Da oltre 20 anni non ci sono più cittadini che si definiscono di madrelingua italiana. Scopriamo dove si trova questo comune e quale altro curioso primato può vantare.
L’UNICO COMUNE italiano SENZA nessun MADRELINGUA ITALIANO
# Da vent’anni non si parla più italiano
Credits in_valdultimo IG – Martello
In Alto Adige c’è l’unico comune italiano senza madrelingua italiani: a Martello il 100% dei suoi circa 850 residenti si sono dichiarati di madrelingua tedesca. L’ultimo censimento in cui si è registrata una presenza di cittadini che si definivano di madrelingua italiana, lo 0,70% della popolazione, è stato quello del 2001. Curioso che dopo i madrelingua tedeschi seguono slovacchi, serbi e bosniaci. Ma nessuno di lingua madre italiana.
# Il nome non è quello che sembra
Lago del rifugio Marteller
Il nome non significa quello che può sembrare. Deriva infatti dal latino “murtella” che vuol dire “mirtillo”. Ma una delle caratteristiche del comune è un’altra: l’altitudine. Posizionato a oltre 1.300 metri gode però di un microclima particolare che gli consente di conseguire un altro record, più appetitoso.
# La valle più alta in Europa per la coltivazione di fragole
Credits eleonora.pupo IG – Val Martello
Il territorio comunale si estende su una superficie di 143 kmq, ha una popolazione di circa 850 abitanti e si trova nella Val Martello, laterale alla Val Venosta, interamente compresa nel parco nazionale dello Stelvio. Oltre al comune anche la valle detiene un curioso primato: è la più alta d’Europa per la coltivazione delle fragole, in un’area ricompresa tra i 900 e i 1800 m s.l.m. d’altitudine.
chiara ferragni - museo sognatori (dal suo profilo Instagram)
Sta sbancando a Milano. Ancora di più sui social anche grazie a Chiara Ferragni che ha incendiato le polemiche per aver fatto chiudere il museo per una festa privata. Ma qual è il segreto del successo di questo nuovo format nel cuore di Milano?
Il successo del “MUSEO dei SOGNATORI”, 15 installazioni per volare nella fantasia nel cuore di Milano
# Museum of Dreamers: 15 installazioni immersive per rieducare alla “cultura dei sogni”
Ormai lo hanno scoperto tutti, grazie alle polemiche per l’occupazione di Chiara Ferragni. In pieno centro a Milano, nello spazio un tempo occupato da Coin Excelsior, in piazza Beccaria, ha aperto da martedì 20 settembre il Museum Of Dreamers. Si sviluppa su oltre 2.000 mq e si snoda attraverso un allestimento composto da 15 installazioni immersive caratterizzate da colori sgargianti, scritte al neon, giochi di specchi, altalene sospese tra le nuove e una piscina di palline dove immergersi.
Il messaggio motivazionale che si lega ad ogni installazione ha l’obiettivo di rieducare alla “cultura dei sogni”.
# Da chi è nata l’idea e a chi è rivolto
Stanza capovolta Museum of dreamers
L’idea del Museo Of Dreamers è nata dalle designer Elena e Giulia Sella, fondatrici di Postology, agenzia di brand e retail experience milanese. Il segreto del format? L’unione di intrattenimento, design, creatività e tecnologia. Vuole essere “non come una semplice mostra da visitare, ma una vera esperienza da vivere e da ricordare”, come spiegano le sue creatrici. Il museo è aperto a tutti ma è rivolto soprattutto ai più giovani, in special modo alla generazione Z, per consentire loro di avere uno “spazio per sognare, condividere i propri desideri e passioni, lasciarsi ispirare e imparare a vincere le proprie paure.”
E non temete: giurano che non succederà più che lo si chiuda per un’ospite vip.
La nuova frontiera dell’urbanistica green. La torre a elica rivestita di alberi. Ecco dove sarà inaugurata.
Il GRATTACIELO avvolto dagli ALBERI
# The Helix ricorda la struttura del DNA, ma alta ben 106 metri
Una doppia spirale in vetro alta 106 metri e ricoperta da alberi. Ecco come, nei primi mesi del 2025, apparirà la nuova sede Amazon ad Arlington, in Virginia.
Progettato dallo studio internazionale di architettura NBBJ, che da anni crea spazi sostenibili, questo nuovo futuristico edificio si chiamerà “The Helix” per via della sua struttura, simile a quella del DNA.
# Un Bosco Verticale, ma con terrazze panoramiche e anfiteatri all’aperto
Ma non ricorda solo il DNA. Le sue foto non vi sembrano vagamente familiari?
Anche se alla lontana, potremmo benissimo paragonarlo al nostro Bosco Verticale, ma con due passerelle a spirale esterne e fruibili da tutta la città. E, con i suoi sentieri escursionistici, le sue balconate panoramiche e gli anfiteatri per gli spettacoli all’aperto, non sarà solo la sede del colosso Amazon, ma un dono per tutta la comunità.
# La trasformazione del quartiere: auto solo sottoterra
Credits: www.idealista.it
Infatti, questo grattacielo trasformerà l’intero quartiere di Arlington. Le auto private e il trasporto pubblico circoleranno solo sottoterra e l’intera zona diventerà pedonale e ciclabile. Pensate, si prevede anche un parcheggio per ben 950 biciclette.
Insomma, un altro ingente investimento immobiliare da parte di Amazon, ma che ha lo scopo di garantire il benessere dei dipendenti così come della comunità, unendo innovazione, ambiente e creatività.
# Alimentato solo da energia rinnovabile
L’intero complesso sarà completamente alimentato dall’energia rinnovabile, creata dal parco solare nella contea di Pittsylvania. E, per questo, punterà anche ad ottenere il Leed Platinum, la più alta certificazione del Green Building Council all’edilizia sostenibile.
Anche la scelta dei materiali non è casuale: con le sue pareti in vetro e con l’esterno realizzato con legno riciclato, sarà davvero sostenibile sotto ogni aspetto.
# Un campus “su misura d’uomo”, tra uffici, negozi e ristoranti
Credits: www.idealista.it
E anche il campus intorno all’edificio vuole essere “su misura d’uomo”: un’oasi per i dipendenti, ma anche un’attrazione per residenti, turisti e curiosi.
Infatti, gli spazi esterni a The Helix saranno sempre accessibili e saranno presenti negozi, ristoranti e panchine. Ma anche quelli interni potranno essere visitati, però solo nel fine settimana.
L’aggiornamento della direttiva europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni avrebbe un impatto devastante sull’economia italiana e sulle tasche dei cittadini. Ecco cosa potrebbe succedere.
Dal 14 Dicembre la TUA CASA potrebbe valere ZERO
# A dicembre la proposta della Commissione Europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni
Credits: era.ong – Parlamento Europeo
Il 14 dicembre potrebbe arrivare una disposizione che rischia di azzerare il valore della gran parte delle case in Italia. Non solo: il rischio è di creare uno choc sul mercato immobiliare e sull’offerta di case in affitto. La Commissione Europea si prepara a presentare infatti la proposta relativa all’efficientamento energetico delle abitazioni come previsto dal piano per la riduzione delle emissioni di CO2 collegato all’obiettivo “Fit for 55”. La direttiva EPBD, che significa energy performance of buildings directive, si pone l’obiettivo di avere nell’Unione Europea dal 2050 solo case a emissioni zero, sia quelle di nuova costruzione che quelle esistenti che dovranno essere efficientate.
# Dal 2027 vietata vendita o affitto di immobili con classe inferiore alla E. Dal 2033 si potranno vendere o affittare solo immobili con classe energetica superiore alla C
Credits Kookay-pixabay – Case a Roma
Nella bozza della nuova EPBD è previsto che dal 2027 tutti gli Stati dell’Unione Europeavietino la vendita e l’affitto degli immobili di classe inferiore alla classe energetica E, dal 2030 toccherà a quelli in classe energetica D, dal 2033 gli immobili inferiori alla C. Per gli appartamenti in condominio le scadenze dovrebbe essere posticipate: dal 2030 per la classe E, dal 2033 per la D e dal 2040 per la C.
L’unica possibilità per superare il divieto di vendita o affitto sarà di portare l’abitazione alla classe energetica minima indicata dalla direttiva, entro tre anni dalla stipula dell’atto di vendita. Per i nuovi edifici si prevede che dovranno essere ad emissione zero dal 2027 quelli pubblici e dal 2030 quelli privati.
# Quasi il 90% delle case degli italiani potrebbe valere zero
Credits scenarieconomici-istat-cresme – Dati anzianità immobili in Italia
L’aggiornamento della direttiva europea avrebbe un impatto devastante sull’economia italiana e sulle tasche dei cittadini. Sul totale degli immobili presenti in Italia ben l’87% è in classe energetica D o inferiore: di questi 2,15 milioni sono stati costruiti prima del 1918 e che avranno un valore pari a zero se passerà la proposta della Commissione Europea. I proprietari potranno solo vivere nelle abitazioni in loro possesso se non avranno risorse sufficienti per migliorare l’efficientamento energetico, visto anche il progressivo esaurimento del superbonus al 110% per le ristrutturazioni che scenderà già al 90% nel 2023 con l’aggiunta di alcuni paletti, e non potranno più contare sulla redditività del più classico dei beni rifugio.
