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La MIGLIORE BIRRA a due ore di volo da Milano

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Credits: @nice_beers Cantillon

In questo caso possiamo permetterci anche un volo più breve, perché tutte le migliori destinazioni per la birra hanno voli più brevi di due ore. E dove andiamo allora? Mettetevi comodi e cominciate a studiare l’argomento che per il paese del nostro volo diretto da Milano è una questione molto seria, un po’ come la pizza per Napoli.

La MIGLIOR BIRRA a due ore di volo da Milano

# Voliamo a Bruxelles

Credits: @belgianbeerinnkent
Tripel

Per la migliore birra entro due ore da Milano si vola in Belgio. Atterriamo a Bruxelles, il centro ideale per assaporare tutti i tipi di birra di questa piccola e atipica nazione europea. Lo statuto federale consente alla regione di Bruxelles-Capitale, nota anche ultimamente per il rilancio gastronomico dei suoi famosi cavoletti, di essere bilingue e di poter accentrare le caratteristiche sia delle Fiandre (di lingua neerlandese) e della Vallonia (di lingua francese). Scopriamo quali tipologie di birra vanno per la maggiore in questa terra così particolare.

La Tripel in stile belga è uno stile di birra accessibile e facile da bere, con elevata carbonatazione e sapori complessi. Tradizionalmente hanno un alto contenuto alcolico, compreso tra il 7 e il 10% di ABV, e sono spesso classificate come birre molto forti. Queste birre giallo-dorate hanno tipicamente un carattere di malto speziato, fruttato e leggermente dolce. Il loro carattere di lievito varia, ma spesso include aromi simili a banana o chiodi di garofano. Anche se forti, le Tripel sono leggere, accessibili e si abbinano bene a vari piatti. Si sposano bene con ricchi piatti di mare, tra cui crostacei e aragoste, ma possono anche accompagnare salse cremose, dessert e formaggi.

# Le categorie speciali

Credits: fermentobirra.com
Birre Trappiste

Poi ci sono le categorie speciali, come le birre Trappiste, laddove l’aggettivo è un’indicazione di origine, che comprende vari stili che vengono prodotte nei monasteri trappisti. Le birre Trappiste sono certificate a livello internazionale. Oppure per provare qualcosa di diverso si possono provare le Kriek, aromatizzate alla ciliegia in diversa proporzione a seconda dei birrifici che le producono. Infine, ultimamente di tendenza a Milano, ci sono le Blanche, tradizionalmente non filtrate. La maggior parte delle varietà sono speziate con coriandolo e scorza di agrumi, tipicamente buccia d’arancia, e sono generalmente chiare, torbide, lisce, rinfrescanti, pulite e croccanti. Perfette per abbinarsi all’indivia, altra prelibatezza locale.

# Un tour della città abbinando le birre ai quartieri

Credits: visit.brussel.it
Birreria Cantillon

E dove possiamo degustare tutte queste meraviglie a Bruxelles? La scelta non manca certamente e quasi ogni zona è piena di tipiche brasserie per gustare le birre alla spina o in bottiglia. L’ideale sarebbe quindi abbinare il tour delle birre a quello dei quartieri: partendo dalla nobiltà di Grand’Place per continuare con il fermento di Sainte Catherine e la compassata eleganza del Sablon. Nei quartieri limitrofi al centro, impossibile mancare Avenue Louise, Ixelles o l’universitaria e popolare Saint Gilles. Ma un posto almeno ci sentiamo di non farvelo perdere: è la Brasserie Cantillon, nel quartiere di Anderlecht (sì, sì, quello della squadra di calcio!) un luogo cult per gli appassionati perché è rimasto l’unico birrificio in attività nella regione della capitale a produrre birra di tipo lambic. Se prenotate una degustazione, potrete scegliere tra 15 varietà diverse di questa birra così particolare.

Ma prima di prendere l’aereo, per non arrivare troppo impreparati, possiamo sempre fare un salto in un paio di locali che ci faranno sentire già in Belgio restando a Milano: la Brasserie Bruxelles e Le Vent du Nord. 

Continua la lettura con: Le migliori 10 BIRRERIE di Milano per dissetarsi d’estate

LORENZO ZUCCHI

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ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

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Spalla

Pugile di fama mondiale prima, poi cantante lirico, attore e perfino scultore e pittore, la città della Madonnina per lui fu un trampolino di lancio ed un’importante tappa di ritorno.

ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

# Un uomo di sport, di arte e di spettacolo

Spalla

Fu un uomo di sport, di arte e di spettacolo, nato in Piemonte, morto a Roma, ma con in mezzo tanta Milano. Anzi, la città della Madonnina per lui fu un trampolino di lancio ed un’importante tappa di ritorno, dopo un periodo trascorso in Sud America. Parliamo di Erminio Spalla, pugile di fama mondiale prima, poi cantante lirico, attore e perfino scultore e pittore. 

Spalla nacque a il 7 luglio 1897 a Borgo San Martino, un paesino tra Casale Monferrato e Valenza Po. Qui venne cresciuto da papà Luigi e dalla mamma, Ernesta. Il fratello si chiamava Giuseppe ed era di tre anni più grande rispetto ad Erminio. Luigi confezionava ortaggi che lui stesso coltivava nella campagna del borgo, ma era anche un bravo commerciante di vini.

# Il trasferimento a Milano

Ma la vita di campagna stava stretta alla famiglia Spalla. I sacrifici per tirare avanti erano tanti e spesso i risultati, sotto il profilo economico, non riuscivano a dare sufficiente stabilità. Così, quando Erminio e Giuseppe erano ancora adolescenti, i genitori decisero di trasferirsi a Milano per dare maggiori opportunità ai figli. Per Erminio, abituato ai campi e ai fossi nella pianura monferrina, la nostra grande città apparve qualcosa di straordinario, roba da fermare il respiro. Poi si ambientò, iniziò a lavorare nel laboratorio di un famoso scultore milanese: doveva essere semplicemente un modo per poter guadagnare qualche soldo in attesa di qualcosa di più “sicuro”. Invece imparò un’arte che nei decenni successivi seppe far rifiorire con maestria.

# La passione per il pugilato: campione nazionale, europeo e olimpico

Di El Gráfico – http://www.elgrafico.com.ar/thumbs.php?id=15925&w=1500&h=2000, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53907247 – Erminio Spalla

Però la vera passione di Erminio era il pugilato: entrò a far parte di una palestra milanese e qui imparò i primi rudimenti della boxe. Nel 1915 arrivò la grande guerra e questa passione fu  «sospesa». Alla fine del conflitto Spalla fu inserito come sergente nel gruppo di ginnastica del Comando Supremo Militare Italiano e nel 1919 partecipò alle olimpiadi militari di Francia, vincendo l’oro. Questo fu il primo passo di una lunga e brillante carriera di pugile.

Spalla torna in Italia e nel 1920 diventa campione tricolore mettendo KO Eugenio Pilotta, ex promessa milanese della boxe, di quindici anni più anziano di Erminio. Il successo con il titolo nazionale lo porta ad importanti incontri sui ring di Berlino, Londra e New York. Nel 1923, all’Arena di Milano, Erminio Spalla diventa il primo pugile italiano a conquistare il titolo europeo dei pesi massimi, vincendo ai punti contro l’olandese Piet Van der Veer.

Spalla era un pugile generoso, con un carattere buono e forte al tempo stesso: indole che lo portava a reagire con grinta ed orgoglio di fronte ai colpi micidiali degli avversari, trovando la vittoria per KO in sfide che sembravano irrimediabilmente compromesse.

# L’uscita di scena dalla boxe

Caratteristiche, però, che ne minarono il fisico, così nel 1926 perse il titolo europeo a Barcellona sotto i colpi dello spagnolo Paulino Uzcudum, che più avanti diventerà avversario di Primo Carnera. Nel 1927 Spalla esce dalla scena della boxe: un ventennio più tardi venne definito il primo vero campione del pugilato italiano. Primo Carnera, di nove anni più giovane, arrivò dopo, debuttando nel 1928.

Da più parti si riconosce che Erminio Spalla fu il pugile che rappresentò lo spartiacque tra un pugilato rude e pericoloso, a tratti spaventoso, e uno spettacolo sportivo caratterizzato da regole e disciplina. E Milano fu la prima testimone del cambiamento epocale in questo sport. 

# Il canto e il teatro

Spalla parte con la famiglia per il Brasile: a San Paolo apre una palestra e fonda una rivista sportiva. Poi si trasferisce a Rio de Janeiro, dove conosce il suo nuovo amore: il canto. Pensava d’essere baritono, invece si scopre basso. Si butta a capofitto in questa sua passione, va a a scuola di canto ed è scritturato per un’emittente radiofonica di Rio e una di Petropolis. Si aggrega pure ad una compagnia teatrale, dove si affaccia all’arte della recitazione.

# Il ritorno a Milano e il debutto al cinema

Scena del film Il campione – Carlo Borghesio

Ma vuole tornare a Milano, per affinare nella città che lo ha adottato adolescente le proprie doti. Così nell’agosto del 1937 torna nel capoluogo meneghino dove riscopre l’arte della scultura e della pittura. Poi legge, Erminio Spalla divora libri.

Nel 1939 arriva l’appuntamento con l’ennesima arte seguita dall’ex pugile di Borgo San Martino: debutta al cinema come attore nel film di Mario Bonnard «Io, suo padre». Nello stesso anno appare ne «il socio invisibile» di Roberto Roberti. L’ultimo lavoro in cui Spalla recita sarà un film del 1963: «Taur, il re della forza bruta» di Antonio Leonviola. In mezzo, Erminio Spalla appare in ben cinquanta film, tra cui «Capitan tempesta», «Il leone di Damasco», «Il ratto delle Sabine», «Poveri ma belli» e ne «Il Mattatore», entrambi di Dino Risi. Nel 1951 lo troviamo diretto da Vittorio De Sica in «Miracolo a Milano», dove recita la parte del barbone di periferia.

# La televisione e la scrittura

Nel frattempo per Spalla arriva anche la TV: lavora in televisione nel 1969 ne «i fratelli Karamazov», sceneggiato che, con 15 milioni di telespettatori a puntata, raggiunge un vero e proprio record di ascolti. Erminio Spalla, come se non bastasse, trova pure il tempo per scrivere alcuni libri.

E’ la sera del 13 agosto 1971 e un’emiparesi vince sul suo fisico duro e arcigno: a mezzogiorno del 14 agosto il cuore di Spalla si ferma per sempre.

