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A un’ora da Milano il SENTIERO DELLE ESPRESSIONI

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L’arte non è solo nei musei. A volte, la si può trovare camminando e facendo trekking in mezzo a un bosco.

A un’ora da Milano il SENTIERO DELLE ESPRESSIONI

# Itinerario dal Balcone d’Italia

credits: @andrealess13 IG

Nella Valle d’Intelvi, al confine tra Lombardia e Svizzera, c’è un labirinto di percorsi e sentieri, che vengono praticati da appassionati di montagna. Da oggi, si aggiunge un percorso che unisce natura e cultura. L’Associazione M.A.S.C.H.E.R.A. – nota per le creazioni delle maschere di Carnevale – con il patrocinio del Comune di Schignano, ha creato infatti un itinerario tra i boschi nel quale si possono ammirare sculture in legno.

Siamo nei pressi del Balcone d’Italia, soprannome della Sighignola, montagna delle Prealpi Luganesi affacciata sulla Val D’Intelvi e da cui, nelle giornate migliori, è possibile ammirare le vette del Cervino e del Monte Rosa.

# Trekking culturale tra le emozioni

credits: @andrealess13 IG

Nel dedalo dei percorsi di trekking che la natura ha disegnato con perfezione nella Valle, si insinua la creatività umana e, tra una pedalata e una camminata enogastronomica, è possibile raggiungere il Sentiero delle Espressioni. Attività sportiva e ricreativa, rigenerante e detox abbinata all’esperienza culturale, il Sentiero delle Espressioni accompagna i viaggiatori fino all’Alpe Nava, attraverso un percorso fitto di sculture in legno.

Le sculture sono ricavate dai tronchi del bosco, riproducono creature misteriose ma benevole ed espressive, che riproducono tutta la gamma delle emozioni: dalla gioia alla sorpresa. Ci sono anche creature molto enigmatiche e che incutono timore, in modo da rendere il viaggio nel sentiero più simile ad un’avventura fiabesca che non alla sola escursione sportiva.

# Divertimento per grandi e piccini

credits: @lariusway IG

Per completare il percorso ci vogliono 3 ore e mezza, con tappe intermedie di difficoltà a seconda dell’allenamento o voglia di camminare e pedalare. C’è anche una parte dedicata ai più piccoli, con cui si attraversa il bosco, per far loro conoscere la natura, compresa quella delle emozioni umane. Per i più esperti segnaliamo i pendii del percorso dell’Alpe Nava, ripidi e impervi, non deluderanno le aspettative.

Per raggiungere questo affascinante itinerario da Milano, basta dirigersi verso Schignano, in provincia di Como. Già dalle prime case si capisce che siamo in un borgo di montagna attrezzato per le escursioni. Notevoli sono le segnalazioni dei percorsi da intraprendere e, per il Sentiero delle Espressioni, le indicazioni corrette sono quelle che portano all’Alpe Nava.

# Il periodo freddo è la stagione perfetta

credits: @valleintelviturismo IG

Il periodo autunno-inverno è il migliore per conoscere questa parte di Val d’Intelvi e le sue creature. In questo periodo, infatti, i boschi si colorano dei toni caldi del fogliame. Dal giallo al rosso, questi colori naturali aggiungeranno emozione al Sentiero stesso, amplificando l’esperienza. Per tutti coloro che sono appassionati di montagna non servono altre indicazioni, oltre raccomandare prudenza.

Finita l’escursione è possibile placare l’appetito visitando alcune locande e trattorie della zona, dove scegliere tra abbondanti primi, come ad esempio gli spaghetti ai 3 formaggi, oppure tra il brasato e i Sciatt. I più infreddoliti possono chiedere la Suppa de Can.

Fonte: SiViaggia

Continua a leggere con: La piccola SVIZZERA BERGAMASCA: alpeggi, pascoli verdeggianti e territori incontaminati a pochi chilometri da Milano

LAURA LIONTI

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Il primo sciopero dei lavoratori autonomi?

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Per il 15 ottobre tutte le principali categorie professionali hanno annunciato uno sciopero ad oltranza contro l’istituzione di un pass per accedere al lavoro.

I primi ad annunciare il blocco sono stati i portuali di Trieste seguiti dai colleghi di Genova e di Gioia Tauro. Hanno poi annunciato l’adesione al blocco totale anche i sindacati di tutti i settori metalmeccanici, industriali e artigianali nazionali, i docenti e gli studenti contro il Green Pass, camionisti, i magazzinieri e, perfino, il Sindacato dell’Aeronautica Militare (SIAM) che ha indetto per l’occasione il primo sciopero della sua storia.

C’è una vasta categoria che però non ha modo di esprimere il diritto di sciopero in quanto non è federata in sindacati e lavorando in maniera autonoma non riescono ad avere un potere contrattuale perché sono al contempo datori di lavoro e lavoratori.  

Che cosa potrebbero fare i lavoratori autonomi per mostrare solidarietà e adesione allo sciopero generale?

Una delle caratteristiche dello sciopero è di non ricevere lo stipendio per i giorni in cui si protesta. Un contributo molto concreto potrebbe essere quello di dividere il proprio guadagno dei giorni dello sciopero generale con chi in quei giorni non riceverà nessuno stipendio.

Poi, si potrebbero annullare gli appuntamenti e non rispondere al telefono, mettendo un messaggio automatico o dicendo che oggi non si è disponibili per il lavoro perché si sta scioperando.

Visto che in questo caso il contendere è tra i lavoratori e il governo, un altro modo per aderire alla protesta da parte dei lavoratori autonomi e delle imprese potrebbe essere di posticipare qualunque tipo di pagamento destinato alla pubblica amministrazione, ad esempio tasse o multe, fino alla conclusione del periodo di sciopero.

Infine, dato che i media tradizionali tendono a disertare o a eludere queste informazioni, altra attività di sostegno potrebbe essere quella di diffondere il più possibile le notizie riguardanti i singoli gruppi in protesta.

Il buon governo dovrebbe esprimere armonia e ordine nel paese, invece che imporre le proprie idee attraverso il ricatto.
La forza di questo tipo di protesta è che ricalca la metodologia di resistenza passiva attuata da Gandhi in India e che ha portato un popolo disarmato e pacifico ad avere la meglio su uno dei più grandi eserciti del mondo.

Continua la lettura con: I portuali di Trieste scriveranno la storia?

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Leggi anche: L’inverno dei nostri gilet gialli

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48 ore a MARSIGLIA: 10 COSE da fare per un fine settimana nella CITTÀ PIÙ COLORATA e COSMOPOLITA del sud della Francia

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Seconda città francese per popolazione, Marsiglia è la città più antica della Francia nonché una delle più multietniche. Si dice che Marsiglia abbia “111 volti”, ogni suo quartiere ha infatti una storia da raccontare che si discosta completamente da quella di quello vicino. Marsiglia è una città caotica e frizzante, che non annoia mai. Anzi sono proprio le sue innumerevoli contraddizioni e il suo melting pot a renderla unica. E poi c’è il suo legame con il mare, con le tradizioni, l’amore per la sua cucina e per quel francese un po’ storpiato da tutti gli accenti stranieri che popolano la città. Così ecco le 10 cose da fare se si desidera trascorrere un weekend a Marsiglia.

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48 ore a MARSIGLIA: 10 COSE da fare per un fine settimana nella CITTÀ PIÙ COLORATA e COSMOPOLITA del sud della Francia

48 ore a Marsiglia non bastano per girarla tutta, ma ci sono delle zone e dei luoghi che non possono mancare in un mini-tour della città più colorata del sud della Francia. E se i posti da vedere sono lontani tra loro, non c’è tanto da preoccuparsi perché oltre alla metro, ai tram o all’auto, fortemente sconsigliata, con cui muoversi, una soluzione perfetta per visitare la città è noleggiare una bicicletta o e-bike, così da godersi a pieno tutta l’atmosfera marsigliese.

#1 La Basilica di Notre-Dame-de-la-Garde

Notre Dame de la Garde ©JoYanaOTCM

Soprannominata la “Bonne Mère”, la “buona madre”, la Basilica di Notre-Dame-de-la-Garde è una delle attrazioni principali di Marsiglia. Posizionata sul punto più alto della città, a circa 154 m sul livello del mare, in un punto strategico per la vista panoramica che offre, la basilica è dedicata alla protettrice dei pescatori e di tutti i marsigliesi. In realtà Notre-Dame-de-la-Garde è costituita da due chiese: una superiore, visibile a tutti, e una inferiore che corrisponde alla cripta. Si tratta di una basilica in stile romantico-bizantino, riconoscibile dalla presenza delle cupole e dall’uso di pietre colorate, ornamenti in oro e mosaici. Affreschi, dipinti e sculture decorano poi l’interno della chiesa, rendendola un luogo di culto ricco di arte e di storia.

#2  Il centro storico e il quartiere Le Panier

Panier ©joOTCM

Anche Marsiglia, nonostante la sua vocazione balneare, ha un centro storico di rilevante valore e impatto. Camminare lungo le vie del quartiere Le Panier e in tutta la parte del Porto Vecchio non ha eguali, tra viuzze popolate da botteghe, studi d’artisti e saponifici artigianali, ma anche negozi ed edifici storici. Il quartiere Le Panier è dove la storia di Marsiglia ha avuto inizio e per questo perdersi tra le sue strade dalle case alte e colorate ti aiuta a capire l’origine della “mixité” marsigliese. Da visitare in particolare le sue piazze: Place des TreizeCantons, Place du Refuge e Place des Moulins.

