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Lo SKYTRAM: il nuovo “TRAM VOLANTE” di Genova. Perché non portarlo anche a Milano? Si potrebbe fare qui

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Stazione Skytram

Presentato il progetto per un servizio innovativo di collegamento che unirà la zona di Brignole a Molassana. Si tratta dello skytram della Valbisagno, un investimento di 580 milioni di euro, per una linea sopraelevata di 6,5 km. I dettagli del progetto e dove si potrebbe realizzare a Milano.

Lo SKYTRAM: il nuovo “TRAM VOLANTE” di Genova. Perché non portarlo anche a Milano? Si potrebbe fare qui

# I numeri del progetto: 8 stazioni e un percorso lungo 6,5 km

Credits: telenord.it . Tracciato Parte 2

Il progetto prevede 8 stazioni, a 800 metri circa di distanza, e 6 km e mezzo di sviluppo. La prima fermata, dopo quella già esistente della stazione di Brignole, è Marassi, presso lo stadio Luigi Ferraris, poi piazzale Parenzo a Staglieno per agevolare l’accesso anche al cimitero monumentale di Genova. A seguire Adriatico, Bligny, San Gottardo e Molassana.

Credits: telenord.it

Il cronoprogramma dei lavori di realizzazione è previsto in 4 anni e 9 mesi dalla firma del contratto. La formula scelta è il project financing, come per la M4 e M5 a Milano, per la progettazione, costruzione, gestione e manutenzione con un investimento pari a 580 milioni di euro.

# Due binari, con tracciato in gran parte sopraelevato lungo il fiume Bisagno

 
Credits: telenord.it

La linea, che avrà due binari, correrà in gran parte in sopraelevata rispetto alla strada, con i piloni che insisteranno sul marciapiede sull’argine destro del Bisagno e non ci sarà nessun ingombro di cavi elettrici in sospensione perché l’alimentazione del convoglio avverrà tramite la cosiddetta “terza rotaia”.

# 5.000 passeggeri l’ora, capienza di 280 passeggeri per treno, tempo di percorrenza in 11 minuti e frequenza di 3 minuti e mezzo nelle ore di punta

Credits: telenord.it

La linea correrà in sponda destra da Brignole a Marassi e in sponda sinistra da Marassi a Molassana. Sono previste due vetture motorizzate per ogni treno, ognuno dei quali avrà una capienza complessiva di 280 posti e sarà gestito da un sistema di segnalamento e automazione senza conducente.

Il sistema proposto è dimensionato per garantire una capacità di 5.000 passeggeri l’ora, ma è già predisposto per l’ampliamento a 6mila, ampliabile ulteriormente fino a 10.000 con poche modifiche.

Sono 10 i treni previsti nella fornitura. Il tempo di percorrenza è di circa 10-11 minuti. La frequenza prevista è di 3 minuti e mezzo nell’ora di punta, con una velocita’ commerciale di 37 km/h.  Il progetto, riconosciuto dalla Giunta comunale come di interesse pubblico, è stato presentato dal gruppo composto da Itinera, Alstom ferroviaria e Meridiam Investiments e ora dovrà essere sottoposto alla valutazione della commissione del Mit per il finanziamento. L’amministrazione sta già ipotizzando di estendere la linea fino a Prato, in alta Valbisagno.

Fonte articolo: Primo Canale

# A Milano lo “SkyTram” potrebbe costituire la nuova CIRCLE LINE: sostituendo la circolare 90-91 o essere realizzato accanto ai due lati di marcia sul percorso delle tangenziali

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Lo Skytram costituisce una soluzione efficiente che potrebbe essere valutata anche per decongestionare Milano. Una delle principali carenze del servizio di trasporti metropolitano è infatti la carenza di una o più linee circolari veloci al pari delle altre grandi città europee, come Londra, Berlino o Mosca che ne ha addirittura due. La “Circle line” prevista sul percorso dell’attuale S9 verrà esercitata da treni con frequenza di 15 minuti e comunque rimarrà monca, perché sarà solo un segmento, lasciando completamente privo il tratto a ovest da San Cristoforo a Rho Fiera.

Come da noi spesso suggerito si potrebbe osare di più, e se la metropolitana circolare rapida forse è di difficile realizzazione, perché non implementare una linea sopraelevata come lo “SkyTram” di Genova?  Si potrebbero realizzare fino a 3 linee ad un costo più contenuto, in questo modo:

#1 trasformando la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza senza dover fare interventi sull’asservimento semaforico e garantendo al contempo la fluidità del traffico veicolare. 

#2 affiancando la linea sopraelevata al percorso delle tangenziali (sul modello di Genova):

  • Interne: nord, est e ovest 
  • Esterne: TEEM e la superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.

Se si introducesse anche a Milano questo metodo di trasporto alternativo proposto per Genova, meno impattante a livello strutturale e più economico, forse il grande sogno di una circle line potrebbe diventare presto realtà.

Continua la lettura con: CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

MILANO CITTA’ STATO

Leggi anche: Città a 15 minuti: l’idea di Parigi che stuzzica Milano è una sciocchezza

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🛑 Le 4 FASI del PIANO VACCINALE anti-covid in LOMBARDIA

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@fanpage

L’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha presentato i dettagli del piano vaccinale anti-Covid per Milano e la Lombardia. Dal 27 dicembre si parte con le prime dosi del vaccino Pfizer: in Lombardia domenica saranno vaccinate le prime 1620 persone. Chi saranno? E quali e quando saranno le fasi successive? Andiamo a scoprirlo insieme.

Le 4 FASI del PIANO VACCINALE anti-covid in LOMBARDIA

In Lombardia sono stati individuati 65 hub vaccinali, tra cui alcune strutture private, dove conservare e somministrare il vaccino Pfizer. A ciascun hub fanno riferimento 150 strutture ospedaliere e le RSA di competenza. Tra il 28 dicembre e il 4 gennaio le dosi di vaccino saranno consegnate agli hub regionali.

# Fase 1: Personale sanitario (dal 27 dicembre)

La prima fascia di popolazione a ricevere il vaccino sarà quella del personale sanitario. Medici, infermieri, oss, presidenti degli ordini di medici e infermieri e personale delle “Croci” inizieranno ad essere vaccinati dalle 11 del 27 dicembre, per permettere loro di lavorare in sicurezza.

# Fase 2: la fascia a rischio (da gennaio)

Dai primi di gennaio saranno altre 4 categorie a vaccinarsi:

  • Persone con gravi patologie, immunodeficienza o fragilità
  • Persone a rischio elevato di malattia
  • Anziani over 60
  • Insegnanti e personale scolastico “ad alta priorità”

In tal modo si dovrebbe coprire circa il 15% della popolazione italiana.

# Fase 3: copertura per il 50% della popolazione nazionale vaccinando chi sta a contatto con il pubblico

Per questa fase non è stata ancora prevista una data ma l’obiettivo è di vaccinare chi sta a contatto con il pubblico come insegnanti, lavoratori di servizi essenziali (supermercati, corrieri, farmacisti), lavoratori nei luoghi di comunità (carceri, RSA, comunità di recupero) e persone con lievi patologie o fragilità.

# Fase 4: entro l’estate avrà inizio la vaccinazione sul resto della popolazione

Entro l’estate partiranno le vaccinazioni per tutto il resto della popolazione.

# Fontana: il vaccino non sarà obbligatorio

Credits: ilgiorno.it – Attilio Fontana

Il presidente della regione Fontana ha sottolineato che il vaccino non sarà obbligatorio ma verrà fatta una campagna promozionale per incentivare le persone a farlo. La Lombardia è stata duramente colpita dal virus e il presidente spera in un’opera di convincimento.

# Rischi del Pfizer: una componente del vaccino potrebbe essere la causa di reazioni anafilattiche

Mentre parte la campagna di vaccinazione, stanno venendo rilanciati in tutto il mondo episodi di reazioni allergiche al vaccino. Molti si domandano da che cosa siano provocate?Diversi esperti sostengono che le nanoparticelle lipidiche (LNP) che permettono al materiale genetico di penetrare all’interno delle cellule, essendo PEGilate, ovvero legate a un composto chiamato polietilenglicole (PEG), possano indurre reazioni anafilattiche.

Il PEG non è mai stato utilizzato prima d’ora in un vaccino approvato, pur essendo presente in molti farmaci che hanno occasionalmente scatenato anafilassi, una reazione allergica piuttosto importante. Anche il vaccino Moderna che viene somministrato negli Stati Uniti contiene il PEG, quindi i due vaccini hanno potenzialmente lo stesso rischio.

I medici ritengono che alcune persone precedentemente esposte al PEG possano aver sviluppato alti livelli di anticorpi contro questo composto, rischiando una reazione anafilattica al vaccino. Ad oggi i casi di reazione allergica in USA sono 6, mentre in Inghilterra sono 2, molti più di quelli che ci si aspetterebbe dalla somministrazione classica di un vaccino. Fondamentale quindi studiare queste reazioni per capire cosa hanno di diverso i vaccini Pfizer e Moderna.

Fonte: fanpage e milanoweekend

Continua la lettura: VACCINO: solo per gli anziani e chi è a rischio, per riaprire tutto a febbraio. PROPOSTA choc o di buonsenso?

ANDRA STEFANIA GATU

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🛑 MILANO 2030: parcheggi dimezzati, strade ristrette. Il Comune dichiara guerra alle AUTO?

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Credits: formulapassion.it

Il consiglio comunale di Milano ha approvato il Piano Aria Clima, strumento per ridisegnare l’attuale configurazione del capoluogo lombardo attraverso iniziative e azioni con l’obiettivo di porre le basi per una città sempre più “carbon neutral” entro il 2050. Obiettivo lodevole però sulle modalità per raggiungerlo non tutti sono d’accordo. 

MILANO 2030: parcheggi dimezzati, strade ristrette. Il Comune dichiara guerra alle AUTO?

# Meno mezzi, più aree a zero emissione e parcheggi dimezzati per combattere l’inquinamento e il cambiamento climatico

Credits: cardealer.co.uk

Il grande obiettivo è di combattere l’inquinamento atmosferico, fattore che incide anche sul cambiamento climatico, grazie a cinque ambiti di azione, 25 target e 49 azioni. Il piano approvato dal Consiglio Comunale mira a trasformare entro il 2050 la mobilità personale in mobilità attiva, rendendola sempre più ciclopedonale, intermodale e basata sulla “Mobility as a Service”. Per il raggiungimento dell’obiettivo si punterà entro il 2030 all’ampliamento di una Zero Emission Zone e di un’area pilota carbon neutral con il dimezzamento della mobilità motorizzata e della superficie dei parcheggi su strada.

# La rivoluzione nei trasporti e delle Zone trafficate. All’estero però non tutti vanno nella stessa direzione

Credits: formulapassion.it

L’introduzione di nuove tasse sui veicoli di maggiore dimensione, di una possibile soglia massima di chilometraggio massima annua calcolabile tramite monitoraggio satellitare, di Zone 30 e Zone a traffico pedonale privilegiato dettano il passo per una città sempre meno inquinata e congestionata a causa dei mezzi a motore. Saranno rivisti inoltre gli accessi e la circolazione nell’Area B in base alla diversa classificazione dei veicoli, idea supportata dalla realizzazione di piste ciclabili per biciclette e monopattini.

Non tutti sono però concordi sull’utilità delle azioni già messe in atto e che verranno rinforzate in futuro. Il blog Muovermi , il cui claim è “per una Milano più libera”, che non sia “solo divieti”, contesta la narrazione che le politiche antiauto e questa nuova corsa alle ciclabili siano una tendenza di successo in tutta Europa. Anzi:  scrive il blog che “le piste ciclabili improvvisate realizzate con la scusa della pandemia Covid”, hanno innescato uno scontento sfociato spesso in proteste come i casi di Vienna o Düsseldorf fino ad arrivare a Berlino che ha stabilito che le piste ciclabili “pop up”, sul tipo di molte di quelle fatte a Milano di recente, vanno eliminate in quanto non a norma e per i danni che stanno generando alla circolazione. 

