Milano città d’acqua: cosa serve per RIAPRIRE i NAVIGLI

Tutti favorevoli a parole, ma poi?

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Credits: blog.urbanfile.org Riapertura Navigli

Tutti dicono di volere riaprire i Navigli. Ma perchè non si muove mai foglia? 

Milano città d’acqua: cosa serve per RIAPRIRE i NAVIGLI

# I Navigli, patrimonio imprescindibile di Milano

Credits JoelHuegli-pixabay – Case sui Navigli

I navigli per Milano sono qualcosa di imprescindibile, un enorme patrimonio storico culturale, un’opera di ingegneria idraulica senza eguali al mondo, il primo sistema di canali navigabili d’Europa, un tratto distintivo unico da valorizzare e preservare con enorme attenzione. Alla costruzione e manutenzione dei Navigli hanno partecipato geni e maestranze di tutte le epoche, Leonardo Da Vinci compreso. I navigli hanno contraddistinto il panorama cittadino per secoli, scellerate e devastanti scelte del passato hanno fatto un danno enorme nel coprirli, adesso spetta a noi porre rimedio a quel disastro.

Milano è una città che nasce cresce e si sviluppa sull’acqua nonostante sia l’unico grande agglomerato urbano del continente a non essere posizionata in riva al mare o ad essere attraversata da un grande fiume. Riaprire i Navigli significherebbe riappropriarsi di qualcosa che ci è stato sottratto, vorrebbe dire ripensare lo spazio urbano in una ottica moderna e innovativa, riaprire i navigli porterebbe sviluppo turistico e rinnovamento.  Riaprire i Navigli permetterebbe di connettere il Lago di Como da Colico e il Lago Maggiore da Locarno direttamente a Venezia. Riaprire i Navigli a Milano darebbe un grande impulso economico a molte zone della città adesso poco valorizzate ridistribuendo la vita notturna ora concentrata (in maniera confusionaria) per lo più lungo il Naviglio Grande e la Darsena.

# Altre città hanno riscoperto i propri corsi d’acqua

“A Tokyo la gente voleva riscoprire l’identità culturale, recuperare i valori storici e lo stretto rapporto con l’acqua.” – Hidenobu Jinnai Professore presso la facoltà di Ingegneria e Design, Università di Hosei.

Altre città hanno già portato avanti scelte coraggiose, Tokyo che riscopre i sui corsi d’acqua alcuni dei quali coperti anni fa, con una visione davvero nuova. L’ Aia dove si sta studiando un imponente progetto di recupero dei canali, Seoul dove stanno tendando di rimediare agli errori degli anni ’70 e un fiume andrà a sostituire un orrendo cavalcavia. A Pechino ritorna navigabile il Beijing-Hangzhou Grand Canal.

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# Tutti favorevoli a parole

Credits: progettonavigli.comune.milano.it
Progetto Navigli

A livello politico da Salvini a Cecchetti, da Fontana a Sala sono tanti a dichiararsi favorevoli alla riapertura totale dei Navigli. Sono sempre pronti a rilasciare dichiarazioni reboanti sulla enorme rilevanza che una totale riapertura dei navigli porterebbe a livello urbanistico. Numerosi si dichiarano entusiasti all’idea ma a conti fatti… NULLA.

Chi più di tutti si è speso nel promuovere questo ambizioso progetto è però il nostro Sindaco Sala. Durante la prima campagna elettorale dichiarò a chiare lettere, sulla scia del successo del referendum consultivo sul ripristino dei canali: “io voglio riaprire i Navigli”, scrivendo persino un libro sull’argomento, ma dopo quasi 10 anni non è stato riaperto nemmeno un metro.

Anzi i buoni propositi e l’entusiasmo iniziali paiono quasi essere del tutto scomparsi osservando i numerosi rendering riguardanti le varie riqualificazioni dove i Navigli riaperti non sono mai presenti ma bensì sostituiti da strade asfaltate.

