I diversi nomi della prima strada pedonale di Milano

Oggi è la strada dello struscio, delle vetrine, della classica passeggiata. Eppure in passato ha vissuto stagioni molto diverse

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Oggi è la strada dello struscio, delle vetrine, della classica passeggiata tra San Babila e piazza Duomo. Eppure in passato ha vissuto stagioni molto diverse. E affascinanti.

I diversi nomi della prima strada pedonale di Milano

Corso Vittorio Emanuele II a inizio Novecento

# La Corsia dei Servi celebrata nei Promessi Sposi

La strada ha origini molto antiche. Ai tempi dell’antica Roma era l’arteria che portava verso nord-est. Nel sedicesimo secolo prese il nome di Corsia dei Servi ed era tratto della strada che congiungeva piazza Duomo alla Porta orientale. Il nome veniva dal convento dei servi di Maria, che officiavano la chiesa di Santa Maria.
Nei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni pone in Corsia dei Servi il forno delle Grucce (in milanese: el Prestin di Scansc), che fu assaltato dal popolo in rivolta.

# Da Corso Francesco a Vittorio Emanuele: la prima pedonalizzata

Nell’Ottocento la strada fu ampliata e rimodernata: le vecchie case di origine medievale furono sostituite da palazzi di maggior prestigio in stile neoclassico. Nel 1830 la strada prese il nome di corso Francesco, in onore dell’imperatore e re Lombardo-Veneto. Con l’unità d’Italia divenne corso Vittorio Emanuele II.

Fu la prima strada di Milano ad essere pedonalizzata, a metà degli anni Ottanta. In quegli anni iniziò la progressiva trasformazione da strada del Cinema a strada dei marchi della moda. 

# Le curiosità su Corso Vittorio Emanuele II

Ph. @d_cau IG
  • Sulla strada si trova una scultura in marmo di epoca imperiale, detta “Uomo di Pietra” o “Sor Carera”, su cui in passato vi era l’usanza di affiggere composizioni satiriche e invettive nei confronti dei personaggi in vista.
  • Il nome originario è rimasto nello slargo, “Corsia dei Servi”, dove si trovano i resti delle terme Erculee di epoca imperiale romana.  

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  • Tra la metà degli anni ’80 e la fine anni ’90, corso Vittorio Emanuele era un abituale luogo di ritrovo della comunità hip hop milanese, chiamata la “compagnia del muretto” per l’abitudine dei membri di sedersi sui muri che circondano i resti delle terme. In corrispondenza dei pavimenti situati sotto i portici del largo, sono presenti delle borchie di rame che furono montate nei primi anni Duemila per impedire l’esecuzione di passi di break dance. 

Continua la lettura con: I grandi Brand della Galleria Vittorio Emanuele

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