È ufficiale, sta per essere realizzata una nuova ferrovia che collega la città all’aeroporto di Milano Malpensa. Il cantiere inizierà ad ottobre ma intanto si stanno facendo tutte le verifiche del caso per poter partire con i lavori. Ecco di cosa si tratta.
La NUOVA FERROVIA MILANO-MALPENSA: collegherà meglio la città all’aeroporto?
# Nuovo collegamento tra Malpensa e Gallarate
Malpensa-Gallarate
L’obiettivo è concludere la nuova linea ferroviaria che collega Milano-Malpensa entro la fine del 2024. Il tracciato dovrebbe collegare il Terminal 2 dell’aeroporto a Gallarate, progetto che già nel 2015 aveva ottenuto finanziamenti dall’Unione Europea. Per realizzare il nuovo tracciato si vuole comportare il minor impatto ambientale possibile: con un totale di 211 milioni di euro di investimenti, suddivisi tra Regione, UE e privati, si realizzerà, come riporta milanotoday.it, “un tracciato ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto e la linea Rfi del Sempione, per una lunghezza di circa 4,6 km di nuovo tracciato verso Gallarate più 1,1 km di raccordo verso Casorate Sempione”.
# Si vogliono potenziare gli itinerari da Malpensa a Milano
Credits: @volamalpensa Malpensa
Ma Milano-Malpensa non sono già collegati? Con il Malpensa Express, che va da Milano Centrale a Milano Malpensa, il collegamento tra la città e l’aeroporto poteva già definirsi efficace. Con il nuovo tracciato tra il Terminal 2 dell’aeroporto e Gallarate però gli itinerari verso l’area di Milano saranno potenziati e l’aeroporto potrà diventare un nodo di interscambio molto più importante. Da Malpensa partiranno infatti servizi ferroviari di breve e medio raggio, ad alta velocità e transfrontalieri.
I cantieri della nuova ferrovia inizieranno ad ottobre. Fino ad ora le imprese che hanno vinto l’appalto stanno bonificando l’area, tagliando piante e facendo le verifiche archeologiche. Pronte poi per partire dopo l’estate con la realizzazione effettiva.
Per certi aspetti potrebbe essere considerato il porto dimenticato di Milano. Con l’entrata in vigore dell’orario estivo prenderanno servizio i nuovi treni Caravaggio per collegare Milano a una piccola località che si affaccia sul lago di Lugano. Per decenni una delle mete più ricercate dai milanesi per una gita fuori porta, anche se negli ultimi anni è finita nel dimenticatoio. Vediamo tutte le corse previste e cosa c’è da vedere in questa “perla” sul lago.
Con 28 corse al giorno ci pensa il TRENO CARAVAGGIO a fare riscoprire ai milanesi il PORTO DIMENTICATO
# I nuovi treni Caravaggio per collegare Milano al Lago di Lugano
Credits: ilcittadinomb.it – Caravaggio
Con l’entrata in vigore dell’orario estivo da domenica 12 giugno, sulla linea Milano-Varese-Porto Ceresio entreranno in servizio i nuovi treni Caravaggio a cinque carrozze che mettono a disposizione dei passeggeri 611 posti a sedere. In totale saranno 28 le corse giornaliere, pari al 75% dell’offerta, mentre sulle restanti rimarranno in circolazione quelli a quattro carrozze. Verrà attivata anche una nuova corsa nei giorni feriali tra Varese e Milano Porta Garibaldi con partenza alle ore 19.06 e arrivo alle ore 19.58.
Una grande occasione per riportare più vicina a Milano una delle località sull’acqua più frequentate in passato dai milanesi.
# Porto Ceresio, il porto “dimenticato” dai milanesi
Credits angela_dm74 IG – Lungolago Porto Ceresio
In provincia di Varese, affacciato sul lago di Lugano, c’è una delle perle lacustri più vicine ma più snobbate dai milanesi: Porto Ceresio. Separato dalla Svizzera dal Monte San Giorgio, che si innalza in mezzo ai due rami del Lago, la località è raggiungibile dal capoluogo lombardo in cinquanta minuti di auto oppure in treno partendo dalla stazione di Porta Garibaldi. Proprio di fronte a Porto Ceresio si trova Morcote, nominato “il villaggio più bello della Svizzera”. Eppure la controparte italiana non gode di un simile fascino. E dire che avrebbe molti motivi di attrazioni. Vediamone alcuni.
Anticamente borgo di pescatori, oggi Patrimonio Unesco grazie alla straordinaria biodiversità naturale e ricchezza di fossili sul territorio dominato dal Monte San Giorgio, Porto Ceresio è stato per lungo tempo accomunato al capoluogo lombardo, come porto del Ducato di Milano.
Non solo. Fino alla metà del secolo scorso è stata una delle spiagge più ricercate dai milanesi per una gita fuori porta. Non è però questa l’unica attrazione di Porto Ceresio. Nel centro si può passeggiare tra le antiche case, oppure si può salire sul Monte Grumello per ammirare dall’alto un’incantevole panorama sul lago di Lugano, o ancora visitare la frazione Cà de Monte ai piedi del Monte San Giorgio, una borgata dall’antico fascino rimasto intatto dove fermarsi per degustare i piatti tipici tipici della cucina di una volta.
Porto Ceresio rappresenta poi uno straordinario punto di partenza per visitare il territorio attorno al lago di Lugano. Raggiungibili in battello ci sono Morcote, il “villaggio più bello della Svizzera”, e la stessa Lugano. Il Comune ha anche un profilo internazionale: fa parte della comunità di lavoro Regio Insubrica, ente di cooperazione transfrontaliera che federa alcune province di Lombardia, Piemonte e Canton Ticino.
Caravaggio riuscirà a far vivere ai milanesi un’esperienza alternativa alle escursioni in Liguria?
L’appuntamento con la fermata del giorno è nel cuore di Milano. Chi non è mai sceso a Cordusio? Queste le 10 cose più interessanti che si trovano nei dintorni.
FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno a CORDUSIO
# The Gallery Cafè Meravigli – Dove il gusto incontra l’arte
https://milanobeatradio.it
Costruita tra il 1928 e il 1930, questa galleria commerciale in stile liberty, dominata dal tetto in vetro e ferro e dal pavimento cosparso di mosaici originali, ospita un cafè e cocktail bar in cui poter godere di colazioni, pranzi e aperitivi. Si trova tra Via Gaetano Negri e Via Meravigli.
# Il monumento: il Dito
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
Questo monumento, conosciuto come “Il Dito”, in realtà è stato intitolato dall’artista artefice – Maurizio Cattelan – “L.O.V.E.”, acronimo di Libertà, Odio, Vendetta, Eternità.
Posta di fronte il Palazzo della Mezzanotte, il palazzo della Borsa milanese in Piazza Affari, è una dellesculture più curiose e irriverenti di sempre, soprattutto perché il significato che si può dedurre risulta in netto contrasto con lo stile classico e monumentale dell’opera, con i suoi 11 metri complessivi di marmo di carrara.
In Via Clerici 5 si trova questo bellissimo antico edificio realizzato in uno stile barocco italiano, risalente al ‘600. Sale da ballo, scalinate monumentali, soffitti affrescati e le gallerie di quadri e arazzi: visitare Casa Clerici è una delle più belle esperienze che la zona intorno a Cordusio offre.
# Le rovine storiche: il Museo Sensibile del teatro romano
https://www.in-lombardia.it/
Una volta, in quella che è oggi Via S. Vittore Al Teatro, sorgeva un teatro romano. Ciò che ne è rimasto, dopo 2000 anni di storia, è conservato nella sede della Camera di Commercio, nel Palazzo Turati. Visitarlo è una vera e propria esperienza che coinvolge tutti i sensi: come sostiene la Camera di Commercio sul proprio sito, l’obiettivo è quello di “coinvolgere i visitatori in modo profondo, attraverso odori, suoni evocativi e le parole della Casina di Plauto, recitate da Giorgio Albertazzi”.
# Palazzo Francesco Turati
https://www.meetingecongressi.com/
Già che ci troviamo qui, perché non soffermarci ad ammirare lo stesso Palazzo Turati? Questo stupendo palazzo storico è stato costruito nell’Ottocento in stile neorinascimentale (riconoscibile soprattutto per la facciata “a diamante”). Oltre ad ospitare le rovine del Teatro Romano è appunto anche la sede della Camera di Commercio. Caratterizzato da magnifiche sale e un bellissimo giardino interno decorato da colonne in granito, il palazzo ha anche all’ultimo piano una terrazza panoramica. Il palazzo è disponibili per eventi privati.
# Starbucks Reserve Roastery nel vecchio palazzo delle poste
Starbucks Milano
Nonostante il boom iniziale, Starbucks non è riuscito particolarmente a conquistare il cuore dei milanesi e degli italiani. In Piazza Cordusio, però, sorge la bellissima sede di Starbucks Reserve Roastery, nel vecchio palazzo delle Poste. Si tratta di oltre 2300 metri quadri arredati rimanendo aderenti allo stile e ai valori italiani: un pavimento alla palladiana cesellato a mano, soffitto in vetro e molti dettagli in marmo. Al centro della location domina l’ambiente la roastery, la macchina che lavora il caffè sotto gli occhi del cliente.
# La vista panoramica: lo Sky Terrace
https://hotelmilanoscala.it/
Lo Sky Terrace è la terrazza panoramica di Hotel Milano La Scala, in Via dell’Orso 7. La stupenda vista sul Duomo e sullo skyline fa da cornice ad un aperitivo a base di bio finger food e una attenta selezione di cocktail e vini. Inoltre è presente e visitabile l’orto urbano dell’Hotel, all’ottavo piano, dove vengono coltivati gli ingredienti che vengono serviti ai clienti.
# Piazza dei Mercanti, un viaggio nella Milano medievale
https://www.in-lombardia.it/
Centro della vita cittadina in epoca medievale, Piazza dei Mercanti è la piazza circoscritta dal palazzo della Ragione, il Palazzo delle Scuole Palatine, la Casa dei Panigarola e la Loggia degli Osii. Oggi conserva ancora l’aria medievale ed è considerata una delle piazze più belle e colme di Storia di Milano.
# Il locale: Toccarté
IG @toccarte.milano
In via Porrone 4 si trova questo piccolo locale cinese che si propone come ottimo posto dove godersi del cibo cinese, un buon dolce e un bubbletea.
# Il ristorante: OTIVM
Facebook @OTIVM_Milano
Ristorante che prende il nome dal verbo “oziare”, inteso come libertà di “vivere la vita che vogliamo fare, liberi dagli impegni quotidiani e liberi di trascorrere ore magiche in un’atmosfera leggera e rilassante”. La cucina che questo ristorante propone è una cucina italiana raffinata e ricercata, accompagnata spesso da spettacoli ed eventi.
Credits Andrea Urbano - Strisce pedonali cancellate
La manutenzione stradale non sempre programmata e organizzata a dovere causa seri problemi di viabilità e sicurezza. Tra gli esempi più frequenti ci sono le strisce pedonali cancellate dall’usura e non ridipinte.
Milano non fa schifo ma… le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”
# Le strisce pedonali cancellate e non ridipinte sono un pericolo per i pedoni
Credits Andrea Urbano – Strisce pedonali cancellate
La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. Troppo spesso però si perde nella cura dei dettagli, che in alcuni casi possono essere pericolosi per l’incolumità dei propri cittadini.
Tra questi troviamo la ritardata o mancata manutenzione delle strisce pedonali, spesso completamente consumate. Un problema di cui l’amministrazione dovrebbe occuparsi con maggiore impegno, per mettere al sicuro l’attraversamento dei pedoni.
Per quale motivo le strisce restano così per mesi e mesi? Non sarebbe forse opportuno utilizzare vernici più durature oppure soluzioni più innovative, dato che anche il resto della segnaletica orizzontale è ridotta in questo stato e che la problematica è presente in tutta la città?
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Un sogno ormai mondiale: una casa sul lago di Como. Il problema è che ormai costano una fucilata e ben pochi se la possono permettere. Ma basta fare poca strada per ritrovarsi in una valle incantata dove addirittura i laghi diventano due. Un luogo ideale per gli amanti della vita in mezzo alla natura, lontano del frastuono delle città, dove l’aria è pulita e dove si può comprare casa a prezzi ragionevoli. Anche perché dopo il boom di mezzo secolo fa ora viene snobbato dai milanesi. E non solo loro. Ci ha pensato una delle testate più celebri del mondo a riscoprirlo.
Il FINANCIAL TIMES scopre la “VALLE DEI LAGHI”: a un’ora da Milano e a “COSTI UMANI”
# La Valle d’Intelvi: tra le mete low-cost più ambite dagli investitori internazionali
Credits iltommydv IG – Alta Valle d’Intelvi, vista su Porlezza (lago di Lugano)
Meno famosa e più distante delle classiche località del Lago di Como, la Valle Intelvi sta diventando sempre più una meta ambita sia per il turista di giornata che per coloro che vogliono comprare un immobile per le vacanze o per vivere in mezzo alla natura senza spendere cifre esorbitanti. Lo rivela il Financial Times, celebre quotidiano economico-finanziario britannico, in un articolo intitolato “Club Alt-Med: buyers choose lesserknown locations over hotspots” in cui viene mostrata la tendenza in atto in tutto il mondo tra molti compratori di acquistare la propria abitazione, estiva e non solo, in luoghi più isolati e dove i valori immobiliari sono sensibilmente inferiori.
Credits bi.nicoletta IG – Alta Valle d’Intelvi, vista da Lanzo sul lago di Lugano
Tra le testimonianze raccolte per l’Italia c’è quella del Romano Fabio Cenci che ha sempre sognato di trasferirsi sul Lago di Como e che dopo numerose ricerche nelle località più note ha virato sulla Valle d’Intelvi per una questione di prezzi. Se infatti nel comune di Tremezzina un’abitazione al mq è arrivata a costare 3.542 euro, a Lanzo, l’ultimo comune dell’Alta Valle Intelvi prima della frontiera con la Svizzera, dove l’intervistato ha scelto di vivere, le quotazioni si abbassano di oltre tre volte fino a 1.154 euro al mq. “Non mi sarei potuto permettere una casa a Como. Questa invece è quella che ho sempre sognato: collocata in un area boschiva vicino alle montagne, ma comunque vicina alla città e a Lugano”.
Un’ulteriore testimonianza della vantaggiosità dei prezzi di questa zona arriva da Sara Zanotta della Lakeside Real Estate di Menaggio, la quale ha confermato che in altre località del Lago di Como una casa della stessa tipologia, con tre camere da letto, un bel giardino e una vista meravigliosa, sarebbe costata almeno il doppio.
# Bellezze nascoste in una posizione strategica
Monte Sighignola @discovery_valleintelvi IG
La Val d’Intelvi collega il lago di Como con quello di Lugano. In pochi chilometri si passa dalla vista sopra Argegno (lago di Como) a quella di Porlezza (estremità nord, italiana del lago di Lugano) a quella di Lugano sulle sponde del lago omonimo. Arrivando da Como apre la valle Dizzasco, la località più glamorous della valle con prezzi già schizzati in alto. Poi ci sono Castiglione e San Fedele che rappresenta una sorta di “capitale della val d’Intelvi”. Si prosegue con Pellio fino a Lanzo che condivide per molti chilometri il confine con la Svizzera e da cui si innalza il balcone d’Italia con vista su buona fetta delle Alpi Occidentali.
La posizione è strategica. Da Lanzo si scende e si imbocca l’autostrada svizzera. In 20 minuti si è a Lugano, in poco più di un’ora si arriva a Milano. Fino agli anni Settanta Lanzo era una località alla moda, dove l’alta borghesia milanese comprava e costruiva abitazioni di lusso. Oggi risulta un po’ decadente, anche per l’interruzione della funicolare che la collegava con Campione d’Italia e con la Svizzera, ma resta una incredibile serie di ville in stile liberty con giardini ancora molto appariscenti in un contesto naturale unico in questa parte d’Italia. E, per ora, spicca l’alto numero di cartelli “vendesi” su palazzi da nobiltà decaduta ma con prezzi ancora molto accessibili.
Inaugurato il 4 giugno, grazie all’intervento dell’artista messicano Gabriel Pacheco è nato un nuovo cammino. Poco impegnativo e diviso in 8 brevi tappe: questo è il Sentiero dell’Unicorno.
Nasce in Italia il SENTIERO dell’UNICORNO: la camminata dell’amore
# Un percorso pittorico nella Valle del Tevere
@julioappo Alviano
Il Sentiero dell’Unicorno attraversa i paesaggi della Valle del Tevere e si concentra attorno ad un unico borgo, Alviano, un paesino di origini medievali in provincia di Terni, Umbria. Qui è stato creato un percorso multisensoriale che si concentra sulla riscoperta dell’arte, della cultura e della natura del territorio stesso.
Il sentiero è stato pensato come un percorso pittorico permanente, che parte dai Giardini del Sole, anch’essi nuovissimi, e arriva fino al Castello di Alviano. Attraversa infatti solo il borgo medievale di Alviano di 1422 abitanti, suddividendolo però in 8 tappe. Ogni tappa rappresenta uno stato d’animo dell’amore interpretato dall’artista Pacheco che ha ideato il cammino e che si è ispirato al saggio “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes. Ma perché è intitolato all’unicorno?
# Il mito dell’unicorno
@sentierodellunicorno sentiero dell’unicorno
L’animale mitologico conosce decine e decine di varianti, è stato descritto in ogni modo in poemi, racconti, canzoni, con un punto in comune: che fosse un animale magico. L’unicorno purifica, è un animale regale, e nell’immagine dell’Unicorno di Alviano lo vediamo con una donna che, accogliendolo sul grembo, ne placa la smania e l’ansia di battersi, attribuendogli un’aria più nobile.
Sono proprio la bellezza del castello di Alviano e le mille fascinazioni che ne derivano, il mito che accompagna la storia del borgo, i suggestivi vicoli e una meravigliosa terrazza che si affaccia sui calanchi a rendere il Sentiero dell’Unicorno così magico. In ogni tappa c’è poi una panchina, posta in modo tale da garantire una vista mozzafiato a chi si siede per rilassarsi mentre percorre il sentiero.
Il peggior incubo di ogni automobilista è probabilmente quello di sedersi al volante della propria auto, girare la chiave o premere il pulsante di accensione e realizzare che l’auto non parte. Di regola si susseguono almeno due o tre tentativi, ognuno dei quali segnato da uno sconforto sempre crescente. Senza farci prendere dal panico, vediamo quindi quali possono essere le possibili cause del problema e come accertarle, avendo presenti quelle che sono le componenti del motore più coinvolte in questo tipo di guasto.
