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Anche Milano ha il suo «Hyde Park». Ma nessuno lo sa

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Chatgpt - Hyde Park a Milano

L’Hyde Park di Londra è un’isola felice dove in soli 15 minuti di “walking distance”, i londinesi possono rifugiarsi dalla frenesia urbana del West End, scegliendo di rilassarsi sdraiandosi semplicemente sull’erba o facendosi intrattenere dalle attività ludiche disponibili. Pochi sanno che a Milano c’è un parco che gli assomiglia. Anche se ben pochi lo conoscono. Non solo: con queste 5 piccole novità potrebbe perfino superare il suo “gemello” londinese. 

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Anche Milano ha il suo «Hyde Park». Ma nessuno lo sa

# Il Parco della Vettabbia: in pochi minuti dal frastuono cittadino al cinguettio degli uccelli

Parco della Vettabbia

È difficile immaginare che a sole poche fermate di metropolitana dal centro di Milano, esista un luogo dove godere dello stesso privilegio dell’Hyde Park: quello di stare in città dimenticandosi di essere in città.  

Eppure, è possibile. Proprio come nel famoso parco londinese, si può prendere un vero e proprio break dal caos urbano, godere di generosi spazi verdi, passeggiare a piedi o in bicicletta, fare running o concentrarsi sulla lettura del proprio libro preferito “disturbati” unicamente dal cinguettio degli uccelli o dal frinire delle cicale. Come? Saltando semplicemente sulla linea 3 della metropolitana di Milano e scendere alla fermata di Corvetto per dirigersi a piedi lungo viale Omero.

Screenshot

Alla fine di un lungo e suggestivo corridoio di cipressi, una vastissima area di verde incontaminato ti lascia senza fiato e ti chiedi come sia possibile non averne conosciuto l’esistenza, prima di quel momento. Con circa 100 ettari di parco, chilometrici rettilinei e incanalature ricche di forme diverse di vita che si intersecano tra loro, il Parco della Vettabbia (parte del Parco Agricolo Sud), ha poco da invidiare all’omonimo parco londinese

# Le attrazioni “segrete” del Parco della Vettabbia: lo stagno di luce

Piccolo stagno naturale al tramonto

Imboccando una delle incanalature del parco, paragonabili a piccole “arterie” dell’ecosistema, c’è un piccolo stagno circondato da cipressi, dove coabitano diverse forme di vita acquatica: da ninfee, giunchi e canne ad anatre selvatiche. 

Ma c’è un aspetto curioso che contraddistingue questo particolare “spot”: se ci si trova negli attimi che precedono il tramonto del sole, lo stagno si trasforma in uno specchio, illuminandosi di una luce dorata. Un effetto che crea in maniera naturale uno scenario perfetto per dei “selfie” suggestivi. Per i più romantici, un momento da catturare e custodire nel tempo.

Un Ecomuseo e dei Fontanili, arricchiscono le risorse naturali del parco, per chi vuole conoscere la storia e le tradizioni del luogo.

# La storica abbazia come vicina di casa

L’Abbazia di Chiaravalle e la Bottega dei Monaci

Il Parco della Vettabbia è unico per essere avvolto da un’aura di sacralità che si propaga dalla maestosa Abbazia di Chiaravalle. Grazie alla traiettoria lineare, percorribile a piedi o in bicicletta, si può raggiungere facilmente questo bellissimo esempio di architettura gotica in Italia. L’ampio cortile, che conduce alla Navata principale, è provvisto di un confortevole punto di ristoro, dove godere di una cioccolata calda o di un dissetante boccale di birra. Di lato a questo, la Bottega dei Monaci, per l’acquisto di prodotti artigianali, creati dai monaci residenti. 

# Curiosità: in origine era una “valle”

Chiamata in origine “Valle dei Monaci” data la sua estensione verso il Po e la Via Francigena, l’antica via di pellegrinaggio che attraversava l’Europa, ha poi preso il nome dal Naviglio Vettabbia che lo attraversa e che marca il confine tra la campagna lombarda e il contesto urbano.

# L’ispirazione del vero Hyde Park: le 5 idee per valorizzare il Parco della Vettabbia ancora di più

Chatgpt – Hyde Park a Milano

Preservando la sua dimensione naturale, il Parco della Vettabbia potrebbe diventare per Milano un luogo di riferimento importante, con iniziative analoghe a quelle che hanno reso noto l’Hyde Park di Londra:

#1 Introdurre uno speakers’corner Vettabbiano

Ispirati dal famoso speakers’ corner londinese, uno “speakers’ corner Vettabbiano” potrebbe rendere il Parco della Vettabbia un luogo di eccellenza per promuovere temi sulla salvaguardia dell’ambiente. Coinvolgendo esperti di settore, si potrebbero organizzare delle “lectures” mirate ad aumentare la consapevolezza di ciascuno di noi su questo tema e stimolare eventuali confronti. L’iniziativa potrebbe attirare l’attenzione di un’audience oltre confine, con presentazioni in lingua inglese. 

#2 Organizzare concerti di nicchia

Nel periodo estivo, si potrebbero organizzare dei concerti di musica classica con pianoforte, per chi ama combinare la passione per la musica con quella della natura;

#3 Osservazioni astronomiche

Un planetario a cielo aperto, con serate dedicate all’osservazione delle stelle, sotto la guida di un astronomo e con l’ausilio di un telescopio;

#4 Itinerari a cavallo

Con delle visite guidate a cavallo, che privilegiano un pubblico interessato all’equitazione e alla natura;

#5 Birdwatching

Gli appassionati di fauna, potrebbero partecipare a escursioni guidate per l’osservazione delle diverse specie di uccelli.

Continua la lettura con: Il «Camden Town» di Milano: il mercatino più colorato della città

PAOLA ARPINO

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“Desidera ancora una mentina?”

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Un cavillo ferma (per ora) la Moschea di Milano: come sarà e dove sorgerà?

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La realizzazione della Grande Moschea di Milano, attesa da oltre vent’anni dalla comunità musulmana della città, si trova nuovamente bloccata. Ma quali sono i dettagli di questa vicenda? Come sarà la futura moschea, e dove sorgerà?

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Un cavillo ferma (per ora) la Moschea di Milano: come sarà e dove sorgerà?

# Il progetto della Grande Moschea: un luogo di culto e cultura

Credits: Urbanfile

La Grande Moschea di Milano, progettata dall’imam e architetto Mahmoud Asfa, è destinata a sorgere in via Carlo Esterle, a due passi da via Padova, nel cuore della zona più multietnica della città. Si tratta di un edificio bianco con cupole azzurre, simbolo di integrazione e appartenenza culturale per una comunità musulmana composta da circa 100mila fedeli solo a Milano.

Il progetto prevede uno spazio complessivo di 1.500 metri quadrati, di cui 500 destinati a un giardino. All’interno, la moschea offrirà due piani dedicati alla preghiera, capaci di accogliere centinaia di persone contemporaneamente, oltre a un parcheggio sotterraneo per migliorare la gestione del flusso di fedeli. In linea con la modernità e le esigenze locali, non ci sarà un minareto, ma solo una cupola centrale, a simboleggiare una presenza discreta e armoniosa.

L’edificio sorgerà nell’area di un vecchio complesso di bagni pubblici risalenti agli anni Trenta, sgomberati nell’estate del 2023. La concessione trentennale del terreno è stata ottenuta tramite un bando comunale vinto dalla Casa della Cultura Musulmana, che da anni si impegna per offrire uno spazio dignitoso alla comunità.

# L’ostacolo tecnico: la questione dei binari ferroviari

La zona in cui dovrebbe sorgere la moschea

Il progetto, approvato dal Comune di Milano, ha incontrato uno stop imprevisto. RFI (Rete Ferroviaria Italiana), proprietaria dei binari adiacenti all’area, ha negato la deroga necessaria per costruire la moschea a meno di 30 metri dalla ferrovia, una distanza considerata non conforme alle norme di sicurezza.

Un dettaglio che ha sollevato non poche perplessità: nello stesso isolato esistono già edifici situati a una distanza inferiore, senza apparenti problemi. Questo ha spinto molti a interrogarsi sulla rigidità di RFI, con la vicesindaco Anna Scavuzzo che ha ironizzato sulla “encomiabile attenzione” riservata a questo progetto.

