LEGGE contro LEGGE: un avvocato spiega come DIFENDERSI da eventuali ABUSI da DPCM

Le 3 situazioni più comuni

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Credits: gazzettadelsud.it

In un’intervista condotta da Riccardo Palleschi sulla pagina Facebook “Italiani nel mondo” l’avvocato genovese Marco Mori ha illustrato come le leggi dello Stato possano intervenire per tutelare il cittadino nei confronti di alcune possibili applicazioni dei DPCM. Ecco le 3 situazioni più comuni.

LEGGE contro LEGGE: un avvocato spiega come DIFENDERSI da eventuali ABUSI da DPCM

#1 Mascherine all’aperto: cosa dice la legge

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L’avvocato Mori sottolinea come anche in base ai DPCM vigenti non ci sia “alcun di obbligo di indossare la mascherina all’aperto indiscriminatamente”. Nell’ultimo DPCM che le menziona si prevede infatti che “in base alle circostanze di fatto e alla situazione dei luoghi se c’è una condizione di isolamento dalle altre persone non c’è obbligo di utilizzo.” Inoltre in caso di conviventi non c’è obbligo di indossare la mascherina e nemmeno di tenerla sotto il volto anche se si è vicini perché la norma parla di obbligo di “portarla con sè”, anche in tasca

# Abuso: multa se non si indossa la mascherina stando a distanza. Cosa fare?

In caso di accertamento sarebbe utile fare vedere all’agente che effettivamente nel luogo in cui si viene fermati attorno a noi non c’è nessuno nelle vicinanze ed è legittimo anche filmare la situazione come prova video che si è in una situazione di isolamento dagli altri. Ma quanto deve essere la distanza minima per avere l’isolamento? L’avvocato ritiene che costituisca una lacuna normativa il fatto che il DPCM non prescriva nessun limite specifico al concetto di “isolamento” dalle altre persone. Questa lacuna va dunque a vantaggio della persona che basta che dimostri di non essere a distanza ravvicinata dagli altri.  In caso di multa comminata, si tratta infatti di mera violazione amministrativa, per non avere indossato la mascherina, a meno di reiterazione della violazioni in momenti successivi, l’agente non può imporre di indossare la mascherina, in base all’articolo 650 del Codice Penale. È diritto poi fare ricorso al Prefetto entro trenta giorni e, se viene respinto, presso il giudice di pace. 

#2 Coprifuoco dalle 22 alle 5: cosa dice la legge

Il DPCM prevede che non sia consentito spostarsi se non per motivi di reale necessità di salute o lavoro tra le 22 e le 5 su tutto il territorio nazionale. E’ comunque consentito il rientro a casa. Secondo l’avvocato, il coprifuoco costituirebbe una palese violazione dell’articolo 13 della Costituzione. La Costituzione infatti prescrive che solo l’autorità giudiziaria può disporre la detenzione o la limitazione del movimento. In base a questo nessuna forza dell’ordine può obbligarvi a rientrare presso la vostra abitazione senza l’intervento dell’autorità giudiziaria.

# Abuso: multa se non si rispetta il coprifuoco. Cosa fare?

In caso di controllo da parte degli agenti di polizia, senza una valida motivazione per essere in strada, sarete passibili al massimo di una sanzione amministrativa di 400 euro, mentre non può esservi attribuito nessun altro reato. Sempre consigliato ritirare il verbale di accertamento perché in caso di rifiuto risulterebbe comunque notificato e si perderebbero i termini dei 30 giorni per impugnarlo e fare ricorso. In teoria insieme al ricorso facendo appello all’articolo 13 della Costituzione che rende di fatto inammissibile l’applicazione del coprifuoco, si potrebbe chiedere il risarcimento danni: l’articolo 605 del codice penale infatti punisce chi comprime la libertà personale. Si aggiunge che esiste la riserva di legge: la libertà può essere ridotta per motivi di emergenza solo con una legge dello Stato. Quindi con un decreto, convertito poi in legge, ma non con un DPCM che costituisce un atto amministrativo. 

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#3 Muoversi dalla città o spostarsi in altre regioni: cosa dice la legge

Credits: laprovinciacr.it – Blocco stradale

In base all’ultimo DPCM e alle ordinanze del Ministero della Salute è fatto divieto di spostarsi tra regioni e di uscire dal proprio comune o muoversi all’interno di esso in base al grado di rischio assegnato alla specifica regione. Questo non toglie che nessuna forza di polizia possa impedire di uscire dalla città o di spostarsi in altre regioni, in quanto l’obbligo di permanenza in un comune o in una regione rientra in quanto normato dall’articolo 13 della Costituzione: solo l’autorità giudiziaria può disporre la detenzione o la limitazione del movimento. 

# Abuso: multa se non si rispetta il divieto di spostamento. Cosa fare?

Può solo essere emesso un verbale amministrativo sempre di 400 euro, al quale si può fare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. Non si può essere denunciati in base all’articolo 650 del Codice Penale, articolo che tra l’altro non prevede nemmeno l’arresto, in caso di richiesta di ritornare presso il proprio domicilio in quanto espressamente escluso dal Decreto legge 19-20. Si potrà quindi proseguire il proprio viaggio anche in caso di accertamento e multa.

Fonte: Avv. Marco Mori

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.