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Una VACANZA in cambio di un LIBRO

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Credits: @donatella_luce63 Macchiagodena

Quest’estate il caro vita ha messo gli italiani e non di fronte ad una scelta: godersi le vacanze o risparmiare. Ma non c’è per forza bisogno di spendere tanto per farsi una vacanza, anzi. In Italia c’è un borgo che ha promosso un’iniziativa molto particolare: donare un libro in cambio di un soggiorno gratuito. Ecco di cosa si tratta.

Una VACANZA in cambio di un LIBRO

# L’iniziativa per riscoprire i borghi e la lettura

@sara.di.giacomo
Macchiagodena

L’iniziativa porta un libro e ti regalano una vacanza è volta ad incentivare il turismo in un borgo caratteristico del centro-sud Italia, ma anche a far interessare alla cultura, e nello specifico alla lettura, le persone. Il libro diventa il mezzo per scoprire nuovi luoghi. L’iniziativa si chiama “Genius loci – portami un libro e ti regalo l’anima” ed è stata ideata e promossa dal comune di Macchiagodena, un borgo di poco più di 1600 abitanti in provincia di Isernia, nel Molise.

# Il regolamento

@leavventuredimoni
Macchiagodena

Per aderire all’iniziativa il gioco era molto semplice. Fino al 12 luglio era sufficiente compilare il modulo di adesione presente sul sito del Comune e all’arrivo a Macchiagodena consegnare un libro con una dedica che spiega i motivi che hanno spinto l’ospite a visitare il paese. Chi può beneficiare della vacanza non deve però essere residente in Molise. Sul modulo di adesione bisognava anche segnare il periodo in cui si intendeva fare la vacanza e consegnarlo dall’1 al 12 luglio. Dal 21 luglio al 15 ottobre 2022 chi ha consegnato il modulo potrà godere del soggiorno gratuito: una volta arrivato in paese all’ospite verrà regalato un soggiorno in un B&B, casa vacanza, agriturismo, o affittacamere del borgo.

# Il borgo della lettura

@boncultureit
Macchiagodena

Fondato nel X secolo d.C., Macchiagodena è un antico borgo medievale molisano conosciuto anche come “Terrazza sul Matese”, perché il paesaggio circostante è dominato dal massiccio del Matese. Nel borgo le case in pietra e il Castello, ai tempi fortezza di avvistamento per il controllo dei confini, fanno fermare chi lo visita al tempo storico in cui fu creato. Da qualche anno però il borgo è diventato caratteristico anche per la sua attenzione alla cultura e soprattutto alla lettura. Dal 2016 Macchiagodena è infatti sede dei Borghi della Lettura, è parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo e dell’associazione Borghi Autentici d’Italia. Un amore per i libri che si vede anche in giro per il paese nelle panchine a forma di libro con citazioni importanti che si trovano.

Continua la lettura con: Tra mito e realtà: in SICILIA il borgo dove le CASE costano 1 EURO

BEATRICE BARAZZETTI

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CHAMOIS: a due ore da Milano l’unico comune vietato alle auto

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C’è un borgo dove le macchine non possono entrare: il paradiso della quiete. Non solo. A questo si aggiunge che il paese è immerso tra le Alpi. A due ore da Milano.

CHAMOIS: a due ore da Milano l’unico comune vietato alle auto

# La Perla delle Alpi: il 95% dei cittadini non voleva una strada

@hch22
Chamois

Borgo a 1815 metri di altitudine, nella Valtournanche, la valle laterale della Val d’Aosta. All’ombra del Cervino, denominato la Perla delle Alpi, Chamois è abitato solo da 110 persone che vivono in case di pietra e legno. La particolarità di questo borgo è che qui non sono ammesse le macchine: non solo, non è mai arrivato neppure l’asfalto. Nel pieno del Boom Economico italiano, nel 1965, a Chamois si dovette decidere se accogliere la modernità oppure no, ma i cittadini decisero categoricamente che questa non dovesse arrivare.

Il 95% dei cittadini votò contro la costruzione di una strada che li collegasse con la valle sottostante. Rimaneva, però, il problema di raggiungere la valle e alcuni servizi, così chiesero come soluzione una funivia.

# L’unico collegamento: la funivia

@funiviadichamois
Funivia chamois

Da quando fu costruita, la funivia diventò, e lo è tutt’ora, l’unica fonte di collegamento tra Chamois e il resto della valle. Altrimenti, zaino in spalla e voglia di camminare o pedalare. Il borgo, infatti, è sempre stato collegato al resto dei paesi attraverso sentieri percorribili a piedi o in bicicletta. Questo fa capire che il suo obiettivo non è mai stato quello di isolarsi dal mondo, ma semplicemente non ha mai voluto accettare una strada in asfalto e tutto ciò che ne consegue, auto e traffico. La ormai famosa funivia, prima molto piccola e dal 2001 più comoda e spaziosa, collega Buisson, frazione di Antey-Saint-Andrè, alla frazione di Corgnolaz, nel comune di Chamois.

# Chamois è una perla turistica

@hch22
Chamois

Nonostante sia impossibile raggiungerlo in macchina, Chamois è una vera e propria perla turistica montana. Con 17 chilometri di piste da sci in inverno e molti percorsi ed escursioni d’estate, ogni anno è visitata da un buon numero di persone.

Tra i sentieri più belli da percorrere c’è il sentiero di Seingles, tra 93 ripidi tornanti e scorci mozzafiato come le cascate del torrente Chamois, oppure il sentiero che collega la frazione Corgnolaz con il paese Le Magdaleine, una passeggiata adatta a tutti che fa parte dell’incantevole itinerario “La gran balconata del Cervino“.

Continua la lettura con: La CITTÀ dove si gira sui CARRELLI del MINIGOLF. Qui la macchina è abolita

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 AUMENTA il BIGLIETTO ATM: metro e bus subiscono un nuovo rincaro

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Credits Ufficio Stampa Atm - Tornello metrò contactless tessera

A breve distanza dal rincaro del 2019, il biglietto ATM aumenta di nuovo. Ecco quanto costerà.

🔴 AUMENTA il BIGLIETTO ATM: metro e bus subiscono un nuovo rincaro

# Fino a 30 centesimi in più per il biglietto ATM

leggo.it – Biglietto Atm

Se nel 2018 il biglietto per muoversi all’interno del territorio del comune di Milano costava 1,50 euro, nel 2019 ci fu un rincaro che scombussolò molto persone. Il costo del viaggio diventò 2 euro, un aumento di circa il 33%, giustificato però dall’agevolazione per chi veniva da fuori perché, insieme all’aumento del prezzo, era stato introdotto il sistema integrato STIBM (un solo biglietto per viaggiare in territorio urbano ed extra-urbano).

In autunno però il biglietto ATM registrerà un nuovo rincaro: potrà variare dai 10 ai 30 centesimi in più, non è ancora stato deciso. La notizia è stata data mercoledì mattina durante l’assemblea dei soci dell’agenzia del trasporto pubblico locale del bacino della città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Ma perché ci sarà questo rincaro?

# L’inflazione colpisce i biglietti ma non gli abbonamenti (per ora)

Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

Il regolamento tariffario regionale stabilisce che le tariffe debbano essere adeguate annualmente in base al tasso di inflazione definito dalla regione stessa con proprio atto, corretto in funzione di indicatori di qualità definiti dalle agenzie”. Il motivo del rincaro è quindi la normativa regionale che ha imposto a tutte le società dei trasporti lombardi, compreso ATM, di adeguare le proprie tariffe all’inflazione. Tuttavia, anche se sicuramente ci sarà un aumento del costo del biglietto, il Pirellone ha concesso alle aziende la libertà di differenziare le tariffe, per questo ATM ha scelto di aumentare il prezzo dei biglietti singoli e non degli abbonamenti. In questo modo si andrebbe a pesare il costo su chi viaggia occasionalmente con i mezzi pubblici piuttosto che su chi lo fa quotidianamente.

# L’assessore alla mobilità: colpa della Regione

@atm_milano
M1

Intanto, Arianna Censi, assessore alla mobilità del comune di Milano, dice “Se avessimo potuto scegliere, non avremmo certo deciso ora l’adeguamento tariffario all’Istat dei biglietti del trasporto pubblico locale, in un momento economicamente difficile per i cittadini. Ci siamo adeguati ad una norma che è stata imposta dalla regione Lombardia, a trazione leghista, con una legge approvata a luglio”. In effetti aumentare di nuovo il prezzo del biglietto ATM. in un periodo di crisi come questo, non aiuta di certo i cittadini, che già si trovano di fronte ad un continuo aumento dei prezzi dei beni primari e non.

