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MILANO sta perdendo i TRANVIERI

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Credits Andrea Cherchi - Tram e Metro dall'alto

Oggi a Milano non sembra più esserci il mito del posto fisso. Almeno per certi posti. Ad esempio, pare che nessuno voglia più lavorare in Atm. Questo ha conseguenze su tutti, perché si traduce in meno corse e in ritardi. Ma quali sono i motivi?

MILANO sta perdendo i TRANVIERI

# Mancano 300 autisti

Credits: @amilanopuoi
Piazza Cordusio

Da grande voglio fare il posto fisso, diceva il piccolo Checco Zalone nel film “Quo vado”. E una volta ottenuto – impiegato nell’ufficio provinciale licenze caccia e pesca –  lo ha difeso a tutti i costi, anche accettando trasferimenti assurdi, dalla Val di Susa a Lampedusa, per finire al Polo Nord. 

Oggi a Milano non sembra più esserci questo mito. Contratto sicuro, tempo indeterminato, ferie e malattia pagate sembrano non interessare più i milanesi. Alla fine del 2023 Atm ha lanciato per una nuova campagna assunzioni che prevede l’inserimento di 600 nuove risorse, ma fatica a reperirle. Un problema che ci tocca tutti: per mancanza di personale è stata costretta a tagliare le corse di 31 linee di superficie, date le attese infinite alle banchine degli utenti che aspettavamo invano un mezzo che non sarebbe mai arrivato. Mancano per l’esattezza 300 autisti, i posti rimanenti sono destinati a lavori d’ufficio, operai e tecnici di manutenzione che andranno ad occuparsi dei sistemi di segnalamento, delle sottostazioni elettriche di alimentazione della metropolitana, degli impianti della rete aerea di tram e filobus.

Per invogliare i potenziali conducenti sono state messi in campo alcuni interventi: finanziato l’intero costo del corso per l’ottenimento della patente D+CQC per 150 persone, fino a 1.500 euro di rimborso spese per chi no frequenta corsi convenzionati e 33 voucher dal valore di 3000 euro lordi, per coprire le spese iniziali dell’affitto di residenti fuori dall’area Metropolitana di Milano. 

Ma perché i milanesi non vogliono più fare questi mestieri, condurre questi mezzi, candidarsi per aggiudicarsi il posto fisso? 

Proviamo, in maniera semiseria, a fare cinque ipotesi.

#1 Voglia di immagine: meglio fare l’influencer che guidare un tram

Sotto la Madonnina ormai l’aspirazione che va per la maggiore è quella di diventare influencer. Di aprire e chiudere la manetta del tram o di buttarsi nella giungla delle strade milanesi con un bestione di 18 metri non se ne parla nemmeno. Mettendoci disciplina e dedizione, realizzando dei video idioti, si può diventare un tik toker di successo. Oppure si può cercare di sbancare facendo educational per youtube

#2 I milanesi puntano al business

Credits: it.freepik.com

I milanesi, si sa, puntano al business, a sentirsi in call, ad organizzare meeting per fare summit e planning su come fare girare il grano. Il tranviere, certo della sua paga che arria puntuale il 27 del mese, di danèe non è che ne riempia i forzieri. 

#3 Reddito di cittadinanza, disoccupazione, bonus e anni sabbatici hanno tolto la voglia di lavorare

L’onda lunga del covid potrebbe aver spento la fiammella della passione per il lavoro dei giovani meneghini. Tra smart working e reddito di cittadinanza, seppur oggi in altra formula e destinato a una platea ristretta, tra disoccupazione e anni sabbatici de laurà g’hann minga vöja. La grotta (non quella di Platone ma quella che aveva evocato il primo cittadino, Beppe Sala) è comoda, calda, sicura, rassicurante, dotata di wifi e, tutto sommato, piacevole. Perché mai dovrebbero abbandonarla?

Leggi anche: Sala contro lo Smart working: “torniamo al lavoro”

#4 Una fetta dei ragazzi sono seguaci di Greta: vogliono guidare una flotta full-electric. Oppure andare a piedi

Ufficio Stampa Atm – Deposito bus Electric

Mettiamo che buona fetta dei ragazzi diplomati siano seguaci di Greta e pertanto per nessuna ragione al mondo si metterebbero alla guida di mezzi inquinanti, che producono CO2 in eccesso e dissipano in maniera spregiudicata del calore in atmosfera. Pensano: solo quando tutta la flotta di Atm sarà completamente elettrica, o meglio, full electric, potrò salirci sopra. In tal caso andrebbe detto loro che oggi più dell’70% del servizio di trasporto pubblico di Milano usa come fonte energetica la corrente (e solo da fonti rinnovabili, off course). E che nel 2026 il 50% dei bus in circolazione dai depositi saranno elettrici, entro il 2030 tutti i 1200. 

Leggi anche: GREEN WALL e BOSCO URBANO: le novità di ATM per il futuro di Milano

#5 Una forma di resistenza: i milanesi vogliono provocare il Ministro della Pubblica Amministrazione

L’ultima ipotesi è che i giovani milanesi vogliono provocare i loro subdoli nemici. L’ex ministro Brunetta, che ha dato dei fannulloni agli statali in smart working, e la ex Fornero, che aveva chiamato bamboccioni i diplomati e laureati italici che a suo giudizio stavano troppo sotto la gonnella di mammà. I milanesi vogliono provocare il Ministero della Pubblica Amministrazione e chi ne è alla guida, vogliono che si accorgano di loro e vengano messi al centro di una delle loro mirabolanti invettive sociali.

Un po’ come ai tempi degli austriaci: dallo sciopero del fumo si è arrivati alle barricate delle 5 Giornate. Accadrà anche con il rifiuto del lavoro?

Continua la lettura con: TRAM come METRO: la LIGHT RAIL sarebbe utile per Milano?

LEONARDO MENEGHINO

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È questa la pizzeria più economica di tutta Milano? Questi i suoi prezzi

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Menu pizzaemozzarella

Questo è proprio l’esempio lampante del fatto che Milano sa essere anche alla portata di tutti. Ecco dove si trova e quanto si spende.

È questa la pizzeria più economica di tutta Milano? Questi i suoi prezzi

# La pizzeria low-cost di Milano a pochi passi dai Navigli

Credits Pizza e Mozzarella Fb – Entrata pizza e mozzarella

Milano città inaccessibile, Milano città più cara d’Italia, Milano perfetta solo per i ricchi. Queste sono solo alcune delle affermazioni che vengono fatte quando la discussione riguarda la qualità della vita: purtroppo difficilmente si possono smentire, ma non corrispondono in pieno alla realtà. Fatto salvo l’immobiliare, la nostra città sa essere anche alla portata di tutti. Un esempio lampante è quello della pizzeria “Pizza e mozzarella” a pochi passi dai Navigli, in via Carlo Torre 22, a quanto risulta la più economica della città oltre a offrire una pizza di ottima qualità.

Leggi anche: L’HOTEL più ECONOMICO di MILANO: meno di 50 euro per una camera a 4 STELLE

# La pizza più economica: 3,5 euro, anche se si può mangiare con meno

Nonostante un leggerissimo aumento di prezzi tutto il menu è low-cost, a partire dal coperto a solo 1 euro, prima era 50 centesimi. La proposta va dagli antipasti al dolce passando per un paio di primi. Tra i primi troviamo le montanare (strisce di zeppole fritte con pomodoro, parmigiano reggiano e basilico) a 3 euro, il cuoppo (frittini misti con zeppole di pasta cresciuta, crocchette di patate e scagliozzi) a 3,5 euro, le patatine fritte formato chips a 2,5 euro.

Menu pizzaemozzarella

Per una pizza marinara bastano 3,5 euro, per una margherita si arriva 5 euro , tutte rigorosamente con il cornicione alto come vuole la tradizione napoletana. La più costosa viene 7,50 euro. Per chi vuole concludere con il dolce c’è il la pastiera napoletana a 3 euro, il Tiramisù a 3,50 e le frittelle calde alla nutella a 2,50. Nonostante dei piccoli aumenti i prezzi rimangono ancora stracciati per essere a Milano.

 

Leggi anche: Il RISTORANTE più ECONOMICO di Milano: con POCHI EURO si prende un MENU completo

# E la pizzeria più cara? Crazy Pizza di Briatore arriva fino a 68 euro

crazypizza.milan IG

Chi si lamentava della pizza margherita a 22 euro nel ristorante stellato di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele, a proposito nel frattempo il prezzo è salito a 25 euro, cosa dovrebbe dire di quella al Pata Negra del Crazy Pizza? Il locale di Briatore in via Varese 1 propone infatti la pizza con salsa al pomodoro, mozzarella di bufala e prosciutto Pata Negra Joselito a 68 euro, anche in questo caso il prezzo è cresciuto. Tra le altre c’è quella al tartufo a 55 euro. Eccetto due, marinara e margherita, nessuna costa meno di 24 euro.

Continua la lettura con: Dove MANGIARE in CENTRO spendendo POCO

FABIO MARCOMIN

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Quando in Piazza del Cannone c’era un CANNONE VERO

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Tra il Castello Sforzesco e Parco Sempione si trova Piazza Cannone. Ma perché questo nome? 

Quando in Piazza del Cannone c’era un CANNONE VERO

# Esisteva davvero un cannone

Credits: blog.urbanfile.org

In Piazza Cannone, una volta un cannone c’era davvero. Si trattava di un mortaio d’assedio austroungarico del 1911. Fu voluto dall’Impero Asburgico, che cominciò a sviluppare l’arma nel 1906 per poter assaltare le fortezze belghe e italiane.

La potenza del cannone doveva essere in grado di perforare le spesse mura, sparando due tipi di proiettili: il peso del primo era di 384 kg e poteva perforare uno spessore di due metri di calcestruzzo grazie al guscio di cui era ricoperto, mentre il secondo, di 287 kg, con il suo scoppio poteva provocare un buco di 8 metri di larghezza e uccidere i soldati entro un raggio di 400 metri.

Leggi anche Il FORTINO AUSTRIACO a porta Tosa

# La scomparsa negli anni cinquanta

Credits: blog.urbanfile.org

Il primo prototipo del cannone fu terminato nel 1910 e le prime prove della sua efficienza sono state effettuate in Ungheria, in segreto. Confermata la sua potenza, l’arma fu utilizzata fino alla Seconda Guerra Mondiale. Andato in pensione, il cannone fu posizionato in quella che poi divenne Piazza Cannone. Oltre a questo, altri esemplari uguali si trovano uno a Rovereto, uno a Bucarest e un ultimo a Belgrado.

