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I 10 RISTORANTI TOP di Milano

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Ristorante Berton

Quali sono i ristoranti migliori di Milano? In circolazione ci sono tante classifiche, ognuna con le sue scelte. Abbiamo decise di mettere insieme le classifiche più celebri, come la guida dell’Espresso, la guida Michelin, la guida del Gambero Rosso e Tripadvisor, per giungere alla classifica delle classifica.

La classifica è stata calcolata in questo modo: sono stati assegnati 1 punto per ogni cappello della guida Espresso, 1,25 punti per ogni stella della guida Michelin, un punteggio da 1 a 5 in base al posizionamento nei primi dieci posti della Guida del Gambero Rosso, 1 punto per una valutazione sotto il 4,4 e 2 fino al massimo dei voti nella classifica di Tripadvisor. A questo abbiamo aggiunto 0,5 per ogni presenza nelle varie classifiche e 0,3 per altri piazzamenti. Scopriamo la classifica completa e il vincitore.

I 10 RISTORANTI TOP di Milano 

 

#10 Ristorante AALTO, prima stella Michelin nel 2020 – 6,75 pt.

Credits romag73 – Aalto

La Guida Michelin Italia 2021 inserisce tra le novità stellate AALTO – part of IYO, ristorante di Claudio Liu, già a capo del ristorante stellato IYO, primo ristorante giapponese ad aver ottenuto la stella in Italia. Il ristorante con vista BAM si è aggiudicato la sua prima stella nel 2020.

#9 VIVA Viviana Varese, l’unico stellato milanese con una chef donna –  9,5 pt.

Credits vivavivianavarese IG – VIVA Viviana Varese

Il ristorante della chef Viviana Varese, all’interno di Eataly Smeraldo, è un luogo elegante e allo stesso tempo semplice. La chef, unica quota rosa fra gli stellati milanesi, ha origini salernitane e propone una cucina creativa ma con i piedi saldamente per terra. Ha ottenuto una stella Michelin e due forchette della guida Gambero Rosso.

#8 L’Alchimia, la rivelazione del 2020  – 12,5 pt.

L’Alchimia

Vera rivelazione milanese della guida Michelin 2020, L’Alchimia, fresco vincitore di una stella, di 2 forchette del Gambero Rosso. si aggiudica anche il premio Guida Gambero Rosso Milano 2020, per il servizio di sala al Ristorante e il “The Fork restaurant awards”.

#7 D’O – Cornaredo (MI) –  13,5 pt.

Ristorante D’O

Il ristorante alle porte di Milano di Davide Oldani, vincitore dell’Ambrogino d’Oro nel 2008 e uno degli Expo Ambassador nel 2015, ha in dote una stella Michelin, 4 cappelli dalla guida dell’Espresso e il secondo posto in quella del Gambero Rosso.

#6 Ristorante Berton con vista sulla city –  14 pt.

Ristorante Berton

Il ristorante di Andrea Berton in Porta Nuova, la nuova city finanziaria di Milano, si guadagna la quinta posizione con 3 cappelli dell’Espresso, 1 stella Michelin e al quarto posto nella guida del Gambero Rosso. Il ristorante ha inaugurato in occasione dell’Expo 2015.

#5 Sadler, l’arte culinaria sui Navigli – 15,25 pt.

Sadler

Le creazioni di Sadler sono facilmente assimilabili proprio all’arte contemporanea di cui è appassionato. Tra i primi cuochi a dare rilevanza all’aspetto visivo del piatto, ad un’estetica moderna, geometrica e colorata, è riuscito a far mantenere una stella Michelin al suo ristorante sui Navigli oltre a 2 forchette dalla Guida del Gambero Rosso.

#4 Il Luogo di Aimo e Nadia, una storia lunga 50 anni – 15,5

Il Luogo di Aimo e Diana

Nell’ovest di Milano si trova questo ristorante aperto dal 1962 da Aimo e Nadia Moroni e da poco rinnovato, che preserva ancora le due stelle Michelin. Oggi è gestito da Stefania Moroni, figlia di Aimo e Nadia.

#3 Carlo Cracco in Galleria – 16,5 pt.

Ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emaunele

Cinque piani in Galleria Vittorio Emanuele II, la nuova avventura di Carlo Cracco da un paio d’anni, che riesce a mantenere una stella Michelin e rimanere in vitta nella classifica cittadina del Gambero Rosso, con anche 4 cappelli assegnati dall’Espresso.

#2 Enrico Bartolini al Mudec – 17,5 pt.

Enrico Bartolini al Mudec

Enrico Bartolini è arrivato al ristorante del Mudec nel 2016, dopo l’inaugurazione avvenuta l’anno prima per mano di un altro chef, portandolo in breve tempo al successo con la conquista di 3 stelle Michelin. Oltre a questo, per il locale situato in zona Tortona, al terzo piano del MUDEC-Museo delle Culture, vanno aggiunti i 3 cappelli dell’Espresso e il terzo posto nella Guida del Gambero Rosso. 

#1 Hotel Mandarin Oriental, Ristorante Seta   20,8 pt.

Credits: flawless.life – Mandarin Hotel Ristorante Seta

Al primo posto ecco il ristorante stellato Seta, aperto nel 2015, è diventato una delle mete più desiderate della ristorazione meneghina. Si trova all’interno del Mandarin Oriental Hotel, alle spalle del quadrilatero della moda e dell’eccellenza delle grandi maison italiane e internazionali. Con 5 cappelli dell’Espresso, 2 stelle Michelin, al terzo posto nella classifica del Gambero Rosso, al settimo posto della classifica dei ristoranti di lusso recensiti da Tripadvisor e una valutazione di 9,8 su The Fork.

Continua la lettura con: I 10 RISTORANTI TOP del Nord Italia

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Le 10 AUTO a benzina che CONSUMANO MENO carburante

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Credits: @ivaylo_damyanov IG

Le 10 auto a benzina che fanno bene sia all’ambiente che al portafogli, consumando meno carburante. Quale sarà la più risparmiosa?

Le 10 AUTO a benzina che CONSUMANO MENO carburante

La crisi ecologica porta verso scelte più green, mentre quella economica fa tornare verso le automobili classiche. In questa classifica pubblicata dalla Gazzetta vengono elencate le 10 auto a benzina che consumano meno carburante, percorrendo in media 20 km con un litro e unendo l’ecologica al risparmio. Quale sarà la prima classificata?

#10 Dacia Sandero Streetway: 5,1 litri per 100 chilometri

credit: gazzetta.it

Protagonista della casa automobilistica Dacia insieme alla Duster, la Sandero raggiunge il livello massimo di risparmio nella variante berlina Streetway con il motore 1.0 Tce da 90 Cv. Da listino il prezzo parte da 11.050 euro e può percorrere fino a 100 km con 5,1 litri.

#9 Kia Picanto: 100 chilometri con 5 litri

credit: gazzetta.it

Dopo tre anni dal lancio la Kia Picanto è stata oggetto di restyling, migliorando il rapporto qualità-prezzo. Entrambi i motori – l’aspirato 1.0 12 v da 67 Cv e 1.0 TGDi turbo a iniezione diretta – riescono a percorrere 100 km con 5 litri. I listini partono rispettivamente da 12.350 e 17.650 euro.

#8 Peugeot 208: da 5,1 a 4,9 litri per 100 chilo

credit: gazzetta.it

E’ tra le migliori opzioni di auto a benzina sul mercato: stiamo parlando della Peugeot 208 PureTech. Se già il motore da 75 Cv arriva a 5,1 litri/100 km, è quello da 100 Cv che fa ancora meglio, scendendo a 4,9. La versione meno cara è la 5 porte con Active Pack, che costa 19.000 euro.

#7 Mitsubishi Space Star: 100 chilometri con 5 litri esatti

credit: gazzetta.it

Probabilmente la Mitsubishi lascerà il mercato europeo, per occuparsi dell’automobilistica orientale. Nonostante ciò, la Space Star ha subito recentemente un restyling sia estetico che tecnologico che ne ha nettamente migliorato le prestazioni: il motore 1.2 da 71 Cv arriva a 20 km esatti con un litro di benzina. Anche per il prezzo risulta un’ottima soluzione, arrivando a 13.450 euro per la versione Invite.

#6 Seat Ibiza: non oltre 4,9 litri per 100 chilometri

credit: gazzetta.it

Tra tutte le versioni di Seat Ibiza disponibili, quella più conveniente – sia per l’ambiente che per il portafogli – è l’Eco Tsi da 110 Cv: il motore percorre infatti 100 chilometri senza superare i 4,9 litri. L’entry-level – 5 porte Style – costa 17.750 euro.

#5 Toyota Aygo: 100 chilometri con 4,9 litri

credit: gazzetta.it

Anche la casa automobilistica Toyota si posiziona nella top 10 delle auto più risparmiose, grazie al modello Toyota Aygo con motore VTT-i 72 Cv. Il prezzo parte da 13.100 euro e arriva a percorrere 100 km con soli 4,9 litri di carburante.

#4 Peugeot 108: supera la 208 con 4,9 litri per 100 chilometri

credit: gazzetta.it

Per la Peugeot ci sono ben 2 classificate, con la 108 che supera la 208. Il motore che le ha fatto conquistare il quarto posto è il Vti da 72 Cv, con cui si percorrono 100 chilometri con 4,9 litri. In base alla versione scelta – ce ne sono ben 14 – i prezzi oscillano da 12.700 a 15.900 euro.

#3 Skoda Scala: la Skoda più conveniente con 4,9 litri per 100 chilometri

credit: gazzetta.it

Non è uno dei modelli di Skoda più diffusi in Italia ma è sicuramente la più conveniente. Se le sorelle Fabia e Octavia raggiungono i 100 chilometri con 5,1 litri grazie al motore 1.0 Tsi da 110 Cv. Tuttavia, lo stesso motore sulla Skoda Scala garantisce un consumo inferiore: 4,9 litri per 100 chilometri.

#2 Hyundai i10: da 5 a 4,8 litri per 100 chilometri

credit: gazzetta.it

La casa automobilistica coreana ha messo in commercio la seconda auto a benzina più risparmiosa al mondo, disegnata dal designer italiano Davide Varenna. Il motore da un litro Mpi da 67 Cv le permette di percorrere 100 chilometri con 5 litri, ma se si sceglie la versione dotata di Ecopack Advanced il consumo scende a soli 4,8 litri. Il prezzo è di 13.050 euro.

#1 Citroen C1, la più economica ed ecologica: 100 km con soli 4,8 litri

credit: gazzetta.it

La prima in classifica è la Citroen C1, che in quanto a consumo equivale la Hyundai i10 ma ha un prezzo inferiore. Il motore da 998 cc e 72 Cv infatti le permette di fare 100 chilometri utilizzando solo 4,8 litri di carburante, e l’entry level costa soli 10.750 euro.

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ROSITA GIULIANO

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Tutto quello che non sapevate sulla sigla SPQR

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credits: centro forniture

SPQR. Nell’urbe, nel Lazio, in Italia e in Europa, queste quattro lettere sono l’impronta della grandezza dell’impero romano, rappresentando i romani di ieri e di oggi e che assumono, tra il serio e il faceto, ogni tipo di significato.

Tutto quello che non sapevate sulla sigla SPQR

# L’identità romana batte l’incertezza storica

credits: centro forniture

SPQR è un’iscrizione che anche i più distratti possono cogliere in giro per Roma, perché si può trovare praticamente ovunque.
Siamo sicuri di sapere tutto di questa sequenza di lettere? 

Naturalmente no e la fragilità dell’incertezza è compensata dalla grande storia imperiale antica. SPQR è parte della leggenda di Roma che – come prima grande superpotenza della storia – viene a volte raccontata con toni di enfasi. Oltretutto, per quanto sia un simbolo di identità dei romani, forse non è nemmeno originario dell’antica urbs, ma ormai è una colonna imprescindibile.

SPQR è un simbolo per i romani, da oltre 2000 anni: innanzitutto è nel vessillo del comune di Roma, adottato quindi come simbolo identitario d’eccellenza, nonostante le incertezze sul vero significato e sull’origine dell’acronimo.
A seconda delle ricostruzioni storiche, infatti, cambia l’accostamento delle parole di cui SPQR sono le iniziali, prestando il fianco ad un gioco che continua tutt’oggi e porta molti ad utilizzare #SPQR pure per simpatiche prese in giro, sfruttando il mistero di quattro lettere iscritte per mezzo mondo   

# Sono Pazzi Questi Romani e… la vera curiosità

credits: wired

Ils sont fous ces Romains“, è la frase che Obelix pronuncia sempre, toccandosi la tempia per indicare la follia dei Romani, avversari di lunghe ed estenuanti battaglie.
Gli autori del fumetto francese, René Goscinny e Albert Uderzo, hanno sempre scritto la frase in francese, non è una novità che i transalpini usino la loro lingua madre come leva per autodeterminarsi.
Nelle edizioni italiane, la frase è tradotta con “Sono Pazzi Questi Romani”, S.P.Q.R. appunto.

