Un concetto rivoluzionario di casa è arrivato anche a Milano. A breve partiranno i cantieri per sviluppare il primo progetto. Cos’è il City Pop e in quali zone sarà disponibile?
In partenza i CANTIERI per le MICRO CASE POP a Milano: dove sono e quanto costano
# Un nuovo concetto di abitare: le micro case pop
Credits theplan.it – Citypop
Arriva a Milano, un nuovo concetto di casa: le micro case (city pop). L’idea arriva dalla società immobiliare svizzera Artisa: realizzare il primo edificio City Pop a Milano, un nuovo modo di abitare che nasce da un concetto rivoluzionario, soprattutto in Italia: la casa diventa un vero e proprio servizio.
L’immobiliare svizzera vanta sedi in diversi paesi europei e dal 6 luglio 2021 ha stipulato un contratto preliminare anche in Italia, in un quartiere in forte sviluppo come NoLo, in Viale Monza.
# Il format: appartamenti micro con ogni servizio, solo per affitti brevissimi
credit: aziendabanca.it
L’immobiliare ha acquistato lo stabile al civico 137/39 di Viale Monza, ex proprietà del Gruppo Unipol, per fare un radicale “cambio di destinazione”: le circa 300 unità saranno ottimizzate, rinnovate, arredate e provviste di ogni comodità (wifi incluso). Dalla lavanderia, al parcheggio interrato per gli utenti che ne usufruiranno, fino agli spazi comuni e i servizi di pulizia, palestra, monopattini e car sharing.
Le ex stanze d’albergo diventeranno dei micro appartamenti con metrature comprese tra 25 ai 60 mq, dedicati agli affitti brevi, da minimo 4 a massimo 52 settimane e la prenotazione avverrà tramite app, garantendo un servizio all-in-one.
Un investimento di oltre 30 milioni di euro che darà vita, entro il 2023, al primo edificio city pop nel Belpaese e dove nulla è lasciato al caso, anche la zona scelta infatti è estremamente comoda e strategica per gli spostamenti in città e fuori: a pochi metri dal civico c’è la fermata della metropolitana rossa Turro.
# Un format già avviato in Svizzera per un target dinamico
In Svizzera questo concetto di abitazione ha già preso piede, vedendo la presenza di micro appartamenti a Zurigo e Lugano, inoltre sono previste aperture a lungo termine anche a Berna, Losanna, Ginevra, Berlino e Basilea. Tutte grandi città dove il bisogno di dinamicità, flessibilità e comodità sono importanti, visto il target a cui è rivolto il progetto.
I city pop infatti sono pensati per studenti, giovani coppie, i lavoratori con necessità di spostarsi e sostare per brevi periodi in città evitando i costi degli alberghi o semplicemente persone alla ricerca di flessibilità, incompatibile con i classici contratti di affitto 4+4.
# Anche i Navigli diventeranno pop: i primi cantieri in partenza entro giugno 2022
Non solo Viale Monza, altre 120 city pop (con metrature tra i 28 e 32 mq) verranno realizzate anche sui navigli, in Via Alzaia Naviglio Grande 118, tra l’edificio della Thun e l’ex Bobino club, dove verrà sviluppato un edificio di circa 7.000 metri quadrati con 109 appartamenti, aree ricreative e di co-working comuni e 34 posti auto interrati. I cantieri per la trasformazione dell’Atahotel partiranno entro il mese di giugno, quelli per il progetto sui Navigli invece entro la fine dell’anno.
# I costi? Calcolati con algoritmi
credit: ppan.it
L’inizio della “vendita” delle micro case nel quartiere NoLo è prevista per la fine del 2022 e, secondo un algoritmo che tiene conto dell’offerta dei monolocali semi arredati in zona: il costo d’affitto mensile dovrebbe essere di circa 750 €, mentre per gli appartamenti in zona Navigli si può arrivare a 1.000 € mensili.
# Praga come Milano: 108 appartamenti nella splendida cornice di Piazza Venceslao
I lavori, proseguono non solo a Milano. L’immobiliare svizzera ha acquistato da poco un immobile di circa 4mila mq nel cuore di Praga, in Piazza Vanceslao, dove realizzerà, entro marzo 2022, altri 108 micro appartamenti seguendo il concetto city pop. I lavori saranno eseguiti nel totale rispetto dell’edificio, protetto dall’Unesco perché bene storico in memoria di Jan Palach, eroe nazionale.
# La prima rete transnazionale di microcase
Concludiamo con la dichiarazione di Stefano Artioli, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Artisa Group, che sul progetto dice:
“L’obiettivo di Artisa è quello di realizzare in Italia duemila appartamenti con il concetto City Pop entro il 2022 e 15mila in tutta Europa entro il 2025, così da costruire la prima rete transnazionale dedicata al micro living, basata su una piattaforma digitale proprietaria che grazie all’intelligenza artificiale la rende intuitiva e facilmente utilizzabile”.
In attesa del prossimo ponte, per chi dispone di poco tempo 10 destinazioni raggiungibili in treno a/r in giornata.
10 LOCALITÀ da raggiungere in TRENO da Milano per una gita o per una breve vacanza
1. Colico, il “paradiso degli sportivi” (1h 37)
Surf, kite surf, windsurf, vela. Il paradiso degli sportivi sulla punta del lago di Como, dove tira sempre una brezza fresca e il lago è più pulito. Non solo: un’ampia spiaggia, tanto verde, ciclabili, sentieri e il battello. Un treno parte ai venti di ogni ora a partire dalle 6.20 dalla Centrale, si arriva a Colico dopo un’ora e trentasette minuti. Per chi lo vuole usare come base per vacanze di prossimità è comodo per raggiungere belle località come Chiavenna, Tirano o Madesimo.
2. Varenna-Bellagio, la “perla del lago di Como” (1h13)
Trekking, paese caratteristico, la perla del lago di Como, il gelato di Bellagio. Stesso treno dalla Centrale (ai venti di ogni ora, a partire dalle 6.20), si arriva a Varenna-Esino dopo un’ora e tredici minuti. Cinque minuti e si è sul lungolago da dove si possono prendere battelli e traghetti per Bellagio. Come base per una breve vacanza Varenna e Bellaggio sono perfette per girare il lago o per salire sui monti tra i due rami del lago. Perfetto per una vacanza d’altri tempi: il soggiorno al lago era una delle mete più esclusive per l’aristocrazia europea di ottocento-inizio novecento.
3. Vigevano e la sua piazza (31′)
La piazza più bella d’Italia, negozi di scarpe, la prima città lombarda ad aver ottenuto in epoca moderna “il titolo di città”. A partire dalle 6.42 ogni ora da Porta Genova parte un treno che arriva a Vigevano in 31 minuti. Per gli appassionati della grande Milano è anche una delle località che, fuori dalla provincia, dovrebbero essere reincorporate nella cintura metropolitana. Per chi voglia trascorrere una vacanza di prossimità, è la base giusta per vivere e scoprire gli angoli più suggestivi del parco del Ticino.
4. Morbegno, la porta della Valtellina (1h 39)
La porta della Valtellina. Si può mangiare nei crotti, camminare sulle Alpi Retiche o sulle Orobiche, andare in bici lungo l’Adda, rinfrescarsi nel Bitto. Sempre in treno si può anche arrivare all’Aprica, con 10 minuti di bus. Se si prosegue fino a Tirano si può prendere il Bernina Express. Ogni ora a partire dalle 6.20 dalla Centrale parte un treno che arriva Morbegno in un’ora e trentanove.