Continua la lettura con: La STRATEGIA ATM per fermare il SALTO dei TORNELLI

BEATRICE BARAZZETTI

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CASE a Milano sempre più CARE: atteso un +12% nei prossimi TRE ANNI

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Credits Andrea Cherchi - Milano edifici

L’istituto di ricerca Nomisma e l’Agenzia delle Entrate prevedono un nuovo rincaro dei prezzi per l’acquisto di un nuova casa nel prossimo triennio, con Milano che si conferma la città più costosa d’Italia. Ecco come sta andando il mercato e le previsioni fino al 2024.

CASE a Milano sempre più CARE: atteso un +12% nei prossimi TRE ANNI

# In crescita la percentuale di italiani in cerca di casa 

credit: sinistraxmilano.org – Vendesi

In base a una ricerca condotta da Nomisma, che considera il triennio 2022-2024, la percentuale degli italiani in cerca di una nuova casa è del 3,7%. A questo si aggiunge un altro 9,6% che si prepara a farlo nonostante sia prevista una crescita dei prezzi fino al 2024. Secondo l’Agenzia delle Entrate il 2022 dovrebbe concludersi con una riduzione dei prezzi del 5,6%, anche se il periodo preso in considerazione è solamente il primo trimestre, e registrare un segno meno ancora nel 2023 per poi invertire il trend con un brusco aumento fino al 12% nel 2024.

# A Milano rincari da record con previsione di un +12% entro il 2024

Credits Andrea Cherchi – Milano edifici

La città che si prepara a registrare l’aumento maggiore è Milano. Oggi bisogna mettere in conto un rincaro del 6,3%, ma le previsioni entro il 2024 stimano il raddoppio di questa percentuale e quindi circa il 12%. Anche Roma segnerà un sensibile rincaro fermandosi però al 9%.

I fattori principali coinvolti in questa crescita sono il calo del mercato dei mutui, che in percentuale comporterà un importo mensile maggiore per poter ottenere lo stesso mutuo e rate più alte e l’inflazione conseguente anche alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina.

Leggi anche: Sempre più DIFFICILE COMPRARE CASA a Milano: PREZZI su del 10%. TREND o BOLLA che esploderà?

Continua la lettura con: Il “CITY POP” di Milano: i RENDERING dei nuovi micro appartamenti

FABIO MARCOMIN

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LERICI, l’angolo segreto di THAILANDIA, a tre ore da Milano

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Liguria, riviera di Levante. Sai che tra Lerici e Tellaro, sull’ultimo lembo di costa ligure oltre le Cinque Terre, c’è un angolo di paradiso che assomiglia alla Thailandia? In pochi lo conoscono, persino alcuni locali non ne hanno mai sentito parlare. Si tratta della “Caletta di Lerici”, un’insenatura stretta come un fiordo che tra grotte e faraglioni si allunga verso il mare.⁠

LERICI, l’angolo segreto di THAILANDIA, a tre ore da Milano

# La piccola Thailandia di Lerici dall’accesso segreto

@sapi80
Lerici, La Caletta Nascosta

Tra Lerici e Tellaro c’è un angolo di paradiso che assomiglia alla Thailandia. In pochi lo conoscono, persino alcuni locali non ne hanno mai sentito parlare, e chi sa della sua esistenza custodisce il segreto senza rivelarlo. Individuare l’accesso per quest’angolo esotico non è facile.

# La “Caletta di Lerici”: nascosta dietro un cancellone e un vicolo di 400 gradini

Si chiama la “Caletta di Lerici”: un’insenatura stretta come un fiordo che tra grotte e faraglioni si allunga verso il mare. Per raggiungerla bisogna prendere la direzione per Tellaro, si può parcheggiare gratuitamente sulla strada verso il camping Maralunga e poi camminare circa 150 metri. L’ingresso è pressoché irriconoscibile: dopo un cancellone verde c’è una scritta sul muro e un piccolo vicolo fatto di gradini, tra i 300 e 400 per la precisione. Basta iniziare a scendere i gradini e si arriverà a La Caletta.

# Una liana che oscilla con il vento

@ruggiero_russo76016
Lerici, La Caletta Nascosta

La Caletta di Lerici è nascosta tra il Golfo dei Poeti. Qui si può trovare la pace dei sensi, nessun rumore, solo le cicale e i grilli che cantano, accompagnati dal rumore del mare. La spiaggia è intima e molto piccola, in mezzo al mare emerge un alto faraglione e, guardando attentamente verso l’acqua, si può vedere una liana che oscilla al vento e raggiungibile solo a nuoto. La Caletta è un’area selvaggia, pressoché incontaminata. Le sue acque infine creano un gioco di colori tra l’azzurro del mare e il verde degli alberi riflessi, o il rosso del tramonto ligure.

Continua la lettura con: I CARAIBI ITALIANI a tre ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le più BELLE SPIAGGE sul TREBBIA per i milanesi

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Credits simon_891 IG - Spiaggia della Chiesetta

A poco più di un’ora da Milano si trova uno dei fiumi più freschi e cari ai milanesi. Noto per l’acqua limpida, le splendide spiagge e le ampie‎ piscine‎ naturali.‎ Ecco quali sono i punti ideali dove fermarsi per una giornata all’insegna del relax.

Le più BELLE SPIAGGE sul TREBBIA per i milanesi

#1 Berlina Beach, il paradiso naturale a Bobbio

@angiola_deseta IG – La Berlina Beach

La spiaggia del Trebbia più conosciuta è quella di Berlina Beach, nel comune di Bobbio, il “borgo più bello d’Italia”. Un paradiso naturale di pietre bianche, fondale sabbioso e acque cristalline e trasparenti dove sdraiarsi al sole e farsi massaggiare delle correnti del fiume. C’è anche un‎ piccolo‎ chiosco‎ da‎ cui‎ prendere‎ bibite‎ fresche‎ e‎ panini.‎ 

Leggi anche: il borgo più bello d’Italia a un’ora da Milano

 

Leggi anche: BERLINA BEACH: un PARADISO NATURALE a meno di 2 ore da Milano

#2‎ La‎ spiaggia‎ della‎ Chiesetta, con piccoli ciottoli e sabbia

Credits simon_891 IG – Spiaggia della Chiesetta

Proprio sotto al piccolo‎ borgo‎ di‎ Brugnello, da visitare per le sue caratteristiche vie e i due belvedere, troviamo la spiaggia della Chiesetta. Anche qui acqua‎ azzurra‎ e‎ limpidissima e la spiaggia è fatta di piccoli ciottoli e sabbia.

 

⁣#3‎ La‎ spiaggia‎ di‎ Case‎ Marchesi, perfetta per le famiglie

Credits erica_spiaggi IG – Spiaggia Case Marchesi

Appena dopo il paese di Rivergaro arrivando da Piacenza c’è la spiaggia di Case Marchesi. Si compone di sassi ed è perfetta per‎ le‎ famiglie‎ con‎ i‎ bambini grazie all’acqua molto bassa. Si rivela anche un punto ideale da cui partire per iniziare l’esplorazione della val Trebbia.

 

#4‎ I‎ Meandri‎ di‎ San‎ Salvatore, le spiagge più selvagge del fiume

Credits fabrizio.moruzzi IG – Meandri San Salvatore

Nei pressi della frazione di San Salvatore, dove il Trebbia diventa sinuoso e forma spettacolari anse, ci sono alcune‎ delle‎ spiagge‎ più selvagge: i Meandri di San Salvatore. Facendo molto attenzione, qui ‎l’acqua‎ è‎ abbastanza‎ profonda,‎ ci si può immergere e fare qualche nuotata.

 

#5 Le‎ spiagge‎ di‎ Ponte‎ Organasco, un vera chicca con acqua color smeraldo

Credits tamy_cri IG – Spiaggia Ponte Ornasco

Arriviamo all’ultima spiaggia, quella di Ponte Organasco. Tra tutte è quella meno conosciuta e famosa e per questo una‎ vera‎ chicca‎. Si trova sotto l’omonimo borgo medioevale, posto a quasi 500 metri sul livello del mare, e regala uno spettacolo di colore con le sue acque di un brillante colore smeraldo.