Il progetto contestato dalla RFI

La mancata deroga costringe ora la Casa della Cultura Musulmana a ridisegnare la moschea per rispettare le regole, allungando ulteriormente i tempi di un progetto già in ritardo di decenni. La comunità musulmana non nasconde la delusione, ma Mahmoud Asfa ha confermato che i lavori di riprogettazione sono già in corso, per garantire la realizzazione di un luogo di culto all’altezza delle aspettative.

# Dibattito politico e futuro del progetto

Oltre alle questioni tecniche, la vicenda della Grande Moschea di Milano è inevitabilmente intrecciata con il contesto politico locale e nazionale. Non sono mancate, infatti, speculazioni su un possibile legame tra lo stop imposto da RFI e l’opposizione politica al progetto.

A gettare benzina sul fuoco è il fatto che, appena sei mesi fa, Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e guida della Lega, ha inaugurato una sede del Carroccio proprio in via Esterle, vista da molti come un “presidio” simbolico contro la moschea.

Il Comune di Milano, con il sindaco Sala in testa, si è mostrato determinato a portare avanti il progetto: secondo la Giunta, la moschea rappresenterebbe non solo un segno di apertura e dialogo interreligioso, ma anche un atto di giustizia per una comunità che da anni prega in spazi di fortuna, come scantinati e garage.

Se la diffidenza nei confronti dell’Islam è spesso una diffidenza nei confronti della mancata integrazione e dell’integralismo, secondo il Comune un luogo di culto pubblico, alla luce del sole, favorirebbe l’integrazione e la comprensione reciproca, rappresentando anche un importante strumento per prevenire fenomeni di radicalizzazione. La presenza di una moschea aperta alla città non sarebbe solo un atto simbolico, ma un passo concreto verso una maggiore coesione sociale.

Nonostante gli ostacoli, la comunità musulmana rimane fiduciosa: «I musulmani contribuiscono allo sviluppo di questa città e meritano un luogo di culto degno di questo nome», ha dichiarato Mahmoud Asfa.

Continua la lettura con: I 10 progetti in arrivo nella Milano del futuro

MATTEO RESPINTI

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Da Milano a Parigi in treno con l’alta velocità: la data del ripristino di tutta la linea

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i-TraM - Av Milano-Parigi in treno

Nell’agosto 2023 una frana sul suolo francese aveva interrotto il collegamento da Milano con treni veloci, TGV e Frecciarossa, sostituiti da bus nella tratta non percorribili. Un piccolo miglioramento del servizio è previsto entro la fine dell’anno, mentre per la riapertura integrale finalmente c’è una data. 

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Da Milano a Parigi in treno con l’alta velocità: la data del ripristino di tutta la linea

# Una frana nell’estate 2023 ha interrotto il servizio della linea dell’alta velocità

i-TraM – Milano-Parigi in treno

Fino al 26 agosto 2023 con TGV o Frecciarossa si viaggiava tra Milano e Parigi in un massimo di 7 ore. Dal giorno successivo, quando una frana si è abbattuta sui binari e sull’autostrada tra Modane e Saint-Jean-de-Maurienne, la linea dell’alta velocità tra Milano e Parigi è stata interrotta. Per mantenere il collegamento è stato istituito un servizio misto treno/bus con bus sostitutivo da Oulx, in Val di Susa, che in due ore conduce a Saint-Jean-de-Maurienne. Da quel punto si riprende di nuovo il treno.  a bordo del treno.

# Un piccolo miglioramento è previsto dal 15 dicembre

TGV
(da pixabay)

Un disservizio non indifferente dato che, oltre al doppio trasbordo treno-bus e bus-treno, si sono dilatati i tempi di percorrenza su una linea utilizzata non solo per turismo ma anche per lavoro. Un piccolo miglioramento, in attesa del ripristino integrale del collegamento ferroviario, è atteso dal 15 dicembre quando il servizio di bus dovrebbe partire da Modane in Francia, invece che da Oulx in Italia. In questo modo la durata del tragitto si riduce da 1 ora e 30 minuti a soli 30 minuti. Ma quando è programmata la riattivazione completa della linea?

# L’annuncio di Sncf: riapre il traforo del Frejus

Maps – Comune di Freney dove si è verificata la frana in Francia

Nelle scorse ore è arrivata la buona notizia: il traforo del Frejusla linea storica Torino-Lione, torna operativo. La compagna ferroviaria francese Sncf ha infatti annunciato durante la 67/a riunione della commissione intergovernativa Italia-Francia che il collegamento ferroviario ad alta velocità riprende tra il 15 marzo e il 30 marzo. Sono stati completati i lavori di bonifica nei pressi dell’imbocco della galleria a Freney, dove si è verificata la frana, e dal 9 dicembre sono previsti quelli di ripristino della linea.

# Nel 2033 Milano-Parigi in sole 4 ore

Schema tunnel

Per un collegamento ancora più rapido bisognerà attendere invece il 2033, quando grazie alla realizzazione della TAV Torino-Lione i tempi di viaggio da Milano a Parigi passeranno da 7 a sole 4 ore. Si prevede uno scavo di 162 km di gallerie, tra cui un tunnel da recordil tunnel di base del Moncenisio, a doppia canna a singolo binario e che con i suoi 57,5 km è la più lunga galleria ferroviaria in costruzione.

Fonte: Msn

Continua la lettura con: La nuova linea superveloce da Milano a Parigi: in arrivo nel 2033

FABIO MARCOMIN

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Questa è la più lunga autostrada che si può percorrere in Europa

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Di NordNordWest & Lencer - Opera propria, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19084368 - A7 Germania

La più lunga autostrada continua d’Europa. Un primato però a rischio nel prossimo futuro. Quando è stata completata, quanto misura e quali città attraversa lungo il suo percorso.

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Questa è la più lunga autostrada che si può percorrere in Europa

# Un tracciato continuo di 962 km dal nord al sud della Germania 

Di NordNordWest & Lencer – Opera propria, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19084368 – A7 Germania

L’autostrada A7 tedesca è la regina d’Europa. Tenendo conto infatti esclusivamente dell’autostrade nazionali si piazza al primo posto per estensione con 962 chilometri, percorsi dal nord al sud della Germania collegando il confine con la Danimarca, nei pressi di Flensburg, al confine con l’Austria, vicino a Füssen. 

Credits andreazambelli__ IG – Amburgo

Passa tra i Länder dello Schleswig-Holstein, della Bassa Sassonia e della Baviera, servendo  Amburgo, Hannover, Kassel, Würzburg e Ulm. Completata negli anni ’80, è conosciuta anche per il tunnel di poco più di 3 km sotto il fiume Elba ad Amburgo. Fa parte del tracciato della strada europea E45 che collega regione della Scandinavia a quella del Mediterraneo. Il primato europeo però potrebbe vacillare.

# L’autopista AP-7 si estende per oltre 1.100 km lungo la costa mediterranea della Spagna, ma il tratto continuo si ferma a 911 km

Di kalh – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2005281 – Autopista 7

Dalla frontiera con la Francia a La Jonquera fino a Guadiaro alla fine della Costa del Sol, percorrendo tutta la costa mediterranea della Spagna. L’autopista AP-7, conosciuta anche come autopista del Mediterráneo, corrisponde al percorso spagnolo della strada europea E15 e si estende per 1.109 km. Il tratto continuo è di 911 km, lunghezza che le vale il secondo posto in Europa, a cui si aggiunge il residuo da Malaga a Algeciras.

# L’Autovía A-7 si prepara a soffiare il record europeo

Di kalh – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2005218 – Autovia 7

In parte soggetta al pagamento di un pedaggio, si sovrappone o viaggia parallela in molti tratti alla Autovía A-7, un’autostrada gratuita spagnola appartenente alla Rete di Strade dello Stato (Red de Carreteras del Estado) in fase di completamento e che al termine dei lavori conquisterà il primato del Vecchio Continente con 1.329 km, superando quella tedesca.

# C’è gloria anche per l’Italia con l’Autostrada del Sole: la terza d’Europa

Di Arbalete – Opera propria, derivata da:, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40187263 – A1 Milano-Napoli

C’è gloria anche per l’Italia. L’Autostrada A1 Milano-Napoli, conosciuta anche Autostrada del Sole, è la più lunga d’Italia con i suoi 760 km e al terzo posto in Europa. Costruita a cavallo tra gli anni 50 e ’60 del ‘900, attraversa internamente la penisola italiana passando per Bologna, Firenze e Roma ed è stata progettata dall’ingegnere Puricelli, lo stesso che ideò la prima autostrada al mondo appositamente ideata per soli veicoli: la Milano-Laghi oggi parte dell’A8. 

