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Finanziata la STAZIONE “GIARDINO” della CIRCLE LINE: ecco come sarà (IMMAGINI)

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MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione

Il prossimo step sarà la progettazione esecutiva. Ecco come sarà e quali zone servirà.

Finanziata la STAZIONE “GIARDINO” della CIRCLE LINE: ecco come sarà (IMMAGINI)

# Mind-Merlata: destinati 14 milioni di euro per la nuova stazione della Circle Line

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

Un passo in avanti per la realizzazione della stazione della Circle Line di Merlata-MIND. Qualche settimana fa il Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma Cascina Merlata (di cui fanno parte Regione Lombardia, Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano, Comune di Pero, EuroMilano SpA) ha approvato la destinazione di 14 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, di cui 10 dovuti al Comune di Milano da EuroMilano che sta sviluppando il progetto UpTown Cascina Merlata, al potenziamento del sistema di trasporto pubblico e dell’accessibilità e intermodalità del quadrante nord ovest di Milano.

Nello specifico 10 milioni di euro serviranno a finanziare (insieme a RFI e Arexpo) la progettazione esecutiva vera e propria della nuova stazione, che verrà realizzata sulla linea ferroviaria Milano-Domodossola e, insieme a quella prevista nell’area Stephenson, servirà le linee S5, S6 oltre alla futura Circle Line del Passante Ferroviario. I rimanenti 4 milioni verranno utilizzati nell’ambito del biciplan metropolitano “Cambio”, la circolare 2 e la circolare 3, e alla riqualificazione del capolinea tranviario in piazzale Cimitero Maggiore.

# Come sarà la nuova stazione

MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione

Il progetto preliminare realizzato dallo studio 3TI Progetti prevede una struttura della stazione in metallo bianco, pensata per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale, e come mostrano dai rendering dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. 

Le immagini rilasciate dallo studio di progettazione si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.

# In corrispondenza al Campus della Statale, baricentrica a MIND e al quartiere di UpTown-Cascina Merlata

Credits: Mind Milano – 5- Campus Scientifico Statale

La stazione si troverà in corrispondenza del nuovo Campus universitario dell’Università Statale e sarà baricentrica e accessibile da entrambe le aree, quella del quartiere residenziale di UpTown-Cascina Merlata e del distretto MIND, tramite la passerella ciclopedonale già esistente e realizzata in occasione di Expo 2015. Servirà i 10.000 residenti della zona, le 80mila persone che ogni giorno graviteranno tra università e terziario avanzato del distretto MIND e clienti del Merlata Bloom Milano, il lifestyle shopping center di imminente apertura. La nuova stazione sarà connessa alla rete metropolitana di Milano grazie al passante (ad esempio a Porta Garibaldi, Porta Venezia, Repubblica e Dateo) e alla rete nazionale dell’alta velocità a Rho-Fiera e Porta Garibaldi.

Continua la lettura con: Una FUTURISTICA METROPOLITANA a levitazione magnetica: l’idea giusta per la nuova CIRCLE LINE?

FABIO MARCOMIN

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ALLARME AUTISTI a MILANO: sempre MENO BUS e ATTESE che superano i 30 MINUTI

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Credits Andrea Cherchi - Tram e bus

Servono oltre 300 nuovi autisti per garantire un servizio frequente in tutta la città.

ALLARME AUTISTI a MILANO: sempre MENO BUS e ATTESE che superano i 30 MINUTI

# “Nessuno viene più a lavorare a Milano”

Ufficio Stampa Atm – Deposito bus Electric

A Milano il problema della carenza di autisti si fa sempre più sentire. Queste le parole di Pasquale Ferri, sindacalista dell’Orsa: “Il problema delle soppressioni è dovuto alla grave carenza organica degli autisti: più di 300 ad oggi. Nessuno più viene a lavorare a Milano. Questa azienda rispetto a 30 anni fa non è più attrattiva e competitiva e gli stipendi sono troppo bassi“. 

Sulla stessa linea anche Alberto Beretta, coordinatore regionale della Filt Cgil: “Si cancellano corse e tabelle perché non c’è personale a sufficienza a garantire il servizio. La questione degli alloggi rimane un problema irrisolto e vivere a Milano è complicato. Tutto il settore è in forte difficoltà da tempo. Un conducente in prima assunzione ha uno stipendio base di 1.100-1.200 euro netti e il problema di conciliare la vita con il lavoro è enorme. Il tema non è stato mai affrontato. Servono una radicale riforma del settore, ma anche la volontà e le risorse per finanziare il Fondo nazionale dei trasporti. Altrimenti il problema rimarrà, i conducenti saranno sempre di meno e le conseguenze si riverseranno sugli utenti“.

# Linee di superficie con attese alle banchine di oltre mezz’ora

Credits: leggo.it
pensilina intelligente

La conseguenza della carenza di autisti è una riduzione delle corse. Secondo i sindacati  nell’ultimo periodo le riduzioni del servizio sarebbero arrivate all’11-12% a cui aggiungere il 3% di tagli stabilito a inizio anno per contenere i costi del trasporto pubblico in seguito al cambio abitudini consolidato dell’utenza post Covid. Si arriva quindi in alcune zone della città a una riduzione del 15% rispetto all’anno scorso. Se a questo si aggiungono le assenze per malattia la situazione peggiore ulteriormente. Tutto questo si tramuta in attese più lunghe alle banchine di bus e tram, da 12 minuti a punte di oltre 30 minuti.

#  “Chi investe €5000 nelle patenti e poi ha un prospetto di lavoro dove ne guadagna 1200€ al mese non va più a fare l’autista”

Credits Andrea Cherchi – Tram e bus

La difficoltà di attrarre nuovi autisti non è una novità per Atm. Già nel 2022 l’Azienda Trasporti Milanesi aveva lanciato per il secondo anno consecutivo una campagna assunzioni per l’inserimento di 650 nuove risorse senza ottenere i risultati sperati. Il motivo principale è il costo della vita di Milano, insostenibile senza uno stipendio adeguato, e quello per ottenere la patente di guida necessaria a condurre i mezzi di trasporto pubblico. 

Questa la replica di un conducente al nostro articolo sulla difficoltà di Atm a trovare dipendenti: 

«Gentile redazione, sono un autista Atm/net da quasi vent’anni, e nel corso di questo periodo ho visto cambiare tante cose in Atm in primis, e nel contratto nazionale che, già quando sono stato assunto io nel 2000, era abbastanza basso.

Ma adesso chi viene assunto in Atm o comunque col contratto autoferrotranvieri guadagna circa €1200 al mese, considerando il fatto che per poter fare questo lavoro bisogna spendere circa €5000 per fare le patenti, tutte le abilitazioni e tutte le varie visite necessarie per poter svolgere questa tipologia di lavoro. 
 
Quindi chi investe €5000 nelle patenti e poi ha un prospetto di lavoro dove ne guadagna 1200€ al mese e le spese sono tantissime, non va più a fare l’autista o il tramviere o il macchinista ma punta fare qualcos’altro dove ovviamente riesce a lavorare guadagnando il giusto per vivere decorosamente. 
 
Cordiali saluti 
Giorgianni BAGLIERI»
 

Leggi anche: ATM non trova autisti? La REPLICA di un CONDUCENTE: MILANO insostenibile per i nostri STIPENDI

# Non bastano le agevolazioni per le patenti e i contributi per la casa

Credits: it.blastingnews.com

Per venire incontro ai neo assunti, che andrebbero ad affiancare i 4.000 conducenti oggi alla guida dei mezzi di superficie, l’Atm ha previsto agevolazioni che prevedono patenti gratuite e contributi per pagare l’affitto di casa. In totale ha stanziato mezzo milione di euro per un totale di 600 assunzioni, di cui 300 conducenti di mezzi. Uno sforzo però insufficiente a sopperire, come detto in precedenza, agli affitti troppo bassi e all’alto costo della vita che spinge molti autisti a lavorare nel settore del trasporto merci.
Forse l’unica vera soluzione è quella delle gabbie salariali: stipendi nel settore statale o parastatale differenziati in base al costo della vita. Altrimenti non ci resta che attaccarci al tram. Dopo una lunga attesa. 

Continua la lettura con: SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

FABIO MARCOMIN

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#82 – Il “VILLAGGIO più BELLO della Svizzera” è a un’ORA da Milano

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Il bello di Milano sono le tante meraviglie a poca distanza. Spesso si tratta di meraviglie ignote agli stessi milanesi. Come il caso del più bel villaggio di tutta la Svizzera. Più vicino a Milano che alle più grandi città elvetiche. 

