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Qual è il paese più bello del mondo? L’Italia è seconda. Ecco chi ci batte

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Ph. @Travelnewzealandwithme IG

Secondo Rough Guides e World of Statistics questa la classifica dei paesi più belli del mondo. Spoiler: siamo al secondo posto. La vincitrice è una sorpresa. 

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Qual è il paese più bello del mondo? L’Italia è seconda. Ecco chi ci batte

Questi i 10 più bei paesi del mondo secondo Rough Guides e World of Statistics, ordinati dalla decima alla prima posizione.

#10 Sud Africa

Cost to cost. Credits: enchantmenttours.com

Unico Paese africano nella top 10. Tra i suoi motivi di merito ci sono che si affaccia su due oceani, Atlantico e Indiano, il mix di culture europee e africane, la bellezza delle coste, Città del Capo, gli altopiani, la spettacolare fauna

#9 Grecia

credit: reframed.it

Non poteva mancare in classifica la culla della civiltà occidentale con l’Acropoli e i resti della sua età d’oro, con le sue 6.000 isole e i suoi tre mari: Ionio, Egeo e mar di Creta. 

#8 Australia

Credits WikiImages-pixabay – Australia

Il Paese grande come un continente intero rappresenta una delle mete più ambite per chi vuole rifarsi una vita. L’Australia è definita da alcuni studiosi “continente fossile”: la maggior parte delle sue rocce si sono formate nel Precambriano. Unica per i suoi spazi immensi, è abitata da appena 25 milioni di persone, le sue spiagge pazzesche, la barriera corallina, i suoi animali endemici, dai canguri al koala. L’Australia è anche il paese dei serpenti più velenosi al mondo. 

#7 Norvegia

Credits: @hattvikalodge IG

Paese ricchissimo di materie prime, in particolare petrolio e gas naturale, che contribuiscono a renderlo uno dei paesi più ricchi del mondo, al top negli indici di vita, classificandosi prima per indice di sviluppo umano e per indice di progresso sociale. E’ celebre nel mondo per i fiordi, i vichinghi e il salmone. 

#6 Gran Bretagna

Credits londraitalia – Freedom Day

L’isola più grande d’Europa è tra i primi paesi al mondo per ingressi turistici, in particolare richiamati dalla lingua. E’ composta da quattro nazioni unite nello stesso stato: Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. E’ la nazione che ha dato origine a diversi sport, come calcio, cricket, rugby o il tennis. 

#5 Francia

Credits: d.ou.u IG

Forse la sorpresa (negativa) più grande della classifica. Ci aspettavamo un testa a testa tra noi e loro, invece eccola appena in quinta posizione. Si vantano di avere tutto: Alpi, dicono che il Monte Bianco è tutto loro, mare, oceano, città d’arte con la regina Parigi. Eppure sembra non bastare. Addirittura si posiziona dietro… la Svizzera!

#4 Svizzera

Credits: lavoronelmondo.com
trasferirsi in svizzera

Più celebre per i vantaggi fiscali per i super ricchi che per le sue bellezze, Orson Wells per questa classifica si starà rivoltando nella tomba: sosteneva infatti che l’unica cosa pregevole fatta dagli svizzera nella storia fossero gli orologi a cucù. Forse non merita questa posizione, però è uno stato piccolo ma ricco di meraviglie, in particolare montagne e laghi, molto valorizzati da un sistema di trasporti unico al mondo. 

#3 Canada

Credits: eta-canada.it

Al terzo posto l’unico rappresentante del continente americano. Non sono gli Stati Uniti né il Brasile. Ma il Canada, o Canadà per dirlo alla francese. E’ il secondo Paese più grande del mondo, dopo la Russia, e possiede più laghi e acque interne di qualsiasi altro paese al mondo.

#2 Italia

Credits: tesoriditaliamagazine.it

Eccoci qui. Molti storceranno il naso per questo secondo posto. Il bicchiere mezzo pieno però è che siamo tre posti più avanti dei cugini francesi. Certo è una sorpresa essere dietro a una nazione sconosciuta ai più che sta dall’altra parte del mondo, dove molti di noi pensano che sia solo abitata da pecore, rugbisti e velisti. 

#1 Nuova Zelanda

Credits: lonelyplanetitalia.it/

Chi l’avrebbe mai detto? Ai confini del mondo ma prima in classifica. Grande quasi come l’Italia ma abitata più da pecore che da esseri umani (appena 5 milioni). Forse è questa la principale ragione. 

Fonti: Rough Guides e World of Statistics

Foto cover: Ph. @Travelnewzealandwithme IG

Continua la lettura con: La classifica dei quartieri più ricchi d’Italia

ANDREA ZOPPOLATO

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Le zone di Milano più servite dai mezzi pubblici: cosa cambia con l’apertura della M4?

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Maps - Trasporto Pubblico Municipio 1

La rete della metropolitana copre in maniera abbastanza capillare il territorio del Comune di Milano. Ma se vogliono confrontare le diverse zone di Milano, quali sono quelle meglio e quelle peggio servite dai mezzi dopo che ha inaugurato anche l’ultima tratta della linea M4?

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Le zone di Milano più servite dai mezzi pubblici: cosa cambia con l’apertura della M4?

#1 Il centro storico rafforza il suo primato: ora è servito da 25 fermate

Maps – Trasporto Pubblico Municipio 1

Per determinare le zone più servite dai mezzi pubblici, in particolare dalla metropolitana, abbiamo considerato tutte le fermate fisicamente all’interno di un Municipio o che hanno gli accessi nei pressi dei confini dello stesso. La zona meglio servita in assoluto risulta essere il centro storico che viene ricompreso all’interno del Municipio 1. Le fermate sono diventate 25 e 4 linee con il completamento della linea M4, rafforzando ancor di più il suo primato per numero di stazioni dentro i suoi confini. Sono così suddivise: 

  • Porta Venezia, Palestro, San Babila, Duomo, Cordusio, Cairoli e Cadorna sulla M1
  • Moscova, Lanza, Cadorna, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino sulla M2
  • Porta Romana, Crocetta, Missori, Duomo, Montenapoleone e Turati sulla M3
  • Tricolore, San Babila, Sforza-Policlinico, De Amicis, Santa Sofia, Vetra e Sant’Ambrogio per la linea M4

#2 Il Municipio 9 (Isola-Bovisa – Bicocca) può contare su 3 linee e 17 stazioni

Maps – Linee metro Municipio 9

Il secondo Municipio più servito è il numero 9, Isola – Bovisa- Bicocca, a Nord di Milano: conta 3 linee e 17 stazioni così suddivise:

  • Gioia e Garibaldi FS sulla M2
  • Comasina, Affori FN, Affori Centro, Dergano, Maciachini e Zara sulla M3
  • Bignami, Ponale, Bicocca, Ca’ Granda, Istria, Marche, Zara, Isola e Garibaldi FS sulla M5

#3 Nel Municipio 8 (da Quarto Oggiaro a Sarpi) passano 2 linee e ci sono 17 stazioni

Maps – Linee Municipio 8

Molto servito anche il Municipio 8, a Nord Ovest, da Quarto Oggiaro a Sarpi, che può contare su 2 linee, che si incrociano a Lotto, e 17 stazioni

  • Molino Dorino, San Leonardo, Bonola,, Uruguay, Lampugnano, QT8, Lotto, Amendola, Buonarroti e Pagano sulla M1
  • Monumentale, Cenisio, Gerusalemme, Domodossola FN, Tre Torri, Portello e Lotto sulla M5

# Il Municipio 6 raggiunge al quinto posto il Municipio 3, grazie al completamento della M4

Mappa Comune di Milano

Sopra le 10 stazioni troviamo anche:

#4 il Municipio 3, da Porta Venezia a Città Studi e Lambrate, con 15 fermate e 3 linee: la M1 da Lima a Porta Venezia, la M2 da Caiazzo a Udine la M4 da Argonne a Tricolore

#5 il Municipio 6 che fa un balzo dalla penultima posizione, dopo l’inaugurazione integrale della linea M4, con 15 fermate distribuite tra la linea rossa da Bisceglie a Bande Nere, la verde da Famagosta a Romolo e la linea blu da Parco Solari a San Cristoforo FS.

#6 il Municipio 7, a Ovest, da San Siro a Pagano, con 13 fermate e 2 linee: la M1 da Wagner a Bisceglie e la M5 da Segesta a San Siro Stadio

#7 il Municipio 2, a Nord-Est, dalla Centrale a NoLo, con 12 fermate e 3 linee: la M1 da Gorla a Villa San Giovanni, la M2 con le fermate di Stazione Centrale e Crescenzago e la M3 da Centrale a Sondrio

#8 All’ottavo posto c’è il Municipio 4, a Est, da XXII marzo a Forlanini e Porta Romana, con 12 fermate e 2 linee: la M3 da Brenta a San Donato e la M4 dalla stazione Forlanini a Tricolore.

