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La FERMATA del GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di BICOCCA

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Credits: @unimib giovani bicocca

Una fermata molto frequentata dagli universitari. Che cosa si trova nei dintorni?

La FERMATA del GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di BICOCCA

# Shopping: Bicocca Village, il centro commerciale

https://www.mark-up.it

Il Bicocca Village è un noto centro commerciale vicino al confine con Sesto San Giovanni. Offre tantissime forme di intrattenimento: ristoranti, negozi, un cinema e addirittura una pista di go kart. Si trova in Viale Sarca angolo con Via Chiese.

# Lo spuntino: Fancytoast, da San Francisco a Milano

https://www.fancytoast.it/

Specializzati negli open toast, il loro obiettivo è quello di far conoscere a tutti gli “epic toast from West Coast”. In Piazza della Trivulziana 5 si trova questo locale che si ispira alle abitudini culinarie e all’atmosfera statunitense, in particolare di San Francisco, offrendo al cliente ottimi brunch, toast e pancakes, tutti ovviamente accompagnati da una tazza di caffè americano.

# Il Teatro: TAM Teatro Arcimboldi Milano

Il più recente dei teatri milanesi è il Teatro Arcimboldi, in viale dell’Innovazione 20. Famoso per aver ospitato gli spettacoli del Teatro della Scala durante la sua ristrutturazione e per le riprese del celebre spettacolo televisivo Zelig, il TAM propone un programma ricco e interessante di spettacoli, a partire dal “Roberto Bolle and Friends” che si sta svolgendo proprio in questi giorni.

# Le mostre: PirelliHangar Bicocca, il luogo d’arte

Twitter @hangarbicocca

Originariamente uno stabilimento industriale, l’Hangar Bicocca è oggi uno spazio di esposizione per arte moderna e contemporanea. Oltre alle installazioni artistiche fisse come “I Sette Palazzi Celesti” di Anselm Kiefer, l’Hangar propone ogni mese nuovi eventi e programmazioni molto interessanti, anche per l’occhio meno esperto.

# La tavola calda: Tempi Moderni

https://www.tripadvisor.it/

All’interno di uno storico edificio in stile liberty in via Fortiguerra 12 si trova questa tavola calda molto semplice ma che è per le persone che abitano e frequentano la zona, studenti o lavoratori, un punto fermo. Ideal per una buona colazione o una economica e veloce pausa pranzo.

# Cinema: Cineteca Milano

La Cineteca Milano è un piccolo museo interattivo del cinema, in viale Fulvio Testi 121. All’interno di questo museo non si celebra solo la Storia del cinema – per esempio attraverso l’esposizione di antichi strumenti cinematografici – ma si celebra in generale la Storia dei film: si tengono infatti anche corsi come quello “per imparare Valzer, Contraddanza, Quadriglia e le Danze figurate ispirate ai grandi film”.

# Il diversivo: Anger Games, le stanze della rabbia

https://www.angergames.net/

Il luogo ideale dove sfogare rabbia, stress e frustrazioni. Si tratta della prima rage room di Italia, una stanza apposita dove poter sfogare la rabbia, distruggendo, urlando e liberandosi da cattive emozioni. Con apposite protezioni questo posto fornisce oggetti da spaccare e attrezzi con cui farlo all’interno di stanze apposite e insonorizzate. Si trova in via Imperatore 31.

# Il giardino: la collina dei ciliegi

https://www.tripadvisor.it/

Questo parco pubblico è una distesa di alberi – soprattutto ciliegi da fiore – proprio dietro l’università. Si tratta di una collina artificiale ricavata in parte dai detriti di scavo della ristrutturazione della Pirelli. Le entrate si trovano in viale Sarca, via Sacchetti e via Figini.

# Il ristorante: Tutto St’Orto

https://m.facebook.com/TuttoStOrtoMilano

In Piazza della Trivulziana 2 si trova questo ristorante che propone pietanze sane ed equilibrate che celebrano l’importanza e la bontà dei frutti della terra.

# Il quartiere: Borgo Pirelli

wikipedia

A due passi dalla Collina dei Ciliegi, si trova il Borgo Pirelli. In via Fortiguerra infatti si trova questo complesso di edilizia popolare di Milano, creato negli anni 20 per essere  un villaggio operaio. Quasi tutte villette a più livelli con giardino, questo piccolo borgo romantico è in forte contrasto con il resto della città che lo circonda.

Continua la lettura con: 10 cose interessanti da fare e vedere attorno a CORDUSIO

ALICE COLAPIETRA

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Il RISTORANTE più COSTOSO del MONDO: dove si trova e quanto costa

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Credits sublimotionibiza IG - Sublimotion Ibiza

Un’esperienza culinaria che va oltre qualsiasi immaginazione. Uno show immersivo che coinvolge tutti i sensi dove realtà aumentata, tecnologia e manipolazioni visive creano un viaggio gastronomico quasi trascendentale. Scopriamo dove si trova e quanto si spende per una cena.

Il RISTORANTE più COSTOSO del MONDO: dove si trova e quanto costa

# Al Sublimotion di Ibiza si può provare “la prima performance gastronomica al mondo”

pacoroncero IG – Sublimotion Ibiza

Il claim con cui il “ristorante più costoso del mondo” accoglie i suoi ospiti è il seguente: “The leading gastronomic performance in the world che tradotto vuole dire “la prima performance gastronomica al mondo”. Il Sublimotion di Ibiza, questo il nome del locale, vanta due stelle Michelin e si trova di fronte a una delle spiagge più frequentate dell’isola all’interno del lussuoso e celebre Hard Rock Hotel di Playa D’en Bossa.    

# Per una cena si spendono in media 1.500 euro

 

Clienti provenienti da tutto il mondo saranno catapultati in un’esperienza che va oltre al menù, in una cornice suggestiva che assomiglia a un set cinematografico di fantascienza. Ma quanto si spende in media per una cena? Attorno a 1.500 euro, più o meno come uno stipendio medio mensile in Italia.

Credits lujanarguelles IG – Realtà aumentata Sublimation Ibiza

Uno show immersivo che coinvolge tutti i sensi, dove realtà aumentata, tecnologia e manipolazioni visive creano un viaggio gastronomico quasi trascendentale. Ci si troverà all’interno di un’ambientazione interattiva in continuo mutamento e di un’atmosfera sospesa nella dimensione spazio-temporale.

# 20 portate di gastronomia molecolare e un solo tavolo per 12 commensali

Credits sublimotionibiza IG – Sublimotion Ibiza

Nel ristorante non ci sono salette private o postazioni riservate ma un solo un tavolo per 12 coperti perché un altro elemento caratteristico di questo locale è la condivisione di dell’esperienza culinaria con altri commensali.

Sono previste 20 portate inedite e innovative, con piatti caratterizzati da forme, colori e sapori unici al mondo, studiate e elaborate in base ai dettami della gastronomia molecolare perfezionata dallo chef stellato Paco Roncero.

 

Fonte: Radiomontecarlo.net

Continua la lettura con: RIAPRE il RISTORANTE sul tetto della galleria con “VISTA sui GATTI”

FABIO MARCOMIN

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SAN BABILA: la fermata dello shopping

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All’uscita della fermata della M1 San Babila si è in pieno centro. Ma ci avevi pensato che San Babila è la fermata perfetta per fare shopping?

Se ci si direziona verso il Duomo si può entrare in tutti i negozi di Corso Vittorio Emanuele II, ma basta girarsi un attimo e, sempre da San Babila, ci si può incamminare verso Montenapoleone e le grandi firme del Quadrilatero. San Babila è quindi la fermata perfetta per fare shopping, per tutte le tasche.⁠

Alcune curiosità che forse non sai sulla fermata di San Babila:

  • Oggi è fermata della M1 ma in futuro diventerà un interscambio con la M4
  • E’ una delle prime fermate entrate in servizio sulla rete metropolitana di Milano: la stazione di San Babila fu infatti costruita come parte della prima tratta (da Sesto Marelli a Lotto) della linea 1 della metro entrata in servizio il 1º novembre 1964
  • La gran parte degli edifici sulla piazza risalgono agli anni trenta del Novecento e rappresentano esempi di architettura fascista
  • Negli anni settanta con il termine “sanbabilini” vennero definiti i gruppi di destra di ispirazione neofascista che usavano stazionare nella piazza 
  • Nel decennio successivo la piazza divenne il principale punto di ritrovo dei paninari, in particolare per la presenza del Burghy, successivamente sostituito dal Mc Donald’s
  • Sulla piazza svetta la Torre Snia Viscosa, il primo grattacielo costruito a Milano (inaugurato nel 1937)

Foto di Redazione⁠

Continua la lettura con: SONDRIO: la fermata delle esondazioni

MILANO CITTA’ STATO

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Milano non fa schifo ma… ha troppi PALI

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Credits Andrea Urbano - Paletti marciapiede

La città dei pali. Il disordine creato dall’assenza di un’idea precisa di arredo urbano lo si vede dall’elevato e inutile numero di pali e paletti disseminati tra i marciapiedi della città. Sarebbe ora di fare un bel riordino.

