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NINO FORMICOLA: “Milano? È diventata una REAL ESTATE di case di pregio”

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Credits ninoformicolaofficial IG

Al Teatro Leonardo (via Ampére, 1) si ride per 80 minuti di seguito con La Cena dei cretini, la commedia esilarante che Nino Formicola insieme a Max Pisu porta in scena fino al 22 ottobre. Classe 1953, protagonista indiscusso della comicità degli anni Ottanta,  insieme ad Andrea Brambilla (nel duo comico Zuzzurro e Gaspare), con Drive In, uno show che avrebbe rivoluzionato la grammatica del varietà televisivo, se ne fa un baffo dell’ingratitudine del piccolo schermo. Ci racconta del suo rapporto con Milano e di come la città è cambiata. 

NINO FORMICOLA: “Milano? È diventata una REAL ESTATE di case di pregio”

# Dedicato ad Andrea Brambilla (Zuzzurro)

La Cena dei Cretini

“Oggi per fare uscire di casa la gente devi offrire qualcosa di speciale. La cena dei cretini è un pieno di risate. Ci sono tre anniversari a rendere invece speciale il mio ritorno sul palco del Leonardo. Ho compiuto 70 anni, il 12 giugno proprio quando è morto Silvio Berlusconi e nessuno se ne è accorto. Festeggio 50 anni di carriera ma neppure io me ne sono reso conto e poi (e Formicola diventa serio, ndr) sono dieci anni che è scomparso Andrea. L’abbiamo portato in scena due volte nel 2008 e nel 2010, facendo sfracelli. Abituato da sempre a ragionare per due, dopo la sua scomparsa ho impiegato 3 anni a rimettermi su un palco da solo, psicologicamente rifiutavo di farlo. Adesso sono contento: salgo sul palco con la determinazione e la certezza di sapere che insieme abbiamo fatto spettacoli che hanno lasciato un piccolo segno. E questo spettacolo è dedicato a lui.”

# Non porti più il gel sui capelli

“Mai messo fuori dalla scena. A quei tempi si utilizzava la brillantina o la pomata Tenax, cemento armato che non veniva mai via.”

# Presentarsi come Nino Formicola, che effetto fa?

“È quello che sono. Gaspare non c’è più. Rimane lì, in un angolo, con Zuzzurro. La morte di Andrea Brambilla è stata un duro colpo da superare. Tra noi non c’era la spalla e il comico, funzionava il meccanismo del palleggio, tira la palla contro il muro e l’altro ne coglie il rimbalzo, aggiunge qualcosa e te la rinvia è così passo-passo si riapriva al testo, quello che funziona. E non è un caso se noi siamo l’unica coppia nella storia della comicità a cui cambiavano i nomi. Eravamo Zuzzurro e Gaspare, e ci chiamavano indistintamente Gaspare e Zuzzurro. Eravamo alla pari, interscambiabili.”

# Qual è il segreto di questa commedia che ha successo da più di 20 anni?

“Ogni settimana alcuni amici organizzano una cena dove bisogna arrivare accompagnati da un imbecille totale. Una trama semplice ma di grande impatto comico, come si addice alle commedie più riuscite È una macchina comica perfetta di comicità. Il “cretino” che come un elefante in un negozio di cristallerie distrugge la vita alla carogna che voleva farsi beffe di lui, unita a un risvolto tenerissimo che porta a un finale inaspettato. Ormai siamo abituati a veder un tv quelli che arrivano davanti a un microfono e sparano 25mila battute in tre minuti invece “La Cena dei cretini” è costruita sui meccanismi della comicità: silenzi, pause, sguardi, gag fisiche… Ormai in tv questo non si può fare. A teatro sì. Chi l’ha già vista torni a rivederla, perché questo testo consente ai comici, quella cosa che il pubblico ama di più, l’improvvisazione.”

Credits ninoformicolaofficial IG

# Quando hai deciso che saresti stato un comico?

“Un pomeriggio di domenica del 1969 quando mia madre appassionata di teatro mi  trascinò con lei al Teatro Nuovo a vedere quattro signori vestiti come dei bachi. Erano “i Gufi”, che facevano Non spingete, scappiamo anche noi. Rimasi letteralmente fulminato da questi quattro attori vestiti di nero capaci di divertire e intrattenere usando soltanto una scala, una sedia e una chitarra. e mi dissi che avrei voluto farlo anch’io. Ed è stato così, ho sempre amato lavorare dal vivo, avere il contatto con il pubblico, sentirne la reazione alla battuta. Cominciai a frequentare il Derby e poiché ero ancora minorenne e non avevo la patente, convinsi mia mamma ad accompagnarmi lei in macchina.”

# Primo palcoscenico

“Il primo teatrino fu quello delle suore Orsoline di via Lanzone dove studiava mia sorella Cocca (Francesca,ndr). Pezzi di Cochi e Renato. L’incasso, dato in beneficienza, andò tanto bene che l’anno seguente le suore ci diedero il salone grande del pensionato universitario. Terzo palco quello del monastero delle Clarisse a Rapallo dove la ma famiglia trascorreva le vacanze: facevo un Enrico Berlinguer che impazziva e si tramutava in Hitler.

# Quando e dove e come avvenne l’incontro con Andrea Brambilla?

“Ci siamo conosciuti nel 1975, tirando l’alba al Refettorio, il mitico locale gestito da Roberto Brivio, uno dei “Gufi”, nel seminterrato di un cortile di via San Maurilio. Andrea lavorava al Derby ed era capitato lì. Ero in scena insieme ai Licantropi con Garabadenzideck uno spettacolo su un golpe organizzato dai barattoli dei pomodori pelati. Pura follia demenziale.  Alla fine della serata, si presenta  e mi chiede chi era l’autore. Da lì, cominciammo a lavorare insieme, nel 1976 abbiamo fondato il gruppo cabarettistico La Compagnia della Forca, in omaggio a una serie di fumetti uscita all’epoca, insieme a Marco Columbro e Barbara Marciano.”

# Anni intensissimi

“Dall’80 al ’94. Sembrava di stare su uno scivolo imburrato.”

# Che cos’è cambiato da allora?

“Praticamente tutto. Intanto a Milano c’era la nebbia. Quando uscivi alle tre di notte non ci vedevi una mazza. Poi in quei locali non c’erano solo i comici ma anche i cantanti, i fantasisti. Erano posti per nottambuli dove si poteva cenare, ballare, e soprattutto conoscere altri nottambuli.”

# Sei nato nato a Milano da padre napoletano e madre catanese

“Papà Umberto rampollo di una ricca famiglia di industriali di origine napoletana. Mamma Carmela, ma tutti l’hanno sempre chiamata Liana, era arrivata a Milano da Catania quando era una bambina con la famiglia. Dato che mia nonna lavorava alla Rinascente, mia madre cominciò a fare la modella di abiti per bambine. Bellissima, vinse persino il titolo di Miss Milano. In realtà lei non aveva partecipato al concorso, era andata a vederlo ma il pubblico in sala decise che era lei la più bella a e le assegno la fascia. Venne addirittura contattata dal grande Vittorio De Sica per il film Miracolo a Milano. Nel frattempo si era fidanzata con mio padre che la mise di fronte a un aut aut: o sposi me o fai l’attrice. E mia madre decise di sposarlo. Ma l’amore per lo spettacolo non si estinse mai e forse anche per questo non mi ha fatto mai mancare il suo appoggio incondizionato quando ho deciso di fare il comico.”

# In che In che zone hai abitato

Milano
Peschiera Borromeo

“Sono nato vicino a Piazzale Maciachini. Papà aveva una fabbrica di alimenti per ristoranti a Cinisello e lui voleva stare vicino alla fabbrica, voleva essere il primo ad arrivare, prima degli operai. Mia madre non era molto d’accordo cosi quando si sono separati ho traslocato con mamma in Viale Elvezia in un signorile edificio progettato dal celebre Architetto Marco Zanuso davanti al parco Sempione. La prima casa da single, in Via Durini, poi Corso Monforte, Via Mascagni, Corso Venezia. Sono sempre stato un centrista, poi una decina di anni fa sono andato ad abitare vicino a Piazzale Libia. Non ne potevo più del centro, dove  ci sono solo negozi di abbigliamento e non ne trovi uno per comperare una lampadina o un calzolaio per fare risuolare le scarpe in cuoio. Per comprare un etto di prosciutto andavo al  bar.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la chiusura del Garage Traversi, la prima autorimessa multipiano della città, aperta h24, a due passi da Piazza San Babila. Quello che dopo anni di abbandono è stato riqualificato per far spazio a un luxury store. Vuitton. Parcheggiare era diventato un incubo e fioccavano le multe. Pochi mesi fa ho fatto la scelta di lasciare la città e sono andato a vivere nell’hinterland, a Peschiera Borromeo e sono molto contento. Mai avrei pensato di lasciarla. Ma da un po’ non la riconosco più. Ma le voglio sempre bene..”

# Come racconteresti la Milano di oggi da cabarettista?

“Era la capitale economica, finanziaria e morale, adesso vende soprattutto metri quadri, è diventata una real estate di chi compra case di prestigio. Una meta turistica, città delle tante week e degli eventi speciali. Una città per ricchi e poveri. Pieno di poveri. Tantissimi poveri. 2.615 aziende e aziendine milanesi hanno chiuso i battenti negli ultimi due anni. Chiudono le librerie sostituite da negozi di paccottiglie. Ha chiuso anche il Teatro Nuovo e arriva Salt Bae: la bistecca vip dell’ex macellaio influencer, impoverendo la città di un luogo di produzione culturale e chiude i battenti in silenzio, nell’indifferenza generale. L’Inter diventa indonesiana. Perfino la pasticceria Cova di via Montenapoleone è stata comprata dal colosso del lusso Lvmh.

L’area verde dei Bastioni fra sporcizia e degrado non è certo il green che vogliamo per la città. Possibile che quella piazza dei Mercanti a due passi dal Duomo, l’unica piazza dal sapore medievale di Milano, dove sono esposte le 19 lapidi con i 1739 nomi dei partigiani caduti, è possibile che la sera, soprattutto, diventa terra di nessuno fra bivacchi, risse, atti vandalici, rifiuti? Dehor di bar e ristoranti hanno invaso Milano. Intanto si aggrava il bilancio dei ciclisti investiti e uccisi nei tratti urbani. Personalmente sono favorevole al maggior numero di piste ciclabili possibile. Ma una pista come quella di Viale Tunisia non piace a nessuno. Neanche ai ciclisti.”

# Insomma Milano non ti piace più

“Avevo sempre pensato che da qui non me ne sarei mai ma da qualche tempo non la riconosco più. ”

# Milano stenta a trovare la sua anima?

“Forse c’è da lamentarsi meno che in altre città, ma Milano pare a un bivio. Da un lato, la città è tornata a muoversi, i cantieri non si fermano, gli investimenti si moltiplicano, sono tornati i turisti. Dall’altra, ci sono segnali nuovi e preoccupanti che ci parlano di quel mix di povertà e ignoranza che, non raramente, diventa disagio, solitudini, microcriminalità, malaffare. Milano è la città dove avvengono più scippi e rapine. Crescono le baby gang. In Corso Como c’è una movida pericolosa, fra furti e rapine di lusso ai malcapitati che frequentano i locali. Una zona che neanche in regalo lo voglio un monolocale lì. Il problema esiste e non va sottovalutato.”

# A Zuzzurro cosa diresti?

Credits ninoformicolaofficial IG – Gaspare e Zuzzurro

“A te non piaceva la confusione. Quindi non venirci, a Milano, rimarresti deluso. Vieni anche tu a Peschiera Borromeo.”

Continua la lettura con: PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

CRISTINA TIRINZONI

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A MILANO si può assistere alla NASCITA del MONDO: dove e quando

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Credits eonariumexperience - Genesis

Un viaggio affascinante tra luci, suoni e colori per “rivivere” i primi giorni della creazione del Pianeta Terra.

A MILANO si può assistere alla NASCITA del MONDO: dove e quando

# Genesis, la nascita del Pianeta Terra

Credits eonariumexperience – Genesis a Milano

È arrivato anche in Italia, dopo il successo in Europa, l’evento dell’anno: “Genesis“. Lo spettacolo di luci e colori si può vedere a Milano all’interno della bellissima Casa Cardinale Ildefonso Schuster. Gli spettatori vengono trasportati in un viaggio affascinante della durata di 30 minuti, suddiviso in quattro parti e accompagnato da un rilassante sottofondo musicale, attraverso gli elementi di luce, acqua, terra e piante, che rappresentano i primi tre giorni della creazione del Pianeta Terra.

# Immersi in un capolavoro architettonico del XVI secolo

Credits eonariumexperience – Genesis

Per dar vita a questo incredibile show la sala dell’edificio scelta per la proiezione, Sala Pio XII un tempo chiostro del convento dell’attigua chiesa di Sant’Antonio Abate oggi coperto e adibito ad aula magna per i corsi di storia e filosofia della Statale, è stata misurata e analizzata nei minimi dettagli per consentire alle luci di adattarsi in modo perfetto alle sue proporzioni. Un mix di arte, tecnologia e spiritualità che fa vivere allo spettatore un’esperienza mistica e stimolante, un vero momento di contemplazione, nella cornice di un capolavoro architettonico del XVI secolo.

# Quando assistere allo spettacolo

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Chiara Metafora 🎠🚂✈️Travel&Food Creator (@chiarametafora)

Lo spettacolo nella nascita del mondo rimarrà a Milano fino a dicembre e si può vedere in questi giorni e orari: il venerdì dalle 19:00 alle 22:00, il sabato dalle 18:00 alle 22:00
e la domenica dalle 18:00 alle 21:00. Non c’è nessun limite d’età. La prenotazione del biglietto online è consigliata, si parte da 9 euro, e garantisce l’ingresso. Si può anche acquistare in loco il giorno dello spettacolo, ma senza garanzia di un posto libero. 

Spunto: chiarametafora IG

Indirizzo: Casa Cardinale Ildefonso Schuster, Via Sant’Antonio, 5

Continua la lettura con: Il DRAMATRAM: a Milano si può assistere ad uno SPETTACOLO teatrale sul TRAM

FABIO MARCOMIN

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#81 – La MILANO SOTTERRANEA: sotto i nostri piedi si nascondono cose che noi milanesi non possiamo neanche immaginare

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Credits: @archeologia.del.sottosuolo Tempio della Notte Cernusco

Gli speleologi di “Milano Sotterranea” hanno visto cose che noi milanesi non possiamo neanche immaginare…

La MILANO SOTTERRANEA: sotto i nostri piedi si nascondono cose che noi milanesi non possiamo neanche immaginare

#1 Il progetto di Leonardo da Vinci per trasportare carri nel sottosuolo 

Secoli prima della metropolitana o dei treni a vapore della Tube di Londra, Leonardo da Vinci aveva studiato un progetto per spostare il traffico merci nel sottosuolo effettuato con i carri tramite lo scavo di strade carreggiabili e di canali navigabili.

#2 Il silenzio assoluto

Milano sotterranea

La Milano sotterranea è probabilmente l’unico luogo di Milano dove regna il silenzio assoluto: d’inquinamento acustico non c’è traccia.

#3 Ma dallo smog non si sfugge

Andando sottoterra si sfugge dall’inquinamento acustico ma non da quello atmosferico. Lo smog infatti è presente anche sotto le strade di Milano: anzi in profondità forse più che in superficie. Questo il risultato di studi degli speleologi. 

#4 Il Tempio della Notte

Credits: @archeologia.del.sottosuolo – Tempio della Notte Cernusco

Una delle cose più affascinanti che si trovano sottoterra è il Tempio della Notte, tempio monoptero con annessa grotta artificiale dei primi dell’Ottocento. Ne sono presenti solo due in Italia: uno è a Cernusco sul Naviglio, quello meglio conservato, il secondo è a Milano all’interno nel Parco Pubblico in via Sant’Erlembardo, nel quartiere Gorla. Si tratta di un’architettura da giardino paesaggistico in stile neoclassico.

Leggi anche: Il Tempio della NOTTE, il regno delle TENEBRE di Milano

#5 Il passaggio nascosto in Brera

Chiesa di San Marco
Credit: piuturismo.it – Chiesa di San Marco

Tra il reticolo della Milano sotterranea c’è di sicuro un passaggio segreto, documentato dagli speleologi, nella Chiesa di San Marco a Brera. Tra le ipotesi quella che possa condurre ad ambienti sotterranei sotto alla chiesa o addirittura a un cunicolo da usare come via di fuga segreta in direzione del Castello Sforzesco.

#6 I percorsi sotterranei più lunghi

Tra i percorsi più lunghi nelle esplorazioni sotto Milano ci sono la Roggia San Gregorio che attraversava il Lazzaretto nel 1870, dove le donne lavavano i panni, e la Galleria di Controscarpa del Castello.

#7 La “strada segreta di dentro” del Brunelleschi

Proprio la galleria di controscarpa del Castello di Porta Giovia, chiamata da Leonardo strada segreta di dentro è un esempio unico al mondo per estensione, articolazione e periodo storico di costruzione. Risalirebbe ai primi del Quattrocento e secondo l’architetto Luca Beltrami la sua progettazione sarebbe opera del Brunelleschi.

#8 L’ingresso del “villaggio celtico” di Baggio

 

Il portone al civico 399 di Via delle Forze Armate pare fosse l’ingresso rivolto verso Milano di Baggio, all’epoca in cui si suppone fosse stato un villaggio celtico piccolo ma potente. Proprio una delle strade principali in direzione di Milano si sarebbe incontrato al centro del cerchio come in una celtica.

#9 Il putridarium nell’Archivio di Stato

Oltre a quello della Chiesa di San Bernardino alle Ossa, luogo di culto milanese celebre per l’ossario, è stato scoperto un altro putridarium sotto il pavimento dell’Archivio di Stato in via Senato in seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione. In quel luogo c’era il monastero delle monache umiliate e qui venivano deposte i loro cadaveri.

#10 I rifugi antiaerei e ricoveri sotto le scuole

credits: fontanedimilano.it – Rifugio sotto la fontana in Piazza Grandi

Tra i 135 rifugi antiaerei fatti approntare dal Comune di Milano in occasione della Seconda Guerra Mondiale, come quello di Piazza Grandi, ce ne sono alcuni ancora rintracciabili sotto delle scuole. Uno è il n° 87, sotto le Scuole Primarie Giacomo Leopardi in Viale Bodio di cui Neiade srl ASU si occupa di “mantenerlo in vita” nella memoria dei milanesi organizzando le visite turistiche (www.neiade.com). Negli scantinati dell’ex scuola primaria di Via della Spiga, chiusa qualche mese fa, si trovano invece il ricovero 5/B e 6/B con funzione di rifugio.

Leggi anche: Gli INCREDIBILI BUNKER al Parco Nord (Fotogallery di Andrea Cherchi)

# Queste e altre testimonianze della Milano Sotterranea

Milano Sotterranea, 2013, libro
Milano Sotterranea, 2013, libro

Queste testimonianze sono ricavate dall’intervista realizzata da Paola Perfetti allo speleologo Gianluca Padovan e allo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario, autori del libro Milano Sotterranea in cui vengono raccontati i passaggi segreti, i bunker antiaerei e le altre stranezze nascoste nel sottosuolo della città, abbiamo raccolto le cose più curiose e interessanti.