#3 Il complesso della Vieille Charité

Vieille Charité ©vvOTCM

Situato all’interno del quartiere storico Le Panier, il complesso della Vielle Charité ha conseguito il titolo di “Monument Historique”. Antico Ospedale Generale per accogliere mendicanti e poveri, gente che in realtà veniva isolata ed internata, fu voluto dal re francese nel 1640 e commissionato all’architetto Pierre Puget. Nonostante ci vollero parecchi anni prima che la Vieille Charité fosse terminata, il risultato finale è stato un complesso di 4 edifici chiusi verso l’esterno che si aprono all’interno su un cortile quadrato abbastanza grande.

Al centro del cortile c’è poi l’opera architettonica più rilevante del complesso, una cappella in stile barocco italiano con cupola ovoidale. Oggi la Vieille Charité ospita diverse strutture culturali, tra cui il Museo d’Archeologia Mediterranea e il Museo delle Arti Africane, Oceaniche e Native Americane. Nel complesso poi vengono organizzati spesso eventi e esposizioni temporanee.

#4 Le vedute sul mare: la Corniche, Vallon des Auffes e i Calanchi

Vallon des Auffes

Da Marsiglia parte una strada celebre per la vista eccezionale sul Mar Mediterraneo: è la celebre Corniche Kennedy, o più semplicemente la Corniche. E se si parla di panorami spettacolari, non si può trascorrere un weekend a Marsiglia senza godersi il parco dei Calanchi, su una delle coste più frastagliate e selvagge della Francia. In tutta l’area, alte scogliere bianche di roccia calcarea si tuffano nell’acqua turchese e cristallina.

Altro luogo in riva al mare, da dove ammirare panorami impressionanti è il Vallon des Auffes, ai tempi paese ai margini della città, oggi parte integrante di Marsiglia. È un porticciolo pittoresco inserito in una caletta, luogo perfetto per fare un pic nic mentre i pescatori lavorano.

#5 La “Cité Radieuse”

Façade cité radieuse ©LamyOMTC

Patrimonio Unesco dal 2016, la “Cité Radieuse”, la Città Radiosa, è un’opera architettonica del famoso Le Corbusier. Considerata bizzarra quando fu costruita intorno agli anni Cinquanta, oggi è una delle opere più importanti presenti a Marsiglia.

La Città Radiosa è il primo prototipo di città giardino, un esempio di edificio d’avanguardia, al cui interno si trovano ben 337 appartamenti, un hotel, un ristorante, una scuola, una palestra, alcuni negozi e tanto altro. Una vera e propria città che si estende in verticale. Una città dentro la città. Innovativo e rivoluzionario, Le Corbusier costruì un edificio in cemento a vista, con pilastri e logge di vari colori che danno allegria alla facciata. Sul tetto poi c’è una terrazza con un cortile per l’asilo e un museo.

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#6 Le isole Frioul

Frioul, hôpital Caroline ©rOMTCM

A circa quattro chilometri da Marsiglia, si trova l’arcipelago delle Frioul, quattro isole la cui vista regala emozioni incredibili. Relax e paesaggi meravigliosi è quello che offrono le isole di Pomègues, la maggiore che si trova a sud, Ratonneau a nord,  If ad est e Tiboulen du Frioul a ovest di Ratonneau. Qui ci si reca spesso per ammirare il panorama o per praticare alcuni sport acquatici, quali la vela, ma è anche una zona molto amata dagli appassionati di birdwatching. L’arcipelago, che si trova nel Parco Nazionale delle Calanques, ospita circa 200 specie di piante protette e una grande varietà di uccelli marini.

#7 Il Castello d’If

Château d’If ©LamyOMTCM

È proprio nell’isola più a est dell’arcipelago delle Frioul che si trova il castello d’If, diventato famoso perché ispirò Alexandre Dumas. Una volta messo piede nell’isola ci si trova catapultati in un’altra realtà, in un mondo isolato dove ci sei solo tu e il mare, mentre i gabbiani difendono quella zona isolata dal resto.

Costruito nel 1527, nel periodo di Francesco I, il Castello d’If divenne famoso solo una volta diventato una prigione, nel XVII secolo. È proprio l’essere stato prigione di alcuni personaggi storici illustri, ma soprattutto di Edmond Dantès e l’abate Faria, protagonisti del romanzo Il Conte di Montecristo, che lo ha fatto diventare famoso in tutto il mondo.

#8 Le quartier du Cours Julien e la street art

Street art cours julien ©ctOMTCM

Nella sua multietnicità, Marsiglia è la città aperta ai giovani, ai nuovi talenti e all’innovazione. Ed è proprio questo suo spirito e la sua atmosfera urbana così particolare, che rendono Marsiglia la città perfetta per ospitare la nuova arte, quella della strada. Per le vie della città si incontrano opere dei più grandi street artist di fama internazionale, come JonOne e Franck Slama, chiamato Invader. Tra le vie più belle di Marsiglia cosparse di murales ci sono sicuramente quelle del quartiere Cours Julien, soprannominato “Le quartier bobo”.

#9  Palais Longchamp

Palais Longchamp ©joOTCM

Costruito per festeggiare la realizzazione del Canale di Marsiglia, voluto dopo un’epidemia di colera causata dalla mancanza d’acqua in città, il Palais Longchamp è uno dei posti imperdibili da visitare se si passa un weekend a Marsiglia. Ai due lati dell’imponente colonnato dell’edificio si nota questo attaccamento all’acqua e alla tragica malattia che aveva colpito la città. Qui infatti c’è una fontana che evoca abbondanza e fertilità. È stato inaugurato nel 1869 e a volte è soprannominato “il Castello dell’acqua”. A rendere il palazzo così unico è il suo giardino e le sue sculture che negli anni hanno arricchito il parco. Oggi il palazzo ospita il Museo delle Belle Arti e quello di Storia Naturale.

#10 Il MUCEM (Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo)

MUCEM ©JoYanaOTCM

Il MUCEM (Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo) è costituito da due edifici, uno storico e uno progettato da Rudy Ricciotti ed inaugurato nel 2013, anno in cui Marsiglia è diventata capitale europea della cultura. Il museo è stato costruito per la conservazione, lo studio, la presentazione e la mediazione del patrimonio antropologico relativo all’area europea e mediterranea, ma la sua vera particolarità è l’architettura esterna. Il nuovo blocco di Rudy Ricciotti, sul lungomare, è fatto di due scatole una dentro l’altra ed è formato da un layer traforato che crea giochi di luce maglifici sulla superficie dell’acqua.

Per saperne di più: www.marseille-tourisme.comprovence-alpes-cotedazur.com e www.france.fr

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Continua la lettura con: I paesaggi mozzafiato del litorale della Costa Azzurra

BEATRICE BARAZZETTI

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Questo è il “BORGO più BELLO del MONDO”

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In una delle isole più piccole del Mar Mediterraneo si trova questo pittoresco villaggio. Scopriamo perché è così caratteristico.

Questo è il “BORGO più BELLO del MONDO”

# Popeye Village è “il borgo più bello del mondo”

Credits claire_gerva IG – Popeye Village

L’Italia, per la sua antica storia fatta di piccole comunità, è costellata di centinaia di meravigliosi borghi dal nord al sud del Paese. Secondo la rivista di viaggi Road Affair però questo non basta a dominare la classifica internazionale dei borghi più belli, su 25 solo 3 sono italiani e nessuno sul podio. Il vincitore è infatti il Popeye Village a Malta, caratterizzato da un gruppo edifici in legno pittoreschi, colorati e un po’ sgangherati che ricordano le atmosfere del mitico Braccio di Ferro.

# Nasce come set del musical Popeye negli anni ’80 del secolo scorso

Il “borgo più bello del mondo” è nato nel 1980 proprio come set cinematografico per il musical Popeye con protagonista il defunto comico Robin Williams e abbandonato non molto tempo dopo le riprese. All’interno di questo piccolo villaggio c’è una compagnia di attori e si possono fare una serie di attività divertenti: ammirare spettacoli, fare gite in barca, esplorare il villaggio, visitare musei o degustare vini mentre i bambini si divertono nei teatri.

 

Fonte: Road Affair

Continua la lettura con: 5 INCANTEVOLI BORGHI dove ammirare il FOLIAGE AUTUNNALE

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Architetti al voto: solo 1 su 6. L’elité di Milano non parla di lavoro, così ha perso democrazia

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La CASA VERTICALE: stretta come una grossa MATITA

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Credits: archdaily.com CH House

In una lunga strada trafficata tra due edifici distanti tra loro circa 5 metri, è stata realizzata una casa che riesce addirittura ad ospitare 3 generazioni della stessa famiglia. È la “casa verticale”, stretta come una grossa matita, e che rivoluziona il concetto di abitare, facendo interrogare numerosi architetti su quali siano gli spazi veramente necessari in una casa. Vediamo dove si trova. 

La CASA VERTICALE: stretta come una grossa MATITA

# La casa larga solo 4,2 metri

Credits: archdaily.com
CH House

Candidata ai Dezeen Award 2021 nella categoria Urban House, la CH House è un’abitazione veramente particolare. 35 metri di lunghezza, ma solo 4,2 metri di larghezza, sono queste le dimensioni di quella che potremmo soprannominare la “casa verticale”. La CH House è stata progettata dallo studio vietnamita ODDO Architects e si sviluppa su 5 piani, riuscendo ad ottenere numerosi metri quadrati di spazio abitativo. I primi due piani sono a pianta aperta con un unico locale, mentre i restanti 3 sono strutturati in maniera tale da riuscire a ricavare più camere collegate tra loro da scale. In questo modo nella “casa matita” penetra la luce in tutti e 5 i livelli, garantendo un’illuminazione adeguata.

