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Voglia di un TUFFO in PISCINA? Il CALENDARIO delle APERTURE a Milano

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Credts: IG @milanosport_official

Non sarà ufficiale, ma ormai si può dire: l’estate è iniziata anche a Milano. Si sa, non è una stagione easy per gli abitanti della City, ma per fortuna i milanesi si sono dati da fare e, per combattere il caldo, hanno fatto spuntare piscine all’aperto in ogni angolo. E quando l’afa si fa sentire, cosa c’è di più rigenerante di una bella nuotata e sorseggiare un drink ghiacciato a bordo piscina?

Per agevolare la scelta, ecco il calendario delle aperture delle piscine esterne a Milano.

Voglia di un TUFFO in PISCINA? Il CALENDARIO delle APERTURE a Milano

# Questione di sopravvivenza: piscine aperte quando e dove

@johnatan_kinoo su IG

É il destino dei grandi centri urbani, come Milano, che distano chilometri dal mare o dai laghi, attrezzarsi per riuscire a sopravvivere alle calde giornate estive. Si può dire che in questo la City abbia fatto un ottimo lavoro. Di strutture, centri sportivi, piscine e acqua park per il benessere e lo svago dei suoi cittadini se ne trovano in ogni zona.

Insomma, l’estate in città non dovrebbe essere così drammatica, soprattutto se si conoscono i giorni di apertura e gli orari in cui andare, ecco un piccolo aiuto.

# Argelati: 2 giugno

 IG @milanosport_official

Il centro balneare Argelati, situato nel cuore dei Navigli giusto alle spalle della storia Porta Genova, venne costruito nel 1962. La particolarità della struttura è offerta dalla suggestiva collocazione delle vasche scoperte. Le piscine sono poste infatti su due differenti livelli, tra alberi, aiuole e lembi di prato ed insieme all’ampio solarium, di circa 500 metri quadri, offre una vera e propria oasi di refrigerio in centro città.

Il centro sarà aperto dal 2 giugno fino al 4 settembre tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 tranne il lunedì.

# Centro balneare Romano: 2 giugno (con bagno al tramonto)

Credts: IG @milanosport_official

Anche il centro balneare Romano apre la sua piscina esterna di ben 4000 metri il 2 giugno. Siamo in via Ampère 20, in zona Piola, qui è dove questo enorme centro venne costruito nel 1929, rispecchiando lo stile architettonico dell’epoca. Progettata dall’architetto Luigi Secchi, è dedicata a Guido Romano, noto ginnasta italiano. All’interno del centro balneare si può infatti vedere la lapide dedicatagli dal Comune di Milano e dalla famiglia.

Per quanto riguarda l’orario di apertura è dalle 10.00 alle 19.00 con un giorno a settimana di chiusura, il mercoledì.

Ma questa piscina non ha finito di stupirci. Se fosse possibile nuotare anche al tramonto? Dall’11 giugno al 31 luglio, dal lunedì al venerdì, tornerà anche #Sunsetpool in Romano, con chiusura posticipata alle 21 per un bagno al tramonto in questa cornice storica.

# Centri balneari Cardellino: 11 giugno

IG @milanosport_official

L’11 giugno è il giorno d’apertura delle vasche scoperte dei centri Cardellino. Questa piscina si trova all’interno del popoloso quartiere del Lorenteggio, all’interno di uno spazio ricco di verde e dotato di un comodo parcheggio. Qui vengono organizzati corsi di Nuoto, Acquafitness, Fitness e Wellness nelle due vasche disponibili. Una all’aperto di 50 metri dotata di palestra, solarium e l’altra vasca interna di 25 metri.

Il Cardellino è anche il posto ideale anche per organizzare feste di compleanno anche per i più piccoli. Sarà aperto fino al 28 agosto tutti i giorni tranne il martedì. Dalle 10.00 alle 19.00

# Piscina San’Abbondio: 11 giugno 

IG @milanosport_official

Nella stessa giornata si aprono le danze anche per la piscina San’Abbondio. Costruito nel 1976, questo impianto è stato recentemente ristrutturato e le opere di rifacimento di palestra, piscine e servizi hanno completamente cancellato i segni della sua trentennale attività al servizio della Zona 5. 

La piscina di Sant’Abbondio si trova vicino Via dei Missaglia ed è stata costruita alla fine degli anni settanta e ristrutturata nel 2004. Il complesso occupa in totale 1500 metri quadrati ed è formato da due vasche, una interna ed una esterna di 50×21, ed un grande solarium giardino per prendere il sole o per trascorrere un momento in relax. Questo centro è perfetto per andarci in compagnia e sfruttare la palestra, i campi da beach volley e da calcetto per sfidare i propri amici. 

Anche qui l’orario di apertura è dalle 10.00 alle 19.00 con il giovedì come giorno di chiusura 

# Centro sportivo Saini: 11 giugno

IG @lucio.cacciamo.mi

Situato all’estremità del grande parco Forlanini, il Saini è una vera e propria oasi dello sport, grande quasi come 22 campi da calcio messi insieme. Tra i tanti Centri Sportivi di Milanosport, il più ricco e completo quanto ad attrezzature, tanto da essere utilizzato da molte Società dilettantistiche. Vista l’estensione di 160 mila metri quadri il Centro può ospitare ogni genere di attività: dall’atletica al nuoto, dal fitness al tennis, dal calcio al rugby, dal baseball al rollerblade. 

Il centro sarà aperto fino al 31 luglio, tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10.. alle 19.00 e con un orario esteso fino alle 21 il martedì, mercoledì e giovedì. 

# Milanosport: al centro dell’estate milanese

IG @milanosport_official

Insomma, sono due le date da tenere bene a mente per godersi l’inizio dell’estate in piscina, ma non è finita qui.

Come abbiamo visto, oltre alle piscine, gli impianti forniscono anche molte altre attività e al centro dell’estate milanese c’è Milanosport. La società comunale che gestisce gli impianti, non riguarda solo le piscine, ma anche il tennis nei centri Lido, Washington e Saini, tennis e padel al Cambini Fossati ed una proposta di corsi estivi nelle piscine indoor, che metteranno a disposizione anche i loro giardini per rilassarsi e prendere il sole.

Continua la Lettura con: Le 7 più BELLE PISCINE all’APERTO di Milano

SARA FERRI

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I 7 PROVERBI milanesi sull’AMORE

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Si sa che il milanese della vecchia guardia, sobrio e un po’ disincantato, ci vedeva lungo anche nelle questioni amorose. Ecco dei proverbi che ne catturano l’ironia tipica a volte al limite della cattiveria ma comunque sempre arguti e in grado di strappare un sorriso.

I 7 PROVERBI milanesi sull’AMORE

#7 Purtà acqua cont le oregge

L’innamorato è disposto a fare qualsiasi cosa pur di accontentare l’amato/a, persino…portare l’acqua con le orecchie.

#6 Fa el sposalizi cont i fichi secch

Fare un matrimonio con i fichi secchi” è un proverbio tipico milanese per indicare qualcuno che si sposa nonostante abbia pochi mezzi per la cerimonia.

#5 L’amur, la fiama e la tuss se fan cugnuss.

L’amore, la fiamma e la tosse non si possono nascondere. Come dargli torto?

Credits: péleles.com

#4 Miée che sècca? Marì che pècca!

Moglie brontolona, marito che pecca lasciandosi tentare…dall’amante.

Credits: IG @aphorismario

#3 Amur e gelusia se fan semper cumpagnia.

Amore e gelosia si fanno sempre compagnia.

E non potevano mancare i due affondo finali per disilludere qualsiasi romantico:

#2 I giurament d’amor duren on dì

I giuramenti d’amore quando durano tanto arrivano anche a un giorno.

#1 Cent’an de murùs, gnanca un dé de spus

Stare fidanzati anche cent’anni ma neanche un giorno da sposati. Il milanese vi ha avvertito poi fate voi…

Continua la Lettura con: 10 perle dai DETTI in Milanese che ci parlano di Milano

SILVIA FUSARI IMPERATORI

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La CITTÀ AUTOSUFFICIENTE nel DESERTO: “l’utopia dell’arcologia”

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Il progetto della città autosufficiente di Paolo Soleri, l’architetto italiano da sempre proiettato verso il futuro e verso progetti sostenibili e innovativi, e padre del concetto di “arcologia”, termine che unisce “architettura” con “ecologia”. I suoi progetti sono definiti come architetture utopistiche: prevedevano infatti ambienti capaci di soddisfare tutti i bisogni energetici della comunità (luce, riscaldamento e condizionamento), ponendo come valori di base la coltivazione delle relazioni sociali e la vicinanza della natura.

La CITTÀ AUTOSUFFICIENTE nel DESERTO: “l’utopia dell’arcologia”

# Una vita di comunità ed equilibri sociali

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Trasferitosi in Arizona, USA, negli anni 70 Paolo Soleri ha iniziato il progetto Arcosanti, una città sperimentale situata tra la città di Phoenix e il Grand Canyon, nel bel mezzo del deserto.

