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La nuova INVASIONE DEI ROMANI a Milano

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romani a milano

Non servono particolari analisi statistico-demografiche, per accorgersi di un fenomeno dalle dinamiche inedite che si sta manifestando a Milano: la massiccia presenza di romani.

La nuova invasione dell’IMPERO ROMANO a Milano

Tra il 2015 e il 2019 i residenti a Milano in età tra i 18 e i 25 anni sono aumentati del 7,7% e quelli tra i 26 e i 30 del 7,3%. A Roma, invece, i giovani tra i 18 e i 30 anni sono diminuiti del 5% e quelli fra i 31 e i 35 anni addirittura del 9,5%.

Il boom di nuovi milanesi dalla capitale

Ma da dove arriva il maggior numero di “immigrati” a Milano? Sorpresa: in cima al podio c’è la capitale che, come riporta il Corriere:”col dato del 2019, come detto parziale, che è clamoroso: fino a ottobre di quest’anno i romani diventati milanesi sono stati 1.898, a fronte dei 1.591 di tutto il 2018“. (qui l‘articolo)
Non sono solo le statistiche ma il boom di arrivi di romani in città lo si respira ovunque: in metropolitana, tra la cerchia di conoscenti, nei locali, ci si accorge quanto siano numerosi e, spesso con un certo stupore, quanto la parlata romanesca sia oramai diffusa, unitamente a quella di ristoranti tipici laziali, questi ultimi praticamente inesistenti fino ad un paio di anni fa.

Il romano a Milano si fa notare

I romani si distinguono dagli altri nuovi milanesi provenienti da altre parti d’Italia. Della presenza romana ci si accorge immediatamente, a differenza di altre popolazioni italiche: si vedano i siciliani, i sardi, i piemontesi, i calabri, questi ultimi quasi taciturni fino all’apparire  scontrosi. Le legioni romane non tendono affatto a mimetizzarsi, anzi, del proprio modo di essere, di esprimersi e di gesticolare, di questo atteggiamento teatrale, molti ne fanno una vera e propria ostentazione.

Il romano a volte si fa notare per l’utilizzo di un tono della voce più alto, tende a cercare e a fare gruppo con i suoi concittadini, ama usare frasi romanesche ed è solito palesare il suo tifo calcistico per le squadre di casa allo Stadio Olimpico, in maniera molto calorosa e chiassosa.

Non vogliamo certo sostenere che la cosa ci dia fastidio, però questo fenomeno, se non deve preoccupare, ci deve deve spingere a riflettere.

Il grande rischio di questa nuova invasione: indebolire Roma

Un tempo l’annessione di Milano all’Impero ha portato sviluppo e ricchezza, ora però la situazione socio-economica è un po’ differente…
Diverse aziende hanno spostato la loro sede dalle sponde del Tevere a quelle del Naviglio,  gli investimenti esteri sono quasi esclusivamente diretti nel capoluogo lombardo, l’attrattività della nostra città è oramai consolidata e riconosciuta in tutto il mondo potendo vantare primati in diversi settori. A differenza della Città Eterna, che viene spesso invece citata per cose negative.
Moda, design, architettura, aziende multinazionali, oltre agli Atenei riconosciuti come poli universitari di ottimo livello, sono tutte eccellenze che  danno visibilità e punteggi elevati nelle varie classifiche che Milano continua a scalare.

Non è un’invasione per eccesso di potenza ma esattamente l’opposto. Da Roma si cerca di andare via, vanno via soprattutto i giovani, le persone più qualificate.

Questo per Milano può essere un vantaggio, ma c’è un grosso rischio. Questa perdita di intelligenze porta ad un continuo impoverimento di Roma e alla possibilità che la città si trasformi in un fardello sempre più statalista ingestibile.

Una capitale (non possiamo non riconoscerle il primato storico artistico mondiale) sempre più gravitante intorno alla burocrazia e alle sovvenzioni statali, che dà una pessima immagine internazionale, non in grado di offrire il servizio che dovrebbe a tutto il paese. Questo potrebbe rappresentare una ricaduta anche per Milano che di fatto è una città vassalla della capitale: ogni peggioramento di Roma potrebbe nuocere a tutte le altre parti d’Italia, in primis Milano. 

Il rischio contagio

L’altro aspetto preoccupante dello spostamento di queste disorientate legioni, per quanto costituite da romani ben educati, scolarizzati, qualificati, è che possano portare abitudini in contraddizione con le nostre.

Potremmo citare, tra le altre, abitudini che si sono diffuse nella capitale come una certa difficoltà nella raccolta differenziata, una certa inclinazione a parcheggiare in doppia fila o ad infrangere le regole (cosa che fa anche un milanese, per carità, ma solitamente quando infrange le regole lo fa con senso di colpa e non con compiacimento), una certa rumorosità e soprattutto una certa elasticità nel rispetto degli orari dovuta ad una diversa percezione del tempo.

A Milano, si sa, si è abituati ad accogliere tutti… questa è la nostra identità. Vedremo se la magia di Milano saprà assimilare in meglio i nuovi arrivi dalla capitale, come ha sempre fatto con ogni suo nuovo arrivato, oppure la forza di queste nuove legioni farà soccombere culturalmente la nostra città.

ANDREA URBANO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

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* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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MONDADORI VS FELTRINELLI: quattro punti di confronto tra le due storiche case editrici milanesi

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Mondadori contro Feltrinelli

Con l’avvento del digitale, i punti vendita delle case editrici si sono trasformati da librerie ‘punti di distribuzione’ a luoghi in cui vivere esperienze complementari a quella della lettura. Sì, perché ormai è noto che il consumatore di oggi non vuole più comprare solo un prodotto, ma ricerca un’esperienza d’acquisto memorabile.

Dallo spazio ristoro, all’oggettistica per la casa. Dal bar, agli spazi relax per una condivisione del silenzio.
Così le librerie di oggi, in prima fila quelle di Milano, sono diventate un luogo in cui rifugiarsi, ad esempio d’inverno, per bere un caffè al caldo seduti chiacchierando, e guardare le copertine degli ultimi libri usciti, senza necessariamente acquistarli.

A Milano ne fanno padroni i vari format di Feltrinelli e Mondadori. E tu quale preferisci?

MONDADORI VS FELTRINELLI: curiosità e segreti sulle due storiche librerie milanesi

#1 I fondatori: Arnaldo vs Osvaldo

  • Gruppo Mondadori: il fondatore è Arnoldo Mondadori che, nel 1907, inizia la sua attività editoriale in una piccola tipografia nella campagna lombarda. Oggi è una società internazionale, la maggiore casa editrice italiana, con sede a Segrate (MI).
  • La casa editrice Giangiacomo Feltrinelli Editore nasce alla fine del 1954 a Milano. Giangiacomo Feltrinelli, soprannominato ‘Osvaldo’, è il fondatore. L’intento era quello di creare una struttura in grado di abbracciare le varie fasi del processo editoriale, dall’edizione alla distribuzione intermedia, fino alla vendita al dettaglio di libri.

#2 I marchi: mass market vs nicchia di qualità

  • Il Gruppo Mondadori ha acquisito numerosi brand negli anni, aggregando una vera pluralità di marchi, fra cui: Rizzoli, Einaudi, Piemme, Sperling e Kupfer e Frassinelli.
  • Feltrinelli, invece, è meno frammentata, anche se negli anni ha acquisito alcune società tra cui Apogeo, Kowalski ed Edizioni Gribaudo.

#3 Le quote di mercato: Mondadori leader

  • Mondadori ha oltre il 28% del mercato
  • Feltrinelli ha circa il 5% (prima di Feltrinelli, GEMS – Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, che ha marchi come Garzanti, Chiarelettere, Longanesi e Bollati Boringhieri – con circa il 10% e Giunti con circa l’8%)

#4 La sede: Palazzo Mondadori VS Fondazione Feltrinelli

  • Palazzo Mondadori si trova a Segrate, circondato da un lago di venti mila metri quadri – pieno di carpe giganti. È caratterizzato da forme futuristiche, opera dell’architetto Oscar Niemeyer: cinque piani sospesi in un parallelepipedo che si divide tra vetrate e cemento, tra il chiaro e scuro. Aperto in occasione delle giornate FAI.
  • La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha inaugurato la nuova sede di circa 2.700 metri quadrati tra Viale Pasubio e Viale Crispi a Milano, nel dicembre 2016. Un edificio di cinque piani, affiancato da Microsoft, un progetto architettonico Herzog & de Meuron. Un’ampia libreria, ma anche una sala polifunzionale attrezzata per ospitare proiezioni e momenti di vario genere; uffici e aule per incontri e seminari; la sala lettura della biblioteca e postazioni di lettura multimediali.

 

SILVIA BOCCARDELLI

 

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Dal mare alla tavola

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Milano è ricca di zone in grado di offrire svago e buona cucina.
Una di queste è sicuramente quella di Marghera, per tutti coloro che abitano lontani dal centro, ma che non rinunciano alla mondanità caratteristica dei meneghini.

Da corso Vercelli a via Ravizza, passando per piazza Wagner e De Angeli, gli abitanti della zona 7 possono trovare tutto quello di cui hanno bisogno per garantire un lieto fine alle loro serate.

