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FINE APRILE a MILANO: gli eventi in programma nell’ultima settimana del mese #ToDoMilano

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Pezzali negli anni d'oro

Dopo la scorpacciata del Fuorisalone, il ponte per la Festa della Liberazione. Ma non solo: da metà settimana in poi musica e teatro per il relax dei milanesi.

FINE APRILE a MILANO: gli eventi in programma nell’ultima settimana del mese #ToDoMilano

# Trova il tuo evento:

#Lunedì 24/4: Avril Lavigne e Battisti con dessert per l’inizio serata che si conclude con un grande dj alla console del Fabrique

Joe Satriani – Credits: rockon.it
  • Timur Zangiev dirige alla Scala: il giovane Direttore d’Orchestra dirige la Filarmonica di casa fino a venerdì 28 compreso. In programma alle 20.00 la Sinfonia n. 5 di Šostakóvič.
  • Milano è Memoria – Il Conservatorio di Milano per la sua città: seconda edizione della rassegna che il Conservatorio Giuseppe Verdi dedica alle ricorrenze meneghine. In programma 24 e 25 alle ore 20.30, ingresso gratuito.
  • Cammela e il gruppo delle mamme: la travolgente comicità di Chiara Anicito, propone allo Zelig Cabaret il temutissimo gruppo whatsapp. Tanta routine quotidiana, sul piano dell’ironia, alle ore 21.00.
  • Mobrici: inizio di settimana dedicata alla musica indi, con lo spettacolo dell’autore di Legnano, atteso ai Magazzini Generali alle ore 21.00.
  • Avril Lavigne: la cantante canadese torna a calcare le tavole del palcoscenico dopo anni di assenza dai live. Love Sux Tour è al Mediolanum Forum di Assago alle 21.00.
  • Joe Satriani: atteso il ritorno del chitarrista americano. Si esibisce al Teatro Dal Verme alle 21.00, proponendo il suo The Shapeshifting tour.
  • Battisti Experience & tiramisù: Dario Ciffo, chitarrista di Morgan e Afterhours, propone i brani del Lucio nazionale, nella location di via Mecenate 78. In programma anche la degustazione di 3 varianti del Tiramisù.
  • Ilario Alicante: esponente di punta del movimento dance/techno italiano, il dj livornese condurrà la prima notte della settimana dalla console del Fabrique. Inizio serata alle 23.30.

#Martedì 25/4: Festa della Liberazione con le celebrazioni istituzionali. Ci sono anche il metal finlandese e la danza cinese, insieme alla comicità in lingua italiana

  • bandierine atm
  • Festa della Liberazione: il 25 aprile di Milano inizia alle 9.15 con la deposizione di corone commemorative, per proseguire con un corteo. La manifestazione parte alle 14.30 in Porta Venezia, si conclude in Piazza Duomo dove un palco ospita discorsi di celebrazione.
  • Alla scoperta di…: percorso alla scoperta dell’antico Comune di Affori ed Uniti, nell’anniversario della riannessione degli 11 antichi Comuni. Partenza alle 9.30 da Maciachini, organizzata da Christian Busato.
  • Si vola!: Laboratorio di aeroplanini per adulti e bambini, che si tiene in 2 momenti delle giornate di festa. Primo appuntamento alle 11.00, secondo alle 14.45 presso ADI Design Museum, adatto a bambini di età compresa tra 5 e 10 anni.
  • Concerto del 25 aprile: tradizionale appuntamento con la Sala Verdi del Conservatorio, che alle 11.00 propone Silvia Borghese al violino e Sebastiano Benzing al pianoforte. L’ingresso è gratuito.
  • Milano tra liberty e razionalismo: visite guidate alle 16.00 con partenza dalla Palazzina Appiani e dirette lungo l’asse Nord-Oves del Sempione. Alla scoperta di alcune delle meraviglie segrete, con Specilai.
  • Partigiani in Ogni Quartiere 2023: 16ma edizione della rassegna di musica e parole per il 25 aprile. Quest’anno attesa al Parco Chiesa Rossa a partire dalle ore 18.00.
  • Swallow The Sun: unica data italiana della band finlandese, che propone il suo metal al Legend Club. Lo spettacolo, che recupera quello del 2022, è in programma alle 20.30.
  • Shen Yun: la Cina prima del comunismo rappresentata dalla caleidoscopica danza al Teatro degli Arcimboldi. In replica fino a domenica 30, sipario alle 20.30.
  • Becomedy Ita: la rassegna stand-up comedy dello Zelig, stavolta in lingua italiana, con i monologhi di Antonio Ricatti, Marco Los e Angelo Amaro. Sipario alle ore 21.00.

#Mercoledì 26/4: serata teatrale 

Thanks for Vaselina – Credits: Dolcevitaonline
  • IPto360° – Focus on Design: tavola rotonda per ragionare sulle nuove regolamentazioni EU in materia di design e diritto d’autore. Dalle 14.30 presso lo Spazio Eventi di via Palestro 2.
  • Mio figlio era come un padre per me: il Nord-Est e il Veneto degli spritz, al tempo della crisi. Lingotti di polenta e omicidi perfetti in scena fino a venerdì 28, nella sala A del Franco Parenti. Il debutto è fissato alle 19.15.
  • Shakespeare in Italy: rappresentazione di scene, discorsi e canzoni tratte dai più noti drammi italiani di Shakespeare. Alle ore 20.00 al Teatro Filodrammatici, con Caroline Faber e Daniel Zappi.
  • Tutto è Kabarett: spettacolo di prosa, jazz e canto, sullo sfondo della Berlino della seconda guerra mondiale. In programma al Teatro della Cooperativa fino al 30 aprile. Sipario alle 20.00.
  • Degustazione Cantine Statti: evento ad invito gratuito per conoscere vini autoctoni della cantina calabrese. Inizia alle 20.30 presso EST, Enosteria sociale con terrazza.
  • Thanks for vaselina: ironia e enfatizzazione del politicamente scorretto, in un traffico di droga al contrario. Per la regia di Alessandro Tedeschi, debutta al Teatro Elfo Puccini alle 20.30, in replica fino a domenica 30.
  • Posso battere Kennedy a golf: sport e politica, espressioni diverse ma comunicanti, della nostra società. Nello spettacolo di Massimo De Luca si gioca una partita a golf e si racconta anche altro, al Teatro Oscar alle 20.30. In replica fino a venerdì 28 compreso.
  • Dialoghi irripetibili: una parete bianca che si riempie di colori, con la pesantezza dei segreti che diventa leggerezza delle tre protagoniste in scena. In programma alle 21.00 al Teatro Martinitt.
  • Inter – Juventus: il derby d’Italia mette in palio l’accesso alla finale di Coppa Italia. A San Siro l’Inter ospita la Juventus nella partita di andata di semifinale. Alle 21

#Giovedì 27/4: un vero e proprio Mare di Suoni nel carnet musicale con Max Pezzali, Morricone e Brutalismus

Mezzosangue – Credits: Rolling Stone
  • Un mare di suoni 2023: secondo appuntamanto alla scoperta dei suoni mediterranei, voluto da Ponderosa e Volvo. Inizia alle 19.30 presso Volvo Studio di viale Liberazione.
  • Matinée al Dal Verme: ormai appuntamento fisso con la stagione sinfonica dei Pomeriggi Musicali. Alle 10.00 la prova aperta al pubblico, alle 20.00 lo spettacolo, con l’arpa solista di Anaïs Gaudemard, sul podio James Feddeck.
  • Nuove Voci di Divertimento Ensemble: coro amatoriale che torna in scena dopo 3 anni di assenza forzata. Sono attesi presso la Sala Donatori della Fabbrica del Vapore, Lotto 9A, alle ore 20.30.
  • Animali Domestici: le moderne contraddizioni, raccontate dai due protagonisti attraverso le loro scelte sbagliate. In scena 27 e 28 aprile al Teatro Fontana, con debutto alle 20.30.
  • Federico Albanese ft. Tara Nome Doyle: talentuoso polistrumentista milanese, che torna in città per promuovere il nuovo lavoro dal titolo Before and Now Seems Infinite. Con la vocalist sono attesi allo Spazio Arca alle 21.00.
  • Max Pezzali: seconda serie di doppi appuntamenti con il repertorio e la grinta di Max Pezzali. In scena al Mediolanum Forum alle 21.00, in replica anche venerdì 28.
  • Earthbound – Ovvero le storie delle Camille: storia di fantascienza, con le creature animatroniche create da Paola Villani, in scena al Piccolo Teatro – Giorgio Strehler. Debutto alle 20.30, in scena fino a domenica.
  • Gigi Finizio: ritorno nei teatri italiani dopo l’apparizione sanremese, per il cantante napoletano che si esibisce al Teatro Repower alle ore 21.00.
  • Mezzosangue: il rapper romano è in tour nei club di tutta Italia e, a Milano, è ospite dell’Alcatraz. Sete Tour inizia alle ore 21.00.
  • Calum Scott: direttamente dal palco di Britain’s Got Talent, il cantante inglese propone il suo Bridges Wolrd Tour. Approda ai Magazzini Generali, lo show inizia alle ore 21.00.
  • Milano suona Ennio Morricone: le colonne sonore senza tempo del Maestro Morricone, riarrangiate in chiave jazze ed eseguite da un quartetto di eccezione, sono al Teatro Martinitt alle 21.00.
  • Forse sei (già) felice e non lo sai: uno spettacolo sorprendente sul linguaggio e le interazioni umane, che aiuta a sviscerare idee sbagliate. In scena al Teatro Carcano alle 21.00, protagonista Paolo Borzacchiello.
  • Bar Spot, quando la pubblicità dà spettacolo: Francesco Bozza commenta le proposte commerciali di un tempo, vere opere d’arte applicate alla pubblicità. Alle 21.00 allo Zelig Cabaret, non senza ironia e divertimento.
  • Pretty Woman: moderna favola, proposta in musical che porta la firma di Bryan Adams e Jim Vallance. In scena fino al 7 maggio al Teatro Lirico – Giorgio Gaber. Sipario alle 21.00.
  • Comedy Central: serata cabaret al Blue Note. Sul palco si alternano Valeria Angione e Nathan Kiboba, a partire dalle ore 21.30.
  • Brutalismus 3000: il duo berlinese chiude la giornata milanese, proponendo al Fabrique il proprio sound elettronico, punk e dance. Inizio serata alle ore 22.30.

