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LEGGE contro LEGGE: un avvocato spiega come DIFENDERSI da eventuali ABUSI da DPCM

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Credits: gazzettadelsud.it

In un’intervista condotta da Riccardo Palleschi sulla pagina Facebook “Italiani nel mondo” l’avvocato genovese Marco Mori ha illustrato come le leggi dello Stato possano intervenire per tutelare il cittadino nei confronti di alcune possibili applicazioni dei DPCM. Ecco le 3 situazioni più comuni.

LEGGE contro LEGGE: un avvocato spiega come DIFENDERSI da eventuali ABUSI da DPCM

#1 Mascherine all’aperto: cosa dice la legge

Credits: gazzettadelsud.it

L’avvocato Mori sottolinea come anche in base ai DPCM vigenti non ci sia “alcun di obbligo di indossare la mascherina all’aperto indiscriminatamente”. Nell’ultimo DPCM che le menziona si prevede infatti che “in base alle circostanze di fatto e alla situazione dei luoghi se c’è una condizione di isolamento dalle altre persone non c’è obbligo di utilizzo.” Inoltre in caso di conviventi non c’è obbligo di indossare la mascherina e nemmeno di tenerla sotto il volto anche se si è vicini perché la norma parla di obbligo di “portarla con sè”, anche in tasca

# Abuso: multa se non si indossa la mascherina stando a distanza. Cosa fare?

In caso di accertamento sarebbe utile fare vedere all’agente che effettivamente nel luogo in cui si viene fermati attorno a noi non c’è nessuno nelle vicinanze ed è legittimo anche filmare la situazione come prova video che si è in una situazione di isolamento dagli altri. Ma quanto deve essere la distanza minima per avere l’isolamento? L’avvocato ritiene che costituisca una lacuna normativa il fatto che il DPCM non prescriva nessun limite specifico al concetto di “isolamento” dalle altre persone. Questa lacuna va dunque a vantaggio della persona che basta che dimostri di non essere a distanza ravvicinata dagli altri.  In caso di multa comminata, si tratta infatti di mera violazione amministrativa, per non avere indossato la mascherina, a meno di reiterazione della violazioni in momenti successivi, l’agente non può imporre di indossare la mascherina, in base all’articolo 650 del Codice Penale. È diritto poi fare ricorso al Prefetto entro trenta giorni e, se viene respinto, presso il giudice di pace. 

#2 Coprifuoco dalle 22 alle 5: cosa dice la legge

Il DPCM prevede che non sia consentito spostarsi se non per motivi di reale necessità di salute o lavoro tra le 22 e le 5 su tutto il territorio nazionale. E’ comunque consentito il rientro a casa. Secondo l’avvocato, il coprifuoco costituirebbe una palese violazione dell’articolo 13 della Costituzione. La Costituzione infatti prescrive che solo l’autorità giudiziaria può disporre la detenzione o la limitazione del movimento. In base a questo nessuna forza dell’ordine può obbligarvi a rientrare presso la vostra abitazione senza l’intervento dell’autorità giudiziaria.

# Abuso: multa se non si rispetta il coprifuoco. Cosa fare?

In caso di controllo da parte degli agenti di polizia, senza una valida motivazione per essere in strada, sarete passibili al massimo di una sanzione amministrativa di 400 euro, mentre non può esservi attribuito nessun altro reato. Sempre consigliato ritirare il verbale di accertamento perché in caso di rifiuto risulterebbe comunque notificato e si perderebbero i termini dei 30 giorni per impugnarlo e fare ricorso. In teoria insieme al ricorso facendo appello all’articolo 13 della Costituzione che rende di fatto inammissibile l’applicazione del coprifuoco, si potrebbe chiedere il risarcimento danni: l’articolo 605 del codice penale infatti punisce chi comprime la libertà personale. Si aggiunge che esiste la riserva di legge: la libertà può essere ridotta per motivi di emergenza solo con una legge dello Stato. Quindi con un decreto, convertito poi in legge, ma non con un DPCM che costituisce un atto amministrativo. 

#3 Muoversi dalla città o spostarsi in altre regioni: cosa dice la legge

Credits: laprovinciacr.it – Blocco stradale

In base all’ultimo DPCM e alle ordinanze del Ministero della Salute è fatto divieto di spostarsi tra regioni e di uscire dal proprio comune o muoversi all’interno di esso in base al grado di rischio assegnato alla specifica regione. Questo non toglie che nessuna forza di polizia possa impedire di uscire dalla città o di spostarsi in altre regioni, in quanto l’obbligo di permanenza in un comune o in una regione rientra in quanto normato dall’articolo 13 della Costituzione: solo l’autorità giudiziaria può disporre la detenzione o la limitazione del movimento. 

# Abuso: multa se non si rispetta il divieto di spostamento. Cosa fare?

Può solo essere emesso un verbale amministrativo sempre di 400 euro, al quale si può fare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. Non si può essere denunciati in base all’articolo 650 del Codice Penale, articolo che tra l’altro non prevede nemmeno l’arresto, in caso di richiesta di ritornare presso il proprio domicilio in quanto espressamente escluso dal Decreto legge 19-20. Si potrà quindi proseguire il proprio viaggio anche in caso di accertamento e multa.

Fonte: Avv. Marco Mori

FABIO MARCOMIN

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7 questioni IRRISOLTE e PROSPETTIVE intriganti dell’area SUD di Milano, il Municipio 5

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Progetto Symbiosis
Progetto Symbiosis

Il territorio del Municipio 5 è costituito dallo spicchio sud di Milano, caratterizzato da variegati elementi. Dalla cinta delle mura spagnole che vanno da Porta Romana ai confini con la Darsena, ai quartieri più residenziali sorti via via dalla fine degli 60’ sino agli anni ‘90. Poi ci sono gli ambiti più popolari come il quartiere Gratosoglio, il Lambro, una sponda del naviglio pavese, le numerose rogge come la Vettabbia. Senza dimenticare altri gioielli come Chiaravalle e la sua abbazia, il borgo di Macconago con il suo castello e gli ambiti naturalistici di particolare pregio come il Parco Sud e il Parco del Ticinello.

Ma se dobbiamo volgere lo sguardo al futuro ecco le principali trasformazioni programmate o auspicate. 

7 questioni IRRISOLTE e PROSPETTIVE intriganti dell’area SUD di Milano, il Municipio 5

#1 La trasformazione a cavallo dello Scalo Romana e i problemi di riqualificazione del circostante spazio pubblico

Credits: fanpage.it – Torre Faro A2A

Negli ultimi tempi i riflettori sono puntati su un’area in particolare, quella ricompresa a cavallo dello scalo romana destinato a essere trasformato per ospitare il villaggio olimpico dei prossimi giochi invernali del 2026 e con il 50% della sua superficie destinata a verde fruibile. Nel suo versante nord, in Piazza Trento, è in progetto il nuovo Headquarter A2A con la previsione di una avveniristica torre in cristallo di 144 metri ma con la correlata difficoltà di saper dare risposta soddisfacente alla riqualificazione del circostante spazio pubblico. Nel versante a sud dello scalo si sta progressivamente completando il progetto Symbiosis (edifici direzionali, scuola internazionale, ecc.) in continuità con quanto già attuato da Fondazione Prada che è stata la pioniera della rigenerazione di quell’ambito urbano.

Leggi anche: Un nuovo GRATTACIELO di 144 metri con GIARDINO PANORAMICO sopra Milano

#2 La domanda di nuovi studentati in uno scenario post-Covid

bocconi sanaa
Progetto SANAA Bocconi – foto Urbanfile

Il Municipio 5 è stato inoltre prescelto dagli operatori per la realizzazione di nuovi studentati per universitari, quali quello di via Castelbarco-Col Moschin che sta sorgendo sulle ceneri degli ex depositi della Rinascente e quello che si insedierà nell’edificio dell’ex consorzio agrario, investimenti che fanno seguito alla realizzazione del nuovo Campus Bocconi. Credo sia utile interrogarsi se la previsione di una domanda di tutti questi nuovi posti letto sarà ancora attuale in uno scenario post Covid, laddove ci si potrebbe comunque maggiormente orientare su modalità di insegnamento a distanza, anche considerando che – negli intendimenti del Comune – gli alloggi olimpici saranno anch’essi successivamente riconvertiti a studentato.