In questa sede, ti voglio parlare di un ristorantino raffinato sito proprio in via Marghera: sto parlando dello Spazio Gallura, un locale che propone ottimi piatti di pesce dallo spirito moderno e innovativo, che garantisce un “quid” in più ad ogni singola proposta del menù.

All’interno di questo ambiente riservato e accogliente – arricchito dai dipinti e dai colori dell’artista Roberta Savelli -, potrai trovare professionalità, cura del dettaglio e un’approfondita ricerca delle materie prime, che si manifesta nell’armonia, nella cromaticità e nella creavitivà delle pietanze.

Questo mercoledì, lo Spazio Gallura vuole proporti una cena, composta da antipasto, primo e secondo (consigliatissimo il pescato del giorno), a partire da 55 euro: sarà una vera esperienza sensoriale che ti farà gustare fino in fondo i sapori del mare e la loro freschezza.

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Aperitivo by La Strada

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Sei mai stato a La Strada?
E’ un localino piccino picciò sito in una perpendicolare tra viale Bligny e via Beatrice d’Este, che passa quasi inosservato.
Una volta che ci entri, però, ti si apre un mondo, a cominciare da tutte le immagini e le emozioni che ti scaturisce il furgoncino Volkswagen arancione al suo interno. Cosa ci fa lì? Semplice: funge da bancone bar alternativo.

Questa è la caratteristica più visibile, oltre alla lunga fila di gente che si accalca negli orari di punta. Un’altro dettaglio che fa la differenza sono i tanti poster e la segnaletica stramba attaccati alle pareti rustiche di questo locale, ma anche il muro completamente tappezzato di pagine di vecchi libri… o, ancora, i tavoli dipinti con i volti dei grandi cantautori italiani, da De Andrè a Guccini.

Tutto ciò in un’atmosfera raccolta, in penombra, mentre ti lasci trasportare dalla musica (dall’ottima musica, aggiungerei) che echeggia tra le pareti di questo locale suggestivo e accogliente.

Questo mercoledì, fai un salto e goditi un aperitivo come si deve.

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La rivoluzione a due ruote: i PERCORSI CICLABILI che Milano deve assolutamente avere

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percorsi ciclabili
Rete ciclabile

L’utilizzo della bicicletta a Milano è già piuttosto diffuso, ma probabilmente potrebbe estendersi ulteriormente se la città fosse dotata di una rete organica di percorsi ciclabili.

Il piano a breve termine e a basso costo: la creazione di una mappa di percorsi ciclabili

Occorre distinguere tra percorsi ciclabili e piste ciclabili.
I primi sono delle direttrici in cui l’utilizzo della bicicletta può avvenire in modo sicuro: sono costituiti da strade dove le auto non possono superare i 30km/h, da marciapiedi non troppo affollati dove biciclette e pedoni possono convivere o da tratti di piste ciclabili dedicate.
Queste ultime sono quei tratti di strada dove una parte della stessa è esclusivamente dedicata al passaggio delle biciclette. Non necessariamente i percorsi ciclabili sono interamente costituiti da piste ciclabili protette. Taluni tratti del percorso possono avvenire in una carreggiata assolutamente protetta ma in molti casi i percorsi coprono strade in cui ci sono anche automobili e/o pedoni.

A Milano non esiste al momento un piano organico né di percorsi ciclabili, né di piste ciclabili. Queste ultime infatti sono presenti a tratti, in modo non organizzato. Spesso sono incomplete e terminano improvvisamente, talvolta su marciapiedi, creando rischi anche per i pedoni.
Non sono ben disegnate per cui spesso in corrispondenza di incroci è necessario aspettare anche 2 cicli semaforici per poter attraversare. È inevitabile che praticamente nessun ciclista aspetti “due verdi”.

Una buona rete di percorsi ciclabili non è troppo diversa nel disegno da una rete metropolitana: occorrerebbe formalizzare una rete di percorsi ciclabili che tenga conto sia delle esigenze dei ciclisti che dei pedoni da realizzare a tendere nei prossimi 5 anni.
Come si può vedere dalla mappa sotto attualmente esistono solo alcune piste ciclabili protette che permettono di raggiungere il centro (sugli assi Gioia – San Marco – Brera e Sempione – Castello – Dante).percorsi ciclabili

Per la realizzazione del piano dei percorsi ciclabili si potrebbero anche trovare delle soluzioni di breve termine, simili all’urbanistica tattica che è stata adottata per pedonalizzare alcune piazze.

#1 Disegnare una mappa di percorsi ciclabili come si fa per la metropolitana: creazione di strade a 30Km/h

Il primo passo dovrebbe essere il disegno dei percorsi ciclabili fino ad arrivare alla zona del Duomo, intesa come il centro della città.
Come visto i percorsi ciclabili non devono necessariamente essere separati dai pedoni o dalle automobili. Si potrebbero definire delle strade in cui le auto possono procedere solo a 30km/h.

#2 Inserimento di segnaletica orizzontale (sulla strada)

La presenza del percorso ciclabile dovrebbe essere marcata con segnaletica orizzontale (sostanzialmente delle figure adesive sulla superficie della strada). La segnaletica orizzontale è meno invasiva rispetto al tipico cartello verticale e può essere applicata a brevi intervalli in modo che sia i pedoni che gli automobilisti la possano vedere. In questo modo si dovrebbero evitare comportamenti pericolosi da parte di tutti gli attori coinvolti (ciclisti, pedoni ed automobilisti).

#3 Creazione di piste ciclabili nelle aree critiche

Canalizzando il flusso delle biciclette nei percorsi ciclabili si potrebbero col tempo vedere dove sono le criticità in termini di eccessivo traffico o di pericolosità. In questi luoghi si potrebbe poi intervenire con lo sviluppo di piste ciclabili dedicate. Attualmente il Comune realizza le piste ciclabili non in funzione di un effettivo bisogno, ma a seguito di interventi di riqualificazione urbanistica. In questo modo spesso vengono utilizzate delle risorse pubbliche per la costruzione di piste ciclabili che nella pratica non sono molto utilizzate. Questo determina la frustrazione sia degli automobilisti che vedono ridotto lo spazio a loro dedicato, sia dei ciclisti che vedono risorse impiegate in zone dove non necessariamente ce n’è bisogno. Un esempio a Milano di un intervento di questo tipo è la ciclabile di Via Ceresio peraltro parallela alle vie Bramante e Farini, che rappresentano le tipiche strade dove si potrebbero invece realizzare i percorsi ciclabili (radiali verso il centro con traffico prevalente di mezzi pubblici in corsia preferenziale).

Di seguito la lista dei possibili percorsi ciclabili (a titolo di esempio) e per il numero 1 una lista dei possibili interventi per adeguare il percorso ciclabile.

#4 I nuovi percorsi ciclabili

Partendo dal Duomo e muovendoci in senso orario i percorsi ciclabili potrebbero essere i seguenti (riportati anche in questa cartina scaricabile):

PERCORSI RADIALI

1 – Duomo – Scala – Brera – San Marco – Gioia – Martesana
Gli adeguamenti da fare sarebbero i seguenti:
Via Santa Margherita (Zona 30km/h) – segnaletica orizzontale
Via Verdi – Pista ciclabile già esistente
Via Brera – Zona 30 e pedonale già esistente
Via San Marco – togliere sampietrini dalla ciclabile ed asfaltarla
Via Melchiorre Gioia – Pista ciclabile già esistente o zona 30
Martesana – Pista ciclabile già esistente

2 – Duomo – San Babila – Corso Venezia – Parco Montanelli – Piazza Repubblica – Stazione Centrale

3 – Duomo – San Babila – Corso Venezia – Via Spallanzani – Via Morgagni – Viale Abruzzi – Loreto – Via Padova – Via Palmanova

4 – Duomo – San Babila – Corso Venezia – Piazza Duse – Via Bixio – Via Pascoli – Politecnico – Via Pacini – Staz. Lambrate – Via Cassanese – Parco Lambro

5 – Duomo – San Babila – Via Mascagni – Piazza Tricolore – Corso Concordia – Dateo – Corso Plebisciti – Susa – Viale Argonne – Ortica – Via Corelli – Idroscalo

6 – Duomo – Piazza Fontana – Largo Augusto – Corso Porta Vittoria – Piazza Cinque Giornate – Corso XXII Marzo – Parco Marinai d’Italia – Via Cena – Via Piranesi – Tre Ponti – Via Mecenate

6A – Diramazione da Via Cena per Piazzale Martini – Piazzale Insubria – Piazzale Cuoco – Parco Alessandrini

7 – Duomo – Piazza Missori – Corso di Porta Romana – Piazzale Medaglie d’Oro – Corso Lodi – Piazzale Corvetto – Via Omero – Chiaravalle

8 – Duomo – Piazza Missori – Corso Italia – Via Teulie – Via Castelbarco – Parco Memorie Industriali – Via Spadolini – Via Brembo – Via Adamello – Via Broni – Quartiere Fatima

8A – Diramazione da Via Castelbarco per Via Verro – Via Ripamonti

9 – Duomo – Piazza Missori – Corso Italia – Via Teulie – Via Castelbarco – Via Bazzi – Via Valla – Via Treccani – Via Dudovich – Viale Missaglia – Gratosoglio