Di lui rimane il ricordo di un personaggio a tuttotondo: l’ultima immagine risale ad una trasmissione Rai in bianco e nero dove veniva intervistato e parlava della sua vita. L’ultima immagine fu quella di lui che accompagnava i nipoti a scuola, come un nonno qualsiasi.

FABIO BUFFA

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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10 TAPPE per mantenersi IN FORMA a Milano senza andare IN PALESTRA

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Ph. Art_Dreams

Con l’arrivo della bella stagione diventa ancora più triste rinchiudersi in palestra. Per chi vuole restare in forma in modo creativo Milano offre molte opportunità. Ne abbiamo scelte 10. Da praticare in successione per chi parte da zero e vuole arrivare a una forma perfetta.

10 TAPPE per mantenersi IN FORMA a Milano senza andare IN PALESTRA

#1. Fare la coda a Luini

Credits denizozdag IG – Luini

Un buon punto di partenza per chi è giù di forma. La coda è lunga e consente lo svolgimento di attività a basso contenuto calorico, come saltelli e piegamenti. Alla fine della coda, per non vanificare l’allenamento prendere solo una bottiglietta d’acqua, senza panzerotto.

#2. Parcheggiare la macchina appena si trova un posto libero

Ph. Pexels

Le auto a Milano sono tutte in cerca del parcheggio. Invece di divertirsi al gioco del parcheggio, continuando a girare e girare fino a trovarne uno il più vicino alla destinazione, per tenersi in forma bisogna rinunciare. Al primo spazio libero che si trova dopo aver messo in moto si deve parcheggiare subito. Proseguendo il resto del tragitto a piedi.

#3. Andare in cerca del pannello con gli arrivi alla stazione Centrale (o in Garibaldi)

Per chi vuole qualcosa di più eccitante di skateboard e rollerblade fuori dalla Stazione Centrale, può provare ad entrare e mettersi in cerca nei diversi piani dove si trova il pannello con i treni in arrivo. In alternativa lo si può fare alla Garibaldi. 

#4. Chiedere un documento qualunque alla motorizzazione civile

Meditazione zen, controllo del respiro come nello yoga, audacia come nel free-climbing: tutto questo e di più è offerto negli uffici della motorizzazione. E’ un po’ scomoda, dalle parti di Molino Dorino, ma è un’esperienza unica che si conclude di solito con un funzionario che ti chiude in faccia lo sportello allo scoccare dell’orario di chiusura, anche se sei in coda da secoli.

#5. Salire sul Duomo a piedi

Esperienza fisica e metafisica.

#6. Farsi il giro di tutti i piani della Rinascente

La Rinascente – ph. Pinterest

Sono sette, non tantissimi, ma la cosa che ti fa maggiormente sudare è trovare le scale. Per avere il massimo effetto, occorre farlo il sabato pomeriggio. Meglio ancora quando arrivano i saldi.

#7. Fare un documento in via Larga

Modello palla da biliardo: per trovare l’ufficio giusto ti rimbalzano da una parte all’altra dell’ufficio del Comune. Quindi: sneakers con ammortizzatori sul calcagno e fascette su fronte e polsi. Prepararsi anche a essere spediti fuori campo, per fototessere o acquisto di bolli risalenti a quando in Italia c’era il re.

#8. Prenotare un car sharing lontanissimo da dove sei

Apri lo schermo, vedi comparire le diverse iconcine delle auto disponibili. No, non farlo, non premere su quella più vicina, quella a due passi da casa. Invece cerca quella ai limiti dello schermo, quella che si vede che è fuori portata. Pigia, prenota e appena parte il conto alla rovescia scatta rapido per cercare di raggiungerla in tempo. In questa prova devi avere fiato ma anche velocità sprint e tenuta nervosa.

#9. Fare shopping con la fidanzata

Per questa attività bisogna aver raggiunto il massimo della forma. Un sabato pomeriggio al seguito di una milanese bella e indecisa è omologato come una maratona.

#10. Farti togliere una multa

Quando credi di avere raggiunto il massimo della forma fisica e mentale, arriva l’ultima prova. I vigili di Viale Friuli. Se ci fosse ancora Dante vi avrebbe ambientato uno dei suoi gironi infernali. E’ l’ultima prova. Quella definitiva. Dopo questa sarai in forma per l’estate.

Continua la lettura con: Sopravvivere agli aperitivi milanesi

MILANO CITTA’ STATO

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Corso BUENOS AIRES si trasformerà nel BOULEVARD MILANESE? Gli ultimi aggiornamenti

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Corti Segrete

La principale arteria dello shopping milanese si trova in fase di trasformazione negli ultimi anni. Un progetto di rinnovamento che comprende alcune opere già realizzate come le piste ciclabili, altre in corso e altre ancora che verranno realizzate in futuro. Scopriamo come sta cambiando Corso Buenos Aires e il punto sul progetto.

Corso BUENOS AIRES si trasformerà nel BOULEVARD MILANESE? Gli ultimi aggiornamenti

# Iniziata la rivoluzione del corso che prevede marciapiedi più grandi, alberi e meno posti auto

Credits Urbanfile – Test di maggio 2021 su Corso Buenos Aires

Corso Buenos Aires è entrata nel vivo della sua trasformazione, dopo la realizzazione delle piste ciclabili. L’obiettivo è di renderla più vivibile e green tramite l’allargamento dei marciapiedi, l’eliminazione dei posti auto e la piantumazione di arbusti. Dopo il test di maggio del 2021 sul tratto compreso tra via Scarlatti e Pergolesi, con vasi in cemento a bordo marciapiede a simulare la larghezza della strada per valutarne l’impatto sulla viabilità futura, alla fine 2022 sono partiti i cantieri per la trasformazione definitiva sui primi 120 metri di corso davanti alle Corti di Baires rinnovate.

# Il progetto nel dettaglio

Credits Urbanfile – Rendering Corti di Baires con marciapiedi allargati e alberi

Il progetto di riqualificazione prevede un vero e proprio restyling della via dello shopping e si unisce al piano di trasformazione di Piazzale Loreto in un’agorà verde diventando uno dei punti chiave del nuovo Piano di governo del territorio per ridisegnare la città del 2030.

Nel dettaglio verranno rifatti i marciapiedi con pavimentazione in pietra e realizzati nuovi cordoli in cemento per la protezione della pista ciclabile a fianco del battistrada. Saranno invece 30 piante le piante in vaso installate sul primo tratto realizzato e della loro cura se ne occuperanno i proprietari delle Corti. Il secondo tassello della riqualificazione di Buenos Aires dovrebbe riguardare i 90 metri di strada tra via Scarlatti e la stessa via Petrella. Il progetto definitivo di trasformazione dell’arteria commerciale è però ancora in attesa di essere approvato.

Leggi anche: PIAZZALE LORETO diventa AGORÀ VERDE: il primo tassello della MAXI riqualificazione

# Per la metà del 2023 prevista la conclusione del progetto “le Corti Segrete”, la rigenerazione delle Corti di Baires

Credits Urbanfile – Negozio Corti di Baires

In fase di ultimazione è il primo tassello del corso rinnovato, la rigenerazione delle vecchie Corti di Baires nelle nuove “Corti Segrete”, proprio nel tratto di strada dove si vedranno i primi effetti della rivoluzione del “boulevard milanese”.

Credits l22.it – Corti segrete

Il complesso si compone di 166 appartamenti di lusso e 4 suggestive corti interne con giardino e percorsi pedonali per un totale di 13.500 mq. Sono previste una nuova conciergerie/reception, una sala multifunzionale per eventi, uno spazio di co-working e una sala fitness.

Credits natipervivereamilano – Negozio Corti di Baires

Inaugurate a metà dicembre 2021 le prime attività commerciali, in totale occuperanno una superficie di circa 9.000 mq con ogni negozio distribuito su tre livelli, entro la metà del 2023 tutto il progetto dovrebbe essere terminato.

Leggi anche: Le SCAGLIE d’ORO di Buenos Aires: il nuovo volto di un PALAZZO “FUSION” di Milano

# Via i parcheggi sul corso entro agosto

Per quanto riguarda i parcheggi, in seguito agli accordi raggiunti tra i commercianti e i tecnici comunali, entro agosto verranno eliminati tutti eccetto quelli necessari al carico/scarico delle merci. Le aree di sosta dei taxi dovrebbero invece essere spostate: quella di piazza Lima andrà in via Vitruvio e un’altra rimarrà in piazza Oberdan. Anche le piazzole degli alberghi e per la sosta per i disabili dovrebbero traslocare nelle strade limitrofe.

 

Continua la lettura: ZERO PARCHEGGI in corso BUENOS AIRES entro agosto: verso una MILANO SENZ’AUTO?

FABIO MARCOMIN

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La QUIETE prima del WEEK END: i LOCALI dell’ARCO della PACE come non li avete mai visti (Fotogallery)

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Con la bella stagione i locali dell’Arco della Pace vengono presi d’assalto. Un luogo unico di Milano. Una grande spazialità, lo sfondo dell’Arco e del Parco. E Corso Sempione. La Fotogallery dei locali prima del week end. 

La QUIETE prima del WEEK END: i LOCALI dell’ARCO della PACE come non li avete mai visti (Fotogallery)

Camminavo verso l’Arco della Pace e mi ha incuriosito vedere questi locali noti così. In attesa.

 

 

Continua la lettura con: Il restyling di Corso Sempione

ANDREA ZOPPOLATO

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CACCIA al TESORO: 10 OPERE da AMMIRARE al MIART (Fotogallery)

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miart2023

14 aprile. Inaugura il MiArt a Fiera Milano City. La caratteristica di quest’anno? Il ritorno della bellezza. Questa la fotogallery. 

 

Continua la lettura con: Le discoteche del pomeriggio: la fotogallery

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10 tipi di APERITIVI MILANESI: come salvarsi o perdersi nella GIUNGLA METROPOLITANA degli happy hour

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Credits valeriananni IG - Aperitivo Navigli

Potremmo tradurre l’happy hour con ora d’aria, la ricreazione dei carcerati: proprio come i galeotti anche noi fuggiamo dalla routine per ricaricare il nostro spirito di sciocchezze, il nostro stomaco di mangiarini compresi nel costo della consumazione e affrontare con leggerezza la vita.

Ma non tutti gli aperitivi sono uguali. Anzi, è arrivata l’ora di proporre la prima classificazione degli aperitivi in base a ciò che trovi da mangiare.

