento meneghino, così ne nasce una sorta di grammelot che piace al pubblico, anche perché “milanesizzando” l’inglese riesce a rendere più malleabile e orecchiabile l’approccio col testo.

# Prima solista con il Jazz umoristico e poi fondatore del “Quintetto del Delirio”

jazzitalia – Il quintetto del Delirio

Dopo importanti collaborazioni con Pippo Barzizza e Gorni Kramer, Starnazza diventa solista e passa al Jazz umoristico, poi torna a creare un gruppo che chiamerà “Quintetto del Delirio”. Se Agazzi fu colui che portò il Jazz a Milano, la band di Pippo Starnazza fu la prima in Italia a proporre (con la voce) lo stile Scat: è quel virtuosismo canoro che nasce dall’imitazione vocale degli strumenti musicali, senza esprimere parole, ma solo fonemi. Lo Scat lo proposero Ella Fitzgerald, Mel Termè, Dizzy Gillespie ma, qui da noi, furono Lucio Dalla, Fabio Concato e Gegè Telesforo ad adottare questa forma di canto, inventata in origine da Louis Amstrong.

Il “Quintetto del Delirio”, con la voce di Starnazza, propose questo Scat in brani come “Io cerco la Titina” e l’omonimo “Starnazza”. Il pianista del Quintetto era un certo Enzo Ceragioli che, con Pippo, propose poi un altro brano Scat, come “La canzone della strada”, dove vengono evocati, con la voce, i suoni degli strumenti musicali. Anche “La Marchesa Sinforosa”, sempre realizzata dal musicista milanese, si avvale di questo genere fonetico.

# La carriera da attore

Ma Pippo Starnazza fu anche attore, iniziando a recitare attorno ai sessant’anni: lavorò in film come “Figlio d’oggi”,. “La vita agra”, “Il commissario Pepe”, “Romanzo popolare”, chiudendo la carriera sul grande schermo con “Yuppi du”, nel 1975, pellicola realizzata da Adriano Celentano.

Morì subito dopo l’uscita di questo film, il 15 luglio 1975, a Milano.    

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La VILLA FANTASMA che emerge dal LAGO

0
Credits: @nicocarnico Lago omodeo

Chissà quante storie ha da raccontare una casa che vive per un periodo dell’anno sott’acqua e per l’altro in superficie.

La VILLA FANTASMA che emerge dal LAGO

Quando si pensa a qualcosa che emerge dalle acque, in Italia viene subito in mente Curon, il paese del Trentino Alto-Adige in provincia di Bolzano con un campanile in mezzo al lago di Resia, per metà sott’acqua e per metà no. L’Italia è un po’ la patria delle leggende, dei fantasmi, della storia qualunque essa sia, ma anche delle stravaganze e delle curiosità che compaiono in ogni dove. Forse però non tutti conoscono una di queste dimore un po’ strane, la casa fantasma del Lago Omodeo.

# La storia del Lago Omodeo

Credits: @iolecorona
lago omodeo

Ad Oristano, nella Sardegna centro-occidentale, c’è un lago artificiale che prende il nome dell’ingegnere che l’ha progettato, Angelo Omodeo. Per regolamentare le piene del fiume Tirso, l’ingegnere progettò una diga di 22km in grado di creare un bacino artificiale la cui acqua sarebbe stata usata per produrre energia elettrica e per irrigare la pianura del Campidano di Oristano. Il progetto iniziò negli anni della Prima Guerra Mondiale, ma per realizzarlo bisognò letteralmente smontare un intero paese, Zuri, e ricostruirlo più in alto. Se però alcuni edifici vennero rimontati pezzo per pezzo, alcuni reperti archeologici andarono persi. Nel 1924 la diga di Santa Chiara venne finalmente inaugurata alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, ma la sua gloria non durò a lungo.

