Una meraviglia architettonica che nasconde nel cortile interno i più celebri personaggi del famoso romanzo di Alessandro Manzoni. Dove si trova e quali sono le sue particolarità.
Il cortile di Milano con i personaggi dei Promessi Sposi
# La meraviglia architettonica in stile eclettico che violò la “servitù del Resegone”
francinazeta IG – Palazzo Luraschi
Palazzo Luraschi, al civico 1 di Corso Buenos Aires, è una delle tante meravigliearchitettoniche che si possono ammirare procedendo verso il centro su Corso di Porta Venezia. Fatto costruire in stile eclettico da Ferdinando Luraschi nel 1887, in un lotto di terreno occupato in precedenza dal Lazzaretto, per otto piani di altezza violando all’epoca una rigida norma: la “servitù del Resegone”, che vietava la costruzione di palazzi a nord della città con più di 3 piani per non ostacolare la vista delle Prealpi e del Monte Resegone dai bastioni.
La facciata si caratterizza per un monumentale portale a serliana, sormontato dalla balconata del piano nobile retta da mensole dall’aspetto di telamoni, mentre le finestre sono decorate con timpani che alternano forme curve e triangolari.
# Dodici personaggi dei Promessi Sposi sopra le colonne del cortile interno, tra cui Renzo e Lucia, fra Cristoforo e la Monaca di Monza
rdilaracelik IG – Palazzo Luraschi
A rendere particolare questo edificio sono i personaggi raffigurati nel suo cortile interno. Nella costruzione dell’edificio furono riutilizzati numerosi materiali di recupero provenienti dal vicino Lazzaretto demolito, per preservarne il suo patrimonio storico, tra cui alcune colonne per realizzare il porticato del cortile.
Proprio sopra le arcate di queste colonne, per impreziosire il palazzo, si trovano 12 medaglioni scolpiti con busti che rappresentano i protagonisti dei Promessi Sposi.
Tra questi troviamo: Renzo e Lucia, il Cardinale Federico Borromeo, la Monaca di Monza, fra Cristoforo e Don Rodrigo, la perpetua, l’innominato, Don Abbondio, il Griso e Don Ferrante.
La prima tratta, Duomo-Stazione Centrale FS, è stata inaugurata per i mondiali di calcio del 1990 ospitati dall’Italia. Vediamo 7 curiosità poco conosciute sulla terza linea metropolitana di Milano.
M3: 7 fatti che forse non sapevi sulla metro dei mondiali
#1 La prima linea in Italia ad avere la guida automatica
Credits: wikipedia.org – Duomo M3
La linea gialla è stata la prima in Italia ad avere la guida automatica. Il macchinista, anche se presente in cabina, interviene solo per aprire e chiudere le porte e dare il consenso alla partenza, oltre che per gestire le situazioni di emergenza. Il computer di bordo riceve gli input dal sistema, mentre il convoglio viaggia sui binari, e impone il tipo di andamento che deve avere il treno, come velocità, frenata, partenza da fermo e rispetto della segnaletica come avviene nella più recente M5.
#2 A Crocetta era prevista una tettoia a forma triangolare e una fontana
Uscendo dalla fermata di Crocetta M3, nella piazzetta-spartitraffico che divide Corso di Porta Romana da Corso di Porta Vigentina, si trova un obelisco con in cima la scultura di San Calimero. Ma il progetto iniziale era un altro. Secondo l’idea iniziale dell’architetto Guido Canella in superficie sarebbe dovuta sorgere una tettoia a forma triangolare con funzione di riparo, con una fontana e una statua.
#3 Tre stazioni della gialla sono state il set per film e video musicali
Le stazioni delle linea gialla sono state negli anni anche set per produzioni artistiche. Una scena del film Anni 90 è stata girata alla fermata di Sondrio, quella di Lodi TIBB è stata usata in “Nati Stanchi”, mentre Vasco Rossi canta “Siamo Soli” a bordo dei vagoni della M3 al capolinea di San Donato.
#4 La fermata di San Donato non è a San Donato
Nonostante il nome della stazione capolinea riporti il nome del comune di San Donato Milanese, in realtà la fermata è interamente costruita all’interno dei confini comunali di Milano e per questo motivo ricade nella tariffazione urbana. Il territorio comunale di San Donato Milanese si estende a sud-est della via Marignano, a un centinaio di metri di distanza dalla stazione.
#5 A Porto di Mare doveva esserci il nuovo porto di Milano
Agli inizi del Novecento, vista l’inefficienza degli antichi navigli, per la navigazione a motore si era pensato di collocare proprio in questa zona un porto per sostituire la darsena. Nel 1918 si iniziò a scavare il bacino portuale, ma dopo qualche anno i lavori vennero bloccati. Nel 1941 il progetto fu approvato ma i lavori mai ripresi. La stazione è stata denominata Porto di Mare per ricordarequello che doveva essere il nuovo porto di Milano.
In quella che oggi è l’area tra viale Umbria, via Sannio e Piazzale Lodi, c’era un’azienda gioiello di progettazione e costruzione di treni, tram, rotabili ferroviari, impianti di segnalamento e sicurezza. Il suo nome era Tecnomasio Italiano Brown Boveri, oggi cessata perché confluita nella Bombardier Transportation Italy con sede sociale a Roma. Quest’area era stata scelta come sede della fabbrica perché collegabile con lo scalo merci di Porta Romana e infatti la stazione della metro si sarebbe dovuta chiamare Porto Romana FS. Poi per non creare confusione con quella che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Medaglie d’oro, invece di Porta Romana, venne scelto di nominarla Lodi T.I.B.B., a memoria dell’azienda.
#7 Era prevista una stazione in corrispondenza della Galleria Vittorio Emanuele e la linea doveva arrivare al Giambellino
Credits: Urbanfile – Stazione Duomo 1983 progetto finale
La linea M3 è stata l’ultima realizzata come previsto dal progetto “Rete delle Linee” dell’Ing. Belloni, anche se con alcuni cambiamenti rispetto al tracciato originale. Il più importante è quello della tratta verso sud che, da Duomo avrebbe dovuto passare sotto via Torino e proseguire fino al Giambellino. In questo percorso la linea si sarebbe dovuta inoltrare sotto la Galleria Vittorio Emanuele, con una stazione in corrispondenza, ma con la crescita della consapevolezza nella tutela della storica galleria si scelse di modificare il tracciato spostandolo su via Manzoni e costruire la fermata in fondo a piazza del Duomo.
I quartieri di Milano riservano sempre mille curiosità, ognuno con la propria anima e la propria storia. Abbiamo selezionato i 7 con le caratteristiche più sorprendenti nel panorama della città.
I quartieri di Milano che lasciano a bocca aperta
#1 Le atmosfere berlinesi alla Bovisa
Bovisa
Perché da ex quartiere dormitorio è diventato un polo universitario a livello internazionale e centro di ricerca, con locali per tutti i gusti. Un quartiere giovane, creativo, dove si respirano atmosfere berlinesi.
Cristo si è fermato a Ponte Lambro. Si potrebbe gemellare con Ferentari, il quartiere più agghiacciante di Bucarest.
Ferentari
#3 La rinascita della cattedrale nel deserto di Santa Giulia
Santa Giulia dall’alto
Fuori dal mondo, una cattedrale nel deserto, separata dal resto della città dalla ferrovia. Eppure sempre al centro dei progetti di rinascita.
#4 NoLo: per rendere cool un quartiere out basta una parola
Credits: jeocomm.it – Nolo
Il rebranding di un intero quartiere di Milano che fa il verso a Soho di New York. Era un quartiere da evitare, è diventato un polo di attrazione e motore di una nuova avanguardia culturale.
Perché è un quartiere borgo, autonomista, anarchico. Pieno di giovani e nuovo centro del design. Una della realtà più avvincenti della periferia milanese.
#6 La “City di Milano” nata sulle ceneri del Luna Park
luna park delle varesine
Porta Nuova. Da Luna Park delle “Varesine” abbandonato, alla nuova City di Milano, con i grattacieli dai numerosi record e il più grande parco del centro cittadino senza recinzioni.
Credits: Andrea Cherchi – Milano
#7 San Siro, la periferia dei più poveri e dei più ricchi
Un quartiere dove c’è di tutto, dalla “casbah” dei poveri agli attici e alle ville dei ricchi. I nuovi progetti, stadio e nuove Terme, potrebbero rilanciarlo come una “nuova CityLife”.