10 tipi di APERITIVI MILANESI: come salvarsi o perdersi nella GIUNGLA METROPOLITANA degli happy hour

#1. Lo striminzito

Credit: voloscontato.it

Quello che costa tantissimo ma poi trovi porzioni bonsai. Bevanda da associare: White Russian.

#2. Il riciclato

Quello col polpettone che ti ingolfa per una settimana, con le patatine molli e la pizza dura. Vantaggi: è tutto riciclato, eco friendly. Devi bere Cuba Libre o Bicarbonato.

#3. Il rinsecchito

Patatine imbustate, noccioline, arachidi, gli sticks della Cameo. Devi bere centrifuga, per riequilibrare i sali minerali.

#4. Quello buono abbastanza

Olive ascolane, pizzette superfarcite e oliate, fritture superpastellate, gnocco fritto, salumi, latticini, verdure alla brace unte e bruciate. Sembra buono ma poi ti rimane sullo stomaco. Devi bere limonataacqua tonica.

#5. Quello filo-tedesco

Bayern Monaco in posa con birra e abiti tipici

Wurstel, insaccati, medaglioni di salame, patate, crauti, cipolle, olive farcite e rutto libero. Devi bere boccale di weisse Bier.

#6. Quello vegano

Insalata, rucola, scalogna, semi di chia, germogli, gambi di finocchio, farro, soia, striscette di carote. Esci con le mani verdi. Devi bere Bloody Mary.

#7. Quello tex mex

Triangoli di mais, tacos, salsa piccante come se piovesse, guacamole e tipi coi baffi. Gli effetti collaterali arrivano il giorno dopo. Devi bere Tequila Bum Bum.

#8. L’aperisushi

Nei posti superfighi, quando non hai fame ma vuoi sentirti ricco, anche se poi scopri che il cuoco è cinese. Devi bere Sakè.

#9. La grande abbuffata

Trovi tonnellate di roba. Lasagna, insalate giganti, torte, puré, pollo con patate, cannelloni, ricotta col miele e per finire il castagnaccio. Mangi come un maiale. Locale che ha appena aperto, sei triste perché non c’è nessuno. Devi bere Spritz.

#10. La sola

Ti trovi i piattini microscopici o i bicchierini monodose che fai un’ora di coda per un assaggio di trenta secondi. Esci che hai più fame di prima. Devi bere Negroni sbagliato.

Continua la lettura con: I nuovi locali più interessanti da provare a Milano

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Gli EDIFICI ABBANDONATI più impressionanti a Milano (mappa)

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Credits giannibiondillo IG - Palazzo Cristallo

Sono circa 180 gli immobili abbandonati nel Comune di Milano. Alcuni in via di riqualificazione, la maggior parte attendono la demolizione, la prosecuzione dei lavori o una nuova vita e sono rintracciabili sul geoportale realizzato dagli uffici comunali. Altri ancora sono di proprietà comunali o altri enti pubblici. Tra questi ne abbiamo selezionati 7 tra i più rappresentativi in città.

Gli EDIFICI ABBANDONATI più impressionanti a Milano (mappa)

 

#1 I palazzi tra Via Lamormara 23 e 27 – Crocetta

Street view google – Via Lamarmora 23-27

In pieno centro a Milano in Via Lamarmora tra il civico 23 e 27 si trovano due edifici completamente disabitati e quasi in rovina da decenni. Sono state installate delle impalcature a protezione dei passanti ma nulla più. A pochi passi si trova l’ex convento in via Orti trasformato in un complesso residenziale di lusso, Horti, ad opera dell’architetto De Lucchi con un giardino interno aperto al pubblico.  

#2 L’ex Macello Pubblico di Milano – Calvairate

Credits exmcaello IG – Ex Macello

Istituito nel 1863 è stato uno dei macelli più all’avanguardia d’Europa. Dopo il trasferimento nella ultima sede di Viale Molise, dal 2005 il Mercato del Macello è stato completamente dismesso. Per l’area di 150.000 mq si attende la sua riqualificazione, dopo che il bando internazionale “C40 Reinventing Cities” ha visto vincitore REDO con il progetto Aria. Si prevede la nascita di un quartiere low cost e della nuovo campus del IED. Presto dovrebbe quindi essere riqualificato e uscire dal degrado in cui versa da decenni. 

Leggi anche: La storia del mercato del macello

#3 Gli edifici di via Medici del Vascello – Rogoredo

Credots: milanotoday.com – Uno degli edifici abbandonati di Via Medici del Vascello

L’area di oltre 160.000 metri quadri, edificata all’inizio degli anni Ottanta per ospitare edifici direzionali, è da tempo vuota. Situata a 800 metri dalla stazione dei treni e della metropolitana, un tempo ospitava gli uffici della Guardia di Finanza mentre oggi è oggetto di occupazioni abusive da parte di rom e sbandati. Una situazione di degrado e pericolo tenuto conto che di fronte è stato inaugurato il nuovo quartiere di Merezzate.

Leggi anche: Sport, musica e tempo libero: le OPERE che TRASFORMERANNO il quartiere di SANTA GIULIA

#4 Il Palazzo di Cristallo – Rubattino

Credits giannibiondillo IG – Palazzo Cristallo

Ventimila di metri quadrati di capannoni svuotati e decadenti, una fragile volta di tubi di ferro annerito dal tempo, muri pericolanti, detriti, lastre d’amianto, è questo quanto rimane di una delle aree industriali più attive di Milano, nel quartiere Rubattino. Dove una volta uscivano le auto Innocenti e Maserati o la Lambretta, e non lontano si trova anche l’ex fabbrica delle Tre Marie, rimane solo una discarica a cielo aperto. Nei prossimi anni è attesa la rinascita di questo luogo grazie alla realizzazione della Magnifica Fabbrica, il nuovo laboratorio del Teatro alla Scala.

Leggi anche: La MAGNIFICA FABBRICA: nuova vita per la SCALA

#5 L’Istituto Marchiondi, uno dei primi esempi di architettura brutalista, il suo plastico esposto al Moma di New York – Baggio

Istituto Marchiondi

L’Istituto Marchiondi, a Baggio, progettato nel 1953 dall’architetto Viganò, fu uno dei primi esempi di architettura Brutalista. Tanto che il suo plastico è esposto al Moma di New York e nessuno ha mai potuto abbatterlo. Fu un riformatorio che ospitava 300 ragazzi. Chiuso nel 1970, sotto il vincolo delle Belle Arti, oggi è protetto dal filo spinato per evitare nuovi insediamenti di zingari. Al suo interno solo erbacce, topi e vetri rotti. In occasione della Milano Design Week dal 20 al 22 aprile sarà fruibile dal grande pubblico nell’ambito di un’iniziativa che si pone come obiettivo la rivalutazione di spazi pubblici in disuso.

Numerosi tentativi di riqualificarlo sono andati nel vuoto a causa dell’insostenibilità economica di tale operazione, ma una delibera approvata nel 2022 dal Comune di Milano inerente un progetto di recupero  “Life from Art”, proposto dalla Fondazione Collegio delle università milanesi, prevede la trasformazione dell’edificio in una residenza per studenti universitari e giovani artisti grazie ai fondi del Pnrr. Sarà la volta buona? 

#6 Il “Cementone” di Greco

Una scatola grigia costruita nel 1985 vicino allo scalo di Greco, in via Emilio de Marchi, ribattezzato “il Cementone” per l’enorme presenza scenica e la sua totale inutilità. Doveva diventare il centro di calcolo delle Ferrovie dello Stato, oggi è un’immensa area abbandonata. Ormai è diventato “storico” il murales di “Cane Morto”.

#7 L’ex Ospedale delle malattie infettive Bassi – Dergano

Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

L’ex ospedale delle malattie infettive Bassi è un altro dei complessi edilizi abbadonato da anni a Milano. Si trova su viale Jenner, lungo la circonvallazione, si caratterizza per uno stile anni venti. Si compone di palazzine di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo. Solo una piccola parte del complesso è stata recuperata, diventando presidio ATS. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica. All’orizzonte non ci sono progetti di recupero.

Continua la lettura: 7 AREE a Milano da RIQUALIFICARE alla GRANDE

FABIO MARCOMIN

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Il video del giorno: la TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

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Cosa vedere vicino a Milano? Cosa fare vicino a Milano? La HIT PARADE delle 10 cose da vedere a vicino a Milano secondo la classifica stilata dal canale Come si Viaggia.

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

Il Naviglio in secca

I TALENTI EMERGENTI sulla SCENA MUSICALE di MILANO

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

“Milano è la metafora dell’amore”

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

EMO & TRUZZI, i RAGAZZI di MILANO di VENT’ANNI FA

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

Da DUOMO a LINATE, bus 73 contro METRO 4. Qual è più VELOCE?

48H da LADRO a Milano

Quanto spendo in una settimana a Milano

La trattoria milanese più economica della città

Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

Avvisi storici sul tram

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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I MIGLIORI BAR di Milano: i 10 locali dove prendere un DRINK almeno una volta nella vita

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Credits backdoor43_milano IG - Backdoor

Milano è una città da bere. Non è solo uno slogan, perché la città degli aperitivi presenta dei locali unici al mondo. Ne abbiamo scelti dieci che si devono provare almeno una volta nella vita.

I MIGLIORI BAR di Milano: i 10 locali dove prendere un DRINK almeno una volta nella vita

#1 Nottingham Forest: i migliori drink di Milano

Si dice che ci siano i migliori drink di Milano. Per oltre dieci anni è apparso nella classifica dei migliori 50 bar del mondo.

Indirizzo: viale Piave, 1

#2 Bar Basso: dove è nato lo “Sbagliato”

Dove è stato inventato il negroni sbagliato. Appena viene la bella stagione la folla intasa le vie circostanti.

Indirizzo: via Plinio, 39

#3 Balera dell’ortica: si torna nella Milano di una volta

Credits: @alberto_cartasegna – La Balera dell’Ortica

Un luogo super rustico, a conduzione familiare, hanno ancora i neon originali della vecchia Milano. Si balla anche il liscio.

Indirizzo: via Giovanni Antonio Amadeo, 78.

#4 Backdoor43: il “bar più piccolo de mondo”


Sui navigli il bar più piccolo al mondo. Ha posto solo per tre persone. Riuscire ad entrare è praticamente impossibile.

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 43

#5 Bar Magenta: l’iconico punto di ritrovo per generazioni di studenti

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

Vale la pena per il bancone retrò e perché è da sempre il locale degli universitari fighetti di Milano.

