Il servizio di TF1, il primo telegiornale francese
I francesi non ci stanno. La classifica dei formaggi migliori del mondo con otto prodotti italiani nei primi dieci non va giù ai cugini di Oltralpe. La notizia campeggia su giornali e telegiornali come un affronto. Si parla di sacrilegio! per aver violato l’aurea magica dei prodotto locali in una terra dove i formaggi sono trattati come lo champagne.
“SACRILEGIO!”: la Francia non digerisce la disfatta dei FORMAGGI
# Italia, Campioni del Mondo dei formaggi: la classifica
Pubblicata l’ultima classifica sui “formaggi più buoni del mondo” a cura di Taste Atlas. Risultato schiacciante. Otto dei dieci formaggi più buoni del mondo sono prodotti in Italia. Non solo: i primi quattro sono tricolori. E non è il tricolore francese. Anzi. Malgrado la convinzione tra i cugini transalpini, per trovare il primo formaggio di terra di Francia bisogna scendere fino al tredicesimo posto. Uno smacco inaccettabile.
# La reazione dei francesi: “Sacrilegio!”
Sacrilege! La Francia molto sottorappresentata nella classifica dei migliori formaggi del mondo. Questa la notizia che circola in tv e sui giornali. “Amanti del formaggio, scappate”, così titola il Midi Libre, scrivendo che: “Questa classifica, svelata il 13 febbraio dalla guida turistica culinaria Taste Atlas, non piacerà ai francesi. Infatti, dei 50 migliori formaggi del mondo, ne compaiono solo sette. E tanto per avvertirvi, non sono in cima alla classifica.”
A non andare giù non è solo la pessima performance dei celebrati formaggi nazionali ma, soprattutto, lo strepitoso successo dei loro cugini: “Gli italiani, invece, hanno il sopravvento. Con ben 15 formaggi tra i 50 stimati i migliori al mondo, di cui 8 nella top 10. Concediamo loro che se troviamo anche che il parmigiano è molto buono, dobbiamo aspettare il 13° posto per trovare finalmente un formaggio francese: Reblochon.”
Ma è sui social che la polemica si fa rovente. “Sono furioso, che cos’è questa classifica vergognosa? Il Grana Padano o la Mozza davanti ai nostri formaggi?”, è solo uno dei tanti twitt pieni di rabbia. Ci dovremo attendere la “guerra dei formaggi”?
Le cinque linee della metropolitana milanese gestite da ATM sono il mezzo pubblico più utilizzato dagli abitanti della città, forse perché più comode e più veloci almeno per girare le zone principali. Una cosa è certa però. La metro sembra sempre affollata: per riuscire a salire sulla metro negli orari di punta devi farti spazio a furia di gomitate e spintoni, in altri momenti della giornata invece salire sul mezzo pare più semplice. Ma ci sarà per forza una linea che è più utilizzata delle altre…ecco allora i dati e la risposta alla domanda “Qual è la linea metropolitana più utilizzata dai milanesi?”.
AFFOLLAMENTO della METRO: quali sono le linee e le stazioni più e meno FREQUENTATE
# Un milione di passeggeri al giorno: la metro trasporta il 70% dei passeggeri rispetto al periodo pre-Covid
Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro
Il Covid ha diminuito il numero dei passeggeri che scelgono il mezzo pubblico al posto di quello privato e, seppure dall’anno scorso si è notato un incremento della gente che sceglie la metropolitana, i numeri non sono ancora tornati a quelli di prima. Secondo i dati ATM, infatti, a Milano le metro trasportano il 70% dei passeggeri giornalieri rispetto al 2019. E dai dati diffusi da milano.corriere nel maggio del 2022, si sa che ogni giorno la metropolitana milanese trasporta circa un milione di persone, distribuite su tutte le cinque linee. Ecco allora i numeri per ogni linea.
# M1 la più frequentata: 362mila passeggeri al giorno
Credits: trasportinfo.it – M1 Leonardo
La M1 è la linea più vecchia e anche quella più utilizzata. I lavori della M1 iniziarono nel 1957, finanziati direttamente dal Comune di Milano e da un prestito dei cittadini, e la linea fu inaugurata nel 1964. Oggi la M1 percorre 26,8 km, conta 38 stazioni e porta ogni giorno i milanesi da Sesto 1° Maggio a Rho Fiera o Bisceglie. Ma quanti sono i passeggeri che ogni giorno prendono la rossa? Sulla linea 1 circolano quotidianamente 362 mila passeggeri contro i 516 mila del 2019.
# M2: 322mila passeggeri al giorno
Credits: @robertolusito M2
La M2, la linea verde, è stata inaugurata invece nel 1969 con la prima tratta che andava da Caiazzo a Cascina Gobba. È la metro milanese più lunga, nonostante abbia meno fermate della rossa: percorre 40,4 km e conta 35 fermate, i suoi capolinea sono, da un lato, Piazza Abbiategrasso e Assago, dall’altro, Cologno e Gessate. Anche in termini di tempo è quella che ci impiega di più: arriva fino ad un massimo di 65 minuti per andare da Gessate ad Assago. Con i suoi 322 mila passeggeri ogni giorno, rispetto ai 468 mila del pre-pandemia, è la seconda linea più frequentata subito dopo la rossa.
# 240mila sulla M3, 85mila sulla M5
Credits chlotravelstheworld IG – M3 Milano
Sulla metro che va da San Donato a Comasina salgono invece tutti i giorni circa 240 mila persone contro i 320 mila di tre anni fa. La M3 è stata la terza linea ad essere costruita ed è molto più corta delle prime due. Con 21 fermate e 16,6 km da percorrere, la gialla ci impiega circa 31 minuti per fare tutto il suo tragitto.
credit: discoradio.it
Saltando un numero, arriviamo alla M5, la linea costruita in occasione di Expo e che collega Bignami a San Siro Stadio. Prima dell’arrivo della M4, era la linea milanese più corta con i suoi 12,9 km, 19 stazioni e 24 minuti di percorrenza. È la prima metropolitana leggera e automatica di Milano ed è molto meno frequentata rispetto alle altre, ogni giorno è presa da 85 mila milanesi, quasi 30 mila in meno rispetto al 2019.
# L’obiettivo per la M4: 235mila al giorno
Credits: primalamartesana.it – Metro M4
Quanta gente in media utilizza ogni giorno la metro blu, l’ultima arrivata, è invece un po’ più complicato saperlo. Con la prima tratta che ha aperto nel novembre 2022, nei primi giorni di inaugurazione ben 65mila persone hanno voluto provare la M4 (ricordo che l’ingresso era gratuito). In generale però la blu è stata costruita per trasportare 24.000 passeggeri all’ora, con una stima di 86 milioni di persone in un anno. Si vedrà se raggiungerà o meno questi numeri solo quando verranno inaugurate più fermate. Intanto collega Linate Aeroporto a Dateo in 7 minuti, percorrendo poco più di 5km.
# Le fermate più frequentate: Centrale e Cadorna
Appurato quindi che la rossa è la metro più frequentata, quali sono le fermate dove sale e scende più gente? Per la M3, secondo dati Google, le fermate più affollate sono Centrale FS, Crocetta, San Donato e Brenta. Per le altre linee non si hanno dati precisi, ma sono certamente le fermate di interscambio con le altre linee ad essere le più affollate, in particolare Centrale e Cadorna.
Il progetto residenziale alla periferia sud della città, che promuoveva abitazioni in edilizia convenzionata, si è completato con successo. Ecco come è andata e i prossimi progetti in arrivo.
BILOCALI a meno di 500 euro al mese: successo per il QUARTIERE “LOW COST”. Verrà REPLICATO?
# 5square: bilocali a un massimo di 487 euro, trilocali non oltre i 770 euro mensili
Credits redosgr.it - Via Antegani
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Credits redosgr.it - Rendering via Antegani strada
Credits redosgr.it - Rendering via Antegani giardino interno
Credits redosgr.it - Rendering via Antegani
Il nuovo progetto residenziale nella periferia sud della città, “5square” realizzato da Redo in via Antegnati, è riuscito nell’intento di intercettare famiglie e giovani che altrimenti sarebbero state costretti a spostarsi fuori Milano per riuscire a sostenere le spese di un affitto. Il termine per fare domanda di un alloggio in affitto in edilizia convenzionata col Comune di Milano è scaduto il 29/04/2022, al momento non è più possibile fare domanda, e anche tutti gli appartamenti in vendita hanno trovato un compratore o sono stati opzionati.
In totale erano 105 gli appartamenti messi a disposizione per l’affitto, con prezzi che andavano da un massimo di 487 euro mensili per un bilocale e da 532 e i 770 euro per un trilocale.
