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I MOSTRI di HONG KONG: i palazzi colossali della città cinese

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Google maps - Lohas Park Phase

Hong Kong ha 7.829 grattacieli, di cui 1.294 con una altezza superiore di 100 metri,  almeno 315 edifici oltre i 150 metri di altezza, mentre l’edificio più alto di Hong Kong e nono nel mondo è l’International Commerce Centre, completato nel 2010, che conta 118 piani e 484 metri di altezza. Vediamo alcuni dei più imponenti.

I MOSTRI di HONG KONG: i palazzi colossali della città cinese

#1 Il complesso residenziale Grand Promenade: 5 grattacieli per oltre 2.000 appartamenti

Google maps – Grand Promenade

Il Grand Promenade è un complesso di grattacieli costituito da cinque torri ad Hong Kong, nel quartiere di Aldrich Bay. Le torri 2, 3 e 5, che sono tutte interconnesse e elencate come un grattacielo unico sono state costruite nel 2005 e hanno 66 piani ciascuna per 219 metri di altezza, mentre Anche le Torri 1 e 6 hanno 63 piani ciascuna, con un’altezza totale di 213 metri. Sono presenti solo unità abitative per un totale di 2.020 appartamenti.

 

#2 LOHAS Park ospiterà 58.000 residenti

Lohas Park Phase

LOHAS Park è un complesso residenziale balneare di Hong Kong della MTR Corporation , situato a Tseung Kwan O Area 86, Nuovi Territori, che quando sarà terminato nel 2025 avrà 50 grattacieli residenziali con 21.500 appartamenti e ospiterà 58.000 residenti. Sarà la più grande enclave residenziale singola del territorio, estendosi su un’area di 330.000 mq .

 

#3 Metro tower, un complesso residenziale con grattacieli fino a 205 metri

Google Maps – Metro Tower

Metro Tower è un complesso di quattro grattacieli realizzati nel 2006 a pochi passi dall’Hong Kong Design Institute, due sono alti 205 metri per 62 piani, Metro 1 e 2, gli altri toccano i 187 metri di altezza per 57 piani.

 

#4 Island Resort, quattro torri da 202 metri che ospitano oltre 9.300 residenti

Google maps – Island resorts

Island Resort è un complesso residenziale inaugurato nel 2001 nell’area Siu Sai Wan di Hong Kong. Al suo interno sono presenti quattro torri, ognuna alta 202 metri per 60 piani e abitati da oltre 9.300 residenti. Gli edifici residenziali non comprendono i piani 13, 14, 24, 34, 44 e 54, perché il 4 è ritenuto un numero sfortunato.

 

#5 Sorrento, cinque grattacieli tra cui il quinto più alto al mondo

Google Maps – Unione Square Sorrento

Progettato da Wong & Ouyang (HK) Ltd il complesso residenziale Sorrento contiene cinque torri residenziali completate nel 2003 per un totale di 2.126 appartamenti. Occupa il margine settentrionale di Union Square. Tutte e cinque i grattacieli seguono lo stesso disegno ma si riducono progressivamente in altezza. La più alta è Sorrento 1 con 256 metri, il 2° edificio residenziale più alto di Hong Kong e il 5° al mondo, mentre la più corta è Sorrento 6 di 236 metri, la numero 4 non c’è per questioni scaramantiche (in cantonese il “4” è un omofono per “morte”).

 

Continua la lettura con: Il CONDOMINIO più GRANDE del MONDO: ospita 18.000 PERSONE

FABIO MARCOMIN

UN ROMANTICO A MILANO

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Quei primi 100 METRI di via IMBONATI

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Foto 2 Redazione - Via Imbonati

‘I primi 100 metri di Imbonati’ sembra il titolo di un romanzo di quelli che vanno di moda ora, pronti a trafiggere il cuore di chi li legge. Purtroppo, come spesso capita, la realtà è molto diversa.

Facciamo una premessa: la fermata Maciachini per troppi anni è stata il capolinea della M3 (gialla), facilitando così il formarsi di una situazione peculiare che si verifica spesso alle periferie estreme delle città, anche se qui siamo a pochi chilometri dal Duomo: l’afflusso spesso incontrollato di immigrazione, a volte anche clandestina. Sarebbe ingeneroso però, oltre che stupido, dare loro la colpa per la situazione che si è creata. Vediamo in dettaglio la situazione di questi primi fatidici 100 metri.

Quei primi 100 METRI di via IMBONATI

# I brutti condomini degli anni ’60-70

Foto 1

La piazza (foto 1) allinea sul lato di Imbonati un’infilata dei peggiori condominii rappresentativi delle decadi ’60-’70. L’alberatura recente delle decrepite aiuole di fronte (a pini, sigh), non consente purtroppo alla vegetazione di nascondere l’obbrobrio umano, come capita in tanti altri posti, anche in altre zone di Milano.

# Le palazzine in mano agli occupanti abusivi

Foto 2

L’inizio della via (foto 2) denota subito un certo numero di palazzine totalmente in mano agli occupanti abusivi. E pensare che gli edifici sono storici! Anni fa, quando il comune finalmente rimosse le vecchie rotaie del tram, si perse un’occasione unica. Noi al tempo l’avevamo detto, che l’unica soluzione sarebbe stata pedonalizzare questi fatidici 100 metri e spostare il traffico del bus sulla parallela Crespi, che ai tempi, prima della ciclabile, era sufficientemente larga per ospitare il passaggio dei dinosauri verdi dell’ATM. Le ciclabili si fanno sul marciapiede, persino a Berlino, quindi perché voler dar ragione ai loro detrattori, sottraendo quei millimetri di sicurezza a chi non guida mai un SUV?

Alberata e pedonalizzata, o perlomeno solo alberata, la via Imbonati avrebbe guadagnato quella dignità immediata che poi porta nel giro di poco al ‘reshuffle’ di buona parte delle sue attività commerciali. Quelle di adesso non vanno bene? Lungi da noi pensarlo, sappiamo bene la storia dei negozi con i cartelli inneggianti a non acquistare nelle proprietà ebree nella Germania nazista! Ma forse tra tutti negozietti/bar della via un paio potrebbero essere unicamente ricettacolo di micro criminalità. Il multiculturalismo in zona non è mai decollato, nonostante le buone intenzioni, e ogni comunità tende a vivere chiusa nel proprio guscio, italiani compresi. Che la colpa sia di quegli orribili dissuasori quadrati per impedire il parcheggio delle auto e che di fatto incentivano a scaricarvi sopra ogni tipo di spazzatura?

# Via Bernardino De Conti, un’oasi di tranquillità monumentale

Foto 3

La foto 3 racconta una storia già diversa: la prima parallela che si incontra a destra di via Imbonati, via Bernardino De Conti, è stata recentemente rivalutata dagli immobiliaristi e ora è un’oasi di tranquillità monumentale quasi da Milano centrale, mentre prima era il regno dello spaccio e delle spade selvagge.

# Il cuore della via migliorato grazie alle vicine sedi di alcune multinazionali

Foto 4

In realtà la situazione è molto migliorata anche nel cuore della via (foto 4): non facciamoci infinocchiare dal sentito dire e andiamo a verificarlo di persona. Le notti in cui le sirene spiegate interrompevano risse tra diversi clan sono ormai un ricordo, e persino l’ordinanza da polizia del sindaco del coprifuoco era servita a qualcosa, in questo senso. La frequentazione giornaliera della via ora è molto variegata, essendovi numerose sedi di multinazionali vicine.

Foto 5

Già dalla foto 5 vediamo che nella via Bracco il sentore di ghetto è già scomparso, grazie alle splendide architetture del Maciachini Center.

# Il vicolo da recuperare

Foto 6

C’è sicuramente molto da lavorare nel vicolo dall’altra parte della strada (foto 6), dove il potenziale degli edifici è ancora una volta sottodimensionato. Eppure poco dietro si è aperto un parco, gli alberi stanno crescendo: per ogni strada c’è un futuro, anche per quelle che sembrano senza uscita.  

Ma poi dalla copertura del MAC 567 intravediamo già il potenziale della parte opposta della strada (foto 7) e di quel monumento che fino a poco tempo fa ogni fotografo veniva a immortalare con i suoi scatti (foto 8). Poco oltre, c’è già la movida controllata dell’area alberata, delle pizzerie, dei bar ad aperitivo, dei ristoranti. La zona perde un po’ di sapore, divenendo italiana senza avere nulla di milanese, ma guadagna sicuramente in apparenza, lasciandosi alle spalle il disagio programmatico di quei 100 metri. Dite che per sarà solo questione di tempo e che un giorno forse li rimpiangeremo?

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

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LORENZO ZUCCHI

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Fermata del giorno: 7 cose da fare e vedere intorno alla stazione di CERTOSA

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https://www.panoramica.it/foto/panoramica-di-parco-franco-verga-dallalto-10170

Appuntamento oggi con una delle fermate del passante nella zona Ovest di Milano. 

Fermata del giorno: 7 cose da fare e vedere intorno alla stazione di CERTOSA

# La Casa Maledetta – Escape Room

In via Brunetti 14, in una villa ottocentesca da 600 mq, si trova una particolare Escape Room, in cui è possibile vivere un’avventura thriller da 90 minuti. Forse non per molti, La Casa Maledetta è però sicuramente un must per gli amanti del brivido della paura.