Leggi anche: la favola delle ciclabili all’estero non funziona

# Meno inquinamento grazie anche all’attenzione dei cittadini

Credits: lettoquotidiano.it

Tornando al Piano del Comune, non si ferma solo alla viabilità. Più condiviso risulta il piano di ridurre le maggiori fonti di inquinamento atmosferico che riguardano aspetti della vita quotidiana dei cittadini milanesi, su tutti i sistemi di riscaldamento e l’agricoltura intensiva. Vengono indicate l’eliminazione dei combustibili fossili a vantaggio di quelli privati e la promozione tra i cittadini di stili di vita “consapevoli” che riguardano per esempio un minor uso dell’acqua.

Fonte: quattroruote

Continua la lettura con Una RIVOLUZIONE nella Città Metropolitana: il PROGETTO SICUREZZA

MARCO ABATE

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🛑 Una RIVOLUZIONE sui banchi: studenti milanesi in rivolta per tornare a SCUOLA

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Credits: milano.repubblica.it

Sui banchi di scuola per protestare contro la didattica a distanza. Gli studenti di sette licei di Milano chiedono la riapertura delle scuole con un gesto pacifico e significativo. 

Una RIVOLUZIONE sui banchi: studenti milanesi in rivolta per tornare a SCUOLA

# La protesta contro la didattica a distanza

Credits: milano.repubblica.it

Rivoluzione davanti alle scuole richiedendo una pronta riapertura per l’anno nuovo. Questa è la richiesta degli studenti dello scientifico Volta, del Virgilio, del classico Berchet e Parini, dell’istituto Einstein e di quelli di Torricelli e Allende Custodi. Armati di banchi “concessi” dagli istituti o da sedie recuperate autonomamente, gli studenti di alcune scuole milanesi sono scesi in piazza per protestare contro la didattica a distanza. 

# Gli studenti del Volta alle prese con la didattica a distanza ma… in presenza

Credits: milanotoday.it

Fuori dall’istituto Volta, gli studenti presenti con i propri banchi, seguono le proprie lezioni in didattica a distanza. La richiesta è quella della riapertura per il 7 gennaio, come annunciato dal Premier Conte e per questo si chiede che tale promessa venga mantenuta. Con la maggiore libertà di determinati settori a seguito di precedenti misure restrittive, il ramo scolastico è stato uno dei pochi ad essere più penalizzato nella riapertura.

# Il No Dad Day nel pieno rispetto delle norme di sicurezza

Credits: miitomorrow.it

Il No Dad Day fuori dall’istituto Virgilio ha avuto il fine di riunirsi in assemblea per parlare dei problemi della didattica a distanza e, una volta finito, seguire le lezioni su tematiche di genere, ambientalismo e sport popolare. A testimoniarlo è Valeria, 17 anni e studentessa del Virgilio e afferma che “Il tutto è fatto nel rispetto delle norme sicurezza”. Una volta annotato i nomi dei presenti si procede alla misurazione della temperatura. 

# La docente affianca i propri studenti. Confidiamo nella riapertura

Credits: mitomorrow.it

Sul fatto che la didattica a distanza non è scuola è d’accordo anche Marzia Calabrese, docente di lettere che, nel suo giorno libero, ha deciso di affiancare i propri studenti nella richiesta di pronta riapertura. “Loro sono fortunati, perché sentono il bisogno di riunirsi e si organizzano, ma molti ragazzi questo bisogno non lo sentono più, si sono lasciati andare. È questo il danno maggiore provocato dalla pandemia sulla scuola, al di là dell’aspetto didattico” afferma la docente. Cosa succederà con l’anno nuovo? Non ci resta altro che aspettare e confidare nella riapertura, terza ondata permettendo. 

Fonte: LaRepubblica

Continua la lettura con Piano SCUOLA anti COVID in Lombardia: cosa fare con SINTOMI sospetti

MARCO ABATE

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🛑 Tribunale di Roma: i DPCM del governo sono fuorilegge

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Il tribunale di Roma, come riportato da Affari Italiani,in una causa civile in cui era coinvolto un esercizio commerciale ha dichiarato illegittimi i decreti della presidenza del consiglio di ministri. Ecco tutte le motivazioni.

🛑GIUDICI di Roma: DPCM del governo sono fuorilegge

# La sentenza del tribunale di Roma “I Dpcm viziati da molteplici profili di illegittimità e, come tali, caducabili”

Come riporta Affari Italiani, lo scorso 16 dicembre il Tribunale di Roma in una causa civile ha dichiarato illegittimi i Dpcm del governo. Nello specifico si tratta di un contenzioso in cui è finito un esercizio commerciale da sfrattare per morosità, causa mancato pagamento canoni vista la chiusura per Covid (causa civile nrg 45986/2020). Il giudice del Tribunale dopo una lunga analisi cita i principi base che tengono insieme la comunità e lo Stato italiano. 

Il giudice di Roma interroga le leggi sulle limitazioni indotte dal governo e arriva alla conclusione che “i Dpcm siano viziati da violazioni per difetto di motivazione”.  “I Dpcm… siano in realtà viziati da molteplici profili di illegittimità e, come tali, caducabili”, cioè non producono effetti reali e concreti dal punto di vista giurisprudenziale, della legge: sono acqua fresca. In pratica, producono effetti reali sulle persone e le loro attività, costretti a chiudere per l’azione di controllo delle Forze dell’ordine, ma, come il giudice conferma, il governo sta agendo fuori dalle norme dello Stato democratico, violando le leggi e non dando vere motivazioni

Ecco i 4 principali motivi di illegittimità:

#1 Il Dpcm “non è di natura normativa ma ha natura amministrativa”

Il Dpcm, con i quali il governo è intervenuto per chiudere l’Italia e gestire la pandemia non alcun valore legale in quanto “non è di natura normativa ma ha natura amministrativa”. Per funzionare dovrebbe  far riferimento ad una qualche legge, eppure i Dpcm non lo fanno, comprimono i diritti fondamentali, vista la pandemia, e basta. Anche diversi e autorevoli costituzionalisti avevano rilevato questo problema, dicendo che i Dpcm sono incostituzionali. Il tribunale civile di Roma cita per spiegarlo “tutti i Presidenti Emeriti della Corte Costituzionale, Baldassarre, Marini, Cassese”. 

#2 Il Governo poteva intervenire solo in una situazione di stato di guerra

Il Governo poteva intervenire con questo tipo di provvedimento in una situazione di stato di guerra. Quelle vere, dove la gente spara, i palazzi crollano, ecc… Ma la guerra vera non c’è. E non vi è neanche “nessuna legge ordinaria che attribuisce il potere al Consiglio dei Ministri di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario”. Ne deriva che tutti i Dpcm sono illegittimi. 

#3 I Dpcm della fase 2 avrebbero richiesto un successivo passaggio in Parlamento

Anche i Dpcm che disciplinano la fase 2 hanno lo stesso problema. “Hanno imposto”, spiega il giudice entrando nei particolari, “una rinnovazione della limitazione dei diritti di libertà che avrebbe invece richiesto un ulteriore passaggio in Parlamento diverso rispetto a quello che si è avuto per la conversione del decreto ‘Io resto a casa’ e del ‘Cura Italia’ (cfr Marini). Si tratta quindi di provvedimenti contrastanti con gli articoli che vanno dal 13 al 22 della Costituzione e con la disciplina dell’art 77 Cost., come rilevato da autorevole dottrina costituzionale”.

#4 I Dpcm devono esplicitare una motivazione, in quanto atti amministrativi, per essere validi

I Dpcm poi hanno anche il problema che per essere validi, come atti amministrativi, “devono essere motivati, ai sensi dell’articolo 3 della legge 241/1990. A tale obbligo non sono sottratti neanche i Dpcm”, spiega sempre il Tribunale. I Dpcm citano alla base delle proprie motivazioni le analisi del Comitato Tecnico Scientifico (Cts). Peccato che tali analisi siano state rese pubbliche dal governo a ridosso delle scadenze dei Dpcm stessi, perché per lungo tempo sono stati classificate come riservate. Quindi le motivazioni restavano sconosciute. “Ritardo tale”, spiega il giudice, “da non consentire l’attivazione di una tutela giurisdizionale”. Per tanto l’obbligo della motivazione non è stato adempiuto. In più queste motivazioni alla base dei Dpcm sono generiche, illogiche e viziate, determinando un vizio di eccesso di potere da parte del governo.

Tutti provvedimenti che, scrive sempre Affari Italiani, alla prova dei fatti non sono serviti visto che l’Italia è il Paese con il più alto numero di decessi in Europa e il secondo al mondo per morti ogni milione di abitanti tra i Paesi con popolazione superiore ai 10 milioni.

Fonte: articolo di Antonio Amorosi per “Affari Italiani”

Continua la lettura con: STATO DI EMERGENZA: verso l’estensione fino (almeno) al 31 GENNAIO

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5 OGGETTI senza cui un MILANESE vero non può stare

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Credits: calzaturepuccio.com

I veri milanesi sono una razza in via d’estinzione. Ma da cosa lo si riconosce? Per rispondere adeguatamente ci vorrebbe un piccolo manuale che unisca tutta la psicologia, la praticità, l’impazienza di un milanese. Mi accontenterò quindi di elencare 5 oggetti senza cui un milanese vero non può stare. Saranno ottimi indizi per riconoscere i meneghini in un lampo.

5 OGGETTI senza cui un MILANESE vero non può stare

#1 Lo smartphone aziendale: racchiude perfettamente dimensione psicologica del milanese 

Credits: it.freepik.com

Nessuno ormai può vivere senza uno smartphone. Non gli sono affidate solo le telefonate ma la nostra vita, le nostre relazioni sociali, i nostri sentimenti. I milanesi però, al telefonino personale, aggiungono alle loro tasche un oggetto fondamentale: lo smartphone aziendale. Credo che non potrebbe esistere un oggetto che racchiuda così bene la dimensione psicologica di un milanese. Pensateci. Metallizzato, rigido, quasi sempre scuro. Dedicato al lavoro. Sempre reperibile. Essenziale. Come deve essere un cittadino di Milano.

#2 Lo zaino sportivo: ha preso il posto del valigetta 24 ore

Credits: ilmiogiornale.org

Una volta esisteva il borsello per gli uomini, che altro non era che una versione moderna della valigetta da lavoro. Il problema è che, tranne poche eccezioni, il borsello fa dell’uomo che lo indossa una via di mezzo tra un metalmeccanico della Breda degli anni 60 e un bigliettaio ATM del tram. Non è una cosa definita, è un ibrido inquietante. Motivo per cui nel tempo, dalla fredda e antiquata valigetta 24 ore c’è stata una evoluzione verso lo zaino sportivo o verso quelle cartelle a tracolla molto giovanili. Si perché il vero milanese deve essere:

  • sempre giovane e baldanzoso.
  • molto giovane ma con tanti anni di esperienza.
  • fare tanta gavetta ma deve fare anche figli e famiglia in giovane età.
  • essere la quint’essenza dello sprint, dello smart e dell’innovazione.

#3 Il ferma banconote (meglio se in oro)

Credits: giuntialpunto.it

Negli anni questo piccolo oggetto è diventato uno status symbol. Mi ricordo quando ero piccola che gli uomini di una certa età che vedevo lo avevano quasi tutti in oro o placcato in oro. Con il tempo molte case di creazione di gioielli lo hanno realizzato in metallo, argento o acciaio, per poter essere acquistato anche dai giovani. Il ferma banconote è un altro esempio di oggetto-simbolo di Milano. Si, perché non è un portafoglio o un porta monete comune. E’ un ferma-banconote, tiene stretto cioè il vero valore: la banconota. Le monetine possono essere anche eliminate, quello che conta è il pezzo grosso. Il danè.

