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La metro pedonale urbana: come funziona, dove si trova e perché si potrebbe rilanciare a Milano

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Repubblica - Metro pedonale Polignano a Mare

Un progetto nuovo in Italia. Ecco come funziona e qual è il suo fine.  

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La metro pedonale urbana: come funziona, dove si trova e perché si potrebbe rilanciare a Milano

# PedoMetroSMCV: sei linee pedonali a Santa Maria Capua Vetere

Pedometro

Una delle prima iniziativa è stata quella di PedoMetroSMCV“, un progetto nato il 7 novembre 2020 e diventato operativo nel 2021 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Lanciato dalla Federazione Italiana Camminatori Sportivi ha lo scopo di contribuire a promuovere l’esercizio dell’attività fisica all’aperto alla portata di tutti, il benessere psicologico e la mobilità sostenibile. Una metropolitana pedonale autogestita lungo sei linee che attraversano la città e con i percorsi che si inseriscono nei contesti di scuola, lavoro, attività motoria, turismo.

# Le iniziative di MuoviComune in Toscana ed Emilia

MuoviLivorno

Il progetto di “Città Attiva” dal nome “MuoviComune- metropolitanaurbanapedonale” si sta invece diffondendo in diverse regioni. In Toscana c’è MuoviLivorno Fase 1 voluto dal servizio di Medicina dello Sport dell’Azienda USL Toscana nord ovest in collaborazione con il Comune di Livorno e prevede un cammino circolare di circa 6 chilometri e 7 “stazioni” di partenza, salita, discesa e arrivo.

MuovitiComune

Altre due linee ci sono nel Comune di Sesto Fiorentino, un’altra nel Comune di Lastra a Signa. Oltre 20 in Emilia Romagna, tra cui diverse a Modena città e hinterland, 

# L’8 dicembre 2023 il debutto della metro pedonale di Polignano a Mare

Repubblica – Metro pedonale Polignano a Mare

Tra le iniziative di metropolitana pedonale in attesa di partire c”è quella di Polignano a Mare, con tre linee che invitano i visitatori a raggiungere a piedi il centro e i luoghi turistici e culturali più frequentati. La partenza è stata l’8 dicembre 2023 con la linea blu con fermate sul ponte di lama Monachile e davanti alla statua di Domenico Modugno, quella rossa che attraversa il lungomare e passa per i belvedere, e quella gialla più breve che parte da largo San Francesco. 

# Milano a piedi: la trasformazione della metro di Milano in percorsi pedonali

Mappa fitbit: tempi percorrenza a piedi dei percorsi delle linee metropolitane

A Milano quando? Nel 2015 Fitbit aveva disegnato una mappa della metropolitana con riportati i passi necessari per camminare da una fermata all’altra insieme alle calorie bruciate. Prendendo ad esempio il tragitto tra Crocetta e Turati M3 sono circa 4.000 passi da percorrere e 100 le calorie che si consumano, da Duomo a Loreto sono 123. Le numerose iniziative sparse lungo tutto lo Stivale sembrano concretizzare l’idea di stimolare la mobilità pedonale dei cittadini, lo stesso obiettivo che si era posta l’azienda americana produttrice dei braccialetti che tracciano i dati dell’attività sportiva. Un’idea per la futura mobilità dei pedoni in città?

Link: Mappa Fitbit

Continua la lettura con: La M4 è una METRO “di GHIACCIO”

FABIO MARCOMIN

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La misteriosa tragedia della Galleria

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foto di andrea cherchi

30 dicembre 1877. Un fatto atroce. Ancora non del tutto chiarito. 

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La misteriosa tragedia della Galleria

Giuseppe Mengoni era un architetto emiliano.

Nel 1859 vinse un concorso bandito dal Comune di Milano per la realizzazione della Galleria Vittorio Emanuele IILa sua intenzione creare un simbolo tangibile della unicità di Milano per l’Italia ed un simbolo di innovazione nel mondo, in anticipo persino su città come Londra, Parigi o Bruxelles.

La galleria venne inaugurata nel gennaio del 1878 alla presenza del re. Ma quel giorno l’architetto non fu presente.

Qualche giorno prima, il 30 dicembre 1877, il “padre” della galleria, Giuseppe Mengoni, era precipitato dalla cupola centrale della Galleria sfracellandosi al suolo.

Mistero sulle cause anche se l’esistenza di grossi debiti fece pensare al suicidio.

Continua la lettura con:  6 cose che vi stupiranno sulla GALLERIA Vittorio Emanuele

MILANO CITTA’ STATO

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5 linee no-stop di lusso da Milano per le mete più strategiche

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Maps - Metro no-stop mete Vip

Uno degli indubbi punti di forza di Milano è la sua posizione strategica: in circa un’ora e mezza si possono raggiungere monti, laghi e il mare della Liguria. Questo in teoria perchè spesso, a causa di cantieri stradali e incidenti, code infinite rendono il viaggio molto più lungo di quanto previsto. Un supplizio che tocca chiunque, anche i più facoltosi che vogliono raggiungere le destinazioni più esclusive: perchè non creare delle linee di trasporto no-stop dedicate?

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5 linee no-stop di lusso da Milano per le mete più strategiche

# Una rete di trasporti veloci no-stop 

Ideogram AI – Esterno metro di lusso

Da Milano a Sankt Moritz in 60 o in soli 15 minuti? Sarebbe un sogno, peccato oggi ci si impieghi almeno tre ore in auto. Una condizione a cui devono sottostare tutti, anche chi ha maggiori disponibilità economiche, al netto dei super ricchi che possono muoversi con elicotteri o jet privati dove possibile. Perchè non pensare quindi a una rete di trasporti no-stop con linee di trasporto veloci dedicate per le destinazioni più esclusive?

Hub di partenza sotto la Stazione Centrale. Si potrebbe prendere spunto dalla Daxing Aiport Express, che collega il centro di Pechino all’Aeroporto Internazionale di Daxing, la metropolitana più veloce del mondo con treni che viaggiano a 160 km/h, dove c’è anche la business class. In alternativa si potrebbe pensare a treni a lievitazione magnetica, che possono arrivare a 600 km/h, e ridurre ancora di più i tempi di viaggio. 

Leggi anche: La METRO più VELOCE del MONDO: come un FRECCIAROSSA sottoterra

# Ambienti di lusso con sedili in pelle, servizio ristorante e wifi

Ideogram AI – Metro di lusso

A bordo dei treniGold class lussuosa metro di Doha, si potrebbero avere sedili in pelle con schermi lcd per vedere film e show in streaming, wifi, prese per caricare telefoni cellulari e tablet durante il viaggio e servizio ristorante con cucina gourmet. Si potrebbero prevedere poi carrozze executive e business, a costi inferiori ma sempre di fascia alta.

Leggi anche: La METROPOLITANA sotto il DESERTO con carrozze in “GOLD CLASS”

# Le 5 destinazioni dei Vip da collegare a Milano

Maps – Metro no-stop mete Vip

Ma quali destinazioni si potrebbero collegare?

  • Sankt Moritz, la più esclusiva località svizzera, soprattutto durante il periodo invernale. La distanza in auto da Milano è di circa 170 km per una durata del viaggio di almeno 3 ore. Con una linea veloce no-stop ci si potrebbe mettere da poco di 15 minuti a un massimo di 60 minuti, ipotizzando rispettivamente un servizio con treni a lievitazione magnetica o con quelli simili alla metro express di Pechino;
  • Livigno, la regina delle nevi lombarda. Da Milano la distanza è di poco più di 200 km e 3 ore mezza di viaggio. A bordo di un treno no-stop Centrale-Livigno si potrebbe arrivare sulle piste da sci anche in soli 20 minuti;
  • Courmayeur, la perla delle Alpi. In questo caso la distanza da Milano è di circa 220 km e due ore mezza di viaggio in auto. Con un treno sotterraneo veloce senza fermate si arriverebbe a destinazione in meno di 25 minuti;
  • Portofino, la perla del Tigullio. Dopo la montagna il mare. In auto da Milano ci si impiega 2 ore mezza, traffico e cantieri permettendo, per percorrere i 175 km di strada mezza. A bordo di una metro veloce no-stop anche poco più 20 minuti.
  • Forte dei Marmi, la località marittima più glamour della Toscana. Sono 250 i chilometri di distanza da Milano e almeno 3 ore di auto. Si potrebbe arrivarci in appena 25 minuti.

