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Le CABINE da MARE per ammirare l’AURORA BOREALE

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Ci sono località in cui il freddo e altre condizioni estreme scoraggiano l’arrivo di visitatori. Non è il caso, però, di Manshausen, una piccola isola nel Circolo Polare Artico, in cui una nuova tipologia di abitazione fa la gioia di chi ama panorami emozionanti.

Le CABINE da MARE per ammirare l’AURORA BOREALE

# Un sogno chiamato “Sea Cabin”

Credits: collater.al

Manshausen è una isoletta circondata da un mare glaciale, situata all’estremo nord del nostro pianeta. Si trova, più precisamente, nello stretto di Grøtøylei ed è talmente minuta da ospitare solo 14 abitazioni, di cui la metà dedicate a ospitare i turisti. Sono proprio queste sette a rappresentare l’unicità di questo luogo: cabine con ampie vetrate e un design singolare, tanto da aver vinto svariati premi di architettura.

 

Si trovano tutte sulla scogliera e sporgono sopra il mare, prendendo così il nome di “Sea Cabins”. L’idea è quella di offrire una vista panoramica in qualunque angolo della casa: dalla cucina, dal bagno, dal salotto o dalla camera. Il paesaggio circostante, infatti, è una continua evoluzione di luci e colori, meritando di essere ammirato a tutte le ore del giorno. Il fenomeno più particolare è sicuramente quello dell’aurora boreale, che si può osservare solo in questa sezione del nostro mondo.

# Un’armonia di pace e benessere

Credits: @lisaeliasssen

Le cabine di Manshausen sono state pensate per inserirsi in un contesto privo di elementi superflui. Immerse tra altri gruppi di isole, spiagge bianche e montagne all’orizzonte, tutto è incentrato sul lasciarsi trasportare completamente da questi elementi. Il tempo, lo spazio, la luce e la natura si fondono insieme per convivere insieme all’ospite delle Sea Cabins. Il focus rimane sempre sull’esperienza del singolo attimo, per abbandonare i problemi e fare in modo che il nostro spirito ne esca rinvigorito. Una vacanza consigliata sicuramente a tutte le età, in un contesto di tranquillità e pace che sarà in grado di offrire un relax indimenticabile.

 

Continua a leggere con: La Torre delle Sirene: il luogo più strano di Milano?

MATTEO GUARDABASSI

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La novità dell’inverno 2023: Il TRAMPOLINO di SCI che diventa un BUNGEE JUMPING

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Credits cc.oo.rr.aa.ll.ii.ee IG - Salto con il Bun J Ride

Un’esperienza adrenalinica unica che combina più attrazioni estreme. Ecco dove si provare e come funziona.

La novità dell’inverno 2023: Il TRAMPOLINO di SCI che diventa un BUNGEE JUMPING

# A Tignes si può provare un’esperienza adrenalinica che combina più attrazioni estreme

Credits romudanslaradio IG – Tignes

Per gli amanti della neve il comprensorio sciistico di Tignes, sulle Alpi francesi, mette a disposizione 300 km di tracciati per un totale di 158 piste, di cui 40 rosse e 28 nere, 2 snowpark oltre a 89 impianti di risalita, 4 funivie e 45 seggiovie.

L’attrazione principale è però un trampolino da cui ci si può lanciare con lo scii facendo bungee jumping.

Vediamo come funziona.

# Con The Bun J Ride si fa un salto nel vuoto di 40 metri con sci o snowboard ai piedi

Credits cc.oo.rr.aa.ll.ii.ee IG – Trampolino Bun J Ride

“The Bun J Ride”, questo il nome dell’attrazione, combina le tecniche del trampolino di lancio, del bungee jumping e dello ziplining. Si trova lungo la pista azzurra Lac e si raggiunge tramite la seggiovia Merles. L’età minima per provare questa esperienza adrenalinica è di 13 anni ed è adatto a tutti i livelli di esperienza. 

Ci si aggancia in vita con un’imbracatura collegata a due elastici mobili e poi ci si lancia, con gli sci, lo snowboard o lo slittino, da un trampolino lungo 30 metri verso 40 metri di vuoto. Arrivati a fine corsa e una volta stabilizzato, il sistema provvede a riportarci indietro con la zipline.  

Qui i video:

 

 

 
 
 
 
 
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Continua la lettura con: 5 posti dove NUOTARE nell’ACQUA CALDA, all’aperto, sulle ALPI

FABIO MARCOMIN

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Che cosa ci aspetta nel 2023? Le TRE PROFEZIE di NOSTRADAMUS

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Ph. CristianIS - Pixabay

Il più celebre futurologo della storia colpisce ancora. Ecco cosa ha visto dalla distanza di oltre mezzo millennio. 

Che cosa ci aspetta nel 2023? Le TRE PROFEZIE di NOSTRADAMUS

# Chi è Nostradamus

Nostradamus, pseudonimo di Michel de Nostredame, è vissuto nella Francia del Cinquecento. Era astrologo, farmacista e medico francese. Ma è passato alla storia per le previsioni contenute nel testo “Le profezie” all’interno di “Centuries et prophéties” (1555).

Nostradamus affermò di basare le sue profezie sull’astrologia giudiziaria. I suoi detrattori del tempo gli davano del copione, sostenendo che le sue profezie erano in realtà riletture di fatti contenuti nella Bibbia. I detrattori contemporanei affermano che Nostradamus abbia scritto i suoi testi in modo talmente ambiguo che qualunque fatto a posteriori possa sembrare da lui previsto. 

Chi lo considera invece un “profeta” riporta meravigliato i fatti storici da lui descritti, a volte con precisione inquietante.  

# Cosa ha previsto in passato

Restando solo all’ultimo secolo, Nostradamus avrebbe previsto l’ascesa di Hitler, la bomba atomica, l’attentato al Papa, la catastrofe nucleare di Chernobyl, la caduta del muro di Berlino, la guerra del Golfo, la comparsa di nuove malattie come l’Aids, gli attentati dell’11 settembre 2001 e la recente pandemia. Non male. 

# Cosa accadrà nel 2023? I tre fatti principali

Ph. CristianIS – Pixabay

Secondo Nostradamus c’è poco da stare allegri per quest’anno. Ci attendono infatti “Sette mesi di grande guerra”, con “gente morta per il male”, come si legge in una quartina, che secondo gli interpreti farebbe riferimento ad un possibile terzo conflitto mondiale. Un conflitto che verrebbe innescato non da Russia e Ucraina ma da Cina e Taiwan. E che sarà disastroso per il pianeta tanto che “Per 40 anni l’arcobaleno non apparirà. La terraferma diventerà più secca e ci saranno grandi inondazioni“, scrive in una quartina riferita al 2023 che continua con: “Come il sole, la testa brucerà il mare splendente: i pesci vivi nel Mar Nero quasi bolliranno“. Secondo gli esperti la profezia si potrebbe riferire all’esplosione di una bomba nucleare che colpirebbe principalmente l’Europa. Questo sarebbe l’inizio di una catastrofe ambientale che coinvolgerebbe tutto il pianeta. Anche se c’è chi invece afferma che la profezia di Nostradamus riguarderebbe un collasso climatico

Anche la Chiesa non se la passa bene. Secondo un’altra profezia Papa Francesco I mollerà per motivi di salute. Il suo posto sarà preso da un personaggio oscuro e pericoloso che darà vita ad un grande scandalo. 

Peggio ancora quello che starebbe per accadere alla casa reale inglese. In una delle quartine si legge: “Fuoco celeste sull’edificio reale”. Qui gli esperti sono divisi tra la previsione di un terribile incendio oppure la fine della Corona Britannica.  Secondo la sensitiva australiana Rose Smith la frase si riferirebbe in realtà al Re Carlo che nel 2023 lascerebbe il trono al figlio William per una malattia. 

# Quando ha toppato

Quindi ci dobbiamo preparare all’apocalisse? Non è detto. Anche Nostradamus ha preso un granchio. Come quando ha previsto un evento catastrofico nel 1999 o, più recente, ha visto il primo uomo arrivare su Marte. Nel 2022. Un bell’errore, a meno che avesse frainteso le sue visioni di Elon Musk. A distanza di mezzo millennio ci può stare. 

Continua la lettura con: “Sono tornato dall’ANNO 3906”: l’uomo che visse nel futuro. Ecco COSA VIDE nei prossimi 2000 anni

ANDREA ZOPPOLATO

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Il video del giorno: Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

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Un tunnel sotterraneo da Est a Ovest di Milano per portare il traffico nel sottosuolo. Un progetto grandioso: che cosa sarebbe successo a Milano se si fosse realizzato? Rievoca la storia e il progetto questo video di UrbanFile

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

A bordo di un TAXI VOLANTE

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

Credits: https://www.ilcittadino.it/

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

I fantasmi di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

48H da LADRO a Milano

Quanto spendo in una settimana a Milano

La trattoria milanese più economica della città

Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

Avvisi storici sul tram

La sfida: di corsa contro la metro

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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CENARE a LUME di CANDELA in mezzo al BOSCO. A due ore da Milano

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Credits agriturismocasanova - Cena nel bosco

Un’esperienza da favola da provare almeno una volta nella vita.

