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Chi sarà l’ANTI-SALA? I 5+1 candidati su cui puntano i bookmaker

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foto Andrea Cherchi (c)

Finalmente è sceso il silenzio sulla campagna elettorale in Emilia. Mai si era vista una sfida regionale così estesa a livello nazionale. Per non rischiare crisi di astinenza apriamo un nuovo fronte sulle elezioni di Milano del 2021. In città giorno dopo giorno cresce l’attenzione sul grande evento politico del prossimo anno. Mentre sembra che solo qualcosa di grande a Roma potrebbe togliere Sala dalla ricandidatura, sul fronte opposto si brancola nella nebbia.

Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha parlato di tre candidati che sarebbero in cima ai desideri della Lega che non ha più rivali nel centro destra. Abbiamo interrogato chi segue da dietro le quinte la politica cittadina per conoscere in anticipo chi sarà lo sfidante di Sala. Questi sono i nomi su cui gli scommettitori quotano di più le loro puntate.

Chi sarà l’ANTI-SALA? I 5+1 candidati su cui puntano i bookmaker

Il volli, fortissimamente volli: Carlo Bonomi

L’ambizione non manca al Presidente di Assolombarda che quest’anno sta mirando alle stelle. Molto dipende da quello che succederà a giugno con le elezioni della lega degli industriali. Se, come lui spera, salirà sul trono di Confindustria, Milano per lui sarà solo un ricordo. Ma se dovesse perdere c’è chi dice che abbia già in tasca il piano B con l’assalto a Sala.

Il pronto alla chiamata: Gianluca Vago

Un luminario della medicina, storico Rettore della Statale, da un anno è approdato alla libertà dopo una lunga e scintillante carriera. Ha esperienza, è rispettato in ambienti dominati dalla sinistra, a 60 anni si può permettere di mettersi in gioco in una sfida quasi impossibile. Forse gli manca un po’ di charme elettorale ma quello ce lo potrebbe mettere Salvini, come accade ormai in ogni elezione locale.

L’outsider: Marco Giachetti

Si dice che nei corridoi della Lega attiri molte simpatie. Dal 2016 è Presidente della  Fondazione IRCCS Ca’ Granda dell’Ospedale Maggiore Policlinico, una delle istituzioni più potenti del territorio. Può essere una sorpresa anche se in città lo conoscono in pochi.

Il sogno proibito: Ferruccio Resta

Il Rettore del Politecnico è da tempo oggetto delle avance dei vertici della Lega milanese. Rappresenta il candidato ideale per contrastare Sala sul suo stesso terreno. Appartiene alla stessa elite cittadina ed è espressione dello stesso sistema che supporta il sindaco. In più sta facendo grandi cose alla guida dell’Università pubblica più prestigiosa della città. Unico problema: politicamente il Rettore è molto più vicino a Sala che a chi lo vuole sconfiggere. Più che avversario molti lo vedono come suo possibile successore, qualora il sindaco attuale scegliesse altri orizzonti rispetto a Palazzo Marino. 

L’utopia ricorrente: Paolo Del Debbio

Il suo nome era stato a lungo tra i più gettonati nella passata tornata elettorale. Molti lo volevano e, solo dopo il suo rifiuto definitivo, hanno ripiegato su Parisi. A differenza di Resta, Del Debbio è un profilo più in linea con il DNA del centrodestra: modi ruvidi da leghista della prima ora, grande empatia con Giorgia Meloni, icona della rete di Berlusconi che fa più breccia sul pubblico più agee. In più ha un grande vantaggio su tutti gli altri: è l’unico che può permettersi anche di perdere senza subire il cono d’ombra che a Milano accompagna chi viene sconfitto alle elezioni. La principale controindicazione è sempre la stessa: difficile che il sanguigno toscanaccio possa cambiare idea dopo cinque anni e accettare una sfida che lo porterebbe, tra l’altro, a guadagnare molto molto meno che con la televisione.

La scelta clamorosa

Ma la soluzione più roboante sarebbe una scelta interna al partito. Da mesi si ipotizza un derby tra le due punte della Lega milanese: Alessandro Morelli e Stefano Bolognini. Anche se con Sala pare difficile che uno dei due abbia le carte per vincere. Forse l’unico jolly è la candidatura che farebbe più scalpore: Matteo Salvini. Il leader del centrodestra non ha mai fatto mistero del suo sogno di fare un giorno il sindaco a casa sua. Chissà mai che non abbia in serbo mossa a sorpresa scegliendo il 2021 per coronare il suo sogno.

ANDREA ZOPPOLATO

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Nu Guinea!

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nu guinea

Al District 272 di Via Padova vi attende una serata diversa dal solito, una serata a base di diversità sonore!

Due realtà del clubbing si uniscono per la prima volta in un esperimento musicale unico tutto all’insegna del ritmo!

La mappa musicale dei Nu Guinea parte da Napoli, passa dall’Africa, sale fino a Berlino e ritorna al punto di partenza. Una identità sonora unica contaminata da un immaginario esotico e plasmata dalla costante ricerca di suoni del passato.

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5 cose che Londra potrebbe INVIDIARE a Milano (e viceversa)

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londra vs milano
Greater London Authority Boroughs con codice postale. Credits: amazon.it | XYZ Maps

Londra è la città globale per antonomasia: dopo esser stata de facto la capitale del mondo per più di un secolo, ancora oggi guida le classifiche dei think tank dediti allo studio degli agglomerati urbani, dal GAWC della Loughborough University all’Institute for Urban Strategies con il suo Global Power City Index.

Per forza di cose, in un confronto aperto con la capitale inglese Milano non può che uscirne con le ossa rotte. Eppure, anche la nostra città ha delle peculiarità che, se giocate bene, potrebbero renderla più appetibile persino di un hub come Londra. Caratteristiche che dovremmo mettere in campo per venderci sul mercato mondiale. La domanda che ci siamo fatti è: che cosa dovremmo invidiare a Londra? E che cosa invece la capitale inglese potrebbe invidiare a Milano?

5 cose che Milano invidia a Londra

#1 Il livello di internazionalizzazione

londra vs milano

Ci sono detrattori che la chiamano Londonistan. Ma al netto dei ghetti, che esistono (si pensi a Shepherd’s Bush o a Whitechapel solo a titolo esemplificativo), degli accoltellamenti e della microcriminalità di matrice straniera che stanno arrivando a livelli record, a Londra esistono anche migliaia di punti di ritrovo, ristoranti, supermercati e centri culturali, afferenti alle parti del mondo più disparate, ma al contempo ben assimilate nel contesto urbano, avulse da quell’aria di degrado che permea i corrispettivi milanesi, ma anzi luoghi d’eccellenza del vivere cittadino.

#2 Gli aeroporti

londra vs milano
Credits: thesun.co.uk

Milano, purtroppo, è un nodo di terza categoria quando si parla di infrastrutture aeroportuali, hub globali e collegamenti diretti, sia a livello qualitativo sia a livello quantitativo. Malpensa, che dovrebbe essere la nostra porta sul mondo, ha chiuso il 2019 col record storico di 29 milioni di passeggeri, dovuto in gran parte, parliamoci chiaro, alla chiusura per tre mesi di Linate. Di contro, Heathrow, il principale hub londinese, è già oltre quota 80 milioni. La città di Londra, con i suoi sei aeroporti, è di gran lunga il nodo aeroportuale numero uno al mondo, un dato spesso nascosto dalle statistiche che presentano liste ordinate per singoli aeroporti dove spiccano giganti come Atlanta, Pechino o Dubai (quest’ultima per passeggeri internazionali). Il confronto con Milano è impietoso. Un indicatore clamoroso è quello dei collegamenti diretti con le due principali economie del mondo: Malpensa offre due rotte senza scalo per gli Stati Uniti e tre per la Cina. Heathrow ci surclassa, con 26 voli per gli USA e 13 per il Celeste Impero.

#3 La grandeur

londra vs milano
Credits: tripsavvy.com

Grandeur è grandiosità, sfoggio, esibizione di potenza, termine legato soprattutto al (presunto) ruolo della Francia gollista nel consesso internazionale ma che in qualche modo rappresenta anche ciò che contraddistingue le capitali europee, che mostrano il proprio orgoglio su piazze, monumenti e strade che sono innanzitutto spaziose. Ecco, tutto si può dire di Milano tranne che sembri una capitale mondiale: nei suoi angusti 180 km² mancano decisamente gli slarghi e i vialoni che possiamo trovare a Londra come a Parigi e a Madrid, ma anche a Roma e persino a Torino.