Leggi anche: La nuova mappa della metro di Milano

# Fanalino di coda: il Municipio 5 (quello più a Sud), l’unico sotto le 10 stazioni sul territorio

Maps – Fermate che servono il Municipio 5Dal 12 ottobre 2024, data di apertura della M4, rimane solo un Municipio con meno di 10 stazioni: il numero 5. Il fanalino di coda di questa classifica si trova nel “profondo” Sud per via delle sole 3 stazioni su due linee: piazza Abbiategrasso sulla M2 e Lodi T.I.B.B. e Porta Romana sulla M3. In attesa della possibile realizzazione della M6 la situazione rimarrà tale ancora per molti anni.

Continua la lettura con: La rivoluzione dei trasporti metropolitani della Grande Parigi

FABIO MARCOMIN

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La carriera che aspetta chi studia Filosofia alla Statale

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Predestinati. 

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Arriva il monopattino «mini bus»: i 4 mezzi di trasporto del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità urbana

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Of My Immagination

Il monopattino multi-persona di OMI (Of My Imagination), denominato “Hop“, rappresenta un’innovativa proposta nel panorama del trasporto urbano. Questo veicolo, simile a un mini bus, è progettato per cambiare radicalmente la mobilità nelle metropoli. Ma come evolveranno gli altri mezzi leggeri tradizionali?

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Arriva il monopattino «mini bus»: i 4 mezzi di trasporto del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità urbana

# Monopattini- minibus automatici: una nuova era per il trasporto urbano

Of My Immagination

Il trasporto urbano è in continua evoluzione, cercando di affrontare congestione e inquinamento. “Hop” si propone come una risposta a queste sfide, un monopattino multi-persona autonomo per ottimizzare gli spostamenti. Può trasportare più persone sulle piste ciclabili, combinando le caratteristiche di un monopattino elettrico con quelle di un mini bus, occupando lo stesso spazio di una bicicletta. L’idea alla base di “Hop” è ridurre l’affollamento dei mezzi pubblici e il traffico cittadino.

Il veicolo segue percorsi prestabiliti sulle piste ciclabili, coprendo le distanze tra le fermate del trasporto pubblico e le destinazioni finali. Grazie alla guida autonoma e alla struttura modulare, “Hop” non necessita di un conducente e sfrutta lo spazio in modo più efficiente. Gli utenti possono salire e scendere presso fermate dedicate, mentre un’app permette di prenotare il viaggio, visualizzare i percorsi e ricevere informazioni in tempo reale.

Il design di “Hop” è ispirato alle biciclette, con una struttura tubolare che offre vari punti di appoggio e include cestini per il trasporto di bagagli. L’assenza di sedili tradizionali permette di raddoppiare il numero di passeggeri rispetto ai mezzi convenzionali, proponendo un nuovo approccio alla micromobilità collettiva.

Altri 4 possibili mezzi di trasporto del futuro

La trasformazione di monopattini e biciclette in veicoli collettivi dimostra come la mobilità urbana stia evolvendo verso una maggiore condivisione e integrazione. In un futuro non troppo lontano, potremmo assistere a città in cui i veicoli leggeri e autonomi non solo coesistono con i mezzi pubblici tradizionali, ma li completano, offrendo opzioni di trasporto flessibili e personalizzabili. Ecco tre idee innovative.

#1 La nuova generazione di biciclette: il Bike-Bus

Ideogram.AI

La bicicletta del futuro sarà il “Bike Bus“, una soluzione futuristica capace di ospitare fino a otto persone in due file parallele. Il suo design compatto e maneggevole la rende ideale per muoversi agilmente, mantenendo dimensioni ridotte ma offrendo spazio sufficiente per piccoli gruppi. Ogni passeggero dispone di pedali collegati a un sistema sincronizzato, mentre l’assistenza elettrica garantisce una velocità costante.

A differenza di monopattini e biciclette tradizionali, la Bike Bus offrirebbe un comfort superiore grazie a sedili ergonomici con schienali regolabili. Le coperture modulari proteggono dai maltempi, mentre i vani per i bagagli si trovano sotto i sedili. Un sistema di guida assistita assicura la sicurezza, adattando automaticamente la frenata alle condizioni del traffico.

La tecnologia integrata consente di scegliere percorsi turistici o itinerari personalizzati tramite un pannello touch screen centrale. La Bike Bus non è solo un mezzo di trasporto, ma un’esperienza di mobilità condivisa, perfetta per famiglie, turisti e gruppi di amici.

#2 Skateboard a flusso continuo

Il futuro dello skateboard urbano potrebbe diventare un sistema di trasporto collettivo. Immaginiamo skateboard autonomi che, grazie a intelligenza artificiale e sensori avanzati, possono interagire tra loro per formare un “convoglio” mobile. Questi skateboard si muoverebbero in gruppo, mantenendo distanze sicure e velocità sincronizzate.

Ogni tavola sarebbe progettata con stabilizzatori intelligenti e un sistema di controllo dinamico per garantire l’equilibrio. Questa rete interconnessa potrebbe sfruttare percorsi urbani adattabili, creando un’esperienza di movimento “a flusso continuo“. L’integrazione con l’infrastruttura urbana andrebbe oltre la mobilità: piattaforme mobili potrebbero adattarsi per ottimizzare il flusso degli skateboard.

#3 Cargo elettrici per pendolari: la nuova generazione di scooter

Ideogram.AI

Scooter elettrici trasformati in veicoli autonomi pensati esclusivamente per il trasporto passeggeri. Questi scooter intelligenti, dotati di un sistema di guida autonoma, permetterebbero ai viaggiatori di godersi il tragitto senza stress. Grazie a un design ergonomico e all’assenza di comandi complessi, ogni viaggio diventerebbe un momento di relax.

A bordo, i passeggeri avrebbero un ambiente interattivo. Ogni scooter sarebbe equipaggiato con sistemi di intrattenimento, accesso a piattaforme di streaming e connessione Wi-Fi. Inoltre, un assistente virtuale potrebbe suggerire percorsi panoramici e attrazioni locali, rendendo ogni spostamento un’opportunità per scoprire la città.

Grazie a un design futuristico, gli scooter avrebbero spazi dedicati al relax, creando un’atmosfera confortevole. La possibilità di interagire con altri passeggeri aggiungerebbe un elemento di socializzazione, trasformando il viaggio in un’esperienza collettiva.

#4 Car-sharing sui tetti: le auto leggere volanti

alef model a

Due progetti promettenti stanno emergendo nel panorama delle auto ultraleggere che potrebbero sollevarsi dal suolo, rappresentando un passo significativo verso la mobilità del futuro. L’Alef Model A di Alef Aeronautics, una startup partecipata da SpaceX di Elon Musk, ha mostrato le sue potenzialità al Mobile World Congress 2024 di Barcellona, attirando l’attenzione per il design innovativo e le funzionalità di volo.

Allo stesso modo, l’Hexa di Lift Aircraft ha presentato il suo prototipo al SusHi Tech 2024 di Tokyo, dimostrando come la tecnologia stia evolvendo per affrontare le sfide della congestione urbana. Tuttavia, il trend attuale sembra dirigersi verso soluzioni più piccole e agili, come scooter elettrici e biciclette condivise, che già migliorano l’accessibilità e la flessibilità nel trasporto quotidiano.

Mentre progetti come l’Alef Model A e l’Hexa spingono i confini della tecnologia verso il volo urbano, è importante continuare a investire in soluzioni di mobilità pratiche e immediatamente integrabili nella vita quotidiana. La vera innovazione nel trasporto urbano potrebbe derivare dall’integrazione di diverse modalità, creando un sistema di mobilità più fluido e sostenibile per tutti. Per ulteriori approfondimenti sui veicoli futuristici e i loro sviluppi.

Continua la lettura con: La RIVOLUZIONE della MOBILITÀ: le 10 NOVITÀ attese a Milano nei PROSSIMI ANNI

MATTEO RESPINTI

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Allo stadio con la metro?

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Quasi quasi rimpiango il vecchio 15.

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Continua con: I Bro di Caronno Pertusella che fanno serata a Milano

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Nuova vita per Bonola: l’ex tintoria Sifta si trasforma in 500 nuove abitazioni

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Credits: Ideogram.AI, rielaborazione grafica redazione

All’ex tintoria Sifta di Bonola, 500 nuovi appartamenti immersi nel verde. Cosa sappiamo del progetto?

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Nuova vita per Bonola: l’ex tintoria Sifta si trasforma in 500 nuove abitazioni

# Una riqualificazione orientata alla comunità e al verde

 

La rigenerazione urbana e la riqualificazione di spazi industriali dismessi potrebbero essere la strategia chiave per affrontare la crisi abitativa nelle grandi città. Milano sembra aver abbracciato questa strada, con diversi progetti di riconversione che puntano a trasformare vecchie aree industriali in complessi residenziali moderni e accessibili. L’ultimo esempio è la trasformazione dell’ex tintoria Sifta, nel quartiere di Bonola, dove un progetto ambizioso prevede la costruzione di 500 nuovi appartamenti, combinando edilizia residenziale libera e convenzionata con ampie aree verdi.

Il progetto, sviluppato dal Consorzio Cooperative Lavoratori (CCL), dalla Libera Unione Mutualistica (LUM) e dalla società Borio Mangiarotti, mira a riqualificare un’area di circa 35.000 metri quadrati, situata tra le vie Cefalù e Vergiate, nelle immediate vicinanze della fermata della metropolitana Bonola. La presenza della linea M1 rende questa nuova area residenziale particolarmente attraente dal punto di vista della mobilità, favorendo l’accesso ai servizi pubblici e facilitando gli spostamenti verso il centro città.

Oltre agli aspetti abitativi, il progetto include la creazione di 15.000 metri quadrati di spazi verdi, trasformando una zona industriale degradata in un polmone verde. Questa nuova area contribuirà a migliorare la qualità della vita dei residenti e a riconnettere spazi boschivi precedentemente inaccessibili con il tessuto urbano circostante.

# Edilizia sociale e convenzionata: una risposta al caro-affitti?

Credits: Ideogram.AI, rielaborazione grafica redazione

Uno degli aspetti più rilevanti del progetto è l’attenzione all’housing sociale e convenzionato. Delle 500 unità abitativa previste, il 50% sarà destinato a edilizia residenziale sociale e convenzionata, con una quota del 10% superiore rispetto al minimo richiesto dal piano di governo del territorio di Milano. Questa scelta va incontro alle esigenze di molte famiglie che faticano a trovare case a prezzi accessibili, soprattutto in una città come Milano, dove il caro-affitti è una problematica crescente.

Resta da chiarire, tuttavia, se i prezzi saranno significativamente calmierati rispetto al mercato libero. Anche se il progetto promette di aumentare l’offerta di abitazioni a prezzi inferiori, bisognerà verificare se la disponibilità di questi alloggi sarà sufficiente a ridurre la pressione sui costi abitativi. La scelta di destinare metà degli appartamenti alla vendita libera potrebbe ridurre l’impatto sociale dell’intervento, se i prezzi delle case convenzionate non saranno adeguatamente inferiori a quelli di mercato.

# Rigenerazione urbana: un cambiamento per Bonola

Credits: Ideogram.AI, rielaborazione grafica redazione

La trasformazione dell’ex area industriale avrà un impatto significativo sul quartiere Bonola, già caratterizzato da un mix di edilizia popolare e spazi commerciali, con una buona accessibilità ai servizi grazie al centro commerciale omonimo e alla metropolitana. L’introduzione di 500 nuovi appartamenti, insieme all’ampliamento delle aree verdi, potrebbe portare a una rivalutazione dell’intero quartiere, attraendo nuovi residenti e favorendo lo sviluppo di attività commerciali e di servizi.

L’intervento di rigenerazione urbana non si limita alla costruzione di nuove case, ma mira a creare un ambiente che favorisca la socialità e l’inclusione. I nuovi spazi verdi e la mixité abitativa possono contribuire a migliorare la percezione di Bonola, rendendolo più attrattivo per famiglie e giovani professionisti. Tuttavia, questa evoluzione potrebbe anche portare a un incremento dei costi immobiliari, con il rischio di una futura gentrificazione e l’espulsione dei residenti storici a causa dei prezzi crescenti.

In definitiva, la trasformazione dell’ex Sifta rappresenta un’opportunità per dare nuova vita a Bonola, aumentare la disponibilità di alloggi a prezzi contenuti e migliorare la qualità della vita grazie ai nuovi spazi verdi. Tuttavia, sarà essenziale che l’edilizia convenzionata mantenga il suo impegno verso l’accessibilità, assicurando che le case siano effettivamente alla portata di chi ne ha bisogno.

Se realizzata con attenzione, la riqualificazione di Bonola potrebbe diventare un modello di successo replicabile in altre aree della città, garantendo un equilibrio tra sviluppo immobiliare e inclusione sociale.

Continua la lettura con: Come ci si sente a vivere a Milano? I tre grandi pregi e… i due motivi di disagio

MATTEO RESPINTI

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A Berlino si può viaggiare con la metro cabriolet: un’idea per Milano?

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moshapla IG - Ubahn Cabrio

Se la metro in miniatura di Londra non è abbastanza, c’è un’altra curiosa esperienza da provare nelle viscere delle città: la metro cabriolet di Berlino. Scopriamo come funziona, cosa si vede e il percorso effettuato.

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A Berlino si può viaggiare con la metro cabriolet: un’idea per Milano?

# A 35 km/h alla scoperta della Berlino sotterranea

yvonnedeandres IG – U-Bahn Cabrio

Per chi vuole scoprire Berlino da un altro punto vista può farlo a bordo della “U-Bahn-Cabrio”, una metropolitana cabriolet, Un’idea nata per caso nel 1995, quando dei giornalisti visitarono una galleria con un treno da cantiere, e che la principale azienda di trasporto della capitale tedesca, la BVG, ha deciso di trasformare in un tour sotterraneo. 

Si viaggia a 35 km/h nei tunnel del metropolitana di Berlino sui sedili di metallo di un treno elettrico da cantiere convertito, composto da quattro carrozze e un tempo adibito al trasporto di materiale da costruzione, trainato da una locomotiva di manovra.

# Cosa si vede durante l’esperienza

moshapla IG – Ubahn Cabrio

Durante l’esperienza si possono scoprire alcuni luoghi davvero particolari presenti nelle viscere della città. Tra questi una stazione della metropolitana utilizzata come una cantina per le patate e una come bunker nucleare che poteva ospitare un massimo di 3.300 persone. Nel tour la guida illustra anche i fatti più interessanti e curiosi sulle caratteristiche strutturali e sui 112 di storia della metropolitana di Berlino. 

# Un percorso di due ore con partenza dalla stazione di Deutsche Oper

Percorso metro Cabriolet

Il trenino parte dalla stazione della metropolitana Deutsche Oper e attraversa Berliner Straße, Kurfürstendamm, Osloer Straße, Gesundbrunnen, Alexanderplatz, fino a Hermannplatz, per poi concludersi dopo due ore nella stazione di partenza. Durante il viaggio è obbligatorio indossare il casco protettivo. L’esperienza è disponibile solo il venerdì, da aprile ad ottobre, in due fasce orarie: alle 7 alle 10.30 di sera. I posti disponibili sono 200 a viaggio e il prezzo intero è di 58 euro a persona.

Si potrebbe immaginarla anche a Milano?

 

 
 
 
 
 
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Continua la lettura con: A Londra c’è una metro in miniatura

FABIO MARCOMIN

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Le tre telecabine più adrenaliniche a poca distanza da Milano

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funiviedellagomaggiore.it - ristorante con terrazza

Dove si trovano queste telecabine da brividi e quali panorami si possono godere mentre si sale lentamente verso l’alto.

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Le tre telecabine più adrenaliniche a poca distanza da Milano

#1 Funivia Sasso del Ferro: la bidonvia sul Lago Maggiore per la terrazza panoramica

funiviedellagomaggiore.it

A poco più di un’ora di Milano di auto, è raggiungibile anche in treno, c’è una particolare funivia costruita negli anni ’60: la Sasso del Ferro, a Laveno Mombello sul Lago Maggiore. La particolarità sta nel fatto che è a tutti gli effetti è una bidonvia, per via della forma delle telecabine biposto che conducono quasi alla cima del monte Sasso del Ferro a 1.110 metri. Dopo circa 15 minuti di salita di circa si può godere di una splendida vista panoramica. Una volta in cima, si può ammirare il paesaggio circostante o godere del ristorante panoramico (in copertina), dove, con una vista mozzafiato sui sette laghi lombardi, le Alpi e la Pianura Padana, è possibile pranzare o fare un aperitivo.

Milano-Funivia Sasso del Ferro

#2 La funivia Pigra-Argegno sul Lago di Como: la più ripida d’Italia

unviaggioinfiniteemozioni.it – Funivia di Pigra

A un’ora e mezza da Milano c’è la storica funivia Argegno-Pigra, in servizio dal 1971, conosciuta come la “funivia più ripida d’Italia” per le sue pendenze tra il 71% e il 95%. Riaperta il 9 agosto 2024 dopo due anni di lavori, ha riaperto il 9 agosto dopo quasi due anni di lavori, collega il Lago di Como nel comune di Argegno a Pigra in soli 4 minuti, superando un dislivello di 648 metri. La funivia è allo stesso tempo una popolare attrazione turistica ma anche un mezzo essenziale per gli abitanti di Pigra, evitando loro il tortuoso percorso via San Fedele d’Intelvi. 

Milano-Funivia Pigra-Argegno
 

#3 Funivia Prada – Costabella: salita con cabine aperte e vista sul Lago di Garda

susi_superfly IG – Funivia Prada-Costabella

Spostiamoci sul Lago di Garda, nei pressi di San Zeno di Montagna in provincia di Verona, a circa 2 ore e mezza da Milano. Ci si può arrivare solo in auto. La Funivia Prada – Costabella si trova sulle pendici del Monte Baldo e offre un percorso panoramico che collega la località di Prada alla stazione di arrivo Costabella, a circa 1.550 metri di altitudine. Durante il tragitto di circa 10 minuti, in piedi dentro a delle cabine aperte, si può ammirare una splendida vista sul Lago di Garda e sulle montagne circostanti. La funivia è un punto di accesso ideale per escursioni a piedi o in mountain bike nel Parco Naturale del Monte Baldo. 

Milano-Funivia Prada-Costabella

Continua la lettura con: La funivia di bidoni per la terrazza panoramica a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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Gianni Brera, il giornalista sportivo “lombardo-centrico e nazionalista lombardo”

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Gianni Brera

75 anni fa iniziava la straordinaria carriera di Gianni Brera, il giornalista sportivo per eccellenza, capace di cambiare il mondo del calcio sotto il profilo della dialettica, del costume e, addirittura, della tattica. Infatti furono diversi gli allenatori di serie A che, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, prima di decidere il modulo della formazione da mettere in campo, sbirciavano gli articoli di Brera, per prendere ispirazione.

Gianni Brera, il giornalista sportivo “lombardo-centrico e nazionalista lombardo”

# La gavetta quando aveva sedici anni per il giornale milanese “Lo schermo sportivo”

Di sconosciuto – Archivio Gianni Brera – Fondazione Mondadori, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=8491137 – Brera e Il Guerin Sportivo

Dicevamo di 75 anni fa: a dire il vero nel 1949 le sue dita si destreggiavano sui tasti delle macchina da scrivere da circa quattordici anni, visto che, quando ne aveva sedici, iniziò la gavetta giornalistica per il giornale milanese “Lo schermo sportivo”. Nel ’49, dopo aver seguito egregiamente per la Gazzetta dello Sport il Tour de France, capeggiato dai soliti Coppi e Bartali, gli viene assegnata la direzione della rosea, diventando il più giovane giornalista (di tutti i tempi) a guidare un grande giornale a tiratura nazionale.

# Un contadino prestato alla grande metropoli che aderì al fascismo prima mettersi a fianco dei partigiani

giannibrera. credit: https://www.oasport.it/

Prima di questa esperienza giocò a calcio, nella squadra del Liceo Carducci, nella AC Vittoria e nei Boys del Milan. Brera era nato a San Zenone al Po, piccolo paese agricolo in provincia di Pavia, l’8 settembre 1919: da bambino quel territorio gli riservava giochi e passeggiate lungo il fiume, tra boschi, i rivoli, gli argini e le ampie pozze d’acqua stagnante. Insomma, spirito agricolo, ma i suoi genitori lo mandano al Liceo Classico a Milano e da quel momento Gianni Brera diventa un contadino prestato alla grande metropoli. Dopo l’esperienza a “Lo schermo sportivo”, passò al Guerin Sportivo, tappa che coincise con l’inizio dell’Università (si laureò in Scienze Politiche). Ma Brera conobbe la guerra, in qualità di paracadutista, l’adesione all’infatuazione fascista e il ravvedimento, che lo portò ad aderire alla Resistenza al fianco dei partigiani.

# “Io sostengo tutte le squadre della mia regione, sono lombardo-centrico e nazionalista lombardo…”

Di Olycom – Lilli Carati, le foto di una carriera da icona, su gazzetta.it, 21 ottobre 2014. (file), Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=5599104 – ‘Il_corpo_della_ragassa’_-_Gianni_Brera_e_Lilli_Carati

Nel dopoguerra, ecco la direzione della Gazzetta e il passaggio al Giorno, che aveva avuto l’idea di puntare u Brera per l’edizione del lunedì, caratterizzata da molte pagine sportive. Fu preziosa penna anche del Giornale, di Repubblica e della testata francese l’Equipe. Scrisse 72 libri, che raccontano i pionieri dello sport, la vita selvatica delle campagne lombarde e quella frenetica della metropoli meneghina. Nel 1979 il suo libro “Il corpo della ragassa”, diventa un film, con la regia di Pasquale Festa Campanile e la presenza nel cast di Enrico Maria Salerno e di Lilli Carati.

Ma Gianni Brera è anche televisione: i suoi interventi graffianti alla Domenica Sportiva, piuttosto che al Processo del Lunedì, erano perle di saggezza pallonara, mai ascoltate dopo la sua morte.

Qualcuno sosteneva che Gianni Brera fosse genoano, ma lui, alla domanda su quale squadra godesse della sua simpatia, rispondeva così, “io sostengo tutte le squadre della mia regione, sono lombardo-centrico e nazionalista lombardo…”. Parliamo di un giornalista colto e suggestivo, capace di scrivere una cronaca con gli epici contenuti utilizzati dal grande dotto, pur mantenendo una linearità di espressione comprensibile anche dagli umili.

# L’amore e odio con “l’abatino” Gianni Rivera

Il calciatore Gianni Rivera e l’allenatore Nereo Rocco del Milan negli spogliatoi per Inter-Milan, Milano, 22 ottobre 1967
(ArchiviFarabola/ANSA)

Leggendario fu il suo rapporto di amore e odio (reciproco) con Gianni Rivera, che Brera definiva “l’abatino”, per significare quella propensione (secondo il giornalista) a giocare un calcio lezioso e svenevole che irritava la penna pavese. Che amava invece il calcio col catenaccio, quello che, quando finiva la partita, si giudicavano i gol segnati non tanto sottolineando la bravura degli attaccanti ma le defaillance dei difensori.

# Cosa era il calcio per Gianni Brera

Gianni Brera

Quando a Brera gli si chiedeva, “ma il calcio è spettacolo?”, lui, quasi irritato, rispondeva, “il calcio è geometria, ed essendo la geometria una materia astratta, che stimola l’immaginazione e la fantasia, possiamo dire che il calcio sia fantasia”. 

“Il calcio è l’oppio dei popoli”, sosteneva Gianni Brera, ma con un approccio affettuoso e bonario (per il calcio), rispetto al severo attacco di Marx (alla religione).  Il giornalista proveniente dalla sponda sinistra del Po riteneva infatti che “lo sport è il transfert domenicale, che aiuta a vivere, scordandosi per due ore le preoccupazioni che minano i pensieri”.

Brera ci lasciò il 19 dicembre 1992, quando, in una fredda notte nel lodigiano, l’auto su cui viaggiava fu centrata da un altro veicolo, in un incidente che ci tolse uno dei testimoni più vivaci e raffinati del panorama culturale e del costume del nostro Paese.

FABIO BUFFA 

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Il parco d’arte a cielo aperto di City Life: le 12 opere più curiose con i loro significati (foto)

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Coloris

Una delle particolarità di CityLife risiede nella facoltà di unire passato, presente e futuro: dalle ceneri della storica Piazza d’armi, alla fiera di Milano, alla modernità dei grattacieli avveniristici e dal moderno shopping district, per infine arrivare a tendere al futuro con la scelta di far entrare in scena l’arte e i suoi protagonisti più giovani.

Nel 2014 nasce infatti ArtLine, progetto di arte pubblica promosso dal Comune di Milano che ha trovato la sua realizzazione finale nel 2018 e che consiste in una collezione di opere d’arte a cielo aperto posizionate nel parco pubblico che si sviluppa accanto alla piazza Tre Torri. 

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Il parco d’arte a cielo aperto di City Life: le 12 opere più curiose con i loro significati (foto)

#1 Daily Desiderio: ogni giorno un messaggio

Daily Desiderio

L’opera di Riccardo Benassi, giovane cremonese classe 1982, si chiama Daily Desiderio e consiste in una struttura di alluminio che incornicia un display a LED bianchi in cui l’artista si è impegnato a trasmettere un messaggio testuale ogni giorno fino alla sua morte. Dopo di essa i messaggi ricominceranno da capo in loop.

#2 Hand and foot for Milan: il piede e la mano come simboli di Milano

L’ironia che contraddistingue sempre le opere dell’artista tedesca Judith Hopf è ben presente anche nell’opera Hand and foot for Milan. E’ composta da due sculture poste vicine: una mano che spunta dal terreno, quasi nell’atto di salutare e un piede appoggiato sul prato. Sono entrambi molto grandi e sono realizzate con mattoni sagomati modellati artigianalmente per quest’opera. Le forme sono state ingigantite e costruite con materiali edili classici che si pongono in rapporto con il ricercato contesto architettonico.

#3 New times for other ideas/New ideas for other times: tempus fugit

New times for new ideas

Le opere di Maurizio Nannucci, classe 1939, spesso sono composte da scritte al neon. Anche New times for other ideas/New ideas for other times non è da meno. Essa è una doppia scritta realizzata con tubi al neon blu e rosso che è posizionata sulla facciata del Padiglione 3, edificio costruito nel 1923, unico superstite della storica Fiera di Milano. Lo spettatore vede quindi due frasi quasi speculari che invitano a riflettere sullo scorrere del tempo. Qui infatti gli interventi urbanistici hanno modificato radicalmente l’aspetto della città e la vita dei suoi abitanti. Tali ragionamenti sono rafforzati dal fatto che l’opera si trova su un edificio storico e simbolo di un passato che non c’è più.