 

Fonte: fiamma_chic IG

Continua la lettura con: In ITALIA c’è una SPIAGGIA che sembra fatta di RISO

FABIO MARCOMIN

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Il GIARDINO SEGRETO di Milano con all’interno un MERCATO vintage

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Credits: @remira_market Remira Market

Tra Sarpi e Porta Nuova c’è un giardino segreto che pochi conoscono, eppure è un giardino dalle mille sorprese perché, non solo è molto grazioso, ma all’interno viene anche organizzato un mercato vintage. Ecco qual è.

Il GIARDINO SEGRETO di Milano con all’interno un MERCATO vintage

# Il giardino dei ragazzi dal futuro perduto

@Giardino Pubblico Federico Aldrovandi (FB)
Giardino Pubblico Federico Aldrovandi

Si tratta di un giardino che fino a qualche anno fa era in condizioni di degrado ma che è stato riscoperto da un’associazione milanese. Vicino alla Fabbrica del Vapore, precisamente in via Luigi Nono, 9, si trova il Giardino Aldrovandi, dedicato al ragazzo ucciso a Ferrara da quattro poliziotti, Federico Aldrovandi. Il giardino è stato recuperato da un’associazione composta da giovani under 35 che hanno voluto ricordare il 18enne per le ingiustizie che ha subito, ricordando allo stesso tempo tutti i ragazzi a cui è stato rubato il futuro.

Il Giardino Aldrovandi è stato recuperato infatti dall’associazione “Tempio del futuro perduto”, nome molto significativo, ed è nato come spazio per studiare, giocare e più in generale condividere. Qui nei weekend vengono spesso organizzati eventi, dalle serate di musica al mercato vintage.

# L’appuntamento vintage ogni seconda e quarta domenica del mese

@remira_market
Remira Market

Un giardino segreto ma molto attivo e che vuole farsi notare, è così che potremmo descrivere il Giardino Aldrovandi. Un luogo riscoperto da un’associazione che l’ha sistemato tramite una serie di eventi. Certamente importante, nonché appuntamento fisso al Giardino Aldrovandi, è il Remira Market, un mercatino vintage che si svolge ogni seconda e quarta domenica del mese (escluso agosto). Alla base del concept del Remira Market c’è non solo la necessità di prevenire alla radice la produzione di nuovi rifiuti, ma anche il voler ottimizzare l’energia utilizzata per la produzione della maggior parte degli oggetti in commercio. Il Remira Market apre alle 10:30 e chiude alle 17 e l’ingresso è ovviamente libero. Il prossimo appuntamento è domenica 11 settembre.

Continua la lettura con: Il GIARDINO SEGRETO di via Terraggio, il “magnifico” dono di Ludovico il Moro a Lorenzo de’ Medici

BEATRICE BARAZZETTI

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A Londra RITORNA il servizio completo della NIGHT TUBE. Ci sarà in futuro anche a Milano?

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Credits: modernrailways.com Night Tube

Dopo lo stop pandemico, è ripartita a tutti gli effetti la metropolitana notturna londinese. Mentre gli inglesi ne sono felici, i milanesi si chiedono perché la loro città continua a insistere con il blocco della metropolitana a mezzanotte e mezza.

A Londra RITORNA il servizio completo della NIGHT TUBE. Ci sarà in futuro anche a Milano?

# Riparte al 100% il servizio della Night Tube

@londontheinside
Londra

È ripartito ufficialmente il sistema di trasporto pubblico notturno nella capitale britannica. La Night Tube è infatti la metropolitana notturna di Londra che opera 24 ore su 24 il venerdì e il sabato. Dopo uno stop temporaneo causato dalla pandemia, durato parecchio tempo, e numerosissimi scioperi volti a far riattivare la metro notturna, la Night Tube è ripartita completamente. Alla fine del 2021 erano state riattivate le linee Central, Victoria e Overground, seguite poi a metà anno, precisamente a maggio e luglio, dalla Jubilee e dalla Northern. Oggi è ripartita anche la Piccadilly, portando al completo il servizio notturno metropolitano.

Una metro che viaggia 24 ore su 24 anche di notte durante il weekend garantisce sicurezza ai suoi cittadini e turisti. Dopo una serata e magari qualche drink mettersi in macchina e guidare non è l’idea migliore, per questo prendere un mezzo economico e veloce come la metropolitana è più sicuro.

# E a Milano? Il trasporto notturno in città

Linea notturna sostitutiva della M3
 Linea notturna sostitutiva della M3

E Milano? In una grande città un servizio di trasporto pubblico notturno è essenziale e la metropolitana è il mezzo più pervasivo di tutti. Eppure nella città meneghina non sembrano avanzare proposte di estendere il servizio metropolitano anche la notte. Ad oggi le metro viaggiano fino a mezzanotte e mezza circa per poi bloccarsi e riprendere intorno alle sei di mattina e, se in settimana non è strettamente necessaria l’estensione del servizio anche la notte, nel weekend sarebbe la soluzione ideale. Milano potrebbe seguire le orme della Night Tube londinese, ovvero attivare le sue metro 24 ore su 24 almeno il venerdì e il sabato.

Nonostante Milano non abbia la sua Night Tube, anche il capoluogo lombardo serve i suoi cittadini durante la notte. Una volta che si bloccano le metro, ci sono gli autobus notturni sostitutivi della M1 che fanno Quartiere degli Olmi-Bisceglie-Cairoli e Sesto 1° Maggio-Molino Dorino, a sostituire la M2 ci sono invece i pullman da Cascina Gobba a Piazza Abbiategrasso e per la M3 c’è un autobus che va da San Donato a Comasina, sostituendo l’intero servizio della linea gialla.

# Milano, perché non proviamo a prolungare gli orari delle metro?

Il servizio notturno di Milano si limita nella maggior parte dei casi alla città di Milano, senza andare oltre come invece fanno le metropolitane. In più la metro è più veloce del pullman, passa più spesso e può contenere più persone. Questo significa che nonostante ci siano le linee notturne sostitutive, una metropolitana 24 ore su 24 sarebbe molto più efficiente. Quindi Milano, perché non proviamo a prolungare gli orari delle metro? Almeno fino alle tre di notte, sarebbe già un bel compromesso.

Continua la lettura con: METRO di NOTTE a Milano: perchè no?

BEATRICE BARAZZETTI

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BLOCCHI del TRAFFICO a Milano: sarà il CAOS in autunno?

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Credits Andrea Cherchi - Milano dall'alto

Dal primo di ottobre i possessori di veicoli diesel euro 4 e 5 non potranno più circolare a Milano, a meno di utilizzare la “scatola nera” Move-In, le cui informazioni sono comunque sparse e frammentate. La denuncia di Quattroruote: sarà il caos!

BLOCCHI del TRAFFICO a Milano: sarà il CAOS in autunno?

# La denuncia di Quattroruote: sarà il caos in autunno per i divieti alla circolazione a Milano

Credits: milanopost.info
Area B

La testata giornalistica Quattroruote denuncia il caos che si prospetta in autunno con l’entrata in vigore dei nuovi divieti alla circolazione: “i possessori di una diesel Euro 5 o di un’altra vettura a gasolio o benzina […] dal prossimo 1 ottobre, non potranno più circolare in città o entrarne e uscirne se non passando sotto le 188 telecamere della famigerata Area B. Ovvero, gli “occhi” che sorvegliano i confini cittadini e spediscono in automatico le multe a chi viene privato del diritto alla circolazione.

Nel dettaglio a partire da quella data, salvo ulteriori proroghe, oltre ai veicoli benzina Euro 0-1 e quelli diesel da Euro 0 a Euro 3 anche con filtro particolato non potranno muoversi dentro l’Area B anche le categoria di veicoli Euro 2 benzina, diesel Euro 4 (anche con filtro antiparticolato) e i diesel Euro 5.