 

#4 La City

londra vs milano

La City ha una popolazione residente di circa 7000 abitanti, che sale a oltre 300.000 unità durante le giornate lavorative, grazie al settore dei servizi finanziari e assicurativi: si tratta infatti di un fondamentale centro economico e finanziario che, da due-tre secoli, è considerato uno dei più importanti al mondo, tanto da risultare primo nell’indice dei centri del commercio globale pubblicato da MasterCard. Un numero incredibile di multinazionali ha la sua sede principale nella città, tra cui Aviva, BT Group, Lloyds Banking Group, Old Mutual, Prudential, Schroders, Standard Chartered e Unilever, così come alcuni dei più grandi studi legali del mondo, di cui quattro del “Magic Circle” (Allen & Overy, Freshfields Bruckhaus Deringer, Linklaters e Slaughter & May), nonché altri come DLA Piper, Eversheds Sutherland, Herbert Smith Freehills e Hogan Lovells. Decisamente, un wet dream milanese.

 

#5 L’autonomia

londra vs milano
Greater London Authority Boroughs con codice postale. Credits: amazon.it | XYZ Maps

Con l’attuazione della Brexit Londra ne vorrà ancora, ne vorrà di più. Ma intanto, dopo l’apposito referendum del 1998, nella capitale inglese è stata istituita la Greater London Authority (GLA), un soggetto con competenze autonome rispetto al governo nazionale. Le aree assegnate al GLA riguardano essenzialmente i trasporti, lo sviluppo economico e l’ordine pubblico. Come competenze distintive il GLA ha la possibilità di scegliere se adottare o no alcuni tipi di leggi nazionali (le cosiddette byelaws) e di presentare proposte di legge per la tutela degli interessi della comunità (local e private bills). In sintesi, il referendum del 1998 ha aperto la strada a una Londra autonoma dal governo centrale, con ottimi risultati. Ci arriveremo anche noi?

 

5 cose che Londra potrebbe invidiare a Milano

#1 L’ATM a Natale

londra vs milano
Credits: nanopress.it

Che ci crediate o no, a Londra il giorno di Natale il trasporto pubblico non funziona. Chiusura totale: zero metro, zero autobus, per tutto il giorno. Zero treni in tutta l’Inghilterra. L’unico modo per spostarsi sono i taxi (che viaggiano a tariffe triplicate) e i pullman della National Express nel malaugurato caso vi trovaste in un affollatissimo aeroporto (tutti i voli sono operati regolarmente). Una realtà sciagurata e anacronistica, completamente inadatta ad una capitale mondiale della nostra epoca. Qui, ATM batte TfL 5-0.

 

#2 Il costo delle case

londra vs milano
Prezzi al mq per l’acquisto di appartamenti in centro città. Fonte: numbeo.com

La bolla immobiliare delle grandi città di tutto il mondo ha ormai raggiunto livelli francamente inaccettabili. Nella primavera 2019 i cittadini di Berlino hanno indetto una class action per espropriare ai grandi proprietari del mattone tutte le migliaia di appartamenti sfitti che rendono fuori mercato le stanze cittadine. Una dinamica perversa che agisce anche a Milano dove ormai non c’è più una corrispondenza sensata tra prezzo degli affitti e salari medi. Tuttavia, la situazione resta più vivibile rispetto a Londra, dove nella Zona 1 è impensabile risiedere per il 99% dei lavoratori e dove i prezzi delle case al metro quadrato sono in media il doppio rispetto a Milano. Il prossimo decennio del mercato immobiliare nella nostra città dovrebbe essere florido, speriamo però che questi sviluppi vengano governati da politiche serie e umane.

 

#3 L’essere a misura d’uomo

londra vs milano
Credits: Andrea Cherchi

Per chi abita nel centro città potrà sembrare assurdo, ma a Milano il concetto di periferia è un po’ ridicolo: qualsiasi zona del comune è a non più di 20 minuti di metro da Piazza Duomo. Un lusso che gli abitanti di Londra non possono certo permettersi, essendo la capitale inglese estesa su un’area quasi 10 volte maggiore (1737 km² contro 180 km²). Aggiungiamo il fatto che Londra conta quasi 10 milioni di abitanti, contro gli 1.4 di Milano, e capiremo subito come potenzialmente la nostra città abbia un valore nascosto del quale troppo spesso pare manchi consapevolezza.

 

#4 Le Fashion Week

londra vs milano
Credits: d.repubblica.it

Parte delle Big Four nel settore della moda, insieme proprio a Londra, Parigi e New York, dal 1958 la Settimana della Moda di Milano è un evento enorme che evidenzia tutte le gamme di tendenze nell’industria del fashion. Organizzata due volte l’anno, ha visto i più importanti stilisti del settore, come Prada, Ji Wenbo e Armani, insieme al gotha dell’haute couture mondiale, sfoggiare il loro meglio. Tra le Big Four, la settimana londinese è invece la più giovane (parte nel 1984), ma nonostante sia per forza di cose un avvenimento mondiale, non ha ancora lo status leggendario di quella milanese. Che è seconda, forse, solo a quella di Parigi.

Leggi anche: La prima classifica delle week milanesi 2020 (con SORPRESA)

#5 La Champions League: 10 a 1

londra vs milano
Credits: Andrea Cherchi

Per una città che ha cinque squadre in Premier League, Arsenal, Chelsea, Crystal Palace, Tottenham e West Ham, con un conseguente giro d’affari miliardario, aver alzato una sola (e rocambolesca) Champions League dev’essere uno smacco non da poco. Con in più il fatto che gli inglesi si ritengono, a ragione, i padri fondatori del gioco del calcio. Nulla a che vedere con Milano, unica città ad aver vinto la massima competizione europea con due diverse squadre, per un totale di 10 volte in cui abbiamo alzato la coppa dalle grandi orecchie (7 volte il Milan e 3 l’Inter). Chapeau.

 

HARI DE MIRANDA

 

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Parliamo di BUBBIANO

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Bubbiano

La sociolinguistica ci insegna che, nella normale comunicazione, il non detto è importante almeno quanto ciò che viene effettivamente detto. Possiamo quindi capire moltissimo di un ambiente analizzando il liminale nella sua narrazione mediatica. E allora, quale caso più emblematico di sapiente censura se non quello del comune di Bubbiano? Molto probabilmente, non ne avete mai sentito parlare: ma noi siamo qui apposta.

 

Parliamo di BUBBIANO

Si tratta di uno dei comuni meno conosciuti all’interno della Città Metropolitana di Milano. Situato sulla sponda sinistra del Ticino, nella Bassa fra il Naviglio Pavese e quello, incantevole, di Bereguardo, il paese di Bubbiano ha trascorsi lunghi quanto sostanzialmente tranquilli, a parte alcuni episodi sui quali però appunto regna il totale silenzio.

 

Un’origine bovina

La prima attestazione della sua esistenza risale al 1160, anno in cui appare citato in quanto borgo di piccole dimensioni in un documento relativo ad una permuta di terreni di proprietà dell’Abbazia di Morimondo, all’epoca grande feudataria di diversi insediamenti nell’area. La sua etimologia appartiene invece ad un nome latino di persona non ben definito, forse Bubbius con l’aggiunta del suffisso -anus, o Bovius, oppure ancora Vibius.

Bubbiano
Il mercato all’aperto di Bubbiano, ogni martedì dalle 7.30 alle 12.00 in Piazza Vittorio Veneto

 

Le scorribande del Barbarossa

Il villaggio, sviluppatosi su un’economia fondamentalmente di sussistenza e comunque agricola, divenne un’entità autonoma a partire proprio dal XII secolo, capace di autogovernarsi con consoli locali. Nei decenni successivi, fu vittima delle scorribande di Federico I Hohenstaufen Il Barbarossa prima e di suo nipote Federico Ruggero di Hohenstaufen (Federico II) poi, nell’ambito della lotta contro i Comuni della Lega Lombarda, conclusasi con la vittoria comunale nella famosa Battaglia di Legnano, fulcro della mitologia leghista.