Continua la lettura con: Una metropolitana regionale per collegare le città lombarde?

FABIO MARCOMIN

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I locali di Milano dove succedono cose fuori dal mondo

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Credits gaiacolombini IG - Unseen

Ci sono dei locali a Milano dove si possono provare delle esperienze davvero fuori dal comune. 

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I locali di Milano dove succedono cose fuori dal mondo

#1 Potafiori, un luogo dalla doppia anima dove si cena con la “cantafiorista”

potafiori IG

Il Potafiori è un luogo dalla doppia anima. La regina della casa è Rosalba Piccini che trasforma quello che di giorno è un negozio di fiori in un ristorante-cocktail bar la sera con piatti stagionali da tutta Italia. Il martedì è il momento dello show della fondatrice, autodefinitasi “cantafiorista“, con #potamusica: si esibisce dal vivo cantando per allietare i clienti. 

 

Indirizzo: Via Salasco 17

#2 Crazy cat caffè, dove i padroni sono i gatti 

Credits anna_rossiiyskaya IG – Crazy Cat Cafè

Il bar dove regnano dei gattini. Il Crazy Cat Café è stato il primo locale di questo genere ad aprire a Milano. I felini dominano gli interi spazi, sopra i tavolini si sviluppano piccole tettoie e speciali percorsi dove possono girare girare indisturbati. Si può mangiare e bere, dalla colazione al brunch, dal pranzo alla merende, accarezzando questi gatti trovatelli che prendono il loro nome da cantanti famosi come Bowie, Freddie, Patti, Mina. Ci sono solo due regole da rispettare ad ogni costo: non dar loro da mangiare e non prenderli in braccio. 

 

Indirizzo: Via Napo Torriani, 5

#3 Aperitivo al buio all’Istituto dei Ciechi

Credits silviadel77 IG – Dialogo nel buio

Dal 2005 “Dialogo nel buio”, iniziativa promossa dall’Istituto dei Ciechi” di Milano, consente di sperimentare la percezione della realtà e della comunicazione in modo più profondo in mancanza di luce. Il percorso al buio dura un’ora e quindici minuti e si passa per alcune ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana, tutte diverse, da scoprire attraverso i cinque sensi e il dialogo con la guida non vedente. L’esperienza si conclude in un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si può gustare una tazza di caffè o un aperitivo.

 

Indirizzo: Via Vivaio, 7

#4 Pizza Aut, il primo ristorante in Europa gestito da autistici

migliazzoluca IG – PizzAut

Fondato da Nico Acampora, padre di figlio autistico, e inaugurato nel 2021 nell’hinterland milanese, PizzaAut è il primo ristorante in Italia e in Europa ad essere gestito interamente da ragazzi autistici. Nasce per sopperire a un bisogno avvertito da molte famiglie, quello di un locale dove le persone autistiche possano lavorare e al contempo socializzare. Una iniziativa di successo dove tutti i ragazzi impegnati hanno trovato la loro dimensione lavorativa, dal pizzaiolo al cameriere con contratti a tempo indeterminato. Nel 2024 ha aperto un secondo locale a Monza.

 

Indirizzo: Via Don Verderio, 1, 20060 Cassina de’ Pecchi (MI)

#5 “Locanda alla Mano”, il locale gestito da ragazzi con la sindrome di down nel Parco Sempione

Credits mfb_arch IG – Locanda alla mano

Nato nel 2013 per aiutare giovani speciali a superare le proprie difficoltà e a entrare nel mondo del lavoro con entusiasmo e autonomia, “Locanda alla Mano” è un progetto di integrazione lavorativa. Situato all’interno del Parco Sempione, questo locale è gestito da otto ragazzi con sindrome di down. Un luogo dove si incontra buona cucina e solidarietà nel cuore di Milano.

 

Indirizzo: Piazza Del Cannone

#6 “Rob de matt”, il locale dove lavorano persone con problemi psichici 

francina1983 IG – Rob de Matt

Rob de Matt non è solo un ristorante e bistrot, ma anche e soprattutto un’associazione di promozione sociale. Alla base dell’iniziativa c’è un progetto di inclusione sociale e lavorativa rivolto a persone con storie di marginalità e svantaggio, come quelle con problemi psichici, da qui il nome. Oltre a questi a servire ai tavoli ci sono anche rifugiati politici, migranti in difficoltà, ex carcerati e NEET.

 

Indirizzo: Via Enrico Annibale Butti, 18

#7 Unseen, il luogo dove il bagno conduce a un mondo parallelo

Credits gaiacolombini IG – Unseen

Tra i più recenti della lista c’è Unseen, il primo locale Vaporwave in Italia ideato da Milo Occhipinti: dove quello che sembra non è. Per rendersi conto davvero in quale luogo ci si trova occorre dirigersi direttamente in bagno. Qui c’è un pulsante rosso che, una volta premuto, le luci si spengono e su muri, specchi e oggetti appaiono simboli e scritte fluorescenti che conducono in un mondo parallelo.

 

Indirizzo: Via Paolo Lomazzo, 12

Continua la lettura con: Le notti più calde di Milano: i «locali hot»

FABIO MARCOMIN

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I Caraibi di Milano: atmosfere di Cuba a due passi dal centro

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Credits Urbanfile - Via Bassano del Grappa

A Milano non esiste solo il quartiere “arcobaleno” chiamato anche la Notting Hill milanese, ma anche quello che riporta alle atmosfere di Cuba. Ecco dove si trova.

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I Caraibi di Milano: atmosfere di Cuba a due passi dal centro

# Tra Turro e Nolo c’è “L’Avana” di Milano

Credits Urbanfile – Via Bassano del Grappa

A Milano non manca proprio niente. Dopo il quartiere “arcobaleno” in via Abramo Lincoln c’è anche quello che richiama le atmosfere caraibiche de L’Avana. Ci troviamo in via Bassano del Grappa, nella parte settentrionale del quartiere di NoLo e al confine con quello di Turro, una piccola via privata che forma una “L” unendo via Angelo Mosso con via Padova. Un piccolo angolo dai colori caraibici realizzato tra il 1910 e il 1915, ancora prima che il comune di Turro fosse inglobato nel capoluogo lombardo. 

Leggi anche: Sette cose che non sai sul QUARTIERE ARCOBALENO di Milano

# Una ventina di casette a schiera variopinte

Credits nzo_whu IG – Via Bassano del Grappa Milano

Il quartiere si caratterizza per una ventina di casette a schiera variopinte, di uno o due piani, in stile eclettico, il liberty si riconosce invece nelle inferiate alle finestre e in alcuni balconi. I civici più belli e carichi di colori sono quelli pari, quelli sul lato opposto hanno le pareti esterne di colore pastello e piccoli giardini privati e case curate e un po’ più semplici. Un’altra zona di Milano dove non sembra di essere a Milano.

 

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: I QUARTIERI più GETTONATI a Milano dove COMPRARE CASA (primo trimestre 2022)

FABIO MARCOMIN

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I ristoranti di Milano dove si fa festa, si canta e si balla

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Credits elportenoprohibido IG - El Porteño Prohibido

Sono sempre più i ristoranti a Milano dove oltre a cenare si può anche cantare, ballare e fare festa. Vediamo le novità più interessanti dell’ultimo periodo.

