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La Grande Brera appena nata pensa già in grande: 4 idee per rendere Milano un faro della cultura mondiale

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La Grande Brera è finalmente aperta: con l’annessione di Palazzo Citterio e l’inclusione del Cenacolo Vinciano, il complesso museale milanese è sulla giusta strada per candidarsi a nuovo cuore pulsante della cultura italiana. Ma che cosa succederebbe se dalla Grande Brera i milanesi avessero accesso all’arte di tutto il mondo? Ecco 4 idee per elevare ancora più in altro la Grande Brera.

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La Grande Brera appena nata pensa già in grande: 4 idee per rendere Milano un faro della cultura mondiale

# Cos’è la Grande Brera?

La “Grande Brera” è un progetto ambizioso che mira a trasformare il complesso museale della Pinacoteca di Brera in un polo culturale di caratura internazionale, capace di ridefinire l’offerta artistica e culturale di Milano. Con l’annessione di Palazzo Citterio e la recente inclusione del Cenacolo Vinciano, la Grande Brera punta a creare un sistema museale integrato, arricchito da sinergie con altre istituzioni culturali cittadine. Questo progetto, aperto dal 7 dicembre, non è solo un ampliamento fisico, ma una visione che potrebbe cambiare il modo in cui Milano si presenta al mondo come capitale dell’arte e della cultura.

Nell’ultimo mese, la notizia dell’ingresso del Cenacolo Vinciano nella gestione della Grande Brera ha riacceso l’interesse verso questa iniziativa. L’idea è di valorizzare non solo i tesori artistici della città, ma di federare le diverse anime della cultura milanese in un progetto unico e coerente. Come può questa visione trasformarsi in un motore culturale di livello internazionale? Ecco 4 proposte innovative che potrebbero segnare una svolta.

#1 Federare tutti i musei milanesi in un circuito unico

Una delle iniziative più promettenti per rendere la Grande Brera un centro culturale globale potrebbe essere la creazione di un circuito unico che colleghi i principali musei di Milano. Questa federazione potrebbe includere istituzioni come il Museo del Novecento, il Museo Poldi Pezzoli, il MUDEC, il Museo della Scienza e della Tecnologia e la Fondazione Prada. Ogni museo offrirebbe un’esperienza unica, spaziando dall’arte moderna alla tecnologia, dalla cultura etnografica al design contemporaneo.

Un biglietto o abbonamento unico, pensato per turisti e residenti, permetterebbe un’accessibilità più ampia e incentiverebbe il turismo culturale. Questo sistema potrebbe essere integrato con le imposte comunali, offrendo ai cittadini milanesi un accesso privilegiato. La Grande Brera, con la sua combinazione di Pinacoteca, Orto Botanico e Biblioteca Braidense, rappresenta già un microcosmo di questa diversità culturale, dimostrando come temi apparentemente distanti possano convivere armoniosamente. Federare i musei milanesi amplificherebbe questa idea, trasformando Milano in una città-museo.

#2 Arte diffusa nelle stazioni della metropolitana

Un esempio straordinario di come l’arte possa integrarsi con la vita quotidiana viene dalla metropolitana di Mosca, un vero museo sotterraneo. Milano potrebbe seguire questa strada, ma con un approccio unico: “diffondere” opere ed elementi della Grande Brera in ogni stazione della metropolitana. Queste opere potrebbero essere originali, laddove possibile, oppure repliche fedeli accompagnate da didascalie informative.

Si potrebbe immaginare, ad esempio, una stazione decorata con riproduzioni di dettagli del Cenacolo Vinciano, o grandi cartelloni che riproducono opere delle dimensioni originali. Questi interventi non solo renderebbero il trasporto pubblico un’esperienza culturale, ma creerebbero un legame diretto tra i cittadini e il patrimonio artistico della città. Il passo successivo potrebbe essere la collocazione di queste opere anche fuori dalla metropolitana, in piazze o vie iconiche, trasformando Milano in un museo a cielo aperto.

#3 Milano come portale d’accesso ai musei del mondo

La Grande Brera potrebbe diventare il primo polo museale a offrire un accesso virtuale ai principali musei italiani e internazionali. Attraverso la realtà aumentata, i visitatori potrebbero esplorare opere d’arte e architetture di tutto il mondo senza lasciare Milano. Questo progetto potrebbe essere ospitato in una sala dedicata di Palazzo Citterio o in un edificio appositamente allestito.

Dotati di visori e telecomandi, i visitatori potrebbero “entrare” virtualmente al Louvre per ammirare la Gioconda o passeggiare tra le stanze degli Uffizi a Firenze. L’esperienza, altamente immersiva, dovrebbe offrire un livello di dettaglio straordinario, permettendo di osservare opere e ambienti da prospettive impossibili nella realtà fisica.

Un sistema di biglietteria dedicato potrebbe prevedere un costo pari alla metà del prezzo d’ingresso del museo reale, rendendo questa esperienza accessibile e sostenibile. Con il tempo, questa tecnologia potrebbe essere estesa a visite guidate virtuali in luoghi di bellezza architettonica, artistica o paesaggistica, trasformando Milano nel fulcro della cultura globale.

#4 La Scuola Internazionale della Grande Brera

Un’idea rivoluzionaria che potrebbe trasformare la Grande Brera in un motore culturale è la creazione di una Scuola Internazionale dedicata all’arte e alla cultura. Questa istituzione, rivolta a studenti di tutto il mondo, offrirebbe programmi avanzati di studio in storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e curatela museale. La scuola potrebbe collaborare con università e istituzioni culturali globali per creare una rete di scambio accademico e professionale.

Gli studenti avrebbero l’opportunità di lavorare direttamente con le collezioni della Grande Brera, partecipando a progetti di ricerca e mostre temporanee. Inoltre, la scuola potrebbe ospitare seminari e conferenze internazionali, trasformando Milano in un centro di eccellenza per l’educazione artistica. Questa iniziativa non solo attirerebbe talenti e risorse da tutto il mondo, ma consoliderebbe il ruolo della Grande Brera come leader globale nella promozione e conservazione dell’arte.

Continua la lettura con: A Milano il palazzo di legno più alto d’Italia: 4 idee per rinnovare la città con questo materiale naturale

MATTEO RESPINTI

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Se le 5 linee della metro di Milano avessero un nome (internazionale): come si chiamerebbero?

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Ezio Cairoli - Aereo M4 frontale

La metropolitana di Londra, la più antica del mondo nonché la più estesa d’Europa, oltre ad avere un innegabile fascino per la sua storia e la sua atmosfera (in certe stazioni) ha anche una caratteristica che fa invidia a molti milanesi: tutte le sue undici linee hanno un nome, che può derivare dalle istanze più disparate, dalla stazione principale che servono ad architetti, battaglie importanti, regine e vestiti del XVII Secolo.

Leggi anche: Sei curiosità sulla Metropolitana di Milano che pochi conoscono

Quindi ci siamo chiesti: se le cinque linee metropolitane di Milano avessero un nome, come si chiamerebbero? Abbiamo deciso di darle un nome inglese per renderle ancora più internazionali. 

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Se le 5 linee della metro di Milano avessero un nome (internazionale): come si chiamerebbero?

 

#M1 – DUOMO LINE

metropolitana milaneseLa prima linea non poteva che passare per il Duomo. Nome omen. 

#M2 – STATION LINE

metropolitana milaneseCollega la città con i treni e quindi all’Italia intera. Lambrate, Centrale, Garibaldi, Cadorna e Porta Genova sono sulla linea verde. La Station Line, o linea delle stazioni, di Milano.

#M3 – FASHION LINE

metropolitana milaneseDalla Fondazione Prada a Montenapoleone, questa linea sfila per la Capitale della Moda.

#M4 – FLY LINE

Ezio Cairoli – Aereo M4 frontale

Abbiamo finalmente una linea che porta all’aeroporto più executive di Milano.

 

#M5 – EXPO LINE

metropolitana milaneseRappresenta tutto ciò che Expo 2015 è stato per Milano: una svolta.

E voi che nomi dareste alle nostre linee metropolitane? Commentate qui sotto o su Facebook con le vostre proposte.

Continua a leggere con: Si dice il metrò o la metro?

HARI DE MIRANDA

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Una notte nell’hotel più piccolo del mondo

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credit: edition.cnn.com

Autoproclamato dal suo proprietario e confermato dai suoi soddisfatti ospiti, questo è l’hotel più piccolo del mondo. Vediamo dove si trova.

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Una notte nell’hotel più piccolo del mondo

A nominare ufficialmente i record mondiali ci pensa il Guinness World Record, che però spesso per seguire standard eccessivamente rigorosi tralascia alcuni sconcertanti primati. Tra questi, c’è l’hotel più piccolo del mondo: si tratta di un Maggiolino Volkswagen adibito ad hotel. Vediamo dove si trova e cosa offre ai suoi ospiti.