# La Pobbia 1850 – Una lunga tradizione nella Storia della gastronomia milanese

https://www.facebook.com/lapobbia/

Questo ristorante in via Gallarate 92 offre una cucina tradizionale milanese, proponendo diversi tipi di menù in base alle esigenze del cliente: il menù degustazione, il menù lunch e il menù schiscetta. I piatti tipici milanesi – il risotto, la cotoletta, l’ossobuco e molto altro vengono gustati all’interno di un ambiente arredato secondo uno stile rustico-chic, molto coerente con la proposta culinaria.

# Clèr – C’è spazio per tutti

https://milanofoodspirit.com/cler-rooftop-bar-milano/

Clèr è un rooftop bar in via Bressanone 8, nato durante pieno lockdown con l’obiettivo di creare uno spazio che accogliesse – oltre al pubblico – diverse realtà, collaborando con loro creando così una “rete di cooperazione“, come si legge sul sito. Sulla loro terrazza, oltre a godersi la loro proposta culinaria e la lista cocktail, spesso si assiste a musica dal vivo.

 

# Ristorante Himalaya

Dal nome si intuisce l’identità del ristorante. Specializzato in cucina nepalese e indiana, questo ristorante si trova in via Marcantonio dal Re 10. Protagonisti sono quindi i sapori esotici e autentici di questa zona dell’Asia.

# Il Portello – Centro Commerciale

Più che il tipico centro commerciale che di solito ci si immagina, il Portello viene definito come una gallery commerciale all’aperto, in cui poter passeggiare guardando le vetrine o dopo un buon aperitivo o colazione in uno dei locali e bar presenti.

# Di Mano in Mano – Nuova vita alle cose, più valore alle persone.

https://www.milanoguide.brerapartments.com/it/il-modernariato-milano-istruzioni-per-luso/

Di Mano in Mano è il negozio in via Espinasse 99 dell’impresa omonima che si occupa di compra\vendita e noleggio di pezzi di antiquariato e vintage. La particolarità di questo negozio sono i saltuari eventi “All you can wear” e “All you can read”, cioè giornate in cui è possibile portarsi a casa tutti i vestiti e libri che riesci a far entrare nella borsa di tela che compri all’ingresso. Per le date e prenotazioni per questi eventi bisogna tenere d’occhio il loro sito.

# Parco Pubblico Franco Verga

https://www.panoramica.it/foto/panoramica-di-parco-franco-verga-dallalto-10170

Gli ingressi per il parco si trovano in via Eritrea sia in via Castellammare e si tratta di uno dei parchi più graziosi di Milano e il secondo parco recintato più grande della città dopo Parco Sempione.

ALICE COLAPIETRA

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MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

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Maria Callas e Biki

La soprano di origine greca ha raggiunto per molti addetti ai lavori l’apice della sua carriera nelle esibizioni al Teatro alla Scala. Ripercorriamo la sua vita e la sua carriera milanese.

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

# L’arrivo a Milano della Callas dopo le esperienze di Verona, Roma e Venezia

wikipedia.org – Maria Callas

L’arrivo a Milano di Maria Callas risale al 1951 ed è convinzione degli addetti ai lavori che, il periodo meneghino, abbia rappresentato il momento più alto della carriera. La soprano, di origine greca, in Italia ci arrivò nel 1947, grazie ai consigli del cantante lirico Rossi Lemeni. Dopo il periodo veronese, quello romano e quello veneziano (in questo frangente sposò l’imprenditore di Verona Giovanni Meneghini), nel 1951 approdò alla Scala, proprio grazie ai contatti intrapresi dal marito (divenuto nel frattempo suo agente) con i vertici del nostro Teatro.

# Lo scetticismo iniziale dei milanesi

L’approccio iniziale milanese fu difficile, anche perché le venne chiesto di sostituire Renata Tebaldi nell'”Aida”: la Tebaldi, tra il 1948 e il ’49, aveva impressionato il pubblico e la critica con quest’opera e c’era la convinzione che nessuna avrebbe eguagliato la soprano marchigiana, quindi Maria Callas venne accolta con grande scetticismo. “Ha la voce troppo metallica“, dicevano tanti appassionati di lirica. Ma la cantante greca aveva il carattere di chi arrivava da una vita difficile e Milano si dimostrò aperta e disposta a dare occasioni a chi era veramente bravo, così quello che fu un primo approccio tiepido, si trasformò in un grande amore tra la Callas e Milano e viceversa.

Teodoro Celli, allora il critico di musica più severo e al tempo stesso autorevole, se inizialmente ebbe una certa resistenza nell’adottare parole benevole verso questa cantante lirica, ben presto ne divenne grande estimatore, proprio grazie alle esibizioni della Callas alla Scala.

# L’incontro con la stilista Biki che la trasformò in una diva

Maria Callas e Biki

Era considerata una vera e propria diva, quindi capace di attirare tanto pubblico regalando prestigio a questo tempio artistico. Nel 1953 per “Medea” (opera di Luigi Cherubini) lo staff del teatro milanese preferisce la Callas alla Tebaldi, così quest’ultima, sentendosi tradita, andò negli Stati Uniti, lasciando campo libero alla rivale. Il periodo di maggior splendore milanese fu con “I Vespri Siciliani” (opera in francese di Giuseppe Verdi), con “Norma” (opera in due atti di Vincenzo Bellini), con “Il Trovatore” (sempre di Verdi) e, appunto, con “Medea”. A Milano Maria Callas incontrò una certa Elvira Leonardi, una stilista, allora quarantacinquenne, che aveva adottato il nome d’arte di Biki. Le due si trovarono per caso nell’abitazione di Wally Toscanini, figlia del grande direttore d’Orchestra Arturo: Elvira vede una Callas vestita in modo sciatto, con un abito che non ne valorizza la personalità. Così si propone di aiutarla nel presentarsi con un look adatto ad una grande artista, ad una Diva.

Ed è in questo momento (siamo nel 1951) che nasce la forte amicizia tra Biki e Maria Callas. La stilista insegnò alla cantante lirica a vestirsi, ma anche a presentarsi nelle modalità di postura opportune. Insomma un po’ sarta personale e un po’ personal trainer.

# Cosa non andava nell’abbigliamento della Callas?

Dalle interviste degli ultimi anni di vita della milanesissima Biki (nacque nel 1906 e morì nel 1999) emerge che quest’ultima ritenesse che la Callas, con quel vestire tutto troppo abbinato, troppo da “madamina”, come si direbbe a Torino, non valorizzasse un’eleganza che tendeva a rimanere mortificata dall’imponenza fisica della stessa Maria.

Così, aiutata dal genero Alain Reynaud (stilista pure lui, della scuola di Jacques Fath), Biki numerò tutti i vestiti e gli accessori realizzati per Maria Callas, in modo da rendere più facile l’abbinamento, le diede alcune preziose dritte sugli atteggiamenti e le posture e la trasformò nel mito che ancora adesso rimane indelebile nei decenni.

Di Biki si diceva che avesse uno “chic naturale”, una propensione unica all’eleganza: ma il suo grande merito era la capacità di trasmettere la classe a chiunque decidesse di farsi vestire da lei. E la Callas ne è la più divina dimostrazione.

# Maria Callas sul Teatro alla Scala “alla Scala diventare e restare celebri rappresenta una vera incoronazione”

Torniamo infine al nostro Teatro. Cosa pensava Maria Callas della Scala? In un intervista rilasciata nel 1977, pochi mesi prima di morire, la cantante lirica diceva: “alla Scala diventare e restare celebri rappresenta una vera incoronazione. Il Teatro di Milano mi è stato prezioso perché ho trovato l’ispirazione per dare il meglio di me stessa“.

Poi la Callas sottolineava il grande lavoro che si svolgeva alla Scala: “si provava molto, anche venti ore di fila, poi c’era l’entusiasmo di tutti coloro che lavoravano, dai tecnici ai macchinisti, dagli orchestrali ai cantanti lirici. Era un lavoro di equipe in cui ognuno aveva la totale consapevolezza di quando la propria fatica fosse fondamentale“.

Continua la lettura con: WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

FABIO BUFFA

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Le FERMATE dei BUS sono all’ALTEZZA? Facciamoci ispirare dalla Corea del Sud

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Credits autoblog - Fermata bus in Corea del Sud

A Milano sono arrivate le nuove pensiline intelligenti alle fermate di tram e autobus con monitor touch screen interattivi che informano sui mezzi di trasporto pubblico e sulla città. A Seul si sono spinti oltre con l’innovazione. Vediamo come sono fatte, come funzionano e che servizi offrono.

Le FERMATE dei BUS sono all’ALTEZZA? Facciamoci ispirare dalla Corea del Sud

# La pensilina progettata per proteggere i passeggeri dalle piogge monsoniche, dal caldo estivo e dal coronavirus

medicalexpress – Esterno pensiline bus Seul

La Corea del Sud è tra le Nazioni con il più alto tasso di innovazione al mondo e Seul ne è l’espressione più tangibile. Le nuove pensiline degli autobus della capitale asiatica sono un tale concentrato di tecnologia che persino quelle “intelligenti” installate dall’ATM di Milano, dotate di monitor touch screen interattivi che informano sui mezzi di trasporto pubblico e sulla città, sembrano già superate. Sono state progettate per proteggere i passeggeri dalle piogge monsoniche, dal caldo estivo e dal coronavirus. 

# Come sono fatte e come funzionano

Credits medicalexpress – Pensiline bus Seuol

Sono qualche decina ad oggi le pensiline di questo tipo installate in città. Per accedere i passeggeri dovranno stare di fronte a una termocamera automatizzata e la porta si aprirà solo se la loro temperatura sarà inferiore a 37,5 °C. Per testare i bambini è stata prevista una telecamera più in basso.