# I soldi si cercano

Credits: blog.urbanfile.org
Riapertura Navigli

Non ci si venga a raccontare che mancano i soldi, questa non può essere mai una scusa in un paese, il nostro, che butta via miliardi di euro per banchi a rotelle mai utilizzati e inviati direttamente nella spazzatura, per vaccini che andranno direttamente in discarica e per armi destinate ad una guerra che non ci riguarda…e parliamo di una delle regioni più ricche d’Europa, davvero non si trova qualche centinaio di milioni di euro per un’opera pubblica?

Ammesso e non concesso che sia così i soldi si cercano! Tuttavia non abbiamo mai visto una reale volontà nel valutare tutte le possibili vie di finanziamento di un’opera così importante, rivoluzionaria e innovativa. Ci sono fondi europei, sponsor privati eventualmente sottoscrizioni pubbliche ma evidentemente le priorità sono altre, oppure non ci si vuole inimicarsi una fetta di elettorato contrario. Più facile dipingere qualche metro di strada da riservare a biciclette e monopattini e dichiararsi “green” come si usa adesso che fare scelte davvero impattanti.

# Potremmo iniziare dalla Conca di Viarenna

Credits: milano.corriere.it
Conca di Viarenna

Nel caso non ci fossero fondi sufficienti o non si volesse creare troppo disagio alla circolazione si potrebbe iniziare con una riapertura graduale di alcuni tratti cominciando dalla Conca di Viarenna, per la quale il compianto Architetto Empio Malara si era tanto speso. Esiste già un progetto: è un intervento con un costo estremamente contenuto e a livello di cantiere sulla circolazione avrebbe un impatto decisamente minimo!  Sarebbe però un primo importante passo per un reale cambiamento.

Il Comune non ha la voglia o il tempo di dedicarsi a portare avanti questo progetto? Esistono fior di università, architetti, ingegneri e associazioni, tra tutte l’Associazione RIAPRIRE I NAVIGLI e gli AMICI DEI NAVIGLI  che sarebbero pronte a supportare l’amministrazione. Invece, si sceglie di non scegliere e di fare solo promesse…

Continua la lettura: Sondaggio: RIAPRIRE subito il NAVIGLIO di MELCHIORRE GIOIA oppure no?

ANDREA URBANO

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Andrea Urbano
Nato a milano, ma milanese per scelta (per metà salentino). Sono appassionato a tutto quello che riguarda Milano: storia, cultura, dialetto e patrimonio artistico, progetti urbanistici, futuri socio econonomici, oltre a cinema, sport e viaggi. Lavoro nell'ufficio export di una multinazionale. Sono un grande tifoso del Milan. Alla ricerca di una modella. Quartiere: BOVISA

1 COMMENTO

  1. Purtroppo a gelare gli entusiasmi ci si è messa L’Europa, ben prima di Covid e eventi bellici, dandosi disponibile a finanziare l’opera purché fosse funzionale alla navigabilità, intesa non turistica.
    E poi, purtroppo, c’è anche quella popolazione in città refrattaria a tutto quello che sposta i propri equilibri e interessi; così (parole sentite) viene malvista la perdita di strategicità dell’anello dei navigli, per quanto riguarda il traffico. La stessa ottusità mostrata da abitanti ed esercizi commerciali quando Corso Vittorio Emanuele stava per essere chiuso al traffico, e tutti pensavano di finire in miseria perché i clienti dove avrebbero parcheggiato l’auto per venire sul corso a fare shopping…?

    Oggi, come si potrebbe recuperare l’entusiasmo di Sala a fronte di tanta indifferenza, se non ostilità proprio dei milanesi, e di costi schizzati chissà fino a quanto?

    E’ lontana, ma non è sul mare: Strasburgo conserva intatto un sistema di canali interni, un anello del tutto paragonabile a quello milanese, forse un pò meno esteso, con tanto di chiuse funzionanti per il recupero dei dislivelli, che attraverso la città (un agglomerato di circa 700000 abitanti) allaccia un sistema di canali provenienti da altri distretti al Reno, con tanto di porto fluviale. Un giro con battello turistico permette anche l’emozione di vedersi sollevare ( o calare) durante le operazioni svolte tramite le chiuse.
    Forse le nostre istituzioni dovrebbero farsi un giro a Strasburgo

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