#4 Il mocassino con le frangette, che fa molto “Milano da Bere

Credits: calzaturepuccio.com

Questo oggetto per me fa molto Milano da bere. Spessissimo infatti mi capita di osservare molti giovani che, nelle sere d’estate o di primavera, vanno a prendere l’happy hour con i loro mocassini senza calze e con dei pantaloni quasi stile “acqua alta a Venezia”. Questi però non sono mocassini sobri e semplici. Hanno questa frangetta al centro del collo del piede che in qualsiasi altra città al mondo sarebbe decontestualizzata.

#5 L’ombrello formato pieghevole nello zaino

Credits: thesocialpost.it

Milano si sa, ormai è diventata come Londra. Può piovere in un attimo e se ti capita di essere sorpreso da un acquazzone non è contemplata la possibilità di aspettare che spiova sotto una galleria o un riparo. Ecco quindi che il milanese doc toglie dal suo famigerato zaino l’ombrellino piccolo, pieghevole, molto smart e può proseguire la sua occupazione. Badando bene a non perdere il ferma-banconote, lo smartphone aziendale e…a non bagnarsi i mocassini.

Continua la lettura con Le 7 COSE che i MILANESI farebbero in caso di RATTO ALIENO

GIULIA PICCININI

 

🛑 MM gestirà IL VERDE PUBBLICO di Milano?

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L’assessore Pierfrancesco Maran ha annunciato che il comune di Milano ha chiesto a Metropolitane Milanesi di presentare una proposta per prendere in gestione il verde pubblico nel 2021.

MM gestirà IL VERDE PUBBLICO di Milano?

# Il verde è il futuro della Milano del 2030

@simo.landri

Il Comune ha intenzione di rendere il verde un punto centrale nella riqualificazione della città. Nel 2030 secondo il progetto ForestaMi Milano potrebbe avere 20 nuovi parchi e 3 milioni di alberi piantati nell’area metropolitana. Ma per quanto riguarda il verde attuale, non sempre viene valorizzato al meglio. Ecco l’idea dell’assessore Maran per migliorare la situazione attuale. 

# L’affido della gestione del verde a Metropolitane Milanesi?

Attualmente i 18 milioni di metri quadrati di verde urbano sono affidati al consorzio Miami ma il contratto dovrebbe scadere ad aprile 2021, con una possibile proroga di 12 mesi. La Giunta vorrebbe prorogare l’affidamento fino all’autunno per permettere a Metropolitane Milanesi di sviluppare un piano strategico per la gestione di tutti i parchi. L’assegnamento potrebbe essere diretto anche se non si esclude però una gara pubblica per decidere chi gestirà il polmone di Milano.

# Una possibile riqualifica dei parchi già esistenti

Ci auguriamo che il nuovo gestore del verde pubblico pensi anche ad un piano per la riqualificazione dei parchi già esistenti, come quello di Porta Venezia, insieme ai giardini, parchetti zonali che forse necessitano una più accurata valorizzazione. 

Fonte: affaritaliani

Continua la lettura con: CITY LIFE vs PORTA NUOVA: la sfida presente e futura tra verde e architettura

ANDRA STEFANIA GATU

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BRUTTO NATALE

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Drunk Santa

Preg.mo signor Babbo Natale,

devo premettere d’aver avuto la sensazione d’averLa vista, qualche sera fa, sgusciar via da un club di scambisti dietro il Naviglio. Sarà stato senz’altro un errore. Però quel ciccione barbuto Le somigliava davvero molto e, parcheggiata in una viuzza laterale, aveva una slitta molto simile alla Sua.

Detto questo, per quest’anno non voglio niente. Un cazzo di niente, proprio. Per tutta la vita ho dovuto affannarmi a decorare alberi, allestire presepi con te da giovane nella culla, dipanare chilometri di lucine (attività grazie alla quale ho accumulato centinaia di anni di purgatorio), imbandire tavole, impacchettare regali (sappiamo entrambi che i Suoi pacchetti sono penosi), orchestrare e subire menù da condannati a morte, sopportare famigli e liberti, ostentare pace e serenità e bontà, sperare (puntualmente deluso) di svegliarmi in una Milano imbiancata dalla neve, insomma tutte quelle cose che distinguono il Natale da qualunque altro giorno, da qualunque altra festa.

Quest’anno invece, illustre Babbone, ‘ncazz. Zone rouge. Silenzio spettrale. Le strade vuote, silenzio intorno a me.

Niente albero, che tanto non ci sono ospiti. Niente regali, che tanto tutti hanno già tutto. Niente libagioni lisergiche: mangio tre volte al giorno tutti i giorni, mica sono uno di quei pezzenti ottocenteschi che aspettavano il Natale per vedere un pezzo di carne in tavola. Niente allestimenti hollywoodiani, mussole e porcellane e argenti, nada. Niente parenti, vivaddio, niente amici, niente conoscenti. Nessun aperitivo, nessuna cena di Natale con commossi auguri e arrivederci tra colleghi che rivedrai da li a tre giorni, gonfi come otri. Niente musichette dedicate, niente roasted nuts, jingle bells e triccheballacche. Silenzio eremitale. Mi farò anche il dispetto di non vedere, per il cinquantesimo Natale di fila, Il Piccolo Lord, o la versione originale di Non siamo angeli del ’56, o Una poltrona per due. Anzi forse li vedrò. Da solo, in pigiama, sbronzo, ruttando nella mascherina su ogni battuta.

Quindi glieLo lo dico chiaro: non venga qui a ricordarmi di quando, bambino, lasciavo davanti alla finestra biscotti per Lei e latte per la renna, tentando di resistere sveglio per sorprenderLa, brutto ciccione scambista.

Non venga qui a ricordarmi quei Natali in cui c’erano i miei nonni ed i protagonisti eravamo noi bambini, oscillanti, nel giorno più bello dell’anno, tra lo stupore per i regali e la noia di pranzi infiniti.

Non venga qui a ricordarmi che in fondo, per un giorno all’anno, uno solo, in effetti si potrebbero anche accantonare i risentimenti, le insoddisfazioni, i rimpianti e godersela un po’.

Non lo faccia, perché tanto quest’anno non si può.

Sicché, se un Natale di merda dev’essere, che un Natale di merda sia fino in fondo.

Magari l’anno prossimo vediamo, ma per il momento, sta’ a ca’ tua che l’è mej.

Qua son tutti incazzati, e io sono uno dei più ragionevoli: si figuri gli altri.

Cordiali saluti.

PS. La faccenda del club di scambisti resta tra di noi. Mi faccio vivo io se serve.

ANDREA BULLO

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🛑 Le 5 ultime novità da MALPENSA e LINATE

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Credits: milanomalpensa-airport.com

Nonostante l’anno nero causato della pandemia che ha cancellato o limitato fortemente i viaggi aerei, ora in parte ripresi, dagli aeroporti milanesi sono partite delle sperimentazioni innovative volte alla maggiore sicurezza dei passeggeri non solo per il rischio di contagio da Covid. Ecco le più importanti, con alcuni primati inaspettati.

Le 5 ultime novità da MALPENSA e LINATE

#1 Il volo Covid Free per la Cina da Malpensa 

Credits: milanomalpensa-airport.com

È decollato giovedì 26 novembre alle 13:45 dall’aeroporto di Milano Malpensa il primo volo covid free internazionale con destinazione Nanchino. Il collegamento diretto operato da Neos, la compagnia aerea del Gruppo Alpitour, è l’unico attualmente operativo tra Italia e Cina. La compagnia aerea ha voluto inserire a suo carico un terzo tampone rapido durante il check-in, per ridurre al minimo i rischi del personale navigante e dei passeggeri. Il test si somma al tampone molecolare e al test sierologico, richiesti dalla normativa cinese e da effettuare entro le 48 ore che precedono la partenza. 

Una volta atterrati a Nanchino, è previsto un ultimo tampone che possa riconfermare la negatività dei passeggeri al Covid-19. Il primo volo covid free è decollato al massimo della capacità prevista dalla normativa vigente del 75%, esattamente come quelli effettuati da Neos negli ultimi mesi da e verso la Cina. L’iniziativa è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione con SEA, Gruppo San Donato, ATS Insubria, Regione Lombardia. Il programma durerà fino al 31 gennaio 2021.

#2 Linate primo aeroporto in Europa a garantire un’esperienza di viaggio touchless: più sicurezza, meno tempi d’attesa e rischi di assembramento ridotti

Credits: milanomalpensa-airport.com

L’aeroporto di Linate è il primo aeroporto in Italia a dotarsi delle nuove macchine EDS-CB con tecnologia TAC per il controllo dei bagagli a mano che sostituiscono quelle a raggi X e il primo in Europa ad utilizzarle. Da fine ottobre infatti non serve più aprire il bagaglio per estrarre liquidi, creme, PC e iPad ai controlli di sicurezza. 

La nuova tecnologia aumenta l’efficacia dei controlli di sicurezza grazie al riconoscimento automatico degli esplosivi e, grazie alle immagini 3D ad alta risoluzione, consente agli addetti rapide e accurate valutazioni pur riducendo i tempi necessari al controllo. 

#3 Face Boarding in fase di test da Febbraio per i voli da e per Roma Fiumicino. Da inizio dicembre esteso a tutti i passeggeri

Credits: milanomalpensa-airport.com

Il Face Boarding inaugurato lo scorso febbraio è la tecnologia biometrica basata sul sistema di riconoscimento facciale, per superare velocemente i controlli di sicurezza e le procedure al gate d’imbarco, senza dover esibire ripetutamente documenti o carta d’imbarco. Ai controlli è sufficiente che i passeggeri mostrino il loro viso alla macchina, senza dover esibire i documenti di viaggio.

Dopo i primi mesi di test, dall’11 dicembre è stato esteso a tutti i passeggeri Alitalia esclusivamente in partenza da Milano Linate e diretti a Roma Fiumicino e muniti di documento elettronico, passaporto o carta di identità elettronica rilasciata dopo il 1° gennaio 2016. In futuro sarà esteso su nuove tratte

#4 Al via progetto pilota di Sea e KME per realizzare una linea di rivestimenti antivirali in rame. In 10 minuti viene abbattuta del 90% la carica virale del virus Sars Cov-2

Sempre in ottica anti-Covid, SEA sta realizzando un progetto pilota in collaborazione con KME per utilizzare i prodotti saCup, una linea di rivestimenti antivirali in rame, noto per le sue proprietà antivirali e antibatteriche. Questo materiale andrà a ricoprire tutte le superfici a maggior contatto dei passeggeri, quali corrimano, maniglie dei carrelli porta bagagli e sostegni nelle navette di collegamento dal terminal all’aereo.

Secondo le analisi dell’Istituto di Virologia dell’Università di Pisa questo rivestimento consente in 60 minuti di neutralizzare la carica virale del virus Sars Cov-2 al 100% e in soli 10 minuti del 90%. Nei casi in cui non si potrà rendere l’aeroporto touchless potrà essere una soluzione per contrastare il rischio del contagio.

#5 Le tratte intercontinentali da Malpensa ripristinate tra la primavera e l’autunno 

Credits: varesenees.it

Durante il lockdown Neos ha dimostrato di essere la compagnia di servizio per l’Italia, con 80 voli in tutto il mondo nel picco della pandemia, oggi garantisce 4 voli intercontinentali regolari di linea da Malpensa alla Cina e al Senegal: Nanchino e Dakar sono collegati a Malpensa con 2 rispettivi voli settimanali.
 
