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L’ACCENTO ITALIANO più amato dai MILANESI

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Credits berlui65 IG - Crozza

In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “L’accento italiano che ti piace di più?”. Vediamo la classifica dei più votati.

L’ACCENTO ITALIANO più amato dai MILANESI

#10 Il ligure

Credits berlui65 IG – Crozza

Apre la classifica l’accento ligure. I milanesi sembrano ricambiare con amore il mugugno tipico con cui i liguri li accolgono in vacanza. L’accento di Crozza e di Beppe Grillo è tra i più apprezzati da chi vive a Milano. Forse il migliore per fare ridere. 

#9 Il marchigiano

vale.vezzali IG – Valentina Vezzali

Un mix tra il romagnolo e l’abruzzese rende questa dolce cantilena molto amata, anche se meno nota tra gli italiani. Tipica di una regione tra le più sottovalutate del Bel Paese. 

#8 Il napoletano

Alessandro Siani e Bisio

All’ottavo posto si spazza via il cliché del milanese che ce l’avrebbe con i napoletani. In realtà quel modo di parlare inconfondibile, forse il più celebre nel mondo tra gli accenti italiani, riscuote molto consenso sotto la Madonnina. Trasmette simpatia, leggerezza, voglia di stare assieme. 

#7 Il siciliano

Credits ninofrassicaoff IG – Nino Frassica

Si va ancora più a Sud per trovare un altro accento molto amato dai milanesi. Le “e” finali che diventano “a” sono il marchio di fabbrica del modo di parlare forse più raffinato ed elegante del meridione italiano. 

#6 Il pugliese

Credits: pressreader.com Che bella giornata con Checco Zalone

Forse quello più allegro di tutti. Anche grazie al comico più nazional popolare del momento, Checco Zalone, non può che risultare tra i più amati a Milano dove sono pochi ormai quelli che non vantano almeno un lontano parente che arriva dalla Puglia. “I dialetti pugliesi (che sono peraltro molto diversi tra loro): li trovo spassosi“, sintetizza Lorenzo V. 

#5 Il veneto

teatrostabilebolzano IG – Natalino Balasso

Quinto posto per l’accento “cugino”, forse il più vicino a quello lombardo, soprattutto dalle parti del bresciano. Un accento che trasmette concretezza, voglia di lavorare ma insieme a un’aria di libertà quanto mai desiderata di questi tempi a Milano. 

#4 Il romano

Boldi si finge romano in Tifosi (1999). Credits: @romanzogiallorosso (INSTG)

Altro stereotipo che si infrange. La rivalità Milano – Roma? Non esiste, almeno se si parla dell’accento. I milanesi forse non amano alcuni modi romani di gestire la capitale o l’intero Paese, ma sicuramente apprezzano quel modo di parlare inconfondibile, un po’ Totti un po’ Alberto Sordi, comunque sia divertente ed esplosivo nelle sue battute fulminanti. 

#3 L’emiliano e il romagnolo

hostnonpercaso.it

Forse il più dolce e scanzonato di tutti. Allegria allo stato puro, invitante sia nella sua versione più raffinata a Bologna, Modena o Parma, sia nella variante godereccia lungo la costa. Come illustra in sintesi Barbara Q.: “In generale gli accenti emiliani e romagnoli perché mi mettono buonumore“.

#2 Il toscano

giorgiopanarielloreal IG – Giorgio Panariello

Dall’altra parte dell’alto Appennino troviamo la seconda piazza. Dove in teoria si è data origine la lingua italiana, l’accento con le inconfondibili aspirate, infarcito di toscanismi che qui non si riescono a distinguere dalla grammatica italiana. Lingua molto usata dai comici e, per una breve stagione, anche dai governanti. “Il toscano. Solo a scrivere la parola già sorrido” ci spiega Barbara del G.

#1 Il milanese

Credits zowie.bardelli.zowie IG – Celentano e Pozzetto

Ha vinto facile anche perché giocava in casa. L’accento più amato da chi vive a Milano è il loro. Forse quello più vicino alla lingua italiana corretta, reso più simpatico dal Dogui e dai grandi comici del Derby, con le vette di Pozzetto e Celentano. La vocale finale allungata è una delle caratteristiche più evidenti e di successo ormai a ogni latitudine. “Il milanese è il più bello in assoluto. Musicale, gradevole.” sintetizza al meglioMarta G.

Continua la lettura con: Le 20 PRIME PAROLE che ti vengono in mente quando pensi a Milano

FABIO MARCOMIN

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AUTO e TAXI VOLANTI in servizio già nel 2025: ecco dove

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Credits Embraer - Taxi volanti

La corsa per mettere in servizio auto e taxi volanti è partita in tutto il mondo. Nei prossimi anni la mobilità aerea urbana rivoluzionerà il modo di spostarsi nelle città. Vediamo dove potrebbero partire i primi voli.

AUTO e TAXI VOLANTI in servizio già nel 2025: ecco dove

# La stima del fatturato globale della “Urban Air Mobility” per il 2040 è di oltre 1,4 trilioni di dollari

 Embraer – Taxi volanti

La mobilità aerea urbana arriverà prima di quanto si possa immaginare. Gli scenari immaginati da “Blade Runner” e “Ritorno al futuro” sono distanti solo qualche anno. La stima del fatturato globale del settore di auto e taxi volanti per il 2040 è di oltre 1,4 trilioni di dollari. In Italia i primi voli potrebbero partire entro la fine dell’anno delle Olimpiadi Invernali che si terranno nel 2026, ma c’è chi è in vantaggio sui tempi e si prepara a dominare il mercato.

Leggi anche: I TAXI VOLANTI in arrivo a Milano: da Malpensa alla Stazione Centrale in 15 minuti

# In Corea del Sud è stato avviato un ambizioso programma per fare volare quanto prima auto e taxi

Aeromobili elettrici

Il governo della Corea del Sud ha lanciato il K-UAM Grand Challenge, un programma pensato per selezionare un operatore che lavorerà nei prossimi anni sui test dimostrativi della “Urban Air Mobility” verificando la validità dell’infrastruttura di telecomunicazioni per le operazioni di volo nei cieli delle città. Ci sono già tre colossi industriali, SK Telecom, Hyundai Motor Group e Kakao Mobility, pronti a gestire il servizio di auto e taxi volanti e che hanno infatti comunicato di partecipare a questo progetto.

# Il primo servizio operativo dal 2024, i voli in vendita dal 2025

Hyunday Motor Group – Taxi volanti

Tra le tre aziende in gara SKT sembra essere in vantaggio sulle altre sfruttando la sua esperienza nella gestione delle comunicazioni 4G e 5G e forte della collaborazione con un pioniere del mercato, il produttore di aviazione statunitense Joby Aviation. SKT ha anche già dichiarato che porterebbe in Corea l‘aereo S4 di Joby, capace di ospitare quattro passeggeri e volare fino a 240 chilometri con una singola carica.    

Hyundai punta invece sulla capacità produttiva dei veicoli e ha annunciato che investirà 5 miliardi di dollari per partnership con aziende statunitensi nei settori della robotica, “Urban Air Mobility”, guida autonoma e intelligenza artificiale.

Kakao Mobility ha una consolidata expertise sulla piattaforme di dati e servizi di prenotazione e gestione taxi.

Alla conclusione della selezione l’operatore commerciale individuato dal governo coreano dovrebbe gestire il servizio nelle aree urbane già nel 2024, per poi commercializzarlo nel 2025.

Leggi anche: A LINATE ci sarà il primo VERTIPORTO: nel 2026 i primi voli in AEROTAXI

Continua la lettura con: A Napoli i PRIMI TAXI guidati da ROBOT e AUTOBUS SENZA AUTISTA

FABIO MARCOMIN

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DORMIRE in BOLLE SOSPESE a 10 metri di altezza

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Nel bel mezzo di un bosco si può provare un’insolita esperienza, dormire sospesi a contatto con la natura. Ecco dove è possibile.

DORMIRE in BOLLE SOSPESE a 10 metri di altezza

# Un’esperienza insolita a 10 metri d’altezza

Credits treuscoat IG – Parcabput Groix

Un’esperienza davvero insolita da provare almeno una volta nella vita: dormire sospesi dentro delle sfere a 10 metri d’altezza nel bel mezzo di una foresta che sembra uscita da un libro di fiabe. Il nome di questo particolare “hotel” si chiama Parcabout e per raggiungerlo servono scarpe comode e molta attenzione. Bisognerà infatti percorrere un sentiero poco illuminato e salire attraverso dei ponti e infine delle reti per accedere alle sfere. Questi mini alloggi sono la soluzione perfetta per un soggiorno romantico a stretto contatto con la natura.