# La villa sommersa

Credits: @nicocarnico
Lago omodeo

La diga era custodita da un capo e un vice centrale. Questi abitavano proprio li vicino con le loro famiglie in una villa abbastanza grande: due piani di stanze, sei camini e un giardino rigoglioso. Una casa elegante e raffinata ma che negli anni ’60, quando la diga venne chiusa, fu abbandonata. La diga di Santa Chiara infatti non ebbe una vita lunga e già 40 anni dopo la sua inaugurazione, l’acqua che conteneva fu liberata. Rilasciando l’acqua però la bella villa dei custodi fu sommersa.

Fin qui si potrebbe dire una storia come tante già sentite, un’altra dimora aggiunta alle Atlantide italiane. La vera particolarità è che in periodi di siccità l’antica gloriosa dimora ricompare. Ha perso tutta la sua bellezza, sembra una casa infestata, ma continua a conservare le tante storie del mondo subacqueo e di quello in superficie.

 

Continua la lettura con: L’ “Atlantide del lago”: il BORGO SOMMERSO riemergerà dall’acqua dopo quasi trent’anni

BEATRICE BARAZZETTI

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

CAPODANNO CINESE in arrivo: dove si FA FESTA a Milano

0
Credits Andrea Cherchi - Drago capodanno cinese

Non solo Chinatown: anche altre zone di Milano sono pronte a vestirsi a festa per questa occasione speciale da non perdere per emozioni e spettacoli che sa regalare. 

CAPODANNO CINESE in arrivo: dove si FA FESTA a Milano

# Dove si svolge in città

Quest’anno l’arrivo dell’anno del dragone cade il 10 febbraio. Domenica 11 febbraio si festeggerà soprattutto in zona Sempione Arco della pace, visto che via Sarpi non è così grande da consentire l’enorme affluenza di persone, turisti e curiosi che ogni anno popolano queste zone. 

Credits Andrea Cherchi – Chinatown

Via Sarpi sarà in ogni caso riccamente addobbata con lanterne e luminarie tutte rosse e oro. Uno spettacolo davvero suggestivo. Prevista la tradizionale sfilata del dragone di carta, ma anche tanta musica, colori, acrobazie e artisti.

# Quanto durano i festeggiamenti

Lanterne

I festeggiamenti durano circa 15 giorni e, durante tale periodo, si suole compiere alcune attività rituali a testimonianza del nuovo anno in arrivo che si vuole accogliere. Per eliminare la sfortuna legata al vecchio anno dunque, ci si dedica alle pulizie domestiche, oppure si acquista abbigliamento nuovo o infine si preparano pietanze speciali e ben auguranti come i ravioli simbolo di prosperità e ricchezza. 

L’ultimo giorno di festa, il 24 febbraio, è dedicato alla tradizionale festa delle lanterne: miriadi di lanterne di carta saranno lanciate in cielo così da affidare ad esso i propri buoni auspici e desideri per il nuovo anno. 

# I ristoranti dove gustare la cucina tradizionale cinese

Credits: @mudimsum IG

Tantissimi i ristoranti che propongono cucina tradizionale cinese e che in questo periodo offrono la possibilità di assaggiare i ravioli cinesi o i dolci di riso tipici del capodanno cinese. Ed ecco Mu Dim Sum in via Caretto, un elegante ristorante cinese la cui specialità sono appunto i dim sum, ossia ravioli dalle forme più svariate, serviti in cestelli di bambù ed accompagnati da tè cinese. Bon Wei in via Castelvetro che propone alta cucina regionale cinese, attraversando, tramite appositi menù dedicati, otto differenti regioni gastronomiche come ad esempio la regione di Sichuan con le tagliatelle fredde di riso, o la regione di Shandong con i tipici lamian, ossia i tradizionali tagliolini tirati a mano.

Continua la lettura con: Le chicche di CHINATOWN: breve guida al QUARTIERE più COOL nel cuore di Milano 

ALESSANDRA GURRIERI

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

MILANO è BELLA PERÒ… quello che dicono quelli che NON VIVONO QUI

2

Quello che dicono di Milano quelli che se ne stanno alla larga. 

