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I 7 MONTI più belli che si possono VEDERE da MILANO

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Credits: Andrea Cherchi

Ci sono delle giornate particolari a Milano in cui il sole fa splendere le guglie del Duomo e riflette sulle vetrate dei grandi grattacieli. Proprio in questi giorni i più attenti notano la presenza delle Alpi che si stagliano all’orizzonte sul cielo azzurro pastello. Quali sono quelli più belli da vedere dalla nostra città?

I 7 MONTI più belli che si possono VEDERE da MILANO

#1 Gran Paradiso, il gigante bianco a nord ovest

Instagram: giorgioghezzi

Guardando a nord-ovest scopriamo la cima valdostana per eccellenza, il Gran Paradiso, che con i suoi 4.061 metri si staglia all’orizzonte come un gigante bianco.

#2 Monviso, il “Re di Pietra” da cui nasce il Po

Instagram: marcogeo70

In Piemonte chiamato anche “il Re di Pietra”, il Monviso si staglia sull’orizzonte ad ovest con i suoi 3.841 metri ed è uno dei più famosi perché da qui nasce il più grande fiume d’Italia, il Po. Nelle giornate serene è visibile per la sua forma piramidale che si innalza oltre le cime vicine.

#3 Pizzo Stella, disegnato da Leonardo da Vinci nel suo panorama delle Alpi

credits: wikipedia.org

La provincia di Sondrio ci regala una montagna da cartolina, il Pizzo Stella (3.163m). Rispetto ad altre vette è meno spigoloso ma imponente e nei secoli ha attirato l’attenzione tanto che Leonardo da Vinci ne disegnò la forma quando tracciò il panorama delle Alpi da Milano.

#4 Monte Rosa, il massiccio più esteso delle Alpi

Instagram: davide_s8

Il massiccio del Monte Rosa è il più esteso delle Alpi e comprende diverse cime che all’alba e al tramonto si tingono di rosa. Tuttavia, il suo nome non deriverebbe da questa caratteristica, che condivide con le Dolomiti, ma dal dialetto valdostano. Se siete abbastanza mattinieri e vi trovate nella zona più settentrionale di Milano avrete la possibilità di ammirare lo spettacolo di queste cime compatte e colorate.

#5 Finsteraarhorn, una “freccia” fra le cime delle Alpi Bernesi

Instagram: frafisio77

Nonostante il nome impronunciabile questo monte è molto famoso per la sua vetta appuntita che spunta come una freccia fra le cime delle Alpi Bernesi. È alto 4.274 m e nonostante la distanza dalla città riesce a risaltare molto all’orizzonte mostrandosi fra i grattacieli.

#6 Resegone, le 9 punte che danno vita alla sega dei falegnami

Instagram: fabio_pretalli_

Dal tetto del Duomo si può sicuramente vedere il Resegone, alto 1.875m. Con le sue 9 punte che ricordano la lama della sega dei falegnami, da cui deriva il suo nome, è uno dei più visibili essendo situato tra la provincia di Lecco e Bergamo. All’alba regala forti emozioni mostrando il suo profilo maestoso, tipico nel panorama milanese. 

#7 Grigna settentrionale, ideale per un aperitivo serale d’estate

Instagram: Skyvasse

La vetta più alta di un gruppo chiamato “le Grigne” di cui ci parla Leonardo nel codice Atlantico. È alta 2.410 m e si trova in provincia di Lecco. Nelle giornate serene si mostra vicinissima come sfondo tra il palazzo dell’Unicredit e quello della regione. Al tramonto creano un’atmosfera magica che risulta perfetta durante un aperitivo.

Continua la lettura con: Esperienze a Milano. RIAPRE il più bel BELVEDERE su Milano: queste le DATE (GRATIS)

ANDRA STEFANIA GATU

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BREST COLORA le sue CASE: il CONTRIBUTO del COMUNE. Un’idea per Milano?

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Credits-breizmhood IG - Via colorata a brest

L’iniziativa sta rendendo la città di Brest più bella e attrattiva per i turisti. Perché non replicarla a Milano per avere meno tag e scarabocchi e più vie colorate come il “Quartiere Arcobaleno” di via Lincoln?

BREST COLORA le sue CASE: il CONTRIBUTO del COMUNE. Un’idea per Milano?

Credits nicofloch29 IG – Brest

# La “Métropole” finanzia fino a 1.400 euro per colorare le facciate delle abitazioni

Credits antonella_poggio_colone IG – Brest

Nella regione della Bretagna in Francia, direttamente sull’Oceano Atlantico, c’è una città che sta diventando sempre più colorata: la “grigia” Brest. L’iniziativa è stata voluta dall’amministrazione, la Métropole, a partire dal 2018. Per incoraggiare i suoi abitanti a guardare la città in modo diverso, a migliorare il loro ambiente di vita, a valorizzare e rivelare l’architettura delle loro case, è stato creato un fondo di 35.000 euro annuo per riqualificare le facciate delle abitazioni. L’importo per ogni proprietario è pari a 700 euro, a cui ne vanno aggiunti altri 100 se si affida a un’impresa per la tinteggiatura e che diventa 1.400 euro in caso di comproprietà. Se poi si convince il vicino si aggiunge un ulteriore bonus di 100 euro.

# In 5 anni oltre 100 edifici colorati

Credits breizmhood IG – Rue Félix-Le Dantec, dagli anni ‘2000 una delle strade più turistiche della città per le case colorate da

Dal 2018 sono state oltre 110 le facciate di case ed edifici riqualificate grazie al contributo pubblico. Non tutte le zone della città sono coinvolte, ma solo alcuni quartieri e chi vive in centro non può muoversi liberamente nella scelta dei colori e della riqualificazione. In particolare all’interno dell’Avap (Zona di valorizzazione dell’architettura e del patrimonio) è obbligatorio il parere di un architetto funzionario statale specializzato nella tutela dei monumenti e degli edifici di interesse culturale. 

La strada più famosa rimane però ancora oggi Rue Félix-Le Dantec. Una prima coppia di proprietari decise agli inizi degli anni ‘2000 di colorare la facciata della propria abitazione per togliere il grigiore e renderla più gradevole. Tutti gli altri residenti, colpiti dal risultato, seguirono a ruota.

# L’importante è che si veda

Credits latobrest

L’obiettivo dell’amministrazione è che l’iniziativa si diffonda a macchia d’olio su scala metropolitana. Tra i requisiti richiesti per ottenere il sostegno economico ci sono: essere proprietari o condomini di case o edifici con grande visibilità, ad esempio con affaccio su un’arteria trafficata, e scegliere un colore brillante. I cittadini possono usufruire anche del supporto tecnico del Consiglio architettonico e urbanistico per lo sviluppo del progetto, le pratiche amministrative e comunicazione con gli altri vicini di casa.

Credits: Andrea Cherchi, FB

L’iniziativa sta rendendo la città di Brest più bella e attrattiva per i turisti. Milano è invece sempre più preda di writer che imbrattano e deturpano le pareti di case e edifici. Perché non replicare questa best practice francese cogliendo due piccioni con una fava: meno tag e scarabocchi e più vie colorate come il “Quartiere Arcobaleno” di via Lincoln?

Leggi anche: Il QUARTIERE ARCOBALENO: la NOTTING HILL MILANESE

Fonti: actu.fr, mwsweetimmo.com

Continua la lettura: Il “PAESE d’ARTE” della Lombardia che potrebbe ispirare MILANO

FABIO MARCOMIN

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GALBUSERA BIANCA: la TOSCANA a VIMERCATE

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Galbusera Bianca

Per ritrovarsi in uno scenario che ricorda i tipici paesaggi rurali toscani basta un’ora di auto da Milano.

GALBUSERA BIANCA: la TOSCANA a VIMERCATE

Milano-Galbusera Bianca

# Atmosfere toscane a un’ora da Milano

Paesaggio Galbusera Bianca

Per ritrovarsi in uno scenario che ricorda i tipici paesaggi rurali toscani basta un’ora di auto da Milano, circa 40 km di strada. A La Valletta Brianza in provincia di Lecco c’è l’Oasi Galbusera Bianca, un relais di charme custodito all’interno del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Qui si alternano terrazze coltivate e colline erbose interrotte dal verde del bosco, con strade sterrate e sentieri che circondano il rilievo di Montevecchia, il “monte di Milano”, attraversando la valle. 

Leggi anche: 7 buone ragioni per andare a MONTEVECCHIA, il “monte di Milano” con le sue piramidi misteriose

# Un relais bio realizzato in un antico borgo del ‘300 

 
Borgo Galbusera Bianca

Quello che oggi è un relais bio, che propone prodotti coltivati nella sua azienda agricola biologica e biodinamica, era un borgo contadino del ‘300 che con l’abbandono delle campagne si è svuotato ed è rimasto per anni sommerso dalla vegetazione. Tutta la struttura, che è anche hotel di charme che offre trattamenti benessere e svariate esperienze personalizzate, è stata ristrutturata con materiali certificati bio e con energia tratta da fonti rinnovabili, senza emissione di anidride carbonica. Un luogo ideale per ritrovare il contatto con la natura e con se stessi.

