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Il milanese che ha mollato la carriera da architetto per vendere biscotti artigianali

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Milanesi in trasformazione. Aumentano le store di cittadini che si rifanno una vita con dei cambiamenti radicali. Tra questi c’è Marco Locatelli, architetto che ha lasciato la carriera per aprire una biscotteria artigianale nel cuore della città. Ecco la sua storia come riportato da MilanoToday.

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Il milanese che ha mollato la carriera da architetto per vendere biscotti artigianali

# Le radici di una passione

Marco Locatelli di LOC Biscotti

Nato nel 1991, Marco Locatelli è cresciuto a Bestazzo di Cisliano, un piccolo centro nella campagna lombarda. La sua famiglia gestiva un ristorante e, da bambino, Marco passava le giornate tra i profumi della cucina, osservando il padre e lo zio mentre creavano piatti per i clienti. «Ho sempre amato i dolci, ma i biscotti avevano un fascino particolare per me. Erano semplici, eppure capaci di raccontare tante storie attraverso gli ingredienti», ricorda Marco a MilanoToday.

Nonostante questa precoce passione, la sua strada lo ha portato altrove. Dopo il diploma, ha scelto di studiare architettura, laureandosi al Politecnico di Milano. Per alcuni anni ha lavorato in uno studio, ma il lavoro d’ufficio, pur soddisfacente sotto alcuni aspetti, non gli dava quella soddisfazione tangibile che cercava. «Sentivo la mancanza di qualcosa di concreto, di poter creare con le mani e vedere subito il risultato», spiega Marco. Questo bisogno lo ha spinto a rispolverare la sua vecchia passione per i dolci e a immaginare un futuro diverso.

# La nascita di LOC Biscotti

Nel 2016, Marco ha trovato uno spazio in via Cola di Rienzo, nei pressi di Largo la Foppa. Era un locale di appena 40 metri quadri, ma sufficiente per iniziare. Grazie alle sue competenze da architetto, ha progettato tutto nei minimi dettagli, ottimizzando gli spazi per far convivere il laboratorio e una piccola area vendita. «Era un inizio modesto, ma per me rappresentava un sogno che si realizzava», racconta.

Per i primi due anni, Marco ha gestito tutto da solo, dalla produzione alla vendita, affrontando sfide quotidiane legate a un mercato competitivo e alla necessità di far conoscere il suo prodotto. Con il tempo, però, i suoi biscotti hanno cominciato a conquistare i clienti.

Nel 2018, la crescente domanda lo ha portato a trasferire il laboratorio in una struttura più grande ad Abbiategrasso. Questo gli ha permesso di ampliare l’offerta e trasformare la piccola rivendita di Milano in una vera biscotteria con caffetteria. Con l’aiuto della sorella Martina, Marco ha potuto ottimizzare la produzione e migliorare l’esperienza dei clienti, rendendo il negozio un punto di riferimento per chi cerca biscotti artigianali di alta qualità.

# I biscotti e lo sguardo al futuro

Il cuore di LOC Biscotti sono, naturalmente, i biscotti. Marco ha voluto dare nuova dignità a un prodotto spesso considerato secondario, lavorando con materie prime selezionate e sperimentando ricette originali. «Per me era importante che i biscotti avessero carattere. Non solo buoni, ma anche in grado di sorprendere», spiega l’ex architetto.

L’offerta include 12 varianti fisse, che spaziano dai classici ai sapori innovativi, come mais e saraceno con noci o pistacchio, cacao e sale. Per ogni stagione e festività, vengono proposte edizioni limitate, mentre l’attenzione alle esigenze alimentari ha portato alla creazione di biscotti senza glutine, vegani e, in futuro, senza zucchero.

In più, la caffetteria offre un ambiente dove i biscotti diventano protagonisti di un momento di pausa, accompagnati da caffè artigianale, tè selezionati e dolci fatti in casa. «Non volevo che il biscotto fosse solo un prodotto da portare via, ma un’esperienza da vivere», racconta Marco.

Guardando al futuro, Marco punta a replicare il format, investendo nella comunicazione digitale e ampliando l’offerta con nuove ricette. Il suo obiettivo? Creare un punto di riferimento per chi cerca biscotti artigianali a Milano. La sua è la dimostrazione che passione, dedizione e un pizzico di coraggio possono trasformare un’idea semplice in un progetto di successo.

Fonte: MilanoToday

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MATTEO RESPINTI

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La «chiesa fluo» di Milano, la rappresentazione psichedelica che sembra uscita da un disco dei Pink Floyd

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Chiesa Fluo

Il nome non è propriamente un invito al marketing. Si chiama Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa e sorge in via Neera 24 nella zona sud di Milano, non lontana dal Naviglio Pavese. Una chiesa che sembra ispirata dalla musica di Pink Floyd.

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La «chiesa fluo» di Milano, la rappresentazione psichedelica che sembra uscita da un disco dei Pink Floyd

 

La «chiesa fluo» di Milano, una visione psichedelica tra tempio greco e arco di trionfo romano

La Chiesa consacrata nel 1932 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster è realizzata in forme neoromantiche e rappresenta un insieme di stili differenti.
L’impianto a croce latina è divisa in tre navate con colonne in granito e capitelli stilizzati.
I fronti esterni sono caratterizzati dal mattone a vista, che rimanda alla tradizione lombarda.
Elemento di grande impatto della Chiesa è il monumentale pronao d’ingresso, un alto porticato scandito da quattro pilastri rivestiti in granito chiaro e concluso da un timpano triangolare svuotato da un arco centrale.

Le sue forme richiamano in una straordinaria sintesi, il tempio greco e l’arco di trionfo romano, rievocando le architetture metafisiche di De Chirico.
All’interno c’è un’altra caratteristica curiosa: le installazioni di tubi fluorescenti colorati dell’artista statunitense Dan Flavin.

L’installazione permanente è costituita da tubi al neon blu e verdi per la navata centrale, rossi per il transetto, oro per l’abside, nel transetto e nell’abside sono anche presenti delle file di neon a luce di Wood.
La variazione dei colori rimanda alla luce come trascorrere del giorno, dall’alba al tramonto, con l’oro posto nell’altare al centro della chiesa come nei mosaici delle antiche chiese bizantine.

Continua la lettura con: La chiesa più odiata dai milanesi

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Gessate, Bollate, Segrate… Perchè il tipico suffisso dei paesi vicini a Milano è -ATE?

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Un segnale inconfondibile. Il suffisso -ate: un “marchio” tipico dei comuni nei dintorni di Milano. Ma qual è il motivo di questa caratteristica?

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Gessate, Bollate, Segrate… Perchè il tipico suffisso dei paesi vicini a Milano è -ATE?

# Il suffisso tipico dei comuni del milanese

Molti comuni del milanese terminano con il suffisso -ate. Qualche esempio?

Abbiate (grasso)
Agrate (Brianza)
Albairate
Arconate
Albiate
Baranzate
Besate
Bollate
Buscate
Carate (Brianza)
Carnate
Carugate
Cesate
Cogliate
Cornate (d’Adda)
Garbagnate (Milanese)
Gessate
Lainate
Lambrate
Lazzate
Limbiate 
Linate
Liscate
Locate (di Triulzi)
Masate
Nosate
Novate (Milanese)
Renate
Rosate
Segrate
Sulbiate
Usmate Velate (in questo caso si raddoppia)
Vernate
Vignate 
Vimercate

Ma qual è il motivo di questa tipicità?

# Il suffisso tipico dei comuni del milanese: nei pressi dell’acqua

Oltre il 60% dei comuni italiani che terminano in -ate si trovano nei dintorni di Milano. Ci sono due possibili spiegazioni.

La prima è che il suffisso –ate si accompagni a luoghi che si riferiscono a una persona, ad esempio Galbiate verrebbe da Galbius.

La seconda, più quotata dagli esperti, deriva dalla lingua celtica: si indicherebbe con il suffisso -ate luoghi posti nei pressi dell’acqua. Ad esempio, Lambrate vicino al Lambro. 

Continua la lettura con: I soprannomi dei paesi dell’hinterland

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Sesto, Bresso e… : i 7+1 paesi da record dell’hinterland di Milano

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Nosate - Ph. @idiaridellabici IG

La Città Metropolitana di Milano si estende su una superficie di 1.575 Kmq e al suo interno conta 133 comuni. Scopriamo quali sono quelli da record.

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Sesto, Bresso e… : i 7+1 paesi da record dell’hinterland di Milano

#1 Morimondo: il paese più difficile da raggiungere 

Morimondo. Credits: im_lost_in_vacation (INSTG)

Morimondo è uno dei borghi più belli d’Italia grazie alla sua abbazia cistercense e al suo nucleo storico perfettamente conservato. Immerso nel Parco Agricolo Sud è un piccolo gioiello in cui sembra di essere stati catapultati in un’altra epoca. Lo svantaggio è che è forse il più scomodo di tutti da raggiungere, eccetto solo San Colombano al Lambro che si trova geograficamente nella provincia di Lodi.

 

Leggi anche: BORGHI più BELLI d’Italia: DUE sono nell’HINTERLAND di Milano

#2 Nosate: il meno abitato

Credits ul_breg IG – Nosate

Il comune meno popoloso in assoluto della Città Metropolitana di Milano è Nosate, ad ovest del capoluogo lombardo. Gli ultimi dati Istat disponibili indicano appena 649 abitanti.

 

#3 Sesto San Giovanni: il comune con più abitanti

Credits ganeshel IG – Sesto San Giovanni

La palma di comune dell’hinterland più abitato spetta a Sesto San Giovanni. Il primo comune confinante a nord con Milano ha una popolazione di 80.589 abitanti, posizionandosi davanti al confinante Cinisello Balsamo con poco più di 74.000 e Legnano con quasi 60.000. Sesto è il settimo comune con più abitanti della Lombardia e tra i primi cento d’Italia. 