Dall’immagine vediamo che ci sono alcune componenti fondamentali per l’accensione del motore e ognuna di queste può causare il guasto all’auto. Ovviamente, partendo dal presupposto che nel motore ci sia un elemento fondamentale: il carburante! Potrebbero anche esserci dei problemi con il galleggiante, per cui siamo sicuri che ci sia carburante ma in realtà non è così. Per escludere questa causa, è sufficiente aggiungere benzina o diesel e riprovare ad accendere l’auto dopo qualche istante.
# La bobina di accensione difettosa
Bobina d’accensione
La bobina di accensione è quella parte del motore che aumenta la tensione elettrica e provoca la scintilla, incendiando il carburante e facendo quindi attivare l’intero motore. Se la bobina è difettosa o del tutto guasta, il primo sintomo è proprio quello dell’auto che non parte o, se parte, si ferma all’improvviso.
Per capire se questa è la causa del guasto, puoi verificare se sia accesa anche la spia del motore e cercare di ricordare se, negli ultimi tempi, il consumo di carburante è stato più elevato del solito. Se la diagnosi è corretta, occorrerà sostituire la o le bobine, a seconda di quante ne siano state disposte nel motore.
# Candele di accensione difettose
Candele d’accensione
Altra causa molto frequente della mancata accensione del motore sono le candele di accensione difettose. Se la bobina di accensione crea la scintilla, le candele trasmettono il segnale elettrico, concorrendo all’accensione del motore. Le candele spesso, più che difettose, possono essere consumate.
Di regola ci sono diversi segnali che ci avvertono dell’usura di questa componente del motore, ad esempio un odore di bruciato, la spia del motore accesa, un andamento irregolare dell’auto e un consumo più elevato di carburante. A volte le candele possono essere soltanto sporche, ma richiedono in ogni caso la sostituzione.
# Le candelette diesel
Candelette diesel
Un tipo particolare di candela specifico per i motori diesel è quello delle candelette diesel, con una struttura appositamente progettata. Nelle macchine a diesel infatti il motore ha un meccanismo di autoaccensione che avviene a una temperatura molto alta. La candeletta diesel consente l’avvio del motore anche a una temperatura più bassa, ovvero nella fase di preriscaldamento. Per evitare di rimanere a piedi, la loro sostituzione dovrebbe avvenire ogni 60.000 km.
Una delle attrazioni del Fuorisalone 2022: le installazioni nei PALAZZI STORICI di Milano
#1 “Twenty” a Palazzo Serbelloni
paolomariarusso IG – Twenty di Tom Dixon
Nelle sale neoclassiche di Palazzo Serbelloni e nel ristorante The Manzoni è ospitata una grande mostra per i 20 anni della star inglese del progetto Tom Dixon, famoso per iconiche lampade Mirror Ball. “Twenty” presenta venti creazioni inedite, oltre ai pezzi più iconici.
Indirizzo: Corso Venezia, 16
#2 “Weave, Restore, Renew” a Palazzo Isimbardi
emi.chiarello IG – Weave, Restore, Renew
A Palazzo Isimbardi va in scena la mostra “Weave, Restore, Renew” dove Loewe celebra il design circolare e l’artigianato con un progetto poliforme che ruota intorno all’idea di dare nuova vita a cose che forse potrebbero essere dimenticate o scartate per trasformarle in nuovi pezzi unici.
Indirizzo: via Vivaio, 1
#3 “Doppia Firma” a Palazzo Litta
kustaasaksi IG – Doppia Firma
Nelle sale di Palazzo Litta, lo scrigno del barocco milanese, quest’anno è allestita la quinta edizione di Doppia Firma di Fondazione Cologni, Michelangelo Foundation e Living. Una mostra dedicata alla sinergia tra design e alto artigianato con 22 sodalizi creativi.
Indirizzo: Corso Magenta, 24
#4 “Medallion Chair di Dior” a Palazzo Citterio
chiccadoc IG – Medallion chair
A Palazzo Citterio è in scena una delle mostre più attese, quella del re del design Philippe Starck alle prese con l’iconica sedia Medallion Chair di Dior. La sedia Luigi XVI era stata scelta da monsieur Dior per far accomodare i suoi clienti-ospiti fin dalle prime sfilate del 1947 al leggendario civico parigino di Avenue Montaigne 30. Qui viene reinterpretata e esposta in tutte le versioni ed esaltata da uno show di luci e musica.
Indirizzo: via Brera, 12
#5 “La Scatola Magica” a Palazzo Reale
moniaunaguidapermilano IG – Palazzo Reale La Scatola Magica
A Palazzo Reale, all’interno della meravigliosa Sala delle Cariatidi, c’è un’altra installazione immersiva: La Scatola Magica. Per festeggiare il sessantesimo anniversario del Salone del Mobile un’installazione audiovisiva site-specific realizzata con 11 grandi firme della regia italiana riproduce una monumentale camera oscura e ha lo scopo di risvegliare il nostro senso della meraviglia attraverso il linguaggio del cinema e del teatro.
Indirizzo: piazza del Duomo, 12
#6 “Masterly – The Dutch” a Palazzo Turati
fuorisalone IG – Masterly The Dutch
I visitatori di Palazzo Turati avranno un’accoglienza insolita con la collettiva Masterly – The Dutch in Milano con animali multicolori e nuvole di orchidee nel cortile. Nelle sale interne prende vita un vero e proprio “festival delle idee” che fotografa lo stato dell’arte e del design nei Paesi Bassi, chiamando a raccolta astri nascenti e professionisti affermati.
Indirizzo: via Meravigli, 7
#7 “Design Variations” con “Turn on, Tune in, Drop by” a Palazzo Visconti
ludobrig IG – Design Variation Palazzo Visconti
“Design Variations” è la rassegna internazionale di designer architettura curata da MoscaPartners e che per il Fuorisalone 2022 si tiene in due diverse location. In quella di Palazzo Visconti da non perdere l’installazione “Turn on, Tune in, Drop by” curata da Donatello D’Angelo per il Centro Studi Poltronova. I protagonisti sono i tre pezzi iconici dell’azienda toscana e la torta in jacquard di rame alta cinque metri realizzata da LcD Edition Textile in collaborazione con l’artista francese Isabelle Leourier.
Indirizzo: via Cino del Duca, 8
#8 “Design Variations” con Circolo Thonet al Circolo Filologico Milanese
adelfa.laura IG – Circolo Filologico Milanese
La seconda location di “Design Variations” è la splendida Sala Liberty del Circolo Filologico Milanese. Qui è esposto il Circolo Thonet, un carosello che rimanda agli storici caffè viennesi attraverso i prodotti firmati da Sebastian Herkner, Marialaura Irvine, Günter Eberle e Werner Aisslinger, insieme a elementi più classici in legno e acciaio tubolare.
Indirizzo: via Clerici, 10
#9 “Divided Layers” a Palazzo Senato
foodtravelexperience IG – Daniel Arsham Palazzo Senato
Nel cortile di Palazzo Senato si può attraversare il tunnel totemico di Daniel Arsham disegnato in collaborazione con Kohler, il famoso brand di cucine e bagni. Una prima mondiale di un’esperienza artistica immersiva su larga scala, intitolata “Divided Layers”. Si tratta di tunnel site-specific ispirato al progetto del duo di Rock.01, un lavello stampato in 3D.
Indirizzo: via Senato, 10
#10 “871 days, 50 products, 17 designers and 1 single color” al Museo Poldi Pezzoli
megi.balboni IG – Museo Poldi Pezzoli
All’interno del sontuoso palazzo ottocentesco che ospita il Museo Poldi Pezzoli c’è la mostra “871 days, 50 products, 17 designers and 1 single color”, una temporary exhibition progettata by Luca Nichetto. Ripercorre il viaggio de La Manufacture attraverso gli 871 giorni dalla prima presentazione dell’ambizioso sogno del suo patron Robert Acouri di raccogliere intorno al progetto designer di eccellenza per esaltare l’allure francese e la maestria italiana.
Indirizzo: via Alessandro Manzoni, 12
#11 “Palazzo delle Meraviglie” al Museo Bagatti Valsecchi
studio_mhz IG – Museo Bagatti Valsecchi
“Palazzo delle Meraviglie” è un viaggio multiculturale ed emozionale nel mondo del design, con protagoniste sei aziende internazionali selezionate dall’interior designer Katrin Herden, nel dimora che ospita il Museo Bagatti Valsecchi. In occasione della terza terza edizione dell’evento saranno riuniti sotto uno stesso tetto architetti, designer e artisti con l’obiettivo di creare uno spazio in cui il design incontri l’innovazione e la creatività.
Indirizzo: via Gesù, 5
#12 “Everywhereness” a Palazzo Clerici
fuorisalone IG – Palazzo Clerici
A Palazzo Clerici è visibile l’installazione scenografica “Everywhereness” della flower artist australiana Ruby Barber dello Studio Mary Lennox. Un labirinto di rose con sentieri a specchio, metafora della vita, dove i visitatori sono liberi di perdersi, ma anche una performance che assume tinte surreali grazie all’utilizzo di una dozzina di droni.
Milano, soprattutto grazie allo scudetto del MILAN e alla Coppa Italia dell’Inter, è tornata ad essere la capitale italiana indiscussa del calcio, ruolo che le compete da sempre anche a livello mondiale. Due squadre così importanti meritano un palcoscenico di massimo prestigio: San Siro lo è stato per lungo tempo ma a mio avviso è giunto il momento di demolirlo e guardare avanti. Se lo stadio se ne va, che cosa si potrebbe fare al suo posto?
