La moneta “A SCADENZA” di Woergl: e se si facesse anche in Italia?

E se invece di uscire dall'euro o di fuggire nelle criptovalute, la soluzione fosse una "moneta a scadenza"?

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Compie 90 anni tra poche settimane l’esperimento monetario tirolese della valuta “deperibile”, messo in pratica da un profetico Borgomastro. Scopriamo le origini, i risultati e l’epilogo.

La moneta “A SCADENZA” di Woergl: e se si facesse anche in Italia?

# Woergl e la profezia del Borgomastro

ph. paperblog – Woergl 1931

1931. Austria. Il piccolo comune di Woergl sta facendo i conti con le conseguenze della Grande Depressione. 4500 abitanti di cui 2000 lavorativamente attivi e 1500 disoccupati.
Guida la città un ex ferroviere e sindacalista, Michael Unterguggenberger, classe 1884, che si ritrova nelle casse comunali 32.000 scellini: che a quell’epoca equivalevano grossomodo a 4.500 dollari odierni. Un’inezia. 

Lo stesso Unterguggenberger, alla fine della prima Grande Guerra, aveva analizzato le condizioni dell’Europa e avvertito un pericolo: «oso predire oggi che non passeranno 25 anni prima che venga un’altra, molto più terribile guerra. Si formeranno movimenti rivoluzionari selvaggi tra le masse scontente e fiorirà la pianta velenosa dell’estremo nazionalismo». Ma torniamo al problema economico: come affrontare una grave depressione se le casse comunali sono vuote?

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# La valuta deperibile contro la disoccupazione

ph. Unterguggenberger Institute – Rosa e Michael Unterguggenberger

Il borgomastro doveva affrontare due problemi determinati dalla Grande Depressione: la grave disoccupazione e il fatto che per prudenza i risparmiatori tenevano i scellini nascosti nel materasso o in altri luoghi, evitando così di farli circolare alimentando l’economia.

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Per risolvere entrambi i problemi, il Borgomastro si affida alla teoria monetaria di Silvio Gesell: la moneta deperibile.
Consiste nell’emettere una moneta che perde valore nel giro di pochissimo tempo.
La moneta di Woergl si chiama Bestätigter Arbeitswerte o Certificati di Lavoro. I tagli della nuova moneta corrispondono al valore di 1, 5 e 10 scellini e la particolarità è che perdono l’1% del proprio valore ogni mese, ovvero in un anno potevano deperire il 12% del proprio valore. Una moneta con inflazione già programmata, insomma. 

La popolazione a Woergl si trova così due valute: lo scellino austriaco ufficiale e i certificati del lavoro di Unterguggenberger.
La copertura finanziaria dell’operazione è garantita dai 32.000 scellini delle casse comunali, depositati alla locale banca.

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# Metà stipendio in scellini e metà in Bestätigter Arbeitswerte

ph. Numisbids

I dipendenti comunali, Borgomastro compreso, iniziano a ricevere lo stipendio diviso a metà tra due monete differenti, di cui una destinata a perdere di valore. Contemporaneamente vengono assunti alcuni dei disoccupati, pagati interamente con questa moneta.

La moneta deperibile inizia ad essere spesa molto velocemente, perché nessuno ha interesse a tenere qualcosa che si deprezza rapidamente. Essendo totalmente coperta dal deposito di scellini veri, chiunque può andare in banca e farsi cambiare i Certificati di lavoro con valuta corrente, accettando di perdere il 5% del contro valore ritirato.
Comune e banca ottengono numerosi benefici, come recuperare migliaia di scellini di tasse arretrate e depositi bancari considerevoli.
I cittadini, costretti ad accettare le condizioni ob torto collo, mettono in atto subito un caposaldo della scuola austriaca di economia: più una moneta è deperibile e più la si mette in circolo. 

