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La Rotonda della Besana non è più quella di una volta: scopri i suoi segreti

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La Rotonda della Besana, in via Besana 12, Milano, non è quello che sembra. Ne ho sentite dire tante su questo luogo un po’ magico, di certo affascinante, che regala un sapore di antico a chi si trova immerso nel traffico sulla circonvallazione interna. E ho scoperto 5 cose che forse non tutti sanno e che rendono questa Rotonda il perno di tanti sapori e dissapori.

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La Rotonda della Besana non è più quella di una volta: scopri i suoi segreti

#1 Il luogo comune da sfatare

Molti fanno coincidere la Rotonda della Besana con il Lazzaretto manzoniano, ma così non è.
Se il grande lazzaretto citato nei Promessi Sposi è pressoché coincidente con l’area compresa tra la chiesa di San Paolo al Lazzaretto e Corso Buenos Aires, quella della Besana è da intendersi come l’ex cimitero seicentesco, extraurbano, e di pertinenza della Ca’ Granda (l’Ospedale Maggiore di Milano). Da qui, l’altro nome con cui viene raccontato dalle cronache: Foppone dell’Ospedale.

#2 Perché è una rotonda?

 

 

 

 

 

 

 

 

Era usanza comune, sin dal Quattrocento, costruire una cappella al centro degli spazi ospedalieri e di quelli sepolcrali, affinché degenti e non potessero essere equidistanti dal ‘cardine’ della cristianità rappresentato dall’altare. Allo stesso modo venne costruito questo cimitero, isolato dalla città in prossimità di Porta Tosa (oggi Porta Vittoria), a partire dal 17 giugno 1675, su disegno di Attilio Arrigone.

Al centro venne posta una piccola cappella-oratorio, mentre una strada, la Strada di San Barnaba (l’attuale Via San Barnaba) lo collegava all’Ospedale Maggiore tramite una porta di accesso, oggi tamponata, ma ancora visibile sull’attuale Via Francesco Sforza (è la Porta della Meraviglia, foto sopra). Vent’anni più tardi il cimitero venne completato.

Nel 1700, grazie a una raccolta fondi, la cappella centrale venne convertita in chiesa di  San Michele Arcangelo ai nuovi sepolcri. Nel 1719 tutto il complesso venne cintato da un porticato, così da limitare il flusso delle acque dei Navigli che, nei periodi di piena, imputridivano la zona emanando un tanfo nauseabondo e creando disagi alle bare inumate.

#3 ‘Della Besana’, chi era costei?

Meglio dire costui. Enrico Besana fu un patriota e politico italiano, volontario delle Guerre di Indipendenza che si combatterono a Milano nel ’48.

Nato a Milano nel 1813, visse a lungo esule a Lugano e fu uno storyteller ante litteram dei suoi viaggi per il mondo, pubblicati sui giornali d’epoca come il Corriere di Milano e La Perseveranza.

Fervido garibaldino, fu ordinato della direzione e dell’amministrazione del Fondo per il milione di fucili da Giuseppe Garibaldi in persona. Non a caso, a lui è stata intitolata la Rotonda e la via a due passi dalle più note Cinque Giornate.

#4 Che cosa si può vedere dentro la Rotonda della Besana, oggi…

… rimpiangendo la Besana di un tempo, che poi, è questo un po’ il nocciolo della questione.

Dal 2014 visitare la Rotonda della Besana significa passare dal MuBa, il Museo dei Bambini di Milano, luogo dalla reputazione controversa (www.muba.it).

C’è la ‘fazione genitori entusiasti ‘che qui organizzano feste di compleanno under 10 anni, alternativa alle classiche feste in casa e un po’ meno ‘agé’ di quelle all’oratorio.
Ci sono case editrici che lo scelgono come luogo privilegiato del lancio di nuove collane per ragazzi, e qualcuno vi ha anche organizzato delle fattorie didattiche estemporanee. Insomma, niente a che fare con opere d’arte barocche o memento mori come vorrebbe la storia del luogo.

Oggi, per molti, visitare la Besana è come concedersi una giornata in un ambiente all’aperto e recintato, a ingresso libero, aperto dal martedì alla domenica (ore 09.30-18:30; fino alle 19:00 negli orari festivi). Nella ex chiesa si può giocare e leggere, godersi qualche esposizione nel ridimensionato spazio mostre, oppure prendersi un aperitivo. Sì perché, dal 2015, qui è arrivato anche l’omonimo bistrot con ristorante e spazio eventi per il dopolavoro (un progetto inaugurato durante l’estate 2016).

Roba da parco cittadino, nessun riferimento a intellettualismi e storie d’arte.

#5 Perché la Rotonda della Besana non è più quella di una volta

Perché la Rotonda della Besana, per oltre 40 anni (dalla fine degli anni ’60 al Duemila inoltrato) è stato ‘lo’ spazio espositivo di Milano, uno di quei luoghi in cui artisti e architetti ambivano allestire le loro opere. Da qui sono passati tanti: Conrad Marca-Relli, Julian Schnabel, Luigi Veronesi, Fabrizio De André e Karl Lagerfeld – The Little Black Jacket.

Dal 1958 lo spazio, di proprietà del Comune di Milano, lo ha usato come spazio verde pubblico e come spazio espositivo. Eventi, proiezioni, happening, persino, nel 1992, una mostra collettiva di 99 artisti dell’Accademia di belle arti di Brera realizzata per raccogliere fondi per il restauro dell’Arco della Pace di Milano (1992). Molto, molto lontano da ninne nanne e filastrocche per bambini  o dai ritrovi modaioli che si sentono oggi.

E se si trovasse una via di mezzo?

Continua la lettura con: 10 graffiti di Milano 

PAOLA PERFETTI

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La dura legge di San Siro: chi ha vinto, chi ha pareggiato e chi ha perso tra gli artisti in concerto

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La legge di San Siro è inesorabile. Può trasformarsi nel trampolino della consacrazione definitiva oppure proiettare alla velocità della luce sul viale del tramonto. Quest’estate sono stati di scena grandi artisti. Vediamo chi sono vincitori e perdenti secondo la valutazione spietata di Andrea Spinelli pubblicata su Il Giorno

La dura legge di San Siro: chi ha vinto, chi ha pareggiato e chi ha perso tra gli artisti in concerto

Siamo a metà di un’estate sensazionale per i concerti a San Siro. Secondo i media adeguatamente assistiti dagli uffici stampa sembrano essere stati tutti un successo clamoroso: guai a esprimere critiche o ad alzare sopracciglia. Ma c’è qualcuno che lo ha fatto: si è sorbito tutti i concerti per rivelare quelli che realmente hanno convinto e chi invece sembra non essere stato all’altezza della Scala del Calcio e, ormai, della musica Pop. Vediamo dunque chi ha vinto, chi ha perso e… chi ha pareggiato, secondo Andrea Spinelli come riportato su Il Giorno

# Chi ha vinto

  • Zucchero (voto 7). Secondo Spinelli è il trionfatore dell’estate 24: “Il miglior concerto visto quest’estate al Meazza”. Zucchero ha spaccato soprattutto perché “canta per davvero, suona per davvero, affiancato da una band eccellente”. Cose ormai rare. Unico neo? “Che languore quelle sedie sul prato e quel terzo anello quasi vuoto ai lati”.
  • Vasco Rossi (Voto 6,5). A detta di molti sembra che sia stata l’estate di Vasco e della bionda americana. Ma non per Spinelli che relega Vasco Rossi alle spalle di Zucchero. Nonostante le molte date, il rocker di Zocca strappa appena poco più di una sufficienza. 400mila spettatori non bastano per il critico de Il Giorno. I punti deboli? Il palco troppo ipertecnologico e “la voce talora un po’ così”. L’età incalza anche i mostri sacri. 