MILANO è BELLA PERÒ… quello che dicono quelli che NON VIVONO QUI

#1 …non ci vivrei

Credits: @andreacherchi_foto
Milano grattacieli

Un classico del bispensiero orwelliano. Milano è bella ma non ci vivrei. Senza spiegazioni. A questa affermazione basta rispondere con un “perchè?” per innescare un cortocircuito di scuse, spesso sconnesse con la realtà. Provateci. 

#2 …c’è troppo traffico

credit: chiamamilano.it

Molti che vivono fuori immaginano Milano come questa foto sopra. Più che una città un ingorgo perpetuo. In effetti del vero c’è: la Città Metropolitana di Milano conta circa 3,4 milioni di abitanti, quotidianamente si muovono attraverso la città quasi 6 milioni di persone perché è un enorme polo di attrazione. Il traffico è inevitabile ma si ha il vantaggio di avere la più efficiente rete di trasporti d’Italia che permette di spostarsi velocemente e senza stress. In più i molti mezzi in sharing consentono ormai di muoversi agilmente sempre che restare imbottigliati nel traffico non sia una scelta. 

#3 …manca l’aria, ci sono troppe case

Milano “è bella, ma manca l’aria”. Una sensazione che hanno molti di quelli che arrivano da fuori, magari da piccoli paesi, è che l’alta concentrazione di edifici spesso con molti piani rendano la città soffocante a tal punto da farsi mancare il respiro. La qualità dell’aria purtroppo è una piaga di Milano, forse la peggiore. Però quello che molti che vivono fuori non capiscono è che non dipende dalle troppe case: il problema di Milano è comune a tutta la pianura padana nei mesi freddi. Anzi, spesso le zone più inquinate sono proprio quelle a sud di Milano, anche se con poche case. 

#4 …non c’è il mare

Credits: Andrea Cherchi

Frase molto quotata tra chi vive negli atolli del Pacifico. Non solo. Viene spesso usata anche da chi il mare non lo vede neppure con il cannocchiale. E’ vero, a Milano non c’è il mare. Ma forse è una fortuna perchè se ci fosse non sarebbe un granché e poi ci sarebbe meno voglia di andare a trovarlo. Questo è il bello di Milano: che quello che non hanno i milanesi se lo vanno a prendere.  In poco tempo si può raggiungere non solo un mare stupendo ma anche colline, laghi e montagne, non c’è altra città italiana, forse d’Europa, in una posizione così strategica delle bellezze della natura.

#5 …costa troppo

Via Montenapoleone

Milano è senza dubbio la città più cara d’Italia, per affitto e costo della vita in generale. Si sente dire spesso “è bella, ma costa troppo”, ma in realtà c’è spazio per tutti perché la scelta è molto ampia: si può decidere di mangiare una margherita a 5 euro oppure sedersi da Cracco in Galleria e spenderne 20. E soprattutto la mentalità da milanese porta a cercare di guadagnare di più, non a spendere di meno. 

#6 …i milanesi sono freddi

Credits: https://www.themacguffin.it – Pozzetto e Mazzarella in una scena di “Un povero ricco”

Uno dei tanti cliché di Milano è che i loro cittadini siano freddi e che quindi non basta che la città sia bella per apprezzarla appieno. Un luogo comune abbastanza diffuso che però non trova riscontro nella realtà. I milanesi possono apparire freddi ma hanno il cuore caldo. E chi si guadagna un amico se lo ritrova per sempre. 

#7 …c’è poco verde

Credits: @milanoguida
BAM

Milano “è bella ma c’è poco verde”. Milano non è di certo tra quella che in Italia offre più mq di verde per abitante, ma non mancano parchi e negli ultimi anni ne stanno nascendo di nuovi. Senza contare che attorno a Milano c’è anche il parco urbano più grande d’Europa. 