Leggi anche: Il nuovo campus di SANAA per la Bocconi è la continuazione di una lunga tradizione architettonica

#3 La costante dei nuovi progetti di riqualificazione: l’eliminazione dei posti di sosta su strada

Si nota, tuttavia, che una costante di tali progettualità è certamente quella della eliminazione di posti di sosta esistenti su strada, con il beneplacito dell’attuale amministrazione comunale, in quanto ogni progetto sopra citato non prevede la creazione di nuovi posti ma la diminuzione se non addirittura l’integrale eliminazione di quelli esistenti. Si è certamente già in cammino verso altre forme di mobilità più “sostenibili” ma, allo stesso tempo, ritengo che la battaglia alle auto messa in atto, anche mediante eliminazione di stalli di sosta e riduzione delle carreggiate con corsie ciclabili comparse nottetempo, sia oggi troppo esasperata e irrispettosa nei confronti di coloro che, legittimamente, hanno ancora necessità di utilizzare l’auto non potendo sempre disporre di un box proprio e con rate ancora da pagare per l’acquisto di auto bi-fuel, Euro 6, ibride o elettriche.

Come per ogni aspetto, occorre fare i conti con la realtà e l’uso delle vituperate auto (così come l’esigenza di sosta) permane tuttora e a ciò va data risposta, ritenendo che ogni processo di trasformazione o evoluzione delle abitudini dei cittadini dovrebbe seguire i propri tempi naturali per non correre il rischio di ricadere in uno Stato etico di hegeliana memoria.

Leggi anche: MILANO 2030: parcheggi dimezzati, strade ristrette. Il Comune dichiara guerra alle AUTO?

#4 La costruzione della linea M6 sull’asse di Ripamonti: sarebbe fondamentale come impulso alle trasformazioni di tutto il Municipio 5

Credits: milanosud.it

Certamente un impulso a tale trasformazione può essere dato incentivando e migliorando il trasporto pubblico locale con la creazione di un nuova tratta di linea metropolitana. Difatti, nel Municipio 5 esiste una sola fermata (M2 Abbiategrasso) e, specialmente lungo l’asse di via Ripamonti, si sente un gran bisogno della metro (vedi “M6: la favola della metropolitana ROSA” su Milano Città Stato) che sarebbe già protesa a proseguire nel tempo fino a Noverasco, Opera e Locate Triulzi intersecandosi con la fermata FS e tale esigenza non si risolverebbe certo con il prolungamento del tram 24 fino all’IEO come invece il Comune pare stia ipotizzando. Altro asse interessato dai problemi di mobilità è quello lungo le vie Solaroli-Antonini-Cermenate rispetto al quale si attende ancora una risposta che sappia risolvere o mitigare il quotidiano congestionamento veicolare.

Leggi anche: M6: la favola della metropolitana ROSA

#6 Gli edifici ex-direzionali in disuso da decenni che aspettano una riqualificazione urgente: dalle torri verdi ENPAM ai palazzi di Via Amidani

Credits: milanosud.it – Via Amidani

Esistono poi altri ambiti con nodi ancora da sciogliere, quali gli edifici ex-direzionali in disuso da decenni e meta di ricoveri notturni occasionali, quali le torri verdi ENPAM di Via Lampedusa e gli edifici ex Ligresti e ora di Unipol in via Amidani, che reclamano una rapida uscita dallo stato di abbandono e degrado come è fortunatamente avvenuto per gli altri edifici ex Ligresti in via Antegnati, riconvertiti in housing sociale con una trasformazione anche di pregio di tali edifici. Oppure procedere con celerità, giusto per restare in quell’ambito, al completamento del PII Monti Sabini fermo da oltre dieci anni (realizzazione di ulteriori edifici residenziali e soprattutto di servizi pubblici) che il Comune ha inteso inserire nel bando europeo Reinventing Cities, non raccogliendo tuttavia alcuna manifestazione di interesse.

Resta inoltre alta la domanda di servizi sportivi, essendo sinora riusciti come Municipio 5, in assenza di una previsione di nuove strutture pubbliche comunali, a convenzionarci per l’utilizzo da parte dei residenti del Municipio delle nuove piscine del Campus Bocconi e di ICS International School di Viale Ortles.

#7 Il grave problema dell’abbandono di materiali nel Parco Agricolo Sud 

Credits: massimoderosa.com – Materiali abbandonati nel Parco Agricolo Sud

C’è infine un grande problema da risolvere, quello dei continui abbandoni di materiali all’interno del Parco Agricolo Sud Milano e, in particolare, nei pressi della cascina di via Vaiano Valle dove è presente una vera discarica a cielo aperto di materiali più vari, da scarti di edilizia a elettrodomestici fino a parti di automobili. Ben venga quindi l’introduzione di una nuova ricicleria anche quale strumento di contrasto a comportamenti incivili, purché realizzata con tutte le cautele del caso per salvaguardare le aree verdi circostanti ed evitare di ripetere gli errori di Piazza delle Milizie, dovendo al contempo intervenire senza ulteriore indugio anche su quei soggetti che da troppo tempo occupano abusivamente gli immobili circostanti e che da tali abbandoni traggono lauto profitto.

Questa è solo una piccola e limitata finestra sulla più vasta e complessa realtà del Municipio 5 che non è solo uno spicchio periferico della città ma una territorio dove si realizza una completa fusione e sintesi tra innovazione, tradizione e natura.

FLAVIO VERRI

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Rubo le IMMAGINI di una CITTÀ che EVAPORA

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credit: Instagram - @duomodimilano

Ultimo giorno in zona rossa. Speriamo sia davvero l’ultimo. In una città silenziosa e vuota, la fotografia fissa nel tempo attimi evanescenti.

Rubo le IMMAGINI di una CITTÀ che EVAPORA

# La città appare come un palcoscenico senza attori né festoni

milano deserta
Credits: tg24.sky.it

Cammino per le strade di una città che non riconosco più. Insieme a lei scolora l’identità di noi milanesi che, come tutti gli abitanti del luogo in cui si nasce e si cresce, ci riflettiamo in esso affrancando le reciproche caratteristiche.

Cammino fra le quinte di un palcoscenico spoglio dei suoi attori, dei suoi festoni più belli, dei suoi affreschi più vivi. In ogni via una vetrina spenta.
 
Passi sordi che lasciano solo l’eco dei silenzi.

# Scatto per immortalare attimi evanescenti

verdeUltimamente sento il bisogno irrefrenabile di scattare foto ai palazzi, alla nostra cattedrale, ai cieli scontornati dai fili del tram.
È come se volessi fissare nel tempo qualcosa di evanescente che evapora come il fumo di una locomotiva che se ne va.
Scatto, scatto, scatto.  Con un cellulare da pochi euro imprimo in uno piccolo schermo la bellezza di una città, ricca di storia e di futuro. La afferro, la rubo, me la porto via, me la metto in tasca. Me la riguardo nel silenzio di mura nelle quali da troppi mesi siamo costretti.
Ci è stata spenta la luce dell’orizzonte.
Eppure io vedo ancora negli sguardi dei miei concittadini la fierezza della resistenza. In loro riconosco la volontà di non sedersi neppure quando siamo invitati a farlo.
Perché a noi le sedie comode non servono. Non sono mai servite.

Continua la lettura con: Il RALLENTAMENTO di MILANO

 
PAOLA MERZAGHI
 

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La LOMBARDIA potrebbe diventare AUTONOMA nella produzione di ENERGIA

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credits: @sogartech

Nei prossimi anni la Lombardia potrebbe produrre autonomamente tutta l’energia di cui ha bisogno. Gabriele Barucco ha l’obiettivo di creare una Comunità Energetica per la regione.

La LOMBARDIA potrebbe diventare AUTONOMA nella produzione di ENERGIA

# Un Progetto di Legge per una Comunità Energetica

Gabriele Barucco, Consigliere Regionale, ha presentato in Commissione Ambiente a Palazzo Lombardia un Progetto di Legge con l’obiettivo di creare una Comunità Energetica lombarda. Le Comunità Energetiche Locali sono gruppi di cittadini ed enti che danno il loro contributo alla progettazione e al finanziamento di nuovi impianti di produzione di energia grazie a fonti rinnovabili. Si condivide l’energia auto-prodotta, consumandola a livello locale, mentre quella in eccesso viene messa in rete.