# Scarse informazioni sul sito del Comune di Milano per i cittadini in attesa della consegna di una nuova auto

auto parcheggiate
(pixabay)

Secondo Quattroruote, se da un lato sui siti del Comune di Milano sono chiari i divieti alla circolazione, dall’altro non lo sono ad esempio le modalità con cui un cittadino che è in attesa di una nuova auto di cui ha già sottoscritto un contratto di leasing, noleggio lungo termine o acquisto potrà evitare sanzioni fino alla consegna del mezzo: “La deroga concessa a chi “sottoscrive un contratto di acquisto, leasing o noleggio a lungo termine per un’auto nuova in sostituzione del veicolo soggetto al divieto entro il 14 settembre prossimo”, valida fino alla consegna del veicolo nuovo (e comunque non oltre il 30 settembre 2023): come farà, per esempio, l’automobilista a far valere il suo diritto basato su un “contratto di acquisto”? Dovrà tenerlo sempre in macchina, per esibirlo a un agente della polizia locale che lo dovesse fermare per un controllo? Lo dovrà sventolare davanti alle telecamere, che lo sanzioneranno comunque al momento dell’illegittimo accesso nell’area B? Dovrà poi farsi annullare l’eventuale multa negli uffici della polizia locale o fare ricorso, con tutto quello che ne consegue, al giudice di pace?

# Confusione anche sulla scatola nera “Move-In” 

Credits Regione Lombardia – Move In

Prosegue l’accusa di Quattroruote: “la nebbia avvolge anche le modalità precise di calcolo del bonus di “giorni di circolazione anche non consecutivo da fruire in un arco di tempo delimitato”, concessi ai proprietari delle auto che non saranno in regola da ottobre. Anche le informazioni sul funzionamento della scatola nera “Move-In” sarebbero sparse e frammentate sia sul sito dell’amministrazione milanese che su quello di Regione Lombardia. A questo si aggiunge la mancanza ad oggi del bando per definire requisiti e incentivi per l’acquisto di un’automobile meno inquinante. Ci stiamo avvicinando al caos di un autunno bollente?

Leggi anche: La SCATOLA NERA per consentire ad ACCEDERE in AREA B: come funziona

Fonte: Quattroruote

Continua la lettura con: Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni. L’attacco: siamo CITTADINI o BANCOMAT?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il “CITY POP” di Milano: i RENDERING dei nuovi micro appartamenti

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Credits The Plan - Citypop Monza frontale

Sono già da partiti da qualche mese i cantieri per la trasformazione di un ex-hotel nel nord di Milano in un complesso di abitazioni basate su un concetto rivoluzionario: il Citypop. Vediamo di cosa si tratta e gli ultimi rendering ufficiali.

Il “CITY POP” di Milano: i RENDERING dei nuovi micro appartamenti

# L’ex albergo ospiterà 300 micro appartamenti dedicati agli affitti brevi

credit: aziendabanca.it – Ex hotel viale Monza

Sono partiti nei mesi scorsi i lavori per la trasformazione dello stabile al civico 137/39 di Viale Monza, ex proprietà del Gruppo Unipol, per un radicale “cambio di destinazione”: le circa 300 unità saranno ottimizzate, rinnovate, arredate e provviste di ogni comodità, wifi incluso. Dalla lavanderia, al parcheggio interrato per gli utenti che ne usufruiranno, fino agli spazi comuni e i servizi di pulizia, palestra, monopattini e car sharing. L’investimento previsto è di 30 milioni di euro.

Le ex stanze d’albergo diventeranno dei micro appartamenti con metrature comprese tra 25 ai 60 mq, dedicati agli affitti brevi, da minimo 4 a massimo 52 settimane.

Leggi anche: In partenza i CANTIERI per le MICRO CASE POP a Milano: dove sono e quanto costano

# Il concetto rivoluzionario del Citypop

Credits theplan.it – Citypop

Il City Pop, “micro case”, è un concetto rivoluzionario dell’abitare soprattutto in Italia. L’idea della società immobiliare elvetica Artisa, titolare del progetto che è già in realtà in diverse città della Svizzera e della Germania, è di proporre abitazioni che garantiscano un vero e proprio servizio all-in-one.

La prenotazione dell’appartamento avverrà tramite app e il costo dell’affitto sarà calcolato secondo un algoritmo che tiene conto dell’offerta dei monolocali semi arredati in zona. Il target di questo servizio sono studenti, giovani coppie e lavoratori con necessità di spostarsi e sostare per brevi periodi in città evitando i costi degli alberghi.

Fonte: Urbanfile

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FABIO MARCOMIN

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I QUARTIERI VIAGGIANO sulla M5: scelti i distretti più iconici per accogliere i turisti sulla metro

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Porta Venezia - Illustrazione di Azzurro scuro, via YesMilano

Un’iniziativa voluta da YesMilano perché «a Milano ogni quartiere ha la sua estate merita di essere scoperto e vissuto»

I QUARTIERI VIAGGIANO sulla M5: scelti i distretti più iconici per accogliere i turisti sulla metro

# L’identità unica dei quartieri

Porta Romana – Illustrazione di Azzurro scuro, via YesMilano

Per accogliere i turisti internazionali attesi ad agosto, Milano ha in programma eventi sportivi, culturali e proposte come itinerari e visite guidate. Protagonista dell’estate 2022 è l’identità unica di quartieri iconici. L’iniziativa è di YesMilano, dal cui sito apprendiamo che «ogni quartiere ha la sua estate e merita di essere scoperto e vissuto per apprezzarne l’identità unica che si propone con originalità, anche in questo periodo dell’anno, attraverso una ricca proposta di attività».
Tra queste l’allestimento di un treno della lilla, sul quale è possibile apprezzare le illustrazioni dei quartieri che i turisti si apprestano a vivere o semplicemente visitare.

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# I quartieri ospiti della metro

Nolo – Illustrazione di Azzurro scuro, via YesMilano

La campagna di comunicazione dell’estate 2022, a Milano si fa “immersiva”. Il treno della M5 è decorato con le illustrazioni della giovane artista Azzurroscuro, che richiamano Brera, Navigli, Porta Romana, Porta Venezia, Sarpi-Chinatown, CityLife, Isola , NoLo e il Centro.

A corredo delle immagini anche un QR code, che i turisti potranno inquadrare per atterrare sulle pagine di YesMilano, per scoprire gli eventi sportivi e culturali, le visite e i tour guidati.
Il treno della lilla, così brandizzato, resterà in servizio dal 1 agosto per tutta l’estate, portando turisti e milanesi a spasso per la città sia fisicamente che idealmente attraverso le immagini di Azzurroscuro.

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# Le altre iniziative

Credits: Polette2 via Pixabay

Non sarà solo il treno della M5 a sobbarcarsi l’intero peso della comunicazione. Dal 1 agosto appaiono a Milano le millustrazioni che parlano dei quartieri di Sarpi, Porta Venezia, Porta Romana, Brera e i Navigli. Anche queste affissioni sono equipaggiate di QR code che rimanda al calendario delle iniziative. La campagna è anche proposta in 5 edicole del circuito Quotidiana  Porta Genova, Via Fabio Filzi, Piazza Giovine Italia, Via Castel Morrone e Crocetta – che mettono gratuitamente a disposizione dei turisti delle comode guide della città.

Secondo Martina Riva, Assessora con deleghe al turismo «i quartieri sono l’anima di Milano: raccontano storie emozionanti […] Con questa campagna diamo il benvenuto e qualche buon suggerimento per vivere Milano a chi arriva da fuori, ma anche a chi trascorrerà l’estate in città».

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# Le intenzioni dei promotori

Porta Venezia – Illustrazione di Azzurro scuro, via YesMilano

YesMilano ha preparato la comunicazione intorno alle intenzioni del Comune e di Camera di Commercio. Lo scopo è mettere in luce alcuni quartieri iconici della città, anche decentrati rispetto alle classiche rotte turistiche.
«Milano, anche durante la stagione estiva, si dimostra sempre più accogliente e attrattiva per i turisti che l’hanno scelta come destinazione» dichiara Elena Vasco di CCIA. Si deve quindi spingere  «nel valorizzare la forza di fascinazione e la capacità di intrattenimento della città, raccontando il patrimonio culturale e sociale dei diversi quartieri».

Tutto pronto per il benvenuto ai turisti e tenere compagnia ai milanesi che in agosto presidiano la loro città. Buona estate a tutti!