#Venerdì 28/4 (diurno e preserale): pomeriggio intenso per i fans di Millie Bobby Brown e dei lavori manuali tradizionali

Millie Bobby Brown – Credits: talkymedia.it
  • Stranger Day with Millie: incontro esclusivo con Millie Bobby Brown, con slot di ingresso distribuiti tra le 12.00 e le 17.30. Al termine un panel programmato alle 18.30. Appuntamento all’Alcatraz di via Valtellina.
  • Intrecci di tradizioni: si intreccia il giunco dal vivo, si impara l’arte della tintura a mano su pelle e tessuti, nel workshop delle 15.00 presso via Palermo 21. L’evento è gratuito, è necessaria la prenotazione.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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APERITIVO all’APERTO? I 10 posti TOP a MILANO

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credit: agrodolce - Tramvai

Voglia di fare aperitivo? 

APERITIVO all’APERTO? I 10 posti TOP a MILANO

Dalla classifica dei migliori locali per fare aperitivo a Milano pubblicata da Agrodolce, abbiamo estratto quelli che secondo noi sono i 10 locali top in assoluto.

#10 Bob

Bob Isola

Se gli aperitivi sono la vostra passione, ma vi siete stancati delle solite patatine, olive e pizzette, penso che Bob potrebbe diventare il vostro posto preferito. Il menù di Bob è ricco di cocktail e specialità asiatiche, anche se la loro specialità è il taiwanese. Potrete gustare fantastici panini nel dehors affacciato sulla strada. Un esempio? Il panino farcito con polpo grigliato! Si trova a Isola, in via Borsieri 30.

#9 Clotilde Brera

clotildebrera

Un altro posto pazzesco per fare aperitivo a Milano è Clotilde Brera, in piazza San Marco, 6. Il locale ha dei tavolini esterni che si affacciano sui tetti di una delle zone più antiche di Milano, offrendo un meraviglioso panorama ai suoi ospiti. Fare aperitivo qui significa fare una vera e propria esperienza di gusto, infatti gli esperti chef e mixologist propongono il giusto abbinamento per abbinare cocktail e long drink ad ogni piatto.

#8 Ceresio 7

Credit: Milano Panoramica (https://milano.panoramica.it)
Credit: Milano Panoramica (https://milano.panoramica.it)

Parlando di panorami non si può non citare almeno un roof-top, per un aperitivo con vista. Tra tutti i locali con terrazza presenti in città abbiamo inserito nella nostra top 10 Ceresio 7, che si trova nell’omonima via… proprio al numero 7. L’attico permette di osservare tutto lo skyline cittadino, e nelle giornate più terse si riescono a scorgere persino le montagne. Il tutto arricchito da due piccole piscine che creano un’atmosfera magica.

#7 Otto

credit: inthemoodfordesign.eu

In zona Paolo Sarpi si trova un locale con terrazza esterna. Otto, che grazie al cortile privato su cui si affaccia, risulta un angolino appartato e tranquillo. Uno dei locali all’aperto migliori per fare aperitivo a Milano, accompagnando i cocktail con taglieri di assaggi, anche vegetariani. Come suggerisce il nome, il locale si trova in via Paolo Sarpi al civico 8.

#6 Librosteria

credit: conoscounposto.com

Avete mai bevuto uno spritz mentre scegliete libri da un’intera libreria a vostra disposizione? E non si parla della libreria di casa, ma di una vera e propria libreria. Nella Librosteria, in via Cesariano al 7, è stato ricreato il mix perfetto tra un’osteria e una libreria, visto che il locale condivide gli spazi con la libreria Baravaj. Ad oggi gli interni non possono essere utilizzati, ma per fortuna c’è un dehors che si affaccia su una piazzetta pedonale con aiuole in cui fare aperitivo.

#5 Frida

Un po’ nascosto ma tra le vie di Isola ma tra i locali più amati di Milano, il Frida, diventato un luogo di ritrovo fisso per tantissimi giovani. I numerosi tavolini che adornano il giardino insieme alle piante rampicanti lo rendono un posto perfetto per sorseggiare le tantissime varianti di Spritz proposte. Locale anti convenzionale per eccellenza e conosciuto per i suoi murales, il Frida si trova in Via Antonio Pollaiuolo, 3.

#4 Rita’s Tiki Room

credit: agrodolce

Partiamo dalle basi: che cos’è un Tiki Bar? Sono dei locali a tema esotico, che servono cocktail elaborati – spesso in bicchieri fuori dal comune – e richiamano esteticamente le atmosfere tropicali. Il miglior Tiki Bar di Milano si trova sui Navigli, in Ripa di Porta Ticinese al 69. Il fiore all’occhiello del locale sono senza dubbio i cocktail a base di rum (tipico alcolico caraibico), ma tutta la lista di drink è assolutamente da provare, accompagnandoli con le proposte culinarie di Eugenio Roncoroni.

#3 Un posto a Milano

credit: zero.eu

Dai Caraibi alle cascine di campagna ci si mette davvero poco, se si abita a Milano. In via Cuccagna, 2 infatti si trova la Cascina Cuccagna in cui non potevano mancare bar e ristorante. Il duo – chiamato Un posto a Milano – è gestito dallo chef Nicola Cavallaro e propone una vasta scelta di cocktail, vini e birre da sorseggiare tra gli spazi verdi che circondano la cascina.

#2 Al Cortile

credit: pepitepertutti.it

Sapevate che esiste una Little Italy milanese? In via Giovenale al civico 7 si nasconde il ristorante Al Cortile. In ogni Little Italy che si rispetti, la cucina deve obbligatoriamente essere italo-americana… ma non cadete in frettolosi pregiudizi. Al Cortile troverete i piatti italiani conosciuti nel mondo per essere stati rovinati dagli americani, ma cucinati con passione e cura tutta Made in Italy. Insomma, qui anche le Fettuccine Alfredo sono deliziose.

#1 Tranvai

credit: agrodolce

A guadagnarsi il primo posto della nostra top 10 dei locali migliori per fare aperitivo a Milano è stato il Tranvai. Oggi è un locale dall’atmosfera calda e rilassante, ma se non si fosse capito dal nome, in origine era un Tram. Tra i simboli più rappresentativi della nostra città ci sono sicuramente questi storici mezzi di trasporto che nel tempo si sono riconvertiti in saune e ristoranti. Il dehors che circonda il tram-cucina è perfetto per gustarsi un cocktail o una birra, ed è talmente straordinario che persino le famiglie con figli lo adorano!

Ecco, questi sono i 10 locali migliori per fare aperitivo a Milano secondo noi. Ma per fortuna la nostra città è piena di sorprese, segnalateci i vostri preferiti!

Fonte: Agrodolce

Leggi anche: I 10 “migliori” RISTORANTI all’APERTO di Milano

ROSITA GIULIANO

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Il RESTYLING del “PALAZZO ORRIBILE” di Porta Garibaldi è in STALLO?

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Credits Urbanfile - Edificio Porta Garibaldi in stato di abbandono

Foto copertina: Urbanfile

A marzo 2022 sembravano ormai giunti alla conclusione i lavori per la riqualificazione di uno dei più brutti edifici di Milano, un vero sgorbio orizzontale che si sviluppa a lato dei binari della stazione di Porta Garibaldi. Dopo anni di abbandono la rinascita definitiva era dietro l’angolo. Vediamo la situazione allo stato attuale.

Il RESTYLING del “PALAZZO ORRIBILE” di Porta Garibaldi è in STALLO?

# Il “palazzo orribile” a lato della Stazione di Porta Garibaldi

Credits Urbanfile – Edificio Porta Garibaldi in stato di abbandono

La rigenerazione in atto nella zona di Porta Nuova ha avuto dei riflessi positivi, seppur indiretti, sulla rinascita di diversi edifici lungo via Giuseppe Ferrari, come quelli di Axa e del nuovo “The Edge” al posto dell’ex hotel famoso per le sessioni di calciomercato. Anche un altro edificio molto noto ai milanesi ai civici 10 e 12 della via, a fianco dei binari della stazione di Porta Garibaldi, sembrava aver intrapreso la stessa direzione. Stiamo parlando di un colosso orizzontale ad uso uffici di circa 100 metri, costruito tra il 1956 e il 1963 assieme all’edificio passeggeri della stazione progettata dagli architetti Minoletti, Gentili Tedeschi e Tevarotto, rimasto per anni in uno stato di decadimento e degrado tale da essere diventato un problema per la sicurezza dei passanti che transitavano sul marciapiede sottostante. 

# Il nuovo look in pietra

A marzo 2022, come documentano le foto in alto, la riqualificazione di questo enorme palazzo sembrava ormai essere arrivata a conclusione con il disvelamento del nuovo look: forme originarie sono sparite, rivestite da un cappotto termico e da una pietra artificiale e gli infissi completamente trasformati e rivisti. 

# Lo stallo del cantiere

Si attendevano solo i lavori a livello strada, che prevedevano un rivestimento con vetrate e l’allestimento degli interni, ma a quanto pare il cantiere ha registrato uno stop. Dalle immagini scattate il 21 aprile 2023 la situazione non sembra essere cambiata ma anzi, a ben vedere, pure peggiorata visto i pannelli a piano terra ricoperti di tag e graffiti. La speranza è che i lavori riprendano quanto prima per evitare di far ripiombare l’edificio nel degrado.

 

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura: Sempre più in ALTO: di quanti piani crescerà la TORRE di BRERA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La TORRE FUTURISTICA che esprime l’ANIMO UMANO: è la più avveniristica del mondo?

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Ph. @a_m_a_d_e_u_s IG

Gli amanti del design ritengono che sia stato sferrato un attacco alla Torre Eiffel. Inaugurata il 26 giugno 2021, un celebre archistar ha progettato un’opera destinata a fare luce sotto i cieli d’Europa. 

La TORRE FUTURISTICA che esprime l’ANIMO UMANO: è la più avveniristica del mondo?

# Il mito di Frank Gehry per la Torre di Arles

Credits: @roman_letyaev
Luma Tower

Gli architetti più famosi realizzano opere di architettura contemporanea stupefacenti, perfettamente in grado di dialogare con il territorio. Per la nuova torre di Arles è Frank Gehry l’architetto di fama mondiale che ha pensato alla sua forma, struttura e costruzione. Dopo il Museo Guggenheim di Bilbao (progettato dallo stesso Gehry), diventato simbolo della città e dell’Europa, gli abitanti di Arles sperano che la loro torre possa raggiungere la stessa fama. Gehry per la realizzazione della torre si è ispirato alla Notte Stellata di Van Gogh: come l’olandese aveva ammirato il blu sorprendente della Provenza, così l’archistar ha deciso di dialogare con il cielo della città, dando alla torre una forte carica espressionistica.

# La torre che mostra i tormenti dell’animo umano

Credits: @design.london
Luma Tower

La nuova torre, che ha modificato lo skyline della città del Sud della Francia, non eguaglia e tanto meno si avvicina all’altezza della Tour Eiffel. Ha 10 piani ed è alta “solamente” 56 metri, ma è impossibile non notarla. Quasi 11 000 placche di metallo catturano e riflettono la luce. La prima impressione è che la torre stia cadendo a pezzi, ma l’andamento vuole ricreare i tormenti dell’animo umano. Il nome è LUMA Tower, perché posizionata all’interno del Parc des Ateliers LUMA-Arles, e rappresenta un hub multiculturale.