Lo STADIO dice CIAO CIAO a San Siro? Ecco cosa si potrebbe fare al suo posto
# Il nuovo stadio si farà… a Sesto?
Rendering Stadio Sesto
Le compagini meneghine sono intenzionate a cambiare pagina evidenziando la volontà di costruire un nuovo tempio del calcio, ma lungaggini burocratiche, cambi di giunta, proteste di vari comitati di vicinato, hanno rallentato il cantiere di questo importantissimo progetto che porterebbe alla riqualificazione di una vasta area piuttosto squallida e sottoutilizzata. La svolta definitiva e il conseguente cambio di marcia potrebbero però essere finalmente arrivati con l’acquisizione del club ROSSONERO da parte del fondo americano Red Birds. Gli americani avranno tanti difetti ma quando si parla di “business” e investimenti non amano certo perdere tempo né tantomeno soldi!
Le dichiarazioni della nuova proprietà non lasciano adito a molti dubbi, il nuovo stadio si farà, resta solo da decidere dove. Per diversi motivi stanno prendendo in considerazione la soluzione di far nascere la nuova struttura a Sesto San Giovanni. Questa scelta personalmente la trovo sensata. Tempi certi, poca contrarietà da parte della cittadinanza e della amministrazione, ampi spazi sui quali costruire e la possibilità di alleggerire Milano dal traffico durante gli eventi. Non solo: si aprirebbe anche l’opportunità di creare a San Siro qualcosa di nuovo, per aumentare l’attrattività dell’intero quartiere.
# Stadio a Sesto: uno slancio per la Città metropolitana
Masterplan MilanoSesto
Questa scelta darebbe anche un forte impulso alla visione di città metropolitana, tanto decantata sulla carta con i suoi numeri da record ma mai concretizzata nei fatti. Un’entità ancora in buona parte da definire e far decollare. Con lo spostamento dello stadio fuori dalla cerchia si renderebbe l’hinterland parte sempre più integrata con Milano.
Sesto è ben servita da metropolitane, tram, tangenziali. Tutti aspetti che permetterebbero di non intasare, o di farlo in maniera meno impattante, il capoluogo e dare maggior stimolo allo sviluppo delle sinergie dei centri abitati e città intorno Milano. In fondo anche a Londra o a Berlino gli stadi sono lontani dal centro.
# Quale futuro per San Siro?
@san.siro_stadium IG
Tutto questo però creerebbe una grande incognita: il futuro dello Stadio di San Siro e della enorme area che lo circonda costituita in larga parte da asfalto sterpaglia e cemento. Costruito negli anni ’30, inizialmente solo per ospitare le partite del Milan, rimaneggiato più volte e totalmente stravolto nel corso degli anni, di storico conserva ormai poco o nulla. Possiede un forte impatto emotivo e un posto speciale nella memoria collettiva nonché in quella di molti tifosi certo, San Siro resta però una struttura vecchia e superata, con la necessità impellente di importanti lavori di ristrutturazione. Conservare San Siro comporterebbe l’impossibilità di svolgere al suo interno le partite di calcio per molti anni, avrebbe grossi costi e finirebbe con lo stravolgere ulteriormente un manufatto mastodontico e obsoleto.
# Tenere lo stadio per eventi sportivi o musicali?
Che ce ne faremmo di un San Siro abbandonato da Milan e Inter? Sorvoliamo su proposte ridicole e prive di sostenibilità economica, come quella di ospitare il calcio femminile (parliamoci chiaro, uno spettacolo davvero poco coinvolgente a meno che non si svolga nel fango, ma questo è un altro discorso) o quello di utilizzarlo per altre discipline sportive: ma quali potrebbero giustificare una struttura da 88.000 posti pensata per il calcio?
Chi la immagina come arena della musica: come potrebbe essere mantenuto in piedi per ospitare dieci concerti all’anno? Già i pochissimi che si svolgono hanno rischiato di essere cancellati a causa delle continue insopportabili incessanti proteste dei vari comitati di quartiere che ne hanno imposto rigidi orari, numero massimo di esibizioni, volume ridotto… Alla luce di tutto questo vien proprio da pensare che San Siro non aspetti altro che di essere demolito.
Il grande interrogativo è cosa farci al posto dello stadio e della inutile distesa di asfalto e la grande incognita con che fondi e con che tempistiche. Tra le varie ipotesi per un eventuale recupero della enorme area, ecco quelle invece più suggestive…
#1 Al posto dello stadio: una moschea
Moschea (da pixabay)
Prima ipotesi di grande suggestione. Una grande moschea, con un progetto selezionato dopo un importante concorso internazionale e finanziata da qualche facoltoso emiro. Che è quella espressione? Non storcere la bocca, liberiamoci dai pregiudizi, pensiamo in positivo: sarebbe una grande attrattiva per la città e darebbe la possibilità ai tanti mussulmani presenti a Milano e in Lombardia di avere un luogo di culto degno di questo nome. Non facciamo tanto gli schizzinosi se i fondi del Qatar vanno bene per costruire grattacieli e acquistare club di calcio, possono anche servire per costruire moschee, magari la più grande e bella di tutta Europa. Milano tornerebbe al centro della libertà di culto come non accadeva dai tempi dell’editto di Costantino.
A chi proprio l’idea della mega moschea non va giù, passiamo a un’altra ipotesi.
#2 Al posto dello stadio: un giardino botanico
@mochigirlinjapan The Royal Botanic Garden, Sydney
Rispetto alle grandi città europee Milano ha solo dei giardinetti. Ci vorrebbe un enorme giardino botanico sia coperto che scoperto come ce ne sono già in tantissime città e che sono una enorme calamita per i turisti e per i cittadini, come a Sydney o a Londra, un luogo vivibile e visitabile 365 giorni all’anno h 24. Con piante provenienti da tutto il mondo. Gestito con finalità sia turistiche che didattiche in collaborazione con scuole e università. Una perfetta soluzione da affiancare alle nuove terme che saranno presto concluse, un enorme polmone verde in città per rendere Milano sempre più bella e vivibile. E per affermare San Siro per quello che è: il quartiere più verde di Milano.
Se anche di questa moda green ormai ne hai abbastanza e inizia a darti un po’ la nausea, passiamo a una terza idea.
#3 Al posto dello stadio: un terminal degli autobus da vera metropoli europea
Siebert-Talas-2014 New Bus-Station Mlynske-Nivy in Bratislava
Una stazione degli autobus: un vero terminal da sostituire a quella squallidissima, impresentabile e indegna fermata di Lampugnano, asfittica e priva di servizi fondamentali per i viaggiatori. Lo spazio è vastissimo e la sua vicinanza alle fermate della metro e agli ingressi delle autostrade lo renderebbe un vero hub di connessione. Costruito sotterraneo lascerebbe lo spazio per una enorme area verde in superficie.
Anche il terminal non ti convince? E’ troppo forte la nostalgia per l’attività sportiva. Passiamo a una nuova idea.
#4 Al posto dello stadio: la Cittadella dello sport
Campo sportivo (da pixabay)
Si potrebbe creare una grandiosa superficie dotata di campi da tennis, calcetto, percorsi per l’allenamento all’aperto, una piscina, uno skate park… tutte strutture delle quali Milano manca e che potrebbero trasformare San Siro da quartiere di chi lo sport lo guarda a chi lo sport lo pratica.
Ancora non ti convince? Preferisci divertirti con comodità? Passiamo allora a una nuova idea.
#5 Al posto dello stadio: Parco dei Divertimenti
Un modernissimo parco divertimenti, inserito nel verde dove poter ospitare anche sagre e feste oltre a fantascientifiche attrattive. Un po’ Disneyland Parigi, un po’ Coney Island, un po’ Tropical Island di Berlino. Il luogo del divertimento, un’attrazione mondiale, per dare una poderosa botta di vita a un quartiere che si è forse un po’ troppo appisolato nella zona di confort dello stadio.
Queste le cinque idee per dare nuova linfa al quartiere e a tutta la città. Quale ti convince di più?
La grande kermesse della street art internazionale è in arrivo a Milano.
URBAN GIANTS: arriva a Milano il FESTIVAL di STREET ART con oltre 100 artisti internazionali
# L’11 e il 12 giugno la kermesse internazionale della street art con oltre 100 artisti internazionali
Urban Giants Festival Fb – Murale 2021
Urban Giants, il festival della street art organizzato del gruppo We run the streets, ritorna dopo due anni di fermo a causa della pandemia. Sabato 11 e domenica 12 giugno a Trezzano sul Naviglio saranno presenti oltre 100 artisti provenienti da 20 Paesi di tutto il mondo. Nei due giorni della manifestazione oltre a poter guardare gratuitamente gli artisti all’opera, saranno organizzati laboratori di pittura gratuiti per grandi e bambini, anche in sinergia con Fondazione Dynamo Campm, e Art Painting di tavole skate rottamate con Maxi Sport oltre a musica live e dj set.
# Il festival più grande d’Italia
Locandina Urban Giants 2022
Il festival, realizzato con il contributo del Comune, aziende del territorio e associazioni, è il più grande a livello nazionale. Le pareti scelte quest’anno dagli artisti per la realizzazione dei murales sono quelle dell’esterno del Centro Tognazzi di via Castoldi e della famosa vetreria Vetropack di via Cristoforo.
L’edizione 2022 vedrà anche la partecipazione dell’associazione Grupifh, Gruppo di Promozione Iniziative a Favore dei portatori di Handicap, perché in contemporanea al festival internazionale si svolgerà la festa di “Birreficenza” per raccogliere fondi per attività a favore del soggetti fragili, un evento storico del comune di Trezzano sul Naviglio.