 

Leggi anche: Il MAXI progetto MILANO-SESTO avrà un impatto economico di 2,3 MILIARDI di euro

#4 Bresso: il comune più densamente abitato (supera anche Milano)

Credits redmermaid86_ – Comune di Bresso

Il comune di Bresso, che condivide insieme a Milano il parco Nord, è quello con la densità maggiore di abitanti di tutta la Città Metropolitana milanese. Con 7.738 abitanti per kmq supera addirittura anche Milano che si ferma a 7.566.

 

Leggi anche: Hinterland: quali sono i comuni più VICINI al centro di Milano? E quelli più LONTANI?

#5 Rescaldina: il comune più alto

Credits rossellaimbello IG – Rescaldina

Il comune di Rescaldina, nel nord ovest dell’hinterland inserito nella zona omogenea dell’Alto Milanese, è quello situato all’altitudine maggiore. Il suo territorio è a circa 220 m.s.l.m. ed è anche il comune più a nord di tutti.

 

#6 Abbiategrasso: il comune più grande

Credits: milanoguida.it – Abbiategrasso

Abbiategrasso, famoso per il suo castello visconteo nel centro storico del paese, è il comune con la superficie più estesa della Città Metropolitana di Milano. Il suo territorio ricopre un’area di 47,78 kmq.

 

Leggi anche: I CASTELLI nei dintorni di Milano (Mappa)

#7 San Colombano al Lambro: il paese più isolato 

Credits: @_gd86_
San Colombano al Lambro

San Colombano al Lambro è senza dubbio il comune più isolato dell’hinterland milanese essendo una exclave all’interno della provincia di Lodi. Dista 54 km dal centro di Milano e per arrivarci bisogna attraversare gran parte del lodigiano con strade in pessime condizioni. Qui viene prodotto anche il vino di Milano ed è la ragione per cui, anche se geograficamente è distaccato, è stato mantenuto all’interno della provincia di Milano.

 

Leggi anche: San Colombano, il “VINO di MILANO” sulla collina con vista della Madonnina

#7+1 Basiglio: il comune più ricco

Credits paola.sabatini IG – Basiglio

Il Comune di Basiglio è da anni costantemente il più ricco della Città Metropolitana di Milano e costantemente sul podio anche in Italia. Il reddito pro capite registrato nell’ultima rilevazione supera i 45.000 euro. una curiosità? Confina con Rozzano, il comune più povero dell’hinterland. 

 

Continua la lettura con: VALSASSINA, 10 motivi per AMARLA

FABIO MARCOMIN

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NaPa, il primo «distretto a tema» di Milano

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claudioghisoni IG - Naviglio Pavese

Sull’onda del successo di NoLo, l’area a nord della città compresa tra Greco, Casoretto e Turro, alcuni anni fa è nato un nuovo quartiere: Na.Pa. Ma è molto di più di un quartiere, è infatti anche un distretto a tema. Scopriamo come e per quale motivo è stato creato.

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NaPa, il primo «distretto a tema» di Milano

# Il Naviglio Pavese ha trovato la sua identità?

Nel giugno del 2020 è stato inaugurato un nuovo quartiere chiamato Na.Pa. Ispirato al successo di Nolo, acronimo di North of Loreto, che designa un’area specifica tra via Padova e Viale Monza, e seguito qualche anno dopo da NoCe, sigla che sta per North of Cenisio. Na.Pa si riferisce al Naviglio Pavese, il meno celebrato tra i Navigli milanesi. Proprio per valorizzare questa zona, un gruppo di ristoratori ha lanciato l’iniziativa, assegnandole un nuovo nome con l’intento di trasformarla in un vero distretto urbano. L’obiettivo è quello di favorire un dialogo tra centro e periferia, rafforzando i legami tra le persone e il territorio. Il quartiere si sviluppa lungo il Naviglio Pavese, estendendosi oltre la circonvallazione fino al Parco Agricolo Sud per circa 4 chilometri.

Leggi anche: NOM: il nuovo quartiere “Car free” alle porte di Milano. Sarà la nuova NoLo?

# Il primo distretto a tema della città: un polo gastronomico che unisce sapori, cultura e tradizione

Na.Pa Milano FB

Na.Pa non è solo un quartiere, ma un polo gastronomico che unisce sapori, cultura e tradizione: l’obiettivo è di realizzare un Naviglio slow, connesso al Parco Sud e alla ciclabile VenTo. A guidare questa piccola rivoluzione culinaria ci sono 14 realtà fondatrici tra ristoranti, bar, cantine, trattorie e spazi gastronomici innovativi. Tra i protagonisti anche lo chef stellato Sadler, che dopo il suo trasferimento a Brera nel 2023, ha lasciato un’impronta importante nella valorizzazione delle eccellenze locali. Ma Na.Pa non si ferma al cibo: è un progetto che intreccia competenze, esperienze e cultura, grazie alla collaborazione con il Municipio 5, la Biblioteca di Chiesa Rossa, la NABA e il Teatro Pacta. Non sorprende, quindi, che nel 2021 il Gambero Rosso lo abbia eletto il quartiere emergente numero uno in Italia, celebrandone il mix perfetto tra innovazione e autenticità.

Leggi anche: VenTo, la «Super-Ciclabile» da Venezia a Torino: completato il tratto milanese. Ma il resto del progetto?

# I locali da provare: tra le novità c’è Fourghetti, aperto nell’estate 2024

fourghetti IG

Sono diverse le tappe da provare per scoprire sapori autentici lungo il Naviglio. L’Osteria della Conca Fallata conquista con le sue specialità a base di carne di cavallo, unendo i sapori della tradizione pugliese e milanese. Per gli amanti del vino c’è Cantina Urbana Milano, la prima cantina di produzione cittadina, dove il nettare di Bacco nasce direttamente in città. Gli appassionati di olio trovano un paradiso ne I Frantoi, la prima oleoteca urbana, mentre chi ama il pesce deve fare una sosta all’Antica Osteria del Mare: inserita nella Guida Michelin, eccelle in ostriche e crostacei di altissima qualità. Tra le novità c’è Fourghetti, aperto da Bruno Barbieri a Bologna e trasferito nel giugno 2024 a Milano nei locali lasciati da Sadler, con una cucina colorata, creativa e di sostanza.

Leggi anche: Le 5 «trattorie moderne» da non perdere a Milano

# Spettacoli musicali, teatrali e eventi all’aperto per far scoprire il territorio con Napa in festa

napa.mi IG – Napa in Festa

Tra le iniziative messe in campo dalla sua nascita per far scoprire il meglio che si trovare attorno al Naviglio Pavese c’è Napa in Festa. Il 29 settembre 2024 si è tenuta la quarta edizione, con spettacoli musicali, teatrali, di circo e eventi all’aperto. Un’occasione per degustare i prodotti del territorio con piatti preparati dagli Chef di Napa, spettacoli e laboratori. 

Continua la lettura con: Nel futuro di Milano una «Factory alla Andy Warhol»

FABIO MARCOMIN

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A Milano la prima Greenway metropolitana al mondo? Il progetto e i tempi di realizzazione

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Greenway

Sarebbe un’infrastruttura unica nel suo genere. Queste le caratteristiche previste, i possibili benefici ambientali ed economici per i territori coinvolti e le tempistiche di realizzazione. 

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A Milano la prima Greenway metropolitana al mondo? Il progetto e i tempi di realizzazione

# Un percorso verde di 15 km che collega Milano a Monza, arricchito da 5.000 alberi

Una greenway metropolitana nella Grande Milano? Il progetto di riqualificazione urbana denominato Mi-Mo, ideato da Bikenomist, una società di consulenza e comunicazione esperta nel settore della bicicletta, mira a creare un corridoio verde di 15 km per connettere Milano a Monza, attraversando Sesto San Giovanni.

A Milano il tracciato proposto si svilupperebbe lungo Viale Sarca, attualmente utilizzato prevalentemente dagli automobilisti come alternativa per evitare gli autovelox di Viale Fulvio Testi. L’iniziativa, elaborata in collaborazione con lo studio Montieri-Macchi, prevede la realizzazione entro il 2030 di:

  • una superciclabile bidirezionale con corsie di sorpasso e ampia corsia per mezzi d’emergenza;
  • corsie preferenziali shuttle bus a guida autonoma;
  • corridoi pedonali;
  • filari alberati con 5.000 alberi e ampi spazi verdi con prati fioriti.

# Vantaggi per l’ambiente e per l’economia delle zone attraversate

Maps – Viale Sarca

La realizzazione del progetto comporterebbe benefici significativi sia dal punto di vista ambientale che economico. Sul piano ecologico, le stime indicano una riduzione di 1.000 tonnellate di emissioni di CO2, un abbassamento di 3 gradi nella temperatura degli edifici lungo il tracciato e una diminuzione di circa 20.000 veicoli al giorno sull’asse che collega Milano, Sesto San Giovanni e Monza.

Dal punto di vista economico, si prevede un incremento del valore degli immobili a Milano tra il 12% e il 13%, con un possibile aumento, nel tempo, del volume d’affari delle attività commerciali compreso tra il 35% e il 55%. L’intervento, quindi, non solo potrebbe favorire l’economia locale, ma anche portare maggiore visibilità e valorizzazione alle aree più marginali attraversate dal percorso.

# Pirelli interessata a finanziare l’iniziativa che potrebbe migliorare la vita di 75mila persone

Credits: unimib.it
progetto Bicocca

L’infrastruttura si ispira al Parco lineare Turia di Valencia e punta a migliorare la qualità della vita di circa 75.000 persone, tra residenti e lavoratori delle aree interessate dal progetto. Pirelli, insieme ad altre aziende situate nella zona di Bicocca e al polo universitario, si è già dimostrata interessata a sostenere finanziariamente l’iniziativa. La multinazionale dei pneumatici, che ha il proprio quartier generale nell’area, intende promuovere soluzioni innovative coinvolgendo i propri dipendenti per trasformare la zona in un centro di eccellenza per la mobilità sostenibile. L’orizzonte è il 2030, non rimane che attendere gli sviluppi futuri.