10 – Duomo – Piazza Missori – Via Disciplini – Piazza Vetra – Parco Basiliche – Porta Ticinese – Naviglio Pavese

11 – Duomo – Piazza Missori – Via Disciplini – Piazza Vetra – Parco Basiliche – Porta Ticinese – Naviglio Grande

12 – Duomo – Piazza Cordusio – Via Meravigli – Corso Magenta – Via Sant’Agnese – Piazza Sant’Ambrogio – Via Olona – Parco Solari – Via Cola Di Rienzo – Piazza Napoli – Via Vespri Siciliani – Via Lorenteggio

13 – Duomo – Piazza Cordusio – Via Meravigli – Corso Magenta – Via Sant’Agnese – Piazza Sant’Ambrogio – Via Olona – Parco Solari – Via Dezza – Via Costanza – Via Caterina da Forli – Via Forze Armate – Parco delle Cave

14 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Piazza Cadorna – Via Boccaccio – Via Arturo da Giussano – Via Monterosa – Piazzale Lotto – Via Caprilli – Parco di Trenno

14 A – da Piazza Amendola deviazione per Citylife

15 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Corso Sempione – Viale Certosa – Cimitero Maggiore – Via Gallaratese – Area ex Expo

16 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Corso Sempione – Via Varesina – Parco Verga – Quarto Oggiaro

17 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Via Montello – Via Farini – Piazza Maciachini – Via Crespi – Via Fermi – Parco Nord

18 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Via Montello – Via Farini – Cavalcavia Bussa – Via Borsieri – Via Lario – Via Veglia – Viale Suzzani – Parco Nord

PERCORSI CIRCOLARI

19 – Circonvallazione interna (corrispondente a bus 94) – Completare il percorso ciclabile già delimitato a tratti da segnaletica orizzontale. Trasformare tutta la circonvallazione in zona 30Km/h

20 – Circonvallazione Mure spagnole (corrispondente a tram 9 e 10) – Rendere tutte le strade coperte da queste linee in zone 30km/h

21 – Circonvallazione esterna (corrispondente a filobus 90/91) – dove presenti i controviali renderli tutti zone 30km/h. In corrispondenza dei cavalcavia delle Milizie o della Ghisolfa ed in altre zone pericolose permettere alle biciclette di transitare sui marciapiedi.

22 – Anello dei parchi (AbbracciaMI) di circa 60km che unisce tutti i parchi milanesi

 LUCA SVALUTO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

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La storia di Leon Wächter, dai Beatles al CIAK

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teatro ciak
L'ex cine-teatro Ciak

Leon Wächter, in arte chiamato Leo Wächter, nacque a Kolomyja in Polonia nel 1922. Profugo ebreo, scappò con la famiglia in Germania, ma quando Hitler prese il potere nel 1933 diventando Cancelliere, e col successivo inasprimento delle leggi razziali, fu uno dei primi ragazzini ad essere fermato per strada dalla Gestapo. La famiglia decise così di andarsene via e come meta venne scelta Milano, intorno al 1935, prima delle leggi razziali del 1938.

La storia di Leon Wächter, l’impresario del TEATRO CIAK

Nel 1938 Wächter fece un provino calcistico presso Internazionale Milano – Inter, ma fu bocciato per via delle origini ebraiche. Ad inizio guerra si unì presso i Partigiani Italiani Socialisti e miracolosamente riuscì a fuggire dai suoi carcerieri per ben 2 volte.

teatro ciakFinita la guerra, ebbe l’idea di creare un Cineteatro in cui si faceva pure avanspettacolo (cabaret).

Poco a poco questi eventi cabarettistici presero il posto dei film, finché iniziò ad organizzare eventi musicali Jazz&Rock, con i Beatles con i quali organizzò 3 concerti (Milano al Vigorelli, a Genova e a Roma), Jimi Hendrix, gli Who, Sammy Davis Jr, i Rolling Stonse, Emerson Lake&Palmer. Per non dimenticare Frank Sinatra.

Nel jazz abbiamo Herry Bellafonte nel 1958, Josefine Baker nel 1959, Paul Anka nel 1960. Portò anche il circo internazionale di Mosca e Pechino a Milano ed il balletto Beriozka a farsi ospitare alla Scala. Nel suo repertorio ha organizzato i campionati mondiali di scacchi e gli Harlem Globe Trotters di pallacanestro.

teatro ciak
Leon Wächter e i Beatles

Nel 1977 acquistò il Cineatro Ciak e si mise ad organizzare eventi, tra cui festival sui vari aspetti del cinema internazionale, tra cui i film dell’Est europeo, Bruce Lee ed il cinema di Hong Kong, la Bollywood indiana, repliche dei Festival di Cannes e di Locarno, ha presentato delle rassegne sui primi cartoni animati della Marvel e DC Comics in 16mm e super 16mm, oltre che spettacoli di cabaret con personaggi comici come Beppe Grillo, Walter Chiari, Paolo Conte, Paolo Rossi, I Gatti del Vicolo dei Miracoli, Beruschi, Teocoli, Greggio.

Difficile trovare un uomo così di impatto sulla scena artistica e degli eventi milanesi come Leon Wächter. Anche se il suo nome rimane poco conosciuto nella città che gli deve così tanto.

 

DANIELE VASTA

 

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* Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
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Il nuovo piano di GOVERNO DEL TERRITORIO: più verde o più cemento nel futuro di Milano?

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riforestazione

Milano ha un nuovo piano di Governo del Territorio, il primo interamente progettato da questa Giunta. Al centro, insieme alle case e alle periferie, i temi legati alle problematiche ambientali. A sentire l’opposizione e alcune associazioni riunitesi nel Comitato Un AltroPiano x Milano, sembrerebbe però in arrivo una nuova immensa colata di cemento, in procinto di seppellirci tutti senza possibilità di campo. E in effetti i segnali sono un po’ contraddittori.

Il nuovo piano di GOVERNO DEL TERRITORIO: più verde o più cemento nel futuro di Milano?

Tra le principali modifiche apportate al Piano attraverso gli emendamenti del Consiglio comunale:

  • la riduzione del consumo di suolo del 4% rispetto al piano vigente
  • l’innalzamento al 75% delle aree da destinare a verde nell’area di piazza d’Armi e la relativa eliminazione dell’indicazione di proposta di piano attuativo presentata nel 2017;
  • l’obbligo per le nuove costruzioni di essere a zero emissioni di CO2;
  • l’individuazione, per le ristrutturazioni, di una soglia minima dell’indice di riduzione di impatto climatico richiesto, raggiungibile con tetti e pareti verdi e interventi di depavimentazione, oltre il quale è possibile monetizzare (tali risorse saranno destinate alla realizzazione del Grande Parco Metropolitano e a interventi di depavimentazione). A Milano ci sono 970 mila metri quadrati di tetti verdi. L’intenzione è di portarli a 13 milioni nei prossimi anni grazie agli incentivi promossi dal Governo e dal Comune anche attraverso le nuove norme del Pgt.

riforestazioneTutto bene quindi? Dipende. Soprattutto dal punto di partenza.

#1 Il Consumo di suolo: una riduzione troppo bassa e lontana dagli obiettivi europei

Non son tutte rose e fiori. Prendiamo il primo punto ad esempio. Il consumo di suolo è una delle emergenze legate all’ambiente più importanti della società moderna. Il sottile strato di suolo fertile è vitale tanto per l’agricoltura quanto per la biodiversità della natura: una volta coperto di asfalto o cemento, perde per sempre le sue ricchezze di nutrienti e le funzioni naturali.

Il consumo di suolo in città ha un forte legame anche con l’aumento delle temperature: dalla maggiore presenza di superfici artificiali a scapito del verde urbano, infatti, deriva anche un aumento dell’intensità del fenomeno delle isole di calore, al punto che la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C. E con essi perdiamo anche la capacità di regolazione del flusso delle acque superficiali e sotterrane, di protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, di controllo dell’erosione e dei nutrienti e della regolazione della qualità dell’acqua.

Il nuovo piano dicevamo prevede una riduzione del consumo di suolo del 4% rispetto al piano vigente. Solo che la Lombardia ha una percentuale che sfiora il 13% del territorio, ovvero quasi il doppio della media italiana, che è a sua volta il doppio della media europea. Nell’arco degli ultimi 60 anni ogni cittadino lombardo ha perso metà della sua quota di prati e aree coltivate.

Il record, manco a dirlo, è a Milano, dove la totalità del consumo di suolo spazza via 11 ettari di aree verdi (su un totale di 11,5 ettari). Milano è già coperta per il 57,5 per cento della sua superficie totale, mentre Roma lo è per il 23,2 per cento. Milano ha coperto 15 metri quadrati per ettaro, contro i 7,6 di Roma. In questo Roma ci batte.

riforestazioneAnche se la velocità sembra essersi stabilizzata, è ancora molto lontana dagli obiettivi europei, che prevedono l’azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050. Consumo netto di suolo zero non significa congelare l’infrastruttura urbana impedendo in assoluto di occupare nuovo territorio. Al contrario, consente l’occupazione di spazi liberi purché questo avvenga a saldo zero, de-sigillando o ripristinando ad usi agricoli o semi naturali aree di pari superficie in precedenza urbanizzate e impermeabilizzate.

