Una delle caratteristiche dei milanesi è la sobrietà. La voglia di non ostentare. Ma qualche volta si esagera. Come in questo caso.
7 TESORI di Milano che farebbero una GRANDE FIGURA in tutto il MONDO, ma molti milanesi non sanno apprezzare
#1 PALAZZO REALE, sede di governo e dei reali. Potrebbe essere la nostra “National Gallery”
Per molti secoli è stato sede del governo della città di Milano, del Regno del Lombardo-Veneto e poi residenza reale fino al 1919. Di rilievo al suo interno la Sala delle Cariatidi al piano nobile del palazzo, che occupa il luogo dell’antico teatro bruciato nel 1776 ed è l’ambiente più significativo sopravvissuto. Uno dei poli museali più importanti della città, se fossimo bravi a valorizzarci come gli inglesi, sarebbe la nostra “National Gallery”.
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#2 VILLA LITTA, un gioiello di Milano con il parco all’inglese, uno dei più importanti salotti intellettuali dell’ottocento
Un gioiello del ‘600, una incantevole villa incastonata in un parco all’inglese, nascosta da secolari alberi, si offre in tutto il suo splendore all’improvviso. Residenza estiva e come luogo di ritrovo della nobiltà milanese nel tardo Seicento e per tutto il Settecento, Nell’Ottocento divenne uno dei più importanti salotti intellettuali di Milano, abitualmente frequentata dal Manzoni e dal pittore Francesco Hayez. Inserita all’interno di un parco all’inglese, da non perdere il Salone delle Arti.
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#3 Il CAVALLO DI LEONARDO: la statua equestre più grande al mondo
Il cavallo di Leonardo è la statua equestre più alta al mondo, per la precisione 7,30 metri, e si trova all’ingresso della tribuna secondaria dell’ippodromo del galoppo di San Siro a Milano. Commissionato da Ludovico il Moro a Leonardo da Vinci nel 1482 per rendere omaggio al padre, in realtà venne realizzato solamente alla fine degli anni ’90 per conto della Leonardo da Vinci’s Horse Foundation fondata da Charles Dent, per opera dell’artista di origine giapponese Nina Akamu. Una copia identica è esposta al Meijer Gardens nello Stato del Michighan in bella vista, al contrario del nostro cavallo nascosto e sconosciuto alla maggioranza dei milanesi.
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#4 SAN MAURIZIO al Monastero Maggiore, la “Cappella Sistina” di Milano
San Maurizio al Monastero Maggiore è una chiesa di Milano di origine paleocristiana, decorata internamente con un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca e viene indicata come la “Cappella Sistina” di Milano. Il suo appellativo dice già tutto e, nonostante la sua anonima facciata di corso Magenta non sembri promettere grandi cose, è uno dei tesori più belli di Milano.
Un tempo era il più vasto e antico cenobio femminile di Milano, per le monache di clausura, che però non potevano entrare in contatto con il pubblico. Per questo la singolare divisione della chiesa in due metà che rimane tutt’ora: quella verso la strada, la parte pubblica, è separata da un tramezzo dal cosiddetto Coro delle Monache.
All’interno si trovano anche i due liocorni…
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#5 Il CODICE ATLANTICO, l’intera attività di Leonardo da Vinci conservata alla Biblioteca Ambrosiana
Il “Codice Atlantico” è la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci ed è conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano dal 1637. Venne chiamato “Atlantico” per via delle sue dimensioni: quando Pompeo Leoni lo rilegò nel XVI secolo, incollò le carte originali di Leonardo su dei grandi fogli di formato “atlantico” quello appunto utilizzato per realizzare gli atlanti geografici.
Costituito da 1119 fogli copre l’intera attività del genio fiorentino: tutta la sua vita di artista, scienziato e ingegnere compare in questa raccolta straordinaria, che copre un arco di tempo molto vasto: dal 1478, quando Leonardo ancora lavorava nella sua natìa Toscana, fino al 1519, quando morì in Francia. Anche solo per ammirare qualcuno dei progetti raccolti si formerebbero code. Ovunque.
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#6 Le TORRI ROMANE: dei “Malsani”, la “Torre Massimiana” e la “Torre dei carceres del circo”
Pochi sanno che a Milano ci sono ancora tre torri di epoca romana rimaste a dare testimonianza di quel periodo storico.
- La “Torre dei Malsani” o “Torraccia”, quello che rimane della Porta Ticinese romana. Nel cortile di uno dei palazzi nei pressi del Carrobbio è uno resti di una delle due torri della porta che affiancavano il varco di ingresso. Nota come “Torre dei Malsani” perché persa la sua funzione difensiva fu destinata a lebbrosario.
- La Torre della mura romane di Massimiano faceva parte dell’ampliamento massimianeo delle mura romane di Milano. Oggi è all’interno del cortile del Civico museo archeologico di Milano.
- La “Torre dei carceres”, ovvero dei cancelli delle porte da cui partivano le bighe del circo romano di Milano. I resti di questa torre sono diventati successivamente il campanile della chiesa di San Maurizio, anch’essa nel cortile del Civico museo archeologico di Milano.
Pochissimi milanesi sanno che ci sono e conoscono il loro nome.
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#7 La MILANO ROMANA: resti della capitale imperiale che costituirebbero una grande attrazione in qualunque città del mondo
La nostra città un tempo capitale dell’Impero Romano d’Occidente conserva ancora molti resti del suo passato. Da qualche anno sono presenti, all’interno del progetto “Milano Romana”, alcuni percorsi che consentono di ripercorrerne le tracce.
Partendo da via S. Giovanni sul Muro alla fermata MM1 Cairoli, dove sorgeva l’antica cerchia muraria con la Porta Vercellina si può proseguire verso via Brisa, dove sono visibili i resti del palazzo dell’imperatore Massimiano.
Dal giardino del Museo Archeologico, in corso Magenta 15, è possibile invece ammirare un tratto della cinta muraria massimianea.
Nei pressi di piazza Affari, si trovano poi i resti del teatro cui ancora oggi la via deve il nome, l’edificio pubblico più antico della città tardo-repubblicana o augustea, risalente alla metà-fine del I secolo a.C..
Non lontano, in via De Amicis 13, sorgeva il “Colosseo milanese”, uno dei più grandi anfiteatri dell’Italia settentrionale risalente I secolo d.C., che attorno al V secolo poteva ospitare ben 20.000 spettatori e i cui resti oggi sono visitabili nel Parco Archeologico dell’Anfiteatro. Altre tracce della “Milano Romana” all’interno delle stazioni Missori M3 e Duomo M1, con porzioni di basolato e lastricato emersi durante la realizzazioni delle linee metropolitane. Un percorso affascinante che pochi turisti e pochissimi milanesi hanno mai fatto.
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