Tra le atre compagnie di lungo raggio, che stanno assicurando la connettività intercontinentale di Malpensa, ci sono:

  • Singapore Airlines con 3 voli settimanali su Singapore da ottobre

Ci sono poi le compagnie del Golfo che per prime avevano riattivato i collegamenti, già nel mese di maggio:

  • Etihad con 12 voli settimanali su Abu Dhabi, 
  • Emirates con un volo giornaliero su Dubai 
  • Qatar con 10 voli settimanali su Doha.
  • Ethiopian Airlines per l’Africa con con 5 voli settimanali su Addis Abeba

Purtroppo Delta Airlines, dopo avere riportato ad Ottobre la frequenza dei voli Milano-New York a 5 volte alla settimana, si è arresa ai nuovi blocchi da quando la Lombardia è ritornata zona rossa. Dal 2 dicembre al primo marzo 2021 il collegamento di Delta tra Malpensa e il Jfk è dedicato esclusivamente al trasporto merci.

Fonte e foto credits: Milano-Malpensa Airport

Continua la lettura con: LINATE deve CHIUDERE? Perché SI e perché NO

MILANO CITTA’ STATO

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Il GIARDINO lungo la PASSEGGIATA PASTERNAK: un nuovo mini boulevard a Porta Garibaldi

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@flickr.com / comune di Milano

22 dicembre. Inaugurato il giardino lungo la passeggiata Pasternak, in onore dello scrittore russo premio Nobel Boris Pasternak.

Il GIARDINO lungo la PASSEGGIATA PASTERNAK: un nuovo mini boulevard a Porta Garibaldi

# Il giardino è stato progettato dallo studio Herzog & de Meuron e costeggia la Fondazione Feltrinelli

@flickr.com / comune di Milano

Il 22 dicembre è stato inaugurato il giardino della passeggiata Pasternak, lungo il perimetro della Fondazione Feltrinelli. Un mini boulevard caratterizzato da 30 alberi, percorsi pedonali e ciclabili e sistema di illuminazione. L’intervento è stato realizzato da Coima Sgr nell’ambito del “Piano Integrato di Intervento riguardante le aree comprese tra i viali Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti”.

# Il nuovo spazio verde dialoga con il Giardino condiviso di Lea Garofalo

La finalità del progetto è che le due aree verdi dialoghino fra loro. Da una parte un giardino integrato nel tessuto urbano moderno, che permette al cittadino l’incontro con la natura e allo stesso tempo con l’architettura. Dall’altra parte uno spazio verde nato in un’ottica di integrazione tra le comunità e di condivisione del lavoro: la coltivazione è affidata alla cittadinanza. 

# Il giardino della passeggiata Pasternak comunicherà con altri interventi previsti dall’Amministrazione

@flickr.com / comune di Milano

In futuro, il giardino della passeggiata Pasternak dovrebbe comunicare con l’area verde che verrà realizzata per il Museo della Resistenza in piazzale Baiamonti. Inoltre, l’Amministrazione prevede un nuovo filare alberato di 250 metri da realizzare lungo viale Pasubio e una nuova area verde di circa 2 mila metri quadrati lungo i Bastioni di Porta Volta.

 

Continua la lettura con: Il GIARDINO SEGRETO del centro di Milano (Mappa e FotoGallery)

ANDRA STEFANIA GATU

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ORARI e TRASPORTI: la MINI RIVOLUZIONE del nuovo anno a MILANO

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credit: milano.corriere.it

Negozi, uffici e soprattutto le scuole riapriranno dal 7 gennaio. Come ha deciso Milano di gestire quella che ci auguriamo sarà la ripartenza?

ORARI e TRASPORTI: la MINI RIVOLUZIONE del nuovo anno a MILANO

Il 7 gennaio a Milano ci sarà la ripresa di negozi, uffici ma soprattutto delle scuole, con il conseguente spostamento di più di 90 mila studenti. Il Comune, la Prefettura insieme ad Atm e Trenord hanno studiato un piano operativo per poter gestire il flusso in completa sicurezza. Vediamo quale sarà la mini rivoluzione a Milano a partire dal nuovo anno.

# Per la ripartenza “Orari diversi per un obiettivo comune”

Per non essere impreparati alla ripartenza di Milano si è scelta come parola d’ordine “Scaglionare”. Verranno scaglionati gli ingressi nelle scuole e anche le aperture dei negozi, prima quelli con beni essenziali e poi gli altri. Il tutto verrà gestito con un piano per la mobilità di Atm-Trenord ben organizzato chiamato appunto “Orari diversi per un obiettivo comune”.

# La rivoluzione della mobilità: tra corse in aumento e bus integrativi

credit: milano.corriere.it

Il piano che rivoluzionerà la mobilità prevede un aumento delle corse sia a Milano che nell’hinterland per evitare sovraffollamenti durante la fascia 7-9:30. Atm ha previsto 1.200 corse in più, di cui ben 800 bus navetta esclusivamente per gli studenti che raggiungeranno 32 istituti fino a San Donato, Corsico e Rho Passirana.

Anche Trenord ha potenziato la sua offerta, aggiungendo 180 corse in bus per integrare i treni già a disposizione. Nonostante il loro evidente impegno il direttore generale di Trenord Marco Piuri afferma «La nostra offerta di trasporto è al massimo delle possibilità, è quindi fondamentale l’aiuto dei passeggeri visto che tutti i nostri treni sono in servizio con oltre 1.600 convogli, solo nell’area metropolitana; ma è impensabile ripartire tutti alle 7 del mattino, dobbiamo invece favorire gli studenti». I posti disponibili sui treni Trenord passeranno da 160 mila ad addirittura 900 mila posti nell’area metropolitana ma se questo non sembrasse abbastanza, Atm e Trenord hanno creato un sistema di interventi rapidi per agire con immediatezza in caso di sovraffollamenti: la priorità assoluta è senza dubbio quella di evitare code e assembramenti alle stazioni ferroviarie e alle fermate della metro.

# Non solo trasporti. A Milano la città si sveglierà dopo

credit: milanodavedere.it

Ma la rivoluzione non riguarderà solo la mobilità. I negozi, tranne quelli legati ai servizi essenziali, non apriranno più al mattino presto per evitare un sovraffollamento dei mezzi pubblici e favorire gli spostamenti studenteschi negli orari di punta. Le scuole prevedranno gli ingressi scaglionati in due fasce: il 50% degli studenti entrerà alle 8:00 e il restante 25% dalle 9:30. Le saracinesche dei negozi apriranno in seguito agli ingressi nelle scuole, alle 10:15. L’andamento e il funzionamento del piano saranno monitorati per verificarne l’efficacia ma la città di Milano si sta organizzando per essere preparata ad ogni evenienza.

Nonostante la preoccupazione principale sia gestire una criticità imminente, il sindaco non nega che la sua visione si estende anche al futuro della città e afferma «Milano è stata scossa nel profondo ma ha retto perché ha potuto contare sul senso di responsabilità delle persone e sul vostro lavoro rivolto ai cittadini» e poi aggiunge dando un po’ di speranza e positività «Da questa crisi dobbiamo imparare tanto nel progettare la vita della città. Lo dobbiamo a noi stessi e ai tanti che hanno sofferto e perso la vita per il Coronavirus».

Leggi anche: 5+1 opzioni per MUOVERSI a MILANO distanziati dagli altri

Fonti: Corriere, MilanoToday, Milano Da Vedere 

ROSITA GIULIANO

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7 MONETE della storia di MILANO

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credits: wikipedia

Secondo la studiosa Enrica Salvatori sono tre le cose che hanno influito sull’impianto urbanistico di Milano: le mura, la cattedrale e la Zecca. Le monete a Milano sono state molte: le varie dominazioni hanno portato alla creazione di diverse valute al punto di rendere necessario un forex medievale per valutare il danaro nuovo. Scopriamo insieme le monete più famose e quanto valevano.

7 MONETE della storia di MILANO

#1 TERZOLO detto anche TERZAROLO: il soldo di Barbarossa (1158 circa)

credits: wikipedia

Moneta milanese imposta come soldo imperiale dal Barbarossa dopo l’assedio e la distruzione di Milano per evidenziare la sua strapotenza: ne sono derivate poi varianti e micro varianti per tutto il Medioevo.
Venne chiamato così perché doveva valere un terzo di lira imperiale, ma in realtà valeva di più: la metà.
Al forex medievale è plausibile considerare che 2 terzoli permettessero di comprare al mercato 3 stai (misura con cui si pesavano i cereali) di grano o 3 barili di vino.

#2 L’AMBROSINO MILANESE: la moneta del santo coniata nella prima Repubblica Ambrosiana (1250-1350 circa) 

credits: wikipedia

Dopo secoli in cui la moneta coniata a Milano ha preso il nome di un re o di un imperatore, nella seconda metà del Duecento si cominciò a battere un nuovo nominale in argento, decisamente più pesante di tutte le precedenti e che diede a Milano un passo in più rispetto alle altre città, che forse entravano in una fase di difficoltà economica schiacciate com’erano dalla crescente potenza milanese dell’epoca.

Al forex medievale valeva un soldo. È plausibile che servissero circa 7,5 Ambrosini per comprare uno staio di grano, oppure 8,5 per un barile di vino.

Questa moneta ha su un lato il nome della città insieme ad una croce e dall’altro Sant’Ambrogio seduto di fronte e benedicente. Proprio per la presenza del Santo la moneta fu chiamata ambroxinus e se ne produssero un gran numero di varianti per circa mezzo secolo.

#3 TESTONE: la moneta che ritraeva il Principe e che è entrata a far parte dello slang milanese (1474)

credits: wikipedia

Così chiamato per la testa del ritratto del Principe incisa su una delle facce. Nasce nel 1474 per volere di Galeazzo Sforza. La moneta è opera di Cristoforo Foppa di Milano, soprannominato Caradosso, che era figlio di un famoso orafo e che seguì le orme del padre.

Il Testone dà inizio ad un’epoca nuova in fatto di monete: un vero e proprio Rinascimento, perché cambia la tecnica di coniazione, praticamente inalterata dai tempi dell’antica Grecia.
Il Testone dell’epoca permetteva di acquistare al mercato quasi uno staio di grano o poco più di mezzo barile di vino.

Il termine è rimasto ancora oggi una degli insulti più divertenti dello slang milanese. Negli anni ’80 del secolo scorso i ragazzi di una volta usavano il “testone” per definire il milione di lire.

#4 SCUDO: la moneta longeva (1500 circa)

credits: wikipedia

Una delle monete più tipiche del Ducato di Milano. Molto longevo, ha resistito per tutta la dominazione spagnola fino al Regno Lombardo Veneto e ne esistono molte versioni di diverso valore. Coi prezzi delle materie prime nel 1500 si calcola che uno Scudo fosse pari a 7 Lire, ovvero 20 soldi (o 240 denari). Uno staio di grano costava all’epoca poco più di 34 soldi, un barile di vino poco più di 62.

Per la scorsa generazione lo Scudo era il soprannome della banconota da 5000 lire.

#5 DUCATONE: la grande moneta fatta con l’argento americano (1550 circa)

Così come in tardo medioevo c’era l’abitudine di coniare il Soldo ed anche il Grosso (soldo più grande e pesante), anche il Ducato ebbe il suo accrescitivo, nativo proprio di Milano.

Il Ducatone è una grossa moneta forgiata dal 1551 con il primo argento proveniente dalle Americhe. La moneta riporta su un lato lo stemma del Ducato di Milano e dall’altro il busto del Duca (da Carlo V a Filippo IV). Valeva uno Scudo cioè tantissimo grano e altrettanto vino.

#6 LIRA MILANESE: la moneta di Maria Teresa D’Austria (1762)

credits: wikipedia

Arrivarono gli Asburgo, che con rigore e precisione austriaca tentarono di rimettere in sesto le economie devastate da secoli di peste, caotica dominazione spagnola ed emissione incontrollata di moneta di bassa lega.

