Chiunque quando deve raggiungere il potere è in una modalità innovativa, di cambiamento, perché deve prendere il posto di chi è al vertice. Ed è molto critico verso il potere stesso, definito spesso come un privilegio, come sopraffazione o come reazionario.
Ma una volta che prende il potere chiunque diventa conservativo e reazionario. Non solo, la sua principale attenzione diventa rivolta alla difesa del suo potere. Perché l’unica grande paura del potere è la perdita del potere.
E questa paura non la si riscontra solo nelle politiche verso le forze potenzialmente antagoniste, ma si vede anche e soprattutto nei confronti dei cittadini.
Dai cittadini il potere può accettare tutto tranne che la disubbidienza. Lo si vede anche in questa emergenza. I massimi livelli di aggressività da parte del sistema di potere li si notano contro quelli che non rispettano le regole imposte ufficialmente per assicurare la massima sicurezza per i cittadini ma nei fatti spesso contraddittorie e incoerenti tra di loro.
La salute dello Stato si misura dalla capacità dell’opposizione di limitare e contrastare l’eccesso di potere che naturalmente si viene ad alimentare.
La salute di una Civiltà la si misura nella tolleranza da parte del potere nei confronti dei cittadini che in nome di un fine superiore non si uniformano alle sue disposizioni.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
3, 2, 1, zaino in spalla e si parte in giro per l’Europa! Da dove? Proprio dal Duomo di Milano.
Partire da piedi a Milano per percorrere l’Europa: il CAMMINO che PARTE da Piazza DUOMO
# 220km direzione Svizzera
Credits: @viedelviandante Vie del Viandante
È stato inaugurato da poco il cammino che da Milano porta fino alla Svizzera, per poi collegarsi a tutta Europa. Si tratta delle cosiddette “Vie del Viandante”, un percorso di 220 km che, proprio dal centro del capoluogo lombardo, arriva fino al comune svizzero di San Bernardino. Costeggiando il fiume Adda e il Lago di Como, il sentiero giunge in Svizzera passando per le Alpi. Valli incantante e suggestivi paesaggi di montagna è quello che, armati di scarponi e zaino, si può ammirare partendo da Piazza Duomo.
In realtà, l’intero percorso era già fruibile da parecchio tempo, ma il tratto di soli 7km che connetteva Lecco ad Abbadia Lariana era inagibile e rendeva tale anche il resto del percorso successivo. È proprio questo tratto ad essere stato inaugurato da poco e ad aver reso finalmente possibile partire da Milano e arrivare in Svizzera a piedi.
Se ne parlava già da anni di collegare Lecco ad Abbadia Lariana, così da poter completare “Le vie del Viandante” e far raggiungere il comune svizzero della regione del Moesa, San Bernardino. Finalmente si è riusciti a realizzarlo. 480mila euro investiti in questo progetto che hanno sicuramente reso felici gli amanti del trekking e del turismo lento. Un bel giro a piedi che si unisce ad un percorso culturale grazie ad alcune meraviglie, come il Castello Vezio o la chiesa di San Pietro, che si incontrano sulla strada.
# Dal centro città alla natura
Credits: corriere.it zaino in spalla Piazza Duomo
La particolarità di questo tratto è proprio il fatto che da centro città si arriva fino alla Svizzera, per poi collegarsi a tutta Europa. Non ti aspetteresti mai di essere nell’affollata Piazza Duomo in tenuta da trekking e con uno zaino, sicuramente pesantissimo, in spalla. Invece è proprio questo il bello: partire dal centro città e immergersi in un percorso solitario, o con una piccola compagnia, in mezzo alla natura.
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L’apocalisse è vicina. Così, anche Roma prende parte all’iniziativa e fa installare un orologio che ne segna l’inizio. Tuttavia, quest’orologio sembra andare più veloce del normale.
A ROMA c’è un orologio che segna la FINE DEL MONDO: quanto tempo ci rimane?
# Il giorno del GIUDIZIO
credits: linzichalmers su IG
Un orologio gigantesco è comparso in via Cristoforo Colombo, a Roma, e ci mette di fronte all’allucinante verità: la nostra fine sta per arrivare. Si chiama Climate Clock ed è un’installazione che ha già fatto la sua comparsa in altre grandi città del mondo, come New York e Glasgow. La sua particolarità è che, invece di segnare l’orario normale, segna il giorno in cui avverrà l’apocalisse.
# La Terra ci sta dando l’ultima CHANCE
credits: affaritaliani.it
L’iniziativa nasce in occasione della giornata mondiale dell’ambiente ed ha lo scopo di sensibilizzare, e forse mettere anche un po’ paura, sul cambiamento climatico e i gravi danni che le azioni dell’uomo e le sue attività inquinanti stanno creando al nostro Pianeta. Lo scopo è, quindi, spingere le persone a comprendere la gravità della situazione e agire al più in fretta per frenare l’aumento della temperatura media della Terra.
# Il COUNTDOWN della Terra
credits: @lifegate su IG
Sei anni e sette mesi è il tempo che ci rimane per fermare la fine del mondo e salvare il pianeta Terra dall’azione distruttiva dell’uomo, che non conosce eguali. Il 1 Gennaio 2028 è il giorno in cui terminerà il conto alla rovescia, iniziato lo scorso settembre, considerato come il punto di non ritorno.
Il conteggio si basa su numerosi calcoli condotti dall’ONU per poter capire cosa ne sarà di noi se il tasso di emissioni di CO₂ rimane invariato prima di raggiungere l’aumento delle temperature di 1,5° C (ovvero il limite massimo che potremmo raggiungere).
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Tra il ventotto e il trentadue di via Leopardi a Milano si trova un edificio senza numero che nasconde la storia di un vecchio club proibito.
Tutto questo ora non c’è più eppure, due numeri più avanti, si cerca di ricostruire questa storia sfacciata in una mostra.
La mostra sul VECCHIO CLUB PROIBITO di Milano nel palazzo senza numero civico
# La storia del Club proibito al numero civico mancante
Tra il ventotto e il trentadue di via Leopardi a Milano si trova un edificio senza numero che nasconde una storia.
Durante i lavori di ristrutturazione, in un’intercapedine tra le scale e il muro portante fu trovato un pacco di lettere.
Lettere scritte a mano su carta papiro avvolte in un nastrino rosso. Di cosa parlavano? Raccontavano la storia del “Club30”, il locale a luci rosse al numero mancante.
Un luogo surreale, popolato da maschere e persone senza freni, da donne bellissime e signori potenti, da colori sgargianti ed echi sfacciati.
Tutto questo ora non c’è più eppure, due numeri più avanti, si cerca di ricostruire questa storia sfacciata in una mostra.
# Dancing 30
Credit: @viasaterna
Viasaterna presenta fino a venerdì 16 luglio su appuntamento, la mostra Dancing30 di Kings, duo artistico costituito da Daniele Innamorato e Federica Perazzoli.
La mostra introduce la misteriosa storia del Club30, locale dance di cui un’insegna svela la presenza.
Non si hanno notizie certe di quando sia esistito il club, ma l’insegna lascia trapelare che al tempo i locali notturni si chiamavano ancora dancing.
La storia qui si interrompe, come se il Club 30 non fosse mai esistito o come se le cose successe tra quelle quattro mura fossero sparite insieme al locale proibito.
Viene però ripresa da Kings con una selezione di opere che include neon, collage, installazione sonora, scritture e wallpaper.
# Volti, neon e segreti
Credit: @viasaterna
Una volta entrati nell’appartamento che ospita la galleria sembra di essere entrati nel club a luci rosse ormai scomparso: sulle pareti un collage si propone come un guestbook dei frequentatori dell’enigmatico club.
Un insieme di nomi, volti e personalità che riporta a galla tutti i segreti successi all’interno delle mura del Club 30.
La musica house sarà la fedele accompagnatrice del visitatore all’interno delle uniche due stanze che sembrano essere sopravvissute alla sparizione del club.