5. Verbania, la “capitale” del lago Maggiore (1.15)
La “capitale” del lago Maggiore, ideale per respirare un po’ di spleen, di male di vivere, di genuina inquietudine, ispira poesie maledette. Il primo treno diretto parte dalla Centrale alle 7.29 e arriva a Verbania-Pallanza dopo un’ora e 15 minuti. Altri treni praticamente ogni ora. L’estate 2020 il lago Maggiore sta diventando una delle grandi sorprese.
6. Arona e le sue palafitte (0.53)
arona
Si arriva con ferrovie dello stato o ferrovie nord. Ha il fascino della città di mare pur essendo sul lago. Nel comune si trova il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago, compreso tra i “siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi“, dal 2011 nell’elenco del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Stesso treno come sopra: il primo treno diretto parte dalla Centrale alle 7.29 e arriva ad Arona dopo 53 minuti. Altri treni praticamente ogni ora.
7. Isola Bella (Stresa) (1.08)
L’isola dei pescatori, uno dei giardini più belli d’Italia. Villa Borromeo. Stesso treno come sopra: il primo treno diretto parte dalla Centrale alle 7.29 e arriva a Stresa dopo un’ora e otto minuti. Altri treni praticamente ogni ora. Da Stresa in pochi minuti un battello porta sull’Isola Bella.
8. Sirmione, la perla del Garda (0.51)
sirmione
Le terme, il centro storico antico, meglio di Desenzano perché è più caratteristica, piena di tedeschi. Ed è anche vicina a Gardaland.
Anche tre treni all’ora dalla Centrale raggiungono la stazione di Desenzano-Sirmione in 51 minuti/1 ora.
9. Cremona e la bassa lombarda (1.10)
La città di violini, liuteria, la città del Torrazzo e delle tre t. Dalla Centrale un treno all’ora a partire dalle 6.20 in un’ora e dieci siamo a Cremona. Per una vacanza alternativa in cui riscoprire le città della bassa lombarda.
10. Recco (Liguria Levante) (2.29)
Per la spiaggia, il cibo e la pallanuoto meglio di Santa Margherita. Portofino a due passi, grigliate di pesce e focacce. Per chi vuole spiagge più spaziose: Cavi di Lavagna. Altre alternative: Sestri Levante, Levanto o, per chi ha più pazienza, Monterosso e la scarpinata lungo le cinque terre. Il primo diretto parte dalla Centrale alle 7.25 e arriva a Recco in 2 ore e 29 minuti. Stessa durata (2.25) in direzione opposta: VENEZIA.
Il Bajkal Italiano. Pochi sanno che il lago più pulito d’Europa è a un’ora di auto da Milano.
Il “LAGO più PULITO d’EUROPA” a un’ora da Milano
# Il mini Bajkal d’Italia: Due chilometri di lunghezza, 75 metri di profondità
Si tratta del lago di Mergozzo, definito da alcuni il lago Bajkal d’Italia, visto che malgrado la sua ridotta grandezza, due km di lunghezza per uno di grandezza, supera i 75 metri di profondità per un volume totale d’acqua di 90 milioni metri cubi.
In linea d’aria dista un paio di chilometri dal più grande e celebre Lago Maggiore, a cui è collegato da un canale artificiale, e a una decina dal lago D’Orta.
# Acqua di sorgente
Le acque di questo lago sono risultate le più pulite d’Europa anche grazie all’assenza di industrie sulle sue rive, il divieto d’uso di barche a motore e una rete fognaria che devia gli scarichi fuori dalle acque del lago.
Per questo non esiste alcun elemento che possa inquinare l’acqua del lago che risulta così come di sorgente. Proprio per questo è meta di turismo soprattutto dalla Germania dove il lago risulta più famoso che in Italia. Si praticano sport acquatici come canoa, kayak, windurf e pesca sportiva.
# Tra i suoi record: l’albero più famoso del Piemonte e il “battesimo” del vento
Mergozzo vanta altri record: nel suo territorio si trova anche un olmo secolare, il più famoso albero monumentale del Piemonte ed ha perfino dato il nome al vento, il vento di Mergozzo, appunto.
Rappresentazione satirica del Meneghino che domina l'aquila austriaca
I nomi assegnati ai luoghi simbolo e alle persone che la abitano possono rivelare molto delle tradizioni di una città: qui abbiamo un esempio di storie che emergono da due dei soprannomi più diffusi per chiamare gli abitanti della nostra Milano, soprannomi su cui sono stati costruiti film, manuali e meme.
I Meneghini
Gli abitanti di Milano, lo sappiamo, si chiamano Milanesi. Come sinonimi, però, spesso troviamo il termine “ambrosiano” e “meneghino”.
Il primo, deriva dal santo patrono della città, il vescovo Ambrogio, su cui pare inutile soffermarsi in queste poche righe, che non renderebbero certo giustizia a cotanta figura storica.
Più prosaico è il termine meneghino, che deriva dal nome del noto personaggio del teatro milanese, poi maschera della commedia dell’arte. Un servo ridicolo e codardo, fedele al proprio padrone, ma vittima di raggiri e zimbello di tutti.
Rappresentazione satirica del Meneghino che domina l’aquila austriaca
Fu Carlo Maria Maggi a renderlo protagonista di quattro commedie da lui scritte alla fine del 1600, per poi essere ripreso e meglio delineato da Carlo Porta nell’Ottocento.
Meneghino è il diminutivo di Domenico, e ciò sarebbe dovuto all’uso diffuso tra il XVI secolo e il XVIII secolo da parte di milanesi non propriamente ricchi, di avere a servizio uno o più servitori solamente nella giornata di domenica, in occasione di pranzi e ricevimenti che si usava dare nella giornata festiva.
Per i detrattori il termine meneghino descrive un’attitudine molto propensa a servire il padrone di turno solo per opportunismo.
I Bauscia
Un termine molto usato in città, forse più un tempo che oggi, “bauscia” indicava il fanfarone, colui che si dava arie, lo sbruffone. Colui che parlava troppo per lodarsi e perdeva bava, o saliva che voler si dica!
Pareche in Brianza si usasse il termine per chi accoglieva, all’ingresso delle cittadine, ma soprattutto a Lissone, i forestieri, raccontando loro dove fossero le locande e gli artigiani migliori.
Guido Nicheli, l’eccellenza dell’impersonificazione del Bauscia
A Milano, dallo sbruffone all’interista, il passo fu breve! Erano infatti così appellati i tifosi interisti (prevalentemente borghesi, industriali, commercianti, e appunto un po’ sbruffoni) da parte dei cugini milanisti (che a loro volta erano chiamati casciavit dagli interisti, essendo i tifosi del Milan di estrazione più popolare, espressione della Milano operaia).
Una contrapposizione della Milano sportiva anni Sessanta e Settanta, espressione di una realtà ormai scomparsa.
Tra parchi, giardini e il famoso bosco verticale, di certo non si può dire che a Milano manchi del verde. La città non potrebbe fare a meno dei suoi polmoni e proprio grazie a loro si aggiudica per la terza volta il riconoscimento internazionale “Tree Cities of The World”. Milano diventa così la città degli alberi ed entro il 2030 vedrà la nascita di 20 nuovi parchi.
MILANO si tinge di verde e diventa la CITTÀ DEGLI ALBERI con 20 NUOVI PARCHI
# Per la terza volta città degli alberi
Il Bosco Verticale -Isola
Per l’immaginario comune vivere in grandi città significa rinunciare al verde ed essere circondati solo dal cemento dei palazzi, ma non è così per Milano. La City, infatti, ospita innumerevoli parchi e zone verdi dove poter passeggiare, fare picnic o lavorare all’aria aperta.