Leggi anche: Le 10 AUTOSTRADE più CARE d’Italia? 3 su 4 sono VICINE a Milano

Continua la lettura con: Una Paneuropea come la Panamericana? Questa potrebbe essere la strada più affascinante del mondo

FABIO MARCOMIN

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Le città dove i tram corrono senza binari: la soluzione per il trasporto pubblico di Milano?

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palembang.sumsel.ssci IG - ART

Come una metro leggera, ma su ruote e con binari virtuali. Un sistema che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico locale come alternativa economica ed ecologica ai sistemi ferroviari convenzionali. Ecco come funziona, le critiche sulla tecnologia e dove è stata implementata.

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Le città dove i tram corrono senza binari: la soluzione per il trasporto pubblico di Milano?

# Come una metro leggera ma su ruote e con binari virtuali

palembang.sumsel.ssci IG – ART

Dal 2018 è entrato in servizio in Cina l’Autonomous Rail Rapid Transit (ART), un sistema di tram standard e articolati per il trasporto urbano di passeggeri pensati come una metro leggera senza binari. Sviluppato e prodotto da CRRC tramite CRRC Zhuzhou Institute Co Ltd, utilizza infatti un sistema guidato da lidar, che attraverso il rilevamento della luce e la misurazione della distanza fa muovere i mezzi seguendo dei binari virtuali contrassegnati da linee tratteggiate bianche al posto delle rotaie tradizionali. 

# Sensori ottici, telecamere regolabili e batterie con 40 km di autonomia

By 来斤小仓鼠吧 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79705928 – Interno Art

I veicoli sono composti da singole sezioni fisse unite da passerelle articolate, che ricordano un tram e un translohr su gomma, possono trasportare fino a 300 passeggeri e sono dotati di vari sensori ottici e di altro tipo per consentire al veicolo di seguire in modo automatico un percorso definito sulla carreggiata. Il sistema però non è driverless, è presente infatti un conducente a bordo che può guidare manualmente il mezzo. Sono presenti sistemi di sicurezza come quello che aiuta a mantenere il veicolo nella sua corsia e avvisa automaticamente se si allontana dalla stessa, quello di anticollisione, e un dispositivo di navigazione che analizzando le condizioni del traffico sceglie se modificare il percorso. Gli specchietti retrovisori elettronici funzionano con telecamere regolabili da remoto, mentre l’alimentazione è fornita da batterie al litio-titanato che consentono di percorrere una distanza di 40 km a carica completa.

# Un’alternativa economica ed ecologica ai sistemi ferroviari convenzionali, anche se non tutti sono d’accordo

By 来斤小仓鼠吧 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79705932 – Yibin ART Line T1

Il sistema è stato progettato per essere un’alternativa economica ed ecologica ai sistemi ferroviari convenzionali, sia in fase di costruzione che di utilizzo, anche se non tutti d’accordo per diversi motivi. In primis perchè non sarebbe da considerare come un treno senza binari, ma più un bus rapid transit, come quelli a guida ottica o classici già utilizzati in altre città in Europa e nel Nord America. La capacità effettiva dei mezzi sarebbe inferiore a quella dichiarata, il sistema non è completamente autonomo e i veicoli, che quindi hanno la qualità di viaggio di un autobus, possono rimanere bloccati nel traffico senza corsie riservate. Le ultime osservazione riguardano i costi, i risparmi iniziali sarebbero illusori per via dei possibili problemi di affidabilità, e sull’esistenza di un solo fornitore di tale tecnologia.

# Le rete più estesa è a Shanghai, allo studio progetti in Australia, Nuova Zelanda e Indonesia: una soluzione per la 90/91?

By S5A-0043 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=136814289 – CRRC DRT vehicles at Feidu Road stop in 2023, Shanghai

Nonostante tutto però l’Autonomous Rail Rapid Transit è in fase di test o di valutazione in diverse parti del mondo. Nel 2027 è prevista l’inaugurazione della linea 5 di Monterrey in Messico, nel 2023 è iniziata in Malesia la costruzione di una rete di tre linee, mentre in Australia e Indonesia stanno valutando l’implementazione del sistema. Attualmente la rete più estesa è a Shanghai, dove si contano 3 linee per un totale di 46 km, altri complessivi 30 km di tracciato sono in funzione nelle prefetture di Zhuzhou e Yibin. 

Si potrebbe sperimentare sulla 90/91 per ovviare alle interruzioni del servizio causate dal danneggiamento dei cavi della corrente, dalla mancanza di tensione e per rendere la a linea più veloce e frequente?

Continua la lettura con: Svizzera: pannelli solari sui binari dei treni. Che cosa potrebbe succedere se l’Italia facesse lo stesso?

FABIO MARCOMIN

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Il Teatro alla Scala nacque da un delitto passionale

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Ph. @operateatro IG

«Esco ora dalla Scala. È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri. Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo»
(Stendhal, Roma, Napoli e Firenze, 26 settembre 1816)

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Il Teatro alla Scala nacque da un delitto passionale

25 febbraio 1776. Un incendio distrugge il Regio Ducal Teatro, soprannominato Il Teatrino, che stava in via Rastelli, accanto a Palazzo Reale. Poche ore dopo già circolano le prime voci sul colpevole dell’incendio: l’arciduca Ferdinando.

Sua moglie, Maria Beatrice D’Este, pare avesse una storia con Giacomo Sannazzari, un giovane milanese rampollo di una nobile famiglia. L’arciduca aveva intercettato un messaggio della moglie che dava appuntamento all’amante nel teatro a quell’ora deserto. Ferdinando fece chiudere il teatro con dentro il giovane e gli diede fuoco. Ma il giovane rinchiuso non era Sannazzari, ma un suo amico che si era nascosto nel teatro per fare uno scherzo alla contessa.

Forse si trattava solo di una diceria, fatto sta che il Teatrino dei milanesi non c’era più. E le voci che fosse stata colpa di uno del casato asburgico aumentò la tensione già notevole contro gli occupanti. Per smussarla intervenne l’imperatrice Maria Teresa che mise a disposizione un nuovo terreno e con l’aiuto di 90 finanziatori cittadini fece erigere la Scala, su progetto di Giuseppe Piermarini.

La Scala fu inaugurata il 3 agosto 1778 con l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri, affermandosi presto come il più famoso teatro del mondo.

# Due curiosità

1. Il timore che un nuovo incendio trasformasse in cenere anche questo nuovo teatro, divenne quasi un’ossessione nei suoi primi anni. Quattro pompieri rimasero per molti anni in servizio permanente all’interno del Teatro. E sempre lo stesso timore spinse a sostituire l’illuminazione ad olio con l’energia elettrica: fu infatti il primo edificio in Europa ad essere illuminato in questo modo.
2. A partire dal 1788 un editto proibì il gioco d’azzardo ad eccezione dei teatri cittadini: all’interno della Scala c’era una bisca in cui si giocava per denaro.

Fonte: Milano Segreta, Francesca Belotti- Gian Luca Margheriti, Newton Compton Editori

Continua la lettura con: 7 curiosità che non sapevi sulla Scala

MILANO CITTA’ STATO

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Le 7 regole universali di comportamento a Milano

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Rubattino - @milanographies IG

Chi arriva a Milano anche solo per qualche giorno si sente attratto da un abisso a cui sente di appartenere quasi subito. L’abisso della milanesità. Queste sono le regole universali per sembrare parte dell’esclusiva comunità dei milanesi.

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Le 7 regole universali di comportamento a Milano

#1 Accelerare

Se cammini raddoppia il passo. Se vai in bici, metti una marcia in più. Se vai in autostrada, vai sulla corsia di soprasso. Anche quando parli. A Milano la velocità è un modo di essere. 

#2 Rimpicciolire ogni parola maschile 

Aperitivino, cafferino, sushino. Milano è femmina. Il maschile va ridimensionato. 

#3 Rispetto verso i miti di Milano: la metropolitana, lo sharing, le inaugurazioni 

migliori attrazioni fuorisalone

Della metro si è tutti orgogliosi, anche chi non la prende mai. Lo sharing è la vera carta d’identità di Milano: più servizi usi, più sei milanese. Di ogni inaugurazione si parla sempre bene, prima di esserci stati. 

#4 Inserire qualche parola straniera

Può essere in inglese, specie quando si parla di lavoro. Nel tempo libero meglio sfoggiare un termine francese, spagnolo o ancora più esotico. 

#5 Lamentarsi del parcheggio anche se lo trovi subito

A Milano il parcheggio non è la soluzione. E’ un problema. 