Indirizzo: via Giosue Carducci, 13

#6 Birrificio Lambrate: il regno della birra artigianale

Dal 1996 producono birra non pastorizzata e non filtrata. Si sono allargati fino ad arrivare a Berlino. Luogo divertente con birre, dove si vivono avventure.

Indirizzo: via Camillo Golgi, 60

#7 Mag Cafè: bere come un bohemien


Locale piccolo ma accogliente e curato nei dettagli, in stile bohemien. Cocktail innovativi ed accurati.

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 43

#8 La Chiesetta: il Padrenostro più alcolico del mondo

Posto affollatissimo nei week end. Ottimi drink (in particolare i chupitos) e molto coreografici (come l’Estrema Unzione fatta di assenzi vari o il Padrenostro a forma di Croce). Spettacolare la location: una Chiesa del XVIII secolo sconsacrata negli anni ’30. 

Indirizzo: via Lomazzo, 12

#9 Frida: l’Isola del bere


Il bar più “da Isola” dell’Isola, con mobili spaiati, impianti a vista e soffitto in vetro.

Indirizzo: via Pollaiuolo, 3

#10 1930: il Secret Bar di Milano, tra i migliori bar al mondo


E’ il secret bar di Milano. Locale nascosto in un anonimo bar cinese. Di cui non si conosce ufficialmente l’indirizzo. Si può sapere dov’è solo informandosi con amici e internet. Dicono che sia un’esperienza unica. Nel 2023 è al 35esimo posto nella classifica dei migliori bar al mondo.

Continua la lettura con: I nuovi locali più interessanti da provare a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Milano e i suoi FOTOGRAFI più FAMOSI

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Ph. magrogiovannadal IG (Quando pensavamo di cambiare il mondo)

Il rapporto tra Milano e la fotografia nasce tanto tempo fa. La città meneghina è da sempre sede di agenzie pubblicitarie che vivono non solo di prodotti, ma anche di chi li fotografa e che li sa valorizzare. Per questa e altre mille ragioni il rapporto tra fotografi e Milano è una relazione che difficilmente potrà trovare crisi. Ci sono tanti professionisti che magari non sono nati a Milano, ma sono diventati milanesi trasferendosi e cominciando la loro attività all’ombra della madonnina. Purtroppo, la fotografia non sta vivendo un periodo molto felice e fortunato: tanti negozi specializzati sono stati costretti a chiudere, molti fotografi hanno cessato le proprie attività a causa dello strapotere degli smartphone (sempre più potenti a livello di immagine), tante aziende hanno preferito risparmiare affidandosi a fotografi amatoriali, ma muniti di reflex costosissimi. Il fotoritocco non è più un’arte, ma qualcosa che si può imparare facilmente.

Milano e i suoi FOTOGRAFI più FAMOSI

Insomma, una situazione un po’ drammatica che sfortunatamente non pare avere una fine veloce. D’altro canto, ci sono ancora professionisti che continuano il loro lavoro e lo fanno con estrema passione ed estremo affetto nei confronti della città che di opportunità non ha mai smesso di regalare alla fotografia.

# Settimio Benedusi e il suo amore per l’arte sotto tutti gli aspetti

Credits: @settimio_benedusi
Settimo Benedusi

Avrei potuto cominciare questo articolo citando Oliviero Toscani, ma sarebbe stato scontato e per questa ragione vi voglio parlare di Settimio Benedusi, che è a tutti gli effetti il suo erede naturale.

Benedusi nasce ad Imperia. È un ragazzo curioso e attratto dall’arte sotto tutti gli aspetti. Ama il cinema, la letteratura, la musica, ma soprattutto la fotografia. Si trasferisce a Milano intorno ai vent’anni e senza conoscere nessuno comincia a lavorare come assistente fotografo. Sono gli anni d’oro della fotografia e questo gli permette di avvicinarsi e conoscere grossi clienti che gli danno fiducia e lo inseriscono nel dorato mondo della pubblicità.

Ph. @Settimio_benedusi IG

I suoi scatti finiscono su pubblicazioni Mondadori, Rizzoli, Rusconi, Condè Nast e diventando il fotografo ufficiale di Sports Illustrated. Da sempre innamorato della scrittura, si iscrive all’Ordine dei Giornalisti e apre il suo sito ufficiale dove, oltre alle fotografie, si trova un blog seguitissimo. La sua fama e il suo essere estroverso lo portano a diventare insegnate IED, organizzare workshop e conferenze sempre piene di appassionati e proporre mostre fotografiche al limite della provocazione (celebre fu quella in cui diede in mano una macchina fotografica a Martina Colombari che realizzò degli scatti messi in mostra, poi, allo Spazio Forma, in barba alla professionalità fotografica).

# MAX&DOUGLAS e il light painting

Credits: @jan.puylaert
Max and Douglas al lavoro

Al secolo Massimiliano Schenetti e Douglas Andretti. Sono una coppia di fotografi che si sono conosciuti per caso, dopo aver lavorato singolarmente in diversi ambiti fotografici, quando hanno deciso di frequentare un corso di fotografia presso IED. Dopo aver lavorato a lungo come assistenti presso Condé Nast, iniziano a sviluppare uno stile e una tecnica fotografica unica e mai vista in Italia (Light Painting), una caratteristica che li porta all’attenzione di marchi come Sony, Philips, Telecom Italia, Adidas, Fiat ed Enel. L’agenzia fotografica Grazia Neri li mette sotto contratto e da quel momento sarà un susseguirsi di lavori e copertine su prestigiosi giornali nazionali e internazionali. La loro tecnica fatta di luci e fotoritocco digitale li porta a lavorare per MTV dove fotografano alcuni veejay “immersi” in una realtà onirica realizzata con il solo uso del banco ottico. Celebre fu la mostra fotografica B/Reflected che fu sovvenzionata dall’ONU, una personale che ritraeva cinquanta celebrità italiane, tutto scattato in bianco e nero, usando solo uno specchio da interrogatorio e senza alcun ritocco digitale. Nonostante questo, a loro va riconosciuto di essere tra i primi professionisti ad aver portato la produzione digitale nel campo dell’editoria.

# Paolo Santambrogio, il re dei ritratti

Credits: @paolosantambrogio
Paolo Santambrogio

Milanese doc. È sicuramente uno dei fotografi più importanti nel mondo del ritratto. Inizia giovanissimo la sua carriera lavorando principalmente per testate giornalistiche e grossi marchi come Vanity Fair, Vogue Italia, Glamour, GQ, L’Officiel, Cosmopolitan, Style Magazine e Grazia. Il suo stile è un misto di eleganza e urban che lo rende riconoscibile al primo sguardo. Una caratteristica che lo porta in breve tempo a lavorare nella moda sia per nomi importanti (Fendi, Trussardi, Dolce & Gabbana), sia per start up giovanissime (Caterina Gatta, Fausto Puglisi).

Ph. @paolosantambrogio IG

Nel 2015, il suo nome è inserito, insieme ad altri fotografi, all’interno della mostra IL NUOVO VOCABOLARIO DELLA MODA ITALIANA presso la Triennale di Milano.
Da qualche anno, ha iniziato una carriera da regista per videoclip musicali che lo porta a vincere nel 2009 il prestigioso Premio Videoclip Italiano per il brano Alone di Paola Iezzi. Tenta anche la carta cinematografica realizzando diversi cortometraggi sia di live action che di animazione che hanno avuto visibilità in importanti rassegne specializzate.

# Lucia Giacani, ritratti di donne viste da un’altra donna

Credits: robadagrafici.net
Lucia Giacani

La fotografia è anche donna e la Giaconi merita uno spazio importantissimo nel mondo della moda. Anche lei non è milanese di nascita, ma ha trovato nella città meneghina il modo di emergere caratterizzandosi nel suo modo di fotografare solo donne. Un’intuizione vincente che l’ha portata a diventare uno degli obiettivi (fotografici) più importanti nel mondo femminile, cogliendo ogni loro aspetto. Una donna che riflette un’altra donna. Vogue l’ha contatta numerose volte e i suoi scatti sono stati pubblicati migliaia di volte.

Ph. @luciagiacani IG

Una rampa di lancio che l’ha portata a lavorare per marchi prestigiosi come Bata, Furla, Moschino, Frau e tanti altri. Oltre alla fotografia commerciale si interessa di arte esponendo i suoi scatti in tutto il mondo e vendendo i suoi lavori “non incorniciati” (come ama definirli) da Londra a Shangai. Il suo studio fotografico non si trova distante da piazza Dateo ed è un luogo di 220 metri quadri dove si respira arte a 360°.

# Giovanna Dal Magro tra foto e pittura

Credits: @GiodalMagro
Giovanna dal Magro

A differenza della sua collega precedente, la Del Magro è milanese di nascita e dall’inizio degli anni settanta è un affermata fotografa e giornalista. L’amore per la fotografia nasce in seguito alla sua formazione di pittrice quando intuisce che foto e pittura si possono fondere dando vita ad una sperimentazione che la porta all’attenzione di prestigiose riviste e di numerosi luoghi di esposizione artistica. Ha viaggiato per cinque continenti e Gillo Dorfles l’ha citata tra i quattro fotografi italiani più importanti. Ha pubblicato diversi libri tra i quali cito: Milano anni ’70 Quando volevamo cambiare il mondo  e Tanto di Cappello che è stata anche un importante esposizione alla Casa Museo Boschi Di Stefano.

Ph. magrogiovannadal IG (Quando pensavamo di cambiare il mondo)

E per continuare con i grandi fotografi, l’intervista al “fotografo di Milano”: ANDREA CHERCHI: “Amo la Milano internazionale, che ragiona in positivo, senza lamentarsi”

MICHELE LAROTONDA

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Dove si MANGIA MEGLIO a due ore di volo da Milano

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Credits: @visita_madrid Madrid

C’è chi dice Londra. O i più esotici puntano su Atene. Eppure no, la nostra scelta è un’altra. Entro due ore di volo da Linate questa è la meta top per un pasto spettacolo. 

Dove si MANGIA MEGLIO a due ore di volo da Milano

# Il meglio della cucina iberica

Credits: @visita_madrid
Madrid

Destinazione: Madrid. Perché abbiamo scelto la capitale spagnola? Potrebbe sembrare quasi un paradosso, visto che le ricette originarie della città non sono le più apprezzate in assoluto: gli huevos rotos si mangiano a colazione, le patatas bravas sono un contorno, il famoso cocido madrileño nelle classifiche internazionali dei piatti arranca. Ma Madrid attrae tutto il meglio della ricchissima tradizione culinaria spagnola, dalla Galizia alla Catalogna, dall’Andalusia ai Paesi Baschi. E la vitalità della città, con i suoi ritmi così esageratamente diversi da quelli del mondo circostante, costituisce una ricchezza ulteriore per chi magari è partito da Milano e ha bisogno di due ore in più per portare avanti tutte le sue attività lavorative, o per chi invece vuole caricarsi per bene con un lungo happy hour prima di affrontare la cucina iberica.

