Milano non fa schifo ma… il degrado sì. Purtroppo ci sono diversi luoghi trascurati o, peggio, abbandonati all’incuria e allo schifo. Ci arriva questa segnalazione sui giardini Mendel. Siamo alla Maggiolina, ai confini dell’Isola. Una zona tra le più belle ed eleganti di Milano.
Il grave degrado dei GIARDINI MENDEL
ph. Gualberto Berti
“Con la presente, anche a nome di altri frequentatori, voglio segnalare il grave degrado dei giardini Mendel di Viale Restelli in Milano“, ci scrive Gualberto Berti, corredando di immagini le sue parole.
“La sporcizia e rifiuti, anche organici umani, è presente in grande quantità sul prato e viene raccolta sporadicamente, inoltre i cestini sono sempre pieni e per questi occorrere che l’AMSA provveda ad effettuare il loro svuotamento più volte al giorno.
Sarebbe necessario inoltre aumentare il numero di cestini a disposizione anche più grandi quelli attualmente in uso onde evitare che i proprietari di case e uffici li usino per i loro rifiuti domestici”.
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Sai che nella Valle dei Laghi, in provincia di Trento, si può raggiungere un luogo pieno di magia e mistero? Si chiama Castel Toblino e si trova nel comune di Madruzzo, il castello è di origine medievale e affonda le sue origini intorno all’XI secolo. Attorno al castello e al lago si raccontano numerose leggende.
MADRUZZO, il castello da fiaba nella valle dei laghi
# Castel Toblino
Castel Toblino si trova nella Valle dei Laghi, nel comune di Madruzzo, in provincia di Trento. Il castello medievale affonda le sue origini intorno all’XI secolo. L’architettura che possiamo ammirare oggi però è quella del XVI secolo, in seguito ai lavori di ammodernamento decisi dai vescovi di Trento Cles e Madruzzo.
Credits: @dolomiti.it
Unico esempio di castello lacustre, è particolarmente famoso per numerose leggende qui ambientate. Forte della sua singolare posizione, è uno dei castelli più fotografati del Trentino.
# Le leggende del lago
Circa 2000 anni fa, il livello del lago era più alto di circa due metri e il lembo di terra, su cui oggi sorge il castello di Toblino, era un’isola nel mezzo del lago. Gli antichi abitanti del luogo credevano che quel luogo fosse sacro. Infatti, Nel III secolo, lì venne edificato un tempietto dedicato al culto dei Fati, antiche divinità romane capaci di predire il destino.
Credits: @TrentinoWow
Un’altra leggenda narra invece di un tunnel sotterraneo che collegherebbe il castello a Castel Madruzzo e di un ricco tesoro seppellito sotto il lago.
La più famosa leggenda legata al castello racconta l’amore proibito tra il vescovo di Trento, Carlo Emanuele Madruzzo e Claudia Particella. La leggenda si conclude tragicamente.
# Escursioni attorno al Castel Toblino
Castel Toblino è la meta ideale per una rilassante passeggiata sulle sponde del lago, seguita da una cena a lume di candela nell’elegante ristorante, ospitato nelle antiche sale del palazzo.
Credits: @casteltoblino.com
Da Castel Toblino partono alcune interessanti escursioni che permettono di scoprire la Valle dei Laghi. Un piccolo sentiero conduce fino al borgo di Ranzo da cui si può godere di una vista mozzafiato su tutta la valle. Da Castel Toblino è possibile raggiungere anche Castel Madruzzo…senza utilizzare il leggendario tunnel sotterraneo.
Il castello è di proprietà privata. E’ comunque visitabile previa prenotazione.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Cosa c’è di più romantico e fiabesco di dormire all’aria aperta, sotto le stelle, su un comodo materasso nel bel mezzo di un campo di grano? Forse un viaggio a Parigi, che però sicuramente regala emozioni differenti rispetto alla stanza d’hotel più bucolica del mondo.
La stanza d’hotel più BUCOLICA del mondo: DORMIRE in un CAMPO DI GRANO a tre ore da Milano
# Una vista a 360° su Bolzano
credit: siviaggia.it
Ogni anno, nelle settimane più calde dell’anno, il maso Haflinger, nel cuore dell’Alto Adige, offre la possibilità di trascorrere la notte sotto le stelle, in mezzo ad un campo di grano. A San Genesio Atesino, 930 metri sopra il livello del mare, in provincia di Bolzano, si trova questo storico maso, gestito da 5 generazioni della famiglia Plattner, che oltre ad avere tre grandi appartamenti in cui fa alloggiare gli ospiti, ha anche questa particolare e unica “stanza”: un letto matrimoniale e una vista panoramica a 360°.
# Un’opportunità per trovare la pace
credit: siviaggia.it
Un’esperienza unica, che permette di ricongiungersi con la Natura ed, eventualmente, con la persona con cui si condividerà l’esperienza. Lontano dalle luci e dai rumori delle città, sostituiti dalle stelle e dal canto dei grilli, è possibile trovare pace e serenità. Oltre che con la propria dolce metà, è un’opzione anche recarsi in solitaria: può essere un’utile esperienza per ritrovare se stessi e ristabilire un contatto con la propria persona, cosa che ogni tanto può essere utile ad ognuno di noi, prima o poi.
# Non solo un letto in mezzo ai campi
https://www.vivosuedtirol.com
La zona è perfetta per delle lunghe e salutari passeggiate, respirando aria buona e godendo di una spettacolare vista. San Genesio è inoltre chiamato il “paese dei cavalli”, poiché terra dei cavalli di razza Haflinger, dall’inconfondibile manto biondo e la criniera chiara e folta, che si possono osservare e cavalcare nei vari maneggi della zona.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Perché farsi un caffè greco, a Milano? 4 motivi per dimenticarsi la moka.
Il CAFFÈ GRECO: 4 motivi per una novità esotica nella giornata milanese
# Il caffè a Milano va gustato “sedent, sbüjent e per nient”
Credits: comunicaffè.it Pausa caffè
Espresso o moka, il caffè milanese è un piacere ubiquitario che intercetta desideri e abitudini di cumenda e operai, partite iva e travet. Dicevano i nonni meneghini che la nera bevanda si assapora “sedent, sbüjent e per nient”. Ovvero va gustata comodamente seduti, deve essere quasi bollente e possibilmente gratis, regalato, offerto.
Ma nonostante il rito della tazzina non conosca flessioni e, lungi dal volerlo minare, perché non provare una proposta alternativa? Molto simile, ma allo stesso tempo così diverso, è il caffè ellenico, o greco. Che poi è il gemello ortodosso dell’islamico caffè turco, o arabo che dir si voglia. Scuro, profumato, slow e dal sapore esotico, ecco 4 motivi per assaporare il caffè greco.
#1 Semplicissimo da preparare
Credits: @chefsoty Caffè greco
Non occorre né macchinetta né moka. Basta acqua, caffè in polvere macinato finissimo (tipo espresso o ancora di più) e il caratteristico pentolino (ma in carenza si può optare per un altro piccolo contenitore). Quello tradizionale si chiama ibrik, è in rame con l’interno rivestito in argento, oppure in ottone, in alluminio o in acciaio inossidabile. Nell’acqua fredda si aggiunge caffè e si fa bollire, quando sale la schiuma si versa tutto nella tazzina. E, prima di berlo, si aspetta per dar modo alla polvere di depositarsi sul fondo.