La vera curiosità è che questo accostamento non è opera degli autori originali, ma si tratta di una felicissima intuizione di un milanese, quel Marcello Marchesi che dell’opera francese è stato uno dei primi traduttori.
Marchesi decide di rendere immortale una frase che – se tradotta letteralmente – non avrebbe avuto alcun impatto sui lettori italiani, donando in questo modo una patina leggendaria alle storie dei baffuti galli.

# Solo Preti Qua Regneno

credits: Roma a piedi

La saggezza dei romani, sia antichi che moderni, si fonda quasi certamente sull’ironia. Anzi! Meglio dire autoironia, pochi sanno sdrammatizzare tutto come i romani.
Capofila di una certa romanità è certamente il poeta Giuseppe Giacomo Belli, per gli amanti del genere è un’imperdibile tappa della cultura linguistica territoriale, in grado di rinfrancare qualunque spirito con acute osservazioni, messe in lirica divertente.
Belli si presenta in una geniale interpretazione satirica, dalla valenza etica e politica, nella Lirica SPQR per spiegare ai foresti le peggiori inefficienze della città eterna, affidando ad un prete queste parole:

«Un giorno arfine me te venne l’estro
de dimannanne un po’ la spiegazzione
a ddon Furgenzio ch’era er mi’ maestro.
Ecco che mm’arispose don Furgenzio:
“Ste lettre vonno dí, ssor zomarone,
Soli preti qui rreggneno: e ssilenzio» 

# Sono Porci Questi Romani

credits: futura FM

Un’icona moderna, attribuita erroneamente ad un noto esponente politico del Nord, è in realtà l’ennesima opera dell’autoironia romana.
I romanissimi fratelli Vanzina, autori e registi del film SPQR duemila e ½ anni fa hanno l’ardire di incrociare le vicende di Tangentopoli con un film ambientato nell’antica Roma, con tanto di adattamento scenografico e costumi dell’epoca.
La battuta, Sono Porci Questi Romani è affidata ad un’icona milanese, Massimo Boldi, nei panni del magistrato Antonio Servilio che, inseguito dai legionari, si lascia scappare una battuta che rivela la vena autoironica degli autori.

#  Sono Penultimi Questi Romanisti

credits: giallorossi.net

Inevitabile che di un simbolo della romanità, se ne appropriassero le tifoserie delle due squadre di calcio cittadine.
A Roma il calcio è molto più che una fede, è letteralmente tutto. Non puoi essere tifoso di una delle due squadre se sei nato in un determinato quartiere: se proprio vuoi tifare la squadra del cuore, ti devi trasferire.
Questo indifferentemente dal fatto che le squadre di Roma siano ai gradini più alti della classifica generale, che esprimano un bel calcio e siano oggettivamente da temere.
Riuscite ad immaginare che succede se una delle due squadre naviga in fondo alla classifica?
È proprio quello che è successo qualche anno fa, quando la Roma si è trovata a navigare in cattive acque e i tifosi della Lazio che, mutuando l’acronimo capitolino, hanno invaso la città con gli sfottò Sono Penultimi Questi Romanisti.

# Società Produzioni Quotidiane Televisive

credits: rerumromanarum.com

Uno dei fenomeni degli anni ’70, l’esplosione del fenomeno delle TV private, ha fatto da sfondo a questo gioco su SPQR, accompagnando Roma all’attualità.
Ne nascono migliaia di reti TV locali, sparse in tutto il territorio nazionale.
A Roma non può mancare una TV territoriale, romana per eccellenza e che adotta SPQR chiamandosi Società Produzioni Quotidiane Televisive.

# Salvaguardia, Proteggi, Qualifica Roma

credits: arketipomagazine.it

Inevitabile strafalcione della burocrazia e della politica romana che, a caccia di sensazionalismi per una campagna di riqualificazione dei Beni Culturali, utilizza (giustamente) la sigla dell’antica Roma dando vita ad un progetto di salvaguardia e valorizzazione del centro storico di Roma.
Peccato l’errore di utilizzare un sostantivo ad inizio acronimo, che ha strappato più di un sorriso, veramente amaro questa volta. Una pacchianata che non toglie plauso per l’iniziativa, che merita di essere inserita in questa carrellata di storia con il suo originario nome completo: “Salvaguardia, Proteggi, Qualifica Roma”.

#  Ma cosa significa veramente SPQR ?

credits: depositphotos

Ovviamente storici e appassionati hanno studiato le iscrizioni su monumenti e documenti. La storia di Roma si perde nei lunghi millenni passati, pertanto tra deduzioni e leggende enfatiche, S.P.Q.R. finisce per assumere molteplici significati.
La ricostruzione che piace di più ai romani potrebbe essere Senatus Populus Que Romanus – Il Senato e il Popolo Romano, coniato per rappresentare quelle che, nell’antichità, erano i simboli della Repubblica romana: il Senato e il Popolo.
Potrebbe appartenere ai Sabini i quali, credendosi invincibili, l’avrebbero utilizzato come motto Sabinis Populis Quis Resistet? Letteralmente: ”Chi potrà resistere ai popoli sabini?”, prelevato dai romani dopo averli sconfitti, per infierire ulteriormente sui vinti. 

Versioni alternative, non si sa quanto serie, potrebbero essere anche Sapiens Populus Quaerit Romam – “Un popolo saggio ama Roma”, nella variante Stultus Populus Quaerit Romam – “Un popolo stolto ama Roma”. Oppure Salve Populus Quintinii Regi  – “Salute al popolo di re Quinto”, nonché Senex Populus Quaerit Romam ovvero “Un vecchio popolo ama Roma”.
Ci sono anche selezioni dedicate alla sfera cattolica romana, come ad esempio Salus Papae Quies Regni, che significa “Salvezza del papa, tranquillità del regno”, oppure Sanctus Petrus Quiescit Romae, che sancisce che “San Pietro riposa in Roma”. 

# SPQR è il SIMBOLO della romanità

Oggi possiamo trovare la sigla S.P.Q.R., oltre che sui monumenti e tombini di Roma, anche nel vessillo della città di Reggio Emilia o nel pavimento maiolicato della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, affiancato dall’immancabile simbolo di Roma, la lupa. 

Non solo giochi di parole, però, SPQR è un simbolo autentico di romanità e della grandezza dell’antico impero. Anche se le origini sono incerte, i numerosi giochi di parole che si possono fare con queste quattro lettere, è divertente e conferisce immortalità ad un mito. Che queste interpretazioni e giochini siano serie o meno, l’elenco si perde lungo una linea infinita di tempo che unisce passato e futuro.
Quale sarà il prossimo significato di SPQR?

Continua a leggere con: Il sampietrino a forma di CUORE: ecco dove vederlo

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Che cos’è l’inflazione green? La rivoluzione ambientale va pagata a caro prezzo

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

“Draghi dovrà trattare con Milano”. Intervista a GIANLUIGI PARAGONE

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Abbiamo incontrato Gianluigi Paragone, uno dei candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative del Comune di Milano. 

“Draghi dovrà trattare con Milano”. Intervista a GIANLUIGI PARAGONE

Che cosa significa fare il sindaco di Milano in questo periodo? Che cosa può ottenere il sindaco di Milano dal governo di diverso da ora?

Il sindaco di Milano a differenza di questo governo è eletto dai cittadini. Avrà un potere negoziale enorme per trattare con un governo che è presieduto da un nominato mai votato, ha un ministro della salute che è bollito e un ministro dell’Economia che è un altro burocrate.

Milano non è una città qualunque. Noi faremo il pieno di democrazia, da sindaco comincerò andando dal ministro Franco e gli dirò: il conto della crisi non lo pagheranno i cittadini. È una crisi che avete creato voi e voi la dovete pagare. Noi vogliamo ridare un futuro a Milano: Milano non accetterà di essere minore, una Cenerentola di altre capitali europee dove tutte queste restrizioni non hanno vigore.

Noi vogliamo ridare un futuro a Milano: Milano non accetterà di essere minore, una Cenerentola di altre capitali europee dove tutte queste restrizioni non hanno vigore.

Il mio obiettivo è lasciare più soldi in tasca a cittadini, famiglie e imprenditori, la mia fiscalità sarà abbattuta. Loro che sono amici delle banche e del sistema trovassero loro i soldi per coprire questa esigenza fondamentale per rilanciare Milano.

Invece di dare la caccia ai no vax che “invadono” le stazioni o che avrebbero delle armi o che sarebbero spacciatori di fake news, alla Lamorgese dirò di venire con noi alla stazione Centrale, in piazzale Corvetto in via Argelati e in mille altri posti dove i delinquenti sono veri e gli spacciatori di droga continuano a vendere merda e veleno. Basta con le bugie della propaganda draghiana.

Come Milano Città Stato ci battiamo perché Milano possa avere poteri all’altezza delle grandi città europee, tutte caratterizzate da un tipo di autonomia che Milano non vede neppure con il binocolo. Come agiresti perché Milano possa avere più potere?

Oggi Milano è nelle mani di chi ha costruito gli immobili come asset dei bilanci e non come fulcro della società, insomma è nelle mani di poteri non milanesi. Un tempo la casa era la mattonella di appoggio della gente comune, Milano dava possibilità anche ai figli degli operai di scalare la società, oggi gli immobili sono asset drogati dei bilanci dei fondi. Questo sistema di relazioni Sala ce l’ha in casa, letteralmente, a Milano vedi che le multinazionali hanno tutti i vantaggi del mondo e questo non è lo spirito di Milano.

oggi Milano è nelle mani di poteri non milanesi

C’è anche da dire una cosa importante in questo momento: non accetto il discorso di discriminare i milanesi e di dividere la città. Tra Green Pass sì, Green pass no, tra vaccinati e non, tra strisce blu e strisce bianche (tante le prime, poche le seconde), tra zone residenziali gold e lotterie sugli alloggi popolari, tra commercianti penalizzati e multinazionali che si prendono le migliori vetrine del centro, tra area B e area C. Milano è sempre stata la grande Milano quando non negava la possibilità a nessuno e il futuro di Milano si ricostruisce ricostruendo il senso di vera comunità e dando a tutti le stesse chance.

non accetto il discorso di discriminare i milanesi e di dividere la città

Una delle cose che si amano di Milano è che è una città con il futuro negli occhi. È sempre stato così anche se mai come ora questo sguardo risulta appannato. Sembra quasi che alla Milano di oggi sia stato rubato il futuro.

Per Sala e quelli del suo circoletto il futuro è rappresentato dal Bosco Verticale, che è un’idea contronatura. I boschi sono sempre stati orizzontali, in cui devi curare il verde e la sicurezza di chi li frequenta. Questi hanno come idea del futuro quella di uno skyline invece che un orizzonte.

Tu sei sempre stato critico dell’Unione Europea. Però Milano ha il cuore in Europa: come vedi il rischio che questa Europa si sgretoli o che la gestione di questa crisi renda Milano renda sempre più staccata e periferica rispetto al cuore dell’Europa?

Milano è sempre stata internazionale. Già all’inizio del Novecento con l’esposizione universale era già internazionale. Il liberty è espressione di una architettura internazionale. Oggi Milano non è internazionale, è globalista: vogliono standardizzare Milano ed elidere la sua forza. Non ho bisogno della patente che usa Sala con l’Expo perché Milano sia internazionale. L’internazionalità di Milano è un’altra. La gente pensa che la brugola sia un arnese invece era il nome del commendator Brugola che l’ha inventata e che è l’esempio del milanese che con la valigetta va a conquistare i mercati. Il futuro di Milano è ridare la possibilità ai milanesi di andare con la valigetta a conquistare i loro mercati nel mondo, una libertà che oggi gli viene negata. Perché i commercianti devono perdere il negozio perché arriva la multinazionale con la sua vetrina unica. La storia di Armani non inizia come sarto ma come vetrinista. La forza di Milano è sapere mettersi in vetrina. Ma se le vetrine sono tutte uguali, standardizzzate, Milano non è più la vetrina del made in Italy ma resta una città globalista. Sala è un sindaco globalista.