# Rivoluzionare il concetto di abitare: tra tradizione e modernità

Credits: dezeen.com
CH House

Per realizzare la CH House lo studio progettista ODDO Architects ha deciso di ispirarsi alle tradizionali case tubolari vietnamite (nel Paese infatti spesso le abitazioni si sviluppano in verticale perché i terreni edificabili sono lunghi e stretti), garantendo però aree abitative comuni e spazi verdi, cosa che invece spesso manca nelle case tipiche vietnamiti. Il design è tradizionale ma allo stesso tempo moderno, infatti nella CH House ci sono pareti divisorie in legno che possono essere aperte e chiuse così da offrire sia spazi comuni che privacy tra gli abitanti, oppure le scale diventano biblioteca.

Con questo progetto ODDO Architects si interroga su ciò che è veramente necessario per uno spazio abitativo moderno che possa ospitare tre generazioni di vietnamiti, cercando di rivoluzionare il concetto dell’abitare, mentre però affronta anche i problemi delle aree abitative ad alta densità.

# La natura come fulcro del progetto

Credits: dezeen.com
CH House

La natura è un elemento importante, che fornisce un effetto positivo sulla salute mentale delle persone”, affermano gli architetti progettisti sulla rivista dezeen.com, ma continuano dicendo “Tuttavia, il rapido sviluppo delle grandi città crea la mancanza di spazi verdi dove le persone possano rilassarsi. Ecco perché piantare alberi e piante all’interno della casa è necessario e aiuta a creare uno spazio di vita tranquillo per liberare lo stress“. Nella CH House, quindi, lo studio ODDO Architects ha cercato di creare anche un legame tra uomo e natura. In tutti i 5 piani della “casa verticale”, infatti, ci sono piantati alberi.

Continua la lettura: La GlassHouse: vivere in una CASA TRASPARENTE

BEATRICE BARAZZETTI

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A New York puoi connetterti al Wi-Fi di un BIDONE DEI RIFIUTI. Arriveranno anche a Milano?

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credits: Key4biz

Un’iniziativa alquanto insolita anche per la città di New York: collegare alcuni bidoni dei rifiuti high tech alla rete Wi-Fi e distribuirli in giro per la città. Per alcuni potrebbe sembrare solamente una gran cavolata, invece dietro a questo bizzarro progetto potrebbe rivelarsi qualcosa di utile.

Vediamo a cosa servono questi cassonetti intelligenti.

A New York puoi connetterti al Wi-Fi di un BIDONE DEI RIFIUTI. Arriveranno anche a Milano?

# Wi-Fi GRATIS per tutti

credits: parmadaily

La compagnia newyorkese BigBelly che si occupa dell’ambiente ha promosso quest’iniziativa che prevede l’installazione di moduli Wi-Fi su alcuni bidoni dei rifiuti per poi distribuirli per le strade di New York con l’obiettivo di aumentare la connettività dei cittadini. Verranno messi a disposizione gratuitamente tanti hotspot Wi-Fi che potranno garantire una connessione di 75 megabit al secondo, al di poco inferiore ai 100 megabit delle connessioni in fibra.

# Doppiamente utili

credits: Key4biz

L’iniziativa, chiamata “Internet of Bins” (L’internet dei bidoni), non solo serve ad incentivare i cittadini ad utilizzare i bidoni per gettare i propri rifiuti, mantenendo così la città più pulita, ma anche fornire informazioni utili, come notizie e avvisi, meteo o situazioni d’emergenza, e dare la possibilità di usufruire di una rete internet a chi non la possiede o a persone che in quel momento non possono accedere ai dati mobili.

Questi cassonetti intelligenti saranno posizionati nelle aree meno servite della città e verranno implementate anche altre funzioni innovative. Grazie ai sensori installati, potranno notificare gli operatori ecologici una volta raggiunto il limite di capienza massima ed effettuare un controllo della qualità dell’aria se, a causa dei rifiuti, si sta spargendo un odore particolarmente sgradevole.

# Potrebbero arrivare anche a Milano?

credits: greenplanner.it

Sono già stati testati due prototipi per controllarne l’attività e la stabilità del segnale. L’azienda si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti e si dichiara pronta per la distribuzione. Un’iniziativa simile è stata realizzata anche a Londra nel 2012 con gli “Smart Bins” e poi si è diffusa anche a Los Angeles e Tokyo. Anche in Italia, precisamente a Bari, c’è stato un tentativo di “smartizzare” i cassonetti dei rifiuti attraverso la geolocalizzazione.

A Milano sono già presenti dei cassonetti intelligenti. Si chiamano EcoIsole e sono state create proprio dal Politecnico di Milano, ma si limitano alla raccolta dei rifiuti elettronici e lampadine. Presto, dunque, potrebbero arrivare anche questo nuovo tipo di “smart bins” per rivoluzionare la raccolta dei rifiuti di tutti i giorni nella città più tecnologica d’Italia.

Continua a leggere con: I nuovi GRATTACIELI a MATITA di New York. E se li portassimo a Milano?

SELENE MANGIAROTTI

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Leggi anche: L’esperto della “New Right”: “No Vax? I nuovi gilet gialli. Amano i media e minacciano l’ordine”

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🛑 Il SENATO FRANCESE BOCCIA la legge sull’OBBLIGO VACCINALE contro il Covid

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Credits publicsenat iG - Esito votazione per introduziona obbligo vaccinale contro il Covid

Il testo per la vaccinazione obbligatoria contro il Covid è stato respinto a larghissima maggioranza al Senato francese. Una dura sconfitta per il gruppo socialista che l’aveva proposto. Ecco l’esito della votazione.

Il SENATO FRANCESE BOCCIA la legge sull’OBBLIGO VACCINALE contro il Covid

# Il testo per la vaccinazione obbligatoria contro il Covid: 262 contrari e 64 favorevoli

Credits publicsenat  – Esito votazione per introduzione obbligo vaccinale contro il Covid

Il 13 ottobre in seduta pubblica in Senato si è registrata un’altra battuta d’arresto per i sostenitori della vaccinazione obbligatoria contro il covid-19 per tutta la popolazione, come avvenuto invece per gli 11 vaccini imposti ai bambini nati dal 2018. Il Senato ha respinto il disegno di legge “che stabilisce la vaccinazione obbligatoria contro il SARS-CoV-2”. Il testo, presentato dai membri del gruppo socialista a fine agosto, è stato respinto con 262 voti contrari e 64 favorevoli. Questa iniziativa parlamentare non proseguirà oltre.

A votare a favore del testo è stata la maggioranza del gruppo socialista oltre a tre colleghi del centro e della destra. Gli altri gruppi hanno preferito esprimere voto contrario. Quattordici senatori hanno scelto di astenersi. Anche il governo, attraverso la voce di Adrien Taquet, ha espresso la sua opposizione. Preferiamo convincere che costringere“, ha insistito il Segretario di Stato per i bambini e le famiglie.

# La scorsa settimana il testo non aveva convinto la commissione per gli affari sociali

Già la scorsa settimana il testo non era riuscito a convincere la commissione per gli affari sociali nella sua stragrande maggioranza. A partire dal 24 luglio i senatori socialisti hanno cercato di inserire questa disposizione modificando il disegno di legge che stabilisce l’obbligo di vaccinazione per le badanti e il green pass. Anche in questo caso è stato respinto con 262 voti a 76.

Estratto traduzione testo: Public Senat

Continua la lettura con: Anche il GIAPPONE pone FINE all’EMERGENZA COVID

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “Da Fnm un forte impegno per la rigenerazione urbana di Milano”

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La nuova giunta: 5 AZIONI da mettere subito in campo per MILANO

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piazza Gramsci Credits: @istitutoitalo_cinese IG

Le elezioni si sono concluse con una vittoria schiacciante di Sala. Successo al primo turno, conquistati tutti e nove i municipi, già costituita la nuova giunta in cui sono confermati solo tre assessori di quella vecchia: Scavuzzo, Maran e Granelli. Anche se è stato premiato dai milanesi riteniamo che a Milano serva un cambio di passo. Vediamo cinque azioni da mettere in cima alla lista di questo nuovo mandato.

La nuova giunta: 5 AZIONI da mettere subito in campo per MILANO

#1 Una migliore distribuzione delle forze dell’ordine nelle aree periferiche

Credits dmove – Poliza locale Milano

Le forze dell’ordine sono presenti in modo capillare sono nel centro città, spesso con più corpi di polizia, e in alcune aree sensibili. Nelle aree più periferiche, dove le situazioni di degrado e i problemi di delinquenza sono maggiori, la presenza della polizia locale è molto meno frequente. I 500 nuovi agenti, previsti dal prossimo piano di assunzioni come annunciato dal sindaco e dal neo assessore alla sicurezza Granelli, dovranno concentrarsi soprattutto nei quartieri più difficili.

#2 Realizzare un piano di parcheggi di interscambio ai confini comunali

Credits: www.mentelocale.it

La costante riduzione dei parcheggi gratuiti in città e il contestuale aumento di quelli a pagamento sta rendendo sempre più difficile la possibilità di trovare un posto auto libero, sia per i residenti e sia per chi arriva da fuori città. La progressiva e programmata realizzazione di aree a traffico limitato e pedonali deve essere bilanciata dalla costruzione di parcheggi di interscambio nel perimetro dei confini comunali.

#3 Mettere in sicurezza e ristrutturare le case popolari

Case popolari San Siro

Il 10% della popolazione milanese vive nelle case di edilizia popolare. Una parte consistente degli alloggi versa in uno stato indecoroso e indegno di una città come Milano che fa del volontariato e dell’aiuto agli ultimi uno dei suoi punti di forza. L’amministrazione deve mettere in atto quanto prima un piano di ristrutturazione complessiva di tutti gli immobili per rendere migliore la vita di chi vi abita.