Di questi quattro mortai solamente quello di Milano è scomparso: negli anni Cinquanta è stato rimosso dal piazzale senza lasciare traccia, nessuno sa dove sia finito. Le sue grandi dimensioni, e il peso di circa 20 tonnellate non sono facili da smantellare, eppure nessuno ne sa nulla.

Leggi anche La PALLA DI CANNONE nel muro: un reperto straordinario delle CINQUE GIORNATE di Milano 

# Un pezzo di passato

Credits: Milano sparita e da ricordare, FB

Il cimelio, ricordo delle due Guerre, è entrato negli album fotografici di molti turisti e milanesi, che si fermavano in piazza per farsi ritrarre a fianco di questa macchina della morte. Nonostante la mostruosità delle sue azioni e l’aspetto militare di queste grandi armi, i cannoni hanno sempre un certo fascino, non solo per gli appassionati di oggetti e storia bellica, ma di chiunque, ricordando un passato di cui vergognarsi, di cui andare fieri, in qualsiasi caso fanno parte della storia delle civiltà europee. Inoltre, queste macchine fanno parte del progresso tecnologico dell’umanità, seppur utilizzato per fini poco lusinghieri.

Piazza Cannone, si chiama così per via del cannone austriaco che vi ha abitato fino agli anni ’50, poi scomparso misteriosamente. Ora dell’arma infernale nella piazza milanese, rimane solo il nome.

Fonte Milano | Castello – Il cannone sparito di Piazza del Cannone 

Continua la lettura con: A Sesto il NUOVO CAMPUS dell’Università San Raffaele: modi e tempi del progetto 

SARAH IORI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

VIDEO: come saranno le TERME FIABESCHE di MILANO

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Presto a Milano ci sarà un posto in cui la parola d’ordine sarà “relax”: stiamo parlando delle terme da favola di San Siro. Dalla fine del 2024 si potranno varcare le porte delle ex scuderie de Montel, che ospiteranno numerose aree relax, vasche termali, idromassaggi, solarium e tanto altro. In questo video vi mostriamo i rendering delle meravigliose terme di cui presto potranno godere i cittadini milanesi. 
 
Il nuovo video di Milano Città Stato di Francesca Monterisi. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.
 
 
 

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FRANCESCA MONTERISI

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Un milanese a Genova

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M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

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Mi sono trasferita a Milano

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DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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PROBLEMA BUCHE a MILANO: si pensa al BLOCCO dei SUV

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Credits Andrea Urbano - Buche in Bovisa

Con le piogge di febbraio Milano si è trasformata in un gruviera, con centinaia, forse migliaia, di buche sulle strade. Per il sindaco la colpa è del cambiamento climatico, ma nella Commissione Mobilità si ipotizza un’altra causa: i Suv. Ma molti si chiedono: come mai a pochi chilometri da noi, nel Canton Ticino, non esiste questo problema anche se fenomeni atmosferici e mezzi che circolano sono gli stessi? 

PROBLEMA BUCHE a MILANO: si pensa al BLOCCO dei SUV

# “Se uno si sente libero di girare con un carro armato, l’asfalto migliore ce lo siamo giocato

Mentre il Sindaco Beppe Sala incolpa anche il cambiamento climatico, “dobbiamo abituarci a questa situazione fatta da periodi di siccità e piogge violente e continuative. È una cosa che una volta non accadeva.”, c’è chi ha trovato una soluzione al problema buche. Marco Mazzei, consigliere della Lista Sala, ha proposto cosa si dovrebbe fare durante una seduta della Commissione Mobilità: “Insistere in modo ancora più radicale su una riduzione drastica di auto e mezzi pesanti che circolano in città. Girare con una Suv o con un pick-up che pesano tonnellate non è la scelta migliore per la qualità della vita. Pesano di più e usurano l’asfalto. O finisce che, per difendere la libertà di una ristrettissima cerchia di persone, penalizziamo il bene di tutti, le strade. Inutile impiegare le migliori innovazioni e gli asfalti migliori per rifare le strade se poi si viaggia in città con un Hummer. Se uno si sente libero di girare con un carro armato, l’asfalto migliore ce lo siamo giocato“.

# Favorevole Arianna Censi, contrarie le opposizioni

Credits Andrea Urbano – Buche in Bovisa

La proposta ha trovato il supporto dell’assessore alla Mobilità Arianna Censi, che ha ritenuto di buonsenso quanto formulato da Mazzei, dato che sarebbe in linea con la strategia del Comune di Milano di limitare la circolazione delle auto e partire da quelle più ingombranti, anche se non per forza più inquinanti, sarebbe la cosa più logica.

Le opposizioni ha espresso la loro contrarietà sottolineando come il problema buche sia dovuto a un difetto di risorse impiegate per la manutenzione delle strade. Queste le parole di Marco Bestetti, esponente di Fratelli d’Italia: “La Commissione Mobilità del Comune ha confermato la grave carenza di risorse destinate dalla giunta per la manutenzione delle strade cittadine, che è la causa principale delle buche che si sono formate a Milano nelle ultime settimane. Questo porta a una spesa aggiuntiva per interventi straordinari di riparazione, i quali tuttavia offrono solo una soluzione temporanea“.

# In alternativa una maxi tariffa per la sosta dei SUV come a Parigi?

ZZZZach89 X – Referendum Suv Parigi 2024

La strada che porta a un blocco della circolazione dei mezzi pesanti potrebbe passare attraverso un sistema disincentivante come fatto a Parigi. Tutte le recenti politiche dell’amministrazione milanese si sono concentrate sulla limitazione alla circolazione dei veicoli, Area B, Area C e il modello di “città dei 15 minuti” importato proprio dalla capitale francese. Proprio a seguito dell’esito positivo del referendum di domenica 4 febbraio 2024, avente come domanda “Pro o contro la creazione di una tariffa specifica per il parcheggio delle auto individuali pesanti, ingombranti e inquinanti?”, l’amministrazione parigina ha deciso di introdurre una tariffa di 18 euro all’ora per parcheggiare i SUV. Milano seguirà ancora una volta l’esempio della Ville Lumière?

Leggi anche: Stop ai SUV a PARIGI: parcheggiare costerà come una multa. Si farà anche a MILANO?

Continua la lettura con: Una PIOGGIA di BUCHE a Milano

FABIO MARCOMIN

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Il PRIMO VIAGGIO del TRENO HYBRID di Trenitalia (VIDEO): il percorso e le prossime estensioni

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fsnews.it - Interno Intercity Hybrid

Il debutto del nuovo convoglio green. Scopriamo come è fatto e in quale altre tratte ferroviarie è previsto il suo utilizzo.

Il PRIMO VIAGGIO del TRENO HYBRID di Trenitalia (VIDEO): il percorso e le prossime estensioni

# Il debutto sui binari dell’Intercity ibrido sulla Taranto – Reggio Calabria

 

Il nuovo convoglio Hybrid City di Trenitalia ha fatto il suo debutto in servizio regolare dopo la presentazione del 22 marzo 2024. Il primo viaggio dell’Intercity ibrido HTR 412 n.033 è avvenuto il 25 marzo tra la stazione di Reggio Calabria Centrale e quella di Taranto, con sosta in 21 fermate oltre i due capolinea. In totale sono 7 i convogli previsti in circolazione, in sostituzione di quelli attuali composti da locomotive Diesel D.445 e carrozze UIC-Z di 2a Classe

# I nuovi convogli a tripla alimentazione

fsnews-it – Nuova livrea Intercity

L’investimento complessivo è pari a 60 milioni di euro, fondi PNRR direttamente assegnati a Trenitalia, per costruire treni più confortevoli ed ecologico grazie a ridotti consumi. Prevista una tripla alimentazione (elettrica, diesel e a batteria) che permette di tagliare le emissioni di CO2 dell’83% rispetto agli attuali treni a motore diesel.  

# Nuovo colore della livrea e denominazione dei servizi

fsnews.it – Interno Intercity Hybrid

I convogli si compongono di 4 carrozze e mettono a disposizione 200 posti con sedili rivestiti in tessuto 100% ricavato da plastiche riciclate, posti dedicati ai passeggeri con disabilità o mobilità ridotta e 8 posti bici. Cambia anche la livrea dei nuovi Intercity, di colore azzurro per evidenziare l’italianità di Trenitalia e che diventa azzurro scuro per gli Intercity notte. Vengono aggiornate anche la denominazioni dei servizi: per l’IC giorno “Plus” identifica la prima classe e “Easy” la seconda, per l’IC notte ci sono le opzioni di “Easy”, “Comfort”, “Relax” e “Superior”. 

# Estensione del servizio a Lecce e Bari Centrale, poi fino in Basilicata

fsnews.it – Intercity Hybrid

Attualmente è costruzione il secondo convoglio nello stabilimento Hitachi di Pistoia che consentirà l’ulteriore estensione del servizio. Dal 9 giugno 2024 è infatti programmato il prolungamento della tratta fino a Lecce e Bari Centrale con le coppie di treni 564, 562 e 558, 566. Nelle fasi successive i nuovi treni verranno messi in servizio anche sulla rete ferroviaria della Basilicata.

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: Da MILANO a ROMA in tempo RECORD: le due nuove corse FRECCIAROSSA SUPERVELOCI

FABIO MARCOMIN

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La COLOMBA è nata a MILANO: storia e leggende del più tipico dolce pasquale

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La Pasqua si avvicina e sono sicura che in molti hanno già pensato al menù da portare a tavola. Sono tantissime le ricette tipiche di questo periodo ed ogni regione ne ha una propria, ma sulle tavole di milioni di italiani non mancherà di certo lei, il dolce pasquale per eccellenza: la colomba. La sua origine è lombarda e risale al secolo scorso, ma diverse leggende, ben più antiche, raccontano la sua nascita. Quali sono?

La COLOMBA è nata a MILANO: storia e leggende del più tipico dolce pasquale

# Il dolce che fece di Pavia la capitale del regno longobardo

credits: it.wikipedia.org

La prima leggenda, riportandoci al 572, fa risalire l’origine della colomba all’epoca longobarda. Si narra che il re Alboino, valicate le Alpi, mosse guerra all’Italia assediando Pavia. Dopo tre anni di assedio, la resistenza cittadina venne sconfitta e l’esercito dei barbari conquistò la città.

I Pavesi, per evitare la furia degli assalitori, regalarono loro dei soffici dolci a forma di colomba, come gesto di pace. Secondo la leggenda fu proprio questo dono che evitò il saccheggio della città e portò Pavia ad essere nominata capitale del nuovo regno.