Continua la lettura con: Loreto, forse ci siamo: via ai cantieri per la riqualificazione. Ecco come diventerà: rendering della piazza e le foto di buenos aires

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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«Alta Velocità»: si andrà da Milano al Lago di Garda in meno di 50 minuti

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Da Milano al Garda Bresciano in poco meno di 50 minuti, ecco la rivoluzione dell’Alta Velocità Brescia Est – Verona. Ecco a che punto è il progetto.

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«Alta Velocità»: si andrà da Milano al Lago di Garda in meno di 50 minuti

# Da Milano al Garda in meno di 50 minuti

Credits: InLombardia

Il Lago di Garda, uno dei luoghi di svago preferiti dai milanesi, diventerà ancora più vicino grazie all’alta velocità. Il progetto della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Brescia Est – Verona, che attraversa la Lombardia e il Veneto, avrà un impatto significativo sulla mobilità, soprattutto per i residenti di Milano. Con l’aggiunta di una fermata dedicata a Desenzano del Garda, i milanesi potranno raggiungere questo paradiso naturale in meno di 50 minuti, senza dover affrontare lo stress del traffico o cercare parcheggio.

Il Lago di Garda è da anni uno dei principali poli turistici della Lombardia, attirando milioni di visitatori ogni anno. Nel 2023, le sponde bresciana, veronese e trentina hanno visto un totale di 25 milioni di presenze turistiche, con 8 milioni di visitatori solo sulla sponda bresciana. Tra le località più frequentate, Sirmione, Limone e Desenzano si distinguono per l’offerta turistica variegata, che include strutture di lusso, ville storiche e una qualità dei servizi invidiabile. Desenzano, in particolare, sarà la fermata chiave nella nuova rete di trasporti ad alta velocità.

# Il progetto dell’Alta Velocità Brescia Est – Verona: inaugurazione nel 2026?

Credits: Cepavdue, consorzio eni per l’Altra Velocità
Il progetto della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Brescia Est – Verona si estende per circa 48 chilometri, dei quali 45,4 km saranno dedicati all’alta velocità e alta capacità. Il percorso collegherà le due città attraversando tre province: Brescia, Mantova e Verona, passando per 11 comuni.
 
Una delle sfide più complesse del progetto è la realizzazione della galleria di Lonato del Garda, una galleria naturale lunga 4,8 chilometri, che raggiunge Desenzano. La costruzione del tunnel è già in fase avanzata, con oltre il 70% dei lavori completati, e l’operazione dovrebbe essere conclusa entro il 2026, in linea con le scadenze previste dal PNRR.

# La fermata intermedia per il Garda

Elemento fondamentale di questo progetto è la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria dedicata al Lago di Garda, situata a San Martino della Battaglia, nel Comune di Desenzano. La stazione, che dista circa 2 chilometri dal casello autostradale di Sirmione, è stata fortemente voluta dalle istituzioni locali e regionali. La Regione Lombardia ha contribuito con un finanziamento iniziale di 35 milioni di euro per la progettazione e l’avvio dei lavori.

Questa nuova stazione non sarà solo una fermata per i treni ad alta velocità, ma anche un importante snodo per la mobilità locale. Il progetto include parcheggi, una stazione bus, una pista ciclabile e un bike park, per agevolare i turisti e i residenti nella mobilità verso il lago. La stazione avrà la capacità di servire fino a 2.120 passeggeri al giorno, rispondendo così alla crescente domanda di trasporti efficienti verso il Garda.

# Il beneficio per i milanesi

Credits: Veneto.info

 Attualmente, il collegamento tra Milano Centrale e Brescia è già ben servito da treni ad alta velocità, con una durata di viaggio di circa 36 minuti. Con l’aggiunta della fermata di San Martino della Battaglia, i milanesi potranno proseguire il viaggio verso il Garda in soli 10 minuti da Brescia, per un totale di meno di 50 minuti di viaggio.

In più, grazie alla connessione con gli aeroporti lombardi, il Lago di Garda diventerà una meta ancora più accessibile per i turisti internazionali.

Continua la lettura con: Le 10 ragazze milanesi da evitare

MATTEO RESPINTI

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Il «mini-quartiere Art-Decò di Milano»: le ville Tudor e Liberty più belle (Foto)

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Credits: ad-italia.it

Alcuni quartieri di Milano sono dei capolavori di stile. Alcuni di questi esempi si trovano in via Venti Settembre, Porta Venezia e in Monterosa. Nella selezione non può mancare questo mini quartiere molto caratteristico di Milano. 

Il «mini-quartiere Art-Decò di Milano»: le ville Tudor e Liberty più belle (Foto)

# Il mini quartiere delle villette di Porta Lodovica

Google maps – Via Giambologna

Il mini quartiere è delimitato dalle vie Tabacchi, Castelbarco, Tibaldi e Giambologna, a pochi passi dall’università Bocconi, è un gioiello nascosto di Milano. Composto quasi interamente da villette e case singole di dimensioni contenute, questo angolo cittadino offre un’atmosfera d’altri tempi. Le abitazioni, costruite prevalentemente tra il 1920 e il 1930, sono un affascinante mosaico di stili architettonici che spaziano dall’eclettico al Liberty, fino all’Art Decò.

Tra le più caratteristiche spiccano le villette decorate con raffinati dettagli floreali e geometrici tipici del Liberty, che raccontano la storia di un’epoca in cui l’estetica si fondeva con la funzionalità. Alcune case presentano torrette, balconcini e motivi ornamentali che catturano l’attenzione anche del passante più distratto.

Non mancano le curiosità nella zona: piccoli giardini privati nascosti dietro cancellate in ferro battuto, stradine tranquille che sembrano sospese nel tempo.

# Le Ville Tudor

Le grandi protagoniste del quartiere sono le due “ville Tudor” con le facciate a grate di legno e i tetti spioventi. Uno stile che ricorda il basso medioevo del nord Europa, quello delle favole di Hansel e Gretel. Sono state edificate intorno al 1920, a quanto pare da un coppia tedesca che ha deciso di ricreare a Milano le abitazioni tipiche della Baviera.  

Leggi anche: Il mistero delle delle ville Tudor: sono inglesi o tedesche?

# Il “mini castello” 

All’angolo tra via Caimi e via Giambologna si incontra un’abitazione che sembra un “mini castello”: con un arco in mattoni a incorniciare l’ingresso, delle bifore e le pareti su via Giambologna ricoperte da una pianta rampicante.

# La villa con richiami medievali

Si resta in un’atmosfera che richiama le suggestioni medievali, pur abbracciando uno stile nettamente differente. Poco distante, lungo via Giambologna, sorge un’altra villa affascinante, impreziosita da dettagli architettonici che sembrano provenire da un tempo remoto. Bassorilievi elaborati, eleganti bifore e una trifora sfalsata si combinano armoniosamente con decorazioni dorate, donando all’edificio un’aura di mistero e raffinatezza senza tempo.

# La villa con la bussola di vetro

All’angolo tra via Castelbarco e via Caimi si trova una villa bicolore con una bussola di vetro a svettare nell’attico come fosse un faro.

# Altre ville nel quartiere

Cosa si trova a pochi passi:

# Il Campus Bocconi

Su via Castelfidardo, laterale rispetto al quartiere delle villette, c’è il nuovo Campus Bocconi firmato dallo studio giapponese SANAA con giardino e centro sportivo: l’unico ad oggi a Milano ad avere una piscina olimpionica.

Appena oltre si trova uno dei polmoni verdi della zona, il Parco Ravizza.

Foto Redazione – Parco Ravizza

# Santeria Social Club

Foto redazione – Santeria social club

Per chi vuole divertirsi, bere, mangiare o studiare c’è Santeria Social Club in viale Toscana 31. Il locale distribuito su 1.000 mq mette a disposizione un grande bar con cucina, un imponente teatro, uno shop, un’aula di formazione, una sala riunioni ed un atelier artistico.

# Tram, filobus e treni suburbani

Foto redazione – Stazione Tibaldi altra vista

Il quartiere, pur non essendo collegato al momento da una linea metropolitana, è servito dal tram 15 lungo via Giambologna, dalla circolare 90/91 su viale Toscana dalla linea suburbana S9, e in futuro dalla Circle Line, grazie alla stazione Tibaldi-Bocconi con accesso da via Bazzi. 

 

Continua la lettura: Il MISTERO IRRISOLTO della FONTANA di Piazza Grandi

FABIO MARCOMIN

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Lugano, la nuova Montecarlo a due passi da Milano: i miei consigli per andarci a vivere (e ritrovarsi insieme a italiani ricchi e famosi)

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Sul Maggiolone a Lugano

E’ stata definita la nuova Montecarlo. Sempre più celebrità e ricchi italiani ci vanno a vivere. Ma qual è il segreto del suo successo e, soprattutto, come fare a trasferirsi senza fare errori?

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Lugano, la nuova Montecarlo a due passi da Milano: i miei consigli per andarci a vivere (e ritrovarsi insieme a italiani ricchi e famosi)

La nuova Mecca delle celebrità. In tempi recenti hanno preso la residenza nella cittadina ticinese personaggi come i campioni del motociclismo Jorge Lorenzo e Andrea Iannone, i campioni del ciclismo Vincenzo Nibali e Alberto Contador, il nuotatore Ian Thorpe, il campione di Formula 1 Fernando Alonso, gli allenatori Fabio Capello e Cesc Fabregas. Tra le dive del mondo dello spettacolo, hanno scelto Lugano Mina e Rita Pavone. Senza contare poi gli imprenditori, tra cui De Benedetti, Garavoglia di Campari o i fratelli Perfetti. Tre dei 10 uomini più ricchi d’Italia si sono trasferiti a Lugano e dintorni. 