Nella prima stanza l’invito suadente “Wanna dance” dell’unico neon che la illumina, scintillante su una tenda metallizzata, questa scritta è una sorta di mano tesa offerta al visitatore per questo viaggio nella terra proibita.
E infine la seconda, il cuore pulsante della mostra che con un neon rosso recita solo “cigarettes after sex”.
Cosa si prova ad entrare in un club proibito? Basta venire qui per scoprirlo.
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Un modulo lunare studiato per ospitare fino a 4 persone e che potrebbe essere utilizzato per realizzare la prima città sul satellite della Terra, unendo insieme più moduli. Ecco di cosa si tratta e dove verrà realizzato.
Moon Village: il progetto delle PRIME CASE sulla LUNA
# Moon Village, il primo habitat per vivere sulla Luna
Credits archinet.com – Moon village
Moon Village è un habitat per vivere sulla Luna progettato dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill, ideatore di molti dei grattacieli più alti del mondo. Sviluppato in collaborazione con gli esperti dell’ESA e il MIT di Boston si ispira al modulo BEAM gonfiabile attualmente collegato alla Stazione Spaziale Internazionale ed è stato presentato alla 14esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
# Un “guscio” semigonfiabile” alto 4 piani che può ospitare 4 persone per 300 giorni consecutivi
Credits theplan – Modulo alla Biennale di Venezia
Il modulo lunare consiste in una struttura a guscio semigonfiabile che, aggiungendo circa il doppio del suo volume interno originale, permetterebbe la vita sulla Luna ad un equipaggio di quattro persone per un massimo di 300 giorni alla volta. Il commento dello studio SOM: “All’interno abbiamo pensato molto all’esperienza umana, in termini di condizioni di illuminazione, architettura flessibile che può essere riconfigurata secondo necessità e anche spazio dal pavimento al soffitto alto: un sesto G lunare significa che i membri dell’equipaggio possono raggiungere molto più in alto, e lo incoraggiamo utilizzando barre di presa e altri semplici ausili.”
Ogni modulo alto quattro piani, per una volumetria netta abitabile fino a 390 metri cubi e una superficie utile netta fino a 104 metri cubi distribuiti su più livelli, verrebbe gonfiato tramite rover teleoperati dalla stazione Gateway intorno alla Luna oppure sul posto dagli astronauti. All’interno si troveranno spazi di lavoro, alloggi e sistemi di controllo ambientale e di supporto vitale. Il guscio esterno protettivo è a base di regolite per resistere a temperature estreme, proiettili, polvere di regolite e radiazioni solari.
# Dove verrà realizzato il villaggio lunare che può diventare una città
Credits mediainaf – Cratere Shackleton
Il luogo scelto per realizzare il villaggio lunare Moon Village è il bordo del cratere Shackleton, accanto al Polo Sud lunare, il luogo più adatto del Sistema Solare: non ci sono le temperature estreme dei giorni e delle notti lunari e la luce solare è quasi continua consentendo di utilizzare l’energia solare.
Credits buildicue – Moon Village
Nel progetto a lungo termine dello studio SOM è previsto che, costruito il primo modulo, se ne possano realizzare altri aggiuntivi da unire insieme e da personalizzare per funzioni specifiche come ricerca, produzione, cultura del cibo e turismo, in modo da espandersi in un villaggio e infine in una città.
Il commento di Johann-Dietrich Wörner, architetto dello studio SOM, alla conferenza stampa dell’ESA: “Il termine ‘villaggio’ si riferisce a una comunità creata quando i gruppi uniscono le forze senza prima sistemare ogni dettaglio, ma semplicemente riunirsi nell’ottica di condividere interessi e capacità. Moon Village […] È una visione per un’architettura aperta e un’iniziativa della comunità internazionale”.
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I confort di un hotel elegante ma all’interno di un treno che fa tappa nelle più grandi città europee. Scopriamo insieme i “Midnight Trains”.
Il TRENO si trasforma in un BOUTIQUE HOTEL ITINERANTE: farà tappa anche a Milano
# Il trend dei treni-hotel: i primi sono stati gli austriaci
Credit: @unsereoebb
Quello di unire la comodità di un hotel allo spostamento dei treni sta ormai diventando un trend in tutto il mondo.
Tra i primi ad aver puntato sul treno notturno c’è ÖBB, le Ferrovie austriache: i suoi Nightjet consentono di raggiungere l’Austria anche dall’Italia.
Durante la notte si può rimanere seduti o sdraiati nel vagone letto, che garantisce tutti i confort di una stanza d’albergo tradizionale.
Insieme alle ferrovie partner, offrono un totale di 28 collegamenti notturni in tutta Europa.
# Midnight Trains: la startup francese di boutique hotel su binari
Credit: viaggicorriere.it
Parigi non è da meno e, grazie ad una startup, ha annunciato piani per una rete di servizi notturni da Parigi verso molte città europee.
Si chiama “Midnight Trains” e spera che l’interesse post-Covid per viaggi più puliti e più ecologici genererà interesse per i suoi “hotel su rotaia”.
La rinascita della rete europea di treni notturni arriva 25 anni dopo il crollo dell’originale Trans-Europ Express, che collegava 130 città in tutto il continente.
Il boom dei voli a corto raggio aveva diminuito la richiesta di questi viaggi ma, con la pandemia e grazie alla maggiore consapevolezza ambientale, potrebbe essere il must have dei viaggi del futuro.
Il progetto vuole rendere i treni notturni non solo funzionali ed ecologici ma anche attraenti, sta infatti progettando dei veri e propri “boutique hotel itineranti”, con ogni genere di comfort per un’esperienza sofisticata e di lusso che faccia dimenticare di essere su un treno.
# I boutique hotel itineranti
Credit: theguardian.com
La rete di Midnight Trains collegherà Parigi a 12 destinazioni europee.
I treni partiranno dalla stazione Gare du Nord di Parigi e faranno scalo in città come Madrid, Lisbona, Porto, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Vienna, Praga, Budapest, Berlino, Amburgo, Copenhagen e persino Edimburgo.
La lista continua ad essere aggiornata e sarà definitiva solo poco prima del primo viaggio disponibile.
# I servizi e i confort sui Midnight Trains
Credit: theguardian.com
Gli interni dei vagoni e degli spazi comuni hanno un arredamento moderno ma molto elegante. Ci saranno suite private con bagno, un bar sempre aperto con birra artigianale e vini selezionati, un ristorante, intrattenimento su richiesta e servizio di concierge tramite un’applicazione.
La società intende essere operativa entro il 2024. Al momento non ci sono ancora dettagli per quanto riguarda i prezzi dei biglietti o gli orari.
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Credits: bikeitalia.it
Ciclovia dei Parchi in Calabria
L’Oscar del Cicloturismo è un premio assegnato ogni anno a quei progetti che hanno dimostrato di eccellere nel turismo a pedali. Si tratta di premiare le migliori piste ciclabili della Penisola, apprezzando maggiormente quelle immerse in bellezze naturali e storia.
Chi sarà il vincitore degli Oscar italiani del Cicloturismo 2021? Quest’anno è finito con un pari merito come riporta il sito initalia.virgilio.it.
Gli Oscar del Cicloturismo: le 3 CICLOVIE più BELLE d’ITALIA
#3 Il Grande Anello dei Borghi Ascolani: 100 Km tra ruderi e reperti antichi delle Marche
Credits: iconmagazine.it Grande Anello dei Borghi Ascolani
Partendo da Piazza del Popolo di Ascoli Piceno, il Grande Anello dei Borghi Ascolani è un percorso ciclabile, o escursionistico, che attraversa la natura e la storia delle Marche. 100 km tra ruderi, antichi castelli ed eremi solitari divisi in 7 tappe. Terzo posto meritato grazie alla “capacità della Regione Marche di mettere in rete alcune tra le più significative realtà storico-artistiche del territorio in un’ottica di turismo lento e sostenibile”.