# Una stanza piccola ma arredata con cura e tradizionalità

credit: pinterest.cl

Quasi tutti, almeno una volta nella vita, trascorrono un soggiorno in un hotel talmente piccolo da trasformare la vacanza in un incubo. Ma il caso dell’hotel più piccolo del mondo è diverso, qui le dimensioni della “camera” renderanno il soggiorno indimenticabile per la sua posizione mozzafiato e gli arredi tradizionali piuttosto curiosi. Infatti il Maggiolino-hotel si trova nel villaggio di Al Jaya, nel cuore del deserto giordano e arredato con stoffe, cuscini e tappeti tradizionali, sembra proprio una tenda beduina nel deserto. Il proprietario, Mohamed al Malahim, ha deciso di trasformare l’auto in una piccola stanza sostituendo i sedili con un comodo materasso matrimoniale e qualche cuscino.

# Il sogno di Mohamed? Creare un parcheggio con tante “camere”

credit: edition.cnn.com

E non è tutto. L’hotel che può apparire improvvisato, è in realtà parte di un sogno ben più grande. Mohamed infatti vorrebbe in futuro acquistare altre auto dello stesso modello per creare un grande parcheggio di Maggiolini-hotel nel deserto. In una grotta vicina alla “camera” si trova la reception dell’albergo, un luogo tutt’altro che inospitale in cui i proprietari accolgono i turisti con bevande e cibi tradizionali.

# Una posizione strategica: al confine tra Israele e la Giordania

credit: viagginews.com

L’auto è stata appoggiata su delle pietre per sollevare gli pneumatici dal terreno e accanto vi si trova un cartello con la scritta “Hotel più piccolo del mondo”. In questa piccola stanza, dal 2011 ad oggi, hanno già soggiornato circa 160 persone proprio grazie alla sua posizione strategica: al confine tra Israele e la Giordania. Infatti la valle in cui è situata è stata scavata dal fiume (in arabo Wadi) e si estende, per 166 km, tra il Mar Morto a nord e il Golfo di Aqaba a sud. Ma l’attrazione più visitata nei pressi del Maggiolino-hotel è sicuramente il Castello di Shawbak, un castello crociato realizzato nel 1115 dal re Baldovino I di Gerusalemme durante una spedizione nella zona. Se si intende poi visitare la città di Petra, che si trova a soli 30 km dall’hotel, questa è una tappa immancabile anche solo per scattare qualche foto all’assurda attività e conoscere il simpatico proprietario.

Secondo il Guinness World Records l’hotel più piccolo al mondo è l’hotel Eh’häusl, eppure è questo il luogo più piccolo in cui poter passare una strana ma emozionante notte.

Leggi anche: L’hotel più economico d’Italia

ROSITA GIULIANO

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Le “mitiche” discoteche di Milano dove si ballava di pomeriggio: la fotogallery degli anni ’80 e ’90

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Credits: @milanoscomparsa Odissea 2001

Di alcune non c’è più traccia se non nei ricordi dei giovani degli anni ’80 e ’90, di altre se ne sente ancora parlare anche se hanno cambiato completamente stile. Sono le discoteche del pomeriggio, locali che nell’ultimo ventennio del Novecento diventarono i luoghi di ritrovo per la maggior parte dei giovani milanesi.

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Le “mitiche” discoteche di Milano dove si ballava di pomeriggio: la fotogallery degli anni ’80 e ’90

# La Milano da ballare alla luce del sole

Credits: @milanoscomparsa
Odissea 2001

La Milano da ballare, prima, non era solo by night. C’era un tempo in cui le discoteche erano aperte fin dal pomeriggio e popolate da giovani adolescenti che avevano voglia di divertirsi. Le discoteche del pomeriggio nascono negli anni ’70, ma è solo a partire dagli anni ’80 fino a metà dei ’90 che diventano una moda. La scelta di aprire le discoteche anche il pomeriggio fu un lampo di genio: accontentava quella voglia di divertirsi dei giovani minorenni che non potevano entrare nelle discoteche la sera, perché riservate agli over 18. E così, tra il fumo delle sigarette e dei fumogeni che creavano l’ambiente e i drink particolarmente carichi, la musica era la vera protagonista della giornata. Si sceglievano i locali in base al genere che veniva suonato ma, in quasi tutte, la chiusura era riservata ai lenti. In perfetto stile “Tempo delle Mele”:

 

Ma quindi quali erano le discoteche pomeridiane più frequentata a Milano?

# Central Park

Il Central Park si trovava in un enorme struttura in fondo a via Padova, angolo via Rovigo, con il dj chiuso in un finto elicottero e una Manhattan stilizzata sulle pareti.

# Vogue

In Corso Buenos Aires il sabato e la domenica pomeriggio si andava al Vogue.

# Caesar’s Palace

Più familiarmente il Caesar. In Corso di Porta Romana, con le sue statue di plastica. 

# Shocking Club

Uno degli ultimi a mollare la disco di giorno. Si trovava sotto il Teatro Smeraldo e le sue code sul marciapiede sono uno dei ricordi indelebili della Milano degli anni Novanta. 

# I locali Dark: l’Histeryca e il Taxi Club

Erano gli anni delle mode che identificavano i diversi gruppi. Paninari da una parte, dark, rockabilly, ska, teddy boys, mods dal lato opposto. I loro luoghi del pomeriggio erano l’Histeryca e il Taxi Club di via Redi dove risuonavano Smiths, Cure e i Depeche.

# Le Cinemà: il top per i paninari

Il ritrovo eletto per i paninari dei primi anni Ottanta era Le Cinemà di via Ricciarelli. Dove si ballavano i Duran, i Pet Shop Boys, gli Wham!, i Dead Or Alive con le mani immancabilmente sulla cintura El Charro. 

# L’Odissea 2001

Nota come solo l’Odissea, altro ritrovo di culto di quegli anni in via Besenzanica lungo via Forze Armate dove si suonava musica rock

# Linea club

Altro punto di riferimento dei paninari e, prima, dei sanbabilini. Proprio in piazza San Babila il “linea”, tra i più pettinati e più inaccessibili di Milano. Quante lacrime per chi veniva “rimbalzato” dai buttafuori. 

# Merry go-round e Belle Epoque

Molto ambito l’accesso anche per il Merry go-round di via San Pietro all’Orto e il Belle Epoque poi diventato Ipotesi, in piazza XXIV Maggio, su due piani.

# Altre disco degli anni Ottanta

Milano in quegli anni brulicava di discoteche. Altri locali che ebbero i loro momenti di gloria nei pomeriggi degli anni Ottanta sono la 23th in via Canonica, il Divina di via Molino delle Armi, il Vogue in via Carducci, lo Zeus in Moscova, l’Amnesie di via Cellini, il SI o Si, poi 222 di via Vittadini, il Time di corso Lodi, già Skylab, e l’Anyway in corso Europa.

# Quelli degli anni Novanta

La maxi discoteca del Parco delle Rose, poi Borgo del Tempo Perso, con le sue tre piste e piscina in zona Corvetto. Il City Square, in via Castelbarco, l’Hollywood, il Tocqueville e il Rolling Stone. Ecco alcune foto per un tuffo nei ricordi dei weekend milanesi.

# I lenti più gettonati 

“The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, “Careless Whisper” degli Wham!, “Time after time” di Cindy Lauper, “True” degli Spandau Ballet e “Save a Prayer” dei Duran Duran. 

# La Fotogallery

Speciale ringraziamento a: Pagina Milano Scomparsa

Continua la lettura con: Quando a MILANO c’era la “FEBBRE del SABATO POMERIGGIO”

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Le «stazioni trappola» di Milano

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Credits curly_clod IG - Greco Pirelli

Sembra che a volte i progettisti si divertano a far impazzire i viaggiatori. Ti sei mai trovato in una di queste situazioni?

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Le «stazioni trappola» di Milano

Qui il video:

#1 Attenzione al varco di Repubblica: si rischia di venire espulsi all’esterno

Credits grazianig IG – M3 Repubblica

La stazione della metropolitana e del passante di piazza della Repubblica può diventare una vera trappola. Nel caso si arrivi a bordo della M3 e si debba salire su un treno suburbano bisogna fare attenzione al varco che si prende quando si scende dal vagone. Se ne viene scelto uno troppo avanti o troppo indietro, in base alla direzione da cui proviene la metropolitana, si rischia di infilarsi in un vicolo cieco. Il corridoio prospicente le banchine è infatti interrotto a metà da un muro: in caso di scelta sbagliata si finisce fuori dalla stazione. 

#2 Lotto a rischio loop

Credits pallin86 IG – Corridoio da M1 a M5

Prendere un treno nella stazione della metropolitana Lotto non è mai stato un grosso problema fino a che non è stata realizzata anche quella della linea M5 e il relativo interscambio. La prima difficoltà è capire su quale banchina prendere la metropolitana lilla se si scende dal treno della rossa: se non si è lato sul lato giusto bisogna salire le scale fino al mezzanino e poi ridiscendere dal lato opposto.

Superata questa impasse arrivare a sedersi su un treno della linea M5 non sarà comunque una passeggiata. Si dovrà infatti percorrere un lungo tunnel e scendere di alcuni piani per arrivare ai treni, prestando attenzione a non prendere le scale mobili sbagliate e ritrovarsi nel mezzanino della nuova linea.