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I ristoranti di Milano dove si fa festa, si canta e si balla

# Moebius, per la musica jazz dal vivo

Credits mirkofait IG – Moebius

Moebius è un contenitore dalle molte anime, bistrot, ristorante, bar con la musica protagonista. Qui si può ascoltare musica jazz dal vivo e acquistare vinili. Tra un aperitivo o un piatto della cucina gestita dall’Executive Chef due stelle Michelin Enrico Croatti, ogni lunedì e giovedì si possono ascoltare tutte le variazioni del jazz, dallo  standard jazz alla bossa nova, con anche note swing o be bop. Voto medio recensioni Google: 4,5/5

Indirizzo: via Cappellini, 25

# El Porteño Prohibido, per gli amanti del tango di altissimo livello

Credits elportenoprohibido IG – El Porteño Prohibido

El Porteño Prohibido è uno ristoranti argentini più autentici di Milano, ce ne sono altri quattro di “El Porteño” in città. Questo in particolare è il luogo ideale per gli amanti del tango di altissimo livello e della carne argentina. Inaugurato poco prima del lockdown, il ristorante ha 150 posti a sedere e un palcoscenico equipaggiato con strumentazione tecnica all’avanguardia. Gli spettacoli di tango si tengono dal martedì al giovedì, ballerini di fama internazionale che si esibiscono sulle note dal vivo, mentre gli show di musica, acrobazie e danza a cura della compagnia Malabares da venerdì a domenica. Nel weekend, dopo cena, ci si può scatenare con la musica del dj. Voto medio recensioni Google: 4,5/5

Indirizzo: via Macedonio Melloni, 9

# La Bullona

La Bullona era una stazione ferroviaria: inaugurata nel 1929 in stile liberty, sulla tratta urbana Cadorna-Bovisa, rimasta attiva fino al 2003. L’imprenditore della ristorazione Pino Scalise (già proprietario de Il Gattopardo) l’ha trasformata in uno dei luoghi più sofisticati e mondani di Milano. Il ristorante La Bullona si distingue soprattutto per le sue cene haute cuisine di pesce, un’accurata selezione di vini che ha permesso al locale di ottenere il riconoscimento come migliore wine list del 2021, e per la sua splendida location animata da musica e divertimento. Voto medio recensioni Google: 4,4/5

Indirizzo: via Piero della Francesca, 64

# Il Marchese – Osteria, Mercato e Liquori, con concerti di musica jazz del Conservatorio

Credits ilmarchesemilano IG – Il Marchese Milano

Il Marchese è un ristorante romano, presente anche nella Capitale, che ha inaugurato in una ex banca nella zona di Brera. Si presenta con un aspetto molto scenografico grazie ai lampadari di cristallo, ai colonnati di marmo e al pavimento a mosaico. Ogni sera, accanto alla proposta di piatti della tradizione più appetitosi come Crocchette di baccalà mantecato su crema di ceci al rosmarino,  Amatriciana o Cacio e Pepe, il locale ospita fino alle 2 concerti di musica jazz con gli allievi del Conservatorio di Milano sul suo piccolo palcoscenico. Voto medio recensioni Google: 4,4/5

Indirizzo: via Bossi, 3

# Caciara, ispirato allo stile di vita italiano

Credits annucciacannuccia IG – Caciara

Il locale si ispira allo stile di vita italiano, sia nei piatti della tradizione reinventata che nella musica che li accompagna. Ogni sera ci si scatena in un grande karaoke collettivo, divertendosi con lo stile informale della trattoria d’altri tempi in un ambiente dal decor futurista con carta da parati nella sala principale e nella tappezzeria del divano nella sala privata. L’identità visiva è invece disegnata dall’illustratore milanese Alberto Casagrande. Voto medio recensioni Google: 4,2/5

Indirizzo: Via Tadino, 5

# Maison Milano, dagli spettacoli circensi al burlesque

Credits splitsaroundtheworld IG – Maison Milano

Maison Milano, oltre alla preparazioni innovative dello chef Andrea Trevisan, si presenta come un ambiente dove lo spettacolo è al centro. Sul palco si alternano brillanti cabarettisti, star del Burlesque, ballerini, mangiafuoco, contorsionisti e trapezisti. Si va dallo spettacolo circense Circo Stupore, a rock show con musica dal metallaro al classico, nelle serate Maison Best si alternano tutti i migliori performer della città, le canzoni e gli artisti più amati. Gli altri due format sono Time Machine, con i grandi successi del cinema e della musica internazionale del passato e Burlesque Touch, spettacoli con quel tocco piccante, vintage e scanzonato. Voto medio recensioni Google: 4,0/5

Indirizzo: Via Montegani, 68

# House of Ronin, con stanze private dedicate al karaoke

Credits: IG @teoflove

House of Ronin è un edificio di quattro piani neo liberty con un’osteria giapponese al piano terra, un ristorante giapponese di alto livello al primo e al secondo piano e una superficie di 200 mq con 4 stanze private per il karaoke. Ogni sala è dedicata a un tema diverso, tutti legati a diversi decenni e stili del Giappone, e accompagnate da un eccezionale cocktail e sake bar chiamato Madame Ching. Voto medio recensioni Google: 4,0/5

Indirizzo: via Vittorio Alfieri, 17

Fonti: Vogue, Flawless

Continua la lettura con: I MIGLIORI POSTI dove fare KARAOKE a Milano

FABIO MARCOMIN

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Quando racconti di quando sei riuscito a parcheggiare il sabato sera a Milano

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Un fatto storico. 

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Continua con: Se sei di Milano lo si vede soprattutto quando scivoli

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Quando i commercianti di corso Buenos Aires si trasferirono in Corso Vercelli

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corso vercelli
Corso Vercelli

Corso Vercelli è una via di shopping fin dall’ottocento, porta di ingresso a Milano per tutti coloro che venivano dal Piemonte e dalla Francia.

Quando i commercianti di corso Buenos Aires si trasferirono in Corso Vercelli

# Le origini

Nel 1878 il Comune istituì ufficialmente i nuovi corsi oltre le Mura: Corso Loreto (poi Buenos Aires), Corso XXII Marzo, Corso Lodi, Corso Sempione, Corso Como, Corso San Gottardo e, appunto, Corso Vercelli. Milano andava così assumendo sempre più quell’anima dinamica, imprenditoriale e votata all’innovazione che conosciamo oggi.

 

Oggi Corso Vercelli è un viale elegante, lento, con negozi esclusivi. Non ha quel senso di frenesia e nevrosi che caratterizza Milano. Vi incontrerete molti milanesi, ma pochi turisti. In effetti, è uno dei best kept secret della città. Sempre che non siate fanatici dei Navigli: Corso Vercelli è il loro esatto contrario.

# La fuga dei commercianti da corso Buenos Aires

Un importante punto di svolta per la sua storia segna la data del 2 marzo 1958, quando si aprirono gli scavi per la realizzazione della prima linea della metropolitana sotto Corso Buenos Aires, che venne così in una certa misura isolata.

Fu allora che alcuni dei migliori commercianti della zona si trasferirono proprio in Corso Vercelli per continuare la loro attività, incastonandolo per sempre nel novero dei migliori viali per lo shopping a Milano. Le vetrine di maggior qualità delle grandi gioiellerie, orologerie, oreficerie e negozi di scarpe le troverete qui.

Continua la lettura con: M2: 7 RECORD CURIOSI che forse non sai della METRO dell’HINTERLAND

HARI DE MIRANDA

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I 7 paesi dell’hinterland dove un milanese NON andrebbe mai a vivere

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Credits: ilgiorno.it Pioltello

Come qualunque residente di un capoluogo di regione o provincia, anche il milanese medio si sposterebbe difficilmente fuori città, sempre se ciò non fosse dovuto a imprescindibili esigenze di lavoro o quant’altro. A Milano poi ci sono una serie di paesi che negli anni si sono fatti strada nella categoria dei posti “off-limits”. E molto spesso, così come in provincia, qualcuno ha una sfalsata idea del centro città, allo stesso modo chi abita a Milano città vede di cattivo occhio la provincia. Se non fosse che nella maggior parte dei casi, e in entrambi i casi, ci si sbaglia.

Un po’ come le frasi fatte pre-fidanzamento dei tempi del liceo tipo: “io con quella non mi fidanzerò mai!”. Ammettiamolo, almeno una volta nella vita l’abbiamo pronunciata tutti. Vediamo dunque quali sono i 7 paesi dell’hinterland dove un milanese non andrebbe mai a vivere.