 

Sant’Ambrogio in comune

Il paese ruota da sempre attorno alle sue piazze e ai suoi cascinali: non presenta infatti edifici di particolare rilievo storico o architettonico, se si esclude la Chiesa Parrocchiale, dedicata a Sant’Ambrogio e con quasi 500 anni di vita alle spalle, che tuttora mostra i segni delle quattro sistemazioni alle quali è stata costretta attraverso i secoli dal bisogno di rispondere a nuove situazioni e necessità.

 

I bambini di Bubbiano: il boom demografico

Per finire, un fatto sorprendente: nonostante la copertura mediatica di fatto nulla sui fatti di questo comune, i bubbianesi sono in pieno boom demografico. In meno di 20 anni sono infatti passati da 1.404 (nel 2001) a oltre 2.400 (nel 2018), con tassi di crescita da veri boomers. Bubbiano rientra comunque tra i dieci comuni meno abitati della Città Metropolitana. Sarà che, di questi tempi, un’oasi di tranquillità ai margini del caos (milanese) riesce ad attirare?

bubbiano

Per scoprire questa e altre storie della Grande Milano, visita la nostra sezione dedicata

 

HARI DE MIRANDA

 

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Trattoria Caprese di giovedì?

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Nel cuore di una delle zone più vive di Milano, Marghera, sorge un piccolo paradiso per le buone forchette: la Trattoria Caprese.
Oltre alla deliziosa cucina, una caratteristica della Trattoria Caprese è senza dubbio il servizio, cordiale e simpatico, in grado di farti subito sentire a casa tua. L’esperienza culinaria inizia già da fuori: mentre stai pregustando la cena aspettando il tuo turno (prenota, mi raccomando!), puoi sostare al banchetto esterno al ristorante, fornito di gnocchi fritti freschi di cucina, bicchiere di prosecco e a volte addirittura qualche fetta di pizza… e non è finita. Nel caso in cui l’attesa diventi un po’ lunghetta, assaggini di pasta, riso e molto altro corrono in tuo soccorso, freschi di padella. Se non stai attento a tutte queste leccornie, rischi di entrare in Trattoria già con la pancia piena.

Una volta seduto, puoi ordinare tutto quello che c’è sul menù ricco di piatti tipici della tradizione campana, ma non solo: antipasti, primi, secondi, contorni, pizze, pizze fritte, ma stai attento anche agli assaggi volanti che passeranno per la sala (acchiappali tutti!), e, quando arriva il turno del dessert, puoi scegliere tra le deliziose proposte esposte vicino all’ingresso (pastiere, babà, aragoste di cioccolato e molto altro). Pensi che sia finita? Nossignore. Dopo il dolce, che ne dici di un caffè con il suo ammazza caffè? Non si tratta, però, dei soliti amari, bensì di liquori cremosi e artigianali che verranno portati al vostro tavolo senza pagare un euro di più: potrete assaporare la crema di pistacchio, mandarino, melone e uno speciale limoncello.

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Il problema più urgente da risolvere? Vince il Municipio 4 col BOSCHETTO DI ROGOREDO

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Percorso Metrotranvia 13

Photo Credits: Urbanfile – Metrotranvia Sud-Est

MUNICIPI SOLVING: 9 problemi per 9 i municipi di Milano. 

LA CLASSIFICA FINALE

#9 Municipio 6: LA CAVA INQUINATA DI CALCHI TAEGGI  (1,2%)

 

#8 Municipio 1: COLONNE DI SAN LORENZO (riqualificare l’area Colonne-Parco delle Basiliche da spaccio, degrado, situazioni di disagio nelle ore notturne) (6,0%)

#7 Municipio 7: SAN SIRO SÌ O NO? (Decisione sul futuro dello stadio) (8,3%)

fifa club world cup
Nuovo Stadio Milan nell’ex area Falck accanto alla citta della Salute

#6 Municipio 8: LAMPUGNANO (Futuro del Palasharp, riqualificazione del terminal bus(8,3%)

Lampugnano
Lampugnano

#5 Municipio 5: ISOLA DI PLASTICA SUL NAVIGLIO PAVESE (9,5%)

#4 Municipio 3: CITTÀ STUDI (Risolvere questione del trasferimento delle sedi università) (11,9%)

città studi banlieu
Foto Credit: http://www.z3xmi.it

#3 Municipio 9: LA GOCCIA DELLA BOVISA (Futuro del più grande bosco spontaneo di Milano) (15,5%)

#2 Municipio 2: STAZIONE CENTRALE (Riqualificare via Sammartini, tunnel e rilevato ferroviario della Stazione) (17,9%)

la stazione delle varesine
la stazione delle varesine
 

#1 Municipio 4: BOSCHETTO DI ROGOREDO (Riqualificazione e riconversione del “boschetto della droga”) (21,4%)

Credits: urbanfile.org – Metrotranvia Sud-Est

I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 16 dicembre 2019 al 10 gennaio 2020 tra le 9 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Per i Milano città stato awards hanno votato 1496 lettori. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 9 nominations. In collaborazione con Vivaio.

Per altri milano città stato awards, clicca qui: MILANO CITTA’ STATO AWARDS

MILANO CITTA’ STATO

 

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Milano vuole una LEGGE SPECIALE per le Olimpiadi: è il momento di chiedere maggiori poteri, non solo per i grandi eventi

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Foto Andrea Cherchi (C)
Foto Andrea Cherchi (C)

Indubbiamente uno dei più grandi avvenimenti per la città di Milano nel 2019 è stata l’assegnazione delle olimpiadi invernali 2026 Milano- Cortina.

Come tutti i grandi eventi, questi richiedono ovviamente infrastrutture e servizi, per poter supportare al meglio il regolare svolgimento della manifestazione e poter sopperire al flusso di persone che si riverserà nei territori interessati.

Milano vuole una LEGGE SPECIALE per le Olimpiadi

Quindi… come già successe in occasione di Expo 2015 su richiesta dall’allora sindaco Moratti, si richiedono anche adesso “poteri speciali”, una legge ad hoc, maggiori risorse finanziarie e la nascita di un’Agenzia per le opere olimpiche, per poter arrivare nel 2026 con tutte le infrastrutture necessarie pronte e servizi efficienti. O almeno è quello che si tenterebbe di ottenere, perché a quanto pare, questa volta l’Agenzia non avrà gli stessi poteri di cui poté usufruire Giuseppe Sala quando era commissario di Expo (pari a quelli di un ministro).

Perché comunque, servirebbero poteri speciali e leggi ad hoc? Perché gli attuali iter amministrativi e burocratici sono estremamente lenti, lunghi ed inutilmente complessi, rallentando lo sviluppo di qualsiasi progetto. Ed il risultato sarebbe per Milano di arrivare nel 2026 con le infrastrutture non pronte.

Bisogna dunque semplificare ed allentare l’inutile peso burocratico, con dei poteri speciali che diano alla Città la possibilità di muoversi più velocemente ed autonomamente, senza dover passare per qualsiasi cosa, dalla Regione, a Roma, da Roma, alla Ragione alla città, con giri pindarici.

I poteri speciali per Milano dovrebbero essere la norma

Ma la realizzazione di queste infrastrutture, questi servizi, indipendentemente dalle olimpiadi invernali 2026, servirebbero tutti i giorni a Milano.

Prendiamo l’esempio del treno che collegherà Milano con l’aeroporto di Orio al Serio, uno dei progetti richiesti per Milano- Cortina 2026. Di questo servizio ne avremmo già bisogno adesso! Anzi… a dire il vero è da anni che ne avremmo bisogno. Ne necessiterebbero i milanesi, i lavoratori che arrivano da tutta Italia e dall’estero, i turisti e non solo.
Milano non si può permettere di aspettare qualche grande evento, nella speranza di leggi che diano maggiori competenze alla città, per vedere realizzare opere di interesse pubblico.

Si continua inoltre ad evidenziare il fatto, che l’attuale sistema amministrativo è fallimentare: che tutto si rallenta, si paralizza e si blocca, restando impantanati nel limbo burocratico. E quando si arriva all’emergenza come a Expo, solo allora si decide per quella che dovrebbe essere la soluzione strutturale: l’autonomia di gestire il potere sul territorio.