#4 Filemone e Bauci: insieme, per sempre

I due giovani artisti Ornaghi & Prestinari formano un sodalizio artistico dal 2009. I loro lavori hanno sempre come punto nevralgico il concetto di trasformazione, di riparazione delle cose di ogni giorno.
Filemone e Bauci è una struttura di alluminio che raffigura due colonne che si tengono a braccetto mentre osservano i grattacieli. Il passato osserva quindi il presente. Secondo il mito greco Filemone e Bauci invecchiano insieme e affrontano insieme i problemi grazie al loro legame. Essi tra l’altro sono l’esemplificazione dell’accoglienza e della convivialità poiché furono, sempre secondo il mito, gli unici che accolsero Zeus ed Ermes.
Il buon augurio per la città è evidente.

#5 Cieli di Belloveso: le stelle nel cielo di quando è stata fondata Milano 

Cielo di Belloveso

Le opere di Matteo Rubbi hanno l’obiettivo di integrare arte e identità locali. Gli spettatori non sono mai passivi ma sono coinvolti a collaborare con l’artista.
Cieli di Belloveso è un’opera composta da 100 stelle di pietra di forme e dimensioni varie. Esse sono incastonate nella pavimentazione di Piazza Burri. L’opera è la ricostruzione di un cielo stellato visibile a Milano nella primavera del 600 a.C quando Tito Livio colloca la fondazione di Milano da parte di Belloveso. Le stelle e il buio sono due realtà che stanno lentamente estinguendosi a causa dello sviluppo delle città e della conseguente illuminazione sempre più accentuata. Per questo un cielo stellato come quello dell’opera è chiaramente in contrasto con una realtà metropolitana di Milano.

#6 Coloris: i colori del villaggio globale 

Coloris

L’opera Coloris di Pascale Marthine Tayou è composta da una pavimentazione in calcestruzzo che raffigura il planisfero terrestre in cui sono piantati circa cento pali metallici di color pastello e di dimensioni variabili tra i 6 e i 12 metri. Sopra ognuno è posizionato un uovo. L’intenzione dell’opera è concentrarsi su problemi come migrazioni e la formazione di un villaggio globale senza confini precisi.

#7 Vedovelle e Draghi Verdi: le storiche fontanelle rivisitate

La giovane artista milanese Serena Vestrucci trova ispirazione da elementi quotidiani modificati e rielaborati.
La sua opera, Vedovelle e Draghi verdi ha la particolarità di non creare qualcosa di nuovo ma di agire sulle fontanelle pubbliche.
Le storiche vedovelle rappresentano l’immagine più storica di Milano. L’opera cerca un ponte tra contemporaneo e il classico, tra tradizione e novità. Ad ogni fontanella è stata sostituito il bocchello in ottone con una scultura diversa, un esemplare unico, frutto di un lavoro manuale di un modello in cera, successivamente fuso in bronzo.

#8 Il Beso: il bacio immortale delle rocce dolomitiche

Beso di Prieto

Arrivata ad agosto 2020 nel Parco Artline la nuova opera di Wilfredro Prieto. L’artista cubano usa spesso oggetti comuni che egli rivaluta modificando l’orientamento dello sguardo del fruitore.
Beso è costituita dall’unione di due pietre grandi affiancate. Esse si sfiorano in un solo punto simulando un bacio. Tale opera lega la storia dell’arte e la tradizione del giardinaggio.

Leggi anche: Il BACIO DI PIETRA: l’ultima opera d’arte nel Parco d’Arte Contemporanea di CITYLIFE (FOTO GALLERY)

#9 Il Rudere: l’Uomo riflette sulla Natura

L’opera “Rudere” di Adrain Paci è pensata come uno spazio di riflessione sul rapporto tra uomo e natura, tra habitat costruito dall’essere umano e quello offerto dal mondo vegetale, immaginando un possibile “ritiro” della presenza umana per dare spazio a uno sviluppo incontrollato della vegetazione. Il progetto consiste in una struttura elementare di cemento con tre muri e senza tetto. All’ interno ci sono alberi da frutto che ricordano dei cortili. Nella facciata ci sono dei mosaici che riprendono il motivo dei centrini fatti dalle nonne con l’uncinetto, però sembrano anche i rosoni di una cappella.

#10 “Come Fare?”: l’invito alla creatività

Cosa fare? – Installazione del modello a Palazzo Marino nel 2015

Rossella Biscotti riporta alla luce, attraverso la sua particolare rilettura, momenti oscuri della storia recente. Così facendo vuole stimolare nuovi punti di vista da parte dello spettatore. La sua opera, Come fare?, consiste in 5 agglomerati di mattoni e cemento. Tra questi agglomerati, chiamati isole, si attiva un vero percorso in cui le persone sono invitate ad interagire usando i blocchi come sedie, tavoli, o come appigli per arrampicarsi. Ogni visitatore potrà inoltre riconoscere il disegno generale ricostruendo il processo della composizione.
Il lavoro è centrato su una riflessione di stampo metodologico: la possibilità di tutti di creare forme e idee grazie a strumenti essenziali.

#11 Untitled: la condanna dell’indifferenza

Untitled

L’artista indiana Shilpa Gupta, è solita creare situazioni in cui lo spettatore è spesso invitato ad interagire.
L’opera, intitolata Untitled, è una scultura di marmo che rappresenta quattro figure umane che si coprono occhi, orecchie e bocca l’un l’altro. L’opera ha un forte richiamo alla storia delle tre scimmiette, che ci rimanda al Mahatma Gandhi: secondo tale storia una scimmia non vede il male, l’altra non sente il male e l’ultima non parla del male. L’artista ha voluto porre un contrasto con il presente in cui non è più moralmente accettabile rimanere indifferenti a ciò che succede attorno a noi.

#12 Palco dell’Estinzione: il pianeta del futuro

Palco dell’estinzione

L’attività della giovane Adelita Husni-Bey, cresciuta tra Italia e Libia, è spesso focalizzata su questioni sociali e politiche. L’opera Palco dell’Estinzione è un palco diviso per ere future che si sviluppano su tre livelli. Rappresentano il pianeta fra cinquanta, cento e centocinquant’anni. I tre livelli sono ricoperti da disegni prodotti durante un workshop pubblico sull’estinzione.
La particolarità di quest’opera è che è anche una fonte di energia pulita gratuita grazie alla presenza di pannelli solari. La forma del palco somiglia ad un’arena e può essere usata per incontri, concerti, seminari e si auto illumina durante la notte.

Continua la lettura con: Gli ultimi colpi ad effetto di CityLife

GIULIA PICCININI

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Aperitivhit: la classifica dei posti al top per un aperitivo a Milano

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Bar Basso - Via Plinio, 39

Qual è il posto migliore per un aperitivo a Milano? Questa la domanda bomba sganciata sulla Fan Page di Milano città stato. Dai risultati espressi dai nostri lettori superintenditori abbiamo ricavato questa classifica.

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Aperitivhit: la classifica dei posti al top per un aperitivo a Milano

#10 Al Picchio

Ph. @lucapaoloscheggia IG

Al Picchio. Aperitivo al Picchio. Caffè al Picchio. Birretta al Picchio. Il Picchio è uno state of mind. Via Melzo 25 (Zona Porta Venezia – Municipio 3)

#9 Duomo dal 1952

Posizione fantastica. Davanti all’Arco della Pace. Avvantaggiato soprattutto nei mesi più caldi, recupera d’inverno con un aperitivo da fare concorrenza a un ristorante gourmet. Occhio solo al nome: molti pensano che sia davanti al Duomo. Piazza Sempione 5

#8 Camparino

Sala Spiritello – https://www.camparino.com

Dal 1915 un’istituzione nel cuore di Milano, si hanno ottimi sottaceti accompagnati da un ottimo spritz o altro del genere. La formula cena è contemplata sia per il Bar di Passo che per la Sala Spiritello al piano superiore, con due proposte culinarie che ben riflettono le due anime delle sale. In più, ogni cocktail è accompagnato dall’iconica “alzatina” che presenta prodotti interamente confezionati nei laboratori del locale insieme ad alcune chicche del territorio italiano, come le peschiole, ossia frutticini di pesco raccolti ancora verdi. Piazza Duomo 21 (Centro – Municipio 1)

#7 Moscow mule

Locale moderno, essenziale, con mattoni a vista. La loro specialità? I Moscow Mule. Via Teodosio 60 (Lambrate – Municipio 3)

#6 Jamaica

Locale leggendario di Brera, fondato nel 1911, dove si sono ritrovati i grandi artisti del novecento milanese. Via Brera 32 (Centro – Municipio 1)

#5 BhangraBar

L’Arco della Pace rocks. Ance questo locale è a pochi metri, con una splendida vista e con 10 euro vale una cena. Corso Sempione 1 (Arco della Pace – Municipio 1)

#4 Princi

Da Princi in piazza XXV Aprile, “quello sì che è un vero aperitivo”. Piazza XXV Aprile (Garibaldi – Municipio 1)

#3 Mag Cafè

Locale bohemien sui Navigli. Ripa di Porta Ticinese, 43 (Navigli – Municipio 6)

#2 Nottingham Forest

Svetta nelle classifiche internazionali dei migliori bar da cocktail del mondo. Ambiente rustico, molto piccolo, difficile trovare posto, cocktail insuperabili. Viale Piave 1 (Porta Venezia – Municipio 3)

#1 Bar Basso

Dove l’aperitivo è stato inventato, il regno dello Sbagliato. Via Plinio 39 (Porta Vittoria – Municipio 3)

Continua la lettura con:  Locali cult lontani dal centro dove trascorrere una bella serata

MILANO CITTA’ STATO

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Il primo viaggio da Milano a Genova in treno a 250 km/h? La data e le ultime dai cantieri

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terzovalico - Cantiere

Dopo l‘attivazione anche del secondo binario in una delle tratte previste lungo il tracciato, proseguono i lavori per la costruzione del Terzo Valico e delle opere connesse. Gli aggiornamenti sui cantieri e quando dovrebbe entrare in funzione la nuova linea.

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Il primo viaggio da Milano a Genova in treno a 250 km/h? La data e le ultime dai cantieri

# Attivi 12 grandi cantieri per 90 chilometri di tunnel, tra cui la nuova Galleria del Valico, la più lunga d’Italia

terzovalico.it – Cantieri

Il progetto complessivo del Terzo Valico, che include il Nodo ferroviario e lo scalo merci di Campasso, attualmente conta 12 grandi cantieri attivi. La Galleria di Valico, che rappresenta l’opera principale, si estenderà per 27 chilometri, diventando così la galleria più lunga d’Italia, superata solo da quella della Napoli-Bari. I tunnel totali avranno una lunghezza di 90,7 km, con 53 km che collegano Genova a Tortona, di cui 37 km saranno sotterranei.

# A giugno 2024 riattivata lo scalo merci di Rivalta Scrivia e ultimato il raddoppio della tratta Bivio Pozzolo-Rivalta Scrivia-Tortona

fsnews.it – Rivalta Scrivia

All’inizio dell’estate è stato attivato anche il secondo binario sulla nuova tratta ferroviaria di 8,5 km tra Rivalta Scrivia e Tortona, nell’ambito del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova. I binari sono il tratto finale verso nord della futura linea.

ferrovie.it – Rivalta Scrivia

Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e Webuild ha pertanto concluso i lavori sia sulla tratta Bivio Pozzolo – Rivalta Scrivia – Tortona che per lo scalo merci ferroviario. In questo modo la Stazione di Rivalta Scrivia è disponibile anche per il servizio passeggeri.

Leggi anche: Milano – Genova in meno di un’ora: entrato in funzione il primo tratto a tutta velocità

# A settembre abbattuto l’ultimo diaframma del cunicolo di ventilazione dell’interconnessione di Genova Voltri

Il 20 settembre è stato abbattuto oggi l’ultimo diaframma della galleria, del Terzo Valico, del cunicolo di ventilazione dell’interconnessione di Genova Voltri. Si tratta di un’opera necessaria per collegare le gallerie di interconnessione del Terzo Valico con il pozzo di aerazione, un’infrastruttura imponente lunga 630 metri, profonda circa 360 metri e con un diametro di scavo di circa 12 metri. L’ultimo report segnala il completamento del 100% degli scavi delle gallerie nel Nodo di Genova e dell’89% di quelle del Terzo Valico. L’investimento necessario per la realizzazione del progetto ammonta a 7,4 miliardi di euro, in parte finanziato dal PNRR. 

# Il primo viaggio da Milano a Genova a 250 km/h sarà nel 2026, transitabile il 75% della linea

Credits webuildgroup IG – Terzo Valico

La nuova linea AV/AC attraverserà le province di Genova e Alessandria, consentendo ai treni di raggiungere una velocità massima di 250 km/h e garantendo un collegamento tra Milano e il capoluogo ligure in meno di un’ora. Tra i vantaggi dell’infrastruttura ferroviaria ci sono anche il miglioramento del traffico merci e una notevole diminuzione delle emissioni di CO2. Il primo viaggio dei treni dell’alta velocità sulla nuova linea è previsto per il 2026, sebbene inizialmente opereranno su una sola canna: sarà transitabile al 75% e verrà completata negli anni successivi. Alcune criticità negli scavi degli ultimi chilometri di galleria del Terzo Valico in provincia di Alessandria potrebbero mettere a rischio questa data: ci sono quattro fronti di scavo fermi, su nove, due per delle frese bloccate e due per rinvenimenti di gas oltre la soglia.   In futuro, è previsto un progetto che potrebbe trasformare radicalmente la mobilità a Milano: la costruzione di un grande hub metro-TAV ad Opera.

Leggi anche: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

# Dalla metro in spiaggia grazie all’hub dell’Alta Velocità? Il progetto allo studio

Il sogno M6. Tutto parte qui, un progetto per la costruzione di una nuova linea metropolitana M6, che si aggiunga alle cinque interamente funzionanti dopo l’inaugurazione integrale della linea M4 avvenuta il 12 ottobre. Sebbene non sia ancora stato elaborato un tracciato definitivo, sono state considerate diverse opzioni per la sua realizzazione ed entro la fine del mese dovrebbero essere presentate pubblicamente.

 

Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di un tracciato che scenda a sud lungo Via Ripamonti per attestarsi nel Comune di opera dove è in valutazione la stazione per Frecciarossa e Ntv e interscambiare proprio con la futura M6. Un obiettivo confermato di recente dal Vice Ministro dei Traporti, Alessandro Morelli, in occasione dell’apertura della M4 fino a San Cristoforo Fs.

Localizzazione della possibile stazione AV Opera

Se si realizzasse basterebbe scendere dalla metro e prendere un treno per arrivare al mare della Liguria in 56 minuti. 

Leggi anche: Metro rosa, come immaginare il lato nord? I tre possibili tracciati

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FABIO MARCOMIN

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I tre outlet più belli entro un’ora da Milano: chi vince la sfida?

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Credits: ilpiccolo.net

Per fare shopping nella città della moda c’è solo l’imbarazzo della scelta, dal fast fashion al lusso sfrenato. Se si vuole però acquistare a prezzi scontati e in un ambiente più rilassante e caratteristico si può optare per i migliori outlet poco fuori Milano. Ecco la top 3.

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I tre outlet più belli entro un’ora da Milano: chi vince la sfida?

#3 Franciacorta Outlet Village, un borgo degli acquisti in un paesaggio unico

Credits: tripadvisor

L’Outlet Village Franciacorta sorge a Rodengo Saiano, in provincia di Brescia. Immerso nel magnifico paesaggio della Franciacorta, zona lombarda celebre per la produzione di spumante, più o meno a metà strada tra la città di Brescia e il Lago d’Iseo. Amato dagli appassionati di shopping negli Outlet Village della Lombardia, il Franciacorta Outlet Village richiama ogni visitatori provenienti da tutto il nord Italia, oltre che dalla provincia di Brescia.

L’Outlet Village della Franciacorta è un vero e proprio borgo degli acquisti, dove tra vie e piazze si può fare shopping in assoluta tranquillità nelle oltre 160 boutique di moda, che propongono marchi prestigiosi dell’abbigliamento, arredamento, lifestyle e tanto altro.

 

#2 Fidenza Village, il meglio per l’abbigliamento maschile

Credits: parma.repubblica.it

Fidenza Village è lo Shopping Center per eccellenza nei dintorni di Parma, tra i più frequentati outlet dell’Emilia Romagna e d’Italia. Si trova a solo un’ora di auto da Milano e Bologna, la sua posizione strategica richiama visitatori da molte regioni italiane, in primis Emilia Romagna e Lombardia, ma anche dal resto d’Italia e dall’estero.

L’outlet Fidenza Village è stato pensato per offrire un’esperienza di shopping rilassante, che somiglia molto ad una vacanza per le vie di un elegante centro abitato, perfettamente ricostruito. All’interno del villaggio più di 120 negozi e boutique propongono una raffinata selezione dei migliori marchi di abbigliamento, accessori, articoli per la casa, con sconti fino al 60% e oltre rispetto ai prezzi di listino. Fa parte della Collezione di Villaggi The Bicester Village Shopping Collection, ed è l’unico village in Italia di questa catena internazionale di outlet, che ha realizzato altri 11 villaggi dello shopping nelle principali capitali europee.

Forse il meglio per l’abbigliamento maschile, ma complessivamente gli manca qualcosa per insidiare il numero uno. 

 

#1 Serravalle Designer Outlet, il villaggio del lusso con lo stile di un tipico borgo ligure: tra i i più grandi d’Europa

Credits: ilpiccolo.net

Al primo posto si piazza l’unico Outlet Village in Piemonte del circuito inglese McArthurGlen, il Serravalle Designer Outlet è uno dei più frequentati Outlet Village vicino Alessandria e Genova ed è stato uno dei primissimi Outlet Center ad aprire in Italia, considerato oggi uno dei più grandi Outlet Village d’Europa. Al suo interno ci sono oltre 180 negozi outlet, tra monomarca e multimarca, di abbigliamento, scarpe, accessori con numerosi tra i brand del lusso più famosi, da Armani a Gucci, da Prada a Moncler.