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I 7 paesi dell’hinterland dove un milanese NON andrebbe mai a vivere

# Lacchiarella, la “piccola latteria”

Credits: @ComunediLacchiarella
Lacchiarella

Situato a sud di Milano nella zona della bassa Pianura Padana, il comune di Lacchiarella (in dialetto: Laciarèla) deriva da “Lactarella” che significa “piccola latteria”, e tale definizione deve essere attribuita all’abbondante produzione di latte anticamente vantata nella zona. Viene additato spesso come un borghetto con condomini esteticamente poco attraenti ma spesso si ignora la profondità e le illustri radici storiche di questo piccolo comune.

Falcidiata e ripresasi dopo la peste di Milano del 1630 (narrata con perizia ne “I promessi sposi”) nel periodo risorgimentale numerosi cittadini di Lacchiarella si distinsero per il loro valore, come Gaetano Tibaldi alla difesa di Venezia nel 1849, il tredicenne Giambattista Vigo alla difesa di Roma nel 1849 e i fratelli Federico (uno dei Mille di Giuseppe Garibaldi) ed Erminio Tessera. Senza contare monumenti molto antichi come la Rocca Viscontea, che risale circa alla metà del X secolo, nel periodo delle invasioni degli Ungari o Magiari. Insomma, non esattamente un posto brutto e spoglio di attrattive come si crede, no?

# Sesto Ulteriano, il paese diviso in due

Credits: 3bmeteo.com
Sesto Ulteriano

Frazione della cittadina di San Giuliano milanese poco lontano dalla periferia sud-est della città, Sesto Ulteriano è un centro abitato diviso in due: da una parte un comprensorio molto grande di villette a schiera immerse nel verde e dall’altra una vasta zona industriale e commerciale, favorita dalla presenza dell’uscita di San Giuliano dell’autostrada del Sole. Un paesello tranquillo attaccato a Milano, forse non gradevole ed esteticamente attraente come altri paesi della provincia, ma di sicuro un posto comodo e molto ben collegato dove vivere.

# Rozzano, il “paese di Biagio Antonacci”

rozzano

Il paese di Biagio Antonacci, che con tutto il bene non sappiamo se sia poco meglio o poco peggio di Giusy Ferreri (gusti personali, eh). Se non altro però, il buon Biagio è un grande tifoso nerazzurro, e in una zona ad altissima densità di tifosi rossoneri ciò non è affatto banale. Ma tifoserie a parte, Rozzano, come un altro paese di cui parleremo più avanti si porta dietro una nomea poco edificante di posto da cui stare lontani, per delinquenza generalizzata e per quegli orrendi palazzoni di periferia che vengono sempre associati a forme di degrado che lo hanno portato al soprannome di Rozzangeles

Pochi però si ricordano che qui si trova il castello medioevale di Cassino Scanasio, e che l’area naturalistica presente nell’area comunale di Rozzano è parte del Parco Agricolo Sud Milano, ovvero una vasta zona protetta nata con lo scopo di valorizzare l’economia agricola del sud di Milano, difendere ambiente e paesaggio, salvaguardare la ricca fauna che si trova da queste parti nonché mettere a disposizione dei cittadini un vasto parco e un grande patrimonio di natura, storia e cultura. Non è poi così brutta, Rozzano, no?

# Basiglio, il borgo dei ricchi

basiglio
Credits: sionomagazine.blogspot.com

Qui i preconcetti sono legati non tanto a caseggiati popolari, quanto al loro opposto: il quartiere modello di Milano 3 che spesso, molto spesso viene confuso con Basiglio. Ma mentre Milano 3 altro non è stata che l’evoluzione del consolidamento immobiliare del Berlusca all’inizio della sua carriera, Basiglio ha antiche origini molto meno “pubblicitarie”, e a Milano 3 è legato solo da una lunga ciclabile. Di origine romana e collocabile attorno al III secolo a.C., Basiglio è infatti poco più di un borghetto a sud di Milano non lontano da Rozzano, ed è famoso soprattutto per le sue graziose cascine, come ad esempio Cascina Penati e Cascina Vione, che fino al 1700 era gestita da monaci cistercensi ed era il più importante centro di smistamento di prodotti agricoli da destinare alla città di Milano.

# Pioltello “t’accoltello”

Credits: ilgiorno.it
Pioltello

La cittadina a est di Milano si è progressivamente allontanata dall’antico e becero detto degli anni’80 (Pioltello t’accoltello) e nonostante con tutto il bene non sia famosa per essere il più bel comune della provincia di Milano, vanta con orgoglio alcune particolarità da non trascurare. Infatti il motto con cui attualmente Pioltello si presenta è la Città dei tre parchi. Che per la cronaca sono il Parco delle Cascine (definito con una delibera dalla ex Provincia di Milano PLIS: Parco Locale di Interesse Sovracomunale), il Parco di Trenzanesio (Villa Invernizzi) ed il Bosco della Besozza, quest’ultimo di proprietà comunale e sul quale sta sorgendo una delle foreste urbane finanziate dalla Regione Lombardia.

# Lainate, il paese barocco

Credits: @ComunediLainate
Lainate

Lainate è un comune di venticinquemila abitanti. Sorge tra il Parco delle Groane e l’antico “Bosco dei Guasti” (ormai quasi scomparso). Un tempo il suo territorio era delimitato dai torrenti Lura e Bozzente mentre oggi è attraversata dal Canale Villoresi. Importanti architetture sono la Villa Visconti Borrometo Arese Litta è una villa storica, risalente al XVI secolo, situata nel comune di Lainate, nota in particolar modo per il suo ninfeo. Un posto che nonostante la diffidenza di molti milanesi risulta grazioso e curatissimo, ideale per passeggiate diurne e per amanti dello stile architettonico Barocco.

# Bollate, il paese del carcere

Credits: @ComunediBollate
Bollate

Il documento più antico che cita il moderno toponimo di Bollate, comune a nord-ovest di Milano, è relativo alla donazione di terreno alla Chiesa di San Martino (ancor oggi patrono della città) nel lontano 1039. Nell’XI secolo Milano acquistò una crescente importanza ed indipendenza dal Sacro Romano Impero. Distrutta nell’aprile del 1162 da Federico I Barbarossa rinacque dopo la vittoria della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano. Bollate non è esattamente Long Beach ma il verde che la circonda la rende molto meno sgradevole di ciò che si possa pensare, soprattutto di chi tende ad associarla al carcere.

Infatti è uno degli 11 comuni nell’area del Parco delle Groane, che ospita una ricca flora e fauna, presenta elementi d’interesse geologico e contiene numerosi siti di valore storico-artistico nonché di archeologia industriale.

Continua la lettura con: M2: 7 RECORD CURIOSI che forse non sai della METRO dell’HINTERLAND

CARLO CHIODO

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Il supermercato più amato dai milanesi: il video

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Dopo il video sui migliori mercati rionali di Milano, una domanda è sorta spontanea: quali sono i migliori supermercati della città?

Abbiamo anche chiesto quali sono i motivi che li spingono a scegliere un determinato negozio piuttosto che un altro. Vediamo cosa ci hanno risposto.

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SILVIA AROSIO

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L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

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Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

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Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

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La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

M4 San Babila: MILANO prende il VOLO (foto e video dell’inaugurazione)

VOLANDO sui NAVIGLI di MILANO

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STAZIONE CENTRALE 1995, com’era trent’anni fa

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8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

CHRIS MARTIN (Coldplay) canta OH MIA BELA MADUNINA a San Siro

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

La PAURA fa 90. Una notte sulla “linea più pericolosa” di Milano

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

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“Milano è la metafora dell’amore”

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ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

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Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

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Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Paninari a Milano

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

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Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

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Quanto spendo in una settimana a Milano

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Milano, caldo fuori stagione

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Da Milano a Lecco sulla ciclabile

“RE NUDO”: la WOODSTOCK ITALIANA al PARCO LAMBRO. Dove è successo di tutto

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

Avvisi storici sul tram

Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

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Segreti e curiosità di un tranviere milanese: le risposte alle domande che si fanno i milanesi

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Credits Andrea Cherchi - Tram direzione deposito Baggio

Come è la giornata di un tranviere milanese? Nel gruppo Fb “I tram di Milano” dipendenti attuali e del passato fanno luce sul dietro le quinte della vita lavorativa di un tranviere di Milano. 