Quandola città di Milano ha avuto l’opportunità di avere “poteri speciali”, ha potuto realizzare opere che hanno contribuito allo sviluppo della città, del territorio circostante e al miglioramento dei servizi per i cittadini.

Dunque, come continuiamo a sostenere, anche Milano come altre grandi città europee e mondiali, deve avere la possibilità di maggiori competenze amministrative che semplifichino gli iter burocratici e maggiori risorse finanziare da rinvestire sul territorio, per fare le cose più velocemente, meglio e per continuare ad essere competitivi a livello mondiale (ricordiamo che Milano da sola produce l’11% del PIL nazionale e versa 40 miliardi di tasse per riceverne indietro soltanto 0,45 miliardi circa).

La richiesta del sindaco in stand by

A seguito dell’assegnazioni delle olimpiadi 2026 Milano-Cortina, il Sindaco Giuseppe Sala chiese subito all’allora Governo, un’urgente legge per Milano, entro novembre 2019, con gli stessi poteri di cui poté usufruire per Expo 2015 (cosa ormai sempre più remota).

Siamo a gennaio 2020, della legge e sulla tipologia di poteri che possano essere assegnati a questa Agenzia per le opere, non c’è ancora nulla di definitivo e di ben delineato. È inoltre di qualche giorno fa l’incontro dei nostri rappresentanti amministrativi con il Governo, per ridiscutere delle seguenti tematiche. Sembra che se tutto va bene, a marzo il Consiglio dei Ministri si esprimerà con definitiva votazione. Forse, e se tutto va bene.

Ma il tempo passa ed ogni giorno che passa è un giorno ed occasione persa, le Olimpiadi si avvicinano e qui nulla si muove.

Tempo ed energie sprecate inutilmente! Se Milano fosse una Città Stato (Città Regione per la Costituzione Italiana) non avremmo bisogno né di leggi speciali, né di agenzie per le opere, saremmo già al lavoro. Non vorremo rischiare di arrivare con opere incompiute? Non vorremo, in generale, continuare a paralizzare anche l’unico motore economico che abbiamo attualmente in Italia?

La domanda che ci sentiamo di fare al Sindaco è: perchè invece di chiederle una tantum, in occasioni speciali, perché non chiede di poter avere, SEMPRE, maggiori competenze amministrative per Milano?

Ne ha bisogno la città di Milano, ne hanno bisogno i cittadini milanesi, ne ha bisogno l’Italia.

LUCIA MARTINAZZO

 

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Indie è indiGESTO?

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Quando il mercoledì ti rimane sullo stomaco, l’unica cosa da fare è andare sui Navigli e fare una scorpacciata di Indie!.

Si alterneranno canzoni dei più grandi della musica italiana, di oggi e di ieri… ma non solo, qualche artista straniero non ce l vogliamo mettere? Suvvia!

E quindi, largo a Calcutta, Ex-Otago, The Smiths, The strokes, Coma Cose, Battisti, Pino Daniele, Franco Battiato, Adriano Celentano, Alt J, Tame Impala, Mumford & son’s, Canova, Lo stato sociale, The giornalisti, The Beatles, Beach boys, Moderat, Bob Marley, Phoenix, Arctic Monkeys, The Black Keys, MGMT, Baustelle,Carl Brave, Frah Quintale, Cosmo, Coez, Little Tony, Oasis, Blur, Sex Pistols, The doors, Pink Floyd e tantissimi altri!

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🔴 BREAKING NEWS. Scontro totale sui trasporti: i comuni della città metropolitana contro la Lombardia

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Credits: nuovosistematariffario.atm.it
Credits: nuovosistematariffario.atm.it

Ci risiamo, il tema dei trasporti è ancora tavolo di scontro tra Milano e la Regione Lombardia. La novità è che buona parte dei comuni della città metropolitana prendono le distanze dalla Lombardia per unirsi a Milano, come successo tempo fa sempre sulla decisione della giunta regionale di ridistribuzione delle quote di controllo dell’Agenzia di Bacino dei Trasporti di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia.

La lettera dei sindaci alla Regione Lombardia

Il motivo di discussione, come riporta in anteprima affaritaliani.it, è riportato in una lettera a firma di ottantadue sindaci, di centrosinistra, ma anche centrodestra e civici che si oppongono ai nuovi criteri di assegnazione dei fondi dell’agenzia di bacino metropolitana dei trasporti: questa modifica comporterebbe un taglio di circa 3 milioni di euro solo per la Città Metropolitana.
Oltre ai sindaci si aggiunta la firma del Commissario Prefettizio di Corsico, Francesca Iacontini.

Qui l’articolo di Affaritaliani.it: Trasporti: i sindaci della città metropolitana contro Regione Lombardia

Il risultato del taglio di risorse sui trasporti

Il taglio di risorse, già iniziato, si è già fatto sentire nei Comuni della Città Metropolitana che hanno dovuto effettuare una riduzione delle numero di corse effettuate dai mezzi pubblici con conseguente aumento del traffico privato e relativo inquinamento.

Il previsto nuovo taglio di trasferimenti potrebbe inficiare la riforma di integrazione tariffaria voluta dal Agenzia di bacino di trasporti, con aumento del prezzo unitario dei biglietti ordinari a 2 euro e abbonamenti settimanali e mensili, riducendo contestualmente il costo degli abbonamenti extraurbani, che avrebbe garantito 50 milioni di euro di extragettito da investire nella collettività (anche se ancora non è chiaro dove saranno investiti).

La risposta dell’Assessore regionale ai Trasporti

La replica di Claudia Terzi non si è fatta attendere, evidenziando come all’Agenzia dei trasporti di Milano vengono assegnati 417 milioni di euro sul totale di 629 milioni di euro messi a disposizione di tutta la Regione Lombardia e che “la nostra Regione muove quasi il 24% dei passeggeri a livello nazionale, ma ottiene risorse solo per il 17%” e che “più volte negli anni siamo intervenuti per sopperire ai tagli dei Governi”.

Se da un lato Milano e l’hinterland rivendicano più fondi dalla Regione per il funzionamento del trasporto pubblico, dall’altro la Regione si sente a credito verso la Stato, con l’esito scontato che a rimetterci sono sempre i cittadini e pendolari.

La sovrapposizione di enti è la causa di ogni problema

Lo scontro in atto, così come quelli sul tema case o sulle regole di programmazione territoriale che vanno in direzione opposte tra Milano e la Regione Lombardia, ha un solo colpevole: la sovrapposizione di enti.

Un fattore che genera confusione, e un pessimo governo di territori con caratteristiche peculiari e distintive da altri, privati dalla possibilità di amministrarsi con responsabilità e autonomia, il vero male atavico di tutta l’Italia: troppi che decidono provocano perenni situazioni di emergenza.

I territori omogenei devono avere il diritto di autodeterminarsi con risorse e responsabilità adeguati a fornire i migliori servizi ai propri cittadini, a partire da un sistema di trasporti capillare, sicuro e puntuale.
Milano può aprire la strada ad un nuovo modello amministrativo, esigendo il diritto a ottenere il riconoscimento di Regione, come previsto dall’art. 132, per gestire direttamente risorse e funzioni rapportandosi esclusivamente con Stato e Europa, senza altri decisori intermedi.

FABIO MARCOMIN

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Milano città stato per VINCERE la sfida delle città globali

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città globali
Credits: Andrea Cherchi

Milano Città Stato perché nel mondo le città hanno necessità specifiche che richiedono autonomia e rapidità di intervento. Necessità che il report dell’ISPI “The Century of Global Cities” ci ricorda con alcuni semplici numeri.

Il secolo delle città

Le città coprono appena il 2% della superficie terrestre ma ospitano ben il 54% della popolazione mondiale e producono più di due terzi della ricchezza globale. Le città consumano il 78% dell’energia prodotta a livello mondiale e purtroppo sono anche responsabili del 60% delle emissioni inquinanti.

Poi ci sono anche altri valori, intangibili e più difficili da misurare in quanto le città sono centri di sviluppo culturale e sociale le cui tendenze e innovazioni hanno un’influenza che si estende oltre i loro confini.