#2 La Ciclovia del Sole in Emilia Romagna: sul tracciato di una vecchia ferrovia
Credits: @cicloviadelsole Ciclovia del Sole, Emilia Romagna
Con i suoi 64 km la Ciclovia del Sole si classifica seconda agli Oscar italiani del Cicloturismo 2021. Un percorso che, per ora, collega Mirandola a Bologna, ma è parte di un progetto molto più grande. Realizzata sull’ex ferrovia, la Ciclovia del Sole collegherà il capoluogo emiliano a Verona e sarà anche un pezzo del tracciato Euro Velo 7, 7400 km da Capo Nord a Malta.
#1 La Green Road dell’Acqua in provincia di Trento: 143 Km. sulle rive di fiumi e laghi del Trentino
Credits: giudicarie.com Green Road dell’Acqua Trento
Al primo posto abbiamo due ciclovie a pari merito. La prima è la Green Road dell’Acqua in provincia di Trento. Il percorso va da Cadino a Trento, passando per Rovereto e il Lago di Garda, ed è stato premiato per “l’impegno, la tenacia e la realizzazione a regola d’arte del progetto”. Il territorio, infatti, da anni si impegna nell’organizzazione e promozione di percorsi ciclabili e il primo posto all’Oscar del Cicloturismo è il risultato di tutto questo impegno. Con l’acqua, prima del fiume Adige e poi dei laghi, protagonista, 143 km di percorso, 20 comuni attraversati e tutto realizzato riconvertendo 113 km di ferrovie abbandonate, strade dismesse e argini di fiumi, la Green Road dell’Acqua è la più bella d’Italia.
#1 La Ciclovia dei Parchi in Calabria
Credits: bikeitalia.it Ciclovia dei Parchi in Calabria
Ecco la seconda prima classificata. 545 km di autentica meraviglia che collegano Laino Borgo, in provincia di Cosenza, a Reggio Calabria. Tra l’Aspromonte, la Sila, il Pollino e le Serre, la Ciclovia dei Parchi della Calabria offre un’esperienza unica tra paesaggio ed ecosostenibilità. La Ciclovia dei Parchi è stata premiata per l’attenzione al turismo sostenibile e per la capacità di unire due dei protagonisti della regione: aree protette e borghi.
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Se non siete riusciti a prenotare in tempo le vacanze e vi siete fatti sfuggire tutte le offerte last minute, non disperatevi perché sta per arrivare una soluzione che potrebbe cambiare il nostro modo di viaggiare.
Andiamo a scoprire insieme alla rivista Esquire, le caratteristiche dell’ultima novità dell’estate.
Arriva “Happier Camper”: il CAMPER più piccolo, economico e “FELICE” del MONDO
# I vantaggi del camper. Ma il problema del prezzo
credits: happiercamper.com
Viaggiare in camper ha i suoi vantaggi: si riduce la necessità di dover prenotare hotel, è un veicolo sempre pronto per le vacanze, aumenta l’autonomia e la libertà di movimento. Quindi, potenzialmente si può scegliere di andare dove si vuole senza avere grossi limiti di date e orari. Purtroppo, però, chi viaggia in camper spesso deve fare i conti con prezzi piuttosto alti e non tutti potrebbero permetterselo, soprattutto uscendo da questa pandemia che non ha fatto altro che danni.
# La novità: Happier Camper HC1
credits: happiercamper.com
Si chiama Happier Camper HC1 ed è l’ultima soluzione per i viaggi comodi, felici e più economici. È in tutto e per tutto una piccola casa portatile, i cui gli spazi sono ridotti rispetto ad un normale camper, ma offre comunque ogni comfort necessario. La compagnia americana Happier Camper offre un sistema pratico ed economico per poter rivoluzionare il modo in cui si viaggia in camper.
# Il prezzo della felicità
credits: happiercamper.com
Il costo, infatti, si aggira intorno ai 20.000 euro ma la versione base del modello può arrivare anche a costarne 12.000. Contando che il prezzo medio di un camper va dai 55.000 ai 90.000 euro, Happier Camper è decisamente conveniente.
Il prezzo ribassato non è l’unico elemento su cui punta il costruttore. In stile anni ’70, questi mini-camper alternativo ha un design suggestivo. Lo stile vintage gli conferisce decisamente quel tocco in più e di certo non passa inosservato, mentre i materiali sono estremamente resistenti e leggeri in modo tale da non andare a gravare sul costo della benzina.
Intrigante anche la struttura degli interni: tutto è stato pensato per essere pratico e salvaspazio, e così l’Happier Camper è stato realizzato con una struttura interna modulare, formata da tanti piccoli cubi che possono essere spostati e disposti per formare letti e divanetti o addirittura rimossi per avere più spazio. Al loro interno è possibile anche riporre numerosi oggetti ed essendo molto resistenti e facili da pulire, possono essere utilizzati anche all’esterno.
Allo stesso modo, la piccola cucina è trasportabile e può essere spostata comodamente all’esterno senza alcun pericolo. Ma non è finita. Insieme al camper, c’è anche la possibilità di attaccare una comoda tenda che permette di ricreare una piccola veranda per poter mangiare e rilassarsi all’aperto, ma mantenendo comunque una sorta di riparo in caso di tempo incerto.
Sul sito happiercamper.com c’è anche l’esclusiva sezione “Build your Camper” dove è possibile scegliere e personalizzare il proprio abitacolo sulla base delle preferenze personali e del budget a disposizione.
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Credits: @mediterraneosorrento
Vista Sky Bar Sorrento
Estate 2021, una giornata lunga al mare o un giro in città che si ha voglia di concludere in un modo particolare. Magari con un po’ di musica e davanti ad un cocktail. Se si è in giro per l’Italia ecco dove andare per godersi una vista magnifica durante una sera d’estate nella selezione di cheviaggitifai.it
I 5 ROOFTOP più BELLI d’ITALIA
I panorama italiani sono belli tutto l’anno e i gestori di alcuni hotel e locali lo sanno bene. Ecco, da nord a sud, i 5 rooftop più belli d’Italia!
# Radio Rooftop Bar a Milano
Credits: @radiorooftopmilan Radio Rooftop Milano
In via Marco Polo 18, Milano, c’è il rooftop più bello del nord Italia. Si tratta del Radio Rooftop Bar che, ispirandosi alle terrazze di New York e Londra, regala ai suoi ospiti la vista sui grattacieli di piazza Gae Aulenti. Come la città in cui è, il locale abbraccia uno spirito internazionale e offre cocktail e specialità tipiche di vari paesi. Diviso in un’area interna ed esterna, offre lo scenario perfetto per sorseggiare un cocktail accompagnato da musica deep-house: lo skyline milanese.
# La Terrazza a Firenze
Credits: @lungarnocollection La Terrazza
Andando un po’ più in giù si arriva nella piccola e bella Firenze, città d’arte italiana per eccellenza, museo a cielo aperto. Nel centro storico del capoluogo toscano, all’ultimo piano dell’Hotel Continentale e in cima alla torre medievale dei Consorti, si trova La Terrazza, il rooftop che offre la vista sulle bellezze fiorentine. La Cupola del Brunelleschi, il Campanile di Giotto, Ponte Vecchio. In Vicolo dell’Oro 6, La Terrazza è un bar esclusivo, moderno ed elegante inserito nel contesto storico della città.
# Les Etoiles a Roma
Credits: @ig_rome Les Etoiles Roma
Ecco la Capitale. All’ultimo piano dell’Atlante Star Hotel, il rooftop Les Etoiles a Roma è un ristorante lussuoso ed elegante, ma anche luogo perfetto dove fare aperitivo, o trascorrere un dopocena indimenticabile avendo la Città Eterna ai propri piedi. In via Giovanni Vitelleschi 34, poco distante da Castel Sant’Angelo, dal rooftop più bello di Roma sembrerà di poter toccare la Cupola di San Pietro con un dito.