Milano ha poche rivali quando si parla dei dintorni. Quale metropoli oltre frontiera può vantare simili bellezze? Foto cover: @ticinoturismo IG
I 7 luoghi vicini vicini dove ogni milanese deve andare almeno una volta nella vita
#1 Lago di Como
Credits: @lagodicomoitaly Lago di Como
Il terzo lago più grande d’Italia è considerato in ogni classifica internazionale tra i più belli del mondo. A un’ora di distanza da Milano, il Lago di Como offre panorami spettacolari grazie anche alle montagne da cui è circondato, oltre a borghi suggestivi e ville con giardini storici come Villa d’Este e Villa Carlotta. Viene scelto anche per fare sport o attività all’aperto quali escursioni, sport acquatici e gite in barca.
Il primo parco fluviale d’Europa si sviluppa in prevalenza in Lombardia, con una superficie di oltre 90.000 ettari di cui 50.000 agricoli. Riserva naturale protetta dal 1974 e primo parco regionale ad essere stato costituito in Italia, forma una cintura verde da Ovest fino a Sud di Milano. Nel suo territorio si può osservare una grande varietà di paesaggi naturali, tra cui boschi, praterie, laghi e fiumi, e specie di animali protette come il lupo e la lontra, ma anche andare alla scoperta di borghi storici come Bereguardo, Cassinetta di Lugagnano e Morimondo.
L’Oltrepò Pavese è terra di tradizioni vinicole, tra i vini più pregiati ci sono il Pinot Nero, il Barbera e il Bonarda, paesaggi naturali colline, boschi, fiumi e prati, borghi e castelli medievali. Deve il suo nome al fatto di trovarsi a sud del fiume Po, in pieno Appennino Settentrionale, territorio geograficamente e morfologicamente molto simile a quello appartenente all’Emilia con scorci da colline toscane. Per i milanesi è l’ideale per una gita fuori porta e una giornata di relax, serve circa un’ora di auto per arrivarci.
Il “mare dei milanesi”. Costruito negli anni ’20 per ospitare idrovolanti e offrire una base di atterraggio per voli a lunga distanza, ha un’estensione di circa 1,6 chilometri quadrati. Al suo interno si può nuotare, fare canoa, perfino surf grazie alla onda artificiale stazionaria alta fino a 1,6 metri e larga 10 del wakeparadise. Posto ottimo anche solo per prendere il sole, correre o camminare tra le opere d’arte di giovani artisti nel parco che lo circonda. C’è persino un’isola delle rose.
Il Forum di Assago è la casa degli sport indoor dei milanesi: ci gioca la Pallacanestro Olimpia, ospita eventi musicali con gli artisti italiani e internazionali più importanti e alcuni show televisivi. Questo grande complesso polifunzionale al confine con Milano, nel primo hinterland, è stato inaugurato nel 1990, ha ottenuto il Premio Europeo di Architettura per impianti sportivi, ed è raggiungibile tramite il tratto cittadino dell’A7 o comodamente in metropolitana con la linea verde.
#6 Lugano e il Canton Ticino
Ph. saysay75 – Pixabay
A una cinquantina di chilometri da Milano si può entrare nella nazione più libera e ricca del mondo. Territori da secoli legati ai milanesi, facevano parte del Ducato di Milano, offrono paesaggi suggestivi tra lago e montagne, luoghi di relax come il Lido di Locarno sulle rive del Lago Maggiore, il Lido di Lugano o la Val Verzasca, le Maldive di Milano. A questo si affiancano le proposte culturali come il Lugano Arte e Cultura, il moderno centro culturale cittadino, il Festival del cinema di Locarno o altre attrazioni storiche come i tre castelli di Bellinzona nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Unesco. Per la lingua sembra di essere in Italia. Per tutto il resto no.
E se la bellezza dei dintorni non basta, attorno a Milano ci sono tre aeroporti con collegamenti nazionali e internazionali. Dai due terminal dell’aeroporto internazionale in provincia di Varese, partono voli verso Europa, Nord America, Asia e Africa. In auto o con il Malpensa Express si arriva in circa 50 minuti allo scalo.
Lo sviluppo di progetti per estendere la rete metropolitana milanese fuori dai confini comunali va avanti con l’obiettivo di ridurre il traffico in ingresso a Milano e nell’hinterland. Ecco cosa prevede lo studio di fattibilità in valutazione e di quanto potrebbe allungarsi la linea lilla.
La M5 va oltre San Siro? Il progetto per estendere la linea di 11 chilometri
# In valutazione lo studio di fattibilità per l’estensione della M5 di 11 km da San Siro Stadio a Bareggio
San Siro – Bareggio
La M5 potrebbe spingersi fino a Bareggio, a circa 11 km dal capolinea ovest di San Siro Stadio. Ma facciamo qualche passo indietro. Era il 2021 quando, durante un incontro con gli enti interessati al prolungamento della M5 insieme alla Città Metropolitana di Milano e Metropolitana Milanese, sono state presentate sei ipotesi.Tra queste, “la più interessante” come sottolinea il Sindaco di Bareggio Linda Colombo che di recente ha sollecitato il Ministro delle infrastrutture Salvini a riguardo “è quella che prevede una tranvia lungo il Canale Scolmatore, così da avere anche la possibilità di creare aree di sosta fuori i centri abitati e non congestionare i Comuni coinvolti dal nuovo tracciato””. Nell’analisi preliminare è emerso infatti che i bareggesi sarebbe coloro che avrebbero il maggior beneficio in quanto il Comune di Bareggio è quello servito peggio dai mezzi di trasporto pubblico in quell’area della Città Metropolitana di Milano a cui si aggiungono problemi di mobilità che affliggono l’ex statale 11.
# L’ipotesi mignon: 4 fermate fino a Settimo Milanese
Prolungamento M5 Settimo Milanese
Lo studio di fattibilità prevede che in caso di prolungamento la linea sarebbe obbligata a proseguire in superficie dopo il Comune di San Pietro all’Olmo per mancanza di spazio sotto la strada statale ex-S11. L’ipotesi più conservativa prevede 4 fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese.
# Gli ulteriori prolungamenti in fase di studio
Il prolungamento della linea M5 fino a Bareggio non è pero l’unico allo studio. Vediamo alcuni dei più fattibili.
#1 La linea M2 da Cologno Nord a Vimercate, come metropolitana leggera
Prolungamento M2
#2 L’estensione della M3 a sud-est fino a Paullo M3, con 2 fermate di metropolitana e 8 di metrotranvia
#5 Lo sbinamento della M5 a nord, già finanziato con 15 milioni di euro, per portare la linea da Bresso a Cusano Milanino e Cinisello Balsamo
Sbinamento M5
# Le altre estensioni in costruzione o già finanziate
Oltre a questi nuovi progetti di sviluppo, ci sono altre linee certe di vedere la luce. Ecco quali sono:
#1 Due nuove fermate M1 a nord apriranno non prima del 2026
Credits: Urbanfile – Prolungamento Monza Bettola
L’estensione della linea rossa a nord dovrebbe vedere l’inaugurazione nei prossimi anni di due nuove fermate, Restellone e Monza Bettola, per una lunghezza complessiva di 1,9 km. I lavori di scavo del tunnel sono terminati, ma dopo 12 anni dalla “prima pietra” al momento il cantiere è fermo a causa della mancata realizzazione delle opere complementari alla stazione Monza/Cinisello Bettola e del centro commerciale previsto, ad oggi inesistente, che ha portato alla risoluzione del contratto da parte dell’azienda appaltatrice. Visti i tempi previsti per indire un nuovo appalto, l’estensione non sarà operativa prima del 2026.
#2 M1 a ovest con tre nuove fermate fino a Baggio
Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
In tutto saranno 3,5 km di estensione della linea M1, con deposito e parcheggio di interscambio oltre la tangenziale ovest. La linea rossa a ovest avrà 3 nuove fermate dal capolinea Bisceglie, le stazioni: Parri, Baggio e Quartiere degli Olmi. La gara d’appalto avrebbe dovuto essere pubblicata a inizio del 2023 con partenza dei lavori entro l’anno. A causa degli extra costi delle materie prime, principalmente in conseguenza della guerra e della crisi energetica, il costo dell’opera già interamente finanziato è passato da 398 milioni a 522, registrando un incremento di costi pari a 124 milioni. Se l’assegnazione delle risorse extra e la pubblicazione avverrà entro il 2023, il prolungamento dovrebbe inaugurare entro il 2029.
#3 Due nuove fermate a est sulla linea M4, da Linate a Segrate. Lo studio prevede una stazione intermedia “Idroscalo” oltre a quella di Segrate che servirà il “Westfield Center” e l’hub AV
La M4 ha aperto un primo tratto a novembre 2022, Linate-Dateo, ma guarda già oltre. Nel progetto ufficializzato a dicembre 2021 che prevede la realizzazione del “Milan east gate hub”, la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità ad est della città, è compreso il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4. Il percorso si allungherà in sotterranea dall’Aeroporto di Linate all’Idroscalo e ci saranno due fermate nel territorio di Segrate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. I fondi sono stati stanziati dalla finanziaria 2022. Rispetto alle tempistiche originarie, l’inaugurazione di tutto il progetto comprensivo della stazione AV Porta Est slitterà oltre il 2026, con molta probabilità si dovrà attendere almeno il 2029.