Acrosanti è nata nella mente dell’architetto come una città ecosostenibile, autosufficiente e in grado di ospitare 5 mila persone, anche se nel concreto oggi ne ospita un centinaio.  La vita degli abitanti di Acrosanti si basa su due concetti fondamentali: coesione sociale e sostenibilità: ognuno di loro fa qualcosa per il benessere e il funzionamento della comunità.

# Una città di cupole, terrazze e parità

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La città di Acrosanti, a livello architettonico, è comporta per lo più da abitazioni con tetti a cupola, grandi terrazze ed edifici dalle forme non convenzionali, che già a primo impatto fanno intuire allo straniero che non si tratta del classico concetto di città a cui siamo abituati. Le dimensioni e le altezze delle costruzioni sono “a misura d’uomo“: niente grattacieli o divisioni tra zone del centro – più ricche – e periferie – zone più povere.

# La residenza di Soleri che oggi è diventata un sito sperimentale

Il progetto di Acrosanti ha preso forma nella mente di Paolo Soleri nella sua casa a Paradise Valley, Arizona. La sua residenza e studio, chiamata Cosanti (dall’unione di “cosa” e “anti” cioè “contro le cose”, a simboleggiare il suo odio per le macchine e per la tecnologia invadente) è stata tale fino alla sua morte nel 2013. Oggi è aperta al pubblico e utilizzata come scuola-cantiere da tutti coloro che vogliono tentare una vita di comunità ecosostenibile e autosufficiente, in quanto Soleri progettò dormitori e spazi comuni. Le  strutture stesse sono dei collettori di energia passiva, in grado di raccogliere luce e calore in inverno e schermare dal caldo in estate.

Continua a leggere con: L’ex MARCHIONDI si trasforma in casa di STUDENTI e ARTISTI

ALICE COLAPIETRA

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La linea L1 della METRO di NAPOLI: sarà la prima CIRCLE LINE italiana

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Credits coesionenapoli.it - Linea L1 metropolitana

Prosegue la costruzione della linea L1 della metropolitana del capoluogo campano. Quando sarà inaugurata la stazione Capodichino Aeroporto la linea metterà in connessione tra di loro i principali poli della mobilità cittadina: porto, stazione ferroviaria e aeroporto. Poche città al mondo potranno vantare questo primato. Ma non è questo l’unico record che verrà battuto. Scopriamo tutte le caratteristiche di questa linea metropolitana.

La linea L1 della METRO di NAPOLI: sarà la prima CIRCLE LINE italiana

# Avanzano i lavori per la realizzazione della stazione Capodichino Aeroporto

webuildgrup – Rendering Stazione Capodichino

Sulla linea metropolitana L1 di Napoli proseguono i lavori per portare a termine l’intero tracciato. Il cantiere è in fase avanzata nella stazione di Capodichino – Aeroporto. Realizzata da WeBuild, consentirà agli utenti di arrivare all’interno dell’Aeroporto Internazionale del capoluogo campano a bordo di un treno. Quando la fermata sarà inaugurata Napoli sarà una delle prime città al mondo ad avere una linea metropolitana che collega direttamente i tre grandi poli della mobilità cittadina: Porto alla stazione Municipio, Stazione Ferroviaria alla fermata Garibaldi e Aeroporto Capodichino.

Credits webuildgrup – Interno stazione Capodichino

La stazione è stata progettata dall’Architetto Richard Rogers e, nel solco delle altre stazioni dell’arte, sarà caratterizzata da un particolare sistema elicoidale di scale all’interno con una grande copertura rotonda esterna che permetterà alla luce naturale di arrivare dall’alto nel profondo pozzo centrale.

# Sarà la prima metropolitana circolare d’Italia

Credits coesionenapoli.it – Linea L1 metropolitana

Non sarà però questo l’unico primato della metropolitana L1 di Napoli: diventerà anche la prima linea circolare in Italia. Una volta che sarà realizzato l’ultimo tratto da Capodichino Aeroporto a Piscinola Secondigliano, con 4 fermate intermedie, verrà chiuso l’anello che dal mare arriva alle montagne e poi scende di nuovo a valle.

La linea è nota infatti anche come “metropolitana collinare” in quanto serve diverse zone collinari della città, con un percorso complesso e pendenze elevate a causa della complessità morfologica del territorio napoletano. Attualmente sono 19 le stazioni operative, per un lunghezza di 18 km, mentre a conclusione dei lavori raggiungeranno il numero di 27.

Fonte: Napoli da vivere

Continua la lettura con: Nasce il MAM, il MUSEO APERTO della METROPOLITANA. Ma non a MILANO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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🔴 La M2 accelera verso VIMERCATE

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Credits: moovit

Dopo le scintille tra il Sindaco di Milano e quelli della Brianza sul mancato inserimento nel Pnrr del prolungamento della M2, a causa di una progettualità ancora in fase embrionale, l’Assessore ai Traporti Arianna Censi ha organizzato un summit chiarificatore per fare il quadro della situazione. 

La M2 accelera verso VIMERCATE

# “Tutto non si poteva fare. Abbiamo cercato di portare al governo i progetti in fase più avanzata che potevano essere finanziati.”

Credits mianews – Beppe Sala

Il 2 maggio 2022 a margine della presentazione dell’undicesima edizione di ‘Piano Milano City’ il sindaco di Milano aveva commentato in questo modo la protesta dei sindaci dell’est Brianza per la mancata inclusione nel Pnrr del prolungamento della M2 da Cologno verso Vimercate: “Tutto non si poteva fare. Abbiamo cercato di portare al governo i progetti in fase più avanzata che potevano essere finanziati. Non è solo un problema di avere i soldi, ma anche di capacità progettuale. Se devo giudicare rispetto al programma di prolungamento delle metropolitane abbiamo già tantissimo”. Un’uscita che era piaciuta poco ai diretti interessati e che ha generato una risposta piccata e qualche scintilla tra le istituzioni coinvolte.

# Entro giugno verrà consegnato lo studio di fattibilità

Credits: moovit

Nei giorni scorsi un summit chiarificatore a Palazzo Marino tra l’assessore alla Mobilità di Palazzo Marino Arianna Censi e i sindaci di Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate ha permesso di fare il quadro della situazione. Il commento dell’assessore milanese: “Non solo non ci siamo mai fermati, ma contiamo di sollevare i Comuni dai costi di progettazione a loro carico: 2 milioni che speriamo di coprire con l’aiuto del Pirellone“. Lo studio di fattibilità di MM dovrà risolvere alcuni nodi critici come le fermate da individuare e le barriere come il casello della tangenziale.

Il primo cittadino di Agrate Simone Sironi spiega il percorso dei prossimi mesi: “Le soluzioni dovranno rispondere a una logica di costi-benefici senza la quale il Governo non dirà mai il sì definitivo al finanziamento dell’opera. I tempi sono stretti: la fine dello studio è fissata per giugno. Poi potremo passare al tema della copertura finanziaria“.

# Il percorso di estensione di 12 km fino a Vimercate sarà realizzato con una metrotranvia veloce o light rail

Prolungamento M2

Il progetto di prolungamento della linea M2 verso Vimercate è stato riconsiderato diverse volte. La scelta è ricaduta su una Light Rail Project, o metrotranvia veloce, che mantiene le caratteristiche della metropolitana classica ma con un percorso meno intenso di fermate. Il tracciato di circa 12 km dovrebbe partire quindi da Cologno Nord con una nuova linea, facendo una rottura di carico dall’attuale capolinea, e mezzi di dimensioni più ridotte rispetto ai treni della metropolitana, più simili a un tram-treno. Tutti i comuni interessati, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, dovrebbero avere almeno una stazione nel loro territorio.

Leggi anche: La LINEA VERDE avanza. Destinazione: Vimercate

Continua la lettura con: “La M6 sarà l’ULTIMA METROPOLITANA di Milano”

FABIO MARCOMIN

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🔴 “La M6 sarà l’ULTIMA METROPOLITANA di Milano”

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Credits milano.corriere - M6 Milano

In un incontro avvenuto il 30 maggio con il ministro per le Infrastrutture e mobilità sostenibile Enrico Giovannini, il Sindaco di Milano ha richiesto di finalizzare il prima possibile il percorso operativo per finanziare quella che sarà l’ultima metropolitana della città. Vediamo l’ipotesi di tracciato e quando dovrebbe essere realizzata.

“La M6 sarà l’ULTIMA METROPOLITANA di Milano”

# Il sindaco di Milano: “Stiamo ragionando sul percorso perché quella sarà l’ultima metropolitana milanese

Beppe Sala

Il 30 maggio 2022, durante un incontro a Palazzo delle Stelline, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha incontrato il ministro per le Infrastrutture e mobilità sostenibile Enrico Giovannini per fare il punto sui fondi del Pnrr e altre risorse destinate al potenziamento del trasporto pubblico della città. Tra le richieste espresse c’è stata quella di finalizzare il percorso operativo per finanziare la futura linea di metropolitana M6, che secondo il primo cittadino sarà anche l’ultima di Milano: “Stiamo ragionando su percorso perché quella sarà l’ultima metropolitana milanese, stiamo immaginando un percorso che le permetta di unirsi alle altre metro. A questo punto prima di arrivare a un’idea definitiva volevamo confrontarci con il ministro e chiedergli di facilitare i contatti con i suoi uffici in modo tale che presentiamo qualcosa che abbia senso. Serviranno tempi lunghi”.