Ed è proprio per l’impegno nella valorizzazione di ben 25 milioni di metri quadri di verde pubblico, che per la terza volta a Milano viene riconosciuto il titolo di Tree Cities of The World: “Un riconoscimento che ci gratifica per tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo”, afferma l’assessora al Verde, Elena Grandi.
# Continuità, impegno e innovazione
credits: @arbordayfoundation
Un titolo di prestigio quello di Tree Cities of the World, che ogni anno viene assegnato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dall’Arbor Day Foundation. E tra le città italiana quest’anno si trova anche Milano. Un riconoscimento internazionale che fa onore al capoluogo lombardo premiato per essere una delle migliori città nella gestione, cura e miglioramento del proprio patrimonio arboreo e nella progettazione di nuove foreste urbane.
Ad annunciarlo l’assessora del comune di Milano ad Ambiente e Verde, Elena Grandi durante il Tree and Green Cities Forum di Lignano Sabbiadoro. “Un riconoscimento che premia la continuità e l’impegno con cui Milano, in questi anni, ha saputo valorizzare i suoi 25 milioni di metri quadri di verde pubblico tra parchi e giardini e che le ha consentito di inserirsi in un network internazionale che condivide esperienze e buone pratiche per rendere la città sempre più resiliente” commenta la Grandi.
# 20 nuovi parchi in arrivo
Credits: Urbanfile-Milano
Ottenere il titolo non è facile come può sembrare. Milano ha soddisfatto i cinque standard fondamentali richiesti dal comitato giudicante: stabilire le competenze necessarie per gestire il proprio patrimonio arboreo attraverso una struttura dedicata, regolamenti per la gestione del verde, conoscenza e censimento del proprio patrimonio arboreo, definizione di risorse dedicate al verde urbano oltre ad azioni rivolte a divulgare i risultati attraverso convegni ed eventi.
Ma le ambizioni di Milano di certo non si finiscono qui. Entro il 2030 l’amministrazione ha un obiettivo concentro e promette di realizzare 20 nuovi parchi urbani per rendere la città ancora più bella, sana e accogliente. E per il resto d’Italia?
# Creare una rete internazionale green
credits: IG @rinnovabili.it
L’obiettivo di “Tree Cities of the World’ è creare una rete internazionale di città che condividano conoscenze e buone pratiche per la corretta conservazione delle foreste urbane e degli spazi verdi. Ad oggi sono ben 138 le città in 21 nazioni in tutto il mondo che hanno ricevuto l’ambito riconoscimento. Tutte molto diverse tra loro: da Washington, San Francisco a Barcellona, Madrid, Bruxelles e Lima. E anche l’Italia non è da meno. Oltre a Milano anche Torino, Padova, Cesena, Modena, Lignano Sabbiadoro e San Mango d’Aquino si tingono di verde portando una ventata di aria fresca all’Italia.
Il lago Sørvágsvatn è un profondo lago dalla forma allungata, a 30 metri sopra il livello del mare, che osservato da alcune angolazioni risulta a picco sull’oceano. Si tratta di un’illusione ottica che dà l’impressione che il lago sovrasti l’a distesa di acqua salata, quasi inclinandosi versa essa.
# Come arrivarci
Si trova nell’isola di Vàgar, nelle Faroe, arcipelago tra Norvegia e Islanda. Se si ha voglia di fare un viaggio particolare, invece che arrostire su qualche spiaggia al mare, visitare le Isole Faroe è un’ottima opzione. Esistono voli diretti dai paesi principali più vicini, come Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Islanda. Collegamenti interni tra le isole che fanno arrossire l’Italia e il ponte invisibile sullo stretto di Messina: strade, ponti e tunnel sottomarini che permettono di andare a visitare facilmente il lago Sørvágsvatn.
Nonostante la posizione, il clima è sorprendentemente mite: durante la stagione estiva la temperatura media gira intorno ai 13°. Sicuramente non l’ideale per gli amanti del caldo, ma che davanti ai paesaggi mozzafiato di questa terra dimenticheranno subito il dettaglio della temperatura.
Credits: artribune.com - Kengo kuma associates - Vista dall'esterno Welcome Feeling at work
Nella periferia est di Milano si trova il quartiere di Crescenzago. Diviso in due dal tratto esterno della metropolitana M2, il quartiere si estende da un lato verso la Martesana e via Padova e dall’altro verso il fiume Lambro, via Civitavecchia e via Rizzoli. Proprio in questa via sorgerà il nuovo progetto di architettura biofilica realizzato dallo studio giapponese Kengo Kuma and Associates, presentato alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura. Di che progetto si tratta?
La rivoluzione GIAPPONESE a Milano EST: i cittadini vivranno in simbiosi nella NATURA
# Architettura e natura si fondono assieme in un unico progetto
Credits: kengo kuma associates
Il famoso studio di architettura Kengo Kuma ha presentato a marzo 2021 in Triennale il suo nuovo progetto che avrà sede proprio a Milano, per la precisione nel quartiere di Crescenzago.
Credits welcomemilano – Rendering progetto dall’alto
Il disegno prevede la costruzione di sei edifici, di diverse altezze, che ospiteranno:
43.500 mqdiuffici
1.000 mq di aule meeting
2.700 mq di spazi co-working
un auditorium
un’area commerciale di 1.800 mq
2.000 mq di ristoranti.
Sono previsti inoltre un supermercato, un’area wellness e alcuni spazi destinati a mostre ed eventi temporanei.
Credits welcomemilano – Rendering esterno e terrazze
Lo spazio sarà scandito da diversi cortili per una superficie di 4.800 mq, in parte coperti da vetrate e in parte aperti, ed un sistema di serre e terrazze ospiterà una fitta vegetazione che si estenderà per 7.300 mq. Yuki Ikeguchi, la progettista, ha affermato che i terrazzamenti sono stati pensati come “estensioni degli spazi esterni” ed accoglieranno “orti, giardini e camminamenti accessibili a tutti”. L’investimento complessivo è di 300 milioni di euro.
# L’architettura biofilica: gli elementi naturali che migliorano salute e produttività
L’identità del progetto si può riassumere in due parole: legno e vegetazione. Il nuovo complesso di edifici sarà uno splendido esempio di architettura biofilica, anche chiamata bio-architettura, che consiste nella stretta correlazione tra strutture artificiali ed elementi naturali e paesaggistici. Questo approccio, come ha spiegato la progettista di Welcome, feeling at work, consente di trascorrere del tempo a contatto con la natura anche nell’ambiente di lavoro.
Seguendo questa visione, gli edifici saranno costruiti con materiali organici e naturali, in modo da creare uno spazio integrato con la natura e la vegetazione, vere protagoniste del concept. Gli elementi naturali, come la luce, l’aria e il legno, stimolano i sensi e la mente, facendo davvero la differenza sul posto di lavoro in termini di produttività, ma soprattutto di benefici per la salute fisica e mentale.
Il progetto sceglie inoltre di andare controcorrente, in una direzione molto diversa da quella presa per le torri e i grattacieli che caratterizzano lo skyline milanese. Il complesso, infatti, si svilupperà con un impianto orizzontale, così da suggerire un’idea di espansione e continuità con il vicino Parco Lambro.
# Verso una definitiva riqualificazione per la zona
credits: pinterest.it – Scalda del Portaluppi
Gli edifici prenderanno il posto del vecchio stabilimento Rizzoli, costruito negli anni Sessanta per ospitare l’omonima casa editrice in piena espansione. Il palazzo è stato dismesso nel 2008 ed è rimasto abbandonato a causa di una serie di limitazioni burocratiche che ne hanno impedito per anni la demolizione. È infatti considerato un edificio storico industriale e al suo interno custodisce una meravigliosa scalinata costruita all’epoca dal famoso architetto Piero Portaluppi, che è stata rimossa prima di procedere alla demolizione dell’edificio.