Credits autoblog – Fermata bus in Corea del Sud

All’interno delle cabine con pareti di vetro è presente un pannello che mostra gli orari di arrivo stimati, mentre uno schermo trasmette in streaming il traffico all’esterno, un sistema di aria condizionata con lampade ultraviolette capace di uccidere i virus e raffreddare l’aria e un dispenser che fornisce disinfettante per le mani. Inoltre è inclusa anche la connessione wifi gratuita.

Continua la lettura con: Il PONTE di LEGO nella città dei grandi sbalzi

FABIO MARCOMIN

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Il video del giorno: l’ULTIMA CORSA della Milano Limbiate

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Milano Limbiate

Il video dell’ultimo giorno di esercizio sulla Tranvia Milano-Limbiate. La tranvia Milano-Limbiate collegava il quartiere di Comasina a Limbiate. Dal 1939 è stata gestita dall’ATM di Milano che la identificava come linea 179. Video di Davide Bottazzi.

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

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Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

 

Street Style a Milano

 

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

 

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

 

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

 

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L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

 

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

 

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M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

 

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LA CODA per la FAME

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Quale è il LAGO più PROFONDO d’Italia?

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Quale è il LAGO più PROFONDO d'Italia?
Credits Steffen Lemmerzahl-pexels - Il lago più profondo d'Italia

Ecco quale è il lago più profondo d’Italia, il confronto con i principali laghi italiani e la posizione nella classifica europea e mondiale.

Quale è il LAGO più PROFONDO d’Italia?

Credits daviderossinetti IG – Lago di Como

Il lago più profondo d’Italia è il Lago di Como, o Lario, è di origine glaciale e ha una forma di una “Y” rovesciata. Si trova tra le province lombarde di Como e Lecco e il suo alveo scende a una profondità massima di 412 metri tra i comuni di Nesso e Argegno, a sud est di punta della Cavagnola. Al secondo e terzo posto ci sono rispettivamente il Lago Maggiore con 370 metri e il Lago di Garda con 365 metri, che lo superano invece per estensione. Al quarto posto troviamo il Lago di Lugano, con 288 metri di profondità nel ramo italiano in provincia di Como, al quinto posto il Lago d’Iseo con 251 metri. Tutti i laghi più profondi sono dunque, almeno in parte, in Lombardia. 

# Al quinto posto in Europa, al 31esimo nel mondo

@bosclaudio IG – Lago Bajkal

Il Lago di Como si trova ai primi posti anche in Europa, per la precisione al quinto. Davanti a lui ci sono quattro laghi norvegesi: il Mjøsa che scende a 443 metri, il lago Tinnsjå a 460, il lago Salvatnet a 465 e infine il Lago Hornindalsvatnet che con 514 metri risulta il bacino d’acqua dolce più profondo del Vecchio Continente.

A livello mondiale, dove primeggia il Lago Bajkal in Russia con 1.642 metri di profondità, il lago lombardo si posiziona al 31esimo posto superando tra gli altri il Lago Superiore, uno di Grandi Laghi del Nord America nonché quello di acqua dolce più esteso al mondo con una superficie di 82.000 kmq. 

Continua la lettura con: Quale è il TEATRO LIRICO più GRANDE d’Italia?

FABIO MARCOMIN

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🔴 MULTE e sanzioni AREA B: fino a 625 EURO e SOSPENSIONE della PATENTE. Le info utili su come evitare il colpo di grazia

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Credits Claudio Agostoni Fb- Area B

Le ultime regole entrate in vigore per l’accesso e la circolazione in Area B hanno ristretto ulteriormente il parco veicoli che può muoversi nel Comune di Milano. Dal primo ottobre sono escluse anche le auto benzina Euro e i diesel Euro 4 e 5. Vediamo come funziona il sistema della Ztl più grande d’Europa e le conseguenze in caso di mancato rispetto dei divieti.

MULTE e sanzioni AREA B: fino a 625 EURO e SOSPENSIONE della PATENTE. Le info utili su come evitare il colpo di grazia

# Quanto è grande Area B e come funziona

Telecamere Area B

L’Area B, considerata la più grande ZTL d’Europa in rapporto alla superficie comunale, coincide con gran parte del territorio della città di Milano. Sul suo perimetro, ai varchi di accesso della città, sono installate 188 telecamere che rilevano le targhe dei veicoli. Il sistema è attivo dalle 7.30 alle 19.30 dal lunedì a venerdì e multa tutti coloro che, in possesso di un veicolo soggetto a divieto, superano il varco. In aggiunta a questo, tutti i veicoli “fuorilegge” potranno essere anche sanzionati dalla Polizia Locale all’interno della ZTL in quanto il divieto è valido non solo per l’accesso ma anche per la circolazione all’interno dell‘area. Ma quali sono le sanzioni per i trasgressori?

Vota il sondaggio: Sondaggio: sei D’ACCORDO con le NUOVE REGOLE per entrare in area B e in area C?

# Le multe e le sanzioni accessorie

credits: insella.it

I trasgressori riceveranno un multa compresa tra i 163 e i 658 euro. In caso di recidiva nel biennio per la stessa infrazione, c’è anche la sospensione della patente da 15 a 30 giorni. Dal primo ottobre tra i soggetti passibili di sanzione ci sono anche i possessori di veicoli Euro 2 benzina e Euro 4 e 5 diesel.

# Le deroghe

Credits espansionetv – Area B e Area C

Per tutti i veicoli soggetti a divieti di qualunque tipo e di proprietà di cittadini residenti a Milano è possibile usufruire di 50 giorni di accesso per il primo anno di entrata in divieto e non è necessaria alcune registrazione al sistema di Area B. Per ottenere i 25 giorni di accesso il secondo anno occorrerà registrarsi, così come come per i non residenti che avranno a disposizione solo 5 giorni

In alternativa bisogna avere sottoscritto un contratto per l’acquisto, il leasing o il noleggio a lungo termine di nuovo autoveicolo entro il 14 settembre, termine che potrebbe essere prorogato, per circolare liberamente con il veicolo sottoposto a divieti fino alla consegna del nuovo mezzo o al massimo fino al 30 settembre 2023.

Leggi anche: Come si può ENTRARE in AREA B anche con diesel euro 4 e 5?

# Il dispositivo Move-in

Credits Regione Lombardia – Move In

Un’altra possibilità di accesso da Area B è installare la scatola nera “MoVe-In“, dal nome del progetto di Regione Lombardia “MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti”. Il dispositivo costa 30 euro più altri 20 euro per la fornitura del servizio annuale. Con questo sistema l’utente avrà a disposizione un numero di km da percorrere in base alla classe di emissione del veicolo posseduta: ad esempio, per i diesel Euro 4 sono 1.800, per i diesel Euro 5 sono 2.000. Nel caso sia già stato installato un dispositivo compatibile si dovrà pagare solo il servizio annuale.

# I parcheggi d’interscambio

Credits saba – Parcheggio Comasina M3

Per chi arriva da fuori Milano e vuole spostarsi in città con il trasporto pubblico è possibile lasciare il veicolo nei parcheggi d’interscambio alle fermate delle metropolitane. Al momento sono solo 12 su 26 quelli utilizzabili senza incorrere in sanzioni, in quanto all’esterno del perimetro di Area B :

  • Bisceglie M1, Molino Dorino M1, Cascina Gobba M2, Famagosta M2, San Donato Emilia M3, San Donato Paullese M3 con questi orari: feriale 05:30 – 01:00, festivo 6:00 – 01:00;
  • Cologno Nord M2, Comasina M3, Gessate M2, Molinetto di Lorenteggio Tram 14, Ornato Parco Nord Tram 4 Quarto Oggiaro Trenord sono aperti H24.

Continua la lettura con: La RIVOLTA contro la MILANO OFF LIMITS: “no al fortino per ricchi”. I POSSIBILI CAMBIAMENTI in ARRIVO

FABIO MARCOMIN

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Un QUARTIERE a LUCI ROSSE a MILANO?

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Ph. PublicDomainPictures - Pixabay

Paesi come l’Olanda, la Francia e il Giappone ne hanno almeno uno nelle loro città più importanti: Amsterdam, Parigi, Tokio. Ma qui da noi, a Milano, dove potrebbe essere collocato un quartiere a luci rosse?

UN QUARTIERE A LUCI ROSSE A MILANO

www.hellotickets.it/

In un universo parallelo, in Italia potrebbe nascere un quartiere a luci rosse, e Milano potrebbe essere la città adatta ad ospitarlo. Però, nel contesto milanese, è difficile immaginare delle vere e proprie vetrine come ad Amsterdam, in cui le lavoratrici si mettono in mostra e cercano di ammaliare il passante. Infatti, un quartiere a luci rosse milanese, idealmente, dovrebbe essere in grado di inserirsi senza troppa fatica, quindi adattarsi allo stile e alla mentalità del luogo. Eppure, se si dovesse scegliere una zona, tra le prime a venire alla mente non può che essere lei. 

# Poco più giù verso la Pinacoteca

Ma dove? Un’idea potrebbe essere la zona di Brera, dove una volta c’erano le famose case chiuse. Gli edifici in stile liberty potrebbero ospitare, come allora, queste attività, con l’enorme differenza di un ambiente più sicuro e rassicurante, in cui i diritti di tutti verrebbero tutelati. Nella zona dell’arte, si può immaginare un quartiere a luci rosse elegante, che rimane sobrio e non troppo dominato dai led e dalle insegne luminose.