Leggi anche: La MINI TOSCANA della BRIANZA

# Un’Oasi WWF per la biodiversità

Colline Coltivate Oasi WWF

Tutto il complesso, compreso l’area naturale in cui è immerso, è stato inizialmente aperto al pubblico come Scuola di Agricoltura Biodinamica per poi diventare un’Oasi WWF in Lombardia per le sue coltivazioni in biodiversità di antiche varietà di frutta. Tra le esperienze disponibili ci sono: percorsi naturalistici guidati, itinerari individuali di ascolto in natura accompagnati dalla degustazione di nettari di frutta prodotti dalla omonima azienda agricola, momenti di relax con massaggi individuali o di coppia e appuntamenti gourmet nel ristorante bio.

Leggi anche: La PICCOLA PETRA è in TOSCANA

Continua la lettura: Il “GIARDINO delle GROTTE”: l’oasi segreta di pietra e acqua a UN’ORA da Milano

FABIO MARCOMIN

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Monna Lisa è di Milano? LEONARDO dipinse la GIOCONDA a Vaprio d’Adda

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Credits: liberiamo.it - La Gioconda e la valle dell'Adda

Notizia sensazionale che ha scosso il mondo dell’arte mondiale. Secondo studi geomorfologici lo sfondo che si vede dipinto nella Monnalisa di Leonardo sarebbe la valle dell’Adda all’imbocco del Lago di Lecco, ma un’altra curiosità incredibile è che esiste un quadro gemello all’originale realizzato nello stesso periodo.

Monna Lisa è di Milano? LEONARDO dipinse la GIOCONDA a Vaprio d’Adda

# La scoperta degli studiosi che hanno svelato il mistero del genio toscano

Il primo a rivelarlo, come riportato da cosedibergamo.it, è stato lo studioso Luca Tomio che sfruttando il metodo del geologo Carlo Petronio ha asserito che si tratta del “paesaggio tipico montagnoso, fluviale e lacustre delle Prealpi Lombarde e precisamente una ripresa della Valle dell’Adda”.
In precedenza il lecchese Riccardo Maragni aveva individuato nel monte San Martino quello sulla destra nel quadro.

# Il quadro gemello dipinto da Francesco Melzi

Credits: cosedibergamo.it – La Monna Lisa di Leonardo da Vinci e Francesco Melzi

Esiste però un quadro gemello della Gioconda, dipinta da Francesco Melzi amico o amante di Leonardo da Vinci e originario di Vaprio d’Adda, che riporta lo stesso sfondo pur con colori più freddi rispetto all’opera originale, un’angolatura della visione diversa con l’orizzonte che appare più alto e altri piccoli dettagli.
Questa versione è denominata “Ritratto di Dama” e attualmente è esposta al Museo del Prado di Madrid, dal 1819 in seguito alla vendita di opere e carteggi dello scultore Pompeo Leoni, tra le quali quelle cedute dal figlio del Melzi come lascito in cambio di incarico di prestigio.

# Tutti i paesaggi del ramo orientale del Lario rappresentato nel dipinto

Compiendo un excursu visivo che va da nord a sud si possono notare: la veduta dell’Adda da Calco/Brivio, la parte terminale del ramo del Lago di Lecco, con il ponte Azzone Visconti e il Monte Barro sulla destra, il lago di Garlate, Olginate e la Brianza che si apre verso Milano, osservata dai Pizzini del San Martino, Mandello, osservata dal Castello di Bellagio, le punte di Olgiasca, Dervio e Bellano così come osservabili da Gravedona.

La forma del vestito della Gioconda sarebbe un’altra conferma della teoria che vuole che il dipinto sia stato realizzato a Vaprio d’Adda, perchè con le sue balze innaturali, richiamerebbe le forme del Triangolo Lariano, ovvero quella parte di territorio racchiusa tra i due rami del lago.

Se oggi rinascesse Leonardo chissà se metterebbe sullo sfondo della Gioconda lo Skyline di Porta Nuova?

Continua la lettura con: Perché Milano è “IMPORTANTE”? Perché è “FAMOSA”? Perché è “MEGLIO DI ROMA”?

FABIO MARCOMIN

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#97 – PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como

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Credits travelinggentleman IG - Pescallo

Su un promontorio vicino al Lago di Como c’è un piccolo comune con le stradine lastricate, gli edifici eleganti e il Parco di Villa Serbelloni, un giardino terrazzato con vista sul lago. Si tratta di Bellagio, uno dei borghi più belli di tutto il Lario. Quella che però non tutti conoscono è la sua piccola frazione sconosciuta ai più ma molto pittoresca.

PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como

# L’incantevole passeggiata da Bellagio

Credits: @srake
Pescallo

Pescallo è un minuscolo borgo, molto caratteristico e ben curato che si affaccia a est del lago di Como, sul ramo lecchese. Incastonato tra il verde e il bacino d’acqua, Pescallo è visitabile in pochi minuti ma regala straordinari scorci e angoli romantici a chi decide di visitarlo. Raggiungere Pescallo da Bellagio è molto semplice, basta fare una passeggiata di pochi minuti, percorrendo una scalinata che attraversa il promontorio tra ulivi e una vegetazione mediterranea. La camminata, chiamata Salita Cappuccini, è molto suggestiva, ma se si preferisce prendere l’auto bisogna prima di tutto percorrere la strada carrozzabile e poi parcheggiare la macchina vicino a via Pescallo.

# Strette stradine e case colorate

Credits: @gaellekero
Pescallo

Pescallo nasce come villaggio di pescatori e ancora oggi mantiene le sue caratteristiche. Intorno ai primi anni del XIII secolo, il borgo era persino uno dei tre paesi lariani che forniva più pesci al mercato di Como e ancora oggi è possibile vedere qualche pescatore locale che esce con la propria barca per andare a pescare. Il borgo è molto caratteristico e uno dei suoi punti forti è il porticciolo da cui si gode di una suggestiva vista del lago: uno scorcio d’acqua incorniciato dalle montagne della Grigna sullo sfondo.

Pescallo è caratterizzato da strette stradine lastricate, costeggiate da antichi edifici, ristoranti, caffè e piccole botteghe. Case colorate e una pittoresca baia che si affaccia sul lago. Tra i luoghi di Pescallo assolutamente da vedere c’è la piazzetta su cui si affaccia la Chiesa dei Santi Biagio e Andrea, da cui inizia poi un dedalo di viuzze. Arrivati poi al porticciolo si resterà incantanti anche dalla casa completamente ricoperta da rampicanti.

# L’evento dedicato alle vele antiche

Credits: @supersusy72
Pescallo

E se ci si chiede se c’è un periodo specifico in cui visitare Pescallo, la risposta è molto semplice. A chiudere la stagione estiva di eventi di Bellagio, c’è la festa dedicata agli appassionati di vele d’epoca e classiche organizzata appunto a Pescallo. Qui il Circolo della Vela di Pescallo e il Grand Hotel Villa Serbelloni ogni anno a settembre organizzano una sorta di sfilata di barche.

Continua la lettura: Le gite più belle da Milano: #98 – GRAVELLONA, il “PAESE d’ARTE” che potrebbe ispirare MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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5 PARCHI SORPRENDENTI vicino a Milano (mappa)

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Credits: @mipaco IG

Da bambini, tutti aspettavamo impazientemente di essere portati al parco. Era un’ottima occasione per giocare con gli amichetti o semplicemente per stare all’aria aperta dopo le lunghe ore a scuola.

Ma oltre che per lo svago, la letteratura scientifica ha dato evidenza a grandi influssi positivi: il contatto con il verde e gli animali è essenziale per la crescita e lo sviluppo cognitivo dei più piccoli. Scopriamo insieme quali sono i 5 parchi più sorprendenti a pochi chilometri da Milano.

5 PARCHI SORPRENDENTI vicino a Milano (mappa)

#1 Oasi LIPU di Cesano Maderno (Parco delle Groane): il paradiso dei birdwatcher

Credits: @marco.man74 IG

Con i suoi quattro chilometri di sentieri e una pista ciclabile longitudinale, questa Oasi permette di immergersi completamente nella natura.

L’Oasi LIPU, nonché Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea più esteso, permette ai suoi visitatori di attraversare boschi e brughiere, anche con l’ausilio di percorsi interattivi e didattici che rendono la scoperta dei suoi microhabitat più divertente, soprattutto per i bambini.
Quest’area protetta e ricca di biodiversità è particolarmente adatta ai birdwatcher. Infatti, tra i tanti, possono ammirare i particolarissimi martin pescatore, airone rosso e numerosi rapaci diurni e notturni.