# Il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire
Credits anna_caprarelli IG – Banca d’Italia
Uno dei punti di forza dell’Italia è sempre stata la capacità di risparmio dei suoi cittadini e il patrimonio privato, si trova al decimo posto a livello mondiale. L’ultimo report della Banca d’Italia sulla Ricchezza delle famiglie italiane indicava infatti una ricchezza netta a fine 2020 “pari a 10.010 miliardi di euro, 8,7 volte il loro reddito disponibile, registrando una crescita dell’1% (circa 100 miliardi) rispetto al 2019. Le abitazioni, principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda.”
Il problema sta proprio nel fatto che quasi il 50% della ricchezza è rappresentata da immobili. Questo significa che il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire a meno di poderosa crescita delle ristrutturazioni nei prossimi anni, cosa alquanto improbabile dato che in due anni di superbonus al 100% ne sono avvenute poco più di 300.000.
Il capoluogo lombardo si conferma anno dopo anno la “capitale dei single”. Negli ultimi 20 anni la crescita del numero di famiglie “monopersonali” è stata impressionante. Vediamo una fotografia sulla situazione demografica della popolazione milanese.
MILANO sempre più CAPITALE dei SINGLE: il quartiere con più persone sole e quello con più famiglie
# La metà delle famiglie milanesi sono composte da una sola persona, in crescita di 100.000 unità in 20 anni
Credits Andrea Cherchi – Uomo a Milano
In base al trend delineato dai dati del Comune di Milano, che si è posto come obiettivo di elaborare un nuovo piano welfare sulla base dell’analisi demografica della popolazione milanese, il capoluogo lombardo si conferma anno dopo anno la “capitale italiana dei single”. Negli ultimi 20 anni le famiglie “monopersonali” sono salite di 100.000 unità avvicinandosi alla quota del 50%. Per la precisione, su oltre 700mila nuclei familiari presenti sono 390.506 le famiglie formate da una sola persona, di questi il 39,3% sono anziani.
Seguono con 166.757 le famiglie composte da due persone, con 93.989 i nuclei con tre persone, a quota 66.153 quelle con quattro, con 17.067 quelle con cinque e infine sono 5.903 i nuclei famigliari di sei o più persone.
# Milano la città con più ricerca di bilocali e al primo posto per numero di inquilini single
credit: sinistraxmilano.org – Vendesi
A dare conferma a questi numeri c’è anche l’analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa che ha registrato una crescita della percentuale di acquisti da parte di single a Milano. Il capoluogo lombardo è al primo posto tra le città in Italia per ricerca di bilocali, con il 47,9% delle ricerche totali, e per il terzo anno di fila anche per il numero di inquilini single.
# La zona con più single? Loreto (2 su 3)
Credits mariadellapa IG – Loreto
La zona in cui è maggiore la percentuale di famiglie composte da una sola persona è Loreto: nel 2021 rappresentano il 64% dei residenti. In generale l’area preferita dai single è quella compresa tra le due circonvallazioni, da Bovisa e Dergano verso Farini, Loreto, Città Studi e Porta Romana, fino a San Cristoforo. Sopra il 60% ci sono anche l’area della stazione Centrale con il 63,5%, il Ticinese con il 62,15% e i Navigli con il 62,13%.
# Nel quadrante sud vivono le famiglie più numerose: al top Rogoredo
I quartieri dove invece vivono più famiglie che single sono quelli nei rioni di Bicocca, Mecenate, Pagano e QT8. Rogoredo è invece quello dove si registra la più alta percentuale di famiglie numerose, un dato che accomuna quasi tutto il quadrante a Sud della città.
Collezione Alfa Romeo - Credits: Museo Cozzi Legnano
BookCity Milano si sovrappone alla Digital Week, con una grande colonna sonora e i consueti debutti teatrali. C’è anche il #Tiramisù Day ad addolcire la metà di Novembre.
Meglio Libri o Digitale? Gli appuntamenti da non perdere nella settimana milanese (14-18 Novembre) #ToDoMilano 8
#Lunedì 14/11:continua la Milano Digital Week con convegni e talk, apre eccezionalmente la biblioteca privata di Philippe Daverio, la musica di Daniele Silvestri
Daniele Silvestri – Credits: Alteconomia
Da data polis a sharing city: continua la Milano Digital Week con un convegno che, fino alle 19.00, illustra come la città possa passare da raccogliere i big data, a condividerli per migliorare sé stessa. Appuntamento a Palazzo Castiglioni di corso Venezia 47.
Visita alla Biblioteca del Daverio: eccezionale apertura per visitare la biblioteca e parte della collezione che Philippe Daverio ha salvato in un ex refettorio quattrocentesco di Palazzo Ravizza. Ritrovo in piazza Bertarelli alle 15.30.
Milano 2026, accessibilità e cambiamento: accessibilità e digitalizzazione hanno e possono avere un ruolo, per migliorare la vivibilità di Milano. Il convegno dalle 15.30 alle 17.00 presso Bleisure di corso Europa 12.
Unstoppable Women: allo spazio Lenovo di corso Matteotti 10, apre alle 16.30 un evento in presenza a cura di StartupItalia. A moderare i talk e le interviste saranno Chiara Trombetta e Valeria Dalcore.
Qubì e Pollicino: riparte il laboratorio di fumetto dedicato ai bambini, che si tiene dalle 17.30 alle 19.00 presso Lato Positivo in via Botticelli 2.
Le parole sono tutto: la comunicazione nel 2022, racchiusa in un keynote speech di Alessandro Nardone e Francesco Fabiano. Alle 18.30 allo spazio Open di viale Montenero 6.
Daniele Silvestri: il gradito ritorno di un eclettico autore a Milano. Al Teatro degli Arcimboldi di via dell’Innovazione, arriva un work in progress tour, con canzoni ancora inedite, i grandi successi ma – soprattutto – brani improvvisati e ispirati dal momento.
#Martedì 15/11: il giorno delle fiere, IAB Forum e Vino
Milano-C Jazz Band – Credits: DLN
Artigianato e Collezionismo a Brera: mercato dell’artigianato e collezionismo in via Brera, davanti alla Pinacoteca dalle 8.00 e per tutto il giorno.
IAB Forum: al MICO (Fiera Milano City) lo storico evento sul business in internet compie 20 anni. Lo festeggia con conferenze, workshop e novità di networking il 15 e il 16 novembre.
ENOVITIS: Salone internazionale delle tecniche per viticoltura e olivicoltura. Apre alla Fiera di Rho dal 15/11 al 18/11
SIMEI: abbinato a Enovitis, c’è anche il Salone Internazionale dedicato all’imbottigliamento dei vini. Dalla vigna alla cantina, le tecnologie per conservare una delle bevande preferite al mondo. In esibizione fino al 18 novembre compreso.
#TheCrossoverExperience: una rassegna imperniata sulla musica classica crossover. Martedì 15, al Mosso di via Mosso 3, è di scena il coro Hebel di Giuseppe Califano. Alle 21.00 programma di Ellington, Beyoncè e Billy Eilish, tra gli altri.
ART: la commedia tradotta in 30 lingue, approda al Teatro Leonardo da Vinci di via Ampere 1. In scena fino a domenica 20, sipario ore 20.30.
My Place: debutta al Teatro Litta di corso Magenta 64, lo spettacolo per la regia di Silvia Gribaudi. Con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli in scena anche il 16/11, alle 20.30.
Highsnob: primo dei due concerti programmati da Michele Matera, nome d’arte High Snob. Prima Milano e poi Roma per i suoi fans, che possono ascoltarlo ai Magazzini Generali di via Pietrasanta dalle 21.00.
The Pretty Reckless: in scena sul palco dell’Alcatraz di via Valtellina, la band con l’attrice e modella Taylor Momsen. Inizio concerto alle ore 20.00.
Band of Horses: lungo tour di ritorno sui palcoscenici per la band indie americana. Dagli USA direttamente all’Italia, al Fabrique di via Fantoli alle ore 21.00.
Peppe Servillo e Milano C-Jazz Band: con la voce di Servillo e Costanza Alegiani, una serata jazz incredibile al Teatro Lirico – Gaber. In programma Kurt Weill e Bertold Brecht.
#Mercoledì 16/11: inaugura BookCity Milano
BookCity Milano – Credits: Avvenire
Mercatini di S. Nazaro in Brolo: ingegno creativo, oltre che modernariato e oggetti da collezione, per questo street market che apre dalle 8.00 alle 19.00.
Bookcity: inaugura il grande festival diffuso della letteratura. Gli eventi sono tutti gratuiti e continuano fino a domenica 20. Programma integralequi.
America America: inaugura allo Spazio Hus di via San Fermo 19, la personale di Giordano Readaelli. Le icone pop americane scelte da Redaelli per i collage, sono alcuni fra i simboli più noti della cultura estetica contemporanea. In esposizione fino a Dicembre.