Leggi anche: Più abitanti vivono in città più gli stati sono ricchi

La forza di Milano

Riguardo la nostra città potremmo dire, con il gioco di parole di una famosa pubblicità, che Milano non è una città grande ma una grande città. A dispetto di dimensioni e popolazione tutto sommato contenute, il capoluogo lombardo è piuttosto integrato in Europa e capace di generare un’influenza culturale e sociale che si estende oltre i suoi confini cittadini.

L’Agenzia Habitat delle Nazioni Unite ha misurato il City Prosperity Index delle maggiori città del mondo sulla base di sei parametri: produttività, infrastrutture, qualità della vita, inclusione sociale, ambiente e giustizia. Tra questi, il parametro nel quale Milano ha ottenuto un punteggio più basso è l’ambiente. Buona invece la qualità della vita complessiva e le infrastrutture.

città globali

Le 5 “energie” che alimentano la crescita delle città globali

L’ISPI, in collaborazione con Domus, ha elaborato a partire dalla metodologia della CPI una nuova tipologia di studio. Invece che sulla prosperità urbana, l’analisi si concentra sui diversi tipi di “energia” che alimentano la crescita delle città globali. Nello specifico, ne sono stati misurati cinque tipi.

Economica: contempla tra gli altri PIL pro capite, occupazione e aspettativa di vita comprende.

Cinetica: misura la velocità con cui persone e informazioni circolano in una città, così come la sua capacità di fare da hub logistico per il territorio circostante.

Sociale: sintetizza la capacità di una città di integrare nel tessuto urbano categorie fragili o svantaggiate, di contenere le diseguaglianze e offrire spazi di espressione democratica.

Attrattiva: indica quanto una città riesce a rendersi “desiderabile” a cittadini, imprese e visitatori.

Ambientale: fotografa l’impatto ecologico e la sostenibilità di una città.

città globaliNella ricerca ISPI Domus, Milano si colloca al quinto posto nel mondo, con una distribuzione di energia piuttosto equilibrata e potremmo aggiungere anche un po’ più ottimistica, visto come detto che sul fronte ambientale rimane comunque ancora molto da fare.

In sintesi, Milano Città Stato non sarà la panacea di tutti i mali ma di certo sarebbe un passo avanti per gestire meglio questi processi complessi.

 

ROBERTO ADRIANI

 

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Bestiario Letterario al Colibrì – Memoria di ragazza

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Il Colibrì è un posticino preziosissimo per chi ama gli ambienti genuini, tranquilli, vivaci e alla mano. E’ un luogo in cui fare serate danzanti, aperitivi e bere un cocktail o due.

Ma il Colibrì è un luogo ancora più magico, perché qui si parla anche di libri, letture, poesie e romanzi.

il tema del mese è la VERGOGNA,ovvero che quel sentimento amaro di turbamento che ci assale quando ci rendiamo conto di aver fatto qualcosa che non andava fatto o, ancor peggio, di essere diversi da come il mondo e gli altri si aspetterebbero che fossimo.

E parleremo del libro del mese, “è “Memoria di ragazza” di Annie Ernaux. Se lo avete letto siete ben accetti, e se non lo avete letto siete ben accetti lo stesso!

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Il progetto più atteso per il 2020? LA RIAPERTURA DEI NAVIGLI!

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Riapertura Navigli

Il progetto FUTURO più atteso a Milano 

LA CLASSIFICA FINALE

#10 Il nuovo Stadio San Siro (2,8%)

fifa club world cup
Nuovo Stadio Milan nell’ex area Falck accanto alla citta della Salute

#9 Terme San Siro (Ex scuderie) (3,1%)

scuderie de montel

#8 Metropolitana a Monza (4,0%)

M5 a Monza: il tracciato definitivo

#7 Olimpiadi (4,7%)

#6 Parco Orbitale (6,3%)

il progetto di parco orbitale

#5 Forestami (8,1%)

#4 Metro 4 (8,2%)

 

#3 Ex Scali: completata la riqualificazione (16,0%)

progetti degli ex-scali

#2 Circle Line metropolitana (16,9%)

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

1# Riapertura Navigli (29,9%)

I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 16 dicembre 2019 al 10 gennaio 2020 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Per i Milano città stato awards hanno votato 1496 lettori. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.

Per altri milano città stato awards, clicca qui: MILANO CITTA’ STATO AWARDS

MILANO CITTA’ STATO

 

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L’arte antica della LIUTERIA a Milano: una eccellenza mondiale che pochi conoscono

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Antonio_stradivari

A spingermi a scriverne, è stata l’apertura di una piccola bottega/laboratorio in via Paolo Mantegazza 36, quartiere Villapizzone.

Facendo qualche ricerca ho scoperto che l’arte antica della liuteria non è poi così dimenticata e che i piccoli laboratori a Milano pullulano: via Foppa, via Moroni, via Corsico, viale Isonzo, via Goldoni, via Sambuco, piazzale Baiamonti, via Val Pantena, via Elba…

Origini delle liuteria

La liuteria è l’arte della progettazione, della costruzione e del restauro di strumenti a corda ad arco (come violini, violoncelli, viole, contrabbassi) e a pizzico (come chitarre, bassi, mandolini). Il nome lo deve al liuto, uno strumento a pizzico molto diffuso fin dall’epoca barocca. Da allora questa tecnica artigianale è rimasta quasi del tutto immutata.

Quello della liuteria è un mestiere artigiano davvero unico, punto di incontro tra falegnameria, restauro e musica. Si pensi che per realizzare un violino funzionante e intonato, ci vogliono anni e anni di studio.

Un liutaio su tutti: Antonio Stradivari, o Antonius Stradivarius

Nato a Cremona nel 1644, è stato forse il più celebre liutaio del mondo, riconosciuto per la straordinaria fattura dei suoi violini, arpe, chitarre, viole, violoncelli, bassetti, liuti, tiorbe, viole da gamba di varie taglie, mandole e mandolini, pochette di varie fogge. Si rivolse a lui anche un certo Niccolò Paganini. E in questo caso Paganini ripeté, ben sette volte.

Fino a pochi anni fa la liuteria era annoverata tra quelle meravigliose arti in via di estinzione, quasi dimenticate, la cui lenta sparizione procurava preoccupazione e rammarico. Ma letà doro della liuteria italiana forse sta tornando.

La scuola di Liuteria

Sempre più giovani sono affascinati da quest’arte e vorrebbero avvicinarsi a questa professione, ma a chi rivolgersi per imparare? Alla Civica Scuola di Liuteria di Milano. La nascita del primo corso di liuteria del Comune di Milano risale al 1978 quando la Civica Scuola di Musica istituì un corso libero per la ricostruzione e il restauro degli strumenti musicali antichi.

 

Si creò allora, nel vecchio quartiere artigiano dell’Isola, una bottega di liuteria sotto la guida dell’architetto Marco Tiella. L’attuale corso dura quattro anni ed è estremamente selettivo: solo quindici studenti sono ammessi alle due sezioni d’insegnamento, strumenti ad arco e a pizzico.

Come si legge dal sito della scuola “La struttura dei corsi di studio ruota attorno al ruolo centrale svolto dalle attività di laboratorio, ma assegna una funzione fondamentale e irrinunciabile alla preparazione teorica, non un semplice arricchimento culturale, ma una base fondamentale per una formazione al passo con i tempi, caratterizzata dalla continuità con le antiche tradizioni costruttive e supportata da un ampio e necessario retroterra di conoscenze musicali, storiche, tecnologiche e scientifiche.”

Per maggiori approfondimenti, https://civicascuoladiliuteria.comune.milano.it/

E per chi volesse imparare a suonare il liuto o ascoltarlo in concerto, http://societadelliuto.it/ist/

 

BARBARA VOLPINI

 

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🔴 BREAKING NEWS: RECORD del turismo a Milano! Ora manca solo una riforma per puntare alle prime d’Europa

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Credits: Andrea Cherchi - Duomo di Milano

Il turismo a Milano e nella sua area metropolitana è in costante crescita da anni, come riportato dall’Ansa. L’anno che si è chiuso ha registrato un boom di visitatori che ha visto solo nel Comune un aumento del 9,4% nel 2019 rispetto al 2018 passando da 6,8 a 7,5 milioni. In totale, considerando la Città Metropolitana e Monza Brianza, si sono sfiorati gli 11 milioni.