I lavori per la realizzazione di questa nuova e, a parere del sindaco, ultima linea metropolitana di Milano, non partiranno comunque prima delle Olimpiadi Invernali del 2026. L’orizzonte temporale più plausibile è dopo il 2030 quando dovrebbero essere inaugurate anche tutte le estensioni che sono già state programmate e finanziate.

Leggi anche: Brusca frenata della Metro: STOP all’estensione della ROSSA a BAGGIO?

# L’ipotesi del tracciato della nuova linea metropolitana da Ponte Lambro all’Ospedale San Paolo: 12 stazioni da sud-est a sud-ovest

metromilano – Nuova M6

Tra i 732 milioni di euro di finanziamenti ottenuti da Milano a fine marzo 2022 per lo sviluppo e la progettazione di nuove linee o prolungamenti delle metropolitane ci sono anche 4,5 milioni di euro per lo studio del primo tratto della linea M6. Sebbene il percorso definitivo e le relative fermate siano ancora da individuare, nella richiesta delle risorse l’amministrazione comunale ha ipotizzato un tracciato della nuova metropolitana da sud-est a sud-ovest, con partenza da Ponte Lambro e termine all’Ospedale San Paolo, con circa 12 stazioni e interscambi con M2 a piazza Abbiatergrasso, M3 in piazzale Lodi e passante/circle line. 

La scelta finale sul percorso, come ricordato più volte dall’Assessore ai Trasporti Arianna Censi, vedrà coinvolti anche i cittadini e i rappresentanti istituzionali del Municipio 5, che sarà il territorio che beneficerà maggiormente di questa nuova infrastruttura. Al momento non è previsto un progetto di estensione verso nord della linea, ma non è escluso che in futuro possa venire preso in considerazione il tracciato immaginato durante la giunta Moratti, con prosecuzione lungo l’asse di Corso Sempione fino al quartiere di Certosa.

Leggi anche: M6: cambia il tracciato della METRO ROSA?

Continua la lettura con: M5 RADDOPPIA! Le ultime novità sulle FUTURE ESTENSIONI della LILLA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Che cosa si BEVE a Milano nell’APERITIVO?

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Credits meravigli13 IG - Prosecco

Sondaggio tra i milanesi: “Quando esci per un aperitivo che cosa bevi?“. Questi i risultati.

Che cosa si BEVE a Milano nell’APERITIVO?

#10 Crodino, il più famoso aperitivo analcolico italiano

george_pistalu IG – Crodino

Al decimo il posto il Crodino, il più famoso analcolico italiano. Lanciato sul mercato dalla Società Anonima Terme di Crodo nel 1964 si fonda su una miscela d’ingredienti segreta, tra cui è noto ci siano chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo e noce moscata, lasciati riposare in botti di rovere per sei mesi.

#9 Gin Tonic, il cocktail dissetante per eccellenza

Gin Tonic

Tra i drink preferiti dai milanesi all’aperitivo c’è il Gin Tonic, il cocktail dissetante per eccellenza. La sua ricetta è nata in India nel 1700, al seguito dell’esercito inglese come medicina per combattere la malaria, e si compone di due semplici elementi: gin e acqua tonica in abbinamento a una fetta di limone e due di cetriolo.

#8 Moscow Mule, il cocktail estivo a base di vodka

Moscow mule

Il Moscow Mule è un cocktail a base di vodka, ginger beer e succo di lime. Fu inventato negli anni ’40 del ‘900 inventato da tre uomini di affari a un tavolino del Chatham Hotel di New York mentre studiavano una strategia di marketing per rilanciare alcuni prodotti alcolici della loro azienda.

#7 Cosmopolitan, con vodka e mirtillo rosso

ignitebarandshisha IG – Cosmopolitan

Il Cosmopolitan, nato negli anni ’50 e esploso grazie alla serie tv “Sex and the City”, è tra i più famosi cocktail americani a base di vodka insieme al Moscow Mule. Il colore rosa è dato dal succo di mirtillo rosso, a cui si aggiungono come ingredienti la vodka citron, il triple sec e succo fresco di limone.

#6 Prosecco, il vino da aperitivo per eccellenza

meravigli13 IG – Prosecco

Il Prosecco è il vino frizzante da aperitivo o antipasto per eccellenza a base di uve bianche ed è un prodotto DOC. Viene realizzato nei vitigni di 5 province venete e 4 friulane (Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno, Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine).

#5 Franciacorta, l’alternativa lombarda al Prosecco

luis_franciacorta IG – Franciacorta Milano

L’alternativa lombarda al Prosecco, il Franciacorta, si prende la quinta posizione. Più ricco ed elegante nel gusto rispetto al vino veneto, si caratterizza per note di agrumi e speziate. Viene prodotto in un’area di circa 200 chilometri quadrati che comprende 19 comuni della Provincia di Brescia, affacciati sulle sponde del Lago d’Iseo.  

#4 Negroni Sbagliato, il cocktail inventato per sbaglio a Milano

@mariolanzarone negroni sbagliato

Il Negroni Sbagliato è tra i cocktail più amati dai milanesi, visto che è stato “inventato” a Milano al bar Basso. Chiamato anche solo “Sbagliato” dagli affezionati, è molto più leggero rispetto al Negroni classico per via dello spumante metodo classico al posto del gin. Rimangono invece invariate le proporzioni: 1/3 di vino, 1/3 di bitter e 1/3 di vermut rosso rimangono invariate.

Leggi anche: Il BAR BASSO: il locale iconico che inventò il Negroni sbagliato

#3 Americano, l’antesignano del Negroni

moss.restaurant.domo IG – Americano

L’Americano è considerato il “padre” del Negroni. Nato negli anni ’30, pare che il suo nome sia dedicato al pugile italiano Primo Carnera, famosissimo a quel tempo negli Stati Uniti d’America. I suoi ingredienti sono: Campari, soda, vermouth, una scorza di limone e mezza fetta d’arancia.

#2 Campari Spritz, lo spritz di Milano

Campari Spritz

Nato a Milano, in contrapposizione all’aperitivo veneto a base di Aperol, il Campari Spritz ha come ingredienti: prosecco, soda e Campari, un bitter alcolico a base di alcool, acqua e un’infusione di frutta, piante aromatiche e erbe amaricanti. Si caratterizza per un colore rosso rubino e un aroma e sapore forte, deciso e amaro.

#1 Aperol Spritz, lo Spritz per antonomasia

@aperolspritz_be su IG

Il vincitore di questa classifica di gradimento è l’Aperol Spritz, lo Spritz per antonomasia, cocktail ufficiale della IBA con il nome Spritz Veneziano. Il suo inconfondibile colore arancione e il suo gusto fresco e dolceamaro sono il frutto di una combinazione di Prosecco D.O.C., Aperol, Soda e una fetta d’arancia. 

Continua la lettura con: TOP 10 – APEritivi all’APErto a Milano

FABIO MARCOMIN

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Perché MILANO non costruisce PARCHEGGI SOTTERRANEI?

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Credits - pexels-pixabay- Silos interrato

La denuncia di Massimiliano Tonelli sul sito milanotoday.it. Che cosa aspetta Milano a costruire parcheggi sotterranei? E, aggiungiamo noi, che non costino una fucilata?  

Perché MILANO non costruisce PARCHEGGI SOTTERRANEI?

# Il 75% del reticolo viario “regalato” alle auto

via muratori
Auto parcheggiate sul marciapiede all’incrocio tra Via Muratori e Via Corio

Le auto a Milano sono parcheggiate ovunque: sui marciapiedi, sull’aiuole, nell’isole spartitraffico, tra gli alberi. Una situazione imbarazzante, in confronto alle maggioranza delle altre città europee, che genera disordine, pericolo e degrado anche in zone di pregio. Massimiliano Tonelli, docente universitario ed esperto di temi urbani e design, su Milano Today, fa un’analisi della situazione e ricorda come in un recente libro sullo spazio pubblico di Milano realizzato da Chiara Quinzii e Diego Terna sia stato ipotizzato che il 75% del reticolo viario della città venga “regalato” alle automobili. Anche nel progetto di riqualificazione di Corso Sempione, con eliminazione di una corsia di marcia da entrambi i lati per fare a posto alla pista ciclopedonale, il numero di parcheggi aumenterà tra l’arteria principale e le vie limitrofe.