Dei 68.375 abitanti, 17.000 hanno nazionalità italiana, in crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente. Sempre più milanesi stanno pensando di trasferirsi nel Canton Ticino. Questi sono sette consigli per chi vuole vivere a Lugano e dintorni. 

#1  Dove abitare: Sopraceneri o Sottoceneri?

Credits: @seydisahi.n IG
Lugano

Il Canton Ticino è storicamente diviso in due grandi aree separate dal Monte Ceneri con il suo passo e galleria autostradale: il Sopraceneri ed il Sottoceneri. Differenze incomprensibili per chi guarda da fuori, ma ben chiare per chi ci vive.

Il Sopraceneri è la parte più a Nord, con la Capitale amministrativa, sede del Governo Bellinzona e con località e territori a chiara vocazione turistica, come Locarno, Ascona le valli Maggia, Verzasca, Leventina, Blenio e il lago Maggiore: zone apprezzate e frequentate soprattutto dagli Svizzeri vacanzieri e dagli stranieri.

Il Sottoceneri è la parte più a Sud, con la capitale economica e finanziaria Lugano, il territorio vinicolo del Mendrisiotto, vaste aree industriali distribuite su tutto il territorio ed il lago di Lugano con borghi turistici come Morcote, Gandria, Brusino e l’area boschiva del Malcantone. La zona prediletta dagli italiani in fuga dall’Italia. 

Il consiglio potrebbe essere quello di scegliere “di pancia” un luogo che sembra ideale e prendere una residenza in affitto anche se intenzionati ad un acquisto, che potrà essere fatto successivamente dopo avere conosciuto le vere e molteplici atmosfere offerte.

#2 La casa: in città, sul lago o in montagna?

Credits: ticino.ch IG
Corippo

Occorre considerare che tutto il Canton Ticino è ben collegato, se si viaggia in auto, ma soprattutto anche con i mezzi pubblici: bus nelle aree urbane e Autopostali sui territori più discosti. Si può pertanto vivere in piena atmosfera urbana, di campagna, come pure in montagna. In pochi chilometri di distanza e in pochi minuti di tempo si può passare da bordo lago ad alta montagna. Un grande vantaggio è proprio quello di poter vivere in piena campagna a pochi chilometri da Lugano. 

#3 Il trasloco: registrare tutto con un solo atto

Credits: laprovinciadicomo.it
Dogana Brogeda

La frontiera Italia-Svizzera è una dogana importante in quanto la Svizzera non fa parte della UE: il passaggio di persone e soprattutto di merci può non essere semplice. Il giorno del trasloco segna pertanto il vero ingresso in Svizzera anche ai fini del permesso di soggiorno, che decorre da quel giorno. E’ importante che venga portato nel Canton Ticino tutto quanto si vuole, auto comprese, che entreranno nella lista dei prodotti trasferiti con una sola pratica e che successivamente riceveranno una targa Svizzera ed un collaudo. Successivi trasferimenti di cose o quanto altro sono da evitare

#4 Sentirsi a Milano vivendo all’estero

Il Canton Ticino sembra quasi Milàn, perché è facile sentire le persone che parlano diffusamente ancora in dialetto, diverso da zona a zona ma tutti simili al milanès:  si parla l’italiano, certe volte anche un po’ strano e divertente a causa di tutte le influenze delle altre lingue nazionali Francese e Tedesco (Esiste addirittura un dizionario!). Un italiano fuso con una mentalità un po’ tedesca, per cui l’effetto è particolare. L’ordine, la pulizia, la puntualità, la socialità inizieranno ad essere apprezzate subito e, per molti, a fare la differenza. Lugano poi, soprattutto negli ultimi anni, presenta una poderosa crescita culturale e sociale, a molti trasmette un’atmosfera di grande fermento, come la Milano di qualche anno fa. 

#5 L’auto: differenze nella guida e nelle regole da rispettare

Iniziamo a guidare come si guida in Svizzera. Qui di seguito un piccolo ripasso del codice stradale svizzero cui adeguarsi.

Il territorio è sempre cosparso di radar che cambiano di posto ogni settimana: se guidi oltre il limite di velocità ti regalano una foto con bollettino da pagare. Bisogna fare attenzione a guidare sempre mantenendo la distanza dalla macchina che ti precede per consentire un eventuale inserimento da destra, se non lo esegui e vieni avvistato da un’auto della Polizia, sentirai una sirena e ti consegneranno un bollettino.

Le doppie strisce sono come dei muri di cemento: NON si attraversano in auto, anche se la strada è deserta, ma si arriva al prossimo incrocio o rotonda e si torna indietro.
Le rotonde meriterebbero un discorso a parte, perché ce ne sono tante, grandi e piccole e sempre con un bel giardino verde al centro, ma l’importante è segnalare sempre con le frecce le proprie intenzioni di uscita.

A proposito, quando ti chiameranno per il collaudo dell’auto nella lettera ti scrivono tutto, ma il consiglio è quello di portare l’auto in un garage, che la prepari: il motore e il pianale sotto devono essere lavati!

#6 La ristorazione: il grotto svizzero

Credits: lebendige-traditionen.ch
Grotto svizzero

Il Canton Ticino offre tanta Ristorazione di qualità, che non ti fa sentire la mancanza dell’offerta di Milano, anche perchè molti cuochi sono italiani. C’è un tipo di ristorazione tipica, che però vale la pena conoscere da subito per entrare nello spirito vero di questo luogo. Il Grotto è il vero simbolo del Ticino e se ne trovano tantissimi distribuiti su tutto il territorio. Sono il più potente elemento attrattore per i turisti ed il principale motivo per cui ritornano. Vale la pena visitarli in zone diverse per potere gustare i prodotti tipici dei vari territori.

#7 I prodotti tipici

Credits: @chef__pier
Risotto alla milanese

Per entrare in sintonia con il nuovo territorio si suggerisce di conoscere e gustare i prodotti del territorio. In particolare la salumeria, i vini ed i formaggi. Si possono visitare numerosissime cantine e aziende vinicole che ben volentieri vi accompagneranno nei vigneti e vi faranno degustare i loro vini. Poi potrete salire sugli alpeggi (ne vale la pena) a conoscere e gustare i formaggi di montagna. Per fare ciò in un colpo solo si può partecipare a una delle tante feste, sagre paesane o manifestazioni, dove seduti intorno ai tavoli e seduti sulle panche si potranno mangiare piatti che sono comunque familiari a Milano: polenta con formaggi o col latte, risotto e ossibuchi, salamelle, minestrone, e la immancabile torta di pane.

 

Continua la lettura con: In Svizzera i camerieri guadagnano di più di un manager in Italia

GIUSEPPE MARZAGALLI

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Quando devi prendere la metro per Bisceglie ma al binario arriva Rho Fiera

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Ritirarsi con stile.

Qui il video: Quando devi prendere la metro per Bisceglie ma al binario arriva Rho/Fiera

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Continua con: La moglie dell’automobilista ticinese quando entra sulla Milano-Laghi superando la frontiera 

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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5 trattorie a prezzi bassi dove si mangia bene a Milano

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Cooperativa La Liberazione

Cibi della tradizione lombarda e atmosfere di un tempo che non c’è più. Scopriamo questi cinque indirizzi, selezionati da puntarellarossa, dove mangiare discretamente e senza svenarsi.

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5 trattorie a prezzi bassi dove si mangia bene a Milano

#1 Trattoria San Filippo Neri, come le trattorie di una volta

#4 Credits: @trattoriasanfilipponeri IG

Partiamo da nord. La trattoria San Filippo Neri propone la cucina tipica milanese: si presenta come le trattorie di una volta e tanto piace ai milanesi, anche per questo. All’interno due sale con tavoloni tipo mensa e tovaglie a quadri rosa e una vecchia boiserie di legno, all’esterno un grande dehors riscaldato. I prezzi sono contenuti e le porzioni abbondanti. Antipasti a 7 euro, i mondeghili con polenta, i primi a 8,5 euro con scelta tra risotto, minestra di fregola, lasagnetta con salsiccia, i secondi a 14 euro sia quelli di carne che quelli di pesce. I contorni e i dolci a 3,5 euro, mentre i vini, Barbera Bardoneschi e Bonarda Nicolini, a 7 euro. Voto recensioni Google: 4.4/5

Indirizzo: viale Monza, 220

#2 Cooperativa La Liberazione, con il clima di un vecchio circolo Arci 

Credits lukelucchinettif IG – Cooperativa la Liberazione

Spostiamoci a Est, in zona Dateo. Qui il clima è quello di un vecchio circolo Arci di provincia anche se siamo a Milano. Alla Cooperativa della Liberazione si possono infatti trovare quasi tutte immagini riconducibili alla sinistra, come il Quarto Stato e Garibaldi, Jacques Brel e Fenoglio, ma soprattutto si mangia bene a prezzi modici. Presente anche un dehor tra gli alberi. Il coperto costa 1 euro, gli antipasti e i primi sugli 8 euro, secondi che spaziano dai 12 euro della coppa di maiale e ai 14 degli arrosticini. Non manca la trippa a 11 euro. Voto recensioni Google: 4.5/5