# Dove si trovano questi mini alloggi

Credits hdmeek21 IG – Ile de Groix

Il Parcabaout si trova sulla piccola isola di Groix, lunga 8 e larga 3 km, in Francia nell’Oceano Atlantico. L’unico modo per raggiungere l’isola è tramite un traghetto dalla cittadina di Lorient. Oltre ad alloggiare nelle sfere sospese i visitatori possono anche godere di diverse attività sugli alberi, da fare all’interno del parco, che ospita anche un ristorante e una pizzeria, ma anche avventurarsi tra i sentieri che portano fino alle spiagge, a piedi o noleggiando una bicicletta.  

 

Continua la lettura con: DORMIRE in una CAPANNA in cima alle ALPI con vista stelle

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L’ufficio postale più SPERDUTO del MONDO cerca impiegati

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Cambiare lavoro e fuggire dal mondo? Si può fare entrambe le cose rispondendo a un annuncio davvero “esclusivo”. 

L’ufficio postale più SPERDUTO del MONDO cerca impiegati

# Al confine del mondo

All’estremo sud del mondo, sull’isola di Goudier, appartenente ad un arcipelago che si trova tra l’Argentina e l’Antartide, sorge sulle coste un porto naturale: Port Lockroy. Qui è dove i più avventurosi potrebbero trasferirsi per 5 mesi: infatti, l’ufficio postale e il piccolo museo locale cercano personale, disponibile da novembre di quest’anno a marzo dell’anno prossimo.

# I requisiti necessari

La località è gestita dalla UK Antartic Heritage Trust, un’organizzazione britannica che ha lo scopo di salvaguardare il territorio dell’Antartica e di farlo conoscere alle nuove generazioni, così da preservarne il valore nel tempo. É sul loro sito ufficiale (UKAHT – Home) che è possibile candidarsi per questo insolito posto di lavoro.

La selezione prevede dei colloqui che vadano a confermare la presenza dei requisiti più classici come leadership, esperienza nella vendita al dettaglio, gestione del patrimonio e il diritto di lavorare nel territorio del Regno Unito. Ma più importanti ancora sono i requisiti fisici, medici e psichici, che dimostrano o meno se il candidato sarà in grado di vivere 5 mesi in uno dei luoghi più sperduti, freddi e solitari al mondo, insieme ad altri 4-5 colleghi, senza acqua corrente e in spazi piccoli. Perché è in questo che sta la sfida principale.

Coloro che verranno individuati come adatti al ricoprire la posizione lavorativa, dovranno seguire un corso di formazione nel mese di ottobre a Cambridge, Inghilterra.

# Le condizioni e lo stile di vita a Port Lockroy

https://www.ukaht.org/

L’acqua raccolta in grandi silos, il cibo regolarmente recapitato via nave e la corrente elettrica molto limitata rende la vita a Port Lockroy complessa per i più: è necessario rinunciare al cellulare, allo spazzolino elettrico e molte delle altre comodità quotidiane dei giorni nostri. Inoltre è severamente vietato fumare, per una questione di salvaguardia dell’ambiente e della vita del posto, e anche avventurarsi in qualsiasi attività ludica, ricreativa o sportiva all’esterno.

# Pinguini e turisti: le mansioni dell’aspirante

https://global.hurtigruten.com/

Le mansioni richieste sono diverse: gestire il museo e il suo piccolo negozio di souvenir, accogliere i visitatori (che sono molti di più di quanto ci si aspetterebbe, circa 18.000 tra il mese di novembre e marzo) e monitorare la colonia di pinguini che vive sull’isola. Sicuramente niente di simile al fatturare del milanese.

Continua a leggere con: La CITTÀ dove i CITTADINI vivono tutti nello stesso PALAZZO

ALICE COLAPIETRA

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Il QUARTIERE di Milano dove si ABBATTONO gli EDIFICI

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Quartiere Adriano - Abbattimento della Torre dell'Acqua

Prosegue la riqualificazione di uno dei quartieri per troppi anni messo da parte dalle amministrazioni comunali che si sono succedute. Un altro complesso di edifici è prossimo alla demolizione. Vediamo il punto della situazione e i progetti di rigenerazione della zona.

Il QUARTIERE di Milano dove si ABBATTONO gli EDIFICI

# Il complesso immobiliare ex-Aler pronto alla demolizione per lasciare spazio a una nuova area verde

Credits comune.milano – Progetto via Adriano 60

Il quartiere Adriano, nella periferia nord-est di Milano nel Municipio 2, sta rinascendo poco alla volta negli ultimi anni dopo un lungo periodo di scarsa considerazione da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedete. Dopo la torre dell’acqua fatta brillare nell’estate del 2020, in seguito alla delibera del Comune di Milano del 28 maggio, si procederà con la demolizione del complesso immobiliare ex Aler di via Adriano 60, da tempo in abbandono e in grave stato di degrado.

Quartiere Adriano – Abbattimento della Torre dell’Acqua

Il complesso è costituito da due edifici di tre piani, due di due piani e un ultimo stabile di sette piani utilizzato, per superficie totale dell’area è di 20.853 mq. MM Spa si occuperà dall’abbattimento per una spesa complessiva di 2,3 milioni di euro. Entro la fine del 2022 l’avvio dei lavori, per una durata prevista di 4 mesi, a cui seguirà la bonifica dei terreni. La futura destinazione dell’area sarà a verde a servizio dei cittadini.

# Ma si ricostruisce anche: inaugurata la scuola media attesa da 25 anni

Scuola quartiere Adriano

Nei pressi del gruppo di edifici in attesa di demolizione è stata inaugurata pochi mesi fa la scuola secondaria di primo grado attesa da 25 anni, altro tassello della riqualificazione del quartiere Adriano. Ecosostenibile, con classificazione “NZEB” (Nearly Zero Energy Building) e quindi ad altissima prestazione energetica, lo stabile di 3 piani ha pannelli fotovoltaici sul tetto e allacciamento alla rete di teleriscaldamento. L’istituto scolastico a regime potrà ospitare 15 classi ed è dotato di biblioteca e palestra usufruibili anche dalla cittadinanza. 

# Il futuro: la metrotranvia 7 collegherà il quartiere Adriano con le linee M1, M5 e M2 

Metrotranvia nord
Metrotranvia nord

Procedono anche i lavori per l’estensione della metrotranvia 7, parte della futura metrotranvia interquartiere nord, con il cantiere nel tratto da via Anassagora al quartiere Adriano che consentirà ai residenti di raggiungere la fermata della linea M1 di Precotto e quella della linea M5 di Bicocca. La linea si allungherà ulteriormente in futuro fino alla stazione di Cascina Gobba M2.

 

Continua la lettura con: I 7 QUARTIERI più SIMPATICI di Milano

FABIO MARCOMIN

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10+1 SITUAZIONI IMBARAZZANTI sulla METRO

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Credits tdbledsoe IG - Addormentarsi in metropolitana

Viaggiare in metropolitana dovrebbe essere una delle cose più semplici, eppure anche i più assidui utilizzatori incorrono a volte in situazioni spiacevoli e imbarazzanti. Vediamo quali sono le più frequenti.

10+1 SITUAZIONI IMBARAZZANTI sulla METRO

#1 Quando il lettore del tornello non prende il Qr code e si sbatte sulle porte bloccate 

Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

Il biglietto della metropolitana si può acquistare anche tramite l’app di Atm. Si paga e si scarica un biglietto virtuale in formato Qr Code che deve essere passato sul lettore del tornello per accedere alla banchina. Spesso capita che non venga letto perché lo smartphone è troppo vicino, la luminosità dello schermo non è al massimo oppure semplicemente non funziona. Per questo, convinti che tutto fili liscio, si passa il Qr Code e inesorabilmente si sbatte contro le porte del tornello rimaste chiuse.

Leggi anche: I TIPI da METRO: i personaggi ci fanno compagnia in metropolitana

#2 Dover scavalcare perché non viene letto il biglietto

Credits gorgo_n_zola_shitposting IG – Salto del tornello

A mali estremi, estremi rimedi. Sia che si tratti di un biglietto cartaceo o digitale, se non viene letto e il tornello rimane bloccato si ha solo una soluzione soprattutto quando si è di fretta: scavalcare. Di certo una situazione imbarazzante e contro le regole.

#3 Non avere il biglietto

Affrettarsi a raggiungere il tornello e accorgersi solo all’ultimo momento di essere sprovvisti di biglietto è un’altra situazione imbarazzante. Soprattutto se alle spalle si trova una coda imbufalita di altri utenti della metropolitana in attesa di entrare.

#4 Perdere l’equilibrio sulla metro e cadere addosso a una persona

Una delle abilità richieste a chi prende la metropolitana è quella di rimanere in piedi, magari senza attaccarsi ai sostegni anche se rischioso, ma capita a volte di perdere l’equilibrio e di cadere addosso a un’altra persona.