Se colorare di rosso il cuore di Milano può avere un senso per la tradizione ma meno per la nuova Milano, forse un po’ bigotta, meglio puntare al di fuori della circonvallazione. Tipo?

# La cittadella rossa di periferia

Un’altra opzione è collocarlo verso la periferia, creando da zero un intero quartiere luogo di sfizio e vizio: casinò, bar ammalianti, stanze e locali per ospitare i clienti. Ci sarebbe anche qui sufficiente spazio e opportunità per assicurare strutture per garantire una sicurezza sanitaria e generale. Creare una piccola cittadella a luci rosse, con tanti e svariati servizi – da quelli più espliciti a quelli più sobri, come i sexy shop – per creare un’esperienza completa, anche solo per il curioso o il turista che vuole semplicemente farsi un giro per scoprire un mondo al “limite della moralità”. Si potrebbe fare a Est o a Sud dove di spazio ce n’è parecchio. Oppure…

# La fiera a luci rosse

www.storeis.it/it/

Ulteriore alternativa potrebbe essere anche quella di, invece che creare un quartiere, adibire dei padiglioni di Rho Fiera, a questo tipo di attività commerciale. Anche solo temporaneamente, qualche settimana l’anno. Esattamente come la Fiera dell’Artigianato o qualsiasi altro evento annuale. Questo potrebbe rendere piccante Mind, il quartiere del futuro di Milano. 

# Ma come verrebbe accolto un quartiere a luci rosse?

Il popolo italiano è un popolo particolare, spesso parecchio chiuso e perbenista, spesso passivo e moralista. Però forse, gli anni migliori per questo tipo di novità sono proprio questi. E Milano, in quanto città italiana internazionale e globalizzata, sarebbe la città giusta per unire il frizzantino dell’eros con la raffinatezza made in Milano. Il risultato non può che essere il rosso shocking, il colore più chic delle metropoli del mondo. 

Continua a leggere con: In partenza i CANTIERI per il QUARTIERE “LOW COST” di Milano

Continua la lettura con: MTV Italia, Milano è in fermento

ALICE COLAPIETRA

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Il VILLAGGIO OLIMPICO e la rinascita del quartiere a sud di PIAZZALE LODI

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Credits: Skidmore, Owings & Merrill

La zona compresa tra Porta Romana e Piazzale Corvetto, è stata per anni divisa perfettamente in due da Piazzale Lodi. Da una parte la Milano dei locali, della movida milanese, della borghesia buona e dall’altra, quella che va da piazzale Lodi a Piazzale Corvetto, una zona che è proprio l’antitesi perfetta. Una stazione ferroviaria in totale degrado e abbandono, locali che aprivano e chiudevano dall’oggi al domani, una distilleria abbandonata da anni in una strada frequentata principalmente da prostitute e clienti.  

Da qualche anno questa zona sta vivendo una sorta di rinascita urbana e architettonica che ha pochi eguali in tutta Milano. L’antica distilleria è diventata la Fondazione Prada e attorno ad essa son stati costruiti parchi per bambini, palazzi residenziali, l’ICS International School e diversi locali. Anche al più interno le cose sembrano diverse dagli anni precedenti e come ultimo progetto, in fase iniziale di costruzione, c’è il Villaggio Olimpico che sarà protagonista delle Olimpiadi Invernali 2026.

Il VILLAGGIO OLIMPICO a Milano

#I giochi olimpici invernali in Italia nel 2026

Futura, il logo ufficiale delle Olimpiadi 2026

Dal 6 al 22 febbraio 2026 si svolgeranno le olimpiadi invernali denominate Milano Cortina 2026. Un evento sportivo di grande impatto mediatico le cui gare si svolgeranno ad Assago, Baselga del Piné, Bormio, Litigoni, Predazzo, Rasun-Anterselva e Tesero. Sarà la quarta edizione dei Giochi Olimpici che si svolgono in Italia, l’ultima volta fu a Torino nel 2006 e ancora oggi i torinesi ricordano quel periodo come uno dei più floridi e importanti per la città della Mole.

# Un progetto che guarda al futuro

Skidmore, Owings & Merrill Vista aerea lato Ripamonti Villaggio Olimpico

L’ex scalo di Porta Romana viene da subito indicata come il luogo ideale per costruire il Villaggio Olimpico. Un progetto realizzato da tre diverse società quali: Coima, Covivio e Prada Holding. A costruirlo sarà lo studio americano Sonìm, Skidmore Owings & Merril che ha presentato il progetto vincitore sui ventisette proposti per il bando.

Il progetto prevede la costruzione di sei edifici di altezze diverse che cambieranno completamente e per sempre l’aspetto del quartiere. Centrale nello sviluppo dell’area sarà la vision green, infatti sui sessantamila metri quadri del terreno sia le residenze per gli atleti, sia le student housing saranno costruite usando materiale riciclabili alimentate da impianti solari termici e fotovoltaici.

Leggi anche: OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

#Cosa rimarrà quando finiranno le Olimpiadi

Skidmore, Owings & Merrill – Olympic Village Plaza

Una volta che saranno finite le Olimpiadi ci si è posto il problema di come sarebbero state utilizzate le case, ma il masterplan prevede che la zona diventerà residenziale con una attenzione particolare rivolta agli studenti. Per questa ragione le residenze sin dall’inizio avranno delle caratteristiche tipiche degli studentati.

Si prevedono diverse aperture di spazi coworking che fanno tanto bene alle start up e favoriscono scambi di opinione condivisioni progettuali. Un altro progetto del dopo Olimpiadi sarà l’Olympic Village Plaza, una piazza dove apriranno negozi e dive si prevede la presenza di spazi dedicati all’organizzazione di mostre e di mercati, in un certo qual modo il punto principale del restyling del quartiere. Insomma non siamo ancora arrivati al 2026, ma Milano guarda già oltre come è da sempre sua abitudine.

Continua la lettura con: La MERAVIGLIA del GIARDINO NASCOSTO (sul retro di una delle chiese più belle ma meno conosciute di Milano)

MICHELE LAROTONDA

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Il PAESAGGIO LUNARE a due ore da Milano

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La forza millenaria della natura ha dato vita a un paesaggio fuori dal mondo. Dove si trova e come arrivarci.

Milano-Marmitte dei Giganti Uriezzo

Il PAESAGGIO LUNARE a due ore da Milano

# Le Marmitte dei Giganti di Uriezzo

Credits _.imvaleria._ IG – Marmitte dei Giganti Uriezzo

In Piemonte, nel mezzo della Val Formazza, l’azione millenaria di levigazione delle rocce compiuta dall’acqua del fiume Toce, che scorre verso valle dopo un salto d’acqua di circa 143 metri che scende dalle Alpi, ha dato vita alle “Marmitte dei Giganti” di Uriezzo. Dei crateri la cui forma circolare ricorda delle immense ciotole, questo è il motivo del loro nome, che le correnti e i mulinelli d’acqua incidono nell’alveo del fiume.

Credits mashaa_arborati IG – Marmitte dei giganti

Queste rocce dalle diverse sfumature di grigio, lavorate dall’incessante scorrere del fiume, affiorano creando delle cascate e delle pozze d’acqua di colore turchese. Sembra di ritrovarsi in un paesaggio lunare.

Leggi anche: Il MISTERO della provincia di VCO

# I quattro orridi di Uriezzo

Credits alessandrofradelizio IG – Orridi di Uriezzo

Un’altra meraviglia da non perdere sono gli Orridi di Uriezzo: di Balmasurda, l’Oriddo Sud, l’Orrido Nord-est e l’Orrido Ovest. I primi tre sono i più suggestivi.

L’Orrido di Balmasurda è l’unico ancora attivo, dove scorrono le acque del fiume Toce prima di raggiungere la piana di Verampio, mentre il più spettacolare è l’Orrido Sud, si tratta di una fenditura nella roccia lunga ben 250 m e profonda 30 m. Essendo senz’acqua si può scendere nella gola a piedi grazie a una scalinata in ferro predisposta appositamente. La gola dell’Orrido nord-est è lunga invece un centinaio di metri e le sue pareti raggiungo i 10 metri di altezza.

# Come arrivare da Milano

Per arrivare in questa oasi naturale spettacolare ci vogliono circa due ore da Milano. Ci sono due alternative: si può prendere l’Autostrada A8 oppure l’A4 per noi innestarsi sull’A26 in direzione di Gravellona Toce. Si esce a Crodo e si prosegue verso Crodo/Valle Antigorio/Valle Formazza e infine sulla SS659 fino al Comune di Premia, nella frazione Crego. Si può lasciare l’auto nel piccolo parcheggio di fronte all’Oratorio di Santa Lucia e da quel punto iniziare la strada a piedi che conduce prima agli orridi e poi alle Marmitte dei Giganti.

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

FABIO MARCOMIN

Vedi anche: BormioIsolino VirginiaLuganoPomponescoMeranoMorcote, Mantova, le “Filippine Italiane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, Cumiana, MonzaValsassinaBardinetoValle d’Intelvi, Como, Maranello, Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal VigezzoPunta SassoPortofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoMadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Il video del giorno: reazioni degli AUTOMOBILISTI di Milano al blocco di via Palmanova

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“Se mia nonna avesse le ruote…”, “Siete ottusi”, “Andate in corso Buenos, non in via Palmanova”, “Hai avvertito tu il mio paziente che devo portare a una visita oncologica?”, “La metà della gente qua deve andare all’ospedale, mica a fare i cretini come voi”.