# La regina Teodolinda e la benedizione di San Colombano

credits: pintamedicea.com

Un’altra leggenda vede protagonisti la regina Teodolinda e il santo priore irlandese San Colombano. Sembra che quest’ultimo, intorno al 614, arrivò a Bobbio e venne invitato dai sovrani a unirsi ad un sontuoso banchetto.

Poiché era periodo di Quaresima e quindi di digiuno e penitenza, Colombano rifiutò le carni troppo ricche, provocando l’offesa della regina. Ingegnosamente però, riuscì a cavarsela, affermando che avrebbe mangiato quelle pietanze solo una volta averle benedette.

La leggenda narra che appena Colombano fece il segno della croce con la mano, le carni si trasformarono in dolci e candide colombe di pane. La sovrana, sbalordita, donò all’abate il territorio di Bobbio dove nacque proprio l’Abbazia di San Colombano che, da allora, viene raffigurato nell’iconografia cristiana con una colomba bianca sulla spalla.

# Le colombe come segno di buon auspicio nella battaglia contro Federico Barbarossa

credits: sapere.it

C’è un’ultima leggenda che prova a spiegare la nascita del dolce. Torniamo indietro al 1176, alla battaglia di Legnano, che vide i Comuni della Lega Lombarda sconfiggere l’esercito dell’Imperatore Federico Barbarossa.

Si narra che un condottiero vide due colombi posarsi sopra le insegne della Lega, indifferenti alla battaglia che si avvicinava, ed interpretò questa scena come un segno di buon auspicio. Per diffondere coraggio ai propri uomini, fece dunque confezionare da cuochi e panettieri dei pani a forma di colomba.

# L’unica certezza: l’invenzione di Dino Villani negli anni ‘30

credits: qbquantobasta.it

Questi racconti ci fanno intuire che anche in passato dovevano esistere dei preparati a forma di colomba, ma la vera storia del dolce, che tutti gli anni si posa sulle nostre tavole, è un po’ meno affascinante e sicuramente più recente.

Dobbiamo fare un tuffo nella Milano degli anni ’30 e incontrare Dino Villani. Il famosissimo pubblicitario era all’epoca direttore della campagna commerciale della Motta, già famosa per la produzione dei panettoni, e per sfruttare al meglio i macchinari, ideò un dolce che assomigliava a quello natalizio. Unendo farina, burro, uova, zucchero e una ricca glassa di mandorle, nacque così la colomba pasquale, che oggi, partendo da Milano, ha sicuramente fatto moltissima strada.

Continua a leggere: Milano&Cucina: Panettone di Milano 

CHIARA BARONE

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Il LOCALE SEGRETO di MILANO ambientato nel PROIBIZIONISMO anni ’20… in cui si accede solo con una PAROLA D’ORDINE

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Credits: @whiterabbitmilano IG

La zona Isola di Milano è famosa per i numerosi locali. Ce ne sono talmente tanti che camminando, quasi non ci si accorge che tra un ristorante asiatico e un negozio di abbigliamento, c’è uno strano portone a vetrata che riporta una scritta che invita a suonare il campanello e attendere. Si può intravedere subito dietro una parete che sembra un armadio, ma in realtà è il vero ingresso al locale, da cui spunterà un cameriere che in silenzio attenderà da voi la parola d’ordine…

Il LOCALE SEGRETO di MILANO ambientato nel PROIBIZIONISMO anni ’20… in cui si accede solo con una PAROLA D’ORDINE

# “Se la luce è accesa suona pure il campanello, ne resterai sorpreso”

Credits: @whiterabbitmilano IG

In via Garigliano 4, all’Isola, è presente uno degli Speakeasy più spettacolari di Milano: il White Rabbit, un locale in cui è possibile entrare solo con una parola d’ordine: solitamente la risposta ad un indovinello che ti inviano per e-mail previa richiesta sul sito. 

# Il White Rabbit, un viaggio negli anni ’20

Ma l’unicità di questo locale non finisce qui. Appena varcata la soglia, si mette piede oltreoceano, 100 anni prima, in pieno periodo proibizionista statunitense. Arredamento in legno scuro, camerieri elegantissimi sia nell’abbigliamento sia nei modi, dettagli d’epoca come macchine da scrivere, lampadari imponenti e poltrone art déco. Il tutto immerso in una profonda penombra e nelle note del Jazz e dello Swing di quegli anni.  

Lo spazio interno è piccolo e molto intimo. Una scala a chiocciola conduce al piano superiore, una mansarda che affaccia sul bancone bar e sulla loro parete di bottiglie e alcolici. Esiste anche un piano sotterraneo, in cui è possibile organizzare feste con a disposizione costumi e oggetti d’epoca

# La Criminal List

White Rabbit
Credits: @whiterabbitmilano IG

I cocktail che propongono sono un’esperienza unica: studiati nel minimo dettaglio come delle vere e proprie opere d’arte, prendono i nomi da famosi gangster della Storia e per questo la lista dei cocktail è chiamata la “Criminal List”. 

Per coloro che invece non amano sperimentare, è possibile richiedere anche i cocktail più classici come lo Spritz. 

Credits: @whiterabbitmilano IG

Uscire dal locale e tornare nel mondo reale e odierno è sicuramente un pochino destabilizzante, come se davvero si fosse appena usciti da un mondo a sé stante. In quel momento ci sentiamo un po’ tutti come Alice, che uscita dal paese delle meraviglie quasi non riconosce più il posto da cui proveniva.

Continua a leggere con:I LOCALI di Milano dove succedono COSE STRANE

ALICE COLAPIETRA

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l 7 LUOGHI FISICAMENTE più CURIOSI di Milano

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Milano è una continua scoperta, bellezze nascoste e particolari insoliti si possono ritrovare in ogni angolo della città, spesso però qualche dettaglio può sfuggire all’occhio non allenato. Ecco che per essere pronto per la prossima passeggiata esplorativa ti svelo 7 dei luoghi più curiosi di Milano di cui non tutti conoscono l’esistenza.

l 7 LUOGHI FISICAMENTE più CURIOSI di Milano

#1 Il castello di carte 

credits: @lotusgreen
IG

Quante volte da bambini ci siamo ritrovati a fantasticare immaginando draghi sui palazzi della città, case fatte di zucchero filato e piccoli gnomi circolare accanto a noi. Come diceva Pascoli bisognerebbe sempre guardare alla vita con gli occhi di un fanciullo e sorprenderci per le piccole cose. In questo caso Milano ci da una mano e per rimanere a bocca aperta ti basta andare all’incrocio tra viale Berengario e via Benedetto Brin, passeggiando tra i suoi edifici residenziali si trova un vero castello di carte.

Un castello di carte, ma di quelli che neppure vento e pioggia possono abbattere. Questa piramide dall’apparenza precaria da le spalle a castello Pozzi, edificio costruito nel 1929 dal Cav. del Loro Claudio Tridenti Pozzi, il re della moda milanese dal 1876, e che ospita molte collezioni private. Il significato dell’opera è avvolto nel mistero e forse è proprio in esso che risiede il suo fascino.

Sembrerebbe che l’opera sia nata dal desiderio di celebrare il genio Fiorucci, il suo marchio e quello di Missoni, ma allo stesso tempo unire l’arte e la moda e mostrarla a tutti. Insomma, il castello di carte di via Berengario vuole essere un gioco per l’immaginazione e la creatività, ognuno è libero di immaginarsi ciò che desidera e tornare bambino.

Leggi anche: Il castello di carte

#2 L’oasi dei fenicotteri rosa

credits: milano da vedere

Ci spostiamo nel Quadrilatero del Silenzio, circondato dalla pace di questo quartiere residenziale, mentre ammiriamo le facciate dei palazzi stile liberty ad un tratto sentiamo un brusio, come un fischiettare: tra le foglie delle piume rosa… –dei fenicotteri a Milano?!

I flamingos sono arrivati in città, e da ben più di cinquant’anni! Ma in che modo, volando? Gli antenati degli attuali esemplari arrivarono nella City grazie a Romeo Invernizzi, proprietario della villa, che oltre ad essere un abile imprenditore era amante di natura e animali.  Sebbene molto affezionato alla sua vita di campagna, un giorno il Cavalier Invernizzi decise di assecondare la moglie nel trasferirsi in città, ma ad un’unica e ben chiara condizione: l’importazione dal Sud America di una colonia di fenicotteri rosa direttamente nel suo giardino.

Ed è così che in Via dei Cappuccini 7 arrivarono questi esemplari esotici che donarono un tocco di magia e pace alla villa e ai suoi proprietari. I discendenti dei fenicotteri degli anni ’70 sono presenti tutt’oggi grazie alla Fondazione Invernizzi, attuale proprietaria della villa ereditata direttamente dai signori Invernizzi con la clausola di prendersi cura dei loro stravaganti animali da compagnia.

Leggi anche: 7 cose che non sapete dei fenicotteri di Milano

#3 La metro che “fa le capriole”

Credits: moovit

Efficienza, velocità e praticità. Quando si pensa alla metropolitana nell’immaginario collettivo ritroviamo la sua funzionalità pur rimanendo associata ad un semplice mezzo. Un posto oscuro dove scendere con le scale mobili (mi raccomando mantenendo la destra se no si viene caciati da Milano). Insomma, la metro è quel tramite che si usa quotidianamente con il telefono in mano e senza darci troppa attenzione, in fondo si è sottoterra, cosa mai ci potrà essere di così interessante. E invece sei nella City neanche la metro può essere banale.

Infatti, se per caso prendi la metro M2 tra Famagosta e Assago o a nord Est a Cimiano rimarrai stupito nel vedere come si diverta a salire e scendere passando da sottoterra alla luce del sole. Ed è così che, anche dai vetri della metro, potrai dar sfogo alla tua curiosità e godere del panorama di Milano e non più solo quello dello schermo del tuo smartphone.

Ma le capriole della M2 non sono finite: pochi sanno che nel tratto che va da Cascina Gobba a Cologno Nord non è solo in superficie, ma addirittura sopraelevata. L’unico tratto della metropolitana milanese nel quale si è adottata tale soluzione.

Leggi anche: M2: 7 record curiosi della metro dell’hinterland

#4 Coloris, in villaggio globale stilizzato

Coloris

E se poi decidi di cambiare e dalla metro verde passi alla lilla arriverai alla fermata Tre Torri e passeggiando troverai lui: Coloris. Forse in pochi lo conoscono per nome, ma se sei stato in City Life è impossibile che non ti sia fatto scattare una foto vicino. Quest’opera dalla forma bizzarra è un’altra curiosità di Milano a cielo aperto.

L’opera è stata realizzata da Pascale Marthine Tayou ed è composta da una pavimentazione in calcestruzzo nella quale sono stati piantati circa cento pali metallici di color pastello dove all’estremità è posizionato un uovo. Il nome lascia poco alla fantasia, ma ciò che forse non immaginavi è il significato sottostante questa scultura contemporanea. Infatti, l’opera desidera chiamare l’attenzione su problemi sociali come le migrazioni con il desiderio di un futuro villaggio globale senza confini precisi.

La base raffigura la terra, i pilastri colorati sono segno di unione tra i popoli, ma le uova? Sono l’enigma della scultura, rifacendosi ai simboli esoterici hanno significato di rinascita. Si può dire che Coloris rispecchi perfettamente l’idea di una Milano slanciata verso il futuro, senza però dimenticare il passato. Allora, hai già aperto la fotocamera?

#5 Le ossa della chiesa San Bernardino

Chiesa di San Bernardino alle Ossa. Credits: @lavy.92 IG

Decorazioni fatte con teschi e vertebre, stipiti delle porte incorniciati da femori, no non è il set di un film horror, ma l’Ossario della Chiesa di San Bernardino alle Ossa.

Vicinissimo al Duomo, è una delle chiese più insolite e strane di Milano. La cappella contenente tutte le ossa è raggiungibile direttamente dall’ingresso. Procedendo verso destra si apre un piccolo ambiente a pianta quadrata ospitate una nicchia che ospita la statua della Madonna Addolorata inginocchiata presso Gesù morto. Le pareti, quasi interamente ricoperte da crani e ossa umani, creano un’atmosfera lugubre e allo stesso tempo misteriosa. I resti appartengono probabilmente ai morti dell’ospedale del Brolo dedicato alla cura dei lebbrosi e alle salme traslate dai cimiteri seicenteschi soppressi, mentre i teschi sopra la porta d’ingresso appartenevano ai condannati a morte.

Vorresti sapere un’altra macabra curiosità? Una leggenda narra che il 2 novembre, Giorno dei Morti, una bambina, i cui resti si trovano presso l’altare dell’ossario, torna a vivere trascinando gli altri scheletri in una danza spettrale. Visitare questa chiesa non è di certo per chi è debole di stomaco!

#6 L’Oreggia, molto più di un citofono

Credits: @dilyalondon
Citofono orecchio

Milano non smette di stupire ed è così che a due passi dalla villa dei fenicotteri ti aspetta un’altra bizzarra sorpresa: il primo citofono d’Italia! Insomma, mi dirai, dopo aver visto fenicotteri, un castello di carte e una chiesa ricoperta di ossa, cosa potrà mai avere di sorprendente un citofono, certo una bella invenzione. Ma non è finita qui, perché non ti ho ancora raccontato della sua insolita forma ad… orecchio!

Si, hai sentito bene il primo citofono d’Italia è un orecchio ed è anche una prestigiosa opera d’arte. Ci troviamo a Casa Sola Busca, in via Serbelloni 10 (chiamata dagli amici “Cà dell’Oreggia”), pensa a tutti gli ospiti che per entrare dovevano suonare e parlare ad una gigante orecchia di bronzo.

L’ideatore di questa originale scultura è Adolfo Wildt, famoso esponente dell’Art nouveau italiana. La realizzò negli anni Trenta e da all’ora è soprannominato l’oregiàt  (l’orecchiaio) per la sua passione certamente fuori dal comune. Ormai, far visita alla così detta “oreggia” è una meta d’obbligo, non solo per chi ricerca gli artefatti più stravaganti, ma anche per chi crede nella sua leggenda. Si dice che chiunque si avvicini e gli sussurri un desiderio, un giorno lo vedrà realizzarsi, beh tentar non nuoce!

#7 Le case igloo di via Lepanto, Siberia o Milano?

E per finire il nostro tour dei luoghi più curiosi di Milano non potevano mancare le case igloo di via Lepanto. Ci siamo spostati a nord, ma non così a nord come pare, non siamo in Siberia, bensì nel quartiere Maggiolina, a ridosso del villaggio dei Giornalisti.

È qui che tra palazzi stile liberty e ampi parchi possiamo trovare queste insolite costruzioni ideate dall’architetto Mario Cavallè. Costruiti nel 1946, gli otto igloo di cemento, furono una brillante risposta al bisogno di alloggio delle famiglie sfollate a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Essi originariamente erano delle unità abitative provvisorie che grazie alla loro tecnica di costruzione a pianta circolare permettevano la massima libertà nella sistemazione degli spazi. Purtroppo, nonostante la loro efficienza, ebbero vita breve e sei di loro vennero abbattuti negli anni Sessanta.

Ma grazie al pronto intervento dell’architetto Luigi Figini oggi possiamo ancora ammirarne due esemplari e fantasticare su come sarebbe viverci. Insomma, chi se lo aspettava che fosse possibile ritrovare degli igloo anche in mezzo a Milano. E tu, ci abiteresti?

Continua la Lettura con: La classifica dei 7 LUOGHI TURISTICI più SOTTOVALUTATI di Milano (mappa)

SARA FERRI

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LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

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r-italy-reddit - Rete alta velocità Italia

La situazione attuale, i problemi da risolvere e come si potrebbe migliorare il servizio sull’intera rete ferroviaria italiana.

LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

# La crescita del servizio dell’alta velocità in Italia: 1000 chilometri veloci

r-italy-reddit – Rete alta velocità italiana

Il servizio dell’alta velocità italiana ha registrato un’esplosione negli ultimi 15 anni, soprattutto lungo la tratta Milano-Roma che è passata da 16.439 a 51.358 treni e da 1 milioni di passeggeri a 3,6 milioni. Bisogna sottolineare come alcune direttrici servite da treni veloci, come la Milano-Venezia, non hanno ancora l’infrastruttura adeguata e anche una volta terminata non si raggiungeranno mai i 300 km/h. In totale ci sono circa 1.000 km di rete veloce, dove la velocità è superiore ai 200 km/h, senza contare quelli in corso di realizzazione sulla Milano-Venezia, tra Napoli e Bari e quelli previsti tra Salerno e la Calabria.

Leggi anche: NAPOLI-BARI ad ALTA VELOCITÀ : dimezzati i tempi di viaggio

# L’aumento dei ritardi

Questo aumento dell’offerta, complice anche diversi fattori quali manutenzione non all’altezza e interruzione del servizio per vari motivi (indicenti, attraversamento di persone non autorizzati in gallerie e di animali sui binari), ha provocato un sensibile aumento del numero di ritardi e del ritardo medio su tutta le rete. Nonostante tutto però il servizio fa gola a molti, si viaggia su treni comodi, puliti e con servizi di alto livello, e per questo sempre più amministrazioni chiedono fermate nei propri territori, come ad esempio sulla tratta oltre Napoli. 

# La smania di fermate e stazioni dedicate

credits: vidivale72 IG – Stazione AV Mediopadana

Non sempre però avere una stazione dell’alta velocità è sinonimo di un servizio efficiente per la comunità. Il caso emblematico è quello di Reggio Emilia Av Padana che accoglie un traffico di 10 volte inferiore rispetto alla stazione del capoluogo emiliano, per avendo solo il 42% in meno di popolazione. Il motivo di tale differenza è da addebitare alla posizione della stazione, distante dal centro cittadino alla quale è mal collegata e scomoda per gli altri centri minori quali Parma e Modena, non potendo quindi fungere da nodo di interscambio visto che serve l’auto per arrivarci. Per questa ragione i residenti  delle due città hanno chiesto una fermata del Frecciarossa nelle rispettive stazioni sulla linea storica, una soluzione che sarebbe ancor più controproducente.

# La separazione dei flussi consente un servizio ottimale

Credits sierraalpha_ita IG – Frecciarossa 1000

Proprio la separazione dei flussi, tra servizi standard e dell’alta velocità, consente di avere un servizio più efficiente sulla rete veloce, al netto del peggioramento degli ultimi anni dovuti ai fattori sopra elencati. Non è un caso che Trenitalia abbia di recente eliminato alcune corse del Frecciarossa tra Milano e Bologna sulla linea storica. Il problema risiede quindi non tanto nella carenza di stazioni dell’alta velocità, quanto nella mancanza di alternative nei collegamenti tra i centri minori e tra questi ultimi e i grandi nodi.

# La scomparsa dei servizi Intercity e degli interregionali e le coincidenze scomode

Zugfinder – Puntualità treni lunga percorrenza Italia

L’aumento dell’offerta dell’alta velocità è coincisa con l’eliminazione graduale dei servizi a medio raggio forniti da Intercity e interregionali. A questo si aggiunge che anche quelli sopravvissuti, insieme ai treni regionali, hanno registrato un peggioramento del servizio in termini di puntualità e di durata del viaggio, come succede per i Frecciarossa e gli Italo. Come riporta la pagina “Pillole di Tram”, il sito Zugfinder ha piazzato i treni italiani a lunga percorrenza al decimo posto in Europa con il 67% dei servizi in orario, di poco davanti alla Germania.

La diminuzione dell’offerta di servizi intermedi, tra regionali e alta velocità, insieme alla crescita dei ritardi, comporta una perdita costante delle coincidenze da parte degli utenti e una conseguente inefficienza di tutta la rete ferroviaria.

# Come migliorare il servizio ferroviario italiano: intercity da ripristinare e più puntualità

Per migliorare il servizio ferroviario si potrebbe quindi pensare di ripristinare quello fornito dagli Intercity, ma sul modello europeo e quindi con treni ad accesso libero, senza supplementi o prenotazioni, e una cadenza tra i 30 e i 60 minuti. Allo stesso tempo Trenitalia e Ntv potrebbero rivedere la loro politica, riducendo il numero di treni ad alta velocità in circolazione e anche il prezzo dei biglietti. In questo modo potrebbero raggiungere lo stesso risultato economico, riempiendo i convogli che in certi orari della giornata sono poco utilizzati, e migliorare la puntualità dei loro convogli a beneficio di tutti i passeggeri.

Fonte: Pillole di tram

Continua la lettura con: Da MILANO a ROMA in tempo RECORD: le due nuove corse FRECCIAROSSA SUPERVELOCI

FABIO MARCOMIN

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“Siete INSETTI”: si sono venduti anche i TABELLONI dei TRENI

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“Siete insetti”: la scritta apparsa sui tabelloni informativi delle stazioni di Roma e di Milano, al posto degli orari di partenze e di arrivi. All’inizio si è parlato di allarme hacker. Ma poi è arrivata la vera notizia: si tratta di una campagna pubblicitaria di una nuova serie di Netflix: Il problema dei tre corpi. L’unica verità è che questi si sono venduti anche i tabelloni dei treni. Tutto lecito? E, soprattutto, considerando il messaggio non proprio edificante, è giusto che non esistano limiti alla pubblicità nei contenuti e sui mezzi utilizzati?