# Vista Sky bar a Sorrento
Credits: @mediterraneosorrento Vista Sky Bar Sorrento
Un rooftop vista mare, anzi si potrebbe dire quasi sul mare. All’ultimo piano dell’Hotel Mediterraneo, in Corso Marion Crawford 85, Sant’Agnello (NA), c’è un rooftop che ti regala uno dei panorami più belli d’Italia. Si tratta del Vista Sky Bar sulla costa campana e che offre uno scenario unico in Costiera amalfitana, vista a 360 gradi sul golfo di Napoli, sulle isole e sul Vesuvio.
# Etnea Roof Bar a Catania
Credits: @the_rooftopguide Etnea Roof Bar
Dopo quindi un giro al nord, centro e sud Italia, mancano solo le isole. In Via Etnea 218 a Catania, al settimo piano dell’UNA Hotel, si trova il rooftop più bello della Sicilia: l’ Etnea Roof Bar. Ammettiamolo, la vista sul vulcano attivo più alto d’Europa non possono permettersela tutti, ma questo locale sì. Regala, infatti, un panorama sull’Etna e sui tetti della splendida Catania.
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Nel prossimo futuro le auto saranno quasi esclusivamente elettriche, a guida autonoma e con tecnologie solo oggi impensabili nei veicoli di uso quotidiano. Vediamo quali gioielli potremmo ammirare negli anni a venire.
Le AUTO DA FAVOLA che potremmo vedere nel FUTURO
#1 Bmw Vision Next: l’auto che cambia forma
Credits motorionline.com – Bmw Vision Next
La BMW Vision Next 100è il concept che ha celebrato il centenario del costruttore bavarese e che anticipa quello che potrebbe concretizzarsi presto nel futuro dell’industria automobilistica: una vettura caratterizzata da una significativa spinta all’innovazione e alla sperimentazione. L’auto a guida autonoma è caratterizzata da sportelli ad ali di gabbiano e 4,90 metri di curve, connettività e servizi in rete.
La vera innovazione è l’Alive geometry: una plancia composta da oltre 800 triangoli che cambiando posizione, possono variare la forma, in modo da avere molte funzioni senza abbinare più dispositivi. Anche all’esterno, i materiali stampati in 3d aggiungono una quarta dimensione: i passaruota ad esempio possono adattare la propria forma per seguire le ruote anche nelle fasi di sterzatura, ottimizzando l’aerodinamica.
#2 Renault 19_19 Concept, full electric ispirato al mondo dell’aeronautica
Credits Citroen – 19_19
Il secondo concept elettrico di Citroën, 19_19 Concept, realizzato in occasione del suo centenario esprime la visione della mobilità extra urbana della casa francese. Ispirato al mondo dell’aeronautica l’abitacolo è un vero salotto mobile, la scocca totalmente vetrata somiglia a una bolla trasparente. 19_19 Concept poggia su sospensioni intelligenti, che danno la sensazione di volare sulla strada, ha tecniche di guida autonoma e un assistente personale che interagisce con i passeggeri. Le prestazioni vedono uno scatto da 0 a 100 km in 5 secondi e una una velocità massima di 200 km/h. L’autonomia è incredibile: 800 km, e grazie a una ricarica a induzione ultrarapida senza cavo di ricarica si possono recuperare 600 km in 20 minuti.
#3 E-legend concept, il bolide elettrico dalla linea vintage di Peugeot
Credits peugeot – E legend
Il suo look rétro è ispirato alla 504 Coupé abbinato a tecnologie moderne, come il powertrain elettrico da 462 CV e 800 Nm che le permette di toccare i 100 km/h da ferma in meno di quattro secondi, e raggiungere una velocità massima di 220 km/h. Con una sola ricarica può percorrere fino a 600 km, 500 dei quali sono ripristinabili in meno di mezz’ora. Tra i dettagli futuristici, c’è il piantone dello sterzo retraibile durante le fasi di guida autonoma e il sistema di ricarica wireless
#4 Ez-Ultimo, l’auto robot di lusso senza volante e posto guida di Renault
Credits Vehicle cue – Renaul EZ Ultimo
La Ez-Ultimo di Renault è pensata per andare incontro alle esigenze di clienti come gli hotel a cinque stelle o le compagnie aeree, per i passeggeri di business class, e agli operatori di servizi trasporto passeggeri di lusso. Il prototipo è spinto da un unico motore elettrico. Tutte le quattro ruote hanno funzione sterzante. Privo di volante e posto guida, è stata concepita attorno a un abitacolo per tre occupanti la cui privacy è assoluta grazie all’invisibilità dall’esterno. Lunga 5,70 metri l’auto ha l’aspetto di una futuristica limousine bicolore con interni rivestiti di legno, pelle e velluto bicolore e marmo di Saint Laurent des Pyrénées.
#5 Vision Urbanetic, la concept car modulare per persone e merci di Mercedes-Benz
Credits Dmove – Vision Urbanetic
Vision Urbanetic è un concept della Mercedes-Benz basato su veicoli modulari e autonomi, che vuole cambiare l’idea futura di mobilità cittadina come quella di eliminare la separazione tra persone in movimento e trasporto merci. Come veicolo per trasporto persone può ospitare fino a dodici passeggeri, mentre in modalità cargo può trasportare fino a dieci pallet di merce. I moduli vengono interscambiati automaticamente o manualmente. Queste auto modulari hanno al loro interno un un’unità IT che analizza in tempo reale la domanda e l’offerta di spostamenti in un’area definita. Il veicolo utilizza telecamere e sistemi di sensori per osservare l’ambiente nella sua interezza e comunicare attivamente con altri gli veicoli.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La Pelosa è un angolo di paradiso amato dai viaggiatori di tutto il mondo e si ritrova prima in molte classifiche: più volte eletta “miglior spiaggia d’Italia”, spesso tra le prime del Mediterraneo e in Europa e persino nella top ten delle spiagge più spettacolari al mondo ma soprattutto, prenderebbe la medaglia d’oro se ci fosse una classifica dei luoghi con i nomi più strani al mondo.
LA PELOSA, una delle spiagge più amate dai milanesi. Perché si chiama così?
# Le Maldive italiane
Credit: @gianfrenk
Le sue foto sono ovunque e non è difficile capire perchè, questa spiaggia italiana fa concorrenza alle Maldive e sembra un vero e proprio angolo di paradiso.
La sabbia bianca finissima e l’acqua alle caviglie per decine di metri di un azzurro trasparente rendono la spiaggia La Pelosa uno dei luoghi più belli del mondo, ma dove si trova?
Questa è una delle spiagge più belle e suggestive del nord della Sardegna, che sullo sfondo ospita le sponde dell’Asinara e dell’Isola Piana che incastonano questo angolo di paradiso in una cornice degna di un quadro.
A poca distanza dalla spiaggia su un piccolo isolotto vi è la torre medievale della Pelosa, un’antica costruzione edificata nel 1578 a controllo del transito verso il golfo, oggi tratto distintivo della spiaggia.
# Un angolo di paradiso
Credit: @weroad_it
Questo spettacolo italiano si trova a soli 2 km da Stintino, che da borgo di pescatori è diventato ormai una località turistica.
Siamo nella parte settentrionale dell’Isola ed ogni anno questa spiaggia è meta di tantissimi turisti che da tutta Europa vengono a visitarla, anche se da anni sono state imposte severe regole e restrizioni per proteggere l’ambiente naturalistico.
Il limite giornaliero è di massimo 1500 persone, non si può fumare o consumare cibo e bevande. Oltre ciò non è consentito appoggiare i teli da mare a diretto contatto con la sabbia, ma vanno frapposte stuoie di legno o bambù, per evitare di asportare via la sabbia.
Insomma si fa tutto il possibile per preservare questo paradiso made in Italy.
La Pelosa è libera per oltre metà estensione, il resto è lido attrezzato con sdrai, lettini e ombrelloni.
# Perchè si chiama La Pelosa
Credit: @spiaggialapelosa
Ma ora la domanda che tutti si fanno: perchè si chiama così?