# Alcuni quartieri con i rispettivi piatti da provare

Credits: @churrascoemusica
espetos

In Calle de Zorrilla, a metà tra l’ombelico di Puerta del Sol e il famoso e ineguagliabile Triangolo dei Musei (Prado, Reina Sofia e Thyssen-Bormemisza) potremo mangiare gli espetos, cioè dei favolosi spiedini di sardine originari di Malaga. Poco lontano, già nell’orbita di Lavapiès, quartiere ex popolare e molto “hot spot” al momento, potremo assaggiare il miglior gazpacho della nostra vita (una zuppa fredda di verdure crude) in un versione che ci farà dimenticare i pessimi tentativi del nostro corso di lingua spagnola. Ma la città non è limitata al suo ricco e variegato centro storico: quartieri con una propria identità si stanno sviluppando ovunque e nelle vicinanze dell’immenso Santiago Bernabeu potremo mangiare le migliori croquetas de jamòn, cioè le crocchette al prosciutto, che sono talmente ubiquitarie da poter essere considerate un piatto DOP di tutta la nazione.

# I due must della cucina spagnola

Credits: @visita_madrid
Tortilla spagnola

E poi c’è un piatto talmente appetitoso da essere apprezzato dai madrileni al bancone del bar da colazione sino all’aperitivo: la tortilla. Introdotta nel 1817, il folklore dice che fu creata dal generale Zumalacárregui per nutrire il suo esercito affamato, poiché all’epoca le scorte di cibo erano scarse. Gli ingredienti chiave utilizzati nel piatto sono le patate e le uova a fette sottili. Esistono alcune varianti regionali che includono salsiccia (chorizo), zucchine, peperoni verdi o funghi, ma indipendentemente dalle variazioni, viene spesso servito nei bar di tapas, affettato o tagliato a cubetti e spicchi, come un perfetto pincho.

Non ho volutamente citato il piatto principe della cucina spagnola, la paella, perché Madrid non è il posto migliore per mangiarla. Ma se volete assolutamente includerla nel vostro tour gastronomico, magari abbinata a una favolosa bottiglia di Syrah o di Cabernet Sauvignon prodotta in loco, allora è meglio cercarla nei quartieri semiperiferici: i locali del centro tendono ad averla sul menù solo per accontentare i turisti senza troppe pretese.

Continua la lettura con: 20 specialità dello STREET FOOD europeo: dove gustarle a Milano

LORENZO ZUCCHI

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Il più grande CENTRO BUDDISTA d’Europa è alle porte di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Centro buddista

Alle porte di Milano c’è il più grande centro buddista d’Europa, in un mix tra antico e moderno. Vediamo come è fatto e alcune curiosità. Con le foto speciali di Andrea Cherchi.

Il più grande CENTRO BUDDISTA d’Europa è alle porte di Milano

# Il più grande centro buddista d’Europa

Credits Andrea Cherchi – Cascina Centro Buddista con vista auditorium

Nel 2014 è stato inaugurato a Corsico, alle porte di Milano, il Centro Ikeda della comunità Soka Gakkai ritenuto il più grande centro buddista d’Europa. Si sviluppa su un’area di 40.000 mq e si compone di due edifici, uno storico e l’altro moderno.

Credits Andrea Cherchi – Cascina Centro Buddista

Quello storico è la Cascina della Guardia di Sopra del Cinquecento, uno dei più antichi ed importanti esempi storici delle costruzioni di impronta rurale a Sud Ovest di Milano, sottoposta a restauro conservativo in collaborazione con la Soprintendenza di Milano.

Credits Andrea Cherchi – Corte Centro Buddista

Sono presenti le antiche stalle e scuderie, i portici recuperati con volumi vetrati e sale destinate alla rappresentanza e all’ospitalità. Passata dagli Sforza ai Padri di Simpliciano, nel 1975 è stata acquisita dal Comune di Corsico. 

# Il tempio ricoperto di metallo dorato

Credits Andrea Cherchi – Centro buddista

Alla cascina recuperata si aggiunge il cuore del centro: una struttura di design che funge da sala civica, sala di culto o auditorium per 1000 persone, il cui boccascena si apre ulteriormente sulla parte sacra che contiene il Gohonzon, l’oggetto di culto, che può essere separata dal palco più “laico” con un sistema di grandi paratie scorrevoli. Rivestita di metallo dorato all’esterno e legno all’interno, la sua forma è anche un riferimento alla carpa d’oro che nella tradizione buddista giapponese incarna la metafora della trasformazione.

A completamento è presente infatti uno specchio d’acqua attraversato da passerelle che circonda il tempio-sala denominato Kaikan, castello in giapponese, con i fiori di loto bianchi e rosa. L’acqua rimanda anche al rapporto del territorio con il naviglio e l’acqua di falda e di superficie come risorsa di vita. 

Credits Andrea Cherchi – Portico tempio buddista

Dei padiglioni e un portico lungo 120 metri affiancano la struttura e un vialetto collega alla parte storica del complesso rurale recuperato.

 

Foto: Andrea Cherchi

Continua la lettura: Il Tempio della NOTTE, il regno delle TENEBRE di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il CAR RESTAURANT: mangiare in mezzo alle AUTO STORICHE a 20 minuti da Milano

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Credits: ilmemorabilia.it Memorabilia

A 20 minuti da Milano c’è un ristorante molto particolare che chiamarlo tale sarebbe riduttivo. Museo, collezione privata, cocktail bar, ristorante, galleria d’arte. Sono tanti i sostantivi con cui si può definire Il Memorabilia, luogo il cui nome già rimanda una galleria dei ricordi, ma prima di tutto scopriamo dov’è e poi di cosa si tratta.

Il CAR RESTAURANT: mangiare in mezzo alle AUTO STORICHE a 20 minuti da Milano

# Piatti della cucina italiana abbinati a motori e oggetti vintage

Credits: ilmemorabilia.it
Memorabilia

Il Memorabilia – Restaurant & Cocktail Bar si trova ad Agrate Brianza, precisamente in via Archimede 8, nei pressi dell’autodromo di Monza. Qui è possibile assaporare i piatti dello chef appagando allo stesso tempo gli occhi. Perché? Perché il Memorabilia non è solo un ristorante, ma anche un museo delle automobili. Quindi, mentre si mangiano piatti di terra e di mare tipici della cucina italiana contemporanea, si sarà circondati da auto, moto d’epoca ed una moltitudine di oggettistica vintage degli anni ’50, ’60 e ’70.

Il Memorabilia nasce da un’idea della famiglia Colombo, imprenditori già proprietari di un’azienda meccanica. È proprio davanti alla loro ditta, Atam, che la famiglia decide di aprire un ristorante. Un grande capannone industriale anni ’60 diventa quindi luogo di raccolta di oggetti collezionati dai Colombo, che però non si accontentano di creare una sorta di galleria di arte contemporanea e quindi decidono di renderla anche ristorante e cocktail bar. La ristrutturazione del grande capannone viene affidata all’architetto e interior designer Davide Fabio Colaci, che ha il compito di far emergere la vera essenza di Memorabilia.

# All’interno pezzi d’autore

Credits: @il_memorabilia
Memorabilia

Così è stato e dall’acquisto di una Vespa nel 1988 da parte della famiglia Colombo, oggi è nato un ristorante-museo. Accanto al capannone originario è stato affiancato un altro edificio, quello dedicato al ristorante, nonché l’unico da cui si può accedere. Nel frattempo sono state create anche un’area relax e suddivisi gli spazio in aree espositive.

Oggi al Memorabilia non ci sono solo automobili, ma anche oggetti strani e singolari, oppure oggetti di scena e costumi di film famosissimi. All’interno ci sono infatti la Shelby Cobra di Steve McQueen, la Rolls Royce appartenuta a Cary Grant, la Vespa di Gregory Peck, la Ford Thunderbird di “Thelma & Louise”, oppure alzando lo sguardo, sulle pareti, si potranno notare i dischi d’oro “Bad” e “Thriller” di Michael Jackson e la replica di una motoslitta di un celeberrimo 007.

# La proposta culinaria

Credits: @il_memorabilia
Memorabilia

Per quanto riguarda il ristorante, la proposta è stagionale e punta sulla qualità degli ingredienti, ma si aggiungono all’offerta due menù degustazione. Al Memorabilia vengono organizzati anche business lunch con piatti del giorno e la scelta a pranzo è o 4 portate a 22 euro, oppure una sola portata a 12. Il ristorante è aperto dal martedì al venerdì dalle 12 alle 15 e dalle 19:30 a mezzanotte, mentre il sabato è aperto solo a cena e la domenica e il lunedì solo a pranzo.

Altra piccola chicca del ristorante è l’area Gallery, una zona più riservata dove si mangia in una vera e propria galleria d’arte. In totale il Memorabilia conta circa ottanta coperti.

Continua la lettura con: Il RISTORANTE più PAZZO di Milano (dove si può MANGIARE GRATIS)

BEATRICE BARAZZETTI

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Weekend di METÀ APRILE: gli appuntamenti da non perdere dal 14 al 16 #ToDoMilano

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Ph. miart.it

Giro di boa per Aprile. In attesa della settimana del Design un carnet ricco di eventi. 