#5 Sbagliare direzione 

Tra le situazioni imbarazzanti non può mancare quella di scendere sul piano banchina, attendere l’arrivo del treno, salire a bordo e accorgersi di avere preso la direzione sbagliata. E’ anche imbarazzante accorgersi prima di salire a bordo di essere dalla parta sbagliata. 

Leggi anche: Le 7 COSE che IMBARAZZANO i MILANESI

#6 Rimanere incastrati nella porta

Credits subwaycreatures IG – Chiusi nella porta della metro

Prendere una metro al volo può riservare delle brutte sorprese. Tra quelle peggiori c’è sicuramente quella di rimanere incastrati nella porta. Un classico, soprattutto nelle ore di punta. Con quegli istanti di terrore che si vivono sperando che la porta si riapra prima di ripartire. 

#7 Parlare al telefono e non accorgersi di urlare

Credits michael_schueller-pixabay- Urlare al telefono

Può capitare di essere così presi da una telefonata mentre si è dentro il treno della metropolitana da non accorgersi che si sta urlando. Basta incrociare qualche sguardo infastidito per provare immediato imbarazzo. 

#8 Fare la figura del guardone

A volte essere curiosi non è un bene perché si rischia di fare delle pessime figure. Una delle occasioni è quando si viene colti in flagrante a guardare il cellulare o il libro di un passeggero seduto al nostro fianco.

#9 Addormentarsi sulla spalla di un altro passeggero

Credits tdbledsoe IG – Addormentarsi in metropolitana

La stanchezza può giocare brutti scherzi. Di ritorno da una lunga giornata di lavoro può capitare di addormentarsi sulla metropolitana, soprattutto se il tragitto è abbastanza lungo. Non ci sarebbe nulla di male se non si finisse con la testa appoggiata alla spalla di chi ci è vicino.

#10 Sbagliato lato all’apertura porte

Anche se la maggior parte delle fermate della metro sono dallo stesso lato, a volte capita che invece le porte si aprano dal lato opposto. Sapere in anticipo il lato corretto di apertura della porta del treno non è sempre possibile, anche se spesso viene indicato da una freccia luminosa all’interno del vagone. Farsi sorprendere dal lato sbagliato mentre si è pronti ad uscire è una situazione alquanto imbarazzante, soprattutto in caso di vagoni affollati. 

#10+1 Stare impalati sul lato sinistro della scala mobile

Tenere la destra

Come ultimo c’è anche quello più frequente. Non solo. E’ anche un modo per distinguere chi non è milanese. Stare impalati sul lato sinistro della scala mobile intralciando il cammino di chi va a velocità superiore è forse il crimine peggiore che si può commettere sulla metro di Milano. Su questo il milanese non transige e si sente di dover manifestare la sua insofferenza anche quando si trova sulla metro di altre città. 

Leggi anche: I 7 TIPI da PASSANTE: chi sono i suoi abituali frequentatori?

Continua la lettura con: METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

MILANO CITTA’ STATO

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San Siro: 12 PROGETTI per rilanciare il QUARTIERE GREEN di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Zona San Siro

Nell’area di San Siro si stanno concentrando numerosi progetti di riqualificazione che trasformeranno radicalmente il quartiere pur tenendone separate le diverse anime presenti al suo interno. L’idea dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi è quella di creare nuovi spazi, aree verdi e isole pedonali per metterle in connessione. Vediamo le ipotesi sul tavolo.

San Siro: 12 PROGETTI per rilanciare il QUARTIERE GREEN di Milano

# Il piano d’area “Mosaico San Siro” per riconnettere le zone separate all’interno del stesso quartiere 

Il rendering del progetto del nuovo trotto

L’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi ha illustrato il piano d’area del «Mosaico San Siro», il primo dopo decenni a Milano, un quadrante interessato da grandi progetti di rigenerazione: dal nuovo stadio, all’Ippodromo, a Piazza D’Armi, al bando Pinqua per il quartiere Selinunte. Nell’analisi emerge come nello stesso quadrante convivono cinque città diverse, spesso male e senza collegamenti: “C’è la città dei Recinti e delle barriere. Lo stadio, il sistema degli Ippodromi, il San Carlo, Piazza d’Armi, le caserme. Aree invalicabili che si aprono solo quando esercitano la loro funzione“. L’obiettivo è suggerire come investire gli oneri di urbanizzazione di tutti gli interventi in corso e futuri per riconnettere le diverse anime del quartiere.

Leggi anche:  SAN SIRO: Partiti i lavori per la RIGENERAZIONE URBANA nell’EX TROTTO

# 12 progetti ipotizzati per il rilancio della zona

Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro

Sono 12 i progetti ipotizzati dall’assessore Tancredi e riguardano la creazione di nuovi spazi per la socialità, aree verdi e isole pedonali. Tra questi troviamo:

  • l’apertura di un percorso ciclo-pedonale pubblico all’interno dell’Ippodromo e dell’area dello stadio per favorire il collegamento da Monte Stella a San Siro;
  • la riduzione delle carreggiate delle strade e la loro depavimentazione;
  • la trasformazione di via Harar e via Rospigliosi da strade di grande scorrimento in una sequenza di piazze con esercizi di vicinato nei piani terra;
  • la trasformazione di via Novara in una strada urbana di collegamento tra i grandi parchi a vocazione ciclabile;
  • la riqualificazione, assieme ai fondi del Pnnr, degli edifici popolari più problematici;
  • la realizzazione di palestre a basso costo, con gli oneri di costruzione del nuovo stadio, convenzionate con il Comune e magari sponsorizzate da Milan e Inter per invogliare i ragazzi a praticare sport.

 

Fonte: Milano Corriere

Continua la lettura con: Il DERBY si giocherà a SESTO? Il RENDERING di Norman Foster e la REAZIONE di SALA

FABIO MARCOMIN

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QUESTE sono le 7 BRIOCHE più BUONE di Milano (secondo Vice)

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Marco Giarattana e Roberta Abate per il magazine Vice sono andati alla ricerca delle brioche più buone della città. Scopriamo insieme questa selezione.

QUESTE sono le 7 BRIOCHE più BUONE di Milano (secondo Vice)

#1 Pasticceria Ziva in zona De Angeli

La pasticceria Ziva in zona De Angeli, aperta due anni fa, nasce grazie a Marcello Salvatori, discendente di una famiglia di fornai e con un passata esperienza come lievitista da Carlo Cracco. La brioche provata è ben fatta, con una crosta dal colore bruno seducente e un’alveolatura ricca. Ricoperta da un leggero strato di zucchero a velo, si distingue per un abbondante ripieno di crema pasticcera.

#2 Boulangeria/Pastisseria di Alain Locatelli in via Coni Zugna

Nella Boulangeria/Pastisseria di Alain Locatelli in via Coni Zugna, zona Solari, si trova di base la brioche vuota che viene farcita sul momento. Sul dorso non c’è zucchero a velo ma qualche striatura di glassa. La brioche è fragrante fuori, ariosa e soffice dentro, il burro è ben dosato, la quantità di crema all’interno è perfetta ed è ben bilanciata tra la parte zuccherina e quella amara delle nocciole. 

#3 Clivati dal 1969

Aperta dal 1969, Clivati è una delle storiche pasticcerie di Milano. La brioche del test è senza zucchero sulla superficie ma con una glassa più accentuata rispetto a quella di Locatelli e con qualche granella di pistacchio. La sfoglia è aggraziata, con un colore più dorato rispetto alle precedenti, il suono al morso suona raffinato, mentre il ripieno è fatto con una delicata crema chantilly al pistacchio.

 

#4 Cucchi dal 1936 in Corso Genova

La Pasticceria Cucchi, fondata nel 1936 da Luigi Cucchi e sua moglie Vittorina col nome di Cafè Chantant, conserva ancora il fascino di un tempo coi banconi in legno scuro e i lampadari di cristallo in stile candeliere. La brioche ha gli angoli che si piegano in dentro formando un paio di corna. Si presenta con una consistenza più croccante, poche briciole sul tavolo, la crema pasticcera è di un giallo intenso e dalla dolcezza di livello medio, zucchero a velo generoso a far da copertura.

 

#5 Il Panificio di Davide Longoni in via Tiraboschi

La forma della brioche del Panificio Longoni è più larga al centro e oblunga e snella alle estremità senza curvature. Ricoperta da una glassa, la crema pasticcera è dolce senza oltrepassare la soglia con profumo di agrumi a caratterizzarla, la crosta emana equilibrio tra note grasse e caramellate, raffinata e friabile.

 

#6 Pavé – Break in via della Commenda

Da Pavé Break in zona Crocetta la prova ricade su una brioche alla confettura d’albicocca. La sfoglia risulta consistente, le punte sono croccanti e il burro si fa sentire. La confettura è prodotta in loco ed è di qualità elevata, con un giusto equilibrio tra acidità e dolcezza a cui si aggiunge una piccola nota amara. 