Il futuro di Milano è ridare la possibilità ai milanesi di andare con la valigetta a conquistare i loro mercati nel mondo, una libertà che oggi gli viene negata.

Sala è spesso un tuo bersaglio. Come giudichi la sua linea green con cui sta caratterizzando la sua campagna elettorale?

Sala è interscambiabile con la destra. Lui fa le piste ciclabile per dire che ha realizzato x chilometri, ma non gli interessa la sostanza. Io nella ciclabile devo sentirmi sicuro, paradossalmente quando vado in bici mi sentirei più sicuro fuori dalle piste ciclabili. Non puoi restringere le carreggiate nelle arterie più importanti perché altrimenti incanali il traffico. Vuoi fare il sindaco green con le ciclabili però aumenti il traffico e l’inquinamento.

Intendi che la politica di Sala per Milano sia una politica di facciata, ma che dietro nasconda il vuoto?

Oggi si guarda molto al senso estetico di ogni cosa. Questo immobile di via Antonini era figo perché assomigliava a una vela. Compriamo ormai le cose solo per senso estetico. Un paese che chiede il green pass per andare a mangiare, che chiede mille firme per fare una minima attività, consente di costruire un palazzo in cui il cappotto è ignifugo e nessuno ne risponde. Andiamo a vedere la case di una volta. Stanno ancora in piedi. Erano case semplici, ma sode. La casa di ringhiera ha dentro il Dna del futuro di Milano. Questa è Milano. La casa di ringhiera che si nasconde dietro la facciata, non la facciata molto figa con dietro il nulla.

Questa è Milano. La casa di ringhiera che si nasconde dietro la facciata, non la facciata molto figa con dietro il nulla.

In un periodo in cui ltalia ci sembra caduta vittima del suo peccato originale che ne ha determinato i suoi numerosi disastri, il centralismo, noi proponiamo invece un ribaltamento dell’amministrazione e dei poteri, con un modello centrato su una forte autonomia locale, il cui centro di potere diventino le città e le aree omogenee. Un modello che riprende alcuni aspetti della Svizzera. Come ti pone rispetto a questa idea?

La forza dell’Italia e del made in Italy è la forza della somma delle sue identità. È impossibile replicare una città, un paese, un’area con quella vicina. Anzi si sono sempre sfidati a chi fa meglio. Nelle nostre stesse città le famiglie si sfidavano a colpi di case, di torri, di monumenti. O liberiamo la forza di questo Paese, che è l’identità, oppure perdiamo. La forza di Milano è che ha la testa in Europa. Palermo ha la testa nel Mediterraneo. Venezia, Torino o le altre hanno ognuna caratteristiche profondamente diverse.

Le città devono essere libere di avere una voce di spesa proporzionale alla forza del loro status. La possibilità di generare una politica che fa bene alle città fa bene anche all’Italia. Possiamo scontrarci sul lambrusco di Sorbara o di Reggio Emilia, però viene venduto il lambrusco nel mondo anche se qui ci scontriamo su quale sia il migliore. Se tu chiedi a Rotterdam un chilo di pane ti dà quella roba qua, se lo chiedi in Italia ce ne sono infiniti tipi. Lo stesso per il vino, per la pasta. O ci riappropriamo di questa forza del made in Italy oppure saremmo le vittime della globalizzazione. E Sala è il sindaco della globalizzazione.

Le città devono essere libere di avere una voce di spesa proporzionale alla forza del loro status. La possibilità di generare una politica che fa bene alle città fa bene anche all’Italia

Tornando al potere del sindaco, con Milano Città Stato intendiamo un sindaco che sia come quello delle metropoli europee che, di fatto, ha lo status di un ministro e tratta alla pari con il presidente del consiglio. Al momento invece il sindaco di Milano ha una grande visibilità ma di fatto è uno dei tanti sindaci che deve passare tramite l’ANCI o la Regione Lombardia per vare valere ogni suo diritto al governo.

Boris Johnson ha potuto guidare il processo della Brexit perché ha fatto il sindaco di Londra. Sala vorrebbe guidare il rinnovamento nazionale nel tema del green ma è solo una trovata di comunicazione che non ha alcun nesso o impatto nella vita politica della nazione.

Il palazzo deve capire che l’autonomia fa bene all’Italia. Se io ti do autonomia io to do la possibilità di accrescere il PIL italiano. Sappiamo bene che il made in Italy è uno dei brand più popolari del mondo. Il made in Italy la somma di food, experience, stile di vita, non è una singola cosa, ma la somma di cose diverse che creano una unità unica. Milano è tanto, la puoi guardare sull’aspetto turistico o industriale. Però, industriale: guardiamo come abbiamo assistito al declino della grandi famiglie industriali milanesi. È mai possibile che la Pirelli sia salvata da un fondo cinese? E ancora, pensiamo alla storia dei vecchi capitani di impresa: Rusconi o Del Vecchio uscivano dai Martinitt. Fateci fare quello che sappiamo fare. Però senza soldi non si canta messa.

Il palazzo deve capire che l’autonomia fa bene all’Italia

Quindi uno dei cambiamenti che ti poni di apportare è un diverso rapporto di Milano con il governo, esatto?

Draghi dovrà trattare con Milano. Perché tutti i soldi che Milano dà a Roma devono essere funzionali a Milano. I soldi che Draghi prende dai mercati lui li deve riportare a Milano ma non per fare le cose che vuole Bruxelles. Questi sono stati capaci di mettere Milano una succursale di Bruxelles, una città dove non ci spenderei un’ora. L’idea di Draghi non c’entra nulla con lo sviluppo d’Italia, ma soprattutto non c’entra nulla con lo sviluppo di Milano. Lo stesso vale per Torino o per Napoli: le città devono essere responsabili dello sviluppo dell’Italia.

L’idea di Draghi non c’entra nulla con lo sviluppo d’Italia, ma soprattutto non c’entra nulla con lo sviluppo di Milano

Tre priorità dei tuoi primi 100 giorni da sindaco?

  1. Via area B e area C. Tutt’e due
  2. Piano parcheggi: 33% strisce bianche, 33% blu, 33% gialle
  3. Tutte le scuole avranno tamponi gratuiti fatti dal personale sanitario che Roma ha sospeso

Nei primi 100 giorni un terzo del tempo lo impiegherò nei cantieri, con la polizia locale e nei mercati. Perché mai come nel momento della ripartenza devi dare fiducia agli operatori. I controlli non devono essere penalizzanti ma dove effettivamente ci sono problemi. Poi metteremmo la tassa di soggiorno proporzionale al livello degli alberghi.

Hai la possibilità di un appello finale ai cittadini

Invito gli elettori di centro destra a ricordarsi che i pezzi principali dello stesso stanno governando con Speranza, Draghi, Lamorgese e Di Maio.

Continua la lettura con: I torti della maggioranza

ANDREA ZOPPOLATO

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I 7 GRATTACIELI più IMPRESSIONANTI in arrivo nel MONDO

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Credits: wisebizrealty - Jeddah Tower

Il più sottile, il più panoramico, il più alto del mondo. Ecco dove e quando verranno realizzati.

I 7 GRATTACIELI più IMPRESSIONANTI in arrivo nel MONDO

#1 La Steinway Tower a New York sarà il grattacielo più sottile al mondo

Credits: pinterest – 111 west 57th street

La Steinway Tower è un grattacielo residenziale di soli 60 appartamenti in costruzione a Manhattan, al 111 west 57th street, a fianco del Central Park. I lavori sono giunti alla fase finale e quando sarà concluso sarà il grattacielo più sottile al mondo grazie al rapporto tra base e altezza di 1:24: alto 435 metri e largo 24×18 metri alla base. Una particolarità: la scanalatura sul lato sud aumenta progressivamente con l’altezza, dando l’idea che il grattacielo “scompaia nel cielo”

#2 “The Tower” il grattacielo di Dubai. In cima una “Pinnacle Room” a forma di bocciolo con terrazze panoramiche

Credits: archpostdecostruttivista.altervista.org – The Tower a Dubai

Progettata dall’architetto Calatrava, “The Tower” sarà la torre più alta di Dubai con circa 930 metri di altezza, battendo il record del Burj Khalifa di 100 metri. I lavori dovrebbero concludersi nel 2021 dopo alcune vicissitudine giudiziarie che li avevano rallentanti. Sulla sommità verrà posto un faro e la “Pinnacle Room” che offrirà una vista a 360° sulla città. Il design si ispira al fiore del giglio, con in cima il bocciolo ovale che ospiterà alcune delle terrazze panoramiche.

#3 Il più alto edificio della Malesia con 680 metri, tra i primi al mondo

Credits: turnerconstruction.com

Il Merdeka PNB 118 con i suoi 680 metri diventerà l’edificio più alto della Malesia, togliendo il primato alle Torri Petronas, e si classificherà tra i primi al mondo. Sono previsti 83 piani di spazi per uffici premium, mentre il lussuoso hotel Park Hyatt prenderà la residenza ai piani più alti, con circa 250 camere e suite, progettate per abbracciare le impareggiabili viste panoramiche sullo skyline della città. Fine lavori previsti entro l’anno.

#4 One Tower a Mosca, un prisma smussato con facciate in vetro sfumato

Credits: Sergey Skuratov Architects – One Tower Mosca

One Tower è un grattacielo residenziale in costruzione lungo il MIBC nel quartiere Presnensky di Mosca, con la forma di un prisma smussato con facciate in vetro sfumato. La sua altezza al completamento nel 2024 sarà di 442,8 metri con 109 piani.

Ecco tutti i record che batterà: sarà l’edificio più alto di Mosca e il secondo edificio più alto in Russia e in Europa, il primo edificio in Europa con più di 100 piani fuori terra e avrà il ponte di osservazione più alto d’Europa al 100° piano. Come edificio residenziale, sarà il più alto d’Europa e il secondo più alto del mondo dopo la Central Park Tower di New York City.

#5 Torch Tower a Tokyo ha la forma ispirata a una torcia e il nome è stato scelto nella speranza che la torre “illumini” il Giappone

Credits: yna_tokyo IG – Torch Tower

Il grattacielo Torch Tower sarà il punto focale di un quartiere in riqualificazione chiamato Tokyo Torch. La sua forma ispirata a una torcia e il nome è stato scelto nella speranza che la torre “illumini” il Giappone. Nel 2027 a conclusione dei lavori con i suoi 390 metri di altezza diventerà sarà l’edificio più alto del Giappone, superando i 300 metri dell’Abeno Harukas di Osaka. Una degli ambienti più particolari sarà il grande parco all’interno, con alberi e colline, dal quale le persone potranno osservare la città dall’alto.

#6 Il Wuhan Greenland Center in Cina, una forma aerodinamica unica che combina i concetti chiavi della modellazione

Credits: arquialtura.world IG – Wuhan Greenland Center

Wuhan Greenland Center è un grattacielo in costruzione a Wuhan, in Cina. Si presenta con forma aerodinamica unica che combina tre concetti chiave di modellazione: un corpo affusolato, angoli leggermente arrotondati e una parte superiore a cupola per ridurre la resistenza al vento e l’azione del vortice che si accumula attorno alle torri supertall.

A causa della regolamentazione dello spazio aereo, è stato necessario riprogettare l’edificio, in modo tale che esso non superasse l’altezza di 500 m sul livello del mare: l’altezza definitiva sarà di 476 metri, a fronte dei 636 inizialmente previsti. L’inaugurazione è programmata per il 2022.

#7 “Kingdom Tower” o “Mile Tower” in Arabia Saudita sarà il più alto grattacielo al mondo, il primo a superare 1 km in altezza e i 200 piani

Credits: wisebizrealty – Jeddah Tower

La Kingdom Tower è in costruzione a Jeddah, un’importante città portuale sulla costa del Mar Rosso dell’Arabia Saudita. Al momento i lavori sono bloccati a causa di alcuni problemi di corruzione delle aziende appaltanti, ma la sua conclusione non è stata messa in dubbio.  Dopo il suo completamento, la Kingdom Tower sarà l’edificio più alto del mondo raggiungendo 1.008 metri d’altitudine e i 200 piani.

Continua la lettura con: I GRATTACIELI del futuro sono in LEGNO: seguirà questa strada anche Milano?