Leggi anche: RESTYLING di CORSO SEMPIONE: le ultime novità sul PROGETTO

# Tra le cause principali c’è l’assenza di parcheggi sotterranei

Credits ferrovie.it-FS – Foto parcheggio Stazione Centrale

Uno dei problemi principali della distesa di veicoli parcheggiati sul suolo pubblico è l’eccessivo numero di posti auto in strada e soprattutto la carenza di parcheggi sotterranei e privati. La costruzione di nuovi condomini prevede la realizzazione di garage e parcheggi interrati a servizio dei residenti, purtroppo molti di quelli meno recenti non contemplavano questo aspetto. Per questo motivo complice anche il numero di auto per abitanti sopra la media rispetto al resto dell’Europa, 51 ogni 100, e l’impunità verso chi lascia l’auto in sosta vietata e non autorizzata, Milano continua ad essere un enorme parcheggio a cielo aperto gratuito

L’ultimo silos interrato, o meglio sotto il tracciato ferroviario, è stato inaugurato qualche mese fa in Stazione Centrale dopo un’attesa lunga 20 anni.

Leggi anche: Inaugura il PARCHEGGIO INTERNO in CENTRALE: con un ritardo di 20 anni raggiunge le grandi stazioni d’Europa

# I vantaggi di una rete di silos interrati

credits: milanoweekend.it

La realizzazione di un articolato piano parcheggi potrebbe essere quindi una valida soluzione per risolvere il problema delle auto in sosta ovunque in città, insieme alla riduzione degli spazi su strada, contribuendo anche ad abbassare il numero di mezzi a quattro ruote per famiglia. I vantaggi sarebbero per tutti: i cittadini, gli automobilisti, le casse del Comune, per la dinamica degli investimenti immobiliari, per chi si muove a piedi o con il trasporto pubblico, per il miglioramento della sicurezza stradale, dell’ambiente, dell’inquinamento, per la bellezza dei quartieri.

# Il “mini” piano parcheggi del Comune di Milano

Credits Urbanfile – Piano parcheggi

Dopo il piano parcheggi del sindaco Albertini, in piccola parte realizzato e in buona parte stralciato, nel 2021 il Comune di Milano ne ha approvato uno in versione ridotta con al momento sei progetti previsti.

Oltre a quello di via Borgogna, zona San Babila, in fase di costruzione e ereditato dal vecchio piano, dovrebbero esserne realizzati altri cinque: largo Scalabrini (Lorenteggio, vicino a piazza Frattini), Largo Brasilia tra via Primaticcio e via San Giminiano), e Piazza della Repubblica lato est, a sud del piazzale con partenza dei lavori che sarebbe dovuta avvenire entro l’inizio del 2022 per una capienza complessiva di circa 1.000 posti auto. Negli anni a seguire dovrebbero essere messi in cantiere il parcheggio per via Manin e Repubblica lato ovest, entrambi area Porta Nuova, mentre altri due per la zona Borsa Ovest e via Sant’Ampellio sono in valutazione.

# Le buone intenzioni si scontrano con gli intoppi burocratici e forse un limitato interesse dell’amministrazione comunale

Credits – pexels-pixabay- Silos interrato

Rispetto al passato il piano parcheggi sarà destinato ai residenti, e non a chi entra da fuori città e per i quali sono stati costruiti parcheggi d’interscambio e se ne prevedono altri in futuro, con l’obiettivo di togliere il maggior numero di auto dalle strade in favore di ciclisti e pedoni con contestuali riqualificazioni delle zone interessate.

Le buone intenzioni sono però ostacolate dagli intoppi burocratici, compresi anche i ricorsi dei cittadini, e forse da un limitato interesse da parte dell’amministrazione comunale. Infatti, a oltre un anno dalla presentazione del piano, non ci sono stati ancora annunci di avvio lavori per nessuno nuovo silos interrato. Milano riuscirà primo o poi a portarsi al livello delle altre città europee?

Continua la lettura con: La “SOLUZIONE” al PROBLEMA dei parcheggi

FABIO MARCOMIN

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A due ore da Milano nasce il VILLAGGIO di TEX

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Il parco tematico dedicato al famoso personaggio dei fumetti, orgoglio italiano nel mondo.

A due ore da Milano nasce il VILLAGGIO di TEX

# Tex Willer trova casa a Montegrotto Terme

Alzi la mano chi non conosce il ranger texano più famoso del mondo, Tex Willer, onnipresente negli scaffali di tutte le edicole d’Italia (e non solo!) fin dal lontano 1948. Grazie alla mano di Giovanni Luigi Bonelli e del disegnatore Aurelio Galleppini, Tex Willer è uno dei più famosi personaggi dei fumetti del mondo.

“Io rappresento un quartetto di pistole che potrebbero trasformare questa bettola in un cimitero! Una delle tanti frasi famose a cui ci ha abituati Tex Willer, andrebbe riadatta per l’occasione. Infatti, l’antico e prestigioso Hotel Imperial di Montegrotto Terme, verrà trasformato in un parco tematico nuovo di zecca che prenderà il nome di Tex Willer World Village.

@Riccardo Mortandello C.P. (FB)

# Asta e acquisizione dell’Hotel Imperial

L’Hotel Imperial risulta dismesso da qualche anno e dopo il fallimento, nel 2021, della società che gestiva l’hotel, è finito all’asta.

Il prestigioso Hotel Imperial di Montegrotto Terme

Da questo momento è partita un’idea spettacolare. L’imprenditore immobiliare Giorgio Bonelli, figlio di Giovanni Luigi Bonelli, si è aggiudicato all’asta la struttura per 980 mila euro. L’intento è ora quello di mettere assieme in tempi più o meno brevi tutte le autorizzazioni e la progettazione necessari per poter iniziare i lavori di ristrutturazione dell’hotel. Secondo le stime di Giorgio Bonelli, serviranno a questo fine circa 8 – 10 mesi e la speranza è quella di partire con i lavori entro un anno.

@Riccardo Mortandello C.P. (FB) – Come sarà trasformata la Cava Bonetti

L’architetto Hans-Peter Demetz, uno dei maggiori esperti di Spa e parchi tematici in Italia, è già al lavoro dietro al progetto del Tex Willer World, assieme agli architetti Alberto Asquino di Montegrotto e Giorgio Pescatori di Milano. Se la struttura è stata acquistata per un milione scarso di Euro, la speranza di Bonelli, per quel che riguarda il progetto, è quella di rimanere sotto i 10 milioni di Euro.

# Le prime indiscrezioni sul Parco

La struttura dovrebbe nascere ai piedi della Cava Bonetti. Non poteva essere  scelto luogo migliore per ospitare un parco tematico del genere. Giorgio Bonelli è orgoglioso della scelta in quanto il papà, come già detto creatore del fumetto, era un cliente storico delle terme padovane di Montegrotto. Una delle prime idee è quella di unire due piscine esistenti esterne in una grande laguna naturale con cascate e giochi d’acqua. Questo, con lo scopo di realizzare un ambiente altamente suggestivo e accattivante. Il Museo di Tex troverà sede in un’ala dell’albergo. Il ristorante diventerà invece una Steak House.

ex Cava Bonetti di Turri Archivi - Il Sestante News - Giornale online

# Il Tex Willer World Village nel rispetto di ambiente e natura

Sembra ci sia un pieno appoggio da parte delle autorità locali e regionali per quanto concerne le autorizzazioni per il parco tematico. Da una parte c’è molta voglia di dare inizio al progetto. Dall’altra parte c’è un minimo di preoccupazione per la messa in discussione della bellezza del territorio. Bonelli garantisce che ogni iniziativa sarà all’insegna del rispetto dell’ambiente e della natura, che del resto sono parte integrante dell’attrazione stessa.  Il sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello, ritiene che il parco di Tex Willer potrebbe diventare una realtà importante nel panorama non solo regionale, ma italiano ed europeo, e potrà dare un importante sviluppo all’ambito Terme e colli euganei.

Credits: padovaoggi.it

Continua la lettura con:7 FUMETTISTI milanesi che hanno creato PERSONAGGI noti in tutto il MONDO

LUCIO BARDELLE

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La SERIE su Milano che NON è Milano

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Approdata il 20 maggio su Sky Atlantic, Blocco 181 è la nuova serie firmata dal regista Giuseppe Capotondi e da Salmo, attore, produttore musicale e produttore creativo della serie. Blocco 181 vuole raccontare della malavita, del crimine e delle difficolta di una periferia governata dai giri di droga e di soldi. Una periferia che è quella di Milano, ma non è davvero Milano.

La SERIE su Milano che NON è Milano

# In Blocco 181 Milano è una città simbolo di una serie tv iperrealista

www.domusweb.it/

Come riporta il sito domusweb.it, “La Milano di Blocco 181 non è Milano; eppure è al tempo stesso Milano, una Milano che assurge al ruolo assoluto, di città globale, dove i caratteri della metropoli si elevano ad apparati simbolici facilmente riconoscibili ovunque.”