Luigi Strangis: il vincitore di Amici torna in concerto dopo le esibizioni estive. Sarà all’Alcatraz di via Valtellina 14, alle ore 20.30.
Steve Hackett: al Teatro Lirico – Giorgio Gaber di via Larga è di scena Genesis Revisited, interpretato proprio dal chitarrista della leggendaria band inglese. Sipario alle 21.00.
#Giovedì 17/11: musica classica e jazz diffusa in città e il Tiramisù Day
Tiramisù – Credits: ayady_88, Pixabay
Antonello Viola incontra un dipinto di Filippo Lippi: la Galleria Salamon, in Palazzo Cicogna di via San Damiano, ospita La madonna con Bambino di Filippo Lippi, insieme ai dipinti di studio creati da Antonello Viola. Apertura alle ore 10.00, resta fino a fine gennaio.
Brera Musica: torna puntuale, il terzo giovedì del mese, la rassegna che porta gli ensamble de Le Dimore del Quartetto, alla Pinacoteca di via Brera 28. Concerto alle ore 18.00.
ClassicAperta per Bookcity: un evento con l’arpista Alessandra Zivieri e Alessandro Creola al sax, porta alla Casa della Carità, via Brambilla 10, le affascinanti contaminazioni musicali di Alexander Duo. Inizio spettacolo alle ore 19.00.
Tiramisù Day: è l’evento del Nhero Milano di via Felice Casati 44 Dalle 19.00 alle 22.30 la degustazione del re dei dessert declinato in 3 gusti: classico, fondente e pistacchio. Per partecipare leggere le info QUI
Visita alle Distillerie Branca: alle 19.00 è disponibile la visita guidata alle Distillerie dei Fratelli Branca, in via Resegone 2. La visita dura circa 2 ore. Info QUI.
Il paese dei campanelli: torna anche l’operetta, grazie al Teatro Lirico di via Larga. Debuttano fino a domenica 20/11 i due atti con la musica di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato. Sipario alle 20.45.
Kenny Garret: al Blue Note di via Borsieri è di scena il talento e il sax di uno degli interpreti migliori del post-bop. Due gli spettacoli: alle 20.30 e alle 22.30.
Baby K: avvistata Donna sulla Luna Tour, che riporta la cantante nata a Singapore a Milano. Baby K atterrerà ai Magazzini Generali di via Pietrasanta 14 alle ore 21.00.
Sonata Arctica: recupero della data di Acoustic AdventuresTour della band finlandese. Il metal rock risuonerà dalle 21.00 al Live Club di Trezzo s/Adda, via Mazzini 58.
Volbeat: 20 anni di carriera per la band danese, che porta Servant Of The Road tour a Milano, al Lorenzini District di via Lorenzini 3.
#Venerdì 18/11 (orario diurno): eccezionale apertura di 3 giorni per la più grande collezione Alfa Romeo a Legnano, mentre Milano omaggia collezionisti e filantropi con 120 opere di inestimabile valore alle Gallerie d’Italia
Collezione Alfa Romeo – Credits: Museo Cozzi Legnano
Blockchain Forum Italia: inizia la quinta edizione della prima fiera italiana dedicata alle tecnologie blockchain. Due giorni a Superstudio Più di via Tortona, con apertura alle 9.00.
Dai Medici ai Rothschild: Milano omaggia mecenati, collezionisti e filantropi, con l’esposizione, alle Gallerie d’Italia di via Manzoni, di oltre 120 opere straordinarie. Apertura ore 9.30, in mostra fino al 26 marzo 2023.
Milano AutoClassica 2022: apertura straordinaria di una delle più vaste collezioni di Alfa Romeo. Aperta 3 giorni al Museo Fratelli Cozzi di Legnano, in via Toselli 46 alle ore 11.00.
Piantagione Collettiva a Cesano Boscone: iniziativa di ForestaMI, alle ore 14.00 a Cesano Boscone, per la piantumazione di alberelli di foresta al Parco Aldo Moro. Ritrovo alle ore 14.00 dall’ingresso di via dei Pioppi.
Appuntamento a Giovedì 17/11 per scoprire gli eventi del fine settimana
Diverse associazioni di volontariato hanno manifestato in centro per accendere i riflettori sulle condizioni in cui versano a Milano le persone senza fissa dimora, i migranti, i transitanti e gli indigenti. Un atto di denuncia da parte di chi ogni giorno aiuta quelle persone che a Milano vivono senza un tetto sopra la testa ma anche un’occasione per avanzare all’Amministrazione comunale delle proposte concrete elaborate per superare le criticità. “Con l’arrivo dell’inverno, la risoluzione unicamente emergenziale delle problematiche maschera le criticità strutturali delle condizioni in cui vivono le persone senza tetto e l’inefficienza delle risposte del Comune”, hanno sottolineato i rappresentanti di Mutuo Soccorso Milano, Lambretta, Drago Verde, Collettivo Zam, Naga Onlus, Mai più Lager – No ai CPR e Ci Siamo.
Dopo tanta attesa svelata la data dell’arrivo a Milano del primo museo al mondo di palloncini e arte gonfiabile.
In arrivo a Milano il MUSEO dei PALLONCINI
# Cielo e terra fatti di palloncini
Credits: balloonmuseum.it
Pop Air è il nome della manifestazione, ma a volare non sono solo i palloncini.
Cielo e suolo fatti di palloncini, un grande nodo a maglia di Knot, di Cyril Lancelin, di cui non si percepiscono l’inizio e la fine e giochi di luce continuamente variabili che danno l’impressione di trovarsi in un luogo sempre differente. A volare è soprattutto la fantasia dei visitatori, nello spettacolare Balloon Museum.
Il palloncino colorato è infatti il ricordo per eccellenza legato alle feste dei bambini. Balloon Museum garantisce divertimentoe, per i più grandi, un tuffo nei ricordi dell’infanzia. Per i più piccolini è l’occasione per immaginare di attraversare un mondo incantato, grazie alla magia che questi piccoli pezzetti di gomma allungabile sono capaci di regalare.
# Il museo che si sgonfia e si rigonfia da un’altra parte
Palloncini – Credits: Fun_loving_Cindy, by Pixabay
Balloon Museum è il primo al mondo dedicato ai palloncini colorati e all’arte gonfiabile. È composto interamente di palloncini, la carica di allegria e curiosità che scatena si può apprezzare in diverse città del mondo.
La mostra è infatti un’installazione itinerante.
A Milano arriva dopo la tappa a Roma, al Pratibus Park e a Parigi, dove è rimasto fino al 21 agosto, per poi atterrare all’ombra della Madonnina.
Immagine di repertorio, non appartiene a Pop Air – Credits: rolandoemail, by Pixabay
I creatori del Museo dei Palloncini hanno già vinto diverse sfide. Dopo aver rimandato l’apertura a causa delle restrizioni Covid, la mostra a Roma ha riscosso così tanto successo che la sua permanenza è stata estesa.
Ma la sfida più grande che il Balloon Museum ha vinto, è quella di scolpire l’aria, per creare opere uniche che con altri materiali non sarebbe possibile realizzare.
Dopo l’interesse del mondo dell’arte nei lontani anni ’60, la Inflatable Art, o Air Art, torna prepotentemente alla ribalta, sdoganata da vecchi clichè. L’air art promette la poesia di una nuova forma d’arte, in grado di rivoluzionare il modo di abitare del pianeta e di relazionarsi con gli altri esseri umani.
# Inaugura il 23 Dicembre al Superstudio più in zona Tortona
Credits: balloonmuseumit
Finalmente svelate le date del museo dei palloncini a Milano: inaugura il 23 dicembre e resterà a Milano fino al 12 febbraio 2023 al Superstudio più di via Tortona.
Godiamoci una piccola carrellata di immagini, dedicata agli scultori dell’aria e alle loro opere d’arte, come piccolo ma doveroso omaggio a quest’interessante compagnia di palloncini.
Credits: balloonmuseum.it
Credits: balloonmuseum.it
Credits: balloonmuseum.it
Balloon Museum_AIRSHIP ORCHESTRA by ENESS_Ph. credit ENESS
Balloon Museum_GINJOS by RUB KANDY_Ph. Lux Eventi
Balloon Museum_KNOT by CYRIL LANCELIN_Ph. Lux Eventi
Balloon Museum_NEVER ENDING STORIES by MOTORE FISICO_Ph. Lux Eventi
Balloon Museum_VOLATILE STRUCTURE by GERALDO ZAMPRONI_Ph. Lux Eventi
Tra gli impianti innovativi in grado di produrre energia si stanno facendo strada nel mondo le torri solari. Meno invasive dei campi fotovoltaici e più performanti. Vediamo come sono fatte e il loro funzionamento. E perché potrebbero essere una soluzione per contrastare la crisi energetica nel nostro Paese.
In ITALIA le TORRI SOLARI per PRODURRE ENERGIA?
# A Dubai la torre solare più alta del mondo
Credits scienzenotizie.it – Torre solare
Tra gli impianti innovativi in grado di produrre energia si stanno facendo strada le torri solari. Nell’ambito dell’ampliamento del gigantesco impianto solare Mohammed Bin Rashid Al Maktoum Solar Park nel deserto di Dubai, che alimenterà oltre 1,3 milioni di abitazioni riducendo le emissioni di anidride carbonica di 6,5 milioni di tonnellate all’anno, è in fase di costruzione la torre a energia solare più alta del mondo: 260 metri di altezza.
Questa enorme struttura sarà dotata di 70.000 specchi eliostati, nella parte superiore, capaci di accumulare la luce solare scaldando un flusso di sali fusi. Il calore prodotto verrà poi usato per alimentare le turbine a vapore che genereranno elettricità. La torre potrà produrre elettricità anche senza il sole e a notte fonda, immagazzinare calore per 15 ore e produrre energia per 24 ore al giorno.
Credits Cryonic07-wikipedia-org – Struttura torre solari
Le classiche torri solari non sono dotate di specchi eliostati ma sfruttano il moto convettivo dell’aria calda che tende a salire per produrre energia elettrica. La struttura è composta da una torre da cui fuoriesce l’aria, da un collettore alla base rivestito in vetro e plastica che la raccoglie e da alcune turbine situate tra la torre e il collettore.
Il funzionamento del sistema prevede quanto segue: all’interno del collettorel’aria viene riscaldata dai raggi solari e dall’effetto serra che si viene a creare, la torre mette in comunicazione l’aria calda della serra con quella più fredda sulla sua sommità creando una corrente d’aria all’interno del complesso e le turbine vengono fatte ruotare convertendo il flusso d’aria in energia elettrica.
Ad oggi l’unico impianto in funzione si trova in Cina, a Jinshawan, è alto solo 50 metri per la vicinanza con l’aeroporto e ha una potenza di 200 kW.
# Le torri solari potrebbero essere un’idea per ridurre l’impatto della crisi energetica in Italia?
La crisi energetica ha acuito la difficoltà dell’Italia nel soddisfare il fabbisogno nazionale di famiglie e imprese. Anche il previsto prossimo aumento delle trivellazioni nel nostro mare non sembra essere sufficiente. Una soluzione alternativa e integrativa potrebbero essere le torri solari, visto che nel nostro Paese si hanno in media 2.600 ore all’anno di sole nel Mezzogiorno e poco meno di 2.200 euro al nord, cogliendo magari anche l’occasione per realizzare delle strutture capaci di distinguersi per la loro iconicità e riconoscibilità.
Quelle di ultima generazione prevedono di potenziarle con pannelli solari concentrati su diversi livelli in modo da poter garantire una vasta superficie di raccolta di energia solare. Si calcola che basterebbero un massimo di quattro o cinque torre solari posizionate nei pressi delle città per assicurare l’energia elettrica per tutta la popolazione urbana.
Credits A_Different_Perspective-pixabay - Graffiti di via Santa Croce
Abbiamo chiesto ai milanesi: “La cosa che ti piace più fare a Milano?”. Queste le 10 risposte con più successo.
Le 10 COSE che ci piace di più FARE a Milano
#1 Il turista
Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Teatro alla Scala
Tra le cose preferite dai milanesi da fare a Milano c’è il turista. Durante la settimana non c’è da tempo di soffermarsi ad ammirare i monumenti o gli edifici più belli della città, o i quartieri meno inflazionati. Per questo nei weekend o nei giorni di ferie si approfitta anche per visitare il Teatro alla Scala, il Castello Sforzescoo salire sulla Torre Branca, oppure per vedere il“Quartiere Arcobaleno” o le Case Igloodi via Lepanto.
“La “turista”, scoprendo e riscoprendo tutti i quartieri” – Cit. Donatella S.
#2 Aperitivo sui Navigli
Credits valeriananni IG – Aperitivo Navigli
Fare aperitivo sui Navigli è una delle cose a cui il milanese non può rinunciare. Bere un drink in uno dei tanti locali affacciati sugli storici canali è l’ideale al termine di una stressante giornata o settimana lavorativa. Altre zone molto frequentate per l’aperitivo ci sono Arco della Pace e via Sarpi.
#3 Shopping
Citylife Shopping District
Insieme all’aperitivo fare shopping è un’altra delle attività preferite dai milanesi. C’è solo l’imbarazzo della scelta, dalla centralissima Corso Vittorio Emanuele II e adiacente Quadrilatero, alla storica corso Vercelli per arrivare al più moderno Corso Buenos Aires fino al centro commerciale ai piedi dei grattacieli, il Citylife shopping district.
#4 Camminare nei parchi in autunno
Credits: @milano_segreta – Parco delle Cave
Camminare in autunno nei parchi della città è forse il momento migliore dell’anno. I caldi colori della foglie, insieme al verde della vegetazione e ai laghetti, quando presenti come al Parco Sempione o ai Giardini Indro Montanelli, regalano un’atmosfera davvero magica.
“In autunno andare al Parco Montanelli per i colori” – Cit. Lalla V.
#5 Fare le vasche in Duomo
Credits: Andrea Cherchi – Galleria Vittorio Emaunele II
Fare le vasche in centro è un classico. Passeggiare in Corso Vittorio Emanuele, in Galleria o nelle vie laterali a piazza del Duomo è tra le cose più amate dai milanesi in qualsiasi stagione.
#6 Fare affari al mercatino di via Fauché
Credits andirivieni__ IG – Mercato di via Fauché
Fare acquisti il sabato al mercato di Via Fauché, tra Cenisio e Sempione, è uno dei più famosi e gettonati. Si distingue dagli altri presenti a Milano perché propone una qualità di prodotti davvero alta con bancarelle di stoffe, vestiti e scarpe griffate a prezzi scontati.
Vedere una partita di Inter e Milan a San Siro, oppure in estate assistere a un concerto, è uno spettacolo a cui molti milanesi non sanno rinunciare.
#8 Fotografare gli angoli nascosti della città
Cortili aperti. Credits: mymi.it
Una delle cose che più piace fare ai milanesi è fotografare gli scorci incredibili e gli angoli nascosti, come i cortili visibili solo addentrandosi tra i palazzi, che mettono in luce l’unicità di Milano: la bellezza non è ostentata ma è da scoprire.
#9 Visitare mostre e musei
Fondazione Prada a Gamboloita Credits: @paoloscarpazgandolfi IG
A Milano è presente un circuito di musei e mostre davvero ricco, dalle piccole collezioni delle case museo a quelle più ricercate come Fondazione Prada fino alle più grandi del Museo del Novecento, della Pinacoteca di Brera o del Mudec solo per citarne alcuni.
#10 Il cinema
Cinema Odeon
Ormai le sale cinematografiche in centro storico sono meno di una decina, ma nonostante questo i milanesi amano ancora godersi un film sul grande schermo nel cuore della città. Tra i cinema rimasti ci sono il Cinema Centrale, L’Eliseo e il The Space Odeon, l’ultimo rimasto proprio a due passi dal Duomo.
Storica fermata della linea rossa, diventerà presto uno snodo con la M4. Letteralmente nel cuore di Milano cerchiamo di individuare 7 cose da fare e da vedere a due passi dall’uscita.
FERMATA DEL GIORNO: 7 cose da fare e vedere intorno a SAN BABILA
# Palazzo Visconti, l’edificio rococò
https://milanosegreta.com
In via Cino del Duca 8 è situato un palazzo storico di Milano, famoso per essere un esempio di elaborata architettura rococò. In piedi da oltre quattro secoli, oggi il palazzo con le 5 sfarzosissime sale ospita moltissimi eventi ogni anno. Alle pareti si trovano affreschi e tele che, tra ricchi lampadari e centinaia di dettagli, contribuiscono alla sensazione di essersi teletrasportati indietro nel tempo.
# GINROSA, l’aperitivo storico di Milano
https://www.milanodavedere.it/
Proprio in piazza San Babila è possibile godersi un ottimo aperitivo in un locale dalla raffinata enoteca che con la sua storia può tranquillamente definirsi un bar storico. Già nel 1885 il locale era conosciuto per il suo aperitivo, che è arrivato fino ad oggi dopo cambi di gestione ed evoluzioni che hanno solo contribuito a rendere sempre più speciale il GINROSA.
# Colonna del Leone, il simbolo della Porta Orientale
https://www.tripadvisor.it/
Sempre in piazza San Babila si trova questa colonna in pietra alla cui estremità è posta la statua di un leone. Il monumento è stato eretto come simbolo della Porta Orientale mentre il Leone, posto più tardi, sembra avere origini tardomedievali e potrebbe rappresentare una non meglio identificata vittoria dei milanesi sui veneziani.
# Spazio Lenovo Bistrot, un luogo di incontro e lavoro
https://www.tripadvisor.it
Spazio Lenovo Bistrot è un luogo ideale per pranzare con le loro proposte sane ed equilibrate oppure dove poter organizzare riunioni e call di lavoro. Un ambiente moderno, informale, tranquillo e luminoso dove poter lavorare o prendersi una pausa dal lavoro. Si trova in Corso Matteotti 8\10.
# Villa Mozart, il giardino verticale
Conosciuta come Villa Mozart ma formalmente nominata Villa Zanoletti, si trova in via Mozart, nel Quadrilatero del Silenzio, ed è particolarmente famosa per via della sua facciata interamente coperta di edera. Sotto le piante rampicanti si trova un bellissimo edificio in stile decò che oggi è sede della casa di alta gioielleria di Giampiero Bodino.
All’inizio di Corso Venezia, al numero 15, troviamo il frutto dell’unione tra Dolce&Gabbana e Martini. Il locale è moderno ed elegante, in cui dominano la creatività e la professionalità dei due brand, che si riflette sia nelle proposte culinarie sia nel menù cocktail.
Credits: www.fontanedimilano.it – Fontana Piazza San Babila
Come non nominare il simbolo di San Babila. La fontana, nel centro della omonima piazza, è relativamente recente, poiché è stata realizzata nel 1997. Rappresenta e richiama la ricchezza delle acque della terra lombarda: infatti l’architetto Dominioni ha voluto ricreare il ciclo dell’acqua con le acque che dalle montagne scorrono attraverso i grandi laghi fino alla pianura padana. Qui puoi approfondire la sua storia: la fontana di San Babila e il suo significato misterioso
È passato poco più di un anno dalla scomparsa del grande chitarrista milanese Franco Cerri. È considerato uno dei più grandi musicisti jazz del panorama nazionale ed internazionale, visto che, fuori dal nostro paese, ha raccolto successi con mostri sacri (oltre che del jazz) dello swing e della Bossa Nova, come Django Reinhardt, Chet Baker, Billie Holiday e Stephan Grappelli, solo per fare alcuni nomi.
FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili
# Gli inizi e il successo internazionale
Credits: @puresoulrecords Franco Cerri
Cerri nasce a Milano nel 1926, a 19 anni entra nell’orchestra di Gorni Kramer, poi passa a suonare con Reinhardt e Grappelli, per mettersi in proprio nel 1950, formando il “Franco Cerri Quintet”. Dopo una parentesi come attore e ballerino nella commedia musicale “Tobia, candida spia”, di Garionei e Giovannini, torna alla chitarra, lavorando al fianco di Lee Konitz, Chet Baker e Aurelio Ciarallo. Nel 1966 ha un grande successo al Lincon Center di New York, poi, tornato in Italia, collabora con Renato Carosone, Flo Sandon’s, Nicola Ariglialo e con Mina.
Il talento di Franco Cerri era eccezionale, ma il genere che suonava non era di quelli che riscontravano (e riscontrano) un grande impatto con il pubblico. Diciamo, un po’ di nicchia. Così non c’è da stupirsi se Cerri in Italia verrà riconosciuto, da tutti, solo dopo la pubblicità televisiva del detersivo Bio Presto, dove il musicista milanese compariva a mezzo busto dentro una vasca trasparente, colma d’ acqua, pubblicità degli anni Sessanta, replicata nel 1981.
# Tutto cominciò con un bravo ragazzo a cui fu regalata una chitarra dal padre
Credits: @gentile9745 Franco Cerri
Fu ospite al Festival di Sanremo nel 2005 e nel 2013, mentre, nel 2014, partecipò alla memorabile rivisitazione di “Vattene Amore”, con Mietta e il gruppo di Elio e le Storie Tese nella trasmissione “Il Musichione” di Rai 2. Cerri era anche un attento maestro di musica, capace di trasmettere il suo sapere alle giovani generazioni. In carriera ha realizzato una quarantina di album, l’ultimo nel 2012.
Ma come cominciò la sua vita artistica? È lo stesso Franco Cerri che lo rivelò alcuni anni fa in un’intervista che, in un certo modo, rappresenta un resoconto della propria carriera: “avevo 14 anni, di soldi ce n’erano pochi e svolgevo vari lavori, come il muratore, l’ascensorista e il fattorino. Sopra a casa mia viveva un musicista che suonava la chitarra, cantando gli stornelli. Io rimasi affascinato dal suono di questo strumento -confidò Cerri- così dissi ai miei genitori che volevo suonarla anch’io e chiesi di comprarne una”. Ma suo padre rispose che non c’erano soldi per un investimento del genere. Le insistenze di Franco erano ripetute, così, visto che era un bravo ragazzo, lavoratore e operoso, suo padre un giorno arrivò a casa con una chitarra.
# Le orchestre improvvisate nei cortili milanesi
Credits: @orest.gump Franco Cerri
“Ma non sapevo leggere la musica, però incontrai il pianista Giampiero Boneschi, che mi aiutò a tradurre in note musicali ciò che suonavo ad orecchio”. Dopo la guerra arrivò l’incontro con Gorni Kramer: “nei cortili delle case milanesi si era soliti passare le serate con orchestre improvvisate che suonavano e facevano ballare la gente -raccontò Cerri- un giorno eravamo in un cortile dalle parti di Porta Genova ed io suonavo in uno di questi gruppetti. Un nostro amico aveva invitato proprio Kramer per ascoltarci: lui arrivò e mi chiese di esibirmi con lui: io alla chitarra e lui alla fisarmonica”.
Kramer fece i complimenti al giovane Cerri e, dopo qualche tempo, si incontrarono per caso in Galleria del Corso, una casualità che portò Cerri a collaborare con il Quartetto Cetra e con Natalino Otto: le prove di questo spettacolo erano al Teatro Colosseo e fu la prima volta che i genitori lo videro all’opera come musicista.
Questa funicolare a vagoni scoperti più ripida del mondo vanta anche un altro primato. Scopriamo la sua pendenza record e dove si trova.
Milano-Grimselwelt
La FUNICOLARE CABRIOLET a vagoni più RIPIDA al MONDO a tre ore da Milano
# Un viaggio di 12 minuti con una pendenza del 106% fino a 1.860 metri d’altezza
Credits margaux_tht IG – Funicolare Grimselwelt
A poco più di tre ore di auto da Milano, a Grimselwelt in Svizzera, c’è la funicolare a vagoni scoperti più ripida del mondo che piò vantare anche il primato di montagna russa più estrema in natura. La sua pendenza è infatti del 106% e con una corsa di 12 minuti si passa dai 1.400 metri di altezza della stazione di Handegg ai 1.860 metri della stazione finale sul Lago Glemer, un lago artificiale.
# La funicolare fu costruita per consentire la realizzazione della diga
Credits pieceway IG – Lago Gelmer
La funicolare, costruita nel 1926, non nasce come mezzo di trasporto, ma per consentire la realizzazione della diga del lago Gelmer e per far confluire l’acqua fino alla centrale idroelettrica di Handeck.
Credits grimselwelt IG – Funicolare Grimselwelt
Solo nel 2001, in occasione del suo completo rinnovamento, si decise di attrezzarla per consentirne l’impiego anche al pubblico, all’inizio limitato a otto persone e dal 2004 con piena capienza grazie ad alcune modifiche.
# Come arrivarci e quanto costa il biglietto
Credits heidiulrich_ IG – Capanna Grimselwelt
Per arrivare a Grimselwelt da Milano bisogna prendere l’A9 fino al confine con la Svizzera, poi proseguire sull’A2 e sull’A8 elvetica e infine seguire le indicazioni per Strada 11/6 fino a destinazione. In alternativa, in primavera e in estate, si può accorciare il percorso uscendo allo svincolo di Wassen sull’A2 per giungere alla meta.
Per provare il viaggio in funicolare i biglietti vanno acquistati in anticipo, il prezzo è di 35€ andata e ritorno, ma l’esperienza non si esaurisce una volta arrivati in cima. Si può infatti fare una passeggiata di due ore attorno al lago, o raggiungere a piedi l’omonima capanna, e ammirare le cime alpine e gli innumerevoli ruscelli grazie ad alcuni punti panoramici mozzafiato lungo il cammino.
Numeri da capogiro per un patrimonio di storia e cultura, oltre che musicale. Scopriamo alcune curiosità sull’organo del Duomo di Milano
L’ARCIORGANO del DUOMO: uno dei due più grandi d’EUROPA
# Un tesoro tra il marmo di Candoglia
Sportelli o ante dell’organo – Credits: Duomo di Milano
Tra i tanti tesori che Milano custodisce, ce n’è uno protetto nel marmo di Candoglia della Cattedrale e che rappresenta lo strumento acustico più grande d’Italia: l’organo.
Risalente al 1937-1938, costruito dalle ditte Tamburrini e Mascioni, il Grande Organo del Duomo è il risultato dell’unione di due diversi organi, quello settentrionale di fine 1300 e quello meridionale, di epoca rinascimentale voluto da Francesco Sforza.
Un’operazione finissima che, un secolo fa, ha unito insieme due strumenti molto antichi, poi rielaborati anche in epoca barocca, con caratteristiche tecniche e foniche molto diverse tra loro.
Una volta completata la costruzione, lo strumento viene definito Arciorgano del Duomo di Milano. Il più grande in Italia, secondo in Europa e tra i primi 15 al mondo per dimensioni e nobiltà sonora.
Sedere davanti ad una delle console dell’organo del Duomo, lascia la sensazione di essere ai comandi di un’astronave come l’Enterprise. Le consolle sono 5: quella principale a 5 tastiere, le due lato altare a 3 tastiere, più alte 2 di tribuna ciascuna con una tastiera.
Le ante dietro cui si celano i corpi d’organo, sono tele che rappresentano l’Antioco o il Nuovo Testamento, dipinti anche da Meda e Procaccini.
Le consolle sono i punti di comando da cui gli organisti fanno suonare (e risuonare) le note prodotte da ben 15.800 canne. La più alta supera i 9 metri, mentre la più piccola misura pochi centimetri. Sono suddivise in 5 corpi d’organo: Grand’Organo Lato Nord e Sud, Positivo e Recitativo Lato Nord, Solo ed Eco Lato Sud e Corale al piano dell’altare.
15.800 note, che coprono 180 registri e 3025 combinazioni, permettono all’Arciorgano del Duomo di accompagnare le liturgie in Cattedrale, ma anche di diventare lo strumento perfetto per i concerti dei migliori interpreti al mondo.
Particolare di uno dei 5 corpi d’organo – Credits: TGCom24
L’organo è stato sottoposto ad un profondo restauro proprio recentemente. Polvere, ossidazione e altri fattori di degrado hanno rischiato di minacciare questo gigante buono di Milano.
La Veneranda Fabbrica del Duomo ha lanciato nel 2019 la campagna “15.800 note per il Duomo“, con cui si è fatto appello alla nota generosità dei milanesi, per affrontare un impegno costato oltre un milione di Euro.
Sono state smontate e restaurate le canne, soprattutto del corpo settentrionale che è il più antico. Utilizzati oltre 500 piedi quadrati di pelle per ripristinare i mandici, vere e proprie macchine del vento necessarie a produrre il suono dell’organo.
Inoltre è stata introdotta una gestione computerizzata all’avanguardia dell’impianto.
Il restauro si è concluso proprio nel 2022 e già lo scorso 7 marzo la possente voce dell’Arciorgano è tornata ad emozionare i fedeli, nelle consuete liturgie del Duomo.
Ma è in questi giorni che il Grande Organo del Duomo torna ad abbracciare i milanesi che lo hanno aiutato ad evitare l’oblio. Da sabato 12 novembre, fino al 7 gennaio 2023, è in programma la rassegna “Sonorità organistiche in Duomo“, che prevede programmi alle 16.45 e alle 17.15 di tutti i sabati, con edizione speciale mercoledì 7 dicembre.
All’esecuzione troveremo sempre il Maestro Alessandro La Ciacera, organista ufficiale del Duomo di Milano e i programmi previsti sono differenti. La rassegna è la “colonna sonora” per il Tempo di Avvento e di Natale.
San Petronio Bologna – Credits: Basilica di San Petronio
Se il maestoso organo di Milano è il più grande d’Italia, il secondo si trova nel Duomo di Messina. Anch’esso costruito dalla ditta Tamburrini, possiede solo cento canne in meno di quello meneghino: 15.700.
Il terzo è quello di San Petronio a Bologna, con 12.278 canne. San Petronio è unanimemente riconosciuto come l’organo più antico d’Italia, perfettamente funzionante dal 1475.
Il più grande d’Europa è l’organo del Duomo di Passavia (Passau), in Baviera, con 17.774 canne che coprono 233 registri.
I tre più grandi al mondo sono tutti negli USA: nella Convention Hall di Atlantic City, NJ, c’è un organo di 33.114 canne non funzionante, a Philadelphia c’è il secondo di 28.604 canne nel Grande Magazzino Wanamaker e il terzo nell’accademia di West Point, NY, con 23.500 canne, che rappresenta anche il più grande organo in un edificio religioso.
Intervista a Michele Foletti, Sindaco della Città di Lugano, che risponde sui rapporti con Milano e sul futuro della nostra area comune.
FOLETTI, Sindaco di Lugano: “La vicinanza di Milano è un arricchimento culturale”
Michele Foletti, sindaco di Lugano
Uno dei fattori critici per Milano è quello della difficile sostenibilità in particolare per i più giovani. Sta diventando sempre più difficile per loro sostenere i costi della vita in città. Lugano sembra essere una città molto frequentata dai giovani. Per capirlo basta passeggiare sul lungolago nel week end. Che cosa state facendo perché la città sia anche a misura dei giovani? E avete in programma nuove iniziative?
Uno dei temi più segnalati dai giovani luganesi è la necessità di avere spazi di incontro. Abbiamo quindi di recente commissionato uno studio con l’obiettivo di analizzare i bisogni relativi agli spazi per i giovani, individuare soluzioni logistiche e approfondire ipotesi di progettazione. Vogliamo capire meglio anche le esigenze e le aspettative dei giovani che abitano nei quartieri più discosti dal centro cittadino e dare una risposta di prossimità. Lugano, infatti, si compone di 21 quartieri e si estende su una superficie di 75 Km quadrati. In città abbiamo due centri giovanili e inoltre mettiamo a disposizione una sala concerti nei giorni liberi dalla programmazione stagionale. Riteniamo che lo spazio fisico sia la prima condizione per favorire i processi partecipativi della cittadinanza, minori compresi. Non da ultimo, abbiamo avviato il processo per ottenere la certificazione “Comune amico dei bambini” promossa da UNICEF Svizzera e Liechtenstein. Va poi aggiunto che i servizi di accompagnamento della Città svolgono anche un ruolo preventivo e di promozione della salute a favore della popolazione giovanile. Conoscere e “saper leggere” le nuove tendenze comportamentali è parte integrante della capacità di un ente pubblico di dare delle risposte adeguate ai bisogni di quella fascia di popolazione che rappresenta il nostro futuro. Non da ultimo, stiamo valutando un progetto per avvicinare i neo-diciottenni alla cultura regalando loro 200 franchi in LVGA (la valuta digitale cittadina) da spendere in attività locali.
Uno dei temi cruciali per Milano e l’Italia è quello del debito della pubblica amministrazione. Ci risulta che anche Lugano abbia un debito molto elevato. Qual è la ragione e che cosa state mettendo in atto per evitare che si riveli un fardello per l’economia e i servizi della città?
In generale, Lugano oggi è abituata al rigore finanziario. Il periodo più critico lo abbiamo avuto nel 2013, quando si sono manifestate appieno le conseguenze della crisi finanziaria del 2008, che ha inciso sui conti comunali cancellando letteralmente 50 milioni di franchi di entrate del gettito fiscale delle banche. Da lì la strada è stata in salita ma nel tempo siamo riusciti a ritrovare un equilibrio. Di fatto, la Città ha superato due anni di pandemia e riesce oggi ad affrontare la crisi energetica e le ripercussioni della guerra sul continente europeo proprio grazie al rigore applicato a partire dal 2014 per risanare le finanze e ridare stabilità ai conti comunali. Oggi è per noi necessario mantenere la rotta tracciata e continuare a contenere le spese con l’obiettivo di garantire la progettualità politica e sostenere la nostra popolazione più fragile evitandone l’impoverimento. Il preventivo 2023 della Città dà conto di un’eccedenza di costi di 5.3 milioni di franchi, mentre il debito pubblico è ancora ingente ma l’evoluzione è sotto controllo.
Milano è storicamente molto legata a Lugano e al Canton Ticino. Ci sono iniziative e progetti comuni con l’amministrazione o con enti pubblico o privati milanesi? E con la Lombardia?
In questo momento Lugano e Milano hanno scambi intensi nel settore culturale. Il nostro sistema federalista, infatti, prevede una diversificazione delle competenze e l’offerta culturale è definita direttamente dagli enti locali. Nel 2014, quando il LAC era ancora in cantiere, era stato visitato da una rappresentanza della Giunta in vista di una eventuale collaborazione per Expo 2015. Oggi, sappiamo che l’attrattiva del LAC sul pubblico italiano dipende dalle categorie di offerta ed è buona nelle arti visive. Le mostre del Museo d’arte della Svizzera italiana – MASI, suscitano l’interesse di un territorio che include
Milano a sud e Zurigo a nord, circa il 20% dei visitatori arriva dall’Italia. Va poi detto che il direttore artistico di LuganoInScena, Carmelo Rifici, dal 2015 dirige la Scuola di Teatro del Piccolo Teatro di Milano, una carica che ha aperto a collaborazioni importanti a livello internazionale.
In un altro ambito, qualche mese fa, in collaborazione con il Consolato svizzero, Lugano ha organizzato a Milano una giornata di presentazione incentrata su temi economici e sull’innovazione, da un lato fornendo una serie di informazioni pratiche per chi fosse interessato a trasferirsi da noi, persone fisiche e giuridiche, e dall’altro illustrando il progetto Lugano Plan B. La Città si è infatti aperta al mondo della blockchain con la propria valuta digitale legata al franco svizzero (denominata LVGA) e ora abbiamo esteso il progetto inserendo come valuta a corso legale “de facto” tether (una stablecoin legata al dollaro statunitense) e bitcoin.
La Città si è aperta al mondo della blockchain con la propria valuta digitale legata al franco svizzero (denominata LVGA)
Milano e Lugano sono in reciproca orbita. Per Milano Lugano è porta d’accesso a uno Stato che viene considerato più equo e più orientato alla libertà individuale rispetto a quello italiano. Come viene vista Milano da Lugano? Quali sono le opportunità date da questa vicinanza? E come si potrebbe dare ancora più valore a questa relazione?
Con Milano abbiamo affinità culturali, linguistiche, geografiche ed economiche. In primo luogo Milano è parte della nostra storia, molti sono stati nei secoli gli Svizzeri che si sono trasferiti nella vostra città. Ma è accaduto anche l’inverso e questo ha lasciato tracce durature a Lugano. La figura di Carlo Cattaneo, ad esempio. Esule a Lugano dopo il fallimento della rivoluzione antiaustriaca nel 1848 e subito diventato un punto di riferimento per la classe dirigente locale, che lo coinvolse in molte iniziative di utilità pubblica, come la riforma scolastica. Carlo Cattaneo resta un figlio della nostra città. L’Associazione omonima, che ha sede a Lugano ed è riconosciuta dal Ministero italiano degli Affari esteri, promuove da ormai 30 anni le relazioni culturali fra Svizzera e Italia in ambito letterario, artistico, sociale, economico, commerciale e politico, ed è un forte collante fra la realtà milanese e quella luganese. Personalmente vedo nella vicinanza con Milano un grande arricchimento culturale, e in generale dalla vicinanza con la Lombardia un’opportunità di crescita economica.
Personalmente vedo nella vicinanza con Milano un grande arricchimento culturale, e in generale dalla vicinanza con la Lombardia un’opportunità di crescita economica
Come state affrontando l’attuale emergenza? L’amministrazione di Milano sta riducendo riscaldamento e illuminazione. Quali iniziative avete messo in atto o state progettando?
Anche a Lugano abbiamo attivato delle misure per affrontare la penuria di energia elettrica e gas naturale. Da un lato, con interventi infrastrutturali e gestionali su edifici e impianti comunali e, dall’altro, con misure comportamentali indirizzate ai collaboratori e alle collaboratrici dell’Amministrazione comunale. Per quanto riguarda le misure sulle infrastrutture della Città, siamo intervenuti limitando la temperatura dei locali amministrativi e ci siamo dotati di valvole di programmazione temporale dei riscaldamenti.
L’erogazione di acqua calda sanitaria è stata interrotta negli edifici pubblici dove non è indispensabile, e abbiamo ridefinito le temperature di piscine e palestre comunali. Siamo poi intervenuti riducendo l’intensità dell’illuminazione pubblica notturna. Inoltre, Lugano sostiene e promuove la campagna di sensibilizzazione federale indirizzata alla popolazione.
L’idea di Milano città stato nasce dalla tradizione di Carlo Cattaneo che considerava quello svizzero il modello ideale anche per l’Italia. In generale, molte tra le più importanti città d’Europa sono amministrativamente delle città stato interne a stati sovrani, ossia hanno poteri accentuati rispetto a un normale comune. Ma questo non accade in Italia. Come spiegherebbe a cittadini di un paese fortemente centralista come l’Italia i principali vantaggi dell’autonomia in un sistema federale tipo quello svizzero? In particolare quali sono i vantaggi dell’autonomia per una città?
Non è nelle mie corde calare lezioni dall’alto, soprattutto ai cittadini o ai governi di altri paesi. Il sistema federalista svizzero – come la democrazia diretta – è profondamente radicato nella nostra storia e nella nostra identità, ed è un sistema in continuo riassetto. La Svizzera si compone di quattro culture e quattro lingue diverse e di tre livelli decisionali, Confederazione, Cantone e Comuni, ognuno con la sua fetta di potere secondo il principio della sussidiarietà. L’idea è quella di mantenere la diversità nell’unità e di avvicinare lo Stato ai cittadini. I Comuni hanno competenze in ambito scolastico e nella socialità, nell’approvvigionamento energetico, nella costruzione delle strade, nella pianificazione locale e in materia fiscale.
Lugano resta la terza piazza finanziaria elvetica e ha un’economia diversificata dove ricerca, flessibilità imprenditoriale, innovazione e know-how confluiscono in una strategia competitiva. Vogliamo cogliere le opportunità insite nel progresso tecnologico e non a caso la digitalizzazione è uno dei pilastri del nostro sviluppo. Se dovessimo dipendere per ogni decisione da un Governo centrale sarebbe sicuramente più arduo mettere a frutto le specificità e l’imprenditorialità locali. A dire il vero ogni tanto ci sta stretto anche l’attuale sistema.
Se dovessimo dipendere per ogni decisione da un Governo centrale sarebbe sicuramente più arduo mettere a frutto le specificità e l’imprenditorialità locali.
Milano e Lugano sono molto vicine: le infrastrutture di connessioni attuali rappresentano un problema oppure sono ottimali? Che cosa si potrebbe immaginare per rendere le due città collegate ancora meglio?
Perseguire un continuo miglioramento della mobilità è un aspetto essenziale della qualità di vita e consolida le basi dello sviluppo economico-sociale di un territorio. Con questa consapevolezza negli ultimi anni molto è stato fatto per migliorare i collegamenti fra Italia e Svizzera. La messa in esercizio della linea ferroviaria fra il Canton Ticino, Varese, Gallarate, e Malpensa, ha colmato una grave lacuna nella rete transfrontaliera. Resta ora la criticità del completamento di AlpTransit verso sud e della creazione dei
necessari raccordi con il vostro paese, che purtroppo non sono previsti dalla strategia Ferrovia 2050 della Confederazione. Per questo Lugano e il Ticino, che aspirano a essere un vero anello di congiunzione tra il nord e il sud Europa, lavorano per ottenere ascolto da Berna. Il dibattito è aperto anche per quanto riguarda il potenziamento dell’autostrada tra Lugano e Mendrisio con la realizzazione di una terza corsia dinamica, che suscita tuttavia perplessità a diversi livelli.
A Milano abbiamo un sogno: collegare la città al mare con un treno ad alta velocità in modo da poter arrivare in Liguria in brevissimo tempo. Potrebbe essere un progetto interessante anche per la Svizzera, in particolare per il Canton Ticino?
A Lugano da ormai cinque anni il convegno “Un mare di Svizzera” mette a tema lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie, portuali e stradali fra la Svizzera e i porti liguri, quindi sì, è un tema che seguiamo e che ci interessa. Tuttavia le soluzioni vanno trovate su scala federale. Il recupero della centralità del Mediterraneo e l’importanza che potrà rivestire per l’economia svizzera, le tempistiche delle nuove infrastrutture previste nel porto di Genova e le nuove opere realizzate e previste in Svizzera sono state al centro del convegno. La novità di quest’anno è che Lugano si è candidata a diventare un Forum permanente di dibattito sulla logistica europea, sulle infrastrutture, il loro finanziamento e sui grandi fenomeni di trasformazione nell’interscambio mondiale.
Infine, la nostra testata dà ampio spazio a sogni e a progetti visionari, anche difficilmente realizzabili.
Lei, sindaco, ha qualche sogno, anche apparentemente impossibile, che le piacerebbe realizzare per la sua città?
Come ha scritto Italo Calvino, “le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”. In una certa misura ho sperimentato che la paura è un buon carburante per realizzare i sogni, e mi riferisco al già citato profondo rosso finanziario del 2013. Lugano, che era abituata all’agiatezza portata dagli introiti fiscali delle banche, ha dovuto reinventarsi. Il sogno di riacchiappare l’equilibrio finanziario – grazie all’impegno del Municipio e dell’Amministrazione – oggi si è avverato e ci permette di continuare a sognare e costruire una città aperta e innovativa, terreno fertile per scienza e tecnologia ma anche per la creatività e l’imprenditorialità in tutte le forme, luogo di crescita e inclusione per cittadine e cittadini – quali che siano la loro età o situazione economica – attenta a sostenere laddove occorre, luogo di partecipazione e di dibattito. Il mio è un sogno globale, insomma.
Credits Andrea Cherchi - Ciclabile umana su viale Monza
Milano 10 novembre. Una fila umana si estende lungo viale Monza. Queste le loro richieste.
La CICLABILE UMANA di VIALE MONZA
# Una fila di persone lunga 200 metri per dire basta ai parcheggi selvaggi e sulle ciclabili
Credits Andrea Cherchi - Ciclabile umana
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Credits Andrea Cherchi - Ne abbiamo piene le ciclabili
Credits Andrea Cherchi - Simone Lunghi in bicicletta
Credits Andrea Cherchi - La ciclabile umana su viale Monza
Credits Andrea Cherchi - Ciclabile umana su viale Monza
Credits Andrea Cherchi - La ciclabile umana in viale Monza
La mattina del 10 novembre, nei 200 metri di viale Monza tra via Popoli Uniti e via Martiri Oscuri, si è tenuta la manifestazione “Proteggimi” per chiedere al Comune di Milano sicurezza per i ciclisti, in una Milano ancora scossa per il terribile incidente che è costato la vita a Luca Marengoni, giovane ciclista milanese falciato da un tram. Una fila di persone, ognuna con la propria bicicletta, si è posizionata lungo la linea tratteggiata che delimita la pista ciclabile, spesso occupata dalle auto in sosta abusiva, a protezione simbolica di chi pedala.