FABIO MARCOMIN

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Le deliziose VILLETTE del vicolo nascosto in zona LORETO

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Credits: @h.urlof IG

Spesso camminiamo così distratti, così convinti di conoscere già a memoria le strade, che non notiamo la bellezza di alcuni luoghi un po’ più nascosti dal resto. Questo vale anche per Milano e i milanesi. Milano è grande, è bella, è impossibile scoprirla tutta, quindi sì a volte è meglio cercare i particolari. Questo vale certamente anche in uno dei suoi quartieri più conosciuti: Loreto. Andiamo alla sua scoperta insieme al blog.urbanfile.org

Le deliziose VILLETTE del vicolo nascosto in zona LORETO

# La via nascosta

Credits: blog.urbanfile.org
via della Majella

Tra i civici 66 e 68 di viale Abruzzi, c’è via privata della Majella, un vicolo cieco lungo poco meno di 100 metri, che nasconde delle villette molto carine. Un tempo strada privata, si notano ancora infatti dei piloni prima uniti da una catena, oggi è tranquillamente possibile andare a vedere le sue deliziose ville.

Molte case della strada sono in uno stile liberty, la maggior parte costruite tra il 1912 e il 1925/28. La via, dedicata al massiccio montuoso dell’Appennino centrale della Majella, necessita certamente di un rinnovamento urbano, o comunque di maggiore cura, ma fin dal suo civico 1 le villette sono tutte da vedere.

# La villetta tra il civico 1 e 3

Credits: blog.urbanfile.org
Civico 1

Tra il civico 1 e il civico 3 c’è una villetta di colore giallo molto particolare. Con un piano rialzato, primo piano e un secondo piano arretrato. La particolarità della casa sta proprio nel bovindo in facciata, una finestratura che non segue la linea del muro ma che sporge oltre. La casa è chiaramente in stile liberty e d’impatto è anche il suo decoro floreale sopra la finestra.

# La casetta del civico 5

Credits: blog.urbanfile.org
Civico 5

Altra villetta particolarmente carina è quella a fianco di quella appena descritta. Ci troviamo al civico 5 e qui c’è una casa realizzata dell’Ingegnere Eugenio Crespi nel 1923. Anche questa in stile liberty, il restauro di qualche anno fa e il fatto che sia stata rialzata di un piano ha fatto perdere parte dello stile caratterizzante della casa.

# Le due palazzine del civico 12 e 14

Credits: blog.urbanfile.org
civico 12 e 14

È il lato sinistro della strada, quello con i numeri dispari, a vantare delle più belle villette di via Majella, ma a volte il lato destro non è da meno. Infondo alla via, al civico 12 e 14, ci sono due palazzine realizzate in stile eclettico. Sono state costruite nel 1924 ma richiamano, almeno parzialmente, uno stile medievale con le finestre ogivali e i mattoni.

Fonti: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: Via ROVANI: l’anima RINASCIMENTALE di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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I torti della maggioranza

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Maggioranza bulgara in Austria

La storia è costellata di maggioranze che hanno adottato comportamenti che con il tempo si sono rivelati sbagliati.

Esempi noti vengono già dal passato.
La maggioranza democratica di Atene ha portato alla morte di Socrate.
In tempi più recenti ha dominato la teoria aristotelico-tolemaica del mondo al centro dell’universo che era considerata un dogma in quanto rispettava una lettura delle sacre scritture. Questa opinione della maggioranza ha portato al rogo di Giordano Bruno e l’abiura, e la successiva segregazione di Galileo Galilei.

Fascismo e nazismo sono arrivati al potere con libere elezioni. E non è un mistero che finché hanno mantenuto un potere effettivo hanno goduto del favore della grande maggioranza dei loro popoli.
Le stesse leggi razziali erano conseguenza di un pensiero dominante in buona parte d’Europa del primato di una razza sulle altre.

Lo stalinismo e i regimi comunisti ufficialmente erano avallati da ampie maggioranze di consenso. Si definisce ad esempio “bulgara” una maggioranza quasi unanime nei voti.

Quando la maggioranza si mette assieme all’idea giacobina che il fine giustifica ogni mezzo questo porta a effetti disastrosi sulla comunità.
Anche perché la caratteristica della maggioranza è spesso quella di assecondare l’idea e il potere dominante. E di trattare la minoranza con idee differenti in modo dispregiativo, adottando tecniche di bullismo sociale.

Invece in una democrazia sono proprio le minoranze il motore dell’evoluzione, a garantire il dibattito e la crescita civile e culturale della società.
Se la maggioranza si sente in diritto di imporre qualunque decisione sulla minoranza una società perde qualunque caratteristica democratica e assume l’aspetto tipico della dittatura.

Continua la lettura con: La supercazzola è il vero fine

MILANO CITTA’ STATO

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Droni TAXI e BUS volanti: è questa la Milano del FUTURO?

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Credits lemacchinevolanti - Auto volante

Blade Runner diventerà presto realtà? Ecco come ci si potrebbe spostare nei prossimi anni.

Droni taxi e bus volanti: è questa la Milano del FUTURO?

# La “Urban air mobility” rivoluzionerà il trasporto nelle città

Taxi volante

In futuro la “urban air mobility” potrebbe rivoluzionare il trasporto nelle città. Detta anche “mobilità verticale”, il nuovo modo di muoversi vedrà velivoli di diverse dimensioni decollare e atterrare su piattaforme installate in cima a palazzi e grattacieli. Si potranno compiere voli e spostamenti a corto raggio attraversando la città in un mondo a emissioni zero. Skygate sarà il primo polo aeronautico italiano, tra Collegno e l’Aeroporto di Torino, dove dovranno essere appositamente rinnovate delle infrastrutture per realizzare il nuovo campo di aviazione per la “Uam”.

# Il Politecnico di Torino e l’Enav al centro del progetto italiano

Credits studyinpiemonte – Politecnico di Torino 

Nel progetto sono coinvolti anche il Politecnico di Torino e l’Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, che dovrà coordinare i flussi aerei d’alta quota con quelli a bassa quota della mobilità aerea urbana. All’interno del simulatore virtuale dell’aeroporto di Torino verrà testato il prototipo di un Hub aeroportuale tradizionale integrato con il traffico della “Urban air mobility”. All’interno dello SkyGate Digital Twin i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria aeronautica e spaziale del Politecnico di Torino simuleranno le meccaniche del volo e le prestazioni operative dei veicoli a decollo verticale. Infine con il Centro interdipartimentale Full verrà testato un modello dinamico in 3D, con l’obiettivo di analizzare le esigenze di spostamento all’interno di un’area urbana, e definire l’ideale posizionamento dei futuri “vertiporti”.

# Un giro d’affari mondiale di 70 miliardi di euro e oltre 35.000 mezzi volanti in circolazione

Credits techmobilty2030 – Auto volante

Secondo le stime nel 2035 dovrebbero esserci oltre 35.000 velivoli in circolazione nei cieli delle città del mondo oltre alle centinaia di migliaia di droni per il trasporto passeggeri e merci. Il giro d’affari complessivo è calcolato in circa 70 miliardi di euro. La “Urban air mobility”, grazie alle tecnologie digitali, Big data, Analytics e Artificial intelligence, avrà un impatto significativo sulla decongestione del traffico automobilistico nelle città e sull’inquinamento dell’aria rendendo obsoleti gli attuali divieti di circolazione.

Continua la lettura con: Arrivano i TAXI VOLANTI: da Malpensa a Milano Centrale in 15 minuti

FABIO MARCOMIN

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Le TRE migliori SPIAGGE d’ITALIA: la classifica di fine estate

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Credits ludovica.difrancesco.35 IG - Singita Miracle Beach

Per il sesto anno da una giuria di esperti radunata da Mondo Balneare, il portale di riferimento per il turismo in spiaggia, ha stilato la classifica dei migliori stabilimenti balneari della Penisola. Scopriamo i vincitori di ogni categoria.

Le TRE migliori SPIAGGE d’ITALIA: la classifica di fine estate

#1 Singita Miracle Beach di Fregene vince il premio “Best Beach” e “Best Beach Bar”

Credits ludovica.difrancesco.35 IG – Singita Miracle Beach

Lo stabilimento Singita Miracle Beach di Fregene vince il premio Best Beach per il miglior stabilimento in assoluto. Famoso per le sue serate dal dress code white, i teli a terra e il rituale del gong al tramonto la spiaggia laziale è stata premiata con questa motivazione: “per aver creato un nuovo modo di vivere la spiaggia, fatto di libertà, emozioni, intrattenimento e tutela dell’ambiente, riuscendo anche a reinventarsi in questo complesso periodo pandemico, senza snaturarsi. Attraverso le selezioni musicali adatte a ogni momento della giornata e i contenuti artistici di qualità tra pittori, scultori, fotografi e performer, Singita riesce a trasformare una semplice giornata al mare in un sogno.”

Anche il premio Best Beach Bar è stato vinto dalla spiaggia di Fregene, assegnato ai migliori lidi specializzati in party, happy hour, ristorazione e cocktail. A seguire lo stabilimento pugliese dal Rilcado Beach di Chiatona, in provincia di Taranto, e da La Roca Solarium Beach di Manfredonia.

 

#2 Sabbia D’Oro Beach Club di Scanzano Jonico vince il “Best Beach Design”

Credits rocco211 IG – Sabbia d’Oro

Il primo posto per la categoria di “Best Beach Design”, dedicata agli stabilimenti innovativi dal punto di vista dell’architettura e dell’arredamento, è andato al Sabbia D’Oro Beach Club di Scanzano Jonico, in Basilicata. Sul podio anche il Kamoke Beach di Rimini in Emilia-Romagna e i Bagni 77 di Senigallia.

#3 Il premio “Best Italian Beach” è vinto dal Lido Baiadèra di Oliveri in Sicilia

Credits mondobalneare IG – Lido Baiadera

L’ultima categoria “Best Italian Beach”, che premia “i più tradizionali stabilimenti balneari all’italiana”, ha visto primeggiare il Lido Baiadèra di Oliveri, in provincia di Messina, abbracciato da un panorama mozzafiato, a 300 metri dai laghetti di Marinello. Al secondo e terzo posto troviamo rispettivamente il lido Cala San Giovanni di Polignano a Mare e l’Aloha Beach di Follonica

 

Continua la lettura con: POP CORN BEACH: la spiaggia ricoperta di pop corn

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Cara Michela Murgia, ha visto quante poche donne candidate alle elezioni? Altro che lo schwa

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Nasce l’AEREO-BAR per VIAGGIARE anche da fermi. Un’idea per Linate?

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Credits: xluxuo.com

Ci troviamo sulle coste di Pattaya, in Thailandia, dove un piccolo bar chiamato “Coffee War” ha voluto ampliare la propria attività in maniera eccentrica. Infatti, ha acquistato un intero aereo di linea dismesso per offrire nuovi tavoli in un contesto del tutto diverso.

Nasce l’AEREO-BAR per VIAGGIARE anche da fermi. Un’idea per Linate?

# Un’atmosfera che si era persa da tempo

Credits: denz.media

Per chi ama esplorare posti lontani, il viaggio in aereo è una parte essenziale del tragitto. Ci sono dei riti che scandiscono quei momenti, fino all’atterraggio nel luogo che si attendeva di visitare da tempo. La pandemia, tra i suoi effetti nefasti, è riuscita a strappare via anche questi momenti. “Coffee War” è proprio partito da questo problema e si è mobilitato per donare l’effetto di stupore di quei viaggi, in attesa di poter ripartire davvero.

I proprietari del bar hanno riconvertito un aereo commerciale per trasformarlo in una caffetteria, che ora offre tutti i tipi di servizi. Alcune cappelliere sono state ripensate come tabelloni per i menù ed è presente un’area con il bancone e una varietà di bevande esposte pronte ad essere servite. I clienti potranno sedersi sulle comode poltrone, anche in prima classe, e chiudere gli occhi, immaginando di essere diretti verso un luogo lontano. Il tocco di classe, inoltre, è la possibilità di visitare la cabina di pilotaggio e scoprire come è strutturata.

# La diffusione di un’idea vincente

Credits: xluxuo.com

Le voci riguardanti il modello adottato dal piccolo bar sulla costa non hanno tardato molto a diffondersi. Nella sede di Thai Airways, a Bangkok, hanno deciso di seguire l’idea, aprendo un ristorante arredato come se fosse la cabina di un aereo. Il locale potrebbe sembrare meno immersivo di un aereo vero e proprio, ma offre la possibilità di essere serviti da hostess con la divisa ufficiale della compagnia aerea. Sedersi e mangiare su questi comodi sedili e ascoltare gli annunci che invitano ad allacciarsi le cinture, pronti per la partenza, è sicuramente una sensazione che merita di essere riscoperta. Nell’attesa che la situazione globale migliori, l’idea giusta è quella di provare soluzioni alternative e vincenti. Potrebbe essere un’idea da importare a Milano, magari a Linate?