Le teorie sull’origine del nome sono diverse ma due sono le più gettonate.
Secondo la prima il nome deriverebbe dalla strana vegetazione presente lungo le dune che prende forma in lunghi filamenti a forma di ciuffi pelosi. Secondo altre fonti invece il nome originale sarebbe Sa Palosa, derivato dall’abbondante presenza di paglia marina (una particolare tipologia di alga) che si deposita sul fondo di queste acque.
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Da una idea di Renzo Piano, con un crowdfunding che ha raccolto oltre 6 milioni di euro, è nata la nuova sede della facoltà di architettura.
Nuova perché dopo decenni nei quali si sono sviluppati alcuni edifici e altri hanno subito alcun interventi si è finalmente arrivati ad un nuovo assetto costruttivo che restituisce agli studenti degli spazi dedicati e alcune aree verdi che conferiscono, oltre che nell’aspetto, un ateneo più a dimensione d’uomo.
Il nuovo rivoluzionario CAMPUS del Politecnico progettato da Renzo Piano
# Verrà eliminato il “Sottomarino”
credits: Politecnico di Milano
Incremento degli spazi aperti, del verde e una aumentata qualità nella fruibilità della facoltà. Con una scelta coraggiosa verrà eliminato il vecchio “Sottomarino”, elemento da sempre avulso rispetto al resto delle strutture, per fare spazio ad un nuovo spazio di aggregazione.
# Il superbosco e la nuova Aula Magna
Un bosco di 8000 metri quadri che mette fine a cemento e parcheggi interni, spesso selvaggi, con i nuovi building (4200 metri quadri in totale) nei quali avrà sede la nuova Aula Magna da 900 posti, costruiti rispettando una altezza tale da consentire una perfetta visibilità degli edifici storici disegnati da Gio Ponti, più un recupero dell’aspetto originale dei vecchi edifici che rivivranno gli antichi fasti.
Una spesa di 40 milioni di Euro sostenuta principalmente dalla Regione e da Fondazione Cariplo oltre che dal già citato crowdfunding, il quale ha visto protagonisti molti ex studenti dell’ateneo.
# Una necessità per poter COMPETERE con gli altri Campus
credits: Politecnico di Milano
Per poter competere con i nuovi campus che le varie facoltà e le altre università di Milano hanno saputo edificare negli ultimi anni, anche la facoltà di architettura ha intrapreso questo nuovo percorso. In zona si stanno operando alcuni importanti interventi per riportare un valore quasi scomparso. Dal vecchio Giuriati alla piazza Leonardo da Vinci le opere di riqualificazione sono protagoniste in Città Studi e anche la sede storica del Politecnico potrà recitare la parte del leone.
# Un passo verso il FUTURO
credits: Politecnico di Milano
Tanta tecnologia, eliminazione di oggetti, volumi e elementi architettonici che negli anni si sono accumulati senza che nulla avessero a che fare con l’ateneo, tanto verde e tanta luce naturale che permea grazie a nuove geometrie costruttive, barriere architettoniche azzerate e una grande propensione a spazi di aggregazione. All’inaugurazione erano presenti anche il Presidente Mattarella e Renzo Piano che ha potuto vedere coi propri occhi il frutto della sua idea e di alcuni schizzi eseguiti a mano libera che racchiudono tutta la maestria e l’estro dell’Architetto per eccellenza. Non ultima, la piantumazione di 130 nuovi alberi scelti dall’architetto paesaggista Franco Giorgetta.
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Dieci proposte lanciate da Venezia e Firenze, unite al fine di promuovere, valorizzare e proteggere le città d’arte italiane.
10 proposte di VENEZIA e FIRENZE per ridare slancio alle città d’arte
# Un nuovo modello di turismo
Credits: @veneziadavivere (IG)
I Sindaci di Venezia e Firenze, Luigi Brugnaro e Dario Nardella, con il coinvolgimento delle rispettive Amministrazioni, hanno elaborato una serie di interventi per il rilancio del sistema Paese a partire dalle città d’arte. Le due perle italiane intendono far partire un importante progetto fondato sulla realizzazione di un nuovo modello di turismo: i due simboli assoluti di bellezza, di cultura e dell’Italia si uniscono per promuovere, valorizzare e proteggere le nostre preziose città d’arte, da riscoprire e preservare.
Credits: @igersfirenze (IG)
# Città d’arte? #Nonmetterledaparte
Il progetto prende la forma di un documento ufficiale: un decalogo dal nome “Città d’arte? #Nonmetterledaparte”, presentato al Governo, condivisibile da ogni altra città italiana che voglia parteciparvi.
Il documento punta alla rigenerazione urbana, coniugando in modo innovativo turismo, ambiente, cultura, servizi, tecnologia, commercio e residenzialità.
Le richieste contenute nel suo testo parlano in modo specifico di sostegno economico ai lavoratori e di incentivi per promuovere congiuntamente una ripresa internazionale.
Credits: @igersfirenze(IG)
# Il decalogo
Il decalogo è diviso in tre capitoli.
Il primo è intitolato “La salvaguardia della filiera del turismo” e contiene quattro proposte:
sostegno economico per lavoratori e aziende
incentivi per il turismo in Italia
attività, tour ed experience nelle mani dei professionisti
norme per le guide turistiche.
Il secondo capitolo affronta il tema strategico dei trasporti, uno tra i più importanti delle città d’arte.
Nel terzo capitolo si parla infine di residenzialità: norme relative agli appartamenti destinati agli affitti brevi, norme speciali per la limitazione delle attività commerciali o dei prodotti in libera vendita. Le proposte sugli affitti turistici saranno invece prese in considerazione con le associazioni che rappresentano gli host.
Credits: @igersvenezia(IG)
L’idea è quella di introdurre delle regolamentazioni nel settore delle locazioni turistiche, ispirandosi a modelli internazionali oramai collaudati, come Barcellona o Parigi.
Il documento include, inoltre, una serie di norme per la tutela del decoro e la sicurezza urbana e per lo sviluppo delle Smart control room, per la gestione intelligente della città: una vera e propria centrale di controllo sofisticata e all’avanguardia.
Firenze e Venezia sono tra le città che accolgono più visitatori durante il corso dell’anno e necessitano di sistemi di avanguardia per la gestione intelligente di tutti i servizi urbani. Sono luoghi ideale per sperimentare le nuove tecnologie, sia software che hardware, con i più importanti player nazionali ed internazionali.
Tra queste, il documento elenca l’implementazione di sistemi di sensoristica, l’aumento del numero di telecamere di videosorveglianza, l’accesso alle banche dati per il controllo dei veicoli circolanti. Parla inoltre dello sviluppo di software di intelligenza artificiale e di piattaforme multicanale e multilingue.
# Il rilancio del turismo internazionale parte da qui
L’ operazione, ideata con lo scopo di rilanciare il turismo internazionale e veder rifiorire le città d’arte, nasce da un consolidato rapporto storico tra Firenze, indiscutibile capitale del Rinascimento italiano e Venezia, alle prese con i festeggiamenti dei suoi 1600 anni.
@giuversus Instagram Stories
Le città sono entrambe, a pieno merito, sul podio della classifica europea “Cultural and Creative Cities Monitor”, rispettivamente prima e terza tra i grandi centri urbani più creativi e culturalmente vivaci del Vecchio Continente.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano offre locali di ogni genere, capaci di lanciare mode e stupire con location particolari. La rivista QNM ne ha selezionati alcuni dei più originali. Vediamo quali sono.
I LOCALI PIÙ STRANI DI MILANO per una serata originale
#1 Milleluci, con la tipica ambientazione Anni ’60
Credits milleluci.milleluci IG
Il Ristorante Milleluci è una tappa obbligata per gli amanti della musica e della canzone italiana. Con la tipica ambientazione Anni ’60 che lo rende davvero unico nel suo genere è una “trattoria pop” che offre un’atmosfera accogliente, un ambiente giovane e una cucina casereccia da trattoria, per un aperitivo insolito o una cena fuori dagli schemi.