#6 L’importanza dell’articolo

Quando parlate di qualcuno oppure quando incontrate un amico o un’amica, aggiungere l’articolo prima del nome. La Giulia! Il Marco! Rinforza la sensazione di amicizia.

#7 E Roma, non la vogliamo mettere?

Ph. travelphotographer

A Milano si deve mettere Milano sempre al centro. E’ un metro di misurazione e di valore. Un’autostima trasmessa dalla città che porta a considerare con spregio o con beffarda ironia qualunque altra città. In primis la capitale. Non è un caso che Milano è l’unica città italiana dove non c’è una via Roma. Molto quotata anche Torino, l’eterna seconda.

Continua la lettura con: Le 7 parole che devi conoscere per mimetizzarti a Milano

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I 7 paesi dell’hinterland dove dovrebbe arrivare la metropolitana

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Con le nuove regole per l’Area B e l’Area C, l’amministrazione impone nuovi sacrifici ai cittadini, soprattutto ai lavoratori che arrivano da fuori. Ma ai sacrifici imposti dovrebbe corrispondere anche un maggiore impegno da parte di chi amministra la città. 

Ad esempio, servono parcheggi ampi, e possibilmente gratuiti, nei pressi delle stazioni della metro e del passante al di fuori dell’Area B, dove chi arriva a Milano possa agilmente lasciare l’automobile. 

Non solo. La cosa più importante è potenziare le connessioni tra Milano e l’hinterland. Le grandi metropoli europee hanno dei sistemi integrati tra metropolitane e trasporti suburbani che le mettono in stretta connessione con l’hinterland. Londra, Berlino o Parigi sono esemplari in questo ed è evidente nel loro caso una strategia univoca. Una strategia che non sempre si vede a Milano. Vediamo allora quali potrebbero essere delle nuove direttrici per una Milano che diventi realmente grande e connessa con il suo territorio. Dove ai sacrifici imposti corrispondano dei servizi all’altezza. 

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I 7 paesi dell’hinterland dove dovrebbe arrivare la metropolitana

#1 ROZZANO, un comune di oltre 40.000 abitanti collegato a Milano dal tram 15: da raggiungere con estensione M2 da Assago?

 

Rozzano è il più popoloso comune dell’hinterland a sud di Milano, con oltre 42.000 abitanti, e tra più popolosi di tutta la città metropolitana, per l’esattezza all’ottavo posto. A oggi è raggiunto dalla metrotranvia 15 che parte da Piazza del Duomo e conta 10 fermate a Rozzano fino al suo centro cittadino. Un po’ poco per un’area con una densità di 3.500 persone per kmq, che ospita anche l’Ospedale Humanitas uno dei centri d’eccellenza italiani. Una estensione della linea M2 da Assago Forum potrebbe essere una soluzione.

Leggi anche: ROZZANGELES, ultima frontiera: le 10 meraviglie del polo Sud di Milano

#2 La M2 a VIMERCATE, per snellire il traffico di una delle aree più trafficate delle Lombardia

Sono decenni che Vimercate aspetta il prolungamento della linea M2 da Cologno Nord e dopo anni di stallo sono in fase di valutazione le alternative per scegliere la tipologia di trasporto più conveniente a livello di costi benefici tra metropolitana, metrotranvia o bus veloci. A quanto pare dovrebbe avere la meglio una metrotranvia con 11 fermate su un percorso di circa 13 km.

#3 ABBIATEGRASSO: un orizzonte ambizioso per M1 o M4

il castello di abbiategrasso

Il Sindaco Sala aveva avanzato l’idea che la linea M1 si potesse spingere a ovest sino al Comune di Abbiategrasso, allungando il ramo che porterà la metro dal prossimo capolinea di Baggio, ma poi nessuno ne ha più parlato. In alternativa si potrebbe prolungare la linea M4 oltre Corsico e Buccinasco. In questo caso la fermata “Abbiategrasso” non darebbe adito a fraintendimenti, come spesso accade con la fermata della linea M2 da poco rinominata “Piazza Abbiategrasso – Chiesa Rossa”.

Leggi anche: 5 curiosità su ABBIATEGRASSO, il comune più GRANDE dell’hinterland di Milano

#4 La M1 a LEGNANO: a quel punto perchè non prolungarla fino a BUSTO ARSIZIO

Ultimo comune della Città Metropolitana a nord-ovest, Legnano si può raggiungere con il passante con un frequenza non sufficiente. Basterebbe prolungare la M1 da Rho Fiera, servendo nel tragitto anche i comuni di Pogliano Milanese, Nerviano, San Lorenzo di Parabiago e San Vittore Olona, per andare comodamente in metro a vedere il “Palio di Legnano” che commemora l’omonima battaglia tra la Lega Lombarda e il Barbarossa del 1176. A quel punto si potrebbe anche aggiungere il tratto fino a Busto Arsizio, con la fermata intermedia di Castellanza, che entrerebbe così con la sua università nella rete degli atenei milanesi. 

Leggi anche: Busto Arsizio: l’incognita lombarda

#5 Dopo il capolinea a Settimo Milanese, si potrebbe portare la M5 fino a MAGENTA

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Ad oggi è in valutazione lo studio di fattibilità di 4 fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese. Per il prolungamento fino a Magenta è in corso uno studio per un eventuale trasporto rapido di massa dal futuro capolinea di Settimo Milanese a Magenta: anche in questo caso sembra più probabile la realizzazione di una metrotranvia o s-bus.

#6 SAN COLOMBANO AL LAMBRO, l’exclave milanese senza collegamenti diretti con la metropoli

Il Comune di San Colombano al Lambro è l’unica exclave milanese, completamente accerchiata dalle province di Pavia e Lodi. Per raggiungerla bisogna uscire dai confini della città metropolitana da cui dista circa 22 chilometri a sud-est e 50 km circa dal centro città. L’unico modo per arrivarci è utilizzare la macchina, mentre una metro direttissima con un’unica fermata potrebbe essere risolutiva, oltre che molto affascinante.

Leggi anche: San Colombano è una COLONIA di Milano: anche se è lontana 22 Km appartiene alla città metropolitana di Milano

#7 Perché non osare? La M2 fino a GENOVA: la metropolitana del mare

Nel 2027 con l’Alta Velocità ci vorranno 50 minuti per arrivare a Genova dalla Stazione Centrale, ma si potrebbe fare di più. Ad esempio un collegamento diretto dalla fermata della metropolitana di Porta Genova M2 a Genova Porto, senza fermata intermedie, ci impiegherebbe meno tempo. Potrebbe bastare un biglietto extraurbano con una nuova zona tariffaria MG: Milano-Genova.

Provate a immaginare: salire a Piazza Cadorna o a Porta Genova e scendere in spiaggia. 

Assurdo? A Londra con la Elizabeth Line hanno realizzato una linea lunga come andare a Genova. Sognare non è impossibile. 

Continua la lettura con: La “linea tricolore”: e se la Milano – Roma venisse considerata come una metropolitana?

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10 locali da coccole in un freddo pomeriggio a Milano

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Crazy Cat Café

Ti capita mai mentre siete in strada a Milano di avere voglia di chiuderti in un locale con un’improvvisa voglia di farti coccolare? Davanti a una cioccolata o a una fetta di torta, queste sono le nostre dieci proposte per staccare durante un freddo pomeriggio milanese.

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10 locali da coccole in un freddo pomeriggio a Milano

#1 Pasticceria Martesana


Pasticceria artigianale fondata nel 1966. Vanta numerosi premi e campionati di pasticceria nazionale e internazionali vinti. L’ultimo è “Artisti del Panettone” del 2020 vinto dal Maestro pasticcere Vincenzo Santoro a metà dicembre.
L’originale è in Via Cagliero 14. Molto gettonato il punto vendita di via Paolo Sarpi 62.

#2 Baunilla


Tortine piccole buonissime e brioche che sono la fine del mondo. I cupcake sono un must di questa pasticceria. La trovate in via Broletto 28, in pieno centro storico, in corso Italia 11 oppure in Piazza Alvar Aalto in Porta Nuova.

#3 Disigual Caffè

Paste e torte buonissime, musica anni ’80. In Viale Montenero 4. Due teneri orsi giganti di peluche vi accoglieranno sulla soglia.

#4 PastiChéri


Ai bordi di Chinatown un caffé cosy, accogliente, casalingo, con spazi raddoppiati e soprattutto una vasta offerta di dolcetti dal sapor francese. In via Luigi Canonica, 72. Oppure in Via Carlo Ravizza, 7.