Lo stabilimento è così diventato un rifugio abusivo, occupato ripetutamente, nonostante i continui sgomberi ed interventi da parte di polizia e vigili del fuoco. L’occupazione e l’abbandono di questo grosso stabile sono state causa di degrado e insicurezza nella zona, al punto che i cittadini hanno spinto il comune a intervenire per sbloccare la situazione e riqualificare così il quartiere. Nasce quindi nel 2019 un primo progetto, moderno ed innovativo, il Novalis City Place, che però rimane solo su carta ed oggi viene sostituito da quello giapponese.
# In corso i lavori di demolizione e bonifica del complesso industriale. L’inaugurazione è prevista nel 2024
I lavori di bonifica degli ambienti del complesso Rizzoli proseguono, in foto gli aggiornamenti di marzo 2022, con l’edificio principale in fase di smantellamento mentre sul retro avanza la demolizione del vecchio edificio industriale con le ruspe che stanno scavando e pareggiando il terreno. Il cronoprogramma prevede la consegna la conclusione del progetto entro la fine del 2024.
Credits: @il_panino_del_laghetto
il panino del laghetto
Se in Italia è facile barcamenarsi in discussioni infinite su ricette regionali, cibo migliore al nord o al sud, se sia meglio la cena o un apericena o se la polenta sia più o meno nobile di uno spaghetto alle cozze, c’è un aspetto del food all’italiana che viene spesso trascurato, o meglio, non elogiato come meriterebbe. Sì, perché spesso il panino è considerato poco più che uno snack o, alla meglio, la più veloce fra le pause pranzo. Ma a Milano, neanche a dirlo, ci sono alcuni posti dove il panino si vendicherà della poca considerazione che gli avete attribuito sinora. Ed oggi ho proprio voglia di parlarvene. Voi intanto accomodatevi, un attimo solo e vi porto il menù in tavola.
A Milano i PANINI più buoni del mondo? Questi i 5 POSTI TOP
# Gourmand, il panino dell’aristocrazia milanese (Biffi – zona Magenta)
Credits: @gourmand_milano Gourmand
Altrimenti detto “Il Panino d’Autore”. L’ambiente, bisogna dirlo, è molto chic, ma del resto, come potrebbe essere altrimenti? Siamo in uno dei templi della pasticceria milanese Biffi, frequentato da ricche signore e dagli adolescenti bene che vivono tra Corso Magenta e Corso Vercelli, una delle zone più signorili della città. Qui bisogna prendersi minimo dieci minuti per leggere il menu dato che i panini sono una vera e propria famiglia. Da quelli con cotto, a quelli con la coppa, passando per quelli con prosciutto di cervo, ai vegetariani, a quelli di pesce, ognuno con le sue molte varianti. Se doveste capitarci, voto clamorosamente il panino con acciughe del Cantabrico per gli amanti del seafood, e quello con la tartare di fassona tagliata a coltello per chi ama i “piatti” di terra. I prezzi sono decisamente altini ma siamo pur sempre nell’aristocrazia milanese e alla fine, col caffè, vi servono anche un ineccepibile pasticcino. Cosa volere di più? (vietato rispondere “Un Lucano”, ovviamente). Corso Magenta 87.
# Civelli, la panineria d’altri tempi (Centro)
Credits: @civelligastronomia civelli
Se volete spiegare a un non milanese cosa significa “vecchia Milano”, portatelo alla Gastronomia Civelli. Non lontano dal Duomo ma distante anni luci dal caos di turisti e piccioni, è un posto d’altri tempi: qui l’anziano e sempre cordiale signor Civelli, assieme ai suoi collaboratori vi preparano i panini sul momento, tutti con ingredienti fatti in casa in gastronomia. La scelta è abbastanza ampia e va dai panini classici con i salumi affettati al momento (con un’affettatrice Berkel del 1932) a quelli di pesce, a quelli stellati dedicati ai grandi chef. Il “Barbieri”, per esempio, prevede bologna ai pistacchi, emmenthal, pomodoro, insalata e patè di olive, mentre il “Berton” è con culatello, fontina, funghi porcini, insalata e olio tartufato. Se andate in pausa pranzo ci sarà sicuramente da aspettare, c’è sempre fila perché questa è un zona di uffici. Corso Italia 16.
# De Santis, 200 tipologie di panini (Zona Magenta)
Credits: @myfoodcoma De Santis
Una delle storiche paninoteche milanesi e negli anni Ottanta era uno dei locali preferiti dei paninari più nobili, cioè quelli che disprezzavano il Burghy di piazza San Babila. Il locale originale è in corso Magenta, ed è rimasto negli anni sempre uguale sé stesso: buio, piccolo e lungo, con alle pareti le foto dei tanti clienti famosi, calciatori in primis. Nell’era di Instagram siamo tutti talmente abituati a vedere cibo bellissimo in technicolor e tirato a lucido, che se ci troviamo di fronte a panini di altro tipo restiamo spiazzati. Qui comunque, foto o non foto, siamo di fronte a un panino di sostanza. Ingredienti di qualità tra due fette di pane tostato alla piastra che quindi risulta rigato, croccante, lievemente abbrustolito e molto piatto. Forse non proprio bellissimo, ma indubbiamente gustoso. Ah, dimenticavo. Si può scegliere fra quasi 200 combinazioni. Basteranno, per soddisfare i vostri gusti? Corso Magenta 9.
# Amuse Bouche, il panino francese (Zona Tortona)
Credits: @unpostotiralaltro amuse bouche
Amuse Bouche è un localino dall’atmosfera francese situato in zona Tortona, tra showroom di moda nel cuore del design district. Sceglietelo se volete fare colpo su una di quelle persone sempre a dieta, o se a metà pomeriggio vi viene voglia di uno sfizio salato. Come suggerisce il nome stesso, infatti, Amuse Bouche propone dei mini francesinida circa 30 grammi l’uno, quindi per sfamarvi ne servono minimo tre. Il suo plus è la vasta scelta di ingredienti, tutti di qualità, con abbinamenti quasi sempre originali. Potete dividerveli tra amici come se fossero tapas, ma non li consiglierei per una pausa pranzo veloce: combinare un trio di francesini in maniera armoniosa non è per nulla facile a quell’ora, troppo sforzo mentale e “sbatti”, per chi deve tornare presto in ufficio. Se siete indecisi, comunque, puntate su Ultimo tango a Parigi con burro e acciughe, un inno alla semplicità, o su Ne me quitte pas con crema di gorgonzola e pere caramellate. Via Savona 17
# Laghetto, la tradizione dello street food milanese (Centro)
Credits: @il_panino_del_laghetto il panino del laghetto
A due passi dalla Madonnina, Il Panino del Laghetto rappresenta la tradizione dello street food di qualità della nostra città, stimolando l’appetito di palati anche raffinati: bontà e generosità negli ingredienti, il tutto rigorosamente espresso con cordialità e passione dagli storici titolari. Come ogni locale del centro di Milano è sempre molto affollato in pausa pranzo, ma i panini sono insuperabili. Saporiti e con gusti esplosivi, caratterizzati da abbinamenti innovativi e raffinati. Ideale per un pranzo veloce al tavolo o da asporto, da soli o in compagnia, immersi in un’atmosfera confortevole, con piacevole sottofondo musicale. Pillola di storia per chi non è di Milano: la panineria si chiama così non perché ci sia un laghetto artificiale, ma per il nome della via, ovviamente. Che poi il Laghetto esisteva davvero, ma fu interrato nel 1857 per questioni di pubblica salute. Via Laghetto 7
Finalmente la bella stagione si avvicina e la voglia di stare in compagnia all’aperto si fa sempre più forte. Ma quali sono i locali più belli dove fare aperitivo all’aria aperta nella nostra bellissima città?