Con l’introduzione del termine “netto”, l’obiettivo del consumo di suolo zero da vincolo di fatto impraticabile si trasforma cioè in motore di una nuova stagione di trasformazione urbana, fondata sulla riqualificazione dell’esistente e sul ridisegno del territorio urbanizzato, che non deve essere più considerato come un dato acquisito e irreversibile, ma come un corpo suscettibile di essere ridisegnato e ricucito secondo nuove e più funzionali orditure, garantendo l’indispensabile sostenibilità economica degli interventi edilizi e infrastrutturali, sia per gli operatori immobiliari privati che per i soggetti pubblici.

riforestazioneQualcosa in questo senso si sta muovendo, il Comune di Milano ad esempio ha appena finalizzato l’acquisto di oltre 500mila m² di terreni agricoli in prossimità di Bosco in Città e dentro il parco agricolo Sud con l’obiettivo di utilizzare queste aree per l’agricoltura periurbana.

riforestazioneSono chiari segnali che l’amministrazione è sulla buona strada. Ma se consideriamo il punto di partenza, il 4% in meno non pare più un dato così rivoluzionario. E pensando ai grandi progetti in arrivo per Milano, a cominciare da quelli per gli Scali e per Mind/Expo, qualche dubbio pare legittimo.

riforestazione

#2 I nuovi alberi compenseranno i molti alberi che saranno abbattuti?

Ma parliamo degli alberi. A novembre è stato annunciata, su iniziativa di Comune e Città Metropolitana di Milano e Regione Lombardia, la costituzione del Fondo ForestaMi, che si occuperà di raccogliere contributi di aziende e cittadini che vogliano partecipare al grande piano di forestazione urbana del l’omonimo progetto del Politecnico ForestaMi. Lo studio dovrebbe individuare le aree della Città Metropolitana dove aprire spazi alla forestazione, indagando in particolare le aree maggiormente colpite dagli effetti del cambiamento climatico e andando a mitigare l’effetto isola di calore o riducendo i rischi da alluvioni attraverso nuovi servizi ecosistemici di resilienza. L’obiettivo, come è noto, è piantare in tutta Milano e nell’area metropolitana un totale di 3 milioni di nuovi alberi entro il 2030.

riforestazionePerò, mentre alla Triennale durante i World Forum on Urban Forests – Milano Calling 2019 veniva solennemente annunciata la costituzione del Fondo, e contemporaneamente il Comune era impegnato in una densissima e super pubblicizzata settimana #AlberiInOgniQuartiere, diverse voci si levavano per denunciare il sacrificio di alcune aree verdi della città. Ad esempio in via Ciclamini (un nome che è tutto un programma), dove  lo scorso luglio 2019 il Consiglio di Zona 6, senza aver informato in maniera adeguata i residenti, ha deliberato l’assegnazione di una quota consistente di verde pubblico a favore di una struttura privata.

Più clamorosa la protesta contro l’abbattimento di 160 alberi tra via Edoardo Bassini, largo dei Volontari del Sangue e via Corfù, per far posto alla nuova sede del Dipartimento di Chimica del Politecnico. Per compensare l’abbattimento di queste piante, il Politecnico dovrebbe realizzare un giardino in seguito alla bonifica di un’area adiacente, ma con modalità e tempi che non garantiscono la compensazione di quanto andrà perso.

riforestazioneLa mobilitazione di cittadini, studenti e docenti del Politecnico non è riuscita a bloccare l’abbattimento degli alberi, senza avere la meglio sui piani del Politecnico, che sta vivendo una fase di forte espansione (si vedano anche i progetti in Bovisa) ed è uno dei principali partner del Comune nelle strategie di cui abbiamo parlato finora.

Leggi anche: Una GOCCIA nel mare di cemento

Viene da chiedersi se nei 3 milioni di alberi sono compresi anche quelli che nel frattempo saranno andati persi, tra piazza d’Armi, la Goccia in Bovisa, e le tante singole realtà di cui difficilmente riusciremo a tenere il conto. Perché, se è vero che il sacrificio di qualche pianta oggi può essere compensata da progetti verdi più qualificanti nel prossimo futuro, è altrettanto evidente che se continueremo ad applicare questo criterio rischiamo di ritrovarci con tante simpatiche piantine a rischio estirpazione prima di raggiungere la maggiore età, con conseguenze nefaste sulla condizione climatica e ambientale. Riprogettare di sana pianta non sempre conviene.

I problemi insomma sono chiari, le intenzioni non mancano, ma la cruda verità è che non stiamo facendo abbastanza. Anche se Greta troverebbe senza dubbio parole più incisive per sottolineare il concetto.

 

ROBERTA CACCIALUPI

 

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Vai a BAGGIO, fatti coraggio? Non più: le sorprese di un quartiere alla riscossa

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Chi non ha mai sentito il detto: ‘Vai a Baggio, fatti coraggio’? Il detto ora non vale più perchè il quartiere si è rilanciato ed è diventato un luogo che presenta diversi motivi di interesse.

Vai a BAGGIO, fatti coraggio? Non più: le sorprese di un quartiere alla riscossa

La fama negativa di questo quartiere periferico affonda le sue radici negli anni 70/80 del 1900. All’epoca Baggio, come molti dei quartieri periferici, non era ancora stato riqualificato, c’erano vaste aree lasciate all’incuria, come per esempio il parco delle Cave, che oggi possiamo annoverare tra i polmoni verdi più belli e curati di Milano, ma che all’epoca non era altro che un cumulo di sterpaglie e rifiuti che circondavano le cave d’acqua. A causa del degrado spesso queste aree diventarono scenari di delinquenza, di malavita e di droga.

Leggi anche: Il Municipio 7 è il polmone di Milano

 

Attorno agli anni 90 si assiste ad un processo di riqualifica di tutto il quartiere. Vengono organizzate retate, le aree di cui parlavo poc’anzi vengono ripulite e rese vivibili. Si sviluppa la costruzione di case e condomini e in poco più di una decina di anni la situazione si modifica radicalmente.

La fama però, si sa, è dura a morire… e in questo caso impedisce di vedere la bellezza di questo quartiere, che, al netto delle sue disavventure, ha un passato nobile e di valore.

Il passato glorioso

Innanzitutto Baggio prima della Seconda Guerra Mondiale era un paese, con un suo comune e un suo sindaco. Solo durante il Fascismo (1923) venne annesso a Milano.

Possiede una delle chiese più belle e caratteristiche del nostro capoluogo, la Chiesa Vecchia di Sant’Apollinare. Molto probabilmente ai più il nome non dirà niente… se vi dicessimo invece che in questa chiesa è custodito il famoso ‘organo di Baggio?’

Leggi anche: Cosa si nasconde dietro al detto “Va’ a BAGG a sonà l’òrghen!”

L’organo più celebre di Milano

Il detto ‘Va a Baggio a suonare l’organo’ trova la sua origine proprio qui. La chiesa infatti originalmente non poteva permettersi la costruzione di un organo vero, quindi fu dipinto in una parete. L’organo che potete ammirare oggi al suo interno è del 1800. La chiesa infatti che vediamo oggi non è quella originale, ma il suo rifacimento.

La casa delle biciclette

Baggio fin dalla fine dell’Ottocento era famosa per i suoi molteplici rimessaggi di biciclette. Coloro infatti che abitavano nelle campagne attorno e dovevano lavorare a Milano arrivavano in bicicletta a Baggio e la lasciavano in ‘garage’ per poi prendere il famoso 18, tram che arrivava fino in centro città. Purtroppo questi innumerevoli rimessaggi, con il tempo diventati negozi di biciclette, sono quasi tutti spariti. Ne rimane solo uno storico, in via 2 giugno.

Le sorprese del centro storico

Il centro storico di Baggio (via Gianella, via Ceriani, via 2 giugno) ha conservato la sua magia. Se vi soffermate davanti alla chiesa vecchia di Sant’Apollinare e guardate di fronte a voi vedrete un meraviglioso ingresso (all’altezza di via Ceriani 8) di un condominio che ai tempi era una corte. Potrete notare l’arco di ingresso alla corte abbellito da statue e volute.

La Cascina Linterno

Di grande pregio è poi la Cascina Linterno, costruita intorno al 1154, che deve gran parte della sua fama a Petrarca. Il grande poeta pare infatti abbia dimorato in questa villa dal 1353 al 1361.

Leggi anche: Cascina LINTERNO, l’affascinante storia della villa millenaria dove ha vissuto Petrarca

I miracoli del Pret de Ratanà

La cascina poi è stata dimora di un personaggio milanese molto particolare: el pret de Ratanà, al secolo Giuseppe Gervasini. Era un sacerdote passato alla storia per le sue qualità di guaritore e taumaturgo. Passò qui la sua esistenza dal 1926 alla sua morte, avvenuta nel 1941.

La sua fama era tale che alla sua morte i milanesi aprirono una sottoscrizione per raccogliere fondi per farlo seppellire al Cimitero Monumentale, dove tuttora riposa. Nonostante siano passati anni dalla sua morte si assiste tuttora ad pellegrinaggio per pregare sulla sua tomba.