MORCOTE: il “VILLAGGIO più BELLO della Svizzera” è a un’ORA da Milano

# La “perla del Ceresio” sul lago di Lugano

@lugano.region
Morcote

Si sta parlando di Morcote, paesino sul lago di Lugano, fatto di stradine, portici e facciate decorate di palazzi d’epoca. Morcote viene chiamata la “perla del Ceresio” e tra architetture storiche e colori vivaci, nel 2016, è stato eletto “il più bel villaggio della Svizzera”. Come si raggiunge? Da Milano basta prendere l’autostrada 9 dei laghi in direzione Como-San Gottardo. Si esce poi a Melide/Bissone e si percorre il lungolago fino a giungere a Morcote. In un’ora si è arrivati. 

# Le attrazioni di un borgo dalle atmosfere della Liguria

@giada.pass8
Morcote

Camminando per il lungolago del villaggio più bello della Svizzera si incontrano palazzi signorili e tanti tanti portici. Per Morcote il lago è sempre stato importante, qui infatti si praticava la pesca e i portici erano ricovero per le barche dei pescatori. Sul lungolago sotto i portici ci sono i suoi deliziosi ristorantini con i piatti tipici a base di risotto, tra cui il classico locale: il risotto con il coniglio. 

All’interno di questo paesino svizzero ci sono numerose attrazioni, a partire dalla Chiesa di Santa Maria del Sasso e il suo cimitero monumentale, fino al castello che governa il borgo dall’alto del suo monte Arbostora.

Si tratta del castello di Morcote, oggi in una tenuta privata e visitabile solo su richiesta, edificato nel 1100 e ristrutturato nel XV secolo. Si trova a poco meno di 500m di altitudine e un tempo era collegato al borgo con due tunnel sotterranei.

# il Giardino delle Meraviglie

@laurenz.giess
Parco Scherrer

Tra le tante cose che rendono Morcote il più bel borgo della Svizzera c’è il suo “Giardino delle Meraviglie”. Un nome, una garanzia. Si tratta di un parco-monumento, il suo vero nome è Parco Scherrer ed è una sorta di museo all’aperto: all’interno infatti ci sono oggetti d’arte provenienti da ogni luogo e di tutte le epoche. In più il giardino delle meraviglie ha una vegetazione lussureggiante e ogni anno si colora con il suo glicine, le sue camelie, magnolie i suoi aranci e limoni.

# il Sentiero dei morti

Morcote è anche un vero paradiso per gli amanti di trekking. Partendo dal paese si può salire su un sentiero impervio costituito da ben 1.400 gradini che porta fino a Carona. Viene definito il “sentiero dei morti”. Infatti era il sentiero che si percorreva per consentire ai cittadini dei paesi del monte di trasportare i defunti al cimitero. Anche se la fama è stata resa ancora più macabra da una frana caduta nel secolo scorso che ha causato diverse vittime. 

A parte il tema macabro, l’incanto del paese è dato da atmosfere che ricordano i borghi del Levante ligure, con le caratteristiche case colorate e le stradine con ciottoli e pietre molto curati. 

Continua la lettura con: La gita più bella #83 – La PICCOLA LOURDES ai piedi delle ALPI a un’ora da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Da MILANO la PRIMA AUTOSTRADA a CINQUE CORSIE in ITALIA

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Credits legnanonews.it - A8 dal drone

Inaugurata il 25 settembre 2023. Un primato che si aggiunge a un altro ancora più significativo.

Da MILANO la PRIMA AUTOSTRADA a CINQUE CORSIE in ITALIA

# La prima in Italia a cinque corsie

Credits ilsaronno.it – Inagurazione quinta corsia

Il 25 settembre 2023 alle ore 15 la Milano-Laghi ha stabilito un altro primato a livello italiano: è diventata l’autostrada con il maggior numero di corsie. Il tratto di 4,4 km compreso tra Lainate e l’interconnessione con l’A9, la Lainate – Como – Chiasso, è stato infatti allargato di 10 metri portando le corsie da quattro a cinque.

Credits legnanonews.it – A8

L’obiettivo di questo intervento finanziato con 200 milioni di euro è quello di rendere più scorrevole uno dei tratti autostradali maggiormente trafficati d’Italia, con una media di 170.000 veicoli al giorno e picchi di oltre 200.000 transiti, riducendo i tempi di percorrenza e facendo risparmiare 1 milione di ore l’anno di viaggio.

# La Milano-Varese è anche il primo tratto autostradale al mondo

Credits: varesepolis.it

L’autostrada A8 detiene anche un altro e ancora più significativo primato: si tratta del primo tratto autostradale al mondo. Questo record fu certificato nel “V Congresso Mondiale della Strada” tenutosi a Milano nel 1926. In quell’occasione si stabilì che la Milano-Varese, nonostante fosse stata preceduta sia come progettazione che come apertura al traffico da altre autostrade a New York e Berlino, poteva essere definita concettualmente la prima al mondo perché pensata per unire due o più destinazioni nella maniera più rapida possibile secondo il concetto moderno di autostrada.

# L’inaugurazione un secolo fa

Credits: varesenews.it

A progettare l’autostrada fu l’ingegnere milanese Piero Puricelli. Proprio lui insieme a Vittorio Emanuele III inaugurò il 21 settembre 1924, a bordo di una Lancia Tricappa di Casa Savoia, il primo tratto da Milano a Varese a una sola corsia per senso di marcia e a una sola carreggiata. A distanza di un secolo le corsie sono diventate cinque.

Continua la lettura con: La PRIMA AUTOSTRADA del mondo parte da Milano

FABIO MARCOMIN

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#82 – 50 sfumature di NERO: le opere del periodo fascista a Milano – MAPPA

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Ogni volta che ci riferiamo al periodo storico del Fascismo pensiamo a qualcosa di negativo. Niente di sbagliato, ma si sa che tra il Nero e il Bianco esistono tante sfumature, almeno cinquanta se giochiamo con i modi di dire e un celebre best seller editoriale.

E così, dopo le 50 sfumature di Grigio a Milano, ecco le 50 cose che di Nero vestite sono state prodotte dall’età Fascista e dal fervore nazionalistico, a Milano.  

In questo che non vuole essere solo un esempio ma una MAPPA di nuovi percorsi per andare alla scoperta di un altro lato di Milano, prenderemo in considerazione le opere d’arte e architettura esplicitamente fasciste, quelle futuriste o dell’epoca anni Trenta-Quaranta, che sono state anche utilizzate nel periodo più fiorente del Comunismo (fazioni opposte, stessa arte).

E lo faremo partendo da uno dei simboli della Milano dei Fasci e delle nuove partenze.

CLICCA SULLA MAPPA

50 sfumature di nero milano milano citta stato#1. Stazione Centrale. Innumerevoli sono gli animali e personaggi storici, affreschi, e sculture all’interno della stazione, intesa e voluta come stazione di testa e massima espressione dell’epoca per Milano tanto e quanto il Duomo.

#2. Menzionando il Duomo non possiamo non ammirare lo come Il Palazzo dell’Arengario, forme pure che si mescolano contro la maestosa complessità di Santa Maria Nascente di Milano.

#3. Lampioni di Piazza Duomo. Degni di nota per aver abbellito tutte le nostre foto nella omonima piazza.

#4. Le opere di Pietro Consagra Giallo Mori e Nembro Rosato alla fine di Piazza Duomo e nel punto di incontro con Piazza dei Mercanti.

#5. Banca Italia in Via Cordusio, degno del secondo Rinascimento

#6. Unicredit, un tempo Banca di Roma, in Via Tommaso Edison

#7. Girando in Piazza degli Affari, troviamo Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (FTSE MIB)

#8. Sede della Telecom, via Gaetano Negri

#9. Nel palazzo opposto al Palazzo Mezzanotte, la sede del Banco di Desio

#10. Per completare i quattro lati della piazza, ecco la sede di Veneto Banca

#11. Piazza San Babila.  La piazza è costellata di palazzi in eleganti che portano l’impronta fascista che rende la piazza riconoscibile da qualsiasi angolo.

#12La Fontana di Luigi Caccia Dominioni che porta in Corso Vittorio Emanuele, non è futurista ma rappresenta l’ecosistema e il territorio lombardo con i suoi monti, le colline, i laghi, i torrenti e la pianura mentre si racchiude in un ciclo d’acqua che ha come partenza e fine la Sfera che raffigura le Nuvole. Fa da centro ad un raggio di azione che include almeno 5 palazzi in stile Fascista o Futurista.