In una grida del 1762 si dichiara espressamente che «abbiamo pensato di riaprire questa Regia Zecca e si stanno esaminando i Progetti già avanzatici sovra questo punto» ed in un editto (forse 1778) si vieta la circolazione di moneta erosa (mix di metallo pregiato e non) ed estera.

La lira milanese verrà tenuta come moneta di corso praticamente fino all’unità d’Italia. Mezza lira milanese equivaleva a 10 soldi, vitto e spesa quotidiani dell’epoca.

#7 MARENGO: la moneta napoleonica che dà il suo nome alle 20 lire (1800)

credits: wikipedia

Il marengo, o napoleone, è una moneta d’oro del valore di 20 franchi coniata inizialmente nel 1801 per celebrare la vittoria di Napoleone Bonaparte contro gli austriaci, avvenuta il 14 giugno 1800 proprio a Marengo (oggi Spinetta Marengo in provincia di Alessandria). La vittoria permise a Napoleone di riprendere il controllo di gran parte del Nord Italia.

Il Marengo era diventato di uso comune, tanto che rimase utilizzato anche dopo l’esilio di Napoleone e a seguito dell’istituzione dell’Unione Monetaria Latina, verrà chiamata marengo anche la moneta da 20 Lire italiane.

Continua la lettura con: E-CORONA: la cripto valuta svedese. E se Milano avesse una MONETA virtuale?

LAURA LIONTI

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MILANO-GENOVA in 50 MINUTI: da sogno a realtà nel 2023

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Credits: genova24.it - Terzo Valico

Sono ripartiti a luglio 2020 i cantieri al Terzo Valico di Giovi per garantire un collegamento rapido tra Milano e Genova, necessario al miglioramento infrastrutturale di tutto il nord e a garantire una maggior velocità di connessione con l’Europa. A che punto siamo?

MILANO-GENOVA in 50 MINUTI: da sogno a realtà nel 2023

# A fine settembre abbattuti gli ultimi diaframmi della linea AV/AC. Ora tutti i cantieri operativi, per una tratta di circa 17 km, sono in collegamento diretto

A inizio settembre scorso è stato completato il cantiere principale. Sono terminati anche gli interventi del terzo Valico sulla linea ferroviaria Succursale di Giovi, nella tratta Arquata Scrivia-Genova. Un importante tassello all’interno del Terzo Valico dei Giovi, il progetto più rilevante all’interno dell’asse ferroviario Genova-Rotterdam: un corridoio fondamentale per il trasporto di passeggeri.

Complessivamente sono stati installati, collegati oltre 170 dispositivi ferroviari, oltre 610 chilometri di cavi, 37 chilometri di conduttori in rame e 250 tonnellate di carpenteria pesante.

A fine settembre nel comune di Serravalle Scrivia (AL), sono stati abbattuti gli ultimi diaframmi della linea AV/AC Terzo Valico dei Giovi, che collega Genova a Milano. I lavori riguardano gli scavi delle due opere in sotterraneo più importanti della nuova linea: la Galleria di Valico, che sarà la galleria ferroviaria più lunga in Italia, e la Galleria di Serravalle.

Questo doppio abbattimento permette il collegamento diretto di tutti i cantieri operativi per una tratta di circa 17 km. Il primo con metodo di scavo tradizionale, riguarda la Galleria di Valico ed è anche il primo di altri che coinvolgeranno questo tunnel lungo 27 km. Il secondo riguarda invece il binario pari della Galleria di Serravalle, lunga in totale quasi 7 km.

# La scorsa estate, dopo due anni di stallo, sono ripartiti i lavori con orizzonte 2023

La scorsa estate grazie alla firma del contratto tra RFI ed il Consorzio Cociv, General Contractor per la progettazione e la realizzazione dei lavori del Terzo valico dei Giovi, è stata messa la parola fine a uno stallo durato circa due anni per quest’opera strategica accessoria al Terzo Valico dei Giovi.

Il potenziamento infrastrutturale del Nodo di Genova assicura il collegamento diretto con il Terzo Valico per i treni merci in partenza e in arrivo dal porto di Genova, e permette di separare i flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza, con una conseguente potenzialità di incremento dell’offerta dei treni regionali e metropolitani.

# Il progetto garantirà una velocità dei treni di 250km/h con netto miglioramento tra Nord Italia e Europa

Terzo valico

Il progetto del Nodo Ferroviario di Genova prevede il completamento delle opere civili delle Gallerie Colombo, San Tomaso e Polcevera, per un importo dei lavori pari a 120 milioni di euro, con una durata di 30 mesi. Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso rientrano in un progetto unificato nel 2019 e del valore di quasi 6,9 miliardi di euro, con cui si intende dare un colpo di acceleratore alla nuova ferrovia tra Genova e la valle del Po, attualmente completata al 40%. Lungo la rete ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi transiteranno merci e persone a 250 chilometri orari, favorendo i collegamenti tra le regioni del Nord Italia e dell’Europa.

# Da Milano a Genova in treno in 50 minuti, invece di 1 ora 39 minuti di oggi

La ferrovia del Terzo Valico, lunga 53 km, una volta a regime, assicurerà il collegamento tra Genova e Milano in 50 minuti rispetto a 1h e 39 minuti attuali e, oltre alla costruzione del tracciato principale ad alta velocità, prevede la costruzione di 4 interconnessioni tra Voltri, Genova Parco Campasso, Novi Ligure e Tortona, che permetteranno di collegare la nuova linea con quelle già esistenti. La tratta si inserisce nel corridoio Reno-Alpi, uno degli assi della rete strategica transeuropea di trasporto (TEN-T core network).

(Articolo originario dell’estate 2020, ripubblicato a dicembre con alcuni aggiornamenti)

Continua la lettura con: in arrivo il treno più veloce del mondo

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

10 PREGIUDIZI sui MILANESI degli studenti Erasmus

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credit: @lepiuaffascinantidimilano (INSTG)

Milano è una città che possiede un’infinità di stereotipi e pregiudizi. Ma cosa pensano gli studenti Erasmus dei milanesi? Questi sono i risultati pubblicati sul blog degli Erasmus a Milano. 

10 PREGIUDIZI sui MILANESI degli studenti Erasmus

La studentessa portoghese Ana Carolina Helena in un articolo sul blog Erasmusu.com  ha raccolto i dieci principali pregiudizi che hanno gli studenti Erasmus che arrivano a Milano. 

#1 “Tutti i milanesi si vestono bene”

credits: elle.com

Secondo l’autrice del blog, questo stereotipo nasce probabilmente dal fatto che Milano è una “delle quattro grandi capitali della moda” e che qui ci sono i brand di moda e alcuni dei negozi fashion più prestigiosi al mondo. La verità però è che ” non tutti hanno buon gusto come potrebbe sembrare dall’esterno”. Aggiunge che “gli italiani curano molto il loro aspetto, questo è sicuro, ma non vuol dire che abbiano buon gusto. Qua di solito si divide il paese in due parti quando si parla di questo argomento: a Nord dicono di aver più gusto nel vestirsi, di avere uno stile più classico e di essere molto più attenti ai dettagli. Scelgono vestiti più semplici e che stanno bene insieme. A Sud, invece, si tendono ad usare colori più sgargianti, più eccentrici.”

Secondo la ragazza cambia molto tra le persone e tra le generazioni. Non solo, anche tra le diverse università: “Qui c’è un’enorme differenza tra gli adolescenti del liceo e, ad esempio, gli studenti universitari che frequentano il Politecnico. Gli studenti del liceo sembrano usciti da un video di Rihanna degli anni 2000. Si vestono tutti allo stesso modo, di solito con colori scuri e vestiti larghi, il che non è molto lusingante e non rispetta l’idea che si ha dello stile italiano.”

#2 “A Milano piove sempre”

Credits: Alberto Papagni per Milano Panoramica - Nebbia su Milano
Credits: Alberto Papagni per Milano Panoramica – Nebbia su Milano

“Questa è un’altra grande bugia”, scrive la ragazza portoghese. “Solo perché il cielo è spesso grigio, non vuol dire che piova sempre.”. Il vero problema atmosferico di Milano è un altro, come sappiamo bene: “Lo smog, invece, è difficile da affrontare. Per chi è abituato a vedere il sole tutti i giorni, non vederlo per un lungo periodo di tempo è una grande seccatura. La città è molto inquinata”

#3 “L’aperitivo è sempre fantastico”

“L’aperitivo è un’usanza molto italiana e associata a Milano! È un bel momento di pausa, che è utile in un luogo conosciuto come la “città del lavoro”. Ci sono molti locali per tutti i gusti e per tutti i budget. Io l’ho già fatto migliaia di volte ed è una cosa che importerei in Portogallo senza alcun dubbio!”

“Ad ogni modo, la qualità dei prodotti e del cibo non è sempre delle migliori. C’è chi offre opzioni molto economiche, ma bisogna parlare con la gente del luogo per sapere dove andare. In caso contrario, una piacevole serata può trasformarsi in una brutta esperienza.”

#4 “Non ci sono spazi verdi in città”

“Sì, ci sono molte costruzioni, molto cemento, molto inquinamento e molte persone. Tuttavia, si vede che sono stati fatti degli sforzi per portare un po’ di verde nella città. Ci sono dei parchi (anche se non grandi quanto quelli di altre città italiane) in cui è possibile passeggiare, correre o riposare un po’ all’ombra degli alberi.”

Tra i parchi citati: Parco Sempione, l’Idroscalo, i giardini di Porta Venezia e il parco Sud. 

#5 “Ci sono solo negozi di alta moda nelle vie della città”

“Altra grande bugia! A Milano si compra molto, ma è un consumo di vari i tipi. La città ha tre grandi aree commerciali e solo una di queste è dedicata al mercato di lusso.”

#6 “I mezzi pubblici sono efficienti come nel Nord Europa”

Ph: Andrea Cherchi (c)

“Va bene, i mezzi di trasporto sono più efficienti rispetto a quelli di Lisbona. Di mattina, dover aspettare solo due minuti per la metro è una vera benedizione. Tuttavia, se confrontiamo questi mezzi con la puntualità di altri sistemi che sono ancora più organizzati (quelli dell’Europa settentrionale), non sono sempre buoni.

#7 A Milano, come in Italia, si mangia solo pasta e pizza

credits: divinamilano.it

“Sbagliato! Questo è uno dei preconcetti sugli italiani che mi dà più fastidio. Sì, è vero che hanno molti piatti di pasta e che c’è la pizza un po’ dappertutto, ma la cucina italiana è molto più di questo.”

“A Milano bisogna lasciare stare la pizza (che è del Sud) e provare invece altri piatti, come la cotoletta alla milanese, l’ossobuco, il risotto allo zafferano e, come dolce, una fetta del delizioso panettone.”

#8 “Oltre al Duomo non ci sono monumenti da visitare”

Credits: inexhibit – Pinacoteca di Brera, Tour Virtuale

“Altra cosa che mi dà molto fastidio!”, scrive dicendo che anche se è vero che si tratta di una città industriale e del business, in realtà è ricca di monumenti e opere d’arte. Oltre a motivi di attrazione come il Castello Sforzesco, l’Arco della Pace o i Navigli. 

#9 “A Milano ci sono solo grattacieli ed edifici nuovi”

Vicolo Lavandai – Alzaia Naviglio Grande 14

“Altro grande malinteso! Milano è cambiata molto negli ultimi anni. È vero che nell’ultimo periodo, soprattutto dopo l’Expo 2015, sembra che la città stia puntando molto sui progetti di architetti famosi in tutti il mondo così da creare nuovi centri all’interno della città.

Nonostante questo, ci sono comunque molti monumenti nascosti. Se fate una passeggiata a Brera, ci sono una serie di chiese in mattone risalenti all’epoca di Sant’Ambrogio. Sono molto belle e concentrate nel quartiere antico.”