#2 Antistress inside
L’espresso milanese oggi è sinonimo di velocità, immediatezza, fretta. Ma nel già citato adagio popolare si sottolineava come la bevanda di origine araba si dovrebbe sorseggiare con calma e lentezza. Se le caratteristiche dell’espresso e i ritmi frenetici dei bar stimolano la velocità, il caffè ellenico detta i tempi, più lunghi e dilatati. Si direbbe “a misura d’uomo”. Il greco, infatti, una volta versato va lasciato decantare, in modo che tutta la polvere si depositi sul fondo della tazzina e al palato arrivi solo il piacere della bevanda.
#3 Profumato e profumabile
caffè greco (da pixabay)
Il caffè greco ha una intensità personalizzabile: può essere fatto strong con miscele di varietà robusta e arabica, oppure con 100% arabica per un gusto più armonico e meno potente. I ricettari consigliano di mettere un grammo di caffè ogni 10 ml di acqua, che corrisponde a circa un cucchiaino per ogni tazzina. Ma nulla vieta di prepararlo più forte, con un cucchiaino e mezzo oppure due. L’ellenico ha inoltre la possibilità di essere aromatizzato durante la preparazione, di solito si aggiunge polvere cannella o cardamomo. Ma i più temerari possono azzardare anche con cacao o cioccolato.
#4 Effetto sorpresa
L’ibrik, gli aromi, l’acqua bollente e il nome poco noto che evoca spiagge e isole di pescatori: sono tutti elementi di novità che possono sorprendere colleghi e amici. Dopo la classica carbonara, la grigliata o l’insalatona estiva vuoi mettere l’effetto-novità di un: “E ora vi sorprendo con un buon caffè ellenico…”? I commensali guarderanno l’ospite incuriositi, stupiti o abbacinati. E saranno indotti ad apprezzare ancora di più l’orientale, nero, fumante e inebriante estratto.
Via Gaggio nel comune di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, nei pressi dell’aeroporto di Malpensa per tre chilometri offre una splendida passeggiata nella brughiera. Ma non solo questo è motivo d’attrazione: è anche un museo a cielo aperto. Chi la percorre può trovare informazioni sugli antichi costumi contadini di un tempo nella zona e di fare un salto nel passato, in particolare ai tempi della permanenza delle truppe tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale.
VIA GAGGIO, a un’ora da Milano il museo a cielo aperto più “colorato” della Lombardia
# Le trasformazioni di via Gaggio: da strada di connessione ad attrazione per turisti
credits: @pathfinder.ht IG
Per lungo tempo, Via Gaggio è stata la strada di connessione tra le valli del Ticino. Dal Medioevo in poi la strada è stata ricostruita e distrutta diverse volte a causa di conflitti e cambi di gestione dei territori.
Dalla fine dell’Ottocento, la brughiera è diventata un importante centro militare, di cui è possibile percorrere la storia tra le due guerre che hanno danneggiato Milano, fino agli anni Novanta del Novecento, quando è diventata un’attrazione per turisti. Perché via Gaggio attrae turisti? Non certo per il cemento e la pietra che per anni hanno ricoperto le erbe del Ticino.
# Cos’è la Brughiera?
credits: @chiebasta76 IG
La brughiera è un ambiente tipico della Lombardia, il cui terreno è argilloso e sabbioso, non ottimale per la crescita di fiori ed erbe colorate. In primavera e in estate il paesaggio della via di Gaggio si tinge di colorisgargianti, mentre il verde brillante imperversa durante tutto l’inverno. Questo luogo, privato di terreno dalla costruzione dell’aeroporto di Malpensa, riesce a catturare l’attenzione con le sue fioriturestagionali che si stagliano in mezzo alle strade della metropoli milanese.
# La bellezza della natura e il simbolo di Gallarate
credits: @giuliadifraia1991 IG
La biodiversità della Brughiera di Gaggio si colora con tinte diverse a seconda delle stagioni, ciò che garantisce la fioritura e la crescita delle differenti piante è la vicinanza del Ticino. In primavera, specificatamente a fine maggio, cresce il fiore caratteristico del terreno gallaratese, la Ginestra dei Carbonai: il fiore giallo che si diffonde in tutto il territorio portando luce laddove si intravedono ancora le ombre della Seconda Guerra Mondiale.
A fine estate invece ricopre il terreno un fiore dalle tinte viola il cui nome, Brugo, è strettamente legato alla natura del territorio. Ma Gaggio non perde i suoi colori neppure d’inverno grazie alla presenza della Brughiera boscata, animata dalla betulla a corteccia bianca e colorata di verde smeraldo dalle conifere del Pino silvestre.
# Dove parcheggiare
In particolare sono tre i luoghi dove lasciare l’auto:
una all’inizio di Via Gaggio nel comune di Lonate Pozzolo;
una in corrispondenza del Centro Parco;
una in Piemonte nei pressi del Ponte di Ferro sul Ticino.
Da tutte queste aree è possibile imboccare il percorso della Strada del Gaggio e godersi una splendida passeggiata tra la brughiera del Parco del Ticino.
“Ogni libro è un malato immaginario che per guarire aspetta solo di essere letto. Gli svizzeri, sembra che lo abbiano capito “. Mi piace iniziare con queste parole di Lorenzo Morandotti, lette sul Corriere di Como, il racconto delle cabine telefoniche della Città Ticino ritornate a nuova vita come biblioteche del libro usato. Sono 64 in totale, vediamo come sono state trasformate.
La nuova vita delle CABINE TELEFONICHE del Ticino
# Una nuova iniziativa sociale: le bibliocabine
credits: ticinonews.ch
Sono tante le cabine telefoniche rinate con una nuova funzione sociale grazie all’attivismo di cittadini volenterosi del quartiere. Una nuova esperienza sociale che potrebbe ispirarne altre con diversi prodotti o servizi.
Vengono definite Bibliocabine, dove chi vuole può portare i propri libri letti e può prenderne uno, per leggerlo a casa o in su un’eventuale panchina nelle vicinanze.
# 64 bibliocabine posizionate per tutta la città
credits: ticinonews.ch
Sono molti i luoghi dove si possono trovare queste cabine: nelle stazioni, davanti agli uffici postali, davanti alle scuole, nei giardini pubblici, presso pompe di benzina. Insomma, in ogni luogo di passaggio, così che diverse tipologie di persone possano usufruirne.
L’ultimo censimento, riferiva di sessantaquattro cabine sparse sul territorio e per chi volesse essere aggiornato su dove trovarle, può fare riferimento alla pagina Instagram @Cultura.a.spasso.Ticino.
# Un’idea che incoraggia alla lettura in un’ottica ecologica
Un’esperienza culturale eccezionale, perché invita alla lettura e diffonde cultura, ma allo stesso tempo anche un’esperienza ecologica notevole, in quando attraverso il libro usato si educa al concetto di riciclo intelligente al posto dell’abbandono.
Non ci resta che sperare che abbiano lunga vita e ampia frequentazione.
L’adrenalina della leggendaria vittoria azzurra in Spagna si era già intiepidita, quando un’emorragia cerebrale ci portò via Beppe Viola.
BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio
# Il “raccontatore” dello sport
Credits: @memomi_official Beppe Viola
Era la sera del 17 ottobre 1982 e, uno dei giornalisti sportivi più carismatici e sanguigni, stava preparando il “pezzo” per la Domenica Sportiva sulla rocambolesca partita Inter-Napoli 2-2. A un tratto si accascia sulla scrivania, i colleghi accorrono, ma per Beppe non c’è più nulla da fare. Morirà la mattina dopo al Fatebenefratelli. Ha 43 anni ancora da compiere: davvero troppo giovane per lasciarci, troppo giovane per lasciare una moglie e quattro figlie piccole.