 

#7 Il panificio-pizzeria Crosta in Porta Venezia

L’ultima brioche inserita nell’elenco delle più buone di Milano secondo il magazine Vice è quella del panificio-pizzeria Crosta nel suo primo locale di via Bellotti. Si discosta maggiormente dalle altre provate nel tour gastronomico. Ha una forma tozza e panciuta ma con gli angoli aguzzi, la sfoglia è di un colore giallo tenue con qualche striatura prodotta dal calore del forno. La dose di burro è ridotta, l’unico neo è la poca crema al suo interno.

 

Fonte: Vice

Continua la lettura con: L’ISOLA delle BRIOCHE COLORATE

FABIO MARCOMIN

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7 modi per SCONFIGGERE il CALDO a Milano

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Si, ok, a poco più di un’ora di auto c’è davvero tutto e ad ancora meno ci sono i laghi, ma che fare durante la settimana se si è costretti ad uscire? Vediamo insieme qualche piccolo aiuto per contrastare il caldo a Milano.

7 modi per SCONFIGGERE il CALDO a Milano

# Un bicchiere con acqua e limone spremuto

Partiamo dalla colazione e, nello specifico, dall’acqua, rimedio principe contro il caldo e la conseguente disidratazione. Durante i mesi estivi la media dell’idratazione consigliata per adulti e piccini è pressoché raddoppiata. Un consiglio per rinfrescarci subito già sin dalle prime ore del mattino è quello di bere acqua (fredda, ma non gelata) con limone spremuto. Le proprietà della vitamina C, oltre al potere antiossidante e diuretico, aiutano a contrastare il caldo con effetti benefici che partono soprattutto dalla pelle.

# Una fresca colazione a base di frutta e yogurt magro

Dopo un’abbondante idratazione, quello che può sicuramente aiutarci è consumare della frutta fresca e di stagione come melone o anguria, quest’ultima molto ricca di zuccheri e quindi preferibile al mattino rispetto alla sera per evitare gonfiori. L’ideale poi sarebbe un pugno di cereali con uno yogurt magro, leggero e nutriente. Molto meglio di un cappuccio e brioche, soprattutto con un caldo torrido come quello a cui siamo ormai abituati. Provare per credere.

# Il magico trio: bici, cappello e magliette bianche

Una volta archiviata la colazione, bisogna capire come organizzare la giornata e, di conseguenza, decidere come uscire. Se non abbiamo la sfortuna di dover mettere una divisa scura o comunque indumenti pesanti per lavoro, meglio prediligere magliette bianche e di una buona qualità e una scarpa traspirante. Inoltre da molti anni non va quasi più di moda il caro vecchio berretto da baseball, ed è un male, perché al netto del non sembrare ridicoli o di outfit imposti dalla professione (avete mai visto un amministratore delegato o un direttore di banca con cappello e t-shirt?) coprirsi dal sole soprattutto nelle ore calde è qualcosa che molto spesso si sottovaluta. Per muoversi poi, meglio la bici dei mezzi pubblici. Il caldo non sparirà, ma un po’ d’aria sarà assicurata.

# Prendere le cose con ancor più calma

Ok, abbiamo capito cosa mangiare a colazione e come vestirci. Ora però siamo fuori casa e, per evitare di cinturarci fissi al condizionatore dell’ufficio (che neanche quello è così sano come sembra) c’è un fattore che spesso è quello che trascuriamo più di tutti: il tempo. Normalmente, fare le cose di fretta non dovrebbe essere mai la scelta migliore, neanche di coloro che sono molto impegnati. Se fa caldo, poi, i livelli di concentrazione calano molto più velocemente che d’inverno e la stanchezza è in agguato. Un modo per contrastare tutto ciò è fare tutto, ma proprio tutto con un pochino più di calma del ritmo a cui siamo abituati.

# Al posto della pausa caffè, la pausa granita (o smoothie)

E poi dovrà arrivare anche il momento della pausa pomeridiana. Quella che tendenzialmente si fa col caffè (a proposito, meglio diminuire anche quello) e d’inverno con un tè. Il gelato sembrerebbe la risposta a tutti i problemi, ma se lo stesso non è davvero buono e, come spesso accade, contiene una montagna di zucchero in più di ciò che sarebbe richiesto, otteniamo l’effetto contrario, ci viene ancora più sete e ci disidratiamo in un batter d’occhio. Consiglio dell’ultim’ora: provate una buona granita (anche questa, rigorosamente, fatta con i soli zuccheri della frutta). Anche al netto di una qualità per così’ dire “basic”, il ghiaccio sarà sicuramente più rinfrescante della panna montata. Se invece non andate pazzi per la granita, provate uno smoothie.

# Un bel bagno con bicarbonato o una doccia ad acqua alterna

Una volta rientrati a casa bisognerà pur rinfrescarsi. La doccia andrebbe fatta ad acqua alternata calda-fredda. Non cadete nel tranello di farla solo calda per rinfrescarvi di colpo una volta usciti, e neppure fredda per non rischiare un piccolo malanno. L’alternanza fra caldo e freddo assicura una maggiore fluidità di circolazione sanguigna e conseguente benessere per tutto il corpo. Se invece avete il tempo e la voglia di un bagno, un rimedio anti-afa è quello di aggiungere all’acqua un paio di cucchiai di bicarbonato di sodio, per rinfrescare la pelle e controllare la sudorazione corporea.

# Il parco, l’Idroscalo e i bagni misteriosi

Extrema ratio, affidarsi all’ombra dei parchi partecipando ad esempio a corsi di yoga all’aperto al Parco Sempione, oppure buttarsi nelle acque del mare di Milano, che sappiamo benissimo non essere il massimo della vita, ma a dispetto di un’acqua che non potrà mai essere come quella del mare offre in compenso un sacco di attività sportive e ricreative come canottaggio, wakeboard e anche surf su onda artificiale. La sera, invece, il posto più fresco e magico di Milano dove gustare un buon aperitivo è certamente il centro dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti. Ci siete mai stati?

Continua a leggere: 10 ESPERIENZE particolari da fare quest’ESTATE

CARLO CHIODO

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A come Ambrogio, B come Brera: come dovrebbe essere uno SPELLING MADE IN MILANO

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tommaso picone da Pixabay

D come Domodossola, I come Imola, O come Otranto. Ma come dovrebbe essere un autentico spelling milanese?

A come Ambrogio, B come Brera: come dovrebbe essere uno SPELLING MADE IN MILANO

#OK, lo spelling è giusto

tommaso picone da Pixabay

L’alfabeto telefonico in uso da decenni in Italia è la risposta ad un’esigenza oggettiva: dettare al telefono le lettere di nomi, cognomi o parole complicate.
La qualità audio delle conversazioni telefoniche non è sempre stata delle migliori. Anche oggi che i servizi sono in HD Voice, l’orecchio tende a confondere la “D” con la “T” inducendo in errore gli interlocutori.

Pare che a consolidare le attuali usanze, abbia contribuito “OK il prezzo è giusto”, popolare trasmissione TV anni ’80.
Visto che l’alfabeto telefonico non è mai stato codificato, che ne pensate se a Milano ce ne facessimo uno ad hoc? Potrebbe essere usato per farci capire ancora meglio tra di noi. 

come Ambrogio. Come si potrebbe iniziare meglio l’alfabeto che con il santo patrono? 

come Brera. Quel br…ivido iniziale rende la b molto più comprensibile di una vaga Bologna o Colonia?

come Circonvalla. Confine mentale e fisico della città che farebbe distinguere agevolmente la c. 

come Duomo. Il monumento più rappresentativo, ricercato e visitato, molto più riconoscibile ed edificante di Domodossola. 

come Expo. La manifestazione che restituito a Milano il lustro che merita. Inserirla nello spelling sarebbe un modo per ricordarci sempre di quel periodo magico. 

come Fuorisalone. Anche se a Milano molti utilizzerebbero un’altra parola più volgare, ci sembra più opportuno abbinare alla effe all’evento diffuso più celebre al mondo. 

come Galleria. Star milanese di Instagram.

come Hinterland. La acca è un trabocchetto in italiano anche perchè non ha suono suo, si manifesta solo se accompagnata a un’altra lettera, un po’ come l’hinterland con Milano. 

come Isola. Un quartiere della Milano più autentica che rimanda anche a orizzonti lontano. Ideale per lo spelling. 

come Lambrate. O Lambro, o Lambretta, luogo fortemente identitario. 

come Madunina. Si potrebbe rinforzare accennando anche l’inno, Che te brillet de lontan.

come Navigli. N come Napoli? No, come Navigli. Più facile. 

come Oh bej, Oh bej. Spelling ben più raffinato e creativo di Otranto. 

come Politecnico. Con la p non ci si può dimenticare del migliore ateneo pubblico d’Italia. 

come Quadrilatero. Qui nello spelling ci si incarta. Una città con la q? Ci si arrampica sui quadri. A Milano arriva in soccorso il quadrilatero, della moda o del silenzio. 

come Risotto. Qui a Milano è doveroso trovare un delizioso sostituto alla capitale. 

come Scala. Dedichiamo la esse al teatro lirico più famoso del mondo. 

come Tangenziale. Croce dei milanesi, un po’ come Torino. 

come Uélla. Saluto milanese che più milanese non si può, perfetto per descrivere la u. 

come Varesine. Sul finale dell’alfabeto si può cedere alla nostalgia, per il luogo sostituito dallo skyline.