CENARE a LUME di CANDELA in mezzo al BOSCO. A due ore da Milano

# Un’esperienza da favola in mezzo al bosco

Credits agriturismocasanova – Cena nel bosco con candele

Se si vuol vivere un’esperienza da favola bisogna fare un salto all’Agriturismo Casanova in provincia di Parma. Qui si può cenare nel mezzo di un intimo e suggestivo bosco degli Appennini all’interno di una teca di vetro e legno. Quando arriva il buio ci sono le luci delle candele a rendere l’atmosfera ancora più romantica.

# Come ci si arriva

Credits agriturismocasanova – Cena nel bosco

Al ristorante nel bosco si arriva dopo una piacevole passeggiata di circa 1,5 km dal caseggiato dell’agriturismo e lungo il sentiero si incontrano delle scritte su delle tavole di legno che anticipano l’atmosfera che si vivrà durante la cena. La prima tra queste recita: Tutte le favole hanno luogo nei Boschi….  Raggiunta una radura nascosta tra gli alberi si giunge a un bellissimo gazebo vetrato per cenare tra le stelle e in mezzo alla neve in inverno.

# Cibo genuino e a “metro” zero

Credits agriturismocasanova – Camino acceso

Tutti i piatti serviti dal bio-agriturismo Casanova sono realizzati con materie prime della loro fattoria e del loro orto. Si parte dall‘aperitivo vicino al focolare nella tipica “Casa Torre” edificata in pietra locale e si continua nelle sale interne o nella suggestiva teca nel bosco con antipasti, primi, paste fatte in casa, gnocchi o sformati, secondi di carne o vegetariani, e dolci. 

 

Indirizzo: via Carrobbio, 11 – Tizzano Val Parma (PR)

Continua a leggere: A CENA in un CONVENTO a mezz’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoOasi Zegna, BormioLucchio, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei Tasso, il presepe sommerso, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di Livigno, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinqucento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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5 posti dove NUOTARE nell’ACQUA CALDA, all’aperto, sulle ALPI

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Credits: @cyprianerhof_dolomit_resort IG

Cosa c’è di meglio che rilassarsi all’aperto tra scenari mozzafiato e aria pura in mezzo alle montagne innevate? Vediamo dove si può provare questa esperienza.

5 posti dove NUOTARE nell’ACQUA CALDA, all’aperto, sulle ALPI

#1 Ciprianeer Hof Dolomiti Resort (Trentino Alto Adige)

Credits cyprianerhof_dolomit_resort IG – Cyprianerhof

Il Ciprianer Hof Dolomiti Resort è un hotel 5 stelle a Tires, in provincia di Bolzano, con piscina esterna di acqua cristallina delle Dolomiti: un laghetto naturale dove rilassarsi con vista Alpi. A questa si aggiunge una rigenerante vasca idromassaggio esterna al sale marino.

 

#2 Adler Spa Resort Dolomiti (Trentino Alto Adige)

Credits emilianoercolani IG – Adler Spa Resort

Adler Spa Resort Dolomiti si trova a Ortisei, nel cuore della Val Gardena, e dispone del  centro benessere più grande delle Dolomiti: 9.000 mq di superficie con piscine outdoor riscaldate e indoor e innumerevoli saune per riportare armonia tra corpo, anima e spirito.

 

#3 Abinaea Dolomiti Romantica Spa Hotel (Trentino Alto Adige)

Credits voolcan_contract IG – Abinea Resort

Sempre in provincia di Bolzano c’è l’Abinaea Dolomiti Romantica Spa Hotel, un quattro stelle con una Spa di 2.000 mq. Ci sono differenti saune a tema, una grotta salina e persino uno spa privata. Il fiore all’occhiello della struttura è la piscina esterna riscaldata a una temperatura di 35° C incastonata tra le montagne.

#4 QC Terme Bagni Vecchi e Nuovi di Bormio (Lombardia)

Credits: milanosguardinediti.com – Bagni e vecchi e nuovi

In Alta Valtellina, nella splendida cornice del Parco Nazionale dello Stelvio, troviamo i Qc Terme Bagni Vecchi e Nuovi di Bormio citati addirittura da Plinio il Vecchio e successivamente da Leonardo Da Vinci. Qui sorga l’acqua termale tra i 37°C e 40°C da oltre nove fonti millenarie. La struttura si divide in due blocchi:

  • i Bagni Nuovi, un vero gioiello di architettura liberty con il giardino termale più grande delle Alpi, grazie ai suoi giardini di Venere con ben 7 vasche all’aperto e due saune in baita;
  • la struttura dei Bagni Vecchi, su una rupe a 1.400 metri d’altezza dell’antico Castello che domina dall’alto la valle, con vasca panoramica a picco sulla roccia.

 

#5 Aqua Dome Hotel & Tirol Therme (Austria)

Credits aquadome_hotel.therme.spa IG – Aquadome

Aqua Dome Hotel & Tirol Therme è un resort termale incastonato in un paesaggio fiabesco dove arriva l’acqua naturale di Längenfeld a un temperatura di 40 gradi. Nel complesso sono presenti oltre 10 vasche termali, grandi saune con diversi di tipi di getti di vapore e delle scenografiche piscine esterne attorno a una struttura di design a forma di piramide.

Leggi anche:  Le 10 PISCINE più SPETTACOLARI del MONDO

Continua la lettura con: Le TERME da FAVOLA di San Siro: quando saranno inaugurate?

FABIO MARCOMIN

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Addio ladri di BICICLETTE: l’ultima soluzione per il PARCHEGGIO sicuro in città

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credits: domusweb.it

Se anche tu sei un amante della bicicletta, saprai di certo quali problemi comporta l’uso di questo mezzo in città. Shabazz Stuart, fondatore di Oonepod, una startup Newyorkese, si è adoperato per risolvere il dilemma dei parcheggi. Di che cosa si tratta?

Addio ladri di BICICLETTE: l’ultima soluzione per il PARCHEGGIO sicuro in città

# Il box per le biciclette grande quanto un’automobile

credits: domusweb.it

Il Oonepod Mini, è in sostanza un piccolo box della grandezza di un’auto, che può contenere al suo interno dieci biciclette. Si apre con una tessera o con un’app ed è dotato di una pompa per le ruote e di una sbarra, a cui assicurare le bici con un lucchetto. Forse non la soluzione ideale per i proprietari delle e-bike, infatti, per il momento, i pods non sono dotati di stazioni di ricarica al loro interno.

I parcheggi sono inoltre abbelliti con un piccolo giardinetto pensile sul tetto, così da dare un ulteriore tocco green.

# Box piccoli e funzionali per non ingombrare lo spazio pubblico

credits: rivistabc.com

Questa nuova proposta ha lo scopo di offrire ai ciclisti uno spazio sicuro per parcheggiare, la mission della startup è infatti quella di trasformare New York in una metropoli a misura di biciclette.

Non è la prima volta che la Oonepod cerca di trovare una soluzione al problema dei parcheggi delle bici. In precedenza, aveva installato alcuni mega-box nei punti più frequentati della città, ma la proposta non era stata accolta con entusiasmo dall’amministrazione locale che ne aveva limitato l’installazione.

Ma si sa: sbagliando si impara. E così l’azienda di Stuart ha rielaborato il primo tentativo rendendolo meno ingombrante e più funzionale. Con i nuovi box mini infatti, non solo le biciclette saranno parcheggiate in un luogo sicuro, ma lo spazio pubblico sarà liberato da veicoli ingombranti.

# L’ennesimo servizio da pagare?

credits: domusweb.it

Ogni cittadino può richiedere un box per il proprio quartiere, così da avere sempre un posto sicuro per poter parcheggiare la bicicletta. Una domanda direi che sorge spontanea: ma si paga? La risposta è no. Invece di vendere i Mini Pods ai ciclisti, la startup vuole sovvenzionare la loro installazione tramite la pubblicità, applicata proprio sui box. Secondo il fondatore, la sponsorizzazione e la pubblicità sono più appropriate, soprattutto nelle aree commerciali e più frequentate, “una pubblicità in una piazza centrale può finanziare 10 parcheggi in quartieri più periferici”. In effetti le persone pagano sempre più servizi e, come Stuart ha sottolineato, “non vogliono pagare per un altro, già pagano per il bike sharing, per la metro e per Netflix”.

Si prevede quindi un’altissima domanda, soprattutto da parte dei blocchi residenziali, dove le persone attualmente devono spesso portarsi la bicicletta in casa.

# Le altre nuove soluzioni in giro per il mondo

credits: viaggicorriere.it

Il problema dei parcheggi per le bici sembra essere al centro di diverse iniziative e progetti. In giro per il mondo stanno nascendo sempre più parcheggi, appositamente creati per i mezzi a due ruote, che sembrano delle vere e proprie opere di design. Come l’edificio coperto per bici più grande del mondo, inaugurato a Utrecht, o il parcheggio hi-tech realizzato a Tokyo e dotato di un meccanismo che in 13 secondi preleva la bicicletta e la porta sottoterra.

Insomma, che siano i box Newyorkesi o i futuristici parcheggi giapponesi, anche Milano avrebbe bisogno di qualche nuovo progetto per i ciclisti, così da mandare in pensione le vecchie rastrelliere e finalmente liberarsi di quella costante domanda: “ci sarà ancora la mia bicicletta?”

Continua la lettura con: La ciclabile umana di viale Monza

CHIARA BARONE

copyright milanocittastato.it

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🔴 Milano risale sopra gli 1,4 MILIONI di ABITANTI

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Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi Milano

Inversione di tendenza dopo il calo degli anni della pandemia. E’ il sindaco in persona a dare la notizia. Anche se il record di abitanti è sempre lontano. 

Milano risale sopra gli 1,4 MILIONI di ABITANTI

Daniele Gambero – Pexels

Milano è tornata a superare la soglia di 1,4 milioni di abitanti. Lo ha annunciato Giuseppe Sala durante una conferenza stampa.

“Siamo tornati a superare il milione e 400 mila abitanti, segno che questa città non ignora le difficoltà ma cerca sempre di trovare una formula che possa accogliere – ha riferito il sindaco-. Milano può essere una promessa di miglior vita, certamente faticosa, ma anche di opportunità. Questa è la mia speranza e mi dà forza come sindaco”.

# Il calo per il Covid

L’ultimo dato risalente al 2022 indicava un calo degli abitanti: la popolazione nel Comune di Milano risultava di 1.371.285 abitanti, in calo di 27.000 residenti rispetto alla precedente rilevazione, inclusi i milanesi-non-italiani (comunitari ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno).

Leggi anche: Milano: abitanti nel 2022, quanti sono

# Il record di sempre

Credits Milano sparita a da ricordare Fb- Auto in Corso Vittorio Emanuele

Il record di abitanti Milano lo ha toccato nel 1973 con 1.743.427. Allora sembrava destinare ad arrivare a quota 2 milioni invece ci fu l’inversione di tendenza con la riduzione dell’immigrazione dal sud Italia e lo spostamento di molte famiglie in altre aree residenziali dell’hinterland.

Leggi anche: Il record di ABITANTI nella storia di Milano

Continua la lettura: Il cognome più diffuso a Milano è cinese

MILANO CITTA’ STATO

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Un’idea dagli USA: trasformare gli STATI UNITI in una unione di CITTÀ-STATO

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L’urbanista americano Nolan Gray ha ridisegnato gli Stati Uniti d’America dividendoli non per stati ma per città-stato. La sua idea è che siano le città, e il territorio circostante, a dover essere la base per ogni tipo di suddivisione amministrativa del territorio.

Un’idea dagli USA: trasformare gli STATI UNITI in una unione di CITTÀ-STATO

“Dall’antica Grecia all’Italia del Rinascimento fino alle quattro Tigri asiatiche, le città-stato hanno sempre esercitato una forza superiore alla loro dimensione. Hanno spinto la cultura in avanti, facilitato il commercio globale e agito in anticipo rispetto ai grandi stati nazionali.”

“A tutti gli effetti, le città – e le regioni metropolitane che orbitano intorno a loro – hanno senso come unità politica ed economica. I servizi chiave che dipendono dal governo, dalla costruzione di infrastrutture alla sicurezza pubblica, sono per lo più gestiti dalle città. E contrariamente alle precedenti previsioni, le forze della globalizzazione e l’aumento dell’economia dell’informazione hanno reso le città più importanti solo come motori economici e centri di innovazione. Non sorprende, quindi, che le città – e i loro sindaci – stiano facendo sentire sempre più la loro voce in un mondo precedentemente dominato da nazioni e entità internazionali.”

“Sfortunatamente, il modo in cui gli Stati Uniti sono oggi strutturati ostacola questa tendenza privilegiando gli stati come entità politica chiave. I confini degli stati in questi tempi moderni sono tipicamente arbitrari e spesso non riflettono più alcuna realtà politica, culturale o economica significativa. Alcune città degli Stati Uniti, sia grandi che piccole, riescono a scavalcare i confini statali. (…) “Ciò si traduce spesso in un’eccessiva frammentazione, in una concorrenza improduttiva e in una quasi totale mancanza di pianificazione territoriale e pianificazione dei trasporti. Tutti noi soffriamo di conseguenza.”

Fatte queste premesse, Nolan Gray “per definire una visione di quello che potrebbe sembrare degli Stati Uniti orientati alla città”, ha creato una mappa che suddivide gli Stati Uniti non sulla base dei 48 stati continentali ma in 100 città-stato.

# I parametri per l’indipendenza

I criteri di creazione delle città stato americane si sono basati su alcuni parametri, quali:

  • le 150 aree statistiche metropolitane (MSA) più importanti negli Stati Uniti continentali. “Questa sembrava la base naturale per qualsiasi potenziale città-stato in quanto gli MSA riflettono l’integrazione economica”;
  • successivamente, ha mescolato in aree statistiche combinate e ha tagliato la lista alle prime 100 unità per popolazione;
  • a quel punto ha assegnato ogni contea a un nucleo di città-stato creando così la mappatura.

L’analisi della mappa ha portato ad alcune considerazioni

Qui il risultato della nuova mappa delle città-stato unite d’America: Mappa

# “Gli Stati Uniti orientali sono come l’Europa medievale”

“A partire dal 2010, il centro della popolazione degli Stati Uniti è da qualche parte nel mezzo del Missouri. Si sta spostando verso ovest, inutile dirlo, ma anche a sud nel tempo. Gli Stati Uniti ad est della linea Kansas-Missouri sono un miscuglio dinamico di città-stato piccole e densamente popolate. Le economie e le culture di posti come New York e Filadelfia, Charlotte e Greensboro, e Fort Wayne e South Bend saranno sempre intimamente mescolate. Ad ovest di questa linea, escludendo la California e il Texas, gli Stati Uniti sono in gran parte sottopopolati, con città come Denver, Omaha e Boise che giocano un ruolo fuori misura – economicamente e culturalmente – nelle rispettive regioni”.

# “Il Maine e il Minnesota sono fondamentalmente già città-stato”

“Solo due città-stato riescono ad occupare la totalità di uno stato degli Stati Uniti attuali: Portland, che prende tutto il Maine e parti del New Hampshire e Minneapolis-St. Paul, che prende tutto il Minnesota e parti del Wisconsin, del Sud Dakota e dei tre quarti del Nord Dakota.”

# Alcuni stati scomparirebbero interamente

“Una manciata di stati in questa nuova mappa sono completamente occupati dalle città-stato dei loro ex Stati limitrofi. Delaware, Montana, New Hampshire, North Dakota, Rhode Island, South Dakota e Vermont sarebbero praticamente scomparsi. Delaware e Rhode Island hanno entrambe grandi città, Wilmington e Providence, ma entrambe saranno assorbite in modo inequivocabile dai loro monolitici vicini, rispettivamente Filadelfia e Boston. Il New Hampshire e il Vermont semplicemente non hanno grandi città”.

# Le città-stato di domani possono nascere in qualsiasi momento

“Poiché stati come il Montana, il Nord Dakota e il Sud Dakota continuano a sperimentare una crescita esponenziale della popolazione, inevitabilmente daranno vita a loro grandi città. Per quanto ne sappiamo, Billings, Fargo e Sioux Falls potrebbero emergere come centrali elettriche urbane nel XXI secolo, non diversamente da quanto accaduto a Minneapolis, Denver e Salt Lake City nel 20° secolo.”

# Quali potrebbero essere le implicazioni politiche di un sistema come questo?

“All’inizio, un sistema di città-stato potrebbe aiutare a realizzare economie di scala nella fornitura di servizi locali come biblioteche e parchi, risparmiando denaro dei contribuenti e migliorando la qualità del servizio.

Ma si potrebbero anche superare alcuni dei problemi da “dilemma del prigioniero” associati a politiche come l’alloggio, le scuole e i sussidi. Nel nostro attuale sistema di frammentazione municipale, è facile per le campagne NIMBY (“Not in My Back Yard”- “non nel mio giardino”) bloccare la costruzione di nuove abitazioni in aree prospere e mantenere gli studenti con reddito basso e moderato fuori dai distretti scolastici di alta qualità. Una città-stato unitaria potrebbe superare alcuni di questi problemi, prendendo una prospettiva più ampia e distribuendo con più equità gli oneri e i benefici della crescita.

Una riorganizzazione delle città-stato potrebbe anche avere profonde implicazioni per la politica nazionale. Uno degli aspetti chiave delle elezioni presidenziali del 2016 è il crescente divario politico tra città e campagna, con gli elettori nelle città e le campagne che diventano sempre più disconnessi e antagonisti l’una con l’altra. Così come uno scenario di città-stato raggrupperebbe gli americani sulla base di background economici, sociali e culturali molto simili, potrebbe incoraggiare entrambe le parti a interessarsi di bisogni e preferenze dei loro vicini”.

Qui l’articolo originale: The United City-States of America, Mapped di Nolan Gray

Continua la lettura con: Milano riceve dallo Stato solo l’1% di quanto versa

LA FENICE

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A CENA in un CONVENTO a mezz’ora da Milano

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Credits deartimagemonza IG - Salette private convento

Dove trovare perdono istantaneo per ogni peccato di gola.  

A CENA in un CONVENTO a mezz’ora da Milano

# Il convento sorto su un antico insediamento romano

Credits fra.and.kolethehusky IG – Convento dei Neveri

A Bariano, comune di origine romano nella Bassa Bergamasca, si può cenare in un convento: il Convento dei Neveri. Secondo i rinvenimenti archeologici, databili tra il I e il III secolo d.C., l’edificio sorgerebbe sull’antico insediamento romano Vicus Averga. Tra numerosi reperti ritrovati ci sono anche le strutture murarie che con il tempo sono state inglobate nel complesso monastico.

Del convento, fondato come tale nel 1480, fa parte anche una delle due chiese rimaste quando nel 1860 fu veduto all’asta e adibito a corte rustica: la chiesa di S. Maria del Carmine, costruita dove un tempo esisteva un ninfeo romano.

# Si può mangiare dentro le stanze dei frati

Credits deartimagemonza IG – Interno ristorante convento

Il ristorante si sviluppa in un unico ambiente suggestivo che va dal porticato del Chiostro al pavimento in vetro del Salone Romano fino al moderno Soppalco al Classico Salotto.

Credits fra.and.kolethehusky IG – Corridoio convento

Gli spazi più particolari dove mangiare si trovano salendo le scale dal piano inferiore: su un lungo corridoio si affacciano infatti 10 celle con una capienza da 2 a 8 posti e dove un tempo dormivano i frati.

Credits deartimagemonza IG – Salette private convento

Oggi sono diventate delle piccole salette private, caratterizzate da uno stile sobrio ed essenziale, perfette per un pranzo o una cena romantica e per mettere gli ospiti in una predisposizione contemplativa al cibo grazie all’aurea di spiritualità conferito dallo spazio.

# Menu degustazione o alla carta

Credits fra.and.kolethehusky IG – Piatto Convento dei Neveri

Sono presenti diversi menu di degustazione con piatti a sorpresa, da 5 a 6 portate, da quello classico per un prezzo massimo di 75 euro, a quello solo a base di carne che può arrivare a 35 euro. A questo si affianca il menu alla carta.

 

Indirizzo: via Romano 17, Bariano (BG)

Continua la lettura con: Gli APERITIVI più STRANI che si possono prendere a MILANO

FABIO MARCOMIN

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La PASSERELLA ROTONDA che collega due palazzi? Un’idea per Milano

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Credits enzo_tvidz IG - Tondo Footbridge

Un passerella di design dall’aspetto scenografico e della forma insolita. Ecco come e perché è stata realizzata.

La PASSERELLA ROTONDA che collega due palazzi? Un’idea per Milano

# Tondo Footbridge, la passerella pedonale sopraelevata a forma circolare rivestita di specchi

Credits luminaire IG – Tondo Footbridge

Nel quartiere che ospita le sedi del governo di Bruxelles c’è una struttura insolita realizzata dallo studio di architettura Office Kersten Geers David Van Severen: Tondo Footbridge. Si tratta di passerella pedonale sopraelevata di design dalla forma circolare, coperta e dal rivestimento a specchi che riflette i palazzi circostanti e che consente ai passanti di vedersi da un altro punto di vista.

# Collega l’edificio del Parlamento con il nuovo edificio “Forum”

Credits luminaire IG – Interno Tondo Footbridge

Un’altra particolarità di questa passerella è collega due edifici, il primo piano del Parlamento del Palais de la Nation e il secondo piano del nuovo edificio “Forum”. La struttura non è sta pensata come soluzione tecnica ma soprattutto come elemento spaziale e con l’obiettivo di offrire una fantastica passeggiata intorno a uno spazio esterno chiuso e fungere da luogo di incontro per le persone.

# Come è stata realizzata

Credits enzo_tvidz IG – Tondo Footbridge

La passerella si compone di un anello inclinato rivestito da pannelli a specchio. La struttura a copertura è stata realizzata in acciaio e rinsaldata verso l’alto tramite dei rinforzi verticali, mentre la soletta inferiore e i pannelli di vetro sono sospesi nell’aria.

# Si potrebbe mettere al posto della passerella pensata per il Museo del Novecento?

Progetto passerella museo del Novecento (urbanfile.org)

Perché non costruirne di simili anche a Milano come attrazione per i turisti o semplicemente per unire due edifici? Si potrebbe ad esempio sfruttare l’occasione del raddoppio del Museo del Novecento per metterla al posto del più banale ponte pedonale mobile previsto dal progetto. In questo modo il polo museale acquisterebbe ancora maggior valore.

Leggi anche: Il MUSEO del NOVECENTO RADDOPPIA: il progetto vincitore

Continua la lettura con: La proposta: PASSERELLA PEDONALE CIRCOLARE SOPRAELEVATA a Loreto e nelle altre grandi piazze di Milano

FABIO MARCOMIN

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L’AUTOSTRADA che SUONA una SINFONIA se rispetti i limiti e stai sulla destra

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Autostrada che suona

Per fare rispettare i limiti di velocità e viaggiare sulla corsia di destra c’è la trovata curiosa di un Paese europeo. Che premi così chi rispetta le regole.

L’AUTOSTRADA che SUONA una SINFONIA se rispetti i limiti e stai sulla destra

# In Ungheria c’è un autostrada che suona

Ci sono Paesi che per disincentivare comportamenti scorretti puntano sulle punizioni e sulle multe. Altri Paesi invece rispettano il principio della pedagogia: il premio incentiva di più delle punizioni. E’ quello che ad esempio succede in Ungheria dove, chi rispetta il limite di velocità e sta sulla corsia più a destra, viene premiato da una sinfonia. Si trovano infatti sul lato destro lungo la Road 67, inaugurata nel 2019, delle piccole serie di linee, ognuna delle quali riproduce una nota al passaggio del veicolo, che arrivano a comporre una piacevole melodia.

# La musica riprodotta e la scelta della canzone

Autostrada che suona

La melodia che si sente passando sopra il manto stradale di questa arteria ungherese è un un frammento di 30 secondi della canzone della band ungherese Republic “67-es út (Road 67)”. Il motivo di questa scelta è un omaggio alla memoria del cantante del gruppo László ‘Cipő’ Bódi, morto nel 2013 all’età di 47 anni.

Quale musica si potrebbe far riprodurre sulle autostrade italiane?

Autostrada che suona
 
 
 
 
 
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Continua la lettura con: L’AUTOSTRADA SOSPESA dal suolo

FABIO MARCOMIN

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10 motivi per andare in GITA a BRESCIA, a mezz’ora di treno da Milano

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Un passato romano, un ruolo chiave nella storia Longobarda, una secolare impronta veneta, a cui è legata per storia e tradizioni. Tre grandi tradizioni storiche da respirare passeggiando per il centro storico a una mezz’ora di treno da Milano. 25

10 motivi per andare in GITA a BRESCIA, a mezz’ora di treno da Milano

#1 Piazza del foro, la Brixia romana

Una piazza che lascia a bocca aperta chiunque vi metta piede, con i resti quasi intatti del maestoso Tempio Capitolino, il Capitulum costruito da Vespasiano nel I sec. D.C..

Brescia vanta il più importante complesso di età romana meglio conservato del nord Italia, un vanto che l’ha portata a diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità secondo l’UNESCO.

#2 Complesso Museale di Santa Giulia

Quello che anticamente era un monastero longobardo, celebre teatro della manzoniana storia della principessa Ermengarda, è oggi un vasto complesso museale di 14000 metri quadri in cui sono conservati numerosi capolavori artistici dall’epoca romana a quella rinascimentale.

#3 Piazza Duomo

Oggi dedicata a papa Paolo VI, il più celebre figlio di questa città, questa piazza medioevale è uno dei ritrovi ideali dove rilassarsi in uno dei numerosi locali all’ombra delle facciate di tre importanti monumenti cittadini: il Duomo Vecchio, quello Nuovo e il palazzo del Broletto.

Il Duomo vecchio è un bell’esempio di arte romanica di forma circolare, ben diverso dall’imponente e barocca Cattedrale nuova che vanta la terza cupola più grande d’Italia.

#4 Piazza della Loggia

Entrare in questa piazza da l’impressione di essere finiti in Veneto per lo stile architettonico degli edifici che ci circondano, ed effettivamente è così: infatti la piazza venne costruita in epoca rinascimentale proprio dalla Serenissima.

E’ decisamente la piazza più scenografica della città, con il bianco Palazzo della Loggia realizzato da celebri architetti come Jacopo Sansovino ed Andrea Palladio.
In epoca veneta questo era un luogo di ritrovo ma anche il punto in cui assistere alle esecuzioni capitali, mentre oggi qui è possibile fermarsi per sorseggiare un buon calice di Franciacorta.

#5 Piazza Vittoria

Questa marmorea piazza dallo stile totalitario venne realizzata nel 1927 da Mussolini, che qui fece edificare il primo grattacielo d’italia: il Torrione INA.

In questa piazza si trova anche una delle 17 stazioni della metropolitana cittadina, inaugurata nel 2013.

#6 Castello di Brescia

Dall’alto di quest’antica fortezza medievale, simbolo del potere visconteo prima e veneziano poi, si gode di una vista imperdibile su tutta la città.
Il castello ospita numerosi giardini e alcune esposizioni museali.

#7 Polittico Averoldi di Tiziano

Per gli amanti dell’arte tappa obbligatoria è la chiesa dei SS. Nazaro e Celso in cui è custodito il celebre Polittico Averoldi di Tiziano.
Capolavoro del grande artista veneto, che lo realizzò nel 1520/22, in cui un vittorioso Cristo Risorto si eleva irradiato di una luce folgorante in un fantastico cielo mattutino.

#8 Tomba del cane

Punto panoramico sulla città e il suo territorio, questo mausoleo dal gusto neogotico venne costruito nel 1860 sul colle della Maddalena in onore di Angelo Bonomini, benefattore dell’ospedale di Brescia che qui doveva essere sepolto.
Varie leggende narrano che il monumento prenda il nome di “tomba del cane” per tre possibili motivi:

  • Uno, che vi sia sepolto il cane del Bonomini.
  • Due, che vi abbia trovato sepoltura l’eroico cane di una giovane ragazza bresciana aggredita da un soldato austriaco e difesa dal suo compagno a quattro zampe.
  • Tre, che in quel monumento non vi sia sepolto nemmeno un cane.

#9 Museo delle Mille Miglia

Per gli amanti dei motori, tappa obbligatoria è il Museo delle Mille Miglie, fondato nel 2004 all’interno degli storici locali dell’ex monastero di St.Eufemia.

All’interno di queste sale è possibile ripercorrere l’avventurosa storia di quest’affascinante gara automobilistica attiva dal 1927 che, lungo un percorso di circa mille miglia da Brescia a Roma e viceversa, attira l’attenzione di tantissimi appassionati d’auto d’epoca e motori da tutto il mondo.

#10 Brescia Underground

Per scoprire cosa si nasconda nel sottosuolo di Brescia è possibile partecipare ad alcune escursioni guidate alla scoperta del sottosuolo della città.

Attraverso antichi canali sotterranei, fiumi e corsi d’acqua si potranno scoprire i segreti sepolti di una città magica e misteriosa. Un percorso adatto a tutti.

MATTIA GALBIATI

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoOasi Zegna, BormioLucchio, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei Tasso, il presepe sommerso, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di Livigno, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinqucento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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La città dentro il cratere di un METEORITE

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Ph. @shack_nbg IG

Al confine tra la Baviera e Baden-Württemberg, si trova Nördlingen, una cittadina tedesca nota per la sua bizzarra posizione. Si trova infatti all’interno di un grosso cratere formatosi milioni di anni fa dalla caduta di un meteorite. Qual è la sua storia?

La città dentro il cratere di un METEORITE

# L’impatto che causò uno dei crateri più famosi al mondo

credits: musing_ofa_solivagant_soul IG

Nonostante all’apparenza possa sembrare una comune cittadina tedesca, Nördlingen possiede una caratteristica unica: sorge all’interno di un cratere meteoritico, un particolare che si nota solo se si osserva la città dall’alto. Questa depressione si contrappone al caratteristico ambiente della regione, noto per essere particolarmente irto.

Ph. @unrestricted_vision IG

Si stima che 15 milioni di anni fa un grosso meteorite, dal diametro di 1.500m abbia colpito il suolo causando uno degli avvallamenti più grandi al mondo. L’impatto fu devastante, secondo stime recenti infatti la meteora viaggiava ad una velocità di circa 72.000 km/h e penetrò nella crosta terrestre per quasi un kilometro.

L’avvallamento tedesco, chiamato Nördlinger Ries, rientra nella lista dei crateri più famosi al mondo, anche se la scoperta della sua natura extraterrestre risale solo agli anni ’60. Prima infatti, si credeva che la depressione della zona fosse stata causata da un vecchio vulcano ormai inattivo.

# Piccole perle nascoste in città

credits: schwabenstaedte-in-bayen.de

La cittadina non è stata bersaglio dei bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, e al suo interno si trovano alcune chicche che vale la pena di visitare.

Le mura, ancora perfettamente conservate, sono il fiore all’occhiello della città. Tutt’oggi percorribili, risalgono al 1327 e circondano il centro storico formando quasi un cerchio perfetto lungo 2.6 km.

Un altro luogo di interesse è il campanile della chiesa di San Giorgio, in centro città, alto ben 89 metri e soprannominato affettuosamente dai cittadini Daniel.

# La città ultra millenaria che tra film, fumetti e pietre lunari è diventata famosa in tutto il mondo

credits: berlinomagazine.it

La storia di Nördlingen è ultra millenaria. La prima attestazione risale ad un documento ufficiale del 898 d.C. dove la città viene nominata come corte reale. Mentre nel 1998 ha festeggiato con grandi cerimonie il suo mille centesimo compleanno.

Ph. @ninasfachwerkliebe IG

Ma ecco qualche altra curiosità sulla particolare cittadina. La città è stata luogo di addestramento dell’equipaggio dell’Apollo 16. Oggi, nel museo Rieskrater, ospitato in un fienile del sedicesimo secolo, si può ammirare un pezzo di roccia lunare donato alla città come ringraziamento.

Infine, possiamo ricordare come Nördlingen sia stata scelta come location per il finale del film del 1971 Willy Wonka & la fabbrica di cioccolato, e di come sia diventata popolarissima in Giappone grazie ad un fumettista che ha deciso di prenderla a modello per un suo famoso manga.

Fonti: berlinomagazine.com

Continua a leggere: In America costruiscono i grattacieli al contrario

CHIARA BARONE

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Milano – Cremona sull’ACQUA: il MIRAGGIO del CANALE NAVIGABILE

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Canale navigabile

Dopo il primo piccolo tratto tra Cremona e Pizzighettone l’opera si è fermata. Per oltre 50 anni. L’Unione Europea nel 2016 ci venne in aiuto per far ripartire i lavori con un nuovo progetto, ma ad oggi tutto tace.

Milano – Cremona sull’ACQUA: il MIRAGGIO del CANALE NAVIGABILE

# Realizzati solo 14 dei 65 km previsti

È trascorso più di un secolo dal varo del primo progetto del Canale navigabile Milano-Cremona-Po. A Milano tra il 1902 ed il 1917 erano stati elaborati alcuni progetti per un collegamento tra l’area milanese ed il Po, anche utilizzando l’Adda, istituendo l’Azienda portuale di Milano. Attorno al 1920 vennero acquisite le aree necessarie e si diede avvio ai lavori per il porto di Milano dal quale far partire un canale navigabile per il Po. Nel 1923, la sospensione di queste opere e lo scioglimento delle aziende portuali di Cremona e di Milano, anche se nel 1930 furono avviate alcune opere sul fiume in attuazione di un progetto.

Credits: alot.it – Tratto Cremona-Pizzighettone

La legge 1044 del 24 agosto 1941 aveva istituito il Consorzio del Canale Milano Cremona Po, ma nel corso dei decenni sono stati realizzati solo 14 chilometri, da Cremona a Pizzighettone, dei 65 previsti.

Nel 2000 il ministero del Tesoro ha quindi deciso di sciogliere anche la struttura burocratica del consorzio Canale navigabile, che avrebbe dovuto sovrintendere al mega cantiere, mettendo una pietra sul progetto.

# Il nuovo progetto: 7 conche d’acqua, 60 km. Potrebbe essere percorso da imbarcazioni lunghe 110 metri e larghe 11

Il progetto potrebbe ripartire grazie all’Unione Europea che nel 2016 lo ha finanziato con 9.282.800 euro e all’Aipo, che nel 2000 ha sostituito il disciolto consorzio del canale navigabile, che l’ha rivisto nell’ottica attuale. Il Canale Milano-Cremona-Po sarebbe lungo 60 km potrebbe essere percorso da imbarcazioni lunghe 110 metri e larghe 11, con carico da 1600 a 3000 tonnellate. Per fare un raffronto una chiatta può trasportare 1.350 tonnellate, equivalenti alla portata di 75 tir oppure 67 carri ferroviari.

# Il costo dell’opera è 1,7 miliardi. Si potrebbero decongestionare le arterie stradali in ingresso a Milano: la Paullese, la via Emilia e la strada Rivoltana

Credits: Urbanfile – Nuovo tracciato del Canale

Il nuovo progetto prevede la costruzione di 7 conche d’acqua, per superare i dislivelli, con un percorso a basso impatto, utilizzando il canale Muzza, in alternativa alla costruzione ex novo dell’alveo del Canale Milano-Cremona-Po. Se quest’opera venisse realizzata verrebbero decongestionate alcune delle arterie principali che entrano a Milano: la Paullese, la via Emilia e la strada Rivoltana.

Il porto dovrebbe sorgere nella zona fra la tangenziale Est e il termine della Bre-be-mi. Il costo per la realizzazione dei circa 60 chilometri di Canale che mancano per collegare Milano al Po e, attraverso il fiume al mare, ha un importo di 1,7miliardi. Il 40% del totale necessario a finanziare la costruzione dell’opera lo metterebbe a disposizione l’Unione Europea.

# La fermata della MM3 Porto di Mare che ricorda la vecchia destinazione dell’area

Credits: Urbanfile – Rendering del porto nel progetto originale

Nel progetto originario il porto di arrivo a Milano era nell’attuale parco Alessandrini dove era stato eseguito il grande scavo per l’invaso che avrebbe dovuto consentire l’approdo delle navi, tra Corvetto e Rogoredo. Con lo stop ai lavori l’enorme buca fu utilizzata come cava, area di pesca e poi piantumata dopo la dismissione. Si decise quindi di nominare la fermata della nuova linea metropolitana “Porto di Mare” M3 in onore del progetto mai realizzato. Uscendo da Milano, nel comune di San Donato Milanese è ancora visibile l’alveo che era stato costruito. 

Fonti: Pensalibero e Urbanfile

Continua la lettura: Il PORTO di Mare a Milano: la storia e il progetto di rilancio

MILANO CITTÀ STATO

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5 VILLE STORICHE meravigliose da visitare a Milano

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Credits: @elisaterenzio Residenza Vignale

Chi dice che Milano è solo innovazione e novità rispetto alle altre città italiane, che non è una città d’arte o che non ha monumenti e edifici storici degni di nota, vuol dire che non è mai stato a Milano e dintorni. Milano e la sua città metropolitana sono ricche di scorci, di angoli da scoprire, di musei, di palazzi liberty e di ville storiche. Ecco le 5 dimore storiche assolutamente da vedere a Milano e dintorni.

5 VILLE STORICHE meravigliose da visitare a Milano

# Villa Litta a Lainate

@icalzinispaiati
villa litta

A Lainate, a 20km dal centro di Milano, c’è una dimora cinquecentesca ispirata alle ville toscane dei Medici. E’ stata voluta dal Conte Pirro I Visconti Borromeo e alla sua realizzazione parteciparono importanti artisti dell’epoca, tra cui gli scultori Francesco Brambilla e Marco Antonio Prestinari. In una dimora sospesa tra storia e arte, i suoi mosaici, le statue, gli affreschi e le belle fontane sono elementi che rendono la villa unica. La vera bellezza della Villa Litta di Lainate è però il suo Palazzo delle Acque, conosciuto soprattutto come Ninfeo. Giochi d’acqua e decorazioni rendevano il Ninfeo luogo perfetto per fare feste, ma la particolarità è che il Palazzo delle Acque funziona oggi come allora, grazie ai sofisticati meccanismi idraulici.

# Villa Arconati a Bollate

@villaarconati_official
Villa Arconati

In mezzo ad un giardino maestoso, in una frazione di Bollate, a poca distanza da Mind sorge una delle ville più belle nei dintorni di Milano. Villa Arconati oggi è sede della Fondazione Augusto Rancillo, organizzazione che si impegna a recuperare il valore culturale della struttura. La dimora si trova, più precisamente, a Castellazzo e sorge su quella che era un’antica cascina omonima. Fu voluta da Galeazzo Arconati e seppure la sua costruzione iniziò nel 1610, la villa fu completata solo dai suoi eredi. Quello che vediamo noi oggi è quello che la famiglia Arconati lasciò intorno alla fine del XVIII secolo. Villa Arconati ha un valore storico, cultura e architettonico talmente vasto che è conosciuta come la Versailles milanese.

# Villa Necchi Campiglio in via Mozart (Milano)

fai.it

Anche a Milano città storia e arte vanno a braccetto: senza andare troppo lontani dal centro si trovano alcune delle dimore storiche più belle di sempre. Un esempio? Villa Necchi Campiglio, voluta nel 1935 dalla famiglia che gliene dà il nome. Immersa in un giardino con campo da tennis e piscina, la villa gestita dal Fai è una delle case museo di Milano. Qui si possono visitare la Sala da pranzo, il Fumoir, la Biblioteca e il Salone e scoprire la storia di Milano attraverso la collezione di una delle famiglie più importanti del tempo. All’interno dominano gli arredi déco, ma negli anni la collezione della villa è stata arricchita da opere di Canaletto, De Chirico e altri. Si trova nel cuore del Quadrilatero del Silenzio vicino a Corso Venezia. 

# Residenza Vignale in via Toti (Milano)

@elisaterenzio
Residenza Vignale

Con un mix tra liberty milanese e decorazioni architettoniche tipiche austriache, in zona Magenta, c’è la Residenza Vignale. Questa dimora fu voluta da un principe austriaco che tra il 1905 e il 1907 aveva deciso di trasferirsi nella città meneghina perché innamorato di una giovane del posto. Con la sua sala oro, la più grande in assoluto, la sala rossa, quella rosa e quella verde, oggi la villa viene principalmente usata per eventi.

# Villa Clerici in via Giovanni Terruccia (Milano)

@villaclerici_milano
Villa Clerici

In zona Niguarda, nel ‘700 la famiglia Clerici fece costruire una villa, ancora oggi considerata una delle più belle di Milano. Sembra che la dimora sia stata progettata da Francesco Croce, colui che ha costruito la guglia maggiore del Duomo di Milano, e voluta dalla famiglia come “residenza di campagna” per il controllo degli affari economici.  L’interno di villa Clerici è molto sfarzoso: ricco di soffitti a cassettone, di pitture a cornice delle porte, camini e uno scalone d’onore a tre rampe. Ma anche l’esterno non è da meno.

Continua la lettura con: Le 7 VILLE STORICHE più BELLE nei dintorni di MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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Il video del giorno: ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

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Esultanza al cinema

Siamo nel 1982 e Carlo Vanzina dirige “Eccezzziunale… veramente” con Diego Abatantuono
come attore protagonista. L’interprete milanese veste i panni di tre diversi personaggi: Donato Cavallo, capo ultras della tifoseria milanista, Franco Alfano, tifoso nerazzurro e Felice La Pezza, detto “Tirzan” e juventino fino al midollo.
Pochi mesi dopo l’uscita della pellicola, l’Italia avrebbe vinto i Mondiali. Che questo film a tema calcistico fosse stato di buon auspicio? Scopriamone le scene più memorabili.

Il video del giorno: ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

#1 La sigla degna di Sanremo

 

Come pubblicizzare il proprio lavoro se non cantandone la colonna sonora direttamente al Festival della canzone italiana? Chissà in che posizione si sarebbe classificato il pezzo se fosse stato in gara…

#2 Il risveglio della domenica

 

Quando ancora la “domenica era davvero domenica”, Donato si sveglia presto e dopo un saluto al santino di Capitan Rivera appoggiato sul comodino si alza dal letto con indosso un pigiama rigorosamente dalle tinte rosse e nere.
Rivolgendosi ai propri fratelli, ancora pienamente assonnati, invoca l’Undicesimo Comandamento della Bibbia: “Dedica la domenica al Milan”. Peccato che i suoi familiari non siano dello stesso parere e finiscano per lanciargli addosso tazze, pantofole e cuscini.

#3 Il discorso agli Ultras

 

Una vera e propria omelia di fede calcistica, all’interno della quale non manca anche la lettura di alcuni passi del “Vangelo secondo me”. Il Signore, legge Donato, appare d’un tratto sullo stadio di San Siro, indirizzandosi al capitano rossonero: “Gianni Rivera, ciapa sto pallone […] e vai in giro per il mondo ad insegnare il gioco del calcio”.
Per il Ras della Fossa, inoltre, la parola d’ordine è sempre la stessa: VIUULEENZAA.

#4 Lo scherzo al Dogui

Scherzo al Dogui

L’interista Franco, assieme ai compagni di tifo Teo (Teocoli) e Ugo (Conti), è solito passare la maggior parte del proprio tempo al bar di Massimo (Boldi). Proprio nello stesso locale,
accompagnato da una bella ragazza, entra Guido “Dogui” Nicheli, che, nelle classiche vesti da milanese snob, ordina due “Ana” che sta per analcolici e chiede indicazioni per la “toilet”.

I 4 buontemponi non resistono allo scherzo e Massimo inserisce una cassetta intitolata “WC” in un registratore, collegato ad una cassa audio situata sopra l’ingresso dei
servizi. Inutile esplicitare i “rumori da bagno” provenienti dallo stereo. La ragazza, schifata, non può che mollare un ceffone al proprio accompagnatore ed andarsene via velocemente.

#5 La vincita della schedina

Torta in faccia

Chi non ha mai sperato di fare 13 al Totocalcio? E chi non ha mai sognato di lanciare una torta addosso alla propria suocera? Franco ce l’ha fatta, riuscendo ad esaudire entrambi i desideri.
Dopo aver scoperto di aver vinto la schedina, prende a male parole moglie e suocera, considerandosi finalmente libero dalle catene e dalle angherie delle due donne, che non lo avevano mai amorevolmente sopportato. Sfortuna vuole che la schedina vincente non fosse altro che uno scherzo orchestrato dall’amico Massimo…

#6 L’amante nell’armadio

Nell’armadio

Donato si innamora di Loredana, interpretata da Stefania Sandrelli, ufficialmente fidanzata con il suo acerrimo rivale, il capo ultras interista Sandrino il “Mazzuolatore”.
E cosa può quindi rispondere alla madre di Loredana quando viene beccato nascosto nell’armadio della ragazza? Mentendo spudoratamente e dicendo di essere in “missione” per conto di suo fratello Sandrino per accertarsi costantemente della fedeltà della giovane. A detta di Donato, Loredana si è, infatti, comportata come una “stinca di Sandro”.

#7 La radiolina al cinema

Esultanza al cinema

“Ami più me o il Milan?”. Domanda dalla ardua risposta, soprattutto se ci si trova al cinema, davanti ad un film romantico e con la telecronaca della radiolina all’orecchio che annuncia un calcio di rigore in favore della propria squadra. La risposta è una sola: GOAAAAAL.

#7+1 La (nuova) formazione del Milan

 

Nel 2006 esce il sequel, “Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me”.
La scena iniziale è entrata di diritto nella storia della commedia nostrana, grazie anche ad un cast di vere e proprie stelle del pallone: Nelson Dida, Alessandro Costacurta, Massimo Ambrosini, Andriy Shevchenko, Gennaro Gattuso e Paolo Maldini.

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Continua la lettura con: 7+1 insospettabili CURIOSITÀ sul DIALETTO MILANESE

CARLO VITTORIO MATRONE

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UN ROMANTICO A MILANO

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L’APPARTAMENTO più COSTOSO di Milano è stato venduto: chi è il nuovo proprietario?

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Credits enrico_morganti IG - Attico in piazza San Babila

Dopo quindici anni, l’appartamento più costoso di Milano non è più sul mercato. Il super attico, che è stato per anni dimora di Maurizio Gucci e di sua moglie Patrizia Reggiani prima di trasferirsi nella casa di via Palestro, dove poi è avvenuto il suo omicidio, è stato comprato. Chi è il ricco acquirente? E come mai ci sono voluti quindici anni per vendere il lussuosissimo appartamento?

L’APPARTAMENTO più COSTOSO di Milano è stato venduto: chi è il nuovo proprietario?

# Un appartamento così lussuoso da fare invidia alle ville californiane

credits: corriere.it

1.770 mq, tre piani, attico con vita sull’intera città, terrazzo e piscina. Non è il set di un film hollywoodiano, ma l’appartamento più caro di Milano, il cui costo supera, secondo alcune valutazioni, i 20 milioni di euro.

La mega residenza si trova all’angolo tra corso Vittorio Emanuele, piazza San Babila e corso Europa. Si estende su tre piani: uno reso unico da ben 37 finestre che offrono una spettacolare vista su tutta la città, l’altro provvisto di un immenso terrazzo e infine l’ultimo, con un tetto di 800mq che ospita un giardino, una piscina, una cucina e un bar. Anche i costi di gestione, manutenzione e spese condominiali sono da capogiro: tra i 50.000 e i 100.000 euro all’anno.

# Il nuovo proprietario del super appartamento

credits: gabbsullespine Ig

Dopo quindici anni e a poche settimane dalla decisione del giudice di mettere l’appartamento all’asta, si è fatto avanti un compratore. Il magnante in questione è Rishal Shah, fondatore e proprietario della società Jekson Vision, una multinazionale specializzata nel controllo e nella tracciabilità dei farmaci.

L’avvocato Giuseppe La Scala che, insieme alle colleghe Nadia Rolandi e Valeria Bano, ha seguito la vicenda giudiziaria dell’immobile, ha dichiarato che l’acquirente si è presentato senza l’intermediazione di un agente immobiliare. Sembra che l’imprenditore sia venuto a conoscenza della casa grazie alla sua rete di amicizie ed ha così fatto un’offerta per comprare lo sfarzoso appartamento, la cifra rimane segreta.

L’acquisto è stato perfezionato nel 2022 con la conclusione definitiva dell’affare e la firma anche per il decimo e l’undicesimo piano a termine dei lavori di ristrutturazione del proprietario precedente.

# Le grane giuridiche e il prezzo esorbitante avevano lasciato la casa sul mercato per anni

credits: corriere.it

Ma perché ci sono voluti così tanti anni perché un compratore si facesse avanti?

Sicuramente il costo esorbitante dell’appartamento non ha aiutato nella sua vendita, ma oltre al prezzo bisogna considerare una serie di grane legali che hanno accompagnato la casa per diversi anni. Circa quindici anni fa un imprenditore edile piemontese ristrutturò l’intera unità immobiliare, ma presto gli appartamenti furono pignorati per il mancato pagamento del mutuo e delle spese condominiali.

# Le prime liti con i vicini

Credits fanpage – Pergolato attico San Babila

A soli pochi mesi dall’acquisto sono però arrivare le prime “discussioni” con i vicini. Il magnate indiano ha fatto costruire al decimo piano un pergolato in legno il cui soffitto è divenuto pavimento per un balcone “improvvisato” del piano superiore. Il condominio, composto da aziende che hanno lì la loro sede e una decina di famiglie appartenenti all’altissima borghesia milanese, sembra però non aver apprezzato molto l’iniziativa.

Gli appartamenti più costosi ancora sul mercato

# Attico in via Sant’Andrea dal valore di 10 milioni di euro

Immobiliare.it – Attico via Sant’Andrea

Se l’appartamento più costoso di Milano ha trovato finalmente un proprietario dopo anni in cui era rimasto invenduto, ce ne sono altri dal valore milionari pronti ad essere acquistati.

Al numero 21 di via Sant’Andrea c’è un attico, al quinto e sesto piano di un signorile palazzo storico dei primi ‘900, in vendita per 10 milioni di euro. Al momento risulta l’appartamento con il valore immobiliare più alto sul mercato. La superficie interna si articola su due livelli collegati da una scala interna per un totale di 558 mq oltre a una terrazza vista Duomo di 225 mq.

# Appartamento in via San Damiano da 8 milioni di euro

Idealista – Appartamento via San Damiano

A qualche centinaio di metri, in via San Damiano, c’è un appartamento sito al terzo piano di con una superficie di 300 mq, 7 locali, 2 bagni e un prezzo di 8 milioni di euro.

#3 Attico in via Beccaria da 7,9 milioni di euro

Idealista – Attico

In via Beccaria c’è un attico con terrazza vista Duomo di oltre 180 mq di superficie, una superficie di 420 mq coperti con doppia entrata indipendente con doppio ascensore, su un unico livello in splendido palazzo d’epoca ristrutturato con servizio di portineria h 24. Il prezzo è di 7,9 milioni di euro.

Continua a leggere: Le LOCALITÀ più CARE dove AFFITTARE casa in Italia: MILANO non è la più FORTE

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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I PENDOLARI del CRIMINE

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Non esistono città immuni alla criminalità. Ogni grande città sta alla criminalità come una buia tana sta alla vipera. Esattamente nello stesso modo infatti, la città offre un riparo ideale in cui nascondersi dagli sguardi dei predatori e in cui agire con assoluto anonimato.
Così succede anche a Milano, città italiana che più di tutte costituisce una rampa di lancio, un nascondiglio per le latitanze e la sede di alcuni dei sodalizi tra le più note associazioni criminali.
Milano dovrebbe prendere più consapevolezza della presenza del fenomeno criminale al Nord, del suo saldo e scaltro radicamento, e soprattutto dovrebbe trovare misure per contrastarne la diffusione. Anche perché tra le molte migliaia di persone che vengono in città per svolgere il loro lavoro ci sono anche quelli che hanno altro per la testa. 

I PENDOLARI del CRIMINE

Clan Papalia

Milano, un porto senza mare

Milano è da sempre un porto senza mare. Punto di arrivo per tante persone e famiglie che lasciano la propria terra per costruire a Milano i propri sogni ed usufruire della vasta rete di persone e informazioni che questa città offre.

Tra i tanti provenienti da tutto il mondo, una grande percentuale è occupata dagli italiani delle regioni del Sud, concittadini che qui a Milano si sono perfettamente integrati e che hanno dato, e danno, un contributo fondamentale a far crescere e prosperare la città con fatica, impegno, creatività e grandi sacrifici. Sacrifici di chi spesso lascia dietro di sé affetti, legami e certezze.
È un fenomeno in voga da diversi decenni e che ha portato alla quasi completa estinzione del milanese autoctono. Ma questo non è il problema. 