# A cosa serve una Comunità Energetica lombarda?

credits: @rinnovabili.it

Prima di tutto servirebbe ad entrare di più nella mentalità della decarbonificazione e, come dice Barucco, “creare una cultura di produzione, accumulo e autoconsumo dell’energia rinnovabile.”

Saltando il Gestore Statale la produzione resta tra i cittadini sul territorio, permettendo quindi la condivisione dell’energia che prima invece poteva essere solo venduta. Il Consigliere aggiunge: “Moltiplicando la produzione e la condivisione, aumenta il volume di produzione e la diffusione. L’obiettivo è raggiungere una autonomia energetica tramite autoproduzione e autoconsumo in tutta la regione”.

Un sufficiente accumulo potrebbe portare infuturo quindi all’autonomia energetica della regione.

# Autosufficienza: due fasi per raggiungerla

credits: @brema_energierinnovabili

Per arrivare all’autosufficienza energetica sono due le fasi da completare. Prima di tutto bisogna creare una collaborazione fra chi produce e chi consuma, per creare comunità. Si vuole usare l’energia prodotta in tutto il territorio regionale.

La seconda fase è cercare un Ente che agevoli questo modo di organizzare la produzione e distribuzione, supportando le Comunità Energetiche dal punto di vista burocratico, visto che ad oggi non è previsto un supporto tecnico da nessuna legge.

Il percorso è ambizioso ma sembra mettere d’accordo le varie forze politiche in campo, diventando fonte di ispirazione per altri Progetti di Legge simili. Speriamo che altre regioni seguano questa via, che può davvero fare la differenza per la comunità ma soprattutto per il pianeta.

Fonte: milanopost

Continua la lettura con: Il National Geographic INCORONA la LOMBARDIA: D’INVERNO è la NUMERO UNO

ANDRA STEFANIA GATU

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🛑 Sorpresa! Rt in Lombardia era SBAGLIATO. Governo e Regione si rimbalzano la colpa. Di chi è l’ERRORE?

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1.Lombardia in zona rossa. 2. Ricorso al Tar della Regione. 3. La sorpresa questo pomeriggio: i dati Rt che hanno penalizzato la Lombardia sarebbero sbagliati.   
In realtà l’Rt lombardo sarebbe tra i più bassi. Al limite della zona gialla. Il Governo: “la Regione ci ha mandato dati errati”. Fontana ribatte: “Basta calunnie! Abbiamo sempre fornito informazioni corrette”. Si attendono gli sviluppi. Domenica il ritorno in zona arancione?

🛑 Sorpresa! Rt in Lombardia era SBAGLIATO. Governo e Regione si rimbalzano la colpa. Di chi è l’ERRORE?

Regione Lombardia, in attesa del ricorso al TAR contro l’istituzione della zona rossa la cui decisione dovrebbe arrivare lunedì prossimo, rilancia la richiesta al governo di rientrare in zona arancione. Perché? Perché i dati Rt sarebbero errati. Secondo i dati effettivi l’Rt in Lombardia sarebbe il terzo più basso su scala nazionale. Di chi allora l’errore? Governo e Regione si scambiano le accuse. Queste sono le due ipotesi.

#1 Errore di Regione Lombardia

Il Governo sostiene che i dati utilizzati sono quelli inviati da Regione Lombardia. Quindi se sono errati è la Regione che deve fornire quelli corretti. In questo caso procederebbe alla conversione in zona arancione della Lombardia. Quindi serve che la Lombardia ammetta l’errore e fornisca i dati reali. Se le cose sono andate così l’ipotesi più probabile è che siano i tecnici della Regione ad aver sbagliato il calcolo dell’Rt o inviato dati falsati.

#2 Errore del Governo

Ma Fontana non ci sta e replica su Facebook: “La Lombardia deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”. E dalla Regione aggiungono: “Tale dato è in ritardo rispetto al contagio sia perché è calcolato sui sintomatici, i quali sviluppano i sintomi a distanza di giorni dalla data in cui sono entrati in contatto con il virus, sia perché, proprio non considerando il dato dei contagiati non sintomatici, non fa emergere le catene di trasmissione tra asintomatici che restano occulte”.
L’ipotesi velata, a questo punto, è che il Governo potrebbe aver usato la scusa dei “dati errati” per scongiurare la decisione del TAR, procedendo alla “promozione” della Lombardia scaricando ogni colpa sulla Regione per una decisione che è parsa fin da subito non comprovata dai dati, come più volte dimostrato su questo sito.

# Aggiornamento: la nota ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità (in serata)

“La Regione Lombardia, nella settimana corrente, ha modificato i dati relativi alla settimana precedente il 22 gennaio. La modifica ha riguardato in particolare il numero di pazienti sintomatici con infezione confermata sui quali si basa il calcolo dell’Rt. Questa variazione ha comportato la modifica della stima di Rt della settimana precedente“.
Questo dovrebbe aver svelato il mistero. A questo punto l’unica certezza sembra che da domenica 24 la Lombardia tornerà arancione. A meno di qualche nuovo colpo a sorpresa che ci porti al giallo… 

Continua la lettura con: Lombardia zona rossa nonostante i principali indici siano migliori che nel resto d’Italia

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Greta come Anna Frank? Sala scrive alla Comunità Ebraica: “Nessun paragone possibile

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credit: milanopost.it

Aveva destato molto scalpore l’uscita sui social del sindaco che aveva accostato Greta ad Anna Frank. Arriva la rettifica con una lettera inviata al Presidente della Comunità Ebraica. 

Greta come Anna Frank? Sala scrive alla Comunità Ebraica: “Nessun paragone possibile”

Nella serata di ieri, giovedì, era circolata una agenzia di stampa rilanciata tra gli altri da affaritaliani.it nella quale era riportato il presunto paragone fatto dal primo cittadino milanese tra la giovane ebrea simbolo dell’oppressione nazista e della Shoah e l’ambientalista Greta Thunberg, parlando di “due storie di coraggio enorme”.

Il sindaco ha oggi scritto al presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani tornando sulle parole da lui pronunciate a seguito della sua visita alla camera di Anna Frank ricostruita presso il Piccolo Teatro per la registrazione del film documentario: “È più che evidente che non ci fosse la volontà da parte mia di fare un paragone, che del resto non avrebbe alcun senso, tra il dramma della Shoah e le vicende politiche dell’oggi. Si parlava di coraggio di giovani donne e il giornalista mi ha portato sull’attualità, facendo un riferimento a Greta. Lo ribadisco con chiarezza: il dramma della Shoah è tragicamente unico e non esiste paragone possibile”.

Qui la lettera integrale del Sindaco

Le reazioni politiche 

L’accostamento di Greta ad Anna Frank ha innescato una selva di reazioni nel mondo politico cittadino. “Paragonare Greta Thunberg ad Anne Frank è un oltraggio alla memoria”, tuona Stefano Bolognini della Lega. “Le frasi di Sala sono gravissime e offendono la memoria di milioni di persone. Il Sindaco Sala chieda immediatamente scusa”. 

In difesa del sindaco accorre invece Lia Quartapelle del PD: “L’impegno di Beppe Sala contro l’antisemitismo e per la memoria è fuori discussione. Se la destra fosse altrettanto rigorosa su queste battaglie, li avremmo sentiti almeno una volta condannare Casapound”.

Continua la lettura con: Sala contro Sala

MILANO CITTA’ STATO

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io non so di non sapere

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sciamano

La parola umiltà viene da “humus” che è il terreno attorno alle radici di una pianta. Umiltà significa non uscire dal proprio terreno, la consapevolezza dell’ignoranza. Meglio non dire niente al di fuori delle proprie radici, della propria esperienza.

La nostra epoca ha perduto totalmente il senso dell’umiltà. La gente è convinta che l’umanità sappia tutto e si pensa che la conoscenza sia universale. Quindi si confida che la conoscenza umana sappia risolvere ogni problema.