Ma non è tutto: l’Oasi accoglie anche animali caratteristici delle zone umide e, nel suo folto bosco e nel ricco sottobosco, ospita piccoli mammiferi, tra cui la specie protetta dello scoiattolo rosso.

#2 Il Bosco WWF di Vanzago e i suoi animali selvatici

Credits: @bosco_wwf_vanzago IG

Nella campagna a circa 20 km da Milano, si estende una bellissima riserva naturale.

Al suo interno, ha sede un Centro di Recupero per Animali Selvatici (CRAS). Questa speciale struttura ha lo scopo di accogliere, curare, riabilitare e reinserire in natura tutti gli esemplari di fauna selvatica autoctona.

Le attività proposte sono diverse: dall’educazione ambientale alle visite guidate fino ai laboratori esperienziali nella natura per i più piccoli.

#3 Oasi di Sant’Alessio a Pavia con il bradipo didattilo e l’orsetto del miele

Credits: @mipaco IG

Questo posto destinato alla natura è il primo centro italiano ad aver creduto nella reintroduzione delle specie a rischio nell’ambiente. Infatti, tra i grandi traguardi raggiunti, c’è la reintroduzione della cicogna bianca. Ma non solo: in collaborazione con la LIPU, è stata la prima in Italia a riprodurre il falco pellegrino, liberandone anche alcuni in natura.

Anche qui, le attività non mancano: ci sono percorsi adatti a visitatori di tutte le età. E si possono incontrare moltissime specie animali, dagli uccelli europei ai mammiferi, tra cui il bradipo didattilo e l’orsetto del miele.

Il suo sfondo è anche arricchito da un suggestivo castello ricco di storia.

#4 Oasi di Baggero (Parco Regionale della Valle del Lambro) con i suoi due laghi

Credits: @oasidibaggero IG

In Alta Brianza, si può visitare questa riserva naturale ospitata nel Parco Regionale della Valle del Lambro.

L’Oasi si sviluppa intorno a due piccoli laghi, un tempo cave per produrre cemento poi bonificate. È il luogo perfetto dove organizzare un picnic con la propria famiglia famiglia e avventurarsi in una camminata a contatto con la natura, attraverso percorsi che offrono l’opportunità di esplorare tutto lo spazio circostante.

#5 Parco degli Aironi di Gerenzano

Credits: @ren__landscape IG

Un’area verde in provincia di Varese che propone diverse attività adatte per tutti. Dalle visite guidate, ai momenti dedicati all’educazione ambientale, ai moduli didattici per le scuole per l’apprendimento delle materie scientifiche.

Il Parco degli Aironi è un habitat naturale costituito sia da un lago sia da varie aree boschive. Non si occupa solo dei diversi mammiferi autoctoni presenti, ma anche di diverse specie di uccelli, rendendo questo spazio verde una tra le mete preferite per gli appassionati di birdwatching.

Un consiglio? Recatevi in questo splendido parco in settimana: nelle domeniche estive è quasi impossibile trovare un posto dove rilassarsi.

Fonte: www.ideegreen.it

Continua la lettura con: Le più belle esperienze da vivere a Milano: RIAPRE il più bel BELVEDERE su Milano: queste le DATE (GRATIS)

ALESSIA LONATI

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#97 – MONCUCCO: il segreto di un nome bizzarro e di una cronaca nera

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Se sul navigatore digiti Moncucco o ti trovi a Vernate, dalle parti di Pavia, in un tempietto dalle parti di Brugherio, più verosimilmente potresti imboccare una strada chiusa tra via Imperia e via Rimini. Quella che, alla fine dei Navigli, procede verso ovest.

Ma perché si chiama Moncucco, e perché è così famosa a Milano?
Ecco 5 cose a proposito di Moncucco che ci raccontano una fetta di storia di Milano.

MONCUCCO: il segreto di un nome bizzarro e di una cronaca nera

#1. Perché si chiama Moncucco

Non è che solo la Moncucco di Milano si chiama così. Tutte le Moncucco – di Monza, Brugherio, Torino… – pare debbano il loro nome ad un francesismo, retaggio delle invasioni.
Per quella identificata dall’omonima Cascina, l’origine più plausibile del nome è quella latina da mons cucus, cioè piccolo rilievo del terreno, ma sono presenti anche ipotesi francesi: da mon cucco, il mio cucco, il cuculo – il perché, al momento, non è dato sapere -, e moncuc, il cascinale detto alla francese.
Questa pare la soluzione più accreditata: questa è terra di cascinali.
Tra invasioni galliche e francesi, di colonizzazioni, questa fetta di Lombardia, ne ha viste parecchie!

#2. Perché vale la pena andare a Moncucco

Nell’autunno del 2016, l’omonimo cascinale seicentesco è stato portato a nuova destinazione da IULM, grazie al contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Regione Lombardia e alla concessione in comodato rinnovabile dell’immobile da parte del Comune di Milano.
Con una grande inaugurazione, nella quale si è esibito pure Franco Battiato, Moncucco è ora sede di una Cascina Moncucco: uno studentato per circa 100 giovani e spazio per attività culturali per la cittadinanza organizzate da IULM.

#3. Moncucco è un campus universitario in stile lombardo

La Cascina Moncucco ha riportato a nuova vita un’area in stato d’abbandono. La struttura è diventata una residenza in formato casolare pensato per accogliere 100 persone tra professori, studenti, spazi comuni, più una quindicina di camere attrezzate anche per disabili. Nell’ampia corte centrale si terranno eventi e momenti di aggregazione.

#4. Moncucco, ‘la nera’

La sera del 3 novembre 1979, al ristorante “Le streghe” di Via Moncucco va in scena una delle pagine di cronaca nera più cruente di Milano.
E’ una storia di cosche, famiglie mafiose dalla quale.
Ad un segnale non ancora identificato, dentro l’osteria scatta l’inferno: due avventori aprono il fuoco.
A far scattare il grilletto sono “faccia d’angelo” Francis Turatello, il re della Ligera, altro noto quartiere burrascoso a Milano, ed Antonio Epanimonda, mafioso da Catania.
Anche l’annoiato padrone del locale, Antonio Prudente, è altrettanto compromesso negli ambienti della mala: lui sarà uno degli 8 morti crivellati dai colpi.
Verranno arrestati tutti: Turatello morirà in carcere nel 1981, orribilmente sventrato. (fonte: http://nientecomelillusione.blogspot.it/)

#5. Moncucco a fumetti

La strage di via Moncucco ha ispirato autori e illustratori. Alcuni collezionisti ricorderanno ‘ATTUALITA’ NERA N. 80 IL MASSACRO DI VIA MONCUCCO”, una ricostruzione fantasiosa e a fumetti dei fatti della strage.

Continua la lettura: Luogo nascosto #98 – Le VIE PRIVATE a Milano: cosa sono e che cosa le differenzia dalle strade normali

PAOLA PERFETTI

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RIAPRE il più bel BELVEDERE su Milano: queste le DATE (GRATIS)

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Credits francescotix IG - Belvedere Experience

Torna accessibile ai milanesi dopo molti anni. Il punto panoramico più spettacolare di Milano a 161 metri d’altezza. Tutte le date, gli orari e come accedere.

RIAPRE il più bel BELVEDERE su Milano: queste le DATE (GRATIS)

# Una vista mozzafiato a 360 gradi sulla città a 161 metri d’altezza

Credits francescotix IG – Belvedere Experience

Il più bel belvedere di Milano ha riaperto al pubblico dopo anni di chiusura. Salendo fino 39esimo piano di Palazzo Lombardia a 161 metri d’altezza si può godere di un panorama mozzafiato a 360 gradi su Milano e non solo. Oltre agli skyline cittadini, su tutti quello di Porta Nuova e Citylife, Madonnina, Castello Sforzesco, Stadio di San Siro e se è il cielo è limpido si riescono a vedere Appennini e Alpi, in particolare il Resegone e il Monte Rosa.

Leggi anche: Curiosità e RECORD poco noti dei GRATTACIELI DI MILANO

# Le prossime date in calendario

Credits alle_more IG – Palazzo Lombardia

Il nuovo calendario di visite del Belvedere Experience è ripartito all’inizio di settembre, domenica 3, e prosegue fino a novembre. Gli orari di accesso sono dalle 10 alle 18 nelle seguenti date: 

• Domenica 17 settembre 
• Domenica 01 ottobre
• Domenica 15 ottobre
• Domenica 12 novembre

L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti, e si accede senza prenotazione entrando dal nucleo N1. L’ultima salita è 15 minuti prima della chiusura.

