Le tolleranze “cool” e quelle “out”

Su alcuni temi è “cool” essere tolleranti. Su altri è cool essere intolleranti

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Su alcuni temi è “cool” essere tolleranti. Su altri è cool essere intolleranti.

Il nostro periodo storico ha giustamente l’ideale della tolleranza in primo piano. Si è compatti nel giudicare negativamente le varie forme di intolleranza verso alcune minoranze, tipo quelle per orientamento sessuale o per le minoranze etniche che un tempo erano oggetto di discriminazione.
Considerare in questo caso il diverso senza alcuna connotazione negativa è un grande segno di civiltà.

Paradossalmente non tutti i diversi accedono a questa tutela morale della comunità. Anzi.
La stessa comunità che difende alcune minoranze, si scaglia contro chi adotta scelte o comportamenti diversi da quelli del proprio gruppo di riferimento. Ad esempio il recente fatto di cronaca del bambino scomparso e poi ritrovato nei boschi del Mugello ha portato allo scoperto la condanna sociale contro chi decide di vivere libero da vincoli e stereotipi della società, attaccando questo stile di vita considerato improprio.

Lo stesso fatto che si facciano delle leggi per tutelare espressamente solo alcune minoranze crea disuguaglianze tra le minoranze.
Il principio di tutelare le minoranze dovrebbe valere per tutte le minoranze, anche per le minoranze formate da chi esprime un’opinione o uno stile di vita diverso da quello dominante. Ogni minoranza dovrebbe essere trattata con rispetto invece che diventare bersaglio della condanna sociale. 

Perchè la regola generale seguita da molti non è di salvaguardare le minoranze ma di strumentalizzarle per promuovere la propria bandiera ideologica. Se ci si volesse battere per un principio di civiltà bisognerebbe battersi per ogni tipo di minoranza, non solo quelle che corrispondono ai propri valori.

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La più grande battaglia per i diritti civili dovrebbe essere messa in campo per eliminare ogni tipo di discriminazione verso chi è diverso nell’affrontare la vita, soprattutto chi si discosta dalla cultura dominante del momento.
Perché il livello di una civiltà non si misura nella libertà che ha chi si conforma, ma nella libertà che viene data agli eretici.

Continua la lettura con: La paura dell’esclusione

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