#13. Palazzo di Giustizia in Corso di Porta Vittoria

#14. La Casa del Mutilato in Via Carlo Freguglia

#15. Il Palazzo della Banca Popolare di Milano, in Piazza Meda

#16. Il Palazzo INPS Milano, in piazza Missori

#17. Banca San Paolo di Brescia, in via Cardosso

#18. Casa dei Fasci milanesi, in via Nirone ora polo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

#19. Casa del Fascio, in piazza San Sepolcro, Palazzo Castani (antico palazzo del seicento) venne modificato con un’ala nuova comprensiva di torre littoria. Qui, in Piazza San Sepolcro, nacquero i Fasci di Combattimento Fascisti (ecco perchè poi i fascisti della prima ora vennero chiamati Sansepolcristi)

#20. Fondazione AEM, in Corso di Porta Vittoria

#21. La Triennale di Milano, Palazzo della Triennale in Viale Alemagna

Importante per la fornitura di energia elettrica sono i le due stazioni di ricevimento a Nord ed a Sud Milano

#22. La Ricevitrice Nord, in Via Ponte Nuovo

#23. La Ricevitrice Sud, molto più bella, in Viale Ortles

#24. In Piazza Cavour, ha molti nomi come: Palazzo, Dei Giornali, Del Popolo D’Italia, ma per noi è il Palazzo dell’Informazione, sede storica di giornali dell’epoca, poi de Il Giorno, La Stampa ed Il Financial Times, per dirne alcune.

#25. Sacrario dei Caduti Milanesi o Monumento ai caduti, nome di Battesimo Tempio della Vittoria, in Largo Agostino Gemelli

#26. Eataly Smaraldo, o meglio, il mitico Cinema Smeraldo ai tempi prima della chiusura in Piazza XXV Aprile

#27. Cinema Anteo, ex casa del Fascio, sezione rionale “D’annunzio”

#28. Piscina Romano, in Via Ampère

#29. Il Monastero Agostiniane, in Via Ponzio

#30. La facciata del Santuario di Santa Rita, in Via Santa Rita da Cascia (per me, l’opera più curiosa di tutte)

#31. La Rinascente in Corso Vittorio Emanuele

E quelle mancanti? Indicatecele sulla nostra pagina Facebook con il Tag #FaFuturismo, e noi aggiungeremo le vostre sfumature alla nostra MAPPA.

CLICCA SULLA MAPPA

50 sfumature di nero milano milano citta stato

Leggi anche: 50 sfumature di rosso (alla milanese)

Continua la lettura con: Luogo nascosto #83 – Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

SYDNEY LUKEE 

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Morelli: “la M6 è una GRANDIOSA opportunità collegamento di MILANO con GENOVA”

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Anche il governo a favore della nuova linea metropolitana. E’ Alessandro Morelli a dichiararlo. 

Morelli: “la M6 è una GRANDIOSA opportunità collegamento di MILANO con GENOVA”

 
Milano, 25 settembre. La nuova linea M6, di cui si sta parlando in questi giorni, “offrirebbe a Milano una grandiosa opportunità di collegamento con Genova“. Lo dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessandro Morelli intervenuto a Milano, al convegno dell ‘Ance’ Codice appalti e lavori pubblici: la messa a terra’.
 
Infatti, “se la nuova metropolitana arrivasse fino ad uno dei comuni dell’hinterland – spiega – il mercato milanese si aprirebbe ad altre città del nord, creando un asse economico e strategico con loro”. 
Anche il rilancio dell’housing sociale nel capoluogo lombardo continua Morelli, “rischia di rimanere un libro dei sogni: Milano ha 182 km quadrati di territorio e tante aeree da riqualificare, ma non basta fare anche housing sociale, bisogna avere una visione ed aprire alla rete infrastrutturale verso altre grandi città“. “Collegare gli importanti poli commerciali, industriali e culturali in una rete virtuosa. Serve una visione moderna, europea, una Milano che guardi al 2050″, conclude Morelli. (Com)
 

# Da Baranzate a Noverasco/Opera: 40 fermate e circa 20 km di tracciato

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

Il percorso della nuova linea prevederebbe 40 fermate e 20 km di lunghezza. Dal quadrante nord-ovest (Quarto Oggiaro) al quadrante sud fino a Noverasco oppure fino a Opera, con diverse ipotesi di diramazione.

I binari di snoderebbero lungo l’asse di viale Certosa e poi corso Sempione per intersecare la M5 a Domodossola, la M1 a Pagano e la M2 a Porta Genova oppure la M1-M2 a Cadorna e la M3 a Missori.

Tra le estensioni possibili ci sarebbero Baranzate e Molino Dorino a nord e Ponte Lambro a est.

Continua la lettura con: Sala verso lo stato 20 miliardi ne riceve indietro 500 miliardi

MILANO CITTA’ STATO
 

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SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

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Ph. A_Different_Perspective
Sala a Salvini: “Milano paga 20 miliardi di tasse all’anno”. Il sindaco chiede supporto sul trasporto pubblico locale.
 

SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

 
Milano, 25 settembre. “Lo dico al ministro Matteo Salvini, Milano come imposte sul reddito che vengono da cittadini e imprese consegna ogni anno circa 20 miliardi allo Stato. Per come sono le regole di quei 20 miliardi ci rimangono in tasca 200 milioni, i trasferimenti dallo stato attualmente sono attorno ai 500 milioni”. E’ la dichiarazione del sindaco, Giuseppe Sala, all’assemblea generale dì Assimpredil Ance alla presenza anche del ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini.
 
Beppe Sala IG
“Io sto chiedendo supporto sul trasporto pubblico perché i biglietti coprono circa il 45% dei costi. Visto che questo governo insiste molto sul merito – ha aggiunto il sindaco -, dovrebbe premiare chi continua a investire e va avanti. Ma io quando chiedo soldi per il prolungamento a Monza so che a regole attuali la perdita del Comune, e quindi il potenziale buco, non può che aumentare. In particolare chiedo attenzione sul trasporto pubblico quindi che ha bisogno di un sostegno”. (Fonte: ANSA).

Continua la lettura: Salario minimo a Milano?

 
MILANO CITTA’ STATO
 

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TIPI da FASHION WEEK: il FOTOREPORTAGE

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Ph. Alessandro Kerze

Questo il fotoreportage per Milano Città Stato di Alessandro Kerze della Fashion Week 2023. Ma molti si fanno la domanda: perchè la Fashion Week si tiene a Milano? Sotto la FotoGallery andiamo a caccia della risposta. 

Perché la FASHION WEEK si svolge a MILANO? 

# La prima sfilata della storia

Ph. Alessandro Kerze

A Milano non è mai troppo. Non lo è uno stivale animalier, non lo è un intero outfit in pizzo in pieno giorno, non lo è nemmeno un pellicciotto fucsia anche se fa ancora caldo. Impossibile passare inosservati, ma difficilmente si sarà fuori luogo: perché Milano è sempre il luogo giusto. E non si tratta di osare quanto, più semplicemente, di prendersi la libertà di essere. Un concetto, questo, che diventa ancor di più un vero e proprio modus cogitandi comune durante la Settimana della Moda, quando anche chi ancora ha qualche remora sull’espressione del proprio sé riconosce nella Fashion Week il momento ideale per mettersi a nudo, ma nei suoi abiti più caratteristici.

E per i milanesi è racchiuso in questa filosofia il motivo per cui l’evento più cool del mondo decide di confermare, ogni anno, Milano come unica città idonea ad ospitare la kermesse. Certo, i cenni storici non mancano: Milano è la città della moda perché nei primi anni Cinquanta Giovanni Battista Giorgini organizzò, in essa, la prima sfilata di moda in Italia. Solo tradizione che continua, quindi? No, e i milanesi -ma non solo- lo sostengono fermamente.

# “Milano ti permette di essere te stesso”

Ph. Alessandro Kerze

«Milano è la città della moda perché la moda è espressione del sé. Esprimersi significa sentirsi liberi dalla paura del pregiudizio e Milano è la città che, più delle altre, ti permette di essere te stesso senza il timore di essere giudicato per questo» commenta Sofia, in un’affollata piazza del Duomo; «La cosa più bella di Milano è che puoi vestirti nel modo più eccentrico possibile: nessuno si sconvolgerà per questo» aggiunge la sua amica Francesca.

Accanto a loro, frotte di stranieri sfilano (è il caso di dirlo) per il centro, chiedono di farsi fotografare per immortalare i loro outfit più originali davanti allo sguardo severo delle guglie, unico giudizio che Milano sembra poter temere.  Bazhena arriva dalla Russia e ci racconta che visita Milano «quattro, cinque volte all’anno. Cerco di esserci sempre durante le Fashion Week, perché sono periodi in cui mi diverto e in cui riesco a partecipare a tante feste».

# “Milano è maestra nei grandi eventi”

Ph. Alessandro Kerze

Arrivano dalla Cina, dagli Stati Uniti, dalla Francia: se Milano è, già di per sé, la città più cosmopolita d’Italia, durante la Settimana della Moda diventa propriamente il centro nevralgico di scambi culturali, attraverso i quali assorbire bellezza e ispirazione anche solo rimanendo seduti al tavolino di una caffetteria, dal quale osservare i passanti. E tra un caffè e i primi cocktail, Thomas, che lavora come cameriere in una delle location più esclusive del centro, ci conferma che «gli eventi sono linfa vitale per ogni settore professionale e Milano è davvero maestra in questo. Non è un caso se i più grandi eventi passano di qui, da Expo alla Fashion Week. Per ospitare appuntamenti così grandi, una città deve essere pronta sotto tutti gli aspetti: commercio, trasporti, location».