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Segreti e curiosità di un tranviere milanese: le risposte alle domande che si fanno i milanesi

# Può guidare tutti i tram o solo alcuni?

Tram Milano Velette FB

Inizialmente l’assegnazione viene fatta per alcune tipologie di tram, generalmente quelli più storici e lenti come il 5, il 19 e il 33. Dopo alcuni anni di esperienza si possono condurre tutti.

Leggi anche: Le città dove i tram corrono senza binari: la soluzione per il trasporto pubblico di Milano?

# Può guidare anche la metro? E i filobus?

Credits @nicolaarmento_ (IG) – Linea M1 Milano

L’autista di tram non passa in automatico a guidare la metropolitana. Per farlo deve sostenere appositi corsi di formazione e abilitazione, dopo almeno cinque anni di esperienza come conducente di mezzi. Lo stesso se deve passare alla guida dei filobus che richiede l’abilitazione Ansfisa. 

# Può passare da un mezzo all’altro?

Credits Andrea Cherchi – Cavi, tram e castello

L’abilitazione riguarda uno specifico mezzo per volta. Un conducente non può essere in servizio un giorno su un mezzo di trasporto e quello successivo su un altro. Riceve l’assegnazione solo per un tipo di mezzo alla volta, rispetto a quanto succede a Bologna o a Torino dove si può avere una patente estensiva per i diversi mezzi: in questo caso per metropolitana, tram, bus, filobus. In caso di patente “elettrica” rilasciata da Ansfisa potrebbe invece ricevere l’assegnazione sia per bus che per filobus.

Leggi anche: L’evoluzione del tram a Milano: dal Gamb de Legn al TramLink

# Come sono organizzati i turni di lavoro?

Franco Twope FB – Esempio di foglio turni

I turni sono organizzati su una rotazione di 17 settimane con 39 ore settimanali e coprono tutto l’orario di servizio con una o due giornate di riposo a retrocedere (giovedì, mercoledì, martedì etc.). Ci sono turni denominati “mattinale, pomeridiano, serale, ridotta, notturna o notte, surrogante, primo e primo, primo e seconda.”

# Qual è la durata massima di un turno giornaliero?  

Credits ufficio stampa Atm – tram Milano1928 o Carrelli

Il nastro orario giornaliero di ATM è di 14 ore, inteso come tempo massimo che l’azienda può tenere impegnato il conducente dall’inizio del turno alla fine. Il turno di lavoro stabilito dal CCNL è di 6.30, in ATM va da un minimo di 6.40 ore a 7.20 con 20 minuti di pausa. 

Leggi anche: Tram 1, la storica “Carrelli” che attraversa il cuore di Milano

# Come si svolge il cambio di un autista?

Credits Andrea Cherchi – Casottino ATM via Dante

Un tempo il cambio tra gli autisti veniva effettuato nei chioschi/casottini di attesa, ancora presenti in città, come quelli di piazza Firenze, Lotto, Cordusio, Centrale, ma poco utilizzati per via della riduzione del numero di conducenti. In passato venivano anche utilizzati per verificare le regolari partenze e in particolare chi giungeva troppo in anticipo al capolinea, rispetto alla tabella di marcia.

Nei fogli turni nei depositi è inserito anche il turno di scorta, nel quale il conducente rimane a disposizione per coprire mancati cambi, spesso effettuato in deposito.  

Leggi anche: Addio alla storica sabbiera di Milano

# Il deposito di consegna cambia per un singolo autista o è sempre lo stesso?

Il nuovo tram Atm Tramlink in deposito Precotto

E’ un po’ come la residenza di un tranviere. Ogni conducente è assegnato ad un deposito a vita e nei suo turni sono assegnate le linee di quel deposito con una linea principale. Può essere fatta richiesta di trasferimento ad altro deposito per motivi vari come nuova abitazione, problemi famigliari etc.

# Come inizia il suo turno?

Credits Andrea Cherchi – Tram direzione deposito Baggio

Il conducente “ritira” la vettura in deposito, se inizia quella “tabella di marcia”, o in alternativa la rileva in linea in determinate località denominate “località di cambio”. Sul proprio turno è indicato se la tabella proviene dalla direzione centro o periferia, mentre una volta la distinzione era tra città e campagna. Ogni sera tutte le vetture ritornano nei depositi.

# Perché le vetture in deposito vengono divise tra rosse e nere?

credits: atm_milano IG

Giunte al deposito, le vetture vengono preparate dai movimentisti interni per le uscite del giorno dopo. Vengono divise in rosse e nere per fare in modo che tutte le vetture percorrano gli stessi km. Si tratta solo di vetture che escono per rinforzi o vetture che effettuato tutta la giornata.

Continua la lettura con: Lo «SkyWay», il tram-treno per andare a sciare sul Monte Bianco: il progetto

FABIO MARCOMIN

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Si andrà ad abitare nei centri commerciali in crisi?

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Cnbc YT - Appartamenti nei centri commerciali

Fatica ad ingranare l’ultimo mall di Milano o, come vengono chiamati oggi, lifestyle center. Tra le possibili cause c’è la sovrabbondanza di offerta di centri commerciali in un periodo storico dove si assiste al ritorno ai negozi di prossimità. La pandemia ha certamente influito: sono fermi da allora i progetti del Westfield a Segrate e del maxi Auchan a Cinisello, ma il fenomeno era in atto già da tempo. Dagli USA arriva una soluzione per riempire gli spazi e dare una nuova vita a centri commerciali in crisi o falliti.

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Si andrà ad abitare nei centri commerciali in crisi?

# La crisi dei centri commerciali

Progetto in standby del Westfield Segrate

Se a Milano alcuni negozi e ristoranti che hanno cessato l’attività a piano strada nelle vie cittadine sono stati riconvertiti in appartamenti messi in affitto, classico o breve, gli spazi vuoti dei centri commerciali rimangono tali. Fatica anche l’ultimo nato a Milano, il lifestyle center Merlata Bloom che, nonostante l’inizio promettente, sta già registrando un turnover di attività, con diversi punti vendita che hanno interrotto anzitempo il contratto d’affitto, preferendo pagare la penale lasciando le vetrine deserte. La crisi di questi colossi dello shopping non è certo una cosa recente: la pandemia ha di certo influito portando ad esempio allo stop dei progetti del Westfield a Segrate e del maxi Auchan a Cinisello. E non si tratta di un fenomeno locale: la crisi dei centri commerciali ha investito prima di tutti gli Stati Uniti d’America. 

# La soluzione dagli USA: trasformare i negozi in appartamenti

 

C’è chi però sta trovando una soluzione al problema. Gli sviluppatori immobiliari americani, come riportato in questo servizio della CNBC, stanno costruendo alloggi all’interno o accanto ai centri commerciali delle insegne Macy’s, JCPenney e Sears che stanno riducendo gli spazi dedicati alla vendita o chiudono del tutto.

Cnbc YT – Westminster Arcade di Providence a Rhode Island, costruito nel 1828 è il più vecchio centro commerciale degli Stati Uniti d’America

Sono almeno 192 i mall che hanno pianificato questa trasformazione dal gennaio 2022, con decine di progetti in corso in California, Colorado, Florida, Arizona e Texas.

Cnbc YT – Interno appartamenti nei centri commerciali

Nel video viene illustrato il cambiamento nell’Arcade Mall a Providence a Rhode Island, il più vecchio centro commerciale al coperto degli Stati Uniti: la sua costruzione risale al 1882. In questo caso sono stati ricavati dei mini loft al secondo e al terzo piano del complesso, al piano terra sono rimaste le attività. Questa soluzione consente da un lato di ridurre la scarsa disponibilità di alloggi negli USA e dall’altro di aumentare la frequentazione di negozi e ristoranti che altrimenti vedrebbero pochi clienti, creando al contempo uno spirito di comunità tra chi abita e chi lavora all’interno dell’edificio.