Gianluca Padovan

Continua la lettura con: Luogo nascosto #82 – 50 sfumature di NERO: le opere del periodo fascista a Milano – MAPPA

FABIO MARCOMIN

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…e la LOMBARDIA zitta zitta tira un’altra MAZZATA sui lavoratori più poveri: STOP ai DIESEL EURO 4 in tutte le città della REGIONE

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Ph. motointermedia - pixabay

Ci aveva provato il Piemonte a introdurre un blocco senza eguali nel mondo. Ma poi è stato costretto a fare dietrofront dal governo in seguito alle proteste dei cittadini. Quasi in silenzio arriva un’ordinanza simile dalla Regione Lombardia. Improvvisamente i Diesel euro 4 sono da rottamare. Provvedimento unico al momento che supera anche le istanze ecologiste. Ed è subito caos: ad esempio, vale ancora il diritto di accesso limitato per residenti e non a Milano?

…e la LOMBARDIA zitta zitta tira un’altra MAZZATA sui lavoratori più poveri: STOP ai DIESEL EURO 4 in tutte le città della REGIONE

# L’ordinanza presa “senza impattare in maniera ideologica sulla mobilità dei lombardi”

Credits Joenomias-pixabay – Auto in ricarica

La smania ecologista ormai prende tutti i partiti. Soprattutto in Lombardia. La giunta regionale ha introdotto ulteriori disposizioni per limitare la circolazione dei veicoli più vecchi, considerati più inquinanti. La limitazione alla circolazione dei Diesel Euro 4 viene estesa in tutti i comuni con più di 30 mila abitanti a tutto l’anno, non più solo nei mesi invernali, a partire dal primo ottobre 2023, anche se dotate di FAP. Dal primo ottobre 2024 tale limitazione riguarderà anche i veicoli euro 0 e euro 1 GPL e Metano. “Promuoviamo il ricambio di veicoli inquinanti con incentivi alla rottamazione e nel frattempo introduciamo limitazioni ai motori più vecchi senza impattare in maniera ideologica sulla mobilità dei lombardi” ha detto l’Assessore all’Ambiente Giorgio Maione. Una dichiarazione che suona paradossale. Vediamo perché.

# Un grave danno per oltre 200mila famiglie lombarde

Benzinaio (da pixabay)

Qualche considerazione sull’ordinanza che costituisce un’altra misura repressiva attuata in Italia ma non negli altri paesi d’Europa e nel mondo.

1. Se si tratta di una decisione non “ideologica”, non si capisce come mai nel resto d’Europa e del mondo nessuno Stato o Regione abbiano adottato un simile provvedimento. Nel resto del mondo, infatti, i Diesel Euro 4 possono circolare senza limiti, ad eccezione di alcune aree limitate ai centri di alcune grandi città.
2. Non si capisce come una decisione del genere sia “senza impatto sulla mobilità dei lombardi”. Si tratta di centinaia di migliaia di persone che in massima parte guidavano automobili più vecchie proprio perché nell’impossibilità di acquisire autovetture nuove.
3. In pratica si tratta di un esproprio che colpisce persone che al momento dell’acquisto avrebbero deciso diversamente se avessero saputo che la loro auto aveva una scadenza politica.
La domanda che ci dobbiamo porre è: è giusto che la politica si stia arrogando il potere di inserire una data di scadenza ex post? Oggi alle auto, domani potenzialmente a qualunque altro prodotto con la finalità evidente di costringere le persone ad acquistare prodotti nuovi anche contro la loro volontà.
4. I turisti stranieri che dovessero passare in Lombardia con la loro auto rischierebbero anche loro il blocco o la requisizione del mezzo?
5. Soprattutto: cui prodest? L’unica certezza è che a festeggiare siano i costruttori di automobili, cosa che accade spesso da decenni quando si tratta di norme politiche. Si parla di oltre 200mila auto che vengono di fatto bloccate: significa obbligare alla loro sostituzione con auto nuove. Considerando un valore medio di 20.000 euro, significa un potenziale giro d’affari di sostituzione di oltre 4 miliardi di euro. Una cifra enorme.
Una cifra che soprattutto fa capire quanto sia grande l’incentivo per uno o più costruttori ad investire in iniziative di lobby, se non peggio, per portare i politici a introdurre leggi che li avvantaggino.
Come diceva Jean-Baptiste Say, è l’offerta che crea la domanda. E ai nostri tempi per l’offerta (i produttori) il gioco è ancora più semplice: perché è sempre più la politica a creare la domanda.
È sufficiente condizionare la politica per ottenere guadagni colossali. A spese dei cittadini.
Vedremo se i lombardi alzeranno la voce come fatto dai piemontesi oppure abbasseranno la testa e ingoieranno il rospo. Un’altra volta. 

Continua la lettura con: La Lombardia va divisa in due

ANDREA ZOPPOLATO
 

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Video: FUGA da MILANO, in quale CITTÀ dell’HINTERLAND vorrebbero andare a vivere i MILANESI

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Circa un terzo dei milanesi vorrebbe cambiare casa e spostarsi o in periferia o nell’Hinterland milanese.

Scopriamo insieme quali sono le città più gettonate. Il nuovo video di Milano Città Stato. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.

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SILVIA AROSIO

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“RE NUDO”: la WOODSTOCK ITALIANA al PARCO LAMBRO. Dove è successo di tutto

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

Avvisi storici sul tram

Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Finanziata la STAZIONE “GIARDINO” della CIRCLE LINE: ecco come sarà (IMMAGINI)

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MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione

Il prossimo step sarà la progettazione esecutiva. Ecco come sarà e quali zone servirà.

Finanziata la STAZIONE “GIARDINO” della CIRCLE LINE: ecco come sarà (IMMAGINI)

# Mind-Merlata: destinati 14 milioni di euro per la nuova stazione della Circle Line

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

Un passo in avanti per la realizzazione della stazione della Circle Line di Merlata-MIND. Qualche settimana fa il Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma Cascina Merlata (di cui fanno parte Regione Lombardia, Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano, Comune di Pero, EuroMilano SpA) ha approvato la destinazione di 14 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, di cui 10 dovuti al Comune di Milano da EuroMilano che sta sviluppando il progetto UpTown Cascina Merlata, al potenziamento del sistema di trasporto pubblico e dell’accessibilità e intermodalità del quadrante nord ovest di Milano.

Nello specifico 10 milioni di euro serviranno a finanziare (insieme a RFI e Arexpo) la progettazione esecutiva vera e propria della nuova stazione, che verrà realizzata sulla linea ferroviaria Milano-Domodossola e, insieme a quella prevista nell’area Stephenson, servirà le linee S5, S6 oltre alla futura Circle Line del Passante Ferroviario. I rimanenti 4 milioni verranno utilizzati nell’ambito del biciplan metropolitano “Cambio”, la circolare 2 e la circolare 3, e alla riqualificazione del capolinea tranviario in piazzale Cimitero Maggiore.

# Come sarà la nuova stazione

MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione

Il progetto preliminare realizzato dallo studio 3TI Progetti prevede una struttura della stazione in metallo bianco, pensata per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale, e come mostrano dai rendering dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. 

Le immagini rilasciate dallo studio di progettazione si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.

# In corrispondenza al Campus della Statale, baricentrica a MIND e al quartiere di UpTown-Cascina Merlata

Credits: Mind Milano – 5- Campus Scientifico Statale

La stazione si troverà in corrispondenza del nuovo Campus universitario dell’Università Statale e sarà baricentrica e accessibile da entrambe le aree, quella del quartiere residenziale di UpTown-Cascina Merlata e del distretto MIND, tramite la passerella ciclopedonale già esistente e realizzata in occasione di Expo 2015. Servirà i 10.000 residenti della zona, le 80mila persone che ogni giorno graviteranno tra università e terziario avanzato del distretto MIND e clienti del Merlata Bloom Milano, il lifestyle shopping center di imminente apertura. La nuova stazione sarà connessa alla rete metropolitana di Milano grazie al passante (ad esempio a Porta Garibaldi, Porta Venezia, Repubblica e Dateo) e alla rete nazionale dell’alta velocità a Rho-Fiera e Porta Garibaldi.

Continua la lettura con: Una FUTURISTICA METROPOLITANA a levitazione magnetica: l’idea giusta per la nuova CIRCLE LINE?

FABIO MARCOMIN

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ALLARME AUTISTI a MILANO: sempre MENO BUS e ATTESE che superano i 30 MINUTI

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Credits Andrea Cherchi - Tram e bus

Servono oltre 300 nuovi autisti per garantire un servizio frequente in tutta la città.

ALLARME AUTISTI a MILANO: sempre MENO BUS e ATTESE che superano i 30 MINUTI

# “Nessuno viene più a lavorare a Milano”

Ufficio Stampa Atm – Deposito bus Electric

A Milano il problema della carenza di autisti si fa sempre più sentire. Queste le parole di Pasquale Ferri, sindacalista dell’Orsa: “Il problema delle soppressioni è dovuto alla grave carenza organica degli autisti: più di 300 ad oggi. Nessuno più viene a lavorare a Milano. Questa azienda rispetto a 30 anni fa non è più attrattiva e competitiva e gli stipendi sono troppo bassi“. 

