RIAPERTURA: quello che Conte non ha detto agli italiani (ma che avrebbe dovuto dire)

Pensavo fosse un piano invece era solo un calendario

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Nel piano di Conte quello che non torna è: il piano qual è?

Riapertura: quello che Conte non ha detto agli italiani (ma che avrebbe dovuto dire)

# Aspettavamo un piano, ci hanno proposto un calendario delle uscite

Invece del “piano” ci è stato presentato il Calendario. Non è a stessa cosa, perchè un piano descrive come si deve operare per risolvere il problema. In una pandemia la soluzione è di gestire chi è contagiato, salvaguardando la sua salute e impedendo che possa infettare altri. Ma di questo nel discorso di Conte non è stata fatta alcuna menzione. L’unica tattica sembra essere quella del considerare tutti i cittadini come dei potenziali infetti e, nel caso ci fossero dei problemi, sembra che l’unica via di uscita sia di fare rientrare tutti a casa. Vediamo invece che cosa avrebbe dovuto contenere un vero piano, così come è stato fatto in tutti gli altri paesi del mondo, prendendo spunto dalle proposte di Matteo Fago

# Un piano dovrebbe rispondere a tutte queste domande

  • #1 AUMENTO DEI TAMPONI. Come verrà organizzato l’aumento del numero dei tamponi in misura tale da avere un numero statistico più reale dei contagi?
  • #2 TRACCIAMENTO. Quale sarà il team o task force che si occuperà di tracciare la storia e i movimenti dei contagiati?
  • #3 ISOLAMENTO POSITIVI. Come verrà gestito il contenimento dei positivi, sia in quarantena presso strutture esterne o presso il proprio domicilio?
  • #4 MISURE DI SICUREZZA. Quali saranno le misure di sicurezza e distanziamento sociale obbligatorie per tutte le condizioni ovvero vita sociale e lavorativa?
  • #5 FORNITURA MASCHERINE. Quale sarà il programma di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e come verranno distribuiti?
  • #6 MESSA IN SICUREZZA OSPEDALI. Come dovranno organizzarsi gli ospedali per operare in sicurezza sia per gli operatori sia per i pazienti ed evitare che, come in passato, gli ospedali possano rappresentare un pericolo di contagio?
  • #7 MESSA IN SICUREZZA RSA. Quali misure di sicurezza dovranno adottare le RSA e le case di riposo, per scongiurare una nuova diffusione incontrollata del virus tra le persone più a rischio?
  • #8 CURE A DOMICILIO. Chi si occuperà e a chi ci si potrà rivolgersi per dotarsi delle forniture utili alla terapia domiciliare che hanno dimostrato la loro efficacia, ad esempio l’ossimetro o il saturimetro che rileva la quantità (%) di emoglobina legata all’ossigeno?
  • #9 APP. Quando e come si utilizzerà l’app Immuni?

Fonte: Matteo Fago

Altre domande dovrebbero trovare risposta in un piano, come ad esempio: si percorrerà la strada dei test di immunità? Se sì come si intende fare? Se no, si proseguirà nella sperimentazione?

Ci sono delle persone sopra una certa età a cui sarà vietata l’uscita o dovrebbero seguire limitazioni particolari? Quale è il piano di garantire in sicurezza la ripresa delle scuole a settembre? Come si intende gestire la mobilità nelle aree urbane, considerando i limiti nei flussi di persone sui mezzi pubblici?

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Così come abbiamo posto dubbi sul chiudiamo tutto senza però fare nulla per risolvere il problema, proseguiamo con gli stessi dubbi verificando la mancanza di un piano di azione.

# Le esperienze che funzionano non mancano, perché non copiarle?

Nel mondo ci sono tanti casi di successo nelle gestione della ritorno alla normalità post covid-19, Germania, Corea del Sud, Svezia e per rimanere in Italia in Veneto.
Dopo mesi di commissari, supercommissari, taskforce, quotidiane riunioni a Palazzo Chigi, dirette Facebook e dirette a rete unificate sembra regnare confusione al Governo, con continui scontri con Regioni e Comuni e l’ultimo decreto oltre a scontentare gran parte della popolazione sembra l’ennesima soluzione attendista di chi non sa dove mettere le mani.

Per questo, non sarebbe opportuno dopo mesi dall’inizio di questa emergenza, prendere gli esempi di buon governo dai nostri vicini di casa e consentire all’Italia e ai suoi cittadini di uscire da una crisi da cui non si vede la luce?

Ancora Matteo Fago conclude:

“Se poi il governo non sa che pesci pigliare perché nemmeno i Super Esperti hanno capito qualcosa può per esempio chiamare un esperto vero, cioè il prof. Crisanti, la persona che ha liberato il Veneto dall’epidemia, e farsi dire cosa c’è da fare.

Oppure chiedere ai coreani se ci mandano un super esperto che ci scrive lui il piano.

Oppure anche chiedere ai portoghesi o ai tedeschi che stanno riuscendo a contenere il virus nella maniera corretta ossia sul territorio (non in ospedale).

E poi basta trattarci da idioti!

Non va bene dire “Se avete 37,5° di febbre avete l’obbligo di stare a casa” e basta. Questo le persone già lo fanno senza nessuno che le obblighi.
Quello che c’è da dire (e da organizzare, questo si che sarebbe un piano) è “Chiunque ha 37,5° si chiude a casa, ci chiama e noi andiamo a fargli il tampone”.”

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.