#4 Affrontare con più fermezza e coraggio il problema dell’inquinamento

Credits: rinnovabili.it

L’inquinamento è una piaga che Milano e tutta la Pianura padana non sono riusciti ancora a debellare. Le politiche incentrate solo sulla limitazione del traffico veicolare e la progressiva sostituzione dei riscaldamenti domestici sono insufficienti. Per incidere in modo concreto l’amministrazione comunale dovrebbe sperimentare nuove tecnologie, anche già impiegate all’estero come le torri mangia-smog, per trovare soluzioni per migliorare la qualità dell’aria a Milano nei mesi più freddi. 

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#5 Basta con l’atteggiamento remissivo nei confronti del governo di Roma 

Credits: @mi_tomorrow
IG

Vista la schiacciante vittoria ottenuta per il suo secondo mandato, il sindaco Beppe Sala ha la forza per far valere il peso di Milano nei confronti di Regione Lombardia e del governo centrale. Milano non può essere sempre e solo un obbediente esecutore delle politiche del governo, ma deve rivendicare il ruolo di leader politico ed economico del Paese, chiedendo anche maggiori poteri e risorse per competere a livello internazionale. La soluzione ideale sarebbe quella di trasformare il Comune e la Città Metropolitana di Milano in una città-regione per dialogare direttamente con lo Stato italiano e le istituzioni europee. Uno status che è la regola per le grandi città all’estero ma che in Italia sembra un tabù. Anche tra chi governa Milano. 

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MILANO CITTA’ STATO

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Come in cielo così in terra

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nigredo alchemica

Tra i tanti strumenti che l’umanità ha per comprendere le grandi leggi cicliche nella storia umana l’Astrologia ha sempre rivestito un ruolo di primo piano. All’interno di questi grandi cicli ci sono le cosiddette ere che durano all’incirca duemilacentosessantanni.
È impressionante la corrispondenza tra quello che sta accadendo sulla Terra con quello che appare nelle dinamiche celesti.

Il 25 dicembre del 2020 con la congiunzione di Saturno e Giove si è entrati nell’era dell’Acquario.  
Questo significa che è finita l’era dominata dal binomio Pesci-Vergine e inizia questa nuova era dominata dall’asse Acquario-Leone che durerà un paio di millenni.
Si dice che alla fine di un’era muoiano i riferimenti logici e spirituali dell’era precedente.

La congiunzione di Giove e Saturno in Acquario ha segnato l’apertura di una nuova era, anche se siamo appena sull’uscio perché l’entrata definitiva sarà il 23 marzo del 2023, quando anche Plutone entrerà finalmente nel segno dell’Acquario.
La curiosità che ci ha stimolato è il fatto che Plutone, il pianeta più lento dello zodiaco con un ciclo che dura 250 anni, ogni volta che è entrato in Acquario ha coinciso con trasformazioni totali negli assetti della società umana.

L’ultima volta del transito di Plutone in Acquario è stato dal 1778 al 1798,  un periodo che ha rappresentato la base dell’età moderna con la rivoluzione francese e quella americana dal punto di vista politico e quella industriale dal punto di vista economico. Le prime parole della Costituzione americana “with the people” sono forse la migliore espressione dell’entità dell’Acquario. With the people è il popolo, un’entità senza leader che si autoregola e si autogoverna secondo gli interessi di tutti. Perché l’Acquario è fratellanza universale, non tollera il re o un’autorità gerarchica, l’Acquario è il governo del popolo.

Le caratteristiche di Plutone sono potere, profondità, trasformazione, crisi, resilienza, cicli di morte e rinascita, infatti il suo simbolo principale è la Fenice. Plutone è come se fosse la somma collettiva di Marte, la somma delle volontà di tutti gli individui, è la forza vitale stessa. Con Plutone il segreto non è combattere sempre più forte ma arrendersi confidando nelle grandi leggi universali. Che non significa arrendevole fatalismo, bensì ti insegna a combattere ma ti insegna anche quando è il momento di smettere. Nel senso di comprendere che ci sono momenti che trascendono la dimensione individuale e a quelli ti devi coordinare.

Cosa fanno Acquario e Plutone insieme?

Il ruolo di Plutone è quello di eliminare ciò che non è funzione della vita. L’Acquario è un segno d’aria, riguarda la comunicazione e l’intelletto, vuole portare la luce della conoscenza a quante più persone possibile. Comunicazione non solo verbale ma in generale la diffusione di pensieri, parole, energie.

Plutone in Acquario metterà in evidenza ciò che è marcio nella nostra società in modo che possiamo poi costruire una nuova infrastruttura sociale, storica, economica, migliore per tutti su questo pianeta.

E’ un movimento in due momenti. All’inizio Plutone farà emergere il tossico e sarà la parte dolorosa del processo. Ma alla fine di questo processo di trasformazione, dopo aver eliminato il marcio faciliterà la nascita del mondo nuovo come in una nigredo alchemica.

Continua la lettura con: L’ora più buia è prima dell’alba

LA FENICE

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I portuali di Trieste scriveranno la storia?

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Nell’America di fine Settecento esisteva una tassa sull’importazione del tè nelle colonie americane che erano sotto il dominio inglese. Un gruppo di coloni americani, denominati Sons of liberty, figli della libertà, nel porto di Boston decisero di gettare in mare il tè stivato nelle navi inglesi.

Fu la miccia che fece divampare la protesta di tutti i patrioti americani contro l’oppressione inglese. Quando il governo inglese decise di togliere le tasse sulla merce proveniente dalle colonie ormai era troppo tardi e la primavera dello stesso anno scoppiò la guerra di indipendenza che portò alla nascita degli Stati Uniti.
Il casus belli dell’indipendenza americana si consumò nel porto di Boston.

Il casus belli non fu un caso. Perché i porti sono da sempre un luogo cruciale dove transitano le merci. 
Anche il processo di liberazione dall’occupazione sovietica in Polonia nei primi anni ottanta partì dagli scioperi nei cantieri navali di Danzica e, più di recente, abbiamo visto come un incidente nello stretto di Suez abbia provocato rallentamenti incredibili negli approvvigionamenti in Europa.

In questi giorni anche i portuali di alcune città italiane, in particolare di Trieste, hanno iniziato una pacifica protesta contro le misure del governo ritenute discriminanti. Hanno proclamato il blocco delle attività portuali a partire dal 15 ottobre giorno in cui verrà aperta la porta dell’inferno di Rodin a Roma e scatterà l’obbligo di Green Pass nel lavoro.

Di fronte al tentativo del governo di esentarli attraverso tamponi gratuiti creando una ulteriore discriminazione tra i lavoratori, i portuali di Trieste hanno dichiarato con un comunicato stampa che “o tutti o nessuno”, che la loro protesta finirà solo quando “non sarà tolto l’obbligo del Green Pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”. 

Si tratta di una protesta guidata da portuali che si sono vaccinati e che solidarizzano con i compagni di lavoro che hanno scelto di non vaccinarsi. Una protesta a cui hanno aderito il 100% dei lavoratori all’unanimità.

I governi non dovrebbero mai sottovalutare le proteste dei cittadini. Soprattutto quelle che avvengono nei porti.

Continua la lettura con: Il re senza corona

MILANO CITTA’ STATO

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I 10 HOTEL più belli di MILANO: guida per un soggiorno da favola (Mappa)

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Credits mazzantipiume IG - Nhow Hotel

Mi consigli un hotel a Milano? Una domanda che a chiunque di noi viene fatta, solo che abitando a Milano gli hotel non li conosciamo. Scopriamo le location top per suggerire un soggiorno sotto la Madonnina.

I 10 HOTEL più belli di MILANO: guida per un soggiorno da favola (Mappa)

 

#1 B&B Bedpiuart, per gli ospiti più stilosi – Stazione Centrale

Credits gaiarombi IG – Bedpiuart

B&B Bedpiuart è l’ideale per gli ospiti stilosi e ospita spesso anche delle mostre di giovani artisti. Progettato da un gruppo di architetti e designer milanesi amanti della natura e dell’ecologia è stato arredato con oggetti usati, reinventandoli: rami, vecchi lavatoi o sedie trasformati nella testata di un letto oppure caffettiere diventate vasi.

Indirizzo: Via Soperga, 36 – Stazione Centrale

#2 Mini Hotel Tiziano, l’hotel immerso nella storia dell’architettura – City Life

Credits hotel_tizianomilano IG – Minihotel Tiziano

Il Mini Hotel Tiziano sorge in un edificio progettato dall’architetto Portaluppi negli anni ’30 ed è immerso in un’enorme parco privato. Ristrutturato da poco dallo studio di architettura Mqa, accoglie con toni caldi e un’eleganza senza tempo in camere ampie e silenziose, l’hotel si trova a un passo da City Life. Tra i servizi c’è un percorso Vita e uno spazio per i bambini all’esterno e anche un’area fitness.

Indirizzo: via Tiziano

#3 B&B Vietnam mon amour, dove si respirano atmosfere lontane – Città Studi e Isola

Credits vietnamonamour IG – b&b Vietnam

Nei due B&B Vietnam non amour, uno a Città Studi e l’altro a Isola, si respirano tutte le atmosfere dello stato asiatico. Nati dalla creatività di Cristiana, nata a Parigi da genitori vietnamiti, ha personalmente decorato le camere, tutte diverse, ispirandosi alle antiche case coloniali di Hanoi. Al loro interno si trovano mobili e accessori di artigiani asiatici.