Beppe Viola (Peppi per l’amata e paziente consorte) non sarebbe corretto definirlo “cronista”, parola fredda per un appassionato delle “cose” come era lui. Viola era un “raccontatore” di sport, un narratore generoso, che nelle partite di calcio non si fermava al risultato, ai gol, alle azioni e alle statistiche. Lui amava il calcio (e lo faceva amare) con aneddoti, battute e comparazioni, che aiutavano a spiegare meglio la gara e i fatti.
# Una carriera molto varia: umorista, autore di canzoni, sceneggiatore e dialoghista
Credits: @futurboba Beppe Viola
Era nato a Milano il 26 ottobre 1939 e sin da giovane aveva una grande voglia di comunicare, con la scrittura: chiamarlo “solo” giornalista è riduttivo, perchè Beppe Viola era anche umorista, autore di canzoni, sceneggiatore e dialoghista. Si, perchè scrisse anche per due film, “Cattivi pensieri” e “Romanzo popolare”. Le canzoni le componeva con l’amico Enzo Jannacci, con cui condivise l’infanzia in un cortile di via Lomellina. Lavorò anche per il cabaret, mettendo giù battute per Cochi e Renato, Massimo Boldi e Diego Abatantuono. Ma Beppe Viola fu anche scrittore e autore di riflessioni sulla rivista Linus. Tutte attività difficili da scindere tra loro, infatti basterebbe vedere e ascoltare un suo servizio televisivo per capire come, anche in una semplice intervista, Viola ci mettesse la battura del cabarettista, la riflessione dello scrittore e le atmosfere dello sceneggiatore.
Fu tra i conduttori de La Domenica Sportiva: quando c’era lui la trasmissione era più vera, più viva, ti dimenticavi quasi che dopo alcune ore c’era la sveglia che suonava e dovevi iniziare una settimana di lavoro o di studio. Beppe Viola, era bello sapere che c’era. Ecco perchè gli amanti del calcio e delle “cose raccontate e da raccontare” subirono la sua improvvisa mancanza con una sensazione di vuoto, di tristezza e di malinconia.
# L’uomo che entrò nelle case degli italiani come uno di famiglia
Credits: @memomi_official Beppe Viola
Intervistò Gianni Rivera sul Tram n. 15 e, il 27 marzo 1977, coniò un nuovo termine, il “derbycidio”, per descrivere un Inter-Milan finito con un nulla di fatto, nel risultato e nel gioco. E per sottolineare la bruttezza di quella gara, alla Domenica Sportiva, invece di trasmetterla, la sostituì con un Inter-Milan del 24 febbraio del 1963, ovvero il primo derby giocato da Sandro Mazzola, che segnò dopo 13 secondi dal fischio iniziale. Viola era geniale e coraggioso, non gli importava molto delle critiche degli altri, soprattutto se erano suoi “capi”.
Arrivò alla Rai nel 1961, si narra che all’esame d’assunzione, Enzo Biagi, componente della Commissione esaminatrice, gli chiese se Fanfani, in quella Dc, fosse più verso la sinistra o la destra e Viola rispose, “dipende dai giorni”. Quel piglio ironico, quella faccia da “non prendiamci troppo sul serio”, quegli occhi da ragazzo che aveva dormito poco la notte, entrarono presto nelle case degli italiani e gli italiani lo accolsero subito come uno di famiglia. Ecco perchè quando ci dissero che Beppe era morto, fu come aver perso un caro parente.
Il mare italiano non ha nulla da invidiare a quello dei tropici. Dall’Adriatico al Tirreno sono moltissime le località dove nuotare in un mare turchese o verde smeraldo. Vediamo questa spettacolare selezione.
I LUOGHI in Italia con il MARE CRISTALLINO
#1 Spiaggia di Padulella, con ghiaia bianca e acqua cristallina (Isola d’Elba – Toscana)
Credits sehdiridue IG – Spiaggia Padulella
Sulla splendida Isola d’Elba c’è una spiaggia di ghiaia bianca, con acqua cristallina immersa tra le scogliere e la natura: Padulella. Contornata da alte falesie bianche, la spiaggia si trova a est della Punta di Capo Bianco e proprio la sua posizione permette ai venti meridionali di arrivare e enfatizzare la trasparenza del mare che per effetto dei bianchi fondali passa da gradazioni di verde acqua, al turchese e all’azzurro. Per arrivarci si percorre un sentiero panoramico di 10 minuti.
#2 Baia delle Zagare, la spiaggia dei faraglioni pugliesi (Puglia)
Credits gabriele.sonnessa IG – Baia delle Zagare
La Baia delle Zagare è considerata una delle 10 spiagge più belle d’Italia grazie al suo paesaggio mozzafiato. Incastonata in un tratto di costa alta, tra insenature frastagliate e suggestive grotte marine con la sua soffice sabbia chiara, questa baia offre un mare con i colori che sfumano dal turchese allo smeraldo. I faraglioni a strapiombo sul mare e gli enormi scogli che emergono dall’acqua contraddistinguono questo luogo da sogno. Può accedervi gratuitamente chi alloggia in uno degli hotel della baia oppure a pagamento prenotando gli accessi giornalieri.
Castro è una piccola perla del Salento. Un borgo con il centro storico su una collina, Castro Alta, e la zona sottostante che affaccia su un mare favola, Castro Marina. Oltre alle acque cristalline è famoso per le grotte naturali. Per godere di una vista a 360 gradi, sulla costa e sul porticciolo, la piazzetta è il luogo perfetto.
#4 Cala Francese, la caletta di sabbia e roccia (La Maddalena – Sardegna)
Credits assuru89 IG – Cala Francese, La Maddalena
Tra i luoghi dove trovare un mare cristallino non poteva mancare l’arcipelago de La Maddalena, al largo della Sardegna. Un susseguirsi di calette raccolte con acqua dai colori sensazionali e stupendi panorami. Tra le più suggestive e tranquille c’è Cala Francese, una spiaggia con poca sabbia e roccia e acque dal colore turchese al verde smeraldo.
#5 Cala Rossa, una spiaggia incastonata nella scogliera (Favignana – Sicilia)
Favignana è una delle meravigliose isole dell’Arcipelago delle Egadi in Sicilia, forse la più conosciuta. Tra le tante spiagge dove si può prendere il sole o rinfrescarsi nelle acque turchesi c’è Cala Rossa, una delle più belle tra quelle incastonate nella scogliere. L’arrivo a piedi o in barca regalano in egual misura uno spettacolo da sogno.
#6 Isola dei Conigli, tra le più belle al mondo (Lampedusa, Sicilia)
Credits: @perinicarol – Isola dei Conigli
La spiaggia dei Conigli, sull’isola di Lampedusa, è considerata una delle più belle d’Italia e addirittura del mondo. Sia nel 2020 che nel 2021 ha raggiunto il primo posto nella classifica TripAdvisor Travellers’ Choice delle 25 migliori spiagge europee. Il colore turchese delle acque si mescola con il colore bianco della sabbia finissima, regalando un panorama caraibico. Attorno alla spiaggia i colori della macchia mediterranea si alternano a calette e spiagge.
Come Montevecchia è chiamato il “monte di Milano”, Pusiano viene definito “il lago di Milano”. A poco più di un’ora si trova un’oasi incantata celebre soprattutto per i tramonti infuocati quando il sole si specchia con il suo colore rosso nelle calme acque del lago. Scopriamo dove si può ammirare questo spettacolo della natura molto amato dai milanesi come luogo perfetto per un pic-nic.