#7+1 …se la tirano

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

C’è un’altra cosa che chi vive fuori pensano di Milano e in particolare dei milanesi: che se la tirano, che guardano tutti dall’alto in basso. In realtà spesso è il contrario: non sono i milanesi che pensano di essere i migliori del mondo ma sono gli altri italiani a soffrire un deficit di autostima. Anzi, proprio l’orgoglio di valorizzarsi senza complessi di inferiorità dovrebbe diffondersi nel resto del Paese.  

Continua la lettura con: 5 cose che i milanesi NON SOPPORTANO di Milano

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il BUCO del PIOMBO: l’impressionante grotta naturale alle porte di MILANO

0

Viene paragonato al Duomo di Milano insaccato dentro una roccia a strapiombo. Si tratta del “buco del piombo”, una grotta imponente che si trova a una quarantina di chilometri di Milano.

Il BUCO del PIOMBO: l’impressionante grotta naturale alle porte di MILANO

# Come ci si arriva

Si arriva da Erba o da Albavilla, in provincia di Como. Si accede solo a piedi. Il punto ottimale per lasciare l’auto è poco sopra la Trattoria Alpina sulla strada del Buco del Piombo. La stradina da asfaltata diventa un sentiero nel bosco che in questa stagione è ricoperto interamente di foglie. Il cammino è inizialmente in salita poi procede in falso rettilineo costeggiando la montagna. Dopo un quarto d’ora di cammino si arriva al cancello. La grotta è visitabile solo nella parte iniziale con visite guidate da aprile a ottobre, anche se pare che numerosi appassionati di speleologia la frequentino anche al di fuori degli orari ufficiali, arrampicandosi sulla roccia o scavalcando la cancellata. Vediamo comunque la storia e le caratteristiche uniche della grotta più impressionante della Lombardia. 

# La grotta più famosa della Lombardia

Dalla piana di Erba, sulla valle Bova, si nota una parete rocciosa strapiombante al centro della quale si apre una grande caverna: il Buco del Piombo.
Si tratta della grotta più celebre di tutta la Lombardia che rappresenta un vero e proprio museo naturale all’aperto con molteplici motivi di interesse.

Dal punto di vista geologico il Buco del Piombo è scavato quasi totalmente nel calcare detto Maiolica, formazione sedimentaria di origine marina depositatasi sul fondo di un antico oceano durante l’ultimo periodo dell’era Mesozoica, tra i 140 e i 65 milioni di anni fa. Si tratta di una roccia calcarea bianca compatta e ben stratificata, che presenta inclusioni di selce, una roccia silicea.

Il nome deriva dal fatto che la roccia, in origine bianca, è ricoperta da una caratteristica patina di colore grigio-plumbeo, dovuta all’alterazione del calcare.

# L’intrico di gallerie ancora non del tutto esplorate

La grotta si è formata per fenomeni di tipo carsico, determinati dall’azione corrosiva delle acque piovane, rese aggressive dall’anidride carbonica disciolta, sulle rocce calcaree facilmente erodibili che costituiscono la struttura geologica del Triangolo Lariano, l’area montana compresa tra i due rami del lago di Como.

Questa azione corrosiva ha portato, nel corso di milioni di anni, alla formazione di un intrico di gallerie che si snodano sotto il pianoro dell’Alpe del Viceré. L’insieme di queste gallerie costituisce il complesso carsico “Alpe del Viceré – Buco del Piombo”, ancora non del tutto esplorato.

# L’ingresso scenografico viene paragonato al Duomo di Milano

L’ingresso del Buco del Piombo è imponente e scenografico per le dimensioni e per il selvaggio contesto nel quale è collocato. Viene paragonato per dimensioni al Duomo di Milano: misura 45 metri di altezza e 38 di larghezza, ed è occupato per buona parte da una coltre di detriti e dai ruderi di antiche strutture costruite dall’uomo risalenti al VII secolo. 

# Gli antichi abitanti della grotta: il banco degli orsi

Procedendo all’interno della caverna si incontrano stalattiti e stalagmiti create dalle acque di scolo sulle pareti e sulla volta. La grotta è colonizzata da una caratteristica microfauna, costituita da forme tipicamente cavernicole, tra cui Planarie, piccoli Crostacei, Miriapodi, e, tra gli Insetti, alcuni Collemboli e Coleotteri Carabidi.