Continua a leggere con: Il VOLO AEREO più corto del mondo: un viaggio di 53 SECONDI

MATTEO GUARDABASSI

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Le Venezie del mondo: le CITTÀ sull’ACQUA più belle del Pianeta

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Credits c_o_m_m_a_n_d__o IG - Allepey

Venezia è unica. Canali al posto di strade, gondole al posto di auto. Ma esistono altri luoghi nel mondo che in qualche modo provano a rivaleggiare con la Serenissima. Vediamo le altre “Venezie” nel mondo con l’aiuto di SiViaggia.

Le Venezie del mondo: le CITTÀ sull’ACQUA più belle del Pianeta

#1 Allepey, in India, ha 1.500 km di acqua tra canali, fiumi e laghi navigabili a bordo delle backwaters

Credits c_o_m_m_a_n_d__o IG – Allepey

Alleppey si trova nel Kerala, uno degli stati meridionali dell’India. Nella città si diramano canali, lagune, laghi e fiumi per 1.500 km che è possibile navigare a bordo delle famose backwaters. Queste imbarcazioni, che vengono solitamente usate dai cittadini per i trasporti e la pesca, consentono ai turisti di vivere un’esperienza unica e indimenticabile.

#2 Hoi An, in Vietnam, è patrimonio mondiale Unesco. Famosa per gli edifici pittoreschi affacciati sui canali

Credits nhatbon86-pixabay – Hoi An

Il centro storico di Hoi An, in Vietnam, è un noto sito patrimonio mondiale dell’UNESCO. Ci sono moltissimi corsi d’acqua che si snodano nella città con edifici pittoreschi e viottoli caratterizzati da lanterne.

#3 Bangkok, la “Venezia d’oriente”

Credits jasongrose69 IG – Bangkok

Bangkok per tutto il XIX secolo era soprannominata la “Venezia d’Oriente”, per questo una tappa imprescindibile nella capitale thailandese è il giro in barca per i canali. La città vanta templi tradizionali, serre e palazzi con luci lampeggianti, ma l’elemento più caratteristico del centro sono appunto i numerosi canali con mercati galleggianti che si diramano dal fiume Chao Phraya. Le barche lungo il canale Khlong Saen Saeb sono spesso utilizzate per visite turistiche.

#4 Suzhou, una delle principali attrazioni turistiche della Cina

Credits streetsshanghai IG – Suzhou

La città di Suzhou, in Cina, è famosa i suoi canali su cui affacciano le case storiche dall’aspetto rustico. Insieme ai ponti di pietra che collegano la città, le pagode e i giardini dal design complesso hanno contribuito a rendere Suzhou una delle principali attrazioni turistiche del Paese.

#5 Ganvie, la “Venezia d’Africa” con oltre 300 anni di storia

Credits haus_oft IG – Ganvie

Ganvie, il più grande villaggio lacustre dell’Africa, è costruito su palafitte nel mezzo del lago Nokoué nel sud del Benin. Il villaggio, chiamato anche “La Venezia d’Africa”, fu fondato nel XVII secolo da persone in cerca di pace e sicurezza durante la tratta degli schiavi. Oggi ci sono circa 3000 palafitte e ci vivono oltre 20.000 persone e il villaggio comprende anche un ospedale, una scuola e un ufficio postale. 

Continua la lettura con: I 10 BORGHI SULL’ACQUA più BELLI d’Italia: dalla Venezia umbra al paese con la cascata in centro

FABIO MARCOMIN

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🛑 5 VIE: via al CANTIERE più atteso del centro di Milano

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Credits: fcmagroup.it progetto per Via Santa Marta

Il quartiere centrale “a forma di stella” di Milano sta per essere rinnovato. Si sta parlando di 5vie, la zona milanese formata dall’incrocio delle Contrade, oggi dette vie, del Bocchetto, della Zecca, di Santa Marta, di Santa Maria Podone e di Santa Maria Fulcorina. Un quartiere che esiste fin dall’epoca romana, uno dei più antichi della città. Vie incastrate, piccoline, e illuminate, vie che hanno “creato” il design della grande Milano, ma anche vie che creano un quartiere che ha assolutamente bisogno di essere rinnovato.

5 VIE: via al CANTIERE più atteso del centro di Milano

# Una lunga storia

Credits: blog.urbanfile.org
5 vie

Il quartiere 5vie, proprio perché presente nel capoluogo lombardo da secoli, avrebbe una lunga storia da raccontare e testimoniare. È però negli anni Trenta del Novecento, prima della Seconda Guerra Mondiale, che un progetto risanatore della città non ha fatto altro che rovinare alcune zone centrali, tra queste: 5 vie. Si era progettato di demolire il Bottonuto, il quartiere a Sud del Duomo ritenuto malfamato e degradato, di seppellire la Cerchia dei Navigli per permettere alle auto di scorrere meglio e di realizzare una strada che collegasse San Babila a piazza Cadorna. È quest’ultima idea che ha portato alla demolizione di numerosi palazzi. La famosa Racchetta, nome della strada, aveva fatto una strage e i successivi bombardamenti della Guerra peggiorarono la situazione. Così al posto di due edifici di 5vie, precisamente in via Santa Marta 1 e via Zecca Vecchia 2, ci sono due buchi.

# Il progetto risanatore tanto atteso

Credits: fcmagroup.it
progetto per Via Santa Marta

Sembrerebbe che questi due grandi “buchi” stanno per essere coperti. Un progetto tanto atteso a cui però non si è mai creduto, non si è mai pensato ad un’effettiva realizzazione. Invece sì, FCMA ha pubblicato il progetto di Arassociati che prevede la ricostruzione di due edifici: quello in Via Santa Marta 1 e in via Zecca Vecchia 2. Il periodo di realizzazione dovrebbe essere stato fissato, i lavori dovrebbero iniziare nel 2022 e durare fino al 2025. Intanto, non lontano dalle due nuove palazzine continuano i cantieri di riqualificazione dell’ex garage Sanremo che diventerà un complesso ricettivo.

 

Fonte: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: LE 5VIE: il quartiere più antico di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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La superca**ola è il vero fine

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Amici miei

Con la nascita del pensiero razionale della filosofia nacque anche la scuola dei sofisti che ispirati da Zenone introdussero la possibilità di manipolare il pensiero attraverso un ragionamento in grado di frantumare i principi della razionalità.

Celebre è il paradosso di Achille e la tartaruga. Anche se è evidente che Achille sia più veloce della tartaruga se si accettano alcuni presupposti logici si arriva all’assurdo che il veloce Achille non potrà mai riuscire a raggiungere la tartaruga.
Metodo che viene ironicamente replicato da Tognazzi che in Amici Miei intorta il vigile urbano con la supercazzola.

Una tradizione che si pone in antagonismo con gli empiristi e va contro il principio base del rasoio di Occam che consiste nel favorire sempre la soluzione più semplice e immediata che riesce a risolvere il problema. Che poi è la base della ricerca scientifica.
L’opposto del metodo scientifico è la manipolazione della realtà.

La manipolazione si basa sul fatto che una soluzione è data per assodata, a priori della ricerca e della sua verifica sperimentale. Come nella Scolastica si era impegnati a dimostrare l’esistenza di dio che era vera per definizione, la manipolazione usa tutte le armi della retorica per dimostrare che la soluzione scelta a priori sia quella ottimale anche se non risolve il problema.

Il processo sofisticato della manipolazione non è alterare la realtà. Ma, data una realtà evidente, è di fare accettare una conseguenza che non solo non risolve il problema ma che contrasta i principi della razionalità.

Nel momento in cui attraverso la manipolazione si fa accettare a una persona che Achille non raggiungerà mai la tartaruga, a quel punto quella persona accetterà qualunque tipo di messaggio che non ha alcuna rispondenza con la logica razionale.

Se si accetta la contraddizione logica che uno strumento X che si rivela incapace di risolvere un problema si deve utilizzarlo ancora di più, si accetterà qualunque tipo di messaggio che viene proposto, anche quelli completamente scissi da qualunque logica razionale.

Il vero fine di qualunque sistema di potere è la supercazzola: avere un controllo manipolativo su tutte le persone in modo che eseguano in modo automatico qualunque disposizione, soprattutto quelle che contrastano con la logica razionale e che non hanno alcuna rispondenza con la realtà.

Continua la lettura con: il fascino discreto della servitù

MILANO CITTA’ STATO

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Italia regina dello STREET FOOD, ecco i più famosi da Nord a Sud

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Credits: @ sicilyinfood IG

L’Italia fa del cibo una tradizione importante. Che sia dolce o salato, da passeggio o al cucchiaio, i piatti possono essere gustati letteralmente ovunque, grazie allo street food. Quali sono i più famosi? 

Italia regina dello STREET FOOD, ecco i più famosi da Nord a Sud

# Tradizioni del luogo

Ci possono essere mille motivi per cui decidiamo di mangiare in strada: la notte tardi o allo stadio i food truck rappresentano forse l’ultima spiaggia; possiamo avere fretta ed essere costretti a questo tipo di scelta.
Qualunque sia il motivo, facciamo con il portale siviaggia.it un viaggio insieme alla scoperta di questo immenso patrimonio culturale, venduto e consumato per strada?

# Street food al Nord: cicheti e fugassa

Credits: cottoecrudo.it – Focaccia

Sembra già di sentire scalpitare gli amici del Centro e Sud Italia, ma la prima tappa in ordine esclusivamente geografico, dobbiamo farla a Nord per parlare dei cicheti veneziani.
In origine piccoli assaggi di cibo, necessari per assorbire un’ombreta de vin con la quale i mercanti erano soliti festeggiare gli affari sul Ponte di Rialto, i cicheti si sono poi consolidati nella tradizione, tanto da essere oggi una specialità veneziana da assaporare nei bacari oppure servita e consumata in strada.

A Genova la regina indiscussa della tradizione è la fugassa e lo è a maggior ragione per lo street food. Per sostituire i carboidrati, si può anche alternare con una vera prelibatezza da asporto: la farinata di ceci. Ricca e nutriente, è partita piano piano da Genova e ha conquistato il mondo.

Una tappa a Torino, per il dolce è d’obbligo. Non sembra un’usanza dei torinesi, ma per le vie del centro è facile incontrare turisti o viaggiatori per lavoro con una confezione di praline, cioccolatini e tutti i capolavori che a Torino vengono prodotti a base di cioccolato

# Le specialità del Centro Italia: piada, tigella e porchetta

Credits: assaporalaromagna.it

Entriamo di diritto nel primo tempio delle specialità dello street food, con le piade romagnole. La piadina in Romagna è un’icona internazionale, diffusa grazie anche al turismo massivo, nazionale e internazionale, che la regione attira. Si consuma per strada, ai chioschi del lungomare. Il vero classico dei classici è “crudo, squaquerone e rucola”.

Nel cosiddetto “Triangolo del Diavolo”, lo scorcio di appennino vertice di unione tra Romagna, Emilia e Toscana, la specialità è la tigella, che si porta via in un cartoccio già farcita. Ogni cartoccio ne può contenere da 3 a 6, dipende dalla fame e i condimenti più buoni sono una perfetta sintesi delle specialità locali provenienti dalle tre regioni. La mia preferita: col battuto di lardo sciolto sulla tigella calda. La vostra?

Poi c’è Roma. Roma è la capitale anche dello street food. Girare Roma per turismo è un’attività che non permette perdite di tempo, pertanto lo street food permette di pranzare continuando il giro turistico. La prima scelta è sicuramente il panino con la porchetta o uno dei mitici tramezzini. Un’alternativa più moderna è il trapizzino, rivisitazione del classico tramezzino che sta letteralmente facendo impazzire gli amanti dello street food.

