Un rifugio alpino nel cuore di Milano, con alberi innevati e luci colorate.
La TERRAZZA PANORAMICA su Milano trasformata in BOSCO di NATALE
# Terrazza Palestro diventa il “Bosco d’inverno”
terrazzapalestro.com – Vista lunga terrazza
Fino al 17 febbraio 2024 la Terrazza Palestro, al quarto piano del Centro Svizzero, è trasformata nel “Bosco d’Inverno”. La famosa e rinomata location con affaccio sui Giardini Indro Montanelli è una delle più suggestive terrazze panoramiche di Milano e tra le più ricercate anche per la sua proposta in cucina. Esclusiva ed elegante, durante la stagione fredda porta la montagna in città.
# Un rifugio alpino nel cuore di Milano, con alberi innevati e luci colorate
terrazzapalestro-com – Terrazza e rifugio
Arrivando in terrazza sembra di ritrovarsi in un bosco magico, dove il fascino della cornice urbana incontra una suggestiva atmosfera naturale. Sullo sfondo lo skyline invece delle montagne. I divanetti e tavolini sono circondati da abeti innevati in zolla provenienti da vivaio, per essere successivamente donati al WWF, tronchi, pigne, rami, un piccolo rifugio in legno e calde lucine che rendono ancora più natalizia la location.
# I drink dedicati: Sottobosco e Forest Negroni
terrazzapalestro.com – Aperitivo
Per l’occasione vengono proposti anche dei drink a tema. Tra questi troviamo il “Sottobosco”, a base di Pisco, liquore cacao e vaniglia, sciroppo alle castagne, bitter al cioccolato e limone e “Forest Negroni”, con gin infuso al pino mugo, vermut, bitter al sambuco e sciroppo alla rosa canina.
Credits: @Castello di Grumello FB
Castello di Grumello
Quando arrivano le prime giornate di sole, i milanesi scalpitano per fare le loro classiche gite domenicali. Nei desideri di Milano quello che solitamente si cerca è un po’ di aria pulita, di campagna, di colline e montagne raggiungibili in poco tempo. Proprio tra queste opzioni, a poco più di un’ora da Milano, c’è un castello medievale perfetto per la classica gita fuori porta del milanese.
Il CASTELLO MEDIEVALE a un’ora da Milano: celebre per l’ARIA PURA e i PIATTI tipici (ed economici)
# Un castello vecchio 800 anni
Credits: @berto_88_22 castello di grumello
A circa un’ora da Milano e 19km da Bergamo, nel cuore della Valcalepio, si trova un castello medievale la cui visita è perfetta in un week end di bel tempo. È stato costruito intorno al 1200 e negli anni ha cambiato più volte la sua funzione: da fortezza militare è diventato residenza aristocratica di Bartolomeo Colleoni (durante gli scontra fra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano) fino ad essere oggi tenuta, azienda vitivinicola e location per eventi.
L’edificio in pietra in questione è il Castello di Grumello, la cui torre con merlatura guelfa, la Sala dei Cavalieri e le cantine sono ancora quelle originarie di più di 800 anni fa. Il palazzo e la cappella del castello sono invece stati costruiti successivamente, intorno al 1700.
Credits: @homesuite_lagoiseo castello di grumello
Dal 1953, poi, il castello è diventato di proprietà della famiglia milanese Reschigna Kettlitz, che ha dato nuova vita alla fortezza medievale: oggi infatti è azienda vinicola con la produzione di vini pregiati. Ma il Castello è aperto al pubblico anche per visite guidate, passeggiate nei vigneti, degustazioni di vini e prodotti tipici, eventi privati o aziendali, concerti, mostre e serate speciali.
# Polenta e vino (a prezzi accessibili a tutti) e aria pulita
Credits: @castellodigrumello castello di grumello
Il Castello di Grumello si trova precisamente a Grumello del Monte, tra Bergamo e il lago d’Iseo. La particolarità di questo posto, oltre al fatto che c’è un castello medievale degno di visita, sono i suoi piatti e vini tradizionali. Tra i piatti proposti ci sono i Casonsèi (casoncelli) bergamaschi, ravioli solitamente serviti con burro e pancetta, tagliatelle con capriolo o al cinghiale e ovviamente la polenta. Nella zona ci sono trattorie e agriturismi economici che servono anche taglieri di salumi e formaggi o polenta, funghi e taleggio.
Il Castello di Grumello è immerso nella natura: oltre ad una vista magnifica sui vigneti e le valli bergamasche, qui si può respirare quell’aria che in città manca, l’aria pura e pulita.
Quanto può essere affascinante conoscere la vita delle persone entrando nell’intimità delle loro case? Osservare gli ambienti, immaginarsi scene della quotidianità di un tempo che fu e viaggiare con la fantasia. A Milano tutto questo è possibile grazie a “Case Museo di Milano”, un circuito museale nato nel 2008 grazie a un accordo siglato tra vari enti che raggruppa quattro distinti contesti cittadini, accomunati dall’essere stati, prima che musei, semplici residenze private. Nel dettaglio, quali sono? E dove le possiamo trovare?
Le meravigliose CASE MUSEO STORICHE di Milano
# Museo Bagatti-Valsecchi
Il Museo Bagatti-Valsecchi, in via Gesù 5, in pieno quadrilatero della moda, nasce dalla volontà dei due fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi di ricreare un’abitazione fedelmente ispirata ai palazzi signorili del Rinascimento lombardo e di arredarla con mobili e oggetti d’arte del ‘400 e del ‘500. Grazie alla completezza e alla ricchezza dei suoi arredi, viene considerata una tra le più importanti e meglio conservate case-museo d’Europa.
# Casa Museo Boschi-Di Stefano
La Casa Museo Boschi-Di Stefano si trova in Porta Venezia, precisamente al civico 15 di via Giorgio Jan, al secondo piano di un elegante palazzo della fine degli anni ’20 del secolo scorso firmato da Piero Portaluppi. Entrando nell’appartamento, gestito dai volontari del Touring Club, ci si trova letteralmente immersi nella collezione d’arte dei coniugi Antonio Boschi, ingegnere della Pirelli e Marieda Di Stefano, artista e ceramista che aveva lo studio al piano strada dello stesso immobile.
Le pareti della casa sono letteralmente ricoperte dai dipinti, una vera e propria antologia della storia dell’arte italiana della prima metà del ‘900 con opere di 265 artisti diversi, tra cui Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Enrico Baj, per citarne alcuni. Stanza dopo stanza si resta letteralmente senza parole nello scoprire la quantità e la qualità delle opere presenti nella collezione.
# Villa Necchi Campiglio
La Villa Necchi-Campiglio, oggi di proprietà del FAI, è forse la più celebre delle quattro dimore della rete museale. Siamo in via Mozart 14, nel cosiddetto quadrilatero del silenzio, nei pressi di corso Venezia. La dimora fu fatta costruire a inizio degli anni ’30 del secolo scorso, sempre dall’archistar dell’epoca, Piero Portaluppi. I proprietari erano i coniugi Angelo Campiglio e Gigina Necchi e la di lei sorella Nedda, grandi imprenditori, originari del Pavese, e proprietari del marchio Necchi per la produzione di macchine da cucire ad uso domestico. Si dice che concessero all’architetto, per la realizzazione della casa e del giardino, un budget letteralmente “illimitato”.
Pur essendo una residenza di città, il complesso fu concepito come una sorta di dimora di campagna, con un campo da tennis, una piscina riscaldata (la prima piscina privata di Milano) e all’interno un ascensore, un moderno sistema di riscaldamento e di porte a scomparsa, citofoni e telefoni. Naturalmente la casa fa da cornice ad una meravigliosa collezione d’arte italiana del ’900 tra cui spicca una superba statua di Adolfo Wildt raffigurante Parsifal, che fa bella mostra di sé nella veranda interna. Tra le curiosità legate alla villa c’è la “Camera della Principessa” una stanza riservata a Maria Gabriella di Savoia, grande amica delle sorelle Necchi.
# Museo Poldi Pezzoli
Il Museo Poldi Pezzoli, in via Manzoni 12, è l’unico palazzo a non essere originale. I bombardamenti del 1943 hanno distrutto la struttura originaria e fu grazie all’impegno di Fernanda Wittgens, storica direttrice di Brera e responsabile di molte ricostruzioni e riallestimenti museali del dopoguerra, che la residenza fu ricostruita rispettandone le sue forme storiche.
La collezione d’arte, pregevolissima, si deve al conte Giacomo Poldi-Pezzoli, grande collezionista, che seppe raccogliere opere di artisti del calibro di Piero della Francesca, Perugino, Pinturicchio, Filippino Lippi, Michelangelo, Tiepolo e Canaletto che fanno del Poldi uno dei poli museali più variegati ed interessanti della città di Milano. Particolarissima è poi l’armeria, unica nel suo genere, riallestita nel 2000 dal grande scultore Arnaldo Pomodoro che mette in risalto la grande passione che il conte aveva per armi e armature medioevali.