#4 La linea M5 si estende di 13 km a nord con 12 fermate fino a Monza Polo Istituzionale
Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza
La linea attraverserà per 13 km i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate, quasi raddoppiando la lunghezza attuale della M5. Il progetto è già stato finanziato per intero ma, come successo per la M1 oltre Bisceglie, dovranno essere richieste ulteriori risorse prima di proseguire oltre con il progetto. La linea sarà aperta oltre il 2030 e diventerà la prima a collegare due province.
Tutto ruota attorno a una domanda: ma che c’entra un porto di mare con Milano? I milanesi conoscono il nome soprattutto per l’omonima fermata della linea M3 che serve la zona, ma la storia ha radici molto più lontane nel tempo. Dal nuovo porto di Milano alla cittadella della giustizia fino all’ultimo progetto.
Un Porto di Mare a Milano? La storia curiosa e i progetti di rinascita
# Il “porto” per collegare Milano con l’Adriatico
Credits: Urbanfile– Rendering del porto nel progetto originale
Quella di Porto di Mare è una zona in attesa di trovare una propria identità da secoli, da quando il nuovo porto di Milano sarebbe dovuto sorgere proprio su questi terreni e da questo motivo infatti deriva il suo nome. Dobbiamo tornare indietro alla fine del XIX secolo, per l’esattezza nel 1884 quando il piano regolatore Beruto è in atto e prevede la scomparsa dei canali dal centro città. Nello stesso periodo iniziò a svilupparsi l’idea, da parte del Genio Civile, di creare un nuovo porto che mettesse in comunicazione Milano al mare via Po per sopperire al sovraccarico della Darsena, ormai non più in grado di garantire da sola l’enorme quantità di materiale trasportati con i barconi tramite il Naviglio Pavese e il Grande rispettivamente in arrivo dal Po e dal Lago Maggiore. Il progetto fu presentato nel 1907.
# Il primo progetto del Canale navigabile Milano-Cremona-Po
Canale navigabile
Per rendere possibile la funzione di porto tra il 1902 ed il 1917 erano stati elaborati alcuni progetti per un collegamento tra l’area milanese ed il Po, in particolare il primo progetto del Canale navigabile Milano-Cremona-Po. Fu istituita l’Azienda portuale di Milano e attorno al 1920 vennero acquisite le aree necessarie a cui seguì l’avvio ai lavori per il porto di Milano. Nel 1923 Mussolini fece chiudere le agenzie portuali di Cremona e di Milano portando alla sospensione di queste opere, anche se nel 1930 furono avviate alcune opere sul fiume in attuazione di un progetto.
La legge 1044 del 24 agosto 1941 aveva istituito il Consorzio del Canale Milano Cremona Po, ma nel corso dei decenni sono stati realizzati solo 14 chilometri, da Cremona a Pizzighettone, dei 65 previsti. Grazie al Consorzio Canale Milano-Cremona che ne rivisitò il progetto, nel 1972 ripresero i lavori ma solo per alcuni chilometri tra Cremona e l’Adda.
# La fine del sogno?
Laghetto a Porto di Mare a causa dell’innalzamento della falda
Nel progetto iniziale, il porto di arrivo a Milano doveva essere situato nell’area che oggi è il Parco Alessandrini, dove era stato effettuato un ampio scavo per creare il bacino necessario all’attracco delle navi, tra le zone di Corvetto e Rogoredo. Con l’interruzione dei lavori, la grande buca fu trasformata in cava, poi utilizzata come area di pesca e successivamente piantumata una volta dismessa. In seguito, si decise di chiamare la fermata della nuova linea metropolitana M3 “Porto di Mare” in onore del progetto mai realizzato.
L’area fu successivamente utilizzata come discarica dall’amministrazione comunale, la tangenziale est venne costruita e nel 2000 il ministero del Tesoro decise di sciogliere anche il Consorzio Canale Milano-Cremona chiuse, segnando così la fine del sogno. Uscendo da Milano, nel comune di San Donato Milanese, è ancora visibile il bacino che era stato costruito.
# La Cittadella della Giustizia che doveva essere inaugurata nell’anno di Expo2015
Credits Comune di Milano – Assetto sistema giudiziario preesistente
Tra i progetti di trasformazione di Porto di Mare c’era anche la “Cittadella della Giustizia”, concepita per trasferire tutti gli uffici giudiziari, il carcere circondariale di San Vittore e numerosi alloggi per i lavoratori che avrebbero vissuto nel nuovo quartiere.
Credits Comune di Milano – Cittadella della Giustizia suddivisione edifici
Il nuovo polo giudiziario avrebbe dovuto coprire una superficie di 1.200.000 mq. Si prevedeva una suddivisione in questo modo:
175.000 mq adibiti agli Uffici Giudiziari con una superficie di pavimento di 400.000 mq;
altri 220.000 mq per il complesso carcerario;
60.000 mq di aree destinate a funzioni urbane;
655.000 mq da destinare a verde, zone pedonali e servizi.
I lavori erano previsti per iniziare entro il 2010 e concludersi entro la fine dell’anno dell’Expo 2015, con un investimento totale di 1 miliardo di euro.
# Le nuove destinazioni pensate nel 2013 e nel 2015
Nel 2013 si fece strada un’altra ipotesi di rinascita della zona. Nel piano regolatore fu previsto che entro Expo 2015 venissero realizzati: housing sociali, un villaggio dello sport, comprensivo d’impianti di atletica, golf e tennis, e il 50% della superficie a parco. Nel 2016 fu proposto invece un progetto di riqualificazione urbana che comprendesse la bonifica dell’area, senza toccare gli edifici storici come la Cascina San Nazzaro e Cascina Casottel, la realizzazione di spazi per attività artigianali e produttive e per strutture sportive oltre a studentati e alloggi per le famiglie degli ospedalizzati. L’investimento previsto era di tre milioni di euro. Nessuna di queste proposte si concretizzò.
# Le prime bonifiche e i bandi per il recupero dell’area da parte del Comune di Milano
Comune di Milano.it – Area Porto di Mare
Nel frattempo il Comune di Milano realizzato le attività propedeutiche alla riqualificazione complessiva dell’area, con operazioni di rimozione dell’amianto presente su numerose coperture dei fabbricati esistenti, insieme a una prima indagine ambientale preliminare conoscitiva dello stato di salubrità dei suoli. Sono stati poi attivati alcuni bandi, per la concessione d’uso di immobili pubblici per l’insediamento di funzioni prevalentemente di interesse pubblico e/o generale, e ha previsto nel Pgt la suddivisione dell’Ambito Porto di Mare nei seguenti sotto ambiti:
la porzione a nord, lungo via Fabio Massimo, quale “ambito per Grandi Funzioni Urbane”;
l’area agricola situata nella parte nord-ovest di Porto di Mare, tra via San Dionigi e via Fabio Massimo, come “area destinata all’attività agricola di interesse strategico” e proposta per l’annessione al Parco Agricolo Sud Milano;
le aree edificate lungo via San Dionigi come “ambiti di rigenerazione ambientale”, circondate dalla previsione di ulteriori aree di “verde urbano di nuova previsione” in continuità con il sistema degli spazi aperti del Parco Agricolo Sud Milano.
# Nel 2022 il progetto dell’Urban Park, la cittadella dello sport e della musica, ancora fermo al palo
Rendering Urban Park
Arriviamo quindi al 2022. Una porzione di area oggetto di intervento è quella dove si trovava l’ex discoteca “Karma – Borgo del Tempo Perso”. Ad aggiudicarsi il bando per la concessione in diritto di superficie per trent’anni dei 6.100 mq è stata la società Social Music City con un progetto da 11 milioni di euro che prevede l’insediamento di: una piscina con anfiteatro urbano e relative strutture di servizio, un’area eventi scoperta, un’area eventi coperta in tensostruttura, un’accademia, camerini, uffici, campi di Padel e relativa struttura di servizio, un’area espositiva/mercato in concessione a “Coldiretti”, un’area parcheggio e un’area verde.
L’inaugurazione era prevista nell’estate 2023, ma finora ci sono stati solo la demolizione del complesso, avvenuta nel 2022, e disboscamenti. Il via libera ai lavori non è ancora arrivato soprattutto a causa di lentezze burocratiche, si attende ancora infatti l’esito della Conferenza dei Servizi relativo al progetto di bonifica dei terreni presentato a dicembre 2023 da Social Music City, propedeutico alla fase successiva di realizzazione dell’Urban Park.