Il capoluogo lombardo, sede delle riprese della serie, non è infatti presentata nella serie come la città che è realmente: quella dei grattacieli, dei continui cambiamenti e riqualificazioni dei quartieri, non è la città della moda né la tanto amata meta di turismo che il mondo conosce. Milano in Blocco 181 è una città come tante altre, in cui è presente la dicotomia tra i ricchi e i poveri, i privilegiati e quelli che i privilegi se li devono accaparrare in qualche modo, spesso anche attraverso le vie del crimine e della delinquenza.
 

# Violenza, crimine e fluidità sessuale e affettiva

 
www.domusweb.it
Blocco 181 è un complesso edilizio nella periferia di questa grande città, che da il nome all’intero quartiere. In questa area periferica avviene lo scontro tra i ragazzi che gestiscono l’attuale giro di droga del Blocco, guidati dal Boss Nicola Rizzo, contro i nuovi arrivati, i pandilleros della Misa.
 
La lotta per il potere e la supremazia del territorio porterà a violenza, scontri armati e disequilibri, il tutto reso dolce-amaro dalla novella storia d’amore che unisce Bea, Ludo e Mahdi. Sono loro i tre protagonisti, ciascuno di loro rappresentante dei diversi mondi della città: i pandilleros con Bea, sorella del boss della Misa, la borghesia con Ludo – il ponte tra i due mondi della malavita e dello sfarzo – e la fazione dell’attuale boss della cocaina con Mahdi, nipote del boss Nicola Rizzo.
 

# I riferimenti della Milano che conosciamo

www.domusweb.it
 
Il rifugio di questi tre ragazzi, soffocati dalle rispettive famiglie e dalle ideologie in cui sono stati cresciuti e costretti a vivere, è la casa di Ludo, a due passi dai fenicotteri di Villa Invernizzi. Qualche scena quindi è stata girata nel centro storico meneghino.
Mentre invece l’edificio che da il nome alla serie sarebbe ispirato ad un grande edificio di via Giambellino, numero civico 181, ormai demolito.
Il palazzo di riferimento per la Misa si trova presso la vecchia sede del mercato dei polli in via Lombroso
Moltissime riprese sono state fatte nella zona di Barona, Corvetto, Lorenteggio e in via Inganni. Tante altre invece a Genova, nel Ponente genovese più precisamente.
 
 

Continua a leggere con: RECENSIONE di ZERO: per la prima volta la PERIFERIA di MILANO protagonista di una serie TV

 
ALICE COLAPIETRA
 

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Le TORRI MANGIASMOG alla Triennale: saranno il FUTURO per MILANO?

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Credits: cremonaoggi.it

Uno dei problemi più gravi per la qualità della vita di Milano è l’inquinamento dell’aria, ma proprio nel cuore pulsante della City potrebbe essere stata trovata la soluzione. Dopo i murales cattura polvere, nascono le torri mangiasmog. No, non è fantascienza, ma un progetto di un gruppo di studenti del Politecnico e per scoprire il futuro di Milano basterà fare un salto alla Triennale.

Le TORRI MANGIASMOG alla Triennale: saranno il FUTURO per MILANO?

# Diminuire l’inquinamento costruendo 

IG @cop26uk

Il settore edilizio è uno dei più dannosi per la salute dell’ambiente. A confermarlo questa volta è stato un rapporto stilato dalla Global Alliance for Building and Construction presentato in occasione della COP26 a Glasgow. Dalle analisi è emerso che le costruzioni, i materiali e gli edifici del settore edilizio sono responsabili del 39% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente. 

Ma se fosse possibile ridurre la pressione degli inquinamenti proprio attraverso delle costruzioni? Non è fantascienza, ma il progetto di un gruppo di studenti che potrebbe essere il futuro per Milano, come per molte altre città.

# A giugno Milano presenta le torri mangiasmog

paysage.it

Le torri “mangiasmog”, ecco come degli studenti del corso di laurea magistrale in Sustainable Architecture and Landscape Design del Politecnico di Milano, immaginano di ridurre la pressione degli inquinanti a Cremona. 

Queste costruzioni all’avanguardia verranno illustrate nel simposio internazionale “City Scape: City_Energy&Tourism Landscape” in programma il 16 e 17 giugno a Milano, a cura di Paysage – Topscape. Realizzato in collaborazione con il consiglio nazionale dell’Ordine degli architetti, si terrà nel palazzo della Triennale. In questa edizione il Simposio Internazionale affronta per la prima volta il tema quanto mai attuale del Paesaggio come Energia, come esplica il sottotitolo: “Il Paesaggio come Energia per il cambiamento climatico, la resilienza urbana e sociale”. 

# Un’architettura di paesaggio più etica e sostenibile

 cremonaoggi.it

L’esplosione della crisi energetica e l’esigenza di una maggiore autonomia produttiva sempre più da fonti rinnovabili investono il paesaggio italiano nel suo complesso facendone contenitore di infrastrutture e al contempo il fornitore stesso di queste energie rinnovabili.

Il progetto delle torri rientra perfettamente nell’obiettivo di promuovere l’architettura del paesaggio nei vari ambiti della progettazione e strategie progettuali efficaci in grado di attribuire valori etici, economici e sociali ai territori. Vediamo il disegno nel dettaglio.

# Non solo estetica, le torri sono in armonia con l’ambiente a 360º

Credits: cremonaoggi.it

Il progetto è stato ideato per riqualificare l’area dell’ex raffineria tamoil a Cremona, come? Costruendo torri in materiale tecnologico in grado di assorbire il particolato sottile, valorizzando allo stesso tempo un elemento tipico del paesaggio urbano cremonese come i campanili. Torri di 21 piani che ospitano funzioni come residenza, uffici e ristoranti, è questa l’idea degli studenti del Politecnico che, coordinati dal professore Alessandro Bianchi, hanno prodotto il lavoro finale.

Rebeca, C. Rodriguez, I. Agrawal, K. Mathews, P. Soundy, P. Rawat, D. Fuentes, V. Cornejo, M. B. Aguirre, ecco i protagonisti del progetto, che come i suoi componenti provenienti da tutto il mondo, sta avendo anche una certa visibilità a livello internazionale.

# Progetti green a lungo termine, ecco la nuova missione

Credits: superscape 2022

Le torri mangia smog sono talmente innovative da aver già guadagnato fama anche all’estero entrando a far parte della shortlist di Superscape 2022. Questo rinomato concorso biennale che si tiene a Vienna mira a stimolare la ricerca di idee innovative di sviluppo urbano, fornendo nuovi impulsi alla produzione architettonica della vita reale e allo sviluppo urbano sul tema “GREEN SHIFT – Visions for sustainable living”.

Per l’architettura moderna l’obiettivo principe dovrebbe essere proprio quello di proteggere sul lungo termine l’ambiente e clima, anche come habitat qualitativo per l’uomo e gli animali. Le torri sono un esempio di come si può rispondere a questa nuova sfida e per questo il progetto è stato selezionato con altri cinque per prendere parte al concorso. Eppure non è la prima volta che sentiamo parlare di torri anti smog. 

# La prima torre ha funzionato, ma si può migliorare 

South China Morning Post

Dopo i murales catturapolvere (che abbiamo anche nella City) il primo esempio di torre anti-smog era stato lanciato nel 2018 in Cina. Alta 60 metri, era stata eretta nell’inquinatissima metropoli di Xian. La torre funziona, di fatto, come un gigantesco purificatore d’aria e dalle analisi condotte ha portato un miglioramento della qualità dell’aria in un’area di circa 10 km quadrati. 

I critici storcono però il naso per il prezzo. La torre è costata ben 2 milioni di dollari, inoltre, per erigere un numero di torri sufficiente per ripulire l’aria anche, oltre al costo, anche l’impatto ambientale risultante non sarebbe indifferente. Questi lati negativi non sembrano però appartenere alle torri mangia smog milanesi che, anzi, valorizzerebbero ancora di più l’ambiente circostante. 

Che dire, non ci resta che recarci alla Triennale per vedere con i nostri occhi questo nuovo progetto che potrebbe essere un futuro non troppo distante per una Milano sempre più attenta all’ambiente.

Continua la Lettura con: A Milano il GREEN WALL MANGIASMOG: per pulire l’aria e rinfrescare l’ambiente. Sarà il primo di una lunga serie?

SARA FERRI

copyright milanocittastato.it

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Un’idea per MILANO: una seconda pelle per i JERSEY antiterrorismo

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Da molti anni tutte le città italiane hanno visto le barriere antiterrorismo, i new jersey, entrare a far parte dell’arredo urbano. Nati come risposta ad un’emergenza, ormai sono diventati degli elementi strutturali per molte città. Quasi sempre hanno un aspetto ben poco elegante che poco si addice al contesto in cui sono posizionati. Ma ci sono soluzioni per migliorarli, eccone una.

Un’idea per MILANO: una seconda pelle per i JERSEY antiterrorismo

# Risposta ad un’emergenza

Eravamo abituati ad osservarli a bordo carreggiata, oppure in occasione di qualche lavoro di manutenzione. Da qualche anno, però, sono diventati parte integrante ed irrinunciabile dell’arredo urbano delle nostre città, con lo scopo di evitare l’intrusione con veicoli in aree cittadine, soprattutto centrali, con grandi flussi pedonali.