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LAURA LIONTI

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Le ISOLE DISABITATE PIÙ PAUROSE d’Italia

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Poveglia immaginata dall'artista seidmanart, da Instagram

Tra verità storiche e leggende del mare, alcune delle isole italiane regalano sorprese. Un passato lugubre o semplicemente oscuro aggiunge quel pizzico di brivido, capace di impaurire chiunque

Le ISOLE DISABITATE PIÙ PAUROSE d’Italia

# L’atlante della paura

Isola delle Femmine – Credits: isola_delle_femmine_ IG

Tra i quasi 8.000 km di coste italiane rientrano alcuni piccoli isolotti che, per le loro caratteristiche, sono stati oggetto di leggende popolari. Si tratta di lembi di terra emersa facilmente raggiungibile dalla terra ferma o dalle isole maggiori, ma che hanno conservato un certo isolamento. Proprio tale isolamento è la ragione principale per cui sono state poi scelte per ubicare addirittura luoghi di torture inenarrabili, oppure carceri inespugnabili che hanno ispirato uno dei romanzi simbolo della libertà individuale. Vediamo quali e dove sono.

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# Poveglia, la più infestata

Poveglia – Credits: samuele_boscolo IG

Nella romantica Laguna di Venezia c’è Poveglia, l’isola più lontana dalla terra ferma, che di romantico non ha nulla. È anzi la meta di turusti amanti del macabro.
Per due secoli tra il 1700 e 1900 Poveglia è stata la sede della quarantena per merci e marinai, per contenere la peste. Sebbene ci fossero il Lazzaretto Vecchio e quello Nuovo in due isole adiacenti, è su quest’isola che sono state trovate fosse comuni, in cui sono stati seppelliti un numero imprecisato di appestati.
Nel 1922 la struttura che doveva essere di convalescenza per anziani, è stata trasformata in un manicomio dove, pare, siano state praticate inenarrabili torture. La natura delle sevizie è stata così macabra da portare alla pazzia lo stesso Direttore del manicomio.
Poveglia è stata, ed è tutt’ora, la meta preferita dei ghostbusters provenienti da tutto il mondo.

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# Asinara, dal Neolitico al terzo millennio

Asinara – Credits: Antonellaspi via Pixabay

Dall’Uomo di Janes, prima testimonianza di insediamento umano risalente al Neolitico ad oggi, l’Asinara è stata teatro di qualunque scenario. È stata lazzaretto ai tempi della dominazione aragonese, poi annessa al Regno di Sardegna dai Savoia, che l’hanno scelta come loro residenza. Durante la Grande Guerra è stata il carcere dei soltati austro ungarici e, questa struttura, riutilizzata come carcere di massima sicurezza fin quasi al terzo millennio.
Nel 1997 infatti viene istituito il Parco Nazionale dell’Asinara, florida di turismo e meta di visite, che fanno scoprire le sue meraviglie incantate e la bellezza paesaggistica, storica e geografica.

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# Isola delle Femmine e la rincorsa delle leggende

Isola delle Femmine – Credits: margherita accascina via Pixabay

All’Isola delle Femmine le leggende si rincorrono tra loro. Alcuni raccontano che fosse la prigione dorata della bella Contessa di Capaci, relegata lì dal suo stesso Conte innamorato affinché nessun uomo la potesse visitare, a parte lui. Altri ancora dicono che la Torre sia la testimonianza di un carcere esclusivamente femminile.
Il più accreditato racconto narra di un gruppo di donne turche, ripudiate dalle proprie famiglie e condannate ad essere imbarcate su una nave senza nocchiero. Dopo giorni e notti in balia del vento, una tempesta le ha fatte sbarcare sull’isola, che divenne così l’Isola delle Femmine.
C’è anche un lieto fine: pare che le famiglie, pentite, andarono alla ricerca delle fanciulle ritrovandole e riunendosi a Capaci, il cui nome potrebbe essere ispirato proprio dalla pace consacrata tra le famiglie (Ccà Paci, Qui la Pace).

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# Isola di Montecristo

Montecristo – Credits: francescomelani IG

La granitica isola del Tirreno, con la sua forma a piramide, ispira a prima vista l’idea della fortezza inespugnabile. Dal granito rosa di quest’isola nasce una parte del romanzo Il Conte di Montecristo: Alexander Dumas si ispira qui per il nome del suo protagonista e della ricerca di libertà. Su quest’isola Montecristo ritrova il tesoro nascosto della famiglia Spada, che gli permetterà di finanziare la sua vendetta.
L’Isola di Montecristo cutodisce realmente un tesoro, in termini di biodiversità flora e faunistica, tanto che nel 1971 diventa oasi naturale protetta. È oggi pressoché disabitata, a parte i presidi della forestale, ma è tappa di visite giornaliere in cui è possibile ammirare il fondale marino e il tappeto di Poseidonia, così come la capra selvatica e la macchia mediterranea autentica.

Natura incontaminata, storia, leggende e paure aleggiano su queste 4 isole disabitate.
E se provassimo ad immaginare una gita avventurosa, da acchiappa fantasmi o semplici curiosi?

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LAURA LIONTI

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10 LUOGHI alternativi al mare dove RINFRESCARSI in VENETO

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Brent de l'art. Credits: @de_paoli_george (INSTG)

In questa torrida estate trovare refrigerio è una delle sfide più difficili. Un tuffo nel mare è sempre un’ottima scelta soprattutto se ci si trova in Veneto, ma per chi volesse optare delle alternative, siccità permettendo, può virare su altre mete altrettanto o forse ancora di più rinfrescanti. Scopriamo quali sono.

10 LUOGHI alternativi al mare dove RINFRESCARSI in VENETO 

#1 Lago del Corlo: ricorda i fiordi del Nord Europa (Belluno)

Credits gaia_pet_ IG – Lago del Corlo

In provincia di Belluno, nel comune di Arsiè, c’è un piccolo laghetto artificiale che ricorda i fiordi del nord Europa: il Lago di Corlo. Qui si possono praticare anche attività sportive noleggiando canoe, pedalò o sub.

#2 Brent de l’Art e Nevegal: un paesaggio fuori dal mondo (Belluno)

Brent de l’art. Credits: @de_paoli_george (INSTG)

Una meraviglia creata dalla natura: Brent de l’Art. Siamo sempre in provincia di Belluno, a Sant’Antonio Tortal, dove pareti stratificate dai bellissimi colori rosso, bianco e grigio-verde e acqua di color smeraldo regalano un paesaggio fuori dal mondo.

 

#3 Rafting sul Brenta (Vicenza)

Credits ramona_flowers_cocco IG – Rafting sul Brenta

Per gli amanti dell’adrenalina e degli sport estremi vicino alle Grotte di Oliero, sul Brenta, si può provare l’esperienza del rafting con il gommone tra piccoli salti, rapide e degli ostacoli da evitare grazie al Centro Rafting Ivan Team.

 

#4 Porto Caleri, il giardino botanico sul Delta del Po a Rosolina (Rovigo)

Credits il_sorghy_82 IG – Porto Caleri

Sul Delta del Po, a Rosolina in provincia di Rovigo, si trova un meraviglioso giardino botanico sull’acqua. Ci sono tre differenti sentieri da percorrere e che si alternano tra piccoli tratti di sterrato e lunghe passerelle di legno sospese.

#5 Le Cascate di Calieroni a Valstagna (Vicenza)

Credits belinda.casale IG – Calieroni

A Valstagna, provincia di Vicenza, ci si può rinfrescare nelle Parco della Cascate Calieroni. L’omonimo torrente crea uno spettacolo incredibile con salti d’acqua e pozze chiamate calieroni, che sono delle vasche naturali d’acqua, dove fare escursioni di rafting e canoa.

 

#6 Parco delle Cascate di Molina (Verona)

Credits chicco69simo IG – Parco delle Cascate di Molina

A Fiumane, in provincia di Verona, c’è il Parco della Cascate del Molina. Si estende su una superficie di circa 80.000 mq ed è ricco di corsi d’acqua e vegetazione e i torrenti creano delle suggestive e scenografiche cascate sui salti di roccia. Il nome Molina deriva dai mulini costruiti in prossimità dei torrenti.

 

#7 Laghetto di Camazzole, i “Caraibi del Veneto” (Padova)

Credits elisa_61_ IG – Laghetto Camazzole

Ci spostiamo in Provincia di Padova, nei pressi del fiume Brenta. Il Lago di Camazzole è infatti creato da una deviazione dello stesso ed è uno specchio d’acqua cristallina da un colore così intenso da aver ricevuto l’appellativo di “Caraibi del Veneto.” Ha una spiaggia di sassi bianchi, ghiaino o erba ed è circondato dalle montagne del vicentino e dal massiccio del Grappa.