A meno di un’ora e mezza da Milano, c’è un borgo che conta solo 16 abitanti. Un tempo era molto più popolato, c’erano circa 500 abitanti che con i loro due negozi di alimentari, il macellaio, il parrucchiere ed un ristorante animavano il paese. L’entrata in questo borghetto sta però per essere limitata, diventerà a pagamento. Sarà un mezzo per ridare vita al paese o una ulteriore barriera all’ingresso? Gli abitanti sono divisi.
A un’ora da Milano il primo BORGO a PAGAMENTO in Lombardia: lo potranno visitare GRATIS solo in 16 persone
# Il paese che traspira storia da ogni angolo
Credits: @barbara_labg Corenno Plinio
Corenno Plinio è un piccolo borgo medievale, frazione di Dervio, in provincia di Lecco, sulla costa orientale del lago di Como. Vicoletti, scalinate, edifici storici, un castello e una magnifica vista sul lago danno al paese quella sensazione di essere fermi al 1200, si percepisce un paese che traspira storia in ogni angolo.
Nel Medioevo il castello del borgo, costruito su resti romani, fungeva da fortezza e ospitava gli abitanti in caso di attacco, ma non è solo il castello a invogliare a visitare Corenno Plinio. Un’altra attrazione è la chiesa di San Tommaso di Canterbury che è stata costruita adiacente al castello e dove si trovano affreschi votivi risalenti al Trecento e Cinquecento. In generale Corenno Plinio è un borgo fortificato costruito nella roccia, senz’altro ideale per una gita fuori porta e una fuga dalla città bollente, eppure non sono in tanti a conoscerlo.
# 3 euro per visitare il borgo
Credits: @annaalbavilla67 Corenno Plinio
Sembra un borgo magico, eppure i suoi abitanti pian piano lo stanno abbandonando. 16 abitanti sperano di non far diventare il loro amato Corenno Plinio un borgo fantasma. “Siamo rimasti in pochi, ma d’estate arrivano turisti e proprietari di seconde case” dice Adelia, una signora di 83 anni. Per rivitalizzare il paese, alla Soprintendenza delle Belle Arti è venuta un’idea: far diventare l’ingresso nel paesino medievale a pagamento.
3 euro che diventeranno il biglietto d’ingresso strettamente necessario per girare tra le vie del borgo. 3 euro che potranno aiutare al mantenimento e conservazione degli edifici di Corenno e in generale alla valorizzazione del borgo. Come riporta il Corriere della Seranon tutti gli abitanti sono però favorevoli all’introduzione del biglietto di ingresso, seppure si tratta di mettere d’accordo solamente 16 teste, per questa questione il paese è diviso.
# Un modo per tutelare il paese o altra barriera all’ingresso di persone?
Credits: siviaggia.it Corenno Plinio
Correnno Plinio sarà il primo borgo in Lombardia ad introdurre un ticket di ingresso solo per girare tra le sue stradine. Il biglietto di 3 euro è stato confermato e presentato all’inaugurazione del “Borgo dei mille scalini”, è così che Corenno Plinio è stato soprannominato, di sabato 4 giugno e giustificato come “contributo per la manutenzione del complesso monumentale”. Sarà un modo per rilanciare il paese oppure una ulteriore barriera all’ingresso?
Una macchina in movimento perenne, non si ferma mai al piano, senza porte o dispositivi di sicurezza, non aspetta chi si attarda con le borse della spesa: è l’ascensore più pericoloso al mondo. Vediamo a cosa deve la sua fama mondiale e dove è ancora in funzione.
Paternoster: l’ascensore PIÙ PERICOLOSO AL MONDO dove chi lo prende deve pregare il Signore
# L’ascensore della morte e il suo “rosario”
Paternoster_animated
Solo il nome, Paternoster, lascia intuire che la faccenda può essere estremamente pericolosa. In realtà il nome del progetto dell’architetto Peter Ellis, nasce a Liverpool nel 1860 come “ascensore a movimento continuo”, che ricorda quello dei grani di un rosario durante un rito di preghiera.
La catena è composta da numerose cabine senza porte, che si muovono a ciclo continuo tra il piano terra e i piani superiori.
Il Paternoster è stato progettato per il trasporto di persone, la cabina concepita solitamente per accogliere due utenti per volta, che devono salire e scendere con l’ascensore in movimento, anche se arriva alla loro destinazione. Gli incidenti che si sono verificati, hanno fatto guadagnare a queste macchine l’appellativo di “ascensore della morte”.
L’impianto di questo ascensore consiste in una catena di scompartimenti aperti che si muovono lentamente sull’asse verticale, in un loop continuo. Quando ogni cabina raggiunge la parte inferiore, si sposta lateralmente traslando sull’ asse, per poi ricominciare a salire. Lo stesso succcede quando raggiunge la parte superiore, portando gli scompartimenti a non fermarsi mai.
Questo tipo di ascensore ha trovato applicazione inizialmente negli uffici pubblici.
Il primo Paternoster ad essere installato fuori dal Regno Unito è un impianto di Stoccarda.
Nonostante la produzione sia stata interrotta negli anni ’70, per motivi di sicurezza, le persone tendono a guardare questi impianti con una punta di nostalgia. Ancora oggi in Europa Orientale ci sono alcuni esemplari, conservati e perfettamente funzionanti. Solo in Cechia ne sopravvivono 68, di cui la metà a Praga, che sono una vera e propria attrazione turistica. Ben 230 sono i Patrnoster della Germania.
Il Padre Nostro, la preghiera cristiana che ha evocato il nome del progetto, non è quindi l’unica forma di espressione che le persone possono scambiarsi in una cabina di questo ascensore.
Magari non è il massimo per fare business, ma un efficace elevator’s speech dovrebbe essere ancora adatto. Questo tipo di impianti ha ispirato moltissimi scrittori e registi, che affascinati dal movimento e dalla loro pericolosità, hanno ambientato diverse scene negli scompartimenti Paternoster.
Certo non è il caso di esordire con battutine horror, ma il buon umore è assicurato laddove questi ascensori funzionano e vengono presi al volo da abili turisti. Basta non essere troppo disinvolti
Un luogo magico, circondato dai boschi, e con una vista impareggiabile. Questo borgo dalla storia millenaria, e raggiungibile in un’ora da Milano, sta rinascendo dopo decenni di abbandono. Ecco le meraviglie da scoprire.
La rinascita dell’ANTICO BORGO RURALE che “domina” Milano
# Campsirago, un antico borgo agricolo con panorami mozzafiato
Credits federico_cantoro IG – Borgo di Campsirago
Campsirago è un antico borgo rurale di Colle Brianza, a 680 metri d’altezza, incastonato nel verde del Monte San Genesio. Nel giornate di bel tempo il panorama spazia dalla Pianura Padana, con i grattacieli di Milano che si stagliano all’orizzonte, fino agli Appennini.
Credits efrembrambilla IG – Il sole riflesso sulla Torre Allianz
Nato nel Basso Medioevo, questo piccolo borgo agricolo fu abbandonato negli anni ’50 dai residenti per poi trasformarsi in luogo di ritrovo per hippie, organizzati da giovani provenienti persino dalla Francia.
Credits federico_cantoro IG – Campsirago
Dagli anni ’90 è stato avviato un percorso di rinascita grazie a fondi provenienti dal Comune di Colle Brianza, da altri enti pubblici e cittadini privati.
La bellezza di questo borgo la si deve anche alla natura che lo circonda. Ettari di boschi di gelsi e castagno, centinaia di specie di piante per una biodiversità incredibile a livello nazionale.
# Le tracce millenarie della comunità agricola
Credits pateandoelmapa IG – Lavatoio Campsirago
Campsirago conserva ancora oggi tracce ed elementi architettonici della millenaria comunità agricola che lo ha abitato. Nella piazzetta c’è l’antico lavatoio da poco restaurato, all’interno della corte di Palazzo Gambassi il forno per la panificazione e nell’ala est del palazzo il pozzo di approvvigionamento idrico della comunità contadina che continua ad accogliere l’acqua limpida della sorgente della falda del borgo.
Da piano B o semplice bluff a piano A? Nell’attesa che inizi il dibattito pubblico sulla realizzazione del nuovo stadio di Inter e Milan a San Siro, il nuovo proprietario del “Diavolo” si muove velocemente verso Sesto San Giovanni. Nei giorni scorsi è uscito addirittura il rendering del futuro stadio e per questo il sindaco Sala ha chiesto chiarimenti alle due società di calcio milanesi. Vediamo cosa sta succedendo.
🔴 Il DERBY si giocherà a SESTO? Il RENDERING di Norman Foster e la REAZIONE di SALA
# Inter e Milan lasceranno San Siro per Sesto San Giovanni?
Credits milano.corriere.it – Plastico Stadio a Sesto San Giovanni
Da piano B o semplice bluff a piano A? Nell’attesa che inizi il dibattito pubblico sulla realizzazione del nuovo stadio di Inter e Milan a San Siro, il nuovo proprietario del “Diavolo” si muove velocemente verso Sesto San Giovanni. Gerry Cardinale, proprietario del fondo americano che ha acquisito la società rossonera, ha fatto un sopralluogo sulle aree libere del progetto MilanoSesto e potenzialmente utilizzabili per costruire il nuovo stadio.