La caratteristica del Designer Outlet di Serravalle è quella di essere stato realizzato come un tipico borgo ligure, dove fare shopping è una rilassante scoperta, mentre si passeggia piacevolmente tra negozi e vetrine. Per proseguire lo shopping o per impiegare il tempo libero tra un acquisto e l’altro nelle immediate vicinanze dell’Outlet di Serravalle si trovano il Ferrari Store e il Retail Park

 

Continua la lettura con: La casa popolare così bella da diventare un’attrazione: si può fare anche a Milano?

FABIO MARCOMIN

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

La casa popolare così bella da diventare un’attrazione: si può fare anche a Milano?

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Credits: getyourguide.com

Uno dei palazzi più instagrammati in Europa: opera di un architetto e artista austriaco. La sua destinazione? Abitazioni per la popolazione meno ricca di Vienna. Perchè non provare anche a Milano a coinvolgere le nostre archistar nell’edilizia popolare?

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La casa popolare così bella da diventare un’attrazione: si può fare anche a Milano?

# Hundertwasserhaus, uno dei palazzi più instagrammati in Europa, è un complesso di case popolari

Credits: getyourguide.com

Si chiama Hundertwasserhaus, un complesso di edilizia popolare costruito a Vienna a partire dal 1986. Il progetto ha da subito linee guida innovative, perché l’artista Friedensreich Hundertwasser ha scelto la dolcezza delle forme morbide, evitando di accentuare gli spigoli, per regalare ai suoi abitanti qualche smussatura in una vita già abbastanza brusca. Questo complesso, infatti, nasce con l’intento di soddisfare l’esigenza dell’edilizia popolare, abbattendo al contempo lo stereotipo dei canoni estetici legati a questo utilizzo.

# I colori e la gioia al posto dell’anonimo dormitorio

#2 dettaglio facciata ph. hundertwasser-haus.info

Hundertwasser, pseudonimo di Friedrich Stowasser, ha scelto l’allegria come ispirazione. La facciata esterna è decorata con colori vivaci, accentuati dall’utilizzo di ceramiche variopinte. Balconi e terrazzi sono utilizzati per portare il verde nel complesso, fin dentro le abitazioni, trasformando il palazzo in un’oasi di verde nel cuore della città. Molti dei materiali utilizzati, comprese le ceramiche decorative, sono il riutilizzo di ciò che altrove è stato “scartato”.

Un particolare degno di nota, è che l’artista ha voluto dare un tocco stiloso anche alle toilette: colori sgargianti, fontane e decorazioni di ceramica, rendono piacevole anche questo ambiente, diventato da semplice locale di servizio a Toilet of Modern Art. La struttura è amministrata direttamente dal Comune di Vienna, che gestisce tutti i 50 alloggi popolari.

# Ogni inquilino ha il diritto di personalizzare il proprio pezzo di facciata

Il canone di affitto si aggira intorno ai 5,00 €/mq, se ne fa richiesta al comune che – previa verifica dei requisiti – affida gli alloggi alle famiglie. Uno dei requisiti preferenziali, è che almeno un componente della famiglia abbia interessi o sia un membro attivo della comunità artistica locale: nelle regole del condominio, infatti, vi è perfino il diritto di personalizzare la facciata, intorno alle proprie finestre, secondo il gusto personale di chi la abita

# Trasferire la mentalità a tutto il quartiere

Credits wikipedia – Interno

Le Hundertwasserhaus, hanno il considerevole pregio di caratterizzare sia il modo di abitare l’appartamento, sia di dettare lo stile del quartiere. La struttura residenziale ha visto nascere al suo interno una serie di negozietti e caffè, molto tipici. Al Kunst un Cafè al piano terra del complesso, ad esempio, è possibile gustare un caffè assistendo ad un film, il cui protagonista è proprio Friedensreich Hundertwasser che mostra la “sua” abitazione.

A pochi passi dal complesso dei 50 alloggi colorati si trova l’unico centro commerciale progettato da Stowasser, una superficie di circa 1.600 mq, coloratissimo e pieno di linee morbide come nello stile del progettista, che diventa la piazza di paese più adatta ad un quartiere come il terzo distretto, nato policromatico.

A tutt’oggi, la particolare struttura del complesso popolare, i colori, i giardini pensili che si affacciano sulla strada dai suoi balconi, sono una meta turistica tipica di Vienna, che attira l’attenzione, lo sguardo e le foto dei visitatori, diventando una star di Instagram.
È segnalata sulle guide ufficiali di Vienna e le è stato dedicato un sito internet.

 

# Perché dovrebbe ispirare anche Milano

Credits viaggiatorineltempo.com – via lincoln

Un esempio straordinario di realizzazione, che sovverte i canoni dell’edilizia popolare fin qui accettata. A Milano abbiamo già esempi di edilizia nata “povera” e che con il tempo sono diventati angoli di colore, design e – perché no – speculazione.
Abbiamo anche i quartieri dormitorio, nati in un’altra epoca e adattati ad altre esigenze.
Mancherebbe giusto un salto di paradigma, per un’evoluzione degna della capitale del design: la nascita dei borghi di edilizia popolare, al posto dei quartieri dormitorio, super colorati e destinati ai cittadini che desiderano vivere tutto il quartiere in maniera sostenibile e allegra.

Le archistar non mancano a Milano: perchè non coinvolgerle anche nell’edilizia popolare? Lasciando anche libertà agli inquilini più creativi di personalizzare la loro porzione. 

Continua a leggere con: A Milano l'”ARTE NON NEI MUSEI”: il tour di teatri e cinema dove ammirare opere d’arte

LAURA LIONTI

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Nel’Ottocento si andava in vacanza sulla Martesana, la “riviera di Milano”

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Primi anni dell’Ottocento. Milano è capitale del Regno d’Italia. Sotto la dominazione napoleonica vive un periodo di grande prosperità e si diffonde la moda di andarsene in villeggiatura fuori città. Ma all’inizio si decide di non fare molta strada…

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Nel’Ottocento si andava in vacanza sulla Martesana, la “riviera di Milano”

Uno dei posti più rinomati a inizio Ottocento è il naviglio Martesana: Crescenzago e Cascina Gobba erano l’equivalente della Santa Margherita di oggi e ospitavano locande e ville dove molti milanesi trascorrevano le ferie.

L’area viene battezzata la riviera di Milano.

Esiste anche un romanzo con questo titolo. Scritto da Tito Livraghi, è ambientato nell’Ottobre del 1812, quando Milano era capitale del regno d’Italia con Napoleone come re. La storia ha come sfondo proprio il Naviglio Martesana, con la cascina Malghera e la sua “bella riviera” su cui si affacciano le ville dei ricchi Milanesi, la ­chiesa di Santa Maria Rossa o la trattoria della Gobba famosa per i gamberi del Lambro. 

Continua la lettura con: I 7 luoghi più curiosi di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Il quartiere del futuro con passerella sospesa: il video dal cantiere

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Arriva il via ufficiale al primo lotto in costruzione dei palazzi privati di Unione Zero, parte di uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana d’Europa: MilanoSesto. Il video dal cantiere con le ultime immagini della passerella sospesa di Renzo Piano.

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MARIANNA PEDRINI

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Da Caronno Pertusella a Milano

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Una trasferta tranquilla. 

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Continua con: Si dice Gàmbara

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Le novità del nuovo Frecciarossa “internazionale” in arrivo nel 2025

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fsnews.it - Nuovo Frecciarossa 1000 interni

La presentazione è avvenuta in occasione della fiera internazionale Innotrans a Berlino. Queste le caratteristiche del nuovo convoglio e quando dovrebbe debuttare sui binari.

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Le novità del nuovo Frecciarossa “internazionale” in arrivo nel 2025

# Un investimento di oltre 1,3 miliardi per la fornitura dei nuovi convogli ad alta velocità

fsnews.it – Presentazione nuovo Frecciarossa 1000

Lo scorso settembre, in occasione della fiera internazionale Innotrans a Berlino, è stato presentato il nuovo Frecciarossa 1000 di Trenitalia. Sono 36 i treni ETR1000, con opzione per ulteriori 10 convogli per un totale di 46, commissionati a Hitachi Rail. Il valore complessivo della fornitura è di oltre 1,3 miliardi di euro.

# Primo treno al mondo premiato con la certificazione di impatto ambientale sul ciclo di vita

fsnews.it – Interno nuovo Frecciarossa 1000

Nella nuova generazione di Frecciarossa 1000 il tasso di riciclabilità è salito del 2,7%, arrivando al 97,1%, sono migliorate l’affidabilità grazie ad un sistema di trazione più efficiente e l’efficienza energetica. Il merito va anche all’utilizzo di leghe leggere e dei nuovi motori elettrici. Tutto questo ha portato ad il primo treno ad alta velocità al mondo a cui è stata riconosciuta la certificazione di impatto ambientale (EPD) basata su un’attenta Analisi del Ciclo di Vita (LCA).