Sulla stessa linea anche Alberto Beretta, coordinatore regionale della Filt Cgil: “Si cancellano corse e tabelle perché non c’è personale a sufficienza a garantire il servizio. La questione degli alloggi rimane un problema irrisolto e vivere a Milano è complicato. Tutto il settore è in forte difficoltà da tempo. Un conducente in prima assunzione ha uno stipendio base di 1.100-1.200 euro netti e il problema di conciliare la vita con il lavoro è enorme. Il tema non è stato mai affrontato. Servono una radicale riforma del settore, ma anche la volontà e le risorse per finanziare il Fondo nazionale dei trasporti. Altrimenti il problema rimarrà, i conducenti saranno sempre di meno e le conseguenze si riverseranno sugli utenti“.

# Linee di superficie con attese alle banchine di oltre mezz’ora

Credits: leggo.it
pensilina intelligente

La conseguenza della carenza di autisti è una riduzione delle corse. Secondo i sindacati  nell’ultimo periodo le riduzioni del servizio sarebbero arrivate all’11-12% a cui aggiungere il 3% di tagli stabilito a inizio anno per contenere i costi del trasporto pubblico in seguito al cambio abitudini consolidato dell’utenza post Covid. Si arriva quindi in alcune zone della città a una riduzione del 15% rispetto all’anno scorso. Se a questo si aggiungono le assenze per malattia la situazione peggiore ulteriormente. Tutto questo si tramuta in attese più lunghe alle banchine di bus e tram, da 12 minuti a punte di oltre 30 minuti.

#  “Chi investe €5000 nelle patenti e poi ha un prospetto di lavoro dove ne guadagna 1200€ al mese non va più a fare l’autista”

Credits Andrea Cherchi – Tram e bus

La difficoltà di attrarre nuovi autisti non è una novità per Atm. Già nel 2022 l’Azienda Trasporti Milanesi aveva lanciato per il secondo anno consecutivo una campagna assunzioni per l’inserimento di 650 nuove risorse senza ottenere i risultati sperati. Il motivo principale è il costo della vita di Milano, insostenibile senza uno stipendio adeguato, e quello per ottenere la patente di guida necessaria a condurre i mezzi di trasporto pubblico. 

Questa la replica di un conducente al nostro articolo sulla difficoltà di Atm a trovare dipendenti: 

«Gentile redazione, sono un autista Atm/net da quasi vent’anni, e nel corso di questo periodo ho visto cambiare tante cose in Atm in primis, e nel contratto nazionale che, già quando sono stato assunto io nel 2000, era abbastanza basso.

Ma adesso chi viene assunto in Atm o comunque col contratto autoferrotranvieri guadagna circa €1200 al mese, considerando il fatto che per poter fare questo lavoro bisogna spendere circa €5000 per fare le patenti, tutte le abilitazioni e tutte le varie visite necessarie per poter svolgere questa tipologia di lavoro. 
 
Quindi chi investe €5000 nelle patenti e poi ha un prospetto di lavoro dove ne guadagna 1200€ al mese e le spese sono tantissime, non va più a fare l’autista o il tramviere o il macchinista ma punta fare qualcos’altro dove ovviamente riesce a lavorare guadagnando il giusto per vivere decorosamente. 
 
Cordiali saluti 
Giorgianni BAGLIERI»
 

Leggi anche: ATM non trova autisti? La REPLICA di un CONDUCENTE: MILANO insostenibile per i nostri STIPENDI

# Non bastano le agevolazioni per le patenti e i contributi per la casa

Credits: it.blastingnews.com

Per venire incontro ai neo assunti, che andrebbero ad affiancare i 4.000 conducenti oggi alla guida dei mezzi di superficie, l’Atm ha previsto agevolazioni che prevedono patenti gratuite e contributi per pagare l’affitto di casa. In totale ha stanziato mezzo milione di euro per un totale di 600 assunzioni, di cui 300 conducenti di mezzi. Uno sforzo però insufficiente a sopperire, come detto in precedenza, agli affitti troppo bassi e all’alto costo della vita che spinge molti autisti a lavorare nel settore del trasporto merci.
Forse l’unica vera soluzione è quella delle gabbie salariali: stipendi nel settore statale o parastatale differenziati in base al costo della vita. Altrimenti non ci resta che attaccarci al tram. Dopo una lunga attesa. 

Continua la lettura con: SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

FABIO MARCOMIN

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#82 – Il “VILLAGGIO più BELLO della Svizzera” è a un’ORA da Milano

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Il bello di Milano sono le tante meraviglie a poca distanza. Spesso si tratta di meraviglie ignote agli stessi milanesi. Come il caso del più bel villaggio di tutta la Svizzera. Più vicino a Milano che alle più grandi città elvetiche. 

MORCOTE: il “VILLAGGIO più BELLO della Svizzera” è a un’ORA da Milano

# La “perla del Ceresio” sul lago di Lugano

@lugano.region
Morcote

Si sta parlando di Morcote, paesino sul lago di Lugano, fatto di stradine, portici e facciate decorate di palazzi d’epoca. Morcote viene chiamata la “perla del Ceresio” e tra architetture storiche e colori vivaci, nel 2016, è stato eletto “il più bel villaggio della Svizzera”. Come si raggiunge? Da Milano basta prendere l’autostrada 9 dei laghi in direzione Como-San Gottardo. Si esce poi a Melide/Bissone e si percorre il lungolago fino a giungere a Morcote. In un’ora si è arrivati. 

# Le attrazioni di un borgo dalle atmosfere della Liguria

@giada.pass8
Morcote

Camminando per il lungolago del villaggio più bello della Svizzera si incontrano palazzi signorili e tanti tanti portici. Per Morcote il lago è sempre stato importante, qui infatti si praticava la pesca e i portici erano ricovero per le barche dei pescatori. Sul lungolago sotto i portici ci sono i suoi deliziosi ristorantini con i piatti tipici a base di risotto, tra cui il classico locale: il risotto con il coniglio. 

All’interno di questo paesino svizzero ci sono numerose attrazioni, a partire dalla Chiesa di Santa Maria del Sasso e il suo cimitero monumentale, fino al castello che governa il borgo dall’alto del suo monte Arbostora.

Si tratta del castello di Morcote, oggi in una tenuta privata e visitabile solo su richiesta, edificato nel 1100 e ristrutturato nel XV secolo. Si trova a poco meno di 500m di altitudine e un tempo era collegato al borgo con due tunnel sotterranei.

# il Giardino delle Meraviglie

@laurenz.giess
Parco Scherrer

Tra le tante cose che rendono Morcote il più bel borgo della Svizzera c’è il suo “Giardino delle Meraviglie”. Un nome, una garanzia. Si tratta di un parco-monumento, il suo vero nome è Parco Scherrer ed è una sorta di museo all’aperto: all’interno infatti ci sono oggetti d’arte provenienti da ogni luogo e di tutte le epoche. In più il giardino delle meraviglie ha una vegetazione lussureggiante e ogni anno si colora con il suo glicine, le sue camelie, magnolie i suoi aranci e limoni.

# il Sentiero dei morti

Morcote è anche un vero paradiso per gli amanti di trekking. Partendo dal paese si può salire su un sentiero impervio costituito da ben 1.400 gradini che porta fino a Carona. Viene definito il “sentiero dei morti”. Infatti era il sentiero che si percorreva per consentire ai cittadini dei paesi del monte di trasportare i defunti al cimitero. Anche se la fama è stata resa ancora più macabra da una frana caduta nel secolo scorso che ha causato diverse vittime. 

A parte il tema macabro, l’incanto del paese è dato da atmosfere che ricordano i borghi del Levante ligure, con le caratteristiche case colorate e le stradine con ciottoli e pietre molto curati. 

Continua la lettura con: La gita più bella #83 – La PICCOLA LOURDES ai piedi delle ALPI a un’ora da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Da MILANO la PRIMA AUTOSTRADA a CINQUE CORSIE in ITALIA

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Credits legnanonews.it - A8 dal drone

Inaugurata il 25 settembre 2023. Un primato che si aggiunge a un altro ancora più significativo.

Da MILANO la PRIMA AUTOSTRADA a CINQUE CORSIE in ITALIA

# La prima in Italia a cinque corsie

Credits ilsaronno.it – Inagurazione quinta corsia

Il 25 settembre 2023 alle ore 15 la Milano-Laghi ha stabilito un altro primato a livello italiano: è diventata l’autostrada con il maggior numero di corsie. Il tratto di 4,4 km compreso tra Lainate e l’interconnessione con l’A9, la Lainate – Como – Chiasso, è stato infatti allargato di 10 metri portando le corsie da quattro a cinque.

Credits legnanonews.it – A8

L’obiettivo di questo intervento finanziato con 200 milioni di euro è quello di rendere più scorrevole uno dei tratti autostradali maggiormente trafficati d’Italia, con una media di 170.000 veicoli al giorno e picchi di oltre 200.000 transiti, riducendo i tempi di percorrenza e facendo risparmiare 1 milione di ore l’anno di viaggio.

# La Milano-Varese è anche il primo tratto autostradale al mondo

Credits: varesepolis.it

L’autostrada A8 detiene anche un altro e ancora più significativo primato: si tratta del primo tratto autostradale al mondo. Questo record fu certificato nel “V Congresso Mondiale della Strada” tenutosi a Milano nel 1926. In quell’occasione si stabilì che la Milano-Varese, nonostante fosse stata preceduta sia come progettazione che come apertura al traffico da altre autostrade a New York e Berlino, poteva essere definita concettualmente la prima al mondo perché pensata per unire due o più destinazioni nella maniera più rapida possibile secondo il concetto moderno di autostrada.

# L’inaugurazione un secolo fa

Credits: varesenews.it

A progettare l’autostrada fu l’ingegnere milanese Piero Puricelli. Proprio lui insieme a Vittorio Emanuele III inaugurò il 21 settembre 1924, a bordo di una Lancia Tricappa di Casa Savoia, il primo tratto da Milano a Varese a una sola corsia per senso di marcia e a una sola carreggiata. A distanza di un secolo le corsie sono diventate cinque.