#5 Crazy Cat Cafè


Godersi un’atmosfera casalinga in compagnia di 9 Gatti? Si può fare in Via Napo Torriani 5 (Centrale). Potrete stare con loro durante tutta la giornata, dalla colazione all’aperitivo, bevendo un buona tazza di tè o leggendo un libro.

#6 Libreria Verso Caffè


Caffé letterario in mezzo ai libri in corso di Porta Ticinese 40. Per una tisana o una birra tra una scelta di editori selezionati e indipendenti.

#7 Cocotte


Atmosfere casalinghe in un originale concept bar in Via Benvenuto Cellini 1 (traversa di Corso XXII Marzo). La cocotte, una mini terrina in ghisa dove cucinare gustose pietanze monoporzioni, è la protagonista indiscussa.

#8 Colibrì


In via Laghetto 9, dietro la Statale un Caffè Letterario rivestito di libri, utilizzato dagli studenti anche come biblioteca. A seconda dell’orario si può ordinare un cappuccino o un gin tonic. Per i libri invece ogni momento è buono.

#9 Zaini

In via Carlo de Cristoforis, 5 (dietro a Corso Como), boutique con caffè che propone cioccolatini artigianali. Qui dal 1913 la storia del cioccolato di Milano è di casa, da quando Luigi Zaini fondò l’omonima fabbrica di cioccolato.

#10 Pavé

Pavè

E per chiudere la lista, ultimo ma non ultimo, il bar pasticceria cosy come un locale di Copenaghen unconventional come un locale di Berlino. Deliziose le sue paste in un ambiente informale e rilassato entrato da anni nel cuore dei milanesi. Il locale storico è in via Felice Casati 27 (una traversa di Buenos Aires). 

Continua la lettura con: 7 percorsi per correre a Milano

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Soldi con le targhe personalizzate: una strada per finanziare il buco di Milano?

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Per finanziare la spesa pubblica la mossa più facile è di ricorrere a tasse e multe. E’ quello che fa di solito la PA italiana. Ma se si guarda ai Paesi più efficienti, si scopre che spesso l’amministrazione pubblica cerca di raccogliere risorse per il suo bilancio anche da contributi volontari di cittadini. In cambio di un valore reale o percepito. Un esempio sono i numeri di targa. In molti paesi a nord delle Alpi, come Germania, Olanda, Gran Bretagna, lo Stato applica un prezzo più alto per i numeri di targa più ambiti. E non si tratta di cifre irrisorie. Vediamo ad esempio il caso svizzero. 

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Soldi con le targhe personalizzate: una strada per finanziare il buco di Milano?

# In Svizzera le targhe si vendono senza limite: si arriva fino a 300mila euro l’una

A due passi dall’Italia, il Canton Zurigo organizza, dal 1995, aste di targhe con cifre ambite. Il risultato è sorprendente: sono state raggiunte cifre da capogiro. Ad esempio, la targa «GE 55555» è stata venduta per la cifra di 48.000 franchi, oltre i 50.000 euro. Mentre la targa «ZH 24» è stata battuta all’asta per 299.000 franchi (circa 310.000 euro), stabilendo un record assoluto a livello nazionale.

Solo negli ultimi due anni, le vendite hanno fruttato al bilancio cantonale circa 5 milioni di franchi (sopra i 5 milioni di euro), con cifre straordinarie anche per targhe come «ZH 888», venduta per 194.000 franchi, e «ZH 100», battuta a 226.000 franchi.

Anche gli altri cantoni offrono questa possibilità. Nel Canton Ticino la targa «TI 10» è stata acquistata per 135.000 franchi, e persino i cantoni più ricchi, come Zugo, traggono vantaggio economico da questo sistema. Zugo, pur vantando un PIL pro capite tra i più alti d’Europa, ha ricavato circa mezzo milione di euro da una singola asta per riequilibrare i conti.

E queste aste per l’acquisto di targhe non sono solo segno, comunque legittimo, di sfarzo o vanità, ma finiscono per finanziare i bilanci dei cantoni e dello stato, contribuendo in definitiva al bene pubblico.

La vendita di targhe con numeri particolari o con cifre personalizzate è una pratica diffusa all’estero. Non solo in Svizzera. Anche in Germania, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti o Australia, tra gli altri, si può scegliere non solo di pagare un extraprezzo per una targa personalizzata una tariffa extra, ma anche di scambiarle e venderle, trasformandole in oggetti di collezione. Così l’automobilista è più felice e lo Stato festeggia le risorse aggiuntive. Tutti felici e contenti. Al contrario, in Italia la possibilità di personalizzare o acquistare targhe automobilistiche non esiste.

# E se a Milano si introducesse questa modalità per finanziare il Comune?

Il debito del Comune di Milano ammonta a 2,2 miliardi di euro al 31 dicembre 2024. La possibilità di introdurre un sistema di aste per targhe con cifre ambite o personalizzate potrebbe rappresentare un’opportunità per generare entrate significative. Seguendo l’esempio svizzero, l’Italia potrebbe sfruttare questo mercato non solo per alleggerire i bilanci pubblici, ma anche per offrire un nuovo canale di guadagno ai privati.

Un sistema di vendita delle targhe potrebbe essere pensato in due modalità, come avviene all’estero:

  1. Targhe standard personalizzate: ogni automobilista potrebbe scegliere una combinazione unica di numeri e lettere, dietro il pagamento di una tassa.
  2. Aste per targhe speciali: numeri particolari o di prestigio potrebbero essere venduti al miglior offerente, generando milioni di euro in entrate.

Immaginiamo, ad esempio, l’introduzione di targhe commemorative dedicate a eventi culturali o sportivi, simili alla «ZH 24» venduta in Svizzera durante gli Europei di calcio. Il ricavato potrebbe essere destinato al miglioramento delle infrastrutture o alla promozione del turismo.

L’idea di vendere targhe automobilistiche personalizzate in Italia non è solo un sogno di libertà individuale, ma una proposta concreta per migliorare la situazione economica del paese. L’esperienza svizzera dimostra che un sistema ben progettato può generare entrate significative e offrire un servizio apprezzato dai cittadini.

È forse giunto il momento di riconsiderare le priorità e guardare oltre i confini per trovare ispirazione. Perché non farlo?

# Il blocco culturale e burocratico italiano

Ma perché in Italia non si adottano queste soluzioni? Una risposta potrebbe essere la mentalità statalista che permeerebbe il nostro sistema normativo e burocratico. La targa è vista come un simbolo di uniformità e di imposizione autoritaria che azzera qualunque libertà e potere nel cittadino-suddito. Ogni tentativo di innovazione che porti a una apertura nella libertà del cittadino di differenziarsi dagli altri si scontra sempre con un apparato amministrativo spesso incapace di gestire il cambiamento e una cultura di sistema che promuove il livellamento e l’omologazione tra i cittadini. 

Inoltre, la paura di una cattiva gestione o di speculazioni potrebbe alimentare resistenze politiche e sociali. Tuttavia, un sistema ben regolamentato, con limiti chiari e trasparenza, potrebbe non solo prevenire abusi, ma anche creare nuove opportunità per cittadini e istituzioni.

Continua la lettura con: I robot di Musk a Milano? Le 5 attività che potrebbero svolgere

MATTEO RESPINTI

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Da Milano in Slovenia con il Frecciarossa: dopo il primo test si punta al servizio regolare

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Chatgpt - Frecciarossa Italia-Slovenia

Prima Parigi, in futuro Monaco di Baviera, Berlino e Lubiana. Continua a crescere la rete di collegamenti transfrontalieri veloci da Milano. Dopo il primo test a dicembre 2023 dalla stazione di Mestre, l’obiettivo è attivare un servizio regolare da Milano alla capitale slovena.

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Da Milano in Slovenia con il Frecciarossa: dopo il primo test si punta al servizio regolare

# Positivo il primo test a dicembre 2023

fsnews.it – Frecciarossa

L’istituzione di un collegamento diretto Frecciarossa Italia-Slovenia diventa sempre più concreta. L’11 dicembre 2023 è stato effettuato il primo test da Mestre fino a Sesana in Slovenia con l’ETR.700-08, attrezzato con la tecnologia ERTMS BL3. Il convoglio ha fermato a Portogruaro, Monfalcone, Bivio Aurisina e Villa Opicina, al confine è salito sul a bordo il personale delle ferrovie slovene. Durante il tragitto sono state effettuate alcune prove di funzionamento del sistema ETCS dell’ETR.700 sulla rete ferroviaria slovena, che è attrezzata con sistema di segnalamento ERTMS ed alimentata a 3000 Volt in corrente continua come in Italia. 