# Chi ha pareggiato

  • Taylor Swift (Voto 6). La bionda americana merita un 1000 e lode soprattutto per l’ufficio stampa. Incensata da notizie da Fantasilandia, tipo che è la settima migliore chitarrista di tutti i tempi, che quando arriva lei il PIL si impenna, che con il costo di un biglietto di un suo concerto gli americani fanno due settimane di vacanze in Europa. Cose del genere. Sembrano solo luci e riflettori accesi su di lei. Ma c’è un’eccezione. Si chiama Andrea Spinelli. Che le assegna il voto più umiliante per una superstar planetaria incensata dai media. Sei. Delle serie, non ti rimando a settembre solo per il mio buon cuore. La motivazione? “Nonostante si sforzi a lasciare intendere che canta per davvero”, fa uso di ampio utilizzo di “sostegni”. 
  • Sfera Ebbasta (Voto 6). Un altro che sembra intoccabile. Qualunque critica diventa un boomerang trasformando chi l’ha sollevata in un boomer anche se ha quindici anni. Ma Spinelli fa spallucce e fa finire anche il trapper di casa nostra nell’umiliazione di un 6 rosicchiato. Il meglio? “Gli ospiti”. “Sfera si prende San Siro portando sul palco con lui il top del rap italiano, con un (doppio) show ricco di incontri al vertice, un po’ meno d’anima”. E qui casca l’asino: “Dall’impatto un po’ opprimente, lo spettacolo alla fine si risolve in una esibizione muscolare che lascia qualche dubbio sulla capacità del “King” di affrontare in maniera scenicamente efficace la dimensione dello stadio”. Ergo: promosso solo per la buona condotta. 

# Chi ha perso

Max Pezzali – Credits: Caserta News
  • Max Pezzali (Voto 5,5). Ahia. Scherza con i fanti ma lascia stare i santi. Qui Spinelli gioca con il fuoco. Impossibile trovare una riga storta nelle recensioni dei concerti di Pezzali. Bravo, bravissimo, buono, buonissimo. Uniche note stonate sono Cecchetto e Spinelli. Motivo dell’insufficienza. “Sarebbero bastati ancxhe solo due concerti”, invece dei tre. Mica è Vasco. Poi l’ampio ricorso per l’effetto nostalgia con “24 inni degli 883 su 27 pezzi la dicono lunga sulle intenzioni dello show”, che per Spinelli è rimasto ancora a un grande “karaoke intergenerazionale” tipo Fiorello negli anni Novanta. 
  • Club Dogo (Voto 5). Qui si gioca più facile. Probabilmente è stato un azzardo il passaggio a San Siro. Vero che qui ha giocato anche il Sant’Angelo Lodigiano, ma questo stadio non è per tutti. Soprattutto bisogna saperselo conquistare. Secondo Spinelli è quello che non sono riusciti a fare i Club Dogo che “dopo 10 Forum esauriti” forse con San Siro hanno fatto il passo più lungo dell’autotune. Inesorabili “certi vuoti sugli spalti” di un pubblico che ai bis “ha preferito altro”. 
  • Negramaro (Voto 5). Questo fa male. Sì, perché in questo caso forse davvero San Siro ha colpito duro, facendoli uscire dal palco direttamente sul viale del tramonto. Già erano usciti con le ossa rotte da Sanremo ma qui è stato un disastro con “un vuoto di pubblico imbarazzante”. A questo si aggiungono “le cancellazioni di Bari, ovvero casa, e Messina con rimodulazione dei concerti nei palasport”. Urge per la mitica band una dura presa di coscienza.  

# Attesi al varco della prossima estate

Chi affronterà la dura legge di San Siro nel 2025? Al momento gli artisti certi sono: Elodie 8 giugno, Pinguini Tattici Nucleari 10 e 11, Elisa il 18, Gazzelle il 22, Marracash il 25,  Springsteen il 30 e il 3 luglio, Ultimo il 5 e 7 luglio e Marco Mengoni 13 e 14. 

Riferimento: Andrea Spinelli su Il Giorno

Continua la lettura con: La M5 va oltre San Siro?

ANDREA ZOPPOLATO

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Porta Romana è bella: 10 motivi per amare il quartiere della dolce vita di Milano

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Ph. @monica_mereghetti IG

“Ci stan le ragazzine che te la danno”: Porta Romana è Bella come la canzone di Giorgio Gaber, entrata nell’immaginario collettivo di un quartiere effervescente per cultura e spensieratezza. Chi ci vive assicura che è il numero uno a Milano per “cibo, ospitalità e ragazze”.

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Porta Romana è bella: 10 motivi per amare il quartiere della dolce vita di Milano

#1 La porta e i resti delle mura spagnole

porta romana spagnola Fonte: http://www.02blog.it

La Porta deve il nome al periodo repubblicano dell’Antica Roma, quando era una delle nove aperture stradali della città, quella dalla quale dipartiva l’arteria che, attraversando Lodi, Pizzighettone e Piacenza, portava direttamente a Roma. Accanto alla porta si trovano i resti delle mura spagnole.

#2 Giannasi 1967


la storica Rosticceria di Milano in Piazza Bruno Buozzi.

#3 Le Terme

QC Terme Milano
QC Terme Milano

La vecchia stazione dei morti diventata prima deposito ATM, poi discoteca, ricordate il Ragno d’Oro degli anni novanta?, infine terme. Celebre per lo spazio in esterno dove si trova il tram-sauna.

#4 Bagni Misteriosi- Teatro Franco Parenti

bagnimisteriosi - Teatro Parenti
bagnimisteriosi – Teatro Parenti

L’intuizione di Andree Ruth Shammah che nel 2016 ha trasformato la nuova piscina storica di via Carlo Botta integrandola al Franco Parenti.

#5 Cascina Cuccagna

In via Ludovico Muratori 2 una cascina a due passi dal centro, ospita prodotti a chilometro zero, in collaborazione con Cortilia, e organizza eventi e incontri nei suoi spazi interni ed esterni.

#6 Le vie dei ristoranti e dei localini

via crema
via crema

Via Crema, via Orti, viale Montenero, via Muratori, ma si potrebbe continuare a lungo. Forse l’unico quartiere a Milano dove si concentrano così tanti ristoranti e localini dove trascorrere una bella serata.

#7 Casa Sartorio, il Flatiron Building milanese

Foto urbanfile.org
Foto Urbanfile

in via Piacenza 13 c’è Casa Sartorio, edificio progettato da Enrico Provasi nel 1910, a sprone, ricorda in piccolo il celebre Flatiron Building di New York.

#8 Crocetta

Piazzetta-spartitraffico che divide Corso di Porta Romana da Corso di Porta Vigentina dove si trova un obelisco con in cima la scultura di Santo Calimero. E’ considerato il punto di entrata nel quartiere da dove si diramano le strade principali che attraversano e delimitano la zona.

Leggi anche: Crocetta: perchè si chiama così? 

#9 il monumento dei tri ciucc

Ovvero: i tre ubriachi. Così la gente ha da subito soprannominato questo monumento che si trova nello spartitraffico di via Tiraboschi angolo con via Muratori. Soprannominato in quel modo perchè sembrano due persone che sorreggono un ubriaco. Gruppo bronzeo realizzato dallo scultore e incisore Enrico Saroldi, in realtà dedicato ai caduti della Grande Guerra.

#10 Il diavolo e la palla di cannone

Nel quartiere è di casa anche il diavolo, al numero 3 di corso Porta Romana. L’uomo che ritenevano fosse satana si chiamava Ludovico Acerbi: mentre la peste divampava in città lui organizzava feste sfrenate nel suo palazzo a cui partecipava l’aristocrazia della città. Chi lo frequentava risultava immune dall’epidemia. Per questo il marchese venne smascherato: in realtà era il diavolo in persona.

Nello stesso palazzo è conficcata anche una palla di cannone risalente ai moti delle cinque giornate.

Leggi anche: L’incredibile storia del diavolo di Porta Romana e dei suoi nobili immortali

“A fatto piu’ battaglie la tua sottana
Che tutta la marina Americana 
A perso piu’ battaglie il tuo reggipetto
Che il general Cadorna a Caporetto” (Porta Romana, Giorgio Gaber)

FABIO MARCOMIN

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La “città dei laghi”, la futura “Los Angeles” della Lombardia

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Da Varese e Como a Lugano

Un’area transfrontaliera con una forte identità che mira a competere con Milano in Italia e Zurigo in Svizzera. Come nasce l’idea e il progetto per realizzarla.