# Il progetto del nuovo stadio da 65.000 posti
Rendering Stadio Sesto
A dimostrazione del forte interessamento nei giorni scorsi è uscito anche il rendering del futuro stadio a firma dello studio di architettura internazionale Norman Foster che ha progettato tutte le aree ex-Falck. Lo stadio dovrebbe essere di circa 65.000 posti, sostenibile, rivolto alle famiglie con servizi attivi 7 giorni su 7 e dovrà integrarsi con il sistema del verde del parco Concordia. Un progetto che potrebbe realizzarsi in meno tempo rispetto all’area di San Siro essendo le aree di Sesto San Giovanni di proprietà di privati e che quindi motivo valido per spingere le società milanesi a prediligere questa soluzione. Per questa ragione la reazione del sindaco non si è fatta attendere.
# La reazione del Sindaco Beppe Sala
Rendering nuovo stadio San Siro, la Cattedrale di Popolus
La reazione del Sindaco di Milano Beppe Sala non si è fatta attendere. A margine dell’inaugurazione del Salone del Mobile come riporta “Il Giorno”, in merito all’ipotesi che il nuovo stadio di Milan e Inter possa essere costruito a Sesto San Giovanni ha dichiarato: “Ho chiesto alla squadre di avere conferma delle loro intenzioni perché noi i nostri passi li abbiamo fatti. In particolare abbiamo nominato, dopo una gara, il coordinatore del dibattito pubblico (Andrea Pillon, ndr), quindi vorremmo partire a questo punto“. Il primo cittadino ha aggiunto anche che “se si sceglie la via di costruire su un terreno pubblico il percorso è più lungo e c’è poco da fare. Su un terreno privato si fa prima a mettersi d’accordo probabilmente, ma non sono sicuro che risparmierebbero tempo“.
L’attacco del Sindaco al presidente del Milan Scaroni: “Conosce il sistema e da decenni ci lavora. Può anche sorprendersi ma rimane il fatto che un conto è la burocrazia, un altro è che le regole e le leggi vanno rispettate. Lo dico anche a altri politici che la fanno facile. Ci piaccia o non ci piaccia, non è questione di piacere, ma di conoscere le cose. Chi si occupa della cosa pubblica deve rispettare delle leggi e questo è quello che voglio fare ribadendo la mia volontà che Milan e Inter rimangano a Milano“. Per finire la risposta di Sala sull’ipotesi che solo il Milan decidesse di spostarsi a Sesto San Giovanni: “Bisogna capire cosa farebbe l’Inter“.
Rimane solo da attendere per capire se i futuri derby si giocheranno a San Siro o a Sesto San Giovanni oppure se il Milan andrà via da Milano per lasciare all’Inter lo storico stadio e la scelta se abbatterlo o ristrutturarlo.
Per ora si muovono i privati. Un omaggio all’ultimo fine settimana del Fuorisalone da parte di una multinazionale delle carte di credito che premia con corse gratis i possessori delle carte contactless. Vediamo le linee interessate e la reazione del sindaco.
Un giorno GRATIS sulla METRO di MILANO: un test per la rivoluzione dei trasporti?
# Hai la contactless? Viaggi gratis
ph. Arena Digitale
In occasione del fuorisalone, tornato per le strade milanesi con le sue centinaia di installazioni, Visa ha deciso di omaggiare la rassegna e i suoi clienti. Sabato 11 maggio i titolari di carta Visa contactless potranno viaggiare gratis sull’intera linea metropolitana e sulle linee 56, 70 e 73. Ossia sui mezzi che consentono il pagamento contactless.
Per Stefano Stoppani, Country Manager Italia di Visa, il Salone del Mobile attira milioni di visitatori e turisti da tutto il mondo. La giornata si presta quindi come stress test perfetto, sia per mostrare ai viaggiatori quanto sia facile «l’accesso ai servizi di trasporto pubblico per tutti» utilizzando una carta contactless, sia per l’amministrazione cittadina perché, «in base ai flussi e all’utilizzo da parte dei cittadini» possono pianificare meglio il trasporto pubblico».
I milanesi DOC a questo punto chiederebbero «Ma quindi, se fem?»
Per i possessori di carta contactless Visa, o smartphone con app e carta collegate, basterà avvicinare la carta o il telefonino al sensore del tornello in metrò, o all’obliteratrice sul bus. A quel punto un segnale sonoro convaliderà l’accesso dei viaggiatori.
Alla fine del viaggio in metropolitana, anche se gli accessi dovessero risultare liberi dalla convalida in uscita, consigliamo caldamente ai viaggiatori di “timbrare” anche alla fine del percorso. Per scendere dalla 56, 70 o 73 questa operazione finale non sarà necessaria.
# Ma Sala: «Sono totalmente contrario a un trasporto pubblico parzialmente gratuito»
ph. MuckRock
Stesso giorno, stesso argomento ma occasione diversa. A margine della quinta conferenza nazionale delle green city, Beppe Sala si è dichiarato «totalmente contrario all’idea di un parziale trasporto pubblico gratuito».
Secondo il primo cittadino di Milano «La trasformazione ambientale deve fare paio con l’equità sociale. Dobbiamo fare le cose che si possono realisticamente fare», aggiungendo che «è un servizio che a Milano costa 600milioni all’anno e i soldi non scendono dalla pianta. Se non lo facessimo pagare da chi lo utilizza andrebbe scaricato sulle tasse dei cittadini».
# L’autonomia la migliore soluzione
E se Milano, i milanesi e il loro sindaco iniziassero a confrontarsi (anche) con le più grandi realtà urbane mondiali? Potrebbero accorgersi che il trasporto pubblico gratis per tutti, a Milano, è una delle tantissime azioni che si potrebbero realizzare ad occhi chiusi, semplicemente pretendendo autonomia dal governo centrale italiano.
«I soldi non scendono dalla pianta» (cit.) dovrebbe valere come risposta, da dare anche a chi pretende da Milano di essere la città al mondo con il maggior residuo fiscale.
Milano con l’autonomia di una città regione, come Berlino, Parigi o Londra, potrebbe semplificare la vita di un amministratore pubblico come Sala che dichiara che «La politica deve tenere conto di tutte le variabilie agire su tutte, anche se significa andare contro l’economia»
Milano sta perdendo abitanti. Mentre alcuni paesi dei dintorni li stanno aumentando. E’ in atto uno spostamento da Milano a fuori? Se sì, per dove? E quali sono le località più ambite dai milanesi? Per capirlo abbiamo chiesto in un sondaggio: “Qual è il migliore paese dell’hinterland di Milano dove vivere?”. Questa la classifica delle 10 risposte più votate.
Vado a vivere nell’HINTERLAND: i 10 POSTI PREFERITI dai milanesi (mappa)
#10 Locate Triulzi, l’ultimo comune a sud-est della Città Metropolitana
Credits: tripadsvisor – Castello Trivulzio
Locate Triulzi è l’ultimo paese della zona sud/sud-est della città metropolitana di Milano, insieme alle vicine Pieve Emanuele e Carpiano, quindi confinante con la provincia di Pavia. Conta un popolazione di poco più di 10.000 abitanti e la sua attrazione principale è il Castello Trivulzio risalente al XIV secolo. Locate Triulzi è connessa con Milano e Pavia grazie alla linea S13 del passante. Una curiosità? Locate Triulzi insieme a Pieve Emanuele detiene il punto di altimetria più bassa dell’intera provincia di Milano.
#9 Trezzano sul Naviglio, il borgo contadino fondato dagli “Avvocati”
Credits: https://primalamartesana.it – Trezzano Rosa
I primi fondatori della cittadina furono gli Avvocati, una famiglia di proprietari terrieri della zona. Trezzano sul Naviglio è un borgo contadino originariamente nato intorno al XIII secolo con il nome di Treciano, in corrispondenza della costruzione del Naviglio Grande, e sviluppato intorno a due conventi, uno Certosino e l’altro Cistercense. Oggi rimane strettamente legato alla città, raggiungibile della Strada Statale Vigevanese e in futuro forse dalla linea M4.
#8 Opera, il primo comune a sud di Milano verso Pavia
Credits: colliers – Opera
Il primo comune a sud dopo Milano, raggiungibile percorrendo via Ripamonti, confina con Locate Triulzi. Famoso per ospitare il carcere più grande d’Italia, è un territorio prettamente agricolo dove vivono circa 14.000 abitanti. Tra le attrazioni visitabili è degno di nota il Santuario del XV secolo dedicato al culto Mariano e l’affresco di scuola leonardesca raffigurante Ludovico il Moro che supplica la Vergine al suo interno. Lo abitano 14 mila operesi. Uno dei suoi fattori di forza è che è in mezzo ai campi. Ideale per chi ha voglia di spazio.
#7 Buccinasco, il comune dei laghi artificiali e delle cascine immerso nel Parco Agricolo Sud
Buccinasco mr.andreachessa IG
Il nome, che non suona benissimo, deriva da bucina, che significa canale. In effetti è un luogo ricco di corsi d’acqua. Più della metà della superficie di Buccinasco fa parte del Parco Agricolo Sud Milano, che occupa 637,4 ettari sui 1202 ha totali del comune. Vi sono numerosi laghetti artificiali come i laghi Pastorini, il lago Santa Maria e il lago Marzabotto. Il comune di Buccinasco sembra risalire a un antico insediamento di epoca etrusca, intorno al 300-600 a.C. Oggi è ricco di cascine, una decina ancora in attività e di edifici storici come il Castello Visconteo e Villa Durini Borromeo affacciata sul Naviglio Grande. Lo abitano 27 mila buccinaschesi. Unico neo? E’ la considerata la culla della ndrangheta in Lombardia.