Continua la lettura con: La PRIMA AUTOSTRADA del mondo parte da Milano

FABIO MARCOMIN

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#82 – 50 sfumature di NERO: le opere del periodo fascista a Milano – MAPPA

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Ogni volta che ci riferiamo al periodo storico del Fascismo pensiamo a qualcosa di negativo. Niente di sbagliato, ma si sa che tra il Nero e il Bianco esistono tante sfumature, almeno cinquanta se giochiamo con i modi di dire e un celebre best seller editoriale.

E così, dopo le 50 sfumature di Grigio a Milano, ecco le 50 cose che di Nero vestite sono state prodotte dall’età Fascista e dal fervore nazionalistico, a Milano.  

In questo che non vuole essere solo un esempio ma una MAPPA di nuovi percorsi per andare alla scoperta di un altro lato di Milano, prenderemo in considerazione le opere d’arte e architettura esplicitamente fasciste, quelle futuriste o dell’epoca anni Trenta-Quaranta, che sono state anche utilizzate nel periodo più fiorente del Comunismo (fazioni opposte, stessa arte).

E lo faremo partendo da uno dei simboli della Milano dei Fasci e delle nuove partenze.

CLICCA SULLA MAPPA

50 sfumature di nero milano milano citta stato#1. Stazione Centrale. Innumerevoli sono gli animali e personaggi storici, affreschi, e sculture all’interno della stazione, intesa e voluta come stazione di testa e massima espressione dell’epoca per Milano tanto e quanto il Duomo.

#2. Menzionando il Duomo non possiamo non ammirare lo come Il Palazzo dell’Arengario, forme pure che si mescolano contro la maestosa complessità di Santa Maria Nascente di Milano.

#3. Lampioni di Piazza Duomo. Degni di nota per aver abbellito tutte le nostre foto nella omonima piazza.

#4. Le opere di Pietro Consagra Giallo Mori e Nembro Rosato alla fine di Piazza Duomo e nel punto di incontro con Piazza dei Mercanti.

#5. Banca Italia in Via Cordusio, degno del secondo Rinascimento

#6. Unicredit, un tempo Banca di Roma, in Via Tommaso Edison

#7. Girando in Piazza degli Affari, troviamo Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (FTSE MIB)

#8. Sede della Telecom, via Gaetano Negri

#9. Nel palazzo opposto al Palazzo Mezzanotte, la sede del Banco di Desio

#10. Per completare i quattro lati della piazza, ecco la sede di Veneto Banca

#11. Piazza San Babila.  La piazza è costellata di palazzi in eleganti che portano l’impronta fascista che rende la piazza riconoscibile da qualsiasi angolo.

#12La Fontana di Luigi Caccia Dominioni che porta in Corso Vittorio Emanuele, non è futurista ma rappresenta l’ecosistema e il territorio lombardo con i suoi monti, le colline, i laghi, i torrenti e la pianura mentre si racchiude in un ciclo d’acqua che ha come partenza e fine la Sfera che raffigura le Nuvole. Fa da centro ad un raggio di azione che include almeno 5 palazzi in stile Fascista o Futurista.

#13. Palazzo di Giustizia in Corso di Porta Vittoria

#14. La Casa del Mutilato in Via Carlo Freguglia

#15. Il Palazzo della Banca Popolare di Milano, in Piazza Meda

#16. Il Palazzo INPS Milano, in piazza Missori

#17. Banca San Paolo di Brescia, in via Cardosso

#18. Casa dei Fasci milanesi, in via Nirone ora polo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

#19. Casa del Fascio, in piazza San Sepolcro, Palazzo Castani (antico palazzo del seicento) venne modificato con un’ala nuova comprensiva di torre littoria. Qui, in Piazza San Sepolcro, nacquero i Fasci di Combattimento Fascisti (ecco perchè poi i fascisti della prima ora vennero chiamati Sansepolcristi)

#20. Fondazione AEM, in Corso di Porta Vittoria

#21. La Triennale di Milano, Palazzo della Triennale in Viale Alemagna

Importante per la fornitura di energia elettrica sono i le due stazioni di ricevimento a Nord ed a Sud Milano

#22. La Ricevitrice Nord, in Via Ponte Nuovo

#23. La Ricevitrice Sud, molto più bella, in Viale Ortles

#24. In Piazza Cavour, ha molti nomi come: Palazzo, Dei Giornali, Del Popolo D’Italia, ma per noi è il Palazzo dell’Informazione, sede storica di giornali dell’epoca, poi de Il Giorno, La Stampa ed Il Financial Times, per dirne alcune.

#25. Sacrario dei Caduti Milanesi o Monumento ai caduti, nome di Battesimo Tempio della Vittoria, in Largo Agostino Gemelli

#26. Eataly Smaraldo, o meglio, il mitico Cinema Smeraldo ai tempi prima della chiusura in Piazza XXV Aprile

#27. Cinema Anteo, ex casa del Fascio, sezione rionale “D’annunzio”

#28. Piscina Romano, in Via Ampère

#29. Il Monastero Agostiniane, in Via Ponzio

#30. La facciata del Santuario di Santa Rita, in Via Santa Rita da Cascia (per me, l’opera più curiosa di tutte)

#31. La Rinascente in Corso Vittorio Emanuele

E quelle mancanti? Indicatecele sulla nostra pagina Facebook con il Tag #FaFuturismo, e noi aggiungeremo le vostre sfumature alla nostra MAPPA.

CLICCA SULLA MAPPA

50 sfumature di nero milano milano citta stato

Leggi anche: 50 sfumature di rosso (alla milanese)

Continua la lettura con: Luogo nascosto #83 – Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

SYDNEY LUKEE 

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Morelli: “la M6 è una GRANDIOSA opportunità collegamento di MILANO con GENOVA”

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Anche il governo a favore della nuova linea metropolitana. E’ Alessandro Morelli a dichiararlo. 

Morelli: “la M6 è una GRANDIOSA opportunità collegamento di MILANO con GENOVA”

 
Milano, 25 settembre. La nuova linea M6, di cui si sta parlando in questi giorni, “offrirebbe a Milano una grandiosa opportunità di collegamento con Genova“. Lo dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessandro Morelli intervenuto a Milano, al convegno dell ‘Ance’ Codice appalti e lavori pubblici: la messa a terra’.
 
Infatti, “se la nuova metropolitana arrivasse fino ad uno dei comuni dell’hinterland – spiega – il mercato milanese si aprirebbe ad altre città del nord, creando un asse economico e strategico con loro”. 
Anche il rilancio dell’housing sociale nel capoluogo lombardo continua Morelli, “rischia di rimanere un libro dei sogni: Milano ha 182 km quadrati di territorio e tante aeree da riqualificare, ma non basta fare anche housing sociale, bisogna avere una visione ed aprire alla rete infrastrutturale verso altre grandi città“. “Collegare gli importanti poli commerciali, industriali e culturali in una rete virtuosa. Serve una visione moderna, europea, una Milano che guardi al 2050″, conclude Morelli. (Com)
 

# Da Baranzate a Noverasco/Opera: 40 fermate e circa 20 km di tracciato

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

Il percorso della nuova linea prevederebbe 40 fermate e 20 km di lunghezza. Dal quadrante nord-ovest (Quarto Oggiaro) al quadrante sud fino a Noverasco oppure fino a Opera, con diverse ipotesi di diramazione.

I binari di snoderebbero lungo l’asse di viale Certosa e poi corso Sempione per intersecare la M5 a Domodossola, la M1 a Pagano e la M2 a Porta Genova oppure la M1-M2 a Cadorna e la M3 a Missori.

Tra le estensioni possibili ci sarebbero Baranzate e Molino Dorino a nord e Ponte Lambro a est.

Continua la lettura con: Sala verso lo stato 20 miliardi ne riceve indietro 500 miliardi

MILANO CITTA’ STATO
 

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SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

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Ph. A_Different_Perspective
Sala a Salvini: “Milano paga 20 miliardi di tasse all’anno”. Il sindaco chiede supporto sul trasporto pubblico locale.
 

SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

 
Milano, 25 settembre. “Lo dico al ministro Matteo Salvini, Milano come imposte sul reddito che vengono da cittadini e imprese consegna ogni anno circa 20 miliardi allo Stato. Per come sono le regole di quei 20 miliardi ci rimangono in tasca 200 milioni, i trasferimenti dallo stato attualmente sono attorno ai 500 milioni”. E’ la dichiarazione del sindaco, Giuseppe Sala, all’assemblea generale dì Assimpredil Ance alla presenza anche del ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini.
 
Beppe Sala IG
“Io sto chiedendo supporto sul trasporto pubblico perché i biglietti coprono circa il 45% dei costi. Visto che questo governo insiste molto sul merito – ha aggiunto il sindaco -, dovrebbe premiare chi continua a investire e va avanti. Ma io quando chiedo soldi per il prolungamento a Monza so che a regole attuali la perdita del Comune, e quindi il potenziale buco, non può che aumentare. In particolare chiedo attenzione sul trasporto pubblico quindi che ha bisogno di un sostegno”. (Fonte: ANSA).

Continua la lettura: Salario minimo a Milano?

 
MILANO CITTA’ STATO
 

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TIPI da FASHION WEEK: il FOTOREPORTAGE

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Ph. Alessandro Kerze

Questo il fotoreportage per Milano Città Stato di Alessandro Kerze della Fashion Week 2023. Ma molti si fanno la domanda: perchè la Fashion Week si tiene a Milano? Sotto la FotoGallery andiamo a caccia della risposta. 

Perché la FASHION WEEK si svolge a MILANO? 