# L’obiettivo è istituire due collegamenti veloci giornalieri da Milano a Lubiana

fsnews.it – Stazione Lubiana

I tempi sembrano ormai maturi per il ripristino e l’estensione a Venezia e Milano di un servizio transfrontaliero tra i due Paesi, già esistente fino al 2008 ed allora operato dal Pendolino sloveno di costruzione FIAT ETR.310. L’accordo preliminare siglato da Trenitalia, capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS e SŽ Passenger Transport, società ferroviaria slovena, prevede l’istituzione di 2 collegamenti giornalieri tra Milano e Lubiana al completamento del potenziamento della rete slovena in modo da ridurre ulteriormente al durata dal viaggio. Oggi il collegamento più rapido disponibile è di 7 ore e 40 minuti e prevede un Frecciarossa da Milano Centrale a Trieste e un cambio con un Eurocity per proseguire fino a Lubiana. Tra le fermate previste le grotte di Postumia e di San Canziano (nel comune di Divaccia) e il paese di Lipizza, nel comune di Sesana. Ma non solo: all’orizzonte si vedono già nuove destinazioni. 

# Il primo passo per altre destinazioni a Est?

Budapest @pixabay

La speranza di molti è che questo sia il primo passo per un’ulteriore spinta a Est. In particolare sarebbe una vera e propria rivoluzione collegare via Frecciarossa anche Austria, Croazia e Ungheria che registrano una crescita esponenziale nei rapporti con il Nord Est italiano, ma che risultano ancora penalizzate nei tempi di percorrenza. Confermato invece, a partire dal 2026, il collegamento con Frecciarossa da Milano a Monaco di Baviera e in futuro fino a Berlino.

Leggi anche: Non solo Parigi: le 5 città straniere da collegare a Milano con treni dell’alta velocità

Continua la lettura con: Milano – Berlino col Frecciarossa? L’annuncio: quando sarà possibile e quanto ci metteremo

FABIO MARCOMIN

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L’assessore spiega ai cittadini l’utilità della ciclabile di Buenos Aires

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Motivazioni inconfutabili. 

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Continua con: La metro chiude le porte, ma a Milano non si molla mai

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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C’è molto di Milano a Salonicco: inaugurata la metro con “mente meneghina”

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John Carlo Ottaviani LN - Stazione Metro Salonicco

Colpo di ATM: dopo Copenaghen, dove gestisce da oltre 15 anni tutta la rete metropolitana, debutta nella seconda città greca. La realizzazione della linea è stata una vera sfida ingegneristica che ha portato alla luce 2300 anni di storia. C’è anche il più grande museo all’aperto del mondo dentro una stazione.

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C’è molto di Milano a Salonicco: inaugurata la metro con “mente meneghina”

# Il debutto di ATM in Grecia con l’inaugurazione della prima linea di Salonicco: da oltre 15 anni gestisce la rete di Copenaghen

Atm – Metro Salonicco

Il 30 novembre 2024 ha inaugurato la linea metropolitana di Salonicco, seconda città greca con oltre 1 milione di residenti nell’area vasta e un’estensione di circa 1,3 milioni di mq. La gestione è di ATM: nel 2023 ha vinto la gara per 250 milioni di euro spalmati in 11 anni.

L’Azienda Trasporti Milanese detiene infatti il 51% delle quote della newco Thema, il 49% sono di Egis, società francese di ingegneria, e tramite gli addetti italiani si è occupata delle formazione del personale della nuova infrastruttura. Un altro colpo di ATM che dal 2008 gestisce tutta la rete di Copenaghen, composta da 3 linee radiali e una circolare, il Cityyringen, e dal 2025 anche la nuova linea di metropolitana leggera. Ma come funziona la nuova metro ellenica?

Leggi anche: A Copenaghen la METRO è GESTITA dall’ATM di Milano

# Un tracciato di 10 km e 13 stazioni, con un’espansione prevista nel 2025

Di Philly boy92 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=71623596 – Metro di Salonicco

Costruita da Webuild, che ha realizzato anche la linea M4 di Milano, la nuova metro si estende per 9,6 km e 13 stazioni collegando da est a ovest i quartieri della città. Si attendono in media 313.000 passeggeri giornalieri e la riduzione di 57.000 auto in circolazione al giorno e di 212 tonnellate di emissioni di carbonio. In 18 minuti i treni driverless vanno da un capolinea all’altro. Nel 2025 è in programma già una prima estensione ad est servendo i comuni periferici della città per arrivare a un totale di 18 stazioni.

# Svelati 2300 anni di storia: la stazione di Venizelou ospita il più grande museo all’aperto del mondo dentro una metropolitana

John Carlo Ottaviani LN – Metro Salonicco

Un’attesa lunga 20 anni, tra progettazione e costruzione, si arriva quasi a 40 dalla prima pianificazione. Una vera sfida ingegneristica per i numerosi ritrovamenti archeologici nel sottosuolo che hanno costretto anche a spostare le stazioni rispetto al progetto originario. La città fondata nel 315 a.C. dal re dei Macedoni Cassandro e intitolata alla sorella di Alessandro Magno, Tessalonica, è tornata alla luce durante il più grande scavo archeologico cittadino.

Atm – Reperti archeologici metro Salonicco

Sono riemersi i 2.300 anni di storia di Salonicco, visibili in quelle che sono diventate archeostazioni, come quella di Venizelou che ospita il più grande museo all’aperto del mondo all’interno di una stazione della metropolitana, con reperti archeologici risalenti all’epoca romana. Sono state rinvenute numerose lastre di marmo appartenenti alla celebre via romana conosciuta come Decumanus Maximus. Gli utenti della metropolitana possono fare un viaggio indietro nel tempo tra le epoche dei Romani, dei Bizantini, degli Ottomani, dai resti dei sistemi fognari degli Antichi Greci fino alle basiliche dimenticate di impronta cristiana.  

Leggi anche: A ROMA ci sarà la stazione METROPOLITANA più BELLA del MONDO? (Video e rendering)

Continua la lettura con: Questi i primi numeri della M4: come si posiziona rispetto alle attese e alle altre linee?

FABIO MARCOMIN

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Piazzale Loreto uscirà fuori dal tunnel? Il punto sul progetto

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Roberto Fortunato FB - Auto in piazzale Loreto

Tutto sembrava perfetto. Il progetto e i lavori ai nastri di partenza per riqualificare un luogo disordinato e degradato, dove è un problema sia la viabilità dei mezzi sia la vivibilità. Rinviati più volte, sembrava che dovessero partire finalmente un paio di mesi fa, bucheranno con molta probabilità l’appuntamento con il 2026. E c’è chi insinua che alla fine non verranno mai fatti. A che punto è la situazione e cosa prevede il progetto.

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Piazzale Loreto uscirà fuori dal tunnel? Il punto sul progetto

# Un luogo disordinato e degradato in attesa di rinascere

Roberto Fortunato Fb – Piazzale Loreto

L’ennesima riprova si è avuta durante la stop della linea M1, a causa di un tragico evento, che ha costretto i viaggiatori a salire in strada per cambiare linea o prendere altri mezzi. Un flusso disordinato di persone che cerca di attraversare il piazzale, tra balaustre malmesse, e macchine bloccate nel traffico. 

Roberto Fortunato FB – Auto in piazzale Loreto

Un luogo che attende di rinascere da troppo tempo e che nonostante ci sia pronto un progetto per la sua rigenerazione, con una modifica sostanziale della viabilità, nulla si è ancora mosso. Nhood Italy, vincitore del concorso Reinventing Cities con “Loreto Open Community“ (LOC), sperava di partire con i cantieri nell’autunno 2023 per consegnare il nuovo piazzale all’inizio del 2026 e unirsi al rinnovato corso Buenos Aires i cui lavori sono in fase avanzata. Ma cosa prevede nel dettaglio la riqualificazione?

Maps – Piazzale Loreto

Leggi anche: Buenos Aires sarà un “boulevard verde”? Avviati anche i lavori del PNRR

# Un’agorà verde con un anfiteatro, negozi, uffici e il traffico spostato all’esterno della piazza

Il piazzale dovrebbe diventare in parte pedonale e soprattutto ecosostenibile: si vuole trasformarlo in un’agorà verde per mettere in connessione NoLo e l’asse corso Buenos Aires/viale Monza/viale Padova. Gli interventi previsti nel dettaglio sono:

  • lo spostamento del traffico all’esterno, ai margini della piazza;
  • la costruzione di 3 nuovi edifici, con terrazze verdi sui tetti, destinati ad uso commerciale, uffici e svago;
  • al centro una sorta di agorà con gradoni e un anfiteatro, dove si potrà assistere a concerti, mercati e manifestazioni di vario tipo. 