Le reazioni degli automobilisti milanesi bloccati dai manifestanti. Lo stile non è acqua. 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

 

 

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

 

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

 

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

 

Avvisi storici sul tram

 

La sfida: di corsa contro la metro

 

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

 

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

 

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

 

La domenica di Milano vs di Roma

 

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

 

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

 

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

 

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

 

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

 

Mi sono trasferita a Milano

ALTRI VIDEO DEL GIORNO:

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milano

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Quale è il TEATRO LIRICO più GRANDE d’Italia?

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Quale è il TEATRO LIRICO più GRANDE d'Italia?
Credits robertosonoio IG - Teatro Lirico Palermo

Scopriamo quale è il teatro lirico più grande d’Italia, le sue dimensioni e il confronto con gli altri teatri europei.

Quale è il TEATRO LIRICO più GRANDE d’Italia?

@epiruranio IG – Teatro Massimo Palermo

Il più grande edificio teatrale lirico d’Italia è il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, meglio noto come Teatro Massimo, a Palermo. In Europa si posiziona al terzo posto per ordine di grandezza architettonica dopo l’Opéra National di Parigi, da 1.900 posti inaugurato nel 1875, e la Staatsoper di Vienna da 2.260 posti la cui costruzione è terminata nel 1869.  

# Le sue dimensioni e lo stile architettonico

@robertosonoio IG – Teatro Lirico Palermo

Le enormi dimensioni del complesso architettonico sono dovute al teatro e agli ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali che lo circondano. Si sviluppa su una superficie di 7.730 mq superando anche il Teatro alla Scala di Milano, il più importante teatro lirico al mondo, nonostante una capienza di 1.247 posti, quasi 800 in meno rispetto a quello milanese.

Progettato dall’architetto Giovan Battista Filippo Basile, in seguito alla vittoria del concorso promosso dal Comune di Palermo nel 1864, i lavori per la costruzione del Teatro Massimo di iniziarono nel 1875 e terminarono nel 1897. L’edificio si presenta con uno stile neoclassico-eclettico e sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che furono demolite verso la fine dell’Ottocento. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 16 maggio 1897 con il Falstaff di Verdi.

Continua la lettura con: Qual è lo STADIO più GRANDE d’ITALIA? 

FABIO MARCOMIN

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La CASA GROTTA: per rivivere come all’alba dell’umanità

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Credits atti.bianchi IG - Tavola Casa grotta

Un’abitazione fuori dal tempo che ha conservato l’atmosfera, gli spazi e gli arredi di epoche lontane. Dove si trova e qual è la sua storia.

La CASA GROTTA: per rivivere come all’alba dell’umanità

# La Casa grotta di Matera dove si vive come nell’antichità

Google streetviews – Casa Grotta

Nei pressi della piazza San Pietro Caveoso in Vico Solitario 11, a Matera, si trova la Casa grotta, una piccola casa-museo parte di un conglomerato di abitazioni che erano state scavate proprio nel Sasso Caveoso. Arredata come un tempo e rappresentativa degli usi, costumi e tradizioni del periodo è rimasta disabitata dal 1956 a causa dell’istituzione della legge di risanamento dei sassi portò all’abbandono di queste case.

# Una meta imperdibile nella “Città dei Sassi”

Instagram: vit_sud – Matera

La casa Museo è una meta imperdibile, per chi visita la “Città dei Sassi” patrimonio mondiale Unesco, riconosciuta e tutelata dal comune di Matera e gestita dall’associazione Gruppo Teatro Matera. Il comune e l’associazione oggi organizza visite guidate al suo interno e la tiene via ricreando lo stesso ambiente e la stessa atmosfera degli anni in cui questo tipo di case erano abitate. I turisti possono rivivere la vita di questi tempi, la disposizione dei mobili, la divisione degli spazi, la sistemazioni degli utensili e dei soprammobili sono ancora quelle degli anni ‘50.

Leggi anche: Le ESPERIENZE da fare almeno una volta della vita in ITALIA: a che quota sei?

# Dal focolare alla stalla per il mulo

La casa grotta di Matera conserva al suo interno: una cucina con vari utensili, un focolare, un letto in ferro battuto, legno e paglia, un tavolo centrale con un unico piatto da cui tutti pranzavano o cenavano, la stalla per il mulo e un sistema di raccolta dell’acqua e la cisterna. Un viaggio indietro nel tempo all’alba dell’umanità.

 

Continua la lettura con: The HANGAR: da RIFUGIO di GUERRA a CASA di LUSSO da 2 MILIONI di DOLLARI

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I GRANDI SINDACI della storia di Milano

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I primi cittadini che hanno fatto grande la città: dalla prima esposizione universale, passando per la realizzazione delle linee metropolitane fino ai nuovi quartieri che hanno ridisegnato interi quartieri. La nostra cinquina delle meraviglie (in ordine cronologico).

I GRANDI SINDACI della storia di Milano

#1 Ettore Ponti, il sindaco benefattore: portò la prima Expo nel 1906, realizzò il Mercato Ortofrutticolo e le prime case popolari

Ettore Ponti

Nato a Gallarate nel 1855, rampollo di una dinastia di facoltosi industriali, si distinse sin da giovane per il suo impegno nel sociale. Spese l’intera somma ricevuta in eredità da uno zio per far costruire due nuovi padiglioni nell’allora ospedale Maggiore di Milano, oggi sede dell’Università Statale di Milano. Di area liberale fu eletto Sindaco nel 1905. Sotto la sua carica si costruirono il mercato Ortofrutticolo e le prime case popolari. Per trovare il denaro necessario impose una nuova politica fiscale necessaria anche per ripagare un debito di 70.000.000 di lire contratto con la Cassa Depositi e Prestiti.

Alcuni provvedimenti risultarono in netto contrasto con gli interessi delle classi più abbienti che presero le distanze da Ponti ma questo non scoraggiò il Sindaco che credette sempre e solo nel bene della sua città. Solo un imprenditore prestato alla politica avrebbe potuto riuscire in una simile impresa e conscio che il business internazionale avrebbe fatto decollare definitivamente Milano riuscì a ospitare l’Esposizione Internazionale (1906) basata sulla tematica dei trasporti. Uno dei padiglioni tutt’ora esistenti di quell’evento è l’Acquario Civico. La sede principale venne posta a ridosso del Castello Sforzesco nell’attuale Parco Sempione mentre la parte secondaria e più ampia fu costruita nell’area della ex Fiera. Le due aree erano collegate da una tramvia sopraelevata di quasi 2 km. Un uomo d’azienda prestato alla Madunina.

Leggi anche:
La ferrovia SOPRAELEVATA di Milano: antenata della 90/91, così simile a New York
L’acquario di Milano risale all’Expo 1906: è il terzo più ANTICO d’Europa

#2 Emilio Caldara, il sindaco della Grande Guerra: fece nascere Città Studi e rese municipali i trasporti pubblici

Primo di una lunga lista di sindaci socialisti faceva parte di una politica fatta di uomini che si adoperavano ed agivano principalmente per il bene comune, cosa purtroppo ormai diventata rara a vantaggio di interessi personali, di potere o di passiva ricerca del consenso. Nato a Soresina nel 1868 grazie ai sacrifici di una famiglia non certo agiata si Laurea in Giurisprudenza a Pavia e nel 1891 arriva a Milano per esercitare la professione, ma la sua vera passione è la politica. Dopo un iter che lo porta prima ad essere eletto consigliere comunale succede alla carica di Sindaco nel 1914 succedendo al blasonato Greppi (omonimo di un altro grande Sindaco che racconteremo dopo) e subito si impegna per le fasce più deboli ma la cosa per la quale è soprattutto ricordato è la municipalizzazione dei trasporti pubblici.

Per onor del vero Caldara non fu direttamente eletto ma prese il posto dell’anziano indicato Sindaco Luigi Majno che dovette declinare per motivi di salute indicando proprio Caldara come suo validissimo sostituto. Nel periodo della Grande Guerra data la carenza di manodopera maschile con gli uomini impegnati al fronte promuove la presenza delle donne nei lavori fino allora esclusivamente affidati alle persone di sesso maschile. Si trovano pagine della sua Milano anche nei racconti di Hemingway in “Addio alle armi”. Lascerà Milano nel 1921, nonostante risulti il più votato alle elezioni comunali, alla volta di Roma dove conquistò una poltrona in Parlamento nelle file del PSI. Le sue crociate pro-deboli lo faranno espellere dal PSI per confluire nei riformisti del Partito Socialista Unitario. Dobbiamo a lui la nascita di Città Studi. Un uomo libero.

#3 Antonio Greppi, il sindaco della ricostruzione e della riconciliazione: fece rinascere scuole, università e “La Scala” dopo i bombardamenti 

Credits: varesenews.it – Antonio Greppi

Nato ad Angera nel 1894 dove ricoprì anche la carica di Sindaco si sedette sulla poltrona di Primo Cittadino di Milano il 27 Aprile del 1945 con una città devastata dalla Seconda Guerra Mondiale. Esponente di spicco del Partito Socialista fu un instancabile lavoratore e si batté fermamente per evitare qualunque forma di ritorsione dovute ai rancori maturati dalle varie fazioni che combatterono. La sua esperienza da fervente antifascista che gli costò numerosi arresti ma, soprattutto, la perdita di un figlio morto fucilato in via San Michele del Carso da parte di una pattuglia di fascisti, forgiò un carattere di grande riformista, cosa che pagò anche successivamente nella sua carriera di parlamentare.