# La prima sfilata della storia

Ph. Alessandro Kerze

A Milano non è mai troppo. Non lo è uno stivale animalier, non lo è un intero outfit in pizzo in pieno giorno, non lo è nemmeno un pellicciotto fucsia anche se fa ancora caldo. Impossibile passare inosservati, ma difficilmente si sarà fuori luogo: perché Milano è sempre il luogo giusto. E non si tratta di osare quanto, più semplicemente, di prendersi la libertà di essere. Un concetto, questo, che diventa ancor di più un vero e proprio modus cogitandi comune durante la Settimana della Moda, quando anche chi ancora ha qualche remora sull’espressione del proprio sé riconosce nella Fashion Week il momento ideale per mettersi a nudo, ma nei suoi abiti più caratteristici.

E per i milanesi è racchiuso in questa filosofia il motivo per cui l’evento più cool del mondo decide di confermare, ogni anno, Milano come unica città idonea ad ospitare la kermesse. Certo, i cenni storici non mancano: Milano è la città della moda perché nei primi anni Cinquanta Giovanni Battista Giorgini organizzò, in essa, la prima sfilata di moda in Italia. Solo tradizione che continua, quindi? No, e i milanesi -ma non solo- lo sostengono fermamente.

# “Milano ti permette di essere te stesso”

Ph. Alessandro Kerze

«Milano è la città della moda perché la moda è espressione del sé. Esprimersi significa sentirsi liberi dalla paura del pregiudizio e Milano è la città che, più delle altre, ti permette di essere te stesso senza il timore di essere giudicato per questo» commenta Sofia, in un’affollata piazza del Duomo; «La cosa più bella di Milano è che puoi vestirti nel modo più eccentrico possibile: nessuno si sconvolgerà per questo» aggiunge la sua amica Francesca.

Accanto a loro, frotte di stranieri sfilano (è il caso di dirlo) per il centro, chiedono di farsi fotografare per immortalare i loro outfit più originali davanti allo sguardo severo delle guglie, unico giudizio che Milano sembra poter temere.  Bazhena arriva dalla Russia e ci racconta che visita Milano «quattro, cinque volte all’anno. Cerco di esserci sempre durante le Fashion Week, perché sono periodi in cui mi diverto e in cui riesco a partecipare a tante feste».

# “Milano è maestra nei grandi eventi”

Ph. Alessandro Kerze

Arrivano dalla Cina, dagli Stati Uniti, dalla Francia: se Milano è, già di per sé, la città più cosmopolita d’Italia, durante la Settimana della Moda diventa propriamente il centro nevralgico di scambi culturali, attraverso i quali assorbire bellezza e ispirazione anche solo rimanendo seduti al tavolino di una caffetteria, dal quale osservare i passanti. E tra un caffè e i primi cocktail, Thomas, che lavora come cameriere in una delle location più esclusive del centro, ci conferma che «gli eventi sono linfa vitale per ogni settore professionale e Milano è davvero maestra in questo. Non è un caso se i più grandi eventi passano di qui, da Expo alla Fashion Week. Per ospitare appuntamenti così grandi, una città deve essere pronta sotto tutti gli aspetti: commercio, trasporti, location».

Continua la lettura con: Milano città d’acqua

SABRINA FALANGA

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Milano città d’acqua: cosa serve per RIAPRIRE i NAVIGLI

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Credits: blog.urbanfile.org Riapertura Navigli

Tutti dicono di volere riaprire i Navigli. Ma perchè non si muove mai foglia? 

Milano città d’acqua: cosa serve per RIAPRIRE i NAVIGLI

# I Navigli, patrimonio imprescindibile di Milano

Credits JoelHuegli-pixabay – Case sui Navigli

I navigli per Milano sono qualcosa di imprescindibile, un enorme patrimonio storico culturale, un’opera di ingegneria idraulica senza eguali al mondo, il primo sistema di canali navigabili d’Europa, un tratto distintivo unico da valorizzare e preservare con enorme attenzione. Alla costruzione e manutenzione dei Navigli hanno partecipato geni e maestranze di tutte le epoche, Leonardo Da Vinci compreso. I navigli hanno contraddistinto il panorama cittadino per secoli, scellerate e devastanti scelte del passato hanno fatto un danno enorme nel coprirli, adesso spetta a noi porre rimedio a quel disastro.

Milano è una città che nasce cresce e si sviluppa sull’acqua nonostante sia l’unico grande agglomerato urbano del continente a non essere posizionata in riva al mare o ad essere attraversata da un grande fiume. Riaprire i Navigli significherebbe riappropriarsi di qualcosa che ci è stato sottratto, vorrebbe dire ripensare lo spazio urbano in una ottica moderna e innovativa, riaprire i navigli porterebbe sviluppo turistico e rinnovamento.  Riaprire i Navigli permetterebbe di connettere il Lago di Como da Colico e il Lago Maggiore da Locarno direttamente a Venezia. Riaprire i Navigli a Milano darebbe un grande impulso economico a molte zone della città adesso poco valorizzate ridistribuendo la vita notturna ora concentrata (in maniera confusionaria) per lo più lungo il Naviglio Grande e la Darsena.

# Altre città hanno riscoperto i propri corsi d’acqua

“A Tokyo la gente voleva riscoprire l’identità culturale, recuperare i valori storici e lo stretto rapporto con l’acqua.” – Hidenobu Jinnai Professore presso la facoltà di Ingegneria e Design, Università di Hosei.

Altre città hanno già portato avanti scelte coraggiose, Tokyo che riscopre i sui corsi d’acqua alcuni dei quali coperti anni fa, con una visione davvero nuova. L’ Aia dove si sta studiando un imponente progetto di recupero dei canali, Seoul dove stanno tendando di rimediare agli errori degli anni ’70 e un fiume andrà a sostituire un orrendo cavalcavia. A Pechino ritorna navigabile il Beijing-Hangzhou Grand Canal.

# Tutti favorevoli a parole

Credits: progettonavigli.comune.milano.it
Progetto Navigli

A livello politico da Salvini a Cecchetti, da Fontana a Sala sono tanti a dichiararsi favorevoli alla riapertura totale dei Navigli. Sono sempre pronti a rilasciare dichiarazioni reboanti sulla enorme rilevanza che una totale riapertura dei navigli porterebbe a livello urbanistico. Numerosi si dichiarano entusiasti all’idea ma a conti fatti… NULLA.

Chi più di tutti si è speso nel promuovere questo ambizioso progetto è però il nostro Sindaco Sala. Durante la prima campagna elettorale dichiarò a chiare lettere, sulla scia del successo del referendum consultivo sul ripristino dei canali: “io voglio riaprire i Navigli”, scrivendo persino un libro sull’argomento, ma dopo quasi 10 anni non è stato riaperto nemmeno un metro.

Anzi i buoni propositi e l’entusiasmo iniziali paiono quasi essere del tutto scomparsi osservando i numerosi rendering riguardanti le varie riqualificazioni dove i Navigli riaperti non sono mai presenti ma bensì sostituiti da strade asfaltate.

# I soldi si cercano

Credits: blog.urbanfile.org
Riapertura Navigli

Non ci si venga a raccontare che mancano i soldi, questa non può essere mai una scusa in un paese, il nostro, che butta via miliardi di euro per banchi a rotelle mai utilizzati e inviati direttamente nella spazzatura, per vaccini che andranno direttamente in discarica e per armi destinate ad una guerra che non ci riguarda…e parliamo di una delle regioni più ricche d’Europa, davvero non si trova qualche centinaio di milioni di euro per un’opera pubblica?

Ammesso e non concesso che sia così i soldi si cercano! Tuttavia non abbiamo mai visto una reale volontà nel valutare tutte le possibili vie di finanziamento di un’opera così importante, rivoluzionaria e innovativa. Ci sono fondi europei, sponsor privati eventualmente sottoscrizioni pubbliche ma evidentemente le priorità sono altre, oppure non ci si vuole inimicarsi una fetta di elettorato contrario. Più facile dipingere qualche metro di strada da riservare a biciclette e monopattini e dichiararsi “green” come si usa adesso che fare scelte davvero impattanti.

# Potremmo iniziare dalla Conca di Viarenna

Credits: milano.corriere.it
Conca di Viarenna

Nel caso non ci fossero fondi sufficienti o non si volesse creare troppo disagio alla circolazione si potrebbe iniziare con una riapertura graduale di alcuni tratti cominciando dalla Conca di Viarenna, per la quale il compianto Architetto Empio Malara si era tanto speso. Esiste già un progetto: è un intervento con un costo estremamente contenuto e a livello di cantiere sulla circolazione avrebbe un impatto decisamente minimo!  Sarebbe però un primo importante passo per un reale cambiamento.

Il Comune non ha la voglia o il tempo di dedicarsi a portare avanti questo progetto? Esistono fior di università, architetti, ingegneri e associazioni, tra tutte l’Associazione RIAPRIRE I NAVIGLI e gli AMICI DEI NAVIGLI  che sarebbero pronte a supportare l’amministrazione. Invece, si sceglie di non scegliere e di fare solo promesse…

Continua la lettura: Sondaggio: RIAPRIRE subito il NAVIGLIO di MELCHIORRE GIOIA oppure no?

ANDREA URBANO

copyright milanocittastato.it

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La più FAMOSA rivista di CRUCIVERBA è nata a MILANO

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Credits marcelloverratti ig -Settimana enigmistica.jpg

La storia della rivista di giochi di parole più famosa d’Italia.

