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La verità di TRUE: ForestaMI è un GRANDE BLUFF!

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forestami

Il progetto “ForestaMI” ha subito varie modifiche dalla sua presentazione iniziale. Il sito True lo definisce un grande bluff. Ecco la sua denuncia. 

La verità di TRUE: ForestaMI è un GRANDE BLUFF!

# “ForestaMI”: verso un parco metropolitano?

riforestazione
Credits: reteclima.it

Nel 2018 il sindaco di Milano Beppe Sala aveva presentato l’ambizioso progetto “ForestaMI” che aveva riacceso la speranza nel cuore dei milanesi, soprattutto in quelli dei più attenti all’inquinamento. Secondo il progetto entro il 2030 la città dovrebbe diventare un vero e proprio parco metropolitano: ben tre milioni di alberi piantati in tutto il Comune per aumentare la qualità della vita milanese, fortemente pregiudicata dall’inquinamento. I dati riportati davano speranza anche ai cittadini più scoraggiati: un albero adulto in un solo anno assorbe fino a 0,4 tonnellate di CO2. Sogno o realtà? Secondo True il progetto sarebbe stato modificato talmente tanto dalla sua iniziale presentazione da risultare ora un grande bluff.

# Un progetto che si sgretola col passare del tempo

credit: impact.startupitalia.eu

Il responsabile scientifico di “ForestaMI” è l’archistar Stefano Boeri, il cui studio ha progettato il famosissimo Bosco Verticale. Però il parco metropolitano sembra non aver ottenuto gli stessi risultati del grattacielo: gli alberi che dovevano essere impiantati, sono divenuti con il tempo “generiche piante” che includono anche arbusti e cespugli. Questo piccolo aggiustamento, che se ci si pensa non è poi così piccolo, è stato solo l’inizio di una radicale trasformazione progettuale. Se infatti l’obiettivo iniziale era “riforestare” la città per ottenere un effetto concreto sull’inquinamento urbano, successivamente l’area di interesse ha iniziato ad allargarsi, includendo anche la città metropolitana di Milano che però è dieci volte più grande.

Basteranno milioni di piante, di cui solo centomila alberi, per “riforestare” un’area così estesa? Sicuramente no. Questo il giudizio di True. 

# Da milioni di alberi alle “piante equivalenti”

credit: ilfloricultore.it

Il Chief Resilience Officer comunale, un ruolo che peraltro esiste in circa cento città al mondo, in un’intervista rilasciata alla rivista Valori ha introdotto il concetto di “piante equivalenti” affermando: ci interessa di più come e dove piantumiamo queste piante, che il loro numero. Perché a noi interessa piantumare lungo le strade, nelle aiuole, laddove cioè si formano le isole di calore”. E’ innegabile che per abbassare la temperatura bisogna creare aree verdi in zone urbane piuttosto che laddove il verde è già presente, però True sottolinea una furbizia che sembra soggiacere dietro a queste idee.

Se la logica su cui si basa il concetto di “piante equivalenti” può considerarsi sensata, ciò che lascia perplessi è la torbidità con cui il progetto viene presentato: i giornali continuano a parlare di milioni di alberi mentre i documenti scrivono semplicemente di “piante”.

Dovevano essere alberi e alla fine rischiamo di ottenere solo un miglioramento delle aiuole e per giunta al di fuori dell’area comunale, dove il verde certo non manca. Il progetto “ForestaMI” sembrava già una realtà per Milano ma rischia di trasformarsi in un’illusione ottica.

Continua la lettura con: Il BOSCO ORIZZONTALE in via MELZO: “TERRAZZE VERDI” su strada con pedane MANGIASMOG

Fonte: True

ROSITA GIULIANO

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I lavori più STRANI meglio PAGATI al Mondo

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Credits: pinterest.it

Vi è mai capitato di vedere persone prese in un lavoro alquanto particolare e mai visto prima? Alcuni di questi lavori garantiscono uno stipendio molto sostanzioso. Ma quali sono i lavori più strani meglio retribuiti al mondo?

I lavori più STRANI meglio PAGATI al Mondo

#1 Shot girl

Credits: vice.com

La Shot girl è una ragazza che prepara gli shot di tequilla e di Jell-O. Questo lavoro, molto diffuso tra i bar e i locali delle città americane, può essere paragonato al lavoro della barista ma la differenza è che la sua mansione è limitata alla preparazione degli shottini. Retribuita con 25 centesimi per shot preparato, più le mance, riesce a guadagnare dai $300 e il $600 a notte.

#2 Cuoco nei sommergibili

Credits: seairlandshots.com

Il cuoco nei sommergibili è uno dei lavori più particolari offerto soprattutto in Australia. Annualmente si possono raggiungere i 200 mila dollari anche se per aggiudicarsi il ruolo bisogna avere un’esperienza di almeno 6 anni come cuoco marinaio.

#3 Palombaro di perle

Credits: tuttoin1.it

Il palombaro di perle assicura ottimi guadagni giornalieri anche se non è un lavoro del tutto semplice e privo di rischi. Questo lavoro è praticato specialmente in America, con una retribuzione di circa $500 al giorno, ma soprattutto in Australia dove il compenso raggiunge i $1300 al giorno.

#4 Palombaro di petrolio

Credits: vipnotizie.it/

Il palombaro di petrolio è colui che controlla le piattaforme petrolifere ma soprattutto ha il compito di saldare eventuali perdite dai tubi sott’acqua. Essendo un lavoro molto importante sia dal punto di vista economico ma anche per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente si può arrivare a guadagnare fino a $80,000 all’anno.

#5 Venditore di aeroplani

Credits: pikist.com

Il venditore di aeroplani è senza alcun dubbio un lavoro che può mettere alla prova le capacità di vendita di un vero venditore. Sui costi milionari degli aerei spetta il 10% delle provvigioni al venditore, pertanto i guadagni si aggirano tra i $10 mila e i $900 mila per aereo.

#6 Cacciatore di taglie

Credits: ilpost.it

Il cacciatore di taglie, classico lavoro citato spesso nei film americani, ha il compito di catturare i criminali evasi e in fuga dai carceri. Il suo guadagno si aggira tra il 10% e il 45% della cauzione. Regolamentata dalla sentenza del 1873, il cacciatore di taglie è un lavoro legalizzato negli Stati Uniti.

#7 Lettrice del rossetto

Credits: soluzione.online

Un passo evolutivo in più rispetto alla cartomante, la lettrice di rossetto è colei che durante le festa decifra la personalità e il futuro di una donna dall’impronta delle labbra. Il suo compenso si aggira tra i $25 e il $50 all’ora.

#8 Statua umana

Credits: pinterest.it

E’ un lavoro abbastanza vecchio e consiste nel travestirsi come un personaggio dei cartoni animati o come un idolo e apparire ad un evento promozionale o in un luna park. Una statua umana può guadagnare da $25 fino al $200 all’ora.

#9 Spaventapasseri umano

Credits: pinterest.it

Uno spaventapasseri è un dispositivo messo nei campi o nei giardini per spaventare gli uccelli come ad esempio corvi e passeri. Lo spaventapasseri umano è senza alcun dubbio più efficace perchè grazie alle proprie urla e ai movimenti bruschi riesce a proteggere terreni più ampi. Il suo compenso? Dai $10-$15 all’ora.

Articolo tratto da: Italianiemigrati

Continua la lettura con I 10 LAVORI più RICERCATI nonostante la pandemia

MARCO ABATE

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LE ISOLE SHETLAND vogliono L’INDIPENDENZA dalla SCOZIA

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Isole Shetland

Un piccolo arcipelago chiede l’indipendenza da uno Stato che a sua volta vuole l’indipendenza. Ecco come le Isole Shetland potrebbero fare la differenza nella storia dei ministati.

LE ISOLE SHETLAND vogliono L’INDIPENDENZA dalla SCOZIA

# Le Shetland sono un piccolo arcipelago più norvegese che inglese

Celebrazioni tipiche delle Shetland
Celebrazioni tipiche delle Shetland

Le Isole Shetland sono un arcipelago formato da 100 isole di cui solo 16 sono popolate, per un totale di 24.000 abitanti. Queste isole sono geograficamente più vicine a Bergen in Norvegia che ad Edimburgo in Scozia, ma sono riconosciute come una delle 32 regioni unitarie scozzesi e, di conseguenza, parte del Regno Unito.

Infatti, fino al 1472 questo territorio era di dominio norvegese ma fu ceduto alla Scozia per la dote del matrimonio tra Margherita di Danimarca e Giacomo III Stuart: un’azione che gli abitanti delle Shetland hanno sempre trovato ingiusta.

# Il problema attuale: la vita nelle Shetland costa troppo rispetto al resto della Scozia

Le Isole Shetland chiedono l’autonomia dalla Scozia sia per motivi di identità ma soprattutto per motivi economici. La vita su queste fredde isole costa il 60% in più rispetto al resto dello Stato. Gli abitanti accusano il governo dell’arretratezza e della povertà di questo territorio, e vogliono prendere in mano la situazione per cambiare le cose. Ma le Shetland potrebbero davvero essere indipendenti?

# Le Shetland avrebbero le risorse necessarie per essere indipendenti

L’economia dell’arcipelago potrebbe effettivamente giovare di questa indipendenza. Le isole non sono solo famose per essere le terre dei pony, dei cani pastore e delle pecore da lana soffice, ma sono anche importanti per quanto riguarda la pesca e possiedono grandi giacimenti di petrolio e gas. Abbassare i costi di vita e rafforzare l’economia sui propri punti forti porterebbe le Shetland a staccarsi effettivamente dalla Scozia.

# Le Shetland non vorrebbero un vero e proprio “Stato Sovrano”

Gli abitanti delle Shetland vorrebbero sì l’indipendenza dalla Scozia, ma per arrivare ad uno status di “dipendenza della Corona” come il Baliato di Jersey.

# Il governo scozzese potrebbe seguire la linea dell’indipendenza sia per le Shetland che per dividersi dal Regno Unito

La Scozia da sempre lotta per avere la sua indipendenza da Regno Unito e dopo il fallimento del referendum non esclude di riproporne un altro. Nell’ottica della giusta democrazia dovrebbero lasciare alle Shetland la stessa possibilità di decisione attraverso il voto.

Questa richiesta d’esercitare il diritto all’autodeterminazione, tramite referendum popolare, è stata regolarmente votata con 18 voti favorevoli contro 2 contrari dal Consiglio Comunale di Lerwick, capoluogo delle Shetland, e presentata formalmente al Parlamento scozzese. Si attende quindi una risposta ufficiale da parte della premier del Governo autonomo scozzese Nicola Sturgeon.

Il governo dovrebbe rispettare la consultazione delle isole, in alternativa potrebbe suggerire un modello simile alle Isole Faroe, che sono formalmente legate alla Danimarca ma sono libere di amministrare il loro territorio con un governo autonomo.

# L’insegnamento delle Shetland: chiedi altrimenti non avrai mai

Cosa insegna tutto questo alla Lombardia e a Milano?
Che se non chiediamo mai nulla nessuno penserà mai di darci qualcosa.

Fonte: Express

Continua la lettura con: L’ISOLA delle ROSE: la favola della libertà che incantò l’ITALIA

ANDRA STEFANIA GATU

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Da oggi a MILANO il primo DELIVERY di QUARTIERE

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credit: milano.corriere.it

Da oggi i negozi e le botteghe di quartiere arrivano direttamente a casa tua con il progetto Measy Marketplace, per una “Città in 15 minuti”.