Milano non fa schifo ma… ha troppi PALI

# Una selva di pali e paletti in ogni angolo della città

Andrea Urbano – Paletti marciapiede

La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. Allo stesso tempo però sulle sue strade regnano disordine e confusione.

Ogni marciapiede, nelle zone più storiche come in quelle di recente riqualificazione o rigenerazione, è una selva di pali, da quelli per i cartelli stradali a quelli per le linee aree dei tram, e paletti posizionati per impedire il parcheggio delle automobili. A Milano servirebbe davvero un piano per l’arredo urbano. Sarebbe ora di fare un bel riordino…

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

ANDREA URBANO

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A MEZZ’ORA da Milano l’OASI NATURALE con ANIMALI ESOTICI

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Credits la_paroda IG - Fenicotteri Oasi di Sant'Alessio

Una meravigliosa area naturale per una giornata all’insegna del relax, tra vegetazione e animali locali e esotici. Scopriamo dove si trova e cosa si può vedere.

A MEZZ’ORA da Milano l’OASI NATURALE con ANIMALI ESOTICI

# L’Oasi di Sant’Alessio, meravigliosa area naturale per una giornata all’insegna del relax

Credits claudioghisoni IG – Castello Oasi di Sant’Alessio

Fondata nel 1973, l’Oasi di Sant’Alessio è una meravigliosa area naturale in provincia di Pavia, nell’omonimo paese di Sant’Alessio con Vialone, ideale per una giornata all’insegna del relax e del divertimento sia per grandi che per piccini. 

Si accede attraverso un piccolo castello e al suo interno si possono osservare animali locali o esotici durante la loro quotidianità, sono presenti anche alcune specie a rischio di estinzione, e ognuno nella riproduzione più fedele possibile del proprio habitat naturale. I visitatori hanno a disposizione un tour variegato e possono scegliere il percorso da esplorare.

# Tre diversi sentieri esplorativi 

Mappa Parco Oasi di Sant’Alessio

Per scoprire questa oasi ci sono tre diversi sentieri esplorativi, da percorrere in successione.

#1 Il percorso europeo

Credits maxlordag IG – Percorso Eruopeo Oasi di Sant’Alessio

In questo percorso è riprodotta l’area delle Paludi Pontine e dell’Europa Meridionale, con boschi e stagni dove si possono incontrare animali come: caprioli, cicogne e anatre selvatiche, pesci come carpe e storioni e uccelli come l’ibis sacro o l’airone guardabuoi.

#2 Farfalle e colibrì

Credits mikylamitch IG – Farfalle Oasi di Sant’Alessio

Il secondo percorso di esplorazione è focalizzato su una stupenda voliera dove, in primavera e in estate, si possono ammirare centinaia di farfalle dalle varietà più disparate volare tra la vegetazione. Tra le specie più famose ci sono le Morfo, le Ulisse, le Eliconie e le incantevoli Monarca. Da maggio si può assistere all’intero ciclo riproduttivo.
Sempre nello stesso ambiente si potranno osservare alcuni colibrì volano di fiore in fiore alla ricerca di nettare.

#3 Il percorso tropicale

Credits claudioghisoni IG – Fenicotteri Oasi Sant’Alessio

Il percorso tropicale, che chiude l’esperienza nell’Oasi di Sant’Alessio, consente di vedere animali esotici come fenicotteri, caimani nani, pitoni e bradipi e una vegetazione di orchidee, felci e alberi del pane.

# Come arrivarci

Da Milano a Oasi Sant’Alessio

La distanza da Milano è di circa 40 km e basta poco più di mezz’ora per arrivarci. Uscendo dalla città, in direzione sud, si prosegue verso Pavia e giunti al bivio dopo Lardirago si dovranno seguire le indicazioni per Sant’Alessio. Arrivati nel paese, la destinazione è in via Cadorna 2.

Continua la lettura con: TORRE PARKO: il nuovo grattacielo fatto di “oasi naturali” ai confini di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il GARAGE TRAVERSI: la celebre autorimessa diventa il nuovo POLO del LUSSO di Milano

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Credits Urbanfile - Louis Vuitton Garage Traversi

La storia di questo garage ha inizio negli anni ’30 nell’ambito del rifacimento di piazza San Babila. L’architetto Giuseppe De Min fu incaricato di progettare la prima autorimessa multipiano della città, con sistema monta-vetture ancora poco diffuso all’epoca. Dopo anni di abbandono è stato riqualificato per far spazio a un luxury store. Vediamo come è stato trasformato e tutti i numeri del progetto.

Il GARAGE TRAVERSI: la celebre autorimessa diventa il nuovo POLO del LUSSO di Milano

# Il primo garage multipiano di Milano rinasce come luxury-store

Garage Traversi anni ’50

Finito di costruire nel 1939, nell’ambito del più ampio progetto di rifacimento di piazza San Babila, è stato progettato per ospitare la prima autorimessa multipiano di Milano priva di rampe, dotata di un impianto monta-vetture, che la rendeva particolarmente esclusiva.

Fu realizzato su un lotto rimasto libero tra i palazzi edificati nel corso dell’attuazione del piano di ricostruzione dell’area tra corso Matteotti e piazza San Babila, in particolare a ridosso della torre della Snia Viscosa. I limiti dell’area non consentiva di costruire un edificio di pregio e l’impossibilità di avere fronti libere oltre a quella principale su via Bagutta suggerì la destinazione ad autorimessa, comunque necessaria in una zona carente di spazi da destinare alla sosta di autoveicoli.  

Garage Traversi è un esempio mirabile di architettura razionalista, uno dei primi fabbricati in cemento armato realizzati in città, sviluppato su 8 piani fuori terra, era servito da una scala elicoidale ed all’interno era anche organizzato il servizio di lavaggio e manutenzione vetture. Nel 2003 l’edificio venne chiuso e, ad eccezione del piano terra utilizzato come spazio per temporary store, era di fatto abbandonato. Adesso dopo 60 anni di glorioso esercizio e 15 anni di inattività, lo spazio è stato riqualificato e restituito alla città. 

# Un polo per il luxury retail & food, con 5.550 mq di spazi e due rooftop mozzafiato

Garage Traversi

L’investimento complessivo di 30 milioni di euro, prevede anche a scomputo oneri la realizzazione di una nuova piscina pubblica a due vasche una nuova piscina pubblica in via Fatebenesorelle, vicino a Via della Moscova a Porta Nuova, i cui lavori termineranno entro la fine del 2022.

L’obbiettivo della riqualificazione del Garage Traversi era di farlo tornare di nuovo una vera icona dell’architettura in città, questa volta come punto di riferimento per shopping e lifestyle con più di 5.500 mq di spazio per il retail, e due rooftop mozzafiato destinati ad entertainment e food.

È stato ripristinato il colore originale dell’intonaco verde salvia ricreando così il collegamento visivo originariamente pensato dall’architetto De Min con la torre di Piazza San Babila.

Rednering rooftop garage traversi

In elevazione sono stati sviluppati, in armonia con gli edifici circostanti, 3 nuovi piani con roof garden e terrazze panoramiche sul cuore della città, destinati ad attività food & entertainment. Mentre all’interno i caratteristici piani “a ventaglio” rimangono contraddistinti dalla “pianta libera” per la massima efficienza e fruibilità degli spazi.

Rooftop Garage Traversi

Riqualificata anche l’area antistante l’immobile, verso piazza San Babila, per una più gradevole fruizione dello spazio comune di accesso a Garage Traversi ma anche all’elegante via Bagutta. Vediamo come è stato trasformato.

# Il nuovo polo del lusso milanese 

Credits Paul Pablo – Garage Traversi

Il nuovo polo del lusso milanese si prepara ad inaugurare ufficialmente. I lavori sono già stati terminati esternamente e durante il FuoriSalone l’edificio ha ospitato la mostra “Louis Vuitton Objets Nomades” con uno speciale allestimento.

Concluso l’evento più atteso dell’anno in città è in corso la sistemazione degli interni per mettere a disposizione gli spazi per Louis Vuitton e altri brand dei quali ancora non è stato svelato il nome. La casa di moda francese ha sottoscritto un contratto di affitto della durata di tre anni per utilizzare un’area importante dell’edificio come temporary store per presentare le future collezioni, in uno show-room nella parte inferiore, e per gli uffici nella parte superiore.