Indirizzo: Via Rosolino Pilo, 7
#2 Fonderie Milanesi, conserva ancora la struttura originaria della fabbrica
Le Fonderie Milanesi, nascosto all’interno di una suggestiva corte, è il posto ideale per una serata con gli amici o in dolce compagnia. Questo locale in zona Navigli conserva ancora la struttura originaria della fabbrica su cui nasce e ad essa sono stati aggiunti tavolini in vetro e ferro battuto, sedie in metallo, enormi specchi antichi, bici sospese sul soffitto e ancora, moto d’epoca.
Indirizzo: Via Giovenale, 7
#3 Atmosfera, cenare a bordo di uno storico tram
credits: bcdtravel.com
A Milano è possibile cenare a bordo di uno storico tram, grazie ad ATMosfera. Prenotando con un po’ di anticipo si potrà godere di una cena romantica seduti in un tram della serie Carrelli mentre si osservano i luoghi più suggestivi della città. Ci sono diversi itinerari e menu disponibili. Il servizio è attivo 7 giorni su 7 previa prenotazione e la cena ha una durata di circa 2 ore e 30.
#4 Beda House, il pub inglese con gli interni in stile vittoriano
Credits galaxyphoto IG – Beda House
Osservato da fuori il Beda House sembra essere il classico pub inglese dove trascorrere una serata tranquilla, sorseggiando una birra oppure un buon whiskey. All’interno invece si viene accolti da una grande sala in perfetto stile vittoriano.
Indirizzo: via Gioacchino Murat 2
#5 La Miniera, un locale simile a una chiesa gotica
Credits becky__23 IG – Beda House
In fondo al Beda House si scopre una sala di un genere totalmente diverso. Realizzata con la collaborazione del famoso scenografo Alessandro Bettonagli, di due scultori e geometri, “La Miniera” è una vecchia carrozzeria “trasformata” in una chiesa gotica. Qui si può ascoltare buona musica, bere e mangiare in un’ambientazione spettrale.
Indirizzo: via Gioacchino Murat 2
#6 El Jadida, un ristorante-lounge che rievoca ambientazioni marocchine
Credits milanobiz IG – Eljadida
El Jadida è uno dei ristoranti-lounge bar più particolari di Milano, che ammalia con la sua atmosfera mediorientale e la sua eccellente proposta culinaria. Arredamento in stile orientale, con cuscini, tavolini, candele e tendaggi che rievocano ambientazioni marocchine.
Indirizzo: Via Carlo Bazzi, 47
#7 Officina cocktail bar, sorseggiare un drink tra attrezzi, auto storiche e moto da corsa
Credits milanofoodspirit – Officina coccktail bar
Officina Cocktail Bar è una meta per veri uomini amanti non solo del buon bere, ma anche delle moto. La location è infatti una vera e propria officina, dove fra attrezzi da lavoro, moto da corsa customizzate e auto d’epoca è possibile rilassarsi sorseggiando long drink preparati ad arte.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano non c’è il mare, e su questo siamo tutti d’accordo, nonostante molti considerino l’Idroscalo come una vera piccola località turistica nel territorio meneghino. Sarà forse per questo che mediamente le destinazioni turistiche di mare, durante i mesi estivi, sono sempre state le preferite rispetto a chi sceglie la montagna, per trekking, laghi e quant’altro.
Anche se va detto che la montagna, negli ultimi anni, ha riscosso un vero e proprio boom di turismo. Generalizzare è impossibile, perché qui siamo abituati a partire per mete sparse ovunque, ma sta di fatto che come per la maggior parte degli italiani, anche i milanesi, negli anni, hanno modificato le proprie preferenze in termini di spiagge. Sia all’estero che in Italia.
Le METE estive più GETTONATE dei MILANESI
# Anni ’80: il mito della Riviera Romagnola
credits: @labellarivieraromagnola su IG
Rimini e Costa del Sol: etichettare il mare degli anni ’80 per i milanesi è semplice come bere un bicchier d’acqua. La stragrande maggioranza dei nostri concittadini in quegli anni preferiva località come Torremolinos, Málaga e paesi limitrofi nella lontana Spagna, con viaggi in auto che rimasero leggenda della generazione di persone nate negli anni ’60 o poco dopo. In Italia, invece, prese definitivamente piede il mito della Riviera Romagnola, già ben avviata dal dopoguerra ma letteralmente esplosa con Rimini e Riccione in testa. Mare perennemente calmo, fondale bassissimo, piadina e discoteche romagnole (su tutti, il Peter Pan). Nella maggior parte dei casi, gestite da milanesi.
# Anni ’90: al ritmo di “Isla Bonita”
credits: @jotacherokee su IG
Nel 1990 a farla da padrone erano soprattutto la LLoret de Mar e Ibiza, quindi la Costa Brava e le Baleari. In particolare in Costa Brava ci fu uno sviluppo mega di case vacanze e hotel anche a prezzi molto accessibili, che riempì il sud del paese iberico di turisti da ogni dove e che fece nascere con gli anni qualche insofferenza da parte, soprattutto, dei residenti della Catalogna. Per quanto riguarda Ibiza, invece, la fama dell’isola già meta di club e discoteche di ogni tipo esplose con il singolo latino di Madonna “La Isla Bonita”, che uscì nel 1986 ma come per ogni hit, ci mise qualche anno a diffondere la fama del testo che celebrava.
# Anni 2000: le bellezze naturali di Formentera e la perla del Salento
credits: @salentopugliait su IG
Da Ibiza si giunge, con mezz’ora di traghetto al massimo, a Formentera, la sorella minore e meno celebre che, con gli anni, si attrezzò in maniera tale da arrivare quasi a portare via a Ibiza il primato di visitatori. A Formentera club e strutture ricettive non mancano, ma quello che ne fece schizzare a mille la fama fu, oltre alle bellezze naturalistiche, la presenza di hotel e case vacanze in contesti moderatamente più tranquilli di Ibiza, dove la vita notturna assorbe quasi tutto. Per restare in Italia, invece, i milanesi iniziano pian pianino a scoprire Gallipoli, perla ormai super-inflazionata del mare del Salento.
# Anni 2010: acque cristalline e relax su costa e isole della Croazia
credits: @lostincroazia su IG
Con gli anni 2010 ecco farsi strada un’altra new entry delle mete preferite dai milanesi. La Croazia. Molto più economica pur rispetto alla già modesta Spagna, e soprattutto più vicina, la Croazia ha visto impennarsi i turisti pronti a passare l’estate sulle sue spiagge in maniera esponenziale negli anni. La differenza con la vicina riviera adriatica la fa ovviamente l’acqua del mare, che sulla costa del paese balcanico è molto più cristallina. Inoltre va segnalata la crescita costante di una destinazione scelta già da milanesi e italiani ormai da tempo, ovvero la Grecia. Mykonos e Ios per serate più da nightlife, Santorini per vacanze più relax.
# Oggi: la Grecia è la preferita
credits: @travelsthirst su IG
Dagli anni 2020 parlare di turismo sembra un po’ un controsenso, considerando che proprio all’inizio del decennio è scoppiato tutto quello che sappiamo e il turismo, fra tanti settori, è quello che è stato quasi azzerato. Per fortuna le cose stanno migliorando e tante persone stanno scoprendo le destinazioni del futuro. A detta dei tour operator e degli addetti al variegato mondo delle vacanze estive, la Grecia nelle isole minori e meno famose sarà la meta preferita dei milanesi degli anni futuri. Resta da capire che tipo di impatto avrà il green pass sul turismo futuro e, in generale, la reazione dei vari stati al successo della campagna vaccinale, ma molti sono ancora concordi nel ritenere questa estate del 2021 un banco di prova per la vera ripresa, e che la reale prova di un ritorno alla piena normalità vacanziera si avrà solo con l’estate del 2022.
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Corsi di guida sicura in città, dedicati alla conquista del monopattino elettrico.