… nella Milano di Sala è stata soppressa.  

Contina la lettura con: Le 5 PERIFERIE più IDENTITARIE di Milano

LAURA LIONTI

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Al TRAMONTO sul TETTO del Duomo con APERITIVO e MUSICA: ecco quando e come

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Credits la.roby.gi IG - Terrazze Duomo di Milano by night

Sul tetto del Duomo: uno dei luoghi più magici di Milano. La Veneranda Fabbrica del Duomo vuole far scoprire la cattedrale della città a turisti e milanesi con possibilità di visita delle terrazze al tramonto e nuove iniziative culturali ed enogastronomiche. Scopriamo quali sono e come è possibile partecipare.

Al TRAMONTO sul TETTO del Duomo con APERITIVO e MUSICA: ecco quando e come

# Ogni giovedì si potrà salire sulle terrazze al tramonto e partecipare a una visita guidata 

Credits la.roby.gi IG – Terrazze Duomo di Milano by night

La Veneranda Fabbrica del Duomo propone un “pacchetto” di visite e idee adatte a milanesi e turisti per godersi appieno la suggestione della cattedrale. Fino al 28 luglio si potrà salire sulle terrazze al tramonto, ogni giovedì fino alle 22, con accesso tramite ascensore. Sempre lo stesso giorno della settimana si potrà partecipare alla passeggiata tra le guglie della durata di un’ora con una guida dedicata: “Un’esperienza – come sottolineato dalla Veneranda Fabbrica – da fare almeno una volta nella vita per scoprire suggestivi scorci e prospettive verso la città, con la possibilità di ammirare al tramonto le 135 guglie, gli ornati, la statuaria, la Madonnina e le architetture gotiche».

Leggi anche: Sul TETTO del DUOMO di NOTTE: esteso l’orario per godersi Milano al TRAMONTO

# Musica tra le guglie e aperitivo al Museo del Duomo

Credits milanoweekend – Concerti sul Duomo

Tra le esperienze che si possono provare sul tetto del Duomo di Milano ci sono anche i concerti di musica classica, con melodie di violini, violoncelli, arpe, flauti e oboi. Dalle ore 20.30 circa di ogni giovedì un accompagnamento musicale dal vivo guiderà i passi di tutti i presenti tra le alte guglie della Cattedrale. Il calendario degli eventi disponibili è consultabile in fase di acquisto del biglietto per la salita sulle terrazze.

Martedì 14 giugno e martedì 12 luglio dalle ore 18.30, si potrà invece visitare il Museo del Duomo in orario di apertura straordinario degustando un aperitivo nel suggestivo cortile interno dove si può ammirare la riproduzione della celebre Madonnina. Nella limitrofa Chiesa di San Gottardo in Corte si potrà invece assistere a seguire un intenso concerto della Cappella Musicale del Duomo, diretta da Mons. Massimo Palombella. 

Continua la lettura con: Questi sono i 10 LUOGHI di MILANO per far esplodere la PASSIONE

FABIO MARCOMIN

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La PROPOSTA SHOCK di Tozzi: chiudiamo le strade di Roma alle auto

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ph. wal_172619 Pixabay

Scoraggiare a tutti i costi il traffico privato. Arrivando perfino a impedire alle auto l’accesso alle strade romane. Questa la proposta di uno scatenato Mario Tozzi che potrebbe avere molti estimatori anche a Milano. Vediamo le sue idee e le perplessità di chi preferisce un approccio non ideologico al problema. 

La PROPOSTA SHOCK di Tozzi: chiudiamo le strade di Roma alle auto

# Città senz’auto? 

ph. Peter H da Pixabay

Senza alcun freno Mario Tozzi, geologo, ricercatore del CNR e divulgatore TV, Key Note Speaker di MobilitARS, sul tema “Città senz’auto”.
Affermazioni forti del presidente del Parco dell’Appia Antica, che prende di mira il trasporto su gomma e rivela la ricetta, ormai non più tanto segreta, di come progettare Roma senz’auto.
Tozzi, come tutti gli esperti di settore, sentenzia che il problema è la storica scelta di aver agevolato il trasporto stradale, a scapito ad esempio di quello ferroviario.
Piano piano, però, il discorso scivola nei particolari e questi ultimi sono molto hard: “togliere le auto per incentivare il trasporto pubblico”. 

Leggi anche: Le TANGENZIALI sempre più INGOLFATE: 5 proposte per ridurre il traffico

# “Togliere le auto private incentiva il trasporto pubblico”

ph. S. Hermann & F. Richter da Pixabay

Secondo Mario Tozzi, in mancanza di una fitta rete metropolitana “Il traffico sui mezzi pubblici non può essere migliorato di qualità, se non fai cessare prima il traffico privato“.
La teoria del geologo è che i mezzi pubblici a Roma non funzionano a causa della concorrenza delle auto. Senza auto i mezzi pubblici sarebbero obbligati a funzionare meglio. 

Leggi anche: Mobilità senza TABÙ: 5 idee per ridurre traffico e inquinamento in modo più accessibile anche per chi vive fuori dal centro

# “ZTL e ciclabili DEVONO rubare il posto alle auto”

ph. Pexels da Pixabay

Un paio di accenti, Tozzi li mette anche sulle “grandissime difficoltà [ripetuto ben due volte n.d.a.] necessarie per realizzare le zone pedonali“.
Troppe lamentele. Prima i commercianti che temono il calo degli incassi. Poi la peculiarità che a Roma il commerciante vorrebbe l’auto davanti alla propria bottega (come se questo fosse un reato).
Adesso, con la nuova normalità, le lamentele sono contro le ciclabili che ruberebbero posto alle autovetture. Ma è proprio quello devono fare ha spiegato Tozzi: “Tu devi essere così scoraggiato dall’uso dell’autovettura che la lasci a casa e basta”. Le auto occupano lo spazio pubblico con la loro “sosta selvaggia”, ma se lasciamo tutti l’auto a casa va bene o non va bene?, questo si chiede Tozzi. Che rincara la dose. 

Leggi anche: Come RISOLVERE il TRAFFICO sulla parte Nord delle TANGENZIALI

# “Serve un limite alla libertà individuale di andare dappertutto”

ph. Luu Do Pixabay

Tozzi si domanda “come uscire da questo groviglio di lamiere che sono oggi le nostre città
Oltre a interrogarsi, essendo il key note speaker, il professore è in grado anche di rispondersi, con una proposta davvero hard: “serve un limite alla libertà individuale di andare dappertutto”.
Secondo Tozzi le automobili sono anche responsabili delle cosiddette “isole di calore” e – a parte questo – dobbiamo capire che il futuro dei nostri spostamenti “dovrà essere modulare, altrimenti non se ne esce.
Lo spostamento fatto con un mezzo a motore endotermico, nei primi 5 km, è la cosa più antieconomica possibile, “La città dev’essere più vivibile e resiliente e dalla Natura abbiamo molto da imparare”.

Tutte idee molto belle, in linea con la moda superecologista che si sta diffondendo nell’informazione e nella politica mainstream. Ma proviamo a fare l’avvocato del diavolo: siamo così sicuri che la strada giusta sia la guerra alle auto?

Leggi anche: Da Milano sull’altopiano SENZA utilizzare l’AUTO: la FUNIVIA da sogno si farà?

# Dietro ogni auto c’è un essere umano 

ph. wal_172619 Pixabay

La lotta senza quartiere alle auto, assume i contorni inquietanti di una caccia alle persone.
Proprio Tozzi, che ha esordito il suo speech affermando che “per ridurre le auto ci sono mille modi“, si concentra sui proprietari, rivolgendo a loro le sue frasi shock.