L’importazione della criminalità

Credits: unionesarsa.it – Francis Turatello

È evidente però che quando una popolazione si sposta, questa porta con se i propri pregi ed inevitabilmente anche i propri difetti.
Non è un segreto: esiste da tempo immemore un problema a Milano di criminalità originata in alcune aree del nostro mezzogiorno, una criminalità estremamente radicata e violenta della quale si è già scritto, parlato e dibattuto ampiamente.

Mafia, Camorra ed ‘Ndrangheta sono ormai radicate nel territorio, basti gettare uno sguardo ai quartieri della periferia milanese diventati succursali dei peggiori quartieri di Napoli, Palermo e Reggio Calabria.

Taglieggiamenti, spaccio, usura… sono prerogativa di certe famiglie dai cognomi noti, così come la loro provenienza. A questo gravissimo fenomeno, da tempo consolidato, si è affiancato però anche un altro evento malavitoso più recente, quello della criminalità pendolare.

Il nuovo fenomeno: la criminalità pendolare

Se lo spaccio, il riciclaggio, l’estorsione, sono prerogativa delle mafie, soprattutto quella calabra, si annoverano negli ultimi anni diversi episodi di delinquenti napoletani dediti al furto di Rolex e di truffe perpetrate ai danni di anziani, di rapine da parte di bande di foggiani (sono note le “scuole” di San Severo e Cerignola) e di borseggiatori dalla Sicilia. Trasfertisti che raggiungono Milano determinati a compiere atti criminali nella ricca metropoli.

È possibile continuare così? Certo la situazione di sottosviluppo economico di alcune zone del Sud con la sua disoccupazione cronica, in special modo giovanile, non aiuta, ma possibile non ci siano strumenti per fronteggiare questa situazione? Dobbiamo rassegnarci a fungere da ammortizzatore economico e al Sud devono rassegnarsi alla mancanza di prospettive?

La soluzione: ripensare una strategia della sicurezza ad hoc per il nostro territorio

Forse una maggiore autonomia potrebbe agevolare interventi più incisivi nel controllo del territorio o potrebbe magari facilitare la costruzione di nuove carceri. Maggiore autonomia potrebbe aiutare la cooperazione tra Milano e le realtà economiche del Sud, ancora profondamente inespresse. Pensiamo solo alle meraviglie che offre la Sicilia: uno spettacolo della natura e della storia che risulta però molto meno visitata del Sud della Spagna. Pensiamo alle meraviglie della Puglia, che non è solo Salento e Gargano.

Elenchiamo qui sotto alcuni dei tanti episodi riguardanti la criminalità del Sud Italia operante a Milano, sui quali si dovrebbe riflettere.

Hai cose da segnalare che a Milano non vanno o che potrebbero andare meglio? Scrivici su info@milanocittastato.it

ANDREA URBANO

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10 PSICOPATOLOGIE TIPICHE a Milano

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Una città frenetica e quando il fattore velocità, il lavoro e lo stress diventano ingestibili, molti di noi, se non tutti, sviluppano compulsioni ed ossessioni che possono avere le forme più svariate. Anche se queste 10 sono il marchio di fabbrica del nevrotico made in Milano.

10 PSICOPATOLOGIE TIPICHE a Milano

# Il presenzialismo 

Credits: @paolo_streetshooting IG

Da non confondere con il presidenzialismo. Amici del Sud che vivono qui da tempo mi dicono che all’inizio Milano sembrava una città troppo veloce. Ad esempio, nella vita notturna. Chi viene qui e, per diletto o per lavoro, si trova a voler o dover frequentare un numero imprecisato di locali, eventi, musei e quant’altro. Il primo sintomo è sentirsi agitati a ogni invito ricevuto, anche quelli automatici di Facebook. Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? La classica domanda che quasi ogni milanese si fa per decidere se partecipare o no a un evento: spesso anche l’assenza è una forma di questa patologia. 

# L’orologiofobia

Credits: www.luxemozione.com

Orologi da polso e da muro, timer per cucinare, cronometri per correre. Il controllo del tempo è l’ossessione di molti che vivono a Milano, anche se poi succede sempre il contrario: è il tempo che controlla noi, trasformandoci tutti in bianconigli. E più ci ossessioniamo a voler incanalare a compartimenti stagni le nostre giornate, più saremo stressati e (probabilmente) meno saremo precisi e puntuali. Il tempo a Milano è un dio assoluto, spietato. O si cede al suo volere, o scatta la nevrosi. 

# La sindrome dell’esclusione

Credits: @gabrielepinese
cane abbandonato

Milano è socialità. E’ un continuo ciao come stai, ci vediamo eh?, strette di braccia, abbracci. Ci si sente parte di un corpo unico in cui ognuno si deve sentire come una cellula apprezzata dal resto dell’organismo. Ma una cellula non può sentirsi sola. Almeno, non a Milano. A Milano sentirsi esclusi è terribile. E prima o poi capita a tutti. 

# La connessione compulsiva

Credits lamentemeravigliosa – Ragazzi con cellulare

Un sottoprodotto del punto precedente. Per sfuggire alla paura di sentirsi esclusi, anche solo per due minuti, a Milano si tende a usare il cellulare in modo compulsivo, per riaffermare in ogni istante il proprio protagonismo. In auto, sul tram, perfino in bici ormai quasi nessuno riesce a stare per più di due minuti lontano dal cellulare. 

# Le ossessioni alimentari

Credits: @martinabaiardi.fitnessfood
insalata fit

A Milano è difficile trovare qualcuno che non abbia un rapporto malato con il cibo. La colazione light, la merenda fit, il pranzo con l’insalatona, il sushino. A Milano l’idea del cibo come semplice fonte di energia, tipo pane e salame, non esiste. Anzi. E’ il momento in cui si cerca di compensare ogni squilibrio esistenziale. 

# L’ansia da prestazione 

Credits: @bosellipsicologapsicoterapeuta
ansia

A Milano non basta essere presenti. Una volta che si partecipa bisogna essere i protagonisti assoluti. Quelli che dimostrano di vincere sempre. Alla cena fra amici, alla convention aziendale o quant’altro. E il terrore di non essere alla massima altezza aleggia sempre come uno spettro. Si teme sempre di essere vestiti male, di lasciarsi scappare una battuta a sproposito, di fare cattiva impressione. Con chiunque. 

# Il complesso del provinciale

Credits: @mistermainagioia
inglesismi

Anche se l’Inghilterra ha lasciato l’Europa, l’inglese non ha abbandonato Milano. Anzi. I fan del Dogui ormai hanno una certa età e i film dei Vanzina iniziano a essere un po’ fuori tempo e soprattutto fuori moda. Certo, qualche milanese doc si cimenta ancora in inglesismi improbabili come see you later, prendo la car e passo a prenderti o il famigerato uè Paul (che vale per qualsiasi amico che sia chiami Paolo, come Dave per Davide, Philip per Filippo e così via). Chi vive a Milano non ha ancora vinto il complesso del provinciale che guarda all’estero con terrore per paura del confronto o, all’opposto, come modello di superiorità in ogni ambito. Anche linguistico. 

# L’abuso di ego contro il senso di inferiorità

Credits: angolopsicologia.com
egocentrico

Quello che a livello sociale diventa provincialismo mascherato, a livello individuale si dimostra come uno dei complessi più diffusi al mondo: quello di inferiorità. Per nasconderlo chi vive a Milano ha imparato ogni strategia: l’uso di frasi a effetto, vestiti, auto, biglietti da visita, partner, millantato credito. Punto in comune: un egocentrismo smisurato. Anche in chi cerca di distinguersi con la discrezione e la timidezza. 

# Il controllo del futuro fino all’eternità

L’unico limite per l’agenda di chi è a Milano: l’eternità. Ci si sfida a chi programma più lontano, dal ristorante alla pensione, ci si pone obiettivi da highlander, vivere l’istante come momento per programmare il futuro. L’unico svago è flaggare l’impegno rispettato. 

# Il poco ricco 

Credits: giuntialpunto.it

Complesso diventato celebre grazie alla canzone parodia di Checco Zalone: poco ricco. Ovviamente ispirata a Milano. Cero vivere a Milano costa. Non solo in termini di energia mentale, anche nel vero senso della parola. Affitti e acquisto di immobili, a Milano vivere sembra sempre una lotta per la sopravvivenza dove non esiste ricchezza che possa mettere nessuno al sicuro. E dire che su molte cose non è come sembra. Ci sono le trattorie dove mangi ancora con 5, e dico 5 euro, dove la sciura ovviamente ti insulta in milanese (e non in romano come nelle trattorie della capitale) e dove è tutto molto lento, adorabilmente genuino ed artigianalmente casereccio. Ma la realtà è che ci si sente tutti sempre poco ricchi, sempre sotto il livello di sopravvivenza. Pure se si vive nel Bosco Verticale. 

 

Continua la lettura con: Come riconoscere chi fa parte dell’Upper Class di Milano

CARLO CHIODO

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