PUSIANO, il “lago di Milano”
# Il Lago di Pusiano tra le colline brianzole
@procusnais75 IG – Lago di Pusiano
Qualche decina di km più a sud del lago di Como tra le province di Lecco e Como e le colline brianzole, si trova un lago capace di regalare scorci nella natura e tramonti indimenticabili: il Lago di Pusiano. La scelta ideale per vedere il cielo infuocarsi al tramonto e specchiarsi così rosso nello specchio d’acqua. Un perimetro di 11 km su cui affacciano 7 comuni, dove Pusiano e Bosisio Parini sono i più ricchi di storia.
# Il “bel paesaggio” decantato da scrittori e poeti e amato da pittori e fotografi
Credits bucc1989 IG – Lago di Pusiano
Il lago di Pusiano e i suoi tramonti sono stati decantati da scrittori, poeti e immortalati da pittori e fotografi. Plinio il Vecchio lo chiamava il “Bel Paesaggio” nella sua Naturalis Historia, Giuseppe Parini lo chiamò Eupili ispirandosi allo scrittore e infine il pittore Giovanni Segantini scelse questo luogo per dipingere uno dei suoi capolavori più belli: l’Ave Maria a Trasbordo.
# La località migliore dove vedere un tramonto mozzafiato
Credits dany_mambretti IG – Tramonto Lago di Pusiano
Sebbene il tramonto sia visibile da ogni direzione, il luogo perfetto per uno spettacolo mozzafiato è nel Comune di Bosisio Parini, sul lato est. In alternativa si può scegliere il lido di Moiana nel Comune di Merone, dopo aver parcheggiato in località Casletto, percorrendo un sentiero sul lungolago dove si possono ammirare anche una serie di sculture di legno e finire il cammino godendosi un aperitivo al tramonto.
Credits bijoux_and_cats IG - Marmitte dei Giganti a Oltressenda Alta
Delle conche naturali con acqua cristallina e suggestive cascate, una meta ideale per un gita rinfrescante fuoriporta. Ecco dove si trovano e come arrivarci.
Le MARMITTE dei GIGANTI: le più BELLE PISCINE NATURALI a un’ora da Milano
# Le “Marmitte dei Giganti”: conche naturali scavate dal fiume Ogna
Credits bijoux_and_cats IG – Marmitte dei Giganti (Bergamo)
In provincia di Bergamo a Valzurio, una frazione di Oltressenda Alta, ci sono delle conche naturali scavate dalle fredde acque del fiume Ogna: le Marmitte dei Giganti. Delle vere e proprie piscine caratterizzate da acqua cristallina e da suggestive cascate che si susseguono una dopo l’altra, in sequenza.
# Come arrivare da Milano
Milano-Marmitte dei Giganti
Ci vuole circa 1 ora e mezza per raggiungere queste piscine naturali da Milano. Si prende l’autostrada A4 fino all’uscita di Bergamo, poi nell’ordine la strada statale 4470 per la Val Brembana, la strada provinciale 35 in direzione Nembro e infine la strada statale 671 e la strada provinciale 49. Arrivati alla frazione di Valzurio nel comune Oltressenda Alta, dalla via Presolana, si lascia l’auto nella località Spinelli. Da qui si prosegue a piedi su una comoda strada sterrata, una strada agrosilvopastorale che conduce ai piedi del Massiccio della Presolana.
# Un cammino di 2 ore attraverso il bosco
Credits bijoux_and_cats IG – Marmitte dei Giganti a Oltressenda Alta
In alternativa, una volta giunti a Valzurio, si procede lungo il percorso CAI 340 che passa in mezzo al bosco e segue il torrente Ogna, dove si attraversano guadi e sentieri poco lineari e quindi non proprio alla portata di tutti.
Credits kiato75 IG – Buco del freddo
Il cammino dura in totale 2 ore e lungo la strada si può vedere il Buco del Freddo, una costruzione in pietra utilizzata in passato per conservare i prodotti freschi, e poi le baite del Moschel. Le Marmitte dei Giganti sono a cinque minuti a piedi da quest’ultime, appena attraversato un piccolo ponticello in ferro sul fiume Ogna.
Credits pedro_asti_canton IG - Tram e fermata metro
Dopo l’aumento del costo dei biglietti ATM, deciso dall’agenzia del trasporto pubblico locale del bacino della città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, e lo scarico delle colpe da parte del Comune di Milano su Regione Lombardia, non si è fatta attendere la replica dell’assessore alle infrastrutture e trasporti regionale. Ma di chi è veramente la colpa?
Scoppia lo SCONTRO tra Regione e Comune sul RINCARO dei BIGLIETTI: di chi è la responsabilità?
# L’accusa dell’assessore alla mobilità di Milano: “Ci siamo adeguati ad una norma imposta dalla regione Lombardia“
Credits hoigole IG – Palazzo Marino
Dopo solo tre anni si prospetta un nuovo rincaro dei biglietti ATM, il terzo in dieci anni. Nel 2011 si era passati da 1 euro a 1 euro 50, con la durata di utilizzo salita da 75 a 90 minuti. Nel 2019 si era passati invece da 1,50 e 2 euro, con l’estensione della validità alla prima cerchia dei comuni della Città Metropolitana e la possibilità di più ingressi in metropolitana. In autunno il prezzo crescerà tra i 10 e i 30 centesimi, salvi gli abbonamenti.
La scelta è stata presa dai soci dall’agenzia del trasporto pubblico locale del bacino della città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia ma l’assessore alla mobilità di Milanoscarica la colpa su Regione Lombardia: “Se avessimo potuto scegliere, non avremmo certo deciso ora l’adeguamento tariffario all’Istat dei biglietti del trasporto pubblico locale, in un momento economicamente difficile per i cittadini. Ci siamo adeguati ad una norma che è stata imposta dalla regione Lombardia, a trazione leghista, con una legge approvata a luglio”.
# La risposta dell’assessore regionale ai trasporti: “Le agenzie del Trasporto pubblico locale sono libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat“
Credits: Andrea Cherchi – Regione Lombardia
Non si è fatta attendere la replica da parte dell’assessore alle infrastrutture e trasporti della Lombardia Claudia Maria Terzi: “Le agenzie del Trasporto pubblico locale sono assolutamente libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat. […] Da parte nostrapossiamo evidenziare che eventuali aumenti decretati dalle Agenzie si rivelerebbero più contenuti qualora le Agenzie operassero le decurtazioni derivanti dalle verifiche del raggiungimento degli obiettivi qualitativi definiti preventivamente dalle agenzie stesse .”
Inoltre, puntualizza l’assessore regionale, “dato che i servizi Atm sono tuttora gestiti dal Comune e il ricavato dei biglietti alimenta il bilancio comunale. Il Comune di Milano, in quanto ente regolatore, può dunque proporre in autonomia di evitare aumenti dei biglietti facendovi fronte col proprio bilancio.”
# L’attacco di Fabrizio de Pasquale, ex-consigliere di Forza Italia a Palazzo Marino: “le amministrazioni di centrosinistra hanno aumentato del 120% il biglietto del tram“
Fabrizio De Pasquale, direttore di MilanoPost e per oltre 20 anni consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, attacca il centrosinistra per la politica di aumento dei prezzi in contrasto con quella “green” professata dalle amministrazioni che si sono succedete, da Pisapia a Sala: “quindi le amministrazioni di centrosinistra hanno aumentato del 120% il biglietto del tram, niente male per chi vorrebbe obbligare tutti a lasciare a casa l’auto“.
Una crescita costante dei prezzi nel mercato immobiliare di Milano, fermata temporaneamente dal calo della domanda nel 2020. Recenti studi ufficializzano che il settore ha ripreso a marciare. Vediamo i dettagli.