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La “città dei laghi”, la futura “Los Angeles” della Lombardia

# Dare un’identità metropolitana all’area compresa tra il Lago Maggiore e il Lago di Como 

Maps – Città dei Laghi

L’idea della “Città dei Laghi”, che sarebbe composta da Como, Lecco, Varese e le realtà del Canton Ticino di Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno, è emersa da uno studio illustrato qualche mese fa dai ricercatori dell’Accademia di architettura di Mendrisio. Dando un’identità a questa fascia transfrontaliera tra l’Italia e la Svizzera, i territori potrebbero competere con le aree metropolitane di Milano a sud e Zurigo a nord. Per poter concretizzare un progetto così affascinante la vera sfida è ridisegnare la viabilità e le infrastrutture di trasporto pubblico.

# Il progetto del tram-treno per Varese

Credits malpensa24 – Tram treno Varese

Il punto di partenza è il progetto del Tram-Treno di Varese che prevede la trasformazione dell’attuale sede ferroviaria tra Varese e Laveno-Mombello in linea adatta al passaggio del tram, con passaggi dei convogli ogni 4-6 minuti nell’area urbana e ogni 10 sulla tratta extraurbana diretta al Lago Maggiore con capolinea previsto a Laveno Mombello. Le prime discussioni sono state avviate nel 2019, mentre nel 2021 è stato creato un apposito Comitato che ora, rispondendo alla call del Comune di Varese per l’avvio del procedimento del nuovo Piano di Governo del Territorio, punta ad allargare l’attenzione su Como, Lecco e il Canton Ticino.

Leggi anche: Como sogna la METRO LEGGERA, Varese il TRAM-TRENO

# Un’asse portante di mobilità tra Laveno e Lecco passando per Varese e Como

Credits Skitterphoto-pixabay – Tram treno

Qui Como riporta le parole di Giovanni Arioli, portavoce di un comitato operativo formato da cittadini accomunati dall’appartenenza a otto club Rotary del Varesotto, riguardo a una visione dei trasporti su una scala più ampia emerso dallo studio dell’Accademia di architettura di Mendrisio e dell’Insubria: “L’analisi degli effetti e le possibili ottimizzazioni generate a cascata dalla trasformazione in metro-tramvia della linea che da Varese porta a Laveno Mombello ci induce a evidenziare come lo sguardo debba allargarsi a una scala territoriale più ampia” e che “la giusta scala geografica sia la cosiddetta Città dei Laghi“.

Maps – Laveno-Lecco

Quello che emerge dalla cartografia elaborata da Michele Arnaboldi dell’Accademia di Mendrisio è l’asse portante di mobilità urbana pubblica su ferro che potrebbe essere realizzata tra Laveno e Lecco passando per Varese e Como. “Le due tratte estreme dell’asse, rispettivamente la Laveno-Varese e la Como-Lecco, sono già in esercizio come ferrovie tradizionali, ma potrebbero facilmente essere trasformate in metro-tramvie (…) così come dimostrato dallo studio che il comitato TramTreno Varese (…). La tratta Varese-Como sarebbe invece da ripristinare utilizzando il vecchio tracciato FNM da Malnate a Grandate.”

Da Varese e Como a Lugano

“In via provvisoria, tuttavia, può già essere coperta dal servizio ferroviario Tilo che collega i due capoluoghi di provincia lombardi con il Canton Ticino fino a Bellinzona e Locarno, passando per Mendrisio e Lugano.”

# Un’identità propria di polarità urbana grazie alle due direttrici di traporto Est-Ovest e Sud-Nord

“Questi due assi di trasporto pubblico, rispettivamente Est-Ovest e Sud-Nord potrebbero conferire al nostro territorio transfrontaliero un’identità propria di polarità urbana (…) che, per massa critica, sarebbe in grado di competere con la forza centripeta che attualmente caratterizza le due aree metropolitane di Milano a Sud e Zurigo a Nord, rischiando di fagocitare sia il Varesotto e il Comasco, sia il Canton Ticino».

Il passo successivo, come spiega in conclusione Airoli, sarà “il coinvolgimento del Rotary club di Como e Lecco per estendere lo studio di fattibilità della metro-tranvia prealpina ai territori delle due località lariane“.

Leggi anche: Il primo TRAM-TRENO in partenza nella città Ticino: lo stesso modello in arrivo a Milano per le OLIMPIADI

Fonte: Qui Como

Continua la lettura con: Il SOGNO della METROPOLITANA tra COMO e LUGANO. Il passo successivo: UNIRLA a quella di MILANO?

FABIO MARCOMIN

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No Pasaran! Stop al prolungamento della paullese

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Il Comune di Milano alza il ponte levatoio a Sud Est. Un progetto atteso da oltre vent’anni viene messo definitivamente nel cassetto. E’ finito il tempo in cui si costruivano strade per agevolare le connessioni con il territorio. Ora la priorità è un’altra: ridurre il numero delle auto e promuovere l’uso dei mezzi pubblici. 

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No Pasaran! Stop al prolungamento della paullese

# Stralciato dal PGT il prolungamento della Paullese

Eliminato il prolungamento della Paullese dal Piano di governo del territorio (PGT). Questa la decisione della giunta del Comune di Milano che verrà presentata in Consiglio. La delibera è stata approvata nei giorni scorsi: definisce una variante del Pgt che elimina l’estensione della Paullese. Il tracciato viene fermato alla rotonda di Merezzate, prima perciò dell’arrivo all’interno dell’area urbana. 

Il prolungamento della statale è un progetto di vecchia data. Addirittura risale a prima del 2002. Sembrava finalmente cosa fatta, ma non ha fatto i conti con la priorità di chi amministra Milano che non è più quella di agevolare le connessioni con il territorio, ma il suo opposto: ridurre il numero di automobili circolanti sul territorio  comunale. Non solo: la riqualificazione di Santa Giulia e i lavori per il sito olimpico stanno trasformando l’assetto urbano in un’area che, secondo la Giunta, non contemplerebbe più la massiccia penetrazione di vetture. 

# “Lo stop eviterà un notevole consumo di suolo”

“Si tratta di un’opera viabilistica pensata più di vent’anni fa – spiega a MilanoToday l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – che oggi risulta lontanissima dalle politiche ambientali e di sviluppo del territorio che stiamo perseguendo. La scelta di fermare il tracciato poggia tra l’altro su attente valutazioni degli uffici tecnici che ci dicono che il prolungamento della strada non apporterebbe migliorie alla viabilità. E io aggiungo che stiamo anche evitando un notevole consumo di suolo”.

# “Non realizzare una strada serve a promuovere il trasporto pubblico e a ridurre l’uso del mezzo privato”

Rinforza il concetto l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi: “Tutte le nostre scelte, compresa quella di non realizzare una strada, mirano agli stessi obiettivi: promuovere il trasporto pubblico, ridurre l’uso del mezzo privato, cercare di minimizzare l’impatto del traffico automobilistico e le conseguenti emissioni inquinanti nei quartieri cittadini”.

Fonte: MilanoToday

Continua la lettura con: La circle line di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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A Milano le case sfitte sono più della metà di quelle affittate: “questa è la causa principale della crisi degli affitti”

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Credits glasshouse_dreamcharme IG - Jacuzzi Casa di vetro

L’indagine consegnata dall’Aigab al sindaco. La causa della crisi degli affitti non sono gli affitti brevi ma le case lasciate vuote. Tutti i dati.

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A Milano le case sfitte sono più della metà di quelle affittate: “questa è la causa principale della crisi degli affitti”

# 110.000 case vuote a Milano

Foto Andrea Zoppolato – Casa dei musicisti intitolata a Giuseppe Verdi

Un numero impressionante. 109.404. Sono le case lasciate vuote a Milano. Potrebbero ospitare la metà degli studenti universitari di Milano. Oppure potrebbero ospitare l’equivalente di abitanti delle più grandi città lombarde, fuori Milano, come Como, Varese o quasi tutti i bergamaschi. Invece restano sfitte. E in questo caso il problema non sono quelle destinate agli affitti brevi: sono 19.000. Meno del 20% di quelle vuote. Questi i dati forniti da Aigab al sindaco per orientarlo su una politica più risolutiva al problema del caro affitti. Una politica che deve incidere per forza su quelle senza inquilini. 