Weekend di METÀ APRILE: gli appuntamenti da non perdere dal 14 al 16 #ToDoMilano

#Trova il tuo evento

#Venerdì 14/4: inaugura il MiArt, il duo romano Frenetik&Orang3 per la musica e allo Zelig tutti i personaggi di Teo Teocoli

Teo Teocoli – Credits: Noi degli anni 80 90
  • MiArt: dal 14 al 16 aprile 2023 torna miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, organizzata alla Fiera Milano City.
  • La vie en rose… Bolero: danza-teatro incentrata su due repertori molto diversi, in scena al Teatro Lirico – Giorgio Gaber. La prima parte si sviluppa sulla canzone francese, la seconda sulle note di Ravel. Inizio spettacolo alle ore 20.45.
  • Anatomia comparata: una storia d’amore senza tempo è protagonista dello spettacolo scritto da Nicola Russo. Debutta al Teatro Elfo Puccini alle 21.00 e resta in scena fino al 30 aprile.
  • Quasi come un blues: presentazione del libro di Roberto Caselli, che diventa anche serata musicale in omaggio a Leonard Cohen. Dalle 21.00 alla Scighera.
  • Tutto Teo: tutti i personaggi di Teo Teocoli, in uno spettacolo che si ispira anche al teatro-canzone milanese, in scena alle 21.00 allo Zelig Cabaret.
  • Franco Mussida: spettacolo di ottima fattura, incentrato sull’ultimo lavoro discografico del grande chitarrista, accompagnato sul palco dai giovani allievi della sua scuola. Improvvisazioni e jam session sul palco dell’Auditorium San Fedele, alle 21.00.
  • ABBAdream: è italiana la tribute-band del gruppo svedese probabilmente migliore al mondo. Si esibisce in omaggio al repertorio degli Abba al Teatro Repower di Assago, a partire dalle ore 21.00.
  • Frenetik&Orang3: duo di produttori della scena musicale romana, accompagnati dal violoncello di Carmine Iuvone, portano il loro Bootleg sul palco della Santeria Toscana. Lo spettacolo è in programma alle 21.30.

#Sabato 15/4: mercatini dalla mattina, pomeriggio al museo botanico, serata con mini derby a San Siro, i tre campioni del cabaret e l’omaggio ai Pink Floyd

Pink Floyd History – Credits: Lisinki Hall
  • Little Market: bancarelle con artigianato made in Italy, design e collezionismo in piazza S. Eustorgio. Dura tutto il giorno dalle 8.00 alle 19.00.
  • Basar, il mercatino solidale: nuovo e usato a prezzi vantaggiosi per il mercatino a cura di A.S.A. Onlus del secondo sabato del mese. Si svolge dalle 10.00 alle 18.00 presso la sede di via Arena 25.
  • Incontri al Museo Botanico: secondo appuntamento delle visite del sabato al Museo Botanico Aurelia Josz. Il ciclo prevede visite guidate alla scoperta degli ecosistemi e la loro evoluzione. Partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria, inizio alle ore 15.00.
  • Variazioni su un tema: George Pehlivanian alla direzione e Andrea Obiso al violino solista, presentano alle 17.00 un programma di Sibelius e Beethoven. L’appuntamento è al Teatro Dal Verme.
  • Melody Bach: l’artista di Vaprio d’Adda si esibisce al pianoforte pesso MaMu – Magazzino Musica. Dalle 17.30 ripropone il repertorio per organo e clavicembalo con cui ha girato le chiese d’Italia, nella sua personale chiave romantica e barocca.
  • Inter – Monza: ultimo dei mini derby milanesi. Alle 20.45 un Monza tranquillo in classifica e un’Inter alla caccia del piazzamento Champions si affrontano alla Scala del calcio.
  • Despite Exile: il deathcore italiano è protagonista della serata al Legend Club. La band si esibisce alle 21.00, preceduta dalle special guest Benthos e Omens Before Hysteria.
  • Pink Floyd History: concerto tributo alla band per eccellenza, che si propone al Teatro Repower di Assago alle 21.00. Esecuzione rigorosa, effetti speciali e video originali sono gli ingredienti di una serata che gli appassionati aspettano con trepidazione.
  • Ale e Franz + Natalino Balasso: tre grandi beniamini del pubblico, al prezzo di un solo spettacolo. Questa la proposta dello Zelig Cabaret, che attende il pubblico a partire dalle ore 21.00.
  • Minanthology: il quintetto che omaggia Mina e il repertorio della più grande interprete italiana, è sul palco del Bonaventura Music Club di Buccinasco. Inizio spettacolo alle ore 21.30.

#Domenica 16/4: fiori e sapori a Milano, in Brianza e a Pavia, musica classica al pomeriggio, Russ Millions, Stato Sociale e Cugini di Campagna la sera

Fiori e Sapori – Credits: Bellotti Viaggi
  • Fiori e sapori: la primavera meneghina invade i Navigli con le bancarelle fiorite dei migliori vivaisti d’Italia e le degustazioni enogastronomiche. Dalle 8.30 alle 18.30 sul Naviglio Grande, tra laboratori e tanti colori.
  • East Market speciale vinile: l’appuntamento del vintage milanese è dedicato al Record Store Day, con l’esposizione di alcuni tra i vinili più rari o curiosi della storia. Si svolge dalle 10.00 alle 21.00 in via Mecenate e chiude un dj set customizzato per l’occasione.
  • Asparago in Padella: anteprima di una delle sagre più riuscite della Brianza. Per tutto il giorno si può andare in visita dai produttori e assaggiare menù speciali a Mezzago (MB). QUI il sito per le informazioni.
  • Professori dell’Orchestra del Teatro alla Scala: la musica da camera nel Ridotto dei palchi Arturo Toscanini, condotta dalla bacchetta del M° Francesco Muraca. Inizio come di consueto alle ore 11.00.
  • Quartetto Rilke: giovani musiciste presentano lo show Ciao Robert, ciao Ludwig con il programma di Schumann e Beethoven. Alle 11.00 nello Spazio Atelier del Teatro Menotti.
  • Sagra delle Torte: decimo appuntamento con la dolce competizione dedicata a pasticceri non professionisti che si svolge a Cardazzo (PV). Fino alle 12.00 la competizione, dalle 12.30 polentata o vasta scelta di prodotti gastronomici.
  • Il Gruffalò: musical per bambini, ispirato al celebre lavoro di Julia Donaldson e Axel Sheffler. È in programma al Repower di Assago alle 16.00, nell’edizione di Pino Costalunga e la regia di Manuel Renga.
  • I monelli: l’Orchestra i Pomeriggi Musicali, diretta da Alessandro Caldario, accompagna la proiezione del film al Teatro Dal Verme. Inizio alle ore 16.00, preceduta da una trilogia Rossininana, Pulcinella e Il Pesce Magico.
  • Rach Festival #2: prosegue la rassegna dell’Auditorium di Milano, dedicata ai 150 anni della nascita del compositore russo Rachmaninov. Dirige la Sinfonica di Milano e il solista Alexander Romanovsky, il Maestro Claus Peter Flor dalle ore 16.00.
  • I me ciamava per nome. 44.787 Risiera di San Sabba: Dino Sarti da voce e interpreta, insieme a Rossana Mola, alle storie dimenticate dei deportati nel lagher nazista di Trieste. In scena alle 19.30 al Teatro LabArca.
  • Una solitudine troppo rumorosa: degustazione letteraria nel foyer del Teatro Manzoni. Reading di Matilde Facheris, accompagnata dalla chitarra di Massimo Betti alle ore 20.00. A seguire degustazione di vini selezionati da A.I.S. Lombardia.
  • I Cugini di Campagna: ritrovati dopo l’ultimo Sanremo, la band anni ‘70 si presenta al grande pubblico in tour. A Milano si possono incontrare al Teatro Repower di Assago a partire dalle ore 21.00.
  • New Noise Night: evento del Legend Club che vede insieme, sul palco, le band Sense of Urgency, Abeyance, Elkir ed Eralise. Inizio alle ore 21.00.
  • Russ Millions: rap inglese vecchia maniera, che tocca Milano per l’unica data italiana del tour europeo. È atteso al Fabrique per le 21.00.
  • Lo Stato Sociale: la band è in tour con una serie di concerti speciali, che annunciano l’uscita di un disco a maggio. Lo show si intitola L’atteso tour di anteprima di un disco bellissimo ed è alle 21.30 ai Magazzini Generali.

#Tutto il we: Sicilia & Sardegna

Paolo Fresu – Credits: Musica Jazz
  • Accademia dei bambini: laboratori e gioco per famiglie e bambini, sabato 15 e domenica 16 alla Fondazione Prada. 3 slot gratuiti in diversi orari per ogni giornata, prenotazione obbligatoria. Età consigliata: dai 2 ai 99 anni. Info QUI.
  • Superpaesaggio: performance sonora collettiva, itinerante tra le strade di Chiaravalle, che si inserisce nel programma di FOG. Studiata appositamente per il quartiere rurale di Milano, si replica sabato e domenica alle 11.30, 15.30 e 18.30.
  • Wine See Sicily: l’evento è un tour di degustazione enogastronomica dedicato alla Sicilia, che arriva per la prima volta a Milano. Si tiene allo spazio C30 OneDay Group, in viale Cassala 30, venerdì 14 e sabato 15 dalle 17.00 alle 23.00.
  • Le sacre du printemps: danza e performing di Dewey Dell, nell’ambito di FOG Triennale. In scena la metamorfosi della vita e della morte, sul palco di viale Alemagna, sabato alle 19.30 e domenica alle 16.00.
  • L’Avaro: tutti gli errori che si possono fare inseguendo il falso mito della ricchezza, secondo il capolavoro di Moliere. In scena Andrea Buscemi e Eva Robin’s al Teatro San Babila 14 e 15 aprile alle 20.00, domenica 16 alle ore 15.00.
  • Il Calapranzi: dialoghi irrazionali, autoritarismo e domande vuote, disegnati da Harold Pinter per la regia di Riccardo Italiano. In replica tutto il fine settimana al Factory 32: venerdì e sabato alle 20.00, domenica alle 16.00.
  • Di morte e altre idiozie: le relazioni tra viventi che parlano tutto il giorno di morte e aspiranti suicidi. Il paradossale Ufficio protocollo suicidi è in scena al Teatro AltaLuce il 14 e 15 aprile alle 20.30, in replica anche domenica 16 alle 17.30.
  • Historia, tango nuevo ai confini del jazz: musica dal vivo, passi a due e narrazione dell’Argentina anni ‘30, con Samuel Peron e Veera Kinnunen. Lo spettacolo è programmato all’EcoTeatro sabato 15/4 (ore 20.45), in replica domenica 16 aprile alle 16.00.
  • Gina Francon, la portinaia di Palazzo Chigi: scritto, diretto e interpretato da Annagaia Marchioro, ecco la figura chiave delle decisioni prese dal governo in occasione dell’emergenza pandemica. In scena al Teatro Delfino sabato alle 21.00 e domenica alle 20.00.
  • Raduno Nazionale di Risiko!: da venerdì 14 alle 20.30, con il cocktail di benvenuto, alle gare di sabato e domenica, all’Hotel Habitat di Giussano si svolge la qualificazione al Campionato Nazionale.
  • Les Ballets Trockadero de Monte Carlo: irriverente o di classe? La compagnia americana di danza si esibisce al Teatro degli Arcimboldi, sabato alle 21 e domenica alle 17.00.
  • Paolo Fresu: il grande virtuoso della tromba si accomoda sul palco del Blue Note per l’intero fine settimana. Tre serate da venerdì a domenica, con proposte diversificate. La formula sempre la stessa: doppio spettacolo alle 20.30 e 23.00.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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Entro il 2026 arriverà la TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

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Credits Urbanfile - Torre Botanica

Rendering copertina: Urbanfile

L’investimento complessivo sarà di poco inferiore al miliardo di euro, con un nuovo grattacielo e il “Pirellino” riqualificato, dopo la riduzione dell’indice volumetrico che porterà alla cancellazione o a un forte ridimensionamento del “ponte serra” in connessione tra i due edifici, con annessi spazi culturali. Vediamo, al netto del mutato scenario, come si trasformerà questa zona del distretto finanziario milanese.