Invece siamo ugualmente ignoranti a prima e incapaci di affrontare qualunque cosa.
Il sapere è diventato talmente vasto che nessuno è capace di coglierlo nella sua complessità. Come nella pandemia: si sta sbagliando qualunque cosa e i rimedi si stanno rivelando spesso peggio della malattia ma si continua ad avere un atteggiamento fideistico nei confronti della soluzione del momento.
Anche il modo di affidarsi ai governanti. Meno i governanti dimostrano di sapere, più esercitano imposizione sugli altri. Un’imposizione che tutti ricevono in modo fideistico perché non si misurano le decisioni imposte in base ai risultati ottenuti.

L’umanità ha un atteggiamento sciamanico nei confronti della conoscenza moderna, della tecnologia. Si crede che la tecnologia possa risolvere qualunque cosa.
La tecnologia se ha consentito un aumento delle connessioni e della velocità di azione, si crede che abbia potenziato le capacità dell’intelletto. Che in realtà è rimasto quello di sempre.

Se si considera l’intelligenza nella sua radicalità, come “capacità di leggere dentro”, “intus legere”, lo sviluppo della tecnologia ha portato a una riduzione dell’intelligenza. Perché le persone sono diventate incapaci di discernere tra realtà e finzione, e si affidano a chi esercita il potere tecnologico in modo fideistico. Un mondo ipertecnologico è di fatto un mondo in cui la magia è dominante.
La classe dirigente che è sempre più ignorante, è lei stessa a essere vittima di questo atteggiamento sciamanico: eleva la tecnologia a dogma assoluto e a la mette al riparo da qualunque messa in discussione.

La soluzione è basica. Occorre un atteggiamento più umile soprattutto da parte di chi deve esercitare la tecnologia, in ambito scientifico, politico o culturale.
Bisogna ritrovare il principio dell’umiltà, che è racchiuso nel concetto socratico: “io so di non sapere”.

“Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo.” (Giordano Bruno)

Continua la lettura con: Ma il governo serve davvero?

MILANO CITTÀ STATO

Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

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Credits: repubblica.it

Primo classificato nella competizione “Borgo dei Borghi” scopriamo insieme qual è “il borgo più bello d’Italia” e che cosa lo rende così speciale.

Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

# 20 paesi finalisti al “Borgo dei Borghi”

Credits: siviaggia.it

Bobbio, cittadina nella provincia di Piacenza che raggiunge poco più di 3 mila abitanti è stata eletta in diretta nazionale come il borgo più bello d’Italia. La competizione, andata in onda su Rai3, ha visto selezionati 20 paesini come più belli d’Italia, uno per ogni regione. A scegliere il vincitore sono stati i telespettatori e una giuria di esperti tra cui composta anche dal compianto Philippe Daverio, Margherita Grambassi e il geologo Mario Tozzi. 

# Bobbio batte tutti e viene eletto il borgo più bello d’Italia

Credits: repubblica.it

Giunta nel quartetto finale ha lottato con Palazzolo Acreide, contendente siciliana, Laigueglia, borgo ligure e infine la località della Basilicata Rotondella. Ma ad aggiudicarsi il rinomato premio è stata proprio Bobbio che, grazie al mix di storia, bellezze naturali e enogastronomiche può così fregiarsi del titolo “il borgo più bello d’Italia”. Ma quali sono le 5 cose da vedere e da provare che hanno permesso a Bobbio di trionfare nella competizione?

#1 Il Ponte Gobbo e i suoi 11 archi

Credits: digitalcameraschool.it/

Il simbolo della cittadina piacentina è senza alcun ombra di dubbio il famoso Ponte Gobbo o per molto conosciuto anche con i nomi di Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo. Il ponte è lungo circa 273 metri e attraversa il fiume Trebbia ma ciò che lo caratterizza particolarmente sono gli 11 archi non uguali tra loro che, nonostante lo rendano imperfetto e fuori dagli schemi, lo differenzia dagli altri.

#2 Una passeggiata in Piazza Duomo

Twitter: atlante turismo

Anche Bobbio ha il suo Duomo e la sua piazza. La cattedrale di Santa Maria Assunta è una costruzione in stile romanico che risale al XI secolo. A circondare la piazza sono gli antichi palazzi nobiliari che sorgono attorno ai giardini del palazzo vescovile.

#3 Alla scoperta dell’Abbazia di San Colombano

Credits: sulleormedisancolombano.it

Al centro di Bobbio possiamo trovare una famosa abbazia che durante l’era medioevale fu tra i centri monastici più famosi di tutta Europa. La sua edificazione si intreccia con la storia di San Colombano, un monaco irlandese vissuto tra il 500 e il 600 che trascorse nella Bobbio di altri tempi gli ultimi anni della sua vita.

#4 Le tradizioni a tavola

Credits: merlochicago.com

Uno dei punti forti di Bobbio, come del resto un po’ in tutta Italia, sono le tradizioni culinarie. Le tradizioni piacentine si fondono a quelle emiliane dando vita a numerose pietanze da leccarsi i baffi. Si possono assaggiare salumi e piatti tipici come i Pisarei e faśö o gli anolini in brodo. Inoltre si possono deliziare pietanze come i maccheroni bobbiesi, la pasta realizzata con l’utilizzo di ferri da calza condita con lumache in umido.

#5 Bobbiowood – la città da cinema

Credits: italybyevents.com

Bobbio ha dato i natali a Marco Bellocchio, uno dei grandi maestri del cinema nazionale. Proprio dove è nato, il regista dal 1995 ha organizzato una ricca serie di eventi dedicati al grande schermo tra cui corsi di alta formazione o il Bobbio Film Festival dove ogni anno vede la presenza di prestigiosi attori e registi.

Continua la lettura con Questo è il BORGO più ANTICO d’ITALIA

MARCO ABATE

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🛑 La RIVOLTA SILENZIOSA degli STUDENTI: salgono a DIECI le SCUOLE OCCUPATE per tornare in classe

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Credits: repubblica.it IG

Non accenna a fermarsi la protesta degli studenti degli istituti milanesi contro la prolungata chiusura delle scuole, che con l’istituzione della zona rossa in Regione Lombardia comprende ora anche la seconda e terza classe media. Ecco la situazione aggiornata.

La RIVOLTA SILENZIOSA degli STUDENTI: salgono a DIECI le SCUOLE OCCUPATE per tornare in classe

# Il liceo Einstein è l’ultimo in ordine di tempo, in 40 studenti entrati a scuola: “Chiediamo che il modello di scuola cambi”

Credits: repubblica.it IG

L’ultima occupazione, la decima dall’inizio delle proteste degli studenti, ha visto come protagonisti un gruppo di 40 studenti del Liceo Einstein che ieri 21 gennaio è entrato in classe dopo essersi sottoposto al tampone per seguire dai banchi le lezioni online. Dopo la fine delle lezioni i ragazzi si sono riuniti in assemblea per “immaginare un modello di scuola differente“, scrivendo che: “Non chiediamo la riapertura immediata, ma che il modello di scuola cambi affinché la riapertura sia una naturale conseguenza di investimenti politici e economici“. 

Appena il 14 gennaio era arrivata la vittoria al tar del comitato «A scuola!» contro l’ordinanza dell’8 gennaio della Regione Lombardia che aveva prorogato la didattica a distanza fino al 25 gennaio. Dopo pochi giorni, l’istituzione della zona rossa aveva però vanificato la sentenza del tribunale.

Leggi anche: La VITTORIA degli STUDENTI MILANESI: si ritorna a scuola

# Tutte le proteste degli studenti milanesi: dal Liceo Manzoni al Cremona-Zappa

Credits: ilgiorno.it

Le occupazioni a cascata sono cominciate martedì 12 gennaio al Liceo Manzoni da parte del “Collettivo Manzoni” con il loro portavoce Dario del Prete che ribadiva “la nostra è una azione doverosa che ci ha permesso di rientrare dove dovremmo essere di diritto. La scuola deve tornare davvero al centro del dibattito politico. La didattica a distanza deve finire. Chi ci governa deve smetterla di pensare che noi siamo oggetti”. A seguire un presidio e lezioni a distanza davanti alla scuola per oltre 80 studenti al classico Carducci, banchi e coperte anche allo scientifico privato Steiner. Una quarantina di liceali invece aveva fatto irruzione nel cortile del Parini portando fuori i banchi per fare lezione all’aperto, venerdì 15 gennaio è toccato al Vittorio Veneto e sabato 16 gennaio al Severi-Correnti.