TOP 10 – APEritivi all’APErto a Milano
#1 Caffè in giardino – Triennale
credits: IG @milanovino_eventi
Ospitata dal Parco Sempione, questa location è tra le più gettonate del periodo primaverile e estivo. L’ambientazione green, accompagnata dalle sculture di De Chirico, e le luci del bar offrono agli ospiti in una serata imperdibile. In alternativa, si può scegliere di spostarsi sulla bellissima terrazza chic della Triennale, occhio però che salendo di piano sale anche il prezzo!
#2 Bar Frida
credits: www.fridaisola.it
Un classico del quartiere Isola, che non passa mai di moda. Il cortile del Frida è un luogo magico dove sorseggiare ottimi spritz, con tutte le varianti che caratterizzano il posto. Il suo stile un pò retrò e un pò hippie ti distrarrà dalla vita di città per regalarti una serata unica. Via Pollaiuolo, 3 20159 Milano – Isola
#3 Fonderie Milanesi
credits: IG @francesca.vertucio
Un cortile meraviglioso, adatto a chi porta scarpe comode però, a causa dei ciottoli che lo contraddistinguono. Le case a ringhiera che lo circondano creano un ambiente intimo e accogliente. I cocktail, creati con meticolosa attenzione, sono accompagnati da focacce e pizze. Via Giovenale, 7, Ticinese (Zona 5).
#4 GUD
credits: IG @viewlius
Che vi troviate in City Life, sul Darsena o ai Bagni misteriosi, lo stile del GUD è sempre inconfondibile. Colpiscono le sue location caratterizzate da tavolini bassi in legno e luci soffuse nel caso di City Life, vista sul naviglio e mood da città al Darsena, oppure l’anacronistica composizione del locale all’aperto sulle piscine anni ’30 presso i Bagni Misteriosi. Si possono accompagnare le bevande con ottime focacce, insalate o bowl.
#5 Tranvai
credits: IG @tranvaibar
Lungo la Martesana troviamo un simpatico tram storico riconvertito in cucina. Davanti ad esso, un cortile in legno disegna uno spazio perfetto per condividere del tempo con i propri amici gustando ottimi taglieri e hamburger. Via Tirano c/o Naviglio della Martesana
#6 Makr Shakr
credits: IG @markrshakr
Meno conosciuto rispetto ad altri locali con vista sul Duomo, ma forse più particolare. Tra le varie peculiarità di questo luogo troviamo la possibilità di farci preparare un drink…da un robot! Con il cocktail sono serviti stuzzichini a cui si possono aggiungere piatti della cucina. Fare aperitivo a picco su piazza Duomo è un’esperienza impagabile e portando qui i vostri amici farete sicuramente una bella figura! P.za del Duomo, 2/5 floor
#7 4cento
credits: IG @4centoritorantemilano
Un ricco buffet e la musica dal vivo rendono questo locale originale, ma sempre di tendenza. Le grandi dimensioni del posto lo rendono ottimo anche per gli eventi privati e aziendali! Anche se un po’ fuori città, ne varrà sicuramente la pena. Via Campazzino 14
#8 Otto
credits: IG @townflavour
Piccolo posto, grande qualità. Nel noto quartiere di China Town troviamo un luogo unico e intimo. Il cortile privato di Otto ci trasporta in un’ambientazione nuova e piacevole. Con gli ottimi drink si possono abbinare taglieri con assaggi particolari, anche vegetariani. In via Paolo Sarpi.
#9 Deus Cafè Isola
credits: IG @alessia6308
Nell’intrigante quartiere di Isola troviamo questa chicca che vi catturerà dal primo sguardo. Un locale chic con ottimi cocktail, in particolare il loro famoso Moscow Mule. Il cortile posto all’entrata è il luogo perfetto per ritrovarsi con gli amici cullati dall’ambientazione ricca di piante e addobbi stravaganti. Via Thaon di Revel, 3
#10 Ceresio 7
credits: www.ceresio7.com
Sicuramente non economico, ma certamente mozzafiato. Questo locale al settimo piano offre una vista sullo skyline di Milano che non dimenticherete. La location adibita agli apertivi è incredibile. Comodi divanetti ed eleganti tavolini sono disposti ai lati di una piscina che la sera crea un’atmosfera magica.
Stop alle automobili, solo biciclette, monopattini e navette elettriche. Benvenuti nella città del futuro: MIND. Milano Innovation District è il villaggio pilota per una Milano sostenibile che dice addio alle auto che dal 30 aprile ha aperto le porte del suo primo nucleo al pubblico.
MIND: sarà la città SENZ’AUTO pilota per Milano?
# Un futuro più sostenibile
credits: @mindmilano
Con uno sguardo lungimirante verso un futuro più sostenibile, Milano Innovation District propone un modello di città car free. MIND è la città pilota per una Milano isola pedonale. Le auto verranno lasciate in uno dei 10mila parcheggi e sarà possibile utilizzare solo biciclette, monopattini e navette elettriche.
# Innovazione scientifica e tecnologica
credits: @mindmilano
Una città del futuro che trova sede nell’area che sette anni fa ospitava l’Expo con i suoi padiglioni dai Paesi di tutto il mondo e il Decumano. Il progetto prevede la nascita del più grande distretto di rigenerazione urbana pubblico-privata in Italia. Un’area dove saranno svolte funzioni pubbliche (ricerca, istruzione, sanità), sviluppo privato e abitativo da un milione di metri quadrati la cui arteria principale è l’innovazione scientifica e tecnologica. A regime sarà frequentato da 60-70mila persone al giorno, quanto uno tra i cento comuni più popolosi d’Italia.
# Inaugurato il primo nucleo
credits: @mindmilano
E così l’ex avamposto del cibo sostenibile diventa un nuovo quartiere di Milano che già dal 30 Aprile ha aperto le sue porte al Village, un primo nucleo del progetto che sta nascendo a 15 minuti dal Duomo. Questo primo distretto comprende 15mila metri quadrati di quello che sarà Mind, «Si tratta principalmente di edifici di Expo 2015 ristrutturati che oggi ospitano grandi aziende internazionali e locali tutte focalizzate sul settore della ricerca e del medicale» afferma Stefano Minini, project director di Mind in Lendlease, il colosso internazionale di Real estate, infrastrutture e rigenerazione urbana responsabile della progettazione dello sviluppo privato dell’area.
# Mind, un vero e proprio ecosistema
credits: @mindmilano
Sono molte le società che trovano il loro quartier generale nelle vecchie “stecche dei servizi” dell’Expo. Una delle prime è Illumina, la società americana specializzata nella ricerca sul genoma o Astrazenca, la multinazionale anglo-svedese della farmaceutica, che ha spostato qui la sua sede italiana. Ma anche aziende italiane come Esselunga (bistrò, supermercato e area ricerca) Rold e Bio4Dreams.
Dall’altra parte del Decumano si troverà invece un’area adibita al coworking. Proprio qui SkyDeck, l’acceleratore di start up no profit dell’università di Berkeley, ha deciso di aprire la sua prima sede fuori dalla California a Mind: «Accoglierà circa 30 startup che diventeranno i prossimi “unicorn” del futuro targati Italia». Ad aggiungersi alla lista anche Federated Innovation, «l’ecosistema vero e proprio di Mind: una rete di più di 30 aziende che non si sono ancora insediate ma che vogliono mettere qui le loro migliori menti riguardanti l’innovazione e la ricerca».