Entro il 2026 arriverà la TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

# Per il nuovo progetto immobiliare di Pirelli 39 è previsto investimento di poco inferiore al miliardo di euro

Credits: Coima

Nel 2021 Coima Sgr, proprietaria del “Pirellino” ha assegnato a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti il concorso internazionale di architettura per l’edificio di Via Pirelli 39 in una competizione che vedeva 70 raggruppamenti composti da 359 studi di archittettura provenienti da 15 Paesi. Pirelli 39 è collocato al centro dell’area Porta Nuova Gioia in una posizione strategica fra la stazione Centrale, a est, e scalo Farini, a ovest, e rappresenta il punto di accesso a Porta Nuova provenendo da nord verso il centro città. La sua riqualificazione si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area su scala di quartiere iniziato con Gioia 22 e che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20.

Pirelli 39 sarà il primo progetto italiano interamente misurabile secondo criteri ESG tra cui: certificazioni LEED Platinum, WELL Gold, WiredScore, zero uso di combustibili fossili, livello di emissioni operative di CO2 già allineato con gli obiettivi EU 2050, recupero edilizio >70% dell’edificio esistente e contenimento delle emissioni di costruzione.

# Il complesso perderà un pezzo rispetto al progetto originario, ci saranno un nuovo grattacielo e il “Pirellino” riqualificato ma niente “ponte serra”

Credits Urbanfile – Progetto Pirelli39 senza ponte

In base al progetto presentato ci sarebbero dovuti essere tre elementi: un nuovo grattacielo, il ponte serra e il “Pirellino” riqualificato. Vediamo invece come cambierà l’area a ridosso della Biblioteca degli Alberi se venisse confermata la cancellazione del ponte.

Leggi anche: BRACCIO DI FERRO sulla TORRE BOTANICA: che succederà?

#1 La “Torre botanica” che cambia colore in ogni stagione è il nuovo grattacielo di Porta Nuova, alta 110 metri e con 1.700 mq di verde

Credits: Coima

Il nuovo grattacielo sarà un vero e proprio polmone verde in grado di produrre 9 tonnellate di ossigeno l’anno e assorbire 14 tonnellate di anidride carbonica grazie ai 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani. Una sorta di sandwich di verde composto da piante e alberi in grado di “mangiare” lo smog e produrre ossigeno, un’evoluzione del “Bosco Verticale” di cui proprio Stefano Boeri è il progettista.

La torre residenziale di 110 metri d’altezza cambierà il colore della facciata con l’alternarsi delle stagioni per via della diversità di piante presenti. Inoltre la torre sarà parzialmente autonoma: con 2.770 metri quadri di pannelli fotovoltaici l’edificio sarà in grado di produrre il 65% del proprio fabbisogno energetico.

#2 Il “Pirellino” riqualificato ospiterà una terrazza panoramica e sarà alto circa 95 metri

Credits: Coima – Pirellino

L’oggetto principale del concorso internazionale di architettura è il “Pirellino”, al civico 39 di via Pirelli, che fino qualche anno fa era occupato dagli uffici tecnici del Comune di Milano. Le opere di rimozione dell’amianto e “svestizione” dell’edificio sono arrivate a conclusione. Manterrà la sua struttura originale, ma subirà una pesante riqualificazione, per renderlo moderno e rispondente ai più alti standard di efficienza, rivestito di vetrate e con una terrazza panoramica all’ultimo piano che porterà a circa 95 metri l’altezza dell’edificio.

#3 Il ponte a scavalco di Melchiorre Gioia verrà demolito o riqualificato senza serra e spazi culturali

Credits Urbanfile – Serra in Porta Nuova

Il ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia avrebbe dovuto subire una radicale trasformazione diventando, a detta di Coima un nuovo hub a servizio della città, uno spazio aperto per eventi, mostre ed esposizioni, con aree incontri e wellness dedicato ad essere un laboratorio sull’impatto climatico e ambientale, ed estensione della Biblioteca degli Alberi”. La vera chicca della riqualificazione sarebbe stata la Green house: una vera e propria serra della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali.

La bocciatura alla Consulta della Legge Regionale, che prevedeva in caso di recupero immobiliare un incremento volumetrico del 25% se il palazzo oggetto di riqualificazione risultava abbandonato da più di 5 anni, costringerà Coima a rivedere al ribasso tutto il progetto eliminando la parte pubblica e quindi il “ponte serra” o ridimensionandone la rigenerazione. L’incremento volumetrico stabilito dalla giunta milanese, l’ente titolato a stabilirlo, è stato infatti ridotto al 10% e questo non consentirà di proseguire con la riqualificazione prevista in origine. Con ponte o senza ponte la nuova area dovrebbe essere pronta entro il 2026.

Leggi anche: Un sogno breve ma intenso: NO al PONTE SERRA di Porta Nuova

Fonte: Coima Sgr

Continua la lettura: Un NUOVO GRATTACIELO per gli uffici di REGIONE LOMBARDIA?

FABIO MARCOMIN

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Torna il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria per i ponti di PRIMAVERA

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Milano-Reggio Calabria

Ritornano operativi anche quest’anno i viaggi notturni sui treni ad alta velocità che collegano Milano a Reggio Calabria nel massimo del comfort e con tutti i servizi. Le date disponibili e il prezzo del biglietto. 

Torna il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria per i ponti di PRIMAVERA

# Torna attiva la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria per i ponti di primavera

Frecciarossa notturni

Anche quest’anno si può viaggiare di notte a bordo dei treni Frecciarossa da Milano a Reggio Calabria. Una tratta operativa già nel 2021 e 2022, sia in primavera che in estate, e tornata attiva nel 2023 nel weekend del 5-6 aprile e in quello pasquale. Le prossime date previste sono 21, 25, 28 aprile, 1 maggio, 1 e 4 giugno, per consentire di viaggiare durante i prossimi ponti primaverili tra le due città. Sono previsti due collegamenti, uno di andata e uno di ritorno, dalla stazione di Milano Centrale a Reggio di Calabria Centrale.

# Partenze alle ore 21.20 da Milano e prezzi a partire da 39,90 euro

blog.trainline.it – Carrozza Frecciarossa

Con il massimo del comfort e dei servizi i treni dell’alta velocità percorreranno tutto lo stivale con partenza da Milano alle 21.20 e arrivo a Reggio Calabria alle 8.07 e in direzione opposta con partenza da Reggio Calabria alle 22.19 e arrivo a Milano alle 8.50 della mattina dopo

L’offerta Speciale AV Notte consente di viaggiare con prezzi a partire da 39,90 euro scegliendo le carrozze con servizio standard, da 44,90 euro con quello premium e da 54,90 con quello business.

# Da una parte all’altra dell’Italia in meno di 11 ore

Milano-Reggio Calabria

Il collegamento notturno con Frecciarossa prevede diverse fermate intermedie: Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze S.M.N., Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni. La durata del viaggio è di poco meno di 11 ore partendo da Milano e di 10 ore e mezza partendo dalla città calabrese.

Continua la lettura: Arriva il biglietto TRENO-AEREO

FABIO MARCOMIN

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Le 5 cose della NAPOLI di OGGI che i MILANESI AMMIRANO di più

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Stazione Università, Napoli

Fuori dai luoghi comuni ci sono cose della Napoli di oggi che i milanesi ammirano. Non solo: ci piacerebbe che fossero a Milano. Ecco quali. 

Le 5 cose della NAPOLI di OGGI che i MILANESI AMMIRANO di più

#1 Il Design delle fermate della metro

Credits: IG @dormireanapoli_suitspa

Milano ha la metropolitana più estesa e più efficiente in Italia. Non c’è dubbio su questo. Ma sull’estetica non sempre siamo all’altezza. Non almeno di Napoli. Già, perché la metropolitana di Napoli è considerata tra le più belle al mondo, almeno in alcune sue fermate. Non solo: la metropolitana dell’arte di Napoli continua a stupire. La linea metropolitana L1 del capoluogo campano dopo le stazioni Università, Museo, Vanvitelli e soprattutto Toledo, progettata da Oscar Tusquets, che nel 2012 è stata premiata come “la più bella al mondo”, ha inaugurato alla fine della scorsa estate un altro capolavoro: la stazione Duomo progettata da Massimiliano e Doriana Fuksas. La cupola esterna dovrebbe essere terminata entro la fine del 2023.

La gallery:

Leggi anche: Le 10 PIÙ BELLE METROPOLITANE d’Europa a confronto con quella di Milano

#2 La prima circle line d’Italia

Credits coesionenapoli.it – Linea L1 metropolitana

Proseguiamo sul pezzo forte di Milano. C’è un altro punto debole della metropolitana: la circle line. Il grande sogno di Milano di avere una linea che faccia da raccordo circolare a tutte le altre linee sembra in fase di realizzazione…a Napoli. Sulla linea metropolitana L1 di Napoli proseguono i lavori per portare a termine l’intero tracciato. Il cantiere è in fase avanzata nella stazione di Capodichino – Aeroporto. Realizzata da WeBuild, consentirà agli utenti di arrivare all’interno dell’Aeroporto Internazionale del capoluogo campano a bordo di un treno. Quando la fermata sarà inaugurata Napoli sarà una delle prime città al mondo ad avere una linea metropolitana che collega direttamente i tre grandi poli della mobilità cittadina: Porto alla stazione Municipio, Stazione Ferroviaria alla fermata Garibaldi e Aeroporto Capodichino.