Credits utas_glueck IG - Teatro Italia Venezia interno
Fare la spesa può rivelarsi a volte un’esperienza avvincente. Questo è quello che succede se si entra nel “supermercato più bello d’Italia”. Ecco come è fatto e dove si trova.
Il “SUPERMERCATO più BELLO” d’Italia
# Un gioiello neogotico e liberty di inizio ‘900 trasformato nel supermercato più bello d’Italia
Credits sferrario1968-pixabay – Teatro Italia Venezia
Nel sestiere Cannareggio a Venezia fare la spesa può rivelarsi un’esperienza davvero unica. Qui infatti si trova il supermercato Despar realizzato dentro l’ex Cinema Teatro Italia: è stato definito “il più bello d’Italia”. Ma cosa lo rende così speciale?
Si tratta di un gioiello del neogotico e del liberty d’inizio ‘900: un tempo adibito a teatro, cinema e università e da decenni in disuso, è stato trasformato in un punto vendita di generi alimentari. L’investimento di circa cinque milioni di euro è stato suddiviso tra Aspiag Service, la concessionaria Despar per il Nordest e la proprietaria dello storico edificio.
# Sul soffitto “La Gloria d’Italia”
Credits utas_glueck IG – Teatro Italia Venezia interno
Tutta la struttura interna e esterna è stata restaurata e mantenuta come in origine. Al centro del soffitto della sala principale si può ammirare nel suo splendore l’affresco di un’allegoria intitolata “la Gloria d’Italia” del pittore veneziano Alessandro Pomi, così come gli altri decori liberty del friulano Guido Marussig e altri artisti locali. All’esterno spiccano le monofore e le trifore che riprendono lo stile gotico lagunare, gli stemmi al primo piano e il leone marciano sulla balaustra e infine i portali d’ingresso in ferro battuto.
# Il restauro è stato studiato per preservare l’integrità delle sale e delle decorazioni
Credits manuelmasi IG – Despar Teatro Italia bancone
Il restauro dell’immobile è stato condotto in stretta collaborazione e sotto il controllo della Sovrintendenza, così come l’allestimento del supermercato ha privilegiato la necessità di preservare l’integrità delle sale e delle decorazioni. Nello specifico è stata installata un’illuminazione full led direttamente sugli scaffali, per non danneggiare la struttura dell’edificio e gli affreschi.
Gli stessi scaffali sono stati realizzati di un’altezza più bassa rispetto allo standard per consentire accesso visivo alla bellezza della sala e in legno per integrarsi con lo stile dell’edificio. Sono state adottate anche tutte le misure per abbattere odori e emissioni e per limitare le dispersioni di temperatura e umidità.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Secondo l’ultima classifica de Il Sole 24 Ore, Milano non è tanto green: in Italia si posiziona al 42esimo posto in una classifica dominata da tempo da Trento. Milano è però 14esima per numero di alberi per abitanti e 16esima per isole pedonali. Soprattutto quest’ultima performance rende felici soprattutto chi fa attività outdoor. L’amore scoccato, negli ultimi anni, tra i runner e Milano è davvero inossidabile. E profondamente ricambiato: a testimoniarlo i tanti eventi sportivi, le innumerevoli associazioni e le continue migliorie apportate sui percorsi milanesi. Questi sono i sette percorsi preferiti dai runner.
Con il suo perimetro di circa 3,2 chilometri, il Parco Sempione è un piacere per gli occhi. Si passa infatti davanti all’Arco della Pace, al Castello Sforzesco, all’Arena Civica e alla Triennale. Qui si può correre tranquilli perché è recintato, è sempre molto frequentato ed è l’ideale sia per chi è neofita che per chi è un runner navigato, ma vuole solo fare piccoli allenamenti: infatti, il percorso interno è un po’ corto, mentre quello esterno è, in alcuni tratti, sul marciapiede. Essendo in centro è l’ideale per allenamenti veloci in pausa pranzo o dopo il lavoro.
Questo tragitto è un bel lungo che si sviluppa su circa 35 chilomentri e costeggia la Martesana, il naviglio piccolo che collega la città con il fiume Adda. A livello paesaggistico è uno dei percorsi più affascinanti, grazie alla pista ciclabile e pedonale a bordo acqua, ai glicini in fiore in primavera, alle residenze antiche e alla sua varietà. Questo antico corso d’acqua attraversa dodici comuni milanesi e scorre a cielo aperto da via Melchiorre Gioia. Molto amati dai runner anche i percorsi lungo i navigli della parte sud, costeggiando il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese.
Collina artificiale, all’interno di un parco, questo percorso è l’ideale per chi cerca salite e sterrato. Grazie ai suoi 185 metri di dislivello, la Montagnetta (così viene chiamata da tutti) è un ottimo tragitto per potenziare le gambe o allenarsi per la corsa in montagna. Facendo il giro esterno del parco si percorrono circa 2,5 chilometri, mentre al suo interno sono presenti diversi anelli con distanze diverse. Qui viene anche organizzato il Trofeo Monte Stella ed è possibile trovare, presso il Centro sportivo XXV Aprile, spogliatoi e una pista di atletica di 400 metri a otto corsie.
Il Parco Nord si estende per 640 ettari, passando anche per Bresso, Cusano Milanino, Cormano, Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni. Per chi corre è l’ideale: si divide infatti in due anelli da 10 e da 5 chilometri e offre sia l’asfalto che lo sterrato. I sui percorsi si adattano a tutte le intensità di allenamento e offrono anche attrezzature sportive di grande qualità. Il suo percorso vita è composto da tredici stazioni di esercizio.
#5 Parco Lambro
Parco Lambro – Andrea Cherchi.jpg
Il Parco Lambro è racchiuso tra i quartieri Rottole, Feltre e Cimiano, ed è il più grande parco interamente all’interno della città con una superficie di 773mila metri quadrati. E’ anche un parco molto frequentato, soprattutto nella bella stagione, quindi non sempre apprezzatissimo dai runner. Anche qui ci si muove tra natura e l’elemento acqua, grazie al fiume Lambro. Il tragitto per il running, lungo poco meno di 4 chilometri, segue il perimetro del parco ed è caratterizzato da molte salite e discese. Non essendo recintato, è possibile correre a qualsiasi orario. Anche qui, per chi desidera fare allenamenti a corpo libero, si può trovare un ottimo percorso vita attrezzato di sbarre, anelli, parallele e panche per gli addominali.
Nato negli anni ’30 come aeroporto per idrovolanti, l’Idroscalo è poi diventato il famoso “mare di Milano”. E dall’anno scorso è anche diventato punto di ritrovo tra i preferiti dei runner milanesi, grazie al nuovo percorso completamente segnalato, con indicazioni a terra ogni 200 metri. Il tragitto, lungo 6,3 chilometri, parte dall’area delle tribune, passa lungo il villaggio del bambino, i chioschi, l’isola delle rose, il bosco, e lungo tutti gli impianti sportivi, seguendo l’intero perimetro del bacino. Inoltre, il percorso è ricco di fontanelle e sono state installate due case dell’acqua. Elemento di nota, c’è un circuito di corsa campestre di circa 2 chilometri su erba con ostacoli e cunette.
#7 Tra il passato e le stelle ai Giardini di Porta Venezia
Ph. credits: crisostomo
Il suo vero nome è parco Indro Montanelli, ma per tutti è semplicemente il parco di Porta Venezia o i giardini di Palestro. Realizzato alla fine del 1700, è stato il primo parco milanese destinato allo svago collettivo. Qui si corre lungo un anello esterno di circa 2chilometri, si costeggiando via Palestro, corso Venezia e via Manin, all’ombra delle sue architetture nobiliari. Oppure all’interno, con la frescura dei suoi alberi fitti e zigzagando tra il Planetario e il Museo di Storia Naturale. Il parco è recintato, perciò dopo una certa non è possibile accedervi.
Con dicembre arriva puntuale la classifica della qualità della vita de Il Sole 24 Ore. Tra le sorprese: la numero uno (per la prima volta) e le tre lombarde tra le migliori. Nelle ultime posizioni dominano le province del Sud anche se ci sono tre territori del Nord che scivolano nell’abisso. Vediamo i fatti salienti della classifica e la situazione per Milano.
Qualità della vita: novità assoluta al primo posto, MILANO nella TOP 10, altre due LOMBARDE tra le MIGLIORI d’ITALIA
Novità assoluta al vertice della 34ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sui territori più vivibili: la provincia di Udine al top del benessere in Italia. Solo altre tre volte era riuscita a inserirsi tra le prime 10 (2016, 2020, 2021). Sul podio anche Bologna, vincitrice dell’edizione 2022, e Trento.
