L’allarme: sui TRASPORTI PUBBLICI MILANESI il distanziamento sociale è impraticabile

La lettera di ATM e Ferrovie Nord al Governo: si avranno "assembramenti non controllabili e pericolosi per la salute delle persone" oltre a "potenziali problemi di ordine pubblico"

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Credits: notizie.tiscali.it - Distanziamento sociale in banchina

Nel calendario di riapertura dell’Italia dal 4 maggio l’unica “strategia” di contenimento della diffusione di contagio dal Covid-19 prevista sembra fino ad ora essere il distanziamento tra le persone con le mascherine. Sta balzando alle cronache un problema ancora irrisolto: l’impraticabilità del distanziamento sociale obbligatorio anche sui mezzi pubblici. Questo infatti hanno scritto in una lettera inviata al ministro dei Trasporti, i presidenti di Atm, Arrigo Giana, e di Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli.

Fonte: milano.fanpage.it

L’allarme: sui TRASPORTI PUBBLICI il distanziamento sociale è impraticabile

# Giana (ATM) e Gibelli (FNM) “l’offerta di trasporto sarebbe assolutamente insufficiente, anche a fronte di una domanda che, prevedibilmente, sarà inferiore rispetto alla situazione pre-emergenza

Credits: Claudio Furlan – LaPresse – Mezzi atm con segnaletica di distanziamento

Le misure di distanziamento fisico anche sui mezzi pubblici, nella regione e nella città in cui l’utilizzo è più diffuso che altrove in Italia sarà impraticabile e quindi l’unica vera misura di contenimento del contagio predisposta dal governo fa acqua.

Giana presidente Atm e Gibelli presidente di Ferrovie Nord Milano hanno dichiarato che “Il distanziamento ipotizzato di un metro per la Fase 2 limita la capacità del sistema dei trasporti di persone al 25-30 per cento del numero di passeggeri trasportati in condizioni di normalità” perché il limite deciso dal governo “riguarderebbe sia la capienza dei veicoli, sia quella dei luoghi di attesa dei mezzi, siano essi stazioni o fermate di superficie e l’offerta di trasporto sarebbe assolutamente insufficiente, anche a fronte di una domanda che, prevedibilmente, sarà inferiore rispetto alla situazione pre-emergenza“.

# Il problema di mantenere il distanziamento fisico di un metro

I lombardi e i milanesi in misura percentuale maggiore, oltre il 50%, prediligono l’utilizzo del trasporto pubblico locale per muoversi in città e recarsi sul luogo di lavoro e una fetta di popolazione non possiede nemmeno un auto e pertanto è obbligata ad utilizzarlo. Per questo motivo dal 4 maggio, con il rientro alla normale vita lavorativa si assisterà al sovraffollamento a ridosso delle aree di attesa delle stazioni e alle fermate, ottenendo un effetto contrario a quello desiderato” con “assembramenti non controllabili e pericolosi per la salute delle persone” oltre a “potenziali problemi di ordine pubblico“, tenendo conto che nessun dipendente di Atm o FNM avrà titolo di impedire la salita di un cittadino abordo dei mezzi.

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Entrambi i dirigenti richiedono pertanto di mantenere esclusivamente l’obbligo di utilizzo delle mascherine da parte degli utenti oltre semplificazioni amministrative “intervenire con tempestività per adeguare e, ove necessario, diversificare l’offerta dei servizi di trasporto pubblico“.

# I limiti delle decisioni imposte da Roma dimostrano che c’è bisogno di autonomia locale, soprattutto per il servizio di trasporto più efficiente d’Italia

Le decisioni che arrivano dal governo centrale dimostrano per l’ennesima volta che spesso non sono funzionali alle esigenze di uno specifico territorio. L’emergenza Coronavirus non ha fatto altro che amplificare questo enorme problema, che può essere l’occasione per trasformarsi in un’opportunità di cambiamento istituzionali.

Il trasporto pubblico locale è un ambito che dovrebbe essere gestito in toto dagli enti che lo mettono a disposizione dei cittadini, per decidere ad esempio quali misure di sicurezza da adottare in un contesto critico come quello attuale, quali norme implementare per migliorare il servizio e quali risorse investire. A maggior ragione la città con il servizio di trasporto passeggeri più efficiente d’Italia, con ATM chiamata a gestirlo in altri capitale europee come Copenaghen, dovrebbe disporre di completa autonomia sotto tutti gli aspetti. Si potrebbe quindi partire da questo settore per rendere Milano una città più libera di agire per il meglio dei suoi abitanti, per poi chiedere a Roma di gestire da soli tutto quello in cui Milano si dimostra più capace?

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.