Alcuni dicono che la torre dialoghi perfettamente con i monti retrostanti, le Alpilles, sembrando quasi lei stessa una montagna. Da questo, la “torre che parla con il cielo”, la LUMA Tower potremmo definirla semplicemente “la torre che parla”, perché dialoga con il cielo, con le montagne e sicuramente con chi la osserva.

Continua la lettura con: Sempre più in alto: di quanto crescerà la torre di Brera

BEATRICE BARAZZETTI

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10 POSTI per il PRIMO APPUNTAMENTO a Milano

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Impreditrice

Tutto nasce quasi per caso. Un like su Facebook. Chi è questa? Mmmm, interessante. Like ricambiato. Quindi si passa a un commento generico a un post. Lei risponde con una faccina che ride. Terzo passo: messaggio sulla chat. Dopo qualche scambio di battute riuscite, arriva il dramma: è il momento di incontrarsi.

primo appuntamento

10 POSTI per il PRIMO APPUNTAMENTO a Milano

#1 Cinema?

cinema milanesi

Un evergreen. Vale anche per persone che possono rivelarsi odiose. Scelta ottima se non si ha molto da dire. Per chi non si vuole compromettere suggeriamo di proporre almeno due opzioni, film d’autore o film spazzatura. Tanto per disorientare un pochino.

#2 Teatro?

Già più impegnativo. Stai scoprendo le tue carte comunicando di essere un finto intellettuale, una persona molto noiosa. Ancora peggio, potresti scoprire la stessa cosa della controparte. Probabilmente sarà sia la prima sia l’ultima volta che vi vedete.

#3 Aperitivo?

Per chi non ha fantasia e vuole avere una pronta via di fuga. Ma soprattutto per chi non può permettersi di offrire la cena.

#4 Corsetta?

Credits: bbc.com

Se vuoi subito chiarire che nella relazione ti faresti vedere molto poco e ti farai i cazzi tuoi. Se la corsetta la metti la mattina presto fai anche capire che a chi sta con te l’aspetta una vita di sacrifici. Se l’appuntamento si mette male puoi trasformare la corsetta in una fuga.

#5 Cena fuori?

Il rischio è capire fin dall’antipasto che non vi rivedrete più nella vita, ma devi comunque arrivare al sorbetto, anzi fino al conto finale. Rimedierai col bicarbonato.

#6 Facciamo due passi?

Il più disimpegnato di tutti. È come dire, per decidere se mi piaci voglio prima vedere come ti guarda la gente. In pratica chiedi l’aiuto del pubblico.

#7 Uno di questi giorni ci prendiamo un caffè?

Credits Andrea Cherchi – Caffè Picchio

Il top per chi non vuole scoprire le sue intenzioni. Può voler dire tutto e niente. Non azzardi neppure l’ipotesi di un giorno. Se vuoi mischiare ancora di più le carte puoi proporre “un caffè o una centrifuga”. Se poi l’appuntamento va male puoi sempre rimediare vendendole una polizza assicurativa.

#8 Vediamo se fare qualcosa assieme?

Impreditrice

Un primo appuntamento di lavoro perché si vuole essere sempre sul pezzo. La proposta deve essere coerente con quello che si fa, ad esempio ottimo per ho una startup, faccio l’investitore, lavoro presso me stesso e così via. Se si vuole proporre questo, basta verificare su Facebook il campo di attività dell’altro e poi fissare un appuntamento per capire se si possono fare cose assieme. Quel qualcosa assieme, poi, chiunque può interpretarla come gli piace più.

#9 A casa di amici?

Cena tra amici 

Altro grande classico per chi non vuole assumersi alcuna responsabilità. Stasera vedo dei miei amici a casa di Tizio. Vale tutto, dal compleanno all’incontro di scappati di casa. Situazione perfetta: gli spazi di fuga sono infiniti, puoi anche appioppare il malcapitato o la malcapitata a qualcun altro di affidabile. Se hai problemi di autostima puoi fare leva sull’effetto gruppo.

#10 A casa mia?

@foodtravelexperience

Per chi vuole andare dritto al sodo. Si mette subito in chiaro quello che si vuole, senza ipocrisie o indecisioni sulla scelta di dove andare. È per chi ha capito che i preliminari si fanno su Facebook. 

#smailand

Continua la lettura con: La trama dei film famosi se fossero stati girati a Milano

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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MILANO in PRIMAVERA: 5+1 luoghi dove viverla al meglio

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Credits: @thelanzinho_ Collina dei ciliegi

È arrivata la primavera e con essa anche la voglia di uscire. Nonostante il tempo un po’ incerto, gli alberi in fiore ravvivano i colori della città e mettono allegria ai milanesi. Ma quali sono i posti ideali dove trascorrere un caldo pomeriggio di un weekend primaverile a Milano? Tralasciando i parchi più conosciuti della città, abbiamo chiesto ai nostri lettori sulla Fanpage Facebook di Milano Città Stato “Dove ami andare a Milano in una bella giornata di primavera?“ e questi sono stati i risultati.

MILANO in PRIMAVERA: 5+1 luoghi dove viverla al meglio

# Il Giardino nascosto Aristide Calderini

Credits: @gilardisonia
Giardino Aristide Calderini

È uno degli angoli nascosti della città. Nei pressi del Museo Archeologico, in mezzo alle rovine romane dell’antica Mediolanum, c’è il giardinetto Aristide Calderini. Come raggiungerlo? Anziché proseguire lungo Corso Magenta, bisogna svoltare in via Nirone e arrivare poi in Via Sant’Agnese. Qui si troverà un piccolo angolo verde tra colonnati e resti di un palazzo quattrocentesco. Un posto romantico ma dove si rispira anche tanta storia. Il giardino è delimitato infatti da un colonnato e da delle statue che lo decorano e dietro ad esse si intravedono mattoni rossi, resti di una costruzione molto più grande. Si tratta di un palazzo probabilmente realizzato dal Bramante, bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver ripulito la zona dalle macerie, sono rimasti il portico d’ingresso, qualche colonna e alcune statue, diventati poi l’odierno Giardino Aristide Calderini e dove è stata aggiunta anche una scultura di Arnaldo Pomodoro. Il Giardino Aristide Calderini incanta tutti i passanti inconsapevoli della sua esistenza, soprattutto in primavera.

 

# I Giardini della Guastalla

Credits: @anpe4965
Giardini della Guastalla

Usata per la pausa pranzo dagli studenti della Statale, dai bambini che escono da scuola e da chiunque voglia rilassarsi tra i profumi dell’erba fresca e dei fiori, sono i Giardini della Guastalla. In origine parco chiuso dedicato all’aristocratico collegio delle nobili fanciulle, i giardini della Guastalla sono stati riqualificati nel Novecento e ora sono punto di ritrovo per molti milanesi. Si estendono per circa un ettaro e il loro punto forte è certamente la peschiera, lo specchio d’acqua popolato da pesciolini e circondato da una balaustra barocca. Anche questo parco nasconde un pezzo di storia: al suo interno infatti si possono vedere il tempietto neoclassico di Luigi Cagnola e l’edicola seicentesca contenente un gruppo scultoreo raffigurante la Maddalena assistita dagli angeli.

Leggi anche: I giardini della Guastalla

 

# Il giardinetto di Palazzo Reale

Credits: milanolife.it
Giardino Palazzo Reale

Caratteristico e raccolto è poi il giardinetto di Palazzo Reale, nel secondo cortile aperto sulla via Francesco Pecorari. Inaugurato in occasione dell’Art Week 2017, il piccolo spazio verde e pubblico nel cuore di Milano è stato realizzato in collaborazione con l’associazione Orticola di Lombardia e disegnato dell’architetto paesaggista Marco Bay. In primavera i suoi alberi “a ombrello” creano l’ombra ideale per poter leggere un libro in tutta tranquillità.

 

# Il Parco del Portello e la panchina più lunga del mondo

Credits: @albertolameriechimoderni
Parco Portello

E perché non rilassarsi sulla panchina più lunga del mondo in una calda giornata primaverile? Forse non tutti sanno che a Milano, precisamente al Parco del Portello, c’è una panchina lunga ben 208 metri e, se quindi in una giornata primaverile non ci si vuole sedere sul prato, al Parco del Portello c’è la soluzione. Con una panchina così grande è impossibile non trovare posto. In più, tra queste collinette artificiali che ricordano vulcani, si può fare una bella camminata e, quando gli alberi sono in fiore, il Parco del Portello regala quel non so ché di atmosfera giapponese.

Leggi anche: la panchina più lunga del mondo a Milano

 

# Un angolo nipponico alla collinetta dei ciliegi

Credits: @thelanzinho_
Collina dei ciliegi

Rimanendo in tema giapponese, un altro angolo nipponico lo si può trovare in zona Bicocca, dove c’è la fioritura dei ciliegi più bella di Milano. Lungo viale Sarca è stato infatti creato un parco cittadino che, nelle calde giornate primaverili, è popolato dagli studenti dell’università lì vicino che vogliono prendersi una boccata d’aria. Dall’atmosfera giovanile, particolarmente interessante è però la storia che c’è dietro a questa collinetta. La collina dei ciliegi è infatti un avvallamento artificiale, risultato dall’accumulo dei materiali derivati dalla ristrutturazione della fabbrica Pirelli che nel 2007 è stata smantellata. Non è nient’altro che una sovrapposizione dei detriti che erano stati smantellati e che hanno creato questa collinetta, diventata poi parco. Immersa nel rosa delle piante in fiore, la collinetta dei ciliegi è l’ideale per trovare un mix di tranquillità e vitalità.

 

# L’abbazia di Chiaravalle immersa nella natura

Credits: @humphreyaxelpacetti
Abbazia di Chiaravalle

Spostandosi infine un po’ più lontano dal centro città, ideale per una giornata di primavera  è prendere la bicicletta e dirigersi verso la zona sud-est di Milano. Qui ci sarà un altro dei tesori milanesi che, di nome, è conosciuta ma che in pochi visitano ancora. È l’Abbazia di Chiaravalle (sì è nella città di Milano, non siamo ancora in provincia) che se ne sta lì solida e un po’ severa ad aspettare i pellegrini. Si tratta di un complesso monastico cistercense che è stato costruito intorno all’anno mille e che oggi è la principale attrazione del borghetto di Chiaravalle. Ma perché bisognerebbe andarci proprio in primavera? Perché qui si potrà respirare un’atmosfera completamente diversa da quella della città: campi, prati e antichi borghi, rendono infatti Chiaravalle una piccola oasi immersa nella natura.