Continua la lettura con: Dall’EX-ALFA alla FORESTA URBANA: come sarà TRASFORMATO il versante NORD OVEST di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Le 7 MINIERE lombarde più SPETTACOLARI

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Credits: @ikko90 Miniera Gaffione

Di tutte le attrazioni storiche, naturalistiche e artistiche che ci sono in Lombardia, oggi dal mazzo peschiamo una carta semi-sconosciuta ai più. Ma che rappresenta un importante passato della nostra regione, non a caso considerata da molti essere la locomotiva d’Italia, con Milano come motrice. Le profondità della montagna, infatti, in un passato non lontano significavano solo freddo, buio, fatica e pericolo. Sono proprio questi gli elementi che caratterizzavano il duro lavoro dei minatori, uomini che trascorrevano gran parte della loro giornata in condizioni estreme (altro che le lamentele degli impiegatucci d’oggigiorno). Andiamo quindi alla scoperta delle miniere della Lombardia.

Le 7 MINIERE lombarde più SPETTACOLARI

#1 Ecomuseo di Gorno (Bergamo) e il minatore sepolto

@worldminingheritage
Ecomuseo Miniere Di Gorno

Seguendo le orme dei minatori si scoprono le miniere di Gorno in cui si può fare un viaggio alla scoperta della lavorazione dello zinco, prezioso minerale presente abbondantemente nella val del Riso, una valle laterale della Val Seriana.

Immancabile una visita al museo, dove si rivive la storia dei minatori di queste valli attraverso interessanti testimonianze storiche, e ai siti minerari di Costa Jels, i più antichi di Gorno, in cui si potrà conoscere l’esperienza unica di un minatore rimasto sepolto vivo in una miniera per ben 9 giorni. Incredibile, ma vero.

#2 La Miniera “musicale” della Bagnada (Sondrio)

@rossatimassimo
Miniera della Bagnada Valmalenco

In questa miniera della Valmalenco il protagonista è il talco, la cui estrazione continuò fino alla fine degli anni ’80. Dal 2008 questa antica miniera è adibita a museo dove si ammirano oggetti del lavoro quotidiano, donati dalle famiglie dei minatori e degli artigiani locali, ed i principali minerali di questa valle. Una delle gallerie di questa affascinante miniera ospita concerti grazie alla particolare acustica delle sue alte volte rocciose. Una miniera, insomma, in cui le sorprese non mancano.

#3 Schilpario (Bergamo) e la ferrovia mineraria

@kiato75
Miniera Schilpario

La miniera di Schilpario è uno dei complessi minerari più importanti della Lombardia. Davvero imperdibile e molto emozionante la visita lungo la ferrovia mineraria originale, dove troverete diversi pannelli informativi, fotografie d’epoca e utensili che furono utilizzati in passato dai minatori.

#4 Sant’Aloisio (Brescia) e il trekking minerario

@minierasantaloisio
Miniera Sant’Aloisio – Parco avventura

Per i più avventurosi e gli amanti del trekking questa miniera è l’ideale. Per visitare la più estesa miniera di ferro della Val Trompia si può infatti scegliere tra il Trekking Minerario lungo le gallerie abbandonate o, se amate il brivido, il parco avventura dove dovrete affrontare ponti tibetani, passerelle, scale a pioli e, in ultimo, una tirolese sul Torrente Valdardo a più di trenta metri di altezza. Adrenalina allo stato puro.

#5 Valsassina e Piani Resinelli (Lecco): la miniera “di Leonardo”

@nocturnal_blaze
Parco Minerario Cortabbio

Le miniere del Parco minerario di Cortabbio, a Primaluna (LC), penetrano nel cuore della Grigna: lungo un chilometro di gallerie illuminate, immersi in un’atmosfera sospesa, si scopre la storia dell’antica miniera citata da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico. Due i percorsi fruibili: interno, nella miniera Nuovo Ribasso, o esterno, lungo la strada che collega gli imbocchi delle miniere più antiche. L’accessibilità garantita anche ai disabili, grazie al percorso attrezzato ad hoc. Non lontano da Primaluna, le miniere del Parco minerario dei Piani Resinelli (Abbadia Lariana, LC), risalenti al 1600 e dismesse nel secolo scorso. La più antica, Anna, si sviluppa in orizzontale su due livelli, alternando gallerie e corridoi illuminati facilmente visitabili da tutti. Le miniere Sottocavallo e Silvia sono attualmente chiuse, ma visitabili virtualmente.

#6  Miniera Marzoli (Brescia) sul trenino dei minatori

@minieramarzoli
Miniera Marzoli

Se invece si vuole evitare alcuna fatica, tra le miniere da visitare in Lombardia la numero 1 è la miniera Marzoli. Basta salire a bordo di un trenino che porta nel cuore della montagna fino a 700 metri. Si tratta di un’esperienza emozionante perché grazie a un’eccezionale riproduzione di suoni e voci sembrerà di vivere in prima persona la difficile esperienza della vita dei minatori.

#7 Miniera Gaffione (Bergamo) ascoltando i racconti dei minatori

@ikko90
Miniera Gaffione

La miniera Gaffione si trova nel Parco delle Orobie e fa parte del complesso minerario di Schilpario. Dove si ascoltano i racconti e le esperienze di vecchi minatori che accompagnano i visitatori lungo gli stessi sentieri che percorrevano un tempo.

Continua la lettura con: Cascate, laghetti, torrenti: 6 POSTI dove RINFRESCARSI in Lombardia

CARLO CHIODO

copyright milanocittastato.it

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Il CINEMA ITINERANTE per l’estate a Milano

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Credits: @spaziocinema Arianteo - Chiostro dell'Incoronata

Nelle sere d’estate milanesi torna il cinema all’aperto: ma la novità è che sarà in tour. Per tutta l’estate, a bordo di un furgone, viaggeranno sedie, proiettori e schermo per portare nelle piazze meneghine i film italiani e internazionali più acclamati dalla critica di quest’anno. Ecco di cosa si tratta.

Il CINEMA ITINERANTE per l’estate a Milano

# Dal 30 giugno al 18 settembre arriva il cinema itinerante

@spaziocinema
Arianteo – Chiostro dell’Incoronata

In collaborazione con Fuoricinema e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e i municipi, Anteo Cinema ha deciso di organizzare la seconda edizione del cinema itinerante.

Dal 30 giugno al 18 settembre, Anteo girerà per le piazze della città proiettando i film acclamati dalla critica. Ogni settimana sarà in una piazza diversa passando per tutti i municipi meneghini, il film sarà proiettato su uno schermo gonfiabile con un proiettore 2k e l’audio verrà trasmesso in cuffia per non disturbare la normale vita cittadina. Così schermo, proiettore, cuffie e le 200 sedute viaggeranno per tutta estate a bordo di un furgone portando il cinema in giro per Milano. L’unico Municipio non coinvolto nel progetto è il Municipio 1. L’obiettivo di Anteo è infatti quello di raggiungere zone che non hanno una proposta cinematografica e, essendo Anteo Cinema proprio nel Municipio 1, questa zona di Milano non verrà coinvolta.

# Le date e le piazze dove saranno proiettati i film

Credits: @spaziocinema
Anteo nella città

Il biglietto per il cinema itinerante all’aperto costa 5 euro (4 euro se ridotto) e può essere acquistato o direttamente in loco o online. Tra i titoli che verranno proiettati ci sono: È stata la mano di Dio, House of Gucci, Assassinio sul Nilo, Batman e Nostalgia. Di seguito le date e i luoghi dove verranno proiettate le pellicole:

  • 30 giugno – 06 luglio | Anfiteatro Martesana | MUNICIPIO 2
  • 07 – 13 luglio | Casa Jannacci | MUNICIPIO 5
  • 14 – 20 luglio | davanti a Liceo Scientifico Vittorio Veneto e ITIS Ettore Conti | MUNICIPIO 7
  • 21 – 27 luglio| Giardini Oreste del Buono | MUNICIPIO 4
  • 28 luglio – 03 agosto | Barrio’s | MUNICIPIO 6
  • 04 – 10 agosto | Piazzale Giulio Cesare | MUNICIPIO 8
  • 18 – 24 agosto | Villa Litta | MUNICIPIO 9
  • 25 – 31 agosto | Piazza Leonardo Da Vinci | MUNICIPIO 3
  • 01 – 07 settembre | Cooperativa Labriola | MUNICIPIO 8
  • 12 – 18 settembre | Piazza Anita Garibaldi | MUNICIPIO 7

Continua la lettura con: 🔴 A Milano la SALA di CINEMA più PICCOLA del MONDO: la capienza è di tre persone

BEATRICE BARAZZETTI

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SONDRIO: la fermata a rischio esondazione

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Lo sapevi che la fermata della M3 Sondrio è stata chiusa per ben due volte a causa dell’esondazione del Seveso?

La prima volta dal 19 al 27 settembre 2010 e la seconda dal 15 al 16 novembre 2014.

La fermata è stata inaugurata nel 1991 e appena usciti dalla stazione si arriva sul lungo viale Melchiorre Gioia, angolo viale Sondrio.

Foto di Redazione⁠

Continua la lettura con: CADORNA: la fermata della lunga attesa

MILANO CITTA’ STATO

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Avanzano i LAVORI per la pista ciclabile più BELLA D’ITALIA

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Credits lady_e_c_h IG - Garda by bike

In fase di completamento la pista ciclabile lunga 165 km che passerà per tre regioni mentre si è sospesi a mezz’aria sopra l’acqua. Già definita “la pista ciclabile più bella d’Italia”: quando sarà possibile percorrerla?

Avanzano i LAVORI per la pista ciclabile più BELLA D’ITALIA

# Un percorso di 165 km intorno al lago di Garda

Credit: garda-see.com

Già definita “la pista ciclabile più bella d’Italia”, prima ancora di essere completata. Si tratta della Garda by bike che, una volta terminata, sarà un sentiero lungo 165 km che percorre tutta la circonferenza del lago di Garda. La pista ciclabile prevede sia tratti esistenti sia sentieri di nuova costruzione per pedalare dalla Lombardia, al Veneto, fino in Trentino. L’investimento complessivo è di 345 milioni di euro.

Questa pista ciclabile ha una caratteristica mozzafiato: molta parte del percorso è costruita a mezz’aria sopra l’acqua, dando la possibilità di sorvolare i confini regionali con vista lago. Non solo: il sentiero sarà collegato alla VenTo e alla Ciclovia del Sole e alle piste ciclabili europee Eurovelo Route 7 e Eurovelo Route 8.

Leggi anche: RIPARTONO i LAVORI per VenTo: la “SUPER-CICLABILE” da Venezia a Torino

# Come viene costruita

Credit: garde-see.com

La struttura portante è composta da un reticolo di travi in acciaio. Nei tratti in cui la pista ciclabile è completamente a strapiombo, la struttura è ancorata alle pareti rocciose che si affacciano sul lago mente negli altri tratti la base si appoggia su piloni metallici sagomati ancorati al terreno. 

Le gallerie esistenti stanno venendo ristrutturate per permettere di accogliere la pista ciclabile nei punti dove non è possibile realizzare tratti esterni. 

# I sistemi di sicurezza e protezione per pedoni e ciclisti

Credits att -società di ingegneria – Rendering Garda by bike

La pavimentazione del Garda by bike a strapiombo è realizzata con listelli di finto legno trattati per resistere agli agenti atmosferici mentre alcuni tratti paralleli alle vie carrabili sono realizzate in cemento.

Il sentiero segue la pendenza naturale del terreno ma la sicurezza dei ciclisti è sempre garantita da una ringhiera in acciaio curvilinea che segue il profilo della pista ciclabile, senza ostacolare la vista. La pista è larga 2,5 metri, è illuminata con un sistema di illuminazione a led per la notte e ha anche una parte dedicata ai pedoni.

# L’itinerario della pista ciclabile da Limone sul Garda a Nago-Torbole

Credits architetturasostenibile.it – Percorso Garda by bike

L’itinerario si estende per circa 89 Km nel territorio bresciano attraversa, tra gli altri, i comuni di Desenzano, Sirmione, Lonato per poi costeggiare la riviera verso nord nei comuni di Salò, Gardone Riviera fino a Tremosine sul Garda e Limone sul Garda. Il tratto di percorso più impegnativo, di 27 Km da Gargnano a Limone sul Garda, può essere superato con i mezzi di linea di Navigarda.

Sulla sponda orientale, quella veronese, il tracciato è lungo circa 69 Km e attraversa i territori di Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Lazise, Bardolino fino a Malcesine, ricalcando parzialmente il tracciato della ciclopista del Sole.

Infine sulla sponda trentina, per una lunghezza di 7 km, attraversa i comuni di Riva del Garda e Nago-Torbole.

# La fine dei lavori per Garda by like è stata fissata nel 2026 

Credit: @limonesulgarda

Garda By like sarà ultimata nella sua interezza entro la fine del 2026, l’anno delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, ma alcuni chilometri possono essere già percorsi:

  • il tratto di 2,5 km dall’Hotel Panorama di Limone sul Garda per arrivare al confine con il Trentino, che offre uno spettacolo straordinario per il fatto di essere stato costruito interamente a strapiombo sul lago;
  • le parti dell’itinerario ciclabile che si incrociano con la famosa Ciclovia del Sole e con i route 7 e 8 di EuroVelo;
  • il tragitto tra Riva del Garda e Torbole;
  • la ciclabile da Gragnano a Tremosine, esistente da inizio Novecento e definita da Churchill l’ottava meraviglia del mondo.

Alcuni tratti sono in fase di cantiere, come quello dalla centrale idroelettrica di Riva del Garda fino alla galleria per la Via Ponale, altri in fase di progettazione, come la tratta dalla Galleria Panda alla Galleria Orione e per altri si è ancora alla ricerca dei fondi necessari alla loro costruzione.

Leggi anche: STRADA della FORRA, l’ “ottava meraviglia del mondo” secondo Churchill

# La pista ciclabile più bella d’Italia?

Credit: @vacansoleil_be

Lungo questo sentiero si incontreranno paesaggi pazzeschi e dei punti panoramici da togliere il fiato, per non parlare di tutti i borghi che si potranno visitare lungo il tragitto.

Con la sua caratteristica di avere dei tratti costruiti a strapiombo sul lago, questa pista ciclabile è già molto amata anche solo per i pochi chilometri a Limone sul Garda già aperti al pubblico.

Si aggiudicherà davvero il titolo di pista ciclabile più bella d’Italia?

Continua la lettura con: Arriva in Lombardia la CICLOVIA DEL CIELO: la PISTA CICLABILE che percorre le montagne

FABIO MARCOMIN

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CADORNA – Una COSTRUZIONE molto LUNGA🟢👷🏻‍♀️⁠

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Lo sapevi che per costruire il prolungamento fino a Cadorna della linea M2 ci vollero addirittura 6 anni?

I lavori iniziarono nel 1972, ma la stazione fu inaugurata solo nel 1978.

Un errore progettuale ha reso infatti l’attesa per l’attivazione della stazione della metro verde di Cardona una delle più lunghe della metro milanese.

Con un’operazione molto dispendiosa, tre anni dopo di quando era stata prevista, Cadorna M2 venne poi attivata.⁠

Appuntamento a domani con la nuova stazione del giorno. 

Continua la lettura ⁠con: Monumentale: 10 cose da fare nei dintorni della fermata della M5

MILANO CITTA’ STATO⁠

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🔴 Un terzo di chi lavora a Milano è SOTTO la soglia di SOPRAVVIVENZA

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lavorare (da pixabay)

Il costo della vita a Milano è sempre più alto. Ma ciò che preoccupa di più è che buona parte di chi lavora a Milano guadagna al di sotto della soglia di sopravvivenza. 

Un terzo di chi lavora a Milano è SOTTO la soglia di SOPRAVVIVENZA

# Gli operai milanesi sono i meno pagati

Credits: milanotoday.it
differenze retributive nelle città

A Milano, nel campo del lavoro, sembrano esserci parecchie discriminazioni. Gli operai milanesi sono tra i meno pagati di tutte le città metropolitane del nord, i dirigenti guadagnano 8 volte più di loro e le donne non arrivano neanche agli stipendi medi. Una città così aperta, nonché capitale economica italiana, si conferma però una delle peggiori per quanto riguarda la retribuzione dei suoi lavoratori. Secondo i rapporti Oxfam Italia analizzati da milanotoday.it, 290mila lavoratori italiani guadagnano 9 euro all’ora, a Milano in media si guadagnano 15 euro l’ora, ma mentre c’è chi ne riceve molti di più, altri non arrivano a questi numeri neanche nel corso dell’intera carriera.

Nel 2019 in Italia il 12% dei lavoratori viveva in una situazione di povertà lavorativa. Ma cosa si intende con povertà lavorativa? Chi vive in una condizione di work-poor ha un reddito più basso del 60% di quello mediano nazionale e a Milano sono parecchi i lavoratori in queste condizioni.

# Il paradosso di genere

Credits: milanotoday.it
salario medio giornaliero per genere e qualifica

Il rischio di povertà lavorativa è più alto per i lavoratori con contratti a termine, part-time involontari e contratti di somministrazione così come per quelli a chiamata, occasionali e delle piattaforme rispetto ad altre categorie già considerate vulnerabili”, spiega Ester Villa, professoressa di diritto del lavoro dell’Università di Bologna. Questi contratti sono sempre più frequenti, soprattutto dopo la pandemia e la precarietà del lavoro degli ultimi anni. Secondo i rapporti Oxfam nel 2018 quasi un lavoratore su tre aveva una retribuzione bassa (meno di 11500 euro l’anno). Inoltre, a Milano, come nella maggior parte d’Italia, si assiste ad un paradosso di genere: le donne italiane con una retribuzione bassa sotto gli 11500 annui sono il 27,8% mentre gli uomini “solo” il 16,5.

