Lo dimostrano i fatti del passato: ogni volta che Milano non cede alla paura, ma si concede un momento di riflessione, anche in situazioni drammatiche, facendo appello alle sue forze e alle sue persone migliori, allora la sua storia, la storia di noi tutti, ma anche la Storia con la maiuscola, alla fine riparte sempre con una forza ancora maggiore.
La FORZA di Milano dopo ogni grande CRISI
# I visigoti
Già nel febbraio del 402, quando i Visigoti assediarono la città, che era la capitale dell’Impero romano d’Occidente, fu il coraggio dei cittadini a permettere al generale Stilicone di respingerli. Dalle mura difensive della città, i milanesi iniziarono a vedere lontani i fuochi dell’accampamento militare dei soldati Visigoti pronti ad attaccare. Davanti al pericolo dell’assedio, l’imperatore decise di abbandonare Milano e di fuggire in Gallia. Ma i milanesi rimasero a difendere la loro città. E vinsero.
# La peste
Il morbo colpì Milano, come le principali città d’Europa, in diversi momenti. Quella che viene ricordata come la peggiore, e sicuramente la più celebre, fu l’epidemia che ebbe il suo picco nel 1630 (anche soprannominata “peste manzoniana” poiché il Manzoni la citò in due sue opere distinte).
Anche in questo caso nella tragedia emersero degli eroi, in particolare tra i cittadini. Furono i Cappuccini, con la loro calma, serenità e coraggio, e il confratello Felice Casati che fu messo a dirigere il Lazzaretto, a risolvere la situazione laddove il governo della città aveva fallito muovendosi male e lentamente durante la gestione delle emergenze.
Allora come oggi, le reazioni appaiono tanto simili sino a inquietare: dapprima, venne sottovalutato l’insorgere della malattia, preferendo non interrompere le attività usuali e il Carnevale Ambrosiano. Poi vennero attribuiti i decessi ad altre patologie meno temute, e infine vennero accusati i medici di esagerare i casi pur di acquisire nuovi pazienti, tanto che alcuni di essi furono allontanati a sassate dalla popolazione inferocita.
Alla razionalità si sostituì il peggiore istinto, preferendo credere alla leggenda degli untori, chiamati così perché si ipotizzava ci fossero delle persone che ungessero gli oggetti con strane sostanze allo scopo di diffondere la peste.
In maniera simile a quanto è accaduto con le fughe precipitose di questi giorni, anche i nobili e i cittadini più facoltosi di Milano scapparono in massa verso le loro tenute in campagna, nonostante le severissime pene sancite dalle grida per chi decideva di allontanarsi.
E fu solo quando la razionalità ebbe il sopravvento, soprattutto grazie all’azione dei Cappuccini, di medici e dei tanti cittadini volontari, insieme alla costruzione di un altro lazzaretto, che la situazione poté dirsi risolta, anche se a prezzo di non meno di 140.000 morti.
# Le grandi guerre
Il valore di Milano e dei milanesi viene dimostrato anche all’indomani delle due guerre mondiali. Alla fine della prima, infatti, a Milano decollarono quei settori industriali che caratterizzeranno le attività produttive cittadine e saranno responsabili delle speranze e del benessere di centinaia di migliaia di italiani, in un Paese stremato dalla guerra.
Anche dopo la seconda Guerra Mondiale, che ha devastato Milano con i bombardamenti a tappeto degli alleati, il dolore cedette presto il passo alla costruzione di un futuro migliore. Dalle maceri si costruì un piccolo monte (Monte Stella) e momento simbolo del desiderio di riscossa fu il concerto tenuto dal Maestro Arturo Toscanini l’11 maggio del 1946 in un Teatro alla Scala ricostruito a velocità miracolosa, che aprì la porta alla rinascita sociale e industriale della città, primo polo industriale e produttivo del Paese proiettato verso l’Europa e il mondo, motore dello straordinario “Miracolo Italiano” degli anni cinquanta.
A questi episodi se ne possono aggiungere altri, come la caduta del ducato di Milano per mano dei francesi del 1500, l’abbandono dei Savoia dopo le trionfali Cinque Giornate, le numerose occupazioni straniere, fino ad arrivare a Mani Pulite, con la presa di coscienza di una corruzione diffusa a ogni livello.
Come ci dimostra la storia, Milano ha attraversato momenti cupi, terribili, in cui sembrava impossibile vedere una luce, eppure è sempre riuscita a uscirne e a rilanciarsi con rinnovato vigore. Ce la farà anche questa volta, con l’impegno e il sacrificio di tutti, per mettersi alla guida di un nuovo rinascimento.
ANTONIO BUONOCORE
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