I dati nel dettaglio

Le caratteristiche del visitatore vedono in prevalenza persone dai 31 ai 45 anni (3,4 milioni), viaggiatore singolo (5,3 milioni), con preferenza per l’autunno e un soggiorno che non va mai oltre i dieci giorni consecutivi.
Le festività natalizie, al terzo posto per periodo con più turisti durante l’anno, vedono la fascia tra i 46-60 anni (3,2 milioni nell’anno) e le famiglie (oltre 3,6 milioni) quali categorie più presenti.

Da Expo2015 in avanti il turismo è sempre cresciuto

La ripresa della città a seguito del torpore degli anni ’90, in modo limitato agli inizi degli anni ’10 del nuovo millennio e in maniera più marcata dall’Expo2015 in poi complici i 20 milioni di visitatori alla manifestazione, ha consentito la riscoperta di Milano in chiave turistica. 
Al business si è aggiunto l’interesse culturale, che ha consentito al viaggiatore abituale di ritornare in città per una seconda visita o di inserire Milano come tappa all’interno di un tour dell’Italia.

Questo fenomeno è coinciso in parte anche con il “declino” turistico delle altre città d’arte come Roma e Venezia e potrebbe trovare nuova linfa dall’avvenuta assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026, ma non si sa effettivamente fino a quando potrà durare.

Senza una vera promozione, Milano rischia di arrestare la sua crescita

Se Milano vuole raggiungere i primi posti in Europa esiste un aspetto da non sottovalutare ovvero la difficoltà di Milano nel promuoversi nel mondo come brand, non tanto per incapacità delle giunte al governo della città ma per l’impossibilità come ente di gestire questa competenza, e questo a lungo andare può costituire un serio problema di attrattività.
Infatti, il comune meneghino, al contrario della Regione Lombardia, non possiede risorse e competenze per promuovere il proprio territorio e le sue eccellenze, se non in maniera molto limitata, per mancanza di autonomia legislativa e finanziaria.

L’obiettivo di Milano e dei milanesi nell’immediato dovrà quindi essere quello di chiedere un referendum per vedersi riconosciuta l’autonomia uguale a quella di una Regione, per garantirsi una competizione ad armi pari con le città con più visitatori al mondo: la strada da seguire è quella indicata dall’art. 132 della Costituzione Italiana, qui un approfondimento con tutte le informazioni a riguardo.

 

FABIO MARCOMIN

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Hai visto un gatto cinese?

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“Trova i gatti cinesi in Via Sottocorno.”
Hai presente i gatti cinesi, no?

Dai, sono quelli gialli con la zampa alzata che fa su e giù.

Ma cosa ci fanno dei gatti cinesi in via Sottocorno?

Ma, soprattutto, perchè li devi trovare?

Questo è proprio quello che devi scoprire.

Quindi, se riuscirai a individuare i gatti cinesi in Via Sottocorno troverai il luogo che stai cercando.

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5(+1) cose che forse non sapevi dell’Università BICOCCA

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Università Bicocca

Il campus Bicocca sorge nell’omonimo quartiere milanese un tempo sede di grandi industrie come Pirelli e Breda.

La Bicocca: significato del nome

Il quartiere Bicocca è stato il cuore di quell’area industriale che si era rapidamente costituita ai primi del Novecento nella zona tra il comune di Greco e Sesto San Giovanni, e che per molti decenni ha rappresentato il simbolo dell’industrializzazione lombarda, il cui stabilimento più popolare era quello della Pirelli, che arrivò a dare lavoro fino a tredicimila persone e ad occupare una superficie di oltre 700 000 m².
Il quartiere, e poi di conseguenza l’Università, prende il nome dalla dimora di campagna fatta costruire Durante l’Aurea Repubblica Ambrosiana dalla nobile famiglia Arcimboldi di Parma: costruita intorno al 1450 a cinque chilometri dalla città di allora, e tuttora esistente, era nota appunto come la Bicocca degli Arcimboldi, dove il toponimo “bicocca” sta per “roccaforte o castello di modeste proporzioni posto in un luogo elevato”.

Mi piace pensare alla Bicocca come l’Ateneo dalle 5 U.

Università Bicocca

 

#1 U come Unimib: nata da una costola della Statale

Il campus Bicocca ha appena compiuto i suoi primi 20 anni, ed è quindi il più giovane dei grandi atenei milanesi, nato da una costola della più antica e storica università Statale. Alla fine degli anni Ottanta gli organi accademici dell’Università degli Studi di Milano predisposero un programma per il reperimento di nuovi spazi da dedicare ad attività di ricerca innovative in settori strategici e per estendere l’offerta didattica anche a campi disciplinari in cui l’intervento pubblico locale era assente. Nel settembre 1993 il Comune di Milano indicò l’area della Bicocca per l’insediamento del nuovo polo dell’Università di Milano.

Architettonicamente e urbanisticamente questo è l’antitesi del suo Ateneo madre: innestandosi di fatto sulle spoglie di una cittadella industriale, ne assume inevitabilmente le connotazioni originarie inserendosi in un ampio progetto avviato intorno al 1986 e coordinato dall’architetto Vittorio Gregotti, noto per ispirarsi alla difficile e ambiziosa “sfera del progetto totale”, dove è particolarmente evidente l’integrazione di piano territoriale, progetto urbano ed elaborazione architettonica. La sua visione del progetto, che si caratterizza per la ricerca di semplicità, ordine, organicità, precisione, è evidente in ogni espressione della rigorosa e  geometrica architettura del quartiere, da cui ogni forma tondeggiante è rigorosamente bandita.

Università Bicocca

 

#2 U come U…10: l’università campus

L’altra più evidente caratteristica di questo Ateneo è di essere un campus a tutti gli effetti. Tutti i suoi edifici prendono il nome di U più un numero progressivo, partendo dall’U1 fino all’U58. Semplice da navigare? Non proprio, perché i numeri consecutivi non sono tutti necessariamente contigui e in successione. L’U7 ad esempio è nel cuore del Campus di Milano, L’U8 si trova a Monza mentre l’U9 è di nuovo a Milano, vicino all’U5 e alla stazione di Greco, e così via fino agli U di Cinisello, Sesto, Bergamo, Lecco e Sondrio. A volte è necessario prendere il treno per andare da un edificio all’altro, a volte si possono raggiungere senza neanche dover uscire all’aperto…. si sa di dipendenti che anche dopo svariati anni di servizio  si sono persi nel tentativo di passare dall’aula U1-4 all’aula U3-2, mentre altri sono dati per dispersi in seguito alla vana ricerca del bar al -1.

C’è di bello che la Bicocca ha tutte le caratteristiche positive di un campus, ovvero un suo centro sportivo (il Bicocca Stadium, che è stato recentemente accessoriato con un sistema di rilevamento della velocità), ampi spazi per la socialità e lo studio, residenze universitarie, svariate mense, ecc. E si continua a costruire: l’ultimo progetto in ordine di apparizione sarà l’U10, che ospiterà aule didattiche, sale studio, uffici e nuove residenze universitarie che prevedono 104 posti letto per gli studenti.

 

#3 U come Underground: la cittadella sotterranea con il ghiaccio dell’Antartide

Forse non tutti sanno che la Bicocca ha una sua cittadella sotterranea, ad alto fattore tecnologico e scientifico. Alcuni dei più recenti e avanzati laboratori scientifici si trovano sotto Piazza della Scienza e sono nascosti dietro anonime porte grigie raggiungibili attraverso intricati percorsi interni o il parcheggio dell’Ateneo. Qui si trova ad esempio EuroCold (European Cold Laboratory Facilities), uno tra i più grandi e moderni laboratori “freddi” ad atmosfera controllata che può raggiungere temperature fino a-50°C, per la conservazione e lo studio delle carote di ghiaccio che arrivano dall’Antartide, dalla Groenlandia e alle Alpi. In pratica vi si accede solo su invito, dato che diversamente è impossibile trovarne l’accesso. Anche in questo caso si narra di gente che dopo essersi avventurata in ricerche speleologiche complesse non è più tornata in superficie.