Credits: repubblica.it IG

Ieri 21 gennaio prima del Liceo Einstein è stato il turno di una ventina di studenti del Liceo Berchet che si sono distribuiti tra il cortile e la palestra, poi quelli del Boccioni. Alcuni docenti del liceo Cremona-Zappa hanno invece proposto per ieri la “giornata dell’Orgoglio della Scuola Pubblica” in un momento in cui, complice la zona rossa nella Regione Lombardia, anche le seconde e terze classi delle scuole medie sono chiuse. Hanno deciso di utilizzare le proprie ore di lezione per discutere a distanza con studenti e genitori sul ruolo dell’istruzione e su come ridarle la centralità che merita.  

Fonti: La Repubblica, Il Giorno

Continua la lettura con: 🛑 “Ci tolgono la SCUOLA? Noi ce la RIPRENDIAMO!”

FABIO MARCOMIN

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FORREST in TOWN: il primo BORGO RESIDENZIALE di Milano

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A Milano sta arrivando il primo borgo residenziale: Forrest in Town. Sarà una rivoluzione per l’edilizia milanese?

FORREST in TOWN: il primo BORGO RESIDENZIALE di Milano

# Forrest in Town: il luogo della sostenibilità e della socialità

credit: forrestintown.it

Il progetto Forest in Town è un’iniziativa del Gruppo Building che intende trasformare l’ex fabbrica Galbani nel primo borgo residenziale milanese all’insegna della sostenibilità, del relax ma soprattutto della socialità. Del progetto se n’è occupato Daniele Fiori, uno degli architetti milanesi più famosi, che ha voluto aggiungere design e tecnologia all’ambiente tradizionale delle case di ringhiera. Anche la posizione è simbolica, si troverà infatti situato in una delle zone milanesi più rivalutate negli ultimi anni: il Naviglio Grande. Lì dove prima vi era un quartiere popolare, oggi si concentra la vitalità cittadina sia notturna che diurna. Le nuove residenze parteciperanno alla progressiva riqualificazione di Milano che è ancora oggi prosegue tenacemente.

# L’opportunità di vivere in una corte, ma moderna

credit: forrestintown.it

Per descrivere l’esterno del borgo che sorgerà si possono utilizzare più aggettivi: sostenibile, green, rilassante… Se invece dovessimo parlare degli interni non potremmo che usarne una: design. La caratteristica principale di questa corte moderna è proprio il contrasto tra tradizione e innovazione, che poi a pensarci bene è il filo rosso che unisce ogni angolo della città di Milano. Gli interni delle residenze sono state pensate per rappresentare l’aspetto moderno e tecnologico restando fedeli ad un unico presupposto: la cura. L’attenzione ai dettagli è ciò a cui il progetto punta e può essere uno spunto per il resto della città: perché non prestare attenzione anche alle piccole cose?

credit: forrestintown.it

# Un’oasi di relax a stretto contatto con la natura

credit: forrestintown.it

Un altro aspetto centrale del progetto è il contatto con la natura e con sé stessi, e infatti il cuore pulsante della corte sarà proprio il giardino: un’area di 5.500 mq per risvegliare la socializzazione, trascorrere tempo insieme ma soprattutto per non perdere quell’innato bisogno di natura che spesso chi vive in città chiude in un cassetto. Tutto il complesso residenziale sarà realizzato seguendo i criteri della bioedilizia e del contenimento energetico. Tutte le aree verdi verranno innaffiate grazie al reimpiego delle acque di pozzo e anche l’inquinamento sonoro sarà ridotto al minimo e contenuto all’interno dei locali tecnici interrati. Qual è l’obiettivo di vivere in un’oasi piena di natura e socialità? Sicuramente il benessere personale. Il relax qui sarà a portata di condomino, infatti al di sotto del giardino si troveranno una SPA e una palestra che sulla torta di questo spettacolare borgo, rappresentano la ciliegina.

Questo sarà il primo borgo residenziale di Milano ma perché non farlo diventare un modello a cui ispirarsi per costruirne di molti altri? Il bisogno di vivere in luoghi rilassanti, circondati da persone differenti con cui confrontarsi per non smettere mai di imparare è un bisogno latente, ma da non sottovalutare.

 

Fonte: Forrest in town

Continua la lettura con: Il GIARDINO lungo la PASSEGGIATA PASTERNAK: un nuovo mini boulevard a Porta Garibaldi

ROSITA GIULIANO

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La LIGERA: Perché la malavita di Milano la chiamavano così?

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La malavita a Milano veniva chiamata ligèra. Un termine che le dava un’aurea romantica. Pochi sanno qual è l’origine del termine. 

La LIGERA: Perché la malavita di Milano la chiamavano così?

Ligera Amarcord

Esisteva un tempo in cui Milano aveva una sua microcriminalità locale, fatta di ladruncoli, piccoli rapinatori, ricettatori. Era una realtà talmente presente nella società che spesso si ritrova nelle canzoni milanesi, come Porta Romana o Ma Mi. Alcuni personaggi come Renato Vallanzasca, Francis Turatello, che facevano parte della ligera, sono entrati nella storia per le loro scorribande e sono diventati a tutti gli effetti banditi.

Credits: milano.rerpubblica.it – Renato Vallanzasca arrestato nel 1972

L’origine del nome è particolare e dibattuta. Vi sono infatti varie interpretazioni: la prima fa risalire il nome al fatto che i componenti delle bande agivano non armati, quindi “leggeri”.

La seconda invece sostiene che gli orfani, i miserabili, i vagabondi che spesso ingrossavano le fila della ligera, indossavano indumenti leggeri rispetto alla media della popolazione.

Altra teoria accosta il termine ligera alla leggerezza, poca gravità dei reati commessi.

E’ infine molto probabile che il termine di origine gergale vada accostato ad espressioni come “essere della legge”, “appartenere al mondo dei marginali” e provenga quindi da legge con suffisso -era, tipico del gergo milanese.

Continua la lettura con: Le 10 PAROLE che fanno più RIDERE del milanese

GIULIA PICCININI

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“Voglio VIVERE, abbi fiducia in me”: due 14enni scappano dal LOCKDOWN

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credits: meteoweb

La pandemia ci ha privati del nostro modo abituale di vivere e sicuramente una delle cose che ci manca di più è la socialità. I giovani di oggi non stanno avendo la possibilità di vedere e relazionarsi con i loro pari, provocando un forte disagio, come quello che ha spinto due 14enni comasche di scappare di casa pur di assaggiare per un breve tempo l’aria della libertà e della vita pre-covid. Vediamo la loro storia. 

“Voglio VIVERE, abbi fiducia in me”: due 14enni scappano dal LOCKDOWN

# Le due adolescenti erano stanche delle restrizioni

credits: stopsocial.it

A 14 anni non ci si aspetta di passare il proprio tempo in casa, senza andare a scuola e senza poter vedere i propri amici. Le due ragazze, che sono compagne di scuola, erano stanche delle continue restrizioni imposte dal governo per contenere la pandemia, così hanno preferito scappare insieme per cercare di “tornare a vivere” davvero.

# I papà hanno scoperto la fuga grazie ai messaggi lasciati dalle adolescenti

Il padre di una delle due ragazze, tornato a casa dal lavoro a pranzo, ha trovato il messaggio della figlia che diceva: “Mi sono stancata di non poter vedere i miei amici, me ne vado”. Un messaggio simile è stato trovato anche dal padre dell’altra ragazza, che esasperata scriveva: “Voglio vivere, abbi fiducia in me”. Dopo aver contattato amici e compagni di scuola, i genitori si sono resi conto che le figlie non sarebbero rientrate a casa la sera e quindi si sono rivolti ai carabinieri di Como.

# Una fuga molto breve ma che fa riflettere

La loro fuga è durata poco più di 24 ore, perché i militari le hanno trovate nella zona di Villa Guardia, nei pressi di Como. Volevano andare a Milano o forse in Liguria ma non si sono allontanate molto dalle zone che conoscono. Le due ragazze sostengono di aver dormito in un parco pubblico ma è più plausibile che abbiano passato la notte da un conoscente che non hanno voluto coinvolgere.

Questa vicenda, però, fa riflettere molto sulla natura umana e sul nostro modo di relazionarci con gli altri. Il Covid ci farà cambiare o ci saranno altre persone come queste due ragazze a ricordarci che siamo animali sociali?