Questi i numeri:

  • 9.200 mq complessivi;
  • 3.900 mq sono previsti a verde, con aiuole e 500 tra arbusti e alberi;
  • 1,2 km di piste ciclabili;
  • 1.200 mq di pannelli solari,;
  • 60 stalli per le biciclette, oltre a quelli per il bike sharing;
  • 11 postazioni di ricarica elettrica

Leggi anche: PIAZZALE LORETO diventa AGORÀ VERDE: il primo tassello della MAXI riqualificazione

# Lo stallo causato dalla bufera giudiziaria sul settore delle costruzioni

Loc26 interno

In una nota di maggio di quest’anno Nhood aveva chiarato la sua posizione, rispondendo a Sala che aveva detto come il possibile cambio dell’iter in seguito alla bufera giudiziaria nel settore delle costruzioni avrebbe potuto far desistere i proponenti del progetto, che «nel rispetto delle norme vigenti, sta lavorando e continuerà a lavorare per la prosecuzione del progetto di riqualificazione della piazza. Con la chiara volontà di portarlo a compimento nel più breve tempo possibile e contribuire così al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.» Tra gli oltre 150 progetti fermi c’è infatti anche quello di piazzale Loreto, con gli uffici dell’urbanistica di fatto immobilizzati dopo le inchieste della magistratura. L’approvazione definitiva del “Salva Milano” attesa nelle prossime settimane dovrebbe sbloccare la situazione dei cantieri in corso e in attesa in città, anche se al momento non ci sono ipotesi di date all’orizzonte e “Loreto Open Community“ (LOC) rimarrà sulla carta ancora per diversi mesi.

Continua la lettura con: ”Salva Milano”: che cosa comporta in breve e perché lo ha votato anche il PD?

FABIO MARCOMIN

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Case: i milanesi preferiscono l’hinterland

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Milanesi nell'hinterland

Milano perde residenti: lo certifica l‘Istat. Una buona parte sceglie l’hinterland. Ma quali sono i comuni dove è avvenuto il maggior numero di compravendite e dove è più conveniente prendere casa nei dintorni di Milano?

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Case: i milanesi preferiscono l’hinterland

# Quasi il 10% dei milanesi si è spostato fuori città negli ultimi 5 anni: a Opera record di compravendite con +71%

Maps – Comune di Opera

L’Istat ha certificato il calo dei residenti a Milano: sono scesi a 1.370.536 abitanti, in calo del 10% rispetto a 5 anni fa. Tra i fattori che hanno determinato questo calo il saldo negativo: il trasferimento all’estero e quello nell’hinterland. Negli ultimi cinque anni i milanesi che hanno preso casa oltre i confini di Area B è salito del 9,7%, pari a oltre 15.400 residenti, con una crescita delle compravendite dell’11,6%. I comuni più attivi, come emerso da uno studio di Abitare.Co, sono stati Opera (+70,8%), Cusano Milanino (+63,3%) e Vimodrone (+61,7%).

# A Trezzano i prezzi delle case sono cresciuti più che a Milano

@globalsystem – Città Metropolitana Milano

L’analisi ha preso in considerazione il mercato immobiliare residenziale delle nuove costruzioni dell’hinterland milanese di facile accesso a Milano, nello specifico 37 Comuni di prima fascia, collegati con la metropolitana o il passante ferroviario, sui 131 di tutta la Provincia. In generale risulta come i prezzi delle abitazioni siano inferiori rispetto a Milano del 52% nell’usato e di quasi il 60% nel nuovo. Sull’usato c’è una differenza media di prezzo al mq di oltre 2.700 euro: a Milano si sono toccati i 4.700€ al mq con un +42,4% sul 2019. Sul nuovo la differenza è di 4.450€: con la media di 7.690€ raggiunta a  Milano, risultato di un incremento del +48,1%. L’unico comune che ha visto crescere di più i prezzi nel nuovo rispetto a Milano è stato Trezzano sul Naviglio, con un +50%.

# Abbiategrasso il comune più economico: a parità di budget si comprano case tre volte più grandi che a Milano

Credits: milanoguida.it – Abbiategrasso

Mettendo sul piatto un budget di 300mila euro, a Milano si riesce a comprare in media un appartamento da 40 mq, mentre nell’hinterland si va dai 133 mq di Abbiategrasso, che risulta il comune più economico, ai 73 mq di Assago, che si conferma invece come il meno accessibile fuori città, davanti a Basiglio con 80 e Sesto San Giovanni con 82 mq. Sul podio dei comuni dove le case costano di meno troviamo Senago dove si riesce a prendere un’abitazione di 107 mq, Pescheria Borromeo e Rho con 105 mq.

Leggi anche: Peggio che a Milano: la località dell’hinterland con prezzi delle case da record

Continua la lettura con: La fuga dei 50mila: sorpresa, Milano in un anno ha perso tanti abitanti come l’intera città di Lodi

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La Bike city non fa breccia sui giovani di Milano: solo il 7% va in bici a scuola

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pixabay - u_d7hddm5o . Bicicletta

Milano bike city? Sembra una bella idea ma ancora poco praticata. Soprattutto per gli spostamenti casa-scuola.

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La Bike city non fa breccia sui giovani di Milano: solo il 7% va in bici a scuola

# I risultato di un sondaggio della Consulta Provinciale Studentesca: meglio il trasporto pubblico

Credits: foto di redazione
M5

Meglio i mezzi pubblici o a piedi. Questa è la fotografia di un sondaggio dal titolo “Muoversi a Milano. La mobilità vista dagli studenti delle scuole superiori” realizzato Consulta Provinciale Studentesca (CPS) di Milano intervistando un campione di 4.568 studenti. Dai risultati emerge come in cima alle preferenze per gli spostamenti da e verso gli istituti scolastici per due studenti su tre c’è il trasporto pubblico per il 63,3%. Seguono: andare a piedi per il 17,8% e in bicicletta per il 7%. Le altre modalità quali auto privata, combinazione di auto e trasporto pubblico e motorino, sono scelte rispettivamente per il 4,6%, 4,5% e 1,5%. 

# Perché non si va in bici? La sicurezza non è un problema

pixabay – u_d7hddm5o . Bicicletta

Sono diversi i fattori che influenzano la scelta di non utilizzare la bicicletta. Tralasciando la distanza e la velocità percepita dei mezzi pubblici, le domande si sono concentrate sulla sicurezza. Ma anche questo sembra un falso problema. Più di uno studente su due che usa auto o moto ha risposto negativamente al quesito “andresti a scuola in bicicletta se fosse più sicuro?”. Appena uno su tre (il 31,5%) sarebbero favorevoli, dinamica simile anche se con percentuali diverse nel caso di scelta tra trasporto pubblico e bicicletta: il 38% degli utilizzatori continuerebbe ad usare i mezzi pubblici, il 35% opterebbe per la bicicletta.

# Le proposte di CPS per invertire il trend: nuove corsie preferenziali per i mezzi pubblici e quattro piste ciclabili circolari

Credits piste-ciclabili.com – Piste ciclabili a Milano

In base ai dati emersi la CPS ha proposto due interventi per consentire di invertire il trend e portare più studenti a spostarsi in bicicletta: implementare nuove corsie preferenziali per i mezzi pubblici e realizzare quattro piste ciclabili circolari per migliorare la sicurezza dei ciclisti.

Leggi anche: Le CICLABILI di Milano: QUANTE sono? Qual è la più LUNGA? E la più RIPIDA?

Fonte: orizzontescuola.it

Continua la lettura con: Entra nel vivo il cantiere per il GRAB, il Grande Raccordo Anulare per le Bici

FABIO MARCOMIN

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Brioche calda in piena notte: i 5 forni aperti a Milano anche con le tenebre

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Strada di notte - Ph. vinsky2002

Di ritorno a casa tardi dopo una serata, magari nel weekend, non c’è persona che almeno una volta non abbia avuto quella fame improvvisa, che molto spesso viene soddisfatta con qualche cheeseburger preso al fast food. Ma il panino take-away non è l’unica soluzione, anzi la scelta può essere molto più ampia se si va di fronte a qualche panificio che sta preparando i prodotti per la mattina: brioches appena sfornate, pizze, focacce e panini caldi. Ma quali sono i forni aperti anche la notte in città?