Uno dei motivi di maggiore notorietà del Buco del Piombo è legato al ritrovamento del “Banco degli orsi”, un accumulo di ossa dell’ Ursus spelaeus, Mammifero plantigrado estintosi attorno a 18.000- 20.000 anni fa durante l’ultima avanzata glaciale.

# Anche l’uomo era di casa

Anche l’uomo ha abitato la grotta nei tempi antichi: sono stati ritrovati all’interno dei manufatti risalenti al Paleolitico Medio e Superiore, appartenenti a gruppi di cacciatori nomadi che frequentarono seppur saltuariamente il Buco del Piombo. Ma sono stati trovati anche reperti di epoche più moderne, tra cui frammenti ceramici ed altri materiali di epoca romana (sec. IVVI d.C.) e medioevale, quando la grotta fu fortificata con la costruzione di un ampio fabbricato che ne sbarrava l’ingresso.

# Rifugio dalla peste e dal Barbarossa

Il Buco del Piombo infatti divenne in tempi più recenti un rifugio per gli abitanti di Erba durante le ripetute vicende belliche che travagliarono la zona nel Medioevo, oppure come ricovero provvisorio per sfuggire a pestilenze.

Nel 1160 gli abitanti di Erba si sarebbero rifugiati al suo interno dopo aver vinto la battaglia di Carcano contro il Barbarossa. La grotta fu meta di studiosi e visitatori fin dal secolo XIX, tra cui si ricorda la regina Margherita di Savoia.

Nel 1998 è stata creata un’associazione Onlus che si occupa della sua valorizzazione e della fruizione al pubblico. Nel 2007 la Regione Lombardia ha riconosciuto il Buco del Piombo come “Sito di Interesse Archeologico e Ambientale” e ha dichiarato la Valle Bova “Riserva Naturale parziale geologica, idrogeologica e paesistica”.

# Informazioni utili

La grotta è visitabile all’interno per circa 300 metri. Le visite sono esclusivamente guidate (€6 adulti, €5 ridotti). È obbligatorio l’uso di scarponcini da montagna, robusti ed impermeabili.
La grotta è aperta al pubblico dalla prima domenica di aprile all’ultima di ottobre, nei giorni di sabato (dalle ore 14 alle 18) e domenica (dalle ore 10 alle 18).
Nel mese di agosto la grotta è visitabile tutti i pomeriggi dalle 14 alle 18. Per i gruppi organizzati di almeno 20 persone è possibile la visita in ogni giorno dell’anno, previa prenotazione.

Per informazioni ci si può rivolgere alla segreteria del “Buco del Piombo”: via Cantù 15, Erba; tel. 031.628860, 338.3053323; e-mail:  info@museobucodelpiombo.it; sito internet:www.museobucodelpiombo.it

Altre informazioni utili: http://www.triangololariano.it/it/il-buco-del-piombo.aspx

 

ANDREA ZOPPOLATO

Copyright milanocittastato.it

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità

 

  

 

PARIGI: COMPLETATA l’AUTOMAZIONE della VECCHIA LINEA 4. Come è stata fatta e perché si potrebbe fare a Milano

0
ratp.fr - Interno stazione linea 4

Concluso il passaggio all’automazione integrale per un’altra vecchia linea della rete parigina. Come è stata realizzata e quali sono i benefici per gli utenti.

PARIGI: COMPLETATA l’AUTOMAZIONE della VECCHIA LINEA 4. Come è stata fatta e perché si potrebbe fare a Milano

# Automatizzata la vecchia linea metropolitana della capitale francese: ora sono tre quelle automatiche

wikipedia.org – Metro Parigi

La rete della capitale francese è una delle più antiche al mondo: ha inaugurato in occasione dell’esposizione universale nel 1900. Eccetto la linea 14, aperta qualche anno fa, tutte sono nate come linee standard a guida umana. Nel 2011 si è concluso il passaggio all’automazione integrale della linea 1, mentre il 19 gennaio 2024 è stato completato anche quello della linea 4, la seconda più frequentata della rete proprio dopo la linea 1. Sale dunque a tre il numero di linee automatiche a Parigi, sulle 16 in esercizio. 