Da oggi a MILANO il primo DELIVERY di QUARTIERE

# Measy Marketplace: il primo delivery di quartiere

Oggi parte il progetto “Measy Marketplace”, il primo servizio di consegna a domicilio di quartiere che non si contrappone ma, anzi, intende affiancare i colossi del delivery. Infatti il servizio si baserà su una piattaforma che mette insieme i piccoli commercianti di zona con la qualità offerta dalle app leader del settore che forniscono i rider professionisti e le tecnologie adatte al trasporto di cibi e bevande. L’idea è perfettamente in linea con l’aspirazione di Sala: la “Città in 15 minuti”, in cui tutto si trova a non più di 15 minuti da casa.

# Un progetto ambizioso per dare al commercio di prossimità una nuova chance

credit: Facebook @ConsorzioMorsenchioMcc

Si tratta di un progetto sperimentale, solo il primo passo verso una vera e propria valorizzazione del commercio di prossimità per non lasciare soli i commercianti che hanno bisogno di una nuova chance. Non a caso il progetto, che fa parte del Gruppo e-Novia, è stato il progetto vincitore del bando Innovazioni per l’economia di prossimità promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Nonostante la sperimentazione inizi oggi in un solo quartiere, nel Mercato Morsenchio di viale Ungheria, è molto ambizioso e a febbraio partirà anche in un altro mercato rionale e al quartiere di Porta Venezia.

# Un servizio in cui la tecnologia supporta le piccole attività

credit: business.techprincess.it

L’obiettivo è quello di creare un grande marketplace con tutti i punti vendita del quartiere, per far sì che gli utenti si sentano al mercato ma da casa propria. La verità è che siamo circondati da piccoli negozi che vengono spesso dimenticati, sostituiti dai grandi punti vendita, e quest’iniziativa tenta di rivalorizzare queste attività dando loro una maggior visibilità. Come usufruire del servizio? E’ semplice: effettua la tua prenotazione entro le 11 e riceverai i prodotti nella fascia 17-19 (da febbraio anche in quella 11-14). Arriveranno a casa tua rider professionisti dotati delle migliori tecnologie per monitorare le oscillazioni del carico e stabilità e per garantire la conservazione del prodotto e la sicurezza del rider.

# Una svolta radicale nel mondo del delivery?

credit: milano.corriere.it

Il gruppo e-Novia ha formato la società Measy Marketplace proprio perché crede fermamente in questo progetto e ha individuato un’esigenza del commercio locale che, se soddisfatta adeguatamente, può portare ad una svolta nelle modalità di consegna di cibo a domicilio. I piccoli commercianti difficilmente si lanciano nel mondo dell’e-commerce ed è innegabile che il mondo del delivery sia dominato dai fast food, mentre quest’idea permetterebbe ad esempio al fruttivendolo, al panettiere o al macellaio di entrare in competizione con i grandi punti vendita. Il co-founder e Chief Operating Officer Ivo Boniolo fa un quadro preciso della situazione attuale affermando “Oggi il singolo panettiere non può fare la consegna a domicilio se non si aggrega agli altri, perché l’impatto del costo di consegna su uno scontrino di pochi euro non è sostenibile”. Il sistema utilizzato dà la possibilità a tutti i negozianti di effettuare consegne a domicilio, il costo della consegna infatti sarà proporzionale allo scontrino.

Se il progetto dovesse funzionare e si creasse una rete di negozi di quartiere davvero funzionante, Milano diventerebbe davvero una “Città in 15 minuti” spostando su una piattaforma digitale il rapporto commerciante-cliente che caratterizza gli acquisti di prossimità e che rischia altrimenti di perdersi tra i centri commerciali e i punti vendita immensi.

Fonte: Il Corriere della sera

Leggi anche: 10 IDEE di RINASCITA per commercianti e imprenditori (chi lo è e chi lo vuole diventare)

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 La LOMBARDIA sta GUARENDO: ora è la MIGLIORE in ITALIA, i numeri si stanno RIBALTANDO

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Rapporto percentuale tra decessi e ricoverati in terapia intensiva

Era la prima malata. Ora sembra quella più vicina a una guarigione, prossime ondate permettendo. La situazione in Lombardia appare capovolta rispetto alla primavera: 9 pazienti gravi su 10 guariscono. Anche il dato sul numero di decessi complessivo è in miglioramento, più che dimezzato in Regione, mentre è quasi raddoppiato nel resto del Paese. Lo stesso per il tasso di positività ormai in Lombardia stabilmente sotto la media nazionale e sotto la soglia critica del 10%. Ecco i dati nel dettaglio.

La LOMBARDIA sta GUARENDO: ora è la MIGLIORE in ITALIA, i numeri si stanno RIBALTANDO

# MORTI COVID: in Lombardia sono scesi del 54%, nel resto del Paese sono cresciuti del 40%

C’è una sostanziale “parità” fra prima e seconda ondata se si guardano i decessi nel complesso. Ma in Lombardia sono scesi del 54%. Questo significa che nel resto del Paese, ovvero Italia senza Lombardia, sono aumentati del 40%. La Lombardia negli ultimi 14 giorni, in base ai dati ministeriali elaborati dall’Osservatorio metropolitano di Milano, ha avuto il 16% dei decessi totali nazionali, e negli ultimi sette il 14,3%, scendendo al di sotto della media nazionale, quando in passato era sempre stata, a volte anche di molto, al di sopra. 

# Morti su ricoverati in TI: Lombardia la migliore con il 13%, quasi tutte le altre regioni oltre il 20%. Campania e Emilia Romagna sfiorano il 35%, il Friuli Venezia Giulia supera il 50%

Rapporto percentuale tra decessi e ricoverati in terapia intensiva

Tornando ai dati, e al trend dei contagi e dei ricoveri, le note positive riguardano innanzitutto l’esito dei ricoveri in terapia intensiva: la Lombardia prima in Italia per rapporto fra ricoveri in terapia intensiva e decessi, con un dato che si aggira sul 13%: questo significa che quasi 9 pazienti gravi su 10 guariscono. Moltissime regioni invece sono sopra il 20%, Campania e Emilia Romagna sfiorano il 35% e il Friuli Venezia Giulia addirittura supera il 50%, con un ricoverato su due che perde la vita, lo stesso livello della Lombardia a marzo.

È questo il quadro fornito dell’istituto «Polis Lombardia» sulla base dei dati ministeriali: la Lombardia nella settimana 12-18 dicembre risulta la migliore regione in assoluto nel rapporto fra ricoveri in terapia intensiva e decessi. Inoltre, ospedalizzati e ricoverati in terapia intensiva sono ancora in calo nelle ultime tre settimane, alla data di ieri 20 dicembre erano rispettivamente 4.341 e 583, quasi la metà rispetto all’ultima settimana di novembre quando erano quasi 8.000 i posti occupati in ospedale, 934 posti quelli in terapia intensiva. Questo è accaduto perchè negli ultimi 25 giorni per ventritrevolte si è registrato uno svuotamento negli ospedali lombardi. 

# L’immunità diffusa sempre più probabile nella nostra regione: prima a est ora a ovest

Credit: oliverbeige Twitter

La circolazione del virus in Lombardia sembra sia sempre più frenata, complice probabilmente un alto livello di sieroprevalenza legato al precedente dilagare dei contagi, per cui si ipotizza di una probabile immunità ormai prossima. Nel grafico in alto si nota come la parte est più colpita nella prima ondata sia stata risparmiata nella seconda, uno scenario che replicarsi nelle ultime settimane anche per la parte ovest della Regione Lombardia.

Il 20 dicembre il tasso di tamponi positivi, sul totale di quelli eseguiti, è risultato del 8%, e nelle ultime settimane in questa classifica la Lombarda è rimasta al di sotto della media nazionale, oscillando tra il 7% e il 9%. In Italia il tasso di positività è risalito all’11%. L’andamento lombardo è confortante anche per quanto attiene ai positivi negli ultimi 60 giorni, o ai nuovi positivi negli ultimi 45.

Continua la lettura con:🛑 La SECONDA ONDATA in Lombardia è un segno di IMMUNITÀ DI GREGGE?

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Qual è IL PROGETTO più VISIONARIO per il futuro di Milano? Le 10 nominations 2020 (VOTA)

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Credits: wsimag.com

Per i Milano Città Stato Awards vota tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Puoi votare la tua preferita. La più votata sarà regina di Milano Città Stato e riceverà il Milano Città Stato Award 2020. In collaborazione con Vivaio.

Qual è IL PROGETTO più VISIONARIO per il futuro di Milano? Clicca sul titolo per la descrizione e in fondo per votare

#1 ALBERI DA FRUTTO PER LE STRADE DI MILANO
ALBERI da FRUTTO in città per dare gratis ai cittadini mele, more e mirtilli

#2 BOSCO ORIZZONTALE
“TERRAZZE VERDI” su strada con pedana MANGIASMOG

Credits: milano.repubblica.it – Via Melzo, il Bosco orizzontale

#3 CANNONI D’ACQUA CONTRO LO SMOG
I “fog cannon” per ridurre i PM10 vicino a scuole o ospedali, in attesa delle piogge

#4 FESTIVAL DELLE LUCI
Un palcoscenico di luci con spettacolari sculture fatte a Led realizzate sui palazzi e monumenti di Milano dai più grandi light designer della scena mondiale

Credits: berlinomagazine.com – Duomo di Berlino

#5 GRATTACIELI VISIONARI
Cinque progetti ultra-avveniristici per il futuro di Milano ordinati per altezza: si arriva fino a 3.000 metri

#6 METROPOLITANA PER GENOVA
La direttissima per il mare. Il prolungamento della linea verde da Porta Genova M2 fino a Genova Porto come ultima fermata fuori città

cose brutte

#7 PISTA CICLABILE CHE SI ILLUMINA CON IL BUIO
Un’innovazione che consente di ottenere un duplice vantaggio: far viaggiare in sicurezza gli utenti in bicicletta e con il monopattino, producendo un risparmio energetico per l’amministrazione

Credits: veronanews.it

#8 QUADILATERO ILLEGALITA’: Trasformarlo in un’attrazione etnica tipo Paolo Sarpi

Credit Repubblica.it

#9 STRADE SOLARI
Potrebbe Milano adottare questo sistema per migliorare l’impatto ambientale?

Costruzione Solaroad Amsterdam

#10 TORRI ANTISMOG
TORRE ANTISMOG da 100 METRI in Cina: 10 così per la città e avremmo aria pulita a Milano

Credits: South China Morning Post

 

Qual è IL PROGETTO più VISIONARIO per il futuro di Milano?

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Per vedere e votare altri milano città stato awards, clicca qui: MILANO CITTA’ STATO AWARDS

MILANO CITTA’ STATO

 

 

7 JOLLY per la RICONFERMA ELETTORALE di Sala

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Credits: Shealah Craighead - Olimpiade 2006

Per ora è l’unico candidato. Il giorno di Sant’Ambrogio il sindaco ha dichiarato la sua ricandidatura per altri cinque anni. Nell’attesa di vedere chi sarà o saranno gli sfidanti, questi sono i jolly che potrebbe giocarsi per convincere i milanesi. 

7 JOLLY per la RICONFERMA ELETTORALE di Sala

#1 Inaugurare qualche fermata della M4

Credits: metroricerche.com – Stazione tipo M4

L’apertura del primo tratto della nuova linea blu, prevista nel 2021 con il tratto Linate-Forlanini FS, è ancora incerta nella data, anche per lo scarso utilizzo del city airport causa Covid. Per far capire che qualcosa di buono è stato fatto durante la sua amministrazione, potrebbe aprire a sorpresa qualche fermata, anche se non dovesse passare nessun vagone della metropolitana.