# Lavorare a Milano: salari bassi e discriminazioni di genere

Credits: nuvola.corriere.it

Milano è la città metropolitana italiana con il reddito medio più alto, unica insieme a Bologna a superare i 100 euro medi al giorno. Con i suoi 123,4 euro al giorno, la città meneghina è quindi una delle più ricche d’Italia, ma anche quella dove la ricchezza è distribuita nel modo peggiore. Il reddito medio milanese è così alto perché in città il numero di dirigenti rapportato a quello dei lavoratori totali è il più alto del Paese, circa il 2,5%, ma sono proprio questi dirigenti ad alzare la ricchezza cittadina. Gli operai milanesi hanno infatti gli stipendi più bassi di tutto il Nord e in città non mancano le discriminazioni di genere. Solitamente un uomo prima di andare in pensione guadagna circa il 50% in più della prima busta paga, una donna invece a volte non supera neanche la retribuzione iniziale.

A Milano nel lavoro disomogeneità e disparità sembrano avere la meglio.

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: A Milano la DISTANZA tra quartieri ricchi e poveri è la più ALTA d’ITALIA

BEATRICE BARAZZETTI

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Milano non fa schifo ma…la SPAZZATURA ACCUMULATA fuori dal cestino in Via Torelli

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Milano non fa schifo ma… potrebbe essere meglio. Spesso basterebbe poco per fare molto. Come occuparsi della cura delle piccole cose. Come i cestini della spazzatura.

Milano non fa schifo ma…la SPAZZATURA ACCUMULATA fuori dal cestino in Via Torelli

# Spazzatura accumulata attorno ai cestini

Quello della spazzatura è una delle problematiche più annose in moltissime città, in alcune è una vera e propria emergenza. Per fortuna a Milano viene gestita in maniera decisamente soddisfacente soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata. Possiamo serenamente sostenere che, rispetto ad altri contesti, l’AMSA faccia un lavoro egregio e che sia una azienda della quale possiamo andare fieri.

Purtroppo a volte, vuoi per la maleducazione e l’inciviltà delle persone vuoi per un servizio che seppur buono può essere reso ancora migliore, esistono situazioni non all’altezza di Milano.  

Questa, ad esempio, la situazione che ci segnala Agnese Sanna in Via Torelli nei pressi di una vecchia caratteristica casa di ringhiera purtroppo già nota alle cronache.

Che cosa si potrebbe fare? Innanzitutto sanzionare chi sporca, (avete mai visto farlo nella vostra vita?), sensibilizzare maggiormente cittadini e visitatori, aumentare il personale addetto alla pulizia delle strade, raccogliere i rifiuti dai cestini con maggior frequenza e magari anche aumentarli di numero.

 

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

ANDREA URBANO

copyright milanocittastato.it

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Il “BOSCO da ABITARE”: la strada per il futuro di Milano?

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Credits: @chrismucgreek Condominio 25 verde

Un edificio ad alta efficienza energetica, dove la vegetazione fa da padrona e diventa una icona della città in cui si trova. Ecco di cosa stiamo parlando.

Il BOSCO da ABITARE: la strada per il futuro di Milano?

# Un’architettura bio e eco-sostenibile

Credits: abitare.it (ph. Michele D’Ottavio)
Condominio 25 verde

Non stiamo parlando del Bosco Verticale, ma di un condominio green costruito dieci anni fa e ideato dall’architetto Luciano Pia. In questo edificio non ci sono solo piante che contribuiscono a diminuire l’emissione di CO2 in città o che collaborano con il mantenimento dell’efficienza dell’energia. Il condominio in questione è infatti un insieme di edifici perfettamente integrati con la natura. Si chiama Condominio 25 verde ed è una struttura residenziale pensata proprio per arricchire di verde la città, completamente bio e eco-sostenibile.

Qui è quasi tutto realizzato con elementi provenienti dalla natura e segue il ciclo di vita. Gli edifici sono rivestiti di scandole di larice e per tutto il condominio ci sono moltissime piante poste in fioriere di Cor-Ten che poggiano su una scenografia di terrazze alternate. Sempre rimanendo integrati con la natura, i pilastri sembrano degli alberi con rami che sostengono il peso dei vasi e il tronco in cui passa l’acqua piovana.

# 63 appartamenti in 7500 mq

Credits: abitare.it (ph. Michele D’Ottavio)
Condominio 25 verde

Il Condominio 25 si trova a Torino, nel quartiere del Parco del Valentino, ed è diventato una vera icona della città. La sua particolarità è anche quello di cambiare aspetto a seconda delle stagioni e in base alla vegetazione protagonista dell’edificio. Il condominio è stato pensato e progettato nel 2007 e l’architetto Pia lo descrive così “L’edificio ha strutture in acciaio come alberi di una foresta, piante che immergono le loro radici in terrazzi dai profili irregolari, specchi d’acqua attraversati da passerelle. E sui tetti, rigogliosi giardini”. Occupa un’area di 7.500 mq e ospita 63 appartamenti, ma soprattutto è un condominio green ad altissima efficienza energetica.

# Un’idea per Milano?

Credits: @chrismucgreek
Condominio 25 verde

Con un isolamento a cappotto, le pareti ventilate, la protezione dall’irraggiamento solare diretto e l’utilizzo di impianti di riscaldamento e rinfrescamento che utilizzano l’acqua di falda, il Condominio 25 verde garantisce una particolare efficienza energetica. All’apparenza più che un condominio arricchito da vegetazione, sembra un bosco dove sono inserite 63 unità abitative. La natura fa da padrona e laddove non c’è, c’è l’acciaio delle costruzioni a ricreare elementi naturali. Potrebbe essere un’idea anche per Milano? Un bosco da abitare che diventerebbe il gemello o rivale del famoso Bosco Verticale, ma che porterebbe certo più verde in città.

Fonti: www.abitare.it

Continua la lettura con: 7 cose che forse non sai sul BOSCO VERTICALE, il “grattacielo più bello e innovativo del mondo”

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Scoperta ACQUA DOLCE nell’OCEANO: potrebbe salvare il pianeta?

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ph. curioctopus - l'estensione della falda

C’è un lago di acqua dolce grande 15.000 miglia quadrate in mezzo all’oceano. Se confermata, la scoperta potrebbe rivelare risorse di acqua dolce per le zone più aride del pianeta

Scoperta ACQUA DOLCE nell’OCEANO: potrebbe salvare il pianeta?

# Dal New England al New Jersey: la più grande falda d’acqua dolce del mondo

ph. curioctopus – l’estensione della falda

Grazie a tecniche di rilevamento sottomarino, alcuni ricercatori della Columbia University di New York hanno descritto le  dimensioni di una falda d’acqua dolce, che giace intrappolata sotto l’oceano Atlantico.
L’estensione fin’ora conosciuta della falda, va dall’isola di Marta’s Vineyad in Massachussets, fino al New Jersey. Il “giacimento” è intrappolato in sedimenti porosi sotto l’oceano, ma se fosse in superficie darebbe vita ad un lago di oltre 15.000 miglia quadrate.
Se dovessero essere confermate le ipotesi dei ricercatori, ovvero che la falda si estende a Nord e Sud ancora per qualche miglio, rivelerebbe la sorgente più grande del mondo.
Basti pensare che quella più grande conosciuta attualmente, la falda sotterranea di Ogallala, fornisce acqua a ben 8 stati delle grandi pianure, dal South Dakota al Texas.

Leggi anche: L’ACQUA del SINDACO: Milano mette l’acqua potabile nel CARTONE

# Una tecnica mutuata dalle trivellazioni petrolifere

ph. Monica Hovland da Pixabay

I primi riscontri di questa falda acquifera risalgono ai primi anni ’70, quando le compagnie petrolifere hanno trivellato questo tratto di oceano alla ricerca di petrolio.
I ricercatori della Columbia, guidati da Chloe Gustafson, sono tornati per confermarne la presenza e definirne i confini.
A bordo della nave di ricerca Lamont-Doherty Marcus G. Langseth, hanno perfezionato una tecnica di misurazione, basata sulla differente conduttanza che acqua dolce e salata presentano rispetto alle onde elettromagnetiche.

Hanno quindi condotto due tipi di misurazioni differenti: hanno lasciato cadere dei sensori sul fondale, rilevando così i campi elettromagnetici sottomarini, misurando anche le risonanze con perturbazioni naturali, come i fulmini o i venti solari.
Inoltre hanno utilizzato un’apparecchiatura trainata dalla nave che, emettendo impulsi elettromagnetici, ha registrato le reazioni del fondale.
Entrambi i metodi hanno rivelato i confini dei depositi di acqua dolce, i quali sìnon sono sparpagliati come ipotizzato, ma compattati in maniera più o meno continua.

Leggi anche: Lo strano caso del PARCO che ogni anno viene SOMMERSO dall’ACQUA

# L’acqua di 15.000 anni che potrebbe salvare il pianeta

ph. homo selfe

Secondo i geologi, questa enorma falda di acqua dolce potrebbe essersi formata tra i 15.000 e i 20.000 anni fa, durante lo scioglimento della calotta polare di era glaciale. Le terre continentali emerse erano più estese, ma con l’innalzamento dell’ Atlantico, questa falda è rimasta inghiottita nella piattaforma continentale, coperta dall’acqua salta dell’oceano.
I ricercatori sono convinti che fenomeni di questo tipo si sono verificati al largo di tutte le coste del pianeta.

Chloe Gustafson e il team della Columbia sono sicuri che si tratti di una risorsa. Sperano di poter ampliare le indagini e mettere a punto tecniche per individuare queste falde, con conseguente estrazione di acqua dolce, per servire le zone aride come la California Meridionale, l’Australia, l’africa Sahariana o il Medio Oriente

Da marta’s a Atlantic C. – ph. da Maps

Continua la lettura con: La CITTÀ AUTOSUFFICIENTE nel DESERTO: “l’utopia dell’arcologia

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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M4 finirà in mani straniere? I FONDI INTERNAZIONALI all’attacco della linea blu

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Credits: primalamartesana.it - Metro M4

Prima dell’inaugurazione totale la Blu di Milano è già piena di corteggiatori. Vediamo chi sono i pretendenti e chi si appresta a vendere

M4 finirà in mani straniere? I FONDI INTERNAZIONALI all’attacco della linea blu

# La fila dei pretendenti

ph. weBuild Digital infopoint

Una fila di player prestigiosi ha manifestato interesse per impossessarsi di una quota rilevante di M4 S.p.A. Sono per lo più fondi finanziari e infrastrutturali che hanno presentato offerte, ancora non vincolanti.
Tra gli altri ci sono Vauban, audace fondo di investimento con sede a Londra,  2Fi sgr che ha tra i propri soci fondazioni bancarie e istituzioni pubbliche e il fondo americano Meridian.
L’oggetto del desiderio è la blu di Milano, la linea delle meraviglie che, ancor prima di entrare in esercizio da Sud-Ovest a Est, è già contesa da questi prestigiosi fondi finanziari.
Una delle ragioni che potrebbero favorire il loro ingresso potrebbero essere proprio i ritardi nei lavori, che non essendo conclusi, potrebbe spingere l’attuale socio di maggioranza alla vendita.

Leggi anche: La storia INFINITA 2: nuovo rinvio per la M4? Ecco perché

# Gli attuali proprietari

ph. bebeez.it – I soci attuali di M4 SpA

La proprietà di M4 S.p.A. è suddivisa in quote: il 66,7% è appannaggio del Comune di Milano. La restante parte è in mano a soci privati: Hitachi con l’11,3%, WeBuild e la consociata Astaldi che detengono il 9,6% a testa,  ATM  per il 2,3%), Sirti  lo 0,3% e AnsaldoBreda lo 0,1%, per un totale del 33,3%.

Proprio le partecipazioni private hanno incaricato Natixis, corporate francese di finanza e investimento, di sondare il mercato e trovare buyer a cui cedere i propri stock.

Leggi anche: Non è ancora partita ma già si ALLUNGA: ALTRE FERMATE in arrivo per la M4?

# I vincoli dello Statuto

Credits: primalamartesana.it – Metro M4

I soci sono vincolati dallo Statuto comunale, il quale impone come clausola per la cessione che i lavori siano conclusi.
La parte privata, però, dopo i clamorosi ritardi e infiniti rinvii che porteranno la Blu a sferragliare solo a dicembre 2024, si porta avanti e raccoglie manifestazioni di interesse. Se i proprietari del 33,3% di M4 dovessero insistere nella vendita, si renderebbe necessaria una modifica dello Statuto.
A quel punto anche il Comune di Milano potrebbe inserire le variazioni necessarie per poter anticipare la propria cessione di quote, rientrando del capitale esposto.

# Risanare le casse

ph. bebeez.it – Quote di investimento M4

Alla ricerca di soluzioni per risanare le casse comunali, quindi, Palazzo Marino potrebbe cedere al corteggiamento dei fondi internazionali interessati a M4 S.p.A.?
Il comune si rende garante per i soci di un rendimento minimo garantito del 6% annuo, su cifre stratosferiche.
La Blu ha esposto gli odierni proprietari per circa 380 milioni di Euro. Di questi 247 sono il capitale sociale, ma altri 132 provengono da un finanziamento subordinato erogato dai soci privati, i quali sembrano intenzionati a rientrare.
Se si aggiungono i contributi CIPE e addizionali comunali investiti per 1,35 miliardi, nonché un finanziamento bancario per altri 435 milioni, l’impegno totale assomma a 2,17 miliardi di Euro.

# I milanesi alla finestra

Foto: Andrea Cherchi (c)

I milanesi, le cui tasse hanno contribuito a finanziare i mastodontici cantieri della M4, rimangono ad osservare alla finestra.
Un eventuale cambio dello Statuto sarebbe una manna o il suo contrario?
Difficile prevederlo. Di sicuro la M4 è accreditata a trasportare 24.000 passeggeri all’ora. Il sito ufficiale di M4 prevede un traffico pari a 86 milioni di passeggeri l’anno,  che perfino per una città come Milano rappresenta un numero fantasmagorico.
Qualora queste aspettative dovessero essere rispettate, gli incassi giornalieri di M4, cui sottrarre i costi di esercizio, garantirebbero, in pochi anni un rientro economico ben superiore all’esposizione del 2022.
La sfortunata congiunzione di risanare il bilancio comunale oggi, potrebbe privare domani di una consistente fetta di introiti?

Fonte: BeBeez

Continua la lettura con: Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’INAUGURAZIONE delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

LAURA LIONTI

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🔴 A Milano torna il BUONO TAXI per viaggiare GRATIS

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FILA, CODA DI TASSISTI ALLA FERMATA DI PIAZZA DUOMO GIUZZI PEREGO p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - MILANO 2010-02-09 FILA, CODA DI TASSISTI ALLA FERMATA DI PIAZZA DUOMO XCRO, FILA, CODA DI TASSISTI ALLA FERMATA DEI TAXI - fotografo: Duilio Piaggesi / Fotogramma

A partire da martedì 21 giugno, torna a Milano il buono taxi per agevolare l’utilizzo delle auto pubbliche. Lo ha annunciato il Comune, ma ecco di cosa si tratta, chi può usufruirne e come si fa a richiedere.

A Milano torna il BUONO TAXI per viaggiare GRATIS

# Torna il buono taxi, chi può usufruirne?

ph. uritaxi – Taxi Milano

A chi si rivolge? Il buono permette a persone in difficoltà economica o con problemi motori di usufruire gratuitamente delle auto pubbliche e del noleggio con conducente. Come riporta il Comune, infatti, ci sarà “una copertura del 100% dell’importo della corsa fino a un massimo di 20 euro, per un totale di 200 euro a buono emesso”.

Potranno beneficiare del buono taxi: residenti a Milano over 65, donne in gravidanza, persone affette da malattie che necessitano di cure continuative, persone con difficoltà motorie o con patologie accertate (anche temporanee) e quelle soggette a terapie salvavita. Inoltre, potrà richiedere il buono anche chi si trova in difficoltà economica con un ISEE minore di 28mila euro, persone disoccupate o in cassa integrazione.

# Come richiedere il buono

Tassisti Roma

Per richiedere il buono è necessario iscriversi alla piattaforma del Comune: se lo si è già fatto lo scorso anno per lo stesso motivo allora si potrà chiedere in automatico. Al contrario, i nuovi utenti devono pre-iscriversi al servizio. Nel frattempo i tassisti devono scaricare l’applicazione “BuoniviaggioMI”, finora sono 3005 coloro che hanno deciso di scaricare l’applicazione, sviluppata da Telepass e il comune di Milano.

Una volta che il cittadino si è iscritto alla piattaforma comunale e il tassista ha scaricato l’applicazione, beneficiare del buono sarà facile. Chi usufruisce della corsa deve mostrare, al momento del pagamento, la propria tessera sanitaria al tassista che, inserendola nell’app, controllerà se la persona può beneficiare del buono. Verificata l’idoneità, il sistema calcola l’eventuale quota che il cittadino deve pagare e accredita il resto al tassista.

Per ora i milanesi che hanno beneficiato del servizio sono 5011 per un totale di oltre 50mila viaggi. Infine, il comune precisa che ci può essere l’eventualità di rinnovare i buoni, fino ad esaurimento fondi.

Continua la lettura con: 🔴 Torna la “DOMENICA al MUSEO”: la lista dei musei visitabili gratis a Milano e in Lombardia

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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RIAPRE il RISTORANTE sul tetto della galleria con “VISTA sui GATTI”

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Credits lotuslevriera IG - Pizzeria I 12 gatti

Con l’inaugurazione di un nuovo ristorante nella Galleria Vittorio Emanuele II riapre anche la pizzeria famosa per la presenza di gatti che da decenni vivono sui tetti del “Salotto di Milano”. Ripercorriamo la storia di questo particolare ristorante e vediamo quali novità ci sono.