Indirizzi: Via Alessandro Pestalozza, 7 e Via Torquato Taramelli, 67

#4 Nyx Hotel, il primo albergo italiano a ospitare opere di street art – Stazione Centrale

Credits nyxhotelmilan IG – NYX Hotel Milano

Il NYX – di Leonardo Hotels – è un viaggio nel viaggio perché è il primo albergo italiano a ospitare opere di street art di artisti che hanno fatto la storia del writing nel mondo. Si trovano sparse in ogni angolo, dalla lobby al giardino, come una galleria d’arte, ma anche le camere sono di design. Famoso per le esperienze che offra: eventi artistici, dj set ogni giorno, aperitivi al Clash Bar, e pranzi e cene ricercate al ristorante.

Indirizzo: Piazza Quattro Novembre, 3

#5 Nhow Milano, l’hotel eclettico nel quartiere della creatività – Tortona

Credits mazzantipiume IG – Nhow Hotel

Nhow Milano, ospitato nell’ex fabbrica General Electric in zona Tortona, è uno degli hotel più eclettici della città: un hotel galleria con oggetti di design e opere che si rinnovano ogni sei mesi con mostre sempre diverse e installazioni visionarie. Riprogettato dall’architetto Daniele Beretta e dal designer Matteo Thun che ne ha curato gli interni, ospita anche un Lounge Bar progettato da Karim Rashid, una delle terrazza panoramica più ricercate in città. 

Indirizzo: via Tortona, 35

#6 B&B Rosso Segnale, luogo d’arte, di incontri e creatività – Loreto

Credits terry_kwon IG – Hotel Rosso segnale

Rosso Segnale in zona Loreto è un luogo d’arte, di incontri e creatività. Allo stesso tempo è una galleria d’arte che arredano gli spazi per gli ospiti e un B&B di tre camere  tutte diverse e speciali. In estate e primavera si può fare colazione nel giardino e nel rooftop con vista. 

Indirizzo: via Antonio Sacchini, 18

#7 Sweetinn, l’appartamento di charme nel cuore della movida – Moscova

Credits sweetinn IG – Sweetinn Milano

Sweetinn, è un’azienda travel-tech internazionale che offre appartamenti nel mondo, ciascuno personalizzato da un designer che si ispira al mood del luogo. La soluzione scelta per questo appartamento di charme a un passo da parco Sempione è comodità affiancata allo stile. Composta da un soggiorno-cucina, una camera e un bagno ha le pareti con carta da parati blu che crea un contrasto perfetto con giallo e bianco che dominano in tutta la casa. 

Indirizzo: Via Pinamonte da Vimercate

#8 AC Hotel Milano, uno degli hotel più alti della città – Garibaldi

Credits achotelmilano IG – Ac Hotel Milano

L’AC Hotel Milano, struttura del gruppo Marriott, è perfetta per chi preferisce l’animo moderno della città. Si trova infatti vicino alla stazione Garibaldi e Corso Como e grazie ai suoi 17 piani è uno degli hotel più alti della città. Le camere sono tutte dotate di wifi e per un pasto si può scegliere tra un ristorante e una lounge che fa piatti freddi.

Indirizzo: via Enrico Tazzoli, 2

#9 B&B Hotel Milano Sant’Ambrogio, stile essenziale e “milanese”

Credits cne6888 IG – b&B Milano Sant’Ambrogio

B&B Hotel Milano Sant’Ambrogio è un struttura dallo stile essenziale e comodo al centro storico, poco distante da Cadorna e dal Cenacolo vinciano. Tra i punti di forza ci sono il late check out fino alle 12, mentre tutte le camere ha elementi che richiamano le bellezze della città e confortevoli con wi fi, smart tv.

Indirizzo: via degli Olivetani, 4

#10 Concoct, per chi ama design e architettura – Chinatown

Credits jessicalew__ IG – Concoct

Concoct, in zona Chinatown, propone sei diverse soluzioni abitative, ciascuna progetta da un architetto diverso e per questo è uno degli hotel da provare per chi ama design, architettura e bellezza. C’è la stanza minimalista Humus nine di Beatrice Spreafico oppure la Humus two di Andrea Ludovico Borri, l’appartamento più grande dell’hotel con giardino e un soffitto di 4.80 metri di altezza per creare volumi sospesi, ciascuno con un ambiente diverso. 

Indirizzo: via Arnolfo di Cambio

Continua la lettura con: A Milano c’è l’ “HOTEL più BELLO d’Europa”

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “L’identità profonda di Milano risiede nel lavoro e nelle imprese”

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Le ISOLE INFERNALI: uno scenario caraibico nel Mare Adriatico

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Credits: @trave1_wor1d IG

Se qualcuno vuole trascorrere una vacanza in una meta insolita, le Isole Infernali fanno al caso vostro. Un nome particolarmente insolito, ma che richiama l’attenzione. Giunti lì però ci si trova davanti ad un paesaggio paradisiaco e allora ci si chiede, si è in Paradiso o all’Inferno?

Le ISOLE INFERNALI: uno scenario caraibico nel Mare Adriatico

# 21 isolotti a ovest della Croazia

Credits: @dude.from.above
Isole Infernali

A largo della costa ovest croata ci sono 21 isole e isolotti dal nome veramente particolare, Isole Pakleni, letteralmente tradotto “Isole Infernali”. Si trovano nel mar Adriatico tra Hvar, in italiano Lèsina, e Brač, Brazza, e mostrano un classico paesaggio insulare dove tutti vorrebbero andare. Ma allora perché si chiamano isole Infernali?

# La vera origine del loro nome

Credits: @juliaglxck
isole infernali

In realtà le isole Pakleni, o isole Paklinski, non hanno nulla a che vedere con l’Inferno e tra i suoi 21 isolotti non circola nessuna leggenda su qualche strano incontro con il Diavolo. Si tratta infatti di un errore linguistico tramandato negli anni e ormai consolidato. Le isole Pakleni, originariamente, erano chiamate Isole Paklina: paklina in croato è la resina di pino, pianta presente nell’arcipelago e la cui resina era usata molto nella regione croata per rendere le barche stagne. Da qui si è iniziato a tramandare in modo sbagliato il nome delle isole, paklina ha iniziato ad essere associata a pakao (inferno) e infine le intere isole sono diventate le Isole Pakleni, infernali.

# Uno scenario caraibico

Credits: @here_n_now
isole infernali

Le cosiddette isole Infernali quindi non hanno nulla a che fare con l’inferno, quindi i più temerari non devono assolutamente spaventarsi e possono andarci tranquillamente. Anche perché le isole Pakleni sono una vera e propria meta turistica, facilmente raggiungibili se si noleggia una barca e assolutamente da visitare grazie al loro paesaggio caraibico. Qui, mentre si è comodamente sdraiati su una sdraio sotto l’ombrellone, sorseggiando un cocktail o mangiando stuzzichini, si potrà ammirare l’acqua cristallina, la sabbia fine e la ricca vegetazione delle isole. Cosa si può volere di più?

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Credits: @paul_microcosm
Sveti Klement

Se si vuole poi approfondire la storia delle isole Infernali, basta visitare la più grande delle isole dell’arcipelago, Sveti Klement, conosciuta anche come San Clemente. Quasi 30 metri di costa tra terreni aridi e rocciosi e una macchia mediterranea all’interno. Nell’isola però si nasconde anche la storia della famiglia Meneghello, la quale voleva trasformare il piccolo villaggio di Palmižana in un paradiso per il turismo culturale. La collezione della famiglia è infatti molto ricca e nell’isola si possono ammirare anche anfore risalenti all’epoca greco-romana.

Fonti: filovent.com

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BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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I 7 CONFINI più STRANI del MONDO

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Credits armin.randjbar IG - Baarle-Nassau

Scopriamo i confini più bizzarri al mondo.

I 7 CONFINI più STRANI del MONDO

#1 Tra Baarle e Nassau una serie di croci bianche delimita i Paesi Bassi dal Belgio

Credits armin.randjbar IG – Baarle-Nassau

Il confine che attraversa la città olandese di Baarle-Nassau e quella belga di Baarle-Hertog è uno dei più bizzarri al mondo. Sono state utilizzate infatti una serie di croci bianche segnate a terra per disegnare una linea di confine che attraversa negozi, bar, giardini, ristoranti e addirittura le abitazioni private annesse a un territorio o all’altro a seconda della posizione del loro portone d’ingresso.

#2 Dei pesci giganti segnano il confine tra Polonia e Ucraina

Credits paperblog – Pesci giganti Ucraina Polonia

Lungo il confine internazionale tra Horodyszcze in Polonia e Warez in Ucraina, per celebrare gli ottimi rapporti tra le due nazioni, è stata realizzata un’opera di “land art”, un’opera d’arte temporanea fatta crescere nei campi attraverso 23 diversi tipi di colture e sementi. Si tratta di due giganteschi pesci giganti “disegnati” sull’erba su ciascun lato del confine polacco-ucraino, come i famosi cerchi di grano, con i quali si intende sottolineare l’artificialità dei confini tra i paesi e raccontare gli intrecci senza frontiere tra arte e natura regalando una sensazione di fratellanza e grande impatto visivo.

#3 A Penon de Velez de la Gomera c’è il confine più breve del mondo, tra Marocco e Spagna

Credits alvarocadiz95 IG – Confine a Penon de Velez de la Gomera

Peñón de Vélez de la Gomera, la fortezza di proprietà spagnola arroccata su una roccia sulla costa mediterranea del Marocco, detiene il record di confine più corto del mondo: soli 85 metri segnato da un pezzo di corda che attraversa la spiaggia. Questa striscia di terra, è una delle enclave di Spagna all’interno del territorio e delle acque territoriali del Marocco ed è separato dalla costa solo da una lingua di sabbia e sassi ammassati da una tempesta.