Ad esempio potrebbe inaugurare una fermata nella periferia ovest del Lorenteggio, o quella al Parco delle Basiliche e San Babila in centro storico. Se proprio gli avanza del tempo potrebbe inaugurare la fermata più profonda di Milano, quella di Dateo, a 32 metri sotto la superficie. Sarebbe di grande impatto. 

Leggi anche: Le fermate della METRO più PROFONDE a Milano e nel mondo

#2 Riapertura di un breve tratto di Naviglio a colpi di piccone

Aveva previsto la riapertura integrale dei Navigli durante il suo attuale mandato, o almeno una piccola parte, ma per vari motivi non ha onorato la promessa fatta ai milanesi, senza neppure portare avanti in fase progettuale nei primi anni. Per rifarsi potrebbe fare un colpo di teatro: armarsi di elmetto e piccone per scoperchiare almeno 10 metri di Navigli. Per facilitarsi il compito potrebbe partire da Melchiorre Gioia dove il Naviglio scorre ancora libero sotto l’asfalto e l’iniziativa potrebbe rivelarsi più semplice.

#3 Performance celebrativa delle olimpiadi 2026

Credits: Shealah Craighead – Olimpiade 2006

Le olimpiadi invernali sono state aggiudica, ma si terranno solo nel 2026. Se Sala perdesse le elezioni non potrebbe aprire la cerimonia d’inaugurazione. Per evitare questo smacco potrebbe organizzare una performance celebrativa della manifestazione fin dalla prossima primavera, con atleti olimpici in giro per la città che danno appuntamento ai cittadini per il 2026. La manifestazione verrebbe messa in atto da Mario Balich, il re delle grandi inaugurazioni e degli effetti Wow!

#4 Una pista ciclabile 

Non è un mistero che sia il suo principale cavallo di battaglia. Anche se sono numerosi i tratti di pista ciclabile realizzati, in sede protetta o solo tracciate con la vernice, manca ancora una pista unitaria che attraversi tutta la città o che la colleghi con i comuni di prima fascia senza interruzioni. L’occasione potrebbe essere ghiotta per una pista ciclabile tutta nuova, magari che si illumini di notte, da presentare prima delle elezioni.

Leggi anche: A Verona la PRIMA PISTA CICLABILE che si ILLUMINA con il buio. Un’idea da portare a Milano?

#5 Una mega manifestazione per il clima 

Potrebbe fare da promotore, magari invitando nuovamente Greta Thunberg, a una grande manifestazione per la lotta al cambiamento climatico e portare a sé un po’ di voti di veri e finti ecologisti. 

#6 Inaugurare una sede per una futura authority europea

Per Ema è andata male, ce la siamo fatta soffiare dall’Olanda. La possibilità di ospitare la sede europea del tribunale dei brevetti è in salita. Per ovviare a queste difficoltà potrebbe istituire la “Sede Europea degli Eventi fieristici” inaugurando un nuovo padiglione a Rho Fiera. O comunque predisporre una sede per una futura authority internazionale. 

#7 Rinnovare la dichiarazione a favore di Milano città stato a pochi giorni dal ballottaggio

L’aveva promesso durante la campagna elettorale nelle precedenti elezioni del 2016 sottoscrivendo una “lettera d’impegno”. Purtroppo rimasto poi solo sulla carta. Potrebbe ripetersi anche nell’ottica di una rielezione, con la speranza che dopo questa tornata elettorale tenga fede alla parola data.

Continua la lettura con: Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”: Beppe Sala a Milano Città Stato

MILANO CITTA’ STATO

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Una MILANESE a PARIGI

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credit: pungolorosso.wordpress.com

Milano è all’altezza delle altre metropoli europee? Ecco le riflessioni e i consigli che una milanese in Erasmus a Parigi sente di dare alla sua città.

Una MILANESE a PARIGI

La globalizzazione è anche questo: oggi sei a Milano, domani chi lo sa. Il tutto con estrema semplicità. Giulia, studentessa dell’Università degli Studi di Milano, ha deciso di piegare i suoi sogni in una valigia e di andare alla ricerca di una città all’altezza delle sue aspirazioni. Per l’esattezza scegliendo di fare l’Erasmus a Parigi.

# Alla ricerca di una Milano all’ennesima potenza

credit: thevintagenews.com

Alla mia domanda “Perché hai deciso di andare a Parigi?” Giulia ha risposto senza alcuna esitazione Cercavo una Milano all’ennesima potenza: crescendo ho capito che Milano richiede tanto ma restituisce altrettanto e che in Italia non c’è un’altra città con così tanti stimoli. Però ho pensato che Parigi potesse essere una città con caratteristiche simili ma ancora più evoluta“. Dal suo racconto emerge chiaramente la voglia di internazionalità, di vivere in una città che permetta ai suoi abitanti di venire quotidianamente a contatto con realtà differenti. Questo dovrebbe far riflettere: perché una grande città come Milano non ha saputo rispondere a pieno alla sua domanda?

# Dove l’internazionalità è la normalità

credit: vivaparigi.com

Giulia sta studiando alla Sorbona e afferma “Alla Sorbona, che è la nostra Statale, gli studenti internazionali sono la normalità e sono perfettamente integrati. Non solo la città, anche l’università stessa è di un livello superiore. Mi racconta della sua esperienza in residenza universitaria, in cui si aspettava di trovare principalmente parigini e invece è rimasta sorpresa dal clima internazionale che si respira. “Ho trovato soprattutto persone proveniente da altre nazioni o città, cosa che a Milano non ho mai visto. Grazie a loro sono uscita dalla mia comfort zone e ho trovato un contesto che mi ha permesso di aprire la mia mente”. 

# Il virus non ha fermato Parigi che continua ad accogliere i suoi abitanti

credit: luoghidiinteresse.it

Nonostante stia cercando di vivere al massimo la sua esperienza parigina il Covid le ha messo i bastoni tra le ruote e non le sta permettendo di conoscere a fondo Parigi. Confessa che la situazione è piuttosto diversa da quello che si aspettava prima di partire: “non ho la libertà di conoscere a fondo la città e le altre persone”. Anche se la sua libertà è limitata così come la sua rete di conoscenze, Giulia ha avuto modo di respirare l’atmosfera multietnica della città e di conoscere persone che l’hanno stimolata. E’ come se la capacità della città di inglobare in sé stessa gli abitanti non si fosse fatta fermare dal virus.

# C’è un po’ di Giulia in ognuno di noi

 
credit: pungolorosso.wordpress.com

Io e Giulia ci siamo lasciate parlando di obiettivi, che riflettono le aspettative di tanti milanesi: il suo modo di vedere il mondo ha già iniziato a cambiare e quello che vorrebbe apprendere ancor di più dai parigini è lo sguardo critico, l’impegno politico e quello civile. Secondo la sua esperienza infatti queste qualità sono molto presenti a Parigi ma non a Milano.

La nostra città è sicuramente sulla strada giusta per raggiungere il livello delle altre metropoli europee ma il lavoro da fare è ancora molto, soprattutto per poter realizzare i sogni dei suoi cittadini, in primis quelli più giovani, che sono sempre più esigenti e ne rappresentano il futuro.

Continua la lettura con: Io, TORINESE innamorato di MILANO, vi spiego perché questa CITTÀ è MAGICA

ROSITA GIULIANO

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I 7 MUSEI con le ARCHITETTURE più STRAORDINARIE del mondo

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Binhai Library - credits: Ossip van Duivenbode

Il fatto che i musei contengano opere d’arte e oggetti d’interesse non esclude che le loro strutture possano rappresentare esempi di magnificenza architettonica. Spesso più degni di ammirazione delle opere in essi contenute, Ecco la classifica dei 7 musei con le architetture più straordinarie al mondo.

I 7 MUSEI con le ARCHITETTURE più STRAORDINARIE del mondo

#7 Kadokawa: il museo dedicato alla cultura pop giapponese

credits: spoon-tamago.com

Il Giappone ha deciso di dedicare un intero museo alla cultura pop del Paese inaugurato alla fine del 2020. Il museo fa parte del più ampio complesso di Tokorozawa Sakura Town e ne costituisce la principale attrazione. E’ stato chiamato centro di Kadokawa, ed è un progetto del leggendario Kengo Kuma. L’architetto è solito ispirarsi alla natura per progettare le sue opere e questa non fa eccezione.

L’edificio ha le sembianze di un grande masso e per dare un maggior effetto di realismo, la facciata è stata ricoperta con ventimila pezzi di granito. La cultura pop è  il cuore del museo costruito su cinque piani, infatti un intero piano è dedicato agli anime. Inoltre ci sono gallerie, una grande biblioteca con scaffali alti 8 metri, un bar e uno shop.

#6 Il centro culturale di Shenzhen, al servizio dei cittadini. Al suo interno un centro commerciale di sole librerie

credits: futurix.it

Se Kadokawa parla della cultura pop giapponese, in Cina è stato costruito un nuovo centro culturale che si occupa di varie discipline: dallo sport alla musica. Il progetto è nato dalla volontà di costruire un centro culturale per gli abitanti del quartiere Lungan, nella città di Shenzhen, e se ne sono occupati gli architetti Mecanoo. Siccome il luogo in cui doveva sorgere l’edificio si trovava al confine tra l’area del parco e il centro direzionale, vi era spesso un grande flusso pedonale. E’ stato proprio da questa necessità pratica che è nata l’idea della sua struttura architettonica, caratterizzata da grandi archi che permettono il passaggio ai cittadini.

Il risultato è stato un enorme complesso suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali svolge una funzione diversa. La parte dedicata alla scienza viene utilizzata come luogo per l’educazione dei bambini, mentre all’interno del centro giovanile vengono svolti eventi sportivi e musicali. Il Museo d’Arte occupa due piani e offre ai visitatori una vasta collezione di opere. In ultimo è stato allestito un’intero centro commerciale esclusivamente con librerie.

#5 Museo atelier Audemars Piguet: simboleggia la connessione con il passato della storica società di orologi

credits: www.museeatelier-audemarspiguet.com

Bjarke Ingels Bureau ha costruito un nuovo museo per Audemars Piguet, storica società di orologi. Il padiglione si trova accanto a un antico edificio nella Valle de Joux e la particolare forma a spirale ha un preciso significato: la struttura emerge dal terreno avvitandosi su se stessa e simboleggia l’ancoraggio dell’azienda al passato della città.

All’interno i visitatori percorrono la spirale verso il centro del padiglione in senso orario, come in un grande meccanismo di orologeria, passando accanto ai laboratori, agli showroom e alle mostre. Gli interni infatti si sono dovuti adattare alla forma spiraleggiante e sono stati studiati dall’Atelier Brückner Studio, i cui progettisti hanno dovuto ideare e disegnare la disposizione circolare.

#4 Liyan County History Museum: una grande pietra immersa nel verde per rappresentare il rapporto tra arte e natura

credits: AD-italia.it

Il Liyan County History Museum è stato ideato appositamente per sembrare una nuvola o una pietra bagnata dall’acqua. Siccome l’obiettivo del progetto era quello di mostrare il rapporto tra arte e natura, per realizzare il progetto gli architetti si sono ispirati ad un naturale bacino idrico poco distante, ma soprattutto al patrimonio culturale di Liyan, nucleo centrale  dell’esposizione museale. Infatti, fonte di ispirazione per il materiale utilizzato è stato uno dei principali simboli della città: il vecchio strumento musicale in legno Jiaoweiqin.