Leggi anche: Il grano padano è nato a Chiaravalle

 

Continua la lettura con: Le OASI più FRESCHE di Milano: parchi, piscine, spiagge urbane

BEATRICE BARAZZETTI

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MILANO BARBARICA: i luoghi dove rivivere la città dei BARBARI

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Ph. @shadyx_89 IG

Milano Barbarica non è solo un’immagine legata al personaggio di Diego Abatantuono nel famoso film “Attila Flagello di Dio” ma un preciso periodo storico. Che cosa resta oggi di quel periodo?

MILANO BARBARICA: i luoghi dove rivivere la città dei BARBARI

# Milano, anno 402

“Al principio del V secolo d.C. i Visigoti entrarono con facilità in Italia. Il 2 febbraio del 402 raggiunsero le porte di Milano. Dall’alto delle mura della città si vedevano i fuochi appiccati nel contado durante il passaggio dell’esercito barbaro”. A scrivere è il poeta e senatore romano Claudio Claudiano, sostenitore del generale Stilicone, che, fedele agli imperatori Teodosio e Onorio, arrivò a Mediolanum, la Milano tardoromana, quando il centro della vita commerciale e politica cittadina (il forum) si trovava sotto l’attuale Biblioteca Ambrosiana, e il vescovo Ambrogio era morto da appena cinque anni, ma per tutti era già una star.

L’Editto di Milano aveva già reso lecito il culto del Cristianesimo nell’Impero, che nel frattempo si era sciolto. Milano capitale d’Occidente aveva il suo Palazzo Imperiale (oggi resistono i resti dietro Corso Magenta), il suo circo (nell’omonima via e limitrofi), la zecca, persino le terme (quelle Erculee sono ancora visibili appena fuori dal parcheggio sotterraneo di Corso Europa). Da quel momento in avanti, però, Milano non fu più la stessa.

Preda di Goti, Unni, Longobardi e gruppi di popolazioni germaniche, venne saccheggiata, distrutta, quindi abbandonata, fino ad essere sostituita da Monza e Pavia. Cosa resta di quel periodo? Con un po’ di pazienza e tanta attenzione Milano regala ancora buone testimonianze del periodo di Attila e degli altri famosi invasori.

Tralasciando la Corona Ferrea della Regina Teodolinda conservata ancora nel Duomo di Monza, ecco 5 segni che Attila è ancora in città.

#1 Sarcofago di Stilicone

Sarcofago di Stilicone

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella basilica di Sant’Ambrogio, sul lato sinistro della navata centrale, si trova il cosiddetto ambone di Sant’Ambrogio, ovvero la tribuna delle letture e omelie. Opera architettonica di epoca medievale composta da sculture di epoche diverse, poggia su un sarcofago romano interamente decorato da bassorilievi con scene mortuarie che, per la tradizione, celerebbe le spoglie di Stilicone, celebre per le campagne contro i barbari.

#2 Palazzo Reale: la “casa” di Attila

Quando Attila conquistò Milano, si dice che per un certo periodo visse a Palazzo Reale. Per affermare la sua superiorità su Roma fece modificare un dipinto in cui erano raffigurati i Cesari seduti in trono e ai loro piedi i principi sciti. Da allora furono i Cesari a venire raffigurati come supplici, con le borse d’oro svuotate davanti al trono di Attila.

#3 Tre scrofe a spasso intorno Piazza Duomo

 

 

 

 

 

 

 

Le opere di Claudio Claudiano, Sidonio Apollinare e del vescovo Dazio ci parlano di una scrofa semilanuta, medio-lanum, che avrebbe dato il nome alla città di Milano.
Secondo una leggenda, il fondatore di Milano, il re celtico Belloveso, attraversò le Alpi, il territorio degli Edui, e arrivò nella pianura Padana. Nel luogo indicato da una dea in sogno vide una scrofa di cinghiale dal pelo insolito: molto lungo, solo nella parte anteriore del corpo.
Ancora oggi, tre immagini di quella scrofa lanuta a metà si trovano intorno a Piazza Duomo (sono tutte risalenti all’età tardo medievale): la prima, è in un bassorilevo sopra le arcate di Piazza Mercanti a Milano; la seconda, è nascosta dentro un capitello del Palazzo della Ragione; la terza immagine è visibile nella corte interna di Palazzo Marino.

#4 L’Altare di Vuolvinio

 

 

 

 

 

 

E’ di Vuolvinio, l’autore, perché lo dice la firma: Vuolvino magister phaber.
Collocato sull’altare della Basilica di Sant’Ambrogio, venne realizzato tra l’824 e l’859. Con la sua preziosa opera di cesellatura d’oro e smalti, l’Altare di Vuolvinio rappresenta uno degli esempi più alti dell’arte orafa longobarda.

#5 Gli Omenoni dietro San Fedele

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli Omenoni sono i grandi uomini effigiati dall’architetto Leone Leoni nel 1565 sul palazzo di via degli Omenoni, 3. L’artista li ha colti nell’atto di sorreggere la mensola della facciata di ingresso al palazzo.
Statue di guerrieri sconfitti, raffigurano gli invasori sconfitti dalle forze di Roma a Milano.
Anche se realizzati un millennio dopo l’arrivo dei barbari, sono ancora un segno tangibile di quel contradditorio periodo storico che, in  qualche modo, ha lasciato un’impronta indelebile su Milano.

Continua la lettura con: Mappa della Milano Romana

PAOLA PERFETTI

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Le GRANDI INFRASTRUTTURE in arrivo che rivoluzioneranno il MONDO

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Il mondo è in continua trasformazione. Queste le opere in costruzione o progettate che avranno un grande impatto sul pianeta. 

Le GRANDI INFRASTRUTTURE in arrivo che rivoluzioneranno il MONDO

#1 L’aeroporto per voli h24 

Credits westernsidney.com.au IG – Western Airport Sidney

In Australia è in costruzione il secondo aeroporto di Sidney, il Western Sydney International (Nancy-Bird Walton) Airport, progettato dagli studi Zaha Hadid Architects e Cox Architecture. Nasce per rispondere alle esigenze di trasporto della città che tra 20 anni vedrà raddoppiata la sua popolazione e per tutelare la qualità della vita dei cittadini e garantire allo stesso tempo che gli aerei possano atterrare e decollare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Lo scalo si troverà infatti lontano dal centro abitato, in un zona dove per 30 anni non si potranno costruire abitazioni, e si prevede che sarà in grado di movimentare 5 milioni di passeggeri nel 2026 quando inaugurerà. Nel 2031 il numero dovrebbe salire a 10 milioni e nel 2063 a 83 milioni.

#2 L’alta velocità per unire l’Europa centrale e settentrionale 

Rail Baltica

Rail Baltica è una nuova linea ferroviaria convenzionale veloce a doppio binario a scartamento europeo standard, attualmente in costruzione, che metterà in collegamento in modo rapido questi sei paesi: Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, quest’ultimo per ora in traghetto.

Rail-Baltica-in-Europe

La linea consentirà il miglioramento dei collegamenti ferroviari tra l’Europa centrale e settentrionale e avrà una lunghezza di 950 km, la parte ferroviaria baltica sarà di 870 km, con una velocità massima di 249 km/h per i treni passeggeri e 120 km/h per i treni merci. Sono previsti tre terminal merci multimodali e sette stazioni passeggeri internazionali. La Rail Baltica dovrebbe entrare in funzione nel 2026.

#3 Il tunnel sottomarino più lungo del mondo 

Percorso Tunnel Helsinki – Tallin

Per rendere completa il progetto di Rail Baltica è stato ipotizzato un progetto che, se realizzato, diventerebbe il più lungo tunnel sottomarino del mondo. Il suo nome è Talsinki e dovrebbe collegare la capitale estone Tallin e quella finlandese Helsinki, dalla stazione centrale di Tallin e arrivo all’aeroporto di Helsinski, con una lunghezza nel sottosuolo marino è 50 km per un totale di di circa 92 km. Sono previste due ulteriori fermate sul territorio svedese, Pasila e City Center, con la terra di scavo verrebbero realizzate due isole artificiali della grandezza di 400 per 300 metri al largo delle due Nazioni. Il costo previsto è tra i 9 e i 13 miliardi di euro e i lavori dovrebbero durare tra i 10 e 15 anni.

Leggi anche: TALSINKI: i segreti del progetto di TUNNEL sottomarino più LUNGO del mondo con due nuove ISOLE ARTIFICIALI

#4 Tra Germania e Danimarca il tunnel che collega l’Europa Continentale alla Scandinavia

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt dall’alto

Il tunnel Fehmarnbelt sarà lungo 18 km e si troverà a 40 metri sotto il Mar Baltico e, in attesa della realizzazione progetto Talsinki, potrà fregiarsi del titolo di tunnel più lungo del mondo. Non sarà costruito sotto il fondale marino, ma poggerà su di esso, e mettere in connessione la Germania con la Danimarca. Comprenderà un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati e dalla costa nord della Germania all’isola di Lolland, da cui si raggiunge Copenaghen, basteranno 7 minuti di treno e 10 minuti di auto. La distanza da Amburgo a Copenaghen si ridurrà da 450 km a 320 km e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. Il costo dell’opera è di circa 7 miliardi di euro. Nel 2029 è prevista l’inaugurazione.

Leggi anche: Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina a Milano

#5 Il treno Maya: per collegare i Caraibi con i siti storici del Messico

Credits Trainspotting34-wikipedia – Treno Maya

In Messico è in costruzione il Tren Maya che punta a collegare le destinazioni turistiche dei Caraibi con i siti meno conosciuti dell’entroterra compresi, come dice il nome, i siti storici Maya, nella penisola dello Yucatán. Si tratta di una ferrovia interurbana di 1.525 chilometri e 18 stazioni con partenza da Palenque in Chiapas fino a Cancún attraverso due percorsi che divergono a Escàrcega. Un’opera complessa di ingegneria, contestata da attivisti per i diritti ambientali e indigeni per l’attraversamento della giungla e la probabile distruzione di reperti archeologici. La fine dei lavori è prevista entro la fine del 2023, inizio del 2024.

Leggi anche: I 7 PROGETTI più INCREDIBILI che vedremo nel MONDO nel 2023

Continua la lettura: 7+1 PROGETTI MAI REALIZZATI che potevano RIVOLUZIONARE Milano

FABIO MARCOMIN

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La TRAMA dei FILM FAMOSI se fossero stati girati a Milano

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Che cos’ha Milano in meno di Parigi, New York, Londra, Berlino o l’ospedale psichiatrico di Palo Alto? Niente, tranne che in quei luoghi hanno girato alcuni capolavori della storia del cinema.