Indirizzo: Piazza Città di Lombardia, 1

Continua la lettura: Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO di 144 metri con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La VIGNA di LEONARDO CHIUDE (per SEMPRE?) ai milanesi: gli ULTIMI GIORNI per visitarla e che cosa potrebbe diventare in futuro

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Vigna di Leonardo - Corso Magenta, 65

La notizia era nell’aria da tempo ma nei giorni scorsi è arrivata l’ufficialità. Fino a quando si potrà ammirarla e le ipotesi sul suo futuro.

La VIGNA di LEONARDO CHIUDE (per SEMPRE?) ai milanesi: gli ULTIMI GIORNI per visitarla e che cosa potrebbe diventare in futuro

# Casa degli Atellani e Vigna di Leonardo off limits da ottobre

Credits: @sfurzart
Casa degli Atellani

La notizia era nell’aria da tempo, dopo che nel dicembre 2022 la Casa degli Atellani era stata acquistata dal gruppo Lvmh, il colosso del lusso del francese Bernard Arnault, l’uomo più ricco del mondo nel 2023 secondo Forbes. Nei giorni scorsi è arrivata l’ufficialità: dal primo ottobre il gioiello cinquecentesco di corso Magenta con annessa Vigna di Leonardo sarà off limits per i visitatori. Ci sarà tempo quindi fino al 30 settembre per prenotazioni e ingressi, al costo di 10 euro con adioguida, prima che il complesso chiuda per sempre al pubblico.

Leggi anche: La VIGNA dove il genio LEONARDO si rilassava

# Le vicende dello storico palazzo e della vigna a due passi dall’Ultima Cena

Vigna di Leonardo

La Casa degli Atellani fu donata nel 1490 da Ludovico il Moro, che l’aveva in precedenza acquista da una famiglia nobiliare di Piacenza, a Giacometto di Lucia dell’Atella che decise di rendere uniche due case al tempo vicino anche con affreschi di Bernardino Luini. Il vigneto nella corte interna fu invece donato nel 1498 a Leonardo da Vinci, sempre dal duca di Milano, per ringraziarlo per le sue mirabili opere per la città e in particolare per l’Ultima Cena che stava dipingendo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, proprio di fronte alla Casa degli Atellani. Un luogo dove Leonardo amava trascorrere interi pomeriggi per rilassarsi e riflettere sui lavori che stava svolgendo nella città meneghina. Un vigneto coltivato principalmente di Malvasia.

Credits ariciotti IG – Vigna di Leonardo

Dopo secoli di abbandono la vigna è tornata ai fasti di un tempo nel 2007 grazie a un restauro in vista dell’Expo 2015 che ha coinvolto anche tutto il palazzo storico. I lavori hanno riportato al reimpianto della vigna originaria e ancora oggi è una delle mete più visitate dai turisti che vengono a Milano per conoscere l’aspetto meneghino di Leonardo da Vinci.

# Potrebbe diventare un hotel di lusso

Credits ariciotti IG – Casa degli Atellani

Sono ancora sconosciute le intenzioni del gruppo Lvmh sul destino del museo cinquecentesco e della Vigna di Leonardo. Tra le ipotesi più accreditate quella della trasformazione in un hotel di lusso per aggiungersi all’offerta ricettiva già presente data dai cinque appartamenti all’interno della Casa degli Atellani adibiti a casa vacanza: gli Atellani Apartaments. Nessuna indiscrezione al momento sulla possibilità di utilizzo o visita del vigneto di Malvasia nel prossimo futuro.

Continua la lettura: CASCINA BOLLA: la casa di Leonardo a Milano

FABIO MARCOMIN

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Il BIGLIETTO ATM (forse) non AUMENTA: la querelle tra Comune e Regione

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Credits Andrea Cherchi - Tram in giro per Milano

Prosegue la querelle tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia sull’aumento del costo dei ticket per il trasporto pubblico locale. Il tema è: Il buco va pagato da chi utilizza i mezzi pubblici o da tutti i contribuenti?

Il BIGLIETTO ATM (forse) non AUMENTA: la querelle tra Comune e Regione

# Il primo “scontro” nel mese di giugno sulla delibera regionale

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Prosegue la querelle tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Tutto ha inizio nel mese di giugno 2023 quando l’Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, scrive in un post sulla sua pagina facebook il suo disappunto contro la possibile delibera, poi assunta dalla Regione Lombardia, di fissare un tasso di inflazione al 6,41% che avrebbe potuto portare Palazzo Marino a dover aumentare il ticket Atm: “L’anno scorso ci siamo adeguati, quest’anno non siamo disponibili. Non è più possibile scaricare sui cittadini e sulle cittadine e lo dirò anche in sede di agenzia del trasporto pubblico. Bisogna pensare ad altri sistemi, che non può essere l’adeguamento annuale del prezzo di un servizio così importante per la qualità della vita delle città e dei cittadini. È necessario un robusto intervento statale sul trasporto pubblico locale.

# Regione Lombardia vota a favore dell’aumento dei biglietti di Atm, Comune e Città Metropolitana di Milano si oppongono

Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia

I biglietti di Trenord sono già stati aumentati da Regione Lombardia, del 4%, che vorrebbe che la stessa strada fosse seguita da Atm, in nome di una legge esistente. Una posizione ribadita anche durante la riunione dell’Agenzia di Bacino per il trasporto pubblico locale di qualche giorno fa convocata sul possibile aumento dei ticket dei mezzi pubblici. Contro il rincaro hanno votato il Comune e la Città Metropolitana di Milano, Provincia di Monza e Brianza e Comune di Monza si sono astenuti. Queste le parole dell’assessore milanese Arianna Censi: “Finalmente oggi sono chiare le posizioni dei componenti dell’assemblea di Bacino. Insieme a noi ha votato Città Metropolitana e il risultato è stato la non applicazione dell’aumento tariffario per le loro quote, cioè oltre all’ 85 per cento

# Per scongiurare definitivamente l’aumento servono altri 1,6 milioni di euro

Biglietto di seconda mano. Quanto costa? – Credits Milano Città Stato

Per coprire i costi complessivi derivanti dal mancato incremento dei ticket, circa 10 milioni di euro, il Comune e la Città metropolitana di Milano copriranno le loro quote rispettivamente con 8 milioni e 759 mila euro e 553 mila euro. Per scongiurare un nuovo balzello dei biglietti ATM mancano all’appello 1,6 milioni di euro che la Regione non metterà: in base alle ipotesi più accreditate quello ordinario sarebbe dovuto salire a 2,30 euro da gennaio 2024. Per questo, in attesa di approfondimenti giuridici su come procedere, l’Agenzia di Bacino si prenderà qualche giorno di tempo prima di una decisione definitiva. L’ipotesi più probabile è che anche la quota restante venga messa dal Comune. Anche se si potrebbe anche avere un rialzo ci qualche centesimo del prezzo del biglietto per compensare il mancato apporto della Regione. Ma non si tratterebbe dell’unico buco riguardante i mezzi pubblici di Milano. 

Leggi anche: SI ALZA ancora il PREZZO del BIGLIETTO ATM: di QUANTO e da QUANDO

# Per far funzionare il trasporto pubblico milanese servono altri 400 milioni di euro 

Credits Andrea Cherchi – Tram in giro per Milano

Se al momento sembra essere stata trovata una soluzione contro il paventato rincaro dei ticket, sul futuro non c’è alcuna certezza dato che il problema è molto più serio. Per far funzionare il trasporto pubblico milanese, senza tagli di corse e linee, manca una somma di quasi 400 milioni di euro che senza un intervento statale sarà impossibile recuperare: “Oggi a Milano spendiamo 850 milioni, che diventeranno 920 l’anno prossimo a regime con l’M4, e riceviamo un contributo insufficiente, di poco superiore ai 200 milioni. 
Al netto degli incassi per la vendita di biglietti e abbonamenti mancano quasi 400 milioni, una cifra enorme per una città. Per quanto mi riguarda, non è possibile
fare un altro adeguamento. L’intervento deve trovare il suo finanziamento nel fondo nazionale dei trasporti, il ministero faccia il suo lavoro e investa in quella direzione. ”

Continua la lettura: NUOVO AUMENTO dei BIGLIETTI di ATM? Il braccio di ferro tra Comune e Governo

FABIO MARCOMIN

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#98 – GRAVELLONA, il “PAESE d’ARTE” che potrebbe ispirare MILANO

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Credits: mitomorrow.it Gravellona Lomellina

Affreschi e murales che decorano le case, cabine elettriche trasformate con occhi e orecchie, artistici paletti delle piste ciclabili, figure in ferro battuto sui tetti, mosaici sui marciapiedi e altri elementi decorativi realizzati in materiali vari. Un modello per rilanciare l’arredo urbano di Milano? Ma non solo: qui vicino è presente il parco comunale 3 laghi, una vera e propria oasi naturalistica.