Gli architetti hanno scelto il legno per costruire la facciata riprendendo il materiale dello strumento, mentre la forma del museo è perfettamente in armonia con la natura circostante. La cosa più strabiliante è che sono stati in grado di trasmettere tutto ciò in modo poetico e scultoreo. Un altro aspetto sorprendente è che la collina su cui è stata posata la “pietra”, è artificiale e nasconde l’ingresso principale con un ampio atrio.

#3 Museo Nazionale del Qatar: una rosa del deserto in piena città

credits: Sharil Babu/picture-alliance/dpa/AP Images

Se si visita la città di Doha, non si può non visitare il Museo Nazionale del Qatar. Costruito da Jean Nouvel, venne ideato tentando di riprodurre una “rosa del deserto”, una formazione minerale che durante la cristallizzazione in strati di sabbia assume le sembianze di una vera e propria rosa. I dischi di dimensioni differenti che circondano l’edificio hanno più funzionalità: principalmente fungono da supporti e da elementi ornamentali allo stesso tempo.

Queste però non sono però le uniche due funzioni che assolvono perché creano spazi d’ombra tra le gallerie e formano un cortile interno. Al centro di questo cortile vi è il palazzo storico restaurato dallo sceicco Abdullah Bin Jassim Al-Thani, figlio del fondatore del Qatar moderno. Questo antico palazzo era la sede della famiglia reale ma è stato successivamente adibito a museo nazionale. Il Museo del Qatar ha subito suscitato curiosità e ha ricevuto 450mila visitatori in nemmeno un anno dalla sua apertura.

#2 Museo Twist: un museo in perfetta armonia con la natura

credits: laurianghinitoiu (Kistefosmuseum)

Il padiglione del museo si trova all’interno del parco delle sculture di Kistefos ed è un’altra opera degna dell’attenzione dei visitatori. L’edificio, chiamato Twist proprio per la sua forma attorcigliata e contorta, è un ponte che collega le due sponde del fiume Randselva. All’interno ci sono tre gallerie stilisticamente differenti: una è ampia e illuminata dalla luce naturale, un’altra è invece più alta e buia con luce artificiale, mentre l’ultima galleria è costituita da uno spazio aperto al centro con un soffitto curvo.

Se osservata superficialmente la forma della struttura appare rotonda e curva, ma uno sguardo attento noterà che è costituita da linee rette. Per ottenere l’effetto ondulato gli architetti hanno piegato dei pannelli speciali in alluminio e li hanno impilati come libri per creare delle curve. I pannelli in alluminio utilizzati riflettono gli alberi, le colline e l’acqua che circondano la struttura e creano un bellissimo riflesso con il movimento del sole. Insomma, l’edificio si integra perfettamente con il paesaggio circostante, creando una vera e propria armonia. Bloomberg e il Telegraph hanno nominato Twist uno dei più bei musei aperti nel 2019.

#1 Museo delle Scienze di Binhai: concepito per rievocare il passato della città, simboleggia le torri di raffreddamento delle industrie

credits: elledecor.com

Il Museo delle Scienze di Binhai è situato nel distretto culturale di Tianjin e nell’omonimo parco di Binhai. Il complesso museale intende con la sua struttura rievocare il passato della città, un tempo importante centro industriale e di produzione di massa. L’edificio, progettato dallo Studio Bernard Tschumi Architects, è caratterizzato da enormi tronchi di cono, utilizzati per simboleggiare le torri di raffreddamento delle industrie.

L’illuminazione all’interno del museo è quasi completamente naturale grazie ai grandi lucernari posti sopra a ciascun cono. All’interno del cono centrale, quello più grande, c’è una rampa a spirale che collega tutte le altre parti del museo e il ponte di osservazione, uno dei più suggestivi punti panoramici della città.

Fonte: AD NEWS

Leggi anche: Le ARCHITETTURE più belle di Milano per ogni epoca

MILANO CITTA’ STATO

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Dopo 800 anni, l’abbraccio di GIOVE e SATURNO visibile nel cielo di Milano: preludio di un “anno mirabilis”?

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Credits: notiziescientifiche.it

Gli abbracci sul Pianeta Terra sono quasi del tutto scomparsi? I palcoscenici interdetti? Ci viene in soccorso Madre Natura con uno spettacolo inedito per dimensioni da 8 secoli. E quando accadde il filosofo Marsilio Ficino lo vide come un segno propizio. Che poi si avverò. 

Dopo 800 anni, l’abbraccio di GIOVE e SATURNO visibile nel cielo di Milano: preludio di un “anno mirabilis”?

# Il 21 dicembre dalle 17:45 sarà visibile l’abbraccio tra Giove e Saturno

Credits: notiziescientifiche.it

Gli abbracci sul Pianeta Terra sono quasi del tutto scomparsi? Niente paura. Madre Natura ci viene in soccorso con straordinario tempismo e ci propone uno spettacolo che per dimensioni è inedito da ben 8 secoli, palcoscenico niente meno che il cielo sopra la nostra bella Milano. Lunedì 21 dicembre oltre il solstizio d’inverno, preludio al Natale e all’aumento delle ore di luce al tramonto, ci sarà la grande congiunzione tra Giove e Saturno, un abbraccio ideale tra i due giganti del Sistema Solare che già da quest’estate riusciamo ad ammirare insieme ogni sera nel nostro quadrante.

Il fenomeno, ampiamente previsto e per cui la NASA ha anticipato una bella guida su come osservarlo e fotografarlo, sarà visibile a partire dal crepuscolo, previsto alle 17:45 circa, fino alle 19:00 orario in cui i due pianeti tramonteranno.

# Anche nel Novembre 1484 i due pianeti furono molto vicini. Fu un segno per l’anno “mirabilis” nella Milano di Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci

Ludovico il moro visita Leonardo – olio su tela del Cherubino

Cosa significa in termini astronomici lo lasciamo scrivere ai professionisti. Il tema astrologico è delicato perché divisivo, per cui preferiamo lasciare alla sensibilità di ognuno le proprie convinzioni e credenze. Come cittadini che tifano per Milano, non possiamo ignorare che successe la stessa cosa nel Novembre del 1484, anche se i pianeti non erano così vicini, e che il filosofo Marsilio Ficino arrivò a predire quell’anno come l’anno mirabilis perché la congiunzione dei pianeti più potenti prometteva la “renovatio” ermetica e l’inizio dell’età dell’oro”. Era da poco iniziato il governo di Ludovico il Moro sul Ducato di Milano.

Il Moro, al secolo Ludovico Maria Sforza, fece conoscere a Milano il vero Rinascimento. Da pochi anni aveva portato Leonardo Da Vinci a corte Sforza e la bellezza che questo periodo ha prodotto è ancora visibile ai giorni nostri. Quindi che aspettiamo? Lasciamoci ispirare dalla storia e dalle cose che possiamo fare nonostante coprifuoco e restrizioni.

Binocolo o telescopio, thermos di the caldo accanto e scegliamo un bell’angolo di osservazione tra i tanti suggestivi che Milano offre. Condividiamo belle foto taggando @Milano Città Stato ed esprimendo un desiderio per la nostra città, usando l’hashtag #rinascimilano, la prossima volta sarà tra 60 anni.

Continua la lettura con: Per aspera ad astra: la FORZA di Milano dopo ogni grande CRISI

LAURA LIONTI

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La NUOVA ONDA MILANESE della MUSICA italiana: le 7 PUNTE di DIAMANTE

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Credits: Rkomi IG

La scena musica milanese da un po’ di tempo era a corto di personaggi di spicco. Negli ultimi anni però qualcosa sta cambiando e si può parlare di una vera e propria “Onda milanese” della musica italiana. Vediamo quali sono i sette esponenti di punta. 

La NUOVA ONDA MILANESE della MUSICA italiana: le 7 PUNTE di DIAMANTE

#1 Mahmood, dal Gratosoglio all’Eurofestival 

Credits: Mahmood IG

Alessandro Mahmoud nasce nel 1992 e sin da piccolo coltiva la passione per la musica al punto di prendere lezioni di canto sin dalla più tenera età. L’abbandono del padre egiziano che lo lascia solo con la madre originaria della Sardegna segna la sua crescita umana e artistica. Una lunga gavetta lo porta a prendere parte a varie competizioni e format. X Factor, Sanremo Nuove proposte, Summer Festival e Sanremo Giovani vinto nel 2018. Quest’ultima vittoria dà diritto all’artista di partecipare al Festival ufficiale che vince, nonostante varie contestazioni riguardo la metodologia del voto. La vittoria di Sanremo lo porta a rappresentare l’Italia con “soldi” all’Eurofestival di Tel Aviv dove sfiora una nuova straordinaria affermazione. 

 

Ingiustamente e stupidamente criticato per questioni più ideologiche che musicali va detto che il suo marchio di fabbrica è saper coniugare ritmi e sonorità del mondo maghrebino con la grande tradizione musicale e autoriale italiana. Il nome Mahmood arriva da una crasi composta dall’inizio del cognome originale e mood, stato d’animo, che è il motore della sua ricerca e del modo di comporre i brani. Godendosi i meritati allori continua a comporre e collaborare con artista di talento. Orgoglioso di essere del Gratosoglio, un quartiere dormitorio sede di molte difficoltà e disagi, è l’esempio lampante di chi è riuscito ad emergere, contro tutto e tutti.

#2 Rkomi da Calvairate, il rapper dalla vena poetica

Credits: Rkomi IG

Mirko Manuele Martorana, classe 1994, cresce nel quartiere Calvairate e si avvicina alla musica grazie a Tedua, rapper ligure, diventando poi compositore e interprete di buon livello. Non inseribile in uno stile ben preciso e alla ricerca di brani che possano diventare immortali, come da lui dichiarato, non è mai stato con le mani in mano e, una volta abbandonati gli studi, si è guadagnato da vivere con vari lavori.

 

Il brano Apnea gli fa guadagnare il disco di platino e lo lancia nel ristretto mondo degli artisti più ascoltati. Nelle sue composizioni trasferisce una vena poetica piuttosto emozionale che contrasta con un personaggio erroneamente ritenuto dai meno avvezzi ai nuovi generi musicali come un ragazzino arrivato dal nulla.

#3 Ghali, da Baggio, incarna il moderno sound della Milano multietnica

Credits: Ghali IG

Baggio non poteva rimanere non rappresentata da artisti che tendenzialmente arrivano dai quartieri periferici della città. Ci ha pensato Ghali (Amdouini) a rappresentare degnamente il quartiere con la sua apprezzatissima musica.

 

Nato nel 1993 da genitori tunisini incarna perfettamente la Milano multietnica e non ha mai nascosto di essere stato influenzato da maestri tra i quali Michael Jackson al quale ha tributato alcuni versi nelle sue canzoni. Capace di riempire palazzetti con i suoi tour è sicuramente uno degli artisti più di successo della nuova generazione. La sua forza è di trasmettere una straordinaria vena internazionale, molto moderna, arricchita da una classe e da un’estetica tipicamente milanese. 

#4 Sfera Ebbasta, da Cinisello Balsamo, la voce del disagio dei ragazzi cresciuti in strada

Credits: Sfera Ebbasta IG

Gionata Boschetti, classe 1992, nasce a Cinisello Balsamo. Pur creando grattacapi a una madre che non accetta la sua vocazione musicale a scapito dell’istruzione (fu bocciato in prima media) e del suo non voler lavorare per coltivare la sua passione, nel corso degli anni raggiunge un successo addirittura oltre i confini italiani, al punto le la madre stessa si arrende all’evidenza diventando la sua fan più accanita. Voce del disagio dei ragazzi cresciuti in strada rappresenta le nuove generazioni dei giovani che in lui trovano una identità che dia voce al loro pensiero.