Proprio per il loro impiego classico, non c’era mai stato motivo per pensare di come migliorarne l’aspetto rispetto al cemento grezzo con cui vengono prodotti. Ma la nuova collocazione nei nostri centri città impone nuove soluzioni.

# Migliorare non solo l’aspetto estetico, ma anche quello funzionale

Le uniche soluzioni implementate finora sono indirizzate ad abbellire l’estetica, per lo più dipingendo i blocchi di cemento grigio, ma mantenendo e strutture elementi non integrati nel contesto urbano.

Così nasce l’idea dell’architetto Giulia Del Grande e dello studio 3Direct che hanno pensato di realizzare un vestito per queste barriere di cemento che andasse a migliorarne l’estetica, ma anche la funzionalità. Questa seconda pelle trasforma i new jersey in oggetti d’arredo urbano più piacevoli e che diventano parte della vita quotidiana dei cittadini che possono utilizzarli come panchine.

La soluzione installata a Lucca si basa anche sul concetto di eco-sostenibilità, essendo prodotto a partire da TetraPak riciclato, polietilene ed alluminio.

Che possa questo ispirare la nostra amministrazione a rendere i Jersey più belli e funzionali anche a Milano?

Continua la lettura con: Le “scaglie d’Oro”, il nuovo palazzo fusion di Milano

ALESSANDRO VIDALI

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Quando a Milano spopolavano i “CIBI COTTI”, i primi fast food della storia

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Credits: Lombardia Beni Culturali

Antenati dello street food o del fast food, inventori del cibo etnico e da asporto a Milano, i Cibi Cotti hanno accompagnato un pezzo di storia della città. Li rievochiamo grazie al ricordo di Pagina Milano Scomparsa.

Quando a Milano spopolavano i “CIBI COTTI”, i primi fast food della storia

# Ti ricordi quando c’erano i “cibi cotti”?

Milano Scomparsa FB

La domanda ricorre spesso tra i milanesi non più giovanissimi che hanno potuto vedere qualche insegna, che fino agli anni ’70-’80 era più facile incontrare.
Era da quell’insegna con la scritta Cibi Cotti, su sfondo verde, che molti adulti e bambini finivano la giornata, con l’ultima corsa ad accaparrarsi la merenda o la cena.
Sono i capostipiti di una lunga tradizione culturale, che ha preceduto alcuni dei fenomeni tipici di Milano. Non semplici rosticcerie, ma veri e propri antenati dello street food.
Precursori del cibo da asporto, che da quasi 200 anni ha le sue necessità per esistere.

Il “Cibi Cotti” è il capostipite del fast food e, abbinato alla curiosità innata della popolazione milanese, si è evoluto in continuazione, adeguando l’offerta alla domanda di un mercato che a Milano sembra non morire mai.

Leggi anche: Perchè non esistono RISTORANTI di CUCINA MILANESE fuori Milano

# L’intuizione dei polentatt del Canton Ticino 

Milano Scomparsa FB

I famosi “Cibi Cotti” sono in realtà una costola di una scelta culinaria che a Milano ha preso piede fin dal 1850. Ben prima dell’unità d’Italia, alcuni immigrati originari del Canton Ticino, hanno iniziato a servire polenta calda per le strade di Milano.
Sono i famosi polentatt che, con i primi ricavi della propria attività, si sono spostati dai marciapiedi ai negozietti, quasi tutti con la vetrina apribile per permettere di servire la “polenta al volo”.
Alcuni polentatt hanno saputo aprire trattorie e osterie, ingrandendo così l’attività in maniera esponenziale.

Leggi anche: Momento nostalgia: LOCALI MITICI di Milano che NON ci sono più

# Sulle strade arrivano anche i toscani

Wikipedia

Il compito di vendere cibi particolari sulle strade, viene ereditato da alcuni immigrati toscani. Arrivati poverissimi dalla regione di provenienza, con un pentolone e la farina di castagne, i Gigi della Gnaccia (questo il loro soprannome) hanno portato sulle strade il castagnaccio, che è stato subito apprezzato.
La gnaccia veniva presentata nella stessa padella di cottura, servita fredda a fettine, che i milanesi potevano trovare perché il Gigi si metteva sempre nelle zone di passaggio o alle fiere.
I migliori Gigi della Gnaccia, poi, hanno imitato i ticinesi in tutto e per tutto, aprendo le loro trattorie di cucina tipica toscana, che hanno un tale successo da spodestare le trattorie degli ex polentatt. Costretti a soccombere, i polentatt si riciclano in altro modo.

Leggi anche:Il CIBO GIUSTO fa MERAVIGLIE”. Intervista alla dott.ssa De Petris

# Nascono i Cibi Cotti

Lombardia Beni Culturali

Senza più il consenso incondizionato dei milanesi, che preferirono affollare le trattorie toscane, gli imprenditori ticinesi e i loro eredi orientarono la propria attività tornando alle origini.
Tornano nei negozi, dove servono cibi cucinati pronti per essere consumati, sia da asporto che tra i tavolini che arredano i loro negozi.
Nascono così i “Cibi Cotti”, dove è possibile trovare i nervetti e i fagioli lessati, pesciolini di lago fritti nell’olio di lino, patate fritte e lessate, accompagnate da abbondati porzioni dell’immancabile polenta.

Vedono la propria clientela crescere con l’immigrazione dal sud del dopoguerra, quando giovani adulti maschi, che affittano stanze senza cucina, hanno come unica soluzione quella di consumare la propria cena tra i tavolini del Cibi Cotti, oppure portare il cartoccio a casa.

# Il boom economico e la nuova evoluzione

Questo pezzo di storia che, anticipando di oltre mezzo secolo il claim di Expo 2015, ha nutrito Milano e i milanesi, ha traghettato la città fuori dalle macerie della guerra, ispirando tanti.
Nel dopoguerra, insieme ai giovani consumatori di cibi cotti, sono arrivate anche intere famiglie del sud, che hanno visto in questa attività il mezzo per realizzare il sogno di una vita migliore.
Tra i “Cibi Cotti” spuntano quindi anche le pizze napoletane, la pasta cucinata con le usanze del sud e che piace ai milanesi, i fritti siciliani e le cucine regionali di provenienza.

“Cibi Cotti” diventa l’insegna dove si può trovare un’offerta culinaria molto vasta e a prezzi accessibili.
La tradizione dei “Cibi Cotti” è però destinata a soccombere un’altra volta, dietro la concorrenza spietata delle mense aziendali, in cui i lavoratori sono praticamente obbligati a pranzare, ma soprattutto sotto i colpi del benessere, che porta i milanesi a preferire i ristoranti alla cucina povera.

# Come sono i “Cibi Cotti” del nuovo millennio?

Credits: Businesscoot

Molti Cibi Cotti si trasformano così in rosticcerie e salumerie, tanto in voga negli anni ’80.
Oggi è possibile trovare ancora qualche insegna a Milano, ma sono pochissime.
La tradizionale insegna verde con scritta a mano è stata sostituita per lo più da un claim su un sito web, ma ci sono ancora diversi “Bar – Cibi Cotti” a Milano, perché i bar hanno sostituito la scelta per il pranzo lavorativo milanese.

Una tradizione che ha saputo interpretare i cambiamenti, a volte anche repentini, del mercato e dei clienti. Anche se oggi si chiama food, oppure è un camioncino alle fiere o allo stadio e deve accontentare tradizione e innovazione, il cibo resta una delle peculiarità di Milano, una città in cui si pretende sempre di mangiare bene e poter scegliere tra tante offerte diverse

Fonte: Pagina Milano Scomparsa

Continua la lettura con: Quali sono le GASTRONOMIE MIGLIORI di Milano? Ecco la GUIDA PERFETTA (con MAPPA) per chi non ha voglia di cucinare

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa

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Sarà in Italia, il parco tematico più grande d’Europa. Mentre il nord della penisola vanta del famoso Gardaland, della MiniItalia, Movieland e tanti altri più piccoli parchi tematici, al sud sta per nascere il parco tematico più grande del continente. Il tutto grazie ai fondi del Pnrr. Ecco il progetto.

Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa

# A Maddaloni il parco più grande di DisneyLand Paris

Ph: vesuviolive.it
Ludo-Felix

Batterà Gardaland e addirittura Disneyland Paris, sarà infatti il parco a tema più grande d’Europa. È stato presentato il progetto per la rivalutazione di una zona vicino a Napoli. Ci troviamo precisamente nell’area dell’ex cava Cementir a Maddaloni, in provincia di Caserta, e qui compariranno attrazioni di ogni tipo, dalla cultura, al turismo, al divertimento. Il parco si chiamerà Ludo&Felix e occuperà un’area di 100 ettari

# Un investimento di 400 milioni di euro con i fondi del PNRR

Ph: appiapolis.it
Presentazione Ludo&Felix

Il nuovo parco tematico sarà possibile grazie ad un investimento di 400 milioni di euro diviso tra fondi privati e del Pnrr. Sarà anche una grande opportunità lavorativa per la zona: nel parco saranno richieste infatti circa 3500 figure, 1500 saranno dipendenti diretti e gli altri 2000 saranno creati dall’indotto. È stato detto come il parco si chiamerà Ludo& Felix, il nome riprende semplicemente la denominazione delle due aree che comporranno il parco: Ludo, il parco tematico su 40 ettari con attrazioni, e Felix, il polo culturale di altri 60 ettari.

