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CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

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Abbado

Un grande milanese fu il riferimento principale tra i direttori d’orchestra del mondo intero.

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

# “Io sono contro tutte le dittature”

Abbado

Il senatore a vita è colui che ha avuto l’onere e l’onore di “illustrare la Patria per altissimi meriti (…)” e Claudio Abbado, che senatore a vita lo diventò nel 2013, nominato da Giorgio Napolitano, questi “altissimi meriti” li aveva e, comunque la si pensi, gli vanno riconosciuti. Qualcuno lo bollò come “comunista”, lui di fronte a questa etichetta rispondeva in modo pacato e tranquillo, come era solito comportarsi, dicendo che, “io ho preso sempre posizioni di grande avversione nei confronti del nazifascismo, il cui ricordo, di quando ero bambino, è caratterizzato dalla paura e dai partigiani uccisi in piazza. Sono sempre stato contrario anche alla politica dell’Urss, insomma io sono contro tutte le dittature“.

# La scelta di “democratizzare” la musica

Di sinistra lo era, e lo dimostrò anche nel proprio lavoro, quando decise di “democratizzare” la musica portandola nelle fabbriche e coinvolgendo gli studenti nell’arte classica. I suoi concerti alla Innocenti Leyland, alla Necchi di Pavia e all’Ansaldo, hanno fatto la storia, della musica e del mondo operaio. Mondo verso il quale il Direttore d’Orchestra milanese aveva cercato di andare incontro promuovendo prezzi popolari dei biglietti. Anche perchè, in fabbrica, un operaio resta tale, mentre alla Scala è “pubblico”, al pari della Milano-bene.

# Una famiglia di musicisti

Claudio Abbado nacque a Milano il 26 giugno 1933, in una famiglia di musicisti: il padre era insegnante di violino, nonché professore al Conservatorio Giuseppe Verdi, mentre la madre era insegnate di pianoforte. “I miei genitori mi diedero stimoli eterogenei e preziosi, visto che mia madre era anche autrice di libri per bambini e aveva dolcezza e fantasia, mentre mio padre mi inculcò la disciplina nello studio; mamma e papà con due approcci diversi e fondamentali per le mie basi“.

Il piccolo Claudio ha le idee chiare su cosa vuole fare nella vita: “ero ancora un bambino e andai con i miei genitori alla Scala, rimasi affascinato ascoltando i Notturni di Claude Debussy, rapito da quelle sonorità e dal carismatico talento del direttore d’orchestra, Antonio Guarnieri che, con un gesto piccolissimo della bacchetta, faceva uscire suoni straordinari“.

# Dal Conservatorio Giuseppe Verdi al debutto alla Scala

Credits gianmarco.music08_official IG – Claudio Abbado

Abbado frequenta il Conservatorio Giuseppe Verdi, poi va a Vienna studiando all’Accademia per due anni, cantando, tra l’altro, nel coro della Gesellshaft Der Musikfreunde, avendo la possibilità di seguire le prove dei più grandi direttori d’orchestra del mondo. A 25 anni vince il concorso per entrare nella più antica orchestra americana, la New York Philharmonic. Torna in Italia e diventa direttore sinfonico al Verdi di Trieste, poi torna a Milano dirigendo alla Piccola Scala.

Nell 1960 debutta alla Scala, diventandone direttore musicale dal 1968 al 1986. Abbado ampliò il repertorio del più noto teatro milanese, con opere di Berg, Schoenberg e Stravinsky, ma anche con commissioni di nuove opere: promosse poi un rinnovamento nell’approccio all’esecuzione, attraverso un metodo filologico.

# Il successo in tutto il mondo

Viaggiò e lavorò in lungo e in largo per il mondo, raccogliendo successi e riconoscimenti, diventando per diverso tempo il riferimento mondiale principale tra i direttori d’orchestra.

Il suo lavoro lo ha sempre svolto con umiltà, concentrazione e approfondimento: “quando sono sul podio mi sforzo sempre di creare un contatto umano con i musicisti e il mio obiettivo è sempre quello di essere un servo dei grandi compositori“. Un’ammissione di umiltà che Abbado ha sempre utilizzato come metodologia artistica: “parto dal presupposto che non bisogna mai essere totalmente soddisfatti del proprio lavoro, sento il bisogno di scavare sempre di più nella partitura, per farne uscire qualcosa di nuovo. Poi ho quella sensazione di dover sempre imparare qualcosa, perchè nella musica non c’è mai un limite, oltre al quale non trovi più nulla di nuovo, la musica è continuo cambiamento“.

# Fondatore di orchestre come la Filarmonica della Scala e la Mahler Chamber di Lucerna

Credits antoniconteddu IG – Filarmonica della Scala

Ricordiamo che Abbado fu direttore artistico della Staatsoper di Vienna, fondatore di orchestre come la Filarmonica della Scala e la Mahler Chamber di Lucerna, in Svizzera.

Sempre critico nei confronti dei tagli alla cultura, tuonò contro il governo Berlusconi e contro una classe politica priva di strumenti per comprendere l’importanza dell’arte.

Claudio Abbado morì a Bologna il 20 gennaio 2014, dopo una malattia che ne minò gli ultimi periodi di vita.

FABIO BUFFA

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A Milano il MUSEO dei QUADERNI di SCUOLA

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Credits: @exversisebookarchive Museo quaderni di scuola

Quest’anno a Milano aprirà un museo molto particolare, che racconterà la storia vista dagli occhi dei bambini. Un passato recente descritto dalle pagine dei quaderni di bambini e ragazzi che negli anni hanno frequentato scuole elementari e medie. Ecco allora i dettagli del futuro museo milanese e da dove nasce.

A Milano il MUSEO dei QUADERNI di SCUOLA

# Due secoli di storia e 2500 quaderni provenienti da tutto il mondo

Credits: repubblica.it
coppia ideatrice del museo

Non c’è persona che abbia finito la scuola e che non riguardi con nostalgia i suoi quaderni. I quaderni sono un po’ la storia di tutti noi, sono un ricordo di quei vent’anni trascorsi sui banchi di scuola e dei progressi che ognuno ha fatto. Ecco allora che da quest’idea, la coppia milanese composta da Anna Teresa Ronchi Thomas Pololi ha deciso di realizzare un museo dedicato ai quaderni di scuola. Dopo anni di lavoro il loro progetto è finalmente concreto.

Il Museo dei Quaderni di scuola parte infatti da un’idea ormai nata circa 15 anni fa: mostrare attraverso i quaderni il mondo visto dagli occhi dei bambini. I loro sogni, le loro percezioni, fantasie, paure, la loro intelligenza e sensibilità. È così che Thomas Pololi fonda l’Archivio dei quaderni di scuola, che oggi conta migliaia di quaderni che coprono due secoli di storia, principalmente dalla fine dell’800 ai primi anni 2000. Più precisamente l’Archivio è gestito dall’Associazione Quaderni Aperti e conta 2500 quaderni (1500 italiani e gli altri 1000 provenienti da 35 paesi del mondo), oltre ad alcune lettere e diari scritti da bambini e ragazzi dagli 8 ai 14 anni.

Credits: @exversisebookarchive
Quaderno di scuola

Ma è quando l’associazione inizia anche una comunicazione social che il loro sogno di realizzare un museo sui quaderni di scuola diventa realtà. Con un sito internet e account social attivi, la condivisione un po’ nostalgica di pagine di quaderni di scuola diventa un modo per raccogliere sempre più materiale.

# Il museo aprirà in primavera in via Broletto

Credits: exercisebookarchive.it
Quaderni dell’archivio

Il Museo dei Quaderni di scuola aprirà nella primavera del 2023, più precisamente nel mese di maggio, e sarà allestito all’interno di uno spazio di circa 60 metri quadri in via Broletto, zona Cordusio. L’iniziativa è autogestita e autofinanziata dai due ideatori e dall’associazione protagonista della raccolta e sarà un modo per scoprire, oltre al mondo visto dai bambini, com’è cambiata nel corso dei secoli la scuola e come si differenzia da uno Stato all’altro. Il quaderno più antico che si troverà all’interno risale al 1773 ed è britannico, mentre il più recente viene dal Ghana ed è del 2012. Nel museo ci saranno anche le lettere dettate dalle maestre e inviate a padri e fratelli impegnati nella Seconda Guerra Mondiale. Ci saranno poi delle sezioni dedicate a temi specifici, come vacanze, correzioni scolastiche o sogni, che ogni tre mesi cambieranno. Non resta quindi che aspettare la sua apertura.