A Milano partono i CORSI DI GUIDA per i MONOPATTINI
# Milano e la nuova frontiera del trasporto privato
Credit: milanoevents.it
Milano non sarà estesa come Roma o altre capitali, ma in fatto di mobilità e nuovi mezzi di trasporto non è seconda a nessuna metropoli europea.
Purtroppo, anche le polemiche legate all’introduzione della mobilità leggera, non si sono fatte attendere.
Con la paura della pandemia, è aumentato anche il ricorso al mezzo di trasporto privato, chiunque in possesso di un’automobile privata, ha evitato l’uso dei mezzi pubblici.
Contemporaneamente, si sono moltiplicate in città le possibilità di usare mezzi alternativi. Le piste ciclabili e lo sharing di mezzi di trasporto, come scooter e monopattini elettrici, forniscono l’unica alternativa ai mezzi pubblici e privati.
Non solo divertimento, però: il monopattino elettrico è veloce, divertente, ma ingombrante allo stesso tempo, se non si presta la necessaria attenzione.
# La mobilità del prossimo futuro
Credit: ciclismo.it
Per fare in modo che la diversificazione dell’offerta, in un territorio relativamente semplice e piccolo come Milano, sia un’opportunità e non solo una guerra ideologica all’auto privata, sono nati i corsi dedicati alla guida sicura del monopattino elettrico.
Il corso è ideato da LINK, una della aziende top per la sharing mobility dei monopattini, progettati da Superpedestrian, una start up innovativa leader nella micromobilità, nata dall’esperienza del MIT di Boston. ACI-SARA, dal canto sui, è attiva dal 2004 e impiega tecnologie sofisticate e attrezzature specifiche, per formare ed educare conducenti di ogni tipo di veicolo, una vera eccellenza a livello europeo.
Si rivolgono ad ACI-SARA anche le forze dell’ordine, per i corsi concentrati sulla guida sicura.
Nascono da questo esplosivo connubio i corsi avanzati per l’utilizzo corretto del monopattino elettrico, facendo leva su educazione stradale e formazione, in linea con quanto sta già facendo LINK circa il corretto utilizzo dei suoi veicoli.
ACI-SARA e LINK percorrono l’obiettivo comune di formare e educare gli utenti alla guida sicura, rispettosa di tutti i soggetti presenti in strada, in un’ottica di sostenibilità ambientale.
# Un ulteriore respiro per auto e inquinamento
Credit: milanoevents.it
Come abbiamo visto nelle strade di Milano, lo sfruttamento del mezzo privato, in concomitanza con le nuove ciclabili e i restringimenti di carreggiata, ha danneggiato la mobilità generale e, di conseguenza, la qualità dell’aria in città.
Col perdurare di questa situazione, saremo tutti noi milanesi a perdere.
Di sicuro la categoria più penalizzata sono stati gli automobilisti. In coda, senza sapere un orario di arrivo, si vedono inoltre sbucare da ogni parte monopattini e biciclette che sfrecciano veloci e incontrollati.
Sapere che esistono corsi di formazione e vera e propria educazione stradale per usare con criterio questi nuovi mezzi darà loro un respiro di sollievo.
Forse più ampio di quello di cui godrà l’aria di Milano.
# Le reazioni
In attesa di raccogliere le reazioni dei nostri lettori, possiamo già raccogliere alcune significative dichiarazioni.
Carlo Alessi, Presidente di ACI Vallelunga, dichiara: «Dopo l’evento di lancio a Roma, siamo orgogliosi di aver ospitato presso il Centro Guida Sicura ACI-SARA di Lainate questa importante iniziativa. Aver sviluppato la partnership con LINK e mettere a disposizione degli utenti un veicolo così tecnologicamente all’avanguardia rappresenta un importante traguardo per la nostra società, che è costantemente alla ricerca di prodotti innovativi e sicuri cui legare la propria collaborazione».
Gli fa eco Maurizio Pompili, O.M. di LINK «La partnership con i centri ACI-SARA ha permesso di lanciare anche a Milano questa importante iniziativa, che rappresenta una vera propria svolta nel nostro settore. E’ la prima volta che un’azienda privata decide di mettersi al servizio del cittadino e lanciare un corso di guida sicura per monopattini elettrici su scala nazionale».
E ancora «Il fenomeno della micromobilità elettrica, esploso soprattutto durante l’ultimo anno, non può più fare a meno di un programma di educazione rivolto agli utilizzatori [di questo mezzo] nel rispetto di tutti gli utenti della strada».
ACI Milano, che ha sempre seguito da vicino il problema creato dalla nuova micromobilità, soprattutto dopo il boom dell’offerta relativa ai monopattini, punta il focus sulla necessità di veicoli e comportamenti sicuri.
Dice Geronimo La Russa«Ben venga ogni iniziativa che accresca la consapevolezza di un’utenza che deve essere ben conscia, da un lato, delle potenzialità di questi nuovi mezzi e del loro utilizzo più razionale, dall’altro, delle necessarie conoscenze delle regole stradali e per una corretta interazione con gli altri veicoli».
Non può mancare il parere dell’Assessore alla mobilità, Marco Granelli«Plaudo a questa iniziativa: la conoscenza delle regole e la consapevolezza del pericolo sono il miglior presupposto perché le nostre strade siano sicure. Il monopattino elettrico però non è un giocattolo, le regole esistono e vanno rispettate per rendere possibile la convivenza in strada e in sicurezza di mezzi diversi. A Milano tutte le società che offrono sharing devono contribuire con il Comune alla formazione e alla sensibilizzazione dei cittadini».
# Da Roma a Lainate: i nuovi corsi si espandono
Credit: inmoto.it
I corsi di LINK e ACI-SARA sono iniziati il Centro di Guida Sicura Vallelunga di Roma e si sono spostati a Lainate per interessare l’area urbana del milanese.
Grazie al grande successo ottenuto, sono destinati ad essere ripetuti altrove e per diverse volte. I nostri concittadini automobilisti e monopattinisti, che ne pensano?
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Continua lo scontro tra Regione e Comune riguardo alla trasformazione della ferrovia Roma-Ostia Lido nella metropolitana E.
Tra i pro e contro la decisione continua a tardare, riuscirà la ferrovia Roma-Ostia Lido a diventare una metropolitana?
La ferrovia ROMA-OSTIA diventerà una METROPOLITANA?
# La ferrovia Roma-Lido
Credit: it.wikipedia.org
La ferrovia Roma-Lido è una linea ferroviaria che collega la stazione di Roma Porta San Paolo, nel quartiere Ostiense, alla stazione di Cristoforo Colombo, nel quartiere Lido di Castel Fusano.
Inaugurata nel 1924, la linea è lunga circa 28 km, attraversa 13 stazioni ferroviarie di superficie ed effettua scambi con la linea B della metropolitana e con le Ferrovie Laziali.
Ogni giorno la Roma-Ostia Lido è utilizzata da oltre 100mila persone, è una ferrovia fondamentale per i cittadini romani, collegando la città a Ostia ed è proprio per la sua importanza che andrebbe migliorata.
# Trasformarla in una metropolitana: i pareri discordanti
Credit: ilfaroonline.it
Come riporta ilriformista.it per risolvere i problemi che hanno assicurato a questa ferrovia il titolo di una delle peggiori ferrovia d’Italia, Carlo Calenda ha riportato a galla una proposta già molto discussa: farla diventare una metropolitana.
Dal 2018 è stata infatti rimessa sul tavolo la discussione sulla “metropolitanizzazione” della linea.
Al riguardo al momento nessuno sembra però voler prendere una decisione.
L’assessore della Regione Lazio, presieduta da Zingaretti, afferma di non volerla trasformare in linea metropolitana perchè significherebbe trasferirne le competenze al Comune di Roma.
Dall’altra parte Gualtieri, anche lui del Partito Democratico, promette tutt’altro e a questo si aggiunge l’assessore della Giunta di Roma Capitale Calabrese, che invece sostiene che è tutta colpa della Regione che “non sta facendo le cose che deve”.