Leggi anche: La desertificazione commerciale di Milano: al posto dei negozi case per affitti brevi

# Il Vulcano di Sesto San Giovanni un possibile indiziato?

mark-up.it – Centro commerciale Vulcano

In Italia non mancano casi di centri commerciali in declino o in difficoltà, o peggio ancora che hanno chiuso i battenti. Tra i primi possiamo annoverare il Vulcano di Sesto San Giovanni, tra i più innovativi dell’hinterland quando è stato costruito nel 2006. Si sviluppa su 4 piani con una grande piazza centrale interna, che culmina con una cupola di cristallo e metallo, e sulla piazza esterna a copertura sono stati realizzati edifici direzionali e strutture alberghiere con sale congressi.

Simone C Google – Vulcano

Oggi però molti negozi sono vuoti, l’affluenza dei clienti è scarsa anche nei weekend e camminando tra i corridoi del complesso si avverte lo spirito dimesso del luogo. I parcheggi non sono in buono stato, nemmeno i bagni, e in generale non si respira una bella d’aria. Adottando la strategia americana si potrebbero trasformare i locali inutilizzati in abitazioni a basso costo e sfruttare i 4.000 posti auto per sopperire alla mancanza di parcheggi. 

Continua la lettura con: Merlata Bloom: il centro commerciale da record stenta a decollare

FABIO MARCOMIN

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Se sei di Milano lo si vede soprattutto quando scivoli

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Style is life.

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Continua con: La nevicata dell’85 come te la raccontano i milanesi che l’hanno vissuta

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Ponte Lambro: il quartiere oltre la tangenziale

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Credits Urbanfile - Ponte Lambro

Un quartiere dal passato agricolo, isolato dal resto della città a causa della tangenziale, conserva ancora tratti della sua storia e ospita una delle eccellenze ospedaliere riconosciute a livello europeo. Scopriamo questo borgo ricco di fascino e contraddizioni.

Spunto e foto copertina: Urbanfile

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Ponte Lambro: il quartiere oltre la tangenziale

# Fino agli inizi del ‘900 il territorio di Ponte Lambro era utilizzato per l’agricoltura ed era parte del Comune di Morsenchio 

Credits Urbanfile – Ponte Lambro anni ’20

Il territorio occupato oggi dal quartiere di Ponte Lambro era un tempo utilizzato per l’agricoltura grazie alla ricchezza di acqua della zona, con i monaci dell’ordine degli Umiliati insediati nella vicina abbazia di Monluè che si occupavano di gestirne l’irrigazione con i canali presenti. Alla fine dell’Ottocento c’erano alcune cascine e mulini come la “Cascina Zerbone”, il “Mulino della Spazzola” situato sulla roggia omonima, e la “Cascina Canova, o Casanova”. Prima di essere annesso durante il Risorgimento al comune di Mezzate faceva parte del comune di Morsenchio.

Nel 1916 l’area prese il nome di Linate al Lambro mentre nel 1922 le frazioni di Ponte Lambro e Morsenchio furono aggregate provvisoriamente al comune di Milano, in conseguenza agli espropri per la realizzazione del Porto di Mare e del canale Milano-Cremona-Po, e in via definitiva nel 1925, dopo lo stop al progetto del canale. In quella circostanza a Ponte Lambro furono sottratti gran parte dei suoi territori e la metà dei suoi residenti.

# Alle vicissitudini del quartiere è resistito il Bagutto, il più antico ristorante italiano e il secondo in Europa

Instagram: milano_scomparsa_o_quasi

Tra i luoghi storici rimasti a Ponte Lambro c’è “Il Bagutto“, il ristorante-trattoria più antico d’Italia. Conosciuto con il nome di Berlochium, termine longobardo che significava “posto in cui si mangia”, compare in un documento di scambio di beni immobili datato al 1284. In Europa solo il Stiftskeller St. Peter di Salisburgo è nato prima. 

Leggi anche: Uno dei due RISTORANTI più ANTICHI d’EUROPA è a Milano!

# L’isolamento di Ponte Lambro dagli anni ’60 in poi per colpa di Linate e della tangenziale est e i tentativi di rinascita degli anni duemila

Dagli anni ’60 in poi il quartiere di Ponte Lambro si è sempre più isolato dalla città, prima a causa dell’ampliamento dell’aeroporto di Linate che ha tagliato la Paullese, poi la realizzazione di Tangenziale Est nel decennio successivo che lo ha separato in maniera definitiva. Queste opere hanno aumentato la percezione di isolamento contribuendo al fenomeno del degrado urbano del quartiere, carente di servizi sociali e con molte case fatiscenti ancora prive dei servizi elementari. Dopo il completamento delle case popolari dello IACP, nel 1975, la piaga delle occupazioni abusive ha peggiorato la situazione del quartiere, rendendolo sempre più un luogo da cui stare alla larga.

Ponte Lambro

Negli ultimi decenni è stato avviato però un percorso di riqualificazione che ha migliorato la vivibilità e la sicurezza, anche se deve ancora concludersi uno dei progetti più grandi: il “Laboratorio di Quartiere” a firma Renzo Piano. Nell’intervento è previsto: una residenza per studenti al servizio delle università milanesi, laboratori per attività destinate al mondo dell’impresa, delle start-up e dell’inserimento lavorativo, oltre ad attività per gli ospiti e per tutto il quartiere di carattere culturale, sociale e sportivo.

Leggi anche: 7 cose che forse non sapevi delle TANGENZIALI di Milano

# L’Ospedale Monzino, il primo ospedale in Europa a esclusiva vocazione cardiovascolare

Credits aalbertodenucci IG – Cardiologico Monzino

Non mancano le eccellenze nel quartiere di Ponte Lambro. All’interno del suo perimetro ha sede il Centro cardiologico Monzinoil primo ospedale in Europa a esclusiva vocazione cardiovascolare. Nato al posto della Casa di Cura le “Quattro Marie”, dal 1981 è il punto di riferimento in Italia per la cura e le operazioni riguardanti le patologie del cuore e dell’apparato circolatorio. Al suo interno ospita anche una sede della facoltà di medicina dell’Università degli Studi di Milano.

 

Continua la lettura con: I BORGHI più BELLI che si trovano dentro a Milano

FABIO MARCOMIN

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Il «lungomare dei lampioni»: il più lungo d’Europa è in Italia

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Credits: @tizianasaracino Lungomare di Bari

Arrivato il freddo, ci viene spontaneo immaginarci percorrere un lungomare in una fresca sera estiva in vacanza, magari mangiando un buon gelato. E in Italia c’è un lungomare che se lo si percorre tutto si rischia di tornare a casa a notte inoltrata, sì perché è il più lungo d’Europa. Ecco dov’è.

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Il «lungomare dei lampioni»: il più lungo d’Europa è in Italia

# Il lungomare di Bari e i suoi lampioni

Credits: @r_zilly
Lungomare di Bari

Con i suoi 15km di lunghezza, il lungomare di Bari è il più lungo del BelPaese, ma anche dell’intero continente. Detto anche Murat, perché attraversa l’omonimo quartiere, il simbolo della lunga camminata che si affaccia sulle acque cristalline del Mar Adriatico sono sicuramente i suoi lampioni in ghisa, 197 per l’esattezza.

Il lungomare barese ha ormai circa cent’anni, è stato infatti progettato agli inizi del ‘900, e parte dal muro di cinta del porto di Bari fino ad arrivare alla famosa spiaggia cittadina Pane e Pomodoro. Un nome davvero insolito per la spiaggia in centro città, ma si chiama così proprio per ricordare le tradizioni di molti baresi che frequentavano questa zona quando non era ancora così attrezzata. I cittadini erano infatti soliti andare a farsi un bagno in spiaggia e farsi uno spuntino a base di pane e pomodoro. Ma dal porto alla spiaggia il lungomare percorre solo 3 km, dove sono gli altri?