Continua la lettura con: Quando Milano andava allo zoo

BEATRICE BARAZZETTI

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Si dice che il miglior risotto di Milano lo mangi qui

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Nel 1979 è subentrata a una bocciofila affermandosi presto in città per i raffinatissimi risotti: tre per sera che cambiano sempre, tratti da un carnet di 600 risotti con accostamenti creativi.

Risotto da Abele

Ogni sera si sceglie fra tre risotti diversi: uno a base di carne, uno a base di pesce e uno di verdura.

Risotto da Abele

Si tratta della Trattoria Temperanza da Abele, che si trova in via Temperanza 5, una traversa tra via Padova e viale Monza.

Continua la lettura con: I locali del passato che i milanesi sognano di riportare in vita

MILANO CITTA’ STATO

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Dai Beat ai Punk: il DECENNIO della CONTROCULTURA a Milano

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Credits culturedeldissenso.com - Mondo Beat

Nei movimenti giovanili degli anni Settanta la componente della cultura underground rimase una costante, come affermava nel 1984 Primo Moroni. Parte tutto dal beat, fenomeno che inizia negli Stati Uniti con la poesia della beat generation già nei primi anni Cinquanta, per poi arrivare al punk. Vediamo il microcosmo di questi movimenti a cavallo tra la fine degli anni ’60 e dei ’70.

Dai Beat ai Punk: il DECENNIO della CONTROCULTURA a Milano

# I “capelloni”: il fenomeno dei beat negli anni ’60

Credits culturedeldissenso.com – Mondo Beat

I primi fenomeni legati alla controcultura si vedono a Milano a partire dalla prima metà degli anni ’60 con i beat, di estrazione sociale in prevalenza più proletaria, legati a quello della beat generation nata nei primi anni ’50 negli Stati Uniti. Alcuni poeti della beat generation, tra cui Burroughs, Ginsberg, Corso e, in seguito, Kerouac, approdano a Parigi per poi spostarsi successivamente anche in altre città europee, compresa Milano.

Lo stile di vita comunicato dalle poesie è fondato “sulla rivendicazione della libertà personale contro i valori condizionanti e autodistruttivi della società consumistica.” Molti giovani, influenzati dal sistema valoriale del beat, portano i capelli lunghi come dissenso dalle norme di comportamento di una società che giudicano borghese e conformista e in Italia si guadagnano l’appellativo di “capelloni”.

Il primo ritrovo ufficiale, dopo quelli di piazzale Brescia e in centro prima presso la stazione di Cordusio e poi sotto il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo, è uno scantinato in via Vicenza denominato “la Cava”. Diviene subito punto di riferimento per il movimento beat in Italia anche per la sua rivista “Mondo Beat”. L’iniziativa più importante del gruppo fu la realizzazione di “Barbonia City“, un grande campeggio libero utilizzato dai tanti giovani senza dimora e indigenti e che mostra il lato meno noto del beat italiano e lontano dal mondo più borghese che rappresentava.

# I Provo e gli hippies

All’interno del movimento beat nascono alcune forme di protesta come quelle dei Provo, da cui si origina il più vasto fenomeno conosciuto nell’immaginario collettivo come hippie. A queste si affiancano i movimenti dei situazionisti e degli anarchici.

# Il Re Nudo vuole diventare una vera e propria forza controculturale

Credits martinamaritop IG – Re Nudo

Dal beat milanese germoglia il giornale “Re Nudo” di Andrea Valcarenghi con l’obiettivo di non disperdere il patrimonio ideale e culturale del movimento underground. Nel settembre 1973 venne organizzato a Milano un congresso dal titolo “Oltre l’underground” con l’intenzione di superare una pratica di lotta minoritaria, avanguardistica e divenire una vera e propria forza controculturale in grado di saper incidere nelle dinamiche del movimento.

# Macondo, pensato come un luogo di “incontro, aggregazione, comunicazione del movimento”

Macondo nasce nel 1977 in via Castelfidardo 7 per iniziativa di Mauro Rostagno, allora ex militante di Lotta Continua in seguito ucciso in un agguato mafioso in Sicilia nel settembre 1988, come un locale che si proponeva quale luogo di “incontro, aggregazione, comunicazione del movimento”. L’idea era quella di superare la mera dimensione di rivista e di divenire un più rilevante centro di elaborazione controculturale.

Al suo interno si trovavano “un ristorante, un bar, negozi di artigianato, un cinema, una biblioteca e poi una scuola di danza, collettivi fotografici, grafici, audiovisivi” ed era frequentato “dagli intellettuali, i sottoproletari della cintura, i ragazzini scappati di casa a 15 anni, i radical-chic, i poveri e i ricchi, quelli delle classi alte e quelli delle classi basse e quelli che non avevano classe”.

# I Circoli del proletariato giovanile

La breve esperienza dei Circoli del proletariato giovanile, durata appena un paio d’anni dal 1975 al 1976, era sempre legata a quanto creato da Re Nudo. Si distinguevano come l’ala creativa del movimento e ponendo come imprescindibile momento rivoluzionario il motivo della festa e dell’happening.

# L’arrivo del fenomeno punk alla fine degli anni ’70

Il punk arriva a Milano verso la fine degli anni ’70, per la precisione nel 1977, ma stenta ad affermarsi tra i movimenti giovanili in quanto osteggiato dai movimenti politici di sinistra che lo vedono legato al fascismo per via dell’utilizzo di alcuni simboli e modi di vestire riconducibili a quell’ideologia. Il 9 dicembre 1978 si tiene a Milano il primo festival punk italiano all’interno della Palazzina Liberty nel parco di Largo Marinai d’Italia. Il movimento diverrà strutturato solo agli inizi degli anni ’80 con l’esperienza dello spazio occupato Virus di via Correggio 18.

Fonti: Culturadeldissenso.com, rivista.clionet.it

Continua a leggere: Dagli anni ’70 agli anni DIECI: il SIMBOLO di Milano in OGNI DECENNIO

FABIO MARCOMIN

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L’appartamento con il prezzo più basso in vendita a Milano

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Credits casa.it - Immobile in vendita

Per chi non ha troppe pretese ed è stanco di dover pagare un affitto costoso e inutile c’è una soluzione davvero economica a Milano. Come è fatto questo appartamento e quanto costa.

L’appartamento con il prezzo più basso in vendita a Milano

# Un monolocale di 20 mq

Credits casa.it – Interno appartamento in vendita

Il costo della vita alle stelle e gli affitti inaccessibili sono i principali fattori che spingono molti milanesi ad andare a vivere fuori città. Una delle soluzioni è puntare a comprare  un’abitazione in periferia con un metratura ridotta in attesa di tempi migliori. Al momento l’appartamento più economico in vendita a Milano, già abitabile e non all’asta, è un monolocale di 20 mq al quarto piano di un palazzo al civico 11 di via Cavezzali. Nello stesso complesso se ne trova un altro identico al primo piano. 

Leggi anche: L’APPARTAMENTO più COSTOSO di Milano è stato venduto: chi è il nuovo proprietario?

# Il costo è di 55.000 euro

Credits casa.it – Bagno appartamento in vendita

Il monolocale si può comprare con soli 55.000 euro e si compone di: un ingresso su disimpegno, zona giorno/notte, angolo cottura con piccolo frigo e bagno con box doccia e lavatrice. Lo spazio è ridotto e sufficiente solo per una persona, ma a questo prezzo non si può pretendere molto di più in città.

Credits casa.it – Immobile in vendita

L’appartamento si trova in un contesto civile con cortile condominiale, a metà strada tra la fermata della linea M1 Turro e quella della linea M2 Udine.

 

Continua la lettura con: La “CASA BARA”, l’APPARTAMENTO in AFFITTO più PICCOLO del MONDO

FABIO MARCOMIN

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Il video del giorno: la COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO

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La scelta into the wild di una coppia di Milano. Questa la loro vita. Video di Bernardo Cumbo

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

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UN ROMANTICO A MILANO

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La discoteca più piccola del mondo

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Credits teledisko IG - Dentro la discoteca

Nella città tempio delle discoteche più d’avanguardia del mondo ci si può scatenare a ritmo di musica dentro la discoteca più piccola del mondo. Ecco come è fatta e come funziona.

La discoteca più piccola del mondo

# A Berlino si balla dentro una…cabina telefonica

Credits Berlino Magazine – Teledisko

A Berlino ci si può scatenare a ritmo di musica dentro la discoteca più piccola del mondo. Il nome è Teledisko e non è altro che una vecchia cabina telefonica riconvertita a discoteca su progetto dell’artista Benjamin Uphues. L’idea di trasformarla in un vero e proprio club super esclusivo è nata per evitare che divenisse un intralcio al decoro urbano dopo la dismissione del servizio.

# Ce ne sono otto in giro per Berlino e per il mondo

Credits teledisko IG – Teledisko

In realtà sono otto le Teledisko, cinque sono sparse per la città di Berlino di cui due all’interno delle discoteche Kater Blau e al Sisyphos. Quelle non hanno una location fissa possono essere monitorate direttamente su una mappa online ma la loro posizione può essere costantemente monitorata attraverso una mappa sul sito ufficiale della discoteca. Altre tre possono essere noleggiate e portate in tutto il mondo.

# Come funziona Teledisko e quanto costa

Credits teledisko IG – Selezione brano

Dallo display esterno alla cabina si inserisce una moneta da 1 euro, si seleziona il brano preferito e si entra per dar via alle danze in un massimo di 5 persone. Schermo antifumo, impianto audio con bassi potenti, colori psichedelici e luci stroboscopiche e a fine “serata” si possono persino avere foto e video della performance.

Credits teledisko IG – Foto ricordo serata discoteca

A Milano non mancano le discoteche, ma spesso hanno costi elevati e la selezione all’ingresso: perché non trasformare le vecchie cabine telefoniche inutilizzate in club accessibili a tutti in qualsiasi momento?

Fonte: Berlino Magazine

Continua la lettura con: Le DISCOTECHE del POMERIGGIO: la FOTOGALLERY degli anni ’80 e ’90

FABIO MARCOMIN

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Il GRATTACIELO VERDE più ALTO del MONDO

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Credits: UNstudio.com, sito ufficiale.

Il grattacielo green più alto del mondo, a ridotte emissioni di carbonio e con un giardino verticale per tutti gli appartamenti, vedrà la luce nei prossimi cinque anni.

Il GRATTACIELO VERDE più ALTO del MONDO

# Filosofia Green

La filosofia Green sta sempre più diventando una moda e una necessità, ha preso piede soprattutto nell’ultimo decennio e la consapevolezza della sua utilità rende sempre più diffuse costruzioni a prova di danni ambientali. Un esempio sono i numerosi palazzi dotati di giardino pensile, costruiti in molte città, tra cui il Bosco Verticale di Milano. Ma nei prossimi anni è in progetto un grattacielo con queste caratteristiche, che diventerà il palazzo più alto al mondo a possedere un giardino sospeso tra cielo e terra.

Credits: @chriscenaikotravels IG

Leggi anche I GIARDINI VERTICALI di Milano 

# Un progetto di 9 anni

Nel 2018 lo sviluppatore immobiliare Beulah International ha lanciato un concorso per la costruzione di grattacielo dotato di Sky Garden a Melbourne, in Australia. Il progetto, vinto dagli architetti di UNStudio e Cox Architecture sarà progettato insieme ad alcuni specialisti del verde. La sfida sarà quella non solo di un giardino pensile, ma del giardino pensile più alto del mondo. A vincere la sfida sarà, secondo gli architetti, la struttura Green Spine, che vedrà la luce entro il 2027.

Credits: pixabay.com

Leggi anche Scandalo: tra le 10 STRADE più COOL del mondo secondo Time Out non c’è Milano! 

# La Green Spine

La Green Spine, così detta per via della sua forma a colonna vertebrale, correrà lungo tutto il palazzo, rendendo possibile a tutti gli abitanti del palazzo di godere del proprio giardino, dal primo piano all’ultimo. Il percorso verde sarà un prosieguo del Southbank Boulevard e dei vicini Giardini Botanici, che si poggiano sul terreno, fino ad arrivare al Future Sky Garden, il giardino dell’area residenziale più alta.

Credits: UNstudio.com, sito ufficiale.

Leggi anche È CITY LIFE “il miglior parco italiano” del 2021, finalista allo European Green Cities Award 

# Meno inquinamento, più salute

I balconi presenti ad ogni piano creeranno un ambiente che separerà il residente dalla confusione della città e in parte dall’inquinamento, garantendo una quantità di luce solare al giorno pari, dai piani più bassi ai più alti, grazie alla conformazione a spirale del palazzo. Il progetto di un palazzo sostenibile coinvolge anche gli spazi non verdi, che vedranno l’impianto di tecnologie in grado di diminuire le emissioni di carbonio, proteggendo l’ambiente.

Credits: UNstudio.com, sito ufficiale.

Continua la lettura con:La soluzione più efficace contro l’INQUINAMENTO? Mezzi pubblici GRATIS. Ecco perchè 

SARAH IORI

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La SOLUZIONE per risolvere il PROBLEMA delle CONSEGNE a Milano

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Esselunga a casa

Milano si è trasformata. Ormai si riceve praticamente ogni cosa a domicilio. Che cosa si potrebbe fare per rendere la città più a misura di questo cambiamento epocale? 

La SOLUZIONE per risolvere il PROBLEMA delle CONSEGNE a Milano

# La gestione delle consegne sta diventando sempre più un problema

Esselunga a casa

La società cambia, le abitudini si modificano e gli spazi per posteggiare sono sempre meno. In una Milano dove oramai gli acquisti on line sono la normalità, quello della gestione delle consegne sta diventando sempre più un problema.

I furgoni e camioncini che consegnano aumentano di giorno in giorno, non solo trasportano il divano, la lavatrice o il frigorifero, molto spesso consegnano anche la spesa oppure oggetti che prima si era soliti andare a comprare senza ordinarli. Tra auto in sosta, mercati, cantieri, a Milano in certi orari diventa impossibile trovare posto pertanto il furgoncino di Dhl, Amazon, Esselunga o altri operatori difficilmente troverà parcheggio senza intralciare ulteriormente il traffico già critico.

# Spazi riservati di carico e scarico merci a ogni numero civico

Credits fleettime – Carico-scarico

La soluzione potrebbe essere quella di creare degli spazi riservati per lo scarico e il carico merci a ogni numero civico. In questo modo si creerebbero molti meno ingorghi, si avrebbero fattorini e automobilisti meno nervosi e non si dovrebbe correre in preda all’ansia dalla strada all’appartamento per trasportare la spesa e acquisti vari. Non solo: sapere che a Milano ogni numero civico ha spazio per effettuare la consegna potrebbe accelerare l’interno processo e ridurre ogni tipo di intralcio. 

Continua la lettura con: gli altri MILANO NON FA SCHIFO MA…

ANDREA URBANO

Gli SCEMPI ARCHITETTONICI del dopoguerra ancora presenti a Milano

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Caro biglietti, taglio dei servizi: sarà un anno di austerity?

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Gli ostacoli per chi si muove sulla carrozzina

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Shock al rientro: DEGRADO e INCURIA nel CUORE di Milano

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I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

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il MARCIAPIEDE di Via Pirelli

Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

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 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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DIMMI che COSA AMI e ti dirò in che ZONA andare a VIVERE a Milano

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Ph. @milanographies IG

Elena Tartaglia su Coolinmilan ci consiglia i luoghi migliori dove vivere a Milano in base alle proprie preferenze o stile di vita a Milano. Vediamo quali sono e a chi si addicono. 

DIMMI che COSA AMI e ti dirò in che ZONA andare a VIVERE a Milano

# I Navigli e la Darsena: per i più giovani e chi ama divertirsi

Credits boubaker87 IG – Navigli di notte

La zona perfetta per chi ama il divertimento è quella dei Navigli. Raggiungibile in tram e in metro, alla fermata di Porta Genova, qui si possono trovare bar, locali e ristoranti dove fare aperitivo, mangiare e ballare. 

# Porta Venezia e Buenos Aires: perfette per la famiglia

Credits Andrea Cherchi – Corso Venezia

Le zone di Porta Venezia e corso Buenos Aires sono perfette per una famiglia abituata a viaggiare con bambini con decine di negozi per fare acquisti e gli splendidi Giardini Indro Montanelli con verde, aree giochi, il Museo di Storia Naturale e il Planetario.

# Isola e Porta Nuova: per chi ama la Milano internazionale e moderna

Credits Andrea Cherchi – BAM e Porta Nuova

Per chi ama la Milano internazionale e moderna può scegliere tra il frizzante quartiere dell’Isola, con locali e negozi caratteristici e innovativi e la meraviglia del Bosco Verticale, e il vicino distretto di Porta Nuova con la Biblioteca degli Alberi e alcuni dei grattacieli più iconici della città con la scenografica piazza Gae Aulenti e la Torre Unicredit.

# San Siro: per gli sportivi

Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro

San Siro è la zona ideale sia per gli amanti dello sport all’aperto, sia per gli appassionati delle partite di calcio di Inter e Milan e dei concerti da godere nella cornice dello stadio Giuseppe Meazza. Il quartiere è anche collegato la linea M5 con diverse fermate e dal tram che dalla periferia attraversa il centro.

# Citylife: perfetta per il business coniugato al relax

Credits Andrea Cherchi – Citylife e fiori

Per chi vuole coniugare il business al relax o partecipare a eventi o fiere di settore la zona tra Fiera Milano City e City Life è quella più adatta. Sotto l’ombra dei tre grattacieli di piazza Tre Torri, il Dritto, lo Storto e il Curvo si può fare aperitivo, pranzare o bere un caffè all’aperto con colleghi e clienti per discutere di lavoro e affari in totale tranquillità.

Fonte: Coolinmilan

Continua la lettura con: 25 ZONE di MILANO in cui VIVERE secondo UrbanFile

FABIO MARCOMIN

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EMOZIONI FORTI nel primo weekend di febbraio: gli appuntamenti da non perdere da venerdì 3 a domenica 5 (#ToDOMilano)

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Roberto Bolle - Credits Indyca

Dopo un gennaio un po’ in letargo la situazione eventi a Milano ritorna calda con il primo week end scoppiettante. 

EMOZIONI FORTI nel primo weekend di febbraio: gli appuntamenti da non perdere da venerdì 3 a domenica 5 (#ToDOMilano)

#Indice:

#Venerdì 3/2: Bolle alla Scala, musica pop e jam session nei club, in discoteca una leggenda della musica elettronica

Roberto Bolle – Credits: Indyca
  • Tributo ai Coldplay: l’Auditorium San Fedele vi via Hoepli 3, ospita un candle light experience che viaggia sulle note dei Coldplay. Inizio spettacolo alle ore 17.30.
  • Il giro del mondo a tavola: lunga coda del capodanno cinese, con il gastro-nomade Vittorio Castellani, che regala un talk di presentazione delle specialità cinesi. Presso il Mercato Centrale di via Sammartini alle 19.40.
  • Dawson/Duato/Kratz/Kylián: poker di stelle nel calendario di danza del Teatro alla Scala. Quattro firme, quattro protagonisti per un mix imperdibile, compreso un trio maschile che vede tra gli interpreti anche Roberto Bolle. In scena fino al 9 febbraio, sipario alle 20.00.
  • S/Concerto: jam session di La Fabbrica del Gess e Milano Classica, che fa lo slalom tra cinema, musica e letteratura. Alle ore 21.00 presso IBM Studios di piazza Gae Aulenti.
  • L’uomo ideale: debutta al Teatro Martinitt la divertente commedia che vede protagonisti due amici conviventi, che si innamorano dello stesso uomo, ideale. In scena fino a domenica 19 febbraio, sipario alle ore 21.00.
  • Michael Franti & Spearhead: dopo 3 anni e ben 4 rinvii, finalmente si può gustare il concerto che era in programma già nel 2020. I biglietti acquistati nel corso del tempo sono ancora validi, ma ci si sposta al Circolo Magnolia di Circonvallazione Idroscalo a Segrate. Inizio alle 21.30.
  • (Pop)sibilities: al Bonaventura Music Club è di scena il progetto ideato da Luca Pasqua, che sonda tutte le storie che la musica pop riesce a raccontare. Alle ore 21.30 in via Modena 15 a Buccinasco.
  • Bandiera Gialla: serata revival di beat e R’n’R allo Spirit de Milan. Alle 22.30 concerto di The Funky Machine e a seguire dj set con Alex Biasco.
  • Iconic Fluo Party: il party più atteso dell’Alcatraz è tornato e si pone alla guida del nightlife milanese di questo fine settimana. Inizio alle 23.00 con le luci, i gadget e la selezione musicale di Andrea Lizzio, Niko Spro, Vimu Babilonia e i Sunny Boys.
  • Loco Dice: il Fabrique di via Fantoli cala l’asso pigliatutto della house e techno, che dalle 23.00 conduce la one night vision. Per gli amanti delle notti del ballo è un appuntamento imperdibile.

#Sabato 4/2: da Villa Necchi ai party dei club, passando per il Museo della Scienza

Nightlife in discoteca – Credits: Aurelien via Pixabay
  • Inside and out of me: spettacolo pomeridiano per famiglie con bambini al Teatro Manzoni. Viaggio alla scoperta delle emozioni dei più piccoli membri della famiglia, con la rassegna Teatro da Favola. Sipario alle 15.30.
  • Vagues Saxophone Quartet: talentuoso quartetto di fiati, che si esibisce nel dehor che ripara il campo da tennis di Villa Necchi. Spettacolo alle 17.30 per la durata di almeno un’ora.
  • Twilight Force: il metal sinfonico è protagonista anche al Legend Club di viale Enrico Fermi 98. Apertura alle 18.00 per assistere al Winter Wonder Tour 2023, che è preceduto dalle esibizioni di Seven Spires e Silver Bullet.
  • Tributo ai Queen: tributo al repertorio della band di Freddy Mercury, questa volta a lume di candela al Museo della Scienza di via San Vittore 31, alle ore 19.30.
  • Chieffo Charity Tribute: i figli di Claudio Chieffo, insieme a Svavar Knútur, Santoianni e Omar Pedrini, sono sul palco del Teatro Oscar di via Lattanzio 58. In programma il tributo al cantautore di Forlì, nel ricordo di chi lo ha amato di più insieme al suo pubblico. Inizio alle 20.30.
  • Rubberneckin Band: sontuoso tributo al Rock’n’Roll di Elvis Presley, con la band che interpreta i suoi più grandi successi. In scena alle 21.30 al Bonaventura Music Club di Buccinasco.
  • Al cuor non si comanda ai dipendenti sì: spettacolo del cantattore Davide Rosolini, che propone un divertente monologo da lui stesso musicato e suonato. Lo “sciò” va in scena alla Scighera di via Candiani 131, con inizio alle 21.30.
  • Milano 360º: primo appuntamento di 4 party a tema musica elettronica che si terranno al BASE di via Bergognone. Si inizia alle 22.00 con Francesco Farfa, Paquita Gordon e Gnmr.
  • Jumping Jive: serata di swing che porta il pubblico fino a notte fonda con il dj set di Swingin’ Simon In scena allo Spirit de Milan di via Bovisasca, con inizio alle 22.30.
  • Katatonia e Solstafir: unica data italiana per il Twilight Burial tour delle due band, che insieme si esibiscono al Live Club di via Mazzini 58 a Trezzo S/Adda. Ingressi alle 19.00 e inizio concerto alle 20.00, aperto da una guest a sorpresa.
  • Sono Così Indie: aria di festa al Fabrique di via Fantoli, che ripropone il party da ballare e cantare, dedicato alla musica indipendente e brit-it-pop. Inizio serata alle 23.00, che prevede anche l’esibizione notturna di Teppa Bros.
  • Matrioska: la band milanese è protagonista all’Alcatraz, per riportare il pubblico nelle atmosfere anni ’90 della serata a tema, 90 all’ora. Inizio alle ore 23.00.
  • #IntoTheUtopia: è la serata elettronica dell’Amnesia di via Gatto, angolo viale Forlanini. Star della serata sono Kevin de Vries, Brina Knauss e B.Converso, inizio alle ore 23.00.