Fece ricostruire scuole e università oltre che un incredibile numero di alloggi per poveri e indigenti. Amante dell’arte non mancò di ricostruire anche La Scala abbattuta dai bombardamenti degli alleati. Il Palco reale lo vedeva sempre presente nelle rappresentazioni di opere e concerti nel meraviglioso teatro che il mondo ci invidia. Lui come Caldara fu un incredibile difensore degli ultimi. Umanità fatta a persona.

#4 Pietro Bucalossi, il sindaco medico: ha inaugurato la prima linea metropolitana e guidato la Milano del boom economico

Credits: milanopost.info – Pietro Bucalossi

Di origini toscane, combattente antifascista e eccellente oncologo cedette al richiamo della politica per la sua vocazione di contribuire sempre al bene di tutti. Eletto Sindaco nel Febbraio del 1964 Bucalossi inaugura la Linea 1, “la rossa”, si impegna per riportare in pareggio i conti delle casse comunali e pianifica una edificazione controllata che preveda più spazi verdi pur consentendo nuove costruzioni. Controverso per alcune sue idee non sempre condivise dai più, vedi l’ampliamento dell’Aeroporto di Linate in un’ottica di espansione della città in termini economici e l’abolizione di alcuni apparati burocratici considerati un inutile dispendio di soldi si ritirerà dalla vita politica per tornare ad occuparsi di oncologia. Ha studiato e combattuto tumori negli esseri umani e nella società.

#5 Gabriele Albertini, il sindaco della nuova Milano: ha progettato la trasformazione urbanistica degli ultimi due decenni

Credits: mitomorrow -Gabriele Albertini

Imprenditore impegnato in diversi sindacati e gruppi di settore quali Assolombarda e Confindustria Albertini è stato Sindaco per due mandati consecutivi ricoprendo la carica dal 1997 al 2006. Di estrazione medio-borghese si prende cura di Milano riportandola nell’olimpo della moda mondiale, contribuendo alla riqualificazione della zona Varesine e del rilancio della Triennale. Sotto il suo mandato viene costruita Fieramilano che va via via sostituendo la Vecchia Fiera ora sede anche di CityLife, progettata durante il suo ultimo mandato. In netto contrasto con la Provincia di Milano che acquistò azioni di Milano-Serravalle Milano-Tangenziali giudicando troppo onerosa la cifra sborsata (oltre 100 milioni di euro rispetto al prezzo di mercato) attende giustizia. Sempre durante i suoi due mandati sono stati messi in funzione i due principali depuratori cittadini e sono state concluse le progettazioni delle linee 4 e 5 della metropolitana. Un signore. Anche in mutande.

Continua la lettura con: 10 personaggi che hanno fatto la storia di Milano 

ROBERTO BINAGHI

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Sondaggio: MILANO sta diventando una CITTÀ solo per RICCHI?

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Milano solo per ricchi?

Milano sta diventando una città solo per ricchi? Gli ultimi divieti entrati in vigore per accedere Area B, che escludono i cittadini che non possono permettersi un’auto nuova, gli affitti sempre più alle stelle, il costo della vita in generale tra i più alti in Europa sono segnali che sembrano portare verso quella direzione. Che cosa ne pensi?

Milano sta diventando una città solo per ricchi?

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La risposta è volontaria e sarà mantenuta anonima. I risultati non hanno alcun valore statistico. 

Altri sondaggi:

Hai mai SUBITO una forma di AGGRESSIONE o un ATTO VANDALICO a Milano?

Sei D’ACCORDO con le NUOVE REGOLE per entrare in area B e in area C?

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 La RIVOLTA contro la MILANO OFF LIMITS: “no al fortino per ricchi”. I POSSIBILI CAMBIAMENTI in ARRIVO

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area c e b
Area B Milano

Sono passati solo alcuni giorni dall’introduzione delle nuove regole per Area B, ma il sistema è già nel caos, migliaia di email arrivate dai cittadini anche per Area C. L’opposizione in consiglio comunale chiede correttivi e deroghe. Vediamo cosa sta succedendo e i possibili aggiustamenti.

La RIVOLTA contro la MILANO OFF LIMITS: “no al fortino per ricchi”. I POSSIBILI CAMBIAMENTI in ARRIVO

# Cittadini contro le nuove regole di Area B

La Verità

Le nuove regole di Area B sono entrate in vigore appena qualche giorno fa, ufficialmente il tre di ottobre dato che le telecamere sono spente nel weekend, ma le proteste dei cittadini e di chi arriva a Milano per lavorare, non si sono fatte attendere.

# In arrivo dei correttivi, ma nessuna deroga

@Giovanni Citarda FB – Area B

Nell’incontro della sera del 5 ottobre tra il Sindaco Sala e gli esponenti di Centro destra a Palazzo Marino è emersa la volontà del primo cittadino di trovare soluzioni per risolvere i disagi e i problemi che i milanesi stanno incontrando per accedere e muoversi a Milano. Ma, ribadisce, non ci sarà nessuna deroga o cambiamento delle regole.

Tra i correttivi in arrivo c’è la risoluzione dei problemi tecnici che impediscono l’utilizzo di ben 14 su 26 parcheggi di interscambio, posizionati pochi metri dopo le telecamere di Area B, e l’allungamento dei tempi di deroga per chi stipula un contratto per l’acquisto di un auto nuova: il termine scaduto il 14 settembre verrà prorogato. Un’apertura è arrivata anche sull’aumento dei fondi messi a bilancio per la sostituzione delle auto inquinanti.

Sul numero dei 50 ingressi annui per i residenti il Sindaco Sala ha chiarito che sono da intendersi in giorni e pertanto nell’arco della stessa giornata si può entrare e uscire dalla ztl senza consumare ingressi. Tra 15 giorni è prevista una prima comunicazione in Consiglio comunale su Area B per illustrare i dati delle prime due settimane del provvedimento. 

# Il caos sul funzionamento del Move-in 

Regione Lombardia – Move In

Anche con il dispositivo di Move-in, la “scatola nera” che consente fino a 2.000 km annui all’interno di Area B in base alla tipologia di veicolo posseduto, sono arrivati i primi problemi. Tra le centinaia di segnalazioni ci sono quelle di cittadini che si sono visti sottrarre chilometri di percorrenza anche durante il weekend con la Ztl inattiva, oppure recapitare una multa nonostante il dispositivo correttamente funzionante. In previsione un tavolo tecnico in regione Lombardia per capire come apportare correzioni al sistema.

Ecco alcune segnalazioni:

I chilometri fantasma di Move-in

Ho attivato il move in. Ma mi è arrivata lo stesso una multa. Ora dovrò perdere una giornata dai vigili per farmela togliere” 

Leggi anche: La SCATOLA NERA per consentire ad ACCEDERE in AREA B: come funziona

# Migliaia di email al Comune di Milano per Area C

Area C

Il caos riguarda anche Area C. Nell’ultima settimana il Comune di Milano ha infatti ricevuto circa 3.000 mail da parte di residenti nella Cerchia dei Bastioni che sono proprietari di vetture ibride e che chiedevano delucidazioni. Da lunedì è stato introdotto il ticket a pagamento anche per i possessori di auto ibride, che producono più di 100 grammi per chilogrammo di CO2. Il costo sarà di 2 euro dopo i primi 40 ingressi gratuiti.

# La protesta dei sindaci dell’hinterland: pronti a far pagare l’ingresso ai milanesi

Roberto Di Stefano – Sindaco di Sesto San Giovanni

Furiosi anche i sindaci dell’hinterland. Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, minaccia: “pronti a fare un’area S per far pagare i milanesi che entrano a Sesto San Giovanni”. “Sala fa l’ecologista con l’inquinamento degli altri”, conclude il sindaco.  

In un sondaggio lanciato sulla nostra testata si sono espressi contro le nuove regole di Area B e Area C il 70% dei milanesi.

Vota il sondaggio: Sondaggio: sei D’ACCORDO con le NUOVE REGOLE per entrare in area B e in area C?

# Gli interventi per evitare che a pagare siano i meno abbienti

Il rischio segnalato da molti è che per cavalcare a tutti i costi l’ideologia green Milano stia diventando sempre più una città per soli ricchi. In pochi possono ormai permettersi di acquistare un’auto nuova o pagare un ticket solo per muoversi in città. Per non escludere dalla città i cittadini con un reddito medio-basso e dimostrare quella solidarietà di cui Milano si vanta con il resto d’Italia si dovrebbe mettere in campo delle soluzioni più concrete rispetto a quelle sinora proposte. Vediamone alcune:

  • aumentare il numero di giorni di deroga per l’accesso ad Area B;
  • realizzare grandi parcheggi gratuiti d’interscambio presso le fermate della metropolitana fuori dal perimetro delle telecamere della Ztl;
  • introdurre abbonamenti low cost al trasporto pubblico validi per tutta la Città Metropolitana di Milano e Monza, per residenti e non residenti, come stanno facendo altre grandi città d’Europa. 

Il principio è che ai sacrifici imposti, soprattutto ai più poveri, deve corrispondere uno sforzo supplementare dell’amministrazione comunale che faccia percepire una reale vicinanza della politica agli interessi della collettività a 360 gradi e non solo a quelli di una minoranza che, a Milano, tende a corrispondere alla parte più benestante della popolazione.

Continua la lettura con: Come si può ENTRARE in AREA B anche con diesel euro 4 e 5?