# Un lungomare tanti scorci spettacolari

Credits: @marcello_petrosillo31
Faro di San Cataldo

Il lungomare di Bari prosegue infatti da un’altra parte. Partendo dalla zona della Fiera del Levante arriva fino al quartiere popolare di Bari, Murat appunto, un po’ più a nord della città. Il lungomare più lungo d’Europa unisce quindi i lati est e ovest del capoluogo pugliese, passando anche tra le vie più importanti della città, via Imperatore Augusto, Araldo di Crollalanza e Nazario Sauro. Tra una serie di palazzi in stile tardo Liberty, vedute sulla Bari vecchia e sulla città nuova, il lungomare offre scorci davvero particolari. Passa infatti per lo storico faro della città, il faro di San Cataldo costruito nel 1869, e anche dalla chiesa di San Nicola, la Basilica che custodisce le reliquie del santo. E sempre affacciato al mare pugliese c’è il Castello Svevo-Normanno, l’imponente fortezza risalente al XII secolo, oggi museo.

E la sera si popola della movida barese. Insomma un luogo suggestivo e che riassume tutto quello che la città ha da offrire: storia, cultura, natura, divertimento, cibo e sapori.

Continua la lettura con: La SPIAGGIA più PICCOLA del MONDO è a 3 ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Gli UFO a Milano: negli ultimi 10 anni ci sono stati almeno 7 avvistamenti (Articoli e video)

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“Il disco, di forma piuttosto allungata, luminosissimo, è sbucato all’improvviso da dietro una nuvola, s’è stagliato nettissimo, s’è allontanato a velocità vertiginosa, incalcolabile, in direzione nord-est” (Corriere della Sera, 17 maggio 1952)

Gli UFO a Milano: negli ultimi 10 anni ci sono stati almeno 7 avvistamenti (Articoli e video)

Sembra che gli alieni siano abbastanza di casa a Milano. Ecco un riassunto di avvistamenti recenti di oggetti poco identificati:

29 dicembre 2012/3 gennaio 2013: serie di avvistamenti nella zona Ovest (luci color giallo, rosso e blu a Canegrate, e un oggetto non identificato nei cieli di Castano Primo)

24 novembre 2013: avvistamento Ufo zona San Siro. Video: Avvistamento Ufo San Siro

29 aprile 2014: avvistato in cielo, zona Parco Nord,  un oggetto color grigio metallico, che sembrava privo di movimento.

6 luglio 2014: grosso Ufo avvistato sopra Cinisello Balsamo: Ufo a Cinisello.

6 marzo 2015: diverse persone hanno visto comparire nel pomeriggio delle sfere bianche luminose.

19 giugno 2015: avvistamento ufo alle 19.50. Foto su: http://www.misteroufo.it

18 febbraio 2016: una palla infuocata è stata vista passare dai cieli di Lodi in direzione Milano: avvistamento nel lodigiano.

Continua la lettura con: Carla Fracci, la leonessa della danza classica: le foto e i ricordi di uno storico incontro

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Chiara Maffei e il salotto più rivoluzionario di Milano

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Il principale punto di ritrovo di patrioti, mazziniani e cospiratori independentisti dell’ottocento fu il “salon” della contessa Chiara Maffei in via monte di pietà 1, poi trasferito in via Bigli 21.

Chiara Maffei e il salotto più rivoluzionario di Milano

Nel 1859 la sua casa divenne il quartier generale della guerra d’indipendenza. Non si poteva scegliere di meglio: la contessa era nota per la sua grande indipendenza nelle scelte di vita.

Così scrisse infatti: “Io volli almeno acquistare la completa indipendenza delle mie azioni e del mio vivere e potermi dire ‘Io appartengo a me medesima, e solo io voglio essere giudice del mio operare’. E vinsi, almeno, la schiavitù delle cose convenzionali. E’ a duro prezzo ch’io acquistai tale libertà; pure è qualche cosa anch’essa quando non si vuole usarla che per bene”.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

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10 emozioni forti da provare a Milano

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ph. Andrea Urbano (c)

A volte Milano sa essere più eccitante delle strade di Los Cabos.

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10 emozioni forti da provare a Milano

#1 Viaggiare di notte sulla 90/91

L’unica che va tutta la notte, 365 giorni all’anno, si ritrovano persone di tutte le nazionalità del mondo, se si è fortunati si incontrano anche gli assiro babilonesi.

#2 Perdere il biglietto della metro prima dell’uscita

Il tuo destino è nella mani dell’omino nel gabbiotto.

#3 Prendere l’onda verde nel traffico

In senso orario sulla circonvallazione interna, lungo corso Sempione o Buenos Aires, sentirsi in volo sulle strade di Milano. 

#4 Passeggiare in una via affollata con portafoglio in evidenza

O con borsetta. In alternativa in strade deserte, in periferia.

#5 Tuffarsi nel Naviglio

Credits: milano.repubblica.it

A gennaio con il Cimento. L’unico bagno in acque pubbliche che richiede il certificato medico.

#6 La Vertical Run

Vertigini d’altezza su vertigini da fatica.

#7 L’ultimo chilometro della Maratona di Milano

La prima volta arrivare al traguardo fa venire le lacrime agli occhi.

#8 Un Derby importante

Milan e Inter in notturna, in una sfida che vale uno scudetto o una finale di Champions. Che ricordi.

#9 La Milano del Fuorisalone

Fuorisalone 2019. Credits: @licialupelli (INSTG)

La vedi piena di energia come non mai.

#10 Una raccomandata nella cassetta postale

Terrore puro. 

Continua la lettura con: E se l’M6 fosse… circolare? Queste le fermate da Linate a Linate

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Carla Fracci, la leonessa della danza classica: le foto e i ricordi di uno storico incontro

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Carla Fracci fotografata da Augusto de Luca

Rimane la personificazione della danza, con quel suo repertorio coreutico che è sempre cresciuto, in qualità e in sfumature artistiche, che per sempre rappresenteranno l’antologia della danza. Questo il ricordo con l’utilizzo di foto inedite di un incontro speciale con il fotografo Augusto De Luca. 

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Carla Fracci, la leonessa della danza classica: le foto e i ricordi di uno storico incontro

# Una delle più grandi ballerine degli ultimi cento anni

Carla Fracci e il fotografo Augusto De Luca

E’ universalmente considerata una delle più grandi ballerine degli ultimi cento anni. Nata a Milano, nel 1936, abitò da quando era ancora bambina fino ai ventitré anni a Calvairate, in via Ugo Tommei n. 2.

Carla Fracci, a circa tre anni e mezzo dalla scomparsa, rimane la personificazione della danza, con quel suo repertorio coreutico che non solo non ha conosciuto flessioni, ma che è sempre cresciuto, in qualità e in sfumature artistiche, che per sempre rappresenteranno l’antologia della danza.

Nel 1991 avvenne l’incontro tra la Fracci e il fotografo performer partenopeo Augusto De Luca, allora trentaseienne, con alle spalle una robusta esperienza nel ritrarre personalità celebri, arricchendo sempre più il proprio bagaglio professionale, sia nell’ambito della fotografia tradizionale che nella sperimentazione.

«Sono passati diversi anni, ma ricordo quell’incontro -ci confida De Luca, che ci ha donato la possibilità di divulgare quelle sue opere che ritraggono la grande ballerina milanese- era il 1991 e da poco era uscito il libro “Napoli Donna” con i miei ritratti di trentasette importanti donne napoletane».

Quella pubblicazione ebbe un grande riscontro e, con l’autrice Giuliana Gargiulo, Augusto De Luca pensa ad un libro sulle figure femminili più iconiche di Milano.

# «Leggendo la sua biografia capii dalla data di nascita che era del segno zodiacale del Leone»

Augusto De Luca fotografa Carla Fracci

La scrittrice-giornalista e il fotografo mettono giù un elenco e la prima della lista è Carla Fracci: «il caso volle che, dopo neanche un mese, la ballerina, insieme al marito Beppe Menegatti, venisse a Napoli, ospitata proprio dalla Gargiulo».