# La sostenibilità in primis
credits: @mindmilano
L’obiettivo è l’innovazione e la sostenibilità. Mind sarà interamente fornito a energia rinnovabile con la volontà di decarbonizzazione e riduzione dell’impatto ambientale spingendo il più possibile sul trasporto pubblico. La decarbonizzazione del sito avverrà aumentando la performance energetica degli edifici, utilizzando l’acqua dei canali come batteria di raccolta dell’energia e approvvigionando energia da fonti 100% verdi. Infine, per gli edifici sarà sperimentato su grande scala la costruzione in legno strutturale, che assorbono energia, anziché emetterla.
Milano Innovation District desidera creare un nuovo microcosmo con la speranza di essere solo un primo tassello per una Milano del futuro. Non resta che aspettarne gli sviluppi e nel frattempo recarsi al Village per un assaggio di questo ambizioso progetto.
Progetti faraonici, visionari e al limite dell’utopia avrebbero potuto rivoluzionare il mondo. Scopriamo quali non hanno mai visto la luce.
Le INFRASTRUTTURE MAI REALIZZATE più incredibili del mondo
#1 Il Phare du Monde, un torre d’osservazione di 700 metri di altezza con una strada a spirale lunga 5,5km
Credits archimaps.tumblr.com – Phare du Monde
Il Phare du Monde fu progettata dall’ingegnere francese Eugène Freyssinet, per la World Fair del 1937, e promossa come la Pleasure Tower Half Mile High. Sarebbe dovuta essere una torre di osservazione di 701 metri di altezza pensata per la periferia di Parigi, costruita interamente in cemento con una strada a spirale lunga 5,5km sulla parte esterna dell’edificio diretta al garage per 500 auto nella parte superiore. Nonostante il costo non proibitivo, 2,5 milioni di dollari equivalenti a 42 milioni di oggi, non venne mai realizzata.
#2 Manhattan Dome, una copertura di 3,2 km di diametro per ridurre l’inquinamento della città
Credits rmjm.com – Manhattan Dome
Il Manhattan Dome progettato dall’ingegner Buckminster Fuller e dall’architetto Shoji Sadao negli anni ’60 avrebbe dovuto essere una copertura di 3,2 km di diametro per ricoprire l’intera Manhattan. Un’idea rimasta solo sulla carta che aveva come obiettivo quello di ridurre l’inquinamento e i costi di raffreddamento in estate e riscaldamento in inverno. Da riconsiderare per risolvere il cronico problema dell’aria di Milano?
#3 La Volkshalle, il centro architettonico per la capitale di Hitler
La Volkshalle o Sala del Popolo, doveva essere un edificio monumentale progettato dall’architetto Albert Speer per essere il centro architettonico di ciò che sarebbe diventata la capitale di Hitler, Welthauptstadt Germania, città mai costruita.
La maestosa cupola in granito prevedeva un diametro superiore ai 250 metri, un’altezza di 290 metri e all’interno un’abside gigantesca ricoperta da mosaici dorati con una statua d’argento alta 80 metri d’argento rappresentante un’aquila. In cima alla lanterna un’altra aquila che ghermisce con i suoi artigli al posto della svastica.
#4 Torre di Tatlin, un monumento girevole in metallo come propaganda per il comunismo
Credits arti funzionali IG – Torre di Tatlin
La Torre di Tatlin, che prende il nome dall’architetto russo che la progettò, sarebbe dovuta sorgere nell’attuale San Pietroburgo su commissione di Lenin come un’opera altamente propagandistica del comunismo. Un monumento composto da una costruzione girevole in traliccio metallico, alta 400 metri e formata da due spirali in senso contrario che circoscrivono un volume conico. Dopo l’abbandono delle idee di propaganda artistica da parte del governo russo l’opera non vide mai la luce.
#5 Globe Tower, un’enorme sfera alta 90 metri con giardini, ristoranti, hotel e persino un ippodromo
Credits blakesandberg IG – Globe Tower
Progettata nel 1906 dall’architetto Samuel Friede, Globe Tower sarebbe dovuta essere un’enorme sfera posizionata a Coney Island, il luna park di New York. A 45 metri d’altezza avrebbe ospitato: un giardino pensile, un ristorante, un teatro, una pista di pattinaggio e una sala bowling. A 65 metri di altezza doveva esserci un ippodromo con cinquemila posti a sedere, mentre a 90 metri d’altezza una gigantesca sala da ballo, un ristorante girevole circondato da vetrate panoramiche e un lussuoso hotel.
#6 Pyramid of Death, un mausoleo in stile egizio per 5 milioni di salme
Credits thebrvtalist IG – Pyramid of Death
La Piramide della Morte fu ideata e progettata nel 1829 dall’architetto londinese Thomas Wilson. Avrebbe dovuto essere un mausoleo in stile egizio da collocare in cima a Primrose Hill, una collina di 78 metri situata nella parte nord di Regent’s Park, a nord di Londr, per contenere 5 milioni di salme. Un’idea mai portata avanti.
#7 L’Illinois, il grattacielo più alto del mondo: 1.600 metri d’altezza
Credits Frank Lloyd Wright Foundation – Grattacielo Illinois
L’Illinois, proposto nel 1956 da Frank Lloyd Wright per il centro di Chicago, sarebbe potuto diventare il più alto grattacielo del mondo con i suoi 1.600 metri d’altezza: quattro volte l’Empire State Building, il doppio più alto del Burj Khalifa, e persino più alto della Kingdom Tower, che quando sarà terminata raggiungerà il chilometro di altezza.
La superfice lorda totale sarebbe stata di 1,7 milioni di mq e al suo interno avrebbero trovato spazio: 528 piani quasi esclusivamente ad uso ufficio, un parcheggio per 20.000 auto e 180 elicotteri, 76 ascensori divisi in cinque gruppi, ognuno per un segmento di cento piani del grattacielo, con velocità di salita e discesa superiore ai 100 km/h.
L’ultimo piano sarebbe stato accessibile tramite una scala a chiocciola e servito da un solo ascensore e sulla sommità collocata un’antenna di 100 metri per le trasmissioni nazionali a servizio degli studi televisivi ai primi 9 piani. Le conoscenze costruttive dell’epoca, i problemi legati alle possibili oscillazioni del vento e il costo esorbitante furono le cause di abbandono del progetto.
Facciamo un veloce giro intorno al mondo per scoprire la selezione delle più belle serre esistenti, che al loro interno contengono dei veri e propri enormi ecosistemi, capaci di affascinare anche chi il pollice lo ha di tutti i colori tranne che il verde.
Per gli appassionati di PIANTE: le 7 SERRE più BELLE al mondo
# ENID A. HAUPT CONSERVATORY, il giardino botanico di New York
By Antigng – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77385815
In un edificio stile rinascimentale italiano, questa bellissima serra della città di New York si trova nel distretto del Bronx. All’interno dell’Enid A. Haupt Conservatory è stato creato un habitat ideale per una giungla tropicale, ricca di cactus, piante acquatiche, piante carnivore e palme.
Credits: IG @ottoyamamoto
# La PALMENHAUS SCHÖNBRUNN il Shönbrunn Palace Park a Vienna, Austria
La Palmenhaus Schönbrunn si trova nel celebre parco del castello di Schönbrunn, a Vienna. Con una superficie di 2500 mq, è composta da tre parti distinte: una centrale e due laterali, rispettivamente rettangolare e quadrate. Nella sezione centrale è stato ricreato un clima mediterraneo, una delle sezioni laterali è la zona tropicale, mentre l’altra è chiamata la “casa fredda”.