RIAPRE il RISTORANTE sul tetto della galleria con “VISTA sui GATTI”

# Vik Retreats inaugura un nuovo ristorante in Galleria e riapre la pizzeria “I 12 gatti”

Credits i12gatti IG – Pizzeria i 12 gatti

Vik Retreats, il gruppo di private retreat famoso per le splendide location in Sud America che ha inaugurato il suo primo hotel in Europa in Galleria Vittorio Emanuele dal nome Galleria Vik Milano, ha aperto il ristorante Vik Pellico Otto. Si trova al primo piano con salottini, tavolini affacciati sull’Ottagono e opere d’arte che caratterizzano gli spazi con inediti percorsi espositivi.

In questa occasione ha riaperto le porte anche lo storico ristorante sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele II, la pizzeria “I Dodici Gatti”, completamente rinnovato nella location e nella proposta. L’unico che consente di ammirare il panorama dei tetti di Milano da una posizione privilegiata mentre si è seduti a tavola. All’interno del nuovo menu, oltre a una vasta scelta di pizze napoletane, sia tradizionali sia gourmet, sono presenti una varietà di piatti italiani e un’ampia gamma di bevande, fra cui tutti i vini VIK.

# Prendersi cura dei gatti della Galleria mangiando una pizza

Credits Andrea Cherchi – Gatti al ristorante

La scelta del nome “I 12 gatti” non è stata casuale. Un tempo infatti in una delle soffitte della Galleria Vittorio Emanuele II viveva un’anziana donna conosciuta perché attraverso gli abbaini dava da mangiare ai piccioni e alla sua coppia di gatti neri che vagavano liberi sui tetti. Quando diventò troppo sola e anziana decise di lasciare la soffitta ma i suoi gatti rimasero e prosperarono diventando una colonia di ben dodici felini, tutti neri.

Essendo difficile catturarli in quanto selvaggi e diffidenti, i proprietari della pizzeria insieme al Comune di Milano e all’associazione Protezione Animali si sono impegnati per contribuire alla loro cura, lasciando loro lo spazio e tranquillità. Mangiare una pizza in questo ristorante non vuol dire solo passare una bella serata tra buon cibo e una vista invidiabile ma anche garantire una vita felice e libera ai gatti che vivono sui tetti di uno degli edifici più iconici di Milano.

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FABIO MARCOMIN

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La moneta “A SCADENZA” di Woergl: e se si facesse anche in Italia?

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Compie 90 anni tra poche settimane l’esperimento monetario tirolese della valuta “deperibile”, messo in pratica da un profetico Borgomastro. Scopriamo le origini, i risultati e l’epilogo.

La moneta “A SCADENZA” di Woergl: e se si facesse anche in Italia?

# Woergl e la profezia del Borgomastro

ph. paperblog – Woergl 1931

1931. Austria. Il piccolo comune di Woergl sta facendo i conti con le conseguenze della Grande Depressione. 4500 abitanti di cui 2000 lavorativamente attivi e 1500 disoccupati.
Guida la città un ex ferroviere e sindacalista, Michael Unterguggenberger, classe 1884, che si ritrova nelle casse comunali 32.000 scellini: che a quell’epoca equivalevano grossomodo a 4.500 dollari odierni. Un’inezia. 

Lo stesso Unterguggenberger, alla fine della prima Grande Guerra, aveva analizzato le condizioni dell’Europa e avvertito un pericolo: «oso predire oggi che non passeranno 25 anni prima che venga un’altra, molto più terribile guerra. Si formeranno movimenti rivoluzionari selvaggi tra le masse scontente e fiorirà la pianta velenosa dell’estremo nazionalismo». Ma torniamo al problema economico: come affrontare una grave depressione se le casse comunali sono vuote?

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# La valuta deperibile contro la disoccupazione

ph. Unterguggenberger Institute – Rosa e Michael Unterguggenberger

Il borgomastro doveva affrontare due problemi determinati dalla Grande Depressione: la grave disoccupazione e il fatto che per prudenza i risparmiatori tenevano i scellini nascosti nel materasso o in altri luoghi, evitando così di farli circolare alimentando l’economia.

Per risolvere entrambi i problemi, il Borgomastro si affida alla teoria monetaria di Silvio Gesell: la moneta deperibile.
Consiste nell’emettere una moneta che perde valore nel giro di pochissimo tempo.
La moneta di Woergl si chiama Bestätigter Arbeitswerte o Certificati di Lavoro. I tagli della nuova moneta corrispondono al valore di 1, 5 e 10 scellini e la particolarità è che perdono l’1% del proprio valore ogni mese, ovvero in un anno potevano deperire il 12% del proprio valore. Una moneta con inflazione già programmata, insomma. 

La popolazione a Woergl si trova così due valute: lo scellino austriaco ufficiale e i certificati del lavoro di Unterguggenberger.
La copertura finanziaria dell’operazione è garantita dai 32.000 scellini delle casse comunali, depositati alla locale banca.

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# Metà stipendio in scellini e metà in Bestätigter Arbeitswerte

ph. Numisbids

I dipendenti comunali, Borgomastro compreso, iniziano a ricevere lo stipendio diviso a metà tra due monete differenti, di cui una destinata a perdere di valore. Contemporaneamente vengono assunti alcuni dei disoccupati, pagati interamente con questa moneta.

La moneta deperibile inizia ad essere spesa molto velocemente, perché nessuno ha interesse a tenere qualcosa che si deprezza rapidamente. Essendo totalmente coperta dal deposito di scellini veri, chiunque può andare in banca e farsi cambiare i Certificati di lavoro con valuta corrente, accettando di perdere il 5% del contro valore ritirato.
Comune e banca ottengono numerosi benefici, come recuperare migliaia di scellini di tasse arretrate e depositi bancari considerevoli.
I cittadini, costretti ad accettare le condizioni ob torto collo, mettono in atto subito un caposaldo della scuola austriaca di economia: più una moneta è deperibile e più la si mette in circolo. 

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# I risultati del piccolo comune

ph. Tirolcom – Woergl

Il Borgomastro crea in questo modo le condizioni per fare tornare a girare l’economia. In poco meno di due anni, un comune sull’orlo del dissesto finanziario, riesce ad asfaltare diverse strade, costruire un ponte sul fiume Inn e impiegare molti dei 1500 disoccupati contati nel 1931. I risultati ottenuti convincono circa 200 comuni della regione a chiedere di adottare lo stesso sistema. Perfino dalla Francia arriva il ministro Édouard Dalladier per studiare il fenomeno.

Il Borgomastro Michael Unterguggenberger, insieme ad una delegazione di Woergl, viene ricevuto da Rintelen, membro del governo austriaco, per mostrare i risultati del suo esperimento biennale. Sembra un successo sotto ogni aspetto e l’inizio di una nuova era. Eppure, come spesso accade, il potere non ama ciò che rende più liberi singoli territori e i cittadini. 

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# Da modello a problema (per chi?)

ph. Flickr – Banca Centrale Austriaca

Il test di Woergl accolto tra lo stupore e l’ilarità generale, dopo i suoi successi innescò critiche sempre più violente, tra cui accuse di essere una truffa. Eppure in poco tempo diostrò che una “moneta libera” dai vincoli della politica finanziaria statale, poteva far compiere progressi.
Nei due anni di circolazione dei Certificati di lavoro, solo le poste e le ferrovie austriache, legate allo Stato, si rifiutarono di accoglierle come pagamento.
Ma il fenomeno aveva ormai fatto il giro degli attori che contano, anche economisti e accademici iniziarono a farci un pensierino.

Sembra tutto pronto per il lieto fine? E invece no. Il diavolo era pronto a metterci lo zampino. Da modello di rinascita dell’economia, la moneta di Woergl si fece sempre più un problema. Per chi? E’ facile immaginarlo, comparando a ciò che sta accadendo nei nostri giorni: la banca centrale. 

Intervenne infatti una reazione decisa della Banca Centrale Austriaca che, vedendo messo a rischio il suo monopolio nella produzione di moneta, accusò la cittadina di “aver ecceduto nei suoi poteri“, in quanto “il privilegio di stampare moneta appartiene solo alla Banca Centrale”. La nuova valuta viene dichiarata illegale e l’esperimento di una “moneta libera” chiuso defiitivamente il 15 settembre del 1933, con decreto esecutivo governativo.
A niente è valso il tentativo di Michael Unterguggenberger di ricorrere in appello, che fu rigettato dalla Corte Suprema.

L’unica ragione di tale decisione fu quella di aver messo in discussione il ruolo di monopolio della banca centrale. Nessun altro motivo a fronte dei numerosi successi ottenuti per i cittadini, i lavoratori e per l’economia nel suo complesso. 

In un periodo di crisi della moneta e del controllo centralizzato del mercato monetario, molti invocano la necessità si creare forme monetarie parallele per dare più fiato all’economia. 