Università Bicocca

 

#4 U come massive Use (of Hi-Tech Integrated Learning Spaces)

L’Ateneo negli ultimi anni ha investito massicciamente sulle infrastrutture e le tecnologie per l’e-Learning  e la formazione a distanza, allestendo circa 150 aule tenologiche in più di 15 diversi edifici. Queste consentono a moltissimi studenti  di fruire di tecnologie all’avanguardia e metodologie didattiche innovative per seguire le lezioni sia in aula sia da remoto, mediante l’utilizzo delle videoregistazioni e delle piattaforme di e-learning.

 

#5 U come Universo Donna

L’università Bicocca è femmina, non solo nel nome. Ha avuto appena tre Rettori, dei quali le ultime due sono Magnifiche, così come il suo Direttore Generale. Se proprio proprio vogliamo forzare il concetto, aggiungiamo che recentemente una docente di Diritto Costituzionale di questo Ateneo è stata eletta Presidente della Corte Costituzionale, ed è appunto la prima donna eletta i Giudici della Consulta per ricoprire questo ruolo.

 

#5+1 Il Logo: ricavato dal disegno leonardesco

Università BicoccaPer unire il concetto di conoscenza a Milano si è cercato un simbolo riconosciuto, indiscutibile, internazionale, come sono il sapere e Milano. Da qui la scelta di Leonardo, il genio che rappresenta la sintesi di scienza, arte e tecnica e che a Milano visse e lavorò.

Dal De Divina Proportione, studio sulle geometrie delle forme, realizzato nel 1498 con il matematico Luca Pacioli, è stato scelto l’ottaedro per rappresentare la multidisciplinarietà che vive in Bicocca.

Il disegno leonardesco è stato pulito dalle linee intermedie ed inserito in una gabbia d’impaginazione per valorizzarne l’elemento di creazione geometrica. L’ottaedro, lievemente alleggerito, è ripreso come texture di fondo per rompere la staticità e comunicare il divenire.

Il disegno è circondato da un testo con il nome dell’Università; nelle riproduzioni con base superiore a 30 cm. (manifesti, locandine, bandiere) sul lato inferiore del logo viene inserita la scritta “AUDENTES FORTUNA IUVAT“.

 

ROBERTA CACCIALUPI

 

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Le MERAVIGLIE del Duomo, secondo Alberto Angela

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Nella puntata delle “Meraviglie” in onda sabato 18 gennaio, Alberto Angela ha parlato del Duomo di Milano. Per chi non si fosse visto la puntata, riassumiamo in questi sette punti gli elementi straordinari illustrati dal celebre divulgatore delle bellezze italiane. Una curiosità: tra i materiali mostrati ci sono anche foto del grande fotografo milanese Andrea Cherchi.

Le MERAVIGLIE del Duomo, secondo Alberto Angela

#1 Il duomo di Milano è l’ultima delle grandi cattedrali gotiche europee

La quarta chiesa più grande del mondo e l’unica cattedrale su cui si può camminare sul tetto.

#2 Il Duomo di Milano è “un inno intonato nella pietra” (Mark Twain)

#3 Il marmo

Il marmo del Duomo al suo interno è costituito da pirite che tende a sfaldarsi con gli agenti atmosferici. Il marmo proveniva dalle cave di Candoglia nel comune di Mergozzo all’imboccatura della Val d’Ossola.
I blocchi di marmo furono trasportati sull’acqua lungo 100 km e avevano la scritta AUF (ad usum fabricae) per non pagare dazi di ingresso. Da allora il termine “a ufo” significa “gratis”.

#4 La Cattedrale d’Europa

Si può definire il Duomo la cattedrale d’Europa perché fu costruito anche attraverso l’opera di lavoratori delle Fiandre, della Boemia e della Germania.

#5 Una costruzione durata secoli

Iniziata nel trecento la sua costruzione si è estesa lungo cinque secoli. Gian Galeazzo Visconti a un certo punto blocco al cantiere per costruire la Certosa di Pavia Dove fu sepolto. A inizio ottocento la facciata era ancora in mattone e fu Napoleone a stabilire che venisse completata in stile gotico come nel progetto originario.

Leggi anche: La nascita del Duomo la si deve più al Diavolo che a Dio

#5 L’organo è il più grande d’Italia

Il duomo è stato costruito con i soldi dei milanesi. Contribuirono anche i poveri che fornirono il loro lavoro senza ricevere compenso. Anche oggi la manutenzione dell’organo viene pagata dai milanesi.

#6 La Madonnina

Nel Duomo ci sono 55 vetrate. Le ultime furono realizzate nel 1988.
La cripta è un capolavoro del manierismo: risale al 1500 e ospita anche le spoglie di San Carlo Borromeo.
L’interno della Madonnina è di acciaio, all’esterno ha lastre di rame dorato ricoperte di foglie d’oro. E’ talmente luminosa che durante la guerra fu ricoperta di stracci per sfuggire dai bombardamenti.
Leggi anche: La Madonnina fu ricoperta di stracci

#7 Simbolo dei milanesi

Il duomo è stato costruito da persone che ci hanno lavorato sapendo che non avrebbero mai visto la conclusione dell’opera. Più che un inno a Dio è un simbolo di una comunità unita nei secoli.

Leggi anche: 10 curiosità e sorprese che sorprendono anche i milanesi

MILANO CITTA’ STATO

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Trasformiamo il posto fisso in STIPENDIO DI CITTADINANZA per rilanciare l’economia italiana

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Ben prima del reddito di cittadinanza, in Italia è stato creato lo “stipendio di cittadinanza”.

Lo stipendio di cittadinanza: di fatto è già così

In istituzioni pubbliche e aziende private, solitamente di grandi dimensioni, ci sono alcuni lavoratori che, godendo di un contratto a tempo indeterminato, si recano sul luogo di lavoro, vi trascorrono la giornata lavorativa, percepiscono uno stipendio, sapendo che non saranno licenziati per il fatto di non lavorare come altri colleghi – purché si rispettino le regole di base fondamentali, scritte e non scritte.

Poche o tante che siano, queste persone drenano risorse preziose, occupano posizioni organizzative, scrivanie, parcheggi, spesso sono poco collaborative, pretendono senza dare, guastano il clima.

 

reddito di cittadinanza

Trasformare il posto fisso in stipendio di cittadinanza: i vantaggi

Fintanto che il fatto di non lavorare in maniera soddisfacente non costituisca elemento sufficiente per il licenziamento, garantire anche il 100% dello stipendio a questo tipo di lavoratori, purché si concluda il rapporto di lavoro, darebbe comunque dei vantaggi:

• al datore di lavoro, che nel complesso avrebbe un costo inferiore (meno premi di produttività collettivi da erogare; meno probabilità di incidenti sul lavoro e in itinere; meno stress nel gestire risorse difficili, meno buoni pasto, visite mediche, etc..)
• ai colleghi, che non avrebbero più elementi problematici con cui interfacciarsi (se gli chiedi di fare quanto loro assegnato non verrà eseguito nei tempi/modi richiesti; se non glielo chiedi magari si risentono perché è di loro competenza).

Ne beneficerebbe così l’efficienza del lavoro. Andrebbe quindi data facoltà al datore di lavoro di decidere che queste persone non vadano a lavorare pur essendo retribuite.
A quel punto forse anche la persona stessa si renderà conto che il proprio tempo sarebbe meglio impiegato facendo altro, e magari creerà qualcosa di positivo finalmente.

Certo, il rischio che chi fino ad ora si è comportato bene decida che conviene smettere di farlo c’è, ma in questo specifico caso potrebbe comunque farlo e semplicemente continuare a recarsi al lavoro, ricadendo nello scenario già noto.

Abolire lo stipendio di cittadinanza, trasformandolo quindi in un “super” reddito di cittadinanza aiuterebbe a far ripartire il sistema produttivo italiano, considerati i costi/benefici.
Per contro, l’attuale reddito di cittadinanza deve essere completamente ripensato, mantenendo una forma di aiuto che tuteli le fasce veramente deboli.

MICHELA PARLATO

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Things we would LOVE TO SEE in Milan in 2020

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milan in 2020
Experia, from archiportale.com

We are in love with Milan and we cannot help but be worried for its possible slowdown. For 2020,  we request that Milan picks up its pace, further confirming its place as an European city, with several amazing projects in its sight. Our wishlist for Milan follows, featuring no flag or faction and starting with what does not work, or that might do better.