# Street food del Sud: pizza, cuoppo e arancini

Credits: @
sicilyinfood IG

Il secondo tempio dello street food, per meriti oggettivi, è al Sud Italia. Secondo solo per ordine di apparizione dettato dal criterio scelto all’inizio, perché è francamente impossibile decidere quale delle specialità possa occupare il primo posto.
A Napoli c’è di tutto: dalla pizza al cuoppo. Siamo d’accordo che la pizza si può consumare da passeggio ovunque, anche a New York (è una specialità “locale”, fidatevi) ma è a Napoli che possiamo e dobbiamo accostarla. Ma il vero RE dello street food è il cuoppo, il cono di carta assorbente in cui gli street chef avvolgono la classica frittura di pesce, le verdure pastellate, i panuozzi ed ogni cibo possibile e immaginabile.
Il cuoppo con la frittura di pesce è così famoso a livello internazionale, che nelle guide per stranieri viene presentato come “pesce fritto al cono”, letteralmente in italiano e poi spiegato nella lingua del turista, per evitare sconvenienti equivoci (nessuno si aspetta di consumare gli anelli di calamari al posto del gelato, è già un bel risultato).

L’ideale viaggio si conclude in Sicilia, dove per strada si può consumare qualsiasi tipo di specialità gastronomica regionale.
Gli arancini, o le arancine, le granite, le brioches col gelato, fino alle specialità palermitane come il panino ca’ meusa e le panelle, simili alla farinata di ceci genovese, ma fritta anziché al forno: Palermo è una gigantesca teglia in cui preparare questo piatto tipico, perché «pane e panelle, fanno i figli belli»

Il segreto della cucina mediterranea è l’equilibrio tra le materie prime, i condimenti e la preparazione, a volte millenaria, delle pietanze. Quindi: occhio al colesterolo, consumare con moderazione e tenere fuori dalla portata della ketchup.

Continua la lettura con: I 5 piatti più strani della cucina italiana

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Case e Ospedali di Comunità, il piano per Milano: “Sette strutture nel 2022 e partnership con i privati”

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Per Tinder il LUOGO IDEALE per il PRIMO INCONTRO è in Alto Adige

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Tinder pubblica la classifica delle venti location ideali per il primo incontro. Oggi vi parlo di uno di questi luoghi fiabeschi.

Per Tinder il LUOGO IDEALE per il PRIMO INCONTRO è in Alto Adige

Potrebbe sembrare una umile puntata della famosa serie britannica Black Mirror, quella che detta i segreti di Tinder o comunque di tutte le app utilizzate, più o meno segretamente, da milioni di persone in tutta Italia per trovare l’anima gemella. O più semplicemente per trovare qualche ora di distacco dalla vita di tutti i giorni, alimentata dallo smartworking e da cibo e compere consegnati a domicilio ad ogni ora del giorno (e della notte).

# Tinder e la classifica delle venti location per i dates

Risulta curioso, tuttavia, sapere che lo stesso Tinder abbia stilato la classifica delle “venti location mozzafiato per i dates“. Venti, per una lista che tocca ciascuna delle regioni italiane, al fine di far sentire ciascuna di essere rappresentata.

Il podio è occupato dalle località del nord Italia: al primo posto, la Val d’Aosta, con la cittadina di Aymavilles.

aymavilles

Al secondo posto lo splendido Lago di Resia, in Val Venosta, dove Italia, Svizzera e Austria si uniscono.

La medaglia di bronzo va al Bosco Verticale di Milano.

# Curon e il Lago di Resia

Il Lago di Resia, a Curon Venosta, in Alto Adige, è un luogo più unico che raro. Si trova nelle vicinanze del Passo Resia, è il bacino d’acqua più grande della zona nord-occidentale della provincia autonoma di Bolzano ed è una meta ricca di storia, leggende e meraviglie della natura.

Credits: @netflix – Curon

Il Lago di Resia è indicato infatti come la meta ideale “per i fan di Netflix“. Per coloro che hanno amato Curon, la prima serie horror di Netflix, questo posto è semplicemente imperdibile! Tra le montagne dell’Alto Adige, l’immagine del campanile che emerge dal lago crea l’atmosfera perfetta per un primo appuntamento avventuroso e suggestivo.

Credits: @venosta.net – Campanile sommerso nel Lago di Resia

Netflix ci ha abituati al Lago di Resia come un luogo tetro e poco accogliente. Arrivati davanti al suo iconico campanile nel lago, simbolo di Curon Venosta e della Val Venosta, non si può notare che la realtà sia invece ben altra cosa. Il lago, infatti, ha in sé qualcosa di fiabesco. Il campanile spicca poco lontano dalle rive, nello specchio d’acqua chiara del lago di Resia, lungo 6,6 chilometri e largo 1.

A fargli da cornice, le montagne della Vallelunga, una delle valli più incontaminate di tutto l’arco alpino. Le immagini che trovate su internet sono spettacolari e vi assicuro che, dal vivo, il paesaggio è semplicemente mozzafiato.

# La storia del lago

La storia del lago di Resia risale agli anni Cinquanta. Una manciata di anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, furono completati i lavori di una grande diga per la produzione dell’energia idroelettrica che unì due dei tre bacini naturali del Passo Resia: il Lago di Resia e di Curon. Il Lago di San Valentino alla Muta, più a sud, è rimasto invece nel suo stato originario. L’acqua inghiottì per sempre il vecchio paese di Curon Venosta e parte del comune di Resia, che oggi giacciono a 22 metri di profondità. Gli abitanti del luogo furono costretti ad abbandonare tutto, case, masi, campi e strade, nonostante le proteste. Emigrarono poco lontano, costruendo la nuova Curon Venosta e una nuova vita.

Credits: venosta.net – il campanile di Curon visto dall’alto

A memoria del triste passato e dei paesi sommersi rimangono solo i ricordi dei pochi anziani ancora vivi e, appunto, il campanile della Chiesa romanica di Santa Caterina d’Alessandria, risalente al 1357, l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì più di 150 edifici.

Una leggenda locale narra che, nelle notti d’inverno, quando il lago ghiaccia e il campanile si può addirittura raggiungere a piedi, si sentano ancora suonare le campane (rimosse ufficialmente il 18 luglio 1959, prima della creazione del bacino artificiale).

Il lago di Resia in inverno, ghiacciato (istock)

# Curon riemersa

Nello scorso mese di Maggio, complice una serie di lavori di manutenzione da parte di Alperia (società che oggi gestisce gli impianti), sono riemersi frammenti di scale e fondamenta delle 163 case che finirono sott’acqua più di 70 anni fa. Il paese era infatti stato sommerso nel 1950 da Montedison. La diga ancora oggi produce energia per 250 milioni di kw/h all’anno.

 

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Credits: @Venosta.net – Curon prima del 1950, anno in cui venne sommersa da Montedison

Continua la lettura con: BOLSENA, il “lago di Lochness” d’Italia

LUCIO BARDELLE

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I nuovi GRATTACIELI a MATITA di New York. E se li portassimo a Milano?

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credits: corriere della sera

The sky is the only limit”, tradotto “Il cielo è l’unico limite”. Sembra essere questa concezione ad ispirare lo skyline new yorkese che si presenta al mondo con un rivoluzionario progetto: un grattacielo che ricorda in tutto e per tutta una grossa matita.

E se un grattacielo simile venisse costruito anche a Milano?

I nuovi GRATTACIELI a MATITA di New York. E se li portassimo a Milano?

# Il grattacielo-matita

credits: @reno_miles

Il suo nome è 432 Park Avenue, ma gli statunitensi lo chiamano “Pencil Towers” ed è i nuovo grattacielo di New York che sembra proprio fendere le nuvole. Progettato da Raphael Viñoly e ispirato a un secchio per la carta di Josef Hoffmann, questa costruzione appare caratterizzata da un design minimalista e privo di decorazioni. A compensare la facciata un po’ blanda dell’edificio tutto specchi, è la sua terribile altezza: 425 metri che si affacciano sul Central Park di New York. Diventa, così, l’edificio residenziale più alto del mondo.

# Perché è così INNOVATIVO?

credits: Forbes Italia

La sua innovazione la ritroviamo proprio nella sua altezza. I lotti di terreno della Grande Mela sono ormai esauriti da tempo e, quindi, per compensare l’assenza di spazio terreste, si è pensato bene di usare quello sopra le nostre teste. Così nascono i Pencil Towers, edifici dalla base squadrata e ridotta (i lati larghi solo 23 metri) che si innalzano verso il cielo creando l’immagine di tante matite messe una accanto all’altra.

# Milano, la città perfetta per questo progetto

credits: radio deejay

Stefano Boeri, urbanista e architetto che si è occupato di numerosi progetti, tra cui il Bosco Verticale, afferma che “esistono città costituite per la maggior parte da grattacieli e nel mondo nascono ogni giorno grattacieli innovativi. La tendenza a costruire edifici alti c’è sempre stata”. Milano è proprio una di queste, dove il suo skyline è ciò che caratterizza il paesaggio milanese. Rappresenterebbe la città italiana perfetta per la costruzione di questo edificio, magari prendendo spunto da New York per posizionarlo davanti al Parco Sempione. Vista spettacolare sul verde garantita.

Continua a leggere con: Arriva un NUOVO GRATTACIELO nella BILLIONAIRE’S ROW di New York

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 LETTERA degli STUDENTI del CONSERVATORIO di Milano contro il GREEN PASS

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corteo no green pass milano

Riceviamo e pubblichiamo la lettera degli studenti del Conservatorio di Milano, contrari all’obbligo del Green Pass, rivolta al Presidente Raffaello Vignali, al Direttore Cristina Frosini, ai docenti, al personale tecnico e amministrativo del Conservatorio, agli studenti del Conservatorio e i loro rappresentanti, al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e a tutti gli organi di stampa 

LETTERA degli STUDENTI del CONSERVATORIO di Milano contro il GREEN PASS

Gentilissimi tutti,
scriviamo in risposta alle e-mail dei giorni 26 e 31 agosto 2021, riguardanti l’accesso alle Università e Istituzioni AFAM consentito solamente previa presentazione del Green Pass, obbligatorio per docenti, personale ATA e studenti, come da D.L. 111/2021 del 6 agosto. Siamo profondamente amareggiati nel constatare che tale provvedimento contrasta con i principi della Costituzione Italiana, che dovrebbero
garantire il diritto al lavoro e allo studio a tutti i cittadini.

Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori  all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 34
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

# L’importanza della libertà di scelta 

Considerando come gli articoli precedentemente citati siano parte della legge fondamentale dello Stato e abbiano quindi maggiore rilevanza rispetto a qualunque altra norma, che ad essi dovrebbe ispirarsi, ci chiediamo come sia stato possibile arrivare alla situazione attuale.
Teniamo a sottolineare come le generazioni precedenti hanno lottato e perso la vita per ottenere libertà che noi, oggi, diamo troppe volte per scontate e che sono state tolte a tutti coloro i quali hanno conservato libertà di scelta in merito alla propria salute rifiutando di sottoporsi a test diagnostici invasivi e non gratuiti ogni 48 ore, che per giunta hanno riportato un alto tasso di inattendibilità, certificato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità (cfr. rapporto ISS Covid-19 n. 46/2020) (1), o ad una campagna vaccinale sperimentale, la cui efficacia nell’arginare i contagi è presentata come relativa, ad esempio, nello stesso foglietto illustrativo della Pfizer (nota informativa del modulo di consenso vaccinale Comirnaty: « potrebbe non proteggere completamente tutti coloro che lo ricevono e la durata della protezione non è nota » (2)) e la cui sicurezza non è garantita
(nota informativa Pfizer-BioNTech: « non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza » (3)).

Calamandrei disse in una conferenza il 26 gennaio 1955: « la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità » e per questo, noi vogliamo far sentire la nostra voce, perché ci hanno sempre insegnato che solo con il dialogo e il confronto tra opinioni e
non attraverso il conformismo, l’indifferentismo e la cieca obbedienza, si contribuisce al progresso dell’umanità. Ci hanno insegnato che lo sviluppo di una persona libera avviene nel momento in cui essa è in grado di manifestare i propri punti di forza e la propria personalità attraverso lo studio di una particolare disciplina, o attraverso un lavoro esercitato con passione e libertà e speravamo che fossero proprio gli atenei e le scuole a difendere in prima linea il clima di libero dialogo e di inclusione, mentre è proprio da parte di questi ultimi che ora ci sentiamo vittime di una discriminazione che, di fatto, ha scarse evidenze scientifiche.

# Il raffronto sui nuovi casi di contagio e decessi tra il 2020 e il 2021

Per dimostrare tale affermazione elenchiamo in seguito svariati dati, riportando le relative fonti.