#10 “In questa città, vanno tutti di fretta”

credit: ilfoglio.it

“Sì, è ovvio che ci sia un ritmo diverso rispetto a quello di altre città, ma in realtà da quando sono qui mi sono dovuta adeguare un po’. I miei sforzi per arrivare puntuale si trasformavano sempre in lunghe attese!”

“È comunque vero che ai milanesi piace recitare la parte degli uomini d’affari e che a volte la città sembra una piccola New York europea. In questi casi, non c’è niente di meglio di una pausa o di un fine settimana fuori.”

Fonte: erasmusu.com 

Leggi anche: Le 5 CURIOSITÀ più incredibili sulle UNIVERSITÀ milanesi

ROSITA GIULIANO

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La classifica delle 10 APP più USATE in Italia quest’anno

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Credits: mnfst.medium.com

La pandemia e il distanziamento sociale ha accelerato la necessità di connettersi con altre persone online e di usufruire di servizi sempre più rapidamente. Ecco quelle hanno riscosso più successo…in una di queste c’è anche una piacevole sorpresa: ci siamo anche noi!

La CLASSIFICA delle 10 APP più USATE in Italia quest’anno

#10 Venmo, per i pagamenti digitali istantanei a amici e negozianti

Credits: digitalclic.it

Negli Usa, dove i contanti sono usati meno rispetto all’Italia, è ormai diventato di moda dire: “ti faccio un venmo” quando si vuole inviare un pagamento online a un amico o a un esercente. Anche nel nostro Paese però, questa app realizzata da Paypal, sta prendendo piede e con l’arrivo del cashback è probabile che applicazioni di fintech come questa diventino si diffondano sempre di più.

#9 A-Live, per assistere a eventi e concerti live in attesa della riapertura di palazzetti e stadi

Credits: digitalclic.it

I concerti dal vivo sono off-limits durante la pandemia, ma gli artisti italiani si sono fatti trovare pronti con la piattaforma A-Live. Sul sito e nell’app è possibile assistere a eventi live, concerti ed esibizioni che promettono di intrattenere chi non sa stare senza musica.

#8 Netflix, per vedere i migliori film in streaming

Credits: geekechic.com

Rimanere a casa, per via delle restrizioni imposte dal governo per la gestione dell’emergenza Covid, ci ha consentito di avere molto più tempo per guardare la televisione. Netflix è la piattaforma che più di tutte ci ha offerto la possibilità di scegliere tra un ampio catalogo di film in prima visione, serie tv e pellicole di successo del passato.

#7 Zoom: per didattica a distanza e riunioni di lavoro o famiglia

Credits: zoom.us

Gli incontri con più partecipanti ora possono essere fatti solo online: didattica a distanza, riunioni di lavoro e anche ritrovi in famiglia. Per questo app come Zoom sono diventate indispensabili. Il programma pioniere in questo campo fu Skype, ma ora fra Zoom, Google Meets e Microsoft Teams si ha solo l’imbarazzo della scelta.

#6 TikTok: la prima scelta tra gli adolescenti

Credits: mnfst.medium.com

Gli adolescenti pare non abbiano dubbi: l’app dell’anno è TikTok e il numero di download in costante aumento, anche in Italia, non può che confermare il successo dell’applicazione di ByteDance. E il legame con i balletti sembra destinato a diminuire: ora su TikTok ci sono anche lezioni e tutorial.

#5 Waze, segnala i percorsi senza traffico in base agli utenti in strada

Credits: googleplay.it

Il navigatore una volta non esisteva, eppure oggi saremmo persi senza averlo in tasca. Ora la tecnologia si è voluta e basta un’app di mappe sul telefono: meglio che sia come Waze, disponibile anche per le strade italiane, che segnala percorsi alternativi senza traffico grazie a un algoritmo basato sul numero di auto presenti in strada.

#4 Vsco, per chi ama la fotografia ma preferisce stare lontano da Instagram

Credits: tapsmart.com

Instagram è passato da essere un’app per gli amanti della fotografia a territorio di influencer dalle dubbie qualità. Allora chi ama le macchine fotografiche, anche quelle degli smartphone, può divertirsi con Vsco che unisce filtri professionali a un’interfaccia pulita e semplice.

#3 Duolingo, l’app per imparare velocemente le lingue straniere

Credits: moneyinc.com

Avete bisogno di imparare le lingue velocemente e divertendovi? Allora non c’è niente meglio di Duolingo: l’app del gufetto verde è un must per chi vuole studiare una lingua straniera e cimentarsi con culture diverse. Un metodo di insegnamento veloce e un’interfaccia colorata aiutano nello studio.

#2 Twitch, la tv online per fare streaming in diretta e chattare con gli spettatori. 

Credits: hdblog.it

Videogiochi, ma non solo: Twitch, il portale di Amazon che permette di fare streaming in diretta e chattare con gli spettatori, si è dotato di un’app funzionale che promette di diventare un altro social network amato dai teenager. Vedremo se riuscirà ad allargare ancora il suo bacino d’utenza.

#1 Flipboard, un aggregatore di notizie di qualità. Tra i magazine c’è anche Milano Città Stato 

Flipboard Milano Città Stato

I siti di informazione aumentano e non è facile districarsi fra articoli scritti male, fake news e contenuti pericolosi. Flipboard permette di leggere solo quotidiani e magazine di qualità e di sfogliare articoli dalle proprie fonti preferite: un aggregatore necessario di questi tempi. Anche “Milano Città Stato” è presente con il suo magazine,  il link per seguirci.

Fonte articolo: Digitalclic

Continua la lettura con: Scappare dall’Italia? Le motivazioni dei nuovi emigranti

MILANO CITTA’ STATO

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ITALIANI BLOCCATI nel Regno Unito: azione collettiva per tornare a casa

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@cecile_london

Nei momenti di paura ci si aspettano diverse reazioni, ma pochi si aspettavano che alla notizia della variante del covid-19 i provvedimenti di molti Paesi europei sarebbero stati così duri per la Gran Bretagna, soprattutto il decreto italiano. Anche perchè riguarda persone che già avevano adottato le misure precauzionali disposte dal governo: tampone negativo o quarantena obbligatoria. Che fine faranno i nostri connazionali che sono bloccati nel Regno Unito?

ITALIANI BLOCCATI nel Regno Unito: azione collettiva per tornare a casa

# Il provvedimento firmato da Di Maio: il primo caos sull’ora in cui sarebbe diventato attivo

@luigi.di.maio

Che cos’è successo effettivamente? Questa è la domanda che ancora molti connazionali si stanno ponendo dopo che il ministro Di Maio ha firmato un provvedimento, nel pomeriggio del 20 dicembre, in cui si annunciava la sospensione immediata dei voli tra Italia e Gran Bretagna. Molti italiani erano all’imbarco quando diverse compagnie aeree hanno improvvisamente cancellato il volo senza dare una spiegazione. Inizialmente si pensava che il blocco sarebbe partito dopo mezzanotte e quindi dal 21 dicembre, successivamente invece è arrivata la comunicazione dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli ed è scattato lo stop dalle 16.54 (ora italiana) per tutti i voli provenienti dalla Gran Bretagna.

Brutto scherzo per i passeggeri, ignari di queste informazioni, che in alcuni casi hanno visto svanire la loro possibilità di partire proprio sulla pista davanti all’aereo che li avrebbe dovuti riportare a casa. Casa, che fino a data ancora da decidere, non vedranno.

# Il blocco per evitare la nuova variante del virus: veramente utile per i passeggeri in partenza oppure no?

Perché non hanno fatto partire le persone che erano già in aeroporto da ore? Le informazioni che si hanno sono veramente poche e confuse, al punto da rendere ancora più snervante una situazione già molto complicata.

Anche perchè le regole per il rimpatrio dalla Gran Bretagna erano precise e già cautelavano contro il Covid: i passeggeri dovevano fare un tampone nelle 24 ore prima della partenza (e avere esito negativo) o mettersi in quarantena appena rientrati in Italia. Di questo, però, non si è tenuto conto al momento del blocco degli aerei e i passeggeri, anche se negativi, sono rimasti a terra nonostante la prevenzione e il rispetto delle regole sanitarie imposte dal governo.

# Non solo vacanzieri: un gruppo facebook raccoglie le testimonianze di coloro che sono rimasti bloccati senza sapere cosa fare

@azionecollettivaitalianibloccatiingranbretagna

Su facebook è stato creato un gruppo chiamato “Azione collettiva italiani bloccati in Gran Bretagna” dove le persone stanno raccontando la propria esperienza in seguito al provvedimento e cercano, in alcuni casi, di sapere come possono fare per rientrare a casa.

Nel Regno Unito ci sono nostri connazionali che tornano a casa per le feste, c’è chi ha lasciato il lavoro per tornare nel proprio Paese, c’è chi ha terminato il proprio impiego o è stato licenziato e ha disdetto l’affitto, c’è chi ha fatto scalo provenendo da un altro Paese, c’è chi vuole tornare dal proprio amore. E ora? Ora ci sono centinaia di persone che dormono in aeroporto nell’incertezza totale. 

Uno stress che si estende anche a chi è nel nostro paese. Ci sono molti genitori in Italia, ad esempio, che aspettavano l’arrivo dei figli e che invece cercano informazioni per capire cosa succederà nei prossimi giorni.

# Il blocco dovrebbe durare fino al 6 gennaio ma non è escluso che venga prolungato

Secondo il provvedimento il blocco aereo dovrebbe durare addirittura fino alle 23.59 del 6 gennaio. Molti sono gli italiani bloccati in Gran Bretagna che hanno già acquistato biglietti per il 7 gennaio nella speranza di tornare il prima possibile a casa. Non è da escludere però che il blocco possa essere prolungato. Così come non si sa cosa faranno tutti quelli che devono lasciare la Gran Bretagna a tutti i costi. 

Continua la lettura con: 7+1 COSE che devi sapere sui TEST per il CORONAVIRUS

ANDRA STEFANIA GATU

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Il CEMENTO GREEN che si ILLUMINA di notte e PULISCE l’aria

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Credits: stradeeautostrade.it

I nuovi tipi di calcestruzzo, ognuno con le proprie caratteristiche, puntano a salvaguardare l’ambiente e i lavoratori. Dall’illuminazione allo smaltimento dell’inquinamento. Ma quali sono i nuovi tipi di cemento? E che vantaggi possono portare soprattutto a una città come Milano?

Il CEMENTO GREEN che si ILLUMINA di notte e PULISCE l’aria

# I ruoli fondamentali del calcestruzzo. Dalla salvaguardia dell’ambiente al risparmio economico

Creditis: infoacciaio.com

Il calcestruzzo, oltre a essere elemento che compatta gli elementi, svolge un ruolo importante legato al consumo di energia termica ed elettrica per il riscaldamento, raffrescamento e illuminazione. Inoltre può essere progettato per ridurre i consumi di CO2 degli edifici a 50 kWh/m2/anno o meno, quando il consumo medio è stimato in 150-200 kWh/m2/anno di energia ma anche il vantaggio di ridurre l’oscillazione della temperatura interna all’edificio.

# Meno emissioni di CO2 risparmiando

Credits: greenme.it

Secondo uno studio della Concrete Initiative si possono ottenere significativi risparmi sia a livello della rete elettrica che a livello di singoli edifici con una maggiore penetrazione di fonti energetiche rinnovabili e riduzione delle emissioni CO2 . Il calcestruzzo è fortemente impegnato nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni sempre più performanti dal punto di vista ambientale, basta vedere le normative nazionali sugli acquisti verdi (CAM Edilizia).

# Il filtro dell’acqua del calcestruzzo drenante impedisce il fenomeno di acqua planning

Credits: sicurauto.it

In questi ambiti ci sono state evoluzioni e innovazioni molto importanti e rivoluzionarie. Un esempio è il calcestruzzo drenante che filtra l’acqua, riduce l’effetto della risalita radici delle piante, il rispetto dell’ecosistema nei substrati sottostanti il suolo e la possibilità di riciclare in maniera più incisiva i materiali a fine vita.