Continua la lettura con: Milano città d’acqua

SABRINA FALANGA

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Milano città d’acqua: cosa serve per RIAPRIRE i NAVIGLI

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Credits: blog.urbanfile.org Riapertura Navigli

Tutti dicono di volere riaprire i Navigli. Ma perchè non si muove mai foglia? 

Milano città d’acqua: cosa serve per RIAPRIRE i NAVIGLI

# I Navigli, patrimonio imprescindibile di Milano

Credits JoelHuegli-pixabay – Case sui Navigli

I navigli per Milano sono qualcosa di imprescindibile, un enorme patrimonio storico culturale, un’opera di ingegneria idraulica senza eguali al mondo, il primo sistema di canali navigabili d’Europa, un tratto distintivo unico da valorizzare e preservare con enorme attenzione. Alla costruzione e manutenzione dei Navigli hanno partecipato geni e maestranze di tutte le epoche, Leonardo Da Vinci compreso. I navigli hanno contraddistinto il panorama cittadino per secoli, scellerate e devastanti scelte del passato hanno fatto un danno enorme nel coprirli, adesso spetta a noi porre rimedio a quel disastro.

Milano è una città che nasce cresce e si sviluppa sull’acqua nonostante sia l’unico grande agglomerato urbano del continente a non essere posizionata in riva al mare o ad essere attraversata da un grande fiume. Riaprire i Navigli significherebbe riappropriarsi di qualcosa che ci è stato sottratto, vorrebbe dire ripensare lo spazio urbano in una ottica moderna e innovativa, riaprire i navigli porterebbe sviluppo turistico e rinnovamento.  Riaprire i Navigli permetterebbe di connettere il Lago di Como da Colico e il Lago Maggiore da Locarno direttamente a Venezia. Riaprire i Navigli a Milano darebbe un grande impulso economico a molte zone della città adesso poco valorizzate ridistribuendo la vita notturna ora concentrata (in maniera confusionaria) per lo più lungo il Naviglio Grande e la Darsena.

# Altre città hanno riscoperto i propri corsi d’acqua

“A Tokyo la gente voleva riscoprire l’identità culturale, recuperare i valori storici e lo stretto rapporto con l’acqua.” – Hidenobu Jinnai Professore presso la facoltà di Ingegneria e Design, Università di Hosei.

Altre città hanno già portato avanti scelte coraggiose, Tokyo che riscopre i sui corsi d’acqua alcuni dei quali coperti anni fa, con una visione davvero nuova. L’ Aia dove si sta studiando un imponente progetto di recupero dei canali, Seoul dove stanno tendando di rimediare agli errori degli anni ’70 e un fiume andrà a sostituire un orrendo cavalcavia. A Pechino ritorna navigabile il Beijing-Hangzhou Grand Canal.

# Tutti favorevoli a parole

Credits: progettonavigli.comune.milano.it
Progetto Navigli

A livello politico da Salvini a Cecchetti, da Fontana a Sala sono tanti a dichiararsi favorevoli alla riapertura totale dei Navigli. Sono sempre pronti a rilasciare dichiarazioni reboanti sulla enorme rilevanza che una totale riapertura dei navigli porterebbe a livello urbanistico. Numerosi si dichiarano entusiasti all’idea ma a conti fatti… NULLA.

Chi più di tutti si è speso nel promuovere questo ambizioso progetto è però il nostro Sindaco Sala. Durante la prima campagna elettorale dichiarò a chiare lettere, sulla scia del successo del referendum consultivo sul ripristino dei canali: “io voglio riaprire i Navigli”, scrivendo persino un libro sull’argomento, ma dopo quasi 10 anni non è stato riaperto nemmeno un metro.

Anzi i buoni propositi e l’entusiasmo iniziali paiono quasi essere del tutto scomparsi osservando i numerosi rendering riguardanti le varie riqualificazioni dove i Navigli riaperti non sono mai presenti ma bensì sostituiti da strade asfaltate.

# I soldi si cercano

Credits: blog.urbanfile.org
Riapertura Navigli

Non ci si venga a raccontare che mancano i soldi, questa non può essere mai una scusa in un paese, il nostro, che butta via miliardi di euro per banchi a rotelle mai utilizzati e inviati direttamente nella spazzatura, per vaccini che andranno direttamente in discarica e per armi destinate ad una guerra che non ci riguarda…e parliamo di una delle regioni più ricche d’Europa, davvero non si trova qualche centinaio di milioni di euro per un’opera pubblica?

Ammesso e non concesso che sia così i soldi si cercano! Tuttavia non abbiamo mai visto una reale volontà nel valutare tutte le possibili vie di finanziamento di un’opera così importante, rivoluzionaria e innovativa. Ci sono fondi europei, sponsor privati eventualmente sottoscrizioni pubbliche ma evidentemente le priorità sono altre, oppure non ci si vuole inimicarsi una fetta di elettorato contrario. Più facile dipingere qualche metro di strada da riservare a biciclette e monopattini e dichiararsi “green” come si usa adesso che fare scelte davvero impattanti.

# Potremmo iniziare dalla Conca di Viarenna

Credits: milano.corriere.it
Conca di Viarenna

Nel caso non ci fossero fondi sufficienti o non si volesse creare troppo disagio alla circolazione si potrebbe iniziare con una riapertura graduale di alcuni tratti cominciando dalla Conca di Viarenna, per la quale il compianto Architetto Empio Malara si era tanto speso. Esiste già un progetto: è un intervento con un costo estremamente contenuto e a livello di cantiere sulla circolazione avrebbe un impatto decisamente minimo!  Sarebbe però un primo importante passo per un reale cambiamento.

Il Comune non ha la voglia o il tempo di dedicarsi a portare avanti questo progetto? Esistono fior di università, architetti, ingegneri e associazioni, tra tutte l’Associazione RIAPRIRE I NAVIGLI e gli AMICI DEI NAVIGLI  che sarebbero pronte a supportare l’amministrazione. Invece, si sceglie di non scegliere e di fare solo promesse…

Continua la lettura: Sondaggio: RIAPRIRE subito il NAVIGLIO di MELCHIORRE GIOIA oppure no?

ANDREA URBANO

copyright milanocittastato.it

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La più FAMOSA rivista di CRUCIVERBA è nata a MILANO

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Credits marcelloverratti ig -Settimana enigmistica.jpg

La storia della rivista di giochi di parole più famosa d’Italia.

La SETTIMANA ENIGMISTICA è nata a MILANO

# La nascita della rivista di giochi di parole più famosa d’Italia

Credits: @e15furniture – Bar Basso

La storia della Settimana Enigmistica inizia in un piccolo appartamento di Milano in Via Noe 43, la via ad angolo con il Bar Basso, preso in affitto da Giorgio Sisini, ingegnere sardo di nobili origini arrivato in città dopo la laurea con la disapprovazione del padre, e dalla futura moglie, l’austriaca Idell Breitenfeld. Fu proprio prendendo ispirazione da un periodico austriaco molto diffuso, Das Rätsel (l’enigma, l’indovinello), che la coppia decise di creare la rivista. Il primo numero fu pubblicato in 16 pagine il 23 gennaio 1932 al costo di 50 centesimi di lire.

Leggi anche: 10 INVENZIONI diffuse nel MONDO che non sapevi fossero ITALIANE

# Pubblicata ininterrottamente da oltre 90 anni

Credits altropensiero.net – Settimana enigmistica

Il periodico settimanale di enigmi, parole crociate, anagrammi, rebus e molto altro è edito ininterrottamente dalla data della sua prima pubblicazione, superando i 4.700 numeri. Viene venduto anche all’estero. Sono state solo due le interruzioni, entrambe per causa di forza maggiore nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. I numeri 607 del 1943 e 694 del 1945 uscirono infatti dopo circa due mesi, con le scuse verso i lettori. La rivista si compone di 48 pagine e l’ultimo restyling è avvenuto nel 1995. Dal 2014 si può scaricare anche in formato digitale su tablet iPadOS, Android e Kindle.

# L’unica senza pubblicità al suo interno

Credits marcelloverratti ig -Settimana enigmistica.jpg

Si può considerare come la capostipite tra le riviste di enigmistica italiana, in particolare la prima a diffondere questo tipo di arte verso il grande pubblico, nonostante oggi ce ne siamo tantissime altre di simili. Proprio in una delle didascalie in alto nella prima pagina di copertina viene sottolineato questo fatto: “la rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione!“. Una caratteristica che però distingue la Settimana Enigmistica dalle concorrenti è quella di non accettare pubblicità al suo interno e di utilizzarla solo in estate per la propria diffusione.