Indirizzo: via Lomellina, 14 

#3 Sabbioneda da Romolo, una locanda di periferia (quasi) in centro città

Credits valemi86 IG – Trattoria Sabbioneda

Sabbioneda da Romolo, nonostante si trovi prossima al centro città, mantiene un’atmosfera un po’ dimessa come si può trovare nelle locanda di periferia. Il menu offre primi piatti come i tortiglioni al ragù a 8 euro e gli altri a 9 euro, i secondi che vanno dagli 8,5 euro della bistecca ai ferri ai 13 dell’ossobuco con polenta, per una cotoletta ne bastano 10. Il prezzo delle bottiglie parte da 15 euro, mentre per un bicchiere di vino rosso fermo ne servono 3. Per il coperto e il servizio si paga 1,5 euro. Voto recensioni Google: 4.3/5

Indirizzo: via Tadino, 32

#4 Osteria alla Grande, cucina casalinga e familiarità nei modi 

Credits luca.comel IG – Osteria alla Grande

Eccoci a Ovest. Osteria alla Grande è tutto quello che ci si può aspettare da una classica osteria milanese: prezzi bassi, cucina casalinga, familiarità nei modi. Tra i piatti troviamo risotti, tagliatelle con funghi porcini, ravioli al brasato e gnocchi fatti a mano, pappardelle al sugo di lepre, la vera trippa vera alla milanese e l’immancabile cassoeüla con le verze e la polenta. Il servizio e il coperto non si paga. I primi vengono 9 euro, i secondi 15 contorno compreso. Le bottiglie di vino sono tutte a 15. Voto recensioni Google: 4.4/5

Indirizzo: via delle Forze Armate, 405

#5 Casottel, un’autentica trattoria lombarda 

Credits lucajordan2002 IG – Casottel

Casotell è un’autentica trattoria lombarda nella periferia sud di Milano, con gli arredi ancora originali. La qualità del cibo è dignitosa, al livello di una trattoria tradizionale, con primi a 8-10 euro e i secondi a partire da 12 anche se arrivano a 22 euro. Tra le note dolenti c’è il menu che è a voce e lo scontrino che non è pervenuto. Voto recensioni Google: 4.1/5

Indirizzo: via Fabio Massimo, 25

Spunto: lapuntarellarossa.it

Continua la lettura: APERITIVO con VISTA su Milano: i migliori ROOFTOP sotto le STELLE

FABIO MARCOMIN

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40 anni fa «il Titanic di Milano»: crolla il Palasport di San Siro

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Palasport di San Siro

Era il vanto della città. Un’arena coperta, tra le più grandi del mondo, a pianta circolare e con profilo a doppia curvatura (a sella di cavallo). Sorgeva a fianco dello stadio, tra via Tesio e via Patroclo. La notte del 17 gennaio 1985 un forte boato sorprese i cittadini. Il Palasport era crollato. 

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40 anni fa «il Titanic di Milano»: crolla il Palasport di San Siro

Inaugurato nel 1976, poteva accogliere fino a 18.000 spettatori per competizioni di atletica leggera, di ciclismo, per concerti o per le partite di basket dell’Olimpia.

Era considerato un’avanguardia dell’architettura mondiale, tanto da essere copiato da altre strutture sportive nel mondo, tra cui il “Pengrowth Saddledome” di Calgary e il “Peace and Friendship Stadium” di Atene.

Il Palasport ha ospitato anche epici concerti, tra cui gli unici due concerti tenuti dai Queen in Italia, il 14 e 15 settembre 1984.

La sua storia finisce durante “la nevicata del secolo”. Il 17 gennaio 1985, sotto il peso della neve caduta a livelli record e accumulata al centro della copertura ricurva, una parte del tetto del Palasport crolla. Poche ore dopo la “nevicata del secolo” sarebbe giunta al suo termine. Due settimane dopo il palasport sarebbe dovuto essere teatro del primo concerto degli U2 in Italia.

Continua la lettura con: La nevicata del 1985

MILANO CITTA’ STATO

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Quando si voleva abbattere il turchino per eliminare la nebbia e l’inquinamento a Milano (Video ricordo)

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“Il principio è semplice. Lo stesso di cambiare l’aria in una stanza. Io propongo di aprire una finestra in Val Padana”. Uno dei momenti più storici della televisione italiana. 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

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M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

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Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

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In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

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Inaugurazione dell’M4

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

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Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

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Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

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Un milanese a Genova

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Milano, risse ai Navigli

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Nel regno delle zucche alle porte di Milano

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Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

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In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

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Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

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Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

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Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

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Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

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Mi sono trasferita a Milano

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Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Le 5 tariffe speciali per i mezzi pubblici di Milano

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Ideogram Ai - Nuove idee per migliorare la viabilità a Milano

In diverse città europee sono in atto sperimentazioni volte a migliorare la viabilità. Una  delle più semplici e a portata di mano è l’accesso al trasporto pubblico gratuito. L’utopico raggiungimento di tale obiettivo, almeno per ora, per Milano con un bilancio non assimilabile ad una città svizzera o nel Lussemburgo dove invece questo avviene, potrebbe però passare attraverso un cambiamento delle politiche di abbonamenti dell’ATM. Politiche che, per i rapporti con l’ATM, dovranno essere definite dal Comune di Milano. Ecco le possibili proposte. 

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Le 5 tariffe speciali per i mezzi pubblici di Milano

#1 Tariffe week-end: “I love Milan”

 

Per incentivare i cittadini e residenti dei comuni limitrofi a visitare la città usando i mezzi pubblici anche nei fine settimana. 

#2 “Milan by night”

Rete notturna Atm

Dalle 18 fino alla fine del servizio per coppie e famiglie che vogliono spostarsi senza usare la macchina e soprattutto per i giovani.

#3 Tariffe “short” 

Biglietto di seconda mano. Quanto costa? – Credits Milano Città Stato

Per percorsi brevi di massimo 20 minuti: non è equo pagare 2.20 euro per poche fermate. 

#4 Nuovi sistemi di tariffazione e trasporto per le bici nei vagoni delle metro

Ufficio Stampa Atm – Ciclostazione M1 Cordusio canalina per accesso

Ristudiare il sistema di tariffazione e trasporto delle bici a bordo delle metropolitane, magari dedicando un vagone ai ciclisti, accessibile anche ai passeggeri.

#5 Tariffa “school”

Credits Andrea Cherchi – Nido scuola Clorofilla

Per le mamme che vanno prendere i bambini a scuola che sia al mattino che pomeriggio creano ingorghi nelle strade e vicino alle scuole.

Continua la lettura con: I semafori che accendono anche i pali: quando arriveranno anche a Milano? E quali sono le innovazioni per rendere più sicura la circolazione?

CRISTINA FILIPPO

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Il significato dei nomi dei quartieri di Milano: vivi al «monte dei lupi» o nella «zona dei bufali»?

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Ph. @Milanographies IG

I nomi dei quartieri di Milano raccontano la storia della nostra città: una storia fatta di cascine dimenticate, boschetti, borghi storici e piccoli centri fondati secoli fa, dai celti, dai romani o dai longobardi. Andando ad indagare si svela un passato molto affascinante, anche solo partendo dai nomi più curiosi.

Leggi anche: Le 10 vie dal significato più strano di Milano

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Il significato dei nomi dei quartieri di Milano: vivi al «monte dei lupi» o nella «zona dei bufali»?

# Cordusio: alla corte dei duchi

quartieri

Perché la piazza che dà il nome a questo quartiere si chiama così? Bisogna tornare indietro nel tempo, fino ai longobardi, quando questa era la sede della Curia Ducis, ossia della corte dei duchi. Nel corso dei secoli, il nome si è evoluto da Cortedoxi a Corduce, per poi arrivare a Corduso e al contemporaneo Cordusio.

Leggi anche: I segreti di Piazza Cordusio

# Crocetta: per i malati che restavano a casa

Credits: foursquare – Crocetta

Una croce nel quartiere di Crocetta c’era sul serio, dove oggi invece sta la statua di San Calimero. Nello specifico, si trattava di una croce stazionale: una croce che svolgeva la funzione di chiesa all’aperto e che era utile per i malati che volevano assistere alla messa rimanendo comunque a casa (specialmente quando la città era infestata dalla peste).

# Turro: la torre del toro

turro
Credits: tripadvisor.com

Durante il medioevo qui doveva esserci un centro abitato con una torre di avvistamento o di difesa, indicata nelle carte antiche come “Taura Turris”: la Torre del Toro.

# Cimiano: prossimo a Milano

Deriva da “cimiliano”, ossia “prossimo a Milano”.

# Crescenzago: il campo di Crescenzio

Credits Dalla Bruna Fb – Crescenzago 3

Il nome è aperto a due interpretazioni. Probabilmente deriva dal latino “Crescentii Ager”, ossia “campo di Crescenzio”, ma allo stesso tempo il suffisso “-ago” farebbe intuire un’origine celtica, anteriore a quella romana. Il celtico “-akos” indicava una proprietà terriera, quindi anche in questa versione il misterioso Crescenzio rimane il proprietario del “campo”.

# Greco: il territorio dei greci

quartieri

Anche l’origine di questo quartiere ha due versioni: secondo la più letterale, nella zona ci sarebbe stato uno stanziamento di greci in epoca romana, mentre l’altra (più affidabile) fa derivare il nome dalla famiglia Greco, che supervisionava il territorio come vassalla.

# Rottole: le grandi pietre

rottole - spazzini
rottole – spazzini

“Rottole” potrebbe prendere il nome da un re longobardo: Rotari, al quale si deve il merito di aver reintrodotto le vie romane negli itinerari commerciali. Secondo un’altra interpretazione deriva dal dialetto “rotul”, termine che si riferisce alle grandi pietre utilizzate dagli Antichi Romani per la costruzione delle strade.

# Ortica: l’orto del Lambro

Niente di più semplice: “Ortica” è una derivazione della parola “orto”, anche grazie al fatto che il suo territorio è irrigato dal fiume Lambro.