Nel caso delle precipitazioni estreme le nuove pavimentazioni impediscono i fenomeni di acqua planning, tanto pericolosi per automobilisti e conducenti delle due ruote in genere. I calcestruzzi drenanti hanno funzione anche di mantenere la permeabilità del suolo e a ridurre l’effetto “isola di calore” dove la temperatura del suolo passa dai 60° ai 30-35° con l’utilizzo del calcestruzzo drenante.

# Il calcestruzzo fotoluminescente: nuova fonte di luce

Credits: stradeeautostrade.it

Altro esempio è il calcestruzzo fotoluminescente che è capace di assorbire energia solare e riemetterla come fonte luminosa di notte. La fotoluminescenza è una fonte di energia rinnovabile, sicura sia per gli esseri umani che per l’ambiente circostante. Questi calcestruzzi sono ideali per la mobilità lenta come la realizzazione di marciapiedi, ciclabili, piazze e parcheggi con scarsa illuminazione.

# Il calcestruzzo fotocatalitico smaltisce l’inquinamento

Credits: gruppobasso.it

Il calcestruzzo fotocatalitico grazie alla fotocatalisi, un processo naturale, accelera la decomposizione degli inquinanti proteggendo l’ambiente. Viene utilizzato prevalentemente in ambiente urbano e contribuire al miglioramento della qualità dell’aria, mantenendo però sempre pulite le superfici degli edifici.

# Calcestruzzo a basso calore di idratazione o quello ultra-performante? Più sicurezza e meno inquinamento

Credits: rifaidate.it

L’aspetto ambientale è sempre più importante ai giorni d’oggi. Con il calcestruzzo a basso calore di idratazione si può contrastare il rischio di fessurazioni e aumentare la durabilità della struttura e con un minore impatto ambientale nella sua costruzione. Anche il calcestruzzo ultra-performante, scelto per eccezionali prestazioni meccaniche, riduce le quantità di materia prima impiegata grazie alla riduzione del volume di calcestruzzo necessario a sostenere un carico.

# La possibile rivoluzione delle gallerie

Credits: lautomobile.aci.it

Se si utilizzasse il calcestruzzo per realizzare la pavimentazione di 2.000 gallerie italiane si eviterebbe l’emissione in atmosfera di 3,5 milioni di tonnellate di CO2, nel corso della vita utile dell’infrastruttura (20 anni). Questo significa togliere dalla circolazione 140.000 automobili ogni anno o annullare le emissioni generate in 20 anni da città delle dimensioni di Aosta o Vibo Valentia o ancora a quelle che in 20 anni potrebbe assorbire un’area verde estesa come 6 volte Parco Sempione a Milano o 3 volte Villa Borghese a Roma.  L’Italia è, infatti, tra le nazioni che ospitano il maggior numero di gallerie: è il primo Paese europeo per chilometri e il secondo al mondo per numero di tunnel.

# L’innovazione porta benefici a tutti gli attori in gioco

Credits: icsal.it

Questa nuova innovazione di processo porta benefici a tutti gli attori in gioco. L’impresa ridurrà i costi, i lavoratori limiteranno i rischi sulla sicurezza ma soprattutto il cantiere sprigionerà un impatto ambientale minore al momento della sua costruzione e durante il suo processo di vita.

Fonte: laprovinciapavese

Continua la lettura con Il nuovo piano di GOVERNO DEL TERRITORIO: più verde o più cemento nel futuro di Milano?

MARCO ABATE

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La nuova METROTRANVIA OLIMPICA: si chiamerà “26”?

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Credits: https://blog.urbanfile.org/

La nuova metrotranvia farà da raccordo tra la linea M4 alla fermata del quartiere Forlanini e la linea M3 alla fermata di Rogoredo, attraverso il nuovo quartiere di Santa Giulia. Entrerà in funzione entro il 2026, in tempo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.

Credits cover e fonte: Urbanfile

La nuova METROTRANVIA OLIMPICA: si chiamerà “26”?

# La metrotranvia olimpica avrà un tracciato di 4,5 km per 17 fermate

Credits: artecna.it – Tracciato e fermate

Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Repetti, nuovo nome della stazione che avrebbe dovuto chiamarsi “Quartiere Forlanini” e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso dell’attuale tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia terminando nel piazzale dell’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. In totale saranno 4,5 km per 17 fermate, 9 già presenti e in condivisione appunto con la linea 27 e 8 da realizzare ex-novo.

Palaitalia. Fonte: corriere Milano

La nuova linea servirà a portare anche gli spettatori del nuovo palazzetto che ospiterà parte delle competizioni durante le Olimpiadi Invernali del 2026 a Santa Giulia. Sarà uno stadio del ghiaccio per le partite di hockey e dovrebbe ospitare circa 16.000 persone. Per questo la nuova linea viene soprannominata la “metrotranvia olimpica”. 

Leggi anche: 2,5 MILIARDI sul progetto di SANTA GIULIA, una rivoluzione nel sud-est di Milano

# Saranno usati i nuovi tram bidirezionali Alstom. Perché non assegnare alla nuova linea il numero “26” come simbolo per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026?

Credits: Urbanfile - Capolinea Rogoredo FS-M3 con nuovi tram bidirezionali
Credits: Urbanfile – Capolinea Rogoredo FS-M3 con nuovi tram bidirezionali

La metrotranvia sarà esercitata con le nuove vetture bidirezionali che Atm sta acquistando dall’azienda svizzera Alstom, dato che i due capolinea non avranno il tradizionale anello o cappio di ritorno che serve ai tram per imboccare la direzione opposta, ma binari in linea con scambi di manovra.

Credit: Urbanfile – Dettaglio percorso delle linea

La scelta della numerazione della linea ricadrà tra il numero “13” e il numero “32”, per rispettare le regole che dettano i numeri della nuove linee. Il blog Urbanfile però propone un’idea alternativa, e a suo modo suggestiva, ovvero che alla metrotranvia sia assegnato il numero “26” in memoria futura del più importante evento sportivo invernale al mondo, ovvero le Olimpiadi Invernali che Milano e Cortina ospiteranno nel 2026. Per l’occasione il Comune di Milano potrebbe fare uno strappo alla regola.

Leggi anche: Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

Fonte articolo: Urbanfile

Continua la lettura con: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

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Coronavirus a MILANO? Già nel 2019. I tre indizi che lo rendono una EVIDENZA SCIENTIFICA

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Ph. Andrea Cherchi (c)

È iniziata con una febbre poco sopra il 37. Era il 22 dicembre. Poi la febbre è salita. La sera del 26 ha sballato i 39. Ho chiamato la guardia medica“.

Esattamente un anno fa la prima testimonianza che in seguito ha aperto la strada a una scoperta avvalorata da tre studi differenti: il Coronavirus era già presente a Milano nel 2019. Rivediamo questi tre indizi che riportano indietro la lancetta della diffusione del virus. 

Coronavirus a MILANO? Già nel 2019. I tre indizi che lo rendono una EVIDENZA SCIENTIFICA

#1 “È iniziata con una febbre poco sopra il 37. Era il 22 dicembre”: il test d’immunità ha certificato il contagio 

29 aprile 2020. Il Corriere della Sera pubblica quanto accaduto a una professionista milanese di 41 anni.

È iniziata con una febbre poco sopra il 37. Era il 22 dicembre. Poi la febbre è salita. La sera del 26 ha sballato i 39. Ho chiamato la guardia medica. Il giorno dopo, prescritto dal sostituto del medico di base, ho iniziato il primo antibiotico”. Dopo tre cure di antibiotici e successive “fitte violentissime tra le costole e alla schiena” il “primo sospetto di polmonite” il 6 gennaio.

Con la terza lastra del 5 febbraio viene certificata la guarigione, senza sospetti sull’infezione da Coronavirus, e la ripresa del lavoro durante la fase l’epidemia di Covid-19, col paziente ricoverato a Codogno in data 21 febbraio. Il tutto sarebbe potuto ricadere nel novero delle polmonite anomale se non fosse che il test sierologico ha certificato la presenza di anticorpi da Coronavirus. Si potrebbe trattare quindi di uno dei tanti casi sconosciuti di persone contagiate che hanno continuato a lavorare a Milano, in Lombardia e non solo: “Sono guarita e ho ripreso la mia vita di sempre. Ma credo che sia importante raccontare quel che mi è accaduto anche per dare un contributo alla conoscenza del virus“.

Fonte: milano.corriere.it

Al post collegato all’articolo, IL MESE 0 di MILANO: il virus circolava in città già il 26 gennaio, molti lettori hanno testimoniato come, con alta probabilità, il virus avesse contagiato molte persone già alla fine del 2019 o a gennaio:

  • Mariarosa T.
    Con tre gemelli da curare, già dopo L’Epifania gli asili erano decimati, con 3/4 dei bambini a casa per più di due settimane con 39/40 di febbre che non passava con nulla
    Io stessa ho avuto abbassamento pesante di voce con gola arrossata, affanno e tosse più pesante del solito, sicuramente l’ho avuto lì, anche perché ero in continuo contatto con loro
  • Barby L.
    I miei figli hanno fatto questa “brutta” influenza che è durata una settimana alla mia bimba di 6 anni con picchi a 40 di febbre e poi bronchite, dopo due giorni è toccato al piccolo di 3 anni, 10 giorni di febbre anche lui arrivata a 40. Asilo decimato e elementari pure. Marito ha fatto febbre normale a 37,5 con debolezza (ma si sa gli uomini no?) io ho avuto una tosse bruttissima bruciava a respirare ma poi è andata via da sola ora che ci penso a gennaio. Senza febbre
  • Sonia O.
    Mio figlio di 16 anni a fine gennaio 5 giorni con oltre 39 di febbre e tosse…in classe assenti 23 su 29….poi ci siamo ammalati io e l’altro figlio con febbre più bassa
  • Lara K.
    Una mia cara amica ha avuto tutti i sintomi del Covid, e ne è uscita da sola, dopo che il medico le aveva detto che era ‘una brutta influenza‘, in quanto non si conosceva ancora la presenza di questo Coronavirus. Mi ha detto che non si è mai sentita così debole e senza un minimo di forze. Avremmo dovuto vederci per Capodanno. Il 31 Dicembre. Ha continuato ad avere i sintomi sino a fine Gennaio.
  • Yuki P.
    Mio figlio che prendeva la metro ha avuto 37,5 ed era debole con mal di gola ma senza placche nulla di più. I suoi compagni di rugby a turno sono stati male tanto da non avere i numeri per fare la squadra a gennaio!!! Mai successo in tanti anni e alcuni sono rimasti a casa con 40 di febbre tosse. Uno di loro ha anche pensato a metà febbraio ma se fosse covid ??? Ma in Italia dicevano che non c’era….
  • Daniela M.
    mi spiace no, non era la solita influenza perché avevano febbre che non passava con niente, ogni sera erano picchi altissimi e durante il giorno scendeva di poco pur con Tachipirina, nurofen o altro che fosse e soprattutto durava quasi due settimane. Un’influenza non dura due settimane, non sicuramente nei bambini.
  • Maria Emanuela U.
    “Anche io sono convinta di averlo avuto a fine gennaio perché era troppo pesante febbre che non avevo da anni debolezza e tosse da mancare l’aria rumore nei bronchi tipo come avessi dei vetrini nei polmoni catarro giallo verde, mentre respiravo a fatica. Il mio medico non ha fatto mai un tampone ma sono convinta di averlo preso cura con Tachipirina e aerosol al cortisone e antibiotico”
  • Saverio S.
    A Lodi è arrivata ancora prima. Mio figlio 19 anni ha fatto 3 giorni di febbre a 40 con tosse e problemi di respirazione, praticamente era uno straccio. Guarito dopo 10 giorni mai stato così in vita sua ritornato a scuola dopo quasi due settimane erano meno della metà in classe tutti a casa con stessi sintomi, professori compresi.”
  • Luca V.
    Conosco due persone di 45 anni circa che entrambe hanno fatto una pesantissima polmonite a metà/fine dicembre, ed entrambi mi han detto che non avevano mai fatto una polmonite del genere.”
  • Lorenzo Z.
    Secondo me da prima ancora. Io ho avuto la peggior influenza della mia vita a Natale, trascinata fino a metà gennaio, la tosse non passava con gli antibiotici (quando di solito passa in 3 giorni), e avevo perso il gusto in maniera netta.”

Nei mesi successivi a queste testimonianze si sono aggiunti due altri studi che hanno portato ancora più indietro la lancetta dell’inizio della diffusione. 

#2 Uno studio dell’Istituto dei Tumori di Milano retrodata la presenza del virus alla fine dell’estate 2019

15 novembre 2020. Escono i risultati di una ricerca dell’Istituto dei Tumori che proverebbero la presenza del Covid a Milano almeno dall’estate del 2019. Dall’analisi dei campioni di sangue di pazienti residenti in 5 regioni, prelevati durante uno screening per il tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo 2020, è emersa nel 14% dei casi la presenza degli anticorpi del coronavirus già a settembre 2019. Siccome è necessario un certo periodo di tempo affinché si sviluppino, è probabile che il virus circolasse almeno alla fine dell’estate. I risultati di questo studio creano molto scalpore in tutto il mondo. 

Per approfondire lo studio, continua a leggere qui: Il Covid già a Milano nell’estate 2019

#3 Scoperto un bambino positivo a Milano il 21 novembre 2019

10 Dicembre 2020. Un’indagine sulla rivista Emerging Infectious Diseasese rivela la certezza di un bambino milanese affetto da Covid il 21 novembre 2019. Il bambino, che all’epoca aveva 4 anni, era stato ricoverato al pronto soccorso con sintomi respiratori e vomito il 30 novembre 2019. Un tampone orofaringeo che gli era stato fatto a quel tempo, analizzato nella seconda metà del 2020, è risultato positivo al Coronavirus.

La dottoressa Silvia Bianchi, una delle ricercatrici rivela che: L’idea è stata di indagare retrospettivamente tutti i casi di malattia esantematica identificati a Milano come morbillo e rosolia tra settembre 2019 e febbraio 2020, risultati negativi alle indagini di laboratorio“. 

Il presidente della facoltà di Medicina dell’università Statale di Milano Gianvincenzo Zuccotti, tra gli autori dello studio, ha specificato che il virus era autoctono: “Abbiamo fatto un’indagine epidemiologica per capire se il bambino e i suoi genitori avessero viaggiato, ma non si sono mai mossi dalla propria area a nord di Milano. È un’infezione presa a livello locale

Per approfondire questa notizia continua a leggere: 🛑 Altra evidenza scientifica: COVID a MILANO già nel NOVEMBRE 2019

Una certezza: il virus circolava da molti mesi prima dell’esplosione dell’emergenza

A questi studi si aggiungono inoltre le indagini fatte a fine aprile in Francia con il possibile paziente zero risalente al 27 dicembre, e in Spagna dove un equipe di virologi ha rinvenuto RNA di SARS-CoV-nelle acque reflue raccolte a Barcellona addirittura nel marzo 2019.

A questo punto è fuori di dubbio che il Covid circolasse già da parecchi mesi prima del focolaio di Codogno che ha dato il via all’emergenza Covid in Europa. La domanda che molti si fanno è: se il virus circolava già da mesi, come mai finchè è restato ignoto lo si è riuscito a gestire senza impatto sulle strutture sanitarie, malgrado l’assenza di qualunque tipo di restrizione? 

Leggi anche: 🔴 Dalle acque di scarico la prova definitiva: il VIRUS a Milano già a DICEMBRE

 

FABIO MARCOMIN

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Lockdown duro in Germania e Re di Svezia: le BUFALE dei politici e della STAMPA “UFFICIALE”

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Decessi in Svezia negli ultimi 10 anni

La lotta alle bufale si è infiammata durante l’emergenza Covid. Contro la diffusione di bufale e fake news si è spesso scagliata la cosiddetta stampa” ufficiale”. Però chi di bufale ferisce, di bufale perisce. Questa l’accusa di alcuni siti che hanno svelato la falsità di alcune notizie date dai principali organi di informazione oltre che dai più alti organi istituzionali italiani. Vediamo gli ultimi episodi smascherati tra gli altri proprio da un sito specializzato nello smascherare le bufale nell’informazione. 

Lockdown duro in Germania e Re di Svezia: le BUFALE dei politici e della STAMPA “UFFICIALE”

# “Facciamo come ha fatto la Merkel in Germania“, il mantra del nostro governo

Credits: ilmessaggero.it – Merkel e Conte

Da giorni ormai, da quando al governo è salita la febbre da lockdown per blindare Natale e Capodanno, media e politici italiani ripetono la narrazione del “facciamo come ha fatto la Merkel in Germania”.

Ma quali sono queste regole adottate dallo Stato tedesco che avrebbero ispirato le decisioni del nostro governo? Come ricorda  Il Sussidiario, bisogna ricordare che la Germania è uno stato federale dove “il governo centrale fissa la cornice entro cui i vari Stati possono muoversi e decidere in autonomia”. Sul tema lockdown “il parlamento tedesco ha fissato alcuni parametri base per regolare a) commercio e gastronomia, b) scuole e lavoro e c) mobilità a Natale e durante le festività.”

# Esclusa la Baviera, nessun divieto di spostamento il 24, 25, 26 o il 31 dicembre. Ammessi fino 5 ospiti esterni il nucleo familiare. Negozi e ristoranti chiusi, ma il fatturato perduto viene risarcito

A riguardo, le nuove disposizioni tedesche introdotte il 13 dicembre, sono molto chiare, come si può vedere anche sui siti istituzionali tedeschi:

  • gli assembramenti in casa sono consentiti fino a un massimo di cinque persone appartenenti a non più di due nuclei famigliari. I ragazzi sotto i 14 anni sono esclusi dal conteggio
  • dal 24 al 26 dicembre il numero viene allargato, consentendo l’incontro fino a un massimo di cinque persone esterne al proprio nucleo famigliare
  • nessun divieto di movimento o di visita a parenti e amici, così come per le funzioni religiose, compresa la messa di Natale a mezzanotte, sono garantite nel rispetto delle prescrizioni sanitarie del distanziamento sociale e l’obbligo di mascherina
  • per Capodanno esiste solo un divieto generale di assembramento
  • per il periodo critico tra il 24 dicembre e il 6 gennaio gli stati federali hanno scelto linee diverse a seconda dello sviluppo dell’infezione. Il Baden-Württemberg ad esempio ha scelto il coprifuoco dalle 22:00, mentre a Thüringen in Sassonia lo hanno eliminato nei giorni più importanti delle feste, ma nessuno, a parte la Baviera, ha proclamato il divieto di movimento neppure per il 24, 25, 26 o il 31.

Parallelamente al lockdown il governo tedesco ha esteso a tutto il periodo le misure di supporto alle imprese che risarcisce il fatturato perduto a causa del blocco, alzando l’ammontare massimo per ogni impresa dai precedenti 250mila euro a 500mila euro. 

Dire che si sta facendo come la Germania alla luce dei fatti è una grande bufala. O se preferite, una grande balla. Ma non è l’unica quando si parla di estero 

# Il sito NoBufale: il Re di Svezia si è riferito ai decessi nelle Rsa in primavera, non ha mai fatto nessun riferimento al “metodo svesede” o politiche attuali del governo contro il covid

Credits: royalworldthailand
IG

Ancora più palese la fake news secondo cui il re di Svezia nel discorso di fine anno abbia detto che il governo ha fallito nelle sue politiche anti Covid. Ha smascherato tutti i principali organi di informazione italiani il sito specializzato NoBufale, che così scrive in questo articolo intitolato: “Svezia: le parole del re e il terrorismo dei media per il mancato lockdown”:

“Negli ultimi mesi assistiamo alla denigrazione capillare e costante dell’unico Paese che non ha adottato il lockdown, con la conseguente e capillare limitazione dei diritti civili e la distruzione delle economie: la Svezia. Ne è scaturito un atteggiamento di diffidenza mediatico nei confronti del modello svedese con una conseguente descrizione di un Paese che, pentito, avrebbe ripensato il suo modello, alla luce di dati che darebbero torto alla strategia adottata.

Seguendo questa direzione, i media hanno dato notevole risalto alle parole del re di Svezia, Carl XVI Gustaf, in merito alla strategia del governo di contrasto al Covid. Nel tradizionale discorso di fine anno, infatti, il re ha ammesso: «Il 2020 anno terribile. Abbiamo avuto molti morti, a cui è stato difficile dire addio».

I media hanno però estrapolato le dichiarazioni del sovrano e le hanno legate alla mancata decisione di adottare il lockdown come negli altri Paesi, in quanto da mesi si cerca di additare la Svezia scandivano come un pessimo esempio da non seguire.

Il re, invece, ha biasimato la strategia riguardante le case di cure, soffermandosi sull’abbandono degli anziani a cui non si è nemmeno riuscito a riuscire «a dare un addio caloroso» e all’alto numero di morti tra questi.

Altra bufala ha riguardato anche il collasso delle terapie intensive svedesi, secondo i media nostrani come “Il Corriere” piene al 99%. In realtà è una notizia falsa in quanto il 9 dicembre scorso nella regione di Stoccolma c’erano 83 pazienti con Covid-19 nei reparti di terapia intensiva della regione, su un totale di 160 posti come riportato da The Local Sweden a Svenska Dagbladet.

Estratto articolo: NoBufale

# Questi invece i numeri ufficiali che mostrano che il modello svedese di gestione del Covid è tutt’altro che fallimentare

 

#1 Numero di decessi in Svezia in linea con la media degli ultimi dieci anni

Decessi in Svezia negli ultimi 10 anni

Il primo dato riguarda i decessi totali nella Nazione: alla data dell’11 dicembre il numero di 89.491 morti è nella media degli ultimi dieci anni, considerando che è calcolato su 345 su 365 giorni. 

#2 Nella seconda ondata è tra le Nazioni con il minor numero di morti settimanali per centomila abitanti in Europa

Numero di morti per centomila abitanti per settimana (calcolata sulle ultime due settimane):
Austria: 8,45
Italia: 8,02
Polonia: 7,7
Rep. Ceca: 6,9
Belgio: 5,7
Romania: 5,65
Portogallo: 5,5
Regno Unito: 4,45
Francia: 4,15
Germania: 3,45
Spagna: 3,15
Svezia: 2,5
Paesi Bassi: 2

(fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento 16/12/2020)

#3 Fuori dalla classifica dei primi 10 Paesi europei per morti su milione di abitanti in Europa, fuori dai 20 paesi più colpiti al mondo

Decessi per milione di abitanti

In Europa la Svezia si posiziona al 16esimo posto nella classifica della nazioni con più decessi ogni milioni di abitanti, davanti a Belgio, Italia e Spagna e Uk che hanno adottato lockdown totali e addirittura 25esima nel mondo.

In aggiunta a questo l’economia svedese ha già quasi assorbito i pochi contraccolpi dovuti alla pandemia: la Commissione Europea ha stimato che il prossimo anno la Svezia sarà uno dei tre paesi europei che avrà avuto la minore perdita di ricchezza in Europa a causa del Covid. 

Continua la lettura con: 🛑 Dati e previsioni UE: chi ha sacrificato l’ECONOMIA ha sacrificato anche la SALUTE

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