1200 euro un bilocale in periferie: esplode il CARO AFFITTI dopo la tregua pandemica
La dinamica dei prezzi a Milano
Credits: Mediamodifier, via Pixabay
Dopo i ribassi degli affitti registrati in occasione della pandemia, in cui è calato il bisogno di locazioni per lavoratori in smartworking e studenti fuori sede in DAD, i canoni hanno ripreso a salire.
Lo dimostra un report dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa.
Il rincaro si attesta al +5,6% per i monolocali (contro il +3,4 della media nazionale), +4,9% per i bilocali (+3,5% nazionale) e +4,2% per i trilocali (+2,8% nazionale). Secondo l’Osservatorio Milano Immobiliare, inoltre, nel capoluogo lombardo anche i prezzi di vendita degli immobili sono i più alti d’Italia, paragonando tutte le città con oltre 500.000 abitanti.
Scaricando il report marchiato Tecnocasa, saltano subito all’occhio le cifre massime. Il bilocale in periferia a Milano arriva a costare 1200€ al mese. Si può pagare questa cifra in diverse zone, come in Ticinese, XXII Marzo-Dateo, Cadore e Montenero. Il meno caro a 650€/mese, tra Varesina, Espinasse, Amoretti, Vialba e Villapizzone.
Nelle zone centrali il bilocale più caro è in Garibaldi-Moscova, circa 2500 Euro.
Va male anche ai monolocali, che toccano la vetta di 800€ in Pagano, Corso Vercelli Cenisio/MacMahon, Centrale e Porta Nuova, ma si attesta a 750 in Porta Genova, Solari, Domodossola, Loreto, Centrale e Caiazzo. Il monolocale meno caro è a Villapizzone, con un canone di 400 €/mese.
I trilocali passano dai 1900€ di Pagano ai 750€ di Villapizzone, Vialba-Amoretti, passando da step di 1800 in Corso Vercelli e Wagner, 1700 di Aquileia e i 1400 di Domodossola e Sarpi-Arco della Pace.
Aggiornato ad oggi anche la finestra sul settore curata da OMI, Osservatorio Milano Immobiliare.
Secondo OMI, Milano città continua a guidare il settore immobiliare, con il 43% degli annunci sul totale di quelli presenti in tutta la provincia. La zona con più annunci è quella del centro storico, con oltre 1884 annunci tra affitto e vendita. In totale a Milano sono presenti 49826 annunci immobiliari, suddivisi in 26190 di vendita e 23636 per l’affitto.
Le variazioni più significative negli ultimi 3 mesi, riguardano le locazioni commerciali in aumento di +8,29%, l’incremento di domanda – quindi di prezzo – delle villette a schiera che nell’ultimo trimestre segna un +8,50% e i bilocali, +4,99% in tre mesi. Calano drasticamente i casali, -13,17%, così come attici (-5,01%), mansarde (-2,88%) e villette bifamiliari (-6,04%).
Questa crescita del mercato immobiliare a Milano è un business sostenibile?
Sai che tra la Provincia di Como e quella di Sondrio c’è un piccolo Comune poco considerato? Si chiama Gera Lario ed è uno degli angoli più belli d’Italia, da dove si può godere di un panorama mozzafiato che dà direttamente sul lago, e da dove parte uno dei percorsi di trekking più spettacolari del nostro Paese.
GERA LARIO e il BALCONE PANORAMICO a due ore da Milano
# Gera Lario, una delle perle meno considerate del lago di Como
Credits valeteo93 IG – Gera Lario
Al confine tra la Provincia di Como e la Provincia di Sondrio, sulla punta estrema del lago di Como, c’è un piccolo Comune poco considerato rispetto ai borghi più famosi ma altrettanto suggestivo: Gera Lario. È uno degli angoli più belli d’Italia, da dove si può godere di un panorama mozzafiato che dà direttamente sul lago, e dove parte uno dei percorsi di trekking più spettacolari del nostro Paese.
# Il percorso di trekking con uno dei balconi panoramici più spettacolari d’Italia
Panorami Gera Lario
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Credits meri.stella IG - Monte Berlinghera
Credits bennypadula - Lago di Mezzola
Il sentiero è adatto a ogni età, ha un dislivello di 700 metri e arrivando sul Monte Berlinghera a 1.930 metri di quota, si può godere uno dei balconi panoramici più belli che esistano nel nostro Paese.
Dalla vetta delle Alpi Lepontine, dove sono visibili i resti di una cappella dedicata agli alpini, si possono ammirare infatti: la spettacolare vista del Lario, le acque color smeraldo del piccolo lago di Mezzola, separato dal lago di Como dal fiume Mera, la Valchiavenna, il Pian di Spagna, il maestoso Monte Legnone, che è la cima più alta della provincia di Lecco con i suoi 2.609 metri, e tutte le vette che circondano il lago di Como.
Credits hrdc91 IG – Alpe di Mezzo
Il percorso è fatto di sterrati e mulattiere, attraversa boschi di querce, abeti e faggi e altipiani, incrocia piccole pievi e baite di pietra, l’Alpe di Mezzo e l’Alpe Pescedo, e ci vogliono circa 2 ore per giungere alla fine.
Credits roxy.kd – Altalena gigante Bocchetta di Chiaro
Uno degli scorci più belli di questo trekking è sicuramente quello che si può ammirare seduti a dondolarsi sopra un’altalena panoramica gigantesca fatta di legno posizionata a 1.600 metri d’altezza. Per provare questa esperienza bisogna seguire le indicazioni verso Bocchetta di Chiaro e sarà facile trovarla.
Dopo aver percorso la strada statale 340 fino a Gera Lario, arrivati all’altezza del ponte sul torrente San Vincenzo, si seguono le indicazioni per Bugiallo. A questo punto si prosegue per 3 km in salita fino a un bivio, dove svoltare a destra e proseguire sulla strada stretta ma asfaltata che porta fino a San Bartolomeo. Qui, a circa 12 km da Gera Lario, si trova l’omonima chiesa di San Bartolomeo e il parcheggio dove lasciare l’auto per continuare a piedi lungo questo emozionante sentiero nella natura.
Per chi è costretto a rimanere in città anche il mese di agosto, fino al 29 sono previste settimane difficili. Soprattutto se si sceglie di star fuori a mangiare.
Niente panico, perché i locali aperti ci sono ma bisogna sapersi organizzare bene. Vediamo come
10 LOCALI APERTI ad agosto a Milano dove andare se non si è in vacanza
# L’estate in città
Qualsiasi sia il motivo, ad agosto ci saranno milanesi che rimarranno in città. Rispetto alle estati di 40 anni fa qualcosa è migliorato: dal deserto assolato e silenzioso, la piccola metropoli ha visto arrivare un flusso turistico non indifferente, quindi anche la vita commerciale si è adeguata intorno a questo. Milanesi e turisti che si troveranno ad agosto a cenare fuori, troveranno alcuni posti aperti. Le zone già rinomate come Navigli, Porta Venezia e Porta Nuova sono una garanzia, così come alcune catene di franchising.
Vediamo la mappa a macchia di leopardo stilata da Scatti di Gusto, per organizzarsi meglio.
#1 Cucina tipica milanese
Golosi di risotto, ossobuco e altre prelibatezze della cucina tipica milanese, anche ad agosto sarà possibile soddisfare i palati alla ricerca di questi sapori. Lo Spirit de Milan, sulla Bovisasca, resterà sempre aperto dal martedì alla domenica, ad eccezione del 14 agosto che anticipa il turno di riposo per aprire a Ferragosto.
Prenotazione consigliata: meglio il form online piuttosto che la telefonata.