Infine, se si entra direttamente dall’entrata di via Vigliani della M5 si rischia di finire in un loop e non riuscire mai ad andare salire sulla M1.

#3 I poli opposti dei binari di Porta Garibaldi

Credits ariel_dicaro IG – Stazione Porta Garibaldi

La stazione di Porta Garibaldi è una delle più ingarbugliate di Milano, con due linee metropolitane, i treni suburbani, regionali e quelli dell’alta velocità. Diventa una vera odissea proprio quando si deve prendere uno di questi ultimi. I binari dove fermano i treni si trovano infatti in due luoghi opposti della stazione, dal numero 1 al numero 14 da una parte e dal 15 al 20 da un’altra. Trovarsi dalla parte sbagliata è un attimo e di conseguenza anche perdere il treno.

#4 La stazione di Greco Pirelli “nasconde” i treni ai binari 11,12 e 13

Credits curly_clod IG – Greco Pirelli

Nella stazione di Greco Pirelli fila tutto liscio salvo il caso in cui si debba prendere un treno al binario 11, 12 o 13. Il lungo sottopasso termina con una curva che non fa vedere gli accessi per salire alle banchine dove attestano quei binari. Pertanto, chi non ne è a conoscenza non saprà mai se il treno che aspetta è in arrivo, in attesa o se ha si è già messo in marcia.

#5 L’inganno del binario 8 di Rogoredo 

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

La stazione dei treni di Rogoredo nonostante non abbia molti binari, 8 passanti più 5 tronchi, può trarre in inganno chi non è abituato a frequentarla, soprattutto quando c’è da salire sui treni ad alta velocità.

Solitamente infatti questi convogli si fermano al binario numero 8, l’ultimo del sottopassaggio, ma le indicazioni per arrivarci sono poco chiare e spesso prendendo le scale invece di salire alla banchina ci si ritrova di fronte alla sede di Sky nel quartiere di Santa Giulia, fuori dalla stazione.

Continua la lettura con: I TIPI da METRO: i personaggi ci fanno compagnia in metropolitana

FABIO MARCOMIN

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Quando Milano era la capitale mondiale dei cieli: il primo elicottero e il primo aliscafo del mondo sono nati qui

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idroplano forlanini (1907)

C’era un tempo in cui Milano volava alto. Letteralmente. Grazie soprattutto a un grande visionario. 

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Quando Milano era la capitale mondiale dei cieli: il primo elicottero e il primo aliscafo del mondo sono nati qui

# Il primo elicottero ai giardini di Porta Venezia

Elicottero sperimentale di Forlanini (1877) – Museo Scienza e Tecnologia a Milano

Milano deve a Forlanini due record mondiali. Nel luglio del 1877 si stacca da un padiglione dei Giardini di Porta Venezia una macchina a motore, arriva fino a una decina di metri per poi scendere di nuovo terra. E’ l’invenzione di Forlanini e viene considerato il primo prototipo di elicottero. 

# Il primo oggetto più pesante dell’aria per la prima volta si solleva da terra

L’idroplano di Forlanini (Lago Maggiore)

Forlanini si era laureato in ingegneria all’Istituto tecnico superiore due anni prima ed era stato incoraggiato a sviluppare i suoi progetti sul volo. L’esperimento di Forlanini costituì la prima prova al mondo che un oggetto più pesante dall’aria potesse sollevarsi nell’aria con la forza di un motore. Visionabile oggi al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

# Il primo aliscafo al mondo

In seguito Forlanini si dedicò alla produzione di dirigibili nella sua fabbrica di Crescenzago. A lui si deve un secondo primato mondiale: l’invenzione dell’aliscafo, nel 1905, il primo velivolo capace di sollevarsi dall’acqua. A Forlanini è stato intitolato l’aeroporto di Linate.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Continua la lettura con: Dirigibili a Baggio

MILANO CITTA’ STATO

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Da Linate 15 nuove rotte low cost all’estero

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Voli Easyjet da Linate

Un effetto collaterale del matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa: la cessione degli slot appartenenti alla compagnia italiana dell’Aeroporto di Linate. L’acquisto è di Easy Jet. Queste le nuove rotte. 

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Da Linate 15 nuove rotte low cost all’estero

# Ceduti 15 slot di Linate nell’affaire ITA  Airways e Lufthansa

Foto redazione – Aeoporto Linate

Sono in totale 15 slots di andata e ritorno che sono stati ceduti nell’ambito del matrimonio tra ITA Airways e Lufthansa all’Aeroporto di Linate. Si trattava di una delle condizioni necessarie perchè l’accordo andasse in porto. Di questi oltre il 50% devono essere utilizzati per le rotte che devono ridurre la presenza dei due vettori o i partecipati da Lufthansa dall’Italia o rotte di ITA Airways. Ad accaparrarsi gli slot è stata Easyjet, che amplia la sua presenza in Italia, diventando il secondo mercato dopo quello britannico, e soprattutto in particolare nell’area milanese: al Terminal 2 di Malpensa c’è il principale hub nell’Europa continentale della compagnia.

Leggi anche: Semaforo verde per la Vigevano – Malpensa: cosa cambierà per Milano?

# Le nuove tratte di EasyJet: Baleari, Corsica, Scandinavia

Credits aeroportilombardi.it – Easyjet

Per l’operatività a Linate sono previsti 5 nuovi aeromobili, per il primo anno è previsto l’utilizzo di tre ITA Airways mantenendo livrea e logo, e inizialmente 120 lavoratori tra piloti e assistenti di volo. Le nuove mete sono invece disponibili a partire dalla primavera 2025. Questo l’elenco completo:

  • da marzo Barcellona, Lussemburgo, Edimburgo, Birmingham, Lisbona, Oslo, Manchester, Copenaghen, Bruxelles, Francoforte, Vienna
  • da aprile Tenerife Sud
  • da giugno, per i tre mesi estivi, Ibiza, Spalato, Palma di Maiorca e Figari in Corsica.

Questi voli si aggiungono a quelli già operati dallo scalo milanese da parte di Easyjet, ma effettuati con gli equipaggi di base fuori dall’Italia. Nuovi voli sono previsti anche da Malpensa: da marzo per Parigi, Amburgo e Düsseldorf, da giugno per le isole Lofoten tra i fiordi norvegesi.

Leggi anche: L’aereo supersonico che fa volare da Milano a New York in meno di un’ora: la data della possibile inaugurazione

# Prezzi a partire da 22,49 euro

Prezzi voli Linate easyjet 2025

Per quanto riguarda i prezzi si parte dai 22,49 per volare a Barcellona ai 53,99 per Lisbona. Sotto i 30 euro ci sono ad esempio anche Lussemburgo e Francoforte da 32,99 euro, Edimburgo da 38,39 e Manchester da 36,49. Tra i 40 e i 50 euro Ibiza, Oslo e Copenaghen.

Fonte: italiavola.it

Continua la lettura con: Anche le merci viaggeranno con l’alta velocità? Dai Frecciarossa ai treni proiettili per sfidare gli aerei cargo

FABIO MARCOMIN

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La trasformazione del centro di Milano in una maxi area pedonale: cosa resta da fare

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Pierfrancesco Maran FB - Largo Augusto

Dal Castello Sforzesco fino a San Babila: un’area pedonale pedonale continua con interventi che hanno già riqualificato anche Corso Europa, Via Durini e Largo Augusto. I dettagli del progetto, gli interventi realizzati e quelli da portare a termine.

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La trasformazione del centro di Milano in una maxi area pedonale: cosa resta da fare

# I numeri del progetto: 70 nuovi alberi e 14.000 mq di nuove aree pedonali

Credits: Comune di Milano

Il progetto, avviato nel 2020 come parte del “Piano Quartieri“, si è posto l’obiettivo di estendere l’area pedonale che va dal Castello Sforzesco fino a Piazza San Babila. Gli interventi hanno interessato Corso Europa, Via Durini e largo Augusto, con la creazione di spazi dedicati alle biciclette, la piantumazione di alberi e l’allestimento di aree per valorizzare il commercio e la cultura del centro cittadino.

Credits: Comune di Milano  – I percorsi ciclabili previsti da progetto

Il progetto ha realizzato un’estensione di 14.000 mq di area pedonale, l’introduzione di 70 nuovi alberi e la creazione di una nuova pista ciclabile lungo Corso Europa. Queste modifiche hanno reso accessibile questa zona centrale della città solo tramite trasporto pubblico, taxi, o alternativamente a piedi o in bicicletta.

# La nuova viabilità per auto e taxi con l’introduzione di una nuova Ztl

Credits: Comune di Milano – Viabilità e taxi

La pedonalizzazione di San Babila e di parte di Largo Augusto ha modificato anche l’accesso veicolare: consentito solo lungo l’itinerario via Battisti, via Cavallotti, Corso Europa e via Larga. Corso Europa è invece stato reso percorribile, mediante la creazione di una ZTL: riservata solo al trasporto pubblico, ai taxi e ai mezzi del carico/scarico negli orari consentiti. 