Il “PAESE d’ARTE” della Lombardia che potrebbe ispirare MILANO

# La storia di Gravellona: dall’età del ferro fino ad oggi

Credits: tripadvisor.it
Gravellona Lomellina

I primi insediamenti nella zona di Gravellona Lomellina risalgono all’età del ferro, ma sono state individuate anche tracce riconducibili alla tarda età del bronzo. Il toponimo potrebbe essere attribuito agli Etruschi per via del prefisso grava, nel senso di greto alluvionale. La presenza romana è testimoniata dovunque. Inoltre, secondo la tradizione locale, Annibale avrebbe sostato in questa zona prima della vittoriosa battaglia contro Scipione nel famoso scontro combattuto sul Ticino nel 218 a.C.

Credits: @amadori_stefano
Gravellona Lomellina

Durante l’alto medioevo il paese si trovò sotto il controllo del vescovo di Novara e venne costruito il castello, dotato anche di una basilica, risalente al secolo X. Nel 1152 il re Federico Barbarossa concesse il possesso del feudo alla famiglia Barbavara, la cui signoria si protrasse per secoli, fino all’abolizione del feudalesimo. Proprio dai feudatari prese il nome la principale frazione del comune. Nel 1743 la città fu assorbita dai domini piemontesi dei Savoia, come tutta la Lomellina. Terreno di scontri durante le guerre di indipendenza, nel 1859 entrò a far parte della provincia di Pavia, anche se, da un punto di vista ecclesiastico, Gravellona appartenne alla diocesi di Novara quasi ininterrottamente fino al 2016, quando venne definitivamente ceduta a Vigevano.

# Il borgo degli artisti

Credits: mitomorrow.it
Gravellona Lomellina

Diventata paese d’arte nel 1992 grazie all’idea del pittore Luigi Regianini, Gravellona Lomellina rappresenta un inno alla pittura, alla scultura ed alla creatività che hanno trasformato un tessuto urbano di origine agricola e piuttosto anonimo in un percorso di street art innovativa. Passeggiando per le strade si può vivere un’intensa esperienza museale alternativa, con tanto di accompagnamento audio da scaricare sul cellulare. Affreschi e murales decorano le case, artistici paracarri delimitano le piste ciclabili, streghe, befane e spazzacamini in ferro battuto si stagliano nello skyline dei tetti, sagome di zebre si trasformano in indicatori stradali, cabine elettriche prendono vita attraverso il colore.

Credits: unduetreviaggia.com
Gravellona Lomellina

Non mancano simboli della tradizione e dell’economia del luogo come trattori dipinti, pecore, mucche e contadini. Inoltre bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi: anche i marciapiedi, infatti, possono sorprendere con interessanti mosaici. Ogni anno, le prime settimane del mese di giugno, a partire dall’anno 1996, viene organizzata la “Festa dell’Arte”. La festa coinvolge tutto il paese, e per ogni edizione viene installata una differente opera artistica nel paese. Altra buona idea da prendere a Milano.

# L’altra attrazione del borgo: il Parco dei Tre Laghi

Credits: @anna_a80
Parco dei Tre Laghi

Il Palazzo ed il parco della famiglia Barbavara sono accessibili solo durante la Festa dell’Arte, e il giardino dei Conti Barbavara rappresenta uno dei più riusciti esempi di giardino all’inglese del periodo romantico a cavallo della fine del 1700. Vicino al Palazzo dei Barbavara potrete immergervi in un’oasi naturale nel Parco dei Tre Laghi, regno della biodiversità costruito grazie al lavoro incessante dei volontari e dell’Amministrazione Comunale.

Il Parco è costituito da duecentoquarantamila metri quadri di territorio, con tre laghi di acqua sorgiva, dove è possibile praticare sport acquatici, prenotare aree attrezzate per pic-nic e cerimonie, immergersi nella natura, divertirsi nelle aree giochi per bambini, usufruire della zona lettura, con tanti libri a disposizione. Di fronte ad uno dei laghi si erge un totem dell’artista Libero Greco in cui gli animali locali, cioè zanzara, airone, pesce e rana vengono sacralizzati. Ci sono poi un dolmen ed un cromlech realizzati con massi di recupero, che rimandano ai monumenti costruiti durante l’Età del Bronzo. Presso l’ingresso pedonale al parco, sarete accolti da riproduzioni di opere ottocentesche e da un divertente Monumento alla Zanzara di Salvatore Fiori, 2001.

Continua la lettura con: Le gite più belle da Milano: #99 Lecco

CARLO CHIODO

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Le PIETANZE autenticamente MILANESI che non possono mancare sulla tavola

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Credits nonnaemiliamodernatrattoria IG - Mondeghili

Milanesi doc e non ecco 8 pietanze made in Milano. Come scrissero D’Anzi e Brocchi nella strofa finale della canzone scritta nel 1939, “lassa pur ch’el mondo El disa ma a Milan se sta benon On bel piatt de busecca con dent i borlott, e on Oss bus cont intorna El risott, e on litrott de quel bon cont , on bel minestron, fan content ogni Milaneson“.

Le PIETANZE autenticamente MILANESI che non possono mancare sulla tavola

#1 Oss bus

Credits: PH Divina Milano

L’ossobuco si chiama così per il caratteristico osso bucato che lo connota. La carne che deve essere di vitello, va cotta molto lentamente per consentire che essa si sciolga in tutta la sua morbidezza. Obbligatoria la gremolada finale ovvero un battuto di aglio, prezzemolo e scorza di limone.

#2 Risotto giallo

Credits gatti9983 IG – Risotto

Sembra una gigantesca moneta dorata questo splendido risotto dal tipico colore giallastro-ocra, dato dallo zafferano. La ricetta prevede, oltre al riso che è l’ingrediente principale, il brodo, il formaggio grattugiato, il burro e il vino bianco. 

#3 Cotoletta

Credits: milanopost.info
Trattoria San Filippo Neri

Sarebbe più corretto dire costoletta di vitello, deve essere necessariamente con l’osso, va panata con abbondante pan grattato anche sui bordi ed infine fritta in abbondante burro chiarificato. Ottima anche fredda.

#4 Mondeghili

Credits nonnaemiliamodernatrattoria IG – Mondeghili

Sono una sorta di pietanza del recupero perché nasce come ricetta basata sul riutilizzo di carne avanzata a cui si aggiunge salsiccia, uova e formaggio per poi creare delle polpette leggermente schiacciate da friggere nel burro. Una volta assaggiate non se ne può più fare a meno: creano dipendenza. 

Leggi anche: APRE a Milano la TRATTORIA che ha solo PIATTI LOMBARDI

#5 Panettone

Credits altromercato IG – Panettone Don Bosco

Che dire di questo meraviglioso dolce a forma di cupola conosciuto in tutto il mondo? Ormai declinato in molteplici varianti che forse ne hanno snaturato la vera essenza, questo è un dolce morbido che va guarnito con frutti canditi e uvetta. Un dolce universale che da secoli arricchisce la tavola delle feste, specie natalizie di ogni milanese e non.

#6 Cassoeula o cazzuola

Credits: PH Primo Chef

Piatto tipico estremamente saporito a base di verza e le parti meno nobili del maiale come piedini, cotenna e testa. Una pietanza appartenente alla cucina povera ma succulenta, destinata ad essere consumata soprattutto in inverno.

#7 Trippa o busecca

Trippa

Secondo piatto tradizionale meneghino che si prepara durante la stagione invernale a base di frattaglie, fagioli e pomodori cotti molto lentamente nel brodo vegetale. Una pietanza dalle origini povere estremamente gustosa, che si consuma soprattutto durante le feste natalizie ma che si può tranquillamente degustare in altri periodi della anno in quanto, pure fredda, la busecca è semplicemente squisita. 

#8 Minestrone

Credits: today.it – Minestrone alla milanese

Tradizionale pietanza invernale ma onestamente anche estiva se consumata tiepida o addirittura fredda, prevede l’uso di moltissime verdure tra cui verza e cipolle. Cottura lenta e senza fretta, per garantire un risultato finale cremoso e da leccarsi i baffi.

Continua la lettura con: I PIATTI MILANESI che i milanesi NON CONOSCONO

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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Perché Milano è “IMPORTANTE”? Perché è “FAMOSA”? Perché è “MEGLIO DI ROMA”?

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Domande a Milano

Abbiamo chiesto al completamento automatico di Google quali sono le caratteristiche salienti della nostra città, in base ai primi suggerimenti proposti alla domanda “Perché Milano è”.

Perché Milano è “IMPORTANTE”? Perché è “FAMOSA”? Perché è “MEGLIO DI ROMA”?

Prima di darvi le risposte, è bene sapere che la selezione dei suggerimenti rispecchia macroscopicamente le attività di ricerca degli utenti e i contenuti delle pagine web, e inoltre, ma solo per gli iscritti ad un qualsivoglia servizio Google, si ispira alle ricerche fatte in passato dal profilo specifico. Il tutto, messo in ordine da un efficientissimo algoritmo.