# L’unico vero grande parco a tema italiano

Ph: vesuviolive.it
Ludo-Felix

L’area metropolitana di Napoli era l’unica delle grandi città italiane a non avere un parco a tema e in generale una struttura ricettiva turistica-culturale. Per questo il progetto di Ludo&Felix a Maddaloni è tanto atteso dalla città. Attraverso questo nuovo parco tematico, si spera nella creazione di un nuovo prodotto turistico che possa attirare persone provenienti non solo dall’Italia. Il parco potrà ospitare anche fiere internazionali e all’interno ci sarà un cinema da 1000 posti. La particolarità di Ludo&Felix sarà anche che sarà l’unico grande parco a tema del BelPaese completamente italiano, supportato da capitale italiano.

Continua la lettura con: La MINI ITALIA più ANTICA è al parco Trotter (c’era anche l’Istria)

BEATRICE BARAZZETTI

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MONZA è la città più “MILANESE” d’Italia (secondo i milanesi)

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Ph. fabrio_it - pixabay

Monza è in festa: per la prima volta la sua squadra di calcio conquista la serie A, dopo un appassionante spareggio con il Pisa, risolto solo ai supplementari. Ma c’è un motivo in più per festeggiare: secondo un sondaggio la capitale della Brianza è anche la città più milanese d’Italia. Lo hanno sancito i più esperti in materia: i cittadini di Milano. Vediamo i risultati. 

MONZA è la città più “MILANESE” d’Italia (secondo i milanesi)

#5 Santa Margherita Ligure (5,1%)

ph. linfer3 – Pixabay

In Liguria esiste Santa Margherita Ligure, località posta tra Rapallo e Portofino. A Milano c’è solo Santa. La proiezione di Milano sul mare, un territorio formato dalla Piazzetta, da Paraggi, Portofino senza soluzione di continuità. 

#4 Milano Marittima (6,2%)

interris.it

La furbata è stata darle questo nome. In realtà è nata proprio per questo motivo: per portare Milano in Romagna. E non poteva che diventare la località più chic di tutta la riviera. 

Leggi anche: La storia di Milano Marittima, la spiaggia ufficiale di Milano

#3 Bari (11,3%)

Ph. baritoday.it

Se Milano avesse il mare sarebbe una piccola Bari. A furia di sentirselo ripetere sembra che molti milanesi si siano convinti. Al terzo posto tra le città milanesi c’è la piccola metropoli della Puglia che per certi aspetti ha tutto quello che dovrebbe avere Milano, a parte il mare. Prima di tutto il numero di pugliesi, da sempre la comunità più numerose e integrata di Milano. 

#2 Trieste (17,7%)

Ph. sovoque-pixabay – Trieste

Per un pelo non ha raggiunto il primato nella competizione più milanese del mondo. Eppure la città dove si inizia a far l’amore ha tutte le carte in regola per l’eccellenza meneghina. Il comune passato asburgico, qui ancora più forte che a Milano, la sobrietà e quel pensiero proibito di sentirsi una città molto poco italiana. 

#1 Monza (18,1%)

Città di Monza – monzanet.it

Ha il Duomo, ha una squadra in serie A, presto avrà anche la M5. Per molti è già Milano. Non poteva che essere lei la città più milanese d’Italia.

Continua la lettura con: Le 7 attrazioni del parco di Monza

MILANO CITTA’ STATO

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Come TROVARE LAVORO a Milano con il tuo NUOVO CV

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Credits jaydeep_-pixabay - Processo selezione HR

In Italia esistono alcune città in particolare dove le occasioni lavorative sono nettamente superiori, a livello numerico e spesso anche qualitativo, rispetto a molte altre zone del Paese. Una di queste città è proprio Milano, considerata da molti la “capitale economica” dell’Italia, grazie alla massiccia presenza di industrie, attività del settore secondario e terziario in generale e molte altre opportunità di diverso tipo.

Insomma, cercare lavoro a Milano è sempre una buona idea e, se sapete come fare un curriculum con i fiocchi, siete già a buon punto. Sì, perché dopo averne scritto uno, potrete cominciare a cercare lavoro in questa fantastica città. Ecco alcune dritte per trovare lavoro a Milano con il vostro nuovo curriculum vitae, e per rilanciare la propria carriera nella capitale economica dell’Italia.

Come TROVARE LAVORO a Milano con il tuo NUOVO CV

Credits openpolis -Offerte di lavoro

# Consultate le bacheche locali, sia fisiche sia online

Come già detto, Milano è una città nota per le sue numerose opportunità di lavoro, derivate dalle (a loro volta) numerose attività produttive, specialmente nel settore secondario e dei servizi. In altre parole, le occasioni fioccano e c’è sempre modo di trovare qualcosa.

Proprio per questo motivo, nel capoluogo lombardo troverete di sicuro bacheche destinate alla pubblicazione di offerte di lavoro. Queste bacheche possono essere fisiche, presenti in agenzie del lavoro o al di fuori di locali o università, ma anche ovviamente online. Per quanto riguarda quelle fisiche, potreste dedicare una giornata alla ricerca di esse e salvare gli annunci di lavoro che più vi interessano.

Le bacheche online restano sempre le più comode, grazie ai diversi portali dedicati o addirittura ai gruppi sui social network più noti. Di sicuro a Milano troverete molte più bacheche rispetto a qualsiasi altra città: si tratta di un’opportunità da non lasciarsi scappare. Ovviamente, salvate i dati di contatto e preparate il vostro CV per spedirlo.

# Valutate l’iscrizione ad agenzie del lavoro

A Milano, così come in tutte le grandi città, troverete un gran numero di agenzie del lavoro. Questi centri di collocamento si occupano di proporre ai vari utenti offerte di lavoro in linea con le proprie richieste ed esigenze, non appena ne vengono rese di disponibili. L’iscrizione a queste agenzie è del tutto gratuita, e richiede soltanto di recarsi in sede e di parlare con i responsabili risorse umane presenti in ufficio.

Si tratta di un ottimo modo per accelerare il processo di reperimento di un lavoro. Tutto quello che vi serve, oltre ai vostri documenti personali per identificarvi e registrarvi, è un curriculum vitae ben scritto e completo. Certo, spesso le stesse agenzie si occupano di crearne uno temporaneo per conto vostro, ma la scrittura personale è sempre da preferire: potrete inserire tutto ciò che vorrete, con il formato ideale, che vi identifica e vi rende unici rispetto ad altri candidati.

# Frequentate corsi di formazione

percorsi diversi milano 2016
percorsi diversi milano 

Nella città di Milano e nel circondario vengono organizzati praticamente ogni settimana eventi di formazione di diverso target. Milano è una città grandissima, e lo ripetiamo ancora, offre moltissime opportunità di lavoro in diversi settori, motivo per cui c’è sempre bisogno di formare nuovo personale.

Tramite i social network o i principali siti Web potrete reperire facilmente corsi di formazione di varia durata, eventi brevi e quant’altro e potrete aumentare in poco tempo il vostro bagaglio di conoscenze, per arricchire il CV e renderlo molto più appetibile.

# Consegnate il CV a mano, quando possibile

Dopo aver trovato eventuali offerte di lavoro di vostro interesse, siete pronti a spedire il CV. Se vi trovate fuori città ovviamente dovrete spedirlo per e-mail (difficilmente lo spedirete per posta, un metodo ormai vetusto), ma se vi trovaste in città o nel circondario potreste optare per la consegna a mano del cartaceo.

Anche se si tratta di un metodo meno diffuso rispetto ad un tempo (le e-mail restano sempre le preferite), spesso datori di lavoro locali prediligono la consegna a mano per motivi di praticità, oppure per conoscere da subito di persona il candidato.

In ogni caso, prima di consegnare il CV a mano, informatevi al 100% sulla posizione lavorativa in questione e leggete attentamente il relativo annuncio di lavoro: alcuni recruiter potrebbero non tollerare la consegna a mano, ma potrebbero esigere soltanto quella per e-mail o tramite iscrizione ad un preciso portale.

Continua la lettura con: A Milano “il lavoro a modo mio”: FERIE LIBERE e BASTA ORARI. Sarà il futuro del lavoro?