#4 Le enclave circoncentriche tra India e Bangladesh

Credits wikipedia.org – Enclave India Bangladesh

Tra il distretto indiano di Cooch Behar e il Bangladesh esiste un sistema intricato di enclave una dentro l’altra in modo concentrico e paradossale. Ci sono porzioni di un Paese circondate da una serie di enclave dell’altro paese e così via: 92 enclave del Bangladesh nel territorio indiano e 106 porzioni dell’India dentro quello Bangladesh per un totale che rappresenta l’80% di tutte quelle del mondo.

#5 Un tavolo segna il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud

Credits 2packback – Confine Corea del Nord e Corea del Sud

Tra la Corea del Nord e la Corea del Sud c’è uno dei confini più protetti e insuperabili al mondo per via della fortissima rivalità tra le due Nazioni. Grazie a un curioso espediente e all’eccezione a questa stringente regola i funzionari diplomatici di entrambi i Paesi possono incontrarsi, organizzare riunioni e negoziati senza dover lasciare i rispettivi paesi di appartenenza. Il merito va ascritto a un tavolo che si trova per metà in un territorio e metà in un altro.

#6 Le Isole Diomede sono separate da soli 4 km, ma da 23 ore di fuso orario – Russia/America

Credits geomondo_ – Isole Diomede

Nello stretto di Bering ci sono due isole che segnano il confine tra Stati Uniti e Russia, le Isole Diomede: quella più grande “Big Diomede” appartiene al territorio russo e la più piccola “Little Diomede” appartiene al territorio americano. La stranezza è che nonostante le due Nazioni siano separate da appena 4 km, il confine è determinato dalla linea di data internazionale, che divide i fusi orari del mondo e con una differenza di circa 23 ore. Per questo motivo Big Diomede e Little Diomede vengono soprannominate rispettivamente “Tomorrow Island” e “Yesterday Island”.

#7 Biblioteca e teatro dell’opera Haskell, tra Stati Uniti e Canada

Credits aleksinto IG – Una corda gialla segna il confine tra Usa e Canada alla Haskell Free Library and Opera House

La Haskell Free Library and Opera House è un edificio al cui interno sono presenti una biblioteca e un teatro dell’opera che segna il confine tra Stati Uniti e Canada e serve i cittadini di entrambe i Paesi. I visitatori che entrano nello stabile dallo stato americano del Vermont o quello canadese del Québec possono farlo senza mostrare un passaporto, ma solo a condizione che non usino questo escamotage per valicare il confine e facciano ritorno al loro Paese di origine.

Fonte: Zingarate

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FABIO MARCOMIN

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🛑 In Germania il primo TRENO che si GUIDA da SOLO

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Credits: thelocal.de Treno automatizzato

Conosciamo tutti la nostra cara M5, la metro lilla milanese a guida autonoma che non ha bisogno dell’autista. Ma non è certamente solo la metro milanese a non avere più il guidatore, ce ne sono altre anche in giro per l’Europa. Ma non si è mai sentito parlare di un treno a guida autonoma. È un operatore ferroviario tedesco ad aver lanciato lunedì questo per la prima volta il treno che si guida da solo.

🛑 In Germania il primo TRENO che si GUIDA da SOLO

# Il primo treno a guida automatizzata

Credits: thelocal.de
Treno automatizzato

Più puntuale e più efficiente dal punto di vista energetico, sono queste le principali caratteristiche che fanno preferire il treno a guida autonoma ai treni tradizionali. Come riporta thelocal.de la Deutsche Bahn, insieme al gruppo industriale Siemens, ha presentato questo lunedì il primo treno automatizzato e senza conducente. Dove? Nella città di Amburgo. Dopo aver mostrato a tutti le caratteristiche di questi nuovi treni, è previsto che 4 di questi ultimi si uniranno alla rete ferroviaria urbana rapida della S-Bahn e inizieranno a trasportare passeggeri da dicembre.

# Obiettivo: ammodernare il sistema di trasporto ferroviario di Amburgo

Credits: @ilove_hambourg
stazione Amburgo

Non sembra una novità per nessuno avere dei mezzi di trasporto pubblico che si guidano da soli. Basta pensare alle metro o ai treni monorotaia automatizzati che gestiscono i terminal degli aeroporti, ma questi viaggiano su binari esclusivi, cosa che non farà il treno di Amburgo. I nuovi treni automatizzati sono solo una parte di un progetto molto più ampio, dal valore di 60 milioni di euro, che si pone come obiettivo il miglioramento dell’intero sistema ferroviario di Amburgo, rendendolo più moderno. Attraverso la tecnologia digitale di questi nuovi treni, non sarà necessario posare nuovi binari per rendere più efficace il sistema di trasporto. I treni automatizzati, infatti, garantiranno il 30% in più di passeggeri, miglioreranno la puntualità e permetteranno di risparmiare oltre il 30% di energia.

Certamente una grande svolta, ma che non andrà a sostituire totalmente la figura umana. Nonostante la tecnologia innovativa, infatti, per ora sarà pur sempre necessario un macchinista che controlli il tutto.

Arriverà anche a Milano il nuovo treno automatizzato?

Continua la lettura con: Presentato il TRENO a levitazione magnetica più VELOCE del MONDO

BEATRICE BARAZZETTI

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Costo di una CASA a MILANO: la classifica delle ZONE e i 7 quartieri SOTTO I 300 MILA EURO

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credits: casa.it

Comprare una casa a Milano a prezzi accessibili è sicuramente una bella sfida. Non a caso, è il capoluogo di provincia con i prezzi più alti d’Italia. Una corsa che non si ferma. Anche durante la pandemia è stato rilevato un aumento dei prezzi dell’1,3%.

Vediamo, quindi, la classifica completa realizzata da Casa.it di tutte le zone di Milano, dalle più care alle “più economiche” per acquistare una casa e sapere di che morte dovremo morire.

Costo di una CASA a MILANO: la classifica delle ZONE e i 7 quartieri SOTTO I 300 MILA EURO

# Bilocale o trilocale?

credits: casa.it

A Milano la tipologia d’immobile più richiesto è il bilocale. La ragione è presto detta, i prezzi per i trilocali sono alla portata solo dei milionari. Infatti, la media per comprare un trilocale è di 444 mila euro.
Casa.it ha analizzato i prezzi vendita medi nei primi 8 mesi del 2021 per un trilocale a Milano e ne ha stilato una classifica dei vari quartieri, utilizzando un grafico che mostra la mappa colorata di Milano: in rosso le zone più care e in verde quelle un po’ più accessibili.

# Le zone per ricchi: il podio (838.000 euro per un trilocale)

Niente di più ovvio per quanto riguarda i quartieri più costosi: Garibaldi, Moscova e Porta Nuova. Sono zone di lusso in cui permane l’anima storica della città e una vista spettacolare sui grattacieli e il Bosco Verticale. Qui la media è 838.000 euro per un trilocale, con 7.555 euro al metro quadrato. Andando al secondo posto, troviamo la zona Arco della Pace, Arena e Pagano con ben 807 mila euro e 7.177 euro al metro quadrato. Al terzo posto, il Centro con 799 mila euro (al metro: 7.495 euro). Come fa notare milano.corriere, in queste zone “il costo del mattone è una mattonata”.

# Le zone tra i 300 mila e i 750 mila euro

Appena dopo la top 3 dei quartieri più costosi troviamo:

4) Quadronno, Palestro, Guastalla: 734.000 euro (prezzo medio: 7.209 euro al metro quadro)

5) Porta Venezia, Indipendenza: 627.000 euro (6.168 euro al metro)

6) Citylife, Fiera, Sempione, Portello: 622.000 euro (5.965 euro al metro)

7) Navigli: 603.000 euro (5.904 euro al metro)

8) Solari, Washington: budget di 601.000 euro (al metro fanno 6.325 euro)

9) Genova, Ticinese: 600.000 euro (6.434 euro al metro)

10) Porta Romana, Cadore, Montenero: 554.000 euro (al metro: 5.783 euro)

11) Cenisio, Sarpi, Isola: 526.000 euro (al metro: 5.253 euro)

12) Porta Vittoria, Lodi: 475.000 euro (prezzo medio di 4.449 euro al metro quadro)

13) Centrale, Repubblica: 467.000 euro (al metro 4.653 euro)

14) Piazza Napoli, Soderini: 415.000 euro (4.252 euro al metro), è il primo quartiere della classifica sotto il prezzo medio della città

15) Ripamonti, Vigentino: 414.000 euro (3.948 euro al metro)

16) Città Studi, Susa: 413.000 euro (al metro quadro: 4.296 euro)

17) Maggiolina, Istria: 406.000 euro (4.291 euro al metro)

18) Precotto, Turro: 374.000 euro (al metro: 3.828 euro)

19) Bande Nere, Inganni: 360.000 euro (al metro: 3.718 euro)

20) Famagosta, Barona: 342.000 euro (3.694 euro al metro)

21) Nolo, Pasteur, Rovereto: 324.000 euro (3.520 euro)

22) Abbiategrasso, Chiesa Rossa: 323.000 euro (al metro: 3.552 euro)

23) Bicocca, Niguarda: 312.000 euro (prezzo medio al metro: 3.201 euro)

24) Udine, Lambrate: 310.000 euro (al metro: 3.317 euro)

25) San Siro, Trenno: 305.000 euro (3.149 euro)

# I quartieri SOTTO i 300 mila euro

Credits: blog.urbanfile.org

Per poter comprare un trilocale a meno di 300.000 euro, meglio spostarsi su altre zone come:

26) Certosa, Cascina Merlata: 296.000 euro (3.004 euro al metro)

27) Corvetto, Rogoredo: 291.000 euro (3.306 euro)

28) Cimiano, Crescenzago, Adriano: 283.000 euro (2.957 euro)

29) Forlanini: 261.000 euro (2.742 euro)

Mentre per i quartieri più economici in assoluto che si possono trovare, devono essere considerate le zone: Affori, Bovisa con 257.000 euro e 2.778 euro al metro quadrato; Bisceglie, Baggio e Olmi con 246.000 e 2.416 euro al metro quadrato; infine, Ponte Lambro e Santa Giulia con 198.000 euro e 2.238 euro al metro quadrato. Un quarto rispetto alle zone più care. 

In concreto, nel capoluogo meneghino sono solo 7 le zone in cui si potrebbe tentare di comprare un trilocale senza rischiare la bancarotta.

# Milano ha tanto da offrire

grattacieli di porta nuova - hines
grattacieli di porta nuova – hines

Continua a leggere con: CASE a MILANO: come si stanno MUOVENDO i PREZZI, zona per zona

SELENE MANGIAROTTI

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Sta sorgendo il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

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credits: @sohlen_design IG

350 metri per il grattacielo, moltiplicati per i 350 anni di storia del costruttore: nasce W350, capolavoro di vetro, acciaio e legno. Ecco dove sarà e come sarà.

Sta sorgendo il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

# Tutti i numeri di W350

credits: startupitalia.eu

Si chiamerà W350 l’edificio che – quando verrà inaugurato nel 2041 – sarà il grattacielo più alto del mondo realizzato con il legno. Nel progetto di W350 sono compresi 70 piani complessivi fuori terra, destinati ad abitazioni, uffici, spazi commerciali, giardini pensili e cascate d’acqua. W350 sarà la vetta più alta di un complesso edilizio di altri 70 edifici, interamente edificato su oltre 6.500 mq e che svilupperà una superficie complessiva calpestabile che supera i 455k mq.

Numeri da capogiro o meno, il progetto è affidato allo studio di architetti Nikken Sekkei, mentre la realizzazione è a cura dell’impresa Sumitoro Forestry, che farà di tutto per rispettare la data di consegna, in quanto proprio nel 2041 compirà i 350 anni di attività. Si tratta di una tecnica innovativa, che coinvolge al rialzo anche i costi. Si stima che realizzare la torre costerà all’incirca 600 Miliardi di Yen (pari a quasi 4,5 MLD di Euro), praticamente il doppio del costo per realizzare l’identico palazzo con materiali e metodi tradizionali. Va però considerato che la manutenzione futura dovrebbe costare di meno e tutto il grattacielo avrà un minore impatto ambientale, rispetto alla medesima superficie tirata su con calcestruzzo armato.

# Rimboschimento verticale

credits: beyondthemagazine.it

Come riporta il sito LifeGate W350 avrà i suoi 70 piani arricchiti da piante e verde selezionato. La scelta, oltre che esteticamente gradevole, premia ancora l’intuizione di Stefano Boeri, ovvero utilizzare la superficie verticale per il rimboschimento urbano. Al verde pensile e affacciato dai balconi di W350 è delegato infatti il compito di filtrare la luce solare e farne sintesi clorofilliana, per aiutare l’ambiente urbano a rigenerare parte dell’ossigeno “perduto” con la superficie costruita, prevedibilmente sottratto alla natura.

La scelta del legno è un’opportunità estetica ma non solo. Il legno in Giappone è da sempre un’industria molto fiorente, andata leggermente in crisi per poco sfruttamento della materia prima – ora abbondante – proprio per le scelte radicali legate alla sostenibilità a tutti i costi. L’intero nuovo complesso di Tokyo, dunque, è pensato anche per dare “ossigeno” al comparto legno nipponico. Da non dimenticare poi che il Giappone è zona altamente sismica. Ebbene il legno ha le qualità perfette per essere sfruttato in chiave anti-sismica. Il progetto della torre W350, infatti, sfrutta una sapiente arte di mix tra acciaio, legno e vetro per garantire la stabilità dell’edificio, rispettando i rigidi parametri che l’edilizia giapponese ha saputo sviluppare nei secoli di convivenza con le scosse telluriche.

# Meno cemento, più estetica

credits: LifeGate

L’impiego del legno significa al contempo meno uso di cemento. Anche in questo caso, oltre alla ricerca della bellezza estetica (che non guasta mai), significa utilizzare meno dispendio energetico e di acqua, se pensiamo a come viene prodotto il calcestruzzo. Al legno del complesso, infine, è deputata la funzione di assorbimento di una parte del particolato e delle emissioni urbane, che diventeranno di fatto composti organici. Si stima che il legno totale impiegato per W350 si aggiri intorno ai 185 mila metri cubi.

La manutenzione delle parti esterne in legno, avverrà anche attraverso la loro sostituzione parziale e progressiva, fattore che alimenterà l’industria del legname anche nei decenni successivi alla costruzione, auto generando domanda di questa materia prima anche a coloro che nel frattempo si saranno dedicati alla necessaria riforestazione.

# Le scelte del Giappone e del mondo

credits: Archdaily.com

C’è tutta una scelta politica di lungo corso dietro a queste caratteristiche. In Giappone, infatti, grazie allo sviluppo delle tecniche sono stati distribuiti dei veri e propri incentivi, che hanno istituito l’uso sistematico del legname per la realizzazione degli edifici pubblici di almeno 3 piani; grazie a questi incentivi tutto il comparto edilizio utilizza sempre più il legno per la costruzione di palazzi nuovi, anche ad uso residenziale e commerciale.

Nel mondo ci sono già esempi di torri realizzate e/o rifinite con questo materiale. C’è la Mjøsa Tower di Brumunddal in Norvegia, 85 metri e 18 piani, che per ora conserva il titolo di edificio più alto del mondo in legno. 34 piani saranno pronti nel 2023 a Stoccolma, per un palazzo costruito con l’anima in cemento armato e interni in legno, acquisendo un nuovo primato. I record sono destinati ad inseguirsi poi con l’inaugurazione a Chicago di una doppia torre residenziale, di cui una alta 228 metri. Più piccolino ma degno di menzione, infine, uno studentato della British Columbia University di Vancouver, alta 53 metri e realizzata in soli 70 giorni grazie all’utilizzo di elementi prefabbricati.

# Milano potrebbe prendere spunto

credits: @sohlen_design
IG

Questo concetto di foresta urbana, sembra destinato a rinnovare il significato dell’edilizia: stop al focus incentrato solo sul risparmio e sui materiali più conosciuti, anche se, come abbiamo visto, l’impiego del legno arriva a costare fino al doppio dello standard conosciuto oggi. Emerge l’introduzione di un elemento caldo, confortevole e gradevole, per vivere al meglio la casa, l’ufficio o lo shopping. Sarà una svolta per innalzare la qualità della vita? Se così fosse, possiamo dare una chance a Milano, introducendo queste materie prime anche da noi?

Continua a leggere con: La nuova VESTE per PIAZZA PIOLA: un piccolo giardino GIAPPONESE con ciliegi in fiore e panchine rosa

LAURA LIONTI

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Il re senza corona

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Maria Antonietta. Fonte: https://nonciclopedia.org/

Prima della Rivoluzione Francese gli scontri sulla scarsità del pane portarono il popolo all’esasperazione. Le rivolte di piazza per accaparrarsi quello che c’era nei forni si dice che portarono Maria Antonietta a dichiarare che se mancava il pane potevano mangiare le brioche.
Questa espressione è diventata simbolo dell’incapacità del potere di comprendere i disagi del popolo.

Ancor più colpevole è il potere che non capisce il malessere dei cittadini in un sistema democratico. L’articolo 1 della Costituzione italiana recita inequivocabilmente che la sovranità è del popolo. Significa che Governo e Parlamento sono dei delegati del popolo.

In questi ultimi tempi, con la protesta nelle piazze e sui mezzi di comunicazione più spontanei, sta emergendo un movimento popolare che si oppone al clima reazionario e autoritario, fatto di autorizzazioni imposte dal governo su attività che dovrebbero essere sempre liberamente consentite e che pongono l’Italia in una condizione di estremismo dispotico rispetto alle altre democrazie occidentali.  

Invece di porsi con umiltà a cercare di comprendere queste istanze che vengono rivolte in modo trasversale da ogni parte geografica e settoriale, il governo, i politici e i media a loro prossimi trattano con disprezzo qualsiasi azione di protesta popolare.
Tutto ciò che è espressione del popolo e che si riallaccia alla sovranità popolare viene considerato dal potere in Italia in maniera denigratoria

Chi governa tende a ridurre la sovranità popolare semplicemente al momento del voto, arrogandosi poteri illimitati tra una scadenza elettorale e quella successiva. Ma sovranità è un concetto più ampio del diritto di voto: il sovrano non era chi votava ma chi in modo permanente esercitava il potere.

Quindi il popolo è fonte, controllo e il soggetto abilitato, in quanto sovrano, anche a togliere il potere ai suoi delegati, nel caso in cui non siano in grado di esercitarlo nell’interesse dei cittadini.

Continua la lettura con: L’alba di una nuova umanità?

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: “La politica cambi visione sui concetti di discarica e rifiuto”

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SYMBIOSIS trasforma la zona di SCALO ROMANA: come diventerà entro il 2024

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credit: areasymbiosis.com

Il progetto si sviluppa dal futuro villaggio olimpico fino a via Ripamonti, con 7 gruppi di edifici. Ecco quelli già realizzati e quelli che nasceranno in futuro.

SYMBIOSIS trasforma la zona di SCALO ROMANA: come diventerà entro il 2024

# Il masterplan del progetto Symbiosis si sviluppa su 125.000 mq

Credits: ioarch.it – Masterplan Symbiosis

Symbiosis è un progetto di rigenerazione urbana che parte dai margini del villaggio olimpico, dentro lo Scalo Romana, e della nuova sede della fondazione Prada. Un nuovo Business District nel sud della città che si estende per 125.000 mq a firma dello studio Antonio Citterio Patricia Viel e sviluppato dal gruppo Covivio. Tutti gli edifici sono di classe energetica A con l’obiettivo di ottenere la certificazione LEED Platinum. 

Leggi anche: SYMBIOSIS: la prossima frontiera di Milano con la TORRE circondata da un «TEATRO VERDE»

# Piazza Olivetti con la sede Fastweb è il cuore del nuovo quartiere

Cresits: Andrea Cherchi – Piazza Olivetti

Il cuore del nuovo quartiere a sud della città quartiere è piazza Olivetti, su cui affaccia il palazzo Next dal 2008 nuova sede di Fasteweb e Cirfood, che è anche la prima porzione del progetto Symbios ad essere stata realizzata. Da qui è proseguita e procede ancora la costruzione degli altri sei edifici previsti e al momento solo le volumetrie indicate nel masterplan dalla dicitura «C+E» non sono state progettate

 # Nell’edificio “D” arriveranno le multinazionali di LVMH, Boehringer Ingelheim e Mars

Credits Urbanfile – Edificio D

Entro l’anno è programmata la conclusione dei lavori per l’edificio “D“, a fianco dell’Hq di Fastweb, che ospiterà la società italiana del colosso del lusso Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy), quella di una dei principali gruppi farmaceutici (la tedesca Boehringer Ingelheim), alcune realtà del gruppo Mars, il gruppo ortofrutticolo Orsero e un’altra azienda italiana.

# La sede della scuola internazionale ICS ha inaugurato quest’anno

Credits: icsmilano.it

Affacciato su viale Ortles è già stato realizzato e inaugurato l’unico edificio non dedicato al business, ma all’istruzione internazionale del gruppo Globeducate. All’interno della struttura a vetri bordata di bianco ha sede infatti il campus Ics.

# Il nuovo quartier generale di Snam a fianco degli edifici “C+E”

Credits Urbanfile – Sede Snam

A fianco degli edifici “C+E” tra via Condino e via Vezza d’Ogli verrà costruito il nuovo HQ di Snam. Progettato dallo studio di architettura Piuarch, per una superficie complessiva di circa 19.000 mq, sarà composto da tre volumi sovrapposti articolati in 14 piani, un grande parco con specchi d’acqua e persino un “Teatro Verde”. La consegna è programmata per l’inizio del 2024.

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# La sede di Moncler troverà spazio nell’ultimo edificio a sud del lotto in costruzione

Credits Urbanfile – Rendering nuova sede Moncler

Di pochi giorni fa l’annuncio del fashion brand Moncler che ha scelto l’edificio più a sud del lotto per far nascere la sua nuova sede. Il palazzo è strutturato attorno alla ciminiera, che rimarrà a memoria dell’archeologia industriale e identificherà il futuro simbolo bioclimatico degli uffici del marchio dei noti piumini. Il concetto di sostenibilità è presente anche nelle facciate del palazzo, circondate da un grande parco.

# Il progetto Vitae a pochi metri da Symbiosis

Progetto Serio
Progetto Vitae in via Serio

Pur non essendo all’interno del masterplan di Symbios il progetto Vitae, vincitore di uno dei bandi di Reinventing cities, nascerà in via Serio a pochi metri dal nuovo quartiere. Realizzato sempre dal gruppo Covivio è caratterizzato da una “Spirale verde”, un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio, filari sui tetti che si alternano a terrazze e orti e serre stagionali.

Leggi anche: BREAKING NEWS: I 4 PROGETTI della Milano del futuro che hanno vinto Reinventing Cities 40

Continua la lettura con: La CITTADELLA della GIUSTIZIA: il progetto mai realizzato a Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Prezzi carburanti in aumento. La benzina costa 19 centesimi in più a litro

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Le strane presenze nella VILLA dei FANTASMI alle porte di Milano

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Credits didiciara - Esterno Villa Sormani

Una delle più belle ville della Brianza è famosa per le sue presenze “ultraterrene”. Ecco la sua storia e gli ospiti indesiderati.

Le strane presenze nella VILLA dei FANTASMI alle porte di Milano

# Villa Sormani Marzorati Uva, una delle più belle ville della Brianza

Credits mariaantoniettabiagiolini IG – Villa Sormani Marzorati Uva

Nel Comune di Missaglia c’è una delle più belle ville della Brianza: Villa Sormani Marzorati Uva ancora abitata dal Conte e dalla Contessa Uva. Costruita sui resti di un castrum romano dove venne edificato il palazzo del ‘300, tra il 1648 e il 1740, Palazzo Sormani fu residenza di tre celebri condottieri di Casa Sormani, Paolo, Alessandro e Antonio. Tutti e tre furono “Grandi di Spagna” e “Marescialli Imperiali”.

# Le “strane presenze” che infestano la villa e gli episodi più inquietanti

Credits didiciara – Esterno Villa Sormani

Sono numerose le testimonianze di insolite presenze all’interno della villa, sia da parte dei proprietari sia di chi vi ha soggiornato. Il Conte Alberto Uva ha raccontato che chiunque abbia dormito nella stanza da letto si sia sentito a disagio per le strane sensazioni percepite e che per questo la camera da letto è stata poi adibita a lavanderia. “Un giorno” invece, racconta sempre il Conte Uva “su un muro in alto, sotto il soffitto a cassettoni, è apparsa una faccia disegnata con il carboncino. Questo disegno è rimasto lì molto tempo, poi un bel giorno è sparito”.

Un altro episodio riguarda il ritrovamento di una ciocca di capelli sul pavimento, riapparsa più volte nei giorni seguenti nonostante la domestica l’avesse gettata. Oppure quello dell’odore di rose nell’aria come ricorda il Conte Uva: “Due ospiti che hanno dormito in una stanza con il letto a baldacchino, una mattina alle 5 si sono svegliati entrambi perché avevano sentito odore di rosa. La rosa è il tipico odore dei fantasmi”.

Tra i fantasmi che “soggiornerebbero” nella villa potrebbe esserci quello di un soldato romano, i cui resti, compresi una punta di giavellotto, una frombola, una moneta antica e e diverse offerte votive, sono stati ritrovati in una nicchia di una cappella adiacente all’edificio. Altri fantasmi potrebbero essere quelli dei morti presenti sotto le fondamenta della chiesetta, in un ossario risalente alla grande peste raccontata dal Manzoni.     

# Cosa si può vedere nella visita guidata

Credits ortinellabrianza IG – Villa Uva

Nonostante la nomea di villa infestata questo splendido edificio è aperto alle visite e sono gli stessi proprietari, il Conte e della Contessa Uva, a raccontarne gli aneddoti e la storia. Nel tour guidato della villa si scopre il pozzo di origine romana, sotto il pavimento dell’ingresso, che scende per una quarantina di metri ed è ancora pieno d’acqua. Appena sopra il livello dell’acqua un gruppo di speleologi ha trovato dei tunnel segreti che devono ancora essere esplorati.

La visita guidata all’interno della villa consente di accedere alle stanze ancora arredate e abitate dalla famiglia dei Conti Uva e ricche di cimeli storici: la sala delle uniformi (dove è esposta l’uniforme da Ussaro Imperiale asburgico del Conte Carlo Sormani, primo Conte di Missaglia), la sala da pranzo, la sala della musica, la sala del tè, la sala da biliardo.

 

Fonte: SiViaggia

Continua la lettura con: Villa Simonetta: la storia del FRANKENSTEIN MILANESE

FABIO MARCOMIN

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Il BORGO MEDIEVALE a un’ora da Milano perfetto per una GITA indietro nel TEMPO

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Credits: @ saragalli1973 IG

L’estate è ormai lontana, ma la voglia di fuggire dalla città anche solo per un giorno non finirà mai. Senza andare troppo lontano, i weekend autunnali diventano perfetti per visitare la nostra regione, che forse in estate è stata ben trascurata, almeno dai milanesi.

Il BORGO MEDIEVALE a un’ora da Milano perfetto per una GITA indietro nel TEMPO

# Il borgo che ti porta indietro nel tempo

Credits: @annaalbavilla67 IG
Corenno Plinio

A circa un’ora da Milano, sulle sponde del lago di Como, si trova un borgo popolato da solo 16 persone, si tratta di Corenno Plinio, in provincia di Lecco. Un ristorante e pochissime attività, ma tanta tanta storia che, una volta messo piede nel borgo ti farà tornare indietro nel tempo. Il borghetto di Corenno Plinio è infatti un’oasi di pace dall’origine medievale che nasconde al suo interno numerose bellezze.

Il borgo di Corenno Plinio, però, non è così sconosciuto come si potrebbe immaginare, dato che abitato da sole 16 persone, ma addirittura è meta di numerosi turisti stranieri, che sono affascinati dalla bellezza medievale del luogo. Dal forte potenziale turistico, quindi, il sindaco del borgo ha deciso di inserire un biglietto di 5 euro da pagare prima di entrare nel paesello.

# Il castello vista lago

Credits: @luigipacchiega
Castello di Corenno Plinio

Corenno Plinio sorge a pochi chilometri da Dervio e deve il suo nome al console romano Caio Plinio, che nacque a Como e, amando la città, vi soggiornò spesso. Il borgo medievale è conosciuto anche come il “borgo dei mille giardini”,  proprio perché sono i suoi giardini intagliati nella roccia a renderlo veramente unico. E come potrebbe mancare un castello in un borgo medievale? Infatti non manca. A Corenno Plinio assolutamente da visitare è il suo castello, originariamente costruito come rifugio per gli abitanti e non come abitazione, ma costruzione bellissima da cui si può godere l’intera vista sul lago di Como.

Fonti: fuggodamilano

Continua la lettura con: Il borgo super COLORATO sulle sponde del PO a due ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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