 

#8 Contrà Pria – Arsiero Vicenza

Credits estercarotta IG – Contrà pria

A Contrà Pria nel Comune di Arserio, in Provincia di Vicenza, il fiume Astico ha scavato un canyon nella roccia creando salti e delle pozze di acqua cristallina profonde fino a 9 metri. La temperatura è mediamente fredda, ma la meraviglia dei colori dell’acqua e della vegetazione renderanno più piacevole immergersi in un bagno.

 

#9 Lago delle Tose a Calalzo di Cadore (Belluno)

Credits alessandro_ilvit IG – Lago delle Tose

A Calalzo di Cadore, in provincia di Belluno, ci si può rigenerare dal caldo nel Laghetto delle Tose, che in dialetto veneto significa ragazze. Un laghetto che sembra magico, formatosi in una piscina di roccia, le cascatelle di Lagole, che scorrono sui sassi e circondate dal verdeggiante paesaggio. Si trova all’interno nell’area naturalistica termale archeologica di Làgole.

 

#10 Lago di Centro Cadore (Belluno)

Credits maxmar63 IG – Lago di Centro Cadore

Il Lago di Centro Cadore, sempre in provincia di Belluno, ricopre interamente la Valle di Centro Cadore toccando 6 comuni. Si tratta di un lago artificiale realizzato negli anni ’50 e che si può attraversare con pedalò, canoe e sup.

 

Fonte: Veneto Segreto

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FABIO MARCOMIN

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PALESTRO – LA FERMATA DEI FENICOTTERI 🦜🔴⁠

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Lo sapevi che a Milano si possono vedere i fenicotteri? Ormai quasi tutti i milanesi lo sanno e sanno anche si possono vedere a Villa Invernizzi. Ma forse non tutti conoscono dov’è il giardino della villa dove simpatici fenicotteri rosa vivono tranquilli dal 1970.

Villa Invernizzi è in via dei Cappuccini 3, su corso Venezia e la fermata della metro più comoda dove scendere per vedere i fenicotteri è proprio Palestro.

foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)

Altre curiosità sulla fermata Palestro:

  • Una particolarità della stazione è costituita dalla presenza di un binario tronco a nord-ovest della banchina. Secondo il progetto originale della rete metropolitana del 1953, si sarebbe dovuta costruire una quarta linea al di sotto della circonvallazione dei Bastioni, una circle line interna. Per garantire un collegamento fisico fra le due linee sarebbe stato realizzato un raccordo al di sotto dei Giardini di Porta Venezia che curvando verso ovest si sarebbe innestato nella linea 4 all’altezza di Via Lecco. Il binario tronco è stato realizzato in vista di questo futuro cantiere: quando fu realizzato il passante l’utilità di un raccordo è venuta meno. Ad oggi il binario serve solo per scopi di manutenzione
  • E’ una delle fermate che dista di meno da quelle successive: 528 metri dalla stazione di San Babila e 604 da Porta Venezia
  • E’ anche chiamata “la fermata dei musei”: all’uscita è situato il Museo di Storia Naturale e poco distante si trovano la Villa Reale e il PAC, il Padiglione d’arte contemporanea, oltre le diverse attrazioni presenti nei giardini Indro Montanelli. E’ anche la fermata del “quadrilatero del silenzio

Continua la lettura con: Le altre fermate del giorno

MILANO CITTA’ STATO

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Perché si dice “fare la FIGURA del CIOCCOLATAIO”?

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credits: milanofree.it

Il modo di dire nasce nella città che per prima ha visto nascere in Italia l’arte della produzione del cioccolato e che ancora oggi con le sue 86.000 tonnellate annuali di produzione è la principale fabbrica di cioccolato del paese.

Perché si dice “fare la FIGURA del CIOCCOLATAIO”?

# La versione Torinese. Una carrozza suscita l’invidia del duca Carlo Felice e così nasce il modo di dire

credits: Mole24

Siamo ai tempi del Duca Carlo Felice, in un’epoca in cui ci si muove su carrozze trainate da cavalli. A Torino vige una regola: solo il Re e la nobiltà possono girare con carrozze trainate da quattro cavalli, mentre a tutti i ceti inferiori è concesso di viaggiare su carrozze trainate al massimo da due.
Capita però che un artigiano cioccolatiere, arricchitosi con i proventi delle sue creazioni, commissiona per sé una carrozza finemente decorata, lussuosa e trainata da una quadriga. Un mezzo da fare invidia a un re. Capita proprio questo: Carlo Felice, mosso da invidia, manda a chiamare il cioccolatiere per redarguirlo ed invitarlo ad usare un traino da due cavalli e a non ostentare consuetudini reali, perché il Re di Sardegna di Cipro e di Gerusalemme non può permettersi di “fé na figura da ciuculaté”.

# La versione popolare Genovese-Torinese: la rabbia del re e la derisione del popolo.

credits: all-free-download.com

Un’altra versione della storia racconta di un ricco cioccolataio genovese recatosi a Torino all’inaugurazione del Teatro Carlo Felice con una carrozza così lussuosa da far scaturire l’invidia del Re e l’ironia del popolo, che iniziò a dire che il sovrano aveva fatto “na figura da ciuculatè”.

# La versione Reale Genovese-Torinese. Lo stesso sovrano dà vita a questa espressione davanti al lusso ostentato di un cioccolataio.

credits: milanofree.it

Una versione più soft della stessa storia, narra invece che fu lo stesso sovrano ad inventare questo modo di dire quando – mosso dall’invidia nei confronti del lusso ostentato dall’artigiano genovese – rimproverò il cioccolatiere sostenendo che il Re non potesse essere scambiato per un cioccolataio.

Qualsiasi sia la versione, adesso siete sicuri di averla sempre usata correttamente?
Se con le vostre capacità e potenzialità farete cadere il potente di turno in una figura barbina, sarà lui a fare la figura del cioccolataio. Se invece rimarrete vittime di una brutta figura rideteci su, fate finta di niente e imparate dall’esperienza. Ma non datevi mai del cioccolataio. Quella è arte raffinatissima.

Fonti: liberiamo.itguidatorino.com 

Continua la lettura con: Perché a Milano si dice TIRÈMM INNÀNZ?

LAURA LIONTI

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La città che ha COSTRUITO una linea della METRO ma non l’ha MAI APERTA

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Credits: @martinscholz86 Charleroi Metro

Mentre le principali città europee si impegnano a costruire sempre più collegamenti interni attraverso metro e nuovi mezzi pubblici, c’è una città che ha una linea della metro pronta da anni, ma non l’ha mai fatta entrare in funzione. Ecco qual è.

La città che ha COSTRUITO una linea della METRO ma non l’ha MAI APERTA

# 33km di metro leggera

Credits: @kozeg
Charleroi Metro

Siamo a Charleroi, una città del Belgio situata nella provincia di Hainaut. Costruita per servire i suoi circa 200 mila abitanti, a Charleroi c’è una metro leggera che forse sarebbe meglio chiamarla tram. Lunga 33km la Charleroi Premetro (o metro leggera) serve l’intero centro città e si estende anche, attraverso 3 rami, verso la periferia nelle zone di Gilly, Anderlues e Gosselies. La metro è stata costruita tra il 1976 e il 2012 e conta 28 fermate. Nel 2013 venne aperta anche la Linea 3 della Charleroi metro, in modo da servire 18 stazioni in direzione Gosselies.

Attualmente il sistema metropolitano di Charleroi è gestito da TEC Charleroi, una filiale del sistema pubblico Société Régionale Wallonne du Transport, e conta 4 linee. La M1 e la M2 arrivano ad intervalli di 15/30 minuti, nel weekend anche ogni ora, mentre la M3 e la M4 passano circa ogni 10 minuti. Questi sono tutti dati che danno segno di una metro perfettamente funzionante. Il tram belga si vede infatti girare per la città sui suoi binari, ma allora in che senso a Charleroi hanno costruito una metropolitana che non è mai entrata in funzione?

# La linea 5 della Charleroi metro: i binari fantasma

Credits: @martinscholz86
métro di Charleroi

Se si sale sulla linea 4 della Charleroi metro in alcuni tratti si intravedono binari che non sono però segnati sulla mappa. Camminando per la città, proprio ai lati del centro storico, passeggiando per un piccolo parco si vedono altri binari che non si sa dove portino. Sorge spontanea quindi la domanda: dove andranno queste rotaie segnate da nessuna parte?