Ok, anche a Milano hanno girato dei capolavori della storia del cinema, ma siccome non siamo mai contenti vorremmo che tutti i grandi film fossero stati girati a Milano. Certo, sarebbe necessario fare qualche piccola modifica alla trama, ma sono dettagli.

La TRAMA dei FILM FAMOSI se fossero stati girati a Milano

# Wolf of Piazza Affari

WolfPiazzaAffariTrama. Un bocconiano arrivista impara i segreti del successo sulla Terrazza 12. Giocando al ribasso su Saipem e Monte dei Paschi fa un sacco di soldi ma li perde tutti tra Byblos, Hollywood e coca party. Per disintossicarsi finisce nella comunità di Don Mazzi assieme a Fabrizio Corona.

 

# Ultimo tango a Milano

UltimoTangoMilano
Trama. Dopo la morte della moglie un americano di mezza età trapiantato a Milano sembra avere smarrito ogni ragione di vita. Visitando delle location per il Fuorisalone rimorchia una ragazzina iniziando una storia di sesso estremo. Alla fine lui la pianta ma cercando di recuperare il rapporto, si trasforma in uno stalker sui social. E lei lo uccide.

 

# Midnight in Milano

MidnightMilanoTrama. Lo sceneggiatore Gil e la sua fidanzata Inez sono in vacanza nella Milano del 2108. Durante una passeggiata sulla darsena Gil accetta il passaggio di un Hummer Limousine e si ritrova proiettato 90 anni indietro nel tempo. Non è più il 2108, Gil è nel 2018, la belle epoque milanese. Per una notte incontra tutti i personaggi leggendari su cui ha sempre fantasticato: i club dogo, Lele Mora, Fedez, Beppe Sala.

 

# Sempione Park

SempioneParkTrama. Un eccentrico miliardario, John Hammond, decide di comprare Parco Sempione e costruirci un vero e proprio parco dei divertimenti dove l’attrazione principale è la gente che suona i bonghi. Purtroppo qualcosa va storto e i rasta attaccano i visitatori del parco.

 

# Incontri ravvicinati del terzo mondo

IncontriRavvicinatiTrama. Un ragazzino che i genitori hanno tenuto chiuso in Area C fino all’età di 18 anni, un giorno prende la metro e per sbaglio scende a Cascina Gobba. Imparerà che ci sono altre forme di vita oltre la superborghesia milanese.

 

# Nostalghia canaglia

NostalghiaCanagliaTrama. Gorčakov è un poeta sovietico in viaggio in Italia per studiare la vita di Albano e Romina Power. Alle terme di Milano incontra Domenico che lo sfiderà ad attraversare Viale Abruzzi nell’ora di punta con una candela in mano.

 

# Colazione da Princi

ColazionePrinciTrama. La storia d’amore tormentata tra Holly, una ragazza che desidera sposarsi per soldi, e Paul, un ragazzo che fa sesso con la sua padrona di casa per non pagare l’affitto. I due capiscono subito di avere qualcosa in comune: la povertà.

#smailand

Continua la lettura con: I disturbi mentali dei milanesi

FRANCESCO BOZ

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La “STRADA sul MARE più BELLA del mondo”

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Credits: @visitgreatoceanroad great ocean road

243 km di auto percorsi costeggiando i più bei panorami: dall’imponente oceano al verde della foresta pluviale. Si sta parlando di quella che è stata definita in modo enfatico “la strada sul mare più bella del mondo”. Ma dove si trova?

La “STRADA sul MARE più BELLA del mondo”

# La Great Ocean Road

Credits: @arkan_shaif
great ocean road

Si chiama Great Ocean Road ed inizia a qualche km di distanza da una delle città australiane più importanti, da Melbourne infatti bisogna fare circa due o tre ore di macchina per raggiungerla, ma il viaggio è esso stesso una meta. La lunghissima strada costiera parte da Touquay, una cittadina balneare nello stato Victoria, e termina ad Allansfrod, località ad est dello stesso Stato australiano, ed è stata definita “la strada sul mare più bella del mondo”. Percorrere la Great Ocean Road è considerato un must per gli australiani, e non, che amano viaggiare su due o quattro ruote. Ma che cosa la rende così incantevole?

# I “Dodici Apostoli”

Credits: @gracezm_photography
great ocean road

Nella storia della strada c’è però un particolare che non deve sfuggire. La Great Ocean Road non è una semplice strada costruita casualmente affacciata sul mare e sui più bei panorami australiani, anzi la Great Ocean Road è considerata un vero e proprio monumento. Catalogata come patrimonio nazionale australiano, è il più grande monumento ai caduti che sia mai esistito. La strada, infatti, è stata voluta e costruita tra il 1919 e il 1932 dai soldati di ritorno dalla prima guerra mondiale e dedicata a coloro che erano morti in battaglia. Oggi la Great Ocean Road è una delle attrazioni turistiche più famose della zona, in più non è una semplice strada da percorrere: lungo la costa si incontrano infatti alcuni riferimenti storici importanti, tra cui i famosi Dodici Apostoli, dodici faraglioni di pietra calcarea.

# Un viaggio immersi nella bellezza della natura

Credits: @greatoceanroad
great ocean road

Innegabili però sono le bellezze naturalistiche che si incontrano lungo la Great Ocean Road. Luoghi da mozzare il fiato che sembrano ancora incontaminati: dal verde della foresta pluviale, alle favolose spiagge fino alle imponenti scogliere calcaree che emergono dall’acqua.

Continua la lettura con: Le MERAVIGLIE della STRADA COSTIERA più LUNGA d’EUROPA

BEATRICE BARAZZETTI

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Tutti i DISTURBI MENTALI dei milanesi

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Ph. anaterate

Il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) è un grande catalogo, tipo IKEA, dentro cui sono contenute tutte le possibili deviazioni del comportamento umano. Per ogni disturbo sono elencati i suoi sintomi, tanti più ne manifesti tanto più sei pazzo.

Come quando cerchiamo su internet il significato dei dolorini che lamentiamo da qualche giorno, anche nel caso dei disturbi mentali possiamo convincerci di esserne affetti. Ma meglio ancora convincerci che ne siano affetti gli altri.

Per esempio, secondo me i milanesi sono tutti pazzi.

Tutti i DISTURBI MENTALI dei milanesi

disturbi mentali dei milanesi

 

# Disturbi dell’umore

Depressione: Non riuscirò mai a trovare parcheggio, arriverò tardi all’appuntamento e la mia carriera sarà rovinata per sempre.

Crisi Maniacale: Posso tranquillamente arrivare dall’altra parte della città in 10 minuti.

Ph. xusenru

# Disturbi della personalità

Disturbo paranoide: Sono sicuro che quel tizio in fondo alla metro mi sta fissando. Se scende alla stessa fermata dove scendo io chiamo la polizia.

Disturbo Schizoide: Con tutti quei giovani che fanno festa i Navigli sono diventati un inferno.

Disturbo Schizotipico: C’è solo un modo per raddrizzare la mia vita, pregare la madonnina.

Disturbo Narcisistico: Guarda, in questo periodo lavoro 14 ore al giorno perché il mio capo ormai si fida solo di me. Poi faccio tutte quelle robe da freelance, ti giuro che non ci sto dietro. Per fortuna guadagno un ca-si-no.

Disturbo Antisociale: Cosa ne dite se coi soldi del nero ci compriamo la bamba?

Disturbo Bordeline: Il mio capo è uno stronzo senza precedenti. Cioè, è un genio, tutto quello che ha se l’è costruito da solo. Che schifo di uomo geniale.

Disturbo ossessivo compulsivo: i mezzi pubblici sono sporchi. Dove diavolo è finita l’Amuchina?!?

Ph. Engin_Akyurt

# Disturbi D’ansia

Panico: Ommioddio ommioddio mancano solo due mesi alle ferie e non ho ancora prenotato da nessuna parte. Muoio.

Ansia generalizzata: Sono indietro con il lavoro, devo pensare a un regalo per la mia fidanzata, poi dovrei vorrei riuscire a incastrare un po’ di palestra o jogging in tutti i miei impegni. Mi sa che che resto a letto e mi fingo malato.

Ok, penso di averli tutti.

#smailand

Continua la lettura con: 10 sintomi di pazzia di noi mamme milanesiù

FRANCESCO BOZ

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5 LUOGHI vicini a Milano dove NON andare per una gita

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Articolo nato in una serata di pioggia scorrendo le immagini di gente ai Caraibi su Instagram.

5 Luoghi vicini a Milano dove NON andare per una gita

#5 Colico


Nomen omen. Un finto lago tra le montagne e il lago. Come riserva mettiamo Laglio, famoso solo perché c’è George Clooney

#4 Portofino

Arrivi lì, ci sono quattro case e non c’è neanche la spiaggia. Bello come altri borghi liguri ma molto più costoso. Piuttosto, molto bello il trekking Camogli-San Fruttuoso o la passeggiata al faro.

#3 Courma


Inflazionatissimo, non c’è un collegamento diretto con Milano, sempre intasata dal traffico. Come riserva Cervinia con piste superfacili, passi la giornata a salire sulle piste, un macello di gente quando a quote più basse non c’è abbastanza neve.

#2 Domodossola


Perché ha bocciato il referendum di annessione alla Lombardia. Buono solo per il gioco nome cose città.

#1 Torino


Perché #1 se devo andare a vedere le cose egizie vado in Egitto che c’è anche il mare. #2 per il drappo che loro sventolano millantandolo come sacro. #3 è la brutta copia delle città francesi.

Continua la lettura con: 10 posti fuori Milano poco conosciuti ma perfetti per una gita

MILANO CITTA’ STATO

(Con il contributo decisivo di Andrea Urbano)

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I RISTORANTI di CLASSE a Milano

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Credits bissitrix IG - Il Marchesino

Per una serata sofisticata: alcune delle location imperdibili a Milano.

I RISTORANTI di CLASSE a Milano

# Acanto al Principe di Savoia

Credits principesavoia IG – Ristorante Acanto

Il ristorante dell’Hotel Principe di Savoia, in piazza Repubblica, con lo chef Alessandro Buffolino. La migliore tradizione italiana e scenografiche presentazioni dei piatti, questi i due tratti distintivi. L’ambiente e gli arredi sono âgée, l’atmosfera è di pura raffinatezza.

Indirizzo: piazza della Repubblica, 17

# Cracco in Galleria

Ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emaunele

Il Ristorante Cracco occupa cinque piani in Galleria Vittorio Emanuele II. Gli interni sono stati realizzati mantenendo intatto lo stile raffinato e l’architettura elegante tipica del “Salotto di Milano”, con sedute in velluto verde, abat jour, specchi e decorazioni alle pareti e sul soffitto. Tra i più quotati in città e in Italia, una stella Michelin, propone una cucina innovativa e sperimentale ma guidata dalla tradizione. Ha fatto molto discutere la rivisitazione “stellata” della pizza napoletana. 

Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II

# Antico Ristorante Boeucc Milano dal 1696

Credits marta_ottolini IG – Boeucc

L’Antico Ristorante Boeucc, con oltre 300 anni di storia, è il vero ristorante tipico Milanese. Qui si mangia in un’atmosfera unica di fine Ottocento, con Tovaglie in lino, posate d’argento, bicchieri in cristallo e un servizio impeccabile, uniti ad una cucina raffinata.

Indirizzo: piazza Belgioioso, 2

# Il Foyer al Teatro alla Scala

Credits bissitrix IG – Il Marchesino

Il FOYER è il ristorante del compianto Gualtiero Marchesi proprio all’interno dell’edificio del Teatro alla Scala. Ogni dettaglio trasuda classe ed eleganza, dai piatti di una cucina stellare alle poltroncine rigorosamente di colore rosso Scala

Indirizzo: largo Antonio Ghiringhelli, 1, via Filodrammatici, 2

# Il Luogo di Aimo e Nadia

Il Luogo di Aimo e Nadia

E’ la storia di una grande amore, nato addirittura nell’infanzia, da Aimo e Nadia che nel 1962 hanno aperto in una zona defilata un ristorante leggendario. L’ambiente è caratterizzato dal predominante colore bianco e dai colori vivaci delle opere d’arte alle pareti e sulle sedute. La forza del locale sono le materie prime proposte in modo non tradizionale. Alla guida nella cucina del ristorante stellato ci sono oggi gli Chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani. Considerato in molte classifica il ristorante dove si mangia meglio a Milano. 

Indirizzo: via Privata Raimondo Montecuccoli, 6 

# Savini

Credits mariannaiandolo IG – Savini

Il Ristorante Savini in Galleria Vittorio Emanuele II è una vera istituzione a Milano. Aperto dagli inizi del ‘900 ha visto seduti ai suoi tavoli alcuni dei più grandi intellettuali e artisti della storia italiana e non solo, Giuseppe Verdi, Marinetti, Maria Callas e Frank Sinatra solo per citarne alcuni. Ancora oggi conserva quel fascino austero grazie ai suoi lampadari di cristallo e al suo arredamento raffinato.

Indirizzo: via Ugo Foscolo, 5

# Armani Ristorante

Credits matti_su IG – Armani Ristorante

Armani Ristorante, al settimo piano di Armani Hotel Milano, segue lo stilo sobrio ed elegante della maison di Re Giorgio per accogliere i clienti in un ambiente di lusso non ostentato. Caratterizzato da ampie vetrate e un pavimento a scacchi, propone una cucina gourmet con viste panoramiche dal Duomo ai grattacieli di Porta Nuova.

Indirizzo: via Alessandro Manzoni, 31

# Don Lisander

Credits: @donlisandermilano – Don lisander milano

Il ristorante intitolato allo storico soprannome di Alessandro Manzoni è un punto fermo a Milano dal 1947. Posizione centralissima, a due passi da dalla Scala e da palazzo Marino, mette a disposizione uno spazio interno raffinato, la sala principale è stata ricavata dall’originaria cappella di Palazzo Trivulzio, e un giardino che consente di avere 140 posti a sedere. Propone una selezione di piatti della ricca tradizione milanese, su tutti il leggendario risotto. 

Indirizzo: via Alessandro Manzoni, 12/A

# Mi View

Credits: Andrea Cherchi - Vista da Miview Restaurant
Credits: Andrea Cherchi – Vista da Miview Restaurant

Il ristorante MiView, al 20esimo piano del World Join Center, è oggi il più alto e panoramico di Milano. Qui si può degustare un pranzo o una cena a cinque stelle in un ambiente elegante e di classe, con toni dell’arredamento che vanno dal grigio al nero, mentre si appagano gli occhi con una vista che spazia dai tre grattacieli di Citylife al Duomo in lontananza.

Indirizzo: via Achille Papa, 30

# Da Giacomo

Credits milanosecrets IG – Ristorante Da Giacomo

Il Ristorante da Giacomo, in zona Ventidue Marzo, ricorda le trattorie milanesi del primo Novecento. Specializzato in piatti di pesce, accoglie gli ospiti in una cornice suggestiva, elegante, sofisticata, d’altri tempi data da boiserie, stucchi, archi e, a terra, un pavimento di graniglia a disegno.

Indirizzo: Via Pasquale Sottocorno, 6

Continua la lettura: I RISTORANTI più CURIOSI da sperimentare a Milano

FABIO MARCOMIN

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Il COWORKING GRATIS nel Quadrilatero della Moda

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Credits saramilletti iG - Coworking

Non è il solito bar, bistrot o locale che mette a disposizioni tavolini dopo poter lavorare o studiare spesso previa consumazione. Si tratta di un vero coworking con tutte le comodità del caso. Dove si trova e come funziona.

Il COWORKING GRATIS nel Quadrilatero della Moda

# Il coworking gratuito nel Quadrilatero della Moda

Credits eaclub7 IG – Spazio Lenovo

In questo spazio non si paga una tariffa oraria o l’entrata giornaliera. Non si è obbligati nemmeno a consumare perché non è un bistrot o un bar che mette a disposizione tavolini per lavorare o studiare in cambio di una colazione, una spremuta o un pranzo. Si tratta di un vero e proprio coworking con i servizi basilari.

Stiamo parlando di Spazio Lenovo con affaccio sul Quadrilatero della Moda, in corso Matteotti, inaugurato a settembre 2020. Si sviluppa su due livelli: al piano strada c’è uno spazio di rappresentanza per presentare dei prodotti e delle novità, mentre al primo piano sono ospitati spazi commerciali con anche uno spazio B2B, un’area auditorium e un bistrot.

# Come funziona

Credits saramilletti iG – Coworking

Le postazioni disponibili nell’area coworking sono limitate, per questo è richiesta una prenotazione telefonica con un anticipo di almeno 36 ore sul giorno in cui si prevede di usufruire del servizio. Gli orari per accedervi sono i seguenti: da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.30. Per ogni informazione qui il sito: Spazio Lenovo.

Credits spazio_lenovo_bistrot IG – Bistrot

Si può usufruire di prese per la ricarica di smartphone e pc della connessione wifi ad alta velocità. Per chi vuole stuzzicare qualcosa di salato o dolce, fare un bunch o prendere da bere è possibile servirsi del bistrot al piano.

 

Indirizzo: Corso Matteotti 10

Continua la lettura: 5+1 luoghi dove STUDIARE GRATIS in giro per Milano

FABIO MARCOMIN

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I MEME più DIVERTENTI sull’EURO-DERBY di CHAMPIONS

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Credits calciatoribrutti FB - Lo scontro finale

Dopo 20 anni Inter e Milan si sfidano in una semifinale di Champions. Andata il 10 maggio e ritorno il 16 maggio. Torna il grande incubo: perdere la semifinale con i cugini. 

I MEME più DIVERTENTI sull’EURO-DERBY di CHAMPIONS

# Tipo la Rivoluzione Francese

@gliautogol IG

# Guerra civile a Milano Città Stato

Credits calciatoribrutti FB – Lo scontro finale

# Un’attesa tranquilla

@gliautogol IG

# Eccitati come ricci

Credits gliautogol – L’estasi

# I due colossi mondiali e le due squadre neppure in zona champions nel campionato italiano

Credits mimmomodem – Le 4 semifinaliste

# Traumi irrisolti

Credits calciomercato.it – Milan-Inter-meme

# Almeno la maglia è la stessa

Credits ilcollegiodementi FB – Quando l’Inter era un’altra cosa

# Quando si vinceva anche pareggiando

Credits pastoriziafootball club FB – La regola del gol fuori casa

# Corsi e ricorsi della storia

Credits Footballnerd low quality meme IG – Milan Instanbul

# Quando il gioco si fa duro

@gliautogol IG

# Pausa campionato

Credits pastoriziafootball club FB – Il ritorno del campionato

Continua la lettura: Attenti a quei due: i più divertenti MEME delle ELEZIONI

FABIO MARCOMIN

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L’AUTOSTRADA per BICICLETTE più lunga d’Italia diventa un’ “OPERA d’ARTE”

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credits: tourismpeschiera.it

Un tratto di percorso ciclopedonale riqualificato con un accorgimento estetico che lo rende ancor più bello da percorrere. Un’idea da replicare a Milano?

L’AUTOSTRADA per BICICLETTE più lunga d’Italia diventa un’ “OPERA d’ARTE”

# La fortezza patrimonio UNESCO

credit: gardasouthcycling.com

Peschiera del Garda si trova nella parte più a sud del Lago di Garda, in corrispondenza dell’uscita dell’emissario Mincio, al confine tra Lombardia e Veneto. Chi ama la natura si trova decisamente a proprio agio, perché Peschiera offre diverse passeggiate nei bellissimi percorsi lungolago alberati oppure panoramiche in mezzo al verde dei Bastioni della città, che hanno permesso alla fortezza di Peschiera di entrare a far parte del patrimonio dell’umanità UNESCO.

Il fiume Mincio nasce qui e, lungo il proprio corso, attraversa le bellissime colline moreniche del Garda, famose per i loro vini, fino a Valeggio sul Mincio, poi nella Pianura Padana attraversando la città di Mantova prima di tuffarsi nel fiume Po.

# L’autostrada verde più lunga d’Italia

Bastioni di Peschiera

Proprio lungo il corso del Mincio, tra Peschiera e Mantova, è stata realizzata una delle piste ciclabili più belle d’Italia, immersa del verde della pianura padana, di fianco alle acque del fiume Mincio, il suo parco naturale e bellissimi borghi medievali che attraversa.

La vocazione della zona per la natura non si esaurisce fuori dai centri abitati, ma viene confermata anche dai vari chilometri di via ciclopedonali che percorrono le zone più belle di Peschiera, tanto da rappresentare una delle risorse più preziose.

# La ciclopedonale di Van Gogh

credits: tourismpeschiera.it

In particolare, l’amministrazione di Peschiera ha deciso di sperimentare una nuova soluzione in occasione della riqualificazione del tratto della Passeggiata Montagni.

Infatti è stata dotata di un nuovo manto stradale che riflette la luce nella notte illuminandosi con una moltitudine di cristalli blu guidandoci lungo la passeggiata richiamando, in qualche modo, lo stile dei quadri di Van Gogh.