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Paninari, Neon e Taxi Gialli: Milano torna negli ANNI OTTANTA. Le immagini di Andrea Cherchi

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Foto Andrea Cherchi (c)

Per due giorni, venerdì 28 e sabato 29 maggio, Piazza del Duomo è tornata agli anni ’80. Per la presentazione della nuova serie Stranger Things di Netflix, Taxi gialli, vecchie cabine telefoniche, edicole e bus d’epoca, moto e le pubblicità iconiche neon si sono “impossessate” della piazza centrale di Milano.

Pubblichiamo alcune immagini pubblicate da ANDREA CHERCHI, il “fotografo di Milano”. 

Paninari, Neon e Taxi Gialli: Milano torna negli ANNI OTTANTA. Le immagini di Andrea Cherchi

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Continua la lettura con: Il ritrovo dei Paninari

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M5 RADDOPPIA! Le ultime novità sulle FUTURE ESTENSIONI della LILLA

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Sbinamento M5

La linea lilla raddoppierà la sua estensione entro il 2030. Con 13km e 12 nuove fermate a nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale sarà così la prima metropolitana a collegare due province. In studio due ulteriori prolungamenti, un altro a nord e uno ovest. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

M5 RADDOPPIA! Le ultime novità sulle FUTURE ESTENSIONI della LILLA

# M5: entro il 2030 la linea raddoppierà con nuovo capolinea nord a Monza Polo Istituzionale: 13km e 12 fermate

M5 Bignami-Monza

Entro il 2030 la linea M5 attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale con i 13 km di binari aggiuntivi. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. L’importo per la realizzazione dell’opera è di 1,3 miliardi di euro, già interamente coperto.

Credits ilcittadinomb.it – Ultime fermate M5 a Monza

Il disegno definitivo dell’opera dovrebbe essere presentato da MM a giugno di quest’anno, rispetto a quanto previsto inizialmente alla fine del 2021. I motivi di questo ritardo sono molteplici: in primis il Covid-19, poi la richiesta di spostamento della stazione Matteotti da parte del comune di Cinisello e di conseguenza quella di Rondinella-Crocetta. A questo si è aggiunta la ridefinizione del nodo di interscambio della stazione Monza Fs con la modifica dell’accesso alla metropolitana, il posizionamento della fermata Villa Reale nel perimetro del Parco, in area naturale protetta, con necessario ottenimento del Procedimento autorizzativo regionale e infine la definizione del capolinea al polo istituzionale. L’assegnazione dei lavori potrebbe essere pubblicata nel primo semestre del 2023, quindi i cantieri potrebbero partire nel 2024 e terminare nel 2030.

# La biforcazione verso Bresso e Cinisello di circa 5,5 km

Sbinamento M5

La linea lilla potrebbe prevedere un ulteriore prolungamento a nord, verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello, con la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bresso con l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Nella legge di Bilancio per il 2021 sono stati inseriti 15 milioni di euro per anticipare la costruzione delle strutture necessarie allo sbinamento della M5 ed è già stato concluso lo studio di fattibilità tecnico ed economica. Il tracciato dovrebbe estendersi per 5,5 km.

# Il prolungamento in direzione Settimo Milanese e il “sogno” Magenta

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Nel 2019 è stato presentato un primo studio preliminare di fattibilità per il prolungamento della lilla a ovest da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove ipotizzate fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Una delibera regionale ha in seguito approvato uno studio di fattibilità per estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta per quasi 20 km di nuovo tracciato. In attesa di definire il rapporto costi/benefici di entrambe le alternative, la soluzione più quotata al momento sarebbe quella di allungare la M5 fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).

Leggi anche: La M5 va oltre SAN SIRO: pronto lo STUDIO di FATTIBILITÀ per l’estensione di 11 chilometri

Continua la lettura: I SEDILI della ELIZABETH LINE mettono i BRIVIDI. Un’idea per la nostra metro?

FABIO MARCOMIN

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Le SCAGLIE d’ORO di Buenos Aires: il nuovo volto di un PALAZZO “FUSION” di Milano

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Credits benedettomarcellosocialstreet IG - Palazzo Scarlatti-Buenos Aires

Tra le stravaganti trasformazioni degli edifici di Corso Buenos Aires è in arrivo una new entry. Dopo il palazzo canarino e l’hotel total black arriva quello ricoperto da scaglie d’oro. Scopriamo dove si trova e come è stato realizzato.

Le SCAGLIE d’ORO di Buenos Aires: il nuovo volto di un PALAZZO “FUSION” di Milano

# La fusione di quattro edifici di diverse epoche all’angolo di Corso Buenos Aires

Credits Urbanfile – Complesso immobiliare riqualificato Buenos Aires

Dopo il palazzo canarino e l’hotel total black un altro edificio di Corso Buenos Aires si prepara a stupire i milanesi. Sta per concludersi infatti il cantiere che ha portato alla fusione di un gruppo di quattro palazzi adiacenti di varia epoca e importanza: un edificio di tre piani di edilizia semplice del primo Novecento di Corso Buenos Aires 51A, il palazzo dèco di via Scarlatti 2 che fa angolo con il corso, il palazzo dai decori liberty semplici di via Scarlatti 4 e infine l’edificio d’angolo con via Tamagno 2 in stile tardo eclettismo diviso in due porzioni. Il progetto, realizzato dallo studio POLA, ha previsto una completa ristrutturazione e ammodernamento di tutto il complesso immobiliare. 

Leggi anche: Corso Buenos Aires sarà PEDONALE nei week end?

# La “maglia metallica” con scaglie dorate che avvolge il complesso immobiliare

Credits Urbanfile – Edificio Scarlatti – Buenos Aires

L’elemento distintivo e più scenografico della riqualificazione è la nuova struttura metallica di scaglie dorate che avvolge come in una maglia tutti gli edifici. Nello specifico il rivestimento unisce tutti i quattro edifici nella parte alta, dove sono presenti gli ultimi piani, mentre ricopre interamente solo il nuovo palazzo, sorto al posto di una storica palazzina dell’ottocento di poco pregio, eccetto per gli spazi lasciati alle finestre strette e lunghe con vista sul corso.

 

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: 5 PALAZZI di Milano così BRUTTI da SEMBRARE BELLI

FABIO MARCOMIN

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Addio alle tende per le VACANZE ON THE ROAD: in arrivo la MINIVILLA PORTATILE

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credits: IG @michael.jantzen22

Caravan, tende, roulotte: ormai ci si può sbizzarrire nella scelta dell’alloggio per una vacanza on the road. Ma si sa, per gli amanti del glamping, spesso non è facile rinunciare allo stile e al comfort del bagno in camera. Ma se esistesse una villetta montabile e rimontabile in pochi minuti

Addio alle tende per le VACANZE ON THE ROAD: in arrivo la MINIVILLA PORTATILE

# Prefabbricazione, modularità e autosufficienza: la casa pieghevole

IG @michael.jantzen22

In che senso villetta pieghevole? Abituati alle solite case che, anche se prefabbricate e rapide da costruire, di certo non si discostano dal suolo, questa minicasa pieghevole è un’idea che può lasciare sconcertati, ma basterà guardare le immagini per capirne la semplicità rivoluzionaria. Una minivilla che si “spacchetta” e si dispiega, le cui parti si aprono come fossero petali di un fiore all’alba.

Un’idea frutto della mente del progettista Michael Jantzen che si base su tre principi: prefabbricazione, modularità e autosufficienza. “Volevo creare un sistema prefabbricato con molta flessibilità in termini di modularità. L’obiettivo era inventare un sistema di componenti, realizzati con una varietà di materiali, che potessero essere assemblati e smontati molte volte in diverse dimensioni e forme, assolvendo a varie funzioni”, ha spiegato l’architetto.

# Una villetta alla portata di tutti

IG @michael.jantzen22

Ed è così che nasce la casa pieghevole. All’apparenza un semplice cubo, che in realtà si apre dando vita ad una vera e propria villetta con veranda, tetto spiovente, stanze interne e una sorta di staccionata che protegge gli spazi all’aperto. Una struttura così semplice e minimale, che, oltre essere potenzialmente fabbricabile da chiunque, è anche davvero economica.

Infatti, anche se per ora la casetta è solo un prototipo, di certo le premesse sono promettenti. Oltre ad essere semplice da trasportare e da montare, anche realizzarla non è complicato. Si può scegliere da un’ampia scelta di materiali e il legno, alla portata di tutti, è l’opzione più economica, prediletta anche dall’architetto e alla quale di certo non manca il glamour.

# Una svolta per gli amanti del glamping

IG @michael.jantzen22

Ed è così che, al prezzo di uno scooter, attorno ai diecimila euro, con stile e senza rinunciare a nessun comfort, con la casa pieghevole tutti avrebbero la possibilità di portare sempre con sé una villetta su misura. Una svolta per gli amanti del glamping e per tutti gli appassionati delle vacanze on the road che, ovunque si trovino e in un battito di ciglia, avranno il luogo perfetto dove trascorrere le loro notti.

Continua la Lettura con: La CASA GIREVOLE che fa risparmiare SOLDI e ti cambia le VACANZE per sempre

SARA FERRI

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