# Perché è importante?

ricerche google

Perché Milano è importante, la più gettonata, genera 48.500.000 risultati (!).

Le risposte arrivano da Vogue, da Tignale.org e da noi, e in un certo senso racchiudono i dubbi espressi in tutte le altre query di ricerca.

Innanzitutto Milano è importante per l’economia italiana, della quale la moda è uno dei fiori all’occhiello: qui vengono fatti 21 miliardi sugli 87 totali prodotti dal settore in Italia ogni anno. Milano è unanimamente considerata una capitale del design, è la prima città in Italia per offerta di facoltà, ha 60 musei e 150 tra gallerie e studi d’arte.

Su Tignale.org si sottolinea candidamente come Milano sia importante perché sede del Teatro alla Scala, del Teatro degli Arcimboldi, del Duomo e della Galleria Vittorio Emanuele II, hotspots forse scontati per chi li conosce, ma potenziali veicolatori di Sindrome di Stendhal per i neofiti.

Poi milanocittastato.it, mai banale, elenca i 10 motivi per cui Milano dovrebbe essere la capitale d’Europa.

# Perché è famosa?

ricerche google

Perché Milano è famosa genera 1.140.000 risultati. Gli spunti più interessanti ci giungono dal redivivo Yahoo Answers, in cui vengono citati, oltre ai landmark storici, i negozi, gli aperitivi e tutto ciò che si può raggiungere nelle sue immediate vicinanze: laghi, fiumi, monti e la Svizzera.

# Perché è la capitale economica d’Italia?

Con “perché Milano è la capitale economica d’Italia” troviamo 9.470.000 risultati, un’invettiva infuocata sul Foglio che spiega come Milano sia una locomotiva, purtroppo a sé stante, per l’Italia, capace di generare numeri all’altezza delle migliori realtà europee, e una traduzione di un pezzo di Beppe Severgnini pubblicato sul New York Times, dove si sprona la città a diventare, con le sue eccellenze, punto di riferimento e traino per la nazione intera.

# Perché è bella? Perché è brutta?

ricerche google

Ai primi posti tra le domande su Milano ci sono: “Perché Milano è bella” che batte “Perché Milano è brutta14.000.000 a 6.800.000 voci.

In un sondaggio lanciato sul nostro sito il 2 maggio 2018, nelle dieci possibili risposte da dare alla domanda sul motivo della bellezza di Milano, ha vinto “perché hai una metropoli dentro un paese”: è piccolina, ti accoglie, ti senti sempre a casa, è tutto facile come nelle realtà di paese ma con i servizi delle più grandi metropoli del mondo.

Nei motivi della bruttezza di Milano viene citata la mancata renovatio urbis che ha invece interessato, a partire dalla Roma di Papa Giulio II, città come la Firenze di Brunelleschi, la Venezia di Sansovino e la Ferrara di Rossetti, a cavallo tra il 1400 e il 1500. Milano sarebbe invece “urbanisticamente mutilata”, in maniera irrimediabile dato che, in questa visione, la parte storica è tagliata fuori dal resto della città.

Leggi anche: Perché Milano è fatta a cerchi?

# Perché è meglio di Roma?

Credits: @misterphoto195
Roma Termini

Perché Milano è meglio di Roma ci propone addirittura 60.500.000 risultati e un libro.

La rivalità tra le due città è tanto antica quanto marcate sono le caratteristiche che le contraddistingono. Tra tutte, è evidente come Milano sia una città internazionale e proiettata all’Europa, mentre Roma, a detta degli stessi romani, è come un grande, grandissimo paese di provincia.

# Perché è meneghina?

credits: pinterest

Infine, una curiosità linguistica: “Perché Milano è chiamata città meneghina“, proposta 30.000 volte.

Il motivo è presto detto. “Meneghino” deriva dal nome del noto personaggio del teatro milanese, poi maschera della commedia dell’arte, reso famoso nel Seicento dallo scrittore Carlo Maria Maggi. Un servo ridicolo e codardo, fedele al proprio padrone, ma vittima di raggiri e zimbello di tutti. Sia ben chiaro, la maschera è divenuta emblema di Milano per essere tipicamente spavalda a parole, ma laboriosa, ospitale e allegramente cordiale.

Leggi anche: Meneghini o bauscia?

# Milano per gli stranieri: perché è così cara?

ricerche google

Attenzione, perché all’estero, al di là delle lusinghe di cui sopra si chiedono perché la nostra sia una città così cara.

E in effetti, da un recente rapporto della società di consulenza e di investimento UBS Wealth Management, è emerso come Milano sia addirittura la settima città più dispendiosa al mondo, dietro a Zurigo, Ginevra, Oslo, Copenhagen, New York e Tokyo.

A pesare è il rapporto tra salari e prezzi al consumo: Milano scende appunto al 27° posto quando si parla di guadagni medi. Ma, evidentemente, è un qualcosa che percepiscono anche i turisti, comunque per fortuna in costante aumento: quest’anno dovremmo superare la fatidica soglia dei 10 milioni di arrivi in città.

ricerche google

Se la relazione tra Milano e Google vi ha incuriosito, potete seguire in diretta l’andamento della nostra città sul non plus ultra dei motori di ricerca qui, proprio come se fosse un mercato azionario.

Oppure scoprire come se la cava l’Italia in un contesto europeo, su questa mappa.

Continua la lettura con: A vegliare su Milano ci sono 4 Madonnine

HARI DE MIRANDA

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#98 – Le VIE PRIVATE a Milano: cosa sono e che cosa le differenzia dalle strade normali

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Mappa Milano

Nel reticolo di strade di Milano, esistono 720 vie della lunghezza complessiva di 200 chilometri, che vengono definite “private”. Di queste, 460 sono ad uso pubblico. Ma cosa significa “via privata” e che cosa la differenzia da una strada normale?

Le VIE PRIVATE a Milano: cosa sono e che cosa le differenzia dalle strade normali

# Cosa sono le vie private?

Le vie private risalgono alla prima metà del ‘900: erano per lo più vie brevi con poche case e avevano cancelli o catene all’inizio della stessa. Erano chiamate così perché adibite al transito solo dei residenti di quella via: non erano utilizzabili per un traffico cittadino in quanto la maggior parte erano vie strette e prive di parcheggio o con parcheggio solo da un lato della strada e la gestione ingresso/uscita era demandata ai residenti.

Milano cresceva così rapidamente che non c’era il tempo di pianificare strade e servizi pubblici che venivano poi costruiti in seguito, per questo alcune vie o pezzi di via venivano realizzati su suolo privato appartenente a condomini e enti. In seguito all’ampliamento della città, nella maggior parte di queste sono rimasti solo i cartelli ad indicazione della tipologia di “via privata” e l’accesso è diventato libero.

# Quando una via privata è accessibile a tutti

In base alla legge una strada privata può definirsi “ad uso pubblico” se viene “utilizzata da chiunque, da una collettività indeterminata di persone e deve essere idonea a soddisfare esigenze di interesse generale, come per esempio il collegamento ad una strada di proprietà pubblica.”

In questo caso la manutenzione spetta al Comune di Milano, in quanto i residenti hanno ceduto la titolarità della strada all’ente. Per le strade invece che rimangono utilizzate solo dai residenti la manutenzione spetta a loro.

# Le ultime vie diventate ad uso pubblico nel 2013

Sono 53 le vie che nel 2013 sono passate in uso al Comune di Milano perché di fatto erano già in uso alla viabilità cittadina pur essendo formalmente private. Precisamente 12 strade intere e altri 35 tratti di strada che hanno cambiato proprietà un po’ in tutte le zone e nel dettaglio sono:

Zona 2
Via Bottelli
Via Fortezza
Viale Monza
Via Platone
Via del Progresso
Via Tofane
Via Zuretti (2 tratti)

Zona 3
Via Fraccaroli

Zona 4
Via Ardigò
Via Bonfadini
Via Pasini

Zona 5
Via Briano
Via Don Rodrigo
Via dei Fontanili
Via Fra’ Cristoforo
Via Gargano
Via Pienza
Via Ripamonti
Via Rozzano
Via San Bernardo
Via Sant’Arialdo
Via Vivarini
Via Passo Pordoi

Zona 6
Via Filargo
Via Pichi
Via Russoli

Zona 7
Via Canevari
Via Luigi Zoja (correzione)
Via Frosinone
Via Passo di Fargorida
Via Stupinigi
Via Val Lavizzana
Via Zappa

Zona 8
Via Cefalù
Via Fabrizi
Via Meloria
Via Parabiago
Via Punta Licosa
Via Stephenson
Via Valvassina

Zona 9
Via Bracco
Via Calizzano
Via Candoglia
Via Cantoni Costanzo
Via Carnevali
Via Giuliani
Via Guicciardi
Via Lambruschini
Via Pesaro
Via San Basilio
Via Spellanzon
Via Tremiti

Continua la lettura con: Luogo nascosto di Milano #99 – San Sebastiano: il tempio più “AMBIGUO” di Milano dove si officia una messa in ricordo della peste

FABIO MARCOMIN

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Il MISTERO dei BINARI DIMENTICATI sulle strade di Milano

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Credits: milano.repubblica.it - Binari dismessi

18 chilometri. Come la distanza da Milano a Paullo. E’ la lunghezza dei binari del tram abbandonati sulle strade di Milano. Abbandonati nel senso che partono dal nulla e arrivano al nulla, non possono più essere percorsi dai tram e restano come delle aperte ferite sulle strade della città. A volte coperti malamente dal catrame, altre volte in bella vista in mezzo al pavè per poi svanire nel nulla.