# I nuovi percorsi delle linee di trasporto pubblico

Viabilità mezzi pubblici

Sono cambiati anche i percorsi i alcune linee di trasporto pubblico: la 60, la 61, la 84 e la 85 possono seguire solo l’anello obbligato di Corso Europa, Via Borgogna, Via Larga e Via Visconti di Modrone.

# Cosa è stato fatto da Piazza San Babila a Largo Augusto

Delle 5 zone o vie interessate maggiormente dalla trasformazioni quasi tutte sono state portate a termine:

  • Piazza San Babila è diventata completamente pedonale, con la posa dei milomat lato Corso Matteotti e il restringimento della careggiata con contestuale allargamento dei marciapiedi, e ha visto l’apertura dell’omonima nuova fermata di M4 a interscambiare con la M1;
  • Corso Europa è diventato un viale alberato tutto ciclabile e pedonale a senso unico di marcia nel tratto tra Via Borgogna e il parcheggio di Largo Corsia dei servi e tra Via Cavallotti e Largo Bersaglieri;
  • Largo Toscanini è stato trasformato in zona pedonale con panchine e alberi;
  • Largo Augusto è diventata pedonale con una nuova pavimentazione in cubetti di granito, aiuole con piante, sedute, la posa della più antica “ruvida colonna” in ceppo e granito nella collocazione originaria e il riposizionamento della seicentesca Colonna del Verziere.

Leggi anche: La nuova vita di Largo Augusto

# Cosa è rimasto da fare?

Via Verziere

Conclusa di fatto la nuova piazza in Largo Augusto, è in corso l’allargamento dei marciapiedi con la posa di pietra e sanpietrini nelle vie circostanti.

In particolare, come si può vedere dall’ultimo reportage fotografico di Urbanfile, i lavori riguardano via Verziere, dove è previsto un doppio filare alberato per il quale sono già state realizzate le buche nei marciapiedi, via Durini, via Cerva, via Marziale e Largo Augusto in direzione di via Sforza.

Urbanfile – Garage via Borgogna

Sta giungendo alle fasi finali invece la sistemazione delle aree superficiali soprastanti il parcheggio di via Borgogna, anche in questo caso con allargamento dei marciapiedi e posa di sanpietrini.

Continua la lettura con: Rogoredo, l’ultima frontiera: la possibile riqualificazione della «Porta Sud» di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il “Night Jet” dimezzato a Milano: treno notturno solo per Vienna. Stop alle corse per Monaco

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Chatgpt - Nightjet

Ci si risveglia giusto in tempo per fare colazione con una fetta di Sacher torte nella capitale austriaca. Stop per diversi mesi invece per il treno diretto a Monaco di Baviera. Questi gli orari e il costo dei biglietti.

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Il “Night Jet” dimezzato a Milano: treno notturno solo per Vienna. Stop alle corse per Monaco

# Il treno EuroNight 235 che viaggia dal mare italiano al cuore d’Europa

credits: travel.fanpage.it -La Spezia

Si viaggia di notte e ci si risveglia giusto in tempo per fare colazione con una fetta di Sachertorte nella capitale austriaca, fino alla metà di ottobre di quest’anno era possibile anche con una di Foresta Nera in Baviera. Ha festeggiato il secondo compleanno il treno EuroNight 235 che collega Milano con Vienna e Monaco partendo dal mare, anche se al momento i treni non viaggiano in terra tedesca. Lo stesso vale per i convogli provenienti da Roma, il cui servizio era stato istituito appena un mese prima dello stop.

Nightjet Milano-Vienna e Monaco

I convogli partono da La Spezia, fermano a Genova e Pavia prima di arrivare alla stazione di Rogoredo. Da qui i treni proseguono la corsa con primo stop a Brescia, poi Desenzano, Peschiera, Verona, Vicenza, Padova e Tarvisio fino a Villach in Austria. A questo punto le carrozze si separavano: una andava in direzione Vienna, l’altra arrivava a Monaco di Baviera, in entrambi i casi sempre il mattino successivo. Ma al momento è sospesa la separazione per Monaco. 

# Gli orari di viaggio: fino a luglio 2025 stop per il treno diretto a Monaco

MavericksBastelstube-pixabay – Stazione Monaco di Baviera

Il treno parte dalla Liguria alle ore 16.46 dalla domenica al giovedì e riprende il viaggio da Milano solitamente alle 20:47, il venerdì e il sabato alle ore 17.10 con ripartenza da Milano alle 21:26. Gli orari possono comunque cambiare e occorre informarsi direttamente sui siti ufficiali. L’arrivo a Vienna è sempre alle 9.04 del giorno dopoIl viaggio di ritorno parte da Vienna alle ore 19:18, con arrivo a Milano prima delle 8.00 del giorno dopo. 

Tunnel dei Tauri

Al momento, la connessione con Monaco è stata interrotta a causa di lavori di riqualificazione nel Tunnel dei Tauri, lungo 8,371 km e costruito oltre 115 anni fa. Si prevede la costruzione di una nuova volta della galleria, l’adeguamento dei sistemi di binari e di linea aerea, l’ammodernamento dei sistemi di comunicazione e di sicurezza della galleria e la ristrutturazione dei portali della galleria stessa come riportato da trasportoeuropa.it La ripresa del servizio è programmata per il 14 luglio 2025. 

# Quanto costa il biglietto del “Night Jet”

rail_away IG – Nuovi treni Nightjet

Il servizio è operato dai treni “Night Jet” delle ferrovie austriache, composti da carrozze di 2ª classe con posti a sedere, carrozze cuccette e vagoni letto. Il prezzo per un biglietto di sola andata, comprensivo di prenotazione del posto, parte da 34,90 euro per partenze da Milano o Vienna ed è acquistabile sia sul sito di Trenitalia che su quello di ÖBB. Per accedere alla cuccetta è richiesto un supplemento di 15 euro, lo scompartimento da 164,90 euro, mentre per il vagone letto, che prevedeva un costo aggiuntivo di 40 euro, non è al momento disponibile.

Continua la lettura con: Trenitalia la numero 1 in Europa: meglio anche delle ferrovie svizzere

FABIO MARCOMIN

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L’automobilista ticinese quando gli arriva una multa stradale presa a Milano

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Mentre gli italiani per un divieto di sosta a Lugano rischiano la galera. 

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Continua con: La nuova Webcam all’«incrocio da incubo» di Milano

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Si dice «il metrò» o «la metro»? La piccola grande questione che divide Milano

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Questa è la storia di una città cosmopolita. Questa è la storia di Milan e di come si dibatte ancora se sia più milanese IL metrò o LA metro. Andiamo a scoprirlo facendo qualche passo indietro nel tempo. 

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Si dice «il metrò» o «la metro»? La piccola grande questione che divide Milano

# C’era una volta una città cosmopolita chiamata Milàn che sognava… «il metrò»

C’era una volta una città, chiamata Milan, il cui dialetto era stato influenzato da numerose popolazioni, ad esempio i francesi. L’influenza francese era innegabile. Tra la fine del XIX secolo e la seconda metà del XX secolo le principali città europee si dotarono di una metropolitana e Parigi divenne famosa per il suo “Chemin de fer métropolitain” letteralmente “cammino di ferro metropolitano”. E così nella Milano del Novecento iniziò ad essere di uso comune chiamare quell’incredibile innovazione della mobilità «il metrò», alla francese.

# …ma con il tempo Milan attrasse gente da ogni dove…

Passarono gli anni e Milàn divenne uno dei tre poli industriali più importanti d’Italia e insieme ad altre due città, chiamate Genova e Torino, formò il Triangolo Industriale. Qui, a differenza di altre aree del Paese, l’industrializzazione andava a gonfie vele e per questo tutti volevano entrare a farne parte. Persone arrivavano da ogni parte del Paese per poter contribuire a questo fenomeno inaspettato e così Milàn diventò una città nuova, arricchita di nuove culture e dialetti.

# …fu così che divenne di uso comune la lingua della metro

credit: corso22.com

Per potersi comprendere al meglio a Milàn la gente iniziò a parlare anche una lingua comune oltre il dialetto: l’Italiano. Insieme a questi flussi migratori interni, all’alfabetizzazione, alla radio e poi alla TV, l’Italiano passò da essere una lingua per dotti ad essere un vero strumento di comunicazione utilizzato nella quotidianità non solo di Milan ma di tutto il Paese. Passarono gli anni e a seguito di questa italianizzazione a Milan iniziò a diventare sempre meno usato il francesismo IL metrò e si diffuse l’abbreviazione del termine italiano “metropolitana”. Quindi «la metro».

# Tra i giovani vince «la metro», «il metrò» tra gli amanti del vintage 

Oggi a Milano soprattutto le nuove generazioni utilizzano in modo dominante la forma al femminile che risulta la più diffusa. Anche se i milanesi più ancorati alla tradizione rivendicano con orgoglio la forma delle origini: «il metrò».

Sia che vogliate trasmettere la forma distintiva e vecchio stile IL metrò, sia che preferiate chiamarla LA metro come nel resto del Paese non importa, perché in fondo derivano entrambi da una storia Made in Milan.

…E continuarono a vivere tutti felici e contenti.