Spirit de Milan – da Waze
#2 A base di carne
Credits: Al Mercato Group, pagina FB
I locali Al Mercato Group, con i loro Steak & Burgers, rimangono aperti tutto agosto. Sarà possibile pranzare e cenare alle sedi nelle zone più ricercate di Milano: Porta Ticinese, in Via S. Eufemia; a Porta Venezia, in Corso Venezia e a Porta Nuova, sul Viale della Liberazione.
Dei locali Cocciuto di Milano, la sede di Via Procaccini rimarrà aperta ad agosto. Procaccini-Sempione si conferma una zona aperta, accogliente e dove passare una serata di relax e qualità, anche grazie a questa scelta.
Non il solito menu, propone anche il brunch.
Procaccini – da Waze
#4 Il pesce
Credits: Pesce d’Oro, pagina FB
Per gli amanti del pesce si segnala il Pesce d’Oro Bistrot, di Viale Montegrappa al 2. Ampia scelta anche da vetrina, il Bistrot spazia dalle cruditè, ai primi e ai secondi tutti a base di pesce. È dichiarato aperto tutto agosto.
Non può certo mancare Porta Romana all’appello, con la proposta della Cascina urbana di Cuccagna. Un posto a Milano resta aperta tutto agosto, fin dalla mattina fino a sera tardi.
La cascina è anche un modo per scoprire i segreti della Milano di una volta.
Cuccagna 2 – da Waze
#6 I GuD, ma con attenzione
GUD – Credits: vivimilano
Sui franchising abbiamo detto che si può contare, ma attenzione a non darli per scontati. I GuD sono aperti, ma a singhiozzo.
Si può contare sempre su quelli vicino all’acqua: ai Bagni Misteriosi, sui Navigli, all’Idroscalo e il GUD Beach.
Credits la.roby.gi IG – Terrazze Duomo di Milano by night
Naturalmente anche in Piazza Duomo ci sono proposte per cenare in relax, proprio accanto alla Madonnina. Zelo, il ristorante del Four Seasons, resta aperto tutto agosto. Altrettanto farà il Bistrot del Mandarin Garden Hotel.
Duomo – da Waze
#8 Lievito madre di Milano e d’Italia
Berberè – Credits: thewalkman
C’è Berberè che terrà aperte tutto agosto. I locali dei fratelli Aloe saranno aperti a Milano, così come le altre sedi in tutta Italia. La mission: fare pizze “buonissime” (come da loro claim) da lievito madre, per tutta l’estate 2022.
Nel caldo di agosto c’è sicuramente un posto di Milano che non si ferma mai, ed è la Stazione Centrale. Arrivi e partenze si sovrappongono a ritmo frenetico.
C’è sicuramente chi ha bisogno di rifocillarsi prima della partenza, o chi scende affamato da un treno: per tutti le proposte gourmet dei locali in stazione rimarranno disponibili.
Staz Centrale – da Waze
#10 L’Hinterland
Itinerari attorno a Villa Castelbarco e a Vaprio d’Adda
Ci sono possibilità anche per chi vive nell’hinterland, oppure desidera scoprire la Città Metropolitana proprio nei mesi in cui c’è più calma e deserto.
Meglio chiamare per confermare l’apertura, ma sono segnalati aperti il Crotto di Piuro (VA), così come il gemello dei Navigli a Milano, il Koiné di Legnano e i due locali fuori Milano di Cornaredo e Nerviano, appartenenti alla Pasticceria Moschella.
Chi resta a Milano ha voglia di segnalare qualche altra proposta?
I cambiamenti climatici, la necessità di proteggere gli ecosistemi naturali e l’avanzamento della tecnologia sta portando a immaginare e progettare nuove città sempre più all’avanguardia. Scopriamo quelle più futuristiche che potrebbero nascere nei prossimi anni.
Le 7 CITTÀ più FUTURISTICHE che verranno costruite nel MONDO
#1 BiodiverCity, tre isole artificiali collegate all’isola di Penang in Malesia
Penang Property Talk – Biodivercity
Lo studio BIG sta progettando BiodiverCity, una città composta da tre isole artificiali costruite al largo dell’isola di Penang in Malesia per un’estensione di 1.821 ettari. Ognuna potrà ospitare da 15.000 a 18.000 residenti, avrà la forma di una ninfea e sarà collegata da una rete di trasporto autonoma senza auto. Per la costruzione degli edifici sarà utilizzata una combinazione di bambù, legno e cemento prodotti da materiali riciclati, con un cuscinetto ecologico attorno a ciascun distretto per sostenere la biodiversità.
#2 Maldives Floating City, la prima città galleggiante al mondo
maldivesfloatingcity.com – Maldivesfloatingcity-
Entro il 2024 dovrebbe nascere la prima città galleggiante al mondo: Maldives Floating City. Il progetto elaborato dallo studio di architettura Waterstudio è mirato a trovare una soluzione all’aumento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico che renderanno inabitabile entro il 2050 la gran parte delle Maldive. Sono previste 5.000 case galleggianti di pochi piani e sarà costruita su una serie di strutture esagonali adatte ad ospitare circa 20.000 persone.
#3 Innovation Park, la città intelligente alimentata dalla tecnologia blockchain (Nevada – USA)
dezeen-Ehrlich Yanai Rhee Chaney Architects e Tom Wiscombe Architecture – Innovation Park
Il magnate della criptovaluta Jeffrey Berns, con l’aiuto degli studi di architettura Ehrlich Yanai Rhee Chaney Architects e Tom Wiscombe Architecture, intende dare vita una città intelligente alimentata dalla tecnologia blockchain. Il nome scelto per il progetto è Innovation Park e dovrebbe essere realizzato su un lotto di terreno nel deserto del Nevada di 27.113 ettari. Nella mente dell’imprenditore questa città sarà una comunità in cui le persone possono archiviare, votare e immagazzinare dati senza il coinvolgimento di governi o terze parti.
#4 Telosa, la città più ecosostenibile al mondo (Stati Uniti d’America)
engelvoelkers_taormina IG – Telosa
La città di Telosa è nata dall’idea dell’imprenditore miliardario Marc Lore e sviluppata dall’architetto danese Bjarke Ingels e il suo studio BIG. Sarà costruita da zero su un sito ancora sconosciuto nel deserto degli Stati Uniti e dovrebbe ospitare cinque milioni di abitanti. L’obiettivo è che diventi “la città più sostenibile del mondo”. Secondo Lore la terra sarà di proprietà della comunità, in modo che gli aumenti di valore possano finanziare lo sviluppo della città avendo come priorità il benessere dei residenti.
#5 Smart Forest City avrà 7,5 milioni di piante e alberi (Messico)
stefanoboeriarchitetti.net – Smart Forest City
In Messico, vicino a Cancun, potrebbe nascere una “città-foresta”: Smart Forest City. Il progetto è sviluppato dall’architetto milanese Stefano e prevede di costruire una città smart e ricoperta di verde, 7,5 milioni di piante e alberi su 557 ettari di estensione, che potrà accogliere 130.000 persone. Le abitazioni saranno ricoperte di piante e saranno disponibili a prezzi accessibili per sperimentare un modo più sostenibile di vivere in città.
#6 Amaravati, una nuova capitale dominata da vegetazione e verde (India)
dezeen-fosters and partner – Amaravati
Lo studio di architettura Foster + Partners sta progettando la nuova capitale per lo stato dell’Andhra Pradesh in India. La città di Amaravati sarà realizzata sulle rive del fiume Krishna e sarà organizzata attorno a un edificio governativo con la sommità di un ago. Il quadrante centrale sarà occupato da vegetazione o acqua per oltre il 60% della sua superficie.