Il MISTERO dei BINARI dimenticati sulle strade di Milano

# Brutti e pericolosi: simbolo di una città che ha scarsa cura dell’arredo urbano e si preoccupa poco della sicurezza di ciclisti e motociclisti

Il tema della rimozione dei binari ha attraversato ogni giunta negli ultimi decenni, ma nonostante tutto persistono sulle strade chilometri, per l’esattezza 18,2, di binari malmessi che sbucano tra asfalto e pavé. Oggi hanno l’unica funzione di ricordarci del passaggio di una linea del tram in passato, oltre a mettere in rischio l’incolumità di ciclisti e motociclisti visto che col tempo si deteriorano e si creano buche in corrispondenza dell’asfalto. Quale strade necessitano un intervento urgente?

# I punti più critici lungo gli oltre 18 km di binari inutili e inutilizzati

Da via Castelfidardo a via Palestro, a Milano ci sono 18,2 chilometri di binari dei tram in disuso da svariati decenni. Ecco i punti più critici:

  • le vie Carroccio, Lesmi, Ausonio e Cesare da Sesto, San Vittore, Olivetani e Gian Battista Vico dove passava il vecchio 33 che andava da piazza Tripoli a Cairoli
  • via Cesare Battisti, via San Giovanni sul Muro, viale Pasubio, via delle Forze Armate dal deposito Atm fino a Gambara dove passava il vecchio 18 diretto a Baggio
  • via Cadamosto, un tratto di via Ponzio, di via Paracelso e alcuni monconi tra via Petrella, Mercadante e Gaffurio
  • via Castelfidardo, via dell’Orso, via Palestro e corso di Porta Romana nel tratto che va da Crocetta a piazza Medaglie d’Oro, dove c’era il vecchio itinerario del 13

L’unico intervento degno di nota è stato quello effettuato tra il 2015 e il 2016 in Ripa di Porta Ticinese, dove insieme alla sostituzione dell’asfalto con il pavè sono stati rimossi 1,5 km di binari in cambio di masselli e binderi, in particolare cordoli in granito.

Credits: Urbanfile – Binari sostituiti da cordoli di granito

Nonostante una mozione ad Aprile 2019 della stessa maggioranza nel Consiglio Comunale di Milano, in cui si chiedeva di iniziare il piano di rimozione dei binari in disuso partendo da quelli che i nove municipi hanno indicato come più pericolosi, ad oggi non ci sono stati interventi di rilievo.

Continua la lettura con: METRO DIRETTA LINATE – CENTRALE: perché non provarci?

FABIO MARCOMIN

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15 CAPOLAVORI d’ARTE che puoi vedere solo a Milano

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Milano ospita alcuni dei capolavori artistici più belli e significativi della storia dell’arte moderna e contemporanea, conservati in musei che l’intera Europa ci invidia, come la Pinacoteca di Brera, Palazzo Reale, il museo Poldi Pezzoli o il più recente Museo del Novecento.

Selezionare solo alcune tra le opere più apprezzate da milanesi, e non, è scelta ardua, ma necessaria: purtroppo non tutti sono a conoscenza dell’immenso patrimonio artistico che Milano offre.

Ecco quindi un elenco delle opere più belle di Milano, attraverso il quale si è cercato di spaziare dai classici dell’arte moderna alle provocazioni novecentesche.

15 CAPOLAVORI d’ARTE che puoi vedere solo a Milano

#1. L’ULTIMA CENA, Leonardo da Vinci

Credits Andrea Cherchi – Ultima Cena

1495-1498 Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dipinto parietale a tempera grassa su intonaco

#2.CRISTO MORTO, Andrea Mantegna

1480 Pinacoteca di Brera
Pittura a tempera

#3. IL QUARTO STATO, Giuseppe Pellizza da Volpedo

credits: IG @1000quadri

1901 GAM
Dipinto a olio su tela

#4. LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE, Raffaello Sanzio

1504 Pinacoteca di Brera
Dipinto a olio su tavola

#5. IL BACIO, Francesco Hayez

credits: pixabay

1859 Pinacoteca di Brera
Dipinto a olio su tela

#6. PIETA’, Giovanni Bellini

1460 Pinacoteca di Brera
Dipinto tempera su tavola

#7. PIETA’ RONDANINI, Michelangelo Buonarroti

credits: IG @belcaro54

1552 – 1564 Museo della Pietà Rondanini, Castello Sforzesco
Scultura marmorea

#8. CANESTRA DI FRUTTA, Caravaggio

1599 Pinacoteca Ambrosiana
Dipinto a olio su tela

#9. RITRATTO DI PAUL GUILLAUME, Amedeo Modigliani

1916 Museo del Novecento
Dipinto a olio su tela

#10. FORME UNICHE DELLA CONTINUITA’ NELLO SPAZIO, Umberto Boccioni

1913 Museo del Novecento
Scultura

#11. ELASTICITA’, Umberto Boccioni

1912 Museo del Novecento
Dipinto a olio su tela

#12. FEMME NUE, Pablo Picasso

1907 Museo del Novecento
Dipinto a olio su tela

#13. COMPOSIZIONE, Wassily Kandinsky

1916 Museo del Novecento
Acquerello e matita su carta

#14. WALD BAU, Paul Klee

1919 Museo del Novecento
Tecnica mista con gesso su tela

#15. MERDA D’ARTISTA, Piero Manzoni

Credits: airtribune.it – Merda d’artista

1961 Museo del Novecento
Feci in scatoletta di latta con carta stampata

Continua la lettura con: Le top 100 esperienze da vivere a Milano: Una giornata a GRECO: 10 attrazioni di uno dei quartieri più vivaci di Milano

FRANCESCA BARTOLINO

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MILANO – ROMA: la supersfida tra ITALO e FRECCIAROSSA (Video)

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Metro challenge Milano Roma

In questa speciale #metrochallenge di mirkoconlakappa la sfida sull’alta velocità che collega la città di Milano a Roma. Chi vincerà tra Italo e il Frecciarossa?

La risposta nel video: 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Nel FUTURO di MILANO c’è la linea ROSA. Quali sono le FERMATE più desiderate dai MILANESI?

 

L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

M4 San Babila: MILANO prende il VOLO (foto e video dell’inaugurazione)

VOLANDO sui NAVIGLI di MILANO

Il Naviglio in secca

STAZIONE CENTRALE 1995, com’era trent’anni fa

I TALENTI EMERGENTI sulla SCENA MUSICALE di MILANO

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

CHRIS MARTIN (Coldplay) canta OH MIA BELA MADUNINA a San Siro

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

La PAURA fa 90. Una notte sulla “linea più pericolosa” di Milano

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

“Milano è la metafora dell’amore”

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

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La Milano di inizio Novecento

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M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

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Un giro sul TurboKart

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Paninari a Milano

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Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

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La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

Avvisi storici sul tram

Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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#99 – LECCO: una gita a un’ora da Milano che “s’ha da fare”

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Lecco

A meno di un’ora di strada troviamo uno snodo chiave per la Valtellina attraverso la Valsassina: una città forse meno famosa della dirimpettaia lacustre resa celebre dalle dimore dello star system, ma non per questo meno interessante, soprattutto per quanto riguarda l’indiretto contributo che ha dato alla letteratura italiana e mondiale. A quanto pare, dunque, questa gita s’ha da fare. 

LECCO: una gita a un’ora da Milano che “s’ha da fare”

# La grande storia di Lecco

Credits: @dbianchi1979
Rocca dell’Innominato

I primi scavi collocano l’aria odierna di Lecco fra il X secolo a.C. al IV secolo d.C. Per tutto il medioevo e in larga misura per l’Età Moderna il nome di Lecco non indica un particolare centro abitato, ma comprende tutta la zona tra il lago e la Valsassina.  In quel periodo in Lombardia la civitas (città) definiva solo i centri sedi di diocesi mentre i borgus (borghi) erano costituiti da realtà para-urbane di una certa importanza ma non sede vescovile (ad esempio Varese e Monza). Qui sorgeva infatti un agglomerato abitato policentrico, in cui i vari rioni erano strettamente interdipendenti, ognuno con una specializzazione funzionale ed economica.