Questo nuovo polo culturale-sportivo, se realizzato, potrebbe essere il primo tassello per dar via finalmente al processo di rinascita di tutta l’area di Porto di Mare.
Negli ultimi cinque anni, in base all’ultimo studio realizzato da Casavo, sono due i quartieri che hanno registrato gli incrementi maggiori riguardo a compravendite e prezzi delle case. Questi i dati nel dettaglio e le altre zone di Milano con un trend positivo.
Case: compravendite record nel quartiere “car-free di Milano”
# Crescita record per le compravendite a NOM, il nuovo quartiere car-free di Milano: +115%
Nom Milano
Nell’ultimo studio realizzato da Casavo, startup del settore immobiliare nata per semplificare i processi di acquisto e vendita della case, sono emersi alcuni dati interessanti sul mercato milanese. A fare la parte del leone per quanto riguarda le compravendite è stato il nuovo quartiere tra le propaggini nord del Comune di Milano, zona Bovisa dove è presente una delle sedi del Politecnico, e Novate Milanese: North of Milano (Nom) ha registrato un boom del +115% dal 2019 al 2023.
Cx Novate
In costruzione un quartiere car-free, con giardini e piazze pubbliche, a due fermate dalla stazione ferroviaria della Bovisa e limitrofo ai quartieri milanesi di Vialba e Quarto Oggiaro, e uno nuovo campus del marchio CX da 1.100 posti letto, rooftop panoramico, un parco cittadino e un avanzato sistema di orti urbani. I prezzi sono saliti invece del 42%, da 2.136 a 3.039 euro, dietro solo ad altre due zone della città.
# Scalo di Porta Romana prima per crescita dei valori immobiliari: +48%
Credits Andrea Cherchi – Villaggio Olimpico
A registrare la crescita maggiore dei prezzi delle case è invece la zona dello Scalo di Porta Romana, con un +48% al mq, interessata dai lavori per il Villaggio Olimpico e dalla più ampia rigenerazione avvenuta nell’ultimo decennio a partire dalla nascita di Fondazione Prada per arrivare al progetto di Symbiosis. I valori immobiliari sono passati da 3.296 euro a 4.845 euro al mq, le compravendite sono aumentate del 40%.
# Bene anche Cascina Merlata, Bisceglie, Santa Giulia Nord e Rogoredo, in controtendenza Farini
Credits: it.arteliagroup.com Cascina Merlata
Tra i quartieri in crescita, emersi dallo studio, anche Cascina Merlata con un incremento dei prezzi del 44%, da 2.776 a 3.993 euro, e delle compravendite del 78%. Questo nuovo quartiere a nord della città, presto collegato da una passerella a MIND e non lontano da Nom, si sviluppa su un’area di 900mila mq con un nuovo grande parco urbano di 250.000 mq, blocchi abitativi suddivisi in più lotti e il più grande lifestyle center di Milano, il Merlata Bloom.
Credits Urbanfile – Primo lotto parco SeiMilano
In crescita anche Bisceglie con +31% dei prezzi in cinque anni, da 2.161 a 2.825 euro, e +49% per le compravendite grazie alla realizzazione del nuovo lotto residenziale SeiMilano con parco di 200mila mq. Bene pure Santa Giulia Nord, con il PalaItalia in costruzione e protagonista delle Olimpiadi Invernali 2026, con prezzi al mq che hanno registrato un +27%, da 2.329 a 2.960 euro, e compravendite un +28%. Il limitrofo quartiere di Rogoredo segna un +24% e un +3% riguardo le compravendite, mentre Scalo Farini, in attesa dell’avvio del progetto di rigenerazione, una crescita dei prezzi del 12% da 4.264 a 4.792 euro e un calo nel numero di compravendite, -1%.
Nuova frontiera della “guerra alle auto”, errore grossolano o opera di pop art? Queste le tre ipotesi che circolano nella mente degli stupefatti milanesi che in piazzale Bacone, all’angolo con via Farneti, incappano nel nuovo cartello recante un limite di velocità da record: 3 chilometri all’ora.
A rischio dunque non sole le auto, ma anche le bici e gli stessi pedoni. Servirà un tachimetro da passeggio? Grazie alla segnalazione di Adriano Regi.
Ha inaugurato la location della “Lugano da bere”. Resterà aperta fino al 25 agosto. Che cosa offre per gustarsi un po’ d’estate. Foto cover: @luganodavivereinsieme IG
Lugano marittima: l’estate che non ti aspetti a un’ora di treno da Milano
Lugano. Credits: @swiss_dolcevita IG
Dal 24 maggio Lugano è diventata marittima. «Fra le novità ci sarà una casetta dedicata ai dj che animeranno le serate», spiegano gli organizzatori a Ticino News. La festa d’inaugurazione ha avuto luogo con un dj set del luganese Paul Bones. Che cosa si trova a Lugano marittima?
Lugano, 13 ottobre 2020 (credit: @ticinox – instagram)
Innanzitutto delle iconiche “casette” che offrono drink & food, trasmettendo un’atmosfera mediterranea. Quindi si mangia, si beve, si balla e, chi vuole, si tuffa nelle acque del lago. Gli orari: da lunedì a giovedì (dalle 16 alle 01), venerdì e prefestivi (dalle 16 alle 02), sabato (dalle 11:30 alle 02) e domenica/festivi (dalle 11:30 alle 01).
# La sperimentazione in uno dei Paesi più caldi del mondo
visitaqatar IG
Nel 2022 si sono tenuti in Qatar, uno dei Paesi più caldi del mondo, i Mondiali di calcio. Per ridurre al minimo il rischio di malori dovuti alle alte temperature e all’umidità, 46 gradi registrati anche in inverno quando si è svolta la manifestazione, nella capitale Doha sono state implementate alcune soluzioni innovative. La più interessante, oltre all’aria condizionata negli stadi e lungo alcuni marciapiedi, è stata la colorazione con vernice azzurra dell’Abdullah Bin JassimStreet, una delle vie principali della città in una zona trafficata nei pressi di Waqif Souq.
# La strada ricoperta da una pellicola di speciali pigmenti di ceramica con proprietà termoriflettenti
Knowledgemientum – Asfalto di colore azzurro
L’obiettivo di questo test era di capire se fosse possibile ridurre l’accumulo delle radiazioni solari da parte del catrame, di colore nero, le isole di calore e di conseguenza abbassare le temperature infernali presenti nelle città. La strada è stata ricoperta da una pellicola spessa circa un millimetro dotata di speciali pigmenti di ceramica con proprietàtermoriflettenti.
# I risultati del test: 20 gradi in meno rispetto alle altre strade
Knowledgemientum – Asfalto azzurro
Gli esperti hanno monitorato la zona per 16 mesi e risultati emersi sono stati sbalorditivi: la temperatura registrata in quel tratto stradale era di 20 gradi Celsius inferiore a quella delle altre vie della città. A Milano sono diverse le strategie messe in atto per ridurre le isole di calore, tra cui la depavimentazione di strade, marciapiedi e isole spartitraffico e la piantumazione di alberi, ma che richiedono tempi lunghi e cura costante. Sperimentare questa particolare pellicola potrebbe contribuire in modo più rapido ed efficace a portare sollievo durante le estati calde e afose in città?
Ha funzionato per circa 30 anni come fermata passeggeri prima dell’interruzione del servizio. Ma non era affatto comoda. Dove si trova, perché è stata realizzata e che funzione svolge oggi.
La stazione segreta d’Italia: “sepolta” a 450 metri sotto le montagne
# Al centro della Grande Galleria dell’Appennino
ingegneria.italia IG – Interno stazione Precedenze
Inaugurata nel 1934 è una stazione completamente sotterranea. Ha funzionato come trasporto passeggeri fino agli anni ’60 quando il suo utilizzo fu interrotto per motivi di sicurezza e scarsità del traffico. Il 22 aprile ha festeggiato i suoi primi 90 anni.
Maps – Stazione Precedenze
Si trova circa a metà dei 18.507 metri di estensione della Grande Galleria dell’Appennino lungo la direttissima Firenze-Bologna, a 450 metri di profondità tra le montagne. Se la stazione non viene più utilizzata, la linea viene ancora usata per il traffico regionale e quello merci.
# 1863 gradini e un’ora per uscire in superficie
rfi.it – Uscita Stazione Precedenze
La stazione si trova nell’abitato di Cà di Landino, in provincia di Bologna, e l’accessibilità era garantita dalle discenderie costituite dagli originari cunicoli utilizzati per lo scavo della galleria, inclinati di 27 gradi e dotati di ben 1863 gradini.
ingegneria.italia IG – Stazione Precedenze
Prendere il treno non erano quindi una passeggiata di salute, ma soprattutto uscire in superficie: per salire ci si impiegava circa un’ora.