FABIO MARCOMIN

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WeekEnd (6-9 ottobre): gli appuntamenti imperdibili #To-DO Milano

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Wine Week City Life - Credits: Coolinmilan

Milano Wine Week, DeejayTen, tanti concerti e a City Life si tenterà di battere un record del mondo. 

WeekEnd (6-9 ottobre): gli appuntamenti imperdibili #To-DO Milano

#Sommario:

#Venerdì 7/10: Counting Crews e Boris Brejcha, prosa con Moliere e Shakespere da bar e la nostalgia della musica anni ‘80

Counting Crews – Credits: Onda Rock
  • Il Malato immaginario: primo fine settimana in scena per Gioele Dix e il suo omaggio a Moliere. Al Teatro Franco Parenti di via Pierlombardo 14 (domenica orario pomeridiano).
  • Il corpo della parola: laboratorio esperienziale presso la sede milanese di LabArca, in via Marco d’Oggiono 1. Inizio alle 20.45 per una serata all’ascolto della propria comunicazione non verbale.
  • Boris Brejcha: la techno internazionale sbarca a Milano, grazie all’eclettico produttore tedesco. Al Fabrique di via Fantoli 9, con inizio alle ore 21.00.
  • Counting Crews: al Teatro Dal Verme di via S. Giovanni sul Muro arriva il rock senza tempo della band americana. American sound al 100% tra folk, blues e rock.
  • Shakespeare da Bar: Davide Lorenzo Palla porta una trilogia shakespeariana, sintesi della sperimentazione compiuta negli ultimi anni. Dopo aver portato gli spettacoli nei bar della penisola, tocca al palcoscenico vero del Carcano di Porta Romana.
  • Karmadrome: al Bobino club di Porta Genova inaugura una nuova serata dedicata alla musica anni ’80. L’appuntamento per i nostalgici è al venerdì sera con i dj Carlo Villa e Tommaso Toma.

#Sabato 8/10: mercatini all’aperto in città, musica antica a Lainate e il secondo appuntamento con Marco Mengoni

Peratoons – Credits: Comicon
  • Fiera di Sinigaglia: vale sempre la pena ricordare il mercatino delle pulci che a Milano prende vita ogni sabato. L’Alzaia del Naviglio Grande si copre di bancarelle dell’usato dalle 8.00 alle 18.00.
  • Basar: mercatino alla sede A.S.A. Onlus di via Arena 25. Dalle 10.00 alle 18.00 nuovo, usato e vintage aspettano curiosi e appassionati.
  • Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù: il nuovo progetto del MUDEC di via Tortona, esplora i misteri della cosmologia andina, espone opere in terracotta ed offre anche l’esperienza di una sala immersiva. Apre sabato e continua fino al prossimo febbraio.
  • Mercato della Terra: appuntamento fisso con Slow Food e i coltivatori del Parco Agricolo Sud alla Fabbrica del Vapore. Un incrocio urbano tra la Milano agricola e la nuova metropoli ai piedi dei grattacieli, dalle 10.00 alle 14.00.
  • Ridi a Creepypelle: alla libreria dei ragazzi e delle ragazze di via Tadino 53, pomeriggio di firmacopie con Peratoons. Ingresso gratuito e spilletta in omaggio.
  • Musica e stravaganze: Festival di musica antica presso Villa Borromeo Visconti Litta di Lainate. Inizio dalle 19.15 da Largo Vittorio Veneto con il capolavoro giovanile di G. F. Haendel Oh Numi eterni (La Lucrezia).
  • White Dinner Show: all’ Agriturismo Dolce Luna di Via Gaetano Airaghi 131, cena in bianco a partire dalle ore 20.00. Si inizia con un aperitivo a bordo piscina e si prosegue con il Dinner Show e la musica di Enzo Fiorentinoe il DJ set con Noè Ghezzi.
  • Ridi Pagliaccio: pre serata al Teatro Dal Verme. Dalle 18.00 alle 20.00 le prime d’autore: Leoncavallo, Puccini, Lehár, Meyerbeer, Angelo Foletto conversa con Piero Ostali e Luciana Serra
  • Marco Mengoni: seconda serata milanese del cantautore romano, al Forum di Assago. Ore 21.

#Domenica 9/10: la DeeJay Ten, Biciclettata sulla Martesana, un tentativo di record del mondo a City Life e la musica di Raphael Gualazzi, Federico Mecozzi, Dean Lewis e Years&Years

Deejay Ten – Credits: Radio Deejay
  • DeeJay Ten: la celebre corsa organizzata da Radio Deejay che attende migliaia di runner, da Viale Malta alle ore 10.00. Due i percorsi, da 5 e 10 km, per una domenica di sport che si svolgerà con qualsiasi condizione meteorologica.
  • Biciclettata Naviglio Martesana: ritrovo alle 9.00 in via Dante a Vimodrone, per la biciclettata lungo la Martesana, con arrivo verso le 13.00 a Trezzo s/Adda.
  • Vecchi libri in piazza: come ogni seconda domenica del mese, tornano in Piazza Diaz i vecchi libri rari e curiosi. Dalle 9.00 alle 17.00 gli appassionati possono godere delle rarità e stampe di una volta.
  • Fiori & Sapori: importante evento sull’Alzaia del Naviglio Grande, in compagnia di fiori, piante ed attrezzature per il giardino. Oltre 200 vivaisti e specialisti si danno appuntamento dalle 8.30.
  • Domenica di carta: apertura straordinaria di pinacoteche e biblioteche, per la replica di un’iniziativa di grandissimo successo. Tra le altre, a Milano, è aperta la Pinacoteca di Brera, dalle 10.00 alle 14.00.
  • Menspire meets Italy: un incredibile visual composto da 6 demo spiegate step by step da due dei migliori formatori presenti nel panorama mondiale. Show di @joshlamonaca & @lucaperillo allo Spazio Tertulliano nell’omonima via, dalle 10.00 alle 19.00.
  • F@mu: Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Moltissimi i musei, le fondazioni e gli spazi espositiviche hanno aderito all’iniziativa: per un giorno apriranno alle famiglie e le info si possono trovare a famigliealmuseo.com .
  • Homelife Quartet: progetto creato dal contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer che omaggia Carla Bley e Steve Swallow. Presso la Biblioteca della Cascina Grande, in viale Togliatti a Rozzano, dalle 17.00 alle 19.00.
  • Brindisi da record: Milano Wine Week col botto, per un tentativo di Record da Guinness dei primati. A City Life, proprio in piazza Tre Torri, si brinda con Prosecco DOC. L’inizio è alle 17.30 ed è consigliato arrivare in anticipo.
  • Ri-Scatti 2022: apre la settima edizione del progetto di fotografia sociale dell’associazione Ri-scatti. Tema di quest’anno è “Per me si va tra la perduta gente”. Alla sala delle Cariatidi di Palazzo Reale fino al 6 novembre.
  • Brocantage: a Monza, in via Bergamo 20, oltre 100 espositori attendono curiosi e collezionisti per mostrare le rarità e l’antiquariato. Dalle 8.00 di mattina come ogni seconda domenica del mese.
  • Federico Mecozzi: al Teatro Filodrammatici lo show di un interessantissimo violinista e compositore. Federico Mecozzi è il primo violino che da anni accompagna Ludovico Einaudi.
  • Raphael Gualazzi: alla Sala Verdi del Conservatorio, a partire dalle ore 21.00, Raphael Gualazzi e la sua sfrontata delicatezza, sono i protagonisti di JazzMI.
  • Dean Lewis: una data italiana per l’artista australiano. Apertura porte ai Magazzini Generali di via Pietrasanta 14 alle ore 21.00.
  • Years&Years: attesissima unica data del The Night Call Tour. Olly Alexander sbarca al Fabrique con il suo show che promette meraviglie

#Per tutto il fine settimana: la Milano Wine Week, una fiera del libro dal format innovativo

Vino Milano – Credits: conoscounposto
  • Milano Wine Week: domina il comparto degli eventi all’aperto di ottobre la Wine Week. Inizio sabato 8/10 e continua fino al 16 ottobre un percorso diffuso a Milano, in cui il protagonista assoluto è il vino.
  • EDITA: torna dopo il successo della prima edizione, EDITA, una fiera del libro con un format innovativo. A Cascina Cuccagna sabato 8 e domenica 9, dalle 10.00 alle 19.00, con ospiti, case editrici ed appassionati.
  • La prima Don’t Escape Room: in occasione della giornata mondiale della salute mentale, prevista per il 10 ottobre, Unobravo organizza due eventi in Piazza Gae Aulenti. Sabato alle ore 10.00 e domenica alle ore 20.00, per non scappare dalle emozioni ma per affrontarle.
  • Milano Golosa: In piazza S. Eustorgio torna una delle passioni milanesi: un appuntamento per gli amanti del buon cibo gourmet. Dalle 10.00 ci si perde tra degustazioni, laboratori, storie e cibo.
  • Milano Sposi 2022: consueto appuntamento ottobrino con la fiera dedicata al giorno più bello. Al Parco Esposizioni di Novegro da venerdì a domenica, con apertura dalle 10.00 alle 20.00.
  • Il Palio dell’Oca: a Lacchiarella una storica manifestazione folcloristica, che si svolge nella cornice di Piazza Risorgimento 11. Sfilate in costume dei sette Cantoni Ciarlaschi, i carri tipici e la corsa delle Oche, sono alcuni degli appuntamenti da non perdere.
  • Chiostro in fiera: la fiera dell’artigianato nel chiostro del Museo Diocesano. Giorni di festa e mercatini per la cornice di piazza S. Eustorgio 3. L’occasione coincide anche con la seconda domenica del Little Market.
  • La vendemmia di Montenapoleone: continua per tutto il fine settimana l’evento che coniuga vino e lusso. Le canine più prestigiose incontrano i brand dell’alta moda e della gioielleria di lusso a Montenapoleone District.
  • Festival del Vino di Lazzate: prima edizione della festa del Vino a Lazzate, che durerà per tutto il fine settimana in piazza Giovanni XXIII.
  • Bruce Nauman. Neons Corridors Rooms: mostra con oltre 30 opere realizzate da Bruce Nauman. All’Hangar Bicocca di via Chiese 2 ingresso gratuito da venerdì a domenica, 10.30 – 20.30.
  • Aperitivo in Villa: venerdì e sabato aperitivo a Villa Reale di Monza. Dalle 19.00 alla mezzanotte, ingresso libero (ma è consigliata la prenotazione) per girare tra banchetti e degustazioni.