La SETTIMANA ENIGMISTICA è nata a MILANO

# La nascita della rivista di giochi di parole più famosa d’Italia

Credits: @e15furniture – Bar Basso

La storia della Settimana Enigmistica inizia in un piccolo appartamento di Milano in Via Noe 43, la via ad angolo con il Bar Basso, preso in affitto da Giorgio Sisini, ingegnere sardo di nobili origini arrivato in città dopo la laurea con la disapprovazione del padre, e dalla futura moglie, l’austriaca Idell Breitenfeld. Fu proprio prendendo ispirazione da un periodico austriaco molto diffuso, Das Rätsel (l’enigma, l’indovinello), che la coppia decise di creare la rivista. Il primo numero fu pubblicato in 16 pagine il 23 gennaio 1932 al costo di 50 centesimi di lire.

Leggi anche: 10 INVENZIONI diffuse nel MONDO che non sapevi fossero ITALIANE

# Pubblicata ininterrottamente da oltre 90 anni

Credits altropensiero.net – Settimana enigmistica

Il periodico settimanale di enigmi, parole crociate, anagrammi, rebus e molto altro è edito ininterrottamente dalla data della sua prima pubblicazione, superando i 4.700 numeri. Viene venduto anche all’estero. Sono state solo due le interruzioni, entrambe per causa di forza maggiore nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. I numeri 607 del 1943 e 694 del 1945 uscirono infatti dopo circa due mesi, con le scuse verso i lettori. La rivista si compone di 48 pagine e l’ultimo restyling è avvenuto nel 1995. Dal 2014 si può scaricare anche in formato digitale su tablet iPadOS, Android e Kindle.

# L’unica senza pubblicità al suo interno

Credits marcelloverratti ig -Settimana enigmistica.jpg

Si può considerare come la capostipite tra le riviste di enigmistica italiana, in particolare la prima a diffondere questo tipo di arte verso il grande pubblico, nonostante oggi ce ne siamo tantissime altre di simili. Proprio in una delle didascalie in alto nella prima pagina di copertina viene sottolineato questo fatto: “la rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione!“. Una caratteristica che però distingue la Settimana Enigmistica dalle concorrenti è quella di non accettare pubblicità al suo interno e di utilizzarla solo in estate per la propria diffusione.

Continua la lettura con: Il MEGLIO del MADE in MILAN: cose inventate nella città meneghina

FABIO MARCOMIN

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#83 – La PICCOLA LOURDES ai piedi delle ALPI a un’ora da Milano

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Credits: lombardiasegreta FB - Santissima Immacolata Merate

Pensata per essere metà di pellegrini per tutto il nord ora è un luogo da cui stare alla larga. Ecco la sua storia e la leggenda che spiegherebbe la sua parabola discendente.

La PICCOLA LOURDES ai piedi delle ALPI a un’ora da Milano

# La basilica pensata per essere la “Piccola Lourdes” delle Alpi

Credits: lombardiasegreta FB – Santissima Immacolata Merate

La Basilica della Santissima Immacolata di Merate a 30 km da Milano, nel lecchese, è stata progettata su un’area di 4.000 mq, nelle vicinanze del cimitero, da Monsignor Spirito Chiappetta, ingegnere e architetto di fiducia di Papa Pio XI. Pensata per essere la “Piccola Lourdes” ai piedi della Alpi, purtroppo le risorse finirono prima della conclusione del cantiere e l’opera, rimasta sospesa a metà, venne convertita in parte in un oratorio con aule, teatro e abitazioni. L’ex Oratorio San Luigi, questo è il nome con cui è conosciuta dai cittadini, è stata infatti per 30 anni ritrovo parrocchiale, ma anche deposito comunale e addirittura canile. 

# Tutta colpa di un cavallo

Credits: lombardiasegreta FB – Santissima Immacolata Merate interno

Da tempo la sagoma diroccata è mezza distrutta e abbandonata, forse per colpa di un cavallo. Secondo un’antica leggenda infatti l’inizio del suo declino e conseguente abbandono è dovuto a un evento insolito: un uomo entrò all’interno della basilica in sella a un grosso cavallo, un gesto che comportò la sconsacrazione della “piccola Lourdes” e il conseguente abbandono.

# L’abbandono e il degrado della basilica 

Credits: storiedimenticate.it

A prescindere dalla leggenda, il dato di fatto è che oggi la Basilica della Santissima Immacolata si trova in una condizione disastrosa. Nonostante la solida struttura, il tetto sta crollando a pezzi, le pareti esterne sono ricoperte di rampicanti e il prato attorno è coperto di sterpaglie. L’interno è stato seriamente danneggiato e saccheggiato da vandali, che hanno anche asportato una grande scala di marmo pregiato e da anni la manutenzione è inesistente. Tra le idee per farla rinascere si era ipotizzata la conversione in un museo o la trasformazione in un centro espositivo-culturale, collegato con la sede locale dell’osservatorio astronomico di Brera, ma nessuno di questi progetti è mai stato portato avanti.

 

Continua la lettura con: La gita più bella #84 – I segreti delle incisioni rupestri della Valcamonica

FABIO MARCOMIN

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#83 – Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

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credits: touring club

Milano non la si smette mai di scoprire. Sono sempre tante le cose da fare, i luoghi e i monumenti da visitare in questa grande metropoli e sono altrettanti quelli ancora tutti da scoprire. Luoghi che sono passati inosservati per più di un secolo e che aspettano solamente di essere ritrovati e portati alla luce.

È così è stato. Un altro posto segreto è stato scovato proprio sotto al Duomo ed ha una storia incredibile. Andiamo a scoprirlo con Industriadelturismo.

Il TUNNEL nascosto in piazza DUOMO che conduce a un LABIRINTO SEGRETO

# Vittorio Emanuele II nasconde un SEGRETO

credits: industriadelturismo.com

Delle ispezioni comunali hanno riportato alla luce un cunicolo segreto proprio sotto la scultura di Vittorio Emanuele II. La statua, inaugurata nel 1896 e dedicata all’allora Re d’Italia, ha un bisogno urgente di restauro in quanto “non risponde a condizioni sufficienti di sicurezza statica, la pietra è lesionata e i perni in metallo sono gravemente ossidati” ed è in seguito ai rilevamenti e controlli del comune che il tunnel è stato individuato lo scorso 2021.

Una scoperta decisamente utile anche dal punto di vista tecnico in quanto si sfrutterà questo tunnel per portare avanti i lavori di restaurazione della scultura in maniera non invasiva. La domanda però rimane: perché c’è un passaggio nascosto?

# Sotto alla statua si cela un LABIRINTO

credits: industriadelturismo.com

Questo passaggio è rimasto sepolto e completamente dimenticato per oltre cent’anni, completamente cancellato dagli archivi, oggi ci racconta la sua storia. Secondo gli archeologi, questa galleria sotterranea larga un metro per tre a quattordici metri di profondità, risale al 1894. Venne utilizzata per l’ultima volta dai muratori di Vittorio Emanuele II proprio per le stesse ragioni di oggi: bloccare la statua equestre con dei mattoni.

Il sottopassaggio non è la sola sorpresa: al suo interno si cela un labirinto di sette stanze con soffitti voltati a sesto ribassato che risalgono alla fine dell’800. Le stanze sono tutte collegate tra loro e riconducono al cavedio centrale il quale era stato utilizzato dagli operai di Vittorio Emanuele II.

# La statua scaccerà i PICCIONI

credits: touring club

Questi lavori di restauro, oltre a rimettere in sesto la scultura e riportarla al suo antico splendore, servono anche per scacciare i piccioni. Al suo interno, un dispositivo anti-piccione ad ultrasuoni per scacciare questi uccelli e lasciare libera, e più pulita, la piazza Duomo.

Continua a leggere con: Luogo nascosto #84 – La LIBRERIA più ANTICA d’Italia è a Milano: quando ha aperto l’AMERICA era una colonia britannica, in EUROPA si bruciavano le streghe

SELENE MANGIAROTTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

A Milano l’ALL YOU CAN EAT di DOLCI dentro a una FORESTA TROPICALE

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forestawoodbar IG - Sweet buffet

Una scorpacciata di torte, biscotti e caramelle immersi dentro una foresta tropicale urbana. Dove si trova e quanto si paga.

A Milano l’ALL YOU CAN EAT di DOLCI dentro a una FORESTA TROPICALE

# La foresta in città 

forestawoodbar IG

Tra i tanti locali curiosi e particolari che si possono trovare a Milano c’è anche quello che fa sembrare di essere dentro una foresta, con pareti in legno, canne di bambù e ambientazione tropicale. Stiamo parlando del Foresta Woodbar in zona Carrobbio. Dappertutto si possono vedere forme stilizzate e organiche che richiamano radici, rami e foglie. Nella prima delle due sale le lampade sospese sembrano dei nidi d’uccello e la parete rivestita in legno con la sua forma curva richiama un grande tronco d’albero. Il  Garden Box invece, la seconda sala, è realizzato in vetro e legno per ricordare un ricercato giardino d’inverno.

# Dalla colazione alla cena

forestawoodbar IG – Pausa pranzo

Il locale è aperto dalla mattina per le colazioni alla sera per la cena e il dopo cena. A pranzo si va dalle insalate alle omelette fino a piatti più elaborati come il Club Foresta, un pan brioche farcito di prosciutto di cervo, mousse di formaggio e frutti di bosco al balsamico. Per i più salutisti ci sono anche centrifughe con verdura e frutta di stagione. Per il brunch della domenica il menu prevede bagel, quiche e sandwich.

# L’All You Can Eat di dolci

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Chiara Metafora 🎠🚂✈️Travel&Food Creator (@chiarametafora)

Il momento migliore della giornata rimane però l’aperitivo, dalle ore 18.00. Al prezzo di 12 euro insieme al drink è compreso un super buffet a base di antipasti tra cui fritti di ogni tipo, primi e secondi piatti. Alle 22 è il turno dello sweet buffet che propone un’ampia scelta di dolci fatti in casa, diversi tipi di torte dalla crostata a quella cioccolato, dal tiramisù allo strudel di mele e ancora salame di cioccolato, torta alle mandorle, biscotti e caramelle. Non c’è alcun limite di consumazione, un vero e proprio All You Can Eat di dolci e cocktail ricercati a soli 8 euro.