# La Stazione di Precedenze
rfi.it – Stazione precedenze
In realtà la stazione fu costruita per proseguire la cadenza dei posti di blocco, è il numero 12 lungo quello che all’epoca era il più lungo traforo a doppio binario del mondo, e serviva a poter fermare un convoglio lento e dare la precedenza ad un treno veloce. Da qui il nome di Stazione di Precedenze.
ingegneria.italia IG
Al suo interno è infatti stato creato uno slargo, chiamato “camerone”, pensato per ospitare il personale, gli apparati di controllo, i marciapiedi e l’imbocco dei due tunnel secondari dove si trovano i binari di precedenza. Oggi è usata come Posto di Comunicazione che oltre a binari di precedenza, resi tronchi, è dotata anche di due comunicazioni di scambi per fare cambiare binario ai treni quando necessario.
Dopo la pausa nei mesi freddi, riapre una delle più spettacolari terrazze con vista a 360 gradi su tutta la città. Ha anche due caratteristiche uniche per Milano. Scopriamo quali sono, come godersi un drink panoramico e gli orari di apertura.
Ha riaperto lo skybar panoramico sopra i Navigli
# Un rooftop con un nome ispirato alle terrazze spagnole
Credits booking – Terrazza con piscina 21 house of stories
Se si è in cerca di un rooftop con caratteristiche uniche a Milano, dove sorseggiare un cocktail e stuzzicare un aperitivo godendosi il tramonto dall’alto, lo si può trovare ne “I Mirador” dell’hotel 21 House of Stories Navigli.
jd_prevents IG – Mirador
Uno degli ultimi ad avere inaugurato in città, il cui nome si ispira alla parola spagnola che ha tra i suoi significati quello di belvedere, propone infatti due piazze sospese sopra la città da cui godere una vista sui Navigli e a 360 gradi su tutta Milano. Dopo la chiusura per la stagione autunnale e invernale ha riaperto da fine aprile e lo sarà per tutto il periodo estivo.
# Una piscina, un’area lounge e un cocktail bar al settimo piano dal tocco “mediterraneo”
Credits hotelsofmilan.com – 21 house of stories Navigli
Una doppia terrazza suddivisa su due piani differenti. Al settimo c’è una piscina con materassini sull’ampio bordo, un’area lounge, un cocktail bar e un lungo bancone seduti al quale si può godere della splendida vista sulla Darsena.
maryfarfy IG – Mirador
A colpire di questa terrazza è il design dal tocco “mediterraneo” grazie all’uso di ceramiche decorate a mano, grafiche e sfumature di blu, colore che si ritrova nell’acqua riflessa sulle superfici riflettenti del bancone bar, e materiali e texture green a “combinarsi” con la rigogliosa vegetazione.
# L’unica terrazza panoramica a sud di Milano con vista a 360 gradi, aperta fino a mezzanotte
Credits booking – Rooftop 21 house of stories
All’ottavo e ultimo piano di questo hotel, che è anche bistrot e coworking, si svela l’unica terrazza panoramica a sud di Milano. La vista a 360 gradi sullo skyline si può godere seduti al wine bar, al ristorante e da un’area lounge più privata con vista sulla piscina. Per sorseggiare un drink con uno spettacolo unico sulla città è obbligatoria la prenotazione direttamente sul sito. La doppia terrazza è sempre aperta fino agli ultimi giorni di settembre dalle 19 alla mezzanotte.
Da bandire dal vocabolario. Quando si è a Milano. Ecco quali sono.
7 parole che a Milano non si possono sentire
#7 “Canali”
Credits: @alfonsoparty IG
Dove sono “i canali”? A questa domanda, la risposta a Milano è indicare la direzione per Amsterdam. Perchè anche se Milano è una città d’acqua, non è Venezia: qui non ci sono canali. Qui ci sono i Navigli.
Lo stadio di Milano è intitolato a Giuseppe Meazza, indimenticata leggenda del calcio milanese che ha militato sia nell’Inter, per il maggior numero di partite, che nel Milan. Ma a Milano non si va al “Meazza”: si va a “San Siro”, per il quartiere che lo ospita.
#5 “Buste”
Credits: giglionews.it
A Milano la busta è quella che si imbuca. Nei supermercati di Milano se si deve chiedere alla cassiera il contenitore per riporre la spesa è vietato usare la parola “busta”: rischiate di essere guardati come senza mascherina ai tempi del lockdown. A Milano si dice sacchetto.
#4 Il passato remoto
Albert Einstein – linguaccia alla lavagna
Il passato remoto non esiste nella grammatica di Milano: accettati solo imperfetto e passato prossimo, su questonon si transige.
#3 Cornetto
Credits: buonissimo.it
A Milano di cornetto c’è solo l’Algida.
#2 Scendere/uscire/salire usate al transitivo
credit: vdj.it
Il cane non si scende, ma si porta giù. Non si escono le chiavi: si tirano fuori. Lo stesso vale per il verbo salire. Nessuno di questi si usa al transitivo, è tassativamente vietato. Pena: uscire dalla città.
#1 Sussidio (es. reddito di inclusione, di cittadinanza etc)
Forse la cosa più bella che a Milano rispetto alle altre metropoli al mondo: la posizione. Alpi, laghi e soprattutto spiagge: tutto raggiungibili con un’andata e ritorno in giornata. Con l’arrivo finalmente del bel tempo, si punta verso Sud. E non solo. Vediamo le più belle spiagge da raggiungere entro un massimo di un paio d’ore di auto. Foto cover: @lorsoincucina IG
Le più belle spiagge facilmente raggiungibili da Milano
#1 Idroscalo
surf all’idroscalo
Partiamo con quella più vicina, anche se forse la meno suggestiva. La spiaggia dell’Idroscalo. Nato nel 1926 per far atterrare gli idrovolanti, negli anni sessanta si è trasformato nella stazione balneare di Milano. Oggi si estende su 1,6 chilometri quadrati ed è sede di eventi e manifestazioni sportive. Si possono praticare 22 discipline, tra cui rugby, vela, canoa, pallamano e perfino surf. E’ balneabile solo nelle due piccole isolette, microaree di venti metri quadrati sul lato est con wakeboard, verso l’aeroporto. A 10 chilometri dal centro, raggiungibile dal centro in meno di mezzora di auto (in caso di traffico).
Per i milanesi spiaggia non significa solo mare. L’Adda è uno dei due grandi fiumi che costeggiano Milano. A 41 chilometri (46 minuti in auto), si trova Medolago sull’Adda: tra le 10 spiagge di Lombardia più amate dagli utenti di Tripadvisor.
Per gli indomiti della tintarella integrale, invece, la meta di riferimento è Cornate d’Adda. Area boschiva ben fronzuta e coperta da occhi indiscreti, per anni è stato il lido preferito da nudisti e naturisti.
E’ il lago più vicino a Milano, ma molto sottovalutato. A 45 chilometri (49 minuti di auto). Si tratta del lago di Pusiano, dove si trova la piccola e incantevole Isola dei Cipressi, di proprietà privata.
#4 Spiagge sul Ticino (Melissa e Ponte di Vigevano)
Melissa Beach
Appena 58 chilometri (50′): in località Golasecca (Sesto Calende) c’è Melissa Beach, oasi di pace e di divertimento. Struttura attrezzata con bar, spiaggia ad ingresso libero con campo da beach volley. In alternativa, c’è anche il ponte di Vigevano, storica spiaggia sul fiume.
Quello del Ticino è il più grande parco fluviale d’Europa, già inserito nella lista del Patrimonio dell’Unesco.
#5 Castelletto Ticino e le spiagge del Lago Maggiore
castelleto ticino (cigognola)
Per la prima volta si supera l’ora. A 60Km (1h 2′) sulla sponda piemontese del lago Maggiore c’è la Cicognola a Castelletto Ticino. Altre belle spiagge sul lago sono: Dormelletto, il lido di Cannobio e quello di Arona, sul lato piemontese. Sul lato lombardo ci sono Angera, Ispra, Ceresolo, Germignaga e Laveno.
#6 Iseo (BG)
iseo (spiaggetta)
A 87Km (1h 16′) si trova Iseo sull’omonimo lago reso celebre nel mondo dall‘installazione galleggiante di Christo. Tra le spiagge la spiaggetta in erba di Iseo oppure la spiaggia detta Thaiti a Marone.
#7 Dervio
dervio (spiaggia bianca di onno)
83 chilometri (1h 12′ in auto). Sulla sponda orientale del lago di Como dove si fa anche Kite surf. Sul lago di Como ci sono anche altre spiagge, più vicine a Milano, tra cui Bellagio, il lido di Menaggio, Argegno.