Leggi anche: I segreti del Lambro

# Taliedo: dove crescono i tigli

taliedo (via Mecenate)
taliedo (via Mecenate)

Ma anche Nosedo, Castagnedo, Rogoredo… Cos’hanno in comune questi quartieri del Municipio 4? Il fatto che i loro nomi derivino da piante e alberi: Taliedo viene da “tilietum” (albero di tiglio), Nosedo da “nocetum” (bosco di noci), Castagnedo da “bosco di castagni” e Rogoredo da “ robur” (bosco di roveri).

# Morivione: dove è morto il bandito Vione

L’origine del nome “Morivione” è tra le più pittoresche. Si racconta infatti che, nel lontano 1336, proprio qui l’esercito dei Visconti riuscì a sconfiggere un gruppo di banditi, capitanati da tale Vione. Per celebrare l’evento venne posizionata una pietra, oggi scomparsa, con incisa la scritta “Qui morì Vione”: da qui la contrazione di “Morivione”.

# Gratosoglio: il suolo fertile

quartieri

Il nome “Gratosoglio” non ha un suono evocativo, eppure il suo significato indica un luogo bello e piacevole, dal latino “gratum solium”. È così che San Barnaba, mentre passava per Milano (era il 13 marzo del 51 d.C., giorno del Tredesin de Mars), definì questa zona, ricca di campi fertili e di acque.

# Conca Fallata: il canale sbagliato

conca fallata
Conca fallata

È facile intuire che questo quartiere si chiami così per la presenza di una conca di navigazione, ma perché definirla “fallata”? Questa conca, costruita lungo il Naviglio Pavese alla fine del Cinquecento, venne considerata inutile dai milanesi, visto che il naviglio pavese si interruppe subito dopo per il fallimento dei lavori: una conca superflua e per questo “fallata”, ossia sbagliata

Leggi anche: La bizzarra storia del trofeo Fuentes, il monumento bugiardo della Darsena 

# Boffalora: la zona dei bufali (o del vento)

Difficile capire da dove arrivi il nome “Boffalora”. Secondo alcune versioni deriva dal latino “Bufalus Ora”, ossia “zona dei bufali” (cosa non inverosimile durante l’Alto Medioevo, quando la zona era molto verde e paludosa), mentre in altre l’origine è da ritrovare nelle parole “boffa l’ora” (“soffia il vento”).

# Monlué: il monte dei lupi

Il nome del quartiere e del suo parco deriva dal latino “Mons luparium”, ossia “monte dei lupi”, segno che questa zona in tempi antichi doveva essere particolarmente selvaggia.

# Pratocentenaro: il prato dei centenari

Anche il nome di questo quartiere è di origine longobarda: deriva dal ruolo del “centenaro”, una figura che all’epoca aveva il compito di regolare una “centona”, ossia un distretto abitato da cento famiglie. Qui un tempo doveva essersi un “prato” dove tutti i centenari si riunivano per l’assegnazione delle terre.

# Ronchetto sul Naviglio: il terrazzamento sul fiume

Il nome deriva dal dialetto “ronch”, ad indicare un campo o un terrazzamento.

# Arzaga: la cascina

quartieri

Il quartiere ha preso il suo nome dall’omonima cascina, oggi scomparsa in seguito al suo abbattimento durante gli anni Sessanta. Un vero peccato, dato che l’edificio aveva un fascino neogotico non indifferente, e soprattutto insolito per una cascina.

# Quarto Cagnino: la tenuta di cani a quattro miglia da Milano

Come per tutti gli altri “Quarto”, anche Quarto Cagnino si chiama così perché si trova a quattro miglia dal centro di Milano (che in epoca antica era Piazza Cordusio). La parola “Cagnino”, invece, potrebbe essere un riferimento alla tenuta di cani che Bernabò Visconti aveva fatto costruire proprio in zona.

# Quarto Oggiaro: il luogo di Uglerio a quattro miglia da Milano

Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro

Proprio come Quarto Cagnino, anche Quarto Oggiaro si chiama così perché dista a quattro miglia romane da Piazza Cordusio. “Oggiaro” invece deriverebbe da “Uglerio”, una persona non meglio identificata che in tempi remoti doveva essere importante per il territorio.

# Sella Nuova: la sala nuova

Dietro questo nome non c’è nessuna sella e nessun cavallo, ma una “Sala Nuova”, ossia un complesso architettonico che all’epoca doveva comprendere sia la dimora signorile della nobile famiglia Torriani (poi passata ai Visconti), sia un deposito alimentare.

# QT8: per l’ottava edizione della Triennale

Questa misteriosa sigla sta per Quartiere Triennale 8, progettato nel 1947 in occasione dell’ottava edizione della Triennale.

Leggi anche: QT8 è il quartiere visionario di Milano

# Baggio: bada al luogo

piazza d'armi

Secondo alcune teorie, “Baggio” deriva da una torre militare di epoca romana chiamata “Badalocum” (ossia “bada al luogo”), mentre secondo altre ci sarebbe stata un’abbazia denominata “badia aggeris”.

Leggi anche: Baggio 2.0

# Musocco: l’acquitrino

quartieri

L’origine del nome “Musocco” potrebbe trarre in inganno. Infatti deriva dalla parola “musa”, che però non ha nulla a che fare con le dee della mitologia greca: infatti “musa” è qui inteso come “acquitrino”. Un tempo Musocco doveva una zona ricca di corsi d’acqua, che spesso portavano a degli impaludamenti.

# Brera: il terreno incolto

Credits Andrea Cherchi – Vicolo Brera

È uno dei quartieri simbolo di Milano, ma vi siete mai chiesti come mai si chiama in questo modo? Il nome deriva da braida, un termine di origine longobarda che indica un terreno incolto. Brera doveva essere molto diversa, in epoca medievale!

# Isola: separata dal resto di Milano

Il nome “Isola” racconta già molto di questo quartiere. L’isolamento risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando la zona era veramente separata dal resto di Milano a causa del Seveso e della Martesana (ora interrati) e della costruzione della ferrovia. Questo ha permesso al quartiere di seguire una propria identità, diventando una sorta di piccolo paese a sé stante all’interno dei confini di Milano.

Leggi anche: L’Isola dei tesori

# Affori: al mercato antico

Credits Andrea Cherchi – Affori

L’origine del nome “Affori” ha ben tre ipotesi: la prima lo farebbe derivare dal latino “Ad forum”, ipotizzando l’esistenza di un mercato antico. La seconda punta su “Ad fontem”, per la presenza di numerose fonti risorgive. L’ultima invece si avvale dell’espressione “Sancta Iustina a foris”, ad indicare una chiesa che all’epoca era fuori dalle mura di Milano.

Continua la lettura: Gli edifici più belli e più curiosi di Città Studi

VANESSA MARAN

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Le 10 case più costose al mondo: la più cara vale 2 miliardi di dollari! (foto)

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Credits: allthatsinteresting.com

Dalla copia di Versailles alla casa di 27 piani: queste sono le 10 case più costose e incredibili del mondo. 

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Le 10 case più costose al mondo: la più cara vale 2 miliardi di dollari! (foto)

#10 Fleur De Lys, Beverly Hills (USA): ispirata a Versailles vale 125 milioni di dollari

Instagram: thejdgroupinc

La mega villa di Beverly Hills, Fleur De Lys voluta dalla multimilionaria Suzanne Saperstein dispone 12 camere da letto e 15 bagni. Oltre 3000 metri quadri di casa, situata in un parco di 5 ettari, dispone di una piscina olimpionica e decorazioni ispirate a Versailles ed al castello di Vaux le Vicomte. La residenza è fornita anche di una grande sala da ballo, ed una sala di proiezione per cinquanta persone. Vale 125 milioni di dollari. 

 

#9 Hala Ranch, Aspen (USA): la casa nella fattoria da 135 milioni di dollari con cascata e pompe di benzina

Credits: migliori-broker.com

La tenuta è situata a nord di Apen, in Colorado. Acquistata nel 2006 dal Principe Saudita Bandar bin Sultan, Hala Ranch è considerata una delle più esclusive proprietà americane con una superficie di 5.200 mq. Nella tenuta è presente un fienile riscaldato e una stalla.
Il ranch ha una propria stazione di servizio (con proprie pompe di benzina), officina meccanica e autolavaggio. Sono presenti anche piscine, un campo da tennis, un laghetto per la pesca, una cascata interna e una scultura fatta di massi di granito modellati con la parola “hala” che in arabo significa “Benvenuti”.

 

#8 Maison de L’Amitie, Palm Beach (USA): oro, diamanti e 150 milioni di dollari per acquistarla

Credits: en.wikipedia.org

Donald Trump acquistò la Maison de L’Amitie per 41.4 milioni di dollari nel 2004. Acquistata nel 2008 da Dmitry Rybolovlev per 95 milioni di dollari, ha visto schizzare il proprio valore a 150 milioni di dollari fino ai giorni nostri. Nella villa sono presenti tra l’altro 18 camere da letto, 22 bagni, una sala da ballo, una sala multimediale e una galleria d’arte. Per l’ornamento dei bagni sono stati utilizzati diamanti e oro. Gli ospiti non avranno sicuramente problemi di parcheggio dato l’ampio garage che può contenere fino a 50 autovetture.

 

#7 The Pinnacle, Montana (USA): piste da scii e skilift privati per 155 milioni di dollari

Credits: unadonna.it

Parte del patrimonio immobiliare dei coniugi Blixseths, proprietari dell’esclusivo residence per multi milionari Yellowstone Club, il Pinnacle è una proprietà di grande charme con un valore di mercato di 155 milioni di dollari. Considerata come una comunità sciistica privata e golf per ricchi, la casa dispone di pavimenti riscaldati, molteplici piscine, palestra, cantina e persino il proprio skilift.