Appuntamento a Lunedì mattina per gli eventi della settimana dal 10 al 14 ottobre

LAURA LIONTI

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

Vedi anche: Bormio, Isolino Virginia, Lugano, Pomponesco, Merano, Morcote, Mantova, le “Filippine Italiane”, Lodi, Pavia, Vigevano, Bobbio, Cumiana, Monza, Valsassina, Bardineto, Valle d’Intelvi, Como, Maranello, Tremosine, Madonna di Campiglio, Val Vigezzo, Punta Sasso, Portofino, Bellagio, Legnano, Sottomarina, Le 5 Terre, Brolo, Preda Rossa, Lomello, Bergamo, Madruzzo, Gaggio, Pusiano, Gera Lario, Chamois, Lerici

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Quali CAR SHARING ci sono a Milano?

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Quali CAR SHARING ci sono a Milano?
Ph. paulbr75 - Pixabay

Ecco quali car sharing ci sono a Milano, le tipologie di servizio, le auto che si possono noleggiare e le principali tariffe previste.

Quali CAR SHARING ci sono a Milano?

# I due tipi di car sharing 

A Milano ci sono due categorie di car sharing: i free floating, le auto si prelevano e si lasciano liberamente sulle strisce gialle o blu della zona operativa, all’incirca corrispondente al territorio comunale salvo qualche sconfinamento in alcuni comuni dell’hinterland, e quelli station based, con le auto che devono essere prelevate e riconsegnate nello stesso apposito parcheggio riservato. Vediamo gli operatori principali.

# Il car sharing free floating 

Sharenow

In questa categoria troviamo:

  • Share Now, l’operatore nato dalla fusione tra Car2go e DriveNow, con una flotta eterogenea che comprende Smart, Fiat 500 elettriche, auto di segmento medio di marca Peugout e Citroen, e di fascia alta come la BMW serie 1. Le tariffe, che variano in base al modello, sono al minuto con 200 km inclusi, oppure orarie e giornaliere fino a un periodo massimo di 30 giorni con un costo aggiuntivo per i km percorsi. Si può anche prenotare l’auto in anticipo con consegna nei pressi dell’abitazione;
  • Enjoy, di Eni, che mette a disposizione fiat 500 e furgoni Doblò anche bi-fuel, con noleggio al minuto a 25 centesimi o giornaliero per un massimo di 50 euro, di 80 per il furgone;
  • LeasysGo propone in sharing la fiat 500 elettrica. Ci sono due piani: il Prepaid al costo mensile di 19,99€ e inclusivo di 120 minuti di mobilità al mese e il Pay-per-use, senza costi fissi e una tariffa di 0,32€ al minuto. Per entrambe le soluzioni, la tariffa massima giornaliera è fissata a 49€;
  • Zity, l’ultima arrivata, propone a noleggio l’utilitaria Dacia Spring full electric con circa 250 km di autonomia. Si può tenere per un massimo di 3 giorni e in caso di utilizzo durante il noleggio si può usufruire di una tariffa dimezzata di 12 centesimi invece che di 23 centesimi.

# Il car sharing station based

Ubeeqo

Tra gli operatori station based ci sono:

  • Ubeeqo, di Europcar Mobility Group, che ha rilevato il servizio di Guidami (il primo car sharing milanese) e che propone i principali segmenti di auto: dalla citycar alla berlina premium, fino al furgone. Tra i marchi ci sono VW, Renault e Toyota. Il noleggio minimo è di 4 ore e alla tariffa base va aggiunto un costo per ogni km percorso successivo ai primi 30 km compresi nel servizio. Le auto si trovano all’interno dei parcheggi di supermercati, centri commerciali o silos in stalli dedicati.
  • E-Vai, la soluzione regionale del gruppo Fnm, con 120 punti in 62 località, tra le quali 36 stazioni ferroviarie e i tre principali aeroporti lombardi. Ci sono due tipologie di iscrizione: Silver, per chi noleggia una tantum, e Gold, con un anticipo di 60 euro ma senza costi di apertura del noleggio. Si paga solo per ogni ora di utilizzo. Tra i modelli di auto ci sono Renault Zoe, Toyota Auris e Yaris Hybrid.

Continua la lettura con: Come ARRIVARE a Milano dall’AEROPORTO di ORIO al SERIO 

FABIO MARCOMIN

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Alla scoperta di NOALE, il “Borgo più bello del Veneto”

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Viaggio alla scoperta di Noale, cittadina votata dagli utenti di Facebook e Instagram come il “Borgo più bello del Veneto”. L’unica città fortificata del Veneziano, a tre ore da Milano. 

Alla scoperta di NOALE, il “Borgo più bello del Veneto”

# Noale, la sorpresa dell’entroterra veneziano 

La bellezza suggestiva di Venezia non si esaurisce quando si esce dalla città lagunare. L’entroterra veneziano riserva infatti a tutti i suoi visitatori delle sorprese particolarmente positive. Noale è una di queste.

Credits: @venetoeu.it

# L’unica cittadina fortificata di tutto il territorio del Veneziano

Cittadina ricca di storia, Noale sorge al centro del territorio formato da tre importanti città del Veneto: Venezia, Padova e Treviso. Grazie a numerosi reperti archeologici e come si può notare dalla sua forma, ereditata dalla conformazione della tipica centuriazione romana, le sue origini si possono collocare attorno all’epoca preromana e romana.

I portici e i palazzi affrescati, in gran parte databili tra il sedicesimo e diciasettesimo secolo, permettono una forte somiglianza della struttura urbanistica di Noale a quella di Treviso. Novalis, questo il nome latino della cittadina, nel Basso Medioevo venne fortificata per diventare un avamposto militare della città di Treviso. Grazie a questa opera di difesa, recentemente ristrutturata, Noale è diventata l’unica cittadina fortificata di tutto il territorio del Veneziano.

# Una realtà con doppio cuore cittadino

Noale conta 2 torri: la Torre delle Campane e la Torre dell’Orologio. Quest’ultima, fresca di restauro, ospita ora anche il museo della civiltà contadina.

Credits: @proloconoale.it

Le sue 2 piazze principali, Piazza Castello e Piazza Maggiore, le danno un’altra unicità: Noale è infatti l’unica realtà della provincia di Venezia ad avere un doppio cuore cittadino.

# Oasi WWF e l’Aprilia

A due passi dal suo centro, Noale ospita l’ Oasi WWF Cave di Noale. Si tratta di un piccolo gioiello all’interno del quale vige la massima tutela dell’ambiente, con interessanti varietà faunistiche e floreali.

Credits: @francescogastaldo(IG) – Oasi Cave di Noale

Per gli amanti delle motociclette, è ottimo sapere che a Noale si trova la sede storica dell’Aprilia.

Sede dell’Aprilia a Noale (VE)

# Il Palio di Noale e la Bala D’Oro

A Noale vengono organizzati, ormai da molti anni, degli eventi che riportano alla luce alcune tradizioni medievali. Dal 1997, nel week-end della Pentecoste, prende vita il Palio di Noale : una rivisitazione di giochi e cerimonie indetti dai signori Tempesta (antichi padroni della cittadina) nel 1339 e nel 1347. Il Palio consiste in una corsa a staffetta su una distanza di 800 metri che si svolge tra gli esponenti delle sette contrade nel centro storico.

Credits: @paliodinoale(IG)

Un’altra cerimonia tradizionale è invece la Bala D’Oro: questa vede protagoniste le diciottenni noalesi impegnate nell’estrazione di alcune sfere di legno che contengono le cosiddette “bale d’oro“. Una di queste sfere, nella tradizione, conteneva dodici ducati d’oro, donati dall’Ospedale Noalese dei Frati Battuti come dote.

Credits: @paliodinoale(IG)

# Noale votata “Borgo più bello del Veneto”

Visto che oramai il mondo mediatico è nelle mani dei social, è giusto ricordare che nel 2020, proprio Noale ha vinto un contest lanciato su Facebook e su Instagram. I principali borghi veneti, tra cui non mancavano Asolo, Marostica, Caorle ed altri, si sono sfidati e hanno lasciato la scelta agli utenti, che hanno premiato a suon di like proprio Noale come “Borgo più bello del Veneto”.

Credits: veneto.eu, palionoale.it

LUCIO BARDELLE

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

Vedi anche: BormioIsolino VirginiaLuganoPomponescoMeranoMorcote, Mantova, le “Filippine Italiane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, Cumiana, MonzaValsassinaBardinetoValle d’Intelvi, Como, Maranello, Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal VigezzoPunta SassoPortofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoMadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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