Tra le novità anche Bergamo al quinto posto, il più alto per lei da quando è nata la classifica, e Modena al settimo posto, che eguaglia il suo record. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che arriva al quinto posto conquistando 14 posizioni grazie al primato nella categoria «Ricchezza e Consumi». Si conferma all’ottavo posto anche Milano mentre Roma continua a precipitare: trentacinquesima, scendendo di altre 4 posizioni. Fuori dalla top 10 fanno scalpore le uscite di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in 12ª e 13ª posizione.
# Il fondo della classifica
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Unica provincia del Sud a stare tre le prime trenta è Cagliari, in 23esima posizione. Mentre torna sul fondo della classifica dopo 12 anni Foggia. Tra le ultime 40 ci sono anche tre province del Nord: Imperia (81ª), Alessandria (70ª) e Rovigo (68ª).
# I dati di Milano
Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano
Milano si conferma all’ottavo posto. Risulta al primo posto in Italia per Valore aggiunto per abitante, per Affari e Lavoro e al secondo per cultura e tempo libero, mentre è tra le peggiori per le ore di sole (95esima) e per le anomalie del clima (107esima).
Voi come la immaginate la casa dei sogni? Non mi riferisco a castelli immersi nel verde o ville extralusso. Piuttosto penso a Milano e a quello che può offrire una città metropolitana e moderna come la nostra.
Io personalmente la casa dei sogni me la immagino di sicuro con una bella piscina, con angoli dedicati al relax, una palestra per un po’ di allenamento e con un arredamento minimal ed elegante. Allora ho provato a fare una ricerca su Airbnb inserendo tutti questi filtri e sono andata a curiosare, ovviamente, nella casa con il prezzo più alto.
La “CASA dei SOGNI”: la DIMORA per AFFITTI BREVI più CARA di Milano (secondo Airbnb)
# Dove si trova
Localizzazione – Airbnb
Partiamo dalla posizione: ci troviamo sul Naviglio Pavese, a due passi dalla Darsena a dai numerosi locali da aperitivo. Nonostante la vicinanza alla movida milanese, però, le recensioni dei visitatori raccontano che all’interno dell’appartamento si può godere di silenzio e tranquillità.
# Tre piani con giardino, palestra e sauna
Spazi – Airbnb
Ora però veniamo agli interni. La proprietaria, Martina, descrive il suo appartamento come “una tradizionale casa milanese completamente rinnovata, con decorazioni moderne e servizi di lusso”: la casa si sviluppa su diversi piani e i suoi spazi sono ampi e ben suddivisi tra loro, così da garantire il giusto spazio a tutti gli ospiti. L’appartamento può accogliere fino a 8 persone, essendo dotato di 4 camere, di cui 3 con grandi letti matrimoniali e l’ultima con due letti singoli. Si articola su tre piani: al piano terra c’è l’area giorno circondata all’esterno da un verde giardino, al secondo piano sono disposte le camere e il bagno privato di ognuna, al terzo piano sono presenti la palestra e la sauna.
Il soggiorno e la cucina/zona pranzo sono separati tra loro e dotati di un arredamento molto moderno ed elegante. A disposizione degli ospiti ci sono tutti i servizi di base per cucinare e gli elettrodomestici necessari, dal bollitore alla lavastoviglie. E, per trascorrere del tempo da soli o in compagnia, ci sono libri da sfogliare e giochi da tavolo da condividere con amici e familiari.
# Dormire come re e regine con terrazzino e vista sui tetti di Milano
Camera e bagno – Airbnb
Guardando all’area notte, le camere hanno un arredamento essenziale e alcune di loro possiedono un terrazzino dotato di tavolo, sedie e una sdraio. I bagni privati possiedono la vasca e la doccia, così da soddisfare le preferenze di ogni ospite. Biancheria da letto e asciugamani sono offerti dall’host.
# Prima un po’ di sport, poi relax
Esterni – Airbnb
Infine ci sono i servizi. Sono disponibili varie attrezzature sportive come l’ellittica, dei pesi liberi, una cyclette, un tapis roulant e dei tappetini per lo yoga. Guardando al relax, si può godere di una sauna privata e di una vasca idromassaggio e una piscina condivise. Per quanto riguarda il parcheggio, è possibile usufruire di un posto privato all’interno della proprietà.
# 3000 euro per due notti
E ora veniamo all’argomento più ostico: il prezzo. La mia ricerca si è incentrata su un weekend milanese di due notti per due persone e questo appartamento è risultato il più costoso tra quelli proposti. Il prezzo totale è di 2.943 euro, suddivisi tra 2.200 euro per le due notti e i restanti come costi di servizio di pulizia, tasse e percentuale dovuta al sito.
Il motivo alla base di questa decisione della compagnia ferroviaria è di grande significato.
La STAZIONE tenuta APERTA per una PERSONA SOLA
# In funzione per 4 anni solo per una passeggera
kikou9186 Twitter – Kyu-Shirataki
La stazione ferroviaria Kyu-Shirataki si trova nella città di Engaru in una parte rurale dell’Hokkaido in Giappone. E’ diventata celebre perché è rimasta aperta per quattro anni solo far salire sul treno una passeggera: una studentessa delle superiori che aveva come unica possibilità di recarsi a scuola salendo sul treno con partenza poco dopo le 7 al mattino e ritorno attorno alle 17.
supersoya IG – Stazione Giappone
L’operatore della linea, Hokkaido Railway Co, aveva programmato la chiusura nel 2013 ma ha deciso di fare un’eccezione. Addirittura ha adattato gli orari alle esigenze di spostamento della ragazza.
# L’attesa del diploma prima della chiusura definitiva
mailonline – Stazione Giappone attiva solo per una persona
Questo rappresenta qualcosa di normale per un paese che mette la civiltà e il senso di comunità al primo posto. In Giappone l’istruzione è considerata poi un elemento fondamentale:il 99% delle persone sa leggere e scrivere. Per questo motivo non stupisce, forse, la scelta fatta dalla compagnia ferroviaria. Nonostante la stazione praticamente inutilizzata ha deciso di lasciarla operativa fino a quando la studentessa non avesse ottenuto il diploma.
Le parole della ragazzapoco prima dello stop al servizio avvenuto nel 2016: “Sono salita e scesa da questo treno negli ultimi tre anni e la presenza di questa stazione è diventata qualcosa che davo per scontata. Mi dispiace pensare che scomparirà“.
Nella lista dei 100 film italiani da salvare (stilata nel 2008 dalle Giornate degli autori), lui compare con quattro pellicole: “Poveri ma belli”, “Una vita difficile”, “Il sorpasso” e “I mostri”. Basterebbe questa citazione per dimostrare la grandezza del regista Dino Risi, una delle figure milanesi più popolari e apprezzate a livello internazionale.
DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana
# Una laurea in psichiatria, ma la vocazione per il cinema
Di Sconosciuto – Romolo Garroni CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=76401320
Nacque all’ombra della Madonnina il 23 dicembre 1916, figlio del medico Arnaldo Risi e di mamma Giulia Massocchi, figlia di un garibaldino. Dopo aver conseguito la maturità classica al Berchet, si iscrive a Medicina e si laurea in psichiatria. Ma la vocazione cinematografica è più forte di quella per la scienza, così a ventiquattro anni collabora con Mario Soldati nella realizzazione di “Piccolo mondo antico”, mentre due anni dopo è aiuto regista in “Giacomo l’idealista” di Alberto Lattuada.
# Le sue prime opere: Barboni e Fabbrica del Duomo
La sua prima opera è “Barboni”, una pellicola sulla disoccupazione nella città meneghina, quasi contemporaneamente gira “I Bersaglieri della Signora”. Siamo appena fuori dalla Seconda Guerra Mondiale e Dino Risi si esercita con i cortometraggi, realizzandone una ventina in cinque-sei anni: tra questi troviamo “La fabbrica del Duomo”, ovvero la storia e l’attività dell’ente che provvede alla conservazione e al mantenimento dei beni della Cattedrale di Milano.
# Il debutto come regista di un lungometraggio fino al Sorpasso
Nel 1952 esordisce come regista di un lungometraggio con il film “Vacanze col ganster”, una commedia avventurosa che vede l’esordio sul grande schermo di Mario Girotti, in arte Terence Hill. Dopo il film drammatico “Il viale della speranza”, Risi si specializza nella commedia all’italiana diventandone uno degli storici esponenti. “Pane Amore e…”, “Poveri ma belli”, “Il vedovo”, sono tra i titoli più popolari. Nel 1961 torna al genere drammatico, guidando Alberto Sordi, Lea Massari, Franco Fabrizi e Lina Volonghi in “Una vita difficile”. Nel 1962 arriva quel capolavoro de “Il sorpasso”, con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant.“Con Gassman? Sono molto legato, con lui ho realizzato sedici film, l’ho portato giù dall’olimpo del teatro, facendolo diventare un attore anche di cinema”, disse Risi nel 1998 in un’intervista rilasciata a Doriano Fasoli.