#8 Orta San Giulio (NO)
Orta (Lido di Gozzano)
85 chilometri (1h 11′ in auto). Una delle spiagge dell’incantevole lago d’Orta, il “lago dell’amore” del nord Italia.
#9 Colico (LC)
colico
A 89 km (1h 15′). Ultima spiaggia del lago di Como. Colico, punto di incontro di tre province, è adagiata ai piedi del Legnone, sull’estremità più settentrionale del lago, immersa nel verde, circondata da montagne. Si possono praticare diverse attività, dal wind surf, al kit surfing, al trekking.
A 119Km (1h 31′) il comune più popoloso del lago di Garda. Le spiagge principali sono quattro, tutte sassose: la spiaggia del Desenzanino, la spiaggia Feltrinelli, la Spiaggia d’Oro e la spiaggia di Rivoltella.
#11 Gardone Riviera (Salò – BS)
gardone riviera
A 130 chilometri (1h 50′) si trova una delle principali località turistiche del lago di Garda, caratterizzata dalla sua tipicità “mitteleuropea”. Famoso nel territorio il Vittoriale degli Italiani, dimora di Gabriele D’Annunzio visitata da circa 210.000 visitatori ogni anno.
La spiaggia di Gardone è anche stata la prima tra le spiagge della Lombardia ad avere ottenuto la “bandiera blu”. E’ capace di competere con le migliori spiagge d’Italia. Le altre due spiagge con la Bandiera Blu in Lombardia sono anch’esse sul Garda: Sirmionee Toscolano Maderno.
Indicatissimo per chi non ama la folla. Con i suoi ciottolini bianchi e le numerose discese al fiume, offre un ambiente sufficientemente ampio (ben 50 km). Il non plus ultra del Trebbia è rappresentato da Brugnello, minuscolo borgo del VI secolo distante 110 Km da Milano. Siamo in provincia di Piacenza e qui i residenti sono appena 11. Altra possibilità è la spiaggia di San Salvatore sul Trebbia a 125 chilometri (1h 45′).
#13 Varazze- Riviera di Ponente (SV)
varazze
Entro le due ore da Milano si arriva anche al mare. A 162 chilometri (1h 51′ in auto) sulla riviera di Ponente, salvo traffico. Per chi vuole fare qualche chilometro in più meritano Laigueglia e Varigotti.
#14 Recco- Riviera di Levante (GE)
recco
Per arrivare sulla riviera di Levante ci vuole qualche minuto in più, ma se si è fortunati si riesce ad arrivare entro le due ore sulla spiaggia sassosa di Recco (165 chilometri). Tra i benefits l’ineguagliabile focaccia al formaggio. Per chi vuole sforare le due ore in ci sono, nell’ordine, Camogli, Santa Margherita (Paraggi), Cavi di Lavagna (più comoda per i parcheggi) e Sestri Levante (Baia del Silenzio).
Sul progetto si erano addensate nubi minacciose: la gara era andata deserta. La riqualificazione della mitica Goccia, l’area degli ex-gasometri, con contestuale ampliamento del campus del Politecnico sembrava arrivata al palo. Ma ora arriva una buona notizia: sono arrivati i fondi per salvare il Bosco della Goccia. Cosa è previsto nel dettaglio e gli ultimi aggiornamenti sul progetto del campus.
La Goccia, il “bosco spontaneo” di Milano, è salva!
# Dai fondi europei Fesr 5 milioni di euro per salvare il Bosco della Goccia
Goccia
Una buona notizia per l’area della Goccia. Attesa da una maxi riqualificazione che comprende l’ampliamento del Campus del Politecnico e con la prima gara d’appalto andata deserta, finalmente si può annunciare che il bosco è salvo! Per la sua riqualificazione il Comune di Milano ha infatti ricevuto 5 milioni di euro dai fondi europei Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), che coprono l’80% dell’investimento pari a circa 6,3 milioni di euro. L’obiettivo del progetto è incrementare le aree verdi urbane mediante soluzioni naturali ed è compreso anche il recupero di un edificio ex industriale nell’area, ristrutturandolo a impatto zero per essere poi restituito alla comunità.
Sono molti gli attori in campo in questa iniziativa: come capofila c’è l’Amministrazione comunale, in partenariato con l’Osservatorio La Goccia (che include il Cnr, l’Università Bicocca, il Museo di Storia Naturale di Milano e diverse associazioni locali e startup scientifiche), Ambiente Italia, il Politecnico di Milano-Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU), Climateflux GmbH, Open Impact Srl, Eutropian e From Srl. Inoltre, partecipano Terra Preta, Cfu Italia Nostra e Progetto Natura Onlus.
# Un’area di 18 ettari, sui circa 33 complessivi, bonificata con tecniche di fito-risanamento
Il bosco spontaneo della Goccia si sviluppa su un’area di 18 ettari, oltre la metà dei 33 ettari occupati un tempo dall’Union des Gaz, e necessita di particolari bonifiche per la tipologia di inquinanti presenti nel terreno. Si prevede l’utilizzo di tecniche di fito-risanamento, sfruttando la capacità delle piante di depurare il terreno, e l’area di intervento sarà al centro di studi sui processi organici che eliminano le contaminazioni, valorizzando l’ecosistema e la biodiversità.
# Seconda gara d’appalto dopo che la prima è andata deserta
Politecnico – Renderging Goccia Bovisa
La riqualificazione del bosco rientra in un più ampio progetto, il maxi campus del Politecnico, la cui prima gara d’appalto, come detto in precedenza, è andata deserta. Il motivo è da ricercare principalmente nell’aumento dei costi dei materiali. Per evitare di perdere i finanziamenti statali il Politecnico di Milano ha indetto un secondo bando del valore di poco meno di 152 milioni di euro, con valori più elevati di 65 milioni di euro, che arriva ad oltre 594 milioni di euro con le opzioni. Nel contratto è previsto:
progettazione esecutiva e coordinamento della sicurezza per 3.009.000 euro;
lavori di costruzione per 141.475.000 euro;
costi della sicurezza per 3.075.000 euro;
manutenzione per tre anni per 4.249.000 euro;
infine 442.550.000 euro per le opzioni aggiuntive.
Per lavorazioni suppletive, bonifiche residue e revisione dei prezzi rispetto al progetto esecutivo e di fattibilità tecnico-economica sono state decise modifiche contrattuali per 54.300.000 euro. A questo si aggiungono i lavori e servizi previsti dal masterplan di Renzo Piano, da affidare attraverso procedure negoziate, per un importo pari a 388.250.000 di euro.
# I numeri del maxi progetto del Campus del Politecnico
Politecnico – Rpbw – Masterplan Goccia-Bovisa
Ma cosa prevede il progetto per l’ampliamento del Campus del Politecnico? Un grande parco scientifico-tecnologico, con un grande parco che ruoterà attorno ai due gasometri recuperati:
lo “Smart city innovation hub“, che può ospitare circa 1.000 startup, oltre ad aziende come Luxottica e i suoi laboratori e una sede della “Fondazione per il futuro delle città” dell’architetto Stefano Boeril
la “Fabbrica dello sport“, ampliando l’attuale campus della Bovisa.
rpbw – Campus Politecnico Milano
Questi i numeri dell’intervento:
2 residenze universitarie da circa 500 posti oltre alla riqualificazione di un edificio industriale storico per il food and beverage a servizio degli ospiti del Campus;
3 edifici per aule e una sala ipogea per conferenze;
un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia, già nominato “la Piramide” e il cui nome ufficiale è En: Lab, alto circa 20 metri e rivestito da pannelli solari, ormai terminato;
lo smart city innovation hub su un’area di 35.000 mq e 5 edifici;
la fabbrica dello sport con quattro piani dedicati a diverse discipline sportive e al benessere;
un Polo delle Scuole Civiche milanesi.
un’area verde pubblica di circa 40.000 mq che circonda i gasometri;
circa 1000 alberi che si uniranno ai 2000 cresciuti spontaneamente.
Il completamento di tutto il progetto è stato programmato per il 2026 ma a causa delle bonifiche più lunghe e complesse e alla necessità di reperire ulteriori risorse, slitteranno con ogni probabilità al 2027 le aree destinate alle start up, alle scuole civiche e alle residenze universitarie.
Credits ilgustodivirdisofficial IG - Altra vista traffico via Primaticcio
La nuova frontiera delle ciclabili sono le periferie. Anche se non sempre una ciclabile riesce con il buco, come in questo caso.