# A breve sono affittate solo il 2,4% del totale

Credtis tempocasa – Torre Trianto

Dati che mettono in discussione la questione degli affitti brevi come la causa principale della carenza e dell’aumento dei prezzi delle locazioni in città. A Milano, il numero degli appartamenti messi online per breve tempo è 19.271. Un numero relativamente basso sia se lo si confronta con quello degli affitti a lungo termine, che a Milano sono 183.227, pari al 22,6 per cento degli 809.990 appartamenti presenti in città. Sia se lo si confronta con gli appartamenti sfitti che a Milano sono 109.404 pari al 13,5 per cento del totale. Quindi, a venire destinate agli affitti brevi sono il 2,4 per cento delle abitazioni totali, un decimo di quelle affittate con il 4+4 e il 17% di quelle sfitte (di cui 16.423 di proprietà pubblica). 

# «Lo 0,9 per cento del patrimonio abitativo della città non può essere considerato la causa dell’aumento degli affitti»

Credits rentingmilan IG – Casa a ringhiera sui Navigli

Ma i dati sugli affitti brevi sarebbero perfino più grandi della realtà. Secondo Inside Airbnb, gli appartamenti stabilmente online sarebbero ancora meno: 7.446 (lo 0,9% del totale) mentre poco più di 10 mila sarebbero online solo saltuariamente.

Sono alcuni dei dati del report consegnato dall’Aigab, l’Associazione italiana gestori affitti brevi, al sindaco Sala, da mesi in prima linea nella richiesta al governo di porre limiti agli affitti brevi. «Lo 0,9 per cento del patrimonio abitativo della città non può essere considerato la causa dell’aumento degli affitti» spiega al Corriere della Sera Marco Celani presidente di Aigab e ad di Italianway, primo operatore sul mercato italiano degli affitti brevi.

Celani chiarisce anche che turisti e studenti fuori sede rappresentano due segmenti diversi del mercato, orientati su proposte di case posizionate in luoghi diversi tra loro: «È vero che aumentano gli studenti e i fuori sede — continua Celani — ma anche in questo caso la penuria di alloggi e i prezzi alti non dipendono dagli affitti brevi. Gli studenti vanno a a vivere nella seconda cerchia o fuori Milano, mentre il turista cerca l’alloggio in centro. Sono due segmenti di mercato che non si incontrano. Si è sempre alla ricerca di un capro espiatorio e in questo caso sono gli affitti brevi come a New York. Sa quanti sono gli alloggi destinati all’affitto breve nella Grande Mela? Quarantamila su 8 milioni di abitazioni. Le città che chiudono agli affitti brevi non sanno trovare soluzioni. Bisogna riempire le case vuote pubbliche e privata con incentivi e non con coercizioni».

# E se la soluzione fosse di tassare le case sfitte come se fossero occupate?

Credits Paul Pablo – Casa floreale via Balzaretti

Per rendere meno conveniente mantenere una casa sfitta, che rappresenta un indubbio costo sociale, si può prendere a riferimento i paesi che applicano alle case sfitte la medesima imposta applicata agli appartamenti affittati. In questo modo non si ha una “concorrenza sleale” a livello di imposizione a favore della casa vuota rispetto a quella data in affitto. Una strada che può sembrare più praticabile e conveniente per tutti, in primis per le finanze pubbliche, senza arrivare al caso estremo dei paesi che invece procedono a un “esproprio” delle case sfitte per le aziende proprietarie di un alto numero di appartamenti. 

Continua la lettura con: Quanto vale la tua casa (o quella che ti piace)?

ANDREA ZOPPOLATO 

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La nuova “piazza dei creativi” di Milano

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max.mil133 IG - Fabbrica del Vapore

Si prepara alla trasformazione uno degli spazi culturali più iconici della città. Ecco come diventerà.

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La nuova “piazza dei creativi” di Milano

# Al via il rinnovo della Fabbrica del Vapore

ilciampa IG – Fabbrica del Vapore

La Fabbrica del Vapore è pronta a rinnovarsi. Giovedì 11 luglio è stato approvato il nuovo bando, dato che le concessioni che assegnano gli spazi sono in scadenza, per rendere ancora più attrattivo questo luogo nel cuore di Milano. Oggetto del bando sono dieci lotti delle due stecche laterali, non gestiti direttamente del Comune di Milano, per un totale di 3.600 mq, con un canone di affitto minimo dai 27 mila euro l’anno per quelli più piccoli di 150 metri quadrati a 150 mila euro quello più grande da 977 mq. Tariffe salite del 30% ma ridotte del 60% per le associazioni no-profit. L’assegnazione dura 5 anni, non rinnovabile, e possono partecipare anche gli operatori attuali.

# La più grande piazza di Chinatown, con alberi e panchine

max.mil133 IG – Fabbrica del Vapore

Verrà preservata la sua funzione di incubatore culturale per piccole e grandi imprese, mentre lo spazio esterno diventerà la più grande piazza di Chinatown, un grande giardino con alberi e panchine nel cortile. Un luogo quindi dove rilassarsi, conversare, fare network, ma con spazio per mostre, eventi, laboratori, studi d’artista e scuole di formazione.

# Un ristorante con dehors e un coworking

Credits angydivi80 IG – Fabbrica del Vapore

Il progetto di rinnovo però è ampio. Si prevede infatti un ristorante nella stecca destra al piano terra, con dehors privato e quindi con affaccio sulla piazza, con lo spazio da mettere a bando nei prossimi mesi assieme a quelli per il coworking, con tre grandi stanze gestite dal Comune con scrivanie in affitto per dare un’opportunità anche alle realtà imprenditoriali più piccole del mondo della cultura.

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FABIO MARCOMIN

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La stazione di Sesto non c’è più: quello che sorgerà al suo posto

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Antonio Lamiranda Fb - Vecchia stazione Sesto San Giovanni demolita

I lavori sono partiti in ritardo a causa del ritrovamento dell’amianto in un edificio del complesso. Ma ora la vecchia stazione è stata demolita completamente. Si può così procedere alla sua sostituzione. 

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La stazione di Sesto non c’è più: quello che sorgerà al suo posto

# Demolita completamente la struttura della vecchia stazione

Ufficio Stampa Sesto – Edificio amianto stazione

La vecchia stazione di Sesto San Giovanni non c’è più. L’annuncio è stato dato dall’Assessore ai lavori pubblici Antonio Lamiranda in un post su facebook: “Alle ore 7.00 sono terminate le operazioni di demolizione totale della vecchia stazione ferroviaria.”  

Antonio Lamiranda Fb – Vecchia stazione Sesto San Giovanni demolita

I lavori erano partiti in ritardo per il ritrovamento dell’amianto in un edificio facente parte della struttura esterna. Questo ha comportato la rimozione del materiale inquinante prima di far partire le ruspe. Ora è in corso la raccolta e lo smaltimento delle macerie.

# L’apertura parziale di quella nuova ad aprile

Nel mese di aprile di quest’anno aveva già aperto, seppur in modo parziale, la nuova stazione progettata da Renzo Piano Building Workshop (RPBW) e Ottavio Di Blasi & Partners. Interscambia con l’attuale capolinea della M1, ed è stata completata a livello funzionale mentre rimangono ancora da terminare parti della copertura e degli accessi. Il sottopasso preesistente, di collegamento alla metro, è stato temporaneamente chiuso per essere riqualificato e riaperto a fine lavori, rinnovato, prolungato di circa 42 metri e collegato con il nuovo sistema di stazione.

# Una passerella trasparente a scavalco di 90 metri con un punto panoramico sul nuovo parco

La struttura è caratterizzata da una passerella di vetro che attraversa la linea ferroviaria Milano-Monza, con una lunghezza di 90 metri e una larghezza di 18 metri. Le connessioni ai binari avvengono tramite scale coperte da pensiline. Sulla passerella sono previsti un bar e alcune attività commerciali, offrendo una vista panoramica sul nuovo Parco urbano Unione. Dotata di ascensori e scale mobili integra 2.400 mq di celle fotovoltaiche su una superficie di 110 per 28 metri, garantendo l’autonomia energetica dell’edificio. L’opera è stata finanziata con 15 milioni di euro     e rientra nel maxi progetto di rigenerazione di 1 milione di mq MilanoSesto. Oltre a servire il nuovo quartiere, nella nuova piazza “Unione 0” dove è in costruzione il primo lotto, lo unirà al resto del territorio comunale e alla fermata della M1 ricucendo la storica cesura tra le due parti della città divise dai binari.