La vera questione è: non stiamo esagerando a farci gli affari degli altri? Presumere che l’auto sia il male significa avere l’arroganza di pensare che chi la usa potrebbe farne a meno. Invece se pensassimo che per la maggioranza l’auto è una necessità, per lavorare, per portare merci o persone, o perché no?, anche per vivere, perché l’esistenza è fatta anche di libertà di movimento, potremmo acquisire un diverso approccio. Soprattutto, se sostituissimo l’arroganza di sostituirci agli altri con l’umiltà di comprendere gli altri potremmo cercare delle soluzioni che mettano d’accordo tutti. L’esigenza delle persone di poter lavorare e vivere con quella di poterlo fare in armonia con gli altri. Forse più che di avere meno auto la priorità nell’Italia di oggi dovrebbe essere questa: recuperare l’umiltà e il rispetto verso ciò che gli altri decidono di fare nella loro vita. Per giungere a soluzioni migliori senza ergerci ad arbitri o a esseri superiori che possano decidere cosa sia meglio per gli altri. 

Fonte: Bikeitalia
Il video completo del key note speech è disponibile qui

Continua la lettura con: MIND: sarà la città SENZ’AUTO pilota per Milano?

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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AFFITTI alle STELLE a Milano: le 3 CAUSE principali

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Credits: @webantv IG Murales AMA in via del Turchino a Milano

Vivere a Milano è diventato insostenibile per un buona parte dei cittadini e prendere un’immobile in affitto è ormai un’impresa. Vediamo quali sono le cause principali.

AFFITTI alle STELLE a Milano: le 3 CAUSE principali

# La carenza di alloggi

credit: sinistraxmilano.org

Una delle cause principali del costo elevati degli affitti è la carenza di alloggi disponibili sul mercato, con immobili vecchi e poco appetibili che contribuiscono a far lievitare i prezzi di quelli presenti. Le quotazioni medie a Milano si aggirano attorno ai 20 euro al mq con l’aumento più consistente in termini assoluti da dopo la pandemia.

# La ripresa dell’economia dopo il Covid

Credits francesco ungaro-unsplash – Diamantone Porta Nuova

La ripresa dell’economia è un altro fattore che ha favorito l’aumento dei prezzi. Emblematico il caso degli affitti brevi durante il Salone del Mobile, con le locazioni schizzate alle stelle rispetto al periodo pre covid. Inoltre, la diminuzione dello smart working nelle aziende ha fatto crescere la richiesta di appartamenti per chi lavora in città ma proviene dall’hinterland o da fuori la Città Metropolitana di Milano con conseguente aumento dei valori immobiliari.

# L’impennata dell’inflazione

Credits Pexels- Mercato

Un’altra causa è l’impennata dell’inflazione, complice la crisi energetica e la guerra in Ucraina oltre che a una forte speculazione, con l’aumento dei prezzi al consumo per le famiglie che si riflette anche sull’entità economica dei canoni di locazione. A Milano l’inflazione è cresciuta più che nelle altre città superando il 6%, numeri che non si vedevano da 30 anni. Per fare un raffronto, un affittuario che vive nel capoluogo lombardo nel corso del 2022 pagherà in media 41 euro in più rispetto al 2021, mentre un residente a Roma ne pagherà 9 in meno.

Continua la lettura con: La CASA dei SOGNI per i MILANESI? A CITYLIFE

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La NUOVA FERROVIA MILANO-MALPENSA: collegherà meglio la città all’aeroporto?

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Malpensa-Gallarate

È ufficiale, sta per essere realizzata una nuova ferrovia che collega la città all’aeroporto di Milano Malpensa. Il cantiere inizierà ad ottobre ma intanto si stanno facendo tutte le verifiche del caso per poter partire con i lavori. Ecco di cosa si tratta.

La NUOVA FERROVIA MILANO-MALPENSA: collegherà meglio la città all’aeroporto?

# Nuovo collegamento tra Malpensa e Gallarate

Malpensa-Gallarate

L’obiettivo è concludere la nuova linea ferroviaria che collega Milano-Malpensa entro la fine del 2024. Il tracciato dovrebbe collegare il Terminal 2 dell’aeroporto a Gallarate, progetto che già nel 2015 aveva ottenuto finanziamenti dall’Unione Europea. Per realizzare il nuovo tracciato si vuole comportare il minor impatto ambientale possibile: con un totale di 211 milioni di euro di investimenti, suddivisi tra Regione, UE e privati, si realizzerà, come riporta milanotoday.it, “un tracciato ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto e la linea Rfi del Sempione, per una lunghezza di circa 4,6 km di nuovo tracciato verso Gallarate più 1,1 km di raccordo verso Casorate Sempione”.

# Si vogliono potenziare gli itinerari da Malpensa a Milano

Credits: @volamalpensa
Malpensa

Ma Milano-Malpensa non sono già collegati? Con il Malpensa Express, che va da Milano Centrale a Milano Malpensa, il collegamento tra la città e l’aeroporto poteva già definirsi efficace. Con il nuovo tracciato tra il Terminal 2 dell’aeroporto e Gallarate però gli itinerari verso l’area di Milano saranno potenziati e l’aeroporto potrà diventare un nodo di interscambio molto più importante. Da Malpensa partiranno infatti servizi ferroviari di breve e medio raggio, ad alta velocità e transfrontalieri.

I cantieri della nuova ferrovia inizieranno ad ottobre. Fino ad ora le imprese che hanno vinto l’appalto stanno bonificando l’area, tagliando piante e facendo le verifiche archeologiche. Pronte poi per partire dopo l’estate con la realizzazione effettiva.

Continua la lettura con: 🛑 La nuova frontiera del CAR SHARING milanese: esteso fino a MALPENSA

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Con 28 corse al giorno ci pensa il TRENO CARAVAGGIO a fare riscoprire ai milanesi il PORTO DIMENTICATO

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Credits francescosessa IG - Monte Grumello

Per certi aspetti potrebbe essere considerato il porto dimenticato di Milano. Con l’entrata in vigore dell’orario estivo prenderanno servizio i nuovi treni Caravaggio per collegare Milano a una piccola località che si affaccia sul lago di Lugano. Per decenni una delle mete più ricercate dai milanesi per una gita fuori porta, anche se negli ultimi anni è finita nel dimenticatoio. Vediamo tutte le corse previste e cosa c’è da vedere in questa “perla” sul lago.

Con 28 corse al giorno ci pensa il TRENO CARAVAGGIO a fare riscoprire ai milanesi il PORTO DIMENTICATO

# I nuovi treni Caravaggio per collegare Milano al Lago di Lugano

Credits: ilcittadinomb.it – Caravaggio

Con l’entrata in vigore dell’orario estivo da domenica 12 giugno, sulla linea Milano-Varese-Porto Ceresio entreranno in servizio i nuovi treni Caravaggio a cinque carrozze che mettono a disposizione dei passeggeri 611 posti a sedere. In totale saranno 28 le corse giornaliere, pari al 75% dell’offerta, mentre sulle restanti rimarranno in circolazione quelli a quattro carrozze. Verrà attivata anche una nuova corsa nei giorni feriali tra Varese e Milano Porta Garibaldi con partenza alle ore 19.06 e arrivo alle ore 19.58.

Una grande occasione per riportare più vicina a Milano una delle località sull’acqua più frequentate in passato dai milanesi. 

Leggi anche: Novità per le FERROVIE lombarde: arriva il nuovo TRENO del SILENZIO

# Porto Ceresio, il porto “dimenticato” dai milanesi

Credits angela_dm74 IG – Lungolago Porto Ceresio

In provincia di Varese, affacciato sul lago di Lugano, c’è una delle perle lacustri più vicine ma più snobbate dai milanesi: Porto Ceresio. Separato dalla Svizzera dal Monte San Giorgio, che si innalza in mezzo ai due rami del Lago, la località è raggiungibile dal capoluogo lombardo in cinquanta minuti di auto oppure in treno partendo dalla stazione di Porta Garibaldi. Proprio di fronte a Porto Ceresio si trova Morcote, nominato “il villaggio più bello della Svizzera”. Eppure la controparte italiana non gode di un simile fascino. E dire che avrebbe molti motivi di attrazioni. Vediamone alcuni. 

Leggi anche: a un’ora da Milano il villaggio più bello della Svizzera

Credits francescosessa IG – Monte Grumello

Anticamente borgo di pescatori, oggi Patrimonio Unesco grazie alla straordinaria biodiversità naturale e ricchezza di fossili sul territorio dominato dal Monte San Giorgio, Porto Ceresio è stato per lungo tempo accomunato al capoluogo lombardo, come porto del Ducato di Milano.

Non solo. Fino alla metà del secolo scorso è stata una delle spiagge più ricercate dai milanesi per una gita fuori porta. Non è però questa l’unica attrazione di Porto Ceresio. Nel centro si può passeggiare tra le antiche case, oppure si può salire sul Monte Grumello per ammirare dall’alto un’incantevole panorama sul lago di Lugano, o ancora visitare la frazione Cà de Monte ai piedi del Monte San Giorgio, una borgata dall’antico fascino rimasto intatto dove fermarsi per degustare i piatti tipici  tipici della cucina di una volta.