 

GIULIA PICCININI

 

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La STUDYMAP: la mappa dei luoghi dove STUDIARE per ogni fermata della metro

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StudiMap
Ecco a voi la mappa della metro con i posti dove studiare o prendere un caffè per ogni fermata

Tornano le mappe a tema di Milano città stato: arriva la StudyMap con i locali dove studiare vicino alla metropolitana.

Scaricabile qui

LETIZIA DEHÒ

LE ALTRE MAPPE

Etno Map

La Cultural Map

La Bio Map

La Vip Map

La Summer Map

La Mappa dei Locali LGBT

Restaurant Map

 

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YES WE CHANGE: 15 cambiamenti che si avranno con Milano città stato (Vota il preferito)

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Consegna Civica Benemerenza a Milano Città Stato (ambrogino 19)
Consegna Civica Benemerenza a Milano Città Stato (ambrogino 19)

Dopo la consegna dell’Ambrogino a Milano città stato da parte del consiglio comunale si avvicina sempre di più il momento in cui Milano diventerà una città regione. Per Milano sarà un cambiamento epocale: ti chiediamo di scegliere quale preferisci tra i seguenti 15 effetti per Milano diventando una città stato.

Cosa cambierà con Milano città stato (Vota la preferita)

#1 Ora: Milano ha gli stessi poteri di qualunque comune italiano.
Con Milano città stato: Milano avrà gli stessi poteri delle altre regioni italiane

#2 Ora: L’accesso ai fondi europei è consentito alle Regioni, non ai Comuni
Con Milano città stato: Milano potrà accedere ai fondi europei e avrà più possibilità di vincere bandi europei

#3 Ora: Milano non ha possibilità di fare leggi introducendo norme sul suo territorio
Con Milano città stato: Milano potrà diventare un laboratorio di riforme da sperimentare

#4 Ora: A differenza di Milano, tutte le maggiori città del mondo hanno poteri e autonomia simili a una regione. Milano no.
Con Milano città stato: Milano avrà poteri simili a tutte le principali città del mondo

#5 Ora: Per i trasporti pubblici Milano dipende dalla Regione
Con Milano città stato: Milano potrà gestire in autonomia le risorse per potenziare i trasporti pubblici

#6 Ora: Milano non ha potere di legiferare né risorse da impiegare per le politiche ambientali
Con Milano città stato: Milano potrà adottare politiche strutturali per ridurre l’inquinamento dell’aria

#7 Ora: Per i rapporti con il governo di Roma Milano deve passare attraverso la Regione.
Con Milano città stato: Ci sarà la rappresentanza diretta di Milano con il governo nazionale

#8 Ora: Fisco e burocrazia italiani tengono lontani dall’Italia imprese e investitori
Con Milano città stato: Milano potrà adottare politiche fiscali ad hoc per nuove imprese e investitori

#9 Ora: Milano non ha autonomia di decisione né le risorse per poter riaprire i Navigli
Con Milano città stato: La decisione di riaprire i navigli dipenderà unicamente dall’amministrazione milanese

#10 Ora: Il sindaco di Milano ha poteri limitati da Regione e, in teoria, dalla città metropolitana
Con Milano città stato: Milano avrà un sindaco governatore senza organi intermedi tra sé ed il governo di Roma

#11 Ora: Sul territorio di Milano ci sono tre poteri amministrativi, comune, città metropolitana, regione, oltre allo Stato
Con Milano città stato: Si potrà governare un territorio uniforme di 3,5 milioni di abitanti che produce oltre il 10% della ricchezza nazionale

#12 Ora: Le politiche nazionali stanno distruggendo la ricerca scientifica e facendo perdere al paese i migliori ricercatori
Con Milano città stato: Si potranno avere più risorse da investire sulla ricerca scientifica

#13 Ora: Milano, a fronte di circa 40 miliardi di tasse all’anno, riceve da Stato e Regione circa 450 milioni all’anno
Con Milano città stato: Milano potrà avere fino a 11 miliardi di risorse in più all’anno che ora vengono gestite dalla Lombardia

#14 Ora: Per le politiche sul territorio Milano dipende dalla Lombardia
Con Milano città stato: Milano potrà rispondere rapidamente alle esigenze dei cittadini

#15 Ora: Milano è soggetta alle leggi nazionali che risultano perdenti nella competizione internazionale
Con Milano città stato: Milano diventerà un magnete di attrazione per imprese, lavoratori e investitori internazionali

 

Cosa cambierà con Milano città stato?

  • Milano avrà poteri simili a tutte le principali città del mondo (17%, 16 Votes)
  • Milano diventerà un magnete di attrazione per imprese, lavoratori e investitori internazionali (13%, 12 Votes)
  • Milano potrà avere fino a 11 miliardi di risorse in più all’anno che ora vengono gestite dalla Lombardia (12%, 11 Votes)
  • Si potrà governare un territorio uniforme di 3,5 milioni di abitanti che produce oltre il 10% della ricchezza nazionale (9%, 8 Votes)
  • Milano potrà accedere ai fondi europei e avrà più possibilità di vincere bandi europei (6%, 6 Votes)
  • Si potranno avere più risorse da investire sulla ricerca scientifica (5%, 5 Votes)
  • La decisione di riaprire i Navigli dipenderà unicamente dall’amministrazione milanese (5%, 5 Votes)
  • Milano potrà adottare politiche fiscali ad hoc per nuove imprese e investitori (5%, 5 Votes)
  • Milano potrà diventare laboratorio di riforme da sperimentare (5%, 5 Votes)
  • Milano avrà gli stessi poteri delle altre regioni italiane (5%, 5 Votes)
  • Milano avrà un sindaco governatore senza organi intermedi tra sé ed il governo di Roma (4%, 4 Votes)
  • Milano potrà gestire in autonomia le risorse per potenziare i trasporti pubblici (4%, 4 Votes)
  • Milano potrà adottare politiche strutturali per ridurre l’inquinamento dell’aria (3%, 3 Votes)
  • Milano potrà rispondere rapidamente alle esigenze dei cittadini (3%, 3 Votes)
  • Ci sarà la rappresentanza diretta di Milano con il governo nazionale (1%, 1 Votes)

Total Voters: 93

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All you need is aperitivo!

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WEEK PARADE: la prima classifica delle week milanesi 2020 (con SORPRESA)

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week milanesi
Credits: fuorisalone.it

La vita milanese è segnata da un continuo susseguirsi di week, una diversa dall’altra per stile, risonanza e tematiche trattate, con un’unica certezza: non ci annoiamo mai perché ne abbiamo sempre una. Abbiamo deciso di riclassificare le più importanti week secondo la loro caratteristica più evidente fino a stilare una vera e propria week parade.

WEEK PARADE: la classifica delle week milanesi 2020 (con SORPRESA)

RICLASSIFICAZIONE DELLE WEEK

VERY IMPORTANT WEEK: Fashion Week, Design Week

GIOVANE PROMESSA WEEK: Green Week

NERD WEEK: Digital Week, Games Week

TIRATE PER I CAPELLI WEEK: Montagna Week, Pet Week, Calcio City

RADICAL CHIC WEEK: Bike City

CHI L’HA VISTO WEEK: Wine Week

OGGETTI MISTERIOSI WEEK: Art Week, Museo City, Photo Week, Music Week, Movie Week

LE NUOVE PROPOSTE

Ma lo sappiamo, chi si ferma è perduto. Ecco quindi delle proposte targate #MilanoCittàStato per nuove week che mirino a target ancora inesplorati e a pittoreschi orizzonti di gloria.

TRANSGRESSION WEEK: Sex Week

PROVOCATION WEEK: la politicamente scorretta Car Week – compensata con la Monopattino Week e con la Sharing Week

PAR CONDICIO WEEK: Mare Week

POPULIST WEEK: Happy Hour Week

E infine non dovrebbe proprio mancare la MILANO CITTÀ STATO WEEK, durante la quale aprirsi a scambi e a tavoli di confronto con le altre città stato d’Europa e del mondo.

Adesso però ci siamo, ve l’avevamo promesso nel titolo ed eccolo qui: il già odiatissimo RANKING DEFINITIVO delle week milanesi. Le proteste saranno le benvenute!