# Il restyling degli interni

fsnews.it – Nuovo Frecciarossa 1000 interni

Mentre il design esterno rimane invariato, gli interni subiscono alcune modifiche. Ci sono 4 nuove sedute nell’area Executive, con aggiunta di porta laptop e pulsante chiamata, ma viene rimossa l’area meeting. Nell’area Business vengono rinnovati gli spazi e le sedute, in quella bistrot ampliata l’area di preparazione dei cibi e massimizzati gli spazi per l’alloggiamento dei trolley per il servizio di catering. Infine nell’area Standard ci sono 8 bagagliere in più, aumenta lo spazio delle cappelliere mantenendo sempre 300 posti a sedere. 

# Omologato per viaggiare fino a 360 km/h

fsnews.it – Interno corridoio nuovo Frecciarossa 1000

Rispetto al Frecciarossa 1000 attuale rimane invariata sia la velocità omologata, 360 km/h, sia quella massima commerciale raggiungibile, 300 km/h. Il nuovo convoglio è stato progettato per viaggiare su sette reti ferroviarie europee, oltre all’Italia, e nello specifico in quelle di: Francia, Germania, Spagna, Austria, Svizzera, Paesi Bassi e Belgio.

# Sui binari dalla metà del 2025

fsnew.it – Nuovo Frecciarossa 1000

Le prime consegne sono previste a partire dal 2025, mentre i primi viaggi a partire dalla meta dello stesso anno. A un ritmo di otto convogli all’anno la fornitura completa è programma per il 2028.

Fonte: Trenitalia

Continua la lettura con: Ufficiale: Milano-Monaco con il Frecciarossa! Il progetto e i tempi

FABIO MARCOMIN

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Sarà possibile camminare su una passerella sospesa sopra la Fontana di Trevi

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Passerella Fontana di Trevi

Per consentire ai turisti di ammirarla da un punto di vista privilegiato viene sperimentata una modalità particolare di osservazione del monumento. Ecco perchè e come viene realizzata.

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Sarà possibile camminare su una passerella sospesa sopra la Fontana di Trevi

# Avviati i cantieri per far risplendere il monumento in vista del Giubileo 2025

Credits: @reikon08 – Fontana di Trevi

Sono partite il 7 ottobre le operazioni di cantierizzazione per consentire un importante intervento di manutenzione straordinaria della Fontana di Trevi. I lavori per far risplendere la fontana, capolavoro del barocco e terminale dell’acquedotto Aqua Virgo completata nel 1972, si dovrebbero concludere in tempo per il Giubileo 2025. Il cantiere è curato dalla Sovrintendenza Capitolina e promossi dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale ed è risultato necessario a causa dei fenomeni di degrado dovuti all’alta frequentazione del monumento e alla formazione di patine biologiche, vegetazione infestante e depositi calcarei sulle parti più a contatto con l’acqua.

# Un punto di vista privilegiato duranti i cantieri

comunediroma.it – Passerella Fontana di Trevi

Per consentire a romani e turisti continuare ad ammirare la fontana anche durante i lavori è stata prevista una modalità particolare di osservazione. Entro la prima settimana di novembre è prevista infatti l’installazione di una passerella sospesa, accessibile da gruppi contingentati di visitatori, per guardare il monumento da una prospettiva insolita e ravvicinata. La struttura è stata pensata anche per acquisire nuovi dati sulla frequentazione da utilizzare per risolvere i problemi di sovraffollamento dell’area. Previste anche recinzioni esterne trasparenti per rendere visibile la fontana anche dai passanti. 

# Quali parti della fontana sono interessate dai lavori

Si prevede una pulizia approfondita delle superfici lapidee della parte inferiore della fontana, tra il bordo della vasca e le gradinate di accesso, e la riparazione delle stuccature dei giunti in diversi punti della fontana per preservarne l’integrità strutturale ed estetica. La conclusione del cantiere è programmata per l’ultima settimana di dicembre 2024.

Fonte: Comune di Roma

Continua la lettura con: La passerella trasparente a 20 metri con vista Duomo: che cosa succede al progetto?

FABIO MARCOMIN

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Le piazze da rifare secondo i milanesi

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Credits tommaso_carboni IG - Piazza Baiamonti

Negli ultimi anni, nell’ambito delle iniziative di “Piazze Aperte”, decine di piazze sono state riqualificate. Piazze senza identità e soprattutto slarghi usati come parcheggi sono stati restituiti alla collettività, con verde, panchine, aree giochi e nuova pavimentazione in pietra o porfido. Le piazze da sistemare sono ancora molte, alcune di queste sono state soggette a lavori ma con risultati non soddisfacenti. Vediamo quelle segnalate dai milanesi.

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Le piazze da rifare secondo i milanesi

# Piazza Gasparri

Credits milanoevents.it – Piazza Gasparri

Nel 2019 Piazza Gasparri, alla Comasina, ha subito un leggero restyling che ha introdotto percorsi pedonali contrassegnati da strisce rosse e installato tavoli da ping pong, trasformando l’area e liberandola dalle auto che un tempo occupavano il parcheggio. Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, la piazza necessita di un intervento più radicale per valorizzarne appieno il potenziale. L’area potrebbe beneficiare di un progetto di riqualificazione più ampio, che includa spazi verdi, aree di aggregazione per i residenti e soluzioni per migliorare la sicurezza e la vivibilità del quartiere.

  

# Piazza Gramsci

Piazza Gramsci

Piazza Gramsci, appena fuori dal Municipio 1, è nota per essere uno dei punti più problematici della città. Nonostante gli interventi di pulizia e tinteggiatura eseguiti a luglio 2023 abbiano migliorato l’aspetto estetico della piazza, il problema del degrado persiste. La sporcizia e la mancanza di manutenzione continuano a compromettere il decoro dell’area, aggravate dalla presenza di una fontana costruita negli anni ’90 che, nonostante l’intento di valorizzare lo spazio pubblico, non è mai stata messa in funzione. Questo elemento simbolico, ormai abbandonato, è diventato il simbolo di un mancato intervento strutturale per riqualificare la piazza.

Leggi anche: MAQUILLAGE di GRAMSCI e LAMPUGNANO: le immagini in anteprima

 

# Piazzale di Porta Genova

Credits luigibertino IG – Piazzale Porta Genova

Il piazzale davanti alla stazione di Porta Genova è stato uno dei primi spazi ad essere interessato da un intervento di urbanismo tattico. Sono state installate panchine e posizionati alberi in vaso per creare zone pedonali, mentre il pavimento è stato decorato con colori vivaci. Tuttavia, la mancanza di adeguata manutenzione ha compromesso l’estetica dell’area, con arredo urbano danneggiato e pavimentazione scolorita, rendendo necessaria una riqualificazione più duratura. In più è stato peggiorato anche il traffico dell’area per bus, tram e veicoli.

 

# Piazza Baiamonti 

Credits tommaso_carboni IG – Piazza Baiamonti

Più che una piazza è un incrocio disordinato. Piazza Baiamonti, nonostante i recenti lavori, presenta infatti: pali e impianti superflui, vecchi binari abbandonati da anni che affondano nei marciapiedi irregolari, una strada divisa tra pavé e asfalto, e al centro una zona asfaltata senza motivo, che potrebbe essere trasformata in un’area verde. I lavori per la seconda piramide, dove è previsto il Museo della Resistenza, potrebbe essere l’occasione per restituire dignità a questo luogo e renderlo vivibile da tutta l’utente: pedone, ciclisti e automobilisti.

 

Leggi anche: La NUOVA PIRAMIDE GEMELLA: ha senso per un MUSEO?

# Piazza dei Mercanti

credit: @ligiuli119 (Instg)

Arriviamo nel cuore di Milano, dove c’è una delle piazze più antiche delle città e tra quelle con il maggiore fascino: Piazza dei Mercanti con la sua loggia. Purtroppo questa meraviglia della città non viene per nulla valorizzata e nemmeno protetta da usi impropri e imbrattamenti, dalle vetrine del McDonald’s con affaccio sulla piazza ai graffiti e rifiuti nella loggia, fino al nuovo monumento in memoria dei partigiani utilizzato come bivacco. Altrove sarebbe una delle principali attrazioni turistiche, a Milano è abbandonata a se stessa.

# La nuova Piazza di San Babila

Credits Andrea Cherchi – Piazza San Babila riqualificata

Passiamo a quella più moderna, Piazza San Babila. Ancora prima della sua inaugurazione ha fatto storcere il naso a molti. Il lato verso via Borgogna, aperto nella sua nuova veste a luglio del 2023 in occasione dell’estensione della M4 fino al centro città, ha visto sparire l’asfalto e il transito dei veicoli. I pareri negativi sul risultato dell’intervento hanno riguardato soprattutto la mancanza di aiuole, alberature e panchine che sono presenti in minima parte solo lungo Corso Europa, e magari una fontana che richiami quella sul lato vecchio della piazza.

Continua la lettura con: E se il futuro di piazza Duomo fosse una fontana?

FABIO MARCOMIN

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