Leggi anche: I 18 GRANDI PROGETTI di RIGENERAZIONE che CAMBIERANNO MILANO e il suo hinterland

# Inaugurazione a dicembre 2025

Piazza Primo Maggio – Maps

Nel progetto della stazione è compresa anche la riqualificazione della piazza antistante, Piazza Primo Maggio, che prevede la realizzazione di una innovativa e tecnologica bici-stazione e piantumazione di circa 60 alberi della specie sophora japonica. Con la demolizione della vecchia stazione possono procedere i lavori per il completamento di quella nuova, la cui costruzione è stata affidata alla Cimolai S.p.A. nel 2021 tramite un appalto pubblico, per arrivare all’inaugurazione entro dicembre 2025.

Continua la lettura con: Aperta (parzialmente) la passerella trasparente sospesa di Renzo Piano

FABIO MARCOMIN

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Telecom si è fermata alla Bovisa: la triste sorte delle cabine gemelle

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Foto Andrea Urbano - Cabina imbrattata altra vista

Nella Milano degli smartphone è triste la storia di queste cabine telefoniche dimenticate da dio, dal sindaco e da Telecom. 

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Telecom si è fermata alla Bovisa: la triste sorte delle cabine gemelle

# La cabine telefoniche gemelle in Piazzale Lugano

Foto Andrea Urbano – Cabina imbrattata

A Milano si risanano immense aree dismesse, si costruiscono grattacieli, si progettano lunghi percorsi ciclabili. L’altra faccia della medaglia? Dove degrado e incuria regnano incontrastati. Tolte alcune aree tenute a lucido, sporcizia, muri imbrattati, erbacce e mancanza di attenzione all’arredo urbano sono la normalità. Non fa certo eccezione il vivace quartiere della Bovisa, un tempo periferia oggi zona semicentrale e in un momento di grande slancio. Forse il quartiere di Milano coinvolto dai più grandi risanamenti urbanistici della città. Dal recupero della Goccia a quello dello Scalo Farini la Bovisa sarà protagonista. Ma ci sono delle eccezioni. 

Foto Andrea Urbano – Cabina imbrattata altra vista

Un’eccezione è Piazzale Lugano, luogo di grande passaggio lungo una delle principali arterie della metropoli, dove fanno bella vista di se due cabine telefoniche. Non solo sono da oltre un decennio totalmente inutili ma soprattutto sono ridotte in una maniera indecente. Per quanto il distributore per tanti anni lasciato abbandonato sia stato finalmente riaperto e ristrutturato, la vista di questi due residuati imbrattati balza subito all’ occhio. Invochiamo presto un intervento per la loro rimozione.

Leggi anche: Le nuove CABINE TOUCH SCREEN: sentirsi SUPERMAN sulle strade di Milano

Continua la lettura con: Le ombre su San Babila ed M4: piazza in chiaroscuro e l’interscambio con doppio tornello

ANDREA URBANO

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Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

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Leonardo Re

“Leonardo è stato uno dei primi cinque nomi del mondo delle radio libere, un grandissimo”, sono le parole di Jovanotti in un’intervista degli anni novanta. Eh sì, perchè Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo, rappresenta ancora oggi, a vent’anni dalla prematura morte, uno dei simboli della radiofonia, lui che fu un vero pioniere delle trasmissioni in diretta pomeridiana a proporre a raffica sia le hit del momento, che le canzoni appena uscite, quelle che nessuno aveva ancora ascoltato.

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Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

# Il debutto a Radio Reporter e il passaggio a Radio Milano International

Fm-World – Lenoardo Re Cecconi

Re Cecconi nasce a Rho il 1 settembre 1954, inizia gli studi di Architettura e in quel periodo entra a far parte dello staff di Radio Reporter, una delle radio storiche milanesi. E’ il 1975 e, parallelamente a questa emittente, in via Locatelli al numero 6, due coppie di fratelli (Angelo e Rino Borra e Piero e Nino Cozzi), aprono Radio Milano International, una delle prime emittenti libere d’Italia. Ogni tanto alla porta dell’alloggio che ospitava questa entità dell’etere bussavano i Carabinieri, che mettevano i sigilli al trasmettitore, perchè si diceva che le onde hertziane venivano inquinate da quelle di radio Milano International, violando il campo magnetico dell’aeroporto e delle forze dell’ordine.

Poi la realtà delle radio libere diventa qualcosa di forte e potente, che esce dalla clandestinità e attira l’ascolto di tanti giovani, che attraverso le emittenti radiofoniche scoprono la musica. Ed è in questo periodo che Leonardo Re Cecconi passa a Radio Milano International, è il 1976, i tempi in cui si diceva ancora, “trasmettiamo dai 101 megacicli”, termini che ora risultano obsoleti, ma che allora rappresentavano quanto di più moderno e innovativo si potesse pensare.

# Ha sdoganato la mescolanza di parole e musica via etere

Radio Milano International

Leopardo era un Dj autentico, con una straordinaria competenza musicale, con un’energia unica e una capacità dialettica che incollava gli ascoltatori alla radio. La sua era una conduzione che mescolava una parlata fluida, chiara e schietta ad interventi onomatopeici, che imitavano il verso degli animali, soprattutto quello del Leopardo, il vero brand di Re Cecconi.

Poi passava dallo sciorinare alla perfezione titoli e nomi di canzoni e cantanti inglesi o americani, ai grammelot demenziali, con l’emissione di suoni farseschi.

Proprio per questo DJ Leopardo rimane nella storia della radio italiana: lui la radio non solo l’ha fatta, ma l’ha inventata. Meglio, ha inventato quel modo di “radiofoneggiare”, che ha consentito a questo elettrodomestico di entrare nel mito del costume e della cultura degli italiani. Ha sdoganato la mescolanza di parole e musica via etere, creando tra questi due essenziali ingredienti della radio una risultante di energia. Ricordiamo ancora quando Leopardo cantava sull’attacco musicale della canzone, dando la spinta alla stessa, come l’equipaggio di un bob alla partenza sul ghiaccio.

# Da Hit Parade, la sua trasmissione di culto, alla longeva trasmissione Popcorn

Leonardo Re

La sua trasmissione di grido (diremmo di culto) è stata Hit Parade, il programma pomeridiano che proponeva le venti canzoni da discoteca più ballate nei locali italiani. All’inizio degli anni ottanta i Dj più popolari tra i giovani erano Leopardo, Betty Miranda, Gianni De Bernardis, Max Pagani, Ronnie Jones, Federico l’Olandese volante e altri: Leonardo è tra gli ideatori della “Band of jocks”, il gruppo rap/dance che incise diverse canzoni molto di moda nella prima metà di quel decennio.

Nella seconda metà degli anni ‘80 il Dj rhodense lo troviamo su Canale 5 a condurre la longeva trasmissione PopCorn. La carriera di Leonardo Re Cecconi proseguirà in altre emittenti radiofoniche, per chiudersi tragicamente quando il nostro artista ha cinquant’anni: Leonardo morirà il 22 gennaio 2004, sconfitto da un tumore.

FABIO BUFFA 

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Tulipania, il labirinto di girasoli, Sunnyland: l’estate nei campi in fiore della Lombardia

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sandra__caruso IG - Labirinto di Girasole Sunnyland

I campi vivaio aperti al pubblico sono diventati un vero e proprio trend di moda: dai campi di zucche in inverno, ai campi di tulipani in primavera, fino ai campi di girasole in estate. Vediamo i più interessanti.

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Tulipania, il labirinto di girasoli, Sunnyland: l’estate nei campi in fiore della Lombardia

# Il labirinto di girasoli ad Ornago

biankoniglia IG – Girasoli Ornago

In Brianza ad Ornago, all’interno del Parco agricolo nord est, una estensione gigantesca, quasi 40 mila metri quadrati, di girasoli shirin. Il campo è aperto fino alle 22 su prenotazione. Per perdersi in un mare giallo in Brianza.

# Tulipania

tulipania.world IG – Tulipania

A Terno d’isola in provincia di Bergamo si trova Tulipania. Fino a fine luglio ogni weekend si organizzano pic nic e apericena tra i girasoli, allestimenti di set fotografici, esplorazioni sensoriali, nonché concerti di musica dal vivo per divertirsi ballando sotto le stelle. 

# Laboratori di fiori

agricoladellemeraviglie IG

A Vimodrone, nell’hinterland milanese presso “Agricola delle meraviglie”, si possono ammirare più di 30.000 girasoli su una superficie di quasi un ettaro. Importante la presenza di molti fiori di campo, nel rispetto della biodiversità e del ripopolamento di api e farfalle. Laboratori didattici, pic nic e raccolta di mirtilli. 