LA WEEK PARADE: LA CLASSIFICA DELLE WEEK

#18 MOVIE WEEK (settembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: milanomovieweek.it

#17 CALCIO CITY (settembre 2020 – info)

week milanesi
Massimiliano Allegri e Giovanni Galeone all’edizione 2019 – Credits: milanocalciocity.it

 

#16 MUSIC WEEK (16/22 novembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @milano_music_week

 

#15 BIKE CITY (settembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @milanobikecity

#14 MONTAGNA WEEK (ottobre 2020 – info)

week milanesi
Credits: milanomontagna.it

 

#13 PET WEEK (settembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: petsinthecity.it

 

#12 PHOTO WEEK (giugno 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @milanophotoweek

 

#11 WINE WEEK (ottobre 2020? – info)

week milanesi
Credits: milanowineweek.com

 

#10 ART WEEK (13/19 aprile 2020 – info)

week milanesi
Credits: milanoweekend.it

 

#9 GREEN WEEK (settembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: facebook @GreenWeekMilano

 

#8 DIGITAL WEEK (11/15 marzo 2020 – info)

week milanesi
Credits: milanotoday.it

 

#7 MUSEO CITY (marzo 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @museocity/@@l3_leonardo3

 

#6 BOOK CITY (novembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: bookcitymilano.it

 

#5 PIANO CITY (maggio 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @pianocitymilano

 

#4 FOOD CITY/FOOD WEEK (maggio 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @milanofoodweek

 

#3 GAMES WEEK (settembre o ottobre 2020 – info)

week milanesi
Credits: instagram @milangamesweek

 

#2 FASHION WEEK (gennaio/febbraio + giugno/settembre 2020 – info)

week milanesi
Credits: cameramoda.it

 

#1 DESIGN WEEK e Fuorisalone 😏 (20/26 aprile 2020 – info)

week milanesi
Credits: fuorisalone.it

 

HARI DE MIRANDA

 

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20 PERSONAGGI da tenere d’occhio a Milano nel 2020

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A inizio anno è il momento delle liste. Come ogni anno ci siamo chiesti: chi sono le 20 persone da tenere d’occhio quest’anno a Milano? Si tratta di personaggi della politica, del business, dello show system, in generale attivi sulla piazza milanese da cui ci si aspetta qualcosa di rilevante nel corso del 2020. Ecco l’elenco in ordine alfabetico. Quest’anno il grande tema sembra sarà quello politico: chi sarà il candidato anti Sala? E chi della scena milanese farà il grande salto su quella nazionale? Una annotazione: rispetto all’anno scorso risultano in calo le presenze femminili. E’ purtroppo un fatto che le posizioni di potere in città siano ancora concentrate in mani maschili.

20 persone da tenere d’occhio a Milano nel 2020

#1 Carlo Bonomi

L’imprenditore cremasco che ancora Wikipedia confonde con il doppiatore è uno degli astri nascenti nel panorama politico del futuro. Non è un mistero che Assolombarda di cui è presidente sia per lui un trampolino di lancio: per volare alla presidenza di Confindustria o, se dovesse perdere le elezioni il prossimo giugno, per candidarsi a sindaco di Milano?

#2 James Bradburne

James Bradburne 2_1 copia

Il 2019 è stato l’anno del lascia o raddoppia. Quando sembrava che dovesse mollare l’incarico a Brera è arrivata non solo la conferma ma il raddoppio: via libera con palazzo Citterio, anticamera della Grande Brera, progetto di cui si parla da decenni e di cui le strade di Milano sono lastricate di tentativi falliti.

#3 Urbano Cairo

urbano-cairo

Su di lui aleggia ogni tipo di sospetto. Dopo aver percorso una carriera fotocopia di Berlusconi gli manca l’ultimo tassello. La politica. C’è chi punta sulla sua discesa in campo con un partito suo oppure chi pensa a una mossa a sorpresa che lo porterebbe per la prima volta a separare il suo destino da quello del signore di Arcore. Che sia lui lo sfidante di Sala per diventare sindaco?

#4 Davide Casaleggio

davidecasaleggio

Un anno fa se lo si cercava su google la prima riposta era “Chi è Davide Casaleggio?“. Nel 2019 si è fatto riconoscere, manifestandosi alla luce del sole in numerose occasioni, soprattutto a Roma. Ora che sappiamo chi è, ci aspettiamo per il 2020 di capire che cosa voglia fare della sua vita. Se sarà legata al movimento o se avrà una sua dimensione autonoma.

#5 Manfredi Catella

Alla consegna degli Ambrogini qualche osservatore malevole ha dichiarato che Milano città stato ha preso il posto del grande costruttore nella onorificenza più ambita della città. La verità è che forse Catella deve ancora fare chiarezza sull’opinione pubblica milanese che ancora non ha capito da quale lato della forza lui sia. 

#6 Andrea Cherchi

Il 2019 è stato un anno da record per il fotografo più innamorato (ricambiato) di Milano. Le sue foto ormai sono ovunque, sui giornali, sui social, sulla copertina del libro di Milano città stato. C’è chi si sbilancia e lo vede tra i protagonisti della amministrazione milanese dal 2021 in poi, magari per proiettare alle stelle l’immagine della città. Vedremo intanto che sorprese e che foto ci offrirà nel 2020 anche se c’è sempre il sospetto che abbia ormai fotografato tutto.

#7 Giovanni Fosti

L’uomo più misterioso e più potente della città. Nel 2018 c’è stato il grande evento con la sostituzione alla Presidenza della Fondazione Cariplo dell’infinito Guzzetti, eppure in città quasi nessuno se ne è accorto e quasi nessuno conosce l’uomo che può decidere sul più grande patrimonio destinato alla beneficenza in Italia.

#8 J-AX, Fedez, Ferragni & Rovazzi

gruppo

Più appassionante di una telenovela brasiliana, ormai da anni fanno parlare di più per i loro scazzi e per i loro segreti che per quello che producono. La fashion blogger, il rapper quarantenne, il video maker e l’icona giovanile. Su di loro c’è la solita aspettativa: più che dischi o gossip vedremo se sapranno sublimare la loro incredibile energia in una creatività superiore.

#9 Dominique Meyer

Duecento e passa anni dopo Napoleone vediamo se un altro francese riuscirà ad aprire gli orizzonti della Scala alimentando la sua rinomanza universale. 

#10 Mister o Mrs. X

Il tormentone politico sulla scena milanese è sempre lo stesso: chi è il leader del centro destra che saprà sfidare Sala? Nella Lega di Milano le punte sono Alessandro Morelli, Stefano Bolognini e Gianmarco Senna, in Fratelli d’Italia e in quel che rimane di Forza Italia all’orizzonte si vedono solo alcune giovani promesse. Nel 2020 vedremo se qualcuno di loro saprà fare il grande salto e diventare il leader manifesto o se invece l’uomo o la donna che mezza Milano attende arriverà da fuori.

#11 Vincenzo Novari

I bookmaker prevedono che nel 2020 il CEO del Comitato organizzativo di Milano-Cortina 2026 darà le dimissioni, sfiancato dai mille poteri sovrapposti che sono coinvolti nell’organizzazione delle Olimpiadi Invernali. Lo stesso problema che frena i sogni di gloria di Milano, in attesa di diventare finalmente una città stato.

#12 Corrado Passera

passera

Nella sua carriera ha fatto di tutto. Banchiere, AD delle Poste, Ministro della Repubblica, candidato sindaco, ora è partito come un razzo nella sua ultima avventura, quella di imprenditore. La sua nuova creatura Illimity macina record in Borsa e a parte il successo che sta riscuotendo, Passera si caratterizza per essere il più imprevedibile sulla scena imprenditoriale, piuttosto stantia, della nostra città. Da lui ci si può aspettare di tutto.

#13 Andrea Pezzi

L’icona di una generazione è uomo di grandi sorprese. Quando era all’apice del mondo della televisione ha detto ciao ciao e si è allontanato senza più apparire sugli schermi. Ha fatto un percorso di crescita spirituale, che ha attirato interrogativi e curiosità, per intraprendere poi la strada dell’imprenditore digitale. Nel 2019 ha dato una nuova svolta capace di imprimere un’accelerazione ai suoi orizzonti fondando l’associazione IO SONO che promette grandi cose nel 2020.

#14 Beppe Sala

sala

L’anno passato si è aperto con la domanda: che cosa farà Beppe Sala? La risposta è stata agevolata dalla crisi del governo giallo verde che ha allontanato l’ipotesi di un governo di salvezza nazionale guidato dal sindaco. A questo punto ci sono pochi dubbi sul fatto che nel 2021 si ricandiderà. Ancora senza risposta invece gli interrogativi sulla sua sincerità da neo ambientalista e se finalmente nel 2020 si schiererà a favore di Milano città stato, per chiedere più poteri e una vera autonomia come farebbe qualunque sindaco di una grande città.

#15 Matteo Salvini

Matteo SALVINI - 8th Parliamentary term

La grande hot topic del 2019. L’Italia si è spaccata in due sul leader della lega che sembra già avere l’acquolina in bocca pregustando il governo del Paese a cui ormai sembra predestinato, anche perchè favorito da avversari che renderebbero gigante un nano. Nel 2020 vedremo se proseguirà la sua avanzata e se la sua fortuna inizierà ad impattare anche l’unico luogo che resta alieno dal suo fascino: la sua città. 

#16 Paolo Scaroni

Il 2020 mostrerà se il Milan saprà riprendersi oppure se proseguirà il suo malinconico declino.

#17 Sfera ebbasta (Gionata Boschetti)

Nel 2019 è riuscito a trasformarsi da maledetto dannato a superstar per le famiglie, grazie a XFactor programma che avrebbe livellato anche Jim Morrison. Nel 2020 c’è attesa per vedere se diventerà un’icona pop o se rientrerà nell’underground della ribellione. 

#18 Andree Ruth Shammah

andree-ruth-shammah

Il vulcano della cultura milanese, Andree Ruth Shammah, uno dei personaggi più inclusivi della città. Ha saputo fare diventare il Franco Parenti nel teatro più attuale della scena milanese, che accanto a spettacoli più classici propone incontri e momenti che esprimono i nuovi fermenti della città. Sembra oggi una delle poche donne capaci di farsi largo in un sistema di potere ancora aggrappato a logiche antiche e difesa disperata dello status quo.