What we would like to see in Milan in 2020

 

Some promises being kept

We have always been skeptical as far as politics in Italy are concerned. And that is because, in Italy, promises often count for more than what is actually achieved, something that, fromlazier places, spread into Milan as well. For 2020, we ask politicians to surprise us, keeping those promises they still haven’t honoured.

Please, see also: Detto non fatto: qual è la più importante promessa non mantenuta a Milano?

 

Municipalities with more responsibility

Milan seems to be hamstrung in all his areas The metropolitan area is a sort of ectoplasm whose usefulness seems to elude its citizens. Furthermore, other questions arise on the administrative system the city possesses.  Has anyone of you understood what municipalities are there for yet? For each and every policymaking decision they intend to implement, municipalities can only address requests to the City, as any citizen can. Besides that, what do the numbers identifying the municipalities mean? They seem to be useless entities, dripping red tape and lacking an identity. We would like for them to be provided with identity and resposibility, allocating resources based on the objectives they have achieved.

Please, see also: L’assurdità delle zone di Milano 

 

A significant reduction in smog levels

We will keep repeating that reducing smog levels is a worthwhile pursuit until all that could be done to bring the air pollution in Milan down to a manageable level is actually done. Sadly, we think that the most innovative and technological city in Italy implements no advanced strategy to reduce pollutants. From India to China, from London to St. Petersburg, all those areas of the world being more sensitive to the quality of their air are implementing anti-smog initiatives using the best available technologies. Some amongst such technologies are successful, others less so, but what we would like to see is our city making an extraordinary effort in improving the quality of the air we breathe. The purpose should be to cut down smog levels, not only to reduce emissions by limiting vehicle circulation and access, as these initiatives seem to be more focused on providing money to the city rather than on improving citizens’ health.

Please, see also: A Milano manca l’aria

 

Real estate projects within former railway yards

This has been a topic of discussion for years. One of the assets Mayor Pisapia claimed as his own is now spearheaded by Mayor Sala as well. That’s fantastic, wonderful projects for our citizens to dream about are about to start, including garden districts, super-ecological and sustainable areas, as well as booming residential zones. In 2020, we would like to finally see some ribbons cut after their relevant projects have been completed. These projects need not be complex, but only be built entirely within one of the several former railway yards in the city.

Please, see also: Per non uscire dai binari: a che punto siamo con gli ex scali

 

The Centrale train station as a suitable presentation for the city

We are those that, when in Rome, can’t wait to board the Frecciarossa high-speed train going back to Milan from the Termini station. And our heart leaps with joy whenever our train enters the Centrale train station again. We would love this joy to become pride and to see the square hosting the Centrale train station turn into a wonderful presentation for our city.

Please, see also: La riqualificazione della Stazione Centrale

 

Less rhetorical statements on Milan as the moral capital of Italy and a more effective cooperation between its citizens

The end of the so-called “Expo effect” reverberates, amongst other things, on the debate concerning Milan as a whole. During the Expo era, there were those for Expo and those against it, therefore the debate was focused on an actual event, i.e. the universal exposition. Nowadays, the main issues and discussions revolve around personal ideologies and viewpoints rather than be based on facts. We would love to see what policymakers achieve or not get back to the forefront of political discussion instead, considering what’s best for Milan, rather than for any given faction or political project.

Please, see also: La vera sfida di Milano è uscire dalla sua zona di comfort

 

Constructing the subway the right way

The subway is one of the few cohesion elements in our city. Everybody loves it, including those who do not take its trains since a long time. We love the fact that the subway system is there and that it advances all the time. We are so keen on the future that Line 5 of our subway was built even before Line 4 was started. For 2020, we would like to see the start of the groundwork for the extension of the current lines, Line 4 be finally complete and that the subway system may work during weekends as well. Moreover, concerning the construction of Line 4, we would like to see the resolution of the emerging urban issues, such as the absence of track switches and the ugliness of the entry and exit structures. Finally, we would love to see the promise of allocating the greater proceedings due to the 2 € ticket fares to service improvements being kept.

Please, see also: Scoppia lo scandalo M4

 

A serious debate on Milan and its autonomy, featuring everyone interested

Everybody admits it, nowadays, even if the majority does it only under its collective breath: our city possesses all the requirements needed for a greater degree of autonomy. As things stand now, every administrative request must reach Rome first and the system remains the same for every municipality in Italy. Within an Europe where practically EVERY country recognizes areas for autonomous management concerning those cities being bigger and more open to international competition, we find it sad not that Milan has no autonomy whatsoever, but rather the lack of a serious and involving debate on the subject, itself promoted by the administration of the city. 

Please, see also: «NO a Milano città stato»: invitiamo il sindaco a fare chiarezza sul futuro di Milano

 

Winter Olympics: hurrying and crunching should be avoided

Thruth be told, the first signs on the matter are by no means encouraging. The new CEO of the Winter Olympics Committee, Mr. Novari seems always to be about to resign, because of an age-long, typically Italian, problem: a thousand different subjects wanting to have their say and a hand on it, so that nothing gets done, up to the last minute. We have already seen that with the Expo. Back then we did it, but the risk of failure was there all the time. However, this time around, we would like the serious work needed to effectively start before the very last moment.

Please, see also: Ema non è stata sfortuna

 

Keeping our roads in a good condition

Once, the signalmen’s houses had the reponsibilites on road tracts and areas. It was an effective, if perhaps a bit naive, way to keep an eye on the territory. Then, as it has been the case with every sector, a responsible decentralization was supplanted by a burocracy-laden, impersonal centralism. This happened for roads as well. And potholes began to appear. A few drops of rain are enough to turn any road into a minefield. Please, thinking that Rome has a worse situation provides no solace.

Please, see also: Strade pericolose a Milano

 

The international affirmation of a new, Milan-based company

We are by no means protectionists; however, we are worried by the fact that our city is becoming a shpping places for those stangers poaching our industries.
Foreigners buy even our pastry shops, nowadays. On the other hand, it is too many years since we have seen a Milan-based company being aple to play ain important role on the international markets. We surely wonder why: despite all the rethoric on start-ups, we seem unable to create a new enterprise being a leader within the international milieu. And more is the pity, as such an enterprise could also generate several precious connected activities.

 

Creating new top-tier industries in Milan

A single result does not change a situation: an unicorn, that is to say a single new enterprise able to work wonders alla round the world cannot be enough. Our greatest dream is to see an entire industrial sector flower in Milan, turning the city into a global cornerstone on the matter. We pulled this off with fashion and with design; these achievements could be repeated with the biotech sector. We surely do not lack a tradition.

 

A greener Milan

The environment-friendly turn by Mayor Sala was a new development for 2019. From reusable canteens to the planting of new trees, Mayor Sala took a firsthand stance against global warming. This is all well and good, however, some doubts persist on such a sudden transformation: the Fridays for Future movement, tracing back to Greta Thunberg, saw the current City Council as the main force behind the great “concrete wave” affecting the former railway yards in the city. Both the City Council and the Mayor have had their credibility questioned, with a significant resonance, about environmental battles. What we would like to see in 2020 is a serious plan, for Milan to be truly green, considering both the exponential growth in green areas and the restoration of the pre-existing green areas. And this is also because, between warehouses, rail yards, drops and conservatories, the green areas in Milan seem to be shrinking as time goes by.

 

 

MILANO CITTÀ STATO

Translated by Antonio Enrico Buonocore

Qui l’articolo in Italiano: Cosa ci piacerebbe vedere a Milano nel 2020

 

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Never a Joy Party

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Never a Joy è il tuo motto? Sali in macchina, in treno, in metro e ti ripeti “mai una gioia”?

Prepari da mangiare, vai al supermercato e non puoi fare a meno di pensare: “mai una benedetta gioia”?

Ecco, abbiamo la serata che fa per te, perché al Circolo Magnolia arriva il Festival delle Canzoni Tristi!

Per ballare, cantare, conoscere amici tristi e trovare tante cose in comune, oltre al “Never a Joy” mood. Insomma, divertiti una volta tanto e passa una serata diversa dal solito!

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