Dall’esperienza dell’Austria dei primi anni trenta si possono imparare due lezioni. La prima è che una moneta locale, sganciata, con una sua deperibilità manifesta, potrebbe risolvere molti dei problemi che stiamo vivendo. La seconda è che il potere politico in Europa si metterebbe subito di traverso: la BCE e le istituzioni che condividono il suo potere. Finché la logica del potere in poche mani avrà la meglio sul bene dei cittadini il destino non potrà che essere lo stesso della moneta di Woergl. Sperando che lo scenario successivo sia meno tragico di un nuovo conflitto globale. 

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LAURA LIONTI

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9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

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Rendering Acpv - Torre Faro

Le nove zone di Milano ci piacciono poco, perché sono disegnate col righello, esattamente come certe frontiere, senza alcuna attenzione o valorizzazione alla identità dei quartieri. Pensare a poltronifici identitari, d’altro canto, in un periodo in cui i costi della politica devono essere tagliati senza se e senza ma, rappresenterebbe un’incongruenza di una certa rilevanza. Per cui teniamoci questi 9 municipi e andiamo almeno ad arricchirli di un simbolo cittadino, icona visuale imprescindibile dei tempi che viviamo.

9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

# Zona 1: il Duomo

Andrea Cherchi – Duomo

Bella forza, direte voi. Già, ma nemmeno per un secondo ci è passato per la mente di poter pensare a qualcos’altro, nonostante la lista di potenziali candidati sia agguerrita (Castello Sforzesco, Torre Velasca, Sant’Ambrogio, Teatro alla Scala…). Il Duomo, semplicemente, rappresenta la città in toto, per milanesi e turisti. Farlo assurgere a simbolo stilizzato e semplificato della Zona 1 sarà solo ridurre la sua popolarità, ma non se ne potrà fare a meno.

# Zona 2: il Naviglio Martesana

@nonseifigo
Naviglio Martesana

Qui cominciano a sorgere i primi dubbi, fortunatamente, visto che il mettersi sempre in discussione è uno dei fondamenti della civiltà. Ultimamente abbiamo dato molto spazio alla Stazione Centrale, che rimane uno dei posti dove ogni milanese deve essere stato almeno una volta (in questo caso tornando da Roma, per respirare aria fresca) e altresì costituisce uno dei pilastri da dove amare Milano con la pioggia. Per questo motivo, e anche per incentivare l’attività fisica che vi si può fare correndo, camminando o scheggiando in bici, scegliamo il Naviglio Martesana. Quale punto panoramico è più degno di rappresentarlo? Noi avremmo detto il ponte di Cassina de’ Pomm, se non fosse transennato. Facciamo votare lo scorcio migliore da stilizzare su Milano Città Stato?

# Zona 3: la Luna di Ventura

credits: urbanlife

Scartata de botto Loreto, e anche l’eterno incompiuto Corso Buenos Aires con i padiglioni gemelli di Porta Venezia, scegliamo di dedicare questo simbolo al quartiere della zona che più incarna lo spirito artistico e imprenditoriale di Milano, quella zona Ventura uscita alla ribalta con il Fuori Salone e che fa convergere migliaia di persone tra le sue stradine a metà tra vecchio nucleo lombardo e zona industriale riconvertita. Per i nostri scopi identitari, le prima metà della scritta (Luna) prevale su Park, anche in virtù della miglior fotogenicità da angolo urbano rispetto alla seconda metà sul tetto. La geniale installazione (divenuta poi permanente) risale al 2005.

# Zona 4: IL Capitol di Viale Argonne

@chiesadimilano
Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo (Milano)

Questa zona vasta e complessa potrebbe a sua volta vantare molti simboli, dai nuovi grattacieli di Sky al Rogoredo alla vecchia abbazia di Chiaravalle, dallo Spazio Fumetto al (futuro) Ortomercato. Crediamo però che sia assolutamente opportuno impiantare in almeno una delle nove zone milanesi un simbolo di una delle ricchezze turistiche più inesplorate della città: gli edifici religiosi del Novecento, che costituiscono probabilmente un patrimonio UNESCO per ricchezza, complessità e diversità e di forme. Per ora, in attesa di un itinerario tematico che tocchi tutte queste chiese iconiche in città, prendiamoci come simbolo San Nereo e Achilleo, edificio del 1940 in stile lombardo, dove il cortile porticato di ingresso richiama Sant’Ambrogio, mentre l’iconica cupola (chiamata affettuosamente Capitol dai non milanesi che vengono in visita in treno) sembra una falsificazione perfetta di quella di Santa Maria delle Grazie (sì, sì, quella del Cenacolo).

# Zona 5: la Torre Faro

Rendering Acpv – Torre Faro

Poiché Milano (fortunatamente) è ancora una città in divenire, in cui molti spazi necessitano di essere ripensati e riqualificati, come simbolo della zona 5, in assoluto la parte della città che si sta più sviluppando, scegliamo un’icona che ancora non c’è, a vincere il ballottaggio con la più nota Fondazione Prada, mentre il complesso del Symbiosis, per quanto importante asse di riconversione della zona, rimane decisamente troppo impersonale per lo scopo. La Torre Faro, futura casa dell’azienda elettrica A2A, fa parte del progetto di riqualificazione della storico scalo di Porta Romana a Milano e dovrebbe essere inaugurata (usare il condizionale è un obbligo, in queste situazioni) in tempo per le Olimpiadi Invernali del 2026.

# Zona 6: la Darsena

guida navigli

Un po’ per simmetria con il Naviglio Martesana, un po’ perché una delle nostre battaglie è quella di far rivivere la città d’acqua che fu depauperata del suo fascino da un progresso illusorio e quanto mai cieco, non possiamo esimerci dal nominare per questa zona un altro luogo simbolo di Milano. Preferiamo la Darsena, nel derby a tre con i due agguerriti Navigli Grande e Pavese, essenzialmente per un motivo: è un luogo milanese che è stato riportato alla vita da un’attenta amministrazione cittadina, superando gli anni dei sassi, dei fili d’erba e delle auto parcheggiate l’una sull’altra. Scegliamo il “nuovo” ponte Alexander Langer, a rappresentarla. Non è abbastanza iconico, dite? Forse no, ma anche le cose semplici possono assurgere a simbolo, specie se stilizzate. Scommettiamo?

# Zona 7: lo Stadio di San Siro

@san.siro_stadium IG

Così come una zona può essere rappresentata da un simbolo futuro, lo stesso si può dire di un’icona che forse un giorno sarà destinata a perire tra le ruspe. Diciamo la verità, siamo dibattuti. Esteticamente lo stadio non ci piace e poi siamo sempre schierati con il progresso, con il cambiamento, con il futuro. D’altro canto, è innegabile che il ritocco operato al Meazza per lo sfortunato Mondiale del 1990 abbia creato qualcosa di assolutamente riconoscibile a distanza di chilometri. Il calcio femminile crescerà molto, secondo il nostro modesto punto di vista, altro che fango. I concerti poi sono ripartiti. Allora lasciamo in vita questo cadavere, dandogli la sua giusta collocazione storica, come simbolo di una zona cresciuta fondamentalmente anche grazie alle varie vicende svoltesi dentro al suo catino.

# Zona 8: le tre torri di City Life

Andrea Cherchi – Citylife

Non abbiamo dubbi, in questo caso, anche se non è una cosa di cui vantarsi. Un quartiere completamente costruito da zero, invidia dei romani e non solo, con ben tre emergenze iconiche contemporanee firmate dalle più famose archistar, non può non meritarsi il simbolo della zona, che altrimenti potrebbe ridursi a seconda parentesi nostalgica, magari scegliendo la sopraelevata, oppure a sopraffazione naturale dell’ambiente urbano, nel caso si optasse per una delle due cime verdi in fila all’altra (comunque iconiche), la Montagnetta o il Parco Portello. Stilizziamo sfumando le tre torri in un unico skyline, siete d’accordo?

# Zona 9: I Gasometri della Bovisa

parco della bovisa

Porta Nuova ha troppi simboli, siamo sicuri di poter ragionevolmente propendere per il Bosco, per la Guglia (Torre Unicredit) o per il Nido? In questa zona molto dinamica, vorremmo puntare a qualcosa che rappresenti il futuro e il passato uniti in unico abbraccio ideale, che possa far contente tutte le correnti di pensiero. Quindi nulla potrebbe essere meglio del futuro parco della Goccia. I suoi gasometri, già ben conservati, possono facilmente assurgere a simbolo di una parte di città che si sta riconvertendo in residenziale senza dimenticare il tessuto industriale tuttora presente sul territorio. Il parco sarà solo l’ultima di una serie di attrazioni in successione, che dalla BAM passando per lo Scalo Farini consegneranno a Milano un’intera nuova porzione di città. Noi non aspettiamo altro. Ad maiora!

Continua la lettura con: SFIDA al DUOMO: qual è il SIMBOLO “ALTERNATIVO” di Milano

LORENZO ZUCCHI

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