Leggi anche: Le METRO più ANTICHE del MONDO

# Una tracciato di 14,3 km per 29 stazioni

wikipedia.org – Linea 4 Parigi

La linea 4 ha un tracciato che attraversa la città da nord a sud per 14,3 km e 29 stazioni. Per renderla automatica sono stati investiti 256 milioni di euro. I treni in funzione sono in quelli revampizzati della linea 14 e altri convogli di nuova generazione. I treni a guida manuale impiegati in precedenza verranno trasferiti su un’altra linea.

# I lavori effettuati e i benefici per i viaggiatori

ratp.fr – Interno stazione linea 4

L’intervento di automatizzazione non ha comportato particolari disagi per gli utenti dato che i lavori sono stati eseguiti in prevalenza di notte, oltre a qualche chiusura domenicale della linea. Sono state completamente rinnovate le banchine delle stazioni per migliorare l’accoglienza e il comfort dei viaggiatori con spazi caldi, sedute comode, nuove piastrelle alle pareti e nuova pavimentazione, sistemi tecnologici aggiornati e nuova illuminazione. Sono state anche installate le porte anti-suicidio che si aprono all’apertura di quelle dei convogli, come su M4 e M5 a Milano. Ma passiamo ai vantaggi per i viaggiatori. 

ratp.fr – Rendering nuove stazioni Parigi

L’automazione consente di avere più treni nelle ore di punta, migliore regolarità su tutta la linea e la capacità di adattare istantaneamente l’offerta di trasporto in caso di forte afflusso.

# Perché non portare l’automazione integrale anche su M1, M2 ed M3? Il fallimento del primo test

Treno in sosta alla stazione di Sesto 1º Maggio FS della linea M1 della metropolitana di Milano

La linea gialla è stata la prima in Italia ad avere la guida automatica: il macchinista, anche se presente in cabina, interviene solo per aprire e chiudere le porte e dare il consenso alla partenza, oltre a gestire le situazioni di emergenza. La linea M1 ha invece aumentato il suo grado di automatizzazione, con l’introduzione del sistema di segnalamento a blocco mobile, atteso nel 2024 anche per la M2. Nessuna delle prime tre linee arriva però al livello di M4 e M5 che sono completamente automatizzate

Intervenire sulle vecchie linee, così come fatto a Parigi, consentirebbe di migliorare la regolarità del servizio in quanto gestito integralmente dalla tecnologia e perché nelle banchine è prevista la presenza delle porte porte anti-suicidio, che evitano tragici episodi e le conseguenti interruzioni sulla linea. L’unico test effettuato a Milano in tal senso è stato fatto alla stazione di Sesto 1º Maggio FS della linea M1: non ha però avuto l’esito sperato per problemi di allineamento tra il sistema che controlla l’arrivo del treno e l’apertura delle porte dei treni e delle banchine. Le porte in banchina sono state quindi rimosse. 

Leggi anche: M1: 7 curiosità che forse non sai sulla REGINA della metro

Continua la lettura con: Il PASSANTE URBANO OCCIDENTALE: una priorità per Milano?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Tutto a GRATIS: torna a Milano il MERCATO dove NON SI PAGA

0
thenextmilan IG - Baratto Market

Anche nel 2024 torna il mercato dove si comprano oggetti a “gratis”. Le date dell’iniziativa, dove si svolge e come funziona.