Quella piccola ciclabile di periferia che non piace a nessuno
# La pista ciclabile di via Primaticcio
Credits Comune di Milano – Progetto Ciclabile via Primaticcio
La zona è quella di Inganni-Forze Armate, periferia Ovest. I lavori per la pista ciclabile lungo Via Primaticccio, prevista nel piano di sviluppo della rete protetta in favore di ciclisti e utilizzatori di monopattini, sono iniziati a maggio 2022 e sarebbero dovuti durare 9 mesi. Il cantiere, per il quale è stato investito 1 milione di euro, è durato diversi in mesi in più e accompagnato da molte polemiche, non spente nemmeno dopo la sua inaugurazione. Vediamo perché.
# Le caratteristiche di un progetto controverso
Maps – Via Primaticcio
Il suo sviluppo complessivo è di 2,4 km, 1,2 km per la lato, sono state previste anche nuove aiuole a protezione degli incroci, 7 nuovi attraversamenti pedonali, 12 attraversamenti ciclabili e l’incremento di 210 posti auto. Le caratteristiche con cui è stata progettata sono le stesse di quella di Via Legioni Romane, in sede protetta tra marciapiedi e stalli di sosta. Non tutto sembra però essere andato per il verso giusto.
# Traffico insostenibile per dimezzamento delle corsie
Credits ilgustodivirdisofficial IG – Traffico via Primaticcio
Il risultato principale della realizzazione della pista ciclabile è stato il dimezzamento della strada: si è passati da due corsie per senso di marcia a una soltanto. Con la conseguenza che il traffico è diventato insostenibile, soprattutto la mattina.
Credits ilgustodivirdisofficial IG – Altra vista traffico via Primaticcio
Lunghe file di auto ferme e ambulanze bloccate: via Primaticcio collega i due ospedali San Carlo e San Paolo con disagio alla circolazione che si estendono alle vie limitrofe. Silenzio in Comune e sugli organi di informazione: l’unica voce si è alzata a maggio 2023 dal profilo social dell’ex giocatore del Milan, Pietro Paolo Virdis, con la moglie che ha documentato la situazione.
— The thinker 🇮🇹🏴☠️ (@PaoloZampieri4) May 21, 2023
Nel video si vede il caos viabilistico, nonostante la pista ciclabilenon fosse stata aperta per possibili errori in fase di progettazione riguardo le misure.
# I problemi segnalati da Urbanfile dopo la sua apertura: la proposta per conciliare esigenze di ciclisti e di automobilisti
Urbanfile - Ciclabile Primaticcio
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Urbanfile - Ciclabile Primaticcio
Urbanfile - Altra vista ciclabile Primaticcio
Anche dopo la sua apertura, le code continuano a verificarsi: il blog Urbanfileha segnalato altre pecche nel progetto. Tra queste ci sono l’effetto rete che risulta inefficace per l’interruzione in due punti: non si connette infatti con la ciclabile di Legioni Romane, all’incrocio con via Primaticcio, e nemmeno con quella all’incrocio con via Forze Armate.
Non risulta ottimale nemmeno la soluzione scelta in corrispondenza delle fermate bus. La proposta del blog è di fare come a Copenaghen, posizionando la pista ciclabile tra la pensilina e l’area di fermata del bus, se lo spazio e/o risorse sono limitate.
FABIO MARCOMIN
Continua la lettura con: ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA…
La stazione Bovisa odierna è brutta e poco funzionale. In un quartiere in grande slancio, perché non si costruisce un terminal migliore?
Stazione Bovisa da smantellare? il quartiere in fermento merita un terminal all’altezza
# La stazione Bovisa non è sempre stata così: aveva un fascino retrò
credit: wikipedia
Costruita nel 1879 alla convergenza delle linee per Erba e Saronno, serviva principalmente le industrie che si stavano sviluppando sempre più velocemente nella zona. I treni partivano ed arrivavano sbuffando attraverso gasometri e ciminiere delle industrie chimiche note per le tossiche e puzzolenti esalazioni.
La stazione era semplice ma nella sua essenzialità caratterizzata da panche di legno, orologi alle pareti, muri scrostati, sala di aspetto di prima e seconda classe, conservava un suo fascino retrò.
Le vecchie fabbriche, le case di ringhiera, le botteghe che la circondavano, pullulavano di una umanità oramai scomparsa. Il viavai di viaggiatori, principalmente operai e studenti delle scuole superiori, era spesso avvolto dalla nebbia e dai fumi prima e, una volta dismesse le fabbriche, dallo smog delle auto e dei camion. L’atmosfera della stazione, prima della sua demolizione, ricordava vagamente Timisoara o Stettino di qualche tempo fa.
# Ma c’era un problema: la stazione doveva essere abbattuta
Stazione di Timisoara
La stazione, citata anche dal Tessa nei suoi racconti, ha visto due guerre mondiali, i bombardamenti, l’immigrazione dal Sud, la deindustrializzazione, le varie immigrazioni straniere e, purtroppo, tragici fatti di cronaca… Con il tempo è diventata sempre più snodo fondamentale del traffico ferroviario lombardo fino ad essere uno scalo di smistamento tra i più grandi d’Europa (così dicono ferrovieri informati). Certo il vecchio stabile non poteva più reggere i nuovi volumi di traffico con le nuove linee del passante, perciò, nonostante qualche timida protesta alla fine degli anni ’80, si decise per l’abbattimento dell’antica stazione (poteva essere diversamente a Milano?).
La nuova Bovisa, ancora molto lontana dal divenire, appariva una enorme area post industriale piuttosto triste. Certo non un polo tecnologico internazionale, né tantomeno uno dei distretti del design protagonisti durante il Salone del Mobilie come la conosciamo ora.
# La vecchia stazione è stata sostituita da una nuova, più brutta e meno efficiente
In piena epoca di tangenti, nota per gli eterni cantieri dai tempi di realizzazione indefiniti e dai costi incerti, in una Milano che architettonicamente non ha lasciato praticamente nulla di rilevante, si eresse tra i tanti questo obbrobrio indegno, con una scalinata di accesso che solo la matita di un mentecatto poteva progettare! Tanto scomoda che chi è costretto a percorrerla tra uno scalino e l’altro, sotto la pioggia, la neve e raffiche di vento, non può trattenersi dall’imprecare.
Brutta e anonima come solo un certo tipo di architettura poteva concepire, la stazione fa bella vista di sé nello squallido parcheggio antistante (luogo di un anacronistico mercatino domenicale di cianfrusaglie!) e regolari sono le infiltrazioni di acqua al suon interno durante il periodo dei monsoni…
# Incoerente con il dinamismo del quartiere
La Stazione si trova pero in uno dei quartieri più dinamici della città, le vecchie fabbriche hanno lasciato il posto alla facoltà di architettura, al Politecnico, all’incubatore di start up, alla sede europea della prestigiosissima Tsinghua University di Pechino, le case di ringhiera ristrutturate in buona parte e vendute a prezzi molto elevati, sono ora abitate da designer e studenti di tutto il mondo!
Alla Bovisa sono diversi i poli di attrazione e il comune ha inoltre appena spostato in zona alcuni uffici: troviamo il celebre Spirit di Milan alla livellara (non vediamo l’ora che riprenda al più presto la sua ricchissima programmazione!) la Scighera e tanti altri locali da rendere la Bovisa estremamente vivace.
# Si dovrebbe pensare ad un terminal ferroviario moderno e funzionale
credit: wikipedia
La regione pertanto, pare intenzionata ad intervenire per finanziare importanti lavori di ammodernamento ed ampliamento. Al momento però non si è visto nemmeno un imbianchino e, chiaramente, non ci aspettiamo la ricostruzione della vecchia stazione, figuriamoci, Milano non è Varsavia. Ci attendiamo però, anche in previsione delle trasformazioni che interesseranno il quartiere nei prossimi anni, (ricordiamo il recupero dello Scalo Farini e della Goccia) che si demolisca quella porcheria e si pensi a qualcosa di più ambizioso, bello e magari futuristico. Un terminal dove si possa arrivare direttamente al suo interno con il tram o con la filovia senza dover percorre duecento metri in balia delle intemperie, trascinando magari pesanti e ingombranti valigie se diretti all’aereoporto. Un terminal ferroviario prestigioso e accogliente.
La Milano che si sta sempre più rapidamente delineando moderna e accattivante, non deve più lasciare spazio a cagate tirate su in fretta e furia con materiali scadenti e concezioni superate!
La metropolitana di Milano raccontata i numeri. Ecco tutti quelli da conoscere.
Le linee sono 5 o 6? Le corse quante sono? E le estensioni già previste? Tutti i numeri della metro di Milano
# Le linee metropolitane? 5 + 1 “people mover”
Mappa Atm 2023 nuova
La rete metropolitana di Milano è composta da 5 linee, la M1 identificata dal colore rosso, la M2 dal colore verde, la M3 dal colore giallo, la M4 dal colore blu e la M5 dal colore lilla. In aggiunta un people mover:MeLA (acronimo di Metropolitana Leggera Automatica), che collega la stazione di Cascina Gobba all’Ospedale San Raffaele.