Continua la lettura con: Le 7 qualità del MILANESE VERO

ROSITA GIULIANO

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Le 7 abitudini alimentari del milanese vero

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Ph. @wemilano IG

Ci sono alcune cose che non si possono assolutamente toccare, radicate ormai in profondità nei milanesi di oggi. Scopriamo quali sono.

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Le 7 abitudini alimentari del milanese vero

#1 Al bar la mattina

Credits colazionemilanese -ig – Signor lievito.jpg
Un nuovo trend milanese che da qualche anno spopola in città è quello della colazione al bar. Con gli amici, colleghi di lavoro o poco prima di accompagnare i figli a scuola, è fondamentale affrontare la giornata con un buon caffettino. Non chiamatelo volgarmente caffè, mi raccomando. 
 

#2 La spesa

Credits Alimentandoinfo -Esselunga

Il milanese è fondamentalmente curioso, per cui ama sperimentare supermercati diversi. Resta però indissolubilmente legato al supermercato prediletto, ovvero l’Esselunga, dove recarsi ad aumentare il bottino dei punti fragola sulla Fidelity card, aggirandosi beato tra gli scaffali che conosce e dove tutto ha il sapore di un luogo familiare.

 

#3 Stasera giappo?

Credits marroristoranti IG – Sushi italiano

Non esiste chi non abbia sentito questa frase almeno una volta nella vita a Milano

Il milanese ama le tradizioni ma ogni tanto una tappa al giappo…ci sta. Da lì a una conversazione dibattuta sul dove, il passo è breve perché ognuno si fa portavoce e fiero paladino del proprio posto del cuore. O meglio: la location prefe.
 

#4 Aperitivo alias ape

giardinocordusiomilan IG – Aperitivo

Si sappia una volta per tutte: l’ape è un rito sacro, ci vogliono le persone giuste e il posto giusto. Non si tratta di andare in un posto a caso, si tratta di vivere un momento catartico, di distacco dalla routine e di spensieratezza. Location, amici e cocktail anche inusuali, magari in quel posticino dal gusto un po’ retro stile vecchia Milano.

#5 Un bel risutin

Credits gatti9983 IG – Risotto

Anche qui la scelta è ardua perché ognuno ha il proprio posto del cuore, la location giusta, il locale di fiducia, quello dove si fa il miglior risotto giallo della città, se poi con ossobuco e gremolada, ancora meglio. Una volta scelto il posto, scatta il momento nostalgico: “una volta però c’era quel localino là”.

#6 Schiscetta

Credits: @cr_eative
schiscetta

Se il milanese è tendenzialmente tradizionalista a tavola, nel momento della schiscetta si scatena, sprigionando tutta la sua fantasia etnica. Se qualcuno ha mai visto una schiscetta-toast lo dica ora o taccia per sempre, perché le schiscette sono prevalentemente a base di hummus, guacamole, cous cous con verdure o riso al curry. Panino al prosciutto io non ti conosco io non so chi sei.

 

#7 Il brunch della domenica 

bgoodmilano_official IG – Brunch

Cresce la schiera di coloro che optano per questa sorta di colazione tardiva tipica della domenica. I locali che offrono questa possibilità ormai sono tantissimi e il bello è che si tratta di un pasto che è divertente sperimentare anche a casa, perché consente di offrire tante pietanze dolci e salate, poco formale anche grazie al buffet dove pizzicare qua e là.

Continua la lettura con: Le 7 cose che danno più fastidio ai milanesi

ALESSANDRA GURRIERI

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M2 fino a Vimercate? Queste le criticità del tracciato

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Chatgpt - Metrotranvia Vimercate

Dopo decenni di attesa sembrava tutto pronto per l’estensione della linea M2 dopo Cologno Nord. Prima della firma dell’accordo per dare via al primo mini-studio di fattibilità erano emerse delle criticità sul tracciato che sembrava si potessero risolvere strada facendo, ma a quanto pare sembra arrivata la resa dei conti. Ecco il punto della situazione aggiornato.

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M2 fino a Vimercate? Queste le criticità del tracciato

# L’avvio del primo stralcio del progetto di fattibilità tecnica ed economica nel mese di ottobre

Chatgpt – Metrotranvia Vimercate

A ottobre di quest’anno l’annuncio dell’avvio del primo stralcio del progetto di fattibilità tecnica ed economica, affidato a MM e previsto in consegna nel 2025. Un passo che ha seguito la firma di Protocollo d’Intesa da parte di Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Provincia di Monza e Brianza, il Comune di Milano e tutti quelli interessati dal tracciato, che hanno investito ciascuno 200mila euro sullo studio. Un investimento complessivo di 2,4 milioni di euro necessario per realizzare uno studio che recepisca le istanze espresse dai Comuni e che tenga conto anche dell’aumento del costo dei materiali. 

Leggi anche: La M2 avanza verso Vimercate: l’ultima novità del progetto di estensione

# Le criticità che rischiano di bloccare tutto sul nascere 

Maps – Area Parco fotovoltaico Carosello

Istanze sotto forma di criticità già rilevate da alcune amministrazioni, che avevano avvallato l’avvio dello studio nonostante i forti dubbi sul tracciato proposto. Tra questi la costruzione di un maxi impianto fotovoltaico, da parte del Centro Commerciale il Carosello, nel mezzo del percorso ipotizzato. Da Via dei Mille a Brugherio i binari dovrebbero infatti scavalcare la Tangenziale Est tramite un ponte parallelo a quello della Sp208, con una fermata proprio nei pressi del Carosello. 

Comune Agrate Brianza – Fermate LTR M2

A quel punto dovrebbero svoltare verso Agrate Brianza lungo la Provinciale 121 proseguendo in sopraelevata e poi scendere sul piano di campagna verso il secondo scalo di Carugate, in zona Cgt. Il Comune di Carugate aveva firmato l’accordo, vista le rassicurazione sulle modifiche all’opera, pur mantenendo delle riserve per i viadotti nella zona dei centri commerciali: nel tracciato allegato alla bozza di convenzione per il finanziamento del mini-Pfte non c’è però nemmeno traccia della variante cimitero. Lo stesso aveva fatto Brugherio, un via allo studio condizionato alla modifica del percorso, ma anche in questo caso dell’interramento dei binari in zona Villaggio Falck non c’è traccia. Un prolungamento che quindi non convince quasi nessuno.

# L’incontro del 17 dicembre a Milano sarà risolutore o un punto di rottura definitivo?

Credits: dayitalianew.com

Il mini studio di fattibilità servirebbe appunto a sciogliere i nodi sul tracciato, definendolo in base alle modifiche richieste, ma a quanto pare le rassicurazioni fatte finora non bastano. In particolare il Sindaco di Brugherio, Roberto Assi, in occasione di un incontro previsto a Milano il 17 dicembre 2024 con tutte le altre amministrazioni interessate, come riportato da primalamartesana.it, spera di portare un documento controfirmato da tutti i gruppi consiliari per esplicitare come una linea su via dei Mille sia inutile. La speranza di andare avanti e trovare una posizione comune sembra appesa a a un filo e tenendo conto che si è solo alle fasi preliminari, posto infatti l’esito positivo del primo studio dovranno essere raccolti altri 15 milioni di euro per quello vero e proprio, potrebbe voler dire un lungo stop al progetto.

# Il tracciato ipotizzato: 12 km, 8 fermate con tratti in galleria e in trincea

M2 in Brianza

La scelta sulla tipologia di infrastruttura è ricaduta sulla LRT, la Light Rail Transit, o metrotranvia veloce, un sistema intermedio tra il tram e la metropolitana. Il tracciato, della lunghezza di 12 km, parte dal capolinea della metro di Cologno Nord e prosegue su binari verso i vicini paesi brianzoli, per un totale di otto fermate. Alle due del Comune di Agrate, presso il Centro Colleoni e in via Salvo D’Acquisto, se ne aggiungono altre sei, una a testa nei territori degli altri comuni eccetto Vimercate con due. Il tragitto è previsto in prevalenza in superficie, con tratti in galleria e in trincea, così come delineato dallo studio preliminare affidato nel 2021 ad MM Spa. 

Continua la lettura con: M1, M2, M3, M4 e M5: il punto sui 7+1 prolungamenti più attesi dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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Le 7 ville più belle di Milano (mappa e immagini)

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Villa Necchi Campiglio - Ph. @andreacherchi_foto IG

Milano non ha nulla da invidiare in fatto di architetture alle classiche mete turistiche dello stivale. Anche in fatto di ville e dimore storiche si fa rispettare, ecco la nostra speciale “Villa Parade”. 

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Le 7 ville più belle di Milano (mappa e immagini)

 

#7 Palazzo Dugnani, i suoi interni tra i più sfarzosi della Milano barocca

Credits: wikipedia.org – Palazzo Dugnani

Risalente al XVII secolo fu dimora patrizia della famiglia Cavalchini, poi dei Casati che la rivendettero nel 1753 ai Dugnani i quali ne fecero uno dei maggiori centri di pensiero della Milano di fine Settecento.