Augusto De Luca conobbe di persona Carla, a cena a casa della scrittrice, proponendole il progetto fotografico che l’artista meneghina accolse con entusiasmo. Il performer si mise subito all’opera, cercando la location giusta e le modalità tecniche opportune per fotografare la Fracci.

Carla Fracci fotografata da Augusto de Luca

«Cominciai a documentarmi e a cercare….leggendo la sua biografia capii dalla data di nascita che era del segno zodiacale del Leone», un segno che calza a pennello con la figura della ballerina, molto forte e guerriera, caratterialmente e professionalmente.

Così De Luca ha un’illuminazione: «mi ricordai che a casa della mia amica Valeria Carità, in un palazzo antico a Monte di Dio, avevo visto un grande leone di pietra».

La Fracci a Napoli poteva stare pochi giorni, così il fotografo organizzò il contesto in poche ore, recandosi poi con la ballerina in quella lussuosa casa. «Lei era bellissima -è il ricordo del professionista napoletano- delicata ed eterea, come una porcellana cinese e indossò lo stupendo vestito merlettato che si vede nella fotografia».

Dopo qualche prova e pochi scatti, ecco che si era già capito quale fosse la foto giusta. «Finalmente potevo rilassarmi, passammo un po’ di tempo a chiacchierare poi la riaccompagnai».

# L’incontro a Milano qualche tempo dopo

Carla Fracci fotografata da Augusto de Luca

Il libro sulle donne milanesi, per vari motivi, non venne pubblicato, ma gli scatti di De Luca a Carla Fracci rimangono eterni, nella storia della danza e in quella della fotografia.

I due artisti si incontrarono qualche tempo dopo: «la rividi a Milano perchè venne ad una mia mostra fotografica, al Diaframma, in via Brera -ricorda Augusto-  le diedi il suo ritratto e lei subito disse: bella…e poi il Leone è il mio segno zodiacale».

Era facile capire che con quella foto si erano toccate le corde giuste del carattere di Carla Fracci. Ancora adesso quelle immagini, immortalate sul set di Napoli, rimangono il simbolo della bellezza, estetica e artistica, della leonessa della danza. 

FABIO BUFFA 

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E se l’M6 fosse… circolare? Queste le fermate da Linate a Linate

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La Circle Line di Milano: il progetto che prevede la riqualificazione della cintura ferroviaria per creare un servizio con frequenza metropolitana. Lo stato attuale del progetto, i buchi e le proposte di intervento per renderlo più funzionale alle esigenze della Grande Milano.

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E se l’M6 fosse… circolare? Queste le fermate da Linate a Linate

Il tracciato in viola, rappresenta la linea semicircolare formata da M1, M2 e M5
La linea nera è il percorso della linea 90 e 91
La linea bordeaux è il progetto attuale della circle line
La linea verde è il tracciato delle tangenziali

# Il progetto attuale 

Il progetto attuale punta a creare una linea con frequenza di un treno ogni 5 minuti, in modo da creare un servizio simile a quello del passante ferroviario, che colleghi la stazione di Rho a nord e quella di San Cristoforo a sud. 

Da San Cristoforo a Lambrate il percorso sarà identico a quello che fa oggi il suburbano S9: la circle line una volta arrivata nei pressi della stazione centrale devierà verso Rho Fiera per poi ricongiungersi con il percorso effettuato dalle linee S5, S6 e S11 nei pressi della stazione di Certosa.  In questo tratto verranno costruite due nuove stazioni, Istria M5 e Dergano M3, mentre nel tratto tra Certosa e Rho Fiera verrà costruita la fermata Stephenson. Ma qual è il punto debole del progetto attuale?

# Un progetto “bucato”

Il problema del progetto attuale è quello purtroppo atavico nella progettazione dei trasporti milanesi: è troppo centrato sui bisogni di chi vive in città, ma poco su chi arriva da fuori. Non sono previsti dei veri e propri interscambi per i pendolari così che la linea risulta utilizzabile solo per gli spostamenti all’interno della città. 

In questo senso la prima grande assenza è un interscambio con i treni suburbani, ossia quelli più utilizzati dai pendolari: anche a causa dell’assenza di una stazione in comune con il passante ferroviario, è possibile cambiare solamente con le linee S5 e S6 ed alcuni S11, mentre le altre linee vivono in un mondo a parte, rendendo pressoché inutile questa linea per i pendolari, soprattutto quelli provenienti da nord. 

Inoltre, la linea manca di un collegamento agli aeroporti: è possibile cambiare a Forlanini per raggiungere Linate, ma risulta impossibile prendere il Malpensa Express e i treni che si dirigeranno a Bergamo Orio al Serio. 

Infine la cosa più evidente: la circle line è buca a ovest, tra San Cristoforo e Rho non esiste alcuna infrastruttura, ma andrebbe pensata. 

# La prima soluzione: estendere il progetto

I tratti arancioni rappresentano i tratti già costruiti del progetto rivisto della circle line, mentre quelli rossi sarebbero quelli da costruire

La prima soluzione sarebbe quella di estendere il progetto.

Ampliando il progetto si potrebbe pensare di costruire due segmenti in galleria, dove circolino i treni della linea. 

Il primo tratto collegherebbe le stazioni di Rho Fiera e di San Cristoforo, con fermate a Bisceglie M1, Quinto Romano, dove potrebbero arrivare M5, Pero M1 per arrivare a Rho Fiera. 

Il secondo tratto sarebbe quello tra Certosa e Lambrate: in questo tratto si potrebbero inserire fermate a Bovisa con interscambio con le linee S1, S2, S3, S4, S13 e MPX, Dergano M3, Ca’Granda M5, Grepo pirelli con interscambio con le linee S7, S8, S11 e Milano – Bergamo, Gorla M1 e giungere infine a Lambrate. 

Al progetto andrebbero poi aggiunte alcune stazioni come Mind Merlata, tra Rho Fiera e Stephenson e una a Zama che possa consentire l’interscambio con il passante. 

# E se la M6 fosse circolare? Il possibile tracciato

Il tracciato rosa rappresenta il possibile tracciato di M6

Un’alternativa potrebbe essere quella di creare una metropolitana apposita che permetterebbe di distaccarsi maggiormente dalla linea 90-91 rispetto a quanto accade con la cintura ferroviaria, seguendo questo tracciato:

Linate Aeroporto M4
Redecesio
Milano Due
Cascina Gobba M2, Mela, Tangeziale Est
Adriano
Precotto M1
Greco Pirelli S7, S8, S9, S11 Milano-Bergamo Orio al Serio
Bicocca M5
Ospedale Niguarda
Dergano M3
Bovisa S1, S2, S3, S4, S12, S13. MPX
Villapizzone S5, S6, S11
Centro medico ambrosiano
Lampugnano M1
San Siro Stadio M5
Barona/Ospedale San Carlo
Valsesia M1
Corsico S9
Buccinasco
Assago Ovest
Assago Forum M2
Gratosoglio
Vigentino
Rogoredo M3, S1, S2, S12, S13, hub AV
Ponte Lambro
Linate Aeroporto M4

Questa idea risolverebbe diversi problemi della circle line perché:

  • crea una metropolitana circolare
  • interseca tutti i passanti ferroviari 
  • permette di raggiungere facilmente tutti e tre gli aeroporti 
  • migliora il servizio del trasporto pubblico per il Forum di Assago e lo stadio di San Siro, sempre che rimanga lì
  • permette l’interscambio con le tangenziali a Cascina Gobba 
  • permette di raggiungere diversi poli ospedalieri sprovvisti di metropolitana 
  • permette di raggiungere l’hub AV di Rogoredo e quello di Segrate, sempre che venga estesa M4
  • è indipendente dal traffico ferroviario 

Insomma i vantaggi ci sono tutti, bisogna però venire a patti con la costruzione di una linea metropolitana automatica lunga 40km e con 25 fermate, che con un costo di circa 70 milioni di euro al km fanno fanno oltre 2,8 miliardi di euro. 

Continua la lettura con: La Big Circle Line, il più grande anello metro del mondo

SAMUELE GALBIATI

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