Ph. emaarrigoni

Con la caduta del Ducato di Milano Lecco passò alla Spagna e, sotto il dominio di Carlo V, venne trasformata in una roccaforte militare. Nel XVII secolo, poi, Lecco è uno dei molti centri mirabilmente descritti da Alessandro Manzoni ne I promessi Sposi, storia d’amore celebre in tutto il panorama letterario italiano ed europeo soprattutto per l’accurata descrizione della Peste attorno al 1630. Dopo il 1861, Lecco si affermò come uno dei primi centri industriali d’Italia grazie allo sviluppo delle industrie siderurgiche, già attive dal XII secolo, che le conferirono l’appellativo di città del ferro, e completò il suo processo di crescita quando nel 1995 fu elevata a capoluogo di provincia

# Eventi e attrazioni contemporanee

Credits: @vale.a.spass
Esino Lario

A livello naturalistico, lo spettacolo del lago vanta un contesto naturale unico: acqua e roccia si uniscono in un binomio imprescindibile che ci regala paesaggi incredibili, sia che si parli delle spiagge in erba o con sassi a Lecco e dintorni che dei tanti percorsi di trekking, escursioni e molto altro ancora. Facendo un tuffo negli itinerari della Lecco medievale, citiamo Ponte Azzone, Torre Viscontea e Vallo delle Mura.

Credits: @manuela.sormani
Villa Manzoni

La Villa Manzoni e il Museo Manzoniano raccolgono sicuramente la maggior parte dei visitatori che transitano in zona, tanto più che siamo negli stessi luoghi dove il grande scrittore milanese passò buona parte della propria infanzia. La villa è costruita attorno a un cortile porticato, presenta una struttura tipicamente neoclassica, con una facciata scandita da modanature in arenaria.  Sul lato destro si trova un parco molto più piccolo dell’originale. Infatti la villa ai tempi era collocata all’interno di una tenuta agricola coltivata a vite e gelsi per l’allevamento dei bachi da seta.

Dal cortile si accede poi alla Cappella dell’Assunta, dove è sepolto il padre dello scrittore, Pietro Manzoni. Importante centro turistico è anche il Palazzo delle Paure: situato nella centralissima piazza XX Settembre, è un polo museale che racchiude eventi d’arte contemporanea locale ed internazionale collegandoli all’Osservatorio Alpinistico Lecchese, che ci racconta la storia delle grandi imprese dei Ragni di Lecco (famoso gruppo di alpinisti) di ieri e di oggi.

# Cose da fare o da vedere a Lecco

Credits: @martacoppi
Pescarenico

Santuario Nostra Signora della Vittoria: ha un significato particolare per la città e per i lecchesi, ricordare i caduti della Grande Guerra. Una caratteristica che lo ricorda ogni giorno. Grazie alla maestosa chiesa che ospita al suo interno pregevoli opere d’arte e la cripta con i militi caduti.

Pescarenico: il borgo di pescatori descritto nei Promessi Sposi, del quale riprenderemo a parlare a breve, merita davvero di essere scoperto camminando nei suoi vicoli, così come di essere ammirato dall’altra sponda del fiume Adda.

Campanile Basilica di San Nicolò: 96 metri di altezza, tanti quanti il Big Ben di Londra. Un campanile eretto su un torrione del Cinquecento, facente parte delle mura del borgo fortificato di Lecco in epoca medievale. Una visita per ammirare uno stupendo panorama sul lago e tutto intorno.

# La Lecco del futuro

Credits: @filippo.pax
Lago Di Lecco

Da “gruppetto di case abitate da pescatori e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare”, come lo ha definito Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, a futuro centro nevralgico di Lecco. Stiamo parlando del rione di Pescarenico, che verrà completamente riqualificato e diventerà un laboratorio per progettare la città di domani.

Si stima occorrano almeno 21 milioni e mezzo di euro per trasformare in realtà l’ambizioso piano da realizzare entro il 2030, termine previsto dal sindaco Mauro Gattinoni e dal “suo” archistar tedesco di fiducia del Politecnico di Milano, Andreas Kipar, per ultimare la svolta green ed ecosostenibile di Lecco. Lì troveranno posto il nuovo polo del sapere direttamente collegato alla vicina sede del Politecnico, un hub dell’innovazione, un urban center, spazi per la creatività, mostre ed eventi, padiglioni, un’area per le manifestazioni, il mercato, un parco urbano con tanto di laghetto e collina artificiale e un parcheggio interrato. L’obiettivo di lungo periodo è la ricostruzione e riconfigurazione di reti stabili di comunità e la sperimentazione di modelli innovativi attraverso laboratori e processi di condivisione, responsabilizzazione e ingaggio della cittadinanza attiva come attori nei processi di rigenerazione e innovazione urbana.

Continua la lettura con:  Le località del giorno (per una gita da Milano)

CARLO CHIODO

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#99 – San Sebastiano: il tempio più “AMBIGUO” di Milano dove si officia una messa in ricordo della peste

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Credits romag73 IG - San Sebastiano

La storia del Tempio Civico di San Sebastiano è assai curiosa. Il tempio sorge in via Torino ed è stato eretto dal governatore spagnolo di Milano su richiesta di Carlo Borromeo nel 1576 come atto votivo per l’epidemia di peste che aveva falcidiato la città nei tre anni precedenti. Uno dei 100 luoghi nascosti di Milano da scoprire. 

San Sebastiano: il tempio più “AMBIGUO” di Milano dove si officia una messa in ricordo della peste

# Ispirato al Pantheon di Roma, fu edificato dal Comune non dalla Chiesa

Il progetto fu seguito dal Borromeo che lo fece realizzare da suoi uomini di fiducia e nella struttura ricorda il Pantheon romano. Però fu edificato non dalla curia ma dal governo milanese, per questo viene definito “civico” e ha uno status ambiguo, civile e religioso, perchè gestito dal comune e dalla chiesa. Perfino la nomina del cappellano civico predisposto all’officiatura dei riti doveva essere proposta dal comune di Milano ma ratificata dall’arcivescovo.

# All’interno i simboli di Milano

La caratteristica di luogo di culto gestito a spese del Comune  si nota in diversi elementi, come nei simboli di Milano presenti al suo interno.

Altra curiosità? Il 20 gennaio di ogni anno ancora oggi si officia nel tempio una messa per ricordare la fine della peste.

Continua la lettura con: #100 – La quercia rossa, l’albero più antico di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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VOLANDO su una BARCA sopra la CORSICA (Video)

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Credits corsica aero

Se l’esperienza della ciclabile volante è poco adrenalica si può sempre provare la barca volante. 

VOLANDO su una BARCA sopra la CORSICA (Video)

# Il gommone volante sviluppato da un’azienda italiana

Credits corsica-aero

Circa 3 anni fa Philippe e Fabrice hanno lanciato la loro attività di idrovolanti, Corsica Aéro, per dare ai turisti al possibilità di godersi l’isola da una prospettiva diversa. Non si tratta però del classico idrovolante, come quello in servizio sul Lago di Como, un piccolo aeroplano che può viaggiare a pelo d’acqua. In questo caso ci si ritrova su un gommone volante di 3,5 metri su cui è stato installato un deltaplano equipaggiato con un motore bicilindrico Rotax 582 a 2 tempi. Il FIB, Flying Gonfiabile, è un progetto sviluppato e realizzato nel 1986 da Polaris Motor SRL, il primo produttore italiano di ali per il volo libero e ULM, in collaborazione con Lomac Nautica, famoso produttore di gommoni.

Leggi anche: I MEZZI di TRASPORTO più STRANI con cui puoi viaggiare in Italia

# In volo a 70 km/h sopra il Mar Mediterraneo

 

A bordo di questo strano mezzo di trasporto si vola a una velocità di crociera di 70 km/h sopra il Mar Mediterraneo. Il decollo ravvicinato a contatto con le onde del mare avviene presso la base nautica Arinella, mentre il viaggio è tra la costa di Bastia e l’ingresso di Capo Corso. Seduti comodamente nel gommone si possono ammirare e filmare paesaggi incredibili da un’angolazione davvero unica. Non adatto a chi ha paura del mare e delle altezze. 

# Quattro esperienze disponibili

Credits corsica-aero.webp – Bastia

Si possono provare quattro esperienze diverse. La più spettacolare e suggestiva è il circuito dell’alba, dura 40 minuti e ha costo di 250 euro, per sorvolare il mare mentre il sole inizia a sorgere. In alternativa ci sono i circuiti della Città di Bastia e di Capo Porto di Erbalunga, entrambi a 170 euro, e di Cap Tour Génoise de Miomo a 130 euro.

Continua la lettura con: La SKYBIKE, la CICLABILE VOLANTE in CITTÀ: un’idea per Milano?

FABIO MARCOMIN

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