Continua la lettura con: Taxi volanti a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Le 7 NUOVE costruzioni RESIDENZIALI più affascinanti in arrivo a Milano (Foto e Mappa)

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Ten Milano

Esplode la bufera giudiziaria sui progetti senza autorizzazione, eppure continua la costruzione di nuovi complessi abitativi in città. Scopriamo le novità “in regola” in arrivo da est a nord ovest est passando per il centro.

Le 7 NUOVE costruzioni RESIDENZIALI più affascinanti in arrivo a Milano (Foto e Mappa)

#1 Il Gate Central alle colonne di San Lorenzo

Gate Central

Gate Central alle colonne di San Lorenzo colma un vuoto lasciato da decenni nel centro della città. Consiste in edificio di quattro piani e tredici appartamenti, con tipologie previste di trilocali o tagli superiori, con servizio di security attivo 24 ore al giorno, parcheggio e Wi-Fi ultraveloce. A rendere ancora più esclusiva questa costruzione è il contesto in cui si colloca, i proprietari potranno affacciarsi dalle proprie finestre e vedere oltre alle colonne dalle finestre anche la Basilica di San Lorenzo e saranno a pochi passi dagli scavi romani dalla Conca del Naviglio e Porta Ticinese. 

Leggi anche: Gate Central: RITORNO AL FUTURO per le COLONNE di SAN LORENZO

#2 Lo charme delle “Dimore Milanesi” in Via Comelico

Dimore Milanesi

“Dimore Milanesi” è un progetto che conserva le linee del palazzo esistente cercando di tutelare il fascino e l’eleganza stilistica del passato con una rivisitazione in chiave moderna. Siamo a pochi isolati da Piazza Cinque Giornate. La caratteristica principale di ogni singolo appartamento è lo charme, con tagli che vanno dal bilocale alla villa con patio, con materiali e finiture di alto pregio. Per non tralasciare la natura al centro del complesso si trova un giardino riservato ai condomini.

#3 The Hug, l’ “abbraccio” in Via Piranesi

The Hug

Il progetto a firma dello Studio Asti Architetti e promosso da Nexity dal nome di “The Hug”, chiamato così per la sua struttura (in italiano significa abbraccio), è in realizzazione in via Piranesi 38. Si tratta della sostituzione di un edificio ad uso uffici con un complesso residenziale di 99 appartamenti, dal bilocale al pentalocale, fino agli appartamenti su due livelli. In tutto sono tre edifici caratterizzati da un architettura comune in questi ultimi anni, con balconi protetti da frangisole verticali che riproducono il legno e un disegno apparentemente casuale per le aperture di balconi e finestre. Un rigoglioso giardino interno ad uso condominiale è previsto nella corte interna. La consegna degli appartamenti, ce ne sono ancora di disponibili, è prevista a partire dal 2025.

#4 Ten Milano, la casa con “vista” Parco delle Cave

Ten Milano

L’intervento TEN Milano, a cura di Asti Architetti, prevede la riqualificazione di un edificio esistente in Via Sella Nuova 10. Si tratta di palazzo dallo stile contemporaneo con bilocali, trilocali e plurilocali e una facciata che consente ad ognuno di avere terrazze vivibili. Al piano terra si affianca al giardino una lobby dalla quale accedere a diversi spazi comuni quali un’area coworking, un’area fitness e sala polifunzionale per famiglie e bambini.

#5 Treseizeroliving, due torri immerse in un giardino in Certosa

Trezseieroliving

In zona Certosa sono in costruzioni due torri immerse in un giardino, a due passi da Villa Schleiber. Gli appartamenti ampi e luminosi, con balconi e terrazze con affacci ariosi e una vista panoramica grazie alla mancanza di ostacoli all’orizzonte. Due edifici che giocano sulle aperture e sui volumi dando vita a un’architettura elegante e raffinata grazie anche all’uso sapiente di materiali e colori. In totale 127 appartamenti, tra bilocali, trilocali e quadrilocali.

#6 Crespi Corso Genova, una reinterpretazione della case di ringhiera con giardino nascosto in zona Darsena

Crespi Corso Genova

A pochi passi dalla Darsena e dai Navigli sta per nascere Crespi Corso Genova. Una reinterpretazione della case di ringhiera, un progetto contemporaneo, raffinato e di classe con tutti gli appartamenti studiati con criteri funzionali e flessibili. Gli spazi sono stati pensati per essere adatti allo smart working e con arredi intercambiabili. All’esterno c’è un giardino nascosto allestito con piante e vegetazione ad alto fusto, una sorta di orto botanico pensato per godere di una grande privacy.

#7 House Quanta Club, due torri “green” nel club dello sport di Affori

House Quanta Club

House at Quanta Club si inserisce in un contesto dinamico, dove lo sport, il divertimento e il relax sono al centro, con un progetto pensato per il benessere, la sicurezza e il comfort. Nel club sono infatti presenti 30 strutture per praticare oltre 20 discipline, tra cui nuoto, tennis, beach volley. Il complesso residenziale si compone di due torri caratterizzate da linee pulite e leggere che accompagnano cromie naturali perfettamente integrate nel contesto verde: la Torre Betulla di 8 piani e la Torre Faggio di 12 piani, per un totale di 68 appartamenti.

Continua la lettura con: Nuove COSTRUZIONI: i 5 WORK in PROGRESS più INTERESSANTI tra quelli meno noti a MILANO

FABIO MARCOMIN

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Il ritorno al futuro del mercati al coperto più antico di Milano

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Credits: pannozzom, IG

Dopo un periodo di restauro e rinnovo negli spazi, nella primavera 2022 ha riaperto al pubblico con le sue funzioni originarie il più antico mercato coperto di Milano. Il ritorno alle origini con un tocco di classe: a due anni di distanza quali sono i suoi fattori di successo?

Il ritorno al futuro del mercati al coperto più antico di Milano

# La nuova stagione del mercato coperto di piazza Wagner

Credits: original_rossoro, IG

Un investimento di 660mila euro ha consentito al mercato coperto più antico di Milano, quello di Piazza Wagner, di riammodernarsi a marzo 2022 dopo 6 mesi di lavori. Nello specifico gli interventi hanno riguardato il rifacimento dell’impianto idraulico ed elettrico, con la realizzazione di nuovi impianti di riscaldamento e raffreddamento, e infine l’installazione di nuovi infissi e dell’impianto fotovoltaico. A due anni di distanza, qual è l’impatto che si può notare?

enjoyingmilano IG – Mercato Comunale Wagner

La nuova veste sembra innanzitutto consentire una migliore fruizione della struttura che mette a disposizione ben 46 punti vendita, gestiti dai 28 storici operatori commerciali, con un’offerta che copre tutte le forme di spesa alimentare: dal pesce alla carne, dalla frutta alla verdura, dal formaggio al pane, tutto, dal dolce al salato. Ma le novità principali sono altre.

Leggi anche: Torna alla luce il MERCATO all’ISOLA 

# Presente anche un bar e uno spazio polifunzionale, disponibile anche il wifi gratuito

Credits: pannozzom, IG

La struttura, inaugurata nel 1929, si caratterizza per un impianto in ferro che nel tempo si è ampliato ospitando nuovi banchi, fino alla ristrutturazione moderna. Al suo interno oltre alle postazioni di vendita di prodotti alimentari è presente ora anche un bar, uno spazio polifunzionale, che offre servizi di ambulatorio medico e aiuto compiti per i più giovani, e per chi vuole navigare in internet è disponibile il WiFi gratuito. Queste dunque le principali novità anche se sul suo successo impatta anche quello che accade attorno alla struttura. 

Leggi anche: Il SUPERMERCATO più BELLO d’Italia 

# Il suo successo dipende anche dai dintorni: le strade di negozi tipici

 
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Attorno al mercato sono poi diverse le attrazioni che si possono trovare camminando a piedi:

  • i Giardini: Parco Guido Vergani (Pagano): meglio conosciuto come parco di Pagano può essere l’ideale dopo un’abbondante pranzo. Presenti diverse aree cani e aree gioco per bambini, ospita una ricca varietà di piante
  • il Teatro Nazionale: in piazza Piemonte uno dei più importanti e vecchi teatri di Milano, costruito negli anni 20 e ristrutturato qualche anno fa, conosciuto oggi per i spettacoli proposti, in primis  musical, serata di gala ed eventi;
  • i grattacieli gemelli: sempre in Piazza Piemonte, i due iconici edifici in stile eclettico degli anni 20. Sono i primi grattacieli della città, anche se per i nostri standard attuali sono decisamente bassi con i loro 38 metri d’altezza, ma un secolo fa vennero battezzati come tali e abbiamo mantenuto l’abitudine fino ad oggi. 

Infine da considerare che il mercato si trova al centro di un’area ricca di negozi tra i più interessanti di Milano, che si concentrano tra Piazza Piemonte, via Marghera, via Buonarroti, via Belfiore, corso Vercelli, oltre alla stessa piazza Wagner. 

Leggi anche: Il MERCATO COPERTO più grande del mondo: una città nella città 

 

Continua la lettura: Qual è il SUPERMERCATO più amato dai milanesi? I 5 PUNTI VENDITA più popolari in città

Articolo di SARH IORI aggiornato dalla redazione

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SANITÀ SVIZZERA: COME FUNZIONA e perché potrebbe essere un MODELLO da IMITARE

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Sanità svizzera

Tutti i domiciliati in uno dei cantoni della Confederazione Elvetica sono obbligati a sottoscrivere una polizza assicurativa e a contribuire alle spese del servizio sanitario. E a chi non se lo può permettere ci pensa il Cantone. Questo in sintesi un sistema sanitario che potrebbe farci da esempio. Ma vediamo quanto paga ogni cittadino e come funziona il sistema nel dettaglio. 