 

Dopo “Rockstar” che di fatto lo ha proiettato nell’olimpo dei cantanti più ascoltati ha appena pubblicato l’album “Famoso” nel quale compaiono brani eseguiti in collaborazione con artisti di fama mondiale. La sua presenza nella stagione 2019 di X factor al fianco di Mara Maionchi, Samuel e Malika Ayane lo ha fatto conoscere al grande pubblico rivelandone un lato umano straordinario e, per certi aspetti, sorprendente. Il prossimo varco che lo attende è quello di vedere se l’arrivo al grande successo saprà fare evolvere la sua vena artistica oppure lo intrappolerà in un cliché ripetitivo. 

#5 Miss Keta, dal quartiere Forlanini, la misteriosa rapper punk dai contenuti provocatori

Credits: Miss Keta IG

Si impone con il brano “Milano, sushi & coca”  dai contenuti espliciti che fanno storcere il naso ai benpensanti mentre trova consensi nella cultura underground meneghina. Di lei, oltre al fatto che sia nata a Milano e che è cresciuta nel quartiere Forlanini, non si sa alcunché e per aumentare l’alone di mistero che la ammanta si presenta rigorosamente con occhiali scuri e mascherina che le copre il restante viso.

 

Il personaggio così creato ha modo di far parlare di sé e nonostante una musicalità piuttosto elementare e testi scarni e spesso volgari riesce a entrare nel gotha delle nuove generazioni musicali. Nel 2020 partecipa a Sanremo sia come co conduttrice con Nicola Savino ne “L’altro Festival” sia come ospite accompagnando Elettra Lamborghini nella serata dedicata alle cover. Eccentrica, provocatrice nata, rapper con una piega spesso tendente al punk riempie la scena musicale con una personalità unica.

#6 Jake la Furia, l’ex Club Dogo, annoverato tra le nuove generazioni per la sua capacità di rigenerarsi musicalmente

Credits: Jake La Furia IG

Certamente la vecchia volpe della scena musicale milanese è comunque annoverato tra le nuove generazioni per la sua capacità di rigenerarsi e creare sempre nuove proposte a sette note. Con un glorioso passato nei Club Dogo spazia dalla musica cantata alla professione di DJ radiofonico fino ad essere il conduttore della sfortunata versione italiana di “Carpool Karaoke” scelto più per una somiglianza fisica all’originale conduttore James Corden che non per la vera capacità di intrattenimento.

 

Figlio di un famoso pubblicitario e culturalmente preparato scrive, canta e collabora da anni con artisti italiani e stranieri. Una presenza scenica importante e una simpatia innata ne fanno un personaggio che spacca, amato dai giovani e meno giovani.

#7 Calibro 35, non di primo pelo, ma il loro background gli sta consentendo di portare la musica Made in Milan in giro per il mondo

Credits: Calibro 35 IG

Come Jake la Furia non sono certo di primo pelo ma vanno annoverati tra i nomi emergenti in quanto la loro preparazione e il loro background gli sta consentendo di portare l’originalissima musica Made in Milan in giro per il mondo. Rifacendosi alle colonne sonore dei film poliziotteschi degli anni 70 ai quali è stato tributato anche il nome del gruppo si sono permessi il lusso di esibirsi oltreoceano, aprire il concerto milanese dei Muse e scrivere musiche per film non solo italiani.

 

I 4 elementi (Massimo Martellotta – Enrico Gabrielli – Fabio Rondanini – Luca Cavina) che compongono la band vantano collaborazioni professionali importanti ma è con il gruppo che diventano oggettivamente star internazionali.

ROBERTO BINAGHI

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Cosa offre MILANO di MENO rispetto a BERLINO? Le 7 DEBOLEZZE indicate da chi si trova nella capitale tedesca

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credit: spin.com

Sul Forum: italiani a Berlino è apparsa la domanda di una ragazza che sta pensando di trasferirsi da Milano a Berlino: “che cosa offre Milano di meno rispetto a Berlino?” ha postato. Ecco cosa è emerso dalle risposte che ci sembrano più stimolanti per capire su quali temi la nostra città ha bisogno di migliorare. 

Cosa offre MILANO di MENO rispetto a BERLINO? Le 7 DEBOLEZZE indicate da chi si trova nella capitale tedesca

#1 Equilibrio tra salari e costo della vita

credit: lastampa.it

Gli italiani che si sono trasferiti a Berlino non hanno dubbi: Milano è più cara di Berlino: i prezzi sono più alti e i salari sono più bassi. Insomma, una delle criticità maggiori che Milano deve risolvere per competere nella qualità della vita e attirare o trattenere i suoi giovani migliori è di trovare un giusto equilibrio tra gli stipendi e il costo della vita che invece la capitale tedesca sembra offrire da tempo.

#2 Varietà della vita notturna

credit: spin.com

Milano è una città che dovrebbe vivere 24 ore al giorno, se vuole essere all’altezza di una metropoli internazionale. Eppure, per i milanesi che ora vivono la movida notturna berlinese, non ci sono paragoni. La critica che viene fatta alla vita notturna di Milano è l’omogeneità: le possibilità a disposizione sono considerate poco variegate e troppo modaiole.

#3 I pregiudizi

credit: the-world-in-berlin.de

Nonostante in Italia Milano risulti senza rivali per quanto riguarda internazionalità, cosmopolitismo e apertura mentale, a livello europeo e mondiale risultiamo molto provinciali. Secondo chi si è trasferito nel Forum questo potrebbe dipendere da due fattori principali: il Vaticano, che influenza l’etica e la morale del nostro Paese, e la Politica, che invece di indirizzare a una crescita asseconda gli elementi più regressivi della mentalità locale. Secondo chi si è trasferito, Berlino invece “offre la libertà di essere ciò che vuoi” senza essere giudicati per ciò che si è, e questo dovrebbe essere un importante spunto di riflessione. A Milano siamo davvero liberi di far emergere la nostra identità e di essere liberi dal giudizio degli altri? Forse non del tutto.

#4 Relax, take it easy

credit: visitberlin.de

Lo stile di vita frenetico fa parte degli stereotipi milanesi, ma non è solo uno stereotipo purtroppo. Milano corre e tu sei costretto a correrle dietro senza fermarti mai, se non vuoi essere superato da chi ti corre dietro. A quanto pare però la corsa ad ostacoli non è l’unico modo per una città di essere produttiva, infatti gli italiani a Berlino affermano che lì la vita sia tranquilla e rilassata. Se vorreste anche voi vedere persone che con estrema tranquillità navigano per i Navigli con le loro barchette, allora forse dovremmo sostituire la nostra frenetica corsa con una marcia andante.

#5 Natura e verde pubblico

credit: blog.friendlyrentals.com

Ci stiamo impegnando a migliorare e ampliare le aree verdi della nostra città ma non credo che sia ancora abbastanza. Purtroppo, continuano ad esserci attorno al centro di Milano moltissimi quartieri dormitorio e sobborghi senza alcun parco o giardino. Sicuramente Berlino ha la fortuna di essere una città piena di parchi, laghi e fiumi che ne arricchiscono la flora e la fauna, però anche a Milano potremmo dare più vita alle nostre aree verdi. 

#6 Inquinamento 

credit: leggo.it

Tra i tanti primati che Milano si è guadagnata nel corso del tempo ce n’è anche uno poco piacevole: è tra le città più inquinate d’Europa. Il traffico automobilistico fa la sua parte e sicuramente la carenza di polmoni verdi cittadini e di mancanza di circolazione dell’aria non aiuta. Anche Berlino è una grande metropoli e vive come noi il problema dell’aria poco pulita ma lo affronta in maniera differente, migliorando la viabilità ciclistica, investendo sul continuo miglioramento dei mezzi di trasporto pubblici ma soprattutto facendo la lotta all’inquinamento una priorità per il Paese. La qualità della vita dei cittadini dovrebbe essere anche a Milano una priorità.

#7 Interclassismo e corporativismo

credit: 365noproblem.it

Ammettiamolo, Milano è una città un po’ snob e corporativa. Per quanto possa offrire molte possibilità, non tutti hanno la possibilità di usufruirne allo stesso modo. Per possibilità si intendono anche le relazioni, le conoscenze, che sono di fatto un vero trampolino di lancio. Quando conosci qualcuno a Milano ciò che hai o che fai offusca quello che sei, prevale il personaggio o il ruolo sulla persona. Chi si è trasferito a Berlino ritiene questo uno degli elementi di maggior pregio della città tedesca: “è una città orizzontale, senza una divisione per classi o per categorie”. Forse dovremmo imparare dai berlinesi ad essere più noi stessi, così magari saremo più interessati a vedere cosa si nasconde dentro al vaso senza prima averne controllato il valore. Anche perchè la forza di Milano è sempre stata nella sua capacità di mettere insieme persone diverse. 

Adesso che ci appaiono più chiari i temi su cui avremmo bisogno di ripetizioni non ci resta che darci da fare: tornare a studiare sperando di superare eccellentemente il prossimo test.

Continua la lettura con: Il CENTRO di Milano SOVRAPPOSTO al parco Tempelhof di Berlino

ROSITA GIULIANO

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🛑 Dati e previsioni UE: chi ha sacrificato l’ECONOMIA ha sacrificato anche la SALUTE

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Non è stato un anno felice per nessun paese europeo. Ma per l’Italia è stato un autentico disastro: primo per numero di morti, secondo per crollo dell’economia. E mettendo in collegamento risultati economici e risultati sanitari emerge un dato inquietante. 

🛑 Dati e previsioni UE: chi ha sacrificato l’ECONOMIA ha sacrificato anche la SALUTE

# Le previsioni UE: Irlanda, Lituania e Svezia tra un anno avranno cancellato le perdite del Covid

La Commissione Europea ha stimato la previsione di variazione del PIL dal livello pre-pandemia calcolata alla fine dell’anno prossimo, per misurare la capacità di ripresa dei diversi Paesi. In base ai conti che si faranno tra un anno, si prevede che il Covid avrà sì colpito tutti eppure l’impatto sulle diverse economie risulterà molto variegato.

Addirittura ci saranno due paesi che saranno riusciti a crescere dall’inizio della pandemia: Lituania e Irlanda dovrebbero arrivare attorno al +1% di Pil alla fine del 2021. Altre nazioni saranno tornate vicine ai livelli pre-Covid, come la Svezia, che registrerà un calo di appena lo 0,2%. Dietro la Svezia ci sono altri paesi scandinavi, come Danimarca e Finlandia, con un -1,7%, mentre il colosso tedesco dovrebbe limitare le perdite al 2%. 

# Spagna e Italia saranno in grave perdita anche tra un anno

Nel gruppo dei paesi che registreranno le perdite peggiori ci sono invece, tra il -4,1% e il 4,5%, Francia, Portogallo, Grecia e Belgio. In coda ci sono l’Italia che segnerà ancora una perdita del Pil del 6,2% e la Spagna con l’8%.

Il crollo dell’economia per certi aspetti non sorprende. Fin da subito il governo italiano ha preso una decisione chiara: sacrificare tutto, in particolare l’economia, pur di salvare vite umane. Queste previsioni dimostrano che il sacrificio è stato imponente. Ma è riuscita almeno a centrare l’obiettivo sanitario?