Fonte: business.it

Continua la lettura con: Emergenza Covid: gli EFFETTI PEGGIORI sulla SALUTE MENTALE (studio francese)

ANDRA STEFANIA GATU

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DOVE viaggeranno gli ITALIANI dopo il COVID? Al primo posto VIAGGI LONTANISSIMI

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credit: sharingtourism.it

Quando le restrizioni saranno finite e gli italiani saranno finalmente liberi, quali saranno le mete più gettonate?

DOVE viaggeranno gli ITALIANI dopo il COVID? Al primo posto VIAGGI LONTANISSIMI

Restrizioni, zone rosse e paure hanno ostacolato la spensieratezza di molti italiani. Ma non di tutti. Infatti secondo uno studio condotto da Human Highway, una società di ricerca online, per conto di Qatar Airways, gli italiani non hanno mai smesso di volare con la fantasia e continuano a sognare in grande. Quando tutto sarà tornato alla normalità infatti, i viaggi più optati saranno quelli long distance. Ecco perché e quali saranno le mete più gettonate.

# Il viaggio come liberazione e nuovo inizio

Credits: recyourtrip.com

Durante lo studio, agli intervistati è stato chiesto quali sarebbero le loro emozioni se fossero in partenza per una destinazione lontana, già a bordo dell’aereo. I risultati sono sorprendenti: il 45% si è detto contento di essere diretto verso una destinazione da sogno e il 40% si è mostrato addirittura eccitato. Le sensazioni che sono emerse sono state prevalentemente la volontà di ritrovare la spensieratezza del viaggio ma non solo. Tra molti viaggiatori abituali tornare a viaggiare significa anche dedicare tempo a una delle proprie passioni senza limitazioni, un nuovo punto di vista che prima della pandemia non poteva essere del tutto compreso. La voglia di tornare a viaggiare è risultata evidente non solo nei viaggiatori habitué, ben il 40% degli intervistati ha dichiarato di ripensare spesso a viaggi fatti in passato e il desiderio di progettarne uno nuovo è risultato spesso latente ma innegabile. Quando tutto sarà finito, dove vorrebbero andare gli italiani? Le mete più ambite sono prevalentemente intercontinentali proprio perché il viaggio viene visto come un nuovo inizio e come una liberazione da questi mesi di chiusura. Vediamo quali saranno i biglietti che andranno più a ruba a fine pandemia.

# L’Africa come destinazione per famiglie e innamorati

credit: wanderlust.co.uk

Il continente africano con le sue calde atmosfere è una delle mete più ambite dalle coppie di innamorati e dalle famiglie con figli. I posti più quotati sono stati i paradisi dell’isola di Zanzibar, l’arcipelago delle Seychelles e inaspettatamente anche la città di Johannesburg, la più grande del Sudafrica. Sarà il relax che promettono i rossi tramonti africani o gli avventurosi safari ma l’Africa ha battuto le classiche Maldive ed è risultata la prima scelta per i viaggi di famiglia.

# Le mete preferite dei giovani: Oriente e America Latina

credit: samaradocet.com

I giovani nella fascia tra i 25 e i 34 anni non vedono l’ora di ripartire con i partner (70,9%) oppure con uno o più amici (25,4%). Il 14%, che non è certamente una percentuale irrilevante, sceglierebbe invece un viaggio familiare. Ma per quale meta comprerebbero il biglietto? Sono l’Oriente e l’America Latina ad aggiudicarsi il primo posto per le compagnie di amici, attirando i giovani per la vasta offerta di attività avventurose ed extreme. Tra i paesi orientali emerge il Giappone, in particolare le città di Tokyo e Osaka conosciute per i contrasti tra modernità e tradizione. Non solo avventure e spiritualità però perché nel 2021 verranno recuperati i Giochi Olimpici che sono stati rimandati la scorsa estate, una grande attrazione per gli appassionati di sport.

Ovunque voi vogliate andare apprestatevi a prenotare, perché cercare biglietti aerei per i prossimi 3 anni sarà un po’ come fare una caccia al tesoro dei Pirati: un’impresa.

Fonte: Si Viaggia

Leggi anche: 7 VIAGGI IMPERDIBILI da fare NEL MONDO almeno una volta nella vita

ROSITA GIULIANO

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L’ORGANO suonato dal MARE (video)

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credit: transforma.it

Esiste un posto in cui si può ascoltare un concerto suonato dal mare. Vediamo dove si trova il primo organo che trasforma le onde marine in note musicali.

L’ORGANO suonato dal MARE (video)

Esiste un posto in cui si può assistere ad un concerto suonato dalla Natura stessa. L’artista è il mare e la musica viene prodotta da uno speciale organo che trasforma le onde in note musicali.

# Dove si trova questo Organo marino?

credit: artandtravels.it

Per assistere al concerto più “ecosostenibile” del mondo non bisogna preoccuparsi del prezzo del biglietto, perché l’artista è il mare e l’ingresso è totalmente gratuito. I protagonisti di questo spettacolo a dir la verità sono due: il mare e l’organo marino. L’unico organo marino del mondo è stato progettato dall’architetto Nikola Bašić e si trova nella città di Zara, in Croazia. Per il momento questa è l’unica città al mondo in cui si può ascoltare un concerto suonato interamente dal mare.

# Come vengono trasformate le onde in note musicali?

credit: transforma.it

E’ lecito chiedersi come sia possibile, come sia possibile che senza alcun intervento antropico vengano prodotte delle vere e proprie sinfonie. L’Organo marino è stato realizzato come una lunga scalinata sul bordo del mare ed è composto da canali connessi a 35 tube in polietilene di varie lunghezze, diametro e inclinazione. Ciascuna di queste tube è collegata a sua volta a differenti corde musicali e così le onde del mare vengono trasformate in note musicali, producendo sinfonie sempre inedite.

# Le 7 Sirene che cantano verso il mare

credit: croatia.hr

Grazie a questa speciale scalinata in marmo, il lungomare di Zara è divenuto un luogo più unico che raro ed è destinato a diventare un mito. I suoi 7 salti di quota infatti sono già stati soprannominati “le 7 Sirene” come quelle che secondo la mitologia con il loro canto tentavano di ammaliare i marinai. L’organo, così come facevano le sirene, ammalia i suoi visitatori e complice del paesaggio mozzafiato li trattiene affascinati sui gradoni a godersi il primo vero e proprio concerto eseguito dalla Natura.

Fonte: Si Viaggia 

Leggi anche: MILANO in MUSICA: le 10 canzoni più belle dedicate a Milano (con i Video)

ROSITA GIULIANO

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Il PRIMO COMPUTER d’Europa si accese a MILANO

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Credits: museovirtuale.polimi.it

Il primo calcolatore fu acceso al Politecnico di Milano. Quanto pesava? Ma soprattutto, quanto è costato?

Il PRIMO COMPUTER d’Europa si accese a MILANO

# Il primo computer venne acceso al Politecnico di Milano

Credits: teknoring.com

Milano è stata la prima città dell’Europa continentale ad avere un computer. Infatti, il primo calcolatore europeo, il CRC102A, venne acceso nel 1954 per la prima volta al Politecnico di Milano. Il rettore della nota università milanese, Cassinis, progettò la macchina di calcolo e, dopo aver chiesto fondi al piano Marshall, incaricò il giovane docente Luigi Dadda di imbarcarsi in direzione Stati Uniti con destinazioni Università di Pasadena e la Computer Rersearch Corporation per curare la progettazione e la costruzione del calcolatore.

# 1,2 tonnellate sbarcarono a Genova. Il calcolatore usato dalla Pirella e da Edison

Credits: museovirtuale.polimi.it

Il computer, o meglio la macchina di calcolo, aveva un peso che raggiungeva le 1,2 tonnellate. Una volta terminato venne imbarcato a Long Beach e nell’ottobre del 1954 raggiunse il porto di Genova. Il Politecnico poteva così avere il primo calcolatore d’Europa utilizzato anche dalle aziende del panorama italiano. Tra queste aziende troviamo la Pirelli, famosa azienda che produce pneumatici, e la Edison, la quale lo utilizzò per progettare dighe. Il primo computer del Politecnico costò ben 135 mila dollari ed era basato sulla tecnologia delle valvole termoioniche ma fu il primo computer ad essere acceso in Europa. 