SANITÀ SVIZZERA: COME FUNZIONA e perché potrebbe essere un MODELLO da IMITARE

# Obbligo di sottoscrizione di polizza assicurativa con una franchigia minima di 300 franchi annui (circa 25 euro al mese)

pixabay-GDJ – Svizzera

Per accedere ai servizi della sanità svizzera tutti i domiciliati nella Confederazione Elvetica sono obbligati a sottoscrivere un’assicurazione malattie di base e a pagare mensilmente i premi della cassa malati per la quale hanno optato. Gli importi variano in base al cantone di residenza e alle compagnie assicurative. L’assicurazione non rimborsa però in modo integrale le spese perché oltre alla franchigia da versare annualmente, minimo 300 franchi (poco più di 300 euro), e i premi mensili, bisogna contribuire alle spese del servizio sanitario. Tutti coloro che si trasferiscono in Svizzera devono assicurarsi entro tre mesi dall’arrivo.

# Prevista la partecipazione ai costi di cura fino a 700 euro

Come succede parzialmente anche in Italia, è prevista la partecipazione ai costi di cura. In Svizzera tale contributo è calcolato in una percentuale del 10% per coprire le fatture medico-sanitarie, per alcuni farmaci anche del 20%, per arrivare ad un massimo di 700 franchi. Se si viene ricoverati in ospedale si deve corrispondere un contributo giornaliero di 15 franchi. 

# Tutti devono essere assicurati: chi ha problemi può ricevere un sussidio cantonale per la cassa malati

Sanità svizzera

Ci sono comunque diverse possibilità di ridurre i premi assicurativi, che aumentano quasi ogni anno. La prima è quella di aumentare la franchigia, quella più elevata è di 2.500 franchi (poco più di 200 euro al mese), il secondo è accettare delle specifiche condizioni, come quella di consultare il call center della compagnia assicurativa prima di rivolgersi a un medico o di acquistare le medicine solo in certe farmacie. Infine, dato che i premi non dipendono dai redditi o dalle disponibilità finanziarie personali o della famiglia, si può chiedere un aiuto al Cantone di domicilio e ottenere dei sussidi dalla cassa malati. Le casse sono obbligate a fornire un’assicurazione di base a tutti, mentre la richiesta di un’assicurazione complementare, come succede in Italia, può essere negata a chi presenta malattie croniche, fattori di rischio elevati o a chi è anziano.

# Il 55% dei costi ospedalieri è a carico dei cantoni, il 45% delle casse malati

Lo Stato partecipa alla copertura dei costi per i ricoveri ospedalieri attraverso i singoli cantoni, per una percentuale pari al 55%, il restante è invece a carico delle casse malati. Le spese relative ai trattamenti ambulatoriali sono sostenute delle compagnie assicurative, motivo per cui i cantoni tendono a ridurre la durata delle degenza in favore della cura dei pazienti in ambulatorio. 

Ai cantoni è demandato di stilare l’elenco degli ospedali convenzionati, che possono quindi fatturare i costi per le cure al cantone di domicilio o alla assicurazione malattie di base, obbligati a garantire l’assistenza sanitaria alla popolazione in base a un “mandato di prestazione”. Le cure mediche e le specializzazioni fornite dai singoli istituti ospedalieri sono fissate dai cantoni per evitare duplicati e contenere i costi. 

# Il controllo sui medici che operano in regime di libera professione

Medici svizzeri

Le casse malati svolgono anche una funzione di controllo sui medici che svolgono il loro lavoro in modo autonomo per quanto la congruità dei costi sostenuti per prescrizioni e trattamenti. Se vengono ritenuti elevati rispetto alla media i medici potranno essere sottoposti a procedimento giudiziario ed essere obbligati a coprire di tasca propria le spese delle prestazioni mediche. Le casse malati devono infatti pagare solo le prestazioni ritenute “efficaci ed economiche” definite da norme e inserite in apposite liste. 

# Come sono definite le tariffe

Anche le tariffe applicate da medici e altri fornitori sono stabilite per legge. Per le cure ambulatoriali è prevista una tariffa di prestazione individuale, mentre negli ospedali vengono applicate invece le tariffe forfettarie della SwissDRG, un’istituzione comune dei fornitori di prestazioni, degli assicuratori e dei cantoni nell’ambito del sistema sanitario nazionale svizzero.  

Fonte: swissinfo

Continua la lettura: Rifare il PASSAPORTO: in SVIZZERA 7 MINUTI, in ITALIA 7 MESI

FABIO MARCOMIN

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Da MILANO a ROMA in tempo RECORD: le due nuove corse FRECCIAROSSA SUPERVELOCI

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Alta velocità Milano-Roma

Con l’orario invernale sono state aggiunte altre due corse. Record anche nel numero di Frecciarossa: nell’ora di punta la frequenza è da metropolitana.

Da MILANO a ROMA in tempo RECORD: le due nuove corse FRECCIAROSSA SUPERVELOCI

# Toccano quota 100 i Frecciarossa quotidiani tra Milano e Roma

Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano

Da dicembre 2023 è cambiata l’offerta dei treni dell’alta velocità proposta da Trenitalia. Per chi si sposta tra Milano e Roma per svago o lavoro si arriva fino a 100 Frecciarossa giornalieri, contando servizi in circolazione in entrambi i sensi di marcia. I posti a sedere messi a disposizione sono arrivati a un totale di oltre 50.000. 

# Due treni da record: dalla Stazione Centrale a Roma Termini in sole 2 ore 50 minuti, 10 minuti in meno dei più veloci

Credits trenomania80 IG – Frecciarossa

Tra i nuovi treni aggiuntivi spicca la nuova coppia di Frecciarossa no-stop da Milano alla capitale con un tempo record: appena 2 ore 50 minuti. Questi gli orari: il convoglio numero 9681 parte dalla Stazione Centrale alle 20:35 e arriva a Roma Termini alle 23:25, il numero 9682 parte da Roma Termini alle 5:38 e arriva a Milano Centrale alle 8:30.

Il servizio no-stop ha visto quindi l’esclusione delle due stazioni di porta dal percorso, Milano Rogoredo e Roma Tiburtina. A questi due viaggi bisogna poi aggiungere i 7 già presenti con una durata di 2 ore e 59 minuti.

# Come una metropolitana grazie ad altri sei Frecciarossa con fermate intermedie

Credits silvyghi IG – Frecciarossa Roma Termini

Nelle ore di punta il collegamento Milano-Roma diventa come una metropolitana, grazie a un treno ogni 15 minuti, compresi altri 6 Frecciarossa aggiuntivi con con numero di fermate intermedie variabili in base alla corsa e tempi di percorrenza a partire da 3 ore e 10 minuti.

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: La METRO più VELOCE del MONDO: come un FRECCIAROSSA sottoterra

FABIO MARCOMIN

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Il quartiere ebraico di Milano

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elterun80 IG - Sinagoga Milano

Pochi sanno che anche a Milano c’è un quartiere ebraico, anche se le attrazioni e riferimenti culturali di questo popolo sono sparsi per la città. 

Il quartiere ebraico di Milano

# La nascita della comunità ebraica grazie a Napoleone

elterun80 IG – Sinagoga Milano

La comunità ebraica a Milano ha una storia relativamente recente: i primi arrivi risalgono agli inizi dell’800 grazie alle libertà concesse da Napoleone, ma nel 1890 si contavano già 2000 persone su un totale di 400.000 milanesi. Inizialmente raccolti  attorno ad un piccolo oratorio in Via Stampa 4, vicino all’appartamento del rabbino Prospero Moisè Ariani, nel 1892 fu inaugurato il Tempio di Via Guastalla. Progettato in stile eclettico, dall’architetto Luca Beltrami, divenne il centro della vita liturgica della comunità con gli uffici annessi, distrutto e ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e ristrutturato di nuovo nel 1997.

# Il quartiere ebraico a Milano

Quartiere Ebraico

Il Quartiere Ebraico di Milano si è però sviluppato altrove: precisamente  all’altezza della fermata della linea rossa Bande nere. Qui si trovano la maggior parte dei ristoranti e dei negozi kasher, piccoli supermercati con le prelibatezze da tutto il mondo, pasticcerie, fornai. Tra questi il Kosher Paradise, un delizioso negozio con tanti prodotti della tradizione ebraica e Da Tuv Taam dove si può assaporare il miglior challah della città.

Maps – Scuola Ebraica

Sono presenti inoltre diverse sinagoghe, una residenza per anziani, oltre alla sede della Comunità Ebraica con tutti i gradi delle scuole, dalla materna alla liceo, nel grande complesso di Via Sally Mayer 4/6. Il vecchio edificio scolastico in Via Eupili, in zona Sempione/Arco della Pace, oggi ospita una sinagoga, la loggia del Bene Berith e il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.

# La Casa 770, uno dei 16 cloni sparsi nel mondo

porta venezia
Casa 770

Rispetto ai classici quartieri ebraici delle altre città del mondo, le attrazioni e i riferimenti culturali per gli ebrei milanesi sono sparsi per Milano. Oltra alla Sinagoga Centrale, troviamo infatti Casa 770, chiamata l’Olandese, in via Poerio. Si tratta di un clone di altre 15 case sparse per il mondo, con architettura in stile neo-gotica, e quella milanese è l’unica in Europa. Le altre sono a New York, nel New Jersey, a Cleveland e a Los Angeles negli Stati Uniti d’America, a Montrèal in Canada, a Ramat Shlomo, a Kfar Chabad, Kfar Tapuach, Kiryat Ata e Zikhron Ya’aquov in Israele, a San Paolo in Brasile, a Buenos Aires in Argentina, a Melbourne in Australia, a Santiago del Cile e in Ucraina. 

Un vero e proprio luogo simbolo per la comunità ebraica ortodossa dei Lubavitcher e per questo iniziò a essere imitata in diversi Paesi. Per la città è un punto di aggregazione, un riferimento culturale, dove si organizzano eventi che spaziano dalle esposizioni artistiche agli assaggi della tipica cucina ebraica.

# Altre sinagoghe in città

Interno sinagoga
Credit: bethshlomo.it – Interno Sinagoga

Si possono poi trovare altre sinagoghe, in Porta Romana c’è quella di Beth Shlomo con una storia particolare e che è anche un centro studi, al Giambellino, in zona Castello Sforzesco e anche in Porta Venezia.

Leggi anche: La curiosa storia di BETH SHLOMO, la prima Sinagoga di Milano (ma nata in Calabria)

Continua la lettura: Per un’altra MILANO: un NUOVO QUARTIERE SATELLITE?

Articolo di DANIELE VASTA aggiornato dalla redazione

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LOCALI CULT di Milano LONTANO dal CENTRO dove trascorrere una bella serata (MAPPA)

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Credits martig1993 IG - Fuorimano

Nord Sud Ovest Est: la mappa dei locali lontani dal centro dove trascorrere la serata. 