#Domenica 5/2: il derby della Madonnina, musei free, il jazz di Faraò e la musica classica contaminata dal metal

Derby della Madonnina – Credits: Fiera Milano Apartments Cenisio
  • Domeniche al Museo: uno degli appuntamenti più attesi è proprio quello della prima domenica del mese, che porta con sé l’ingresso gratuito ad alcuni musei milanesi. Per domenica 5/2 si potrà godere delle visite alla Pinacoteca di Brera, al Castello Sforzesco, all’Armani Silos ed altri ancora. Programma completo per la Lombardia, QUI.
  • Sagra di San Biagio: bancarelle, negozi aperti e degustazione di panettone di San Biagio, in via Prina a Monza. Dalle 8.00 alle 19.00 si può passare la domenica prolungando la tradizione di San Biagio.
  • Le bellezze invernali del Parco: passeggiata/laboratorio di 3 ore, per scoprire le strategie della natura per difendersi dalle temperature dell’inverno. Dalle ore 9.00 al Parco di via San Carlo 7 a La Poglianasca.
  • L’arte del dono: visita guidata da Ambarabart al Museo Poldi Pezzoli di via Manzoni 12. Ritrovo alle 15.30. La manifestazione non rientra nelle domeniche al museo.
  • Prog & Classical: due generi musicali che si sono spesso contaminati tra di loro, il progressive rock e la classica, sono interpretati dalla Sinfonica di Milano. Il programma prevede un classico di Emerson, Lake & Palmer, alle 18.00 presso l’Auditorium di largo Mahler.
  • La Domenica Comedy: serata di aperitivo e open mic, solitamente utilizzato da stand-up comedians. Dalle 19.30 presso Mondans 87 di via Vetere 9.
  • Ghostheart Nebula: il malinconico metal cosmico della band italiana che è protagonista al Legend Club di viale Fermi 98. Ci sono anche le guests di Plateau Sigma e Indren che iniziano alle 20.00.
  • Antonio Faraò: il talentuoso jazzista romano e il suo inseparabile pianoforte sono al Blue Note di via Borsieri. Accompagnati da Yuri Goloubev al contrabbasso e Vladimir Kostadinovic alla batteria, inizio alle ore 20.30.
  • The Hipshakers: è di nuovo l’ora dello Spirit in blues, allo Spirit de Milan in via Bovisasca 59. I 4 musicisti hipshakers pescano dal repertorio meno mainstream del blues, per una serata che inizia alle 21.00.
  • Derby della Madonnina: si fronteggiano Inter e Milan per la stracittadina di campionato. Attendiamo impazienti le coreografie sugli spalti e lo spettacolo in campo. Appuntamento a San Siro alle 20.45.

#Per tutto il weekend: Michael Bublè, la sagra della polenta, il cabaret di Nosei e le Tre Ladies del Blues 

Michael Bublè – Credits: Corriere del Veneto
  • Michael Bublè: il crooner canadese si candida a dominare questo fine settimana. Con il doppio spettacolo del suo Higher Tour, in programma al Forum di Assago sanato e domenica alle 21.00, ha tutte le carte in regola per farlo.
  • Notre Dame de Paris: la storia di Esmeralda e Quasimodo accompagna l’intero fine settimana del Teatro Lirico – Giorgio Gaber di via Larga. Da venerdì a domenica la danza è di scena con gli spettacoli serali alle 20.45 (3 e 4 febbraio) e pomeridiano alle 16.00 (5/2).
  • Comicanto: Stefano Nosei è di scena allo Zelig di viale Monza, venerdì e sabato sera, con il suo show che vuole essere uno spettacolo di cabaret e un reading teatrale insieme. Aneddoti e parodie iniziano alle ore 21.00 entrambe le sere.
  • The Three Ladies of Blues: il trio che esalta le voci femminili del blues internazionale, composto da Joan Faulkner, Love Newkirk e Joanne Bell, è di scena venerdì e sabato al Blue Note di via Borsieri. Doppio spettacolo alle 20.30 e alle 23.00 entrambe le serate.
  • Sagra della Polenta: specialità a base di polenta, bancarelle artigianali e luna park, per la sagra che si tiene da venerdì 3 a domenica 5 in piazza della Pieve a San Donato Milanese.

Appuntamento a lunedì 6 febbraio per iniziare insieme una nuova settimana

Continua la lettura con: Le località del giorno per una gita da Milano

LAURA LIONTI

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La città che fa girare sulle sue strade più bei TRAM d’EPOCA: un’idea per Milano?

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Two historic streetcars on the Embarcadero Credits: ThePressDemocrat

I tram storici più belli del mondo percorrono migliaia di miglia, per raggiungere la popolare baia californiana e prestare servizio all’ombra del Golden Gate Bridge. Per il più vintage e suggestivo mezzo di trasporto pubblico, inizia così la seconda vita in quella che è – a buon diritto – il museo a cielo aperto dei tram viaggianti più belli e iconici del mondo.

La città che fa girare sulle sue strade più bei TRAM d’EPOCA: un’idea per Milano?

# Cable Cars, Street Cars o tram?

Credits: @sfmta_muni IG

Dalle strade più grandi fino ai vicoli più impervi, San Francisco ha fatto del tram una filosofia urbana. La municipalità soprannominata affettuosamente “Muni”, ha abbracciato queste icone del trasporto pubblico, trasformando i tram nella propria bandiera.
Sulle colline o nelle stradicciole viaggiano i cosiddetti Cable Cars e Street Cars. Se ad un occhio inesperto queste possono sembrare identiche, a San Francisco no: tendono a differenziarle bene.

Entrambi viaggiano su rotaia ma con distinguo sostanziali.
Le Cable Cars sono state praticamente inventate nell’agosto del 1873 per scalare le colline di San Francisco e si muovono prendendo corrente da un cavo interrato (*). Oggi salgono e scendono esclusivamente nel cosiddetto “Triangolo di ferro”, tra Downtown e Fisherman’s Wharf.
Le vetture che invece impersonificano i nostri tram, sono le Street Cars, che si muovono grazie alla corrente che circola lungo fili sopraelevati.

Se viaggia su rotaie d’acciaio e senza fili aerei, è una Cable Car.
Se corre su binari con un palo del carrello collegato a un filo sopraelevato, è un tram.

Leggi anche: TRAM 1, la storica “Carrelli” nel cuore di Milano

# La mitica matricola No. 1 del 1912, perennemente operativo

Municipal Railway No. 1 Credits: Flikr

Uno dei miti di San Francisco, il primo tram pubblico degli Stati Uniti e che, dal 1912, circola ancora oggi con la matricola No. 1. Lo storico passaggio da compagnie private al pubblico è stato possibile grazie ad un bond obbligazionario, accettato dalla cittadinanza di San Francisco, per finanziare il trasporto municipalizzato.
Usato tra il 1912 e il 1951 sulle linee F e C, ritirato dal servizio e messo come primo esemplare di un museo che ha avuto poco successo, è stato rimesso in servizio con alterne fortune fino al completo restauro del 2009. La vettura rinnovata è stata fieramente esibita nel 2012 per il centenario della Muni.

Leggi anche: La Foca Barbisa: il TRAM che LAVAVA le STRADE di Milano

# La 578 del 1816, la più antica vettura passeggeri d’America

578 Market Street Co Credits: Pinterest

Ancora operativa la vettura 578 della Market Street Railway Company, la più antica vettura passeggeri di tutti gli USA, nonché uno dei più vecchi tram in funzione al mondo. Costruito nel 1896 in un granaio di Kentucky Street, 126 anni fa portava i passeggeri dal Golden Gate Park a Market Street. Nella sua storia ha fatto anche da sabbiera, prima di essere magistralmente restaurata dagli appassionati della Muni, oggi circola occasionalmente sulla linea F per servizi speciali. Il restauro ha messo la vettura in condizione di far viaggiare passeggeri in sedia a rotelle.