Consultando il sito dell’ISS si riscontra chiaramente come, rispetto al 2020 non ci sia stato alcun drastico calo di casi COVID-19 grazie all’avvento della campagna vaccinale e, anzi, un aumento drammatico delle infezioni e dei decessi:

– periodo 18-31 maggio 2020: 6.350 nuovi casi, di cui 81 deceduti (4)
periodo 17-30 maggio 2021: 52.191 nuovi casi, di cui 99 deceduti (5)

– periodo 1 – 14 giugno 2020: 3.640 casi, di cui 42 deceduti (6)
periodo 31 maggio – 13 giugno 2021: 26.960 nuovi casi, di cui 87 deceduti (7)

– periodo 15-28 giugno 2020: 2.837 casi, di cui 27 deceduti (8)
periodo 14 – 27 giugno 2021: 12.427 nuovi casi, di cui 22 deceduti (9)

– periodo 6 – 19 luglio 2020: 2.746 casi, di cui 13 deceduti (10)
periodo 5 – 18 luglio 2021: 26.805 nuovi casi, di cui 21 deceduti (11)

– periodo 13 – 26 luglio 2020: 3.057 casi, di cui 21 deceduti (12)
periodo 12 – 25 luglio 2021: 48.498 nuovi casi, di cui 40 deceduti (13)

Per fare un ulteriore esempio, la pubblica sanità inglese, considerata un baluardo della campagna vaccinale, continua a pubblicare dati sempre meno confortanti riguardo l’efficacia della copertura garantita dai vaccini effettuati sulla popolazione:

– briefing n. 13 al 27/05/2021: 12 morti totali, di cui 8 non vaccinati e 4 vaccinati
(percentuale non vaccinati 66,67%) (14)
– briefing n. 14 al 3/06/2021: 17 morti totali, di cui 11 non vaccinati, 5 vaccinati e 1 ignoti
(percentuale non vaccinati 64,71%) (15)
– briefing n. 15 al 11/06/2021: 42 morti totali, di cui 23 non vaccinati e 19 vaccinati
(percentuale non vaccinati 54,76%) (16)
– briefing n. 16 al 18/06/2021: 73 morti totali, di cui 34 non vaccinati, 37 vaccinati e 2 ignoti (percentuale non vaccinati 46,58%) (17)
– briefing n. 17 al 25/06/2021: 109 morti totali, di cui 38 non vaccinati, 68 vaccinati e 3 ignoti (percentuale non vaccinati 34,86%) (18)
– briefing n. 18 al 9/07/2021: 257 morti totali, di cui 92 non vaccinati, 163 vaccinati e 2 ignoti (percentuale non vaccinati 35,80%) (19)
– briefing n. 19 al 23/07/2021: 460 morti totali, di cui 165 non vaccinati, 289 vaccinati e 6 ignoti (percentuale non vaccinati 35,87%) (20)
– briefing n. 20 al 6/08/2021: 742 morti totali, di cui 253 non vaccinati, 481 vaccinati e 8 ignoti (percentuale non vaccinati 34,10%) (21)
– briefing n. 21 al 20/08/2021: 1189 morti totali, di cui 390 non vaccinati, 783 vaccinati e 16 ignoti (percentuale non vaccinati 32,80%) (22)

# Il Green pass non ferma i contagi

Oltre ai numeri sopracitati, altri eventi testimoniano quanto le persone munite di Green Pass siano in grado di contagiarsi e di contagiare: si vedano i circa 1000 casi di positività a seguito del Festival di Veknipt a Utrecht, in Olanda avvenuto il 3 e 4 luglio, la cui partecipazione era esclusivamente riservata a chi esibisse il “lasciapassare sanitario” (23), i 20 contagi emersi a bordo della nave Amerigo Vespucci, tutti riguardanti persone vaccinate con doppia dose (24), o l’aumento vertiginoso dei contagi in Israele (nazione con altissima copertura vaccinale), che contempla addirittura alcuni casi di positività, anche gravi, a seguito dell’inizio della somministrazione della terza dose (14 casi di cui due ospedalizzati) (25).

Si sottolinea anche come numerosi medici e scienziati, tra cui il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier, abbiano più volte affermato come vaccinare in massa durante un’epidemia non sia una mossa prudente, in quanto favorirebbe l’insorgenza di mutazioni del virus e di conseguenza di pericolose varianti (26), tesi che viene ragionevolmente confermata da tutti i dati sopraelencati.

# Sono molteplici gli effetti avversi provocati dai vaccini

Purtroppo, infine, la campagna vaccinale oltre a non essersi rilevata così efficace, sta generando molteplici effetti avversi (miocarditi, pericarditi, trombosi, infarti, emorragie cerebrali …), anche gravi, di cui né le case farmaceutiche, né lo Stato, né i medici hanno voluto assumersi le responsabilità, le quali sono state scaricate, tramite consenso informato, sulla “libera scelta” dei cittadini, da mesi sottoposti ad una fortissima pressione mediatica, ora sfociata in obbligo surrettizio alla vaccinazione e ad un progressivo isolamento sociale. Per i dati in riferimento a quest’ultima affermazione si vedano, ad esempio, i 199 casi documentati da quotidiani locali italiani nel solo periodo tra l’1 e il 15 luglio (27), il caso della diciottenne di Sestri Levante Camilla Canepa e i dati raccolti dall’Eudravigilance (banca dati europea di farmacovigilanza dell’EMA) che, al 31 luglio 2021, contavano per i soli paesi dell’Unione Europea un totale di 20.594 morti associate ai vaccini anti-Covid e un totale di 1.960.607 effetti avversi provocati dagli stessi (dei quali 968.870 gravi).

Alla luce di questi dati e considerando l’esistenza di protocolli farmacologici di terapia domiciliare che, come testimoniato, ad esempio, dai medici di ippocrateorg.org e del Comitato Cure Domiciliari Covid-19, si sono rivelati efficaci con oltre 60.000 pazienti guariti, continuiamo a porci domande relative al pensiero unilaterale secondo cui la vaccinazione sarebbe l’unica via d’uscita dalla pandemia.

Sulla base di tutte le evidenze sopracitate emerge quanto il Green Pass sia inutile dal punto di vista della tutela della sanità pubblica, poiché non garantisce la negatività di chi lo detiene e quanto invece rappresenti uno strumento politico di natura coercitiva, dal momento che toglie la libertà di usufruire della gran parte dei servizi pubblici, del diritto al lavoro e allo studio, offrendo come sola alternativa (oltre all’avvenuta guarigione dalla malattia) un trattamento sanitario invasivo e costoso (tampone diagnostico SARS-Cov-2).
Come potrebbe un simile mezzo garantire la ripresa delle attività universitarie in piena sicurezza?

# Il green pass contrasta anche con le leggi europee ed internazionali

La discriminazione effettuata dal “lasciapassare sanitario” è condannata, oltre che dalla Costituzione Italiana, anche da leggi europee ed internazionali:

– Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, art. 21, comma 1: « È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali. » (28)

– CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo), art. 14: « Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione. » (29)

– Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, art. 2: « Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. » (30)

– Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, art. 3: « Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica. Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge, il divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi come scopo la selezione delle persone; il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro; il divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani. » (31)

In merito a quest’ultimo articolo è opportuno sottolineare anche che la necessità del consenso libero e informato si estende non solo al vaccino, ma a qualsiasi trattamento diagnostico sanitario ivi compresi i tamponi per l’accertamento dell’infezione da SARS-Cov-2 (cfr. L.145/2001 di Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano (32) e L. 217/2019 riguardo il consenso informato a qualsivoglia trattamento diagnostico e sanitario (33)).

Considerando la stessa legge europea in materia di Green Pass si riporta il considerando 36 del regolamento UE 953/954 del 14 giugno 2021 (34) :
« È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate, o hanno scelto di non essere vaccinate. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per
l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati. »

Ricordando che l’art. 9 del D.L. 52/2021 (35), che introduce il Green Pass prevede espressamente l’applicabilità delle norme italiane solo se compatibili con il Regolamento CE 953/2021, si evince l’assoluta non obbligatorietà della “certificazione verde”, già disposta dal Consiglio d’Europa con la risoluzione n.2631 del 27 gennaio 2021 (36):

« L’assemblea invita gli stati membri e l’Unione Europea ad assicurare: – che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno può essere sottoposto ad una pressione politica, sociale o di altro genere affinché si vaccini se non desidera di farlo; – che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato a causa di possibili pericoli per la salute o perché non vuole farsi vaccinare. »

# Nel D.L. 111/2021 del 6 agosto non è in alcun modo legittimata la negazione dell’accesso all’ateneo

Infine, sulla base della circolare organizzativa riguardante l’obbligo di Green Pass per l’accesso al Conservatorio di Milano, viene stabilito che « in assenza del Green Pass, non è possibile accedere alla sede del Conservatorio di Milano per tutto il periodo di efficacia del decreto legge 6 agosto 2021, n. 111 e per le eventuali proroghe », quando nel D.L. 111/2021 del 6 agosto non è in alcun modo legittimata la negazione dell’accesso all’ateneo, la quale di fatto costituisce violenza privata (art. 610 c.p.) (37) : « Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.». Si conclude che la minaccia espressa di impedire l’accesso all’ateneo agli studenti sprovvisti di Green Pass, oltre ad integrare grave reato, costituisce anche un inadempimento contrattuale in relazione al contratto concluso, in relazione al corso di studi al quale gli studenti sono iscritti.

Riconoscenti dell’impegno messo in atto dalla Direzione prima e durante questo periodo di emergenza sanitaria, ci auguriamo che i dubbi e le perplessità da noi sollevati in questa lettera possano trovare ascolto e abbiamo fede che il Conservatorio di Milano, così come tutte le Università italiane, ritorni ad essere un luogo in cui si costruiscono coscienze critiche, aperte al dialogo e sempre attive nel difendere la libertà.

Grazie per l’attenzione

GLI STUDENTI DEL CONSERVATORIO DI MILANO CONTRO IL GREEN PASS

Fonti:
1) https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporti+ISS+COVID-19+46_2020.pdf/
f7ecd139-1bae-7d11-22e7-094fbd41ec44?t=1592222248380
2) https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5452_24_file.pdf (pagina 2)
3) https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5452_3_file.pdf (punto 10)
4) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_3-
giugno-2020.pdf
5) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_1-
giugno-2021.pdf
6) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_16-
giugno-2020.pdf
7) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_16-
giugno-2021.pdf
8) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_30-
giugno-2020.pdf
6
9) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_30-
giugno-2021.pdf
10) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_21-
luglio-2020.pdf
11) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_21-
luglio-2021.pdf
12) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_28-
luglio-2020.pdf
13) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_28-
luglio-2021.pdf
14) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
990339/Variants_of_Concern_VOC_Technical_Briefing_13_England.pdf (pagina 11)
15) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
991343/Variants_of_Concern_VOC_Technical_Briefing_14.pdf (pagina 13)
16) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
993879/Variants_of_Concern_VOC_Technical_Briefing_15.pdf (pagina 15)
17) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
1001359/Variants_of_Concern_VOC_Technical_Briefing_16.pdf (pagina 12)
18) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
1001354/Variants_of_Concern_VOC_Technical_Briefing_17.pdf (pagina 14)
19) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
1001358/Variants_of_Concern_VOC_Technical_Briefing_18.pdf (pagina 17)
20) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
1005517/Technical_Briefing_19.pdf (pagina 19)
21) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
1009243/Technical_Briefing_20.pdf (pagina 19)
22) https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/
1012644/Technical_Briefing_21.pdf (pagina 23)
23) https://nltimes.nl/2021/07/14/nearly-1000-people-infected-covid-utrecht-festival
24) https://www.ilgiorno.it/cronaca/covid-americo-vespucci-marinai-positivi-1.6628326
25) https://www.ilgiorno.it/cronaca/israele-covid-vaccino-terza-dose-1.6678922
26) https://www.politicamentecorretto.com/2021/06/09/la-vaccinazione-di-massa-e-un-enorme-erroreparola-di-luc-montagnier/
27) https://visionetv.it/la-strana-estate-dei-malori-improvvisi-dal-1-al-15-luglio-199-casi-di-decessi/
28) https://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf
29) https://www.echr.coe.int/documents/convention_ita.pdf
30) http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf
31) https://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf
32) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2001/04/24/001G0201/sg
33) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/1/16/18G00006/sg
7
34) https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32021R0953&from=IT con rettifica
successiva per errore nella traduzione italiana, riguardo la libera scelta di aderire alla vaccinazione:
https://www.certifico.com/component/attachments/download/24328
35) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/04/22/21G00064/sg
36) https://pace.coe.int/en/files/29004/html (punti 7.3.1, 7.3.2)
37) https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?
art.versione=7&art.idGruppo=61&art.flagTipoArticolo=1&art.codiceRedazionale=030U1398&art.idArti
colo=610&art.idSottoArticolo=1&art.idSottoArticolo1=10&art.dataPubblicazioneGazzetta=1930-10-26
&art.progressivo=0

Continua la lettura con: “L’Università non è un luogo di discriminazione”: prima assemblea di studenti NO GREEN PASS a Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Chi è Massimo Cacciari, filosofo anti-green pass: età, formazione, carriera, vita privata

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🛑 La prima pietra di CityWave, la nuova ONDA sul futuro di Milano

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CityWave

Negli ultimi anni, il tema dell’ambiente è stato uno dei temi più caldi affrontati dall’uomo. Politici, scrittori, opinionisti, giornalisti insomma un po’ tutti hanno detto la propria a riguardo. Lo stesso Beppe Sala dichiarò a marzo di quest’anno che ambiente e digitale creano lavoro. Di ambiente se ne sta parlando ampiamente in questi giorni con la posa della prima pietra per la costruzione di CityWave che sarà costituito interamente da uffici alimentati da fonti rinnovabili e che costituisce l’ultimo tassello di CityLife.