#19 Ferruccio Resta

Vedremo se il 2020 sarà l’anno delle università di Milano. Sono sempre lì a un passo dall’incidere fortemente sulla città di Milano ma poi, per un motivo o per l’altro, restano sempre un passo indietro dal mettersi veramente in gioco. Ci si attendono forti novità dalla Statale fresca di nuovo rettore e dalla Cattolica che si sta rinnovando molto. Luci sempre puntate poi su Bocconi e Politecnico che stanno vivendo la nuova stagione del potere con Verona e Resta, su cui aleggiano già gli avvoltoi della politica in cerca di un prossimo candidato sindaco.

#20 Steven Zhang

Il Presidente dell’Inter ha promesso per il prossimo anno di fare piovere milioni per riportare i nerazzurri sul tetto d’Europa. Intanto c’è lo scudetto da strappare dalle mani della Juventus. E’ ormai troppo tempo che manca dalla nostra città. 

ANDREA ZOPPOLATO

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Cosa ci piacerebbe vedere a Milano nel 2020

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Experia da archiportale.com
Experia da archiportale.com

Siamo innamorati di Milano e non possiamo nascondere la preoccupazione di vederla frenare. Al 2020 chiediamo che Milano acceleri, che si ponga sempre più come città europea, che abbia all’orizzonte progetti entusiasmanti. Ecco la nostra lista di auspici per Milano, senza bandiera o interessi di fazione da supportare, partendo da ciò che non va o che potrebbe andare meglio.

Cosa ci piacerebbe vedere nel 2020 a Milano

Tenere fede alle promesse

Siamo da sempre scettici verso la politica in Italia. E’ una politica dove spesso le promesse contano più di ciò che si realizza, un andazzo levantino diffuso anche a Milano. Ai politici chiediamo per il 2020 di sorprenderci: di impegnarsi a tenere fede alle promesse non ancora mantenute.

Leggi anche: Detto non fatto: qual è la più importante promessa non mantenuta a Milano?

Municipi con più responsabilità

Milano zoppica a monte e a valle. La città metropolitana è un ectoplasma che nessuno capisce bene a cosa serva. Ma anche a valle ci sono interrogativi sull’assetto amministrativo della città. I municipi, voi lo avete capito che ci stanno a fare? Per qualunque decisione l’unico potere che hanno è di fare richiesta al Comune, come accade per qualunque cittadino. E poi i numeri che li identificano, che cosa rappresentano? Sono delle entità inutili, che trasudano di burocrazia e di assenza di identità. Ci piacerebbe che si iniziasse a dargli identità e responsabilità con risorse commisurate agli obiettivi raggiunti.

Leggi anche: L’assurdità delle zone di Milano 

Riduzione dello smog

Non ci stancheremo di ripeterci fino a che non sarà fatto tutto il possibile per portare l’aria di Milano a un livello accettabile. Riteniamo triste che la città più innovativa e tecnologica d’Italia non metta in atto una strategia per sperimentare modalità all’avanguardia di abbattimento degli agenti inquinanti. Dall’India alla Cina, da Londra a San Pietroburgo, tutte le principali aree del mondo più sensibili alla qualità dell’aria stanno approntando iniziative anti smog sfruttando le migliori tecnologie. Alcune hanno successo, altre meno, ma quello che ci piacerebbe è vedere anche la nostra città fare sforzi straordinari per migliorare la qualità della nostra aria. Abbattere lo smog, non solo cercare di ridurre le emissioni con blocchi delle auto e aree limitate al traffico che sembrano più utili per fare cassa che a migliorare la salute dei cittadini.

Leggi anche: a Milano manca l’aria

Un progetto realizzato negli ex scali ferroviari

Uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione Pisapia è diventato uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione Sala. Fantastico, ci sono dei progetti bellissimi, che fanno sognare i cittadini, quartieri giardino, distretti supersostenibili, palazzi supersonici, villaggi smart. Però sono anni che se ne parla ma ancora nulla sembra avvicinarsi al compimento. Per il 2020 ci piacerebbe che ci sia finalmente un nastro tagliato su un progetto, anche semplice, ma interamente realizzato in uno dei tanti ex scali ferroviari disseminati per la città.

Leggi anche: Per non uscire dai binari: a che punto siamo con gli ex scali

La Centrale biglietto da visita all’altezza di Milano

Siamo quelli che quando sono a Roma non vedono l’ora di essere seduti su un Frecciarossa in partenza da Termini. E siamo quelli che quando il treno imbocca la Centrale proviamo sempre un frizzantino nel cuore. Ecco, ci piacerebbe che questo frizzantino diventasse puro orgoglio di vedere la piazza della Stazione una meravigliosa copertina della nostra città.

Leggi anche: La riqualificazione della Stazione Centrale

Meno retorica della Milano capitale morale e più collaborazione tra i cittadini

Uno degli effetti più evidenti del tramonto dell’effetto Expo è nel dibattito su Milano. Negli anni di Expo la divisione era tra chi parlava bene di Expo e chi la criticava. Era un dibattito centrato su un fatto concreto, sull’esposizione universale. Ora invece la discussione principale non è più sui fatti ma su prese di posizione ideologiche. Ci piacerebbe che si tornasse a mettere al centro quello che l’amministrazione fa o non fa, giudicando tutto in base a ciò che si pensa sia meglio per Milano e non del proprio riferimento partitico.

Leggi anche: La vera sfida di Milano è uscire dalla sua zona di comfort

Fare nascere la metropolitana nel modo giusto

A Milano la metropolitana è uno dei pochi elementi di coesione. Tutti l’amano, anche chi non la prende da anni. Ci piace che ci sia e che avanzi sempre. Siamo talmente proiettati sul futuro che la linea 5 è stata fatta prima ancora di iniziare la linea 4. Per il 2020  ci piacerebbe vedere avviare i lavori delle estensioni delle linee correnti, la linea 4 tagliare finalmente il traguardo, la metropolitana funzionare anche di notte, almeno nei week end. E nella costruzione della linea 4 risolvere le criticità già emerse in città, come l’assenza di interscambi e la bruttezza delle uscite. Ci piacerebbe infine che si mantenesse fede alla promessa di destinare i maggiori introiti del biglietto a 2 euro per migliorare il servizio.

Leggi anche: Scoppia lo scandalo M4

Un dibattito serio e partecipato sull’autonomia di Milano

A Milano ormai lo ammettono tutti, anche se in gran parte solo sottovoce: la città ha tutti i requisiti per potersi gestire in maniera più autonoma. Oggi per qualunque richiesta si deve passare da Roma e l’impianto amministrativo è lo stesso di qualunque comune d’Italia. In un’Europa in cui TUTTI i principali paesi riconoscono aree di autonomia gestionale per le città più grandi e aperte alla competizione internazionale, riteniamo molto triste non che Milano sia priva di qualunque autonomia, ma che non vi sia un dibattito serio e partecipato promosso dall’amministrazione della città. 

Leggi anche: «NO a Milano città stato»: invitiamo il sindaco a fare chiarezza sul futuro di Milano

Olimpiadi: evitare di fare le cose all’ultimo minuto

I primi segnali non sono incoraggianti. Il nuovo CEO Novari sembra sempre sul punto di dare le dimissioni per lo stesso atavico problema italico: mille soggetti che ci mettono becco col risultato di non muovere foglia fino all’ultimo. Un gioco già visto con Expo. Allora ce l’abbiamo fatta anche se abbiamo rischiato grosso. Questa volta ci piacerebbe che non si attendesse l’ultimo momento utile per iniziare a lavorarci seriamente. 

Leggi anche: Ema non è stata sfortuna

La manutenzione delle strade

Un tempo c’erano le case cantoniere che avevano la responsabilità sulla manutenzione di un tratto di strada. Era una modalità un po’ naive ma efficace di controllo del territorio. Poi come in ogni settore si è passati da un decentramento responsabilizzante delle unità locali a un centralismo burocratizzato e impersonale. Anche per le strade. E il risultato sono le buche. Bastano due gocce di pioggia per trasformare il manto stradale in un campo minato. Per favore evitiamo di consolarci pensando che a Roma stanno peggio.

Leggi anche: Strade pericolose a Milano

L’affermazione di una nuova azienda milanese a livello internazionale

Non siamo protezionisti però ci preoccupa molto che la nostra città stia diventano un luogo di shopping per gli stranieri a caccia di imprese. Questi ci comprano ormai perfino le pasticcerie. Per contro non vediamo da troppi anni un’azienda milanese in grado di giocare da protagonista sui mercati internazionali. Fatichiamo a spiegarci come mai: nonostante la decennale retorica sulle startup non riusciamo più a sfornare una nuova  impresa leader su scala internazionale. Peccato perchè potrebbe fare da traino per altre e generare un indotto prezioso.

Creazione di una nuova industria di alto a livello a Milano

Ma una rondine non fa primavera: non ci può bastare l’unicorno, una nuova impresa capace di fare meraviglie nel mondo. Il sogno più grande è vedere fiorire a Milano un’intera industria, in grado di fare diventare Milano un riferimento mondiale per tutte le aziende del settore. Lo è stata con la moda, con il design, chissà, ora potrebbe diventarlo con il biotech. La tradizione non ci manca.