Restaurata in stile rococò, sempre nel XVIII secolo, i suoi interni sono ancora oggi tra i più sfarzosi della Milano barocca: di rilievo un grandioso dipinto del Tiepolo sul soffitto della Sala da Ballo al primo piano. Esternamente, il palazzo conserva ancora traccia degli antichi giardini che oggi compongono il complesso più ampio dei giardini pubblici.

Leggi anche: Il TIEPOLO che non ti aspetti in TRE PALAZZI di MILANO

#6 Villa Simonetta, la villa rinascimentale appartenuta ai Gonzaga 

Villa Simonetta è una villa rinascimentale acquistata dai Gonzaga e poi nuovamente acquistata dalla famiglia Simonetta. Si erge su una struttura a U che si apre verso il giardino. La facciata di stile classicheggiante, comprende un portico a nove arcate, con volta a botte, sorretto da pilastri adornati da semicolonne in stile toscano. In origine era affrescata con dipinti raffiguranti le imprese dei Gonzaga, di cui però se conservano solo alcuni frammenti. Oggi la villa non appartiene più alla famiglia Simonetta ma al Comune ed è sede della scuola di musica.

Leggi anche: VILLA SIMONETTA: l’incredibile storia della casa più LUSSURIOSA di Milano

#5 Villa Litta, uno dei più importanti salotti intellettuali della storia di Milano 

villa litta

Luogo di ritrovo della nobiltà milanese nel tardo Seicento e per tutto il Settecento, con feste, sfarzo ed eventi mondani tipici dell’epoca, nell’Ottocento divenne uno dei più importanti salotti intellettuali di Milano, frequentata dal Manzoni e dal pittore Francesco Hayez. Circondata da un parco all’inglese, la dimora è oggi costituita da un edificio principale a tre piani, dal quale si allungano brevi corpi laterali, a delimitare una piccola corte delle carrozze. Degno di nota è il salone principale o “salone delle Arti”, teatro di periodiche manifestazioni culturali.

Leggi anche: Nel Parco di Villa Litta c’è una CHIESETTA DEGLI APPESTATI

#4 Lo stile liberty di Villa Invernizzi e suoi fenicotteri rosa

Una villa in stile liberty affacciata su corso Venezia, il giardino retrostante invece è un’oasi esclusiva in pieno centro in cui dal 1970 vive una numerosa colonia di fenicotteri rosa. Fatta costruire dell’imprenditore dei formaggi, la villa è privata e appartiene alla fondazione Invernizzi che si occupa della manutenzione e dalla cura dei volatili.

Leggi anche: Le 5 ATTRAZIONI di Milano che i milanesi NON AMANO

#3 Villa Necchi Campiglio, la dimora di prestigio delle sorelle Necchi di Pavia

Credits: fai.it

Villa Necchi è una dimora storica di Milano, datata tra il 1932 e il 1935, voluta delle sorelle Necchi di Pavia, desiderose di avere una dimora nella città di Milano. In base alle loro indicazioni fu progettata in modo da risultare una struttura accogliente e moderna, sia nello stile che nei dettagli di cui fu dotata, come ad esempio i citofoni. Di particolare interesse la piscina anni Trenta e la biblioteca all’interno. Prima della loro morte le sorelle decisero di donarla al FAI per metterla a disposizione del pubblico.

Leggi anche: Le meraviglie delle 4 CASE MUSEO di Milano

#2 Villa Scheibler, la “piccola Versailles”, tenuta di caccia di Ludovico il Moro

Villa Scheibler
Credits: tripadvisor.it

Villa Scheibler è un’antica villa della seconda metà del Quattrocento. Costruita come tenuta di caccia per Ludovico il Moro, fu poi ampliata nel Settecento. La villa è circondata dal parco e da una scuderia sulla parte posteriore. È stata lasciata al degrado per molti anni, ma agli inizi degli anni 2000 è stata riqualificata. Grazie all’intervento di ristrutturazione, sono stati recuperati sia la villa sia il parco, abbellito da una fontana a quattro vasche, da un itinerario botanico e da una piazza dei fiori.

Leggi anche: Villa Scheibler, la PICCOLA VERSAILLES di Quarto Oggiaro

#1 Villa Clerici, la villa delle feste a Niguarda

Villa Clerici

Un piccolo viale fa da ingresso prima di giungere ai piedi della villa. Villa Clerici è stata costruita tra il 1722 e il 1733 per volere della famiglia Clerici, da cui il nome, come residenza di campagna. Al piano rialzato, è notevole la Sala degli Specchi decorata all’inizio dell’Ottocento con dipinti a trompe-l’oeil e un soffitto a cassettoni. All’esterno invece un ampio giardino all’italiana con le sue statue e decorazioni, stupisce i visitatori soprattutto durante gli eventi che vengono organizzati.

Leggi anche: VILLA CLERICI, la “Villa delle delizie” a Niguarda

Continua la lettura con: La CASA delle FATE: un presente fiabesco, un passato piccante

MILANO CITTA’ STATO

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La mappa di Milano è una «piccola Italia»: le zone con le strade dedicate alle singole aree geografiche del Paese

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Milano assomiglia al gioco del Monopoli. Se si guarda la mappa si trovano delle parti della città che si richiamano a delle specifiche aree geografiche italiane. Queste 7 sono tra le più famose. 

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La mappa di Milano è una «piccola Italia»: le zone con le strade dedicate alle singole aree geografiche del Paese

#1 La costa Veneto-Emiliana è al Corvetto

Nel quartiere Corvetto troviamo numerose indicazioni che fanno riferimento a questa area geografica del Nord Italia: Piazzale Ferrara, Via Polesine, Via Comacchio, Via Ravenna.

#2 Le città della Pianura Padana sono a Porta Romana

Nel Municipio 4 in zona Porta Romana troviamo le vie che richiamano le città della Pianura Padana tra Veneto, Lombardia e Emilia Romagna: via Verona, via Crema, via Piacenza, via Mantova, Corso Lodi.

#3 Il «quartiere delle montagne» è tra CityLife e San Siro

A cavallo tra il Municipio 7 e il Municipio 8, nel quartiere ex Fiera, tra Amendola e Lotto, troviamo i monti più importanti delle Alpi con via Monte Bianco, via Monte Rosa, Via Monte Cervino e il più importante dell’Appenino Tosco-Emiliano con Via Monte Amiata.

#4 La Toscana è a Niguarda

Nel Municipio 9, in zona Niguarda Parco Nord, troviamo la Toscana con via Arezzo, via Empoli e via San Miniato, comune della provincia di Siena. Piazza Firenze e piazzale Siena si trovano invece scendendo verso ovest, la prima da viale Certosa, la seconda dietro a De Angeli. 

#5 Il Sud è a sud 

 

Nel Municipio 6, alla Barona, troviamo Campania la Puglia nelle vie Capo Palinuro, Salerno, Benevento, Bari e Taranto.

#6 Le isole più grandi d’Italia sono sotto il Piemonte (piazza)

Il Municipio 7 ospita le isole più grandi del nostro Paese con Via Sicilia, Via Sardegna e Via Elba, tra la circonvallazione e piazza Piemonte. 

#7 Attorno a piazzale Tripoli ci sono le ex colonie

Nel Municipio 6, attorno a piazzale Tripoli, ci sono le ex colonie dell’Italia in Africa:  c’è la Libia con Via Tagiura, Via Zanzur, Viale Misurata, ma anche la Somalia con Via Mogadiscio e l’Etiopia con il viale che la richiama.

Continua la lettura con: I 7 QUARTIERI MENO CONOSCIUTI di Milano

FABIO MARCOMIN

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Queste sono le strade più strane di Milano

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Foto redazione - Ville Tudor

Con l’aiuto dei lettori abbiamo cercato di scoprire quali sono le strane più strane di Milano. 

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Queste sono le strade più strane di Milano

# Via Giambologna, la strada Tudor

Foto redazione – Ville Tudor

Di Milano i milanesi amano molto quello che sembra… non di Milano. Un esempio è via Giambologna, dalle parti della Bocconi, dove le villette in stile Tudor ci catapultano nell’Inghilterra di Emily Brontë.

# Stretta Bagnera, la via carrabile più stretta d’Italia

Più di un’auto ci ha lasciato la fiancata. E’ la stretta Bagnera, la strada più stretta e “nera” d’Italia. Fu al centro delle cronache nere per i delitti del più celebre serial killer della storia di Milano. 

Leggi anche: La Stretta Bagnera nasconde un tragico passato

# Viale delle Rimembranze, il viale a forma di piazza

È forse il viale più piazza del mondo: viale delle Rimembranze di Lambrate. Una piazza perfettamente circolare che prende il nome di viale. La piazza-“viale” delle Rimembranze unisce le due parti in cui era divisa Lambrate fino all’inizio del XX secolo: Lambrate di sotto, che includeva via Conte Rosso e Lambrate di sopra.

Leggi anche: Perché Viale delle Rimembranze ha la forma di una piazza?

# Foro Buonaparte, la strada che dà i numeri

Credits Andrea Cherchi – Foro Buonaparte

Pochi sanno che in origine il progetto per questa strada era grandioso: si sarebbe dovuto realizzare un imponente colonnato dorico. Non solo: al centro di questo colonnato era prevista una grande piazza circolare delimitata da porticati e edifici pubblici in stile neoclassico, con sale per comizi, un museo, una sorta di Pantheon e le terme, distribuiti tutti intorno. Il complesso avrebbe dovuto essere circondato, inoltre, da un canale circolare navigabile attraversato da ponti e collegato alla Cerchia dei Navigli. Niente di tutto questo è stato realizzato. Ma la strada presenta comunque delle caratteristiche che la rendono unica. Una curiosità riguarda il nome della strada. Quello corretto è Foro Buonaparte, e non Foro Bonaparte come si sarebbe portati a pensare. Il motivo è che Napoleone modificò solo successivamente il suo cognome per renderlo più fonetico alla pronuncia francese, togliendo la lettera “u”, mentre le targhe toponomastiche sono rimaste quelle riportanti il cognome originario. Ma forse la più tipica stranezza della strada riguarda la disposizione dei numeri civici. Rispetto alle altre vie di Milano, dove i numeri proseguono pari o dispari ai due lati della strada, Foro Buonaparte cambia il tipo di numerazione esattamente a metà. Per cui ci sono situazione strane, tipo il numero civico 46 si trova nei pressi dell’acquario civico, mentre il 47 si trova nei pressi di Cadorna, a circa 10 minuti di distanza. 

Leggi anche: Foro Buonaparte, strada che dà i numeri

# Via Mozart, l’unica intitolata a un austriaco

via mozart
via mozart

Milano è stata parte dell’Impero Asburgico per circa 150 anni. I segni dell’occupazione sono ancora ben visibili in città, dal Teatro alla Scala alla michetta. Eppure dalle strade sono state cancellati i nomi degli antichi occupanti. Si è salvato solo uno. Il grande compositore Wolfang Amadeus Mozart, peraltro così innamorato che a Milano ci voleva venire a vivere. Milano ha deciso di celebrarlo dedicandogli una delle sue strade più belle, nel cuore del Quadrilatero del Silenzio. 

Leggi anche: L’unica strada di Milano con il nome di un austriaco

# Via Carlo Cattaneo, il grande milanese celebrato all’estero ma quasi ignorato a Milano 

Via Carlo Cattaneo a Lugano

A Milano non passa lo straniero. Quasi tutte le strade sono intitolate a personaggi più o meno noti della storia italiana. Specchio del desiderio dall’Unità d’Italia in poi di rinfocolare lo spirito di patria. Una strumentalizzazione che ha colpito anche in senso contrario. Esiste anche uno dei grandi della storia italiana che viene celebrato però più all’estero che nella sua città di nascita. Si tratta di Carlo Cattaneo, tra gli eroi delle Cinque Giornate e padre del Federalismo, bocciato dagli eredi dello Stato Sabaudo. Forse proprio questa sua idea così alternativa al modello centralista sposato dai governanti italiani è alla base del suo “confino” a Milano. Mentre a Lugano, ad esempio, a lui viene dedicato il viale più importante della città, a Milano ci si aspetterebbe qualcosa di ancora più grande. Macché: via Cattaneo a Milano è un vicolo breve e stretto, seminascosto alle spalle della Galleria dedicata a Vittorio Emanuele II. Anche la posizione suona come beffa. 

Via Carlo Cattaneo a Milano

# Piazza Belloveso, il fondatore di Milano relegato in periferia

A Roma non hanno simpatia per chi ha reso grande Milano prima di loro. Come per Cattaneo anche Belloveso, il padre fondatore della città, è stato piuttosto maltrattato nella toponomastica cittadina. La piazzetta a lui intitolata è persa nella periferia della città, dalle parti di Niguarda. Il primo re di Milano meriterebbe ben altro trattamento. 

Leggi anche: la storia di Belloveso, il fondatore di Milano

# Via Roma

La via che non esiste. Milano è l’unica grande città d’Italia a non averla. 

Leggi anche: Perché a Milano non c’è via Roma

Continua la lettura con: Le strade di Milano con le case meno care

ANDREA ZOPPOLATO

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10 luoghi stupendi dove festeggiare il Natale… restando in Lombardia

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Livigno - ph. @tuttolivigno IG

Forse la regione migliore dove trascorrere il periodo natalizio. Cover: ph. @tuttolivigno IG

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10 luoghi stupendi dove festeggiare il Natale… restando in Lombardia

#1 Livigno

Definito il “Piccolo Tibet” è decisamente la meta ideale per disintossicarsi da stress e problemi urbani. Un luogo unico per gli amanti di tutti gli sport, in particolare di quelli invernali. 

E per chi non fosse sportivo, no problem, a rendere Livigno perfetta e speciale anche per chi non ama lo sport e le esperienze in quota sono la possibilità di fare acquisti nei negozi di enogastronomia d’eccellenza o di ritrovare il benessere nelle SPA. 

#2 Bormio

Credits: bormioski.eu – Bormio

Parlando di SPA e di benessere non si può evitare di parlare di Bormio. La località delle terme per eccellenza, addirittura si può scegliere tra quelle di epoca romana e quelle moderne. Più vicina a Milano di Livigno è anche collegata alle piste di Santa Caterina di Valfurva, costituendo uno dei comprensori dello sci più ricchi della Lombardia. 

#3 Aprica

Si resta nell’alta Valtellina con una delle località forse meno rinomate ma più apprezzate dagli sciatori. Un paese non bellissimo, posizionato sull’omonimo passo, senza un vero e proprio centro storico, ma ha una ricca offerta per gli sciatori data dai tre monti che svettano sul paese: Magnolta, Baradello e Palabione. Ospita anche la pista notturna più lunga d’Europa, sul Baradello dalle 19.30 alle 23.30, oltre a una delle nere più affascinanti delle Alpi: la Benedetti. 

#4 Cernobbio

Si scende sul lago per trovare una delle sue località simbolo, insieme a Bellagio. A poca distanza dalla più “caotica” Como, è ideale per una fuga alla ricerca del relax e del silenzio nelle atmosfere natalizie.

Villa d’Este e il suo lungolago regalano scenari da cartolina dove è possibile fermarsi su qualche panchina per essere “cullati” dal placido suono delle onde del lago. Nei giorni di festa si può anche imbarcarsi per riscoprire le stupende località in riva al lago. 

Leggi anche: 10 motivi per passare una giornata a Como

#5 Valganna

A poca distanza da Varese, la Valganna è un luogo che potremmo definire quasi “magico”. Infatti basta attraversare la breve galleria a lato del Birrificio Poretti di Induno Olona per trovarsi in una valle costellata di boschi, grotte e torrenti, la cui storia ruota tutta intorno alla figura di San Gemolo e alla sua Badia.

Narra la leggenda che, intorno al X secolo, Gemolo, un giovane cavaliere nipote di un vescovo, inseguì nella valle alcuni briganti chiedendo loro la restituzione dei beni da loro rubati, venendo così decapitato. Il giovane giustiziato raccolse la propria testa e cavalcò fino all’accampamento dello zio vescovo, il quale lo seppellì e fece erigere la futura Badia.

Se la storia vi ha messo sete, le grotte di Valganna ospitano un ristorante e una birreria dove sarà possibile rilassarsi sorseggiando una buona cerveza a km zero in un locale suggestivo e storico. 

#6 Mantova

Sala Giganti (Palazzo Te)

A Natale c’è anche chi preferisce luoghi di cultura. Città d’arte tra le più belle che il mondo possa vantare, capitale del ducato omonimo, terra dei Gonzaga, Mantova vale sicuramente almeno un weekend.

Di attrazioni ce ne sarebbero tantissime di cui parlare, ci limitiamo quindi ad una top 3 e ad una traccia artistica alla scoperta di due grandi del Rinascimento italiano, Andrea Mantegna e Giulio Romano.

  • #1 Palazzo Ducale, dimora dei Gonzaga e palazzo tra i più grandi al mondo, imperdibile per la camera picta di Mantegna. (chiuso per Dcpm al momento)
  • #2 Palazzo Te, trionfo del manierismo di Giulio Romano (chiuso per Dcpm al momento)
  • #3 Piazza delle erbe, un luogo rimasto immutato dove respirare l’atmosfera mantovana

#7 Sirmione

Molto apprezzato nei mesi più caldi, può rappresentare una grossa sorpresa nel periodo di Natale: il Lago di Garda è l’ideale per una “fuga” verso est, in particolare in quello che è un borgo quasi senza tempo.

Con la stagione invernale perdersi tra le decorazioni natalizie per le sue vie medioevali dal profumo di lavanda, ammirare la rocca scaligera o affacciarsi sulle acque del lago dai resti romani delle “Grotte di Catullo” farà dimenticare ogni incubo dell’emergenza virus. E può essere la base giusta per esplorare entrambe le coste del lago più grande d’Italia. 

Leggi anche: Lago di Garda: 10 idee per una vacanza sulla sponda lombarda

#8 Montevecchia

Chi ha poco tempo o non ha voglia di allontanarsi troppo da Milano, la meta ideale è “il monte di Milano”, a pochi chilometri, immerso nel verde della Brianza.