La prima pietra di CityWave, la nuova ONDA sul futuro di Milano

# Quali sono le energie rinnovabili?

CityWave

I combustibili tradizionali quali i fossili, il petrolio, il carbone e il gas naturale sono stati per anni le fonti principali di energia. Da qualche anno, soprattutto da quando l’ambiente è diventato un argomento molto sensibile, si è parlato tanto di energia rinnovabile che non è altro che una forma di energia rigenerabile e cosa più importante è che inesauribile. Va da sé che, per questa ragione, si parla dell’energia rinnovabile come l’energia del futuro.
Ma quali sono queste energie rinnovabili?
Secondo la normativa italiana le fonti di energia rinnovabile sono incluse il sole, il vento, le risorse idriche e geotermiche, le maree, il moto delle onde e le biomasse vale a dire la trasformazione in energia di prodotti vegetali o dei rifiuti inorganici e organici.

# Il progetto CityWave: due blocchi East e West a CityLife alimentate completamente da energia rinnovabile

CityWave

Dopo anni di trattative il comune si Milano ha affidato allo studio danese BIG – Bjarke Ingels Group il progetto Citywave che ha come obiettivo quello di completare il panorama di CityLife e quindi cambiare ulteriormente lo skyline di Milano che con questo nuovo progetto si avvicina sempre di più alle grandi capitali europee. Il progetto avrà un costo stimato tra i 170 e i 180 milioni di euro e si prevede la chiusura del cantiere entro il 2025. Secondo le dichiarazioni dei coinvolti al progetto, sarà una piccola smart city, dove qualità della vita e disponibilità tecnologia si uniranno in un progetto straordinario.

CityWave

Secondo il progetto l’intero edificio, diviso in due blocchi denominati East e West, sarà alimentato esclusivamente da energia rinnovabile, si parla di undicimila pannelli fotovoltaici in grado di fornire un’energia pari a 1200 MWh con un risparmio di quasi la metà di energia standard.

Si completerà così Citylife, un quartiere che un tempo era solo celebre per la presenza della Fiera e che invece da qualche anno si è rinnovato, facendolo diventare un luogo ricco d’iniziative e altamente competitivo a livello europeo.
Non mancherà la presenza di un parco, il verde è elemento quasi fondamentale negli ultimi progetti urbanistici (vd Bosco Verticale nda), questo per continuare a dare importanza all’ecologia e all’ambiente (un cavallo di battaglia per Sala che ha puntato su questo, una buona parte della sua campagna elettorale per la rielezione a sindaco).
Alla posa della prima pietra erano presenti numerosi organi politici, Sala ha dichiarato che l’inizio di questi lavori è cominciato senza problemi e si è detto certo che alla fine sarà un progetto ammirato dai milanesi e imitato all’estero.

Continua la lettura con: Citylife allo sprint finale

MICHELE LAROTONDA

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Leggi anche: Nessuno tocchi Alessandro Barbero. Apologia di uno storico “star dei social” (suo malgrado)

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I 10 POSTI più BELLI d’Italia dove andare a SETTEMBRE

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Credits marghemas IG - Lago di Tenno

Il portale “Zingarate” ha selezionato dieci mete imperdibili del nostro Paese da visitare nel mese di Settembre. Scopriamole insieme.

I 10 POSTI più BELLI d’Italia dove andare a SETTEMBRE

#1 Val di Fassa, il paradiso per gli amanti delle vacanze attive (Trentino Alto Adige)

Credits ambassadorpontino IG – Val di Fassa

Se siete amanti delle vacanze attive nelle Dolomiti del Trentino c’è un luogo che fa per voi: la Val di Fassa. Un paradiso naturale dove praticare il nordic walking, mtb, canyoning e trekking. Il centro maggiore è Moena, ma non vanno dimenticati Soraga, ideale per le passeggiate nei boschi e Mazin, il paese dei pitores, gli artigiani decoratori.

 

Leggi anche: I 5 CASTELLI più MISTERIOSI del Trentino

#2 Lago di Tenno, il lago color Turchese incastonato ai piedi del Monte Mison (Trentino Alto Adige)

Credits marghemas IG – Lago di Tenno

Sempre in Trentino Alto Adige troviamo un meraviglioso lago color turchese nel comune di Tenno, a nord del Lago di Garda. Il lago si trova nei pressi del Canale di Tenno, uno dei borghi più belli d’Italia, incastonato ai piedi del Monte Misone a 570 metri d’altezza. Un’ottima meta per chi ama la montagna e il trekking e che può essere raggiunto a piedi attraverso un’antica mulattiera.

 

#3 Tour dei Castelli in Emilia-Romagna

Credits: @casltesplaces
Castello di Vigoleno

L’Emilia-Romagna è un territorio ricco di storia e cultura e i castelli sono un testimonianza preziosa. Tra quelli meglio conservati in Italia, molti sono in questa regione. Nel tour tra i castelli meritano una visita Castell’Arquato, Vigoleno, Soragna e Bardi, che offrono scorci panoramici e strutture di architettura romanica. 

Google maps – Castelli Emilia Romagna

Leggi anche: Il CASTELLO più INACCESSIBILE d’Italia

#4 Bologna, ottimo cibo, monumenti e belle vedute (Emilia-Romagna)

Credits: @_gaiadascola IG

Dai castelli passiamo al capoluogo della regione dell’Emilia-Romagna, Bologna. Per chi preferisce trascorrere due giorni in città, Bologna ha quanto di più buono si possa desiderare: ottimo cibo, monumenti e belle vedute. Imperdibile una passeggiata sotto il portico più lungo del mondo che vi condurrà fino al Santuario di San Luca. Se siete amanti dell’arte potete visitare la grande mostra dedicata a Monet e gli Impressionisti a Palazzo Albergati. 

 

Leggi anche: BOLOGNA è la città con il portico più LUNGO del MONDO (con lo zampino del DEMONIO)

#5 Cinque Terre, i borghi colorati che si specchiano sul mare (Liguria)

Credits: @ig.cinqueterre

Le Cinque Terre sono un metà imperdibile per chi vuole godere della meraviglia dei borghi con le tipiche case colorate liguri che si specchiano sul mare. In questo mese i prezzi sono vantaggiosi e il clima mite vi consentirà di fare lunghe passeggiate per i sentieri più belli della zona. Uno di questi è il trekking che da Riomaggiore conduce a Porto Venere.

 

Leggi anche: La BAIA del SILENZIO: la SPIAGGIA più BELLA tra quelle più vicine a Milano

#6 Val d’Orcia, tra borghi, natura sconfinata, colline sinuose e cipressi (Toscana)

Credits italia IG – Val d’Orcia

La Val d’Orcia, in Toscana, sembra un territorio uscito da un dipinto. Un itinerario tra borghi, da Montalcino a Montepulciano, natura sconfinata, colline sinuose e cipressi. Situata a nord del monte Amiata e vicina al confine con l’Umbria, la Val d’Orcia è un’ampia valle situata in provincia di Siena.

Credits borghitoscani.it – Mappa Val d’Orcia

#7 Rocca Calascio, la più alta roccaforte di tutto l’Appennino (Abruzzo)

Credits andrea.magnani.73 IG – Rocca Calascio

Se volete fare un viaggio indietro nel tempo Rocca Calascio è l’ideale. La più alta roccaforte di tutto l’Appennino è abbarbicata sulle montagne a picco sulla vallata della Piana di Navelli, in Abruzzo. Dal castello si gode di una vista mozzafiato ed è anche un punto di partenza per visitare i posti più belli e meno conosciuti della regione.

 

#8 Ostuni, la famosa “città bianca” (Puglia)

Credits outrinette82 IG – Ostuni

Ostuni la famosa “città bianca” di Puglia vi affascinerà con i suoi vicoli scintillanti e la sua meravigliosa architettura. Ideale per esplorare le più belle spiagge del versante adriatico pugliese e il punto di partenza per raggiungere Martina Franca, Locorotondo, Cisternino e Alberobello con i suoi celebri trulli. A settembre, poi, con meno turisti in giro la visita sarà ancora più piacevole.

 

#9 Sicilia Occidentale, da Palermo a Marsala

Credits: palermolamicitta IG

La Sicilia occidentale regala scenari da favola. Troverete città indimenticabili, monumenti, saline e spiagge da sogno. Il viaggio ideale per scoprire le meraviglie di questa parte dell’isola inizia da Palermo e giunge fino a Marsala, e oltre.  

#10 Lampedusa, una delle più belle isole del Mediterraneo (Sicilia)

Credits @laura_manfredi IG – Lampedusa

Lampedusa è una delle più belle isole del Mediterraneo, con spiagge da sogno e atmosfere da sogno, dove il tempo sembra essersi fermato. Se volte provate un’esperienza incredibile potete percorrere la strada panoramica dell’isola.

Fonte: Zingarate

Continua la lettura con: I 10 LAGHI più belli d’Europa: tra i TOP anche due della Lombardia

FABIO MARCOMIN

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Il fascino discreto della servitù

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Il fascino discreto della borghesia

Ennio Flaiano diceva che non è la libertà che manca, a mancare sono gli uomini liberi.

Un amico recentemente ha detto: “non ho mai capito come gli uomini potessero accettare il concetto di schiavitù fino ad oggi”.
È noto che gli esseri umani si dividono in due grosse categorie: le persone che accettano la vita di per sé e preferiscono non prendere decisioni. E quelli che considerano come parte integrante del vivere la possibilità di incidere sulla realtà attraverso le proprie scelte per il raggiungimento di propri desideri.

Tipico di una compagnia di amici è il diverso atteggiamento di alcuni che non vogliono mai decidere perché a loro piace il viaggio per se stesso e quelli che invece spingono in tutti i modi per vedere alcuni luoghi o per vivere certe esperienze.

Tutti a parole affermano di voler essere liberi. Però la libertà per essere autentica ha sempre come prezzo quello della responsabilità. Ogni scelta che una persona fa in modo autonomo corrisponde all’assunzione della piena responsabilità sugli effetti di tale scelta.
Libertà non significa fare ciò che si vuole ma assumersi tutto il prezzo delle proprie decisioni. Se invece si eseguono scelte di altri, si elude la responsabilità di rispondere delle conseguenze anche se queste conseguenze ricadono su chi ha effettuato la scelta.

Il sogno illusorio di molti è di potere godere di una libertà assoluta senza però assumersi mai la responsabilità su ciò che si fa e su ciò che si impone agli altri nel nome della propria libertà.

Si preferisce evitare la libertà per non dover sottostare alla relativa responsabilità. Il paradosso è che così facendo spesso le persone affidano la loro libertà nelle mani di un’autorità superiore che decide per loro anche se poi le conseguenze delle azioni prodotte ricadono interamente sul soggetto che le ha attivate invece che sull’autorità che le ha decise.

Esempio classico è quello della politica, che spesso impone ai cittadini azioni su cui sono i cittadini a pagarne le conseguenze. Alla fine la fuga dalla responsabilità si traduce nell’assunzione della piena responsabilità per aver rinunciato alla propria libertà di scelta. 

Continua la lettura con: In fuga dalla realtà

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Il paese dei gatti scomparsi: ben 50 in pochi mesi. E’ giallo

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 


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