Continua la lettura con: Il MEGLIO del MADE in MILAN: cose inventate nella città meneghina

FABIO MARCOMIN

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#83 – La PICCOLA LOURDES ai piedi delle ALPI a un’ora da Milano

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Credits: lombardiasegreta FB - Santissima Immacolata Merate

Pensata per essere metà di pellegrini per tutto il nord ora è un luogo da cui stare alla larga. Ecco la sua storia e la leggenda che spiegherebbe la sua parabola discendente.

La PICCOLA LOURDES ai piedi delle ALPI a un’ora da Milano

# La basilica pensata per essere la “Piccola Lourdes” delle Alpi

Credits: lombardiasegreta FB – Santissima Immacolata Merate

La Basilica della Santissima Immacolata di Merate a 30 km da Milano, nel lecchese, è stata progettata su un’area di 4.000 mq, nelle vicinanze del cimitero, da Monsignor Spirito Chiappetta, ingegnere e architetto di fiducia di Papa Pio XI. Pensata per essere la “Piccola Lourdes” ai piedi della Alpi, purtroppo le risorse finirono prima della conclusione del cantiere e l’opera, rimasta sospesa a metà, venne convertita in parte in un oratorio con aule, teatro e abitazioni. L’ex Oratorio San Luigi, questo è il nome con cui è conosciuta dai cittadini, è stata infatti per 30 anni ritrovo parrocchiale, ma anche deposito comunale e addirittura canile. 

# Tutta colpa di un cavallo

Credits: lombardiasegreta FB – Santissima Immacolata Merate interno

Da tempo la sagoma diroccata è mezza distrutta e abbandonata, forse per colpa di un cavallo. Secondo un’antica leggenda infatti l’inizio del suo declino e conseguente abbandono è dovuto a un evento insolito: un uomo entrò all’interno della basilica in sella a un grosso cavallo, un gesto che comportò la sconsacrazione della “piccola Lourdes” e il conseguente abbandono.

# L’abbandono e il degrado della basilica 

Credits: storiedimenticate.it

A prescindere dalla leggenda, il dato di fatto è che oggi la Basilica della Santissima Immacolata si trova in una condizione disastrosa. Nonostante la solida struttura, il tetto sta crollando a pezzi, le pareti esterne sono ricoperte di rampicanti e il prato attorno è coperto di sterpaglie. L’interno è stato seriamente danneggiato e saccheggiato da vandali, che hanno anche asportato una grande scala di marmo pregiato e da anni la manutenzione è inesistente. Tra le idee per farla rinascere si era ipotizzata la conversione in un museo o la trasformazione in un centro espositivo-culturale, collegato con la sede locale dell’osservatorio astronomico di Brera, ma nessuno di questi progetti è mai stato portato avanti.

 

Continua la lettura con: La gita più bella #84 – I segreti delle incisioni rupestri della Valcamonica

FABIO MARCOMIN

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#83 – Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

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credits: touring club

Milano non la si smette mai di scoprire. Sono sempre tante le cose da fare, i luoghi e i monumenti da visitare in questa grande metropoli e sono altrettanti quelli ancora tutti da scoprire. Luoghi che sono passati inosservati per più di un secolo e che aspettano solamente di essere ritrovati e portati alla luce.

È così è stato. Un altro posto segreto è stato scovato proprio sotto al Duomo ed ha una storia incredibile. Andiamo a scoprirlo con Industriadelturismo.

Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

# Vittorio Emanuele II nasconde un SEGRETO

credits: industriadelturismo.com

Delle ispezioni comunali hanno riportato alla luce un cunicolo segreto proprio sotto la scultura di Vittorio Emanuele II. La statua, inaugurata nel 1896 e dedicata all’allora Re d’Italia, ha un bisogno urgente di restauro in quanto “non risponde a condizioni sufficienti di sicurezza statica, la pietra è lesionata e i perni in metallo sono gravemente ossidati” ed è in seguito ai rilevamenti e controlli del comune che il tunnel è stato individuato lo scorso 2021.

Una scoperta decisamente utile anche dal punto di vista tecnico in quanto si sfrutterà questo tunnel per portare avanti i lavori di restaurazione della scultura in maniera non invasiva. La domanda però rimane: perché c’è un passaggio nascosto?

# Sotto alla statua si cela un LABIRINTO

credits: industriadelturismo.com

Questo passaggio è rimasto sepolto e completamente dimenticato per oltre cent’anni, completamente cancellato dagli archivi, oggi ci racconta la sua storia. Secondo gli archeologi, questa galleria sotterranea larga un metro per tre a quattordici metri di profondità, risale al 1894. Venne utilizzata per l’ultima volta dai muratori di Vittorio Emanuele II proprio per le stesse ragioni di oggi: bloccare la statua equestre con dei mattoni.

Il sottopassaggio non è la sola sorpresa: al suo interno si cela un labirinto di sette stanze con soffitti voltati a sesto ribassato che risalgono alla fine dell’800. Le stanze sono tutte collegate tra loro e riconducono al cavedio centrale il quale era stato utilizzato dagli operai di Vittorio Emanuele II.

# La statua scaccerà i PICCIONI

credits: touring club

Questi lavori di restauro, oltre a rimettere in sesto la scultura e riportarla al suo antico splendore, servono anche per scacciare i piccioni. Al suo interno, un dispositivo anti-piccione ad ultrasuoni per scacciare questi uccelli e lasciare libera, e più pulita, la piazza Duomo.

Continua a leggere con: Luogo nascosto #84 – La LIBRERIA più ANTICA d’Italia è a Milano: quando ha aperto l’AMERICA era una colonia britannica, in EUROPA si bruciavano le streghe

SELENE MANGIAROTTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

A Milano l’ALL YOU CAN EAT di DOLCI dentro a una FORESTA TROPICALE

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forestawoodbar IG - Sweet buffet

Una scorpacciata di torte, biscotti e caramelle immersi dentro una foresta tropicale urbana. Dove si trova e quanto si paga.

A Milano l’ALL YOU CAN EAT di DOLCI dentro a una FORESTA TROPICALE

# La foresta in città 

forestawoodbar IG

Tra i tanti locali curiosi e particolari che si possono trovare a Milano c’è anche quello che fa sembrare di essere dentro una foresta, con pareti in legno, canne di bambù e ambientazione tropicale. Stiamo parlando del Foresta Woodbar in zona Carrobbio. Dappertutto si possono vedere forme stilizzate e organiche che richiamano radici, rami e foglie. Nella prima delle due sale le lampade sospese sembrano dei nidi d’uccello e la parete rivestita in legno con la sua forma curva richiama un grande tronco d’albero. Il  Garden Box invece, la seconda sala, è realizzato in vetro e legno per ricordare un ricercato giardino d’inverno.

# Dalla colazione alla cena

forestawoodbar IG – Pausa pranzo

Il locale è aperto dalla mattina per le colazioni alla sera per la cena e il dopo cena. A pranzo si va dalle insalate alle omelette fino a piatti più elaborati come il Club Foresta, un pan brioche farcito di prosciutto di cervo, mousse di formaggio e frutti di bosco al balsamico. Per i più salutisti ci sono anche centrifughe con verdura e frutta di stagione. Per il brunch della domenica il menu prevede bagel, quiche e sandwich.

# L’All You Can Eat di dolci

 

 
 
 
 
 
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Il momento migliore della giornata rimane però l’aperitivo, dalle ore 18.00. Al prezzo di 12 euro insieme al drink è compreso un super buffet a base di antipasti tra cui fritti di ogni tipo, primi e secondi piatti. Alle 22 è il turno dello sweet buffet che propone un’ampia scelta di dolci fatti in casa, diversi tipi di torte dalla crostata a quella cioccolato, dal tiramisù allo strudel di mele e ancora salame di cioccolato, torta alle mandorle, biscotti e caramelle. Non c’è alcun limite di consumazione, un vero e proprio All You Can Eat di dolci e cocktail ricercati a soli 8 euro.

 

Indirizzo: via Celestino IV, 6

Spunto: chiarametafora IG

Continua la lettura con: L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

FABIO MARCOMIN

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PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

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Mazzarella

Con quel fisico imponente, la gestualità sorniona e quella voce roca rappresenta il simbolo di una Milano che non tornerà più.

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

# L’erede artistico di Ferravilla

Credits: it.wikiquote.org
Edoardo Ferravilla

Sono passati quasi dieci anni da quel 25 ottobre 2013 che si portò via Piero Mazzarella, una delle figure più carismatiche del teatro e della cultura milanese. Nacque, per caso, a Caresana, perché i genitori, entrambi attori, proprio attorno al 2 marzo 1928, data della sua nascita, si trovavano a recitare nel piccolo paese del vercellese. Appena dopo il parto, la famiglia Mazzarella torna a Milano, in una casa di ringhiera di via Sannio. Il padre si chiamava Rosario, la madre Sara Masera, attrice della compagnia di giro di Edoardo Ferravilla: infatti Piero è stato considerato l’erede artistico del più popolare interprete di “Tecoppa”.
Mio papà era siciliano, mia madre milanese, tutti e due erano attori – disse Mazzarella in un’intervista degli anni novanta – mio papà lavorava con Angelo Musco, il più grande talento degli ultimi cinquecento anni, uno che aveva imparato a leggere e a scrivere a 56 anni, quando Pirandello gli aveva già dedicato tre commedie. Musco era la dimostrazione che la cultura artistica è la forza espressiva, delle mani, dei gesti, degli occhi“.