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Brioche calda in piena notte: i 5 forni aperti a Milano anche con le tenebre

# Forno di Barona in Via Lago di Nemi: aperto 24h sette giorni su sette (zona 6)

 
Credits: @fornodibarona IG

Nato come laboratorio di produzione all’ingrosso di pane, pizze, focacce e brioches, con gli anni il Forno di Barona, che serve l’intera zona Barona a sud della città, si è espanso e ora offre anche il servizio self-service sia nel locale che d’asporto. Il Forno di Barona si trova in Via Lago di Nemi 25 ed è uno dei pochi panifici aperti 24 ore su 24 in città. Di notte è ormai luogo di incontro di molti giovani che qualsiasi ora sia, se sono in zona, vanno a fare rifornimento al forno. Dalle pizze alle brioches, dalla caffetteria alla pasticceria, al Forno di Barona si trova sia dolce che salato.

In generale, inoltre, il forno fa anche da tavola calda e offre il servizio catering agli eventi. In aggiunta al primo “storico” Forno di Barona aperto in via Lago di Nemi, in città se ne trova un altro della stessa proprietà: il Bistrot Italia in Corso Italia 35.  Non solo: in provincia possiamo trovare un altro Forno di Barona, precisamente a Trezzano Sul Naviglio in Via Roma 4.

 

# Forno Granfior in via delle Forze Armate: 24h a San Siro (Zona 7)

Credits: parrocchiamadonnadipompei.it
Forno GranFior

In via delle Forze Armate, 165, ad ovest di Milano vicino alla fermata Inganni, c’è il Forno Granfior che per tutta la serata sforna pizze, focacce e brioche di buona qualità. Mentre di giorno è il posto ideale dove fermarsi per fare merenda dopo una lunga passeggiata attorno alla Chiesa della Madonna dei Poveri, chiesa dalla struttura un po’ particolare tipica dell’architettura razionalista, la sera la gente si riunisce per fare uno spuntino prima di tornare a casa. Anche qui, come in tutti i forni, si possono acquistare focacce, pizzette, brioches e pasticceria varia e, come il forno di Barona, il Forno di Granfior è aperto 24H.

 

# Panificio 24h I Sapori di Denise in Piazzale Cuoco: pasticcini sempre freschi e specialità napoletane giorno e notte (Zona 4)

Credits: @markkarram
I Sapori di Denise

Pasticcini sempre freschi e specialità napoletane, pastiera e casatiello su prenotazione, il forno notturno in Piazzale Cuoco soddisfa la fame di molti giovani e non che di notte si trovano in zona e hanno un certo languorino. Il forno del quartiere Calvairate è sempre stato lì, ma da qualche tempo ha una nuova gestione napoletana. Oggi si chiama Sapori di Denise e si trova precisamente in via Emilio Faà di Bruno 20. Il locale è aperto 24 ore su 24 ed è molto apprezzato dai clienti anche di giorno, grazie ai suoi mega aperitivi. La sera, invece, si possono trovare brioches fresche, fagottini al cioccolato, ma anche dei buoni panini napoletani, un esempio? Pagnottina con bologna e pancetta a cubetti e provola.

 

# Il Golosone in via Mac Mahon 75: aperto fino alle 3 (Zona 8)

Credits: @ilgolosonemilano
Il Golosone

Aperto la notte e dedicato ai giovani milanesi, Il Golosone è un locale nato dall’idea di un ragazzo siciliano che, puntando su ragazzi e ragazze che fanno serata e hanno voglia di mangiare qualcosa prima di tornare a casa, ha deciso di aprire un locale notturno dove offrire le specialità siciliane. Il Golosone si trova in via Mac Mahon 75, a nord di Milano, zona Ghisolfa/Maciachini, ed è aperto fino alle 3 di notte. Tra le specialità del Golosone che si possono scegliere ci sono: cornetti caldi, bomboloni e donuts super farciti (si può addirittura scegliere tra 30 gusti di farcitura diversi)! E poi ci sono tutte le specialità salate e di rosticceria tipiche dell’isola d’origine del proprietario.

 

# Mergellina Bakery in Viale Bligny: il fast food dei dolci vicino alla Bocconi (Zona 5)

Credits: @ilpostochevale
Mergellina Bakery

È il fast food di dolci che fa gola a tutti, bombe caloriche che fanno da pranzi, cene e aperitivi messi insieme. È la classica “americanata” che però tutti vogliono provare almeno una volta nella loro vita. È questo quello che offre il Mergellina Bakery: croissant e donuts farciti in tutti i modi. Ogni locale Mergellina Bakery è allestito a tema donuts con i colori molto accesi e a Milano la sede si trova in Viale Bligny 13, nei pressi della Bocconi. Il Mergellina Bakery non resta aperto tutta la notte, ma chiude alle tre di notte nel weekend e alle due in settimana.

 

Continua la lettura con: Quali sono le GASTRONOMIE MIGLIORI di Milano? Ecco la GUIDA PERFETTA (con MAPPA) per chi non vuole cucinare

BEATRICE BARAZZETTI

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La M7: le tre ipotesi di tracciato della settima linea di Milano

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Prima ipotesi M7

La discussione sulla M6, pensata per servire i municipi 4 e 5 e proseguire ad ovest fino al MIND, sta entrando sempre più nel concreto. Ma i milanesi guardano già oltre.

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La M7: le tre ipotesi di tracciato della settima linea di Milano

# La prima ipotesi di tracciato: da Rho Fiera a Milano 2

Prima ipotesi M7

Il Sindaco Sala ha detto che la M6 sarà l’ultima metropolitana di Milano: perché non sognare in grande e immaginare il percorso di una futura M7? In realtà già durante il dibattito sul PGT, durante la Giunta Moratti, si era fatta una prima ipotesi di tracciato: da Rho Fiera fino a Milano 2. Tra le fermate previste: Stephenson, Certosa, Accursio, Domodossola, Arco della Pace, Turati a interscambiare la M3, Palestro con la M1 e Lambrate con la M2. Si tratta della linea in colore verde scuro indicata come M9 dopo l’approvazione del PGT.

Leggi anche: La METRO del futuro a Milano: il SOGNO M6 da MIND a… Le DUE IPOTESI per il CAPOLINEA

# La seconda ipotesi: la linea approvata dal PGT della Giunta Moratti sul tracciato della metrotranvia nord (da Cascina Gobba a Certosa)

Pgt 2030 Moratti

La linea approvata nel Pgt prevedeva un tracciato completamente differente dalle ipotesi iniziali: ricalcava il percorso della metrotranvia nord, attualmente in costruzione. Il capolinea est a Cascina Gobba M2 e quello ad ovest a Certosa. In mezzo l’incrocio con la M1 a Precotto, con la M5  a Bicocca e Testi, con la M3 ad Affori e altri incroci con linee ferroviarie regionali e suburbane.

# La terza ipotesi: l’alternativa con meno fermate e prosecuzione fino a Molino Dorino M1

M7

L’alternativa proposta da Domenico Bulzis prevede un tracciato che ricalchi in linea di massima sempre quello della futura metrotranvia nord, ma con meno fermate e prosecuzione fino a Molino Dorino M1. Queste le stazioni immaginate: Ponte Nuovo, Adriano, Tremelloni, Precotto con interscambio con la M1, Greco Pirelli che interscambia la stazione ferroviaria con treni regionali e suburbani, Niguarda, Affori con incrocio con la M3, altre cinque (Bovisa, Villapizzone,Certosa, Stephenson e MIND Merlata) ad interscambiare con altrettante stazioni ferroviarie.

Leggi anche: 7 PROGETTI di LINEE METROPOLITANE per il futuro della rete milanese

Continua la lettura con: METRO a MONZA… ma facciamola bene: i PUNTI DEBOLI di M1 e M5

FABIO MARCOMIN

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Mind, l’ultima avanguardia di Milano: a che punto siamo? (video)

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MIND (Milano Innovation District) è l’ambizioso progetto di riqualificazione dell’area che ha ospitato Expo Milano 2015. L’obiettivo: trasformarla in un distretto dell’innovazione e della sostenibilità. Ma a che punto sono i lavori? In questo video esploriamo il progetto e analizziamo i progressi compiuti, dalle strutture già operative alle opere ancora in corso.

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FRANCESCA MONTERISI

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