# 53 film per il cinema e 7 per la televisione
Risi
Con “I mostri”, del 1963, il regista milanese si dà al genere grottesco, per tornare a fare il mattatore della commedia all’italiana con opere del calibro di “Operazione San Gennaro”,“Straziami ma di baci saziami” e, più avanti, “Il commissario Lo Gatto”.
In tutto Dinio Risi ha girato 53 film per il grande schermo e 7 per la Tv, vari documentari e fu sceneggiatore di gran parte delle pellicole da lui dirette. “Quando si cita un film, si parla sempre del regista e degli attori e mai dello sceneggiatore -confidò in un’intervista di fine anni novanta- questo non è giusto, perché se c’è un bel copione è più facile fare un bel film”.
# Quali furono le pellicole da lui dirette a cui rimase più legato
Il sorpasso
A questa domanda Risi rispondeva citando “Il sorpasso”, “Una vita difficile”, “In nome del popolo italino” e “Profumo di donna”. Per la Tv rimase molto legato allo sceneggiato “Il vizio di vivere”, la storia realizzata nel 1988 su Rosanna Benzi, la ragazza costretta a vivere in un polmone d’acciaio a causa di una poliomielite bulbo-spinale.
Dino Risi morì a Roma il 7 giugno 2008, nell’appartamento del residence Aldrovani al quartiere Parioli, dove dimorò per diversi anni.
Era padre dei registi Claudio (deceduto tre anni fa) e Marco.
il_treno_dei_sapori IG - Trinca al forno di Clusane
Un viaggio tra i sapori dagli antipasti ai dolci, passando per i prodotti tipici, della cucina regionale.
La CUCINA LOMBARDA da provare almeno una VOLTA nella VITA
#1 Il pesce d’acqua dolce in tutte la salse, anche ripieno di formaggio
il_treno_dei_sapori IG – Trinca al forno di Clusane
Uno dei piatti più versatili usato nella cucina lombarda è il pesce d’acqua dolce, di lago e di fiume. Impiegato in tutte la portate, dagli antipasti ai secondi, troviamo ad esempio: il carpione alla brace o come paté accompagnato da polenta o nella pasta ripiena, la bottarga di lavarello, conosciuto anche come coregone, e la tinca ripiena di formaggio, tipica di Clusane sul Lago d’Iseo in Franciacorta.
#2 La mostarda mantovana e cremonese
mustartitaly IG – Mostarda mantovana
Un altro prodotto tipico della regione è la mostarda, caratterizzata dal piccante della senape e dai colori della frutta, in due versioni: quella mantovana, realizzata con singolo frutto come mele o pere e utilizzata nel ripieno dei tortelli alla zucca, e quella di Cremona composta da macedonia di frutti interi da accompagnare a terrine o a bolliti.
#3 I pizzoccheri della Valtellina e della Valchiavenna
Pizzoccheri
Passiamo a un primo piatto montano, i pizzoccheri. Ce ne sono due varianti: la più famosa è quella della Valtellina, una pasta di colore scuro fatta con il grano saraceno, ma ne esiste una anche in Valchiavenna, la cui antica ricetta è preservata nel borgo di Piuro e che si presenta con un colore chiaro.
#4 Le zuppe e le minestre, come l’antichissima mariconda bresciana
casapappagallo.it – Minestra Mariconda
Perfette per i periodi più freddi dell’anno ci sono le zuppe, come quella pavese fatta di pane raffermo, burro, formaggio e un uovo fresco al centro, e le minestre come l’antichissima mariconda bresciana con brodo di carne dove galleggiano gnocchi di pane.
#5 I dolci: torrone, Barbajada, Pan de Mej
Credits: @ginevracitterio pan de mej
Eccoci al dessert. Partiamo dalle torte mantovane di tagliatelle o di rose, passiamo poi alla crema lodigiana, al torrone di Cremona e al dolce del Cardinale di Castiglione Olona. Ancora la Torta Donizzetti di Bergamo, la barbajada che equivale al “mangia e bevi milanese” e infine il Pan de Mej con fiori di sambuco, tipico di Milano.
# I prodotti regionali tipici: dal salame di Varzi agli asparagi di Cantello
pleasure__cafe IG – Salame Varzi
Oltre alle preparazioni ci sono molti prodotti regionali da provare. Tra questi il salame d’oca di Mortara, il salame di Varzi, la bresaola, gli asparagi di Cantello, l’olio del Lago di Garda, il miele varesino di acacia e il gorgonzola.
I decenni a cavallo tra l’800 e il ‘900 furono fondamentali per lo sviluppo industriale ed economico di Milano.
Le fabbriche cominciarono a svilupparsi attorno ad una città sempre più ampia e popolosa diventandone parte integrante. I grandi imprenditori non avevano a cuore solo i propri interessi, ma anche i loro operai, migliaia di persone e di famiglie, sul cui lavoro quotidiano si fondava un ciclo produttivo sempre più importante per l’economia cittadina.
Fu in quegli anni che nacquero e si diffusero i villaggi operai, per sopperire alla sempre maggiore domanda di alloggi popolari. Alcuni di questi villaggi sono sopravvissuti ai cambiamenti e alle trasformazioni urbanistiche della città e sono visibili ancora oggi.
Dove?
Segreti e curiosità dei VILLAGGI OPERAI della Grande Milano
#1 Borgo Pirelli
In viale Sarca, nel cuore del quartiere di Bicocca c’è il piccolo Borgo Pirelli, una manciata di villette costruite negli anni’20 per le maestranze dell’omonima industria della gomma, con i loro orti e le loro stradine interne secondo la tipologia delle città-giardino inglesi.
#2 Villaggio Falck
Il villaggio Falck di Sesto San Giovanni ospitò, in quegli stessi anni, più di un migliaio di lavoratori. Fu concepito in piccoli quartieri-isolato e ogni via prendeva il nome della città da cui provenivano gli operai, ecco che quindi, secondo la toponomastica dell’epoca c’erano: via Brescia, via Bergamo, via Lecco.
#3 Crespi D’Adda
Più antico, risalente ancora alla seconda metà dell’800 è il villaggio di Crespi d’Adda, sorto per volere della stessa famiglia Crespi, proprietaria della manifattura del cotone, che per l’eccellente stato di conservazione e per la sua importanza come vero e proprio documento storico e architettonico fu annoverato, dal 1995 tra i siti-patrimonio dell’UNESCO.
#4 Varano Borghi
A Varano Borghi, in provincia di Varese, anche la famiglia Borghi associò allo sviluppo tecnico industriale del proprio opificio quello più paternalista della tutela delle buone condizioni di vita della propria classe operaia.
#5 Quartiere Arcobaleno
via Lincoln – Quartiere Arcobaleno
Ma il più suggestivo esempio di città operaria è però nel cuore di Milano, in un’area che faceva capo alla vecchia stazione Ferdinandea, dismessa a vantaggio della successiva prima stazione Centrale di Piazza della Repubblica. Oggi, del progetto mastodontico di “città ideale di Porta Vittoria” rimane ben poco, ma quel poco è uno degli angoli più caratteristici, anche se poco conosciuti, di Milano: il quartiere arcobaleno di via Lincoln, con le sue casette tutte colorate. Un piccolo e tranquillo angolo di Burano tra le vie trafficate della città moderna.
Le due finalità dei villaggi operai
I villaggi poi non erano semplici agglomerati di abitazioni, ma veri e propri microcosmi dotati di servizi messi a disposizione dei loro abitanti dalla classe dirigente: asili, scuole primarie, scuole di specializzazione, negozi, chiese, uffici postali.. ogni villaggio era un cuore pulsante all’interno di un vasto sistema di fidelizzazione della classe operaria. Da una parte si volevano migliorare le condizioni di vita della classi lavoratrici e dall’altra si cercava di evitare che queste si organizzassero in movimenti di protesta contro la classe borghese.
Ora non resta che andare a scoprirne in loco il fascino e la bellezza.
Una pista ciclabile lunga circa 165 km che disegna un anello tra tre regioni mentre si è sospesi a mezz’aria sopra l’acqua. Deve essere ancora conclusa ma è già stata definita “la pista ciclabile più bella d’Italia”. Il suo tracciato e quando dovrebbe essere conclusa.