#7 The Line, la città rettilineo lunga 170 km senza auto (Arabia Saudita)
Credits dezeen-Nemo – The Line
Nelle ultime settimane il governo dell’Arabia Saudita ha rilasciato le ultimi immagini di The Line, una città lineare lunga 170 chilometri e alta 500 metri parte del mega-sviluppo di Neom, pensata come alternativa al tradizionale layout urbano circolare. L’investimento previsto è di 500 miliardi di dollari e non sono previste auto e strade, ma un sistema di trasporto pubblico ad alta velocità che collegherà le due estremità in 20 minuti. La larghezza sarà di soli 200 metri e al suo interno dovrebbe abitarci una popolazione di nove milioni di persone.
A Milano ci sono tantissimi hotel di lusso che sollecitano l’interesse dei turisti, alcuni esempi? Il Mandarin Oriental, il Principe di Savoia o il Four Season Hotel. Ma ce ne sono altrettanti che offrono soggiorni accessibili a tutti. E allora ecco 5 hotel tra i più low cost della città (gli hotel sono stati selezionati anche in base alle valutazioni di Booking.com sulla qualità, il punteggio minimo scelto è stato 7/10).
5 HOTEL LOW COST di Milano
# Grand Hostel Coconnut in zona Lima
@sophiaveg Coconut Milano
In una traversa di Corso Buenos Aires, precisamente in via Vitruvio, 25, c’è il primo degli hotel low cost milanesi: il Grand Hostel Coconnut. Un ostello che offre la possibilità sia di dormire in dormitori che in camere private e che garantisce sempre la privacy ai propri ospiti: anche in dormitorio infatti gli ospiti possono ritagliarsi momenti per sé grazie alle tendine che coprono il letto e che non fanno vedere cosa si sta facendo agli altri che dormono della stanza.
L’ostello, non lontano dal centro e a pochi passi dalle principali attrazioni milanesi, ha anche un giardino, un terrazzo, bar e sale comuni dove poter ballare, giocare o leggere. Il prezzo? Su Booking una notte in dormitorio costa da 33 euro (con qualche offerta) mentre la stanza privata dell’hotel costa circa 90 euro e se occupata da 3 persone (numero massimo di ospiti che può contenere la camera) significa che il prezzo è di circa 30 euro a testa.
# Ostelzzz a 10 minuti dalla Stazione Centrale
@tintin.boa Ostelzzz
Sempre nella stessa zona, in una traversa di Corso Buenos Aires ma opposta a quella del Coconut Hostel, c’è un altro degli hotel low cost di Milano. In Via Giorgio Jan, 5A c’è Ostelzzz Milano, un ostello molto particolare dove non ci sono vere e proprie camere, ma piuttosto dormitori con letti a capsula. È il primo albergo milanese a proporre questa particolare tipologia di alloggi, ripresa dai capsule hotel degli aeroporti e proprio per questo un soggiorno a Ostelzzz è più un’esperienza che una mera notte in hotel. L’ostello high-tech fa fare il check-in ai propri ospiti direttamente con un computer all’ingresso dell’ostello (con riconoscimento facciale, impronta digitale ecc.). Inoltre, l’ostello propone sale comuni dove giocare e divertirsi. Qui una notte costa circa 50 euro.
Rimanendo in tema ostelli, in viale Monza, 38, c’è il Milano Ostello. Qui si può scegliere tra camera privata o dormitorio, rigorosamente diviso in maschile e femminile. I colori e un arredamento moderno e giovanile rendono il soggiorno a Milano Ostello piacevole sia per ragazzi e ragazze che per famiglie (se numerose riescono ad occupare anche un intero dormitorio). Una notte al Milano Ostello costa meno di 30 euro a persona, anzi se si riesce a prendere anche qualche offerta Booking, con 20 euro si dorme a Milano in una zona molto comoda per raggiungere il centro, soprattutto perché l’ostello è davanti alla fermata della metro rossa Pasteur. Unica cosa da tenere a mente: nel prezzo di Milano Ostello è compresa bene o male solo la colazione, sono da pagare a parte invece biancheria, parcheggio e distributori di acqua o bevande.
# Madama Hostel & Bistrot in via Benaco
@madamahostelmilano madama hostel Milano
In zona Porta Romana, in Via Benaco, 1 c’è Madama Hostel & Bistrot, un design hostel accogliente e luminoso che basa la propria accoglienza sull’ecosostenibilità e l’arte. L’obiettivo dell’ostello è circondare i propri ospiti di bellezza: qui ci sono infatti ben 15 opere di writer e artisti di fama internazionale che rendono il Madama Hostel & Bistrot una sorta di museo, in effetti l’ostello fa parte del percorso espositivo del Museo di Arte Urbana Aumentata di Milano. Sale comuni e camere sono decorate da opere d’arte, in più, il Madama Hostel & Bistrot è entrato nei 33 ostelli più instagrammabili al mondo. Qui una notte in dormitorio parte dai 40 euro.
# YellowSquare Milano in zona porta Romana
@riccardo__toni YellowSquare Milano
Siamo sempre in zona Porta Romana e sempre in un ostello. YellowSquare è uno degli ostelli più famosi della città, nonché luogo ideale per giovani che non vogliono solo visitare la città ma viverla. L’ostello si trova in via Serviliano Lattuada 14 ed ha un design molto minimalista. Qui una notte costa all’incirca 30 euro, anche poco meno, se si decide di dormire nei dormitori (che possono essere femminili o misti), mentre il prezzo si alza se si sceglie la stanza privata, in questo caso si paga circa 120 euro in due. YellowSquare è però l’ostello perfetto per divertirsi, per questo è una delle prime scelte dei giovani.
Quest’estate il caro vita ha messo gli italiani e non di fronte ad una scelta: godersi le vacanze o risparmiare. Ma non c’è per forza bisogno di spendere tanto per farsi una vacanza, anzi. In Italia c’è un borgo che ha promosso un’iniziativa molto particolare: donare un libro in cambio di un soggiorno gratuito. Ecco di cosa si tratta.
Una VACANZA in cambio di un LIBRO
# L’iniziativa per riscoprire i borghi e la lettura
@sara.di.giacomo Macchiagodena
L’iniziativa porta un libro e ti regalano una vacanza è volta ad incentivare il turismo in un borgo caratteristico del centro-sud Italia, ma anche a far interessare alla cultura, e nello specifico alla lettura, le persone. Il libro diventa il mezzo per scoprire nuovi luoghi. L’iniziativa si chiama “Genius loci – portami un libro e ti regalo l’anima” ed è stata ideata e promossa dal comune di Macchiagodena, un borgo di poco più di 1600 abitanti in provincia di Isernia, nel Molise.
# Il regolamento
@leavventuredimoni Macchiagodena
Per aderire all’iniziativa il gioco era molto semplice. Fino al 12 luglio era sufficiente compilare il modulo di adesione presente sul sito del Comune e all’arrivo a Macchiagodena consegnare un libro con una dedica che spiega i motivi che hanno spinto l’ospite a visitare il paese. Chi può beneficiare della vacanza non deve però essere residente in Molise. Sul modulo di adesione bisognava anche segnare il periodo in cui si intendeva fare la vacanza e consegnarlo dall’1 al 12 luglio. Dal 21 luglio al 15 ottobre 2022 chi ha consegnato il modulo potrà godere del soggiorno gratuito: una volta arrivato in paese all’ospite verrà regalato un soggiorno in un B&B, casa vacanza, agriturismo, o affittacamere del borgo.