# Sunnyland

sandra__caruso IG – Labirinto di Girasole Sunnyland

A Corbetta si aprono le porte di Sunnyland un labirinto con oltre 120000 girasoli che si potranno ammirare dal lunedì al venerdì fino alle 21.30 su prenotazione. Sono altresì previsti laboratori didattici e aperitivi anche questi su prenotazione. 

Continua la lettura con: L’ESPERIENZA della VENDEMMIA a un’ora da Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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Le 7 isole più strane del mondo

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Credits julesvernetravel - Uros Titicaca

Ognuna di queste isole ha una particolarità che la rende unica al mondo. Vediamo perché sono davvero così strane.

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Le 7 isole più strane del mondo

#1 Vulcano point, il vulcano “matrioska” 

Credits esperanto viaggi – Vulcano Point

Nel lago dell’Isola di Luzon c’è un vulcano “matrioska”. L’isola di Vulcan Point si trova nel Crater Lake, a sua volta posto nel Vulcano Taal, una seconda isola che sorge nel Lago Taal sull’isola di Luzon, la principale dell’arcipelago filippino. L’intero vulcano è un’enorme struttura a forma di calderone, nota come caldera. Crater Lake batte anche un insolito record: è il più grande lago al mondo su un’isola in un lago che a sua volta si trova su un’isola.

 

#2 Hashima, l’isola “nave da guerra”

Credits bartrutten7770 IG – Isola Hashima

Hashima è una delle 505 isole disabitate della prefettura di Nagasaki, in Giappone. Chiamata anche Gunkanjima, che significa “nave da guerra”, per la somiglianza del suo profilo alla corazzata giapponese Tōsa, è abbandonata dagli inizi degli anni ’70 dopo la chiusura dello stabilimento minerario. Oggi uno dei più grandi e significativi esempi di archeologia industriale al mondo.

 

#3 Palm Jumeirah, il complesso di isole artificiali a forma di palma

Credits Reddit -Palm Jumeirah

La Palm Jumeirah è il complesso di isole artificiali più iconico e conosciuto al mondo. Realizzata utilizzando la sabbia dragata dal fondo del Golfo Persico e più di sette milioni di tonnellate di roccia, parte di uno dei progetti più folli negli Emirati Arabi, è senza dubbio una delle attrazioni più famose di Dubai. A forma di palma, con tronco, 17 rami e un semicerchio che funge da frangiflutti, ospita ville da sogno e hotel di lusso tra i più importanti al mondo. Lo spettacolo più affascinante lo si vede volandoci sopra a bordo di un elicottero.

 

#4 “Las islas flotantes”, le isole fluttuanti nel lago Titicaca

Credits julesvernetravel – Uros Titicaca

Nel Lago Titica, in Perù, le tribù degli Uros hanno costruito delle curiose isole artificiali chiamate “las islas flotantes”, isole fluttuanti. Realizzate con la totora, una pianta acquatica che cresce in tutta la zona, possono scendere e salire seguendo il livello del lago e possono essere spostate dagli abitanti come se fossero delle chiatte. Ospitano circa una decine di famiglie e sono diventate negli anni una delle attrazioni turistiche in mezzo al nulla più affascinanti del mondo. 

 

#5 Niihau, l’isola proibita delle Hawaii

Credits world_andwild IG – Niihau

Niihau, la più piccola delle isole abitate delle Hawaii, è inaccessibile ai turisti e per questo è soprannominata “isola proibita”. Nel 1864 fu acquistata per 10.000 dollari dal re Kamehameha IV dalla vedova scozzese Elizabeth Sinclair. Oggi è gestita dal pronipote di Sinclair, Bruce Robinson che ha il compito di salvaguardare sempre gli interessi degli abitanti e del territorio. Non esistono strade e linee elettriche, solo pannelli solari, e in generale la tecnologia moderna è poco presente. Per visitarla serve un invito direttamente dai proprietari.

 

#6 Ōkunoshima, l’isola dei conigli 

Credits setouchi_usagi IG – Ōkunoshima

In Giappone c’è un’isola disabitata su cui vive una numerosa colonia di conigli. Ōkunoshima si trova tra le città di Hiroshima e Shikoku e ospita centinaia di conigli che vivono tranquilli e in libertà che amano farsi coccolare dai turisti. Con molta probabilità questi graziosi animaletti sono stati introdotti nel 1971 da un gruppo di studenti per testare gli effetti dei gas velenosi prodotti da una fabbrica un tempo presente sull’isola.

 

#7 Sable Island, l’isola dei cavalli

Credits victorias_pictorias – Sable Island

Sable Island, tristemente nota come il “Cimitero dell’Atlantico”, per via dei numerosi naufragi che vi fanno le navi nelle vicinanze è una piccola e sabbiosa isola canadese, situata 150 km a sud-est della Nuova Scozia. La cosa più sorprendente però un’altra ed è decisamente più allegra: il suo soprannome è l'”isola dei cavalli”. Questo fatto si deve a un commerciante americano che voleva trasformare l’isola in un allevamento equino. Alla sua morte gli equini sono diventati i “padroni” di Sable Island, oggi parco nazionale protetto abitato quasi esclusivamente da oltre 500 cavalli selvaggi.

 

Continua a leggere con: Moriago della Battaglia, l’ISOLA dei MORTI

FABIO MARCOMIN

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Via libera alla Vigevano – Malpensa

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ticinonotizie.it - Tratta A Magenta- Abbiategrasso

Appaltati i lavori i lavori per la prima tratta, entro l’anno dovrebbe essere assegnata la gara anche per la seconda. L’opera nel dettaglio e i benefici previsti per i comuni interessati e per l’area metropolitana milanese.

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Via libera alla Vigevano – Malpensa

# Appaltati i lavori per la prima tratta da Ozzero ad Albairate

Tangenziale Ovest Esterna
Credits: quattroruote.it – Ipotesi tracciato Tangenziale Ovest Esterna 

Dopo anni di ritardi arriva finalmente il primo passo concreto per la superstrada Vigevano – Malpensa, con l’assegnazione dell’appalto per la prima tratta da parte di Anas alla Salc spa, società del gruppo Salini. L’infrastruttura avrebbe dovuto far parte del percorso della Tangenziale Ovest Esterna di Milano da affiancare a quella est, ma le proteste degli amministratori locale e del Parco Agricolo Sud hanno fatto ridurre la portata dell’opera che comunque attraverserà tutto l’arco ovest della Città Metropolitana di Milano. La tratta in questione, la C, è quella che va da Ozzero ad Albairate ed è stata appaltata per un importo pari a 170 milioni di euro anche se in realtà sono attesi 90 giorni di verifiche per l’assegnazione vera e propria.

 # Entro fine anno l’avvio dei lavori

anas – Supestrada Vigevano-Malpensa

I lavori potrebbero partire entro l’anno, salvo intoppi, per un tracciato di 6,9km suddiviso in due parti: la più corta poco fuori dall’abitato di Vigevano, a Ozzero, la più lunga fino ad Albairate. Previsti 6 svincoli, 4 viadotti e 3 gallerie artificiali, che consentiranno lo scavalco della linea FS Milano – Mortara, della S.S. 494 e del Naviglio Grande. La larghezza complessiva della piattaforma stradale è di 10,5 km, con una sezione a unica carreggiata C1 con una corsia per senso di marcia e banchina laterale. 

# Atteso completamento finanziamento e appalto per la tratta A

ticinonotizie.it – Tratta A Albairate – Magenta

Anche per la tratta A, da Albairate a Magenta, si attende la gara d’appalto ma prima vanno trovati 167 milioni di euro per realizzarla, per cui è stata formulata proposta di copertura nell’ultima legge di bilancio, da aggiungere ai 17 milioni già stanziati. Secondo il Ministero delle Infrastruttura e Anas i lavori dovrebbero essere assegnati entro l’anno. In questo caso il tracciato è di 9,7 km a cui si aggiungono i 900 metri della variante di Pontenuovo. In totale sono 7 i comuni interessati da tutta l’opera: Magenta, Boffalora Sopra Ticino, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano, Albairate, Abbiategrasso ed Ozzero.

