9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

Simbolo del passato e del futuro di Milano

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Rendering Acpv - Torre Faro

Le nove zone di Milano ci piacciono poco, perché sono disegnate col righello, esattamente come certe frontiere, senza alcuna attenzione o valorizzazione alla identità dei quartieri. Pensare a poltronifici identitari, d’altro canto, in un periodo in cui i costi della politica devono essere tagliati senza se e senza ma, rappresenterebbe un’incongruenza di una certa rilevanza. Per cui teniamoci questi 9 municipi e andiamo almeno ad arricchirli di un simbolo cittadino, icona visuale imprescindibile dei tempi che viviamo.

9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

# Zona 1: il Duomo

Andrea Cherchi – Duomo

Bella forza, direte voi. Già, ma nemmeno per un secondo ci è passato per la mente di poter pensare a qualcos’altro, nonostante la lista di potenziali candidati sia agguerrita (Castello Sforzesco, Torre Velasca, Sant’Ambrogio, Teatro alla Scala…). Il Duomo, semplicemente, rappresenta la città in toto, per milanesi e turisti. Farlo assurgere a simbolo stilizzato e semplificato della Zona 1 sarà solo ridurre la sua popolarità, ma non se ne potrà fare a meno.

# Zona 2: il Naviglio Martesana

@nonseifigo
Naviglio Martesana

Qui cominciano a sorgere i primi dubbi, fortunatamente, visto che il mettersi sempre in discussione è uno dei fondamenti della civiltà. Ultimamente abbiamo dato molto spazio alla Stazione Centrale, che rimane uno dei posti dove ogni milanese deve essere stato almeno una volta (in questo caso tornando da Roma, per respirare aria fresca) e altresì costituisce uno dei pilastri da dove amare Milano con la pioggia. Per questo motivo, e anche per incentivare l’attività fisica che vi si può fare correndo, camminando o scheggiando in bici, scegliamo il Naviglio Martesana. Quale punto panoramico è più degno di rappresentarlo? Noi avremmo detto il ponte di Cassina de’ Pomm, se non fosse transennato. Facciamo votare lo scorcio migliore da stilizzare su Milano Città Stato?

# Zona 3: la Luna di Ventura

credits: urbanlife

Scartata de botto Loreto, e anche l’eterno incompiuto Corso Buenos Aires con i padiglioni gemelli di Porta Venezia, scegliamo di dedicare questo simbolo al quartiere della zona che più incarna lo spirito artistico e imprenditoriale di Milano, quella zona Ventura uscita alla ribalta con il Fuori Salone e che fa convergere migliaia di persone tra le sue stradine a metà tra vecchio nucleo lombardo e zona industriale riconvertita. Per i nostri scopi identitari, le prima metà della scritta (Luna) prevale su Park, anche in virtù della miglior fotogenicità da angolo urbano rispetto alla seconda metà sul tetto. La geniale installazione (divenuta poi permanente) risale al 2005.

# Zona 4: IL Capitol di Viale Argonne

@chiesadimilano
Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo (Milano)

Questa zona vasta e complessa potrebbe a sua volta vantare molti simboli, dai nuovi grattacieli di Sky al Rogoredo alla vecchia abbazia di Chiaravalle, dallo Spazio Fumetto al (futuro) Ortomercato. Crediamo però che sia assolutamente opportuno impiantare in almeno una delle nove zone milanesi un simbolo di una delle ricchezze turistiche più inesplorate della città: gli edifici religiosi del Novecento, che costituiscono probabilmente un patrimonio UNESCO per ricchezza, complessità e diversità e di forme. Per ora, in attesa di un itinerario tematico che tocchi tutte queste chiese iconiche in città, prendiamoci come simbolo San Nereo e Achilleo, edificio del 1940 in stile lombardo, dove il cortile porticato di ingresso richiama Sant’Ambrogio, mentre l’iconica cupola (chiamata affettuosamente Capitol dai non milanesi che vengono in visita in treno) sembra una falsificazione perfetta di quella di Santa Maria delle Grazie (sì, sì, quella del Cenacolo).