Leggi anche: La SABBIERA: il TRAM passe-partout, l’unico senza passeggeri di Milano

# Tram/barca, la 228 e la 233 da Blackpool

Boat Car Credits: Flikr

Una delle Wheels of the World che la Muni non solo ospita, ma fa circolare per fare di San Francisco il museo in movimento dei tram. Le vetture, senza tetto per una gita panoramica, sono di fabbricazione inglese. A San Francisco li chiamano Boat Car, perché al posto del classico campanello, usano come avvisatore acustico una sirena nautica.
Fanno girare la testa a tutte le persone che lo vedono passare e che, con i loro scatti e condivisioni, lo hanno trasformato in una indiscussa star di Instagram. La 228 ha attraversato il pacifico ben due volte: la prima nel 1976, quando è stata a Philadelphia, ospite per il bicentenario della città. Tornata in Inghilterra, è stata poi acquistata per donare alla Muni la vettura che voleva per le proprie strade.

Leggi anche: Svelato il FUTURO TRAM di Milano

# La PCC Europe, nata americana, usata in Europa e tornata a casa

737 livrea Zurigo Credits: Flikr

Il tram PCC è un’invenzione tipicamente americana, nata negli anni ‘30 per dare impulso all’uso dei tram quando la popolazione urbana ha iniziato a spostarsi in massa sull’uso delle automobili.
Iniziativa senza successo, quindi il tram è stato esportato nell’Europa distrutta dalla seconda Guerra Mondiale e desiderosa di ricostruire le infrastrutture.
Questo tram ha spopolato a Bruxelles, che ha ordinato centinaia di vetture. Dopo il glorioso servizio in Belgio, un esemplare PCC (nel frattempo diventato Europe PCC) risalente al 1952, torna in America grazie a Frisco con la matricola 737. Per la Muni circola con la livrea di Zurigo, un omaggio alla città sorella di San Francisco.

Leggi anche: I TRAM di Milano diventano OPERE d’ARTE

# Le PCC “americane” 100%

PCC “americane” Credits: nycsubway.org

Le PCC sono comunque le vetture tram di maggior successo in America. Le più acquistate e quelle che hanno circolato maggiormente, sebbene le popolazioni dei vari stati USA abbiano poi sviluppato la propria emancipazione circolando con le grandi e potenti automobili di fabbricazione americana.
Non solo muscle cars, però: dalla costa Est alla Ovest, molte sono le città che hanno usato questi tram. Oggi, a San Francisco, circolano oltre 30 di questi tram, ognuna dipinta con le livree originali.
Il design futuristico e la combinazione cromatica fa, di queste vetture, una vera attrazione turistica.
La 1040 e la 1051 sono sempre state a San Francisco.

Leggi anche: L’EVOLUZIONE del TRAM a Milano

# Il tram chiamato desiderio, matricola 952

Tram Desire Credits: Flikr

Uno dei più attraenti tram della storia è sicuramente “Un tram chiamato desiderio” di Tennessee Williams. È il mezzo in servizio a New Orleans tra gli anni ’30 e ’40 e attualmente, a San Francisco, ce ne sono due nella flotta. Risultano essere gli unici due superstiti di 73 vetture che a New Orleans hanno solcato le rotaie della linea Desire.
Nel 1988 la Muni acquista la 952 e le restituisce la livrea verde originale. Da allora accompagna sognatori e appassionati sulla linea F. Un’altra vettura, la 913, entra nella famiglia nel 2005 e risulta attualmente in riparazione. Si cercano fondi per restaurarla e riportarla in servizio a Frisco.

Leggi anche: 1928: un TRAM chiamato desiderio

# Il classico americano con accento milanese: le Ventotto

Carrelli Credits: @transit.center IG

La Muni presenta le vetture milanesi come un classico americano, con accento italiano. Le Ventotto sono, per numero, il secondo più tipico esemplare della flotta di San Francisco, dopo le PCC americane. Per popolarità se la giocano esattamente alla pari con i grandi fratelli di fabbricazione americana.
I tram milanesi sono stati rinumerati a San Francisco per evitare possibili doppioni della flotta già in dotazione alla Muni e, da simbolo di Milano, sono diventati piano piano uno dei simboli della città del Golden Gate Bridge.
Le carrelli hanno conservato, oltre alla livrea, anche il trolley per l’attacco ai fili sopraelevati.

Leggi anche: Il 28: icona di San Francisco è un regalo di Milano

# L’identità alla fermata dei tram

Credits: @bpv.oa IG

San Francisco, una delle comunità più vivaci da decenni, omaggia i tram mandandoli in servizio sulle sue strade. Oltre all’operazione nostalgia o al semplice salvataggio di opere di ingegneria, come le vetture di New Orleans, anche un’iniziativa identitaria, che vive con la città creando la sua personalità intorno al tram.
Da oggi imperativo non fare errori: le vetture che arrampicano sui suggestivi saliscendi di San Francisco sono le Cable Cars. I tram, o trolley, sono le Street Cars.
Se vedete delle linee elettriche aeree in corrispondenza del percorso di una Cable Car, aspettate di ammirare una filovia.
La domanda che resta è: le strade più iconiche di Frisco hanno reso immortali i tram che le percorrono, o è più vero il contrario?
La comunità milanese, esperta in materia, può aiutarci a risolvere questo rompicapo.

Per un maggiore approfondimento del museo in servizio di San Francisco, vedere il sito della Market Street Railway Company o vedere su quali linee sono impiegate le vetture storiche

(*) «I Cable Tram non hanno un motore elettrico, ma si muovono come le funicolari: agguantano con una pinza molto forte il cavo interrato che si muove.Il manovratore del Cable Tram agisce su una leva che assomiglia ad un freno a mano di grandi dimensioni.
Il mezzo si muove rigorosamente alla velocità del cavo sotterraneo».
Grazie a Lucio Coppola per la segnalazione

Continua la lettura con:Il nuovo 28: il progetto del futuro TRAM milanese

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Vivere dentro una VECCHIA LOCOMOTIVA

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Credits: Airbnb

Airbnb offre la possibilità di trovare un alloggio in qualsiasi luogo del mondo, per esplorare bellezze naturali e visitare città, ma a volte è proprio la casa a garantire un’esperienza speciale. Soprattutto se si tratta di una casa davvero insolita. 

Vivere dentro una VECCHIA LOCOMOTIVA

# In Iowa una casa davvero insolita, accessibile a tutti

Villette, appartamenti, a volte solo una stanza, questo è quello che gli utenti cercano in un Airbnb, perché l’alloggio è, seppur essenziale, solo una parte del viaggio. Alcune volte però la maggiore esperienza della vacanza è proprio vivere all’interno di un’abitazione del tutto particolare, come in questo caso. A Decorah, in Iowa, è infatti possibile vivere un’esperienza speciale all’interno di una singolare abitazione temporanea: una locomotiva.

Credits: Airbnb

Leggi anche Il BORGO italiano dove comprare CASA costa come una CARAMELLA 

# L’idea: trasformare un vecchio locomotore in una piccola abitazione

Jim Dotzenrod e sua figlia Danielle sono i creatori di questa casa-locomotiva. Dopo aver trovato alcuni vagoni in disuso sul bordo di una strada, hanno pensato che sarebbe stata un’ottima idea trasformare una locomotiva in una casa e sfruttarla per un Airbnb, così il loro progetto ha preso il via. Padre e figlia hanno così acquistato un locomotore del 1973 e lo hanno ristrutturato trasformandolo in una piccola abitazione, il CR Station Train Caboose.

Credits: Airbnb

Leggi anche La MINI CASA a forma di CUPOLA che COSTA come un’AUTO

# La trasformazione

Per poter trasformare una locomotiva in una casa, prima di tutto serve fermarla da qualche parte, quindi Jim ha trovato delle basi di appoggio nei vecchi binari della ferrovia, dopo con gru e rimorchi la testa del treno è stata spostata in un luogo confortevole, con un prato e recinti per animali. Danielle e il padre hanno poi svuotato la locomotiva dei materiali utili al suo funzionamento e vi hanno ricavato dentro due sistemazioni per dormire, un cucinino, un bagno e tutto il necessario per un soggiorno confortevole, dall’aria condizionale, alla tv, alla connessione wirless.