# Italia prima in Europa per numero complessivo di morti, seconda al mondo in rapporto al numero di abitanti

La strategia del nostro Paese di attuare un primo e lungo lockdown in primavera, seguito ad altre chiusure, in autunno, e ora delle nuove programmate per le festività di Natale, aveva l’intento di limitare i danni sanitari e ridurre al minimo il numero di decessi. Questa strategia ha sicuramente compromesso l’economia, ma per quanto riguarda l’impatto sulle vite umane, i risultati non sembrano migliori. Anzi. Lo dimostrano questi 3 indicatori:

#1 Decessi per 100.000 abitanti/settimana: l’Italia tra le peggiori anche nella seconda ondata

Nella prima ondata del Covid l’Italia è stata travolta registrando i danni peggiori in Europa. La scusa principale è stata di essere stati colpiti per primi e aver così consentito ad altri paesi di intervenire in modo migliore. La seconda ondata ha invece colpito l’Italia dopo altri paesi. Questo ha consentito al nostro Paese di far fronte all’emergenza in modo migliore degli altri? Così non sembra. Se si prendono le ultime due settimane, l’Italia risulta ancora al vertice per numero di decessi ogni 100.000 abitanti, una quantità di quattro volte superiore rispetto a un paese come la Svezia che non ha adottato nessun lockdown o non ha imposto misure restrittive ma solo raccomandazioni ai suoi cittadini. 

Numero di morti per centomila abitanti per settimana (calcolata sulle ultime due settimane): 
Austria: 8,45
Italia: 8,02
Polonia: 7,7
Rep. Ceca: 6,9
Belgio: 5,7
Romania: 5,65
Portogallo: 5,5
Regno Unito: 4,45
Francia: 4,15
Germania: 3,45
Spagna: 3,15
Svezia: 2,5
Paesi Bassi: 2

(fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento 16/12/2020)

#2 Decessi per milione di abitanti: Belgio e Italia i due paesi peggiori in Europa e nel mondo

Decessi per milione di abitanti

Escludendo San Marino, che ha poco più di 33.000 abitanti, a livello europeo e mondiale il Belgio è primo con 1.582 morti ogni milione di abitanti, il nostro Paese è al secondo posto con 1.113, a seguire Bosnia ed Erzegovina con 1.085, Slovenia con 1.074 e Macedonia del nord con 1.068 che hanno un popolazione poco numerosa. Se si prendono quelle più comparabili al nostro Paese, subito dopo di noi c’è la Spagna con 1.043 decessi ogni milione di abitanti e il Regno Unito con 971

Da considerare che Belgio e Italia risultano anche i due paesi con il maggior numero di morti Covid per abitanti al mondo, avendo l’Italia da poco superato anche il Perù, ora al terzo posto. 

#3 Decessi totali: Italia al primo posto

Decessi totali Europa

Con 67.220 morti l’Italia detiene il triste primato in Europa, davanti al Regno Unito con 66.502, alla Francia con 59.619, alla Russia con 49.762 e alla Spagna con 48.777, al sesto posto la Germania che con 25.165 conta un quasi due volte e mezzo in meno i nostri decessi nonostante 20 milioni di abitanti in più. 

A livello mondiale l’Italia è il quinto paese al mondo per numero di morti totali, superata però da nazioni con molti più abitanti: USA, India, Brasile e Russia. 

Leggi anche: 🛑 17 dicembre. Lombardia: morti scendono sotto i 100, calano i contagi, gli ospedali si svuotano, tasso di positività sotto il 9%

Fonte: Worldometers

# Un dato inquietante: i Paesi che hanno adottato le misure più restrittive sono quelle che registrano il maggior numero di morti insieme al più grande calo dell’economia

Riprendendo le stime della UE e cercando un punto in comune tra i paesi con il calo peggiore e, viceversa, tra quelli che hanno limitato i danni, l’unico punto in comune sembra questo: il tipo di misure adottate.

I tre paesi in fondo alla classifica per il calo dell’economia, Spagna, Belgio e Italia, risultano essere i paesi che hanno adottato le misure più restrittive. Tutti hanno applicato dei lockdown duri ed estesi nel tempo. Sono tra l’altro i tre paesi che hanno applicato le regole più rigide in materia di mascherine. E se si guarda il numero di morti, sono anche i tre paesi europei che registrano il maggior numero di morti Covid per abitanti.

All’opposto ai primi posti nella ripresa economica troviamo Lituania e Svezia che risultano i due paesi che hanno applicato le minori restrizioni a livello europeo. E che tra l’altro registrano tra i migliori risultati anche in ambito sanitario. 

Più in generale le migliori sei Nazioni della classifica sulle previsioni del Pil per il 2021 non rientarno tra le prime dieci per decessi ogni milione di abitanti

Il risultato inquietante che emerge dunque da questi dati è: decidere di sacrificare l’economia per la salute significa alla fine sacrificare entrambe.

Continua la lettura: 🛑 Europa: paese per paese, dove le RESTRIZIONI di NATALE sono PIÙ DURE?

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🛑 18 dicembre. LOMBARDIA: morti e tasso di positività ai minimi nella seconda ondata, terapie intensive scese al 39%. Ma dal 24 si torna ROSSI

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Italia: nuovi casi giornalieri

La notizia del giorno è la stretta per le feste: la strada da percorrere, da parte del governo, sembrerebbe quella di due blocchi totali, il primo da 24 al 27 dicembre, il secondo dal 31 al 3 gennaio. Intanto iniziato il grande esodo verso il sud. Sembra che siano in partenza fino a 200.000 persone da Milano, in larga parte verso località del centro Sud Italia.In Lombardia i treni sono sold out. Ma vediamo i dati del giorno.

🛑 18 dicembre. LOMBARDIA: morti e tasso di positività ai minimi nella seconda ondata, terapie intensive scese al 39%. Ma dal 24 si torna ROSSI

#1 MORTI IN LOMBARDIA AI MINIMI DELLA SECONDA ONDATA: in lieve calo anche in Italia (674)

I morti in Lombardia scendono dai 68 di ieri ai 60 di oggi (il 9% del totale nazionale, dal 13% di ieri). Il numero più basso da inizio ottobre e in rapporto alla popolazione al di sotto della media nazionale. Il picco massimo nella prima ondata il 21 marzo era stato di 546 morti. 
In lieve calo i morti in Italia: dai 683 di ieri, nelle ultime 24 ore sono stati 674. 

#2 STABILI I CONTAGI: con tamponi in crescita in Lombardia, in calo in Italia

Stabile il numero di nuovi contagi in Lombardia: ieri erano stati +2.730, oggi sono +2.744. 
Stabili i contagi anche in Italia: dai 18.236 di ieri, oggi sono stati segnalati +17.992 nuovi casi.  
Calano però i tamponi: in Italia si è passati dai 185.329 di ieri ai 179.800 di oggi. Salgono i tamponi invece in Lombardia: dai 31.587 di ieri ai 33.846 di oggi.

#3 CONTINUANO A CALARE I RICOVERI: in discesa per il 23esimo giorno negli ultimi 25

Per il ventiquattresimo giorno negli ultimi ventisei, scendono anche oggi i ricoveri in Lombardia: in terapia intensiva si scende di -9 dai -18 di ieri, per un totale di 602 ancora ricoverati. 

Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione scende al 39%. Scendono di 137 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri -153). 

Stesso andamento in Italia sul fronte dei ricoveri: scendono i ricoveri in terapia intensiva di -36 (ieri -71) e i ricoverati meno gravi: -658 (ieri -470).  

#4 TASSO DI POSITIVITA’ RISALE IN ITALIA AL 10%: in Lombardia scende all’8,1%

Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia rimane sotto il 10%: passa dal’8,6% all’8,1%, restando sempre al di sotto della media nazionale. 
Sale in Italia: dall’8,9% di ieri all’9,9%.

Perché l’epidemia sia sotto controllo bisogna scendere a un tasso di positività inferiore al 10% e avere un Rt nazionale sotto all’1%.

L’Rt nazionale risulta allo 0,82. Milano è attorno allo 0,70

Fonte dati: Protezione Civile

#5 ITALIA SECONDA IN EUROPA PER MORTI NELLE ULTIME 24 ORE

L’Italia mantiene ancora il primato di morti complessivo in Europa. 
Nelle ultime 24 ore l’Italia segue la Germania che ieri ha raggiunto i 724 morti. Seguono l’Italia per morti nell’ultimo giorno la Russia (+611), UK (532*), la Polonia (+426), la Francia (+258*), l’Austria (+218*). In coda sempre la Svezia che nelle ultime 24 ore ha segnato 20 decessi (in calo dai 23 di ieri). 
Con l’asterisco i dati aggiornati a ieri. 
 
Nuovi contagi in Europa per 100.000 abitanti/settimana:
Svezia: 369
Rep. Ceca: 288
Paesi Bassi: 273
Portogallo: 262
Austria: 236
Romania: 218
Polonia: 198
Italia: 197
Regno Unito: 174
Germania: 171
Belgio: 134
Francia: 118
Spagna: 109
 
Decessi per 100.000 abitanti/settimana:
Austria: 8,45
Italia: 8,02
Polonia: 7,7
Rep. Ceca: 6,9
Belgio: 5,7
Romania: 5,65
Portogallo: 5,5
Regno Unito: 4,45
Francia: 4,15
Germania: 3,45
Spagna: 3,15
Svezia: 2,5
Paesi Bassi: 2
(fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento 16/12/2020).

Continua la lettura con: 🛑 LOMBARDIA: da tre settimane gli OSPEDALI si SVUOTANO e il tasso di POSITIVITÀ è ai MINIMI. Per quale criterio ci RICHIUDONO?

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Sala contro Sala: la RIVOLUZIONE del sindaco contro SE STESSO

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Speciale elezioni 21: inauguriamo la rubrica che seguirà la campagna per il sindaco di una nuova Milano. Saremo inflessibili nel pretendere il massimo di idee e di coerenza dai candidati. E soprattutto: che vinca Milano.

Sala contro Sala: la RIVOLUZIONE del sindaco contro SE STESSO

# Sala prepara una “lista di giovani” e per il futuro di Milano vede una città policentrica rifondata sulla prossimità 

Il Sindaco Sala in un’intervista al Corriere della Sera indica come centro della sua azione per il futuro di Milano i quartieri, per una città policentrica. “Ci sarà una lista Beppe Sala sindaco. Il minimo comune denominatore è che sarà una lista di giovani, guidata da un candidato e da una candidata“. Sottolinea inoltre l’importanza “del valore della squadra e della stabilità tanto che durante questi 5 anni non è stato mandato via nessun assessore e nessuno si è dimesso ad eccezione dei due che sono stati eletti in ruoli più importanti. E’ un unicum nella storia della città. Se i milanesi mi riconfermeranno saranno i miei ultimi 5 anni da sindaco“.

A livello politico l’obiettivo e l’impegno sarà quello “di creare una classe dirigente e un candidato a prendere il testimone. Ci sarà un gruppo di persone che si giocherà le carte per essere il delfino o la delfina“. La chiusura sulla visione per la città: “Una delle risorse di Milano è la vita ricchissima dei suoi quartieri. Noi crediamo nella città in 15 minuti, rifondata sulla prossimità perché una delle cose che cambierà sarà la mobilità.

Fonte: Affari Italiani

# Le contraddizioni del sindaco uscente: perché la rivoluzione non è stata fatta prima?

Come suggerisce Fabio Massa su Affari Italiani ci sono però alcune contraddizioni nelle parole di Sala, anche perchè, scrive, “Fare i conti con le rivoluzioni è sempre cosa complicata, in politica”. Ecco 5 punti che sembrano più contraddittori:

#1 Sala annuncia una rivoluzione, ma, scrive Massa, “al cittadino deve spiegare perché non è stata fatta fino ad oggi. Per il Covid? O queste idee rivoluzionarie albergavano in lui già da prima della pandemia? Non è un punto di poco conto”.  