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# Zona 5: la Torre Faro

Rendering Acpv – Torre Faro

Poiché Milano (fortunatamente) è ancora una città in divenire, in cui molti spazi necessitano di essere ripensati e riqualificati, come simbolo della zona 5, in assoluto la parte della città che si sta più sviluppando, scegliamo un’icona che ancora non c’è, a vincere il ballottaggio con la più nota Fondazione Prada, mentre il complesso del Symbiosis, per quanto importante asse di riconversione della zona, rimane decisamente troppo impersonale per lo scopo. La Torre Faro, futura casa dell’azienda elettrica A2A, fa parte del progetto di riqualificazione della storico scalo di Porta Romana a Milano e dovrebbe essere inaugurata (usare il condizionale è un obbligo, in queste situazioni) in tempo per le Olimpiadi Invernali del 2026.

# Zona 6: la Darsena

guida navigli

Un po’ per simmetria con il Naviglio Martesana, un po’ perché una delle nostre battaglie è quella di far rivivere la città d’acqua che fu depauperata del suo fascino da un progresso illusorio e quanto mai cieco, non possiamo esimerci dal nominare per questa zona un altro luogo simbolo di Milano. Preferiamo la Darsena, nel derby a tre con i due agguerriti Navigli Grande e Pavese, essenzialmente per un motivo: è un luogo milanese che è stato riportato alla vita da un’attenta amministrazione cittadina, superando gli anni dei sassi, dei fili d’erba e delle auto parcheggiate l’una sull’altra. Scegliamo il “nuovo” ponte Alexander Langer, a rappresentarla. Non è abbastanza iconico, dite? Forse no, ma anche le cose semplici possono assurgere a simbolo, specie se stilizzate. Scommettiamo?

# Zona 7: lo Stadio di San Siro

@san.siro_stadium IG

Così come una zona può essere rappresentata da un simbolo futuro, lo stesso si può dire di un’icona che forse un giorno sarà destinata a perire tra le ruspe. Diciamo la verità, siamo dibattuti. Esteticamente lo stadio non ci piace e poi siamo sempre schierati con il progresso, con il cambiamento, con il futuro. D’altro canto, è innegabile che il ritocco operato al Meazza per lo sfortunato Mondiale del 1990 abbia creato qualcosa di assolutamente riconoscibile a distanza di chilometri. Il calcio femminile crescerà molto, secondo il nostro modesto punto di vista, altro che fango. I concerti poi sono ripartiti. Allora lasciamo in vita questo cadavere, dandogli la sua giusta collocazione storica, come simbolo di una zona cresciuta fondamentalmente anche grazie alle varie vicende svoltesi dentro al suo catino.

# Zona 8: le tre torri di City Life

Andrea Cherchi – Citylife

Non abbiamo dubbi, in questo caso, anche se non è una cosa di cui vantarsi. Un quartiere completamente costruito da zero, invidia dei romani e non solo, con ben tre emergenze iconiche contemporanee firmate dalle più famose archistar, non può non meritarsi il simbolo della zona, che altrimenti potrebbe ridursi a seconda parentesi nostalgica, magari scegliendo la sopraelevata, oppure a sopraffazione naturale dell’ambiente urbano, nel caso si optasse per una delle due cime verdi in fila all’altra (comunque iconiche), la Montagnetta o il Parco Portello. Stilizziamo sfumando le tre torri in un unico skyline, siete d’accordo?

# Zona 9: I Gasometri della Bovisa

parco della bovisa

Porta Nuova ha troppi simboli, siamo sicuri di poter ragionevolmente propendere per il Bosco, per la Guglia (Torre Unicredit) o per il Nido? In questa zona molto dinamica, vorremmo puntare a qualcosa che rappresenti il futuro e il passato uniti in unico abbraccio ideale, che possa far contente tutte le correnti di pensiero. Quindi nulla potrebbe essere meglio del futuro parco della Goccia. I suoi gasometri, già ben conservati, possono facilmente assurgere a simbolo di una parte di città che si sta riconvertendo in residenziale senza dimenticare il tessuto industriale tuttora presente sul territorio. Il parco sarà solo l’ultima di una serie di attrazioni in successione, che dalla BAM passando per lo Scalo Farini consegneranno a Milano un’intera nuova porzione di città. Noi non aspettiamo altro. Ad maiora!

Continua la lettura con: SFIDA al DUOMO: qual è il SIMBOLO “ALTERNATIVO” di Milano

LORENZO ZUCCHI

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Lorenzo Zucchi
Laureato in statistica, milanese d’adozione da 16 anni. Grande appassionato di viaggi, fotografia minimalista, architettura e urbanistica. Sognatore estremo, coltiva l’idea di una federazione mondiale di Città Stato. Obiettivo nascosto: svecchiare la società dai suoi tanti risvolti retrogradi. Citazione preferita: la vita reale è per chi non sa fare di meglio.