#6 Cernusco sul Naviglio, la meraviglia del Naviglio della Martesana
Credits:sissyros IG – Cernusco sul Naviglio
I punti di forza di Cernusco sul Naviglio sono la posizione, non lontano dalla M2 e in posizione strategica tra tangenziale est e Linate, i paesaggi suggestivi grazie al passaggio della Martesana e l’architetturadei suoi storici palazzi come Villa Uboldo, Villa Ferrario e Palazzo Viganò. Per questo è stata scelta da 35 mila cernuschesi, aumentati del 50% in meno di vent’anni.
#5 Sesto San Giovanni, una “piccola metropoli” conurbata con Milano
Credits: wikipedia.org – Sesto San Giovanni
Sesto indica la distanza in miglia dal centro di Milano e San Giovanni indica invece la dipendenza di Sesto dalla Basilica di San Giovanni a Monza. Il comune è tra le 70 città più popolose d’Italia e primo nella cintura urbana milanese con i suoi oltre 80.000 abitanti. Tra i poli di attrazione ci sono: il carroponte, dove si tengono concerti e eventi, il museo Campari, la Villa Falck e le infrastrutture industriali abbandonate dell’ex-area Falck che diventeranno nei prossimi anni sede della Città della Salute. Collegata da “sempre” a Milano con la metropolitana presto potrebbe perfino ospitare lo stadio di Milan e Inter.
#4 Cassinetta di Lugagnano, la piccola Venezia dell’hinterland, famosa per le “ville di delizia” dei nobili milanesi
Credits: cristinanasi IG – Cassinetta di Lugagnano
Per chi ama il “piccolo”, c’è questo borgo delizioso abitato da meno di 2 mila persone. Il comune di Cassinetta di Lugagnano è famoso per le “ville di delizia”, le residenze nobiliari estive sul Naviglio costruite nel ‘700, appartenute alle più importanti famiglie milanesi, tra cui Visconti e Trivulzio. I due borghi un tempo erano divisi, Cassinetta e Lugagnano, e collegati tra di loro da un ponte a dorso d’asino sul Naviglio Grande ancora oggi esistente.
#3 Gaggiano, il comune “più felice” dell’hinterland
Il comune di Gaggiano ha poco meno di 10.000 abitanti ed è attraversato dal Naviglio Grande a sud ovest di Milano, pochi chilometri oltre Corsico. Con l’80% di spazio non urbanizzato è uno dei comuni più verdi di tutto l’hinterland ed ospita anche il lago Boscaccio, un piccolo lago artificiale al confine con il comune di Trezzano sul Naviglio. Gaggiano è collegata a Milano mediante la Vigevanese e il passante (linea S9). Nel 2014 è stato classificato come il 21º borgo più felice d’Italia. Una curiosità? Nella frazione di Barate, nel 1849 nacque il bisnonno di Papa Francesco.
#2 Arese, la città giardino in pieno boom demografico
Credits: maksibo.foto IG – Arese centro
Arese è storicamente legata all’Alfa Romeo, nata da queste parti nel 1910, e proprio qui sorge il museo dedicato. Ma da quando hanno chiuso gli stabilimenti Arese si è via via trasformata in una cittadina a misura d’uomo, molto verde, anche grazie al Parco delle Groane, con villette con giardino. Nel centro storico si può ammirare la piccola piazzetta con l’antistante chiesa dei Santi Pietro e Paolo e villa Gallazzi, un’abitazione privata risalente al XIX secolo immersa in un immenso parco, proprio nei pressi del centro cittadino. Tra i suoi punti forza: dista 15 chilometri dal centro di Milano, è vicina all’autostrada dei laghi e può vantare il centro commerciale più grande d’Europa. Nota: mentre Milano ha raggiunto il massimo numero di abitanti nei primi anni settanti per poi perderli progressivamente, Arese ha assistito a un fenomeno opposto. Nel 1971 aveva solo 5 mila abitanti che in mezzo secolo sono quadruplicati arrivando a sfiorare i 20 mila odierni.
#1 Assago, centro direzionale, imbocco dell’autostrada e capolinea della M2
Assago elena_grossi IG
Dell’abitato storico di Assago si ha notizia fin dal XIII secolo, per l’esistenza di un monastero certosino. Negli anni ’80 del secolo scorso è stato scelto come sede del primo tentativo di centro direzionale per la metropoli, Milanofiori, per via della favorevole posizione tra la tangenziale e l’asse dell’autostrada A7 per Pavia e Genova. Oltre a questo è collegato dalla linea M2 che porta al Forum, auditorium, palazzetto sportivo, centro espositivo e congressuale che ospita le partite casalinghe dell’Olimpia. Insieme ad Arese è il comune dei dintorni che sta aumentando di più la popolazione: dal 1981 è cresciuta di 4 volte passando da 2 a 8 mila abitanti. Il comune di Assago è tra gli enti locali italiani virtuosi: non sono presenti IMU e addizionale IRPEF.
Dopo due anni il Fuori Salone cerca di ritornare al massimo del suo splendore con installazioni artistiche e di design disseminate in tutta la città. Fino al 12 giugno i luoghi simbolo di Milano ospitano opere pensate per far discutere e far riflettere sul rapporto con lo spazio e con il tempo. Vediamo una selezione con le installazioni più sorprendenti.
Installazioni, case dipinte e statue giganti: il FUORISALONE 2022 è il più COLORATO di SEMPRE
# Ri-generazione: la mostra a cielo aperto all’Università Statale con 38 installazioni
Credits Andrea Cherchi – I mobili ballerini
Credits Andrea Cherchi – Voce di Idra
Credits Andrea Cherchi – Clean Water: Please
Credits Andrea Cherchi -Fabricating Culture
Credits Andrea Cherchi – Meta-Verso
Credits Andrea Cherchi – Contemplative Momente
Credits Andrea Cherchi – A-Maze Garden
Credits Andrea Cherchi – Life
Da sempre luogo simbolo del Fuorisalone, nei cortili dell’Università degli Studi di Milano viene ospitata la consueta mostra a cielo aperto di opere di design, sono 38 in tutto le installazioni visibili per una settimana. Il tema della mostra è “Ri-generazione” intesa come una rinascita. Tra le opere troviamo:
presso la hall dell’Aula Magna la mostra “I mobili ballerini della casa di Enric Miralles & Benedetta Tagliabue”, dinamici nelle forme e curatissimi nei dettagli di fattura artigianale;
nel chiostro principale La Voce di Idra, una fontana futuristica immaginata da Elena Salmistraro dove le parole chiave sono acqua, rigenerazione, cambiamento e interazione;
nel sottoportico del Cortile d’Onore c’è “Clen Water: Please”, un progetto di Marco Nereo Rotelli realizzato da Ever in Art con l’Associazione Gondolieri Sommozzatori Volontari di Venezia. Una gondola è stata riempita dai rifiuti recuperati dai fondali della laguna e dipinti in blu Klein, il colore dell’infinito;
Fabricating Culture con il sottotitolo “Don’t judge a book by its cover”, una soglia di libri che in realtà è un arco composto da elementi rivestiti in tessuto;
Meta-Verso ad opera di Missoni, dove arredi outdoor surreali, sovradimensionati e dalle proporzioni iperboliche, alludono a un’epoca di cambiamenti e alle capacità del marchio di re-inventarsi senza sosta;
Contemplative Moments nel loggiato ovest, un progetto di Kenzo Takada e K3 team. Un omaggio alla vita e alla meditazione tramite un’isola surreale con elementi d’arredo dai toni poetici, con stampe e decori tratti dall’arte giapponese disposti sotto una copertura sospesa composta da teli di tessuto realizzati in diverse dimensioni e nei pattern iconici del brand;
“A-Maze Garden” nel Chiostro della Farmacia, un labirinto di specchi che visto dall’alto riproduce il disegno di un albero fatto con i loghi della multinazionale Amazon;
Life, un ingresso a un teatro immaginario, una soglia da varcare per partecipare a uno spettacolo continuo: quello della vita. Questo progetto di Alessandro Scandurra in collaborazione con iGuzzini illuminazione vuole rappresentare l’approdo a uno spazio di cambiamento e rinascita, che funga da propulsore per un percorso di rigenerazione costante.
# I giganti Moai in Brera
Credits Roberto Bracco - Moai in Brera
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Credits Roberto Bracco - Gigante Brera
Credits Roberto Bracco - Gigante in Brera
Credits Roberto Bracco - Gigante in Brera
Credit Roberto Bracco - Statua Moai
Per le stradine di Brera ci sono i Moai del gruppo Urbansolid. Due giganti ricoperti di tag con lacrime e simboli di dollaro, euro e yen a ricordarci che se non vogliamo estinguerci come successe al popolo Moai, dobbiamo cambiare qualcuno dei nostri punti di vista. Le statue diventano la metafora del mondo moderno imbrattato da se stesso senza riflettere sulla sua stessa storia, una storia triste che fa versare grandi lacrime sulla guance provate e rugose del grande Moai.
# Le case dipinte di via Balzaretti
Credits Paul Pablo - Via Balzaretti
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Credits Paul Pablo - Casa con fiori dettaglio
Credits Paul Pablo - Casa con rose
Credits Paul Pablo - Casa con trombe e sassofoni
Credits Paul Pablo - Casa con rossetto
Credits Paul Pablo - Casa floreale via Balzaretti
Credits Paul Pablo - Casa floreale via Balzaretti
Fuorisalone sarà anche la strada installazione. Imperdibile via Balzaretti con le sue coloratissimecase dipinte, partendo dalla celebre “casa con i rossetti”, che apre le sue porte al pubblico presentando la nuova collezione Toiletpaper Home, il brand nato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, a cui si aggiungono quelle floreali e quella con trombe, trombette e sassofono.