IG @pics_ayko
# TEMPERATE HOUSE dentro ai Kew Royal Botanic Gardens a Londra, Inghilterra
wikipedia
Fa parte del complesso di giardini e serre della Kew Royal Botanic Gardens ed è la serra delle piante di taglia grande: ospita infatti, tra la vasta selezione, la palma da vino cilena, il puntaspilli e il kakabeak. Ha una superficie di 5700 mq e ciò la rende una delle serre più grandi d’Europa.
La struttura, modellata sul Crystal Palace di Londra, è in stile Art Noveau e si trova nella città di Curitiba, nel sud del Brasile. La serra, che ospita la flora nativa brasiliana, si trova in un parco ispirato allo stile dei giardini francesi, quindi arricchito da giochi d’acqua, laghetti, statue e dominato dalla simmetria.
Le serre reali di Laeken sono un complesso di serre monumentali appartenenti alla famiglia reale e situate nel parco del castello di Laeken. Aperte al pubblico solo un numero limitato di giorni all’anno, ospitano serre tropicali, subtropicali e fredde, comprendendo quindi un’ampissima gamma di esemplari di flora.
Inizialmente concepito come sito per mostre e concerti, è diventato una serra a partire dalla fine dell’800. Propone una notevole collezione di orchidee, felci e piante carnivore, oltre alla collezione di bellissime statue, collocate tra una pianta e l’altra.
LornaMCampbell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
# CONSERVATORY OF FLOWERS, San Francisco, California
Dallo stile architettonico gotico e italiano, questa serra si trova nel Golden Gate Park nella città di San Francisco, sulla west coast degli Stati Uniti. La particolarità di questa serra è che, a differenza dei soliti scheletri di vetro e ferro, il Conservatory of Flowers ha una struttura in legno e vetro. Propone esempi di piante tropicali di pianura, piante tropicali d’altura, piante acquatiche e piante in vaso.
Piazza del Duomo è riconosciuta universalmente come il centro geografico della città per motivi simbolici, storici e perché localizzata all’incirca nel mezzo del Municipio 1, il cuore di Milano. Se però si prendessero in considerazione altri parametri di misurazione quale potrebbe essere il vero centro della città? Vediamo alcune possibili alternative.
Il CUORE di Milano: qual è l’esatto CENTRO GEOGRAFICO della città?
#1 Il quartiere più equidistante tra nord e sud: le Cinque vie
Cinque vie google
Misurando la distanza tra il punto più estremo a nord di Milano e il punto più a sud il centro geografico della città cadrebbe nella zona delle Cinque Vie: il quartiere più antico di Milano esistente sin dall’epoca dell’Impero Romano.
Con la stessa logica tracciando una linea che misuri la distanza tra il punto più estremo ad est e quello ad ovest, il centro geografico di Milano corrisponderebbe all’area delimitata da piazza Lega Lombarda e l’Arena Civica, uno dei simboli della città.
#3 Al centro tra Nord Ovest e Sud Est: Piazza 25 Aprile e la storica Porta Garibaldi
Piazza 25 aprile google
Utilizzando la stessa metodologia, ma tracciando una linea immaginaria da nord-ovest a sud-est, sarebbe piazza 25 Aprile con la Porta Garibaldi il centro geografico di Milano, in quanto equidistante dalle due estremità considerate.
#4 Al centro tra Nord Est e Sud Ovest: Zona Magenta, tra Palazzo Litta e Foro Bonaparte
Litta-Museo Civic
Misurando la distanza da nord-est a sud-ovest, il centro geografico di Milano si posizionerebbe invece nella zona di via Magenta, nell’area compresa tra Palazzo Litta e il Museo Civico Archeologico a pochi passi da Foro Bonaparte.
#5 L'”ombelico di Milano”, il centro geografico secondo Leonardo da Vinci: la cripta della Chiesa del San Sepolcro in Piazza Pio XI
credits: Veneranda Pinacoteca Ambrosiana
Un altro centro geografico, il “punto zero” di Milano, è stato invece indicato da Leonardo da Vinci nel suo Codice Atlantico e sarebbe rappresentato dalla cripta della Chiesa del San Sepolcro in Piazza Pio XI, a pochi passi dalla Piazza Duomo. Quella posizione identifica “l’ombelico della antica Milano e della civitas romana, sia in termini geografici sia etico-morali, perché si trova accanto alla copia esatta del sepolcro di Cristo realizzata nel 1100”. All’interno della cripta una grossa palma in bronzo e in rame, fatta realizzare nel 1600 dal Cardinale Borromeo, identifica simbolicamente il “cuore” di Milano.
Nascosta nel deserto c’è un’antica città i cui palazzi ricordano i grattacieli di New York. La “Manhattan del deserto” esiste da duemila anni, ed è ancora abitata. Vediamo dove si trova.
La MANHATTAN del DESERTO vecchia di 2 mila anni
# Shibam: la città di duemila anni
Shibam è patrimonio dell’UNESCO dal 1982, ma la sua origine è molto più antica. La città è uno degli esempi più antichi di urbanistica verticale: prima ancora che gli europei arrivassero in America, in Yemen si costruivano già palazzi di 11 piani.
Gli edifici odierni sono stati costruiti a partire dal 1532 ma l’area è abitata dal 300 d.C. Ancora oggi 3.000 persone vivono uno stile di vita tradizionale in palazzi di mattoni di fango alti a partire da 5 piani. Ogni palazzo è abitato da un nucleo famigliare di circa 40 persone, un utilizzo molto diverso rispetto a quello degli appartamenti di New York.
Dichiarata la prima casa dei grattacieli, Shibam è diventata un simbolo di resilienza per gli abitanti di territori che non sono più favorevoli alla vita umana. Gli abitanti non scappano dal deserto, anzi continuano a costruire adattandosi alle difficili condizioni ambientali e climatiche. L’UNESCO ha dichiarato la città uno dei più antichi esempi di perfetta urbanistica verticale, questo è il motivo per cui i suoi alti palazzi sono riusciti a sopravvivere nel tempo.
Nonostante la struttura sia molto diversa e i palazzi molto più bassi, il risultato visivo ha fatto sì che venne definita la Chicago o la Manhattan del deserto. Palazzi di 11 piani sono rari nei deserti mediorientali, perché difficili da costruire in condizioni di instabilità del terreno.
I resti di edifici molto più antichi della città cinquecentesca sono ancora visibili, tra questi sono stati riconosciuti una moschea data nel 904 d.C. e un castello costruito nel 1220. Questo è ciò che rimane degli insediamenti antecedenti al 1532. Le antiche abitazioni, infatti, sono state rase al suolo da una spaventosa alluvione, che ha messo in ginocchio la regione.
Nello stesso anno è stata fondata Shibam e i suoi alti palazzi, che si possono ammirare ancora oggi. Come altre antichità yemenite, oggi l’integrità di Shiba è messa a rischio dalla guerra civile, che sta distruggendo non solo la popolazione ma anche il patrimonio culturale del paese.
Anche la zona sud avrà il suo grattacielo, che entrerà di diritto tra i “supertall” di Milano: si posizionerà al sesto posto per altezza, giusto dietro a Palazzo Lombardia. La costruzione del nuovo building, all’interno dello Scalo di Porta Romana, coinvolgerà anche la riqualificazione di tutta l’area circostante tra Piazza Trento, Viale Toscana e il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Andrea in Via Crema.