# Il dettaglio del progetto: 5 condomini, 7.200 mq di verde pubblico, servizi per i cittadini e aree commerciali
Credits 5square – Progetto via Antegnati
Il progetto di “5square” a firma dello studio Barreca & La Varra è un recupero di 5 edifici rimasti abbandonati e realizzati dalla famiglia Ligresti prima di passare di mano a Unipol Sai e infine acquistati da Redo Sgr per la loro riqualificazione.
In questa nuova area residenziale sono previsti un parco, spazi per il relax, il gioco e lo sport per un totale 7.200 mq di verde pubblico, 2.000 mq di spazi commerciali, 860 mq di servizi integrativi all’abitare tra cui l’ufficio del Gestore Sociale, uno spazio living, una sala polivalente e una palestra. A questo si aggiungono 1.700 mq destinati a servizi locali urbani lungo il percorso pubblico che connette gli edifici: un poliambulatorio, un consultorio familiare e Comunità Socio-Sanitarie.
Terminata la realizzazione della parte residenziale, con le prime abitazioni rese disponibili nell’arco del 2022, ora è in corso la riqualificazione della via e la predisposizione degli spazi per i servizi della comunità.
# Il nuovo progetto di via Amidani: 230 appartamenti in edilizia convenzionata pronti nel 2024
Credits milanosud – Masterplan via Amidani
Presto arriveranno altri alloggi a prezzi calmierati. Nella via parallela al progetto 5Square, si trovano infatti altri 4 edifici acquistati nel 2021 da Redo da UnipolSai Assicurazioni in fase di riqualificazione per essere convertiti in residenziale. Realizzate le operazioni di strip out sono in corso ora i cantieri per le nuove abitazioni.
Credits milanosud.it – Progetti immobiliari Vigentino di Amidani e via Antegnani
Il progetto di via Amidani, firmato da +Studio Architetti, prevede 230 appartamenti in edilizia convenzionata al costo medio di 2.700 euro al mq oltre iva e oneri. Saranno presenti spazi integrativi per l’abitare, roof garden e appartamenti-laboratorio su due livelli con ingresso dal piano terra, oltre a una grande promenade in condivisione con i 5 edifici di 5Square. La vendita delle abitazioni è iniziata nel 2022 mentre la consegna è prevista entro il primo semestre del 2024.
I lavori per la riqualificazione di Corso Sempione sono entrati nel vivo dopo numerosi intoppi. Il punto sul cantiere e come verrà trasformato il corso. Anche se forse manca la cosa più importante per renderlo più vivibile.
I LAVORI per la RIQUALIFICAZIONE degli Champs-Élysées di Milano: manca la cosa più IMPORTANTE?
# Un progetto approvato nel 2015 e messo in cantiere solo nel 2022
Credits ingenioweb – Riqualificazione Corso Sempione
La riqualificazione di Corso Sempione è stata una vera e propria odissea. Risale addirittura al 2015 l‘iter per l’approvazione del piano, un progetto del valore di 4 milioni di euro finanziati dai fondi europei PON metro. Metropolitane Milanese ha ricevuto formalmente l’incarico a fine 2017 e l’approvazione del progetto definitivo è avvenuta nel 2019, ma nel 2020 è arrivatoil primo intoppo. In quell’anno infatti, a seguito della approvazione del progetto esecutivo e del bando di gara, i lavori erano stati affidati ad un’azienda risultata poi inadempiente.
Credits comune di Milano – Sezione tipo Corso Sempione
Nel 2021 anche la seconda azienda in graduatoria non è risultata idonea e il Comune di Milano ha dovuto procedere con l’indizione di una nuova gara, conclusa all’inizio dell’anno. Nel 2022 finalmente l’avvio dei cantieri.
# Come diventeranno gli Champs Elysee di Milano
Credits Urbanfile– Rendering pista ciclabile su Corso Sempione riqualificato
Il progetto di riqualificazione di corso Sempione prevede lo sviluppo del verde e corsie dedicate alla ciclabilità e ai pedoni, più sicurezza agli incroci, eliminazione del degrado e della sosta selvaggia ma anche più spazi regolari per i residenti. L’intervento comprende l’area che va dall’incrocio via Melzi d’Eril/Canova fino all’incrocio tra via Emanuele Filiberto/via Biondi.
Credits Urbanfile - Rendering Riqualificazione Corso Sempione
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Credits Urbanfile - Rendering 2 Riqualificazione Corso Sempione
Credits Urbanfile - Rendering restyling Corso Sempione
Questi gli interventi che verranno realizzati nel dettaglio:
due parterre verdi alberati con all’interno una corsia da due metri di larghezza per ciascuno riservata alle biciclette e ai pedoni;
due corsie per senso di marcia per i veicoli;
aumento della sosta regolamentata destinata soprattutto ai residenti, con riequilibrio degli spazi, con i posti auto della zona che passeranno da circa 700 a 966 posti. Verranno eliminati tutti i posti irregolari nei parterre e la corsia veicolare verrà trasformata in parcheggio su strada.
saranno rifatti tutti i marciapiedi, allargati e ridisegnati;
saranno chiusi i passaggi che interrompevano le aiuole all’altezza delle vie Riva Villasanta, Filelfo e Agudio, Savonarola, Castelvetro e Alberti.
Credits Urbanfile - Cantieri Ciclabile Corso Sempione
Credits Urbanfile - Lavori Ciclabile Corso Sempione
Credits Urbanfile - Ciclabile Corso Sempione
Il lavori erano partiti durante l’estate 2022 prima di interrompersi per alcuni mesi, a causa della mancanza di materiali come ad esempio il marmo per i cordoli, e riprendere nel mese di novembre. I cantieri sono concentrati nella porzione di strada che va da via Melzi d’Eril a via Procaccini, partendo dal primo parterre lato civici pari, la tratta 4 del progetto della ciclabile. La riqualificazione di Corso Sempione vedrà la realizzazione di una nuova passeggiata pedonale e di un pista ciclabile bidirezionale e la riqualificazione dell’area centrale. L’azienda Deltapav si occuperà dei percorsi ciclabili che saranno in cemento drenante in modo da consentire all’acqua piovana di penetrare nella superficie sottostante come se fosse terreno. La conclusione di tutti i lavori, inizialmente prevista per 31 dicembre 2022, è stata posticipata ad aprile 2023.
# Forse manca la cosa più importante
Champs Elysse – Marciapiede
Perchè corso Sempione possa diventare vivibile e attrattivo forse manca la cosa più importante per renderlo davvero come gli Champs Elysee. Estendere il marciapiede oltre il controviale, esattamente come accade a Parigi e come avviene nell’ultimo tratto del corso fino all’Arco della Pace che, non a caso, è l’unico realmente “vissuto”. Altrimenti il rischio è che resti a metà strada, con un marciapiede poco utilizzato perché stretto tra due strade e separato dai locali del viale.
L’Unione Europea ha deciso. Dal 2035 circoleranno solo auto elettriche. Quelle a combustibili fossili saranno bannate, con l’unica eccezione delle supercar e delle auto artigianali. La domanda che molti si fanno è: tra dodici anni saremo pronti? Perchè i dubbi sono molti. Come quelli sollevati il 15 febbraio da Francesco Venier, economista dell’Università di Trieste. A cui aggiungiamo la testimonianza di un attuale possessore di auto elettrica. Non troppo entusiasta.
Saremo mai PRONTI per le AUTO ELETTRICHE? La TESTIMONIANZA: “Sono una FREGATURA”
Ph. andreas160578
Il Prof. Francesco Venier dell’Università di Trieste sul suo profilo illustra le ombre principali sulla scelta dell’Unione Europea di imporre ai cittadini europei l’utilizzo esclusivo di auto ad alimentazione elettrica.
Venier si chiede se “In dieci anni risolveremo i seguenti problemi?”:
#1 Problemi di fornitura di energia elettrica (+50%)
Elettrificare l’intero parco auto comporterebbe un aumento del consumo di energia elettrica da 302 TWh a 450 TWh (+50%) stiamo costruendo questa capacità?
#2 Costo elevato per famiglie a reddito medio basso
Le auto elettriche attualmente hanno un prezzo più elevato rispetto alle auto a benzina o diesel. Questo comporterà difficoltà per le famiglie con un reddito limitato nell’acquisto di un’auto. Stanzieremo nuovi incentivi e faremo nuovo debito pubblico?
#3 Tempi di ricarica 10 volte superiori rispetto a un pieno di benzina
La ricarica delle auto elettriche richiede una adeguata infrastruttura. I tempi per la ricarica sono, con i supercharger, 10 volte quelli di un pieno. Decuplichiamo le pompe in autostrada e colleghiamo i “distributori” a cabine da decine di MWh?
#4 Autonomia dimezzata rispetto alle auto a combustione
Le auto elettriche hanno un’autonomia in media dimezzata rispetto a quelle a combustione. Serve un ulteriore raddoppio dei punti di ricarica in autostrada (quindi 20 volte più degli attuali distributori se fossero tutti supercharger). Lo stiamo facendo?