#2 “Rivoluzione vuol dire cambiare tutto: c’è dunque qualcosa che non va assolutamente bene, si potrebbe presupporre. Eppure Milano scintillava, prima della pandemia. Non c’è incongruenza?”

#3 Sala afferma di porsi “in discontinuità con sé stesso, che è procedura difficile eppure incredibilmente efficace perché permette di scaricare di colpo tutto quello che inevitabilmente non ha funzionato alla perfezione”, scrive Massa. Il dubbio è che possa suonare solo come slogan il primo punto di discontinuità nei confronti di Sala sarebbe non avere più Sala.

#4 Se il sindaco “si pone come in discontinuità con sé stesso, ma non potendo cambiare l’unico punto di continuità, ovvero il fatto che Sala rimane Sala, cambia tutto quello che c’è intorno. Come farà con il consiglio comunale? Le liste sono infarcite di consiglieri che saranno al secondo o addirittura al terzo mandato, legati a politici (leggasi Majorino ma non solo) che sono in scena da vent’anni e più in città.” Senza contare la giunta, potremmo aggiungere: vanno bene le novità nella sua lista personale, ma se la giunta sarà in gran parte la stessa, come ha già anticipato, dove sarà la rivoluzione?

#5 “Poi c’è la questione dell’opposizione alla Regione”, conclude Massa. “Mentre Sala annuncia la rivoluzione, c’è una parte del Pd che non vuole la rivoluzione in Regione”, ma “la costruzione di una alternativa governista ad Attilio Fontana”. 

La sensazione che ricaviamo da questa analisi è che Sala, come già accaduto a volte, possa presentare una dissociazione tra ciò che dice e ciò che fa. Conservazione e rivoluzione, continuità e discontinuità: quale delle due linee avrà il sopravvento?

Fonte: Affari Italiani

# Stefano Parisi, lo sfidante di Sala alle amministrative del 2016, lascia la politica: “Torno al mio lavoro. Il mio impegno nella politica attiva si conclude qui.”

Altra novità della giornata viene dal fronte opposto. Mentre il centrodestra ancora non ha annunciato il candidato ufficiale, arriva l’annuncio di Parisi che lascia la politica. il manager romano lo annuncia dal suo profilo facebook, ponendo fine ad una esperienza iniziata cinque anni fa quando sfidò per la fascia tricolore di Milano il candidato del centrosinistra Beppe Sala, perdendo al ballottaggio per poco più di 3 punti percentuali.

Dopo la fondazione di Energia per l’Italia, e le aspirazioni a divenire il leader di un nuovo centrodestra a trazione liberale e popolare, era arrivata la sconfitta alle regionali del Lazio contro l’attuale Segretario del Pd Nicola Zingaretti. 

Alcuni dei passaggi più significativi del suo messaggio:

  • Quella politica si reggeva solo sull’autoreferenziale gestione del potere, ma aveva completamente deluso e inaridito la spinta che tanto spazio le aveva dato alla fine degli anni Novanta del secolo scorso. Era necessario rifondare il pensiero politico.”
  • I valori del pensiero politico liberale-popolare erano scomparsi nella vita breve dei sondaggi, degli slogan, e dei vuoti dibattiti televisivi. Le fondamenta di quel pensiero erano perdute dietro al tatticismo e alla voglia di sopravvivenza di un ceto politico senza futuro. Quelle ricette divenute slogan non funzionavano più.
  • Quella protervia nel rifiutare qualunque rinnovamento. Quell’ossequioso e ridicolo ripetere che il rinnovamento non era necessario, che chiunque ci avesse provato avrebbe fallito. Credo che la politica richieda impegno ed energia e che chi vive nella politica debba essere anche pronto a lasciare. Io ho iniziato il mio impegno a 59 anni. Ho lavorato con tutte le mie forze per realizzare un sogno. Non ci sono riuscito“.

Fonte: Affari Italiani

Questa è la politica italiana. C’è chi molla perché ha fallito. E c’è chi dopo un fallimento rilancia.

W Milano

Continua la lettura con: Elezioni 2021: inizia la corsa dei candidati che seguiremo per una nuova Milano

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VACCINO: solo per gli anziani e chi è a rischio, per riaprire tutto a febbraio. PROPOSTA choc o di buonsenso?

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Fonte: Milano Finanza

Durante il 2020 sono stati sviluppati diversi vaccini per porre fine a questa pandemia e i piani per la loro somministrazione sono variegati e con obiettivi diversi. Sta facendo scalpore nella comunità scientifica internazionale la proposta di due scienziati americani che è stata accolta con interesse da numerosi virologi del mondo. La ricetta ideale per uscire da questa pandemia a febbraio sarebbe quella di concentrare la vaccinazione su anziani e persone vulnerabili.

VACCINO: solo per gli anziani e chi è a rischio, per riaprire tutto a febbraio. PROPOSTA choc o di buonsenso?

Estratti da Milano Finanza

# Il Covid è un pericolo per i molto anziani e per persone con patologie croniche

Secondo le statistiche ufficiali, il 99,95% delle persone sotto i 70 anni sopravvive all’infezione, mentre scende a 95% la percentuale di chi sopravvive dopo i 70 anni. Allo stesso modo il virus è un pericolo per le persone con patologie croniche che hanno difese immunitarie più basse e complicazioni di salute.

# Anche l’isolamento uccide

Secondo gli scienziati i vari lockdown imposti durante quest’anno hanno fatto peggiorare le condizioni di salute della popolazione: basti pensare all’interruzione della vaccinazione infantile, il peggioramento delle malattie cardiovascolari e la diminuzione dello screening per il cancro.

Nei bambini l’isolamento ha fatto danni ben più gravi del covid: portando la scolarizzazione fuori dalle aule si è avuta una perdita nell’apprendimento che avrà ripercussioni sui futuri adulti.

Tra i giovani tra i 25 e i 44 anni, il Centre of disease control ci dice che c’è stato un aumento del 26% della mortalità totale rispetto agli anni passati, anche se meno del 5% dei decessi del 2020 sono stati causati dal Covid-19.

Leggi anche: gli effetti collaterali del Covid e della politiche anti Covid

# La Great declaration di Barrington chiede la protezione dei vulnerabili ma anche la fine dell’isolamento per il resto della popolazione

La Great declaration di Barrington ha richiesto di proteggere le persone a maggior rischio di contagio, anche se le risorse ad oggi sono limitate. Tuttavia ha anche sostenuto che è necessario far finire l’isolamento per la popolazione per non creare ulteriori danni.

Leggi anche: il virus va fatto circolare. La dichiarazione di oltre 5.000 medici

# Vaccinare entro il 2022 sembra impossibili: la soluzione per ripartire rapidamente e con la massima sicurezza

In questa situazione le richieste della Great declaration di Barrington non potrebbero essere soddisfatte se non con un piano vaccinale particolare come quello proposto in America. Vaccinare tutti entro febbraio sarebbe impossibile. Gli esperti dicono che per produrre dosi per l’intera popolazione mondiale si dovrebbe aspettare fino al 2022 e questo non è possibile poiché significherebbe altri mesi di danni inutili.

Inoltre, l’azienda Pfizer ha escluso dalle sperimentazioni le persone che hanno contratto il virus e sono guarite perché le loro difese sarebbero abbastanza forti e il vaccino non porterebbe ad una protezione maggiore per tali persone. Questo significa che c’è una parte della popolazione già immune al virus che non ha bisogno di essere vaccinata. Anche i bambini verranno esclusi dalla vaccinazione, a meno che non venga dimostrato che sia efficace e sicuro per loro.

La soluzione su cui molti sono d’accordo sarebbe quindi una protezione mirata dei vulnerabili e del personale sanitario, per poter permettere così al resto del mondo di iniziare a riprendersi da questo anno devastante.

Fonte: milanofinanza

Continua la lettura con: “VACCINO? SÌ, ma NON OBBLIGATORIO”: lo dicono 2 milanesi su 3

ANDRA STEFANIA GATU

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SCAPPARE subito dall’Italia? Le 5 motivazioni dei nuovi EMIGRANTI

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Credits: istitutoeuroarabo.it

L’Italia è in crisi da anni e, con il Coronavirus, la situazione sembra essere precipitata. In una situazione non del tutto idilliaca e tra scelte governative a tratti alquanto superficiali, è cresciuto il malumore al punto di spingere sempre più persone a pensare a un “arrivederci”. Ma quali sono i motivi per la quale il popolo italiano emigrerebbe subito? Lo ha saggiato il portale degli emigrati italiani. 

SCAPPARE subito dall’Italia? Le 5 motivazioni dei nuovi EMIGRANTI

#1 Il potere politico

Credits: peopleforplanet.it/

L’Italia ha ormai perso la sua capacità di governo, ognuno interpreta la legge come meglio crede”. A questo si aggiunge “una critica precisa nei confronti della classe politica che non riesce, mai, ad essere un esempio”. Con la conseguenza che “i cittadini non sentendosi tutelati dallo Stato si comportano di conseguenza, si difendono come meglio credono e questo, spesso, porta a conflitti tra poveri che rende la nostra bella Italia un posto sempre più brutto dove vivere”.

Il problema che nasce dall’elite, si trasmette fino ad arrivare ai singoli cittadini. E questo innesca un clima da tutti contro tutti che impedisce ogni prospettiva serena. 

#2 Senza futuro 

Credits: ilfattoquotidiano.it

In un paese spesso al centro della critica per il basso tasso di natalità, la situazione economica spinge sempre più giovani ad emigrare all’estero in cerca di opportunità che altri Stati sono in grado di offrire. 

“L’Italia non offre più nessun futuro ai giovani”, dicono i nuovi emigranti. “In Italia è sotto gli occhi di tutti che la disoccupazione giovanile è ai massimi livelli e questo si traduce in zero possibilità per i meno giovani“. Inoltre “la scuola cade a pezzi, ogni anno che passa le strutture scolastiche si degradano”.

#3 L’irriconoscenza per chi ha fatto grande l’Italia

Credits: ferrarasalute.it

Impara l’arte e mettila da parte. Questo è uno dei proverbi più antichi ma a quanto pare l’arte e la storia italiana sta finendo sempre più nel dimenticatoio. 

In Italia non c’è più rispetto per la storia del nostro Paese“, dicono i nuovi “fuggitivi”, “tutto ciò che i grandi del passato ci hanno lasciato i politici lo stanno distruggendo”.

La mancata manutenzione ai siti archeologici, che potrebbero inoltre portare nelle casse dello Stato ulteriori fondi, è uno dei fattori simbolo del degrado. Altro aspetto importante è il riconoscimento verso coloro che hanno fatto grande l’Italia: “Quando non c’è rispetto del passato non c’è rispetto del futuro. La conferma si vede da come gli anziani vengono trattati, spesso lasciati soli e senza assistenza. Con la costante minaccia di tagliargli le pensioni.”

#4 Le tasse insostenibili per chi vuole fare impresa

Credits: consumatori.it

La tassazione in Italia è una delle più alte d’Europa. Questo dovrebbe servire per coprire i buchi delle politiche economiche degli ultimi decenni ma piuttosto che diminuire, il debito aumenta sempre di più e i servizi vengono tagliati. “Ogni anno cercano di “evitare” l’aumento dell’IVA e per farlo aumentano altri contributi, oltre a tagliare spese che spesso sono importanti”. Difficile se non impossibile mettersi in proprio o partire da zero. E vivere in un paese con un debito colossale significa avere un macigno sul proprio futuro. 