Salendo i gradini fino al Santuario della Vergine del Carmelo ci si trova circondati dalla vista sui monti brianzoli con il Resegone da un lato e dallo skyline di Milano dall’altro.

Leggi anche: 7 buone ragioni per andare a Montevecchia, il “monte di Milano”

#9 Rocca dell’Innominato, Vercurago

Adagiata come un’aquila ormai stanca sopra il borgo di Vercurago, la cosiddetta “Rocca dell’Innominato” domina sulle acque del lago di Garlate.

Antico baluardo a difesa del confine tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia, la rocca, ormai in disuso, venne scelta da San Girolamo Emiliani nel 1534 per ospitare gli orfani del neocostituito ordine dei Padri Somaschi.

Fu Manzoni ad affibbiarle il titolo attuale scegliendola come dimora del famigerato Innominato, una sorta di bufala che però ha un piccolo legame con l’epidemia di peste, in quanto nel 1537 il borgo di Somasca venne effettivamente colpito dal morbo e lo stesso San Girolamo morì, ma tutto questo quasi cent’anni prima della peste manzoniana.

#10 Ponte nel cielo

Chi ama un brivido diverso rispetto a quello dello sci, per sentirsi più “wild and free”, sospesi tra tra terra e cielo, la scelta giusta è salire a Tartano, in Valtellina per provare quest’esperienza.

Si tratta di un ponte tibetano lungo 234 metri sospeso ad un’altezza di 140 tra Campo Tartano e Frasnino da cui si possono ammirare le vette delle Alpi Retiche e la valle del Tartano.

 

Continua la lettura con: Perché Sankt Moritz è così amata dai milanesi?

MILANO CITTA’ STATO

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La strana storia del battello di Milano che dalla Darsena navigò lungo il Nilo

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Il 27 giugno del 1926 a Milano ci fu una cerimonia incredibile: migliaia di persone parteciparono alla benedizione di una nave, in Darsena!

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La strana storia del battello di Milano che dalla Darsena navigò lungo il Nilo

La benedizione fu fatta da Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano alla presenza, tra gli altri, del commendatore Dal Verme, quello del Teatro, presidente del “Comitato Milanese ProAfrica” che aveva finanziato il progetto.
Il rapporto tra questa nave e la città era ulteriormente testimoniato dall’effige di una Madonnina in bronzo presente nella piccola Cappella di bordo.

Fonte: Domenica del Corriere
Fonte: Domenica del Corriere

La “Pio XI”, per decine di anni, fece servizio di collegamento sul Nilo tra le città di Karthoum e Wau su un percorso fluviale lungo migliaia di chilometri.
La lunghezza totale del battello era di 17 metri e la larghezza di quasi quattro metri.
Due motori, ognuno della potenza di 40 cavalli azionano le due eliche necessarie per il controllo dell’imbarcazione tra le correnti Nilo mentre due alberi con le relative velature permettevano di utilizzare i venti.

Fonte: La domenica del Corriere
Fonte: La domenica del Corriere

Dopo la cerimonia la Pio XI discese il Naviglio Pavese, entrò nel Ticino e poi giunse a Venezia attraverso il Po dove venne caricata su una enorme nave da carico diretta in India, la Loredano, per attraversare il Canale di Suez e giugere a Porto Sudan dove fu caricata su uno speciale convoglio ferroviario per arrivare a Khartoum.

Qui il battello iniziò la sua attività di collegamento tra le varie missioni dei Padri Comboniani che costruirono scuole e ospedali in tutto il Sudan. Durante la Seconda Guerra Mondiale i motori vennero seppelliti nella sabbia per evitare di farla utilizzare per scopi bellici e attualmente sembra galleggi ancora, malconcia, da qualche parte sul Nilo Bianco.

Continua la lettura con: I 10 piatti più tipici di Milano

SIMONE LUNGHI

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Il viaggio in treno più lungo del mondo: dal Portogallo a Singapore con un biglietto solo

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Credits it.rayhaber.com - Viaggio Portogallo-Singapore

Un viaggio incredibile per gli amanti dell’avventura, il più lungo al mondo a bordo di un treno. Scopriamo questo pazzesco itinerario e il prezzo del biglietto.

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Il viaggio in treno più lungo del mondo: dal Portogallo a Singapore con un biglietto solo

# Il viaggio più lungo del mondo a bordo di un treno: 18.755 km

Credits LuisFerreira4x4-pixabay – Treno Portogallo

Il sito sui viaggi in treno a lunga distanza Seat61.com ha messo insieme tratta dopo tratta un viaggio in treno incredibile: il viaggio più lungo del mondo con un solo biglietto. La partenza è da Lagos, nella regione di Algarve, la zona più a Sud del Portogallo e grazie ad un incastro di diverse linee ferroviarie arriva a Singapore attraversando il cuore d’Europa percorrendo 18.755 chilometri. Il prezzo del biglietto dovrebbe oscillare tra i 1.000 e 1.755 euro.

# Vengono attraversati 13 Paesi in 21 giorni

Credits it.rayhaber.com – Viaggio Portogallo-Singapore

Dopo il Portogallo si passerà attraverso la Spagna, la Francia, la Polonia, la Bielorussia, passando per Mosca, la Mongolia e Pechino incontrando paesaggi e culture completamente diverse. Dalla Cina il viaggio proseguirà fino alla capitale del Laos, grazie all’inaugurazione a dicembre 2021 di una nuova tratta ferroviaria, poi Bangkok fino a Singapore. I viaggiatori potranno soggiornare una notte a Lisbona, Madrid e Parigi e 2 notti a Mosca e Pechino per le pratiche burocratiche. In totale saranno 13 i Paesi che si attraverseranno in 21 giorni e in alcuni casi ci si dovrà spostare in differenti stazioni della città di arrivo per proseguire verso la destinazione successiva.

Leggi anche: Il VIAGGIO in TRENO più LUNGO partendo DA MILANO

Continua la lettura con: Dopo Parigi, le 5 CITTÀ STRANIERE da collegare a Milano con un treno d’alta velocità

FABIO MARCOMIN

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10 curiosità da sapere sul misterioso padre fondatore dell’ A.C. Milan

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Alzino la mano i milanesi o meglio ancora i milanisti che conoscono Mr Herbert Kilpin da Nottingham.

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10 curiosità da sapere sul misterioso padre fondatore dell’ A.C. Milan

# Da Nottingham a Torino

Nato a Nottingham in Inghilterra nel 1870 (anno della breccia di Porta Pia), figlio di un macellaio di Nottingham e fondatore in giovane età (aveva 13 anni) di un club amatoriale dedicato a Giuseppe Garibaldi, Mr Herbert Kilpin lascia il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda per entrare in quello d’Italia e precisamente si trasferisce per lavoro a Torino, città che ha già perso lo status di Capitale.
Sono gli anni in cui Kilpin insegna agli italiani l’uso dei telai inglesi e diventa anche socio e giocatore di uno dei club di calcio più antichi d’Italia, quello del Torino il cui Presidente è niente popodimeno che tale Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.

# L’approdo a Milano dove fonda il Milan Cricket and Football Club

Kilpin fotoAlla fine dell’800 si trasferisce a Milano con il suo amico e connazionale S.R. Davies e grazie alla frequentazione dell’American Bar nascono sodalizi, tra cui quello con alcuni italiani fondatori della “La società per l’educazione fisica Mediolanum”, che li porteranno a costituire, il 13 dicembre del 1899, il Milan Cricket and Football Club di cui Kilpin fu giocatore e manager. Lasciò il mondo del calcio in quanto amareggiato dall’ostracismo esercitato dalla Federazione sui calciatori stranieri. Queste le 10 curiosità e piccoli segreti legati al fondatore del Milan:

#1 Kilpin è uno dei Padri fondatori dell’AC Milan

#2 i colori scelti per la maglia del Milan, il rosso e il nero, corrispondevano rispettivamente al fuoco dei calciatori e alla paura che avrebbero sentito gli avversari

#3 portava baffoni alla Marinetti, cuore e anima del Futurismo

#4 è stato anche il primo straniero in assoluto a militare in una squadra di calcio italiana

#5 è stato un infaticabile lavoratore, giocatore, sognatore e manager sportivo

#6 durante l’era Giolittinana, Kilpin, con il Milan ha vinto, giocando da terzino e da mediano, 3 campionati italiani e due medaglie del Re

#7 il suo nome è iscritto nel Famedio di Milano, ossia il Tempio della Fama che si trova all’interno del Monumentale

#8 qualcuno sostiene che abbia indirettamente agevolato anche la fondazione dell’Inter, avvenuta il 9 marzo del 1908 per mano di un gruppo di 43 milanisti dissidenti

#9 è morto prematuramente, nel 1916, a causa delle enormi quantità d’alcol e sigarette di cui abusò per tutta la sua breve e incredibile vita

#10 la leggenda narra che la sua gara d’addio fu la partita disputata il 20 aprile 1908 dal Milan contro l’Old Boys Basel

Continua la lettura con: Le differenze tra interisti e milanisti

LUISA COZZI

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