Calenda lo definisce il “gioco degli specchi”, uno dei problemi da risolvere che l’avrebbe portato a candidarsi.
La ferrovia Roma-Ostia Lido diventerà finalmente una metropolitana?
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Su alcuni temi è “cool” essere tolleranti. Su altri è cool essere intolleranti.
Il nostro periodo storico ha giustamente l’ideale della tolleranza in primo piano. Si è compatti nel giudicare negativamente le varie forme di intolleranza verso alcune minoranze, tipo quelle per orientamento sessuale o per le minoranze etniche che un tempo erano oggetto di discriminazione.
Considerare in questo caso il diverso senza alcuna connotazione negativa è un grande segno di civiltà.
Paradossalmente non tutti i diversi accedono a questa tutela morale della comunità. Anzi.
La stessa comunità che difende alcune minoranze, si scaglia contro chi adotta scelte o comportamenti diversi da quelli del proprio gruppo di riferimento. Ad esempio il recente fatto di cronaca del bambino scomparso e poi ritrovato nei boschi del Mugello ha portato allo scoperto la condanna sociale contro chi decide di vivere libero da vincoli e stereotipi della società, attaccando questo stile di vita considerato improprio.
Lo stesso fatto che si facciano delle leggi per tutelare espressamente solo alcune minoranze crea disuguaglianze tra le minoranze.
Il principio di tutelare le minoranze dovrebbe valere per tutte le minoranze, anche per le minoranze formate da chi esprime un’opinione o uno stile di vita diverso da quello dominante. Ogni minoranza dovrebbe essere trattata con rispettoinvece che diventare bersaglio della condanna sociale.
Perchè la regola generale seguita da molti non è di salvaguardare le minoranze ma di strumentalizzarle per promuovere la propria bandiera ideologica. Se ci si volesse battere per un principio di civiltà bisognerebbe battersi per ogni tipo di minoranza, non solo quelle che corrispondono ai propri valori.
La più grande battaglia per i diritti civili dovrebbe essere messa in campo per eliminare ogni tipo di discriminazione verso chi è diverso nell’affrontare la vita, soprattutto chi si discosta dalla cultura dominante del momento.
Perché il livello di una civiltà non si misura nella libertà che ha chi si conforma, ma nella libertà che viene data agli eretici.
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Il centrodestra è ancora in alto mare per individuare il nome del candidato sindaco. Dopo il rifiuto di Oscar De Montigny, queste sono le tre nuove ipotesi per il candidato del centro destra.
Il buono, il brutto e il cattivo: le TRE NUOVE IPOTESI per il CANDIDATO del CENTRO DESTRA
#1 Salvini: “ho l’identikit giusto. È un imprenditore del mondo del sociale e un professore universitario. Credo che le prossime ore saranno decisive“
Credits attualita_e_politica IG – Salvini
Matteo Salvini dopo alcuni giorni di tensione, con la rinuncia di De Montigny a ricoprire le vesti di candidato sindaco per il centro destra alle prossime elezioni comunali a Milano in autunno, sembra avere ritrovato l’ottimismo. Si dice certo di aver individuato la persona giusta, con cui ha avuto un colloquio positivo nelle scorse ore, per sfidare il sindaco uscente Sala: “Sono appena rientrato apposta per occuparmi del candidato sindaco di Milano. E credo che sia la volta buona. È un imprenditore del mondo del socialee un professore universitario. Credo che le prossime ore saranno decisive“.
#2 Ma spunta il nome di Feltri (con Albertini)
Feltri – Albertini
Una delle ipotesi circolate nella giornata di ieri 24 giugno è quella del direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri con Gabriele Albertini vicesindaco, come riportato dal Corriere della Sera, la cui risposta a riguardo è stata: “La cosa mi solletica e anche mi lusinga. Però, io non saprei amministrare un condominio, figuriamoci Milano“. Aggiungendo che: “Mai fatto una campagna elettorale, mai stato nemmeno consigliere comunale». L’esperienza di Albertini potrebbe essere di aiuto. L’ironia di Vittorio Feltri: “Giusto. Posso chiedere di fare tutto a lui, io esercito il potere di indirizzo“.
#3 Oppure il colpo a sorpresa: Sala sfida Salvini, “Si candidi lui”
Credits: milano.corriere.it – Sala e Salvini per l’autonomia per Milano
Il sindaco Salaha commentato la rinuncia dell’ultimo sfidante in ordine di tempo, che avrebbe potuto competere con lui alle prossime elezioni comunali, proponendo lo stesso Salvini come candidato del centro destra: “È chiaro che abbiamo due visioni della città differenti, magari sarebbe un’occasione per chiamare i milanesi a esprimersi a favore dell’una o dell’altra. Potrebbe essere una soluzione“. Aggiungendo che “Milano merita una competizione forte, io so che posso non essere creduto, ma non sono qua ad aspettare di non aver nessuno o di avere un debolissimo candidato, perché non va bene per Milano“.
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Liguria, oltre alle spiagge c’è di più. Quali sono i segreti che si nascondono tra la vegetazione della “foresta tropicale” ligure?
La FORESTA TROPICALE dell’entroterra LIGURE
Quando si pensa alla Liguria, tre cose vengono in mente: la focaccia, il pesto e le spiagge. Questo perché il suo entroterra è un luogo ancora poco conosciuto ai più ma che riserva moltissime sorprese. D’estate folle di accaldati bagnanti riempiono le spiagge liguri in cerca di un rinfresco, ma in pochi sanno che esiste una foresta quasi deserta, piena di laghetti con cascate e scivoli levigati nella roccia, proprio a pochi chilometri dalle affollatissime spiagge.
# I segreti nascosti tra la vegetazione del Parco Natura del Beigua
credit: Nikon Club @franchino63
Stiamo parlando del meraviglioso Parco naturale regionale del Beigua, l’area naturale protetta che circonda l’omonimo monte e che comprende i comuni di Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella, Tiglieto e Varazze. Magari questi comuni non vi sono nuovi, probabilmente ne conoscete le spiagge, ma tra la fitta vegetazione si nasconde molto di più: torrenti, canyon, laghetti naturali e cascate.
# Una foresta “tropicale” nel cuore della Liguria
credit: Instagram @massilu1
In ognuno di questi comuni il parco riserva delle magnifiche e rinfrescanti sorprese dall’ambientazione più tropicale che ligure, anche se oggi ci concentreremo sui Laghetti del Rio Scaggion, non molto distanti dalla città di Varazze. Da qui infatti è molto semplice, anche in automobile, raggiungere due selvaggi laghetti. Bisogna proseguire verso la località Faje e una volta raggiunte le indicazioni per il Deserto di Varazzesi dovrà prendere una strada in discesa per circa due kilometri. La comparsa delle acque del Rio Scaggion segna il momento di parcheggiare la macchina e continuare il percorso a piedi.
# Ce n’è per tutti i gusti e il problema è solo uno: scegliere
credit: Instagram @angelicaremedios
Per raggiungere il primo laghetto si risale il corso d’acqua, percorrendo una stradina in salita per circa 10 minuti. Il sentiero conduce gli avventurosi sino ad una cascata che, scendendo da un’enorme massa di roccia, forma un’ampia pozza profonda. Questo laghetto è il più soleggiato ed è perfetto per gli amanti della tintarella con i suoi grandi massi, lisci e piatti, che consentono ai bagnanti di prendere il sole dopo un rinfrescante bagno. Per chi non ha un grande spirito d’avventura e non vuole percorrere sentieri secondari, seguendo il sentiero principale si raggiunge il secondo laghetto. Più profondo e ombreggiato del primo, è il paradiso per chi cerca una fresca novità dall’ardore estivo.
Insomma, tra la fitta vegetazione della “foresta tropicale” ligure si possono trovare soluzioni per tutti i gusti e tra tutte le meraviglie a disposizione l’unico problema non sarà più la folla, ma la scelta.
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