Fonte: bitstory

Continua la lettura con La PRIMA AUTOMOBILE della storia fu inventata a Milano, mezzo secolo prima della Mercedes

MARCO ABATE

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Ma il governo serve davvero?

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«Se non sai dove stai andando, qualsiasi strada ti ci porterà» (il coniglio di Alice nel paese delle meraviglie)

Pensiero del giorno. Il leit motive della crisi di governo è che in questo periodo non ci possiamo permettere di non avere un governo. Questo presuppone che il governo sia utile. Ma è davvero così?

Esempio arcinoto è quello del Belgio. E’ rimasto senza governo per tre lunghi periodi negli ultimi dodici anni e ogni volta ha conseguito risultati molto migliori rispetto al resto d’Europa, dal calo del debito e della disoccupazione al boom dell’economia, come si può vedere in questo articolo: Belgio, il paese che vive meglio senza il governo.

Questo è anche un principio di pedagogia. Per consentire ai ragazzi di crescere e di diventare adulti i genitori devono allentare il loro controllo, aumentando di conseguenza la responsabilità dei figli. In qualunque ambito l’evoluzione procede attraverso una maggiore autonomia dei singoli. La stessa maturità significa acquisire una autonomia nelle scelte della propria vita.

Il governo serve se uno ha un’idea da portare avanti. Viceversa è completamente è inutile. Anzi controproducente. E i fatti sembrano dimostrarlo. Durante questa crisi abbiamo avuto un governo mai così forte, con i provvedimenti votati anche dall’opposizione e poteri aumentati dallo stato di emergenza, ma i risultati sono stati i peggiori che si potessero immaginare: siamo primi per morti e penultimi per crescita economica (clicca qui per i dati). 

Priorità di un governo è quella di avere una visione e di imprimere una linea di azione per raggiungerla. Il governo è una guida: o sa dove andare oppure ogni scelta è quella sbagliata.
Dopo i risultati ottenuti, dovremmo sperare con tutto il cuore che il governo non ci sia. O che almeno non faccia nulla.

Se non sai dove andare, finirai in qualche altro posto (Laurence Peter)

Continua la lettura con: il lato A della crisi

MILANO CITTÀ STATO

La FUGA degli ITALIANI all’estero: in un anno persa una città come Brescia. Queste le METE preferite in Europa e nel resto del mondo

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Credits: adviseonly.com

Nel suo ultimo report l’Istat fotografa chi sono e quanti sono i nostri concittadini che decidono di lasciare l’Italia per vivere altrove. Tutti i numeri dell’indagine.

La FUGA degli ITALIANI all’estero: in un anno persa una città come Brescia. Queste le METE preferite in Europa e nel resto del mondo

# In un anno crescita del 14,4%, quasi 180.000 persone. 3 su 4 hanno più di 25 anni, 1 su 3 ha almeno una laurea

Credits: milanopost.info

La fotografia che emerge dal consueto studio annuale Istat mostra come nel 2019 le emigrazioni siano state quasi 180.000, +14,4% sul 2018, di cui il 75% italiani con una crescita di 122.000 unità, pari a un +4,5%. Di questi, 87.000 cittadini avevano un età superiore ai 25 anni, 1 su 3 almeno una laurea. Le iscrizioni anagrafiche dall’estero sono rimaste stabili sul 2018, con un calo sensibile del 7,3% delle immigrazioni di cittadini stranieri, mentre sono in forte aumento i rimpatri degli italiani con crescita del 46%, pari a 68.000 unità.

# Negli ultimi 10 anni il saldo migratorio degli italiani segna – 527.000 unità

Credits: wired.it

Il saldo migratorio però è decisamente negativo. Negli ultimi dieci anni come riporta una nota dell’Istat si è verificato “un aumento delle cancellazioni anagrafiche di cittadini italiani per l’estero e un volume di rientri che non bilancia le uscite, complessivamente 899.000 espatri e 372.000 rimpatri” che significa – 527.000 italiani. Se si guardano i saldi migratori con l’estero dei cittadini italiani, specialmente dal 2015 in poi, sono stati in media negativi per 69.000 unità ogni anno.

# 1 su 2 scappa dal Nord Italia. La metà preferita è il Regno Unito, fuori dall’Europa il Brasile

L’area geografica dalla quale si registra la partenza dei flussi più consistenti di cittadini italiani verso l’estero è il Nord, sia in termini assoluti con 59.000 unità pari al 49% degli espatri, sia in proporzione alla popolazione residente pari al 2,4 per mille. Segue il Mezzogiorno con 43.000 italiani e il Centro con 19.000 abitanti.

Non cambia la classifica delle prime 5 mete preferite dai nostri concittadini. Al primo posto sempre il Regno Unito che nonostante la Brexit ha stabilito il record di 31.000 nuovi iscritti alle sezioni AIRE locali, al secondo posto la Germania con 19.000, al terzo la Francia con 13.000, poi la Svizzera con 10.000 e la Spagna con 6.000. Fuori dall’Europa le destinazioni più gettonate sono Brasile, Canada e Australia.

Fonte: Tgcom24 , Sputniknews 

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

MARE: ultima FRONTIERA. 5 progetti rivoluzionari di ISOLE GALLEGGIANTI

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Credits: wikipedia.org - Seastading Institute

Da SEALAND: lo stato della libertà all’Isola delle Rose sono stati diversi i tentativi di creare dei luoghi autosufficienti in mare aperto in cui andare ad abitare. Oggi però nel mondo ci sono allo studio dei progetti davvero rivoluzionari. Eccone alcuni.

MARE: ultima FRONTIERA. 5 progetti rivoluzionari di ISOLE GALLEGGIANTI

# Gli esperimenti più famosi: Sealand e l’Isola delle Rose

Credits: fuoriseries.com

Tra gli esperimenti più conosciuti c’è la Principality of Sealand, “fondata” nel 1967 da Roy Bates quando si impossessò di una piattaforma abbandonata al largo delle coste inglesi. Ad oggi nessun Paese al mondo l’ha mai riconosciuta, ma continua a esistere indisturbata. Destino diverso per l’Isola delle Rose realizzata l’anno successivo in Italia nel mare Adriatico oltre le acque territoriali italiane per volere dell’Ingegnere Rosa: una piattaforma di 400 metri quadrati autoproclamatasi stato indipendente con una propria lingua ufficiale, un governo, una moneta e un’emissione postale, fatta demolire per ordini del governo italiano dopo meno di un anno.

Leggi anche: L’ISOLA delle ROSE: la favola della libertà che incantò l’ITALIA

Come ricorda Carlo Lottieri su la ProvinciaGli Stati, per definizione, sono monopoli chiusi, apparati gerarchici, strutture verticistiche e controllate da pochi. Nel sogno di Rosa c’era invece l’ipotesi di un mondo composto da tante realtà libere, diverse, variamente organizzate, responsabilizzate, costrette a competere e a dare il meglio di sé.” Infatti l’ingegnere bolognese Rosa costituì una società apposita, per realizzare la piattaforma, con l’obiettivo principale di esplorare le nuove possibilità abitative del mare. L’interesse di colonizzare il mare non si è sopito e sono numerose le iniziative in fase di progettazione. Vediamo alcune tra le più rivoluzionarie.

#1 La prima città-stato galleggiante al mondo

Credits: wikipedia.org – Seastading Institute

Uno degli enti più attivi al mondo è un’associazione no-profit di San Francisco il Seastading Institute, “fondata nel 2008 “da Wayne Gramlich e Patri Friedman (nipote di Milton, l’economista premio Nobel).” L’associazione si è posta “l’obiettivo di favorire una colonizzazione del mare grazie a piattaforme mobili in grado di collocarsi in acque internazionali e dar vita a realtà politiche e sociali indipendenti”. Molte imprese stanno lavorando alla realizzazione di “freedom ships”: vere e proprie isole galleggianti, in grado di sfruttare l’energia del moto ondoso, ma soprattutto volte a permettere quelle libertà che gli apparati statali oggi negano.” 