#5 La legge del più forte

Credits: partitocomunistalombardia.com

Il malumore generale porta a una minore comprensione per il prossimo. “Gli italiani, a causa dei mille problemi che lo Stato gli crea, sono diventati più acidi e meno propensi alla comprensione del prossimo. L’invidia la fa da padrone e se possono cercano sempre di fregarti. Purtroppo questo vizietto molti italiani all’estero se lo sono portati dietro.”

Cinque spunti per rigenerare l’Italia

La conclusione del sito è che questi problemi non siano uno stimolo ad andarsene ma offrano uno spunto per riformare radicalmente il paese. Anche perchè, come scrivono “l’estero non è il paradiso, ogni Paese poi è diverso. Però, noi che ce ne occupiamo da molto tempo, abbiamo notato che l’Italia è l’unico Paese che dice di voler fare una cosa e poi fa l’esatto contrario (o quasi)”. 

Fonte: italianiemigrati

Continua la lettura con MILANO la città PIÙ COLPITA dalla CRISI: migliaia di nuovi poveri. Ritorno A PIENO REGIME solo nel 2023?

MARCO ABATE

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ELEZIONI 2021: da oggi seguiremo la corsa per la SCELTA del SINDACO più importante dai tempi della guerra

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credit: Andrea Cherchi (c)

Inauguriamo questa nuova rubrica intitolata “Elezioni 21” dedicata alle amministrative del prossimo anno.

ELEZIONI 2021: da oggi seguiremo la corsa per la SCELTA del SINDACO più importante dai tempi della guerra

Saranno le elezioni comunali più importanti dai tempi della guerra, perché accadono in un momento cruciale e profondamente insolito per la storia di Milano.

Mai la città era precipitata in una crisi così grande e improvvisa in cui viene messa a rischio la sua tenuta economica e sociale, mai il suo futuro è apparso così incerto.

Ancora non siamo usciti da una pandemia che ha colpito Milano come pochi altri luoghi al mondo. Non solo a livello sanitario: a oggi la città risulta quella che è diventata più povera nell’ultimo anno, con un perdita di oltre il 10% della ricchezza prodotta, e da prima nella qualità della vita in Italia è stata sbalzata fuori dalla lista delle migliori. Tutto questo perchè il Covid e le politiche decise per arginare la sua diffusione hanno colpito Milano nella sua ragione d’essere: la città dei grandi eventi, del turismo d’affari, della Fiera, dell’apertura verso chi non si conosce è stata minata nei suoi punti di forza. 

Leggi anche: Milano è la città diventata più povera nell’ultimo anno
Qualità della vita: in un anno Milano da prima a fuori dalle prime

Cari milanesi: cerchiamo di pretendere il meglio per una nuova Milano

La nebbia è calata su un futuro che sembrava privo di nubi. Una situazione difficile e complessa ma che può rivelarsi l’occasione storica e, forse, irripetibile, per un rinnovamento radicale e necessario. Di cui la premessa, secondo noi, non può che essere dare a Milano un’autonomia di poteri e risorse da città europea non da borgo di provincia, perchè mai come ora è diventato evidente che Milano non può più permettersi di far dipendere il suo destino totalmente dalle scelte di altri.

Seguiremo i candidati (per ora l’unico è Sala) cercando di rendere la corsa a sindaco il più possibile trasparente, pretendendo da loro impegno e coerenza per il futuro di Milano. E supportando chi si mostrerà credibile per il progetto di Milano città stato e per il rinnovamento necessario al rilancio della nostra città.

Siamo convinti che questo momento storico richieda un sindaco che si ponga al sevizio dei milanesi, senza giochi di prestigio o il paravento di scelte ideologiche o di consenso.
Saremo inflessibili nel pretendere il meglio dalle proposte dei candidati, senza farci incantare da facili promesse.

E invitiamo tutti i nostri concittadini a seguire la corsa elettorale cercando di ammainare la bandiera delle ideologie o delle fazioni: per una volta dovremo dimostrarci cittadini maturi, tutti uniti dal desiderio di pretendere il meglio per una nuova Milano che sappia rilanciarsi e guidare la rigenerazione del Paese. 

Concludiamo con il nostro augurio ai candidati: che sia una sfida leale, una sfida di alto profilo. E soprattutto che alla fine vinca Milano.

Continua la lettura con: 7 cose per migliorare la qualità della vita di una nuova Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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🛑 LOMBARDIA: da tre settimane gli OSPEDALI si SVUOTANO e il tasso di POSITIVITÀ è ai MINIMI. Per quale criterio ci RICHIUDONO?

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Credits: Andrea Cherchi

Nelle prossime ore il governo deciderà di istituire una zona rossa per tutta l’Italia durante le festività natalizie fino alla prima settimana del 2021, quindi anche per la regione Lombardia che è reduce già da un lungo periodo di zona rossa. Era stata stabilita in nome di 21 parametri che dovevano rendere più trasparenti le decisioni del governo, Ma ora, osservando però i principali parametri utilizzati per stabilire i livelli di rischio dei territori, la nuova scelta sembra priva di ogni fondamento. 

LOMBARDIA: da tre settimane gli OSPEDALI si SVUOTANO e il tasso di POSITIVITÀ è ai MINIMI. Per quale criterio ci RICHIUDONO?

#1 I ricoverati in ospedale sono calati del 40%, in terapia intensiva del 33%. Il tasso di occupazione è sotto al 40%

Negli ultimi 25 giorni per 23 volte gli ospedali lombardi hanno registrato uno svuotamento, sia riguardo i ricoveri ordinari sia quelli in terapia intensiva. Alla data del 26 novembre, ovvero 21 giorni fa, i pazienti con sintomatologia non grave erano 7.996, il 2 dicembre erano scesi già di circa 800 unità per arrivare a ieri dove si è scesi sotto la soglia dei 5.000 con 4.946 ricoverati per un calo del 40%.

I contagiati più gravi occupavano nell’ultima settimana di novembre 934 posti, scesi a 855 la settimana successiva fino ad arrivare a 629 nella giornata di ieri 16 dicembre, con un discesa del 33%.

Il tasso di occupazione delle terapie intensive negli ospedali lombardi è sotto il 40%.

#2 Tasso di positività (rapporto positivi/tamponi) è sceso al di sotto della soglia di allarme (il 10%)

Il tasso di positività è un parametro molto significativo in quanto, misurando il numero di positivi in rapporto ai tamponi, fa la fotografia della capacità che ha il virus a circolare tra le persone. Infatti è uno dei due parametri, insieme all’indice Rt, utilizzati per capire se l’epidemia sia sotto controllo: questo valore deve scendere a un tasso di positività inferiore al 10% perchè la pandemia risulti “sotto controllo”. Nell’ultima settimana del mese scorso il tasso di positività in Regione Lombardia sfiorava il 13%, era a 12,80% per la precisione, già quella successiva si portava sotto la soglia del 10% con 9,40% e addirittura l’ultima rilevazione segna 7,90%, quindi meno otto positivi ogni 100 tamponi.

#3 L’indice Rt in Lombardia è ormai stabilmente sotto la soglia critica dell’1%: iniziato a scendere già da metà ottobre, tre settimane prima dell’istituzione della zona rossa

L’indice Rt a Milano e in tutta la Lombardia aveva già cominciato a scendere prima del lockdown iniziato il 6 novembre, dopo il picco massimo di 2,35% raggiunto in città a metà ottobre. Da quel momento infatti la curva si era portata sotto il 2% intorno al 25 ottobre e sotto l’1% a fine novembre. Il calo è proseguito in modo costante, con la Lombardia arrivata allo 0,86% già il 26 novembre e Milano che ieri registrava lo 0,7%.

Perchè i parametri che avevano messo la Lombardia in zona rossa, ora che dicono il contrario non vengono più considerati?

È evidente che tutti i principali parametri scelti dall’esecutivo in accordo con il Comitato Tecnico Scientifico per stabilire quali regioni devono essere considerate più a rischio, per diffusione del virus e tenuta del sistema sanitario, sono sotto la soglia di criticità e/o sono in netto miglioramento da quasi un mese in Lombardia e a Milano.

Non si capisce dunque per quale motivo dopo che la regione è stata messa in “zona rossa” ed essere entrata solo domenica 13 dicembre in “zona gialla”, ora dovrà rientrare in lockdown insieme a tutto il resto d’Italia, malgrado tutti i parametri la stiano ora premiando. 

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FABIO MARCOMIN

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Sono i MILANESI a rendere grande MILANO: 50 mila REGALI per rendere più felice il Natale a chi è in difficoltà

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Credits: milano.corriere.it

Il passaparola ha da sempre un potere incredibile anche se spesso sottovalutato. Nato tutto da un appello di una mamma su Whatsapp si è arrivati a raccogliere oltre 50 mila scatole di Natale in meno di un mese.

Sono i MILANESI a rendere grande MILANO: 50 mila REGALI per rendere più felice il Natale a chi è in difficoltà

# Le scatole della solidarietà

Credits: twnews.it

Tre settimane fa Marion Pizzato, l’ideatrice dell’iniziativa, costretta a restare a casa a causa della quarantena per la positività al Covid, ha letto che in Francia, suo paese d’origine, era iniziata un’iniziativa per aiutare i più bisognosi. La donna ha deciso di mettersi subito all’opera realizzando un volantino molto semplice ma efficace che rappresentava una scatola riciclata e il contenuto richiesto ovvero qualcosa che tenesse caldo, come dei guanti o delle calze ma anche prodotti di bellezza, del cibo o qualsiasi cosa che potesse essere utile. Una volta inviato il volantino via chat è successo l’inaspettato.

# Dalle 70 scatole per gli Amici di Don Palazzolo a oltre 50 mila

Credits: milano.repubblica.it/

Il fenomeno è diventato virale e nel giro di poche ore hanno cominciato ad arrivare numerose scatole con tutto ciò che era stato richiesto. La donna, stupita da ciò che stava accadendo, ha subito contattato gli Amici di Don Palazzolo che seguono indigenti e anziani. L’associazione ha chiesto ben 70 scatole ma nessuno si sarebbe mai aspettato che quelle 70 scatole sarebbero diventate oltre 50 mila nel giro di pochi giorni.

# 3 mila scatole a Pane Quotidiano e un nuovo magazzino per quelle future

Credits: corriere.it

La seconda chiamata è stata fatta all’associazione Pane Quotidiano, dove ogni giorno migliaia di persone si mettono in fila in attesa di cibo e un po’ di attenzione. Oltre 3 mila scatole sono state donate all’associazione ma al contempo la signora Marion, con la casa ormai colma di scatole, ha dovuto chiedere il permesso per lasciare nel pianerottolo del palazzo.  In suo soccorso sono arrivate la parrocchia Sant’Elena di San Siro e Santa Maria Nascente al QT8 che le hanno concesso dei locali come deposito.

# 140 associazioni pronte ad aiutare i bisognosi con le scatole della solidarietà

Credits: milanotoday.it

Ad oggi sono arrivate oltre 50 mila scatole ma sembrano non volersi fermare qui. Oltre 140 associazioni sono pronte a riceverle per donarle ai più bisognosi. Alcune di queste sono No Walls che si occupa di migranti, Progetto Arca che lavora con i senzatetto o Casa Suraya, Ceas e Banco Alimentare. Ancora una volta, in un momento di difficoltà che vede Milano, l’Italia e il Mondo in una situazione di pandemia inoltrata, la generosità, l’ingegno e la solidarietà, sono riuscite a prevalere sugli stati d’animo negativi che la pandemia ha portato. 

Fonte: Corriere

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MARCO ABATE

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