Leggi anche: EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

# Il debutto a teatro 

Mazzarella inizia a fare teatro da ragazzino, insieme al fratello Mario, che prenderà il nome d’arte di Rino Silveri: “noi due andavamo ancora a scuola e nelle vacanze i nostri genitori ci portavano sul palco: erano gli anni in cui andavano di moda opere come “Le due orfanelle”, “i figli di nessuno”, “I miserabili”, storie strappalacrime dove tra i protagonisti c’erano i bambini con ruoli che andavano bene per noi“.
All’inizio degli anni cinquanta entra nell’avanspettacolo, dove conoscerà la sua prima moglie, deceduta ancora giovane, da cui nasceranno i primi due figli. Entra in una compagnia teatrale che recitava in dialetto milanese, l’aggancio per questo lavoro fu Edgard Biraghi.
Nel 1958 debutta poi ne “La zitella” di Carlo Bertolazzi, al Teatro Sant’Erasmo, sorto dove un tempo si trovava il Convento degli Umiliati. Entra poi nella compagnia Stabile Milanese del Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria.

# I primi riconoscimenti

Intanto Mazzarella inizia a ricevere i primi riconoscimenti: gli viene conferito il premio “San Genesio”, successivamente il “Luigi Illica”, quasi esclusivamente dedicato alle personalità della lirica, ma con l’attore milanese viene indirizzato anche alla prosa.
Poi è la volta de “La maschera d’oro”, per l’interpretazione nella commedia “Rico de Porta Garibaldi”.
Nella carriera di Piero, il fratello Mario avrà sempre un ruolo importante, sia artistico che nella gestione del denaro guadagnato dalle compagnie in cui lavoravano. Dopo un’altra storia sentimentale, verso la fine degli anni sessanta si legherà alla collega Barbara Nardi, dalla quale avrà altri tre figli.
Negli anni settanta Mazzarella ripropone la creatura di Edoardo Ferravilla, “Tecoppa”, con “El risott a la milanesa per el Tecoppa” e “El Tecoppa in vacanza”.

# Indiscusso protagonista del Cinema con 22 film

Credits: https://www.themacguffin.it – Pozzetto e Mazzarella in una scena di “Un povero ricco”

Ma questo nostro attore è stato anche un indiscusso protagonista del cinema: sono 22 i film in cui ha recitato, tra cui “Banditi a Milano”, “Il maestro di Vigevano” e “Un povero ricco”, mentre per la televisione lo abbiamo visto in 14 miniserie, tra cui “Il mulino del Po” e “Le cinque giornate di Milano”.
Naturalmente è stato il teatro il suo più grande amore, che lo ha portato a recitare fino ai periodi molto vicini alla morte.
Il teatro? Non so fare altro nella vita, neppure avvitare una lampadina – amava confidare – pensate che non ricordo mai il codice della mia carta di credito, eppure conosco a memoria duecento commedie“.

# L’amicizia con Giorgio Strehler

Credits: teatroecritica.net – Giorgio Strehler

La sua amicizia con Giorgio Strehler è durata 40 anni, “quarant’anni in cui abbiamo litigato tantissime volte“. Ma chi è stato il miglior regista, per Piero Mazzarella?: “Strehler, naturalmente, il migliore della sua epoca“. E l’attore che lo ha colpito di più? “Ermete Zacconi, un artista che a 86 anni recitava a memoria, per quattro ore, i dialoghi di Platone“. Il più bravo attore di teatro dell’era contemporanea? “Gigi Proietti, grande attore, grande regista e persona perbene“. Il suo maestro, nella recitazione? “Ruggero Ruggeri, la voce di Cristo nel Don Camillo e Peppone“.

# Il simbolo di una Milano che non tornerà più

Mazzarella

Piero Mazzarella, con quel fisico imponente, la gestualità sorniona e quella voce roca, che rappresenta il simbolo di una Milano che non tornerà più. “Questa voce l’avevo così già a vent’anni, per le sessanta sigarette al giorno che fumavo e per un problema al setto nasale“.
Quando gli si chiedeva come era cambiata Milano, dai “suoi tempi” agli anni duemila, lui amava rispondere così: “com’è cambiata? Io da bambino andavo sotto ad uno dei ponti sui navigli e bevevo l’acqua che scorreva… vallo a fare oggi“.

FABIO BUFFA

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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#84 – I SEGRETI delle INCISIONI RUPESTRI: il primo patrimonio UNESCO d’Italia a due ore da Milano

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Calco in gesso rappresentante un cervo

Primo patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco in Italia, le incisioni rupestri sono state realizzate nell’arco di 8.000 anni. La prima testimonianza del ritrovamento di rocce incise risale al 1909 e ad oggi se ne contano oltre 300.000. Costituiscono una delle più ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo. Ecco la loro storia straordinaria.

I SEGRETI delle INCISIONI RUPESTRI: il primo patrimonio UNESCO d’Italia a due ore da Milano

#1 Primo patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO in Italia

In provincia di Brescia, si trovano le incisioni rupestri della Val Camonica censite nell’elenco dei siti Patrimoni dell’Umanità dal 1979, primo in Italia. Costituiscono una delle più ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo. La prima testimonianza del ritrovamento di rocce incise risale al 1909 e sono state riconosciute 140.000 incisioni su circa 2.000 rocce in oltre 180 località comprese in 24 comuni, suddivise in 8 parchi attrezzati per visitarle. Nuove scoperte ne hanno portato il numero di questi petroglifi fino a 300.000. La maggiore concentrazione si trova nei comuni di: Capo di Ponte, Nadro, Cimbergo e Paspardo, Sonico, Sellero, Darfo Boario Terme, Ossimo.

#2 Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane istituito nel 1955

Credits: wikipedia.org – Calco in gesso rappresentante un cervo

Nel 1955 venne istituito il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, il primo della Valcamonica, a Capo di Ponte. L’intera area è estesa oltre 14 ettari con 104 rocce incise correlate da pannelli informativi e suddivise in 5 percorsi di visita che, per una lunghezza di circa 3 chilometri, sono percorribili con facilità.

Credits: musei.lombardia.beniculturali.it – La Grande Roccia

#3 L’incisione superstar: il dio Cernunnos

Alcune rocce, come “La Grande Roccia” che ne rappresenta un migliaio, offrono una grande varietà di figure incise, quali animali, uomini armati, telai verticali a pesi, palette, edifici.

Credits: pinterest – Roccia 70

Tra le raffigurazioni divine quella più curiosa è incisa sulla Roccia 70: è la rappresentazione di una figura di grandi dimensioni con corna di cervo che dovrebbe raffigurare il dio Cernunnos, ovvero un dio della fecondità, degli animali e della natura selvaggia molto presente anche nella mitologia celtica.

#4 Realizzate in 8.000 anni di storia, le ultime attribuite al popolo dei Camuni

Realizzate lungo un arco temporale di ottomila anni, dalla Preistoria al Medioevo:  Epipaleolitico, Neolitico, Età del rame, Età del bronzo, Età del ferro, quelle di quest’ultimo periodo sono attribuite al popolo dei Camuni come ricordato dalle fonti latine e rappresentano tra il 70% e il 80% tra tutte le figure censite. La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica della martellina, mentre solo in numero minore sono state il risultato dell’utilizzo del graffito. 

#5 Una delle incisioni è diventata il simbolo della Lombardia

Le principali illustrazioni “scolpite” nelle rocce riguardano: riti religiosi, scene di caccia o di lotta con funzioni attribuibili a riti celebrativi, commemorativi, iniziatici o propiziatori. Dopo i primi usi in ambito religioso, per alcune occasioni furono trasferite anche nel mondo laico.

Credits: pinterest – Rosa camuna

La Rosa Camuna, uno dei segni più rinvenuti tra le incisioni rupestri, è stato adottata dalla Regione Lombardia come simbolo ufficiale

Continua la lettura con: La gita più bella #85 – Il bob a rotaie a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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#84 – La LIBRERIA più ANTICA d’Italia è a Milano: quando ha aperto l’AMERICA era una colonia britannica, in EUROPA si bruciavano le streghe

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Credits: @annaferrettievangelista Libreria Bocca

Prima degli Stati Uniti d’America. In un’Europa dove si bruciavano ancora le streghe (proprio quell’anno ci furono le ultime esecuzioni per stregoneria) apre una libreria. La prima d’Italia. E’ il 1775. Ha inizio una storia di due secoli e mezzo. Ancora in corso nel cuore di Milano. 