Fonte: La Provincia

#2 Le isole a prova di climate change al largo dell’Oceania

Credits: energierinnovate.wordpress.com

Nell’Oceania c’è la piccolissima repubblica di Kiribati, distribuita su 33 atolli e isolette, che vanta un triste primato: i suoi abitanti possono essere considerati i primi veri “profughi climatici” dell’era contemporanea. Nell’arco di un centinaio d’anni, il livello degli oceani potrebbe innalzarsi di circa tre metri e per questo motivo si stanno studiando soluzioni alternative per evitare che vengano sommersi dagli oceani. Una di queste è trasferire tutta la popolazione su isole artificiali, naturalmente a prova di climate change.

#3 Floating Island, la prima città-stato galleggiante al mondo nella Polinesia francese

Credits: ambienteambienti.com

Tra i progetti lanciati dall’associazione non-profit di San Francisco Seasteading Institute c’è un avveniristico progetto-pilota: Floating Island, la prima città stato galleggiante del mondo, sostenibile e autosufficiente che fluttuerà in acque internazionali. È previsto un primo investimento di 60 milioni di dollari che dovrebbe far nascere la città entro il 2022, con una popolazione iniziale di 300 abitanti, in grado di autogovernarsi con un proprio sistema legislativo e commerciale.

#4 Seastem: l’isola galleggiante che ci salverà dall’erosione delle coste, nel Golfo di Aigues Mortes, in Francia

Credits: aasarchitecture.com

La costa nel sud della Francia negli ultimi 50 anni è stata estremamente erosa dalle onde che hanno già mangiato oltre 250 kmq di terra. A questo proposito è allo studio un progetto per creare nuove comunità nel mare attraverso la realizzazione di un’isola artificiale autonoma:

  • energeticamente grazie a sole, onde del mare e vento,
  • nella produzione alimentare con permacultura e acquacoltura,
  • nella gestione dei rifiuti organici: biomassa più fertilizzante
  • nella gestione dell’acqua con raccolta dell’acqua piovana e dissalazione mediante umidificazione/deumidificazione.

A differenza delle altre isole artificiali costruite, sarà un territorio mobile, intelligente, con un impatto minimo sull’ambiente.

Sarà una struttura a cupola su più piani da posizionare ancorata davanti alla costa di Palavas-Les-Flots di fronte a Montpellier, nel Golfo di Aigues Mortes: il piano superiore ospiterà giardini e terreni da coltivare, il piano inferiore le residenze. L’ideatore del progetto Mathieu Collos con Seastem si pone l’obiettivo di ripensare alla natura stessa del nostro habitat e immaginare nuovi modi di convivere di una comunità di persone.

#5 La lussuosa isola galleggiante Blue Estate nel Mar dei Caraibi pronta nel 2025: senza criminalità, con burocrazia ridotta al minimo, senza tasse o IVA 

Credits: siviaggia.it

L’isola Blue Estate sarà realizzata nel Mar dei Caraibi, poco lontano da Miami ed è stata progettata per regalare una tranquillità assoluta e livelli di privacy, oltre che di lusso, senza precedenti, senza criminalità, con burocrazia ridotta al minimo, senza tasse o IVA. Sarà costituita da strutture modulari in calcestruzzo ad altissime prestazioni sviluppandosi su un’area grande la metà del Principato di Monaco.

Completamente autosufficiente grazie allo sfruttamento dell’energia solare, del vento, delle acque piovane e del moto ondoso, adatta alle famiglie, ma anche a chi vuole vivere esperienze uniche come l’utilizzo di un sottomarino personale. Arriverà a ospitare più di 15 mila residenti, numerose imprese, una clinica sanitaria all’avanguardia e una scuola internazionale oltre a piscine in stile laguna, mercati e supermercati, ristoranti raffinati e centri commerciali. I prezzi oscilleranno dai 16.000 euro per un monolocale a 1,2 miliardi per le mega villa. La sua ultimazione è programmata per il 2025.

Fonte: SiViaggia

Continua la lettura: SEALAND: lo stato della libertà

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Il PERSONAGGIO di Milano dell’anno è GIORGIO ARMANI

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credit: affaritaliani.it

Milano Città Stato Awards: come ogni anno abbiamo chiesto qual è stato il personaggio dell’anno a Milano? Quasi un milanese su due non ha dubbi: il re è Giorgio Armani. Precedenti: Personaggio dell’anno 2018 Simone Lunghi (Angeli dei Navigli). Personaggio dell’anno 2019 Liliana Segre. 

Qui le 10 nominations 

Chi è stato il personaggio di Milano dell’anno?

LA CLASSIFICA FINALE delle 10 NOMINATIONS

#10 Chiara Ferragni (0,2%)

Credits: tustyle.it

#9 Marracash (0,2%)

Credits: chiamarsimc.com

#8 Don Virginio Colmegna (0,8%)

Credits: avvenire.it

#7 Andree Ruth Shammah (3,6%)

Credits: teatrofrancoparentiblog.com

#6 Federico Lucia (Fedez) (6,2%)

Credits: tpi.it

#5 Zlatan Ibrahimovic (6,3%)

Credits: fantacalcio.it

#4 Milena Gabanelli (9,2%)

Credits: radioradio.it

#3 Alberto Zangrillo (9,9%)

Credits: ilmessaggero.it

#2 Massimo Galli (19,8%)

Credits: open.online

#1 Giorgio Armani (43,8%)

 
@giorgioarmanifanpage

I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.

Per altri milano città stato awards, clicca qui: MILANO CITTA’ STATO AWARDS

MILANO CITTA’ STATO

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Il gesto più votato come simbolo di Milano: il DIRETTORE di un SUPERMERCATO che PAGA la SPESA a un uomo intento a rubare

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Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è stata l’iniziativa simbolo di rinascita a Milano nel 2020. Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Il gesto del direttore di un supermercato vince su tutti gli altri: invece di denunciare un uomo intento a rubare il pane, gli paga la spesa.

Qui le 10 nominations

Qual è l’iniziativa simbolo di MILANOperMILANO?

LA CLASSIFICA FINALE (tra parentesi la percentuale di voti)

#10 UNICREDIT (0,3%)
Ha versato 2 milioni di euro alla Protezione Civile per l’acquisto di mascherine, materiale sanitario e dispositivi medici

andrea cherchi (c)
andrea cherchi (c)

#9 STEFANO GABBANA E DOMENICO DOLCE (2,5%)
Hanno finanziato un progetto di ricerca sviluppato dall’Università Humanitas in collaborazione con i virologi dell’Ospedale San Raffaele di Milano

Credits: corriere.it

#8 ALEX CORLAZZOLI (2,9%)
Dipendente statale, ha proposto il taglio degli stipendi per aiutare i più colpiti dalla crisi

Foto: Andrea Cherchi (c)

#7 NIGUARDA RINASCE (3,4%)
Il Portale dei Cittadini di Niguarda ha attivato il “cesto solidale” con lo scopo di aiutare il Quartiere ad uscire dal periodo che stiamo vivendo

progettoarca.com

#6 HOTEL MICHELANGELO (4,4%)
Il primo hotel a mettere a disposizione 306 posti per ospitare i positivi Covid

Credits: milano.corriere.it – Hotel Michelangelo

#5 I FERRAGNEZ (5,8%)
Hanno avviato una campagna di crowfunding destinata ad attivare una nuova terapia intensiva presso l’Ospedale San Raffaele donando personalmente la cifra iniziale di 100.000 euro

credit: newnotizie.it – I Ferragnez volontari per “Milano Aiuta”

#4 CENTRO SOCIALE CANTIERE (7,6%)
Offre alla cittadinanza il servizio Staffette di Mutuo Soccorso. Le Staffette di Mutuo Soccorso consegnano farmaci a domicilio in bicicletta.

#3 FONDAZIONE COMUNITA’ MILANO E ASSOCIAZIONE VIVAIO (15,4%)
Con l’iniziativa “Aggiungi un pasto a tavola” hanno sostenuto gli hub di distribuzione del cibo per sostenere le famiglie milanesi più fragili 

 

#2 GIORGIO ARMANI (21,2%)
Ha affisso il messaggio “io ci sono per milanesi” e ha donato 1 milione e 250 mila euro in favore degli ospedali e della protezione civile

 
credit: affaritaliani.it

#1 DIRETTORE SUPERMERCATO Carrefour di corso Lodi (36,5%)
Non ha denunciato un uomo che ha tentato di rubare, anzi, data la difficoltà economica a causa covid gli ha pagato la spesa

I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.

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