Credits: Airbnb

Continua la lettura con Il paese europeo che ha 5 STAGIONI 

SARAH IORI

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Il video del giorno: ROMA contro MILANO, i numeri della SFIDA ETERNA

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Confronto storico, geografico e demografico tra la capitale politica e quella morale. Video di GeoPop. La tesi dell’autore del video è che Milano sarebbe meno efficiente di Roma perché Roma è molto più grande.

Una tesi spesso sostenuta per difendere la Capitale. La domanda che sorge spontanea è: se la grandezza porta a un’inefficienza, perché le più grandi città d’Europa come Londra o Berlino o Parigi sono tra le più efficienti del mondo? E, inoltre, se l’eccessiva grandezza è un problema, perché non ci aiutate a dare più autonomia a città e piccoli territori così si potrebbero gestire in modo più efficiente?

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

I fantasmi di Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

48H da LADRO a Milano

Quanto spendo in una settimana a Milano

La trattoria milanese più economica della città

Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

Avvisi storici sul tram

La sfida: di corsa contro la metro

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Le ciclabili di Milano: quante sono? Qual è la più lunga? E la più ripida?

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Credits piste-ciclabili.com - Piste ciclabili a Milano

Il portale piste-ciclabili.com ha stilato un elenco con tutte le piste ciclabili milanesi, specificando caratteristiche e numeri di ognuna. Ecco cosa c’è da sapere.

Le ciclabili di Milano: quante sono? Qual è la più lunga? E la più ripida?

#1 Nella città metropolitana ci sono 200 tra piste e sentieri ciclabili: a Milano sono 175

Credits piste-ciclabili.com – Piste ciclabili a Milano

Tra piste ciclabili in asfalto, misto o sentiero si contano circa 200 percorsi a Milano o nell’hinterland, di cui 175 hanno almeno un tratto di percorso all’interno dei confini comunali. Alcune arrivano in altre province. 

#2 Ce ne sono alcune fatte in terra

Credits: cittametropolitana.it

La maggior parte dei tracciati è in asfalto, circa 150 sul totale, 40 misti pietra/asfalto e una decina sono in terra.

#3 Solo 1 su 4 a Milano superano i due chilometri

Nell’elenco delle piste ciclabili milanesi 75 misurano 1 km, circa 45 si estendono per 2 km, mentre solo quelle che escono dai confini del Comune di Milano superano i 5 km.

#4 La pista più lunga

Milano-Lecco in bicicletta

La pista ciclabile più lunga in assoluto collega Milano e Lecco passando per Cassano d’Adda, è di 75 km. All’interno dei confini della Città Metropolitana di Milano la più estesa è di 36 km e va dal capoluogo a Trezzo sull’Adda.

Mentre la ciclabile più lunga tra quelle che restano completamente all’interno del Comune è quella che parte nel piazzale Maciachini e termina nel quartiere Comasina, a pari merito con quella dalla Biblioteca Sormani a piazzale Cadorna lungo la Circonvallazione Interna: entrambe di 5 km

Leggi anche: A Milano la ciclabile più corta del mondo

#5 La pista più ripida

Ciclabile Garibaldi-Repubblica

La pista più ripida è sempre quella da Milano a Lecco, con un dislivello di 77 metri e una pendenza media dell’11%.

La pista ciclabile con il maggior dislivello a Milano è invece quella della Montagnetta, con 30 metri tra il punto più alto e quello più basso. Mentre quella con la maggior pendenza è tra la Stazione di Porta Garibaldi e Piazza della Repubblica dove si arriva fino all’11%

Fonte: piste-ciclabili.com

Continua la lettura con: La PISTA CICLABILE più BELLA D’ITALIA si avvicina al TRAGUARDO: il punto sui lavori per completare l’anello sospeso sull’ACQUA

FABIO MARCOMIN

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🔴 ZERO PARCHEGGI in corso BUENOS AIRES entro agosto: verso una MILANO SENZ’AUTO?

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Credits martinipaolo1962 IG - Corso Buenos Aires

La rivoluzione di corso Buenos Aires procede spedita: il prossimo passo sarà la cancellazione di tutti i parcheggi su strada. Ecco come si procederà e come verrà trasformata l’arteria commerciale più lunga di Milano.

ZERO PARCHEGGI in corso BUENOS AIRES entro agosto: verso una MILANO SENZ’AUTO?

# La rivoluzione sulla via commerciale più lunga di Milano

Credits: mianews.it – Pista ciclabile Corso Buenos Aires

Non si sono ancora spente le polemiche per la ciclabile che ha ristretto la carreggiata percorribile per le auto che già si procede a un nuovo passo storico. Nel bel mezzo dell’estate corso Buenos Aires vedrà sparire tutti i parcheggi su strada.

Ad annunciare il piano è stato l’assessore alla mobilità Arianna Censi a margine della presentazione del settimo osservatorio sulle due ruote realizzato da Confindustria Ancma: “Credo e spero di riuscire a chiudere questo percorso entro l’estate. Ci stiamo lavorando usando tutti gli strumenti di programmazione strategica, le analisi sulle esigenze e confronto con gli amministratori del territorio. È vero che esiste una esigenza di parcheggi ma è anche vero che dobbiamo andare nella direzione di una progressiva diminuzione delle auto in città“.  

# Cosa prevede il progetto di trasformazione di corso Buenos Aires

Credits realestatehero – Corso Buenos Aires

Il progetto definitivo di trasformazione dell’arteria commerciale, in attesa di essere approvato, prevede il rifacimento dei marciapiedi con pavimentazione in pietra che verranno contestualmente allargati, la realizzazione di cordoli per la pista ciclabile protetta di fianco al battistrada e la posa di piante e arbusti in vaso. Per quanto riguarda i parcheggi, in seguito agli accordi raggiunti tra i commercianti e i tecnici comunali, verranno eliminati tutti eccetto quelli necessari al carico/scarico delle merci.

Le aree di sosta dei taxi dovrebbero invece essere spostate: quella di piazza Lima andrà in via Vitruvio e un’altra rimarrà in piazza Oberdan. Anche le piazzole degli alberghi e per la sosta per i disabili dovrebbero traslocare nelle strade limitrofe.

Leggi anche: Corso BUENOS AIRES sarà il BOULEVARD MILANESE? Le ultime news sul progetto

# Il primo step è la cancellazione delle strisce blu prima dei lavori definitivi

Credits Urbanfile – Suggestione futuro di corso Buenos Aires

Il primo step prevede tra luglio e agosto la cancellazione di tutte le strisce blu su strada. In autunno potranno così partire i lavori di restyling di corso Buenos Aires, prima allargando i marciapiedi, poi la realizzazione della pista ciclabile e infine la posa delle alberature.

La tendenza sembra sempre più netta: si va verso una Milano senz’auto?

Continua la lettura con: Il COMUNE va all’ATTACCO dei PARCHEGGI sui PARTERRE ALBERATI: scelta ecologica o pregiudizio ideologico?

FABIO MARCOMIN

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In Inghilterra si testano le AMBULANZE VOLANTI (Video): arriveranno anche in Italia?

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Test Air Ambulance Service

Sono partiti i test per utilizzare delle tute jet in grado di soccorrere persone ferite in luoghi isolati. Ecco come funzionano e il video della prova sul campo.

In Inghilterra si testano le AMBULANZE VOLANTI (Video): arriveranno anche in Italia?

# Con le tute jet si possono soccorrere più velocemente le persone ferite in luoghi isolati

The Great North Air Ambulance Service, un ente di beneficienza che gestisce un servizio di emergenza in elicottero dedicato per il nord dell’Inghilterra, ha iniziato una fase di test con i Gravity jetsuit.

 

Con questo mezzo di trasporto volante medici o paramedici potranno eseguire soccorsi in montagna e in collina, in luoghi impervi e isolati, in modo molto più veloce rispetto al tradizionale servizio di ambulanza con un elicottero. In questo modo si aumenta la possibilità di salvare la vita rispetto al trasporto attualmente disponibile per i servizi di soccorso alpino attualmente in uso in tutto il mondo.

Leggi anche: Il video del giorno: a bordo di un TAXI VOLANTE

# Come funziona lo zaino jet

Credits gravity.co – Dettaglio motore zaino jet

Lo zaino jet, realizzato dalla Gravity Industries Ltd anche come possibile futuro mezzo di mobilità individuale, è composto da una tuta gravitazionale sulla quale sono montati cinque motori turbojet. La tecnologia utilizzata nella propulsione è la stessa utilizzata dei jet per una potenza totale di 1.050 cavalli. La velocità massima raggiunta durante i test è stata di 135 km/h.