La LIBRERIA più ANTICA d’Italia è a Milano: quando ha aperto l’AMERICA era una colonia britannica, in EUROPA si bruciavano le streghe

# Il gioiello milanese nella Galleria Vittorio Emanuele II

Credits: @eostre.23
Libreria Bocca

Bottega Storica del Comune di Milano dal 2005, locale storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, locale storico della Regione Lombardia dal 2006 e Medaglia d’Oro della Camera di Commercio di Milano, la Libreria Bocca è un vero e proprio gioiello milanese. Si trova in Galleria Vittorio Emanuele II e custodisce tesori che hanno fatto la storia della cultura italiana. Ma lei stessa è un tesoro nascosto. La Libreria Bocca ha infatti aperto nel 1775 e può essere definita la libreria più antica d’Italia, ha origini antichissime tanto che ancora oggi c’è chi le sta studiando. L’attuale proprietario, Giorgio Lodetti, ha infatti indagato per filo e per segno la storia della Libreria Bocca, dedicandole la scrittura di un volume e scoprendo l’incredibile passione per la cultura di una famiglia di librai.

La Libreria è uno spazio di circa 50 metri quadrati, molto amato da esperti d’arte, di moda e dai turisti. Sì perché i suoi muri ricoperti di scaffali di libri fino al soffitto, le sue sculture, quadri e i pezzi di arredamento che sono vere e proprie opere d’arte rendono la Libreria Bocca una tappa immancabile anche per i visitatori in città appassionati di cultura.

# La storia della Libreria Bocca: libreria o galleria d’arte?

Credits: studiopeacock.wordpress.com
Libreria Bocca

Ma da dove inizia la storia della famiglia Bocca? Torino, 1775, i fratelli Giovanni Antonio Sebastiano e Secondo Bocca aprono una libreria e le danno il nome della loro famiglia. È l’inizio di una lunga storia che percorre due secoli e mezzo e che giunge fino ad oggi, a Milano. Le sorti della libreria hanno seguito i vari eventi italiani, ma la cultura è stata sempre al primo posto. Tra gli stampati dei secoli scorsi più conosciuti, sono stati trovati scritti di Segantini, Kierkegaard e Freud. Sempre a Torino la famiglia Bocca è stata proprietaria di uno dei salotti culturali più importanti d’Europa, frequentato da grandi come Nietzsche e Schopenhauer. Nel frattempo nel corso dei secoli le sedi della libreria diventano 5: Parigi, Firenze, Roma, Torino e Milano, l’unica sopravvissuta e che può ancora raccontare la storia di questi grandi librai.

Come dice la critica d’arte Cristina Muccioli, la famiglia Bocca ebbe un’idea geniale per la sua libreria: il passaggio da libreria generica a libreria d’arte è stato infatti vincente. “Una scelta strategica di posizionamento che, più che essere in controtendenza, ne ha creata una. Si può cercare un’opera d’arte e andare in libreria, oppure cercare un libro e andare in una galleria d’arte. In entrambi i casi, a Milano si va alla Bocca”.

# I grandi nomi passati di qui

Credits: @mazzonmanu
Libreria Bocca

La Libreria Bocca, in quanto più antica d’Italia, l’hanno frequentata veramente in tanti e altrettanti sono i nomi famosi che sono passati di qua: dal fotografo Sandro Miller a Gianni Versace, Giorgio Mondadori, Giovanni Spadolini e Gianfranco Ferré, solo per citarne alcuni.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #85 Il chiostro delle rane

BEATRICE BARAZZETTI

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L’ESPERIENZA della VENDEMMIA a un’ora da Milano

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Credits milano_sguardi_inediti IG - Raccolta uva

Si può assaporare il piacere di raccogliere il frutto del proprio lavoro e pigiarlo a piedi nudi.

L’ESPERIENZA della VENDEMMIA a un’ora da Milano

# Il momento più atteso dell’anno per chi produce vino

Per i milanesi desiderosi di respirare aria pulita e sporcarsi le mani a contatto con la natura, nell’azienda agricola Zerbosco in provincia di Pavia si può essere protagonisti del momento più atteso dell’anno per chi produce vino: la vendemmia.

Credits andrewbono_7 IG – Vigneti

In questa azienda agricola arrivata oggi alla terza generazione ci sono sette differenti vigneti, distribuiti su poco più di 4 ettari di terreno, nelle colline dell’Oltrepò a 300 metri di altitudine. Tutti hanno caratteristiche uniche perché piantumati in suoli sabbiosi e calcarei con esposizioni e microclimi diversi. 

# Si può pigiare l’uva a piedi nudi 

Credits milano_sguardi_inediti IG – Pigiatura

Coloro che decidono di partecipare alla vendemmia potranno assaporare il piacere di raccogliere il frutto del proprio lavoro e pigiarlo a piedi nudi, un’esperienza multisensoriale di forte impatto che coinvolge tutti i cinque sensi. L’attività si conclude con un pranzo all’aperto con tutti i partecipanti. Per chi vuole arricchirla ulteriormente è possibile fare un percorso di degustazione all’interno della cantina e passeggiando tra i panorami delle colline dell’Oltrepò.

Tra le altre attività organizzate in questa azienda ci sono giornate dedicate alla decorazione delle zucche coltivate in un ampio campo vicino ai vigneti, nel periodo di Hallowen, e la possibilità in inverno di scoprire e vedere da vicino la potatura delle viti.

 

Indirizzo: Frazione Zerbo 1A, 27040 Montù Beccaria (PV)

Spunto: milano_sguardi_inediti IG

Continua la lettura con: La STRADA del PROSECCO: in viaggio sulla più antica via del vino d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Il “MURETTO” di MILANO: utile, ingombrante o pericoloso?

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Credits Roberto Lorenzetti FB - Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

Dove e in che modo è stato realizzato e cosa ne pensano i milanesi.

Il “MURETTO” di MILANO: utile, ingombrante o pericoloso?

# La ciclabile di Corso Buenos Aires protetta da un cordolo in cemento largo 50 centimetri e alto 17 

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

Nel progetto di trasformazione della mobilità e di assetto stradale di Corso Buenos Aires, durante l’estate 2023 il Comune di Milano ha concluso la prima fase di lavori con la realizzazione di una pista ciclabile in sede protetta su entrambi i lati della via. La corsia ha una larghezza di circa due metri ed è separata da cordoli in cemento larghi 50 centimetri e alti 17. A questo si è aggiunta la cancellazione di tutti i posti auto, in parte riposizionati delle vie limitrofe, eccetto che per alcuni spazi dedicati al carico e scarico delle merci. 

Leggi anche: Corso BUENOS AIRES si tinge di ROSSO: diventerà il BOULEVARD MILANESE?

# Cosa ne pensano i milanesi

Comune di Milano – Rendering seconda fase lavori prevista nel 2024

Se la realizzazione di una pista ciclabile ha creato sin da subito malumori tra gli automobilisti e giubilo tra i ciclisti, la scelta di installare questi cordoli in cemento ha ulteriormente acceso il dibattito pubblico. Vediamo cosa ne pensano i milanesi con alcuni commenti di risposta a un post pubblicato sulla pagina Fb di Roberto Lorenzetti:

Da ciclista e motociclista, una incredibile pericolosissima cazzata. Da veri incompetenti.” – Marco Sala

Lo scalino è pericolosissimo, basta allargare un attimo l’anteriore per cadere inesorabilmente, finendo nella sede stradale.” – Roberto Pezzani

Dato l’alto numero di incidenti, anche con vittime, che hanno visto coinvolti ciclisti, 1 soluzione va trovata. Il cordolo in cemento non la trovo, se non c’è altra soluzione, così sbagliata, certo che se ne usufruiranno anche monopattini elettrici, che danni ne fanno, ciclisti non saranno tutelati. Chi fa consegne, non deve essere penalizzato, quanto, alle auto, (non dico 30 all’ora) ma se si danno 1 regolata non è male. I ciclisti devono essere tutelati senza invadere marciapiedi, monopattini elettrici assolutamente no su marciapiedi, non li sopporto, quasi sempre prepotenti.” – Paolo Tondini

A Copenaghen delimitano le piste ciclabili con una riga bianca. Ed è la capitale delle bici.” – Danilo Cazzaro

Ad occhio impedisce anche il rapido deflusso dell’acqua dalla carreggiata al tombino del marciapiede” – Arianna Brambilla

È largo il doppio del necessario ed andava smussato in modo che in emergenza sia superabile” – Andrea Cominetti

Proprio oggi percorsa tale strada con auto. Ho visto l’obbrobrio che ha creato solo traffico in quanto le auto hanno ora a disposizione una sola corsia di marcia senza considerare il pericolo per chi deve svoltare a destra e non riesce a vedere con facilità l’arrivo di una bici o una moto a cui, peraltro, devono dare la precedenza. I furgoni che scaricavano la merce erano parcheggiati con due ruote sul marciapiede e due sulla ciclabile: un’indecenza. Una vergogna” – Carmela Benvenuto
 

“Ma d’altra parte se non proteggi le ciclabili dal traffico è come se non ci fossero.” – Massimo Matteoli

Continua la lettura con: Una RETE CICLABILE di 750 chilometri: il MAXI piano per collegare Milano e Hinterland

FABIO MARCOMIN

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4 LUOGHI CALDI da visitare a SETTEMBRE e OTTOBRE partendo da ORIO al SERIO

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Credits Russell_Yan-pixabay - Santorini

L’estate è ormai finita, ma ancora non ve la sentite di dire addio alle vacanze e soprattutto al caldo? Niente paura perché c’è una soluzione a tutto questo.