LOCALI CULT di Milano LONTANO dal CENTRO dove trascorrere una bella serata (MAPPA)

NORD

Locali Top Milano Nord (clicca per la aprire la mappa)
Locali Top Milano Nord (clicca per la aprire la mappa)

#1 Fuorimano OTBP, aperitivo e dopo cena in un hangar con terrazza-giardino

Credits martig1993 IG – Fuorimano

Bicocca. Un locale dove poter prendere un aperitivo, oltre che gustarsi un brunch o fare un pranzo veloce, allestito come un grande hangar, con tanto di terrazza-giardino con piscina. Si mangia pizza gourmet, focacce, hamburger ed un luogo ideale anche per il dopocena.

Indirizzo: via Roberto Cozzi, 3

#2 La ribalta, il birrificio artigianale a vista

Bovisa. Un luogo di incontro e di confronto, dove poter ascoltare musica dal vivo assistere a degustazioni di birra, dato che è soprattutto un birrificio artigianale. Nato dall’idea di alcuni ex studenti che si sono formati in Germania, il locale è interamente a vista ed dotato di cucina e ampio cortile. Non mancano gli eventi di musica live.

Indirizzo: via Cevedale, 3

#3 Rob de Matt, il locale basato su progetto di inclusione sociale e lavorativa

Credits robdemattmilano IG – Rob de Matt

Dergano. Un ristorante e bistrot basa su un progetto di inclusione sociale e lavorativa, che è anche associazione di promozione sociale, e che si rivolge a persone con storie di marginalità e svantaggio. Al suo interno lavorano infatti persone con problemi psichici, da qui il nome.

Indirizzo: via Enrico Annibale Butti, 18

#4 Spirit de Milan, swing e dialetto milanese in un ristorante realizzato in un ex spazio industriale

Bovisa. Uno dei locali più caratteristici di Milano, aperto in un ampio spazio stile industriale, con palco e pista da ballo. Si mangia esclusivamente piatti della cucina milanese, con tavoli in condivisione. Famoso per le sue serate a tema, in primis quelle dedicate allo ballo, su tutti lo swing, e le lezioni di lingua milanese. 

Indirizzo: via Bovisasca, 57/59

#5 Al Tempio d’oro, con il culto del buon cibo

Bicocca. Si definisce “ristorante, birreria, punto d’incontro tra differenti culture, generazioni e popoli…Tutto, tranne che un luogo di culto!“, a parte quello del buon cibo. Un locale che propone aperitivi con buffet abbondante, piatti multietnici e birra buona a prezzi bassi. Spesso ci sono esibizioni di musica dal vivo.

Indirizzo: via delle Leghe, 23

#6 Osteria del Biliardo

Affori. Locale dalla tipica atmosfera anni ’70, con tavoli da biliardo, pavimenti e spazi originali del periodo. I piatti proposti sono attenti alla stagionalità dei prodotti e si uniscono a una ricca scelta di formaggi di latte crudo e salumi provenienti da piccole realtà, insieme a vini, birre artigianali. Si può giocare anche a carte, con i giochi in scatola, oltre che assistere a spettacoli musicali e ad eventi culturali e artistici.

Indirizzo: via Enrico Cialdini, 107

SUD

Locali sud Milano (clicca per ingrandire la mappa)
Locali sud Milano (clicca per ingrandire la mappa)

#1 Erba Brusca, il ristorante con orto sulle sponde del Naviglio Pavese

Naviglio pavese. Sulla sponda destra del Naviglio Pavese, nel punto in cui al posto delle case iniziano a comparire le cascine, c’è questo ristorante con orto. La cucina propone sapori intriganti, con solo prodotti stagionali e da fornitori altamente selezionati, biologici e da filiera corta, mentre nell’orto erbe aromatiche e verdure della tradizione contadina lombarda.

Indirizzo: Alzaia Naviglio Pavese, 286

#2 Osteria Bel Sit, cucina tradizionale milanese e spettacoli di cabaret

Barona. Un ambiente super goliardico, dove vanno in scena spettacoli di cabaret, aperitivi Stand-Up Comedy e cene spettacolo. Un locale storico anni 70-80 dove si balla e si canta e dove si mangia cucina tradizionale milanese e focaccine fatte in casa.

Via Barona, 51

#3 Ristorante 4cento, un ristorante nelle foresteria di un monastero del 1400

Vigentino. Ai margini sud della città una location ricavata in una vecchia foresteria di un monastero del 1400, con un giardino segreto, un elegante terrazza e un cucina creativa italiana che rimanda a sapori antichi

Indirizzo: via Campazzino, 14

#4 Trefor Café, aperitivo o cena in una chiesa sconsacrata

San Donato. In questo caso usciamo un po’ dai confini della città. In questo locale restaurato che altro non è che una chiesa sconsacrata del ‘500, sono ancora visibili gli affreschi sui muri e il soffitto a cassettoni, a tavola si possono gustare ottimi aperitivi e piatti creativi. Presente anche un cocktail bar nel giardino.

Indirizzo: Via Triulziana, 8 – San Donato Milanese

OVEST

Locali Milano ovest (clicca per ingrandire la mappa)

#1 Mare Culturale Urbano, un mix tra mare e campagna in città

Credits silviagavioli__ IG – Mare Culturale Urbano

San Siro. Un’antica cascina del ‘600 rimessa a nuovo e trasformata in un luogo vivo e attivo ogni giorno. Al suo interno una birreria artigianale, ristorante/pizzeria forno a legna e tanti eventi ogni settimana la sera. In estate il cinema all’aperto seduti nelle sedie a sdraio, come essere in spiaggia.

Indirizzo: via Giuseppe Gabetti, 15 (traversa di via Novara)

#2 Garage Moulinski, con musica dal vivo di tutti i generi

Certosa. Nato riprogettando un garage, il nome è ispirato all’anti-eroe dei fumetti di Bonvi. Questo locale serale con cucina propone musica dal vivo di tutti i generi, il sabato, il venerdì, il giovedì e spesso anche il mercoledì. L’appuntamento fisso del venerdì è con il jazz. 

Indirizzo: Via Antonio Pacinotti, 4

#3 La Ratera, piccola birreria con menu casereccio con nuove proposte quotidiane

Trenno. Una piccola birreria su due livelli con veranda, un locale caratteristico arredi semplici e informali e una cucina che propone risotti, pizza e dolci casarecci. Ogni giorno cambia il menu, scritto su una lavagnetta appesa al muro.

Indirizzo: via Luigi Ratti 22

EST

Locali Milano Est (clicca per ingrandire la mappa)
Locali Milano Est (clicca per ingrandire la mappa)

#1 Birrificio di Lambrate, la mecca per gli amanti della birra

Lambrate. La capostipite dei birrifici artigianali milanesi, aperta nel 1996 quando aprirono i primi birrifici artigianali, e da allora punto di riferimento per gli amanti della birra di Milano. Si possono gustare le birre che hanno nomi che rievocano la Milano di una volta direttamente alla spina. Nel quartiere sono presenti il birrificio, il pub e il ristorante, questi ultimi rigorosamente in stile inglese.

Indirizzi: via Privata Gaetano Sbodio, 30/1- (pub), via Adelchi 5- (ristorante) via Golgi 40

#2 La Balera dell’Ortica, un ritrovo leggendario dove scatenarsi con il liscio

Ortica. Un ritrovo leggendario con trattoria, bocciofila, musica dal vivo e balli old syle. Nel locale creato dalla famiglia Di Furia vengono proposte specialità abruzzesi, pietanze romagnole e la possibilità di scatenarsi nel ballo liscio nell’aampia area all’aperto. 

Indirizzo: via Giovanni Antonio Amadeo, 78

#3 Union club, un locale vivace con birra a basso prezzo

Città Studi. Un luogo vivace votato ai giovani, con una proposta che vede birra a basso prezzo, cocktail e un buffet abbondante all’ora dell’aperitivo. Il locale si presenta con oggetti vintage, arredi riciclati e pareti super colorate. Rimane aperto fino alle 2 di notte.

Indirizzo: via Moretto da Brescia, 36

#4 Nu, con terrazza panoramica

Lambrate. Un ristorante con un’ottima vista panoramica oltre che di una grande terrazza fruibile con la bella stagione, aperta dal lunedi al venerdi per aperitivi e apericena dalle 18.00, al sesto piano dell’omonimo design hotel. La cucina ha un’impronta moderna, a base di pesce e rotazione stagionale, incentrata su una rivisitazione dei piatti della tradizione italiana. 

Indirizzo: Via Feltre 19

Continua la lettura: 10 LOCALI a Milano dove MANGIARE BENE… SPENDENDO POCO

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Siamo i più puliti d’Europa. E di gran lunga

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I più puliti d’Europa? Gli italiani. Gli unici del Vecchio Continente a farsi la doccia ogni giorno (il 95%). Una bella notizia? Non per tutti i punti di vista.

Siamo i più puliti d’Europa. E di gran lunga

# I più “sporchi”? I nordici

Pubblicati i dati su quanta popolazione negli stati europei si fa la doccia ogni giorno. Gli italiani risultano gli unici a farsi la doccia per oltre il 95% del totale. Una sola nazione segue a distanza di una decina di punti, tra l’85% e il 95%: il Portogallo. Dietro una voragine: solo Spagna e Grecia sono tra il 75% e l’85%. La gran parte delle nazioni europee registrano meno del 65% di abitanti che si lava tutti i giorni. Con percentuali in picchiata nei paesi del centro-nord Europa. Fonti: geomapped e wikipedia. Un dato che ci potrebbe rendere fieri. Eppure, in realtà, nasconde una critica molto “attuale”. 

# Le considerazioni sulla classifica

Una classifica che si presta a diverse considerazioni, non tutte di segno univoco. Vediamole.

  • Tendenzialmente ci si lava di più nei posti caldi e meno in quelli freddi. 
  • Francesi e inglesi confermerebbero lo stereotipo di popoli che si lavano poco
  • In fondo siamo o non siamo il popolo del bidet?
  • Per noi è un motivo di orgoglio. Ma per altri siamo invece nel mirino: nell’epoca del climate change siamo visti come quelli che sprecano più acqua. Che l’Unione Europea provvederà con qualche nuova restrizione anche per le docce che ci possiamo fare?