Sono i binari e le stazioni di quella che sarebbe stata la Linea 5 di Charleroi, un’intera linea metropolitana costruita nel 1987 ma mai entrata in funzione. Per la città si vedono ancora le stazioni abbandonate, o meglio mai state usate, come quella di Neuville e Chet. Alcune di queste, se non tutte, hanno anche la biglietteria, cartelli, qui tutto è perfettamente in ordine. Eppure niente di tutto ciò è mai entrato in funzione.

# Le stazioni fantasma

Credits: @martinscholz86
Charleroi Metro

Ma perché la città ha costruito una linea metropolitana per non attivarla mai? La risposta si trova nel sistema di gestione pubblico belga. Il Belgio è diviso in 3 aree: le Fiandre, la Vallonia e la capitale Bruxelles. Le due regioni Fiandre e Vallonia negli ultimi 15 anni sono sempre più separate e indipendenti, ma prima era la capitale a dettare le leggi e cercare di rendere la situazione nelle due regioni il più uguale possibili. Per questo negli anni ’60 era stato deciso che qualsiasi grande progetto fosse stato fatto in una regione, sarebbe stato realizzato anche nell’altra zona.

Il governo decise inoltre di fare un grande investimento per costruire un sistema metropolitano nelle 5 città più grandi del Belgio, tra queste c’era Charleroi. A Charleroi si sarebbero dovute costruire 8 linee, un progetto molto ambizioso che avrebbe potuto garantire uno sviluppo economico. Tuttavia, negli anni ’70, a Charleroi si assistette ad una drastica crisi economica e negli anni ’80 il governo belga ridiede indipendenza alle due regioni, Fiandre e Vallonia. La Vallonia, a cui appartiene Charleroi, decise che la città non aveva più bisogno di così tante linee della metro e che una e mezza bastasse.

È così che una linea della metro, che si stava realizzando, rimase quasi totalmente costruita, ma non entrò mai in funzione.

Continua la lettura con: La MeLA: la METRO FANTASMA di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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MARTA ABBA: la musa di Pirandello

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Credits: Fabu 022 Marta Abba

La musa ispiratrice di Luigi Pirandello fu un’attrice milanese, nata nel 1900. Si chiamava Marta Abba.

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

# La donna dalla voce dolce e decisa che catturava la scena

@il_controverso
Marta Abba

Marta Abba era figlia di un commerciante (Pompeo) e di una casalinga (Giuseppina Trabucchi). A 15 anni entra nell’Accademia dei Filodrammatici di Milano, non solo termina la scuola col massimo dei voti, ma viene notata dagli addetti ai lavori del mondo della recitazione. A 23 anni Marta Abba esordisce davanti ad un pubblico, nella nostra città, al Teatro del Popolo, con la compagnia di Ettore Paladini (figlio degli attori Francesco e Clotilde Sacchi). Marta dimostra grande capacità nell’adattarsi a generi tra loro diversi, svariando dal dramma, alle commedie ironiche in dialetto milanese, per arrivare al teatro leggero di puro intrattenimento mondano. Si sottopone ad una gavetta che le consente di acquisire in poco tempo attitudini e competenze interpretative di alto livello.

Fu così che nel 1924, recitando nella compagnia di Virgilio Talli (uno dei primi registi teatrali e capace di distribuire i ruoli in base alla caratteristica personale dell’attore) si fa notare ne “Il Gabbiano” di Checov, con una valutazione eccellente da parte dell’esigente critico teatrale Marco Praga, che ne esalta la bravura. Praga decanta la Abba per la figura scenica e per il timbro della voce (dolce e decisa): la valutazione di Praga, su questa nostra attrice, entra nell’attenzione di Luigi Pirandello, che vuole conoscerla.

# L’incontro e l’inizio della storia tra Pirandello e la Abba

@classici_del_cinema_italiano
Marta Abba, Pirandello e Lamberto Picasso

Il drammaturgo siciliano aveva appena fondato il Teatro dell’Arte di Roma e scritturò subito la Abba, però i due si incontrarono per la prima volta solo nel febbraio 1925: Pirandello venne folgorato dalla bellezza e dall’eleganza dell’attrice poi, frequentandola in modo più profondo, si innamora di quel suo carattere al tempo stesso dolce e deciso. Il compenso per Marta è di 170 lire al giorno, una cifra impegnativa per l’epoca, ma lei era così carismatica e sicura di sè, che non bisognava farsela sfuggire.

L’adorazione di Pirandello e la presenza ingombrante che imponeva la Abba, minarono l’equilibrio della compagnia creata dal Maestro di Agrigento. Una situazione di difficile gestione, che non impedisce però alla nostra attrice di essere ispirazione ed interprete pirandelliana in “Sei personaggi in cerca d’autore” (esordio nel maggio 1925) e in altre opere come  “Diana e la Tuda”, “L’amica delle mogli”, “Trovarsi” e “Come tu mi vuoi”.

# Un amore vissuto solo sul palco

Quella di Pirandello per Marta Abba fu una vera infatuazione, corrisposta da una devozione di Marta verso il drammaturgo; un intreccio di sentimenti, che non escono mai dal platonico. Luigi Pirandello scrive all’attrice ben cinquecento lettere, a cui la donna risponde con 236 confidenze epistolari. Nel 1925, anno del loro incontro, la Abba ha 25 anni e il Maestro 52, troppi lustri di differenza per non creare insinuazioni e pettegolezzi. Si narra che Marta avrebbe anche voluto un rapporto più “ufficiale” con Luigi, ma quest’ultimo, pur con sofferenza, non volle dimenticare i doveri verso la moglie, Maria Antonietta Portulano, ricoverata in una casa di cura per problemi psichici. Due anni dopo aver ritirato il Premio Nobel, Pirandello muore: è la fine del 1936.

# La vita dopo Pirandello

@yanezgiannini
Marta Abba

Per Marta Abba viene a mancare un riferimento fondamentale per la propria carriera, ma soprattutto un confidente insostituibile. Marta va negli Stati Uniti e nel ’38 sposa Severance Millikin, nipote di un importante imprenditore dell’acciaio. Ma il rampollo trascura la compagna, non la considera e, dopo quattordici anni, Marta chiede il divorzio. Torna in Italia e conosce Piero Carnabuci, un attore che alcuni anni prima aveva lavorato sia con Luchino Visconti che con Giorgio Strehler: il sodalizio promette bene, ma nell’arco di breve tempo si dimostrerà un progetto destinato ad esaurirsi. Verso la fine degli anni cinquanta Marta Abba si ritira dalle scene: morirà il 14 giugno 1988, in una clinica milanese. Pur dimenticata dal grande pubblico, la musa di Pirandello, tra gli anni sessanta e settanta, venne invitata ad iniziative teatrali e a dibattiti sulla grande figura del drammaturgo siciliano.

Continua la lettura con: GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

FABIO BUFFA

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L’ATOLLO POLINESIANO in Lombardia

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Credits giorgio.bovi IG - Isola di San Biagio

Chi dice che per un tuffo in un’acqua tropicale bisogna prendere un aereo e fare un lungo viaggio? Bastano poche ore di auto per ritrovarsi in un atollo paradisiaco. Scopriamo dove si trova.

L’ATOLLO POLINESIANO in Lombardia

# L’atollo tropicale sul Lago di Garda

Credits erdelyi_diana IG – Isola di San Biagio

In poche ore di auto da Milano ci si può ritrovare a rilassarsi al sole sulla spiaggia di un “atollo polinesiano”: stiamo parlando dell’Isola di San Biagio sul Lago di Garda, famosa e meglio conosciuta come Isola dei Conigli. Il motivo di questo nome è la grande presenza di questi simpatici animali che girano indisturbati sull’isolotto ricoperto di erba, alberi e circondato da grossi lastroni di roccia e da un’acqua cristallina come si può trovare solo ai Tropici.

Al centro dell’isola c’è una piccola roccia sulla quale salire e godere dall’alto del panorama di Isola del Garda con la sua splendida villa e la Rocca di Manerba con la scogliera a picco di Punta Sasso.

 

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# Ci si può arrivare anche a piedi

Credits francivezz IG – Isola di San Biagio

Arrivati a Manerba del Garda, provincia di Brescia, per raggiungere l’isolotto solitamente si prende una barca taxi dalla spiaggia di Porto Torchio.

Credits giorgio.bovi IG – Isola di San Biagio

In alternativa quando l’acqua è bassa come nelle ultime estati, o quando il lago si ritira, si può camminare partendo da Punta Belvedere su una striscia di fondale emersa e che permette di percorrere i circa 200 metri di distanza fino alla destinazione. 

Milano-Isola di San Biagio

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FABIO MARCOMIN

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Cosa FARE se si RIMANE a MILANO ad AGOSTO?

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Credits mariocalixtro IG - Vietnammonamour Milano

Rimani a Milano nel mese più caldo dell’anno e sei indeciso su come trascorre il tempo libero? Ecco alcune cose che si possono fare.

Cosa FARE se si RIMANE a MILANO ad AGOSTO?

#1 Fare un bagno nelle più belle piscine all’aperto 

Andrea Cherchi – Piscina Romano

Milano offre numerose piscine all’aperto dove poter rigenerarsi dal caldo estivo. Dalla Piscina Beach Forum di Assago, alle piscine dell’Idroscalo, fino alla piscina all’aperto più grande della città, la piscina Romano, oppure quella più glamour dei Bagni Misteriosi.

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#2 Fare i turisti a casa

@la.roby.gi IG – Terrazze Duomo di Milano by night

In estate si può approfittare di una città meno affollata per fare i turisti a casa. Alcuni esempi: ammirare ‘”L’ultima cena di Leonardo da Vinci”, salire sulle terrazze del Duomo, guardare Milano dall’alto della Torre Branca, perlustrare i corridoi sotterranei del Castello Sforzesco.

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#3 Godersi la natura in città

Andrea Cherchi – Parco Nord Milano

A Milano ci si può anche godere la natura. Rilassarsi nei parchi e nelle aree verdi, che in città non mancano: dal Parco Sempione ai Giardini di Porta Venezia, dal Parco delle Nord a quello delle Cave, di Giardini della Guastalla ai nuovi parchi di Citylife e BAM. Non resta che organizzare un pic nic o semplicemente stendere un asciugamano per prendere un po’ di sole.

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#4 Perdersi tra i vicoli della Milano più antica

Andrea Cherchi – Vicolo Brera

Un’altra cosa che si può fare ad agosto a Milano è camminare o andare in bicicletta tra i vicoli della città, da via Fiori Chiari e via Fiori Oscuri in Brera a quelli delle 5 vie. Si possono così apprezzare alcuni splendidi angoli di Milano che sono difficili da vedere quando si è presi dalla vita quotidiana.

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#5 Gustarsi un film nei cinema all’aperto

Foto Delfino Sisto Legnani e Piercarlo Quecchia. Courtesy Fondazione Prada

In agosto a Milano si può anche vivere l’esperienza di godersi un film nei cinema all’aperto. Nella spiaggia seduti su uno sdraio da Mare Culturale Urbano, nel cortile di Palazzo Reale o ancora nel cinema superchic di Fondazione Prada o nel Chiostro dell’Incoronata. L’imbarazzo della scelta.

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#6 Visitare le mostre e i musei sparsi tra i diversi quartieri

@maart_milano IG – ADI, Museo del design

Una città semi-vuota può essere l’ideale per accrescere la propria cultura visitando mostre e musei sparsi tra i diversi quartieri. C’è Palazzo Reale con le mostre più esclusive, la Pinacoteca di Brera, la Triennale e il nuovo museo del design ADI inaugurato pochi mesi fa. Oltre a questi il Museo del Novecento, il Museo delle Culture – Mudec, e le case museo Poldi Pezzoli o Bagatti Valsacchi solo per citarne alcune.

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#7 Fare un tour gastronomico delle cucine del mondo

@mariocalixtro IG – Vietnammonamour Milano

Chi vuole sperimentare un cucina alternativa, a Milano può trovare di tutto. Dalle cucine regionali italiane e a quelle di tutto il mondo. Argentino, brasiliano, greco, coreano, vietnamita, cinese, giapponese, etiope…si potrebbe andare avanti all’infinito. 

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FABIO MARCOMIN

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Corso BUENOS AIRES sarà il BOULEVARD MILANESE? Le ultime news sul progetto

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Credits realestatehero - Corso Buenos Aires

La principale arteria dello shopping milanese si trova in fase di trasformazione negli ultimi anni. Un progetto di rinnovamento che comprende alcune opere già realizzate come le piste ciclabili e altre che verranno realizzate in futuro, con qualche preoccupazione dei commercianti. Scopriamo come sta cambiando Corso Buenos Aires e il punto sul progetto.

Corso BUENOS AIRES sarà il BOULEVARD MILANESE? Le ultime news sul progetto

# Il nuovo progetto: marciapiedi più grandi, alberi e meno posti auto

Credits Urbanfile – Test di maggio 2021 su Corso Buenos Aires

Dopo le piste ciclabili, Corso Buenos Aires si prepara ad allargare i marciapiedi, eliminare i posti auto e a piantare alberi. Questi sono i tre elementi principali che rivoluzioneranno la via dello shopping, con l’obiettivo di renderla più vivibile e green. A maggio del 2021 è già stata fatta una simulazione, sul tratto compreso tra via Scarlatti e Pergolesi, con vasi in cemento a bordo marciapiede a simulare la larghezza della strada per valutarne l’impatto sulla viabilità futura.

Il progetto di riqualificazione prevede un vero e proprio restyling della via dello shopping e si unisce al piano per cambiare il volto di Piazzale Loreto diventando uno dei punti chiave del nuovo Piano di governo del territorio per ridisegnare la città del 2030.

# Le preoccupazioni dei commercianti: gli alberi oscurerebbero le vetrine e senza posti auto si registrerebbe un calo della clientela

Credits Urbanfile – Rendering Corti di Baires con marciapiedi allargati e alberi

A qualcuno però non convince affatto questa riqualificazione. I commercianti sostengono che gli alberi oscurerebbero le vetrine e che marciapiedi più larghi creerebbero ulteriori disagi. Dopo la chiusura di 25 negozi a causa della pandemia, le paure dei negozianti sono quindi molteplici: che gli affitti possano aumentare con il restyling del corso, che senza posti auto i clienti diminuiscano e che le grandi catene prendano il posto delle piccole botteghe. 

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# Le Corti di Baires: il primo banco di prova del nuovo “boulevard milanese” con le prime inaugurazioni

Credits Urbanfile – Negozio Corti di Baires

Il Comune sembra però andare avanti con il progetto, puntando molto sul cantiere delle Corti di Baires, l’operazione che ha trasformato la vecchia e fallita corte commerciale in sei negozi, 166 appartamenti di lusso e 4 suggestive corti interne con giardino e percorsi pedonali. Sarà proprio questo tratto di corso, su cui si sviluppa parte del nuovo complesso di edifici riqualificato, ad essere il primo vero banco di prova per capire quali saranno gli effetti della rivoluzione del “boulevard milanese”.

Credits natipervivereamilano – Negozio Corti di Baires

La prima fase del progetto delle Corti di Baires è in completamento, sono state inaugurate a metà dicembre 2021 due attività commerciali a cui seguiranno le altre nel corso del 2022 quando saranno pronti anche gli appartamenti. 

# L’avvio dei cantieri per il restyling del corso partiranno nel 2023

Credits realestatehero – Corso Buenos Aires

Partiranno proprio sui 120 metri di corso davanti alle Corti di Baires i lavori di ampliamento dei marciapiedi e di piantumazione degli alberi. A metà giugno 2022 infatti il Comune ha approvato lo schema di convenzione con le due società proprietarie delle Corti di Baires per riqualificare il tratto compreso tra via Petrella e via Pergolesi.

Nel dettaglio verranno rifatti i marciapiedi con pavimentazione in pietra e realizzati nuovi cordoli, installate 30 piante in vaso della cui cura se ne occuperanno i proprietari delle Corti. Verrà inoltre consolidato, probabilmente con un cordolo in cemento, il tratto di pista ciclabile che corre lungo il corso. Il secondo tassello della riqualificazione di Buenos Aires potrebbe essere i 90 metri di strada tra via Scarlatti e la stessa via Petrella. I cantieri dovrebbero aprirsi nel 2023, un anno in ritardo rispetto a quanto preventivato.

 

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FABIO MARCOMIN

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