Milano verde

Una novità del 2019 è stata la svolta ambientalista del sindaco. Dalle borracce alla piantumazione dei nuovi alberi, Sala si è messo in prima fila contro il riscaldamento globale. Tutto molto bello però qualche dubbio su questa improvvisa trasformazione è stato sollevato: ha fatto molto scalpore la presa di posizione del movimento Fridays for Future di Milano, che si riferisce a Greta, che ha denunciato l’attuale giunta come artefice della grande “colata di cemento” sugli ex scali, definendo lei e il sindaco come poco credibili in tema di battaglie ambientali. Quello che vorremmo nel 2020 è un serio piano per una Milano davvero green, sia per l’aumento esponenziale di aree verdi sia per la riqualificazione delle aree verdi esistenti. Anche perché tra scali, gocce e vivai, sembra che il verde a Milano si stia progressivamente riducendo.

Leggi anche: a Milano il più grande parco urbano del mondo
Una goccia nel mare di cemento
Milano fa all in sulle costruzioni: scelta corretta o poco lungimirante?

MILANO CITTA’ STATO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

Aiuta anche tu Milano a diventare una città stato/città regione come #amburgo #madrid #berlino #ginevra #basilea #sanpietroburgo #bruxelles #budapest #amsterdam #praga #londra #mosca #vienna #tokyo #seul #manila #kualalumpur #washington #nuovadelhi #hongkong #cittadelmessico #buenosaires #singapore
Unisciti a noi, sarà bellissimo: info@milanocittastato.it (ci sono anch’io)

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Sbotage e Bassi Maestro per Capodanno

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Anno nuovo, vita nuova ma squadra che vince non si cambia: il Capodanno in Santeria Toscana è in famiglia ed è una celebrazione delle sonorità r’n’b, funk, hip hop e rap con un trittico di dj set.

A festeggiare ci saranno gli aficionados Dj Tsura, Lvca e Lvnar di Sabotage, le sapienti mani di Bassi Maestro alla selecta di vinili ed il warmup scintillante di Queer Macete.

Per chi non può rinunciare al cenone, c’è anche a quello: acquistando la cena si ha direttamente accesso alla serata danzante in Teatro.

Se quello che si fa a capodanno si fa per tutto l’anno, non possiamo che augurarvi di non smettere mai di divertirvi.

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MagicLand a Capodanno

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Capodanno
Sicuramente vi starete chiedendo questo e sicuramente vi starete domandando cosa fa Alcatraz per noi la notte del 31…Signore Signori benvenuti nel magico mondo alcatraz e questa sera entra in scena il nostro Luna Park..entra in scena “MAGICALAND”!

Una serata dedicata interamente al mondo delle giostre e del circo, al mondo che tutti noi abbiamo vissuto da bambini.

Vi faremo sentire in un vero e proprio parco divertimento dove tutte la sale saranno allestite ad hoc, troverete all’interno vere e proprie giostre e giochi dove potrete parteciparvi gratuitamente..

Musica, spettacoli, balli scatenati e anche cibo! Cosa volete di più da questo Capodanno?

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Cosa fare a Milano a CAPODANNO

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Sono saltate tutte le altre possibilità. Non ci rimane che trovare qualcosa da fare restando a Milano a Capodanno.

Cosa fare a Milano a CAPODANNO

#1 Fare i fuochi in strada

Per chi ritiene che non è vero che Milano a capodannno sia la città più triste del mondo.

#2 Nepentha

Per i nostalgici che rimpiangono le atmosfere della Milano della bere.

#3 Andare al cinema o al teatro

Per chi ama sentirsi da solo anche in gruppo. La milionesima replica del Rocky Horror Picture Show al New Mexico. C’è anche questo capodanno, sì?

#4 Cena di gala in una villa

Per chi è elite.

#5 Una serata dedicata al volontariato

Perchè fare bene fa bene. Ad esempio con i City Angels in un dormitorio.

#6 Andare al Planetario

Per vedere le stelle che non si possono vedere a Milano.

#7 Andare sul Montestella o al Parco Lambro

Per i voyeur, godendo dei fuochi dei paesi dell’hinterland.

#8 Tetti Galleria

Per vedere se esiste ancora il percorso.

#9 Sulla metro

Scommettendo sulla fermata della mezzanotte che segnerà tutto il 2020.

#10 Piazza Duomo

Nel campo di guerra. Per chi è alla canna del gas.

Vita di Pi

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Beh, “Vita di Pi” è quel film che tutti guardano con gli occhi a cuore, con il fiato sospeso e l’aria sognante… D’altronde, le avventure tra una tigre ed un ragazze emozionano tutti…

Oggi potete vedervi questo film bellissimo in una location pazzesca: il cinema bianchini si sposta alla piscina Cozzi, per una proiezioni unica, suggestiva a davvero speciale!

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IL CASORETTO: guida al quartiere dalle mille anime

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casoretto
L'Abbazia del Casoretto vista dall'omonima via

Un po’ come per “il Carlo”, “la Francesca” o “lo Stefano”, in Milanese ci si mette l’articolo: è dunque il Casoretto (o, per i puristi, ‘l kazuˈrɛt) – e diventa subito uno di famiglia.

Il Casoretto è il quartiere di Milano che si sviluppa intorno all’omonima via, incastonato tra Lambrate, Città Studi, Cimiano, Rottole e Loreto. Se lo cercate su Maps vedrete che i confini ricordano la forma di una casetta.

 

A livello urbanistico è un quartiere relativamente recente, che inizia a svilupparsi a inizio ‘900. Prima lì c’erano solo campi coltivati e qualche cascina… o quasi, perché la Chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia – l’Abbazia del Casoretto, per gli amici – era invece lì da oltre 400 anni: aveva già visto passare tra i suoi chiostri artisti come il Pisanello e il Bergognone, ma anche Carlo Borromeo, in seguito canonizzato, che vi avrebbe soggiornato per un periodo.

Per molti il Casoretto è sinonimo di lotta politica. Nel 1975 è soprattutto l’apertura del centro sociale Leoncavallo che porta il quartiere a essere frequentato anche da residenti di altre zone di Milano. Sempre negli anni Settanta, una serie di episodi violenti a sfondo politico scuote il quartiere. Il Casoretto è infatti teatro dell’assassinio dell’avvocato Enrico Pedenovi, militante del MSI, e di Fausto e Iaio, giovani frequentatori del Leoncavallo che indagavano sul traffico di droga nel quartiere. A loro è oggi dedicato l’unico fazzoletto di verde del Casoretto.

Se questi eventi tragici sono ancora noti alla maggior parte dei residenti, forse non tutti sanno che, ancora prima, sono state soprattutto le donne a fare la storia politica del Casoretto. Le insegnanti dell’Istituto Caterina da Siena, la scuola di professionalizzazione femminile fondata nel quartiere nel 1912, giocarono infatti un ruolo di rilievo nella resistenza al regime fascista. Già negli anni Trenta, il personale dell’Istituto organizzò numerose attività antifasciste all’interno della scuola, partecipando poi attivamente alla Resistenza partigiana e dando vita in particolare a un Gruppo Difesa della Donna. Potrebbero sembrare giusto degli aneddoti, ma si tratta di simboli di un impegno civico e democratico che è importante tenere vivo ancora oggi, come ha recentemente ricordato la stessa direzione dell’Istituto in risposta alle scritte neofasciste apparse all’ingresso della scuola nell’aprile 2019.

Certo, il Casoretto non è mai stato una zona turistica (per quanto nasconda anche dei gioiellini architettonici). Eppure è tutt’oggi un quartiere che ben rappresenta le due anime di Milano, solo apparentemente in contraddizione. Da un lato, il Casoretto cambia coi tempi: oggi potete fare una spesa intercontinentale allo Shila Minimarket, comprare caramelle alla cannabis al distributore automatico Jardines, o fare una pausa all’Upcycle, primo “bike bistrot” d’Italia. Dall’altro, alcune cose restano: in piazza Durante resiste ancora un telefono pubblico, non lontano da un negozio di vinili e una bottega di restauro; alcuni giovani si impegnano per ridare vita al cinema parrocchiale, mentre la trattoria Mirta si specializza in cucina tipica italiana e il ristorante Al’Less in bolliti e bagnomaria.

Insomma, vale la pena di fare un altro giro al Casoretto. Visto il periodo, tra l’altro, se vi sbrigate fate forse ancora in tempo a passare al panificio Danelli e ordinare un buon panettone artigianale!

 

MILANO CITTÀ STATO

 

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Aperitivo birroso

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L‘Impronta Birraia è un’ottima birreria artigianale con impianto da 14 spine sita in un ampio locale, adatto per tutte le occasioni: dalle cene in compagnia alle feste di laurea, dalle feste di compleanno alle serate di relax, anche grazie al free WiFi, in compagnia di un buon boccale di birra… ed è proprio questa bevanda, come dice il nome, che “lascia il segno”: in questo locale, potrai trovare l’intera produzione del birrificio Hibu, oltre, a breve, birre artigianali di origine anglossassone spillate da una doppia via a pompa. Quindi, se sei un vero amante della birra, qui troverai tutta la birra che ti piace in un locale accogliente e familiare.
Questo venerdì, potrai goderti l’ottima birra artigianale dall’Impronta Birraia, accompagnata da sfiziosi manicaretti da gustare uno dopo l’altro, durante un aperitivo a 5.50 euro.

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