Non sarà però questo l’unico primato della metropolitana L1 di Napoli: diventerà anche la prima linea circolare in Italia. Una volta che sarà realizzato l’ultimo tratto da Capodichino Aeroporto a Piscinola Secondigliano, con 4 fermate intermedie, verrà chiuso l’anello che dal mare arriva alle montagne e poi scende di nuovo a valle. La linea è nota infatti anche come “metropolitana collinare” in quanto serve diverse zone collinari della città, con un percorso complesso e pendenze elevate a causa della complessità morfologica del territorio napoletano. Attualmente sono 19 le stazioni operative, per un lunghezza di 18 km, mentre a conclusione dei lavori raggiungeranno il numero di 27.

Leggi anche: Circle Line: cosa manca per chiudere il grande cerchio di Milano

#3 La fermata del BUS “più bella del mondo”

@eccellenzemeridionali

Non solo la metro. Anche le fermate degli autobus a Napoli riescono a essere bellissime. Addirittura c’è quella che è stata definita “la più bella del mondo”.  La vista di via Posillipo, che inquadra Castel dell’Ovo, il Vesuvio e buona parte del Golfo di Napoli: la posizione sembra scelta da uno dei maestri della fotografia. Suggestiva e di impatto, la prospettiva che si gode in cima alla macchia mediterranea di Posillipo è impreziosita da un piccolo arredo urbano: la pensilina della fermata del bus 140, studiata appositamente per godere della vista e del momento di “quasi magia”.

Il 140 arriva in cima ad una terrazza panoramica, creata come belvedere di Posillipo, ed effettua la sua fermata, che non è una qualunque: è stata definita “la più bella del mondo”. La trasparenza di una pensilina normale diventa l’inquadratura di un momento insolito.

Via Posillipo è una lunga strada panoramica molto famosa, che si arrampica offrendo uno scenario spettacolare. La “fermata dell’autobus più bella del mondo” si trova all’altezza del civico 229 ed è preceduta da una gemella posizionata verso piazza San Luigi. Entrambe le fermate offrono la vista sul golfo, studiate dagli architetti nella giusta maniera per non impattare il panorama e sembrare delle cartoline.
Di frequente i turisti salgono fino in cima a Posillipo, proprio per scattare la foto perfetta e condividerla sui social network. 

Ma esiste anche un’altra cosa “più bella del mondo” a Napoli. 

#4 L’università “più bella” del mondo 

Credits: @tony_ci90
vista da Villa Ferretti

L’università di Napoli Federico II è una delle università più antiche del mondo. Fu fondata il 5 giugno 1224 dall’imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia Federico II di Svevia e diventò nel tempo l’ateneo più rilevante del capoluogo campano. Ed è proprio una delle sedi dell’Università statale di Napoli a essere stata definita da molti come l’”università più bella del mondo”.

Dal letame nasce il fiore. Anzi, una magnifica università. Sì, perché il primo cittadino di un comune della città metropolitana di Napoli ha deciso di rendere un bene confiscato alla mafia polo universitario per i giovani studenti campani. Si tratta di Villa Ferretti a Bacoli, ai piedi del Castello di Baia in una città di mare dal grande patrimonio archeologico, e tra poco anche città universitaria. Villa Ferretti è una dimora storica risalente al periodo Ottocentesco e il suo punto forte, che sarà ben gradito dagli studenti, è la magnifica vista mare che la villa regala. 

È stata inaugurata come sede universitaria il 27 ottobre 2023 alla presenza del sindaco di Napoli e del comune di Bacoli e ospiterà parte del Dipartimento di Studi umanistici dell’Ateneo di Napoli Federico II, nello specifico i corsi di digital humanities. Ma perché è così affascinante?

È certamente il panorama mozzafiato di cui si può godere dal balcone e dalle finestre di Villa Ferretti che rendono la dimora storica, ormai polo universitario, l’Università più bella del mondo, come è stata definita da alcuni siti specializzati. Bacoli fin dall’antica Roma era stato definito come un “paradiso terrestre”, un luogo dalla straordinaria bellezza che era meta vacanziera dagli antichi romani e, in seguito, dai ricchi signori dell’Ottocento.

Dalla villa si può ammirare un panorama senza eguali e, oltre a ciò, la villa è dotata di una spiaggetta privata e di un parco molto ampio. Così, gli studenti potranno andare a fare delle pause caffè godendosi il rumore del mare o rilassarsi tra una lezione e l’altra seduti su salviette distese sulla spiaggia. Un’immagine invidiabile, che rende l’università di Bacoli la più bella del mondo e gli studenti che la frequentano i più fortunati di tutti.

#5 L’hotel più alto d’Italia

Credits: tripadvisor.com
nh-napoli-panorama

Dove potrebbe essere l’hotel più alto d’Italia? Mentre molti potrebbero aspettarselo nella città più europea e più contemporanea del BelPaese, Milano, in realtà l’hotel più alto d’Italia si trova nel capoluogo campano. Un grattacielo poco più basso della Torre Velasca, ma il più alto in assoluto in Italia ad essere stato adibito ad hotel. Alto 100 metri e con ben 33 piani il grattacielo ospita l’NH Hotel: con le sue 222 camere occupa dal 15° al 30° piano. Quasi ogni camera ha viste mozzafiato sulla città e sul golfo di Napoli, fino ad arrivare ad ammirare l’isola di Capri.

Continua la lettura: Che cosa i milanesi pensano dei napoletani 

ANDREA ZOPPOLATO

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Il BAR più ECONOMICO d’ITALIA? «Un CAFFÈ, per favore» «Sono 30 CENTESIMI, grazie»

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Credits Aurelio Giorgio Google - Listino prezzi

Riuscire a trovare un bar dove il caffè costi meno di 1 euro è quasi una missione impossibile, anche se in alcuni casi si può trovarlo a 80 centesimi. Ma c’è un caso ancora più eccezionale: il bar più economico d’Italia. Ecco dove si trova e perché riesce a tenere dei prezzi stracciati.

Il BAR più ECONOMICO d’ITALIA? «Un CAFFÈ, per favore» «Sono 30 CENTESIMI, grazie»

# “Un caffè, per favore” – “Sono 30 centesimi, grazie”

Credits kirby parsons – Ideal Bar

Il bar più economico dove fare colazione in Italia? Il Bar Perrone, nel piccolo comune di Alia in provincia di Palermo. Dove per bere un caffè espresso bastano 30 centesimi. Fino a qualche anno fa il prezzo era ancora più basso, 20 centesimi. La famiglia Perrone, che gestisce il locale, per far quadrare i conti ha adottato la strategia di comprimere drasticamente i margini di guadagno e puntare sui prodotti del territorio. Il tutto senza compromettere la qualità, partendo dall’espresso, un caffè proveniente da una torrefazione del vicino comune di Mussomeli. Ma anche gli altri prodotti del bar hanno prezzi imbattibili, compresi dolci e prodotti di gastronomia. Ecco quanto costano.

# Pizza e panini a 80 centesimi

Credits Aurelio Giorgio Google – Listino prezzi

Ma come è possibile una tale economia di costi? Il merito va ricercato nella conduzione familiare dell’azienda. Al banco ci sono infatti Mariagrazia insieme alla figlia, mentre nel laboratorio di specialità dolci e salate il marito insieme al figlio, per portare avanti una gestione che dura da 60 anni. In questo modo anche gli altri prezzi rimangono bassi: il caffè macchiato a 40 centesimi, il caffè freddo 60 centesimi così come i cornetti artigianali, panini, pizza e sfincione a 80 centesimi al pezzo. Mariagrazia Perrone racconta quando è nata la tradizione: “Quella dei prezzi bassi è una tradizione inaugurata dai miei suoceri. Negli anni ’60 un espresso costava 300 lire. Adesso abbiamo arrotondato a 30 centesimi”.

# Gli ordinativi di dolci arrivano anche dal nord Italia

Credits kirby parsons – Bancone Ideal Bar

Il duro lavoro è premiato anche oltre regione, gli ordinativi di dolci arrivano anche dal nord Italia: “Un lavoro che ci costa tanta fatica. Anche 18 ore al giorno ma tutto è ripagato dal successo della clientela e dagli ordini per dolci e paste di mandorla che arrivano dagli altri paesi e persino dal nord Italia”. Tra le dolcezze non mancano i cannoli alla ricotta e paste e brioches ai vari tipi di crema e marmellata.

 

Fonte articolo: Cominicaffe, SicilianFan

Continua la lettura: Il BAR più ANTICO di Milano

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Il NUOVO MEGA BIKE PARK in arrivo a un’ora da Milano

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Ph. @Jibberist IG

A un’ora da Milano gli amanti dello sport in bicicletta potranno cimentarsi nel nuovo mega bike park tra le montagne. Quando verrà realizzato e le caratteristiche delle piste.

Il NUOVO MEGA BIKE PARK in arrivo a un’ora da Milano

# Un impianto di 8 piste e un percorso totale di 13 km

Credits RobertoSFR-pixabay – Valle d’Intelvi

Sarà in Val d’Intelvi: un mega bike park adatto a tutti i livelli di esperienza per gli amanti dello sport in bicicletta. Dopo alcuni imprevisti legati soprattutto alle condizioni meteorologiche poco favorevoli, il cantiere si sarebbe dovuto aprire a novembre, il direttore dei lavori ha annunciato il via per la costruzione dell’impianto con conclusione in circa un mese e mezzo. Sul Monte Sighignola, dove si trova “il Balcone d’Italia”, verranno realizzate 8 piste, due per coloro che hanno un’esperienza medio-bassa, mentre le restanti sei, oltre a cambi di pendenza, saranno caratterizzate da ostacoli e dossi. Potranno essere utilizzate sia per chi usa la mountain bike, sia per chi pratica downhill. Il percorso totale sarà di 13 km.

Leggi anche: Il Balcone d’Italia

# Un investimento di 203.000 euro

Credits VyacheslavLn-pixabay – Donwhill

L’investimento complessivo per realizzare l’impianto è di 203.000 euro, 60.000 euro provenienti dal bilancio del Comune di Alta Valle d’Intelvi, i restanti 143.000 euro dal fondo europeo Agricolo per lo Sviluppo Locale tramite un accordo con il Gal (Gruppo di Azione Locale). Il bike park è stato pensato per essere aperto tutto l’anno, meteo permettendo. Come confermato a Como Zero dal vicesindaco Fabrizio Vitali, il comune sta valutando chi si dovrà occupare della sua gestione, che con molta probabilità sarà data in concessione, visto che il progetto prevede anche delle stazioni dove poter prelevare e depositare le biciclette, in cui verranno regolati gli accessi al parco.

 

Continua la lettura: Val d’Intelvi, l’isola tra i laghi

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