Nel 2022 ricorre il 50esimo anniversario dalla nascita del fumetto giapponese di Lady Oscar, disegnato da Riyoko Ikeda. Per l’occasione la stazione della metropolitana di Duomo sulla linea rossa M1 è stata tappezzata da centinaia di immagini del personaggio diventato famoso in Italia negli anno ’80 grazie al cartone animato trasmesso in televisione.
In Darsena c’è “Floating Forest” progettata da Stefano Boeri, una piattaforma con 610 alberi di più di 30 specie diverse che creano una foresta galleggiante e pensata come un ecosistema indipendente. L’obiettivo dell’installazione è quello di “equipaggiare e ispirare la nuova generazione a far progredire il mondo” partendo “dall’importanza del ruolo che ha la natura”.
Dov’è il Cremlino? A Città Studi. Questo risponderà ogni milanese DOC. Vediamo come torna a splendere.
Il CREMLINO di Milano torna a risplendere
# Liberty, Art Deco e anche un po’ Soviet
Ph. Milanoguita – Twitter
In Via Colombo 81 a Milano, a Città Studi nelle vicinanze di Via Pascoli, c’è l’Istituto Giuliana Ranzoni che è la sede della Facoltà di ricerche chimiche e biomediche.
A volerlo è stato un imprenditore brianzolo, Luigi Ronzoni, che lo ha dedicato alla madre per donarlo alla ricerca scientifica, di cui era appassionato mentore.
Il progetto è sorto tra il 1924 e il 1927, a cavallo tra la “fine” dell’epoca Liberty e Art Deco e l’arrivo delle prime fortificazioni di cemento armato.
Le forme fantastiche deco e l’imponenza un po’ Soviet della struttura, sovrastata da due cupole e pinnacoli hanno scatenato la fantasia dei milanesi che lo hanno soprannominato “Il Cremlino di Milano”.
# Dalle steppe dell’Est milanese a protagonista di Città Studi
Ph. FAI
Il progetto è stato ideato da Ettore Milinari, eminente accademico di estrazione socialista, completato dal figlio Vittorio in collaborazione con Giacomo Nicoli e il contributo di un esperto di cemento armato, l’ingegnere Arturo Danusso.
Quando è stata scelta la sede dell’Istituto nel 1924 Via Giuseppe Colombo era una zona molto isolata. L’isolamento “nelle steppe dell’Est milanese” e il carattere imponente della struttura, hanno fatto guadagnare il soprannome al Cremlino.
L’Istituto Giuliana Ranzoni si sviluppa su oltre 1.500 m² ed offre perfezionamento post universitario. Dotato di laboratori chimici e biochimici, è sede di Facoltà di ricerche.
Grazie all’espansione urbana di Milano, oggi non è più isolato da tutto ma è uno dei punti nevralgici di Città Studi e, a quasi 100 anni dalla sua costruzione, torna a risplendere con la conclusione dei lavori di restauro.
Ma è Milano che ricorda Mosca oppure il contrario? Già, perché la Facoltà di ricerche chimiche e biochimiche ricorda il Cremlino ma anche viceversa: il palazzo più famoso di Russia in realtà ha una storia che lo avvicina a Milano. Il Cremlino, stavolta quello moscovita, lega Mosca a Milano fin dai tempi del rinascimento italiano.
Nel 1494 un architetto milanese, Aloisio da Carcano, è chiamato a Mosca da Ivan III come capo architetto incaricato di completare i lavori di fortificazione del Cremlino. Aloisio, soprannominato poi Aleviz Milanets e Aleviz Frjazin, ha completato le mura, iniziate da un altro milanese, Pietro Antonio Solari.
Sulla Piazza Rossa di Mosca c’era il fossato di protezione al Cremlino, realizzato da Aloisio e chiamato Alevizov, rinforzato in mattoni e calcare. Aleviz Milanets ha poi risalito il fiume Neglinnaya per realizzare una diga a monte di Mosca e un ponte per l’attraversamento.
In questa affascinante opera dell’azione umana, possiamo contare sul Kreml Milanetz e sul Cremlino di Mosca e farci ispirare da queste solide fortezze Soviet, per ritrovare un’altrettanto solida pace?
Siamo arrivati in un’epoca in cui il turismo ha preso tutta una nuova piega: siamo passati dal voler rilassarci due settimane in spiaggia al voler fare esperienze, partire all’avventura e scoprire qualcosa di nuovo. È qui che sono stati riscoperti i cammini, da quelli spirituali lunghi un mese fino ai classici trekking giornalieri che iniziano ad essere preferiti ad una giornata al lago o al mare. È tra questi che compare il Tracciolino, un cammino molto originale e il cui punto di partenza è solo ad un’ora da Milano. Ma che cosa lo rende così particolare?
Il TRACCIOLINO: il CAMMINO sui BINARI a un’ora da Milano
# Il sentiero ecosostenibile che collega due dighe
Credits: @dadacolombina Tracciolino Trail
Il Tracciolino è un sentiero in gran parte pianeggiante, nonostante si trovi ad un’altezza di 912 metri sopra il livello del mare, e non è particolarmente difficile da percorrere. Eppure è considerato uno dei cammini più curiosi d’Italia.
Si trova in Valchiavenna, in provincia di Sondrio, e può essere definito sentiero ecosostenibile. A differenza della maggior parte di tutte le altre valli e camminate in montagna nelle Prealpi o sui monti vicino a Milano, il bello del Tracciolino è che può essere raggiunto in treno. Sia a Verceia sia a Novate Mezzola, da cui il sentiero parte, arriva infatti un treno che permette, a chi vuole, di lasciare a casa la macchina. Il Tracciolino percorre 10km e inizialmente, quando fu costruito negli anni Trenta, doveva collegare due dighe, una in Val Codera e una in Val dei Ratti. Percorrerlo non è difficile, è infatti adatto a tutti, ma qual è la particolarità che lo rende così originale?
# Un percorso lungo binari e gallerie
Credits: @tisselian Tracciolino
Il Senitero del Tracciolino permette di immergersi nella natura alla scoperta di gallerie e paesaggi scavati nella roccia. La sua particolarità è infatti quella che di camminare lungo binari del treno non più utilizzati. In buona parte del cammino infatti il sentiero lascia spazio ad una ferrovia a scartamento ridotto, una di quelle con i binari più piccoli del solito.
# Il gioco di riflessi del lago di Mezzola
Riflessi sul lago di Mezzola – Wikipedia
Ma il fatto di essere un cammino con i binari non è la sua unica caratteristica. Percorrere il Tracciolino significa un continuo alternare paesaggi mozzafiato a pezzi di storia. Il sentiero si affaccia sul lago di Mezzola, un bacino che si trova sopra il lago di Como ma il cui colore è unico, generato da un gioco di riflessi unico insieme a una concentrazione atipica di metalli, in particolare per alte concentrazioni di cromo. Il lago di Mezzola fornisce circa il 20% delle acque del lago di Como.
# Il borgo con la mini funivia
www.paesidivaltellina.it
Mentre si cammina su binari dei treni affiancati da una carrozza/ bicicletta, ci si immerge in una serie di gallerie e si ritorna sui binari. Durante il percorso si incontra poi un paesino impossibile da raggiungere in macchina: facendo, a piedi, una discesa abbastanza ripida si giunge infatti all’abitato di San Giorgio, dove l’unico “mezzo di trasporto” di cui gli abitanti dispongono è una mini funivia adibita a trasporto merci, rifornimenti e spazzatura.
Vivere in villa a Milano? Un sogno impossibile per molti, soprattutto se si pensa alle dimore sfarzose dei quartieri residenziali più chic della città, ma non è questo il caso. Ecco dove si trovano queste nuove villette e come sono state realizzate.
Le NUOVE VILLETTE di PERIFERIA
# 18 villette di tre piani dall’architettura moderna e sinuosa
Credits abitare.co – Terrazzi villette
A Milano non si costruiscono solo condomini e grattacieli: anche le ville tornano ad essere di moda. Non si tratta delle dimore da sogno nei quartieri residenziali più chic della città e accessibili solo a pochi eletti, ma nuove costruzioni in quartieri che si stanno rigenerando. L’ultimo progetto Milanoinvilla di AbitareCo, in fase di ultimazione, si compone di 18 villette di tre piani dall’architettura sinuosa e moderna, con un gioco dinamico di chiaro e scuro che da movimento alle forme.
Le abitazioni sono caratterizzate da ampi spazi esterni, con terrazzo coperto all’ultimo piano e giardini al piano terreno pensati per il relax delle famiglie. All’interno cucina con vista giardino, salotto, camere da letto e bagni. Sono già state vendute tutte nel 2021 e entro l’anno verranno consegnate.
# La rinascita di Adriano
Credits abitareco – Milanoinvilla
Queste nuovo complesso di villette è stato costruito nel quartiere Adriano, su via Ugo Tognazzi fino all’incrocio con via Ugo Mulas, da qualche anno in fase di rinascita dopo anni di abbandono. In questa area è infatti in cantiere il prolungamento della metrotranvia, parte integrante della futura metrotranvia nord che da Certosa arriverà fino alla fermata di Cascina Gobba M2, e al posto di un gruppo di edifici ex-Aler verrà realizzato un nuovo parco.