# I benefici dell’opera

Al termine di tutti i lavori, l’Aeroporto di Malpensa e l’Autostrada Milano-Torino saranno connessi con il bacino Sud – Ovest milanese. Il nuovo collegamento efficienterà il sistema viabilistico dell’Abbiatense e dell’Est Ticino con ricadute importanti quali minori tempi di percorrenza, riduzione del traffico e dell’inquinamento nei centri abitati. 

Continua la lettura con: Inaugurata la prima “autostrada marina” del mondo

FABIO MARCOMIN

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Le 10 cose che i milanesi si aspettano nel futuro

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In un’epoca di continui cambiamenti le città sono il centro di gravità. Anche Milano non è da meno, ma cosa ci si deve aspettare per il suo futuro? I milanesi così hanno risposto a un nostro sondaggio.

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Le 10 cose che i milanesi si aspettano nel futuro

# Un grande Museo d’Arte Contemporanea

Credits Urbanfile – Museo Libeskind Cityilfe

Dopo la bocciatura del Museo d’Arte Contemporanea firmato da Libeskind a Citylife, a Milano non si è più parlato di realizzarne uno. Tante grande metropoli hanno investito in un polo museale iconico, dal Guggenheim al Centre Pompidou per arrivare al MAXXI di Roma. Nella nostra città c’è solo la GAM in Porta Venezia, a cui si aggiunge il Novecento in fase di raddoppio, ma niente di paragonabile agli esempi citati e altri nel mondo.

# La riapertura dei Navigli 

Rinavigli – Molino delle Armi con Naviglio riaperto

Un sogno riposto nel cassetto da parte del Sindaco Sala, ma che molti milanesi vorrebbero si realizzasse quanto prima, nel 2011 il 94,32% dei votanti a un referendum consultivo si dichiarò a favore della riapertura dei Navigli. Un percorso navigabile di circa 8 km dalla Darsena al Naviglio della Martesana che potrebbe riconnettere Milano ai laghi e al mare.

Leggi anche: Nelle città d’Europa amano i canali, i politici milanesi e lombardi no

# Una città più a misura d’uomo

riforestazione
Mappa verde

Una città con più spazio ai pedoni, quindi più a misura d’uomo, e meno all’auto. Più aree verdi, piste ciclabili e spazi pubblici dedicati alla socialità.

# Mezzi pubblici estesi a tutto l’hinterland

cristian1989 skyscrapercity – Mappa Metro futura con linea circolare

Per rendere possibile tutto questo è però necessario rendere capillare e frequente il trasporto pubblico anche nell’hinterland, facendolo diventare una vera alternativa all’automobile. 

Leggi anche: Il Gran Milan Express: la super metro circolare della Grande Milano

# Metropolitana H24

Credits medium.atm – Metro Copenaghen

Un’altra azione da mettere in campo è il funzionamento della rete metropolitana anche in orario notturno, meglio se tutta la notte, magari partendo inizialmente solo nei weekend. In diverse città del mondo lo fanno già, New York, Londra, Berlino e persino la piccola Copenaghen dove il servizio è gestito da ATM.

Leggi anche: Metro no limits: il futuro più visionario della metropolitana di Milano

# Case a prezzi accessibili

Credits: teamclienti.it

Il problema casa si fa sempre più sentire, prezzi delle case in crescita e affitti saliti in media del 22% negli ultimi 5 anni in base a uno studio di Idealista.it, e in futuro potrebbe andare ancora peggio. Per questo motivo i milanesi si aspettano che il mercato immobiliare possa diventare più accessibile.

# Più pulizia e decoro

Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena

Altro punto dolente è la sporcizia e il degrado di molte aree della città. Per il futuro della città i milanesi vorrebbero maggiore pulizia e decoro, più ordine e bellezza.

# Maggior senso civico

credits: @alecallalecall2 IG

Una città più pulita non può però prescindere da un maggior senso civico e di rispetto da parte di chi la vive e da chi la visita come turista. 

# Meno delinquenza

Credits milanobelladadio IG – Vetrina sfondata

Più sicurezza e di conseguenza meno delinquenza. Un problema comune a tutte le città internazionali e che si è acuito nel corso degli ultimi anni. La speranza dei milanesi è che gli episodi di criminalità possano essere circoscritti e ridotti in futuro.

# Più cura del verde

Alessandro Vidali – Erba alta tra panchine zona Bonola

Uno dei desideri per il futuro della città è una migliore o diversa cura del verde. La strategia adottata dall’attuale amministrazione è di favorire la biodiversità, lasciando che diverse aree verdi completino il loro ciclo naturale senza procedere a sfalci, con risultati non troppo confortanti.

Leggi anche: La foresta amazzonica di corso Sempione (immagini)

Continua la lettura con: Quello che i milanesi vorrebbero aggiungere a Milano…e quello che vorrebbero togliere

MILANO CITTA’ STATO

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Proteste dei cittadini e salva Milano “cestinato”: i grandi costruttori in cerca di un nuovo orizzonte

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affariregionali.it - Spostamenti all’interno dell’area metropolitana di Milano

La bufera giudiziaria, lo stralcio del “Salva Milano”, le proteste dei cittadini contro le nuove costruzioni e, soprattutto, lo spazio che non c’è. Quale futuro per i costruttori di Milano? Si staranno rendendo conto che i confini di Milano sono troppo stretti?

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Proteste dei cittadini e salva Milano “cestinato”: i grandi costruttori in cerca di un nuovo orizzonte

# La bufera giudiziaria che ha colpito il settore delle costruzioni

Credits bolmarco IG – Tribunale di Milano

Decine di inchieste sui circa 150 progetti immobiliari a rischio a causa di procedure agevolate per arrivare alla costruzione in tempi brevi, 30 giorni invece che almeno dopo 9-10 mesi. Nello specifico stiamo parlano della Scia, alternativa al Permesso di Costruire, in teoria da utilizzare per interventi di ristrutturazione o nuova costruzione nel rispetto di regole edilizie ed urbanistiche ma senza necessità di altre autorizzazioni come quella paesaggistica. La bufera giudiziaria che ha investito il settore delle costruzioni è nata a fronte di alcuni esposti di cittadini per casi di nuove costruzioni che, secondo la Procura di Milano, avrebbero dovuto seguire procedure standard.

# Stralciato il “Salva Milano”, a rischio il mercato immobiliare della città?

Credits Andrea Cherchi – Skyline Milano alba

Dopo mesi di indagini, che hanno visto l’inserimento nel registro degli indagati di dipendenti comunali del settore urbanistico, dirigenti e proprietari di società di costruzioni, sembrava ormai pronta la norma “Salva Milano”, nel “Decreto casa”, per sanare tutta la situazione. Un liberi tutti per spazzare via le inchieste e far ripartire il motore dell’economia del settore immobiliare. All’atto dell’approvazione del decreto Casa da parte della commissione Ambiente della Camera è però sparito l’emendamento, pare per la presentazione del nuovo testo troppo a ridosso della votazione, e quindi tutti le accuse di presunto abuso edilizio rimangono in piedi.

Al bilancio del Comune sono già stati inseriti minori introiti pari a 22 milioni di euro per mancati oneri di urbanizzazione, una cifra che potrebbe raggiungere i 100 milioni di euro i prossimi anni. È la fine della Milano dei grandi costruttori? Il rischio c’è, anche se l’emendamento potrebbe essere inserito a breve in un altro decreto, forse quello riguardante le infrastrutture, ma nel frattempo è un altro il problema per Palazzo Marino: le proteste dei cittadini.

# Le proteste per l’ “ecomostro” previsto in Piazzale Libia 

Urbanfile – Piazzale Libia parcheggio dove dovrebbe essere costruito l’edificio

L’amministrazione milanese deve fare i conti anche con le proteste di cittadini che non vogliono più vedere alti edifici in città, concentrati in spazi ristretti: una delle inchieste è partite proprio da un esposto di un gruppo di residenti. Tra quelli non ancora costruiti c’è il caso di una palazzina prevista in Piazzale Libia, zona Porta Romana-Lodi, inizialmente previsto di 8 piani e ora di 5 al posto di un garage di due piani. I milanesi paiono essersi stancati di vedere nascere palazzi come funghi in zone densamente abitate e ricche di attività, che comportano un alto flusso di persone e auto parcheggiate anche dove non si dovrebbe.