# Quanto è estesa? 104,1 km di rete, di cui 79 in galleria e 22 fuori dal Comune
L’estensione totale della rete raggiunge i 104,1 km, prima in Italia, così suddivisi: 27 km la linea rossa, 40,4 km la linea verde, 16,6 km la linea gialla, 7,3 km la linea blu e 12,9 km la linea lilla. Di questi 83 km si snodano dentro il Comune di Milano e 22 km nell’hinterland. I treni corrono in galleria per 79 km, mentre il resto del tracciato è in trincea o sopraelevato.
# Quante fermate ci sono? 121 stazioni, di cui 19 extraurbane e 18 in superficie
Stazione Gessate
Ci sono 121stazioni metropolitane operative, 103 sotterranee e 18 in superficie. Le stazioni extraurbane sono 19, di queste ce ne sono 4 sulla linea rossa e 15 sulla linea verde dove sono in prevalenza all’aperto.
# Quanti sono i capolinea? 13
La rete metropolitana milanese si sviluppa in 13 direttrici differenti, che in alti Paesi verrebbero considerate come 13 linee, e altrettanti capolinea per via delle diramazioni della M1 e M2. Nel dettaglio:
la M1 fa capolinea a sud-ovest a Bisceglie, a nord-ovest Rho Fiera e a nord Sesto 1° Maggio FS;
la M2 fa capolinea a sud a piazza Abbiategrasso e Assago Milanofiori Forum, a nord-est a Cologno Nord e Gessate;
la M3 a San Donato M3 a sud e Comasina a nord;
la M4 a Linate ad est a San Babila in centro (capolinea provvisorio);
la M5 a Bignami a nord e San Siro Stadio a ovest.
# 8 interscambi
Dall’incrocio delle 5 linee si generano 8 interscambi: tra M1 e M2 a Cadorna FS e Loreto, tra M1 e M3 a Duomo, tra M1 e M4 a San Babila, tra M1 e M5 a Lotto, tra M2 e M5 a Porta Garibaldi, tra M2 e M3 a Stazione Centrale FS e tra M3 e M5 a Zara.
Sulle 5 linee in esercizio ogni giorno vengono effettuate 2.700 corse (i numeri provengono dalla Carta della Mobilità 2023, riferita al 2022, e non tengono conto dell’entrata in funzione delle due fermate di Tricolore e San Babila sulla M4).
# 225 convogli disponibili, di cui 21 senza conducente
Credits marco.colombini77 IG – Deposito Atm San Donato
In base agli ultimi dati disponibili sono 225 i convogli disponibili, compresi sia quelli con conducente a bordo che i 21 driverless in funzione sulla M5 ma che non sono di proprietà di ATM. Dei 47 della linea M4 solo un piccola parte è in circolazione, il resto solo ad apertura integrale della linea. In servizio ci sono ancora alcuni treni delle prime serie che sono stati revampizzati e ammodernati.
I depositi dei treni sulla rete metropolitana milanese sono 7: due sulla linea rossa a Molino Dorino e Precotto, tre sulla linea verde a Gorgonzola, Cologno Nord e Famagosta, uno sulla linea gialla nei pressi della stazione di San Donato. La linea lilla al momento ha solo una rimessa dove è attivo un sistema di autolavaggio. A questi si aggiunge quello della linea M4 a Ronchetto sul Naviglio, pronto con attivazione prevista a settembre 2024.
# 2 centrali operative e di controllo, una dedicata solo alla M5
Credits Atm – Sala controlli metropolitana Lilla
A gestire le metropolitane di Milano ci sono due centrali operative e di controllo in funzione 7 giorni su 7. La più grande è in via Monte Rosa e garantisce il funzionamento delle linee M1, M2, M3, M4 oltre a quello del trasporto pubblico di superficie. Alla fermata di Bignami c’è invece la sala di controllo per la linea M5.
# Una linea in completamento con 13 nuove stazioni e 7,7 km di tracciato
La crescita della rete metropolitana milanese non si ferma e in fase di ultimazione ci sono: In fase di ultimazione ci sono:
13 nuove stazioni e 7,7 km di tracciato della linea M4, per completare il percorso di 15 km e 21 stazioni, da San Babila a San Cristoforo Fs previste nell’autunno 2024;
San Babila – San Cristoforo fs
un prolungamento di 2 fermate e circa 2 km della linea M1 a nord con le stazioni di Sesto Restellone e Monza-Bettola, al momento in stallo, con l’inaugurazione che dovrebbe slittare al 2029.
# 3 estensioni di linee finanziate con 17 nuove stazioni e 20 km di tracciato
Ai cantieri attivi se ne affiancano altri attesi nei prossimi anni relativi a prolungamenti di linee esistenti. Le linee interessate sono tre:
la linea M1 si estenderà ad ovest di 3 stazioni, Valsesia, Baggio e Quartiere Olmi per circa 3,3-3,5 km. Atteso il bando entro l’estate 2024, mentre i lavori dovrebbero iniziare nel 2025 per concludersi attorno al 2030-31;
Credits: Urbanfile– Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
la linea M5 si spingerà sino al Polo Istituzionale di Monza, raddoppiando l’estensione attuale, partendo dall’attuale capolinea Bignami per 11 stazioni e 13,2 km. A fine 2023 sono partite le lettere di espropri, nel 2025 è atteso il bando e nel 2026 l’avvio dei cantieri. L’inaugurazione dovrebbe avvenire, in base agli ultimi aggiornamenti, non prima del 2032-2033;
Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5
la M4, per la quale come detto è prevista l’apertura integrale nell’autunno 2024, si allungherà ad est di 2 fermate e 3,1 km fino a Segrate dove verrà realizzato un interscambio con la futura stazione dell’Alta Velocità. Procede la fase di progettazione, mancano poco più di 40 milioni di euro di extra-costi per coprire l’intero finanziamento dell’opera. L’apertura di questo tratto è previsto non prima del 2030.
La realizzazione dell’infrastruttura, attesa da anni, accelera grazie alla parziale copertura finanziaria tramite fondi del Pnrr e alla nomina di un commissario. È prevista anche la costruzione di una nuova stazione a Pavia. Ecco quando dovrebbero concludersi i cantieri per i quattro binari lungo l’intero tracciato, che permetteranno di avere un treno ogni 15 minuti.
La Milano-Pavia diventerà un trenopolitana: la data dell’inaugurazione
# Il commissariamento dell’opera e i fondi dal Pnrr per accelerare i lavori: l’apertura prevista per il 2026
trenord_discoverytrain IG – Trenord
Un’infrastruttura attesa da anni e che migliorerà sensibilmente la mobilità del sud milanese oltre ad essere fondamentale per spostarsi in futuro da Milano a Genova in meno di un’ora, insieme al Terzo Valico e al quadruplicamento della Tortona-Voghera. Per dare uno scossa alla situazione di stallo il governo ha deciso di commissariare l’opera per il quadruplicamento della linea Milano Rogoredo-Locate-Pieve. La copertura finanziaria è garantita in parte dai fondi del Pnrr, in totale sono previsti 900 milioni di euro di investimenti di cui 189 per la tratta Milano Rogoredo-Pieve Emanuele. I lavori devono quindi essere completati entro il 2026.
# Dimezzati i tempi di percorrenza con il quadruplicamento: previsto un treno ogni 15 minuti
Credits: RFI – Quadruplicamento Milano Pavia
I vantaggi del quadruplicamento fra Milano e Pieve e successivamente da Pieve a Pavia si riassumono in un dimezzamento dei tempi di percorrenza dei treni dagli attuali 30 a 15 minuti e nel miglioramento della regolarità della circolazione attraverso la specializzazione dei traffici sulle due differente linee, quella regionale e quella a lunga percorrenza. Previsto infatti un incremento complessivo di capacità, da 10 treni/ora/direzione dell’attuale linea a 20 treni/ora/direzione sul complesso delle due linee.
# Un tracciato di 28,6 km e una nuova stazione a Pavia
Nuova Stazione Pavia Nord
I cantieri lungo il percorso 28,6 chilometri dell’attuale linea S13 sono suddivisi in due lotti funzionali: il primo, da 11 chilometri, va da Milano Rogoredo a Pieve Emanuele con avvio entro giugno 2024, mentre il secondo, di 18,6 chilometri, si estende da Pieve Emanuele fino a Pavia. Contestualmente è prevista l’istituzione di un nuovo servizio suburbano da/per Pieve Emanuele, dove la fermata diventa stazione per accogliere anche i treni della S2, con un beneficio anche per i territori di Locate, Opera e Lacchiarella. Tra le opere previste anche la costruzione di una nuova stazione, Pavia Nord.