Negli ultimi anni Bari ha cambiato volto: più turismo, più cultura, più imprese. Ma può davvero diventare la Milano del Sud? Per riuscirci serve una visione ambiziosa e tre scelte strategiche. Questi i tre punti proposto da demos_italia.
La grande visione di Bari: diventare la Milano del Sud. Questo il piano in 3 punti
# La trasformazione degli ultimi dieci anni
Negli ultimi dieci anni Bari ha vissuto una trasformazione profonda. Da città con un ruolo regionale a protagonista crescente nel panorama del Sud Italia. Il centro storico è stato riqualificato, il porto ha ampliato le sue attività commerciali e crocieristiche, il turismo è esploso, sostenuto da un’offerta culturale sempre più dinamica e da una scena imprenditoriale che sta mostrando segnali concreti di vitalità. In parallelo, anche il tessuto urbano si è evoluto: piste ciclabili, eventi internazionali, spazi pubblici rinnovati. Ma la vera domanda è: questo basta per diventare la “Milano del Sud”? La risposta è no, almeno non ancora. Per fare il salto di scala servono infrastrutture moderne, una strategia economica coerente e un piano sociale che renda la città attrattiva per nuovi residenti, professionisti e capitali. Il potenziale c’è. Ora servono scelte coraggiose.
#1 Alta velocità, trasporti moderni, una città connessa

Il primo punto è chiaro: Bari deve essere più connessa. I collegamenti con il resto del Paese, in particolare con Napoli e Roma, sono ancora insufficienti. L’alta velocità ferroviaria è una condizione imprescindibile per rendere il Sud davvero accessibile, competitivo e attrattivo. In costruzione c’è la nuova linea Bari-Napoli, che consentirà di spostarsi tra le due città nella metà del tempo (2 ore invece di 4) e verso Roma in sole 3 ore. Ma non si tratta solo di treni: servono trasporti urbani più efficienti, una rete pubblica moderna, infrastrutture intermodali tra porto, stazione e aeroporto, e una mobilità sostenibile che renda la città facile da attraversare. Solo così potrà integrarsi pienamente nel circuito economico nazionale e internazionale, diventando un vero nodo strategico del Mediterraneo.
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#2 Bari ponte con i Balcani, il Medio Oriente e l’Est Europa
Il secondo grande asse su cui puntare è la vocazione internazionale. Bari ha una posizione geografica unica, affacciata sull’Adriatico, crocevia naturale tra l’Italia, i Balcani e il Medio Oriente. Come Milano è diventata il ponte verso l’Europa continentale, Bari può diventare la porta d’accesso dell’Italia sul Mediterraneo orientale. Il porto commerciale e turistico è già un asset strategico, ma va potenziato. Bisogna investire in logistica, infrastrutture retroportuali, digitalizzazione delle dogane, piattaforme intermodali e innovazione nei trasporti. Una Bari connessa con Atene, Salonicco, Istanbul e Tirana può diventare un hub per merci, servizi e scambi culturali. In un’epoca in cui la geopolitica economica si sposta verso Sud-Est, Bari ha l’opportunità di diventare un centro di gravità permanente per nuovi flussi economici e produttivi
#3 Una città per i giovani

Il terzo pilastro è forse il più importante: i giovani. Nessuna città può definirsi davvero metropoli se perde le sue nuove generazioni. Bari deve diventare un luogo in cui i ragazzi decidano di restare, e altri scelgano di arrivare. Questo significa case accessibili, università di qualità, servizi moderni e soprattutto opportunità concrete di lavoro. Le politiche per attrarre startup, imprese digitali, centri di ricerca e multinazionali devono diventare centrali. Non bastano eventi o slogan: serve un ecosistema stabile dove il talento sia valorizzato e ben retribuito. Milano ha costruito il suo successo anche così. Bari ha le carte in regola per fare lo stesso: è giovane, è sul mare, ha una qualità della vita invidiabile e un’identità forte. Ce la farà?
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FABIO MARCOMIN
Se a Milano ci fosse il mare, sarebbe una piccola Bari. E’ questo il mantra?
Milano è una città invivibile! Grigia, caotica, sporca, inquinata, da dove, la gente che che ci abita per necessità, appena può se ne scappa. Spero che Bari non diventi mai così!
C’è chi ci abita per necessità e c’è ci vi è nato e cresciuto e siamo tanti. Un po’ di rispetto per favore. Poi se non ti piace te ne vai per mai più ritornare e vivrai felice. Cosa aspetti?
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