# Il borgo della lettura
@boncultureit Macchiagodena
Fondato nel X secolo d.C., Macchiagodena è un antico borgo medievale molisano conosciuto anche come “Terrazza sul Matese”, perché il paesaggio circostante è dominato dal massiccio del Matese. Nel borgo le case in pietra e il Castello, ai tempi fortezza di avvistamento per il controllo dei confini, fanno fermare chi lo visita al tempo storico in cui fu creato. Da qualche anno però il borgo è diventato caratteristico anche per la sua attenzione alla cultura e soprattutto alla lettura. Dal 2016 Macchiagodena è infatti sede dei Borghi della Lettura, è parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo e dell’associazione Borghi Autentici d’Italia. Un amore per i libri che si vede anche in giro per il paese nelle panchine a forma di libro con citazioni importanti che si trovano.
C’è un borgo dove le macchine non possono entrare: il paradiso della quiete. Non solo. A questo si aggiunge che il paese è immerso tra le Alpi. A due ore da Milano.
CHAMOIS: a due ore da Milano l’unico comune vietato alle auto
# La Perla delle Alpi: il 95% dei cittadini non voleva una strada
@hch22 Chamois
Borgo a 1815 metri di altitudine, nella Valtournanche, la valle laterale della Val d’Aosta. All’ombra del Cervino, denominato la Perla delle Alpi, Chamois è abitato solo da 110 persone che vivono in case di pietra e legno. La particolarità di questo borgo è che qui non sono ammesse le macchine: non solo, non è mai arrivato neppure l’asfalto. Nel pieno del Boom Economico italiano, nel 1965, a Chamois si dovette decidere se accogliere la modernità oppure no, ma i cittadini decisero categoricamente che questa non dovesse arrivare.
Il 95% dei cittadini votò contro la costruzione di una strada che li collegasse con la valle sottostante. Rimaneva, però, il problema di raggiungere la valle e alcuni servizi, così chiesero come soluzione una funivia.
# L’unico collegamento: la funivia
@funiviadichamois Funivia chamois
Da quando fu costruita, la funivia diventò, e lo è tutt’ora, l’unica fonte di collegamento tra Chamois e il resto della valle. Altrimenti, zaino in spalla e voglia di camminare o pedalare. Il borgo, infatti, è sempre stato collegato al resto dei paesi attraverso sentieri percorribili a piedi o in bicicletta. Questo fa capire che il suo obiettivo non è mai stato quello di isolarsi dal mondo, ma semplicemente non ha mai voluto accettare una strada in asfalto e tutto ciò che ne consegue, auto e traffico. La ormai famosa funivia, prima molto piccola e dal 2001 più comoda e spaziosa, collega Buisson, frazione di Antey-Saint-Andrè, alla frazione di Corgnolaz, nel comune di Chamois.
# Chamois è una perla turistica
@hch22 Chamois
Nonostante sia impossibile raggiungerlo in macchina, Chamois è una vera e propria perla turistica montana. Con 17 chilometri di piste da sci in inverno e molti percorsi ed escursioni d’estate, ogni anno è visitata da un buon numero di persone.
Tra i sentieri più belli da percorrere c’è il sentiero di Seingles, tra 93 ripidi tornanti e scorci mozzafiato come le cascate del torrente Chamois, oppure il sentiero che collega la frazione Corgnolaz con il paese Le Magdaleine, una passeggiata adatta a tutti che fa parte dell’incantevole itinerario “La gran balconata del Cervino“.
A breve distanza dal rincaro del 2019, il biglietto ATM aumenta di nuovo. Ecco quanto costerà.
🔴 AUMENTA il BIGLIETTO ATM: metro e bus subiscono un nuovo rincaro
# Fino a 30 centesimi in più per il biglietto ATM
leggo.it – Biglietto Atm
Se nel 2018 il biglietto per muoversi all’interno del territorio del comune di Milano costava 1,50 euro, nel 2019 ci fu un rincaro che scombussolò molto persone. Il costo del viaggio diventò 2 euro, un aumento di circa il 33%, giustificato però dall’agevolazione per chi veniva da fuori perché, insieme all’aumento del prezzo, era stato introdotto il sistema integrato STIBM (un solo biglietto per viaggiare in territorio urbano ed extra-urbano).
In autunno però il biglietto ATM registrerà un nuovo rincaro: potrà variare dai 10 ai 30 centesimi in più, non è ancora stato deciso. La notizia è stata data mercoledì mattina durante l’assemblea dei soci dell’agenzia del trasporto pubblico locale del bacino della città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Ma perché ci sarà questo rincaro?
# L’inflazione colpisce i biglietti ma non gli abbonamenti (per ora)
“Il regolamento tariffario regionale stabilisce che le tariffe debbano essere adeguate annualmente in base al tasso di inflazione definito dalla regione stessa con proprio atto, corretto in funzione di indicatori di qualità definiti dalle agenzie”. Il motivo del rincaro è quindi la normativa regionale che ha imposto a tutte le società dei trasporti lombardi, compreso ATM, di adeguare le proprie tariffe all’inflazione. Tuttavia, anche se sicuramente ci sarà un aumento del costo del biglietto, il Pirellone ha concesso alle aziende la libertà di differenziare le tariffe, per questo ATM ha scelto di aumentare il prezzo dei biglietti singoli e non degli abbonamenti. In questo modo si andrebbe a pesare il costo su chi viaggia occasionalmente con i mezzi pubblici piuttosto che su chi lo fa quotidianamente.
# L’assessore alla mobilità: colpa della Regione
@atm_milano M1
Intanto, Arianna Censi, assessore alla mobilità del comune di Milano, dice “Se avessimo potuto scegliere, non avremmo certo deciso ora l’adeguamento tariffario all’Istat dei biglietti del trasporto pubblico locale, in un momento economicamente difficile per i cittadini. Ci siamo adeguati ad una norma che è stata imposta dalla regione Lombardia, a trazione leghista, con una legge approvata a luglio”. In effetti aumentare di nuovo il prezzo del biglietto ATM. in un periodo di crisi come questo, non aiuta di certo i cittadini, che già si trovano di fronte ad un continuo aumento dei prezzi dei beni primari e non.
L’istituto di ricerca Nomisma e l’Agenzia delle Entrate prevedono un nuovo rincaro dei prezzi per l’acquisto di un nuova casa nel prossimo triennio, con Milano che si conferma la città più costosa d’Italia. Ecco come sta andando il mercato e le previsioni fino al 2024.
CASE a Milano sempre più CARE: atteso un +12% nei prossimi TRE ANNI
# In crescita la percentuale di italiani in cerca di casa
credit: sinistraxmilano.org – Vendesi
In base a una ricerca condotta da Nomisma, che considera il triennio 2022-2024, la percentuale degli italiani in cerca di una nuova casa è del 3,7%. A questo si aggiunge un altro 9,6% che si prepara a farlo nonostante sia prevista una crescita dei prezzi fino al 2024. Secondo l’Agenzia delle Entrate il 2022 dovrebbe concludersi con una riduzione dei prezzi del 5,6%, anche se il periodo preso in considerazione è solamente il primo trimestre, e registrare un segno meno ancora nel 2023 per poi invertire il trend con un brusco aumento fino al 12% nel 2024.
# A Milano rincari da record con previsione di un +12% entro il 2024
Credits Andrea Cherchi – Milano edifici
La città che si prepara a registrare l’aumento maggiore è Milano. Oggi bisogna mettere in conto un rincaro del 6,3%, ma le previsioni entro il 2024 stimano il raddoppio di questa percentuale e quindi circa il 12%. Anche Roma segnerà un sensibile rincaro fermandosi però al 9%.
I fattori principali coinvolti in questa crescita sono il calo del mercato dei mutui, che in percentuale comporterà un importo mensile maggiore per poter ottenere lo stesso mutuo e rate più alte e l’inflazione conseguente anche alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina.