Il POLE SHIFT, la più grande trasformazione da un milione di anni

Cos’è il Pole Shift e quali conseguenze potrebbe determinare?

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Il Pole Shift, l’inversione dei poli è un fatto. Come è un fatto che viviamo in un universo elettrico. Noi siamo batterie, il mondo è una batteria, anche se l’elettromagnetismo è stato ancora poco approfondito, a parte eccezioni come la quarta dimensione di Maxwell che però non è stata successivamente indagata. Lo stesso Newton aveva avuto dei dubbi che le maree più che gestite dall’attrazione Terra-Luna fossero gestiti dall’elettromagnetismo, questo perché gli specchi di acqua dolce non reagiscono come le masse di acqua salata. Questo lo ha indotto a credere che bisognasse indagare il ruolo della salinità nei mari come potenziale fenomeno elettromagnetico più che gravitazionale.

L’inversione dei poli magnetici produrrà degli eventi difficilmente prevedibili ma di enorme rilievo che sconvolgeranno il clima del pianeta terra. Ma cos’è il Pole Shift e quali conseguenze potrebbe determinare?

Il Pole Shift è la migrazione del polo magnetico del pianeta dal Canada verso la Siberia e l’esito finale sarà l’inversione dei poli. Questa progressione è accelerata enormemente negli ultimi anni fino ad arrivare a mezzo miglio al mese di movimento. Essendo un evento che si stima sia successo solo una volta 800mila anni fa non si sa con certezza che effetti potrà avere. La Nasa che sta monitorando questo processo fa ipotesi che vanno da un termination event, che potrebbe cancellare la vita sul pianeta, a un nulla di fatto.

Un evento che potrebbe condurre a un fine vita sul pianeta meriterebbe più attenzione. Per rimanere neutri è difficile credere che non succederà nulla, quantomeno i jet stream che regolano il clima verranno suggestionati da questo evento.
C’è chi crede che anche la crosta terrestre possa essere modificata. Il fatto che non sia questione di analisi diffusa lascia perplessi così come che in un momento così carico di eventi il dibattito sociale sia polarizzato su fattori contingenti che sembrano più che altro una distrazione di massa.

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Il collasso endogeno corrisponde a una radicale trasformazione esogena: sembra che i due cambiamenti stiano avvenendo in sincrono. Il sistema dell’economia mondiale è vicino a un collasso per ragioni endogene, per avere incontrato i limit to growth, i limiti della crescita, e anche il pianeta, fattore esogeno, sembra aver perso l’equilibrio e avviato verso una trasformazione radicale che lo porterà a una nuova forma di equilibro.

Un evento successo solo una volta 800 mila anni fa è difficile che impatto potrà avere. Non solo. È difficile da capire anche quando succederà. C’è chi sostiene che l’inversione accadrà nel momento in cui si raggiungerà il quarantesimo grado di longitudine.
Se fosse vero il calcolo che fanno diversi astrofisici saremmo molto vicini, dovrebbe arrivare attorno al marzo del 2023.

Un evento che dovrebbe essere preceduto da eventi estremi come terremoti e, in generale, da un aumento di suscettibilità della crosta terrestre. Perché una delle conseguenze del Pole Shift è un progressivo indebolimento della magnetosfera della crosta terrestre che protegge la terra dai raggi cosmici.

Ci sono due strategie per affrontare questo evento. 

La prima strategia è di considerare questo tema come propedeutico a un risveglio della consapevolezza: capire che anche l’intenzionalità del pianeta sta segnalando un cambiamento epocale. Un cambiamento epocale che investe il pianeta e di conseguenza anche noi, perché siamo parte di questa trasformazione che, anche se drammatica, è un invito a cambiare e a conoscerci in una ciclicità più ampia.
È l’occasione di incontrare quei processi ciclici che sono parte dell’essere umano ma che si sono dimenticati per una visione solipstica e schizofrenica dell’esistenza.

Il destino collettivo è il richiamo a un essere che trascenda la dimensione individuale, rientrando nell’unità della creazione. Una metafora dei poli dialettici dentro cui la vita è racchiusa: anche la nascita e la morte possono essere paragonate al più e il meno di due poli magnetici, e chiamiamo “vita” la tensione che scorre attraverso questi due poli.

Questa è la strategia della consapevolezza e dell’incontro. Poi c’è la strategia opposta, quella dello struzzo, che consiste nel costruire degli underground facilities, degli enormi rifugi sotterranei come, ad esempio, sotto l’aeroporto di Denver e in altri innumerevoli luoghi della Terra.

La strategia dello struzzo, di costruire delle difese sottoterra, è il segno di animi dannati che cercano di sfuggire come sorci a una realtà inesorabile e, per loro, terrificante da cui non si può sfuggire.  

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