Fonte: TourismPeschiera

Continua la lettura con: La ciclabile del Garda

ALESSANDRO VIDALI

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150 EURO al MARE: 3 LOCALITÀ SUPER CHIC ma ECONOMICHE e FACILI da raggiungere da Milano

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Scultura Le Nomade Presso Il Bastione San Jaume - Antibes Ph. kmarius

A pochi chilometri oltre il confine italiano tre mete rinomate dove trascorrere l’estate senza spendere una follia. Tre località a pochi minuti di treno una dall’altra. 

150 EURO al MARE: 3 LOCALITÀ SUPER CHIC ma ECONOMICHE e FACILI da raggiungere da Milano

# Mentone e il tesoro del giardino dell’Eden

Credits yanikmo IG – Menton

Partiamo dalla “Perla della Francia”, a poco più di tre ore d’auto da Milano subito dopo il confine con Ventimiglia: Mentone. Affacciata direttamente sul mare, con un clima mite e un caratteristico centro storico, la “Città Vecchia”, con un labirinto di strade strette, piazze pittoresche e case coloratissime, è una tra le località preferite dai milanesi per una vacanza o una gita fuori porta. La città ospita anche splendidi giardini, tra cui il Giardino Botanico Val Rahmeh e il Giardino Serre de la Madone, che offrono una grande varietà di piante esotiche, oltre a a offrire belle spiagge e aree naturali circostanti. Altra attrazione è lo splendido sentiero sul litorale (il Sentiero di Le Corbusier) che conduce da Mentone a Montecarlo.

Sentiero Le Corbusier (Mentone – Montecarlo)

Una curiosità? Mentone è la “capitale” francese dei limoni: la leggenda narra che Eva, cacciata dal Paradiso Terrestre, si sia portata con sé dal giardino dell’Eden un limone che ha poi piantato proprio a Mentone. Nonostante sia all’inizio di una delle zone marine più chic del pianeta, per dormire si possono trovare prezzi tutto sommato abbordabili: per una camera in hotel si paga 140 euro a testa

# Nizza, la capitale della Costa Azzurra

Credits lilikikilai IG – Nizza

Pochi chilometri più avanti c’è la città più grande della Costa Azzurra: Nizza. Ricca di cultura e arte, con musei come il Matisse e il Chagall che ospitano collezioni di opere d’arte di famosi artisti, è conosciuta per le sue grandi spiagge e il suo spettacolare lungomare lungo 7 km, la Promenade des Anglais, tra i più lunghi d’Europa. La parte più pittoresca è la Vecchia Nizza, il centro storico, e non mancano ristoranti e caffè caratteristici. Ha una posizione strategica, l’aeroporto è il secondo della Francia per numero di viaggiatori e con il treno che funge da Metropolitana della Costa Azzurra si può comodamente raggiungere in pochi minuti altre località rinomate, come Montecarlo, Villefranche, Antibes, Juan les Pines e Cannes. Per soggiornare si possono trovare sia gli hotel di lusso che soluzioni più economiche con B&B o case gestite da privati dove spendere circa 150 a notte.

Leggi anche:  Il LUNGOMARE più lungo del mondo

# Antibes, una storia millenaria

Credits juliawilnhammer IG – Antibes

A una ventina di chilometri da Nizza e a circa 350 da Milano e si arriva ad Antibes, che offre sistemazioni ancora più economiche. Scegliendo con cura si possono trovare camere al costo di 110 euro a testa per notte. La storia di questa località risale ai tempi dei Greci, da cui fu fondata nel IV secolo a.C., ed è una delle più ricercate mete estive del Mediterraneo per il relax e il divertimento. Ospita diversi musei, tra cui il Museo Picasso all’interno del Castello Grimaldi, un centro storico ricco di boutique, ristoranti e caffè e delle splendide spiagge con mare cristallino immerse nella macchia mediterranea, tra cui la celebre Plage de la Gravette o gli scogli della Garoupe narrati nei romanzi di Fitzgerald. Da Cap d’Antibes, tra calette e ville maestose, si può godere di panorami spettacolari sul mare e sulla città, le isole di Lérins e la costa del massiccio dell’Esterel. Per i più giovani c’è Juan Les Pins che costituisce l’area di Antibes con la massima concentrazione di locali e spiagge sabbiose. 

Milano-Antibes

Continua la lettura: I paesaggi mozzafiato del litorale della Costa Azzurra

FABIO MARCOMIN

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EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

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Credits: @Fabu023 Edoardo Ferravilla

La madre (Maria Luigia Ferravilla) era una cantante portoghese e gli diede il cognome. Il padre (Filippo Villani) era uno dei maggiori esponenti della Scapigliatura milanese, quella nata da Carlo Righetti (detto Cletto Arrighi) l’intellettuale meneghino che attirerà a se gli altri tre lombardi Praga, Dossi e Conconi. Parliamo di Edoardo Ferravilla, figlio illegittimo di Maria Luigia e Filippo, diventato uno degli attori più importanti nell’ambito del teatro dialettale milanese, esponente principale della scena locale, tra l”800 e il ‘900.

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

# Scoperto da Cletto Arrighi

Credits: it.wikiquote.org
Edoardo Ferravilla

Nacque a Milano, il 18 ottobre 1846, dalla relazione tra il Villani e la Ferravilla. A pochi mesi dalla nascita la madre muore, il padre nel frattempo si era sposato con una ballerina e non vi erano le condizioni per un avvicinamento col parente, così è affidato ad un tutore, Giacomo Viglezzi, che da figura “fredda” e “burocratica”, diventerà per il piccolo Ferravilla un riferimento prezioso, sotto il profilo assistenziale e affettivo. In casa Viglezzi, Edoardo impara la musica e la passione per il teatro, svago gradito dalla famiglia adottiva. Però gli studi sono quelli da ragioniere, come Giacomo, che sfoceranno solo per un breve periodo in un lavoro dietro la scrivania. Edoardo Ferravilla, ancora giovane, è “scoperto” proprio dal già citato Cletto Arrighi, che nel frattempo aveva scritto operette comiche teatrali in dialetto milanese. Arrighi lo instrada nel mondo della recitazione. In più Giacomo Viglezzi è amministratore del Teatro dell’Accademia dei Filodrammatici, nella Chiesa sconsacrata dei SS Cosma e Damiano. Quindi ecco che il cerchio dell’arte si chiude e ne esce un Ferravilla attore fatto e finito, anche grazie alla scuola di recitazione frequentata proprio nella nostra città.

# Il suo esordio al Teatro Milanese in Corso Vittorio Emanuele

Credits: ildogville.it
personaggio Edoardo Ferravilla

Quando Giacomo Viglezzi muore, Edoardo Ferravilla lavora come ragioniere nell’ufficio del fratellastro Enrico (figlio di Giacomo). Come attore è scritturato da Cletto Arrighi, che gli offre un lavoro compatibile (come orario) con quello da ragioniere. A 24 anni recita per la Compagnia di Arrighi, al Teatro Milanese, situato nell’attuale Corso Vittorio Emanuele 15; il locale è dedicato alla commedia dialettale meneghina ed Edoardo Ferravilla non tarda a dimostrare le proprie attitudini sul palco: esordisce in “Barchett de Boffalora” (è il 1870), poi passa all’opera “Ona notizia falsa”, di Giovanni Duroni e in “Teresa”. Il lavoro teatrale aumenta e Ferravilla decide di lasciare l’attività di ragioniere per dedicarsi solo alla recitazione.

Nel 1872 lo troviamo nella commedia di Righetti “Nodar e perucchee”, dove deve interpretare un ruolo non di primo piano, ma grazie alla forte caratterizzazione che Ferravilla offre al proprio personaggio, riesce a mettersi in evidenza: così il nostro artista si scopre non solo attore capace, ma uomo di teatro abile a creare nuovi personaggi, preziosi per la recitazione dialettale milanese.

# Dal Tecoppa al Massinelli, i suoi personaggi più celebri

Credits: @chiediscena.pironti
Edoardo Scarpette, Emilio Zago ed Edoardo Ferravilla

A causa di una crisi del Teatro Milanese, si crea una nuova società teatrale gestita dallo stesso Ferravilla insieme a Gaetano Sbodio ed Edoardo Giraud, dove il primo diventa direttore.

La compagnia ha successo non solo a Milano, è apprezzata anche a livello nazionale e “smussa” il dialetto milanese rendendolo più compressibile. Ferravilla si esibisce con personaggi che diventano simboli di una milanesità ormai dimenticata: comeel Tecoppa“, personaggio senza arte ne parte, dedito al consumo di alcol, che tende a fregare il prossimo in modo goffo e impacciato. Tecoppa nasce dalla rappresentazione che Ferravilla vide durante uno spettacolo amatoriale, dove un attore dilettante interpretava un signore che aveva come intercalare “Dio te coppa”, “Dio t’ammazzi”, esclamazione che viene sintetizata in “Tecoppa”. Tecoppa è un nullafacente, mantenuto dalla moglie, che si lamenta sempre addossando a colpe altrui  le proprie sfortune.

Poi c’è un altro personaggio, Massinelli, studente pluriripetente, l’anziano “Barbogio” e “Maester pastizza”, cattivo musicista che si vanta di essere stato copiato da artisti famosi. E questi citati sono solo alcuni.

# L’addio alle scene

Credits: lombardiabeniculturali.it
El Tecoppa

Nel 1905 Ferravilla da l’addio alle scene, morirà dieci anni dopo, nel 1915, a Milano. Piero Mazzarella, attore vercellese ma milanese d’adozione (mancato nel 2013 all’età di 85 anni), è considerato il successore naturale di Ferravilla, anche perché la madre di Piero, Sara Masera, fu un’attrice della compagnia di giro di Ferravilla.

Continua la lettura con: ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

FABIO BUFFA

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La nuova PIAZZA CASTELLO in TOTAL WHITE: il restyling alle FASI FINALI

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Da luglio 2021 è partito il restyling di Piazza Castello e via Beltrami. Il progetto, frutto di un concorso indetto e vinto nel 2017, si sta avvicinando alla conclusione.  Vediamo il progetto nel dettaglio e quando sarà pronta la nuova piazza.

La nuova PIAZZA CASTELLO in TOTAL WHITE: il restyling alle FASI FINALI

# Un progetto da 5,2 milioni di euro

Credits: Urbanfile – Progetto di restyling Cairoli/Piazza Castello

Per il progetto complessivo sono stati stanziati 9,9 milioni di euro. La metà pari a 5,2 milioni sono stati destinati al primo lotto di piazza Castello e via Beltrami, i restanti al secondo lotto relativo a largo Cairoli i cui lavori però non sono ancora stati programmati. Nel dettaglio per la parte di Piazza Castello sono stati previsti: 184 i nuovi alberi, di cui 167 aceri, che creano un triplice filare alberato e una sorte di cornice intorno agli attraversamenti, cordoli in marmo e nuove aiuole. A questo si aggiunge la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con l’asfalto che lascia il posto al calcestre.