Leggi anche: Lo ZAINO JET è REALTÀ! Sarà il futuro servizio sharing di Milano?

Continua la lettura con: I TAXI VOLANTI a Milano: questo il loro PERCORSO

FABIO MARCOMIN

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Il PALAZZO più STRAVAGANTE d’EUROPA: opera di un POSTINO

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Ph. Olzheim

Definito il “palazzo ideale” è la costruzione più stravagante d’Europa. Ma dove si trova?

Il PALAZZO più STRAVAGANTE d’EUROPA: opera di un POSTINO 

Gli mancano solo i secchielli e le palette per essere una versione gigante dei castelli di sabbia che si trovano lungo il bagnasciuga d’estate: è il palazzo più stravagante d’Europa ed è chiamato per la sua architettura visionaria “Palazzo Ideale”. Ma questa struttura di strano non ha solo le fattezze, dietro la sua costruzione si nasconde la storia particolare di un moderno Don Chisciotte. Vediamo insieme chi ha ideato questo castello e dove, ma soprattutto il perché.

# Un esempio perfetto di Art Brut

credit: siviaggia.it

Situato nel paese di Hauterives, nella Drôme des collines poco distante da Lione, in Francia, il Palazzo Cheval è ritenuto il più stravagante d’Europa e osservandone le fotografie non è necessario spiegare il perché. Un po’ indù, un po’ paese dei balocchi, dallo stile gotico ma anche liberty, è un perfetto esempio di Art Brut. Per i meno esperti d’arte, l’Art Brut è un concetto che include le produzioni artistiche eseguite da non professionisti e che non seguono i canoni estetici convenzionali.

# Il sogno di un moderno Don Chisciotte: il postino Cheval

credit: siviaggia.it

Ebbene sì, il palazzo più stravagante d’Europa è stato costruito da un uomo che di artistico non aveva nulla se non la folle genialità: un postino. Cheval, questo era il suo nome, consegnò per anni cartoline da tutto il mondo e dalle più belle si fece ispirare, mescolando la realtà alla narrativa dei libri che amava leggere.

Il visionario postino continuò a vivere in bilico tra realtà e fantasia come un moderno Don Chisciotte, quando un giorno inciampò su una pietra dalla forma particolare e decise di iniziare a collezionare tutte quelle pietre che avrebbero attirato la sua attenzione. Ne collezionò così tante da poterci costruire un castello, nel vero senso della parola. La prima pietra la posizionò nel 1879 e i lavori terminarono dopo oltre vent’anni, nel 1902.

# 350 metri quadrati di pietre, tra corridoi, grotte e terrazze

credit: siviaggia.it

Cheval riuscì a trasformare i suoi sogni in una concreta realtà, assemblando 100.000 pietre con malta e cemento. Una tecnica piuttosto rudimentale che però ha dato vita ad una creazione artistica senza eguali, piena di allegorie ispirate dalla tradizione biblica e dalla mitologia indù. L’intero edificio non può essere abitato, è costituito infatti da un susseguirsi di labirintici corridoi, grotte, stanze e terrazze che proseguono per ben 350 metri quadrati. Niente male per un architetto improvvisato. Nonostante non possa essere abitato al suo interno, gli esterni sono sufficienti per non restare delusi, soprattutto grazie al magico giardino in cui il palazzo è immerso. Le facciate sono state suddivise per temi dall’artista, che gli ha attribuito dei rievocanti nomi, ad esempio il “Monumento egizio” e  il “Tempio Indù”. Nella facciata ovest sono presenti delle riproduzioni architettoniche in miniatura posizionate all’interno di nicchie che rappresentano: un tempio indù, una moschea, uno chalet svizzero, un castello medievale e la Maison Carrée di Algeri.

Il palazzo ideale di Cheval non è solo un esempio perfetto di Art Brut, ma anche uno stimolo per chi non ha il coraggio di alzare l’asticella dei propri sogni.

Leggi anche: Il palazzo che i milanesi non riescono a pronunciare

ROSITA GIULIANO

copyright milanocittastato.it

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Il video del giorno: la TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

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La più lunga tratta della rete metropolitana: 4 chilometri senza fermate. Quella più lunga nel territorio comunale della città si trova sulla M4 da poco inaugurata. Video di MilanoInMetro.

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

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«La Milano di oggi è peggio di un INCUBO ORWELLIANO»

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Ph. darksouls1

Ormai è uno stillicidio. Non passa giorno senza che un fatto di cronaca, tipo la bidella pendolare, o una ricerca immobiliare mostrino la situazione incandescente del mercato degli affitti a Milano. L’ultimo sfogo è di Ray Banhoff sull’Espresso del 30 gennaio: abitare a Milano? Un incubo. Neppure Orwell avrebbe potuto immaginare un mondo del genere. Pubblichiamo un estratto della denuncia dello scrittore e fotografo toscano coperto da uno pseudonimo esotico. Ma è davvero così? E la soluzione che propone è praticabile?

«La Milano di oggi è peggio di un INCUBO ORWELLIANO»

Estratti da «Abitare a Milano è un incubo da far impallidire Orwell» di Ray Banhoff Su L’Espresso

La storia della bidella pendolare anche se era un fake ci ha commosso tutti, questa la tesi di partenza di Ray Banhoff, perché “La parte giornalisticamente forte della storia era quella in cui si denunciava il caro affitti di Milano, una bolla ormai fuori controllo, che non si capisce come mai non sia risolvibile. Su quella avrebbero dovuto vertere il dibattito e la nostra indignazione”.

# «Ci vuole un tetto agli affitti»

Ma quale potrebbe essere una soluzione? Per l’autore la strada è quella di un tetto normativo: “In un Paese in cui tutto è tassato e sottoposto a normativa è normale che non ci sia un tetto ai costi degli affitti? È normale chiedere 1.200 euro per vivere in 30 metri quadrati perché siamo a Milano? Che poi fossero case normali, sono incubi architettonici di Escher al limite dell’abitabile

# Milano è diventata un dormitorio silenzioso ed elitario

“Abitare dentro la circonvallazione di Milano ormai è elitarismo puro.”, prosegue l’autore, descrivendo come ormai Milano dalle altre metropoli abbia preso solo il lato peggiore: “Come New York ma senza essere New York, manco per cinque minuti e manco per sbaglio. Milano città notturna. Quando mai? La sera alle 21 solo un turista chiederebbe un piatto al ristorante perché tutti sanno che «le cucine stanno per chiudere» (…) “La capitale morale è un grande dormitorio silenzioso in cui non c’è niente fuori dagli orari d’ufficio. (…). “Milano città del lavoro? Sì, nel senso che il lavoro diventa tutta la tua vita, non fai altro.”

Ph. Engin_Akyurt

# L’incubo casa: “Mi sentivo mezzo ricco in diciotto metri quadrati”

La questione centrale è il caro affitti. “Quando cerchi casa capisci che c’è qualcosa di malato.”, scrive Banhoff che racconta il suo caso personale: “Dopo quella con la vasca in cucina, ho vissuto nella «casamera», la casa-camera, ribattezzata così dalla mia migliore amica. Diciotto metri quadrati (credo non fosse del tutto a uso abitativo) dietro corso Genova. Mi sentivo mezzo ricco. (…). All’epoca spendevo solo 550 euro, roba che oggi nemmeno per il box per il motorino.”

# Neppure Orwell era arrivato a immaginare un mondo simile

“Il concetto che tu debba lavorare per spendere quasi tutto il tuo stipendio nell’affitto e nel costo della vita è un incubo.”, conclude l’autore. “Chi pensa sia vero, normale o lecito attraversare mezza Italia per mille euro al mese si renda conto che nemmeno George Orwell in 1984 era arrivato a immaginare un mondo del genere.”

Qui l’articolo originale: «Abitare a Milano è un incubo da far impallidire Orwell» di Ray Banhoff Su L’Espresso

Continua la lettura con: Volano i prezzi delle case a Milano: il quartiere con il rialzo da record

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