Porto Ceresio rappresenta poi uno straordinario punto di partenza per visitare il territorio attorno al lago di Lugano. Raggiungibili in battello ci sono Morcote, il “villaggio più bello della Svizzera”, e la stessa Lugano. Il Comune ha anche un profilo internazionale: fa parte della comunità di lavoro Regio Insubrica, ente di cooperazione transfrontaliera che federa alcune province di Lombardia, Piemonte e Canton Ticino. 

Caravaggio riuscirà a far vivere ai milanesi un’esperienza alternativa alle escursioni in Liguria?

Milano-Porto Ceresio in treno

Continua la lettura con: Il TRENO dei SAPORI, il viaggio più gustoso della LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno a CORDUSIO

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https://hotelmilanoscala.it/it/hotel-terrazza-panoramica-milano/

L’appuntamento con la fermata del giorno è nel cuore di Milano. Chi non è mai sceso a Cordusio? Queste le 10 cose più interessanti che si trovano nei dintorni. 

FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno a CORDUSIO

# The Gallery Cafè Meravigli – Dove il gusto incontra l’arte

 
https://milanobeatradio.it

Costruita tra il 1928 e il 1930, questa galleria commerciale in stile liberty, dominata dal tetto in vetro e ferro e dal pavimento cosparso di mosaici originali, ospita un cafè e cocktail bar in cui poter godere di colazioni, pranzi e aperitivi. Si trova tra Via Gaetano Negri e Via Meravigli.

# Il monumento: il Dito

L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”

Questo monumento, conosciuto come “Il Dito”, in realtà è stato intitolato dall’artista artefice – Maurizio Cattelan – “L.O.V.E.”, acronimo di Libertà, Odio, Vendetta, Eternità.

Posta di fronte il Palazzo della Mezzanotte, il palazzo della Borsa milanese in Piazza Affari, è una delle sculture più curiose e irriverenti di sempre, soprattutto perché il significato che si può dedurre risulta in netto contrasto con lo stile classico e monumentale dell’opera, con i suoi 11 metri complessivi di marmo di carrara.

Leggi anche: LOVE di Cattelan

# La casa museo: Palazzo Clerici

https://www.milanoweekend.it/

In Via Clerici 5 si trova questo bellissimo antico edificio realizzato in uno stile barocco italiano, risalente al ‘600. Sale da ballo, scalinate monumentali, soffitti affrescati e le gallerie di quadri e arazzi: visitare Casa Clerici è una delle più belle esperienze che la zona intorno a Cordusio offre.

# Le rovine storiche: il Museo Sensibile del teatro romano

https://www.in-lombardia.it/

Una volta, in quella che è oggi Via S. Vittore Al Teatro, sorgeva un teatro romano. Ciò che ne è rimasto, dopo 2000 anni di storia, è conservato nella sede della Camera di Commercio, nel Palazzo Turati. Visitarlo è una vera e propria esperienza che coinvolge tutti i sensi: come sostiene la Camera di Commercio sul proprio sito, l’obiettivo è quello di “coinvolgere i visitatori in modo profondo, attraverso odori, suoni evocativi e le parole della Casina di Plauto, recitate da Giorgio Albertazzi”. 

# Palazzo Francesco Turati 

https://www.meetingecongressi.com/

Già che ci troviamo qui, perché non soffermarci ad ammirare lo stesso Palazzo Turati? Questo stupendo palazzo storico è stato costruito nell’Ottocento in stile neorinascimentale (riconoscibile soprattutto per la facciata “a diamante”). Oltre ad ospitare le rovine del Teatro Romano è appunto anche la sede della Camera di Commercio. Caratterizzato da magnifiche sale e un bellissimo giardino interno decorato da colonne in granito, il palazzo ha anche all’ultimo piano una terrazza panoramica. Il palazzo è disponibili per eventi privati.

# Starbucks Reserve Roastery nel vecchio palazzo delle poste 

fast food milano
Starbucks Milano

Nonostante il boom iniziale, Starbucks non è riuscito particolarmente a conquistare il cuore dei milanesi e degli italiani. In Piazza Cordusio, però, sorge la bellissima sede di Starbucks Reserve Roastery, nel vecchio palazzo delle Poste. Si tratta di oltre 2300 metri quadri arredati rimanendo aderenti allo stile e ai valori italiani: un pavimento alla palladiana cesellato a mano, soffitto in vetro e molti dettagli in marmo. Al centro della location domina l’ambiente la roastery, la macchina che lavora il caffè sotto gli occhi del cliente.

# La vista panoramica: lo Sky Terrace

https://hotelmilanoscala.it/

Lo Sky Terrace è la terrazza panoramica di Hotel Milano La Scala, in Via dell’Orso 7. La stupenda vista sul Duomo e sullo skyline fa da cornice ad un aperitivo a base di bio finger food e una attenta selezione di cocktail e vini. Inoltre è presente e visitabile l’orto urbano dell’Hotel, all’ottavo piano, dove vengono coltivati gli ingredienti che vengono serviti ai clienti.

# Piazza dei Mercanti, un viaggio nella Milano medievale

https://www.in-lombardia.it/

Centro della vita cittadina in epoca medievale, Piazza dei Mercanti è la piazza circoscritta dal palazzo della Ragione, il Palazzo delle Scuole Palatine, la Casa dei Panigarola e la Loggia degli Osii. Oggi conserva ancora l’aria medievale ed è considerata una delle piazze più belle e colme di Storia di Milano.

# Il locale: Toccarté

IG @toccarte.milano

In via Porrone 4 si trova questo piccolo locale cinese che si propone come ottimo posto dove godersi del cibo cinese, un buon dolce e un bubble tea.

# Il ristorante: OTIVM

Facebook @OTIVM_Milano

Ristorante che prende il nome dal verbo “oziare”, inteso come libertà di “vivere la vita che vogliamo fare, liberi dagli impegni quotidiani e liberi di trascorrere ore magiche in un’atmosfera leggera e rilassante”. La cucina che questo ristorante propone è una cucina italiana raffinata e ricercata, accompagnata spesso da spettacoli ed eventi.

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ALICE COLAPIETRA

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Milano non fa schifo ma… le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

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Credits Andrea Urbano - Strisce pedonali cancellate

La manutenzione stradale non sempre programmata e organizzata a dovere causa seri problemi di viabilità e sicurezza. Tra gli esempi più frequenti ci sono le strisce pedonali cancellate dall’usura e non ridipinte.

Milano non fa schifo ma… le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

# Le strisce pedonali cancellate e non ridipinte sono un pericolo per i pedoni

Credits Andrea Urbano – Strisce pedonali cancellate

La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. Troppo spesso però si perde nella cura dei dettagli, che in alcuni casi possono essere pericolosi per l’incolumità dei propri cittadini.

Tra questi troviamo la ritardata o mancata manutenzione delle strisce pedonali, spesso completamente consumate. Un problema di cui l’amministrazione dovrebbe occuparsi con maggiore impegno, per mettere al sicuro l’attraversamento dei pedoni.

Per quale motivo le strisce restano così per mesi e mesi? Non sarebbe forse opportuno utilizzare vernici più durature oppure soluzioni più innovative, dato che anche il resto della segnaletica orizzontale è ridotta in questo stato e che la problematica è presente in tutta la città?

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

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ANDREA URBANO

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Il FINANCIAL TIMES scopre la “VALLE DEI LAGHI”: a un’ora da Milano e a “COSTI UMANI”

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Credits bi.nicoletta IG - Alta Valle d'Intelvi

Un sogno ormai mondiale: una casa sul lago di Como. Il problema è che ormai costano una fucilata e ben pochi se la possono permettere. Ma basta fare poca strada per ritrovarsi in una valle incantata dove addirittura i laghi diventano due. Un luogo ideale per gli amanti della vita in mezzo alla natura, lontano del frastuono delle città, dove l’aria è pulita e dove si può comprare casa a prezzi ragionevoli. Anche perché dopo il boom di mezzo secolo fa ora viene snobbato dai milanesi. E non solo loro. Ci ha pensato una delle testate più celebri del mondo a riscoprirlo. 

Il FINANCIAL TIMES scopre la “VALLE DEI LAGHI”: a un’ora da Milano e a “COSTI UMANI”

# La Valle d’Intelvi: tra le mete low-cost più ambite dagli investitori internazionali

Credits iltommydv IG – Alta Valle d’Intelvi, vista su Porlezza (lago di Lugano)

Meno famosa e più distante delle classiche località del Lago di Como, la Valle Intelvi sta diventando sempre più una meta ambita sia per il turista di giornata che per coloro che vogliono comprare un immobile per le vacanze o per vivere in mezzo alla natura senza spendere cifre esorbitanti. Lo rivela il Financial Times, celebre quotidiano economico-finanziario britannico, in un articolo intitolato “Club Alt-Med: buyers choose lesserknown locations over hotspots” in cui viene mostrata la tendenza in atto in tutto il mondo tra molti compratori di acquistare la propria abitazione, estiva e non solo, in luoghi più isolati e dove i valori immobiliari sono sensibilmente inferiori.

Leggi anche: Il BALCONE d’ITALIA: sentirsi in cima al mondo a un’ora da Milano

# Alcune testimonianze raccolte

Credits bi.nicoletta IG – Alta Valle d’Intelvi, vista da Lanzo sul lago di Lugano

Tra le testimonianze raccolte per l’Italia c’è quella del Romano Fabio Cenci che ha sempre sognato di trasferirsi sul Lago di Como e che dopo numerose ricerche nelle località più note ha virato sulla Valle d’Intelvi per una questione di prezzi. Se infatti nel comune di Tremezzina un’abitazione al mq è arrivata a costare 3.542 euro, a Lanzo, l’ultimo comune dell’Alta Valle Intelvi prima della frontiera con la Svizzera, dove l’intervistato ha scelto di vivere, le quotazioni si abbassano di oltre tre volte fino a 1.154 euro al mq. “Non mi sarei potuto permettere una casa a Como. Questa invece è quella che ho sempre sognato: collocata in un area boschiva vicino alle montagne, ma comunque vicina alla città e a Lugano”.

Un’ulteriore testimonianza della vantaggiosità dei prezzi di questa zona arriva da Sara Zanotta della Lakeside Real Estate di Menaggio, la quale ha confermato che in altre località del Lago di Como una casa della stessa tipologia, con tre camere da letto, un bel giardino e una vista meravigliosa, sarebbe costata almeno il doppio

# Bellezze nascoste in una posizione strategica

Monte Sighignola @discovery_valleintelvi IG

La Val d’Intelvi collega il lago di Como con quello di Lugano. In pochi chilometri si passa dalla vista sopra Argegno (lago di Como) a quella di Porlezza (estremità nord, italiana del lago di Lugano) a quella di Lugano sulle sponde del lago omonimo. Arrivando da Como apre la valle Dizzasco, la località più glamorous della valle con prezzi già schizzati in alto. Poi ci sono Castiglione e San Fedele che rappresenta una sorta di “capitale della val d’Intelvi”. Si prosegue con Pellio fino a Lanzo che condivide per molti chilometri il confine con la Svizzera e da cui si innalza il balcone d’Italia con vista su buona fetta delle Alpi Occidentali. 

La posizione è strategica. Da Lanzo si scende e si imbocca l’autostrada svizzera. In 20 minuti si è a Lugano, in poco più di un’ora si arriva a Milano. Fino agli anni Settanta Lanzo era una località alla moda, dove l’alta borghesia milanese comprava e costruiva abitazioni di lusso. Oggi risulta un po’ decadente, anche per l’interruzione della funicolare che la collegava con Campione d’Italia e con la Svizzera, ma resta una incredibile serie di ville in stile liberty con giardini ancora molto appariscenti in un contesto naturale unico in questa parte d’Italia. E, per ora, spicca l’alto numero di cartelli “vendesi” su palazzi da nobiltà decaduta ma con prezzi ancora molto accessibili.

 

Fonte: Comozero

Continua la lettura con: La rinascita dell’ANTICO BORGO RURALE che “domina” Milano

FABIO MARCOMIN

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Nasce in Italia il SENTIERO dell’UNICORNO: la camminata dell’amore

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Credits: @elisaviglianese Alviano (TR)

Inaugurato il 4 giugno, grazie all’intervento dell’artista messicano Gabriel Pacheco è nato un nuovo cammino. Poco impegnativo e diviso in 8 brevi tappe: questo è il Sentiero dell’Unicorno.

Nasce in Italia il SENTIERO dell’UNICORNO: la camminata dell’amore

# Un percorso pittorico nella Valle del Tevere

@julioappo
Alviano

Il Sentiero dell’Unicorno attraversa i paesaggi della Valle del Tevere e si concentra attorno ad un unico borgo, Alviano, un paesino di origini medievali in provincia di Terni, Umbria. Qui è stato creato un percorso multisensoriale che si concentra sulla riscoperta dell’arte, della cultura e della natura del territorio stesso.

Il sentiero è stato pensato come un percorso pittorico permanente, che parte dai Giardini del Sole, anch’essi nuovissimi, e arriva fino al Castello di Alviano. Attraversa infatti solo il borgo medievale di Alviano di 1422 abitanti, suddividendolo però in 8 tappe. Ogni tappa rappresenta uno stato d’animo dell’amore interpretato dall’artista Pacheco che ha ideato il cammino e che si è ispirato al saggio “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes. Ma perché è intitolato all’unicorno?

# Il mito dell’unicorno

@sentierodellunicorno
sentiero dell’unicorno

L’animale mitologico conosce decine e decine di varianti, è stato descritto in ogni modo in poemi, racconti, canzoni, con un punto in comune: che fosse un animale magico. L’unicorno purifica, è un animale regale, e nell’immagine dell’Unicorno di Alviano lo vediamo con una donna che, accogliendolo sul grembo, ne placa la smania e l’ansia di battersi, attribuendogli un’aria più nobile.

Sono proprio la bellezza del castello di Alviano e le mille fascinazioni che ne derivano, il mito che accompagna la storia del borgo, i suggestivi vicoli e una meravigliosa terrazza che si affaccia sui calanchi a rendere il Sentiero dell’Unicorno così magico. In ogni tappa c’è poi una panchina, posta in modo tale da garantire una vista mozzafiato a chi si siede per rilassarsi mentre percorre il sentiero.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Il TRACCIOLINO: il CAMMINO sui BINARI a un’ora da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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L’AUTO NON si ACCENDE: le possibili CAUSE

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Il peggior incubo di ogni automobilista è probabilmente quello di sedersi al volante della propria auto, girare la chiave o premere il pulsante di accensione e realizzare che l’auto non parte. Di regola si susseguono almeno due o tre tentativi, ognuno dei quali segnato da uno sconforto sempre crescente. Senza farci prendere dal panico, vediamo quindi quali possono essere le possibili cause del problema e come accertarle, avendo presenti quelle che sono le componenti del motore più coinvolte in questo tipo di guasto.

L’AUTO NON si ACCENDE: le possibili CAUSE

# Perché non si accende l’auto: 3 possibili cause

Immagine delle parti del sistema di accensione del veicolo – www.tuttoautoricambi.it

Dall’immagine vediamo che ci sono alcune componenti fondamentali per l’accensione del motore e ognuna di queste può causare il guasto all’auto. Ovviamente, partendo dal presupposto che nel motore ci sia un elemento fondamentale: il carburante! Potrebbero anche esserci dei problemi con il galleggiante, per cui siamo sicuri che ci sia carburante ma in realtà non è così. Per escludere questa causa, è sufficiente aggiungere benzina o diesel e riprovare ad accendere l’auto dopo qualche istante.

# La bobina di accensione difettosa

Bobina d’accensione

La bobina di accensione è quella parte del motore che aumenta la tensione elettrica e provoca la scintilla, incendiando il carburante e facendo quindi attivare l’intero motore. Se la bobina è difettosa o del tutto guasta, il primo sintomo è proprio quello dell’auto che non parte o, se parte, si ferma all’improvviso.

Per capire se questa è la causa del guasto, puoi verificare se sia accesa anche la spia del motore e cercare di ricordare se, negli ultimi tempi, il consumo di carburante è stato più elevato del solito. Se la diagnosi è corretta, occorrerà sostituire la o le bobine, a seconda di quante ne siano state disposte nel motore.

# Candele di accensione difettose

Candele d’accensione

Altra causa molto frequente della mancata accensione del motore sono le candele di accensione difettose. Se la bobina di accensione crea la scintilla, le candele trasmettono il segnale elettrico, concorrendo all’accensione del motore. Le candele spesso, più che difettose, possono essere consumate.

Di regola ci sono diversi segnali che ci avvertono dell’usura di questa componente del motore, ad esempio un odore di bruciato, la spia del motore accesa, un andamento irregolare dell’auto e un consumo più elevato di carburante. A volte le candele possono essere soltanto sporche, ma richiedono in ogni caso la sostituzione.

# Le candelette diesel

Candelette diesel

Un tipo particolare di candela specifico per i motori diesel è quello delle candelette diesel,  con una struttura appositamente progettata. Nelle macchine a diesel infatti il motore ha un meccanismo di autoaccensione che avviene a una temperatura molto alta. La candeletta diesel consente l’avvio del motore anche a una temperatura più bassa, ovvero nella fase di preriscaldamento. Per evitare di rimanere a piedi, la loro sostituzione dovrebbe avvenire ogni 60.000 km.

Continua la lettura con: La SCATOLA NERA per consentire ad ACCEDERE in AREA B: come funziona

REDAZIONE 

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