La “PISTA CICLABILE più BELLA D’ITALIA” pedala verso il TRAGUARDO : si completa l’anello sospeso sull’ACQUA
# 165 km di percorso ad anello attorno al Lago di Garda
Credit: @vacansoleil_be
Garda by bike: un sentiero lungo 165 km e largo 2,5 metri che percorre tutta la circonferenza del lago di Garda. La pista ciclabile prevede sia tratti esistenti sia sentieri di nuova costruzione ed è già stata definita “la più bella d’Italia” anche se è ancora in fase di completamento. Questa pista ha una caratteristica mozzafiato: molta parte del percorso è costruita a mezz’aria sopra l’acqua, dando la possibilità di sorvolare i confini regionali con vista lago. Si pedala dalla Lombardia, al Veneto, fino in Trentino e il sentiero si unisce aVenTo e alla Ciclovia del Sole e alle piste ciclabili europee Eurovelo Route 7 e Eurovelo Route 8.
# La struttura è ancorata alle pareti rocciose nei punti a strapiombo
Credit: garde-see.com
A costituire la struttura portante c’è un reticolo di travi in acciaio, ancorata alle pareti rocciose affacciate sul lago nei tratti in cui la pista ciclabile è completamente a strapiombo. Negli altri tratti la base è invece appoggiata su piloni metallici sagomati ancorati al terreno. Per consentire il passaggio della pista ciclabile, dove non può realizzarsi all’aperto, è in corso inoltre la ristrutturazione delle gallerie esistenti.
# Illuminata da LED durante la notte
Credits att -società di ingegneria – Rendering Garda by bike
Per i tratti a strapiombo sono stati scelti listelli di finto legno trattati per la pavimentazione, per resistere agli agenti atmosferici, mentre alcuni tratti paralleli alle vie carrabili sono realizzate in cemento.
La sicurezza dei ciclisti è sempre garantitada una ringhiera in acciaio curvilinea che segue il profilo della pista ciclabile, dato che il percorso segue la pendenza naturale del terreno, pur senza ostacolare la vista del paesaggio circostante. La pista prevede una parte dedicata ai pedoni e di notte viene illuminata da un sistema a led.
# Il tratto da Limone sul Garda a Nago-Torbole
Credits architetturasostenibile.it – Percorso Garda by bike
L’itinerario più lungo si estende nel territorio bresciano per circa 89 Km e attraversa, tra gli altri, i comuni di Desenzano, Sirmione, Lonato. Costeggia poi la riviera verso nord nei comuni di Salò, Gardone Riviera fino a Tremosine sul Garda e Limone sul Garda. Il tratto di percorso di 27 Km da Gargnano a Limone sul Garda è il più difficile e può essere superato con i mezzi di linea di Navigarda.
In Veneto il tracciato è lungo circa 69 Km e si sviluppa nella provincia di Verona passando per i territori di Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Lazise, Bardolino fino a Malcesine, ricalcando parzialmente il tracciato della ciclopista del Sole.
Il tratto più breve è sulla sponda trentina, da Riva del Garda e Nago-Torbole, e misura 7 km.
# Le parti del percorso già attive
Credits luciafusco.71 IG – Garda by bike
I lavori sono un po’ a rilento ma la pista si può già provare in alcuni tratti:
lungo i 2,5 km dall’Hotel Panorama di Limone sul Garda al confine con il Trentino, un tragitto costruito interamente a strapiombo sul lago;
nelle parti dell’itinerario ciclabile che si incrociano con la famosa Ciclovia del Sole e con i route 7 e 8 di EuroVelo;
sul tracciato tra Riva del Garda e Torbole;
sulla ciclabile da Gragnano a Tremosine, esistente da inizio Novecento e definita da Churchill l’ottava meraviglia del mondo.
# L’inaugurazione prevista nell’anno delle Olimpiadi di Milano-Cortina
Credit: @limonesulgarda
Un investimento complessivo di 345 milioni di euro, ancora non del tutto reperiti. Tra le parti di percorso in costruzione troviamo quello dalla centrale idroelettrica di Riva del Garda fino alla galleria per la Via Ponale, in progettazione invece quello dalla Galleria Panda alla Galleria Orione.
Un itinerario dove incontrare paesaggi pazzeschi, punti panoramici mozzafiato e borghi storici da visitare. Si aggiudicherà davvero il titolo di “pista ciclabile più bella d’Italia”? Non rimane che attendere la sua ultimazione, prevista entro la fine del 2026.
Credits: @anatoliy_como
Cimitero Monumentale di Milano
La città più cara d’Italia si può vivere anche senza spendere un centesimo. Questo l’elenco delle cose gratuite da fare e da vedere a Milano.
10 cose GRATUITE da fare a Milano
#1 Visitare i musei gratis
Credits: Dimitris Vetsikas via Pixabay – Pinacoteca di Brera
Milano aderisce all’iniziativa dei musei gratis la prima domenica del mese promossa dal Ministero dei Beni Culturali. Dalla Pinacoteca di Brera all’Ambrosiana: Milano invita a scoprire le sue bellezze che si esprimono attraverso la pittura, il design, la scultura e l’architettura. Non solo la prima domenica: tutti i giorni si può entrare nel Castello Sforzesco. Quante altre città offrono una visita gratis al suo Castello più rappresentativo (sempre che lo abbiano)?
Ci sono anche musei che sono sempre gratis. E si tratta di luoghi di esposizioni di valore straordinario. Come la Casa Museo Boschi Di Stefano, con la sua straordinaria collezione di arte Novecentesca in via Via Giorgio Jan 15, Palazzo Morando, con la sua collezione Costume Moda Immagine in via Sant’Andrea 6, il Museo del Risorgimento, lo Spazio Alda Merini, Casa Verdi o la collezione permanente del Mudec-Museo delle Culture. Tutti a ingresso libero per tutto l’orario di apertura.
#3 Visitare le sue magnifiche chiese
…invece sfondo e colonne sono solo disegnate creando una falsa prospettiva
Da Sant’Ambrogio, principale esempio di architettura romanica lombarda, al gioiello rinascimentale Santa Maria delle Grazie, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, fino a scoprire le sue chicche eccezionali come San Maurizioo la prospettiva del Bramante. Ad eccezione del Duomo, tutte le chiese sono gratuite. Può sembrare una cosa scontata in Italia, ma a livello internazionale non è così frequente.
Credits: @anatoliy_como Cimitero Monumentale di Milano
Il Cimitero Monumentale è un vero museo a cielo aperto, visitabile liberamente ogni giorno, che ospita periodicamente letture, concerti e visite guidate.
Riaperto finalmente dopo anni di chiusura al pubblico, il 39esimo piano di Palazzo Lombardia è sede del Belvedere: nelle giornate serene consente di far spaziare lo sguardo su tutto l’arco alpino fino all’appennino. L’accesso è gratuito e libero sempre, anche se in date prestabilite. In Piazza Città di Lombardia, 1
#6 Itinerari green nei parchi cittadini
Dal Giardino della Guastalla a Parco Sempione fino a quelli della periferia, come il Parco Nord, Trenno, Parco delle Cave o Parco Agricolo. Milano offre numerosi parchi che offrono uno spettacolo diverso in ogni stagione.
#7 Rilassarsi nel giardino di Villa Necchi Campiglio
Villa Necchi – Ph. @kellybehunstudio IG
Un tuffo nella Milano della prima metà del Novecento. Nel cuore della città, la villa, circondata da un ampio giardino, rappresenta lo stile architettonico in voga a Milano e in Italia negli anni trenta. Gli interni conservano ancora fedelmente le scelte decorative e di arredo dei proprietari.
Tutte le mostre dell’Hangarsi contraddistinguono per il carattere di sperimentazione. Per chi desidera scoprire un po’ di arte contemporanea internazionale… le mostre sono sempre tutte gratuite. Discorso a parte per la permanente con i Palazzi Celesti di Kiefer.
Come vivevano le antiche comunità monastiche che alternavano il lavoro dei campi con la preghiera? Dalla Certosa di Garegnano, di cui restano alcuni chiostri e la chiesa che contiene preziosi affreschi, all’Abbazia di Chiaravalle che, con i suoi chiostri, il monastero e la foresteria costituisce un complesso molto articolato circondato dal verde del parco Agricolo Sud Milano. Numerosissime da scoprire, soprattutto a sud della città.
#10 Scoprire l’Orto Botanico
Credits travelling.phoenix IG – Orto botanico Città Studi
Nascosto all’interno del palazzo di Brera, dietro la Pinacoteca, c’è l’Orto Botanico: un giardino storico e un vero museo all’aperto aperto al pubblico.
In attesa dell’ospite più attesa, la neve, Milano offre ricche opportunità per chi trascorre dicembre in città. Anzi, è uno dei mesi più belli da vivere a Milano, non trovate?
Le 10 cose assolutamente da fare a DICEMBRE a MILANO
Dal 2 al 4 dicembre il week end dedicato al caffè con il Milano Coffee Festival. Eventi, degustazioni, show diffusi.
#2 Fiera degli Oh Bej! Oh Bej!
Un grande classico di Sant’Ambrogio risalente al trecento. Dal 7 dicembre fino al 10 gli Oh Bej! Oh Bej! con le bancherelle intorno il Castello Sforzesco e dentro Parco Sempione. Si mangia, si beve, si acquistano regali.
#3 L’Artigiano in Fiera
Credits: comocity.it – Artigiano in fiera
Dal 2 al 10 dicembre a Rho Fiera Milano la 27esima edizione della manifestazione internazionale che valorizza l’artigiano, una delle esibizione più frequentate della Fiera. Sono previsti anche eventi musicali, performance di danza e stand di ristorazione da tutto il mondo. Tutti i giorni dalle 10 alle 22,30.
#4 Inside Monet
La prima mostra en plein air dedicata al grande artista dell’Impressionismo. Una mostra itinerante realizzata con la realtà virtuale. Termina a fine dicembre.
#5 You are Verdi
La mostra dedicata al grande compositore italiano. Grazie alla realtà virtuale si torna nella Milano del 1800 nei giorni in cui viveva il Cigno di Busseto quando componeva i suoi capolavori.
#6 Chaos Lab
Un parco giochi – laboratorio dove divertirsi in un ambiente un po’ folle pieno di fantasia.
#7 Il Parco di Natale più grande d’Italia
Il 7 dicembre apre anche il Parco del Natale immersivo più grande d’Italia. Un bosco magico, un cielo stellato, la pista da pattinaggio coperta più grande di Milano. Sarà al MiCo.
#8 Il Villaggio di Natale al Carroponte
La magia del Natale al Carroponte
La Magia del Natale al Carroponte: 25 mila metri quadrati con il borgo degli Elfi, la Fabbrica dei giocattoli, l’ufficio postale dove inviare lettere a Babbo Natale, una giostra di cavalli a due piani e la Casa di Babbo Natale. Ci sarà anche un mercatino di Natale e una cioccolateria-ristorante.
#9 Dicembre al Musical
Dicembre a Milano è anche cinema, concerti, teatro e, quest’anno, soprattutto musical. In programma A Christmas Carol al Teatro Carcano, Chicago al Teatro Nazionale, Cabaret ancora al Nazionale, Frozen al Teatro Lirico Giorgio Gaber e Cinderella, sempre al Nazionale.
#10 Babbo Running
Torna il 16 dicembre la corsa dedicata al Natale travestiti da Santa Claus per sostenere la ricerca scientifica contro i tumori pediatrici.
Si attende ancora l’inaugurazione completa del suo tracciato originale: ma già arriva un altro atto formale per procedere con l’estensione della linea M4 a est, fino oltre l’Idroscalo. I prossimi passi attesi e i dettagli del progetto.
La M4 punta a EST: il CAPOLINEA sarà oltre LINATE
# La giunta di Milano approva il piano di fattibilità tecnico-economica
La giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica per il progetto di estensione della M4 a Segrate, oltre allo stanziamento di 130 milioni di euro, in parte coperti da fondi statali, per coprire gli extra costi della tratta in costruzione. L’investimento stimato per portare la linea oltre Linate, che tiene conto degli incrementi dovuti all’aumento dei costi dei materiali, è di 470 milioni di euro. All’appello ne mancano ancora 44, a causa degli aumenti delle materie prime. I passi successivi sono l’inserimento dell’intervento nel Piano Triennale delle Opere pubbliche 2024-2026 e l’elaborazione del progetto esecutivo, in partenza, cofinanziato da un bando europeo di 3,5 milioni di euro.
# Un tracciato di 3,1 km con 2 fermate: Idroscalo-San Felice e Segrate con la nuova stazione Av
Prolungamento M4 Segrate
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Credits segratecitylab - Hub segrate
Credits mm - Tracciato M4 Segrate
Credits mm - Prolungamento M4 Segrate
Credits mm - Stazione ido
Credits mm - Stazione Idroscalo
La linea M4 si allunga quindi verso est dall’Aeroporto di Linate con un tracciato di 3,1 km, che prosegue in sotterranea all’Idroscalo, e due fermate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. La prima a servire i fruitori del bacino artificiale e del parco oltre ai dipendenti delle aziende dell’area, quali Mondadori e IBM, la seconda a garantire un collegamento in soli 20 minuti verso il centro di Milano ai residenti di Segrate e l’interscambio con la futura stazione dell’Alta Velocità. Previsto un treno ogni 90 secondi. Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 dovrebbe essere predisposto il bando per il successivo avvio dei lavori. La durata dei cantieri è stimata di circa 6-7 anni.
# “Milan east gate hub”: l’Hub Alta Velocità-metro di Segrate Porta Est
Credits mm- Integrazione nodo East Hub
Attesa poi per la realizzazione della stazione ferroviaria dell’Alta Velocità “Segrate Porta Est”, trasformando l’attuale stazione per fungere da vero hub della mobilità dell’area metropolitana grazie al futuro interscambio con la M4, a cui si aggiungono treni suburbani, treni a lunga percorrenza, treni ad Alta Velocità. Il “Milan east gate hub”, questo il nome del progetto, intercetterà infatti treni della linea Milano-Venezia e i viaggiatori provenienti da città quali Bergamo, Brescia, Verona, Padova.
Credits mm – Planimetria stazione ferroviaria Segrate Porta Est
Il progetto complessivo prevede un investimento di oltre 500 milioni di euro, con il coinvolgimento di Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Rfi, lo stesso Comune di Segrate, Sea S.p.a., Westfield Milan S.p.a. MM, incaricata alla redazione del progetto di fattibilità. All’appello mancano ancora le risorse per la costruzione della stazione AV, in particolare per il rifacimento del piano binari, oltre a quelli per le opere complementari, la bretella stradale SP160-via Mondadori, il parcheggio e terminal bus nelle due stazioni della M4 e le passerelle meccanizzate. L’ultima stima indicava circa 100 milioni di euro.
# In fase di ridefinizione il progetto del mall del lusso Westfield
Westfield Segrate
Nonostante la società stia contribuendo a finanziare il futuro hub della mobilità, tra cui la realizzazione di parte della Cassanese-bis, il progetto del mall del lussoWestfield nei pressi della stazione ferroviaria era stato sospeso per alcuni anni. Da luglio 2023 è ripartita la progettazione, a cura della società di architettura e ingegneria One Works, per ridefinire la struttura in virtù del mutato scenario economico.
Anche la Germania ha il suo Molise. Non è una regione ma una città la cui “non esistenza” è diventata un’identità locale.
La “CITTÀ che NON ESISTE”: anche la Germania ha il suo Molise
Fake Bielefeld
# Una città nata dalla fantasia della CIA
Il Molise di Germania si trova in Nord Reno-Westfalia, è una città di circa 300.000 abitanti, nota come sede di una celebre università. Si tratterebbe di Bielefeld. Ma come il Molise in Italia, si è diffusa una diceria per cui la città sia soltanto una fantasia. Rispetto alla regione italiana in questo caso si tratterebbe di qualcosa di più sofisticato: c’è chi dice che Bielefeld sia solo un’invenzione della CIA, degli alieni o di una misteriosa entità collettiva nota come “SIE”, ossia “LORO”.
# Il “Complotto di Bielefeld”
Alieno avvistato a Bielefeld
Non è soltanto qualcosa che strappa un sorriso. In Germania ci tengono a fare le cose per bene, anche le leggende metropolitane. La città nascerebbe dal “Complotto di Bielefeld”: svelato nei primi anni ’90 su un forum tedesco online, forse per prendere in giro le teorie del complotto. Ma non è la sola versione. Un’altra risalirebbe invece a uno scambio di battute avvenuto durante una festa studentesca. In quell’occasione, un conoscente dell’informatico tedesco Achim Held, allora studente di informatica a Kiel, pare si sia lasciata sfuggire la frase: “Non credo che Bielefeld esista”. Come dimostrazione chiese se fosse presente qualcuno di Bielefeld: tutti dissero di non esserci mai stati. Da allora, nella cerchia di Held, iniziarono a circolare battute sull’inesistenza della città che, come la pioggia nel deserto del filosofo Berkeley, non avrebbe nessuna prova della sua esistenza. Dal circolo di amici al buco nero della rete la leggenda si è propagata alla velocità della luce, diventando così popolare che ogni sindaco della città afferma di ricevere mail nelle quali si chiede se la città esista davvero.
# La dimostrazione: siete mai stati a Bielefeld? No? Appunto.
I sostenitori dell’inesistenza di Bielefeld, su internet, pongono sempre tre domande chiave a tutti coloro che si ostinano a credere nella sua esistenza: sei mai stato a Bielefeld? Conosci qualcuno che sia di Bielefeld? Conosci qualcuno che ci sia mai stato? A quel punto la risposta a queste tre domande è quasi sempre “no”. Ma ci sono altre succose varianti sull’origine di questa credenza.
# Il luogo che copre i più grandi misteri
Elvis Presley vive a Bielefeld
C’è chi sostiene che ci sia lo zampino degli alieni: alcuni visitatori interstellari avrebbero “camuffato” la loro astronave sotto le spoglie della presunta Università di Bielefeld per poter girare indisturbati nei cieli di mezzo mondo. Ma non solo. C’è chi sostiene che la creazione di Bielefeld serva a nascondere Elvis Presley e Kurt Cobain ancora in vita o che la CIA abbia utilizzato la città per nascondere la verità sugli sbarchi sulla Luna. Ma forse la teoria più entusiasmante è che nel luogo dove le carte geografiche indicano l’esistenza di Bielefeld, si trovi in realtà l’ingresso della città perduta di Atlantide.
# Un milione di euro per chi dimostra l’inesistenza della città
Kurt Cobain vive a Bielefeld
E foto e video fatti a Bielefeld? Non si sono dubbi: sarebbero tutte frutto di manipolazione. Anche perchè non contenendo alcun particolare di rilievo, le foto raffiguranti Bielefeld potrebbero essere scattate ovunque.
Ma non è facile anche fornire le prove contrarie. E’ stato organizzato perfino un concorso da un milione di euro per dimostrare l’inesistenza di Bielefeld: in questo caso, nonostante le 2000 documentazioni inviate, nessuno è riuscito a dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’inesistenza di Bielefeld. Nel 2010 è uscito anche un film intitolato “Il complotto di Bielefeld”, un classico thriller basato su un testo di Held che ha anche recitato una parte.
Meglio un TRILOCALE in periferia o una VILLA con GIARDINO a 50 chilometri? Il PREZZO è lo stesso
Vista lago dalla villa
# Il sogno rurale dei milanesi
Lo abbiamo pubblicato qualche giorno fa: il sogno dei milanesi sembra essere quello di andare vivere in campagna. Questo è quello è emerso da una ricerca condotta dal Think Tank The European House – Ambrosetti e commissionata dai GAL (Gruppi Azione Locale) di Pavia, Cremona e Mantova. Ma dalla ricerca emerge anche un particolare importante: si può scambiare un trilocale in periferia con una villa con giardino. Ma procediamo un passo alla volta.
# Oltre il 50% degli intervistati valuta il trasferimento in campagna
cristinanasi68 IG – Lomellina
Pio Parma, Senior Consultant di The European House – Ambrosetti, che ha curato lo studio, evidenzia come “il 15% degli intervistati dichiara di essere intenzionato a trasferirsi in una zona rurale, mentre il 51,7% afferma che valuterà questa opzione in futuro: la possibilità di (ri)programmare parte della propria vita in una zona rurale è manifestata soprattutto da chi è nel pieno della propria attività lavorativa (60,8% nella fascia 45-54 anni) o prossimo alla pensione (50,6% nella fascia 55-64 anni)”.
# Perchè si resiste?
credit: dissapore.com
Interessanti anche i motivi che frenano alla fuga: a sorpresa la risposta più gettonata non è stata la disponibilità di una rete efficiente di trasporti pubblici, solo terza in classifica con il 36,5% di preferenze. Al primo posto si piazza la vicinanza a farmacie, ospedali e centri di assistenza domiciliare con il 63,1%. Al secondo posto, staccata al 39,1% c’è la presenza di strutture della distribuzione organizzata, supermercati e centri commerciali.
# La possibilità di uno scambio alla pari trilocale – villa con giardino
Villa Cassinella fronte
Ma l’opportunità più ghiotta per andare via sembra quella della casa. Se si prendono i prezzi delle case a Milano con quelle nei dintorni si vede che al costo di un trilocale in periferia, tra i 350 e i 400K, si possono trovare ville con giardino in posti naturalmente stimolanti ed entro 50-60 chilometri da Milano, come l’Oltrepò pavese, la Valsassina o la Val d’Intelvi. Lo stesso discorso vale anche per il costo degli affitti. Sembra che sempre più milanesi stiano valutando di lasciare Milano per sperimentare un affitto in zone più alla portata.
MCA_Nuovo Ospedale di Cremona_Vista aerea_Visual by MCA Visual
Presentato il progetto dell’ospedale del futuro: in simbiosi con la natura e con una visione olistica della salute e del benessere della persona. Scopriamo come è fatto e i prossimi passi attesi.
Il CAPOLAVORO di DESIGN alle porte di Milano: l’ “OSPEDALE ASTRONAVE”
# Scelto lo studio MCA – Mario Cucinella Architects per realizzare il nuovo ospedale di Cremona
MCA – Nuovo Ospedale di Cremona_Archivio MCA
Il 30 novembre si è tenuta la cerimonia di premiazione del vincitore del concorso internazionale per la realizzazione del nuovo ospedale di Cremona, alla presenza delle istituzioni. Al primo posto si è classificato lo studio «MCA – Mario Cucinella Architects» di Mario Cucinella. Le dichiarazioni dell’archistar:
“Il Nuovo Ospedale di Cremona potrà rappresentare un modello per l’architettura sanitaria sotto più aspetti ad iniziare dal bando che, con le sue linee guida, ha rimesso al centro la qualità dell’architettura come fattore centrale per il benessere psico-fisico. […] Dobbiamo tornare a un’idea di ospedale che sia parte della vita della città e non unicamente un luogo di cura: Cremona ha fatto una scelta importante e di qualità, che farà scuola non solo in Italia”.
Nei prossimi mesi la realizzazione del progetto esecutivo, con ultimazione prevista entro il 2024, a cui seguirà il bando per l’individuazione dell’azienda incaricata della costruzione.
# Una “città nella città” dalle sembianze di un’astronave
MCA_Nuovo Ospedale di Cremona_Vista dal Parco della Salute_Visual by MCA Visual
Sembra quasi un’astronave atterrata sulla Terra. L’edificio, su sette livelli fuori terra, si caratterizza per una sovrapposizione di anelli con al centro un’area naturale, il Parco della Salute, con la quale si sviluppa in continuità garantendo la permeabilità sia fisica sia visuale tra i due elementi. Viene a fondersi da un lato la struttura radiale di percorsi e spazi urbani tipici di Cremona, dall’altro la composizione altimetrica delle terrazze fluviali caratterizzata da argini e passeggiate sospese nel paesaggio naturale.
MCA_Nuovo Ospedale di Cremona_Vista dalla copertura verde_Visual by MCA Visual
Una “città nella città” circolare e interconnessa suddivisa in due corpi principali che si connettono a livello 00, in corrispondenza con il principale accesso sanitario:
un cuore centrale, con la piastra tecnologica che accoglie il blocco operatorio diviso nei settori emergenza, cardiovascolare, multifunzionale, chirurgia minore;
una struttura in elevazione caratterizzata dalla presenza di servizi sanitari a media/bassa tecnologia.
L’area strategica dell’ospedale è dove sono allocati i servizi assistenziali, che rappresentano il ponte tra l’ospedale stesso e il territorio che lo circonda:
al piano 00 il Pronto Soccorso in grado di funzionare autonomamente dal resto della struttura senza ma allo stesso tempo collegato con percorsi veloci e dedicati ai servizi diagnostici, ai blocchi operatori, alle terapie intensive e alle degenze, a cui si aggiunge la diagnostica per immagini;
al piano 01 l’area ambulatoriale in connessione con le aree destinate alla prenotazione e all’accettazione.
# Un ospedale flessibile e con ambienti permeabili aperti al pubblico
MCA_Nuovo Ospedale di Cremona_Vista dalla Hospital Street_Visual by MCA Visual
Il progetto prevede un alto grado di flessibilità della struttura con la possibilità di un facile riassetto degli spazi, per rispondere al cambiare delle esigenze sanitarie. Il 20% delle camere di degenza può diventare un’area di terapia intensiva con interposizione di un filtro, l’80% una camera a due letti con spazi e modalità adatti.
MCA_Nuovo Ospedale di Cremona_Vista dalla camera di degenza_Visual by MCA Visual
Sono presenti ambienti raccolti pensati per la privacy e il benessere del paziente e altri più permeabili e aperti ai cittadini con anche servizi commerciali. Troviamo l’Hospital Street, area di accoglienza per il pubblico ma anche spazio di interazione per il personale sanitario, una biblioteca e le residenze temporanee a supporto di pazienti e famiglie.