Continua la lettura con: Milano: boom di centenari

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“Milano paga 19 MILIARDI di imposte a Roma e riceve 500 MILIONI”: Sala alza la voce sull’AUTONOMIA della città, anche se sbaglia per difetto

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città globali
Credits: Andrea Cherchi

Sala alza la voce sul tema dell’autonomia riprendendo un tema caro a questa testata: l’assurda disparità tra quanto Milano produce e quanto invece riceve indietro dal governo. Una sproporzione che non ha eguali al mondo e che la riforma delle autonomie non intacca, dato che concede ancora più poteri alle regioni, ma riducendo di fatto l’autonomia alle città più importanti come Milano. E dire che il dato riportato da Sala è pure sbagliato per difetto: in realtà quello che Milano dà allo Stato è il doppio di quanto dichiarato dal sindaco. 

“Milano paga 19 MILIARDI di imposte a Roma e riceve 500 MILIONI”: Sala alza la voce sull’AUTONOMIA della città, anche se sbaglia per difetto

# La legge sulle autonomie penalizza Milano

Beppe Sala IG

“Contesto la riforma sull’autonomia, dà spazio alle Regioni” e “Milano paga 19 miliardi di imposte a Roma e riceve 500 milioni”: queste in sintesi le dichiarazioni del sindaco di Milano al convengo de Il Foglio Quotidiano su ‘Idee creative per un’Italia più attrattiva’ di scena il 23 marzo 2024.   

Queste le sue parole: “Dati dell’Agenzia delle Entrate: le imposte sul reddito di persone fisiche milanesi e sulle imprese con sede a Milano che vanno su Roma ogni anno sono pari a 19 miliardi. Quanti sono i versamenti che Milano riceve da Roma a vario titolo sui trasporti? 500 milioni, le nozze con i fichi secchi. Io contesto duramente quest’ipotesi di riforma sull’autonomia che dà spazio alle Regioni”. Sala parla invece della “città metropolitana” di Milano come una possibile soluzione, rilanciando l’idea di una “controproposta” sull’autonomia perché “così com’è non ha senso storico. Possiamo immaginare di avere venti politiche energetiche per venti regioni? La politica energetica non è neanche più italiana, ma europea se è seria. Va fatta una riflessione”. (ANSA)

# In realtà il residuo di Milano è ancora più alto: riceve dallo Stato l’1% di quanto versa

 

Credits: www.ultimenotizieflash.com

In realtà i dati sono ancora più drammatici. L’OCSE calcola in 312 miliardi il PIL prodotto nell’area metropolitana di Milano, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano. Applicando il tasso di pressione fiscale reale in Italia, significa che Milano versa oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune, quindi circa il doppio di quanto dichiarato dal sindaco. Cifra che arriva a 156 miliardi di tasse pagate allo stato, se si calcola l’area metropolitana di Milano, come viene definita dall’ OCSE.

Dei 40 miliardi versati allo stato quanti ritornano a Milano attraverso i trasferimenti statali? Dallo Stato il Comune di Milano riceve 125 milioni come contributi o trasferimenti statali, mentre dalla Regione riceve altri 309 milioni di cui 267 versati per il trasporto locale.
Complessivamente il Comune di Milano riceve dallo stato in via diretta o indiretta (tramite le Regioni) 450 milioni a fronte dei 40 miliardi che versa in tasse. Significa che poco più del 5% del bilancio è coperto dallo Stato e Milano riceve indietro dallo stato l’1% di quanto versa.

# La soluzione più semplice: far diventare Milano una città regione

la regione urbana di Milano secondo l’OCSE

Quello che il sindaco non dice è che non serve una variazione alla legge sulle autonomie per venire incontro alle esigenze di Milano. La soluzione più semplice è dare a Milano lo status di regione, come già attuabile secondo la Costituzione vigente.

E’ la stessa Costituzione italiana, nell’articolo 132, a prevedere le modalità con cui un territorio si può costituire in regione: 

“Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse (cfr. Cosa si potrebbe fare a Milano trattenendo i 9/10 di tasse)

Continua la lettura con: Milano città regione? Avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno (senza che lo stato ci rimetta un cent)

ANDREA ZOPPOLATO

copyright milanocittastato.it

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LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

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Lombardi

In realtà non era nata a Milano ma, sotto la Madonnina, aveva deciso di trascorrere l’ultima parte della propria vita, per poi lasciarci, sconfitta da un male incurabile, nella clinica San Camillo. Era nata a Frugarolo, in provincia di Alessandria, a pochi passi da Novi Ligure, zone in cui non si sa mai se sentirsi piemontesi, liguri o lombardi.

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

# Un record unico al mondo

Di Martin Lee – https://www.flickr.com/photos/kartingnord/25943578691/in/album-72157664023733134/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47748193 – Lella Lombardi

Parliamo di Maria Grazia Lombardi, nota a tutti come “Lella”, una delle donne che, negli anni Settanta, raggiunse una popolarità intensa, degna delle attrici più apprezzate o delle presentatrici più amate. In realtà però a lei, carina e mascolina, timida e grintosa, la popolarità non interessava, le prime pagine sulle riviste patinate la imbarazzavano, così nella vita privata tendeva sempre a nascondersi un po’, come chi i riconoscimenti li vuole solo per il lavoro che svolge.

Lella Lombardi, ancora adesso, rimane l’unica donna ad aver centrato la “zona punti” in un Gran Premio di Formula 1. Altre donne si sono cimentate nella massima serie delle competizioni automobilistiche: Maria Teresa De Filippis (negli anni ’50), la britannica Divina Galicia (anni ’70), la sudafricana Desiré Wilson (anni ottanta) e Giovanna Amati (1992), ma nessuna di loro ha fatto punti in gara. La Lombardi sì. Mettendo in gioco grinta e determinazione per domare potenti motori, in  un’epoca in cui (parliamo degli anni settanta) la contrapposizione “maschio-femmina” raggiungeva connotati straordinariamente forti, che coinvolgevano politica, cultura, mass media e vita quotidiana.

# La passione per i motori fin da bambina

Era nata il 26 marzo 1941. Sin da ragazzina si mise in evidenza, attirando le simpatie e l’affetto degli abitanti del piccolo paese di nascita. A nove anni, sulle ginocchia del padre, “maneggiava” già il volante dell’auto del genitore, poco dopo era già capace a condurre una vettura in piena autonomia. La passione per i motori arriva in modo naturale, prima ancora dell’adolescenza; comprò un’auto a rate, con l’aiuto del cognato, ma i suoi genitori non dovevano sapere niente. Il suo primo “manager” fu un conoscente di Frugarolo, che la accompagnava a Morano Sul Po, tra Casale Monferrato e Vercelli, dove c’era una pista sulla quale correva nella Formula Escort. Prima ancora aveva guidato i go karts, passaggio obbligato per la stragrande maggioranza dei piloti.

# Il debutto ufficiale nella formula Monza e la vittoria del campionato italiano di Formula 850

Nel 1965 Lella Lombardi partecipa alla sua prima gara ufficiale, nella formula Monza. Si capisce subito che la sua bravura alla guida e nella competizione non hanno nulla da invidiare agli uomini, sempre gentili con lei fuori dalla pista, ma spietati e tremendi quando si trattava di correre. Nel 1970 vince il campionato italiano nella Formula 850, un successo che le permette di partecipare nel ’71 al campionato inglese della Formula Ford. Nel 1974 passa alla Formula 5000, prende parte alla Rothmans Championship, che prevedeva 18 gare. Al termine del campionato arrivò con un ottimo quinto posto.

# L’approdo in Formula Uno con la March

Di Gillfoto – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22953188 – Lella Lombardi

Un importante manager le propose di passare alla F1, portandola nella scuderia inglese della Brabham. Non riuscì nell’intento di qualificarsi per il Gran Premio d’Inghilterra. Ci riprovò nel 1975 su una March, sponsorizzata dalla Lavazza. Si capì subito con con quel motore Lella avrebbe messo a dura prova la presunta superiorità dei maschi: contro di lei si schierano autorevoli piloti e più di un giornalista. Tutto andava bene fino a quando sembrava rimanere in un contesto di meritevoli prestazioni, senza però pestare i piedi ai colleghi maschi, ma appena Lella dimostra di poter vincere anche con bolidi di massima categoria, allora inizia a diventare un personaggio scomodo. 

# La conquista di mezzo punto nel Gp di Spagna del 1975, nessuna come lei

Il 27 aprile 1975 partecipa al GP di Spagna, a Barcellona: Lella Lombardi, sul circuito del Montjuich e a bordo di una March 751, riesce a qualificarsi per il Gran Premio, a 7 centesimi dalla pole di Niki Lauda. In quel weekend i piloti boicottano le prove per protestare contro il pessimo stato delle barriere di sicurezza. Il tracciato misurava 3.791 metri e  partiva dalla Recta de Las Fuentes, posta alla base della collina, per poi salire lungo larghe strade e curvoni, veloci, come La Pergola, Pueblo Español e Sant Jordi, passando vicino allo Stadio Olimpico, dove il circuito scollinava per rituffarsi verso il traguardo. Al 25° giro scoppia il dramma: la Hill del pilota tedesco Rolf Stommelen perde l’alettone, l’instabilità  fa piombare l’auto sulla folla. Sono quattro i morti e diversi i feriti, tutti tra il pubblico. Quattro giri dopo la direzione di gara decide di fermare la corsa: ai piloti è assegnato un punteggio dimezzato. Lella Lombardi a quel punto è sesta, dietro a Jochen Mass, Jacky Ickx, Carlos Reutemann, Jean Pierre Jarier e al suo amico Vittorio Brambilla. Conquista così mezzo punto ed entra nella storia dello sport, diventando fino ad ora l’unica donna ad aver centrato la zona punti in un GP di Formula Uno. Nel 1976 torna alla Formula Uno, ottenendo un buon 14° posto al GP del Brasile. Nell’ultima sua gara nella massima serie è dodicesima in Austria.

# Le vittorie alla 6 ore del Mugello e nel campionato europeo Turismo

Lombardi

Per Lella Lombardi la carriera prosegue nella categoria World Sportcar Championship dove, fino al 1981 si fa valere con buoni risultati. Primeggia con Giorgio Francia alla 6 ore del Mugello e giunge quinta nella 100 KM di Brands Hatch. Tra l’ ’82 e l’85 la nostra pilota si concentra sul campionato europeo Turismo, vincendo una quindicina di competizioni. Nel 1986 ci sono le prime avvisaglie della malattia: un cancro. La operano e lei, ancora con i punti “freschi”, decide di partire per la Spagna per l’ennesima gara.

Nel 1988 Lella Lombardi si ritira dalle competizioni diventando team manager della scuderia omonima. Nel 1992 il male ritorna, feroce ed aggressivo, viene ricoverata al San Camillo di Milano: poco dopo mezzogiorno del 3 marzo di quell’anno Lella Lombardi muore.

FABIO BUFFA 

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