#5 Chiusura aziende e perdita di migliaia di posti di lavoro
Ridimensionamento della filiera: Cancellazione della produzione di motori a combustione interna e delle loro componenti vuol dire chiusura o ridimensionamento di aziende e perdita di migliaia di posti di lavoro. Come impiegare gli addetti licenziati?
Lo stesso vale anche per la “scomparsa di migliaia di posti nei servizi di manutenzione e distribuzione distribuzione carburante. Cosa faranno gli attuali addetti per vivere?”
# La testimonianza di un possessore: “Le auto elettriche sono una fregatura”
Alle domande sul futuro si aggiungono problemi riscontrati da chi già possiede un’auto elettrica, come Roberto Girardi, presidente di AIPI FVG, che riporta questa testimonianza:
“Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.”
# La fregatura delle colonnine: “costano il doppio rispetto alla rete domestica”
Queste le motivazioni di tale conclusione tranchant:
“Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all’utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.”
# Ci vuole mezza giornata per fare una piena ricarica
“Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.”
# Se si fa un lungo viaggio con un’auto elettrica ci vuole il doppio del tempo
“Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un’ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l’80% della ricarica è un’altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).”
“Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall’autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!”
I problemi di ricarica sono noti. Ma le auto elettriche sono davvero più economiche nel loro utilizzo?
# A parità di chilometri, una carica elettrica costa 4 volte un pieno di GPL e dopo 8 anni l’auto vale zero
“Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un “pieno” di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
B) un “pieno” di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un “piccolo particolare”: con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l’asino:
– costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
– costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
– costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
– costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all’esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime (dopo non più di 8 anni) vale zero.”
Scambi record nel 2022 tra Cina e Russia. Questo nell’anno delle sanzioni Occidentali contro il Paese governato da Vladimir Putin. Un dato che pone seri interrogativi. Pubblichiamo estratti tradotti dell’articolo della Reuters China’s 2022 trade with Russia hit record $190 bln – customs
CINA e RUSSIA: interscambio alle STELLE. Il mondo sta girando a EST?
“Il commercio della Cina con la Russia ha raggiunto la cifra record di 1,28 trilioni di yuan (190 miliardi di dollari) lo scorso anno, ha dichiarato il governo venerdì scorso, anche se le importazioni della Russia dall’Unione europea sono diminuite a causa delle sanzioni relative all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.” (…)
“Le spedizioni di merci cinesi in Russia sono cresciute per sei mesi consecutivi. La Russia ha più che raddoppiato le sue esportazioni di petrolio liquefatto verso la Cina nel 2022 (…). Le importazioni cinesi di gas naturale russo attraverso il gasdotto Power of Siberia dovrebbero aumentare di almeno il 50% nel 2022, secondo il principale produttore russo, Gazprom. Le importazioni cinesi di greggio dalla Russia sono aumentate del 10% su base annua nei primi 11 mesi a quasi 80 milioni di tonnellate.” (…)
Le esportazioni dalla Cina in Russia “a dicembre sono in aumento dell’8,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno”. Le importazioni dalla Russia in Cina “sono aumentate dell’8,3%”.
“Russia e Cina sono pronte a riprendere i viaggi reciproci (sospesi per il Covid ndr) il prima possibile e ad approfondire la loro cooperazione strategica, ha dichiarato questa settimana Zhang Hanhui, ambasciatore cinese in Russia.”
Jacknbc nel video di Moto.it ci porta a scoprire quali sono gli incroci, le vie e le corsie preferenziali dove è più probabile fare un incidente. Si parte dall’incrocio più pericoloso: piazza Napoli sulla Circonvallazione esterna, forse la più rischiosa, anche per colpa di chi invade la preferenziale. Anche la circonvallazione interna, dove si assiste a un incidente in diretta, con il suo asfalto viscido quando piove. Poi si passa a piazza Cinque Giornate con i suoi binari e il suo pavé. Quindi il terribile incrocio tra Corso Magenta e via Carducci con il suo dedalo di binari. Binari, pavé, auto imbizzarrite: questi i brividi che si provano percorrendo Milano su due ruote. Il suo consiglio: “Anche se è verde rallentate quando attraversate un incrocio”.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Milano potrebbe fare di più per i suoi locali e negozi storici? Sicuramente sì. Anche perchè molti di loro costituiscono un’attrattiva come i monumenti che si trovano in città. Queste alcune delle insegne storiche che non hanno riaperto le saracinesche negli ultimi anni.
LOCALI STORICI lasciati CHIUDERE negli ultimi tempi a Milano
#1 Bar Rattazzo
Bar Rattazzo
Generazioni di giovani milanesi hanno preso qui un drink o una birra da bere nei giardini circostanti. Una tradizione quasi come l’aperitivo. Ma su cui è calato il sipario. Dopo la morte di Pietro Rattazzo, storico volto e anima del Bar Rattazzo in attività nel quartiere Ticinese dal 1961, il locale aveva provato a rimanere in piedi. Le difficoltà aggravate dall’emergenza sanitaria hanno costretto gli eredi a chiuderlo nel 2020.
Una delle prime gelaterie di Milano: aperta nel 1952 dai fratelli Toldo, provenienti dalla Val di Zoldo, nel cuore di Brera in via Ponte Vetero. Ingrandita negli anni trasformandosi in una gelateria polifunzionale con servizio dalla colazione all’aperitivo serale, nel 2020 ha lasciato spazio a un negozio di abbigliamento.
#3 Mariposa
Credits: tripadvisor – Interno Mariposa
Mariposa in Porta Romana è stato per anni il punto di riferimento per i milanesi, e non solo, che cercavano rarità discografiche. Qui si potevano trovare dischi, film, biglietti per concerti. Dal 2012, complice la crisi del settore, il locale si era trasformato in bar per fare colazioni, pranzi veloci e aperitivi con un rimando alla vecchia attività. Nel 2021 la chiusura a causa del Covid e l’arrivo al suo posto del famoso locale romano “Trapizzino – La vineria” che propone le classiche ricette dello street food della capitale.
Tra i bar storici della città che hanno cessato l’attività c’è Crocetta Milano 1982, con il punto vendita in via Baracchini all’angolo con piazza Diaz. Il 2022 è stato l’anno fatale, tra l’altroin una parte della piazza con altri locali chiusi da tempo, compreso il Grand Hotel Plaza.
Sempre nel 2022 dopo trentacinque anni di attività ha chiuso i battenti un simbolo della cultura enogastronomica meneghina: il Pont de Ferr. La celebre clair che si affaccia sul Naviglio, e che nel 2011 aveva ottenuto il riconoscimento della stella Michelin, non riaprirà più per deliziare i palati dei milanesi.
Il 2022 è stato anche l’anno dello stop definitivo per Killer Milano la discoteca nata dalle ceneri del “mitico” Plastic che così consuma definitivamente la sua storia gloriosa. Il locale di Andrea Marconetti in viale Umbria ha abbassato per sempre le serrande.
La Pasticceria Supino di via Cesare da Sesto in Porta Genova, famosa per la bontà dei suoi cannoncini ripieni di crema, ha cessato all’inizio del 2022. I titolari della prima pasticceria a entrare nella Guida Michelin, anche grazie a una mitica torta cioccolato e pere, dopo oltre 50 anni non sono riusciti a trovare nessuno in grado di proseguire l’attività.
#8 Blanco
Credits blancobarmilano IG – Blanco Milano
Blanco, lo storico locale all’angolo tra piazzale Lavater e via Morgagni in porta Venezia punto fermo per oltre un decennio della movida milanese e della comunità LGBT, ha chiuso alla fine del 2022.
#9 Pizzeria Sibilla
Credits goof_shimura_soffet IG – Pizzeia Sibilla
A causa dei costi troppo alti di gestione ha abbassato le serrande a novembre del 2022 la pizzeria Sibilla, ristorante storico di via Mercato a Milano, in zona Brera. Il locale famoso nella zona per la sua pizza napoletana rigorosamente cotta nel forno ha posto la parola fine alla sua storia dopo 79 anni, aveva inaugurato nel 1943.
#10 Pasticceria Vecchia Milano
Credits postibelliamilano IG – Pasticceria Vecchia Milano
Il 1 gennaio 2023 dopo 51 anni di attività ha chiuso definitivamente la storica pasticceria Vecchia Milano in zona Acquabella-Argonne. Un vero paradiso dei dolci con pasticcini mignon, praline, biscottini da tè, lievitati, bellissime torte classiche e decorate e i panettoni, il locale è stato uno dei primi a proporli tutto l’anno.
Molta musica, molto teatro, laboratori (anche per bambini) e perfino un angolo di Francia alle porte di Milano. Ecco cosa ci aspetta nel fine settimana del Carnevale di chi non è di Milano.
Il weekend del CARNEVALE dei NON MILANESI: gli appuntamenti da non perdere dal 17 al 19 febbraio #ToDoMilano
Omaggio a John Williams: le colonne sonore di John Williams agli IBM Studios, a partire dalle 21.00, eseguite dai solisti di Milano Classica.
Voodoo Mars: amici appassionati del Rockabilly, ecco la vostra serata! La band misteriosamente rapita dagli alieni negli anni ’60 torna, insieme al marziano, alla Scighera. Atterraggio previsto alle 21.00.
Freddie & The Cannonballs: il blues anni ’50 e una puntatina al sound anni ’60, con la band svizzera capitanata da Federico Albertoni, che sbarca al Bonaventura Music Club di Buccinasco. Inizio alle 21.30.
Sotterranea Live: la musica underground è la protagonista della serata al Magnolia di Segrate. Sul palco si avvicendano Daykoda, Ze In The Clouds e Dave. Inizio alle 22.00.
Mary and the Quants: il weekend ospita una band milanese che mixa beat, pop, Motown e British Invasion anni ’80. È la serata Bandiera gialla dello Spirit de Milan, che inizia alle 22.30.
Single Party: il tributo ai single è la coccola che l’Alcatraz dedica a chi ha passato San Valentino da solo/a. Si inizia alle 23.00 e sul palco ci sono i Divina.
Mamacita party: la proposta del Fabrique per la prima lunga notte del weekend è la selezione di hip-hop e r’n’b. Inizio alle 23.30.
Ricardo Villalobos: l’asso della musica elettronica è in console ai Magazzini Generali, nella notte del venerdì milanese. Si comincia alle 23.30 e si finisce sabato mattina.
#Sabato 18/2: l’altro derby di Milano, Baglioni e il Carnevale dei “non milanesi”
Claudio Baglioni – Credits: Paolo Talanca
Evviva il Coding!: laboratori di programmazione informatica, per bambini e ragazzi, dai 7 ai 17 anni, divisi per fasce di età. Dalle 10.00 alle 12.30 un’introduzione divertente a quella che pare essere una materia del futuro. Presso il Centro Spazio Vita Niguarda di p.zza Ospedale Maggiore 3.
We Can Do It!: workshop di meccanica della bicicletta, tutto al femminile. Presso Cascina Nascosta, nel Parco Sempione, dalle 10.30 alle 12.30 o dalle 14.30 alle 16.30.
Mini Derby Monza Milan: 23^ giornata del campionato allo Stadio di Monza, dove i padroni di casa ospitano i rossoneri di Pioli. Fischio d’inizio alle 17.00.
Inter Udinese: alle 19.45 è invece il turno dei bauscia nerazzurri, che affronteranno l’Udinese sul prato di San Siro.
Le nove stagioni o dell’autunno perduto e ritrovato: le 4 stagioni della natura insieme alle stagioni della musica, proposte da Ensamble Giulio Rusconi al Teatro De Silva di Rho. Vivaldi, insieme a Piazzolla e all’autunno di Galante, sono gli ingredienti di questo spettacolare evento che inizia alle 21.00.
Senza rete: i comici del web si catapultano (senza rete di protezione) sul palco dello Zelig. Come sarà l’impatto col pubblico? Si scoprirà alle 21.00.
Faber is Back: tributo a Fabrizio De André che cade il giorno della nascita del compianto anarchico genovese. In programma al Bonaventura Music Club di Buccinasco alle 21.30.
Rina Sawayama: la modella e cantante giapponese, britannica di adozione, è la proposta del sabato sera al Fabrique. Lo spettacolo inizia alle 21.00.
Aqua: unica data italiana per i danesi di Barbie Girl. Scelgono Milano e si accomodano al Forum di Assago, per lo spettacolo in prima serata delle 21.00.
Claudio Baglioni: Solo 12 Note Bis arriva al Teatro degli Arcimboldi, per riunire il cantautore romano con i suoi fans milanesi. La prima delle 12 note è alle 21.00.
Magpie Swing Quartet: lo swing anni ‘30/’40, delicato e malizioso nell’interpretazione del Quintet, è il dopo cena dello Spirit de Milan. Inizio spettacolo alle 22.30.
Zarro Night speciale Carnival Party: è il carnevale dei giargianés e si può godere un’anteprima nella serata del Live Club a Trezzo s/Adda. Inizio alle 23.00 col peggio dell’outfit e delle cose tamarre.
#Domenica 19/2: mercatini, tango e la prima volta di un cantautore alla Scala
Omaggio a Rudolf Nureyev – Credits: Trendiest Mag
Acqua al Mulino: visita di 30 minuti alle macine in pietra del Mulino di Chiaravalle, attivate dalle 10.00 alle 13.00 dall’acqua proveniente da Nosedo. Tutta la meccanica visibile, tanti slot disponibili.
Von Fries, il banchiere di Beethoven: per la rassegna Palazzo Marino in Musica, concerto gratuito di Francesca Bonaita (violino) e Martina Consonni (pianoforte) che eseguono due sonate di Beethoven. Inizio previsto alle 11.00 di mattina nella Sala Alessi.
60×60: originale mercatino di @flugmarket, che mette a disposizione uno spazio di 60 cm² per ogni espositore ed artigiano. Dalle 12.00 alle 19.00 all’Ostello Bello di via Medici 4.
Giocomerenda, un Museo da Record: visita per bambini dai 4 ai 12 anni alla ricerca dei record esposti al Museo del Tessile di Busto Arsizio. Prenotazione obbligatoria delle visite che hanno luogo dalle 15.30 alle 17.00.
Tangos: il Balletto di Milano esegue tanghi e milonghe alla ricerca di una moderna forma di espressione nel genere. In programma al Teatro Pime alle ore 17.00.
Degustazioni Letterarie: il Teatro Manzoni apre il suo foyer per la formula della lettura teatrale e la degustazione di vini. Questa settimana Il Richiamo della Foresta, letto da Davide Remondini, alle ore 20.00.
Paolo Conte: per la prima volta un cantautore si esibisce sul palco del Teatro Lirico più celebre al mondo. Accompagnato da un ensamble di musicisti e una scaletta studiati per l’occasione, Paolo Conte attende il pubblico alle ore 20.00.
Larry Goldings Trio: tre leggende della musica jazz festeggiano i 30 anni del lor trio al Blue Note. Dalle 20.30 lo spettacolo di Larry Goldings (organo), Peter Bernstein (chitarra) e Bill Stewart (batteria).
Omaggio a Rudolf Nureyev: etoile e primi ballerini provenienti dalle compagnie più prestigiose del mondo, renderanno omaggio al più grande di tutti. Il tributo va in scena al Teatro degli Arcimboldi, con inizio alle 20.30.
Ridete piano che sto dormendo: c’è spazio anche per il monologo femminile di Federica Ferrero, che dal palco dello Zelig Cabaret racconta pregi e difetti di questo mondo. Sipario alle 21.00.
Trivium + Heaven Shall Burn: brividi metal per il concerto che vede le due band alternarsi sul palco dell’Alcatraz. L’inizio della serata è fissato alle 21.00.
#Intero weekend: trovare un angolo di Francia o allattare capretti in Brianza, mentre in città domina il teatro di prosa
Mercatino regionale francese – Credits: Mete Weekend
Mercatino Regionale Francese: nuova edizione del trionfo enogastronomico d’oltralpe, che si tiene a Monza in piazza Trento e Trieste. Da venerdì a domenica, dalle 12.00 alle 20.00 è aperto il piccolo angolo di Francia brianzolo.
Allattamento capretti: attività per bambini dai 7 anni in su, organizzata da Cascina Bagaggera, in via Bagaggera 25 a La Valletta in Brianza. Sabato e domenica disponibili diversi slot. Info QUI.
Orgasmo e pregiudizio: amato dal pubblico di mezzo mondo da oltre 15 anni, arriva al Teatro San Babila da venerdì a domenica. Spettacoli serali alle 20.00, domenica pomeridiana alle 15.00.
Grasse Matinèe: due donne dialogano del senso della vita e della morte. Sono due ospiti del cimitero e ne parlano tra leggerezza e profonda pesantezza. In scena al Teatro AltaLuce, venerdì e sabato alle 20.30.
Col cavolo: monologo-delirio ortofrutticolo di e con Carlo Maria Rossi. Tutti, ma proprio tutti, i doppi sensi vegetali al Teatro Oscar, da venerdì e sabato alle 20.30, o domenica alle 16.00.
Psycho Killer: il vaso di pandora scoperchiato da un ghostwriter delle serie TV. In scena al Teatro Litta da venerdì a domenica. Spettacoli serali alle 20.30, domenica alle 16.30.
Fake: uno sguardo lucido sul mondo patinato degli attori di cinema e TV, sezionato con chirurgica precisione da Lorenzo Balducci nella nuova stand up comedy in scena all’Eco Teatro. Venerdì e sabato spettacoli alle 20.45, domenica alle 16.00.
Pubblicata l’ultima classifica sui “formaggi più buoni del mondo” a cura di Taste Atlas. Si mette la parola fine sulla eterna sfida tra Italia e Francia? Giudicate voi.
ITALIA, Campioni del Mondo dei FORMAGGI: la classifica definitiva
# Otto dei primi dieci sono italiani
Risultato schiacciante. Otto dei dieci formaggi più buoni del mondo sono prodotti in Italia. Non solo: i primi quattro sono tricolori. E non è il tricolore francese. Anzi. Malgrado la convinzione tra i cugini transalpini, per trovare il primo formaggio di terra di Francia bisogna scendere fino al tredicesimo posto. Uno smacco colossale per Macron & C.
# I formaggi più buoni del mondo
Al primo posto il Parmigiano Reggiano. Di sicuro il formaggio più copiato e falsificato del pianeta. Al secondo posto ci si avvicina alle porte di Milano con il Gorgonzola Piccante. Seguono poi la Burrata pugliese e un altro prodotto a noi vicino: il Grana Padano originato a Chiaravalle. Dopo l’intrusione dell’Oaxaca messicano si torna a casa con il sesto posto di un altro prodotto unico al mondo: lo Stracchino. Completano la top 10 trionfale la Mozzarella di Bufala della Campania e il Pecorino nella versione sarda e in quella toscana. Altro formaggio lombardo nella top 10 è il Taleggio in diciassettesima posizione. Per trovare i formaggi francesi bisogna armarsi di pazienza e scorrere in basso la classifica.
Tra i francesi che si incazzano/E i giornali che svolazzano/C’è un po’ di vento, abbaia la campagna/E c’è una luna in fondo al blu.
Un nuovo grattacielo si prepara a spuntare nello skyline milanese: la Torre Faro. Sarà il primo della zona sud della città e nella classifica delle altezze si piazzerà al sesto posto, di poco dietro a Palazzo Lombardia. Assieme alla costruzione della torre verrà riqualificata anche tutta l’area circostante tra Piazza Trento, Viale Toscana e il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Andrea in Via Crema.
Da anni ormai tutta l’area a sud dello scalo è in fermento e in trasformazione grazie alla realizzazione della Fondazione Prada, la sede Fastweb e tutto il progetto Symbiosis, con la nuova sede di LVMH, e ora con l’avvio del cantiere per Villaggio Olimpico delle Olimpiadi 2026. Oltre alla Torre Faro sono però altri i progetti in partenza nella città.
Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO di 144 metri con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano
# La Torre Faro sarà il primo grattacielo per il sud Milano: 144 metri di altezza per 28 piani
Rendering Acpv – Torre Faro
Fra qualche anno anche il sud di Milano avrà il suo grattacielo: si chiamerà Torre Faro”, sarà alta 144 metri per 28 piani complessivi e disporrà di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Il progetto della nuova sede di A2a, multiutility di energia e rifiuti di Milano e Brescia, è stato presentato ufficialmente alla fine del 2020 alla Commissione urbanistica del Municipio 5.
Credits: Urbanfile - Progetto riqualificazione area
Credits: Urbanfile - Planimetria riqualificazione area
Si inserisce nel contesto di rigenerazione urbana prevista dal Pgt di Milano 2030, che contempla anche la riqualificazione dell’intera piazza Trento, della parrocchia Sant’Andrea e di tutta la zona fino alla nuova sede A2A. Gli ultimi dettagli sulla parte pubblica dell’investimento saranno definiti nei prossimi mesi.
# Forma tubolare, giardini pensili e belvedere panoramico
Gallery Torre Faro A2A e riqualificazione aree circostante
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Torre Faro A2A
Credits: fanpage.it - Torre Faro A2A
Torre Faro A2A
Veduta Torre Faro da Viale Toscana
Veduta Torre Faro da sud
Veduta bassa Torre Faro
Credits: Urbanfile - Cascata acqua
La caratteristica più importante del grattacielo, progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel, sarà la sua forma tubolaree un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili.
Credits, ACPV – Sezione parziale della torre con il Museo dell’Energia riqualificato
Sono previsti due serie di piani di uffici incorniciati dalla spaziosa hall d’ingresso al piano terra, con un cortile verde che collegherà la nuova sede al Museo dell’Energia, un edificio esistente che sarà riqualificato. A questo si aggiungono due ambienti panoramici: lo sky garden, che sarà alto circa tre piani, e un belvedere che con molta probabilità sarà accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri.
# Il punto sui cantieri e la data di inaugurazione
I cantieri preparatori sono iniziati alla fine del 2022, con la bonifica e le operazioni propedeutiche allo scavo delle fondamenta. La conclusione dei lavori è prevista nel 2025, anche se al momento sembrano un po’ a rilento, mentre l’inaugurazione per le Olimpiadi del 2026 con il graduale ingresso dei 1.500 dipendenti dislocati oggi nelle varie sedi.
Ma le novità non sono finite. In arrivo anche due grattacieli in zona Parco Lambro.
# Entro il 2024 saranno pronti due nuovi grattacieli da 23 e 16 piani in zona Parco Lambro
Credits: milano.corriere.it – Park towers
Dopo il quarto grattacielo orizzontale denominato “CityWave” in costruzione a Citylife per fare da quinta alle altre tre torri, la prossima inaugurazione della Torre Unipol e di tutti i grattacieli che hanno trasformato il quartiere di Porta Nuova, anche a est della città sorgeranno due nuove torri.
Si tratta del progetto Park Towers Milano affacciato sul Parco Lambro, nel quartiere Feltre, con due nuovi grattacieli di 23 piani e 16 piani e un terzo edificio in linea per un totale di 8mila mq. Le torri avranno 107 appartamenti di diversi tagli e metrature, 123 box e si svilupperanno su un area verde di circa 5.000 metri quadrati. Il progetto è stato oggetto anche di una raccolta di equity crowdfunding immobiliare tramite Concrete Investing, la piattaforma autorizzata da Consob per la raccolta di capitali destinati ad investimenti in progetti real estate: un successo con l’obiettivo massimo prefissato di 2,5 milioni di euro raggiunto in sole 24 ore. I cantieri stanno procedendo secondo il programma, nelle foto si vede la situazione a dicembre 2022, e la conclusione è prevista per l’autunno del 2024.
Dove si balla? Esiste un’ampia offerta di locali e di discoteche. Abbiamo provato a stilare una selezione settimanale secondo le indiscrezioni di pierre e frequent dancer. Questo il risultato.
Milano è BELLA di NOTTE: i LOCALI di riferimento a Milano per ogni SERATA della SETTIMANA
# Lunedì: A casa
Casa Jacopo Etro
# Martedì: Tocqueville 13
Toqueville – Ph. @camilla.mia IG
Decenni in cui spopola a Milano. Il botto negli anni Novanta quando per tutti era il “locale dove si ballava sui tavoli” e soprattutto dove si apriva la serata, per concludersi all’Hollywood o allo Shocking. Sempre in voga, particolarmente a inizio settimana, quando gli orari si accorciano. Nella via omonima, traversa di Corso Como.
# Mercoledì “Classico”: Armani Privé
Armani Privé – Ph. Gabriele Candela
Mercoledì si può optare per un grande classico o per un locale più alternativo. Il Grande classico è l’Armani Privé nel cuore della città. Raffinato ed elegante. Dove se si ha fortuna si può anche incontrare il grande stilista che ha progettato tutti gli ambienti. In Via Gastone Pisoni 1
# Mercoledì “Avanguardia”: Play Club
Ph. @playclub.milano IG
Uno dei locali del momento. Aperto fino alle 5.30. Talmente esclusivo che pure il sitoè solo per pochi. Presenta una delle offerte notturne più intriganti di Milano. In Viale Monte Grappa 14, in Porta Nuova.
# Giovedì: Volt
Ph. @voltclub.milano IG
La discoteca “più contemporanea” di Milano in zona Vetra:Via Molino delle Armi 16. E’ risorto dalle ceneri del glorioso Divina.
# Venerdì “Under”: The Club
Ph. @theclubmilano IG
Altro locale di successo ormai dalla fine degli anni Novanta. In realtà con altri nomi si balla in questi spazi da molto tempo prima, quasi ogni milanese c’è passato. Da decenni il venerdì è la serata di punta in particolare per un pubblico di giovani e di universitari. Si trova dietro Largo La Foppa in Corso Garibaldi 97.
# Venerdì “Over”: Old Fashion
Ph. @oldfashionmilano IG
Andiamo all’Old? Una domanda che ha attraversato tutte le generazioni per un locale che è un vero e proprio monumento nazionale: compie quest’anno i 90 anni! I più agè ricordano i tempi in cui l’estivo poteva estendersi in tutto il giardino della Triennale potendo così attrarre migliaia di persone nelle calde notti milanesi, in particolare nelle mitiche Serate Internazionali del mercoledì. Il venerdì all’Old Fashion è forse la serata più trasversale di Milano, si trovano persone di ogni età e di ogni stile. Sotto il Palazzo della Triennale, in viale Camoens.
# Sabato: Gattopardo
Ph. @gattopardomilano IG
Per una notte sacra e profana. Altro locale che ha fatto la storia di Milano, un ambiente unico, in una chiesa sconsacrata in via Piero della Francesca, traversa di corso Sempione. Si definisce “The most exclusive club in Milan” e, in effetti, i suoi buttafuori mettono ansia a chiunque.
# Domenica: Just Me (Just Cavalli)
Ph. @justme.milano IG
Si chiama JustMe. Ma per tutti è e resterà sempre il Just Cavalli. Sotto la Torre Branca, nel Parco Sempione, di fronte all’Old Fashion, quando le serate si fanno calde diventa questo il centro del divertimento milanese. Anche questo locale nato nella seconda metà degli Novanta che non perde una stagione, lockdown permettendo. In Viale Luigi Camoens 2.
Usciti i dati sulla mortalità in eccesso nel triennio 2020-22 segnato dall’emergenza Covid. Il Paese che risulta aver salvato più vite è quello che non ha attivato lockdown o restrizioni. Vediamo i dati ufficiali OECD.
Mortalità in eccesso 2020-22: il MODELLO SVEDESE il migliore del mondo
Chi ha lasciato più libertà ai cittadini ha salvato il maggior numero di vite. Questa la sintesi che emergerebbe dai dati ufficiali pubblicati dall’OECD sulla mortalità in eccesso nei principali paesi rispetto alla media negli stessi paesi dei cinque anni precedenti la pandemia. Calcolata in percentuale sul triennio 2020-22, la Svezia risulta il paese al mondo con la minor mortalità in eccesso: +6,7% sulla media degli anni precedenti.
Sull’altro fronte i paesi peggiori risultano due nazioni che hanno cercato di combattere il Covid con lockdown e restrizioni molto pesanti: Cile e Stati Uniti. Il paese sudamericano registra +64,1% di mortalità, mentre gli USA sono a +54,1%, siamo a quasi 10 volte più del tasso svedese.
L’Italia si trova a metà classifica con un +27.9% di mortalità in eccesso, quasi 5 volte superiore al tasso di mortalità in eccesso della Svezia. Ma in cosa consisteva il “modello svedese”?
# Il modello svedese per contrastare il Covid: libertà assoluta ai cittadini
Neppure un giorno di lockdown per alcun tipo di attività. Pure le scuole sono rimaste sempre aperte, anche nei momenti dove il Covid sembrava colpire con più violenza. Non solo. Mai adottato l’obbligo di mascherine che, anzi, dopo i primi mesi sono state addirittura “sconsigliate” per evitare il rischio di sentirsi falsamente protetti. I comportamenti considerati utili sono stati sempre solamente consigliati, come la vaccinazione che non ha previsto alcuna forma di penalizzazione sociale contro i non vaccinati. Il Green Pass non è mai stato attivato e la Svezia è stato il primo paese ad abrogare tamponi e quarantena ai sintomatici. Il punto saldo della strategia svedese è stata la tutela della libertà individuale, focalizzandosi a curare i malati senza infondere terrore o limitare la vita tra le persone sane.
Per questa linea intransigente a difesa della libera scelta del cittadino il paese scandinavo ha attirato molte critiche a livello mondiale, soprattutto da parte di chi ha adottato una politica opposta. I dati ufficiali però mostrano che la strategia svedese è stata quella vincente. Non solo dal punto di vista economico e psicologico ma anche sanitario.
Vediamo invece nello specifico i dati Istat sulla mortalità in eccesso in Italia, aggiornati a Novembre 22.
# Mortalità in eccesso in Italia: +10% nel 2022
A Novembre 22 in Italia si registra un aumento del 10% della mortalità rispetto ala media dei cinque anni precedenti la pandemia. In ognuno dei tre anni segnati dal Covid si sono avuti decessi sensibilmente superiori rispetto alla media, sfondando in tutti i tre casi quota 600mila vittime.
Non per forza mangiare fuori casa significa non mangiare sano: 3+1 posti a Milano buoni e sani dove poter fare anche pasti veloci.
5 posti dove MANGIARE SANO e BUONO a Milano
# Pescatorum in zona Solari e il Poke unico a Milano
Credits: @pescatorum Pescatorum
In via Andrea Solari, 6 c’è il primo dei posti buoni e sani da segnarsi. Si chiama Pescatorum Solari e ha aperto nel novembre del 2021. È una pescheria giovane e improntata sulla sostenibilità, una pescheria 2.0., come la definisce Corriere Milano. Inizialmente focalizzata solamente sulla vendita, dall’anno scorso hanno aggiunto anche l’offerta ristorante. Il banco propone frutti di mare, pesce fresco, tartare e una selezione dedicata alla “macelleria del mare”, ma c’è anche un reparto market con la gastronomia. Pescatorum abbraccia una filosofia sostenibile, infatti il suo punto forte è la biodiversità.
Pescatorum è aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 23, con orario continuato. Il lunedì apre dalle 12 alle 23. Propone pranzi e cene complete, con antipasti, primi e secondi, dove i clienti possono scegliere direttamente dal banco quello che vogliono mangiare, ma anche pranzi veloci con la loro poké. All’interno delle loro bowl si trovano ingredienti di qualità e la pescheria è l’unico locale a Milano che prepara poké a base di tonno ala lunga del mediterraneo e gambero rosso.
# Martas Nature Bar in zona Porta Venezia, il regno dei Bowl
Credits: @martas_naturebar Martas Nature bar
Anche il secondo posto da tenere a mente ha aperto nel 2021, precisamente a dicembre, in via Lambro, 9. Si chiama Martas Nature Bar e nasce dall’idea di tre donne milanesi accomunata dalla passione per il cibo sano e dall’attenzione al benessere a 360°. Le parole chiave per capire il concept del locale sono: qualità, sostenibilità, salute, rispetto per il pianeta e Martina, sì perché tutte e tre le donne si chiamano in questo modo.
Martas Nature Bar propone bowl con abbinamenti diversi dal solito e di qualità. Piatti colorati e ricchi di ingredienti sani, combinati grazie all’aiuto di una nutrizionista. Ogni bowl contiene quattro ingredienti principali: cereali integrali, proteine, fibre e grassi buoni. I prezzi sono nella media e per ogni poké sono indicate categorie e carbon footprint, ovvero l’impatto ambientale per la preparazione. Tra gli ingredienti utilizzati citiamo come esempi uovo rosa pickled, melanzane, carote viola, cavolo cappuccio viola crudo, rapa rossa, falafel di cicerchia, broccoli, zucchine e molti altri.
# Gli Artisti del Vegetariano in zona Brera
Credits: @artistidelvegetariano Artisti del Vegetariano
In via Ponte Vetero, 15 c’è invece Artisti del Vegetariano, aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 20:30. Artisti del Vegetariano parte dalla filosofia zero sprechi della sua ideatrice Cristina, che ha iniziato il suo lavoro come venditrice di frutta e verdura al mercato di Padova e è poi approdata qui a Milano, oltre ad aver scritto libri, partecipato a programmi televisivi e creato la sua propria accademia. Da Artisti del Vegetariano non viene mai buttato nulla, anzi si utilizzano anche quelle parti delle verdure che quasi nessuno mangia, ad esempio? Le bucce delle patate e dello zenzero. I prodotti vengono tutti da aziende agricole venete o dal mercato ortofrutticolo lombardo o, comunque si cerca sempre di selezionare prodotti biologici a km0. Tra i piatti proposti troviamo: mozzarella in carrozza a base di foglia di riso o i fiori di zucca proteici con pangrattato di lenticchie farciti alla zucca e al profumo di rosmarino, ma anche un tiramisù alle mandorle. Ovviamente anche il packaging è plastic free.
Artisti del Vegetariano ha aperto nel dicembre del 2021, ma ha già fatto il bis, infatti lo si trova anche in Corso Magenta 2.
# NaBi tra Calvairate e i Giardini della Guastalla
Credits: @nabi_cadore41 NaBi – Natura Biologica
In via Cadore 41, aperto tutti i giorni ad eccezione del martedì, c’è il bistrot biologico NaBi- Natura Biologica. Sempre attento alla sostenibilità e al rispetto per piante e animali, NaBi è quel posto che, come dicono i proprietari, fa sì che sano e bio significhi anche buono e goloso. Il concept è quello del rispetto della biodiversità e del voler proteggere la salute di tutti. Il locale è aperto per colazione, pranzo e cena: la mattina (o per merenda) propone dolci adatti anche ai vegani e ai celiaci, come la torta di mele, la torta al cioccolato fondente e la torta di carote. A pranzo i classici piatti tradizionali vengono affiancati da quelli vegetariani e realizzati con solo ingredienti naturali, ad esempio vellutate, cous cous o cereali come la quinoa e carni tenere e verdure di stagione. NaBi offre anche la possibilità di fare aperitivo accompagnando un calice di vino o un drink a delle bruschette. E infine la cena è il paradiso dei vegani.
Dopo avere girato il mondo ha scelto di vivere in un piccolo borgo disabitato, immerso nella natura, tra le montagne. “Cinque anni fa ho detto basta.” Così i risparmi di una vita ha scelto di investirli in una piccola casa da risistemare e diventare l’unico abitante di questo borgo. “Bastano pochi soldi per essere felici. Io faccio il pane in casa, mi riscaldo con la legna che raccolgo e ho scelto di disfarmi anche dell’auto”. Video di Bernardo Cumbo
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
“Se fanno insieme le cose possono generare del benessere non solo per l’asse Milano-Bologna ma per tutto il Paese”. Dopo il triangolo industriale potrebbe essere questo il nuovo fulcro economico dell’Italia?
“Come DUE FERMATE della METRO”: dall’asse Milano-Bologna ci sarà il rilancio dell’Italia?
# “Milano è vicina a noi, dobbiamo lavorare assieme per progredire assieme”
Credits: @_gaiadascola IG
La professoressa Rosa Grimaldi, già delegata per il sindaco alla Promozione economica e attrattività internazionale, industrie culturali e creative, ha commentato sull’edizione di Bologna del Corriere della Sera i risultati dell’Istat sulle Città Metropolitane che vede il capoluogo dell’Emilia Romagna tra le migliori e dove in alcuni indicatori è davanti Milano. Ad esempio, fa meglio del capoluogo lombardo per numero di laureati d’Italia, per la maggiore propensione all’occupazione femminile e per la crescita demografica stimata fino al 2030.
Alla domanda sul rapporto con la capitale economica del Paese questa è la risposta: “Non c’è competizione, c’è invece un tema di guardare a possibili alleanze che possano favorire la crescita di Milano e di Bologna. C’è un atteggiamento di apertura e collaborazione. Milano è vicina a noi, dobbiamo lavorare assieme per progredire assieme».
# Milano e Bologna come due stazioni della metropolitana
Linee alta velocità
Il punto di partenza per una collaborazione che accresca la forza di entrambe le città è l’alta velocità che le unisce in appena un’ora e che le rende vicine in termini di tempo, come se fossero due fermate della metro: “E’ come se fossimo due stazioni di metropolitana, distanti un’ora una dall’altra, lo stesso tempo che serve per attraversare Milano. Io credo che questa vicinanza rappresenti l’occasione per un asse di collaborazione importante tra due città importanti che hanno tra l’altro specializzazioni e vocazioni diverse. Per questo non vedo il tema della competizione quanto piuttosto quello della sinergia. Hanno entrambe università importanti e capacità di attrarre capitale umano importante. Sono dotate degli stessi strumenti e se fanno insieme le cose secondo me possono generare del benessere non solo per l’asse Milano-Bologna ma per tutto il Paese, perché l’orizzonte per tutte le azioni deve essere quello di migliorare il paese nel quale viviamo».
# Il raffronto tra i principali dati socio-economici delle due città
Credits: @francescobarbieri – Dito Cattelan
La sinergia tra Milano e Bologna potrebbe dare vita al nuovo fulcro economico del Paese? Osservando i freddi numeri possiamo vedere come Milano sia saldamente in testa tra le città per reddito pro capite dei suoi abitanti, l’unica in Italia a superare la soglia dei 30.000 euro, 31.778, mentre Bologna è in quarta posizione con 25.334. Il capoluogo lombardo supera il dato medio nazionale di circa 1.500 euro, quello dell’Emilia Romagna è inferiore di circa 5.000 euro.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione è Bologna a registrare quello più basso tra le grandi città, 3,9%, Milano è al quarto posto con il 6,8% dopo Venezia e Verona. seguito da Venezia (5,2%), Verona (5,4%) e Milano (6,8%): il dato nazionale è del 9,2%. Per il tasso occupazionale invece è testa a testa in riferimento al solo comune, 70,4% per Milano e 70,3% per Bologna.
Credits caroline_of_milan IG - Via Santa Marta Milano
Un luogo simbolo della devastazione che ha colpito la città durante la Seconda Guerra Mondiale, nel cuore della città, sta per essere sanato. Cosa prevede il progetto e cosa si sarebbe potuto realizzare in alternativa.
Il PALAZZO SVENTRATO di Milano si prepara a RINASCERE
# Il ricordo degli orrori dei bombardamenti all’incrocio delle 5 vie
Credits caroline_of_milan IG – Via Santa Marta Milano
Nel quartiere delle 5 vie, il più antico di Milano, c’è un palazzo sventrato dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e una voragine al posto di un altro palazzo andato totalmente distrutto. Un luogo dall’aria desolata e a tratti inquietante, simbolo della devastazione che colpì la città.
Si trova all’incrocio delle 5 vie, nel punto in cui si incontrano formando una sorta di stella, al civico 1 di via Santa Marta. Le altre sono via Santa Maria Podone, Santa Maria Fulcorina, Bocchetto e via del Bollo.Il tempo qui sembra essersi fermato e chi passa in questa zona affretta il passo distogliendo lo sguardo, ma presto avrà un nuovo volto.
Dopo anni di attese e speranze finalmente questo luogo tetro della città rinascerà. Al posto della voragine sorgerà un edificio che si svilupperà su un lotto di 247 mq, con 5 livelli fuori terra e al piano terra un locale commerciale di 118 mq. Sviluppato da FCMA con un progetto di Arassociati Studio di Architettura, il palazzo che andrà a riempire il vuoto causato dai bombardamenti del 1943 si caratterizzerà per un’alternanza tra intonaci e parti lapidee nelle tonalità chiare con serramenti in legno a tutt’altezza.
Sarà destinato ad ospitare appartamenti di medie e grandi dimensioni. L’estetica dell’edificio è stata definita per rispettare lotti e volumi preesistenti adeguandosi alle altezze originali.
Nelle immagini si vede la situazione del cantiere a fine ottobre 2022, con la realizzazione delle pareti perimetrali e la messa in sicurezza della parete cieca del palazzo di via del Bollo 7.
# Poteva essere l’occasione per trasformare il luogo in un museo della memoria a cielo aperto?
GedachtnisKirche, Berlino
Dal 1944 sono state molte le proposte di ridare valore a questa zona, alcuni personaggi politici hanno discusso sull’idea di mettere in sicurezza gli edifici che portano i segni dei bombardamenti e trasformarli in solidi musei della memoria a cielo aperto. Ora che il progetto è ufficiale e che i cantieri sono in corso non sarà possibile realizzare qualcosa di alternativo, ma non sarebbe stato male che fosse stato messo in sicurezza per diventare un monumento come è accaduto per la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche di Berlino.
Questa chiesa era stata parzialmente distrutta dalle bombe e doveva essere rasa al suolo per essere ricostruita da capo, tuttavia l’architetto che ne seguiva i lavori decise di tenere le rovine e valorizzarle costruendo 4 edifici attorno ad essere. Oggi la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche è sotto tutela monumentale e si trova al centro di Breitscheidplatz, una piazza che segna l’inizio di importanti strade, sotto gli occhi di tutti, per non dimenticare mai.
Castano Primo. L’unico paese di Milano e dintorni dove le case costano in media sotto i 900 euro al metro quadrato. Ma è davvero il borgo low cost di Milano? Ci scrive per farci chiarezza Anna Gorini.
“Caro Direttore, scrivo in merito all’articolo di Fabio Marcomin su Castano Primo.”
# Il tracollo di Castano Primo
“Preciso che il comune si trova a 35 km da Milano e non a 43, e colgo l’occasione di questa svista -in realtà significativa – per una riflessione più importante sul degrado economico e sociale che questa zona al confine nord ovest della provincia di Milano ha visto negli ultimi vent’anni. Prima sede di attività produttive notevoli, industrie medie tecnologizzate, oltre che piccole imprese, Castano ha subito un incredibile tracollo.
Se si gira per il paese oggi si notano tante case chiuse, ville notevoli che hanno goduto di stagioni migliori, ormai in stato di abbandono. Non ci sono più i soldi per mantenerle e molti se ne sono andati, insieme alle fabbriche. E il centro storico, dove ancora ci sono aree che hanno conservato le strutture originarie con funzione agricola, è in ampia parte fatiscente.”
# Collegata benissimo a Milano
“Non è questa mia breve lettera la sede per un’analisi delle cause di tutto questo, che avrebbe necessità di dati per essere spiegato. Tuttavia parto da quell’errore nella segnalazione della distanza per dire che 35 km si percorrono in superstrada e autostrada in 20 minuti. Castano è collegata benissimo, anche per ferrovia: c’è un treno ogni mezz’ora per Milano e da Milano, su un percorso di circa 45 minuti che porta direttamente a Cadorna, con un biglietto che costa 4.20 euro, che dura due ore e che comprende l’uso dei mezzi in città! E l’aeroporto della Malpensa è raggiungibile in meno di 15 minuti.”
# Case in svendita in un paese bellissimo
“A Castano ci sono ottime scuole dell’obbligo, scuole superiori molto attive (liceo scientifico, istituti tecnici), c’è un centro sportivo con campo da calcio regolare, piscine. C’è un auditorium. Ci sono due case di riposo ben organizzate. Castano è un comune del Parco del Ticino: ci sono zone bellissime lungo il fiume e lungo il canale Villoresi c’è una piacevole e lunghissima pista ciclabile.
Eppure, le case si svendono. O nemmeno si vendono.
Da tanti anni non abito più a Castano Primo, ma ci ritorno spesso e non riesco a capacitarmi dell’abbandono in cui si trova. Un abbandono che è materiale, ma anche culturale.”
# Sarebbe ora che Milano si guardasse un po’ intorno e desse una mano
“Arriveranno mai amministratori illuminati capaci di promuovere un progetto di riurbanizzazione? Un progetto che valorizzasse la qualità e le strutture del territorio, puntando ad attrarre coloro che magari sono in cerca di una situazione ben attrezzata, tranquilla, meno inquinata, dove le case si comprano al giusto prezzo? Ci sarà mai qualcuno capace di pensare in termini di rilancio, sviluppo, attrazione di capitali (umani ed economici) e occasioni di impresa? Non credo che tutte le cause di questa involuzione stiano nel territorio. Mentre Milano diventava la grande Milano qui si chiudevano i capannoni e si perdevano posti di lavoro, e insieme la consapevolezza del luogo. Sono terre queste dove nessuno si lamenta, perché si crede che si debba lavorare e basta. E, se occorre, lavorare di più. Ma sarebbe ora che anche la grande Milano si guardasse anche un po’ intorno e desse una mano. Sarebbe ora che a questo territorio pensasse non solo la grande distribuzione…
Al secondo mandato come sindaco, Beppe Sala sembra voler spogliare Milano dei suoi tratti distintivi. Guardare troppo fuori sta portando Milano fuori di sè?
Non è Londra, né un paesino di provincia: caro SINDACO, non TRADIRE l’IDENTITÀ di Milano
# La smania di copiare aspetti di città estere
Urbanismo tattico a NYC – Credits: Congress for tthe New Urbanism
Il secondo mandato di Beppe Sala come sindaco di Milano è appena iniziato, ma uno dei tratti distintivi pare essere sempre di più quello di voler importare a Milano pezzettini di città straniere, perdendo per strada al contempo luoghi e caratteristiche distintive della città. Gli esempi sono numerosi.
L’Urbanismo tatticoche a New York ha dato colpi di pennello, a Milano è dilagato uniformando piazze di quartieri molto diversi tra loro al medesimo cliché. Che poi, senza adeguata manutenzione, spesso è passato da colore a degrado.
Non è un mistero poi che le multinazionali straniere abbiano trovato nell’attuale amministrazione una corsia preferenziale per i loro investimenti. Atteggiamento contrario riscontrato invece nei confronti di piccole attività milanesi DOC, spesso esercizi storici quasi costretti a chiudere, privando Milano di locali assimilabili a monumenti: cosa che invece non accade ad esempio a Parigi dove vige una tutela quasi esasperata in difesa delle botteghe tipiche della città.
Ma l’elemento più di impatto che scatena la passione dell’amministrazione attuale è sicuramente la mobilità sostenibile. In nome di un fine nobile, migliorare la vivibilità della città, si sono abbozzate ciclabili spesso a sproposito, scollegate e non curate, con il risultato di restringere le carreggiate e, spesso, di portare ciclisti e monopattini comunque a preferire il più sicuro manto stradale, se non il marciapiede. Spesso si è presa solo un lato della medaglia di città estere presentate come modello: ciclabili ma non tunnel e parcheggi per le auto, divieti alla circolazione ma senza potenziamento dei mezzi pubblici o agevolazioni negli abbonamenti, multe ma non incentivi o forme di cooperazione.
Il risultato è che la sensazione è che su questa strada Milano stia perdendo i suoi tratti distintivi diventando la caricatura di queste città (stato), senza mai aprire un confronto schietto e sincero con i modelli amministrativi delle altre metropoli che potrebbero realmente rivoluzionare Milano, rendendola più bella, forte e competitiva.
Oltre a prendere solo pezzettini di altre città straniere rinunciando a dotare Milano del loro stesso potere, la politica di Sala sta commettendo un altro delitto immorale: portare Milano a una mediocrità peninsulare.
Troppo comodo fare i ganassa e ostentare le eccellenze create all’ombra della Madonnina, finché il termine di paragone è solo l’Italia. Inutile confrontare il prestigio del capoluogo lombardo con le città che ottengono risultati inferiori perché, a furia di gareggiare verso il basso, calano tutti gli standard.
Anche quelli di Milano.
Che, infatti, sta diventando un posto qualunque del panorama geografico italiano, solo con i grattacieli e lo skyline. Come un paesone americano, insomma.
Ma quali sono le peculiarità che Milano sta perdendo?
# Dagli 88 quartieri alla città policentrica, dall’accoglienza all’Area B
Sorveglianza e divieti – Credits: ANSA
Non ci sono più Lambrate o Villapizzone, niente più Taliedo e l’Arzaga. Solo qualcosa e qualcuno a 15 minuti di distanzadalla “Milano policentrica”, che potrà anche sembrare uno slogan d’effetto ma che in realtà con Milano non ha parentela.
Milano Quartieri è un anonimo piano che Palazzo Marino porta avanti stancamente scollegato dalle realtà territoriali. Nella frenesia del politically correcti quartieri non vengono mai nominati, sono diventati tutti delle cellule di un tessuto un po’ più grande: gli anonimi Municipi numero… (pensa un numero tra 1 e 8 per ottenere il risultato).
Il capolavoro, poi, è l’Area B.
A parte la violenza dei cartelli con telecamera piazzati all’ingresso di Milano, la B è esattamente il simbolo del suo valore: una cosa da serie B. Milan col coer in man che accoglie e non discrimina, mette dei poderosi buttafuori per fare selezione all’ingresso. Invece di aprirsi al suo grandioso territorio che rappresenta una delle unicità internazionali di Milano, quest’amministrazione ha deciso di chiuderla dentro suoi confini, come un fortino.
# Modello Italia
Credits: Mirko Bozzato, Pixabay
Sala ha avuto modo di ribadire più volte quanto, a suo parere, il modello Milano non può in alcun modo essere “esportato” alle altre città, semmai si può replicare su scala nazionale.
Peccato poi che alle parole seguano dei fatti che rappresentano l’esatto contrario: Beppe Sala prende il modello qualunque e provinciale dell’Italia e lo applica (male) a Milano.
Da La dama di Picche e il direttore Gergiev, all’imbarazzante empasse in cui si è infilato con lo stadio-sì stadio-no, ai clamorosi comunicati sulla linea blu (salvo ritardi), Sala non ha mai parlato fuori dal coro, diventando forse l’uomo politico più allineato con il cosiddetto mainstream, che poi significa dire quello che suona figo.
Parlare da milanese significa invece promuovere una città libera per i suoi cittadini e anche un po’ menefreghista nei confronti della politica romana. Non subalterna o prona davanti ai grandi poteri.
Eppure c’è una regola d’oro da rispettare per essere un eccellente sindaco di Milano. Una sola. Il sindaco di Milano non deve fare un cazzo: deve lasciar fare ai milanesi. Le idee arrivano dal tessuto della città. Come inquilino temporaneo di Palazzo Marino deve solo mettersi al servizio, con umiltà, della sua comunità.
Possibilmente senza ostacolare chi crea valore e ricchezza, senza assecondare troppo i «distruttori di finanze e nati stanchi» (cit.) o addirittura cancellare l’identità, la tradizione e la storia di Milano.
“Tutto è nato quando dei turisti mi hanno fermato chiedendomi di aiutarli a comprare un biglietto della metro”. Come si può rendere più semplice il processo d’acquisto del biglietto della metro? E come si può ridisegnare il biglietto per renderlo più semplice? Video di Breccia.
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