Tutta l’area a sud dello scalo è in fermento e in trasformazione già da anni grazie alla realizzazione della Fondazione Prada, la sede Fastweb e tutto il progetto Symbiosis, in attesa della rigenerazione per le Olimpiadi 2026. Oltre alla Torre Faro sono altri i progetti in partenza nella città.
Un nuovo GRATTACIELO di 144 metri con GIARDINO PANORAMICO sopra Milano
# Torre Faro: il nuovo grattacielo per il sud Milano alto 144 metri per 28 piani
Credits ACPV – Render della nuova sede di A2A con vista verso nord
Il progetto della nuova sede di A2a, multiutility di energia e rifiuti di Milano e Brescia, è stato presentato ufficialmente alla fine del 2020 alla Commissione urbanistica del Municipio 5. Si chiamerà Torre Faro”, sarà alta 144 metri per 28 piani complessivi e disporrà di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità.
Credits: Urbanfile - Progetto riqualificazione area
Credits: Urbanfile - Planimetria riqualificazione area
Si inserisce nel contesto di rigenerazione urbana prevista dal Pgt di Milano 2030, che contempla anche la riqualificazione dell’intera piazza Trento, della parrocchia Sant’Andrea e di tutta la zona fino alla nuova sede A2A. Gli ultimi dettagli sulla parte pubblica dell’investimento saranno definiti nei prossimi mesi.
# Forma tubolare, giardini pensili e belvedere panoramico. La nuova torre di A2A inaugurerà in tempo per le Olimpiadi del 2026
Gallery Torre Faro A2A e riqualificazione aree circostante
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Torre Faro A2A
Credits: fanpage.it - Torre Faro A2A
Torre Faro A2A
Veduta Torre Faro da Viale Toscana
Veduta Torre Faro da sud
Veduta bassa Torre Faro
Credits: Urbanfile - Cascata acqua
Progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel, la caratteristica più importante del grattacielo sarà la sua forma tubolaree un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili.
Credits, ACPV – Sezione parziale della torre con il Museo dell’Energia riqualificato
Ci saranno due serie di piani di uffici incorniciati dalla spaziosa hall d’ingresso al piano terra, con un cortile verde che collegherà la nuova sede al Museo dell’Energia, un edificio esistente che sarà riqualificato. Oltre allo sky garden, che sarà alto circa tre piani, ci sarà inoltre un belvedere che con molta probabilità sarà accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri. La conclusione dei lavori è prevista nel 2025, mentre l’inaugurazione per le Olimpiadi del 2026 con il graduale ingresso dei 1.500 dipendenti dislocati oggi nelle varie sedi.
Ma le novità non sono finite. In arrivo anche due grattacieli in zona Parco Lambro.
# Due nuovi grattacieli da 22 e 15 piani, finanziati con l’equity crowdfunding, pronti entro il 2024 in zona Parco Lambro
Credits: milano.corriere.it – Park towers
Continua la spinta propulsiva di Milano nel riqualificare pezzi di città, che va avanti senza sosta negli ultimi anni. CityLife con le sue 3 torri al posto della vecchia fiera a cui se ne aggiungerà un quarto orizzontale denominato “CityWave”, tutti i grattacieli di Porta Nuova dove un tempo c’era solo degrado come il Palazzo Unicredit, il Diamantone, il Bosco Verticale, la Torre Solaria che è il grattacielo residenziale più alto d’Italia di 143 metri, oltre alla nuova sede della Regione.
Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 invece ci saranno due nuovi grattacieli di 22 e 15 piani, nel quartiere Feltre, in via Privata Ruggeri a est della città. Si tratta del progetto Park Towers Milano affacciato sul Parco Lambro, che prevede anche un terzo edificio in linea per un totale di 8mila mq. Le torri avranno 107 appartamenti di diversi tagli e metrature, 123 box e si svilupperanno su un area verde di circa 5.000 metri quadrati. Park Towers è stato oggetto anche di una raccolta di equity crowdfunding immobiliare tramite Concrete Investing, la piattaforma autorizzata da Consob per la raccolta di capitali destinati ad investimenti in progetti real estate: un successo con l’obiettivo massimo prefissato di 2,5 milioni di euro raggiunto in sole 24 ore.
L’AD di Bluestone Andrea Bezziccheri: “Il progetto Park Towers rappresenta per Bluestone una sfida. Si tratta, infatti, del nostro primo progetto immobiliare che prevede la costruzione di due grattacieli. Un progetto importante e un’ occasione da non perdere che capita di rado. Abbiamo pensato questo progetto riflettendo sulle nuove esigenze del vivere, ora ancora più urgenti: la necessità di spazi aperti, di abitazioni funzionali, sostenibili, tecnologicamente avanzate e ricche di servizi“.
Ogni sabato appuntamento con una nuova fermata della metro di Milano e le attrazioni intorno ad essa. Scopriamo oggi insieme la zona intorno alla fermata di Moscova.
Fermata del giorno: 10 cose da fare e vedere intorno a MOSCOVA
# Moscatelli, l’eno-panetteria
https://bussola-pro.com/768315/moscatelli
In Corso Garibaldi, al numero civico 93, il Forno Pattini e l’enoteca Moscatelli si sono unite dando alla luce un locale eno-panetteria, che offre degli aperitivi degni d’essere nella top list di Milano.
In Largo la Foppa si trova un locale in cui è possibile respirare l’aria pugliese, assaporando uno dei piatti tipici di questa regione: le orecchiette. Condimenti di tutti i tipi, ingredienti d’alta qualità e dolci strepitosi: questi sono i punti forti di questo ristorante.
Se non sai che c’è, quasi non te ne accorgi. Il Thun Caffè è un delizioso bar in Corso Garibaldi 86, che ti serve il cappuccino in bellissime tazze a marchio Thun.
# Hambirreria
IG @cantierehambirreria
Da Lecce a Milano in un attimo. Un format originale e autentico, in cui consumare esosi hamburger e selezionate birre artigianali, in un ambiente dallo stile old industrial dell’America anni 90. In Corso Garibaldi 111.
In Largo la Foppa, dal 2017, Gucci orna la facciata di un edificio con murales mozzafiato, che rapiscono lo sguardo, facendoti camminare a naso all’insù. Ogni progetto ha alle spalle artisti diversi, il cui lavoro, progetto e realizzazione è documentato e fornito online sul sito ufficiale di Gucci.
# Arena Civica
L’Arena Civica di Milano è un impianto sportivo polifunzionale che si trova ai margini del Parco Sempione. Consigliato anche solo osservarla dall’esterno mentre si fa una passeggiata per il Parco, magari per smaltire il pranzo.
# El Porteño
Proprio di fronte all’Arena, in Viale Elvezia, si trova un ristorante argentino dall’aria retrò ed elegante, in cui è possibile gustare l’autenticità della cucina argentina.
# Chinatown
credits: @visit_milano IG
Una passeggiata per il quartiere cinese di Milano è un’esperienza unica. Negozietti, ristoranti, ravioliera e bubble tea: questo e molto altro tra un edificio storico e l’altro.
# Cinema Chiostro Dell’incoronata
https://milano.corriere.it
Perfetto per la stagione corrente, il cinema all’aperto AriAnteo Chiostro dell’Incoronata si trova in Via Milazzo 9.
# La Casa degli Artisti
https://milanoevents.it
In Via Tommaso da Cazzaniga si trova la Casa degli Artisti, un “luogo di incontro, creazione e riflessione per sostenere la pratica degli artisti nell’ambito delle arti visive, performative, sonore, digitali, applicate, del cinema, della fotografia, della letteratura e del pensiero”. L’edificio è aperto al pubblico, che può godere della particolarità degli esterni ed interni di questo luogo d’arte.