 

#6 Il Castello di Hearst, Los Angeles (USA): il più grande zoo privato del mondo per 190 milioni di dollari

Instagram: hearstcastleshm

Il castello di Hearst, situato tra tra Los Angeles e San Francisco, venne fatto edificare dal magnate della stampa William Randolph Hearst. Dotato di 56 camere da letto, 61 bagni, 19 salotti, 127 acri di giardino, piscine coperte e all’aperto, campi da tennis, sale cinematografiche, e il più grande zoo privato del mondo comprendente zebre e altri animali esotici si classifica nella 6° posizione delle residenze più costose al mondo. All’interno del castello sono presenti centinaia di opere d’arte e oggetti di antiquariato acquistati da Hearst nei suoi viaggi in Europa e in Egitto.

 

#5 Fairfield Pond negli Hamptons (USA): la mega tenuta a Long Island per 220 milioni di dollari

Credits: loveworld.com.ng

L’immensa proprietà di Ira Ennert  comprende edifici per un totale di oltre 9 mila mq. Al suo interno sono presenti 29 camere e 40 bagni. Il suo valore si aggira intorno a 220 milioni di dollari. Oltre alla colossale casa principale, a Fair Field ci sono anche una casetta per le attività e due casette con piscina. Complessivamente, gli edifici coprono più di 110.000 piedi quadrati.

 

#4 One Hyde Park Penthouse a Londra (UK): il re degli attici da 225 milioni di dollari

Credits: pinterest.it

È l’attico più prestigioso di Londra, situato in una residenza ultra lusso, è considerato uno degli edifici più prestigiosi al mondo. Il mega-appartamento nel quartiere più esclusivo del centro di Londra è dotato anche di una piscina di 21 metri, un cinema e una maxi biblioteca.

 

#3 Tour Odeon, Montecarlo: 5 piani di attico con scivolo d’acqua da oltre 335 milioni di dollari

Instagram: apmontaggi

Nel cuore del Principato di Monaco, il super-attico della Tour Odeon con 3.000 mq di superficie. Il mega attico di 5 piani dispone di una scenografica e panoramica terrazza con piscina e scivolo d’acqua oltre ad ambienti luminosi, lussuosi e raffinati.

 

#2 Villa Leopolda, Villefranche-sur-mer, Costa Azzurra (FRA): da Gianni Agnelli a Bill Gates per un valore di 750 Milioni di dollari

Instagram: houses.and.cars

Appartenuta tra gli altri, a Gianni Agnelli e Bill Gates, oggi di proprietà di Lily Safra, è una residenza così grande che solo per la manutenzione del giardino necessita di 50 giardinieri a ciclo continuo. La villa si estende per 1800 mq e conta di 19 suitepiscineserre che compongono uno dei giardini botanici privati più grandi d’Europa, campi sportivipista da bowling e un cinema. Sicuramente la noia non è di quelle parti anche per la splendida posizione, tra Nizza e Montecarlo. 

 

#1 Antilla Mumbai, India: la casa più costosa al mondo ha 27 piani e arriva all’astronomica cifra di 2 miliardi di dollari

Credits: allthatsinteresting.com

La casa più costosa si trova in India nel cuore di Mumbai. Mukesh Ambani, il quinto uomo più ricco al mondo, a capo della Reliance Industries, è il proprietario della casa più costosa del mondo. Il grattacielo da 27 piani, uno diverso dall’altro costruito in India nel cuore di Mumbai, possiede al suo interno una palestra, varie piscine, una sala da ballo, un cinema da 50 posti e un numero spropositato di camere da letto. Sul tetto possono atterrare tre elicotteri, mentre il parcheggio interno può contenere 160 auto. 

 

Fonte articolo: Casa.it

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La Statua della Libertà è un plagio: l’originale è a Milano

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statua della libertà: anche la copia torna a Milano
statua della libertà: anche la copia torna a Milano

Famosa in tutto il mondo. La statua della libertà. In realtà è una patacca. O, meglio, un plagio. E, come spesso succede, c’è lo zampino di un francese un po’ truffaldino… 

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La Statua della Libertà è un plagio: l’originale è a Milano

La “statua della libertà” del Duomo di Milano. Foto di Andrea Cherchi (c)

# Realizzata 75 anni prima di quella presente a New York

Pochi lo sanno, ma Milano vanta una sua “Statua della Libertà”: la si trova esposta sulla guglia maggiore della facciata del Duomo. Conosciuta ufficialmente come “Statua della Legge Nuova”, fu scolpita nel 1810 da Camillo Pacetti durante l’epoca napoleonica. Secondo alcune teorie, questa figura imponente potrebbe aver ispirato Frederic Auguste Bartholdi nella creazione della più celebre Statua della Libertà di New York, inaugurata nel 1885. Vediamo le prove del plagio. 

# Una somiglianza impressionante

statua della libertà: anche la copia torna a Milano
statua della libertà: anche la copia torna a Milano

Tra le oltre 3.200 statue che adornano la Cattedrale di Milano, si può osservare la Statua della Libertà sul lato sinistro del balcone, sopra il portone centrale della Basilica. La “Statua della Legge Nuova” presenta sorprendenti somiglianze con la celebre opera newyorkese: entrambe reggono una torcia nella mano destra alzata e portano una corona sul capo.

Ma le “coincidenze” non finiscono qui. La statua di New York tiene in mano le celebri tavole della legge, un dettaglio che trova un curioso parallelo sul Duomo. Guardando a destra della “Legge Nuova”, sempre sulla stessa balconata, si può ammirare “La Legge Vecchia”, un’altra statua che stringe proprio le tavole della legge.

# I francesi respingono l’accusa di plagio anche se… Milano meriterebbe almeno una menzione sulla “copia” di New York

Le statue della libertà di Firenze e di New York. Credits: @vecchiafirenzemia IG

I francesi, creatori ufficiali dell’opera, respingono ogni accusa di plagio: la versione ufficiale dei cugini è di aver tratto ispirazione al mitico Colosso di Rodi dell’antichità. Non solo: alcuni testi inglesi indicano il San Carlone di Arona, una statua del 1698 alta ben 23 metri, come possibile modello. In Toscana, invece, si insiste che la fonte d’ispirazione sia la “Statua della Libertà della Poesia”, realizzata tra il 1870 e il 1883 dallo scultore Pio Fedi per il monumento funebre di Giovanni Battista Niccolini, custodito nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

Eppure, l’ipotesi più intrigante e verosimile resta quella che punta a Milano. La “Statua della Legge Nuova” di Camillo Pacetti, che domina la città dalla facciata del Duomo sin dal 1810, precede di almeno 70 anni la sua controparte newyorkese. Disegnata e scolpita da Pacetti, eminente artista neoclassico e docente a Brera, la statua è affiancata dalla “Legge Vecchia”, che regge le tavole della legge. Insieme, queste due figure scolpite sembrano evocare in modo sorprendente il design della Statua della Libertà.

Pacetti, del resto, non è una figura marginale: oltre a realizzare questa scultura iconica, diresse anche i lavori per la decorazione dell’Arco della Pace. La sua opera potrebbe dunque aver giocato un ruolo cruciale nell’ispirazione di Frederic Auguste Bartholdi che, sebbene abbia dimorato a Milano prima di procedere al suo progetto, non ha mai ammesso alcuna connessione con quella che sembra l’originale della sua opera. 

Quello che è certo è che la somiglianza, però, è innegabile. E forse Milano, con la sua storia secolare e il suo genio creativo, potrebbe legittimamente rivendicare almeno una menzione accanto al celebre monumento di New York.

Continua la lettura con: FORNACE CURTI, dal 1400 l’ultima ancora attiva a Milano

TIZIANA LEOPIZZI (Aggiornato da redazione)

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«La donna di trì tett»: la statua di Milano con «tre seni»

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Ph. @ilpiccionedimilano IG

La signora più chiacchierata del centro di Milano. Da quasi un secolo. Foto cover:  @ilpiccionedimilano IG

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«La donna di trì tett»: la statua di Milano con «tre seni»

Nel cuore pulsante di Milano, in una nicchia della suggestiva fontana dei Tritoni, si cela una statua che da quasi un secolo alimenta curiosità e interpretazioni. Ci troviamo tra via Andegari e via Romagnosi, a pochi passi da Brera e dal Teatro alla Scala: questa scultura è conosciuta dai milanesi come la “donna con le tre tette” (“La donna di trì tett”).

Il curioso soprannome risale al 1928, anno della sua inaugurazione, quando l’opera divenne subito oggetto di commenti e aneddoti popolari. Tuttavia, l’apparente eccentricità cela un significato simbolico più profondo: la figura rappresenta la “Donna Risparmiatrice” e il presunto terzo seno è in realtà un salvadanaio rotondo che la donna stringe tra le mani. Un chiaro invito alla prudenza economica e alla parsimonia.

La fontana dei Tritoni, che fa da cornice a questa statua, è considerata una delle gemme più affascinanti e sottovalutate di Milano. Con i suoi dettagli ricercati e la sua elegante composizione, rappresenta un angolo di bellezza spesso trascurato, ma che merita di essere riscoperto da cittadini e turisti

Continua la lettura con: BERRI MEREGALLI, il palazzo più eclettico di Milano

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Il 2025 sarà ancora l’anno delle periferie? Le 7 zone di Milano su cui scommettere per acquistare casa

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Affori - @milanographies IG

Nonostante qualche timido segnale di rallentamento, secondo gli esperti del settore i prezzi sono destinati a salire anche nel 2025. A fare la parte del leone ci sono le periferie che, grazie alla rigenerazione di aree degradate e all’arrivo di nuove fermate metropolitane, registrano le rivalutazioni maggiori. Scopriamo i nuovi sette quartieri su cui scommettere. 