I lavori in via Beltrami, invece, hanno previsto il rifacimento della pavimentazione. Si è optato per il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia. Oltre ad una valorizzazione degli attraversamenti pedonali e dell’aumento del verde intorno al Castello, il progetto prevede un miglioramento dell’illuminazione pubblica. L’area è diventata completamente pedonale.

Leggi anche: Effetto “total white”: riaperta PIAZZA CASTELLO

# L’effetto Total White: il punto sui cantieri 

Credits Urbanfile – Via Beltrami

I cantieri si sono aperti il 7 luglio 2021. La durata complessiva dei lavori è stata fissata in 500 giorni, ma a causa di alcuni ritardi dovuti anche alla pandemia dovrebbero concludersi tra l’autunno e la fine del 2023.

Credits Urbanfile – Calcestre piazza Castello

L’intervento è stato realizzato in fasi diverse per limitare l’impatto sulla vivibilità dell’area. Prima è toccata all’area di via Lanza e l’area di via Beltrami, dove i lavori sono già stati completati. Sul lato di via Lanza e Quintino Sella è stato steso e pressato il calcestre e la sistemazione è di fatto conclusa con l’area aperta al pubblico passaggio.

Credits Urbanfile – Filari di alberi piazza Castello

Anche gli alberi sono già stati piantumati e inizia già a vedersi l’aspetto definitivo della nuova piazza.

Credits emanuele_genuizzi IG – Piazza Castello Milano

Ora sono in corso i lavori sul lato del Castello Sforzesco, dove si sta demolendo la zona attorno alla fontana e all’ingresso del Castello, e verso piazzale Cadorna. All’incrocio con via Ricasoli sono stati sistemati gli scivoli e i nuovi cordoli, con i piloni antisfondamento, i nuovi “milomat”.

# I resti dei bastioni ricoperti su decisione della Sovrintendenza 

In via Quintino Sella verso Lanza erano stati rinvenuti i resti dei bastioni del Cinquecento e Seicento realizzati a scopo difensivo quando il castello divenne una caserma e fortezza durante le denominazioni spagnole. La decisione della Sovrintendenza alle Belle Arti è stata quella di non spostarli per esporli in qualche area museale ma di lasciarli e ricoprirli di terreno

Per evitare che le radici scavassero fino a rovinare le antiche mura e al contempo mantenere il disegno del progetto, si è scelto di posizionare degli arbusti di dimensione più piccola ma nessuno potrà ammirare una testimonianza del passato della città. 

Fonti e foto: Urbanfile

Continua la lettura: 7 AREE a Milano da RIQUALIFICARE alla GRANDE

FABIO MARCOMIN

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MILANO, 2003: come eravamo ai tempi dell’ultimo euroderby di semifinale di CHAMPIONS

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L’installazione Short Cut, opera di Michael Elmgreen e Ingar Dragset. Sono i simboli, secondo i due artisti scandinavi, dell’evasione e della vacanza intesa soprattutto come crescita intellettuale e culturale

Diciamoci la verità. Sembra un miracolo. A inizio stagione nessuno ci avrebbe scommesso un ducato. Non solo: in campionato entrambe le squadre rischiano di non entrare neppure in zona Champions, surclassate perfino dalle due romane. E invece, come spesso accade, Milano può trovarsi in difficoltà nelle ragnatele italiche ma quando si parla di passare la frontiera è capace di dare il meglio di sè: Capitale mondiale nella lirica, con la Moda, il Design e il Fuorisalone, e non è da meno nel calcio. Anche perché Milano non è solo la città che ha ospitato più volte derby in Champions ma è anche l’unica città del mondo ad aver vinto la Champions (e l’Intercontinentale) con due squadre diverse. Grazie alle vittore su Napoli e Benfica le sue due squadre si ritrovano a giocarsi la finale di Champions a San Siro. A distanza di 20 anni esatti dall’ultima volta. Ma come andò a finire e, soprattutto, com’era la Milano di quei tempi? 

MILANO, 2003: come eravamo ai tempi dell’ultimo euroderby di semifinale di CHAMPIONS

2003. Tutta un’altra storia. A Milano e nel calcio. Sembra una vita fa. Se torniamo a quei tempi, Milano è una città completamente diversa. Non solo: anche nel calcio. La semifinale di Champions tra le due milanesi sembra qualcosa di ineluttabile, perchè da vent’anni il calcio italiano domina, trainato in particolare dalle due milanesi. Sono anni che tendenzialmente il Milan spadroneggia in Europa mentre l’Inter ha la meglio in Italia soprattutto nella seconda metà del decennio. 

Ma partiamo dal tema del giorno: cosa accadde nel derby di Champions?

# La semifinale del 2003: con le regole di oggi il finale non sarebbe lo stesso

Sono cambiate anche le regole. A quei tempi, a parità di gol tra andata e ritorno valeva la regola che pesassero di più i gol fatti fuori casa. E nel caso della semifinale di allora fu un paradosso: le due squadre si trovarono a giocare due volte nello stesso stadio e pareggiarono entrambe le partite. Ma a spuntarla fu il Milan. Proprio per quella regola ancora più strana per due concittadine. Erano nello stesso stadio ma ufficialmente si alternarono in casa. All’andata, in casa del Milan finì zero a zero. Al ritorno in “casa” dell’Inter terminò 1 a 1 con il gol dei milanisti che venne valutato doppio perché “fuori casa”. Un gol pesante e di buon auspicio. Sì, perché in finale il Milan si trovò la Juventus che venne sconfitta solo ai calci di rigori al termine di una delle finali più noiose degli ultimi trent’anni. 

# Un orizzonte totalmente diverso

La prima grande differenza rispetto ad allora è proprio in quello che attende la vincitrice della super stracittadina. Invece della Juventus specialista in finali perdute ci sarà una squadra di ben altra caratura. Nell’altra semifinale infatti si scontrano i due colossi d’Europa, Real Madrid e Manchester City, con i loro budget miliardari, sideralmente superiori alle due milanesi. C’è chi dice che per la finale ci sarà bisogno del pallottoliere. Forse non sarà così ma è certo che la vincente del derby avrà il ruolo di Davide contro Golia.

# Il terrore dei tifosi

La grande somiglianza invece è nel terrore delle due tifoserie. La paura di perdere in semifinale, vedendo così sfumare il più grande sogno per un tifoso di club, ha in questa caso un’aggravante. Si tratterebbe non solo di perdere ma di veder vincere i cugini, ossia il collega, l’amico, il vicino di casa, il parente che festeggeranno proprio nel momento in cui lo sconfitto starà provando il più grande dolore. E non si tratta del solito derby che potrà essere rimpiazzato dal risultato del derby successivo, a distanza di pochi mesi. Qui rischia di pesare come un macigno in una memoria eterna. Anche perché rispetto a vent’anni fa ben pochi scommetterebbero su una nuova semifinale di Champions tra le due milanesi per gli anni prossimi a venire. 

# Da campioni affermati a grandi promesse

Non solo i giocatori. Sulla panchina del Milan siede Carletto Ancelotti che oggi invece sta seduto molto più al caldo, sulla panchina del Real Madrid. Dall’altra c’è Hector Cuper ai tempi stella nascente del calcio internazionale che assisterà proprio al suo tramonto in casa nerazzurra. Ma torniamo ai giocatori: nel Milan ci sono i futuri campioni del mondo Nesta, Gattuso, Pirlo e Inzaghi, insieme al Pallone d’Oro Schevchenko e gli assi Seedorf e Rui Costa. Il meglio a livello mondiale. Forse in prospettiva solo Maignan e Rafael Leao potrebbero seguire le stesse orme di successo. Principale punto di contatto in questi vent’anni è Paolo Maldini: ai tempi in campo, con la fascia di capitano, adesso dirigente dei rossoneri. Dal lato Inter ci sono Zanetti, Materazzi, Hernan Crespo e Recoba. Forse sulla carta più deboli dei rivali anche perchè non siamo ancora agli anni del dominio in Italia che portarono al triplete di Mourinho. Zero somiglianze anche dal lato della proprietà. Nel 2003 Milan e Inter sono milanesi al 100% nelle mani di Berlusconi e di Moratti. Ora non sono più neppure europee. 

Tornando alla partita, come anticipato, dopo lo 0-0 dell’andata, al Milan bastò un pareggio 1-1 (gol di Shevchenko e Martins) per andare in finale – poi vinta – contro la Juventus. Decisiva la parata all’ultimo respiro di Abbiati su Kallon, un ricordo indelebile per i tifosi di allora. Ma se ripensiamo al 2003, com’era la Milano di allora?

# Milano, anno 2003: niente Skyline

varesine e torre breda
varesine e torre breda

I telefonini si usano ancora solo per chiacchierare o mandare sms. Non si sono i Social. I sogni di gloria di Internet sembrano raffreddati a causa dello scoppio della bolla in Borsa. Ma se si tornasse a quegli anni la cosa che salterebbe più all’occhio sarebbe un’altra: lo skyline. 

Invece dei grattacieli e della city ci sono ancora i resti di un Luna Park in quella che è la parte più degradata tra le aree centrali di Milano. Dove oggi ci sono i grattacieli di City Life c’erano ancora gli edifici della ex Fiera che solo qualche anno dopo sarebbe stata trasferita a Rho. Nessun Bosco Verticale, nessun grattacielo, anche se qualcosa si muove. E non è poco. 

# La città che sogna

Un quartiere industriale e periferico com’era il quartiere Pirelli-Bicocca aveva appena inaugurato la sua università, la Bicocca apre infatti solo due anni prima l’inizio del nuovo millennio, ma non si accontenta dell’università e inaugura altri due luoghi culturali. Il 19 gennaio 2002, infatti, dato che il teatro alla Scala era chiuso per ristrutturazione, apre in zona Bicocca il teatro Arcimboldi. E nel 2004 inizia a essere costruito anche l’Hangar, un nuovo spazio espositivo d’arte contemporanea.

Viene inaugurata anche la statua ago e filo in piazza Cadorna. Sono gli anni dove una nuova Milano sta nascendo. E anche se i grattacieli non si vedono guardando verso il cielo, le loro sagome sono state delineate già sui fogli di carta dei progetti.

Il 2003 è una Milano che sogna. Non solo la finale ma anche di affermarsi come nuova capitale d’Europa. C’è infatti chi inizia a pensare di candidare la città per la Grande Esposizione Universale. Una città che sente di essere grande, tra le più ricche e vitali d’Europa, e che è pronta a mettere in campo le sue due squadre confidando che la vincente sarà pronta a sedersi sul tetto d’Europa. Come la sua città. 

Continua la lettura con: Le foto della Milano degli anni Ottanta

ANDREA ZOPPOLATO

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