# Il video della ciclabile umana
Nel video di Andrea Cherchi si vede la lunga fila di milanesi, una vera “ciclabile umana”, che hanno partecipato all’iniziativa contro la sosta selvaggia di auto, in doppia fila e sulle ciclabili. Tra i promotori Davide Branca (attivista della ciclabilità), Federico Del Prete (Presidente Legambici – Legambiente per la ciclabilità), Claudio Dolente (FIAB Milano CICLOBBY), Ilaria Fiorillo (Milano in Bicicletta), Tommaso Goisis (Attivista di ‘Sai che puoi?’), Ilaria Lenzi (genitore, attivista), Angelo Lisco (Componente della Consulta per la Mobilità Attiva del Comune di Milano), Elena Milazzo (Sottosopra comunicazione) Francesco Tagariello (attivista e city manager di azienda di micro mobilità).
Tra i sostenitori anche Simone Lunghi, l’Angelo del Naviglio che recupera le biciclette dai Navigli e da sempre in prima linea per una Milano più a misura di persone e di chi si muove a piedi o in bicicletta.
Ogni città ha i suoi angoli bui, alcuni sono piccoli, sporchi e dimenticati ma grazie a questo artista anche i posti più impervi ospitano opere d’arte meravigliose che, seppur in miniatura, sanno farsi riconoscere e affascinare i passanti.
L’artista che trasforma anonimi ANGOLI URBANI in opere straordinarie. Lo invitiamo a Milano?
# Arte nascosta
Tutte le città, compresa Milano, sono caratterizzate dal grigiore dell’asfalto e angoli nascosti poco frequentati da locali e stranieri, alcuni di questi sono talmente piccoli che a mala pena si notano. Spesso questi luoghi si trovano nelle periferie o nelle zone industriali, che quindi vengono dimenticati o sorpassati senza prestarvi troppa attenzione, ma ci sono artisti di strada che sono capaci di trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario. Jamie Paul Scanlon, in arte JPS è uno degli artisti di strada che rende più affascinanti e valorizza questi spazi dimenticati e nascosti.
L’artista, nato nel 1977 in Inghilterra, dedica la sua attività all’abbellimento di spazi urbani poco apprezzati. La sua tecnica è quella di creare disegni in armonia con l’ambiente circostante, di piccole e grandi dimensioni, che spaziano da soggetti più inquietanti a immagini pop. Tutto per questo artista può diventare una tela su cui dipingere, dalla parete scrostata, al palo di cemento abbandonato, tutto può avere una nuova vita. L’artista lavora perlopiù in Inghilterra, lasciando traccia del suo passaggio con immagini che trasformano il paesaggio.
Anche Milano è attraversata dalla sua dose di street art: passeggiando per il centro si incrociano disegnatori che utilizzano gessi colorati per rappresentare magiche figure, spesso tridimensionali. Le periferie invece sono costellate di disegni a bomboletta, tag oppure disegni da colori sgargianti e immagini fumettistiche. Tutte queste rappresentazioni danno colore a zone dimenticate e degradate, caratterizzate da edifici abbandonati oppure aree dismesse. Ospitare JPS o altri artisti porterebbe sicuramente a Milano il vantaggio di un nome riconosciuto nel campo della street art e ancora più colore e simpatia in città, migliorando zone e angoli che hanno una cattiva nomea e immagine.
La street art porta alle zone più oscure delle città una nuova vita, fatta di colore, spirito e qualche risata. Jamie Paul Scanlon è un artista inglese, che trasforma spazi degradati in luoghi visitabili, sarebbe interessante invitarlo a Milano e vedere cosa combina, no? Ecco alcune delle sue trasformazioni.
La catena di negozi specializzata in dolci e caramelle ha dato vita a un hotel unico al mondo nel suo genere, una sorta di “fabbrica di cioccolato” nel settore della hotellerie. Scopriamo come è fatto.
A Milano il primo HOTEL “DOLCE” del MONDO
# ODSweet Duomo Milano Hotel, il primo hotel “dolce” al mondo
Credits odsweet_hotel IG – Ingresso Odsweet Hotel
Aperto dal 2020, l’Ods Sweet Hotel è una sorta di “fabbrica di cioccolato” nel settore della hotellerie. Un hotel di lusso 4 stelle superior progettato dall’architetto Franco Costa e realizzato dalla famosa catena di negozi di dolci e caramelle Ods Store, con diversi punti vendita a Milano e oltre un centinaio in tutta Italia, per essere l’hotel più dolce del mondo. Al momento è anche l’unico nel suo genere.
# 5 piani con rooftop e ristorante panoramico
Credits odsweet_hotel IG – Odsweet Hotel
La struttura si sviluppa su 5 piani, sopra uno dei negozi della catena, in piazza del Duomo angolo via Giuseppe Mazzini 2. All’ultimo piano c’è il rooftop con annesso ristorante che si apre su una vista spettacolare sul Duomo. Il mood e il design sono ricercati e contraddistinti da due colori principali, che si divertono a rincorrersi lungo tutto il percorso sensoriale offerto all’ospite: il rosa e il marrone.
# La camera marshmallow e quella cioccolato
Credits odssweethotel
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Credits odssweethotel - Camera marshmallow
Credits odssweethotel - Camera cioccolato
I due colori si ritrovano nelle camere, di varia tipologia da superior a loft, e sono abbinati a due specifici dolcezze: il rosa per il marshsmallow, le caramelle spugnose e soffici, e il marrone per il cioccolato. Ogni dettaglio delle stanze a tema rimanda alle due specialità dolciarie.
Credit odsweet_hotel IG – Il benvenuto nell’hotel
In più è presente uno Sweet Corner, senza alcun supplemento, con una selezione di dolci da degustare e anche un dolce di benvenuto.
Non solo tram, bus, treni e metropolitane. In Italia ci sono alcuni mezzi di trasporto davvero particolari, da provare almeno una volta nella vita. Scopriamo quali sono.
I MEZZI di TRASPORTO più STRANI con cui puoi viaggiare in Italia
#1 La gondola a Venezia
Credits LunarSeaArt-pixabay – Gondola a Venezia
La gondola è forse il simbolo più riconosciuto di Venezia nel mondo oltre ad essere uno dei più strani mezzi di trasporto in Italia. La forma della prua richiama tutti gli emblemi della città: l’andamento ad S che riprende il percorso del Canal Grande, i sei denti rivolti in avanti che corrispondono ai sei sestieri di Venezia, il dente verso l’interno è l’isola della Giudecca, l’archetto sopra l’ultimo dente simboleggia il Ponte di Rialto mentre l’estremità in alto richiama il cappello del Doge.
Da qualche anno anche lungo il Naviglio Grande a Milano si può provare l’esperienza di essere trasportati a bordo di una vera gondola.
#2 Il minimetrò di Perugia
Credits guidochipa IG – Minimetro Perugia
Il Minimetrò di Perugia è un piccolo treno automatico di 5 metri con capienza massima di 20 persone che collega la periferia con il centro storico lungo un percorso di 4 km. La linea è a doppio binario, corre sia in tunnel che in sopraelevata, ed è composta di 7 stazioni: oltre alla stazione Picetto d’ingresso al Minimetrò, e il capolinea di Pian di Massiano in città, ce ne sono altre cinque intermedie. I trenini sono dotati di ruote gommate, anche ai lati, e vengono trainati da una fune alla velocità costante di 25 km/h.
#3 La funivia a due posti Colle Eletto di Gubbio
Credits chiarla_s IG – Funivia Gubbio
Rimanendo in Umbria, a Gubbio c’è la funivia Colle Eletto, con cabine aperte da 2 posti in piedi, che impiega 6 minuti per salire dal cuore di del borgo a 532 metri di altezza fino al monte Ingino a 908 metri sul livello del mare. Dalla qui si può arrivare a piedi alla Basilica di S. Ubaldo dove è conservata l’urna del Santo Patrono della città e dove riposano i Tre Ceri durante tutto l’anno, sulla cima dell’albero di Natale più alto del mondo.
#4 La funivia più impressionante delle Alpi: Il Matterhorn Glacier Ride
Credits: Mattern Horn Race
Il Matterhorn Glacier Ride è senza dubbio la funivia più impressionante delle Alpi oltre ad essere la funivia trifune più alta del mondo. Nel suo tragitto collega la stazione Trockener Steg in Svizzera con la stazione Piccolo Cervino in Italia a 3.883 metri di quota. Tra gli altri primati vanta anche quello di collegamento in funivia con il maggiore dislivello in Europa.
Sul Lago di Como si può viaggiare a bordo di un idrovolante. Si può volare a pelo d’acqua, i posti variano da due a un massimo di quattro, salendo poi in quota per ammirare da un’altra prospettiva alcune delle ville più belle e alcuni degli scorci più suggestivi del ramo del lago che va da Como a Bellagio. L’esperienza dura circa 30 minuti a un costo di circa 200 euro.