Tutto a GRATIS: torna a Milano il MERCATO dove NON SI PAGA

# Il più grande swap party d’Italia

Tempio del Futuro Perduto – Baratto Market

Ritorna anche nel 2024 il Baratto Market, il più grande swap party di Italia. L’unico mercato dove si compra ma non si paga niente. Questo speciale mercatino si tiene al Tempio del Futuro Perduto, dalla Fabbrica del Vapore, ogni domenica, dal 4 febbraio fino all’inizio di agosto, dalle 11.00 alle 19.00

Leggi anche: CAPI di MARCA che si trovano nei MERCATI di MILANO: i brand e i prezzi

# Come funziona il Baratto Market

thenextmilan IG – Baratto Market

In questo mercato vale una sola regola: porti un dono e ne prendi un altro. L’ingresso è libero e gratuito, basta registrarsi all’associazione del Tempio Libero Perduto. Varcato l’accesso si possono lasciare i propri doni per un massimo di 20 pezzi, tra cui indumenti di ogni tipo, libri, vinili, giochi, videogiochi. Per ognuno si riceve in cambio un gettone da barattare con gli altri oggetti lasciati dagli altri visitatori.

L’occasione perfetta per sbarazzarsi delle cose inutilizzate che si ha in casa, ma ancora in buono stato, e che possono tornare utili ad altre persone.

Continua la lettura con: Il “SUPERMERCATO più AMATO in Italia” è di MILANO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

L’ultima novità da Milano: il VOLO DIRETTO al PARADISO dei SURFISTI

0
Biarritz - Ph. @miaritz IG
Biarritz - Ph. @miaritz IG

Da quando si può prenotare il volo, i giorni in cui sono disponibili i collegamenti e da quanto partono i prezzi dei biglietti.

L’ultima novità da Milano: il VOLO DIRETTO al PARADISO dei SURFISTI

# Nuova rotta per l’estate dei milanesi: la Mecca dei surfisti 

Come ARRIVARE a Milano dall'AEROPORTO di ORIO al SERIO 
Credits tpicture-pixabay – Aeroporto Orio al Serio

La compagnia aerea low cost Ryanair ha annunciato una nuova rotta per l’estate. I milanesi dal 3 giugno 2024 possono prendere un volo diretto per Biarritz, partendo dall’Aeroporto di Orio al Serio. La tratta viene servita dai Boeing 737/800, dotati di 189 posti, o dai Boeing 737-8200, che portano fino a 197 passeggeri. Salgono così a 120 le destinazioni raggiunte dalla società irlandese da Milano Bergamo.

# I voli ogni lunedì e giovedì

Volo Ryanair

I voli sono previsti ogni settimana il lunedì e il giovedì con prezzi a partire da 24,49 euro. Atterrando all’aeroporto di Biarritz-Anglet-Bayonne consente di accedere anche alla vicina regione basca della Spagna, dove vale la pena di visitare San Sebastian, cittadina presente anche nel Camino di Santiago.

# La meta francese amata dai surfisti di tutto il mondo

frenchtraveller64 IG- Biarritz

Biarritz è forse una meta poco conosciuta dai turisti italiani ma non per gli amanti del surf. Questa elegante cittadina di mare sulla costa basca a sud-ovest della Francia, nel Golfo di Biscaglia, ha iniziato ad essere una località per le vacanze estiva a partire dall’800, quando i reali iniziarono a frequentarla. Da allora diventata è l’emblema del turismo chic e molto gettonata dai giovani francesi e dai surfisti di tutto il mondo, grazie alle alte onde dell’Oceano Atlantico che si infrangono sulle sue lunghe spiagge sabbiose. Ci sono ben 18 scuole di surf e diverse spiagge dove cimentarsi nelle evoluzioni con la tavola: la Grande Plage, la spiaggia della Cote des Basques, quella di Marbella, di Milady e di Miramar.

Per chi ha paura di sfidare la natura da vedere ci sono: la Cappella Imperiale, il vecchio porto dei pescatori, la Rocher de la Vierge, simbolo della cittadina, o il mercato coperto di Les Halles. Insieme a Bayonne, il principale centro dei paesi baschi francesi. 

Continua la lettura con: Da MILANO il VOLO DIRETTO per il CIRCOLO POLARE ARTICO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


TLAPSE | Your Project in Motion