Questa la lettera dei residenti della zona come riportato da “La Verità”, che hanno anche manifestato di fronte al consiglio di zona 4, indirizzata al Sindaco Sala: “L’area è circondata da un quadrilatero di palazzi, edifici che rischiano di rimanere soffocati dalla costruzione del nuovo grattacielo, che toglierebbe, così aria, luce, spazio, vivibilità alle cento famiglie (circa 300 persone) che vi risiedono” e “in un quartiere in cui la pressione umana e delle auto è già alle stelle per via della presenza di una scuola con più sezioni, dal nido alla scuola secondaria di primo grado (la scuola privata delle Mantellate), del Teatro Franco Parenti, della Piscina Bagni Misteriosi, della Clinica Auxologica, della Rsa villa Patrizia e di un numero spropositato e in crescita di bar, ristoranti e movida”.

# Gli edifici storici abbattuti per far spazio alle nuove costruzioni

mitomorrow – Palazzina liberty Via Crema

In diversi casi le nuove costruzioni prendono il posto di edifici storici. Tra gli ultimi esempi possiamo ricordare la villa neo medievale del distretto della Maggiolina in mattoni rossi che fino a qualche anno ospitava il ristorante Tre Pini, demolita per un futuro  palazzo residenziale di tre piani. Un’altra villa storica, quella in stile eclettico in via Comelico, il cui abbattimento lascerà il posto ad una palazzina di sette piani e che una petizione ha provato a fermare. Infine la villa liberty di piazza Trento: avrebbe dovuto nascere un complesso per uffici, ma il progetto è stato sospeso perchè deve essere valutato l’impatto paesaggistico. 

Leggi anche: La SPLENDIDA VILLETTA LIBERTY sarà ABBATTUTA: ma molti MILANESI non ci stanno (la PETIZIONE PER SALVARLA)

# L’unica soluzione praticabile? Estendere confini e creare la Grande Milano connessa e con unica regia per casa, lavoro e servizi

Credit Urbanfile – Grande Milano

Costruire a Milano è diventato sempre più un problema: lo spazio ormai si sta esaurendo e anche dove nascono nuovi edifici, si riducono aria, luce, spazio e vivibilità. L’unica soluzione all’orizzonte sembra quella di allargare in confini e dar vita alla Grande Milano, così come già all’estero fanno con le città stato. Occorre che vi sia un unico ente che amministri le aree conurbate a Milano, Monza, il basso lecchese, comasco e varesotto e anche la provincia di Lodi, con una sola regia in tema di trasporti, metropolitana che serva tutta la Città Metropolitana, politiche abitative e servizi, questi ultimi da uniformare per renderli disponibili come capillarità come già lo sono a Milano. In questo modo verrebbe a ridursi la tensione abitativa data la maggiore quantità di spazio a disposizione.

Non è un caso che l’Agenzia di Bacino per il trasporto pubblico si occupi della tariffazione dell’area di Milano, Monza Brianza, Pavia e Lodi, che la Camera di Commercio sia una sola per Milano, Monza Brianza e Lodi. Anche il Sistema Locale del Lavoro esce dai confini della Città Metropolitana di Milano, come si può vedere da questa analisi Istat.

affariregionali.it – Area di massima integrazione funzionale per gli spostamenti residenza – lavoro

Anche per quanto riguarda gli spostamenti residenza-lavoro si può vedere come l’influenza di Milano vada ben oltre i suoi confini amministrativi.

affariregionali.it – Suddivisione in ring della Città metropolitana di Milano

Da questa immagine emerge come non esista una distanza al di sopra della quale si manifesta, almeno in una minima parte, un decadimento dell’attrattività della parte centrale del territorio considerato. Tale attrattività va anche fuori regione e tocca gran parte delle province lombarde.

affariregionali.it – Spostamenti all’interno dell’area metropolitana di Milano

Quest’ultima è ancora più esemplificativa e mostra la reale influenza della nostra città, e quello che potrebbe essere la sua area vasta da governare in modo unitario, dove quasi tutti i flussi pendolari in uscita nel territorio della Città metropolitana hanno come destinazione il Comune di Milano.

Continua la lettura con: Quella piccola villetta di Milano che “resiste” ai colossi immobiliari

FABIO MARCOMIN

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La circle line di Milano: com’è ora e come potrà essere nel futuro

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Avanza la realizzazione della Circle Line di Milano, il progetto per dotare Milano di una linea circolare che possa fare da interscambio con tutte le linee della metro esistenti, sul modello di Londra, Parigi o Berlino. In questo video si mostra cosa prevede il progetto e come potrebbe essere il tracciato. Secondo il progetto previsto e quelli ipotizzati per “chiudere il cerchio”. 

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FRANCESCA MONTERISI

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La foresta sospesa sopra Milano: un chilometro di passeggiata nel verde

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Foresta sospesa

A Milano ci sarà la “Foresta sospesa”: un chilometro di passeggiata nel verde. Non solo: sarà vicina allo Studentato più grande in Italia.

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La foresta sospesa sopra Milano: un chilometro di passeggiata nel verde

# La terra promessa dei nuovi progetti di Milano

Credits: Skidmore, Owings & Merrill – Villaggio olimpico

Il Sud di Milano è la nuova terra promessa dei progetti di riqualificazione. In particolare, l’area tra Scalo Romana e il Vigentino sta subendo una radicale trasformazione. Al centro dei progetti c’è il Villaggio Olimpico, progetto double face, nel senso che cambierà faccia e funzione nel corso dei prossimi anni. Sei edifici del Villaggio sono già stati completati con consegna prevista per luglio 2025. Dopo le Olimpiadi il progetto sarà completato con un parco al centro e con la riconversione del Villaggio nel più grande studentato d’Italia. Ma forse l’elemento più appariscente del progetto sarà la “foresta sospesa” sopra la ferrovia, con un parco centrale nell’ex scalo e il rinnovo della stazione di Porta Romana Fs.

# La foresta sospesa e lo studentato più grande d’Italia

Dopo le Olimpiadi, la struttura sarà convertita in residenze studentesche con oltre 1700 posti, pronti per l’anno accademico 2026-2027. Sarà “lo studentato più grande in Italia”. 

L’intero progetto di rigenerazione urbana dello Scalo Porta Romana include anche una “foresta sospesa” e una “piazza sospesa” come cuore del nuovo distretto. La conclusione dei lavori è prevista entro il 2030. Ma in che cosa consiste la “foresta sospesa”?

Sarà una passeggiata verde lunga oltre un chilometro che attraverserà l’area da est a ovest. Non solo: ci sarà anche un grande parco centrale che collegherà piazza Trento al distretto Symbiosis.

Il progetto ha avuto inizio nel novembre 2022 con l’acquisizione dell’area da parte del Fondo Porta Romana ed è stato sottoscritto da Covivio, Coima e Prada Holding per circa 180 milioni di euro. La metà della superficie sarà destinata a spazi verdi accessibili al pubblico. Uno degli elementi più critici di progetto è l’integrazione con i binari ferroviari esistenti, con la trasformazione anche di piazzale Lodi.

Continua la lettura con: La rivoluzione a Sud di Milano

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Uno dei luoghi più selvaggi d’Europa dove nuotare è in Italia

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Credits nucci.zen IG - Cervedol

Amate tuffarvi in luoghi selvaggi? Esiste una classifica europea e all’interno c’è anche una località italiana. Ma non si trova né su una delle nostre isole, né sulle coste marine. 

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Uno dei luoghi più selvaggi d’Europa dove nuotare è in Italia

# Cerdevol Curnila, una piccola spiaggia incastonata nelle Prealpi Carniche

Credits nucci.zen IG – Cervedol

Ci troviamo nel cuore delle montagne friulane, tra le frazioni Pielungo e San Francesco del comune di Vito d’Asio. Cerdevol Curnila è una piccola spiaggia incastonata nelle Prealpi Carniche, eletta tra i dieci luoghi di balneazione selvaggi più belli d’Europa.

L’acqua color cristallo del torrente Arzino che nasce dal Monte Valcalda a 1.908 metri sul livello del mare, ha scavato le rocce di color bianco e arancioni creando gole, cascate e piccole pozze. Uno scenario incredibile.

# Come si raggiunge questo luogo suggestivo e rinfrescante

Da Milano a Cerdevol

Per raggiungere questo luogo suggestivo e