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# I risultati del piccolo comune

ph. Tirolcom – Woergl

Il Borgomastro crea in questo modo le condizioni per fare tornare a girare l’economia. In poco meno di due anni, un comune sull’orlo del dissesto finanziario, riesce ad asfaltare diverse strade, costruire un ponte sul fiume Inn e impiegare molti dei 1500 disoccupati contati nel 1931. I risultati ottenuti convincono circa 200 comuni della regione a chiedere di adottare lo stesso sistema. Perfino dalla Francia arriva il ministro Édouard Dalladier per studiare il fenomeno.

Il Borgomastro Michael Unterguggenberger, insieme ad una delegazione di Woergl, viene ricevuto da Rintelen, membro del governo austriaco, per mostrare i risultati del suo esperimento biennale. Sembra un successo sotto ogni aspetto e l’inizio di una nuova era. Eppure, come spesso accade, il potere non ama ciò che rende più liberi singoli territori e i cittadini. 

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# Da modello a problema (per chi?)

ph. Flickr – Banca Centrale Austriaca

Il test di Woergl accolto tra lo stupore e l’ilarità generale, dopo i suoi successi innescò critiche sempre più violente, tra cui accuse di essere una truffa. Eppure in poco tempo diostrò che una “moneta libera” dai vincoli della politica finanziaria statale, poteva far compiere progressi.
Nei due anni di circolazione dei Certificati di lavoro, solo le poste e le ferrovie austriache, legate allo Stato, si rifiutarono di accoglierle come pagamento.
Ma il fenomeno aveva ormai fatto il giro degli attori che contano, anche economisti e accademici iniziarono a farci un pensierino.

Sembra tutto pronto per il lieto fine? E invece no. Il diavolo era pronto a metterci lo zampino. Da modello di rinascita dell’economia, la moneta di Woergl si fece sempre più un problema. Per chi? E’ facile immaginarlo, comparando a ciò che sta accadendo nei nostri giorni: la banca centrale. 

Intervenne infatti una reazione decisa della Banca Centrale Austriaca che, vedendo messo a rischio il suo monopolio nella produzione di moneta, accusò la cittadina di “aver ecceduto nei suoi poteri“, in quanto “il privilegio di stampare moneta appartiene solo alla Banca Centrale”. La nuova valuta viene dichiarata illegale e l’esperimento di una “moneta libera” chiuso defiitivamente il 15 settembre del 1933, con decreto esecutivo governativo.
A niente è valso il tentativo di Michael Unterguggenberger di ricorrere in appello, che fu rigettato dalla Corte Suprema.

L’unica ragione di tale decisione fu quella di aver messo in discussione il ruolo di monopolio della banca centrale. Nessun altro motivo a fronte dei numerosi successi ottenuti per i cittadini, i lavoratori e per l’economia nel suo complesso. 

In un periodo di crisi della moneta e del controllo centralizzato del mercato monetario, molti invocano la necessità si creare forme monetarie parallele per dare più fiato all’economia. 

Dall’esperienza dell’Austria dei primi anni trenta si possono imparare due lezioni. La prima è che una moneta locale, sganciata, con una sua deperibilità manifesta, potrebbe risolvere molti dei problemi che stiamo vivendo. La seconda è che il potere politico in Europa si metterebbe subito di traverso: la BCE e le istituzioni che condividono il suo potere. Finché la logica del potere in poche mani avrà la meglio sul bene dei cittadini il destino non potrà che essere lo stesso della moneta di Woergl. Sperando che lo scenario successivo sia meno tragico di un nuovo conflitto globale. 

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LAURA LIONTI

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Laura Lionti
Tecnico del suono milanese, nata da milanesi importati dalla Sicilia. Il mio quartier generale è sempre stato il Gallaratese con i suoi giardini e il verde, difeso a volte a spada tratta. Sogno che Milano si candidi a luogo ideale per creare un laboratorio a cielo aperto che ricerchi e trovi la soluzione per le Smart Cities, Città e comunità sostenibili: obiettivo 11 degli SDGs