Anche se a Milano il freddo già costringe a indossare giacche e foulard, in altre parti del mondo questo non è ancora necessario. I luoghi caldi in cui trascorrere gli ultimi giorni delle vacanze settembrine sono tanti e, grazie alle offerte last minute dei voli in partenza da Orio al Serio, anche abbastanza economici da raggiungere.

In questo articolo vi consiglieremo 4 mete, facilmente raggiungibili partendo dal Milan Bergamo Airport, che, anche in questi mesi, potranno regalare sole, tepore e relax.

4 LUOGHI CALDI da visitare a SETTEMBRE e OTTOBRE partendo da ORIO al SERIO

# Per chi vuole restare in Italia: Catania

Credits Oscar M-pexels – Catania

Fine settembre o inizio ottobre è uno dei periodi migliori per visitare la Sicilia e, in particolare, Catania. Le temperature piacevoli e il ridotto tasso di umidità rendono il clima perfetto per godere al meglio tutta la bellezza dell’isola.

Potrete passeggiare nel giardino Bellini, rilassarvi alla Playa o raggiungere la meravigliosa spiaggia rocciosa della riviera dei Ciclopi. In caso di pioggia, niente paura. La Cattedrale di Sant’Agata, il castello Ursino e la Catania sotterranea vi terranno impegnati e all’asciutto per tutto il tempo necessario.

# Mare e natura: in viaggio verso Tenerife Sud

Credits sarah_k48 IG – Tenerife sud

I voli low cost in partenza da Orio al Serio e diretti verso Tenerife Sud certo non mancano. Qui potrete godere di un clima caldo, di tanto sole e di poche e sporadiche piogge. Una volta arrivati sul posto non avrete che l’imbarazzo della scelta tra le tante, meravigliose spiagge, come Playa Abama e Playa del Duque, e luoghi da sogno, in primis il barranco di Masca, dove potrete fare trekking, immergendovi in un paesaggio mozzafiato.

# Spiagge e archeologia: Santorini

Credits Russell_Yan-pixabay – Santorini

Isola greca che offre per tutto settembre e fino a metà ottobre temperature più che piacevoli, Santorini è una meta irrinunciabile per gli amanti del mare che desiderano scappare per qualche giorno dall’autunno milanese.

Oltre ad abbronzarsi su spiagge incantevoli come la rossa Red Beach e la nera Perissa, potrete ammirare i siti archeologici di Akrotiri e Thira.

# Fuori dall’Europa: Sharjah

Credits supertranslator-pixabay – Sharjah

Certo, non è proprio un viaggio low cost, ma, facendo attenzione alle offerte, potrete trovare biglietti andata e ritorno molto convenienti verso Sharjah, emirato arabo situato ad appena 25 minuti da Dubai.

Dal lungomare alla Moschea di Noon, passando per l’affascinante mercato di Suq Al Arsah e la Fortezza Al-Hisn, le meraviglie con cui rifarsi gli occhi certo non mancheranno.

# Come raggiungere Orio al Serio da Milano

Come ARRIVARE a Milano dall'AEROPORTO di ORIO al SERIO 
Credits tpicture-pixabay – Aeroporto Orio al Serio

L’aeroporto di Orio al Serio è ben collegato alla città di Milano. Oltre che con un veicolo personale, potrete raggiungerlo comodamente e in modo economico con i pullman Flibco in partenza da Milano Centrale.

Il viaggio dura appena 55 minuti, durante i quali potrete utilizzare il wi-fi gratuito per guardare un film o navigare sul web, rilassandovi grazie agli ampi spazi per le gambe.

Per prenotare il viaggio e non rischiare di rimanere a piedi, è possibile utilizzare il sito web oppure l’app dedicata. L’operazione, davvero semplice, richiede pochissimi minuti e vi consentirà di riservare un posto a bordo. Il biglietto è giornaliero e la prenotazione può essere annullata fino al giorno precedente alla partenza.

Continua la lettura con: Da Milano a Orio in treno

REDAZIONE

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I 5 APERITIVI più CHIC di Milano

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Credits viaggiaredegustando IG - VIU Terracce

La selezione della rivista Grazia con i locali dove godersi un aperitivo super raffinato a Milano.

I 5 APERITIVI più CHIC di Milano (selezione di Grazia)

#1 The Dome Rooftop all’ODSweet Hotel

Credits thedomemilano IG

Al settimo piano dell’ODSweet Hotel, hotel 4 stelle superior dal design unico ispirato alle al mondo dei dolci del sottostante ODStores, c’è una delle new entry tra i locali della città: The Dome Rooftop. Un luogo rilassante, tra orchidee e pampas, dove godere di una vista spettacolare sul Duomo con uno sguardo diretto alla Madonnina mentre si prova uno dei  deliziosi signature cocktails all’ora del tramonto.

Indirizzo: Via Mazzini, 2

#2 Viu Terrace all’Hotel VIU Milan

Credits viaggiaredegustando IG – VIU Terracce

A pochi passi dal Cimitero Monumentale e dal Museo del Design troviamo l’Hotel VIU Milan, un 5 stelle realizzato con materiali ecocompatibili e un arredamento estremamente moderno e raffinato a cura del premiato progettista Nicola Gallizia. La vera chicca è però all’ottavo piano: Viu Terrace. Uno spazio all’aperto con divani e tavolini fronte piscina con vista sullo skyline di Milano, perfetto per un aperitivo dopo un’intensa giornata di lavoro.

Indirizzo: Via Aristotile Fioravanti, 6

#3 Liquidambar al Magna Pars Suite

Credits magnaparshotel IG – Liquidambar

Nel cuore del quartiere del design c’è invece il Magna Pars Suite, il primo hotel à parfum di Milano. Nato negli spazi dell’ex fabbrica di profumi della famiglia Martone è tra i più ricercati alberghi a 5 stelle dagli stranieri ed è stato inserito in quelli raccomandati dalla rivista Forbes. Il Liquidambar, con cantina vini a vista all’entrata, è il cocktail bar al pian terreno con affaccio sull’elegante giardino. I drink proposti sono stati pensati per appagare il cliente sia con il gusto che con l’olfatto.

Indirizzo: Via Vincenzo Forcella, 6

Leggi anche: Forbes: 12 HOTEL di Milano tra i MIGLIORI del MONDO

#4 Il Socialista Lounge a Casa Cipriani

Credits casaciprianinyc IG – Socialista Lounge

All’angolo tra la via più regale di Milano, Corso Venezia, e via Palestro, un elegante edificio  è stato trasformato di recente in Casa Cipriani. Questo nuovo hotel cinque stelle lusso ha fatto sbarcare a Milano lo charme dell’Harry’s Bar di Venezia, a cui si ispira, caratterizzato da accoglienza e semplicità, tradizione e stile. Per un aperitivo chic si può prendere un tavolo al Socialista Lounge, settimo bar con questo format nel mondo, con elementi in vimini, velluto e broccato frutto del design dell’architetto argentino Carlos Almada.

Indirizzo: Via Palestro, 24

Leggi anche: I PALAZZI più BELLI di CORSO VENEZIA, la STRADA più REGALE di Milano (FOTO)

#5 Radio Rooftop Bar al Me Milàn Il Duca

Credits: @radiorooftopmilan Radio Rooftop Milano

Al decimo piano del prestigioso Hotel 5 stelle Me Milàn Il Duca sembra di essere a New York. Il Radio Rooftop Bar è stato infatti studiato per richiamare i locali della Grande Mela, ideale per chi a gusti cosmopoliti. Mentre si è seduti al tavolo bevendo cocktail ricercati e assaggiando ottime tapas internazionali si può godere di una vista spettacolare su Piazza Della Repubblica e sui grattacieli di Porta Nuova.

Indirizzo: via Marco Polo, 18

Fonte: Grazia

Continua la lettura con: APERITIVI STRANI a Milano: dove trovarli

FABIO MARCOMIN

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