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Il 2025 sarà ancora l’anno delle periferie? Le 7 zone di Milano su cui scommettere per acquistare casa

# Un aumento medio di 300 euro al metro quadro

Credits Andrea Cherchi – Milano fotografata dall’alto

Sempre più in alto. Nonostante qualche timido segnale di rallentamento, anche per il 2025 si attende una crescita sensibile dei prezzi delle abitazioni a Milano: +5,9% sul 2024. La media cittadina dovrebbe passare dagli attuali 5.393 euro/mq a 5.710 euro/mq. Questo significa che per comprare una casa bisognerà mettere in conto oltre 300 euro/mq in aggiunta rispetto all’anno scorso. Entrando nel dettaglio dei quartieri più redditizi sono sempre di più le periferie a fare la parte del leone. Queste le 7 zone su cui puntare per acquistare o investire:

#7 Corvetto-Rogoredo e Viale Certosa-Cascina Merlata: +7,9%

dalpo76 IG – Cascina Merlata

Al settimo posto delle rivalutazioni previste troviamo un ex aequo: la periferia sud di Corvetto-Rogoredo e quella nord ovest di Viale Certosa-Cascina Merlata, quest’ultimo con un nuovo quartiere di torri, il mall Merlata Bloom e nel futuro la stazione della Circle Line. Per entrambe le zone la crescita prevista è del 7,9%, con valori attesi al mq rispettivamente di euro 4.596 e 4.635.

Leggi anche: I 5 quartieri più fighi di Milano…secondo i milanesi

#6 Udine-Lambrate: +8,9%

Parco della Lambretta – @donnapetrei IG

Incrementi di prezzo consistenti sono previsti anche nell’area di Udine-Lambrate. Nel cuore del Rubattino è in corso il cantiere per il raddoppio del Parco della Lambretta, parte di un progetto che include la costruzione della Magnifica Fabbrica, il futuro edificio dei laboratori del Teatro alla Scala. Valori immobiliari stimati in salita dell’8,9%, passando da 4.234 euro al mq a 4.610 euro.

#5 Ripamonti-Vigentino: +8,92%

Fabio Marcomin – Villaggio Olimpico

Forse la zona più effervescente di Milano. L’ex Scalo Romana con il Villaggio Olimpico e il futuro nuovo quartiere, il grattacielo di A2A, le sedi di Snam e Moncler. Sono solo alcuni dei progetti in corso. I prezzi sono destinati a crescere ulteriormente registrando un +8,92% e con la previsione di sfondare il muro dei 5mila euro al mq, passando dai 4.674 del 2024 ai 5.091 euro entro la fine del 2025.

Leggi anche: Il «Faro di Milano» con belvedere panoramico: i nuovi rendering e le ultime immagini dal cantiere

#4 Bisceglie-Baggio-Olmi: +9,3%

Credits Urbanfile – Parco SeiMilano

In quarta posizione c’è la zona ricompresa tra Bisceglie, Baggio e Quartiere Olmi. Un’altra parte di Milano interessata da importanti trasformazioni. In primis il nuovo quartiere SeiMilano, ormai giunto alle fasi finali, caratterizzato da con un grande parco al centro ispirato alle caratteristiche della Pianura Padana e attraversato dal Lambro Meridionale, con edifici residenziali e ad uso ufficio. Nel 2025 dovrebbero partire inoltre i lavori per estendere la linea M1 dall’attuale capolinea di Bisceglie a quello di Quartiere Olmi. I valori immobiliari dovrebbero registrare un incremento quasi in doppia cifra, +9.3%, dai 3.058 euro medi al mq di oggi a 3.342 euro.

Leggi anche: M1 e le altre: le novità della metro di Milano attese per il 2025

#3 Precotto-Turro: +10,1%

aperitivi_urbani IG – Turro, Martesana

Al terzo posto troviamo l’area che comprende i quartieri di Precotto e Turro, il primo attraversato dalla metrotranvia nord prevista in completamento nei prossimi anni. I prezzi dovrebbero crescere del 10,1%, andato dai 4.410 euro medi al mq ai 4.855 euro.

#2 Affori-Bovisa: +11,2%

Il Campus Bovisa visto dall’alto

Al secondo posto delle zone dove è prevista una salita più consistente dei valori immobiliari c’è quella di Affori-Bovisa: +11,2%, passando da 3.764 a 4.184 euro al mq. Nell’area è prevista la realizzazione del nuovo campus del Politecnico, con la riqualificazione della Goccia. 

Leggi anche: Un «nuovo Politecnico» da 68 milioni: come sarà il Polimi del futuro?

#1 Cimiano-Crescenzago-Adriano: +12,7%

Redbirck – Torri quartiere Adriano

La zona che dovrebbe rivalutarsi maggiormente nel 2025 è quella che comprende i quartieri di Cimiano, Crescenzago e Adriano, dove è attualmente in fase avanzata di realizzazione la metrotranvia nord che collega a est con Cascina Gobba M2 e a ovest con Certosa FS. Sono in fase di costruzione diversi progetti immobiliari, come le Park Tower e Welcome-Terrazze Verdi dello studio giapponese Kengo Kuma, a cui si aggiungono le “torri verdi” nel Parco Adriano e la riqualificazione di via Padova. I prezzi medi sono stimati in crescita del 12,7% dai 3.641 euro di fine 2024 ai 4.103 euro previsti entro il termine di quest’anno.

Leggi anche: Le nuove TORRI VERDI del quartiere ADRIANO

Continua la lettura con: I «Family District» di Milano: i 7 quartieri dove far crescere dei bambini piccoli

FABIO MARCOMIN

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Le 5 caratteristiche che rendono le milanesi uniche al mondo

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Un’icona mondiale di Milano: le sue abitanti. Abbiamo chiesto le ragioni di questa unicità: sono arrivate quasi 1.000 risposte (non solo da Milano).  

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Le 5 caratteristiche che rendono le milanesi uniche al mondo

#1 Eleganza senza tempo: un marchio di fabbrica

Credits: Millè Milano

Milano è capitale della moda per le milanesi. Nessun dubbio. Il loro stile è una miscela perfetta di semplicità, raffinatezza e tendenze sempre aggiornate.

Le milanesi non si accontentano di seguire la moda: la reinventano, la interpretano e la rendono propria. Non è raro vedere una donna milanese in un look che combina eleganza classica con dettagli moderni, come un paio di scarpe sportive abbinate a un tailleur impeccabile.

Ma quello che colpisce di più non è tanto il brand che indossano, quanto la sicurezza con cui portano ogni outfit. È questa sicurezza, alimentata dalla consapevolezza delle proprie radici e delle proprie capacità, che conferisce loro quell’aria di eleganza unica. Milano, infatti, non è solo il centro delle passerelle, ma anche un luogo dove l’eleganza è più che un aspetto esteriore: è una filosofia di vita.

#2 Pragmatismo e resilienza: due valori che definiscono la milanese

Credits: Idea Mangement

Le milanesi sono conosciute per la loro incredibile resilienza. La vita a Milano non è mai facile: si tratta di una città ad alta competitività, dove l’innovazione, la velocità e l’efficienza sono all’ordine del giorno.

Le donne milanesi, tuttavia, si adattano e prosperano in questo ambiente frenetico. Il loro pragmatismo le rende capaci di affrontare qualsiasi sfida con determinazione e senza drammi. Le considerazioni raccolte nel nostro sondaggio parlano chiaramente di una dote che le milanesi possiedono in abbondanza: la capacità di risolvere i problemi in modo rapido ed efficace. Che si tratti di un progetto lavorativo o di una difficoltà personale, le milanesi non si perdono d’animo e trovano sempre una soluzione pratica.

#3 Cultura e curiosità intellettuale: donne capaci di affrontare ogni argomento 

Un altro aspetto che emerge dalle opinioni raccolte nel sondaggio sono la cultura e la curiosità intellettuale delle donne milanesi. Milano è una città di cultura, arte e storia, e le milanesi sembrano respirare quest’aria ogni giorno.

Molte di loro sono appassionate di libri, mostre, cinema e teatro. Non è raro che una milanese discuta di arte moderna con la stessa competenza con cui parla di economia. La cultura non è solo un interesse per le milanesi: è un modo di vivere. La voglia di apprendere e di evolversi è palpabile e visibile in tutte le sue sfaccettature.

#4 La capacità di unire tradizione e modernità

Milano è una città in continuo cambiamento, ma le milanesi riescono a coniugare il rispetto per la tradizione con l’apertura verso il nuovo. I milanesi interpellati parlano di donne capaci, per esempio, di far convivere, nell’ambito culinario, l’amore per la cucina milanese, come la cotoletta o il risotto, con una curiosità per le cucine internazionali e l’innovazione gastronomica.

La stessa attitudine si applica alla loro vita professionale, dove sanno preservare il valore della tradizione con uno spirito imprenditoriale che abbraccia la modernità e le nuove tecnologie. Non è un caso che Milano sia la capitale italiana delle startup, e le donne milanesi sono al centro di questa rivoluzione imprenditoriale, portando avanti in prima persone progetti innovativi.

#5 Indipendenza e libertà: la divisa delle milanesi nel mondo

Credits: Marco Rambaldi

Al di là di tutto, ciò che le milanesi sembrano possedere in abbondanza è una straordinaria indipendenza. Essere una milanese significa vivere una città che promuove la libertà e l’autosufficienza.

Le donne milanesi sono indipendenti nel loro lavoro, nelle loro relazioni e nelle loro scelte di vita. Questo spirito libero è uno degli aspetti più apprezzati di loro, che emerge dai commenti al nostro sondaggio e che si rispecchia in tutti gli ambiti della loro vita. Milano è la città dove le opportunità sono infinite, e le milanesi non si fanno mai sfuggire quelle che corrispondono ai loro sogni e alle loro aspirazioni.

Continua la lettura con: Le 10 ragazze milanesi da evitare

MATTEO RESPINTI

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