 

Indirizzo: via Celestino IV, 6

Spunto: chiarametafora IG

Continua la lettura con: L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

FABIO MARCOMIN

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PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

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Mazzarella

Con quel fisico imponente, la gestualità sorniona e quella voce roca rappresenta il simbolo di una Milano che non tornerà più.

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

# L’erede artistico di Ferravilla

Credits: it.wikiquote.org
Edoardo Ferravilla

Sono passati quasi dieci anni da quel 25 ottobre 2013 che si portò via Piero Mazzarella, una delle figure più carismatiche del teatro e della cultura milanese. Nacque, per caso, a Caresana, perché i genitori, entrambi attori, proprio attorno al 2 marzo 1928, data della sua nascita, si trovavano a recitare nel piccolo paese del vercellese. Appena dopo il parto, la famiglia Mazzarella torna a Milano, in una casa di ringhiera di via Sannio. Il padre si chiamava Rosario, la madre Sara Masera, attrice della compagnia di giro di Edoardo Ferravilla: infatti Piero è stato considerato l’erede artistico del più popolare interprete di “Tecoppa”.
Mio papà era siciliano, mia madre milanese, tutti e due erano attori – disse Mazzarella in un’intervista degli anni novanta – mio papà lavorava con Angelo Musco, il più grande talento degli ultimi cinquecento anni, uno che aveva imparato a leggere e a scrivere a 56 anni, quando Pirandello gli aveva già dedicato tre commedie. Musco era la dimostrazione che la cultura artistica è la forza espressiva, delle mani, dei gesti, degli occhi“.

Leggi anche: EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

# Il debutto a teatro 

Mazzarella inizia a fare teatro da ragazzino, insieme al fratello Mario, che prenderà il nome d’arte di Rino Silveri: “noi due andavamo ancora a scuola e nelle vacanze i nostri genitori ci portavano sul palco: erano gli anni in cui andavano di moda opere come “Le due orfanelle”, “i figli di nessuno”, “I miserabili”, storie strappalacrime dove tra i protagonisti c’erano i bambini con ruoli che andavano bene per noi“.
All’inizio degli anni cinquanta entra nell’avanspettacolo, dove conoscerà la sua prima moglie, deceduta ancora giovane, da cui nasceranno i primi due figli. Entra in una compagnia teatrale che recitava in dialetto milanese, l’aggancio per questo lavoro fu Edgard Biraghi.
Nel 1958 debutta poi ne “La zitella” di Carlo Bertolazzi, al Teatro Sant’Erasmo, sorto dove un tempo si trovava il Convento degli Umiliati. Entra poi nella compagnia Stabile Milanese del Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria.

# I primi riconoscimenti

Intanto Mazzarella inizia a ricevere i primi riconoscimenti: gli viene conferito il premio “San Genesio”, successivamente il “Luigi Illica”, quasi esclusivamente dedicato alle personalità della lirica, ma con l’attore milanese viene indirizzato anche alla prosa.
Poi è la volta de “La maschera d’oro”, per l’interpretazione nella commedia “Rico de Porta Garibaldi”.
Nella carriera di Piero, il fratello Mario avrà sempre un ruolo importante, sia artistico che nella gestione del denaro guadagnato dalle compagnie in cui lavoravano. Dopo un’altra storia sentimentale, verso la fine degli anni sessanta si legherà alla collega Barbara Nardi, dalla quale avrà altri tre figli.
Negli anni settanta Mazzarella ripropone la creatura di Edoardo Ferravilla, “Tecoppa”, con “El risott a la milanesa per el Tecoppa” e “El Tecoppa in vacanza”.

# Indiscusso protagonista del Cinema con 22 film

Credits: https://www.themacguffin.it – Pozzetto e Mazzarella in una scena di “Un povero ricco”

Ma questo nostro attore è stato anche un indiscusso protagonista del cinema: sono 22 i film in cui ha recitato, tra cui “Banditi a Milano”, “Il maestro di Vigevano” e “Un povero ricco”, mentre per la televisione lo abbiamo visto in 14 miniserie, tra cui “Il mulino del Po” e “Le cinque giornate di Milano”.
Naturalmente è stato il teatro il suo più grande amore, che lo ha portato a recitare fino ai periodi molto vicini alla morte.
Il teatro? Non so fare altro nella vita, neppure avvitare una lampadina – amava confidare – pensate che non ricordo mai il codice della mia carta di credito, eppure conosco a memoria duecento commedie“.

# L’amicizia con Giorgio Strehler

Credits: teatroecritica.net – Giorgio Strehler

La sua amicizia con Giorgio Strehler è durata 40 anni, “quarant’anni in cui abbiamo litigato tantissime volte“. Ma chi è stato il miglior regista, per Piero Mazzarella?: “Strehler, naturalmente, il migliore della sua epoca“. E l’attore che lo ha colpito di più? “Ermete Zacconi, un artista che a 86 anni recitava a memoria, per quattro ore, i dialoghi di Platone“. Il più bravo attore di teatro dell’era contemporanea? “Gigi Proietti, grande attore, grande regista e persona perbene“. Il suo maestro, nella recitazione? “Ruggero Ruggeri, la voce di Cristo nel Don Camillo e Peppone“.

# Il simbolo di una Milano che non tornerà più

Mazzarella

Piero Mazzarella, con quel fisico imponente, la gestualità sorniona e quella voce roca, che rappresenta il simbolo di una Milano che non tornerà più. “Questa voce l’avevo così già a vent’anni, per le sessanta sigarette al giorno che fumavo e per un problema al setto nasale“.
Quando gli si chiedeva come era cambiata Milano, dai “suoi tempi” agli anni duemila, lui amava rispondere così: “com’è cambiata? Io da bambino andavo sotto ad uno dei ponti sui navigli e bevevo l’acqua che scorreva… vallo a fare oggi“.

FABIO BUFFA

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

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ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

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GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

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LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

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LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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#84 – I SEGRETI delle INCISIONI RUPESTRI: il primo patrimonio UNESCO d’Italia a due ore da Milano

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Calco in gesso rappresentante un cervo

Primo patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco in Italia, le incisioni rupestri sono state realizzate nell’arco di 8.000 anni. La prima testimonianza del ritrovamento di rocce incise risale al 1909 e ad oggi se ne contano oltre 300.000. Costituiscono una delle più ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo. Ecco la loro storia straordinaria.

I SEGRETI delle INCISIONI RUPESTRI: il primo patrimonio UNESCO d’Italia a due ore da Milano

#1 Primo patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO in Italia

In provincia di Brescia, si trovano le incisioni rupestri della Val Camonica censite nell’elenco dei siti Patrimoni dell’Umanità dal 1979, primo in Italia. Costituiscono una delle più ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo. La prima testimonianza del ritrovamento di rocce incise risale al 1909 e sono state riconosciute 140.000 incisioni su circa 2.000 rocce in oltre 180 località comprese in 24 comuni, suddivise in 8 parchi attrezzati per visitarle. Nuove scoperte ne hanno portato il numero di questi petroglifi fino a 300.000. La maggiore concentrazione si trova nei comuni di: Capo di Ponte, Nadro, Cimbergo e Paspardo, Sonico, Sellero, Darfo Boario Terme, Ossimo.

#2 Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane istituito nel 1955

Credits: wikipedia.org – Calco in gesso rappresentante un cervo

Nel 1955 venne istituito il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, il primo della Valcamonica, a Capo di Ponte. L’intera area è estesa oltre 14 ettari con 104 rocce incise correlate da pannelli informativi e suddivise in 5 percorsi di visita che, per una lunghezza di circa 3 chilometri, sono percorribili con facilità.

Credits: musei.lombardia.beniculturali.it – La Grande Roccia

#3 L’incisione superstar: il dio Cernunnos

Alcune rocce, come “La Grande Roccia” che ne rappresenta un migliaio, offrono una grande varietà di figure incise, quali animali, uomini armati, telai verticali a pesi, palette, edifici.

Credits: pinterest – Roccia 70

Tra le raffigurazioni divine quella più curiosa è incisa sulla Roccia 70: è la rappresentazione di una figura di grandi dimensioni con corna di cervo che dovrebbe raffigurare il dio Cernunnos, ovvero un dio della fecondità, degli animali e della natura selvaggia molto presente anche nella mitologia celtica.

#4 Realizzate in 8.000 anni di storia, le ultime attribuite al popolo dei Camuni

Realizzate lungo un arco temporale di ottomila anni, dalla Preistoria al Medioevo:  Epipaleolitico, Neolitico, Età del rame, Età del bronzo, Età del ferro, quelle di quest’ultimo periodo sono attribuite al popolo dei Camuni come ricordato dalle fonti latine e rappresentano tra il 70% e il 80% tra tutte le figure censite. La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica della martellina, mentre solo in numero minore sono state il risultato dell’utilizzo del graffito. 

#5 Una delle incisioni è diventata il simbolo della Lombardia

Le principali illustrazioni “scolpite” nelle rocce riguardano: riti religiosi, scene di caccia o di lotta con funzioni attribuibili a riti celebrativi, commemorativi, iniziatici o propiziatori. Dopo i primi usi in ambito religioso, per alcune occasioni furono trasferite anche nel mondo laico.

Credits: pinterest – Rosa camuna

La Rosa Camuna, uno dei segni più rinvenuti tra le incisioni rupestri, è stato adottata dalla Regione Lombardia come simbolo ufficiale

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FABIO MARCOMIN

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