# Il Parco della Salute con un bosco climatico, un anello rurale e un anello vitale
MCA_Nuovo Ospedale di Cremona_Vista aerea_Visual by MCA Visual
L’area di progetto si estende tra l’espansione urbana e il Parco del Po e del Morbasco, creando una nuova porta d’accesso per il sistema naturale. Il Parco della Salute, l’altro elemento cardine, è caratterizzato da tre elementi:
un bosco climatico, un sistema naturale che abbraccia l’Ospedale, con percorsi verdi che legano una sequenza di attività terapeutiche per i residenti e gli utenti dell’ospedale, alternate a zone di biodiversità animale e vegetale. In questa zona è possibile beneficiare di una terapia psico-fisica del tutto naturale grazie a meditazione e contemplazione, Forest Bathing e Barefooting, spazi di lettura singola e collettiva all’aperto, e una Food Forest comunitaria;
un anello vitale, un percorso caratterizzato da spazi per le attività ludico-sportive e per l’interazione sociale, in dialogo con gli elementi architettonici pubblici e del complesso ospedaliero;
un anello rurale, un ampio sistema naturale a prato caratterizzato da uno specchio d’acqua centrale come punto cardine dell’intero Parco pensato come luogo per eventi e attività.
Il parco insieme alla scelta dei materiali della pavimentazione aiutano a mitigare l’isola di calore urbana, abbassando la temperatura media percepita di circa 4 gradi, mentre l’utilizzo strategie passive come orientamento ottimale, permeabilità ai venti e illuminazione naturale, consentono di ridurre le emissioni e l’impatto ambientale.
# Una visione olistica della salute e del benessere della persona
Il progetto propone una nuova concezione di struttura sanitaria con una visione olistica della salute e del benessere della persona, in stretta connessione con i sistemi territoriali e la rete sanitaria assistenziale. La progettazione si sviluppa basandosi sui principi di empatia, creatività e comprensione delle esigenze della persona in cura, dello staff sanitario e dei visitatori, per garantirne alti livelli di benessere e per questo la scelta di favorire l’illuminazione naturale, il rapporto con la natura, un ridotto livello di rumore negli ambienti e la qualità dell’aria.
Il paziente trova da un lato ambienti differenti a seconda dei percorsi e dell’intensità della cura da seguire, dall’altro si rompe l’isolamento dei vari reparti con gruppi di professionalità diverse che operano sullo stesso paziente.
In Largo Donegani tra gli anni ’30 e ’50 del secolo scorso sono stati costruiti uno a fianco all’altro il primo e il secondo Palazzo Montecatini, la storica società chimica italiana nata a Firenze, su progetto di Gio Ponti. Nel 1951 sempre l’architetto milanese, tra i più importanti del dopoguerra, disegnò anche una fontana a completamento del secondo palazzo e come elemento focale di richiamo dell’intervento architettonico.
Pagina Milano Scomparsa – Statua Bertani
Prese il posto della statua di Agostino Bertani, il medico ed eroe delle Cinque Giornate e delle guerre di Indipendenza garibaldine, trasferita in Piazza Fratelli Bandiera un paio di anni prima.
# L’illuminazione notturna la fa sembrare sospesa nel vuoto
Pagina Milano Scomparsa – Fontana Gio Ponti
L’opera di circa 40 mq consiste in due fontane circolari, posizionate una sopra l’altra con quella inferiore avente un diametro di 7 metri e quella superiore a forma di grosso tronco di cono rovesciato. Gli zampilli escono dal cono “tuffandosi” nel bacino sottostante e poi l’acqua entra in una fessura anulare sul fondo del bacino. Fu realizzata in un laboratorio di Viale Certosa con l’utilizzo di marmo bardiglio grigio scuro delle Alpi Apuane. A rendere particolare questa fontana è l’illuminazione notturna che, complice la sua struttura, la fa sembrare sospesa nel vuoto.
# La rimozione per realizzare la linea M3 e la sua ricostruzione
fontanedimilano.it – Fontana di Gio Ponti
Per costruire la linea metropolitana M3, qui è presente la stazione di Turati, negli anni ’80 la fontana è stata rimossa e poi ricostruita da parte di MM Spa nel 1992 in base alle indicazioni del progetto originale. Oggi è circondata da massicce e ampie fioriere che la celano parzialmente alla vista per chi proviene da Via Turati e Via della Moscova.
Como è una città famosa in tutto il mondo, amata ed apprezzata forse più dagli stranieri che arrivano in massa per ammirare uno dei posti più belli e suggestivi del nostro Bel Paese. Una città ricca d’arte, storia, natura e molto altro distante appena 50 km da Milano, che vale davvero una gita fuori porta.
10 MOTIVI per passare una giornata a COMO
#1 Il suo splendido lago
pepitaviaggi.com – Lago di Como
Nessuno pensa a questa città senza associarvi il suo splendido lago, che tra l’altro è il più profondo d’Italia. Una passeggiata sul lungolago Mafalda di Savoiafino a piazza Cavour, un tempo porto cittadino fino al suo interramento nel 1869, sono d’obbligo per ammirare il paesaggio naturale che ci circonda oppure per prendere uno dei tanti battelli, le metro del lago, per visitare i caratteristici paesi lariani.
#2 La Basilica di Sant’Abbondio, la “cappella sistina lariana”
Basilica di Sant’Abbondio
Con le sue inconfondibili “torri gemelle”, questo piccolo gioiello romanico nascosto è uno dei più belli della città. Sorta fuori dalle mura, la chiesa è stata Cattedrale fino al 1013 e successivamente affidata all’ordine benedettino che le diede l’aspetto attuale.
Al suo interno si resta stupefatti nell’ammirare il bellissimo ciclo di affreschi dell’abside realizzati nel trecento ad opera del Maestro di Sant’Abbondio e denominata la “cappella sistina” lariana.
Basilica di Sant’Abbondio, Como, Lombardy, Italy
#3 Il Duomo (Santa Maria Assunta)
Credits: wikipedia.org – Duomo di Como
Certo non sarà il mastodontico Duomo di Milano, ma si tratta dell’ultima Cattedrale gotica realizzata in Lombardia, per l’esattezza nel 1396, e la terza per dimensioni dopo Milano e la Certosa di Pavia. Oltre alla facciata gotica e agli interni manieristi con opere di Bernardino Luini, merita una menzione la sua cupola, progettata da Filippo Juvarra nel 1731.
#4 Villa Olmo
Credits: histouring – Villa Olmo
Tra le numerose ville che si affacciano sulle acque del lago, Villa Olmo, oggi sede del comune, è sicuramente la più bella. Realizzata nel 1782 dall’architetto Simone Cantoni come dimora estiva dei Marchesi Odescalchi, l’edificio prende il nome dall’enorme olmo ultracentenario che una volta adornava i suoi giardini. Nel corso dei secoli la villa fu visitata da Napoleone, Ugo Foscolo, l’Imperatore Franz e Garibaldi, che qui sposò l’infedele Giuseppina Raimondi.
#5 Le antiche mura
Credits: viestoriche.net – Le mura romane
Como è una delle poche città che possono vantare un perimetro quasi totalmente intatto delle mura cittadine medioevali. Tra camminamenti, torri e portali è possibile fare un salto indietro nel tempo fino al 1192, anno in cui vennero innalzate le mura attuali e la celebre Porta Torre.
#6 La suggestiva Piazza San Fedele
Credits: rete.comuni-italiani.it – Piazza San Fedele
Siamo nel vero cuore di Como, dove un tempo sorgeva il foro romano e dove dal medioevo fino alla fine dell’ottocento si teneva il mercato cittadino. È una piazza senza tempo circondata da edifici medioevali, portici, negozi, locali e dall’imponente facciata romanica della basilica di San Fedele.
#7 Un giro sulla funicolare di Brunate
Credits: piuturismo.it – La funicolare Como-Brunate
Ideale per ammirare la città e il suo lago dall’alto, la salita in funicolare da Como a Brunate dura appena 7 minuti e consente dal 1891 di raggiungere il cosiddetto “balcone sulle alpi”. Una volta giunti a Brunate è possibile salire fino al Faro Voltiano, una torre alta 29 metri costruita nel 1927 per commemorare l’inventore comasco della pila; da qui la vista spazia sull’arco alpino fino al Monte Rosa.
Altro punto panoramico sulla città e sul lago è il medioevale Castello del Baradello, costruito dai comaschi nel 1158 grazie all’aiuto dell’imperatore Federico Barbarossa, che vi risiedette l’anno successivo durante le guerre contro Milano. Un edificio legato alla storia milanese tanto che, nel 1277, l’Arcivescovo e signore di Milano Ottone Visconti vi fece murare vivo il rivale Napo Torriani sconfitto nella decisiva battaglia di Desio.
#9 Il tempio voltiano
Credits: eccolecco.it – Il Tempio Voltiano
È l’omaggio della città ad uno dei suoi figli più illustri, inaugurato nel 1928 nel centenario della morte di Alessandro Volta. Al suo interno sono raccolti alcuni cimeli e strumenti del grande inventore.
#10 La cucina comasca
Risotto con pesce persico
Per gli amanti della cucina lacustre, Como offre tante specialità come ad esempio il famoso risotto con pesce persicoe i missoltini, ossia agoni pescati tra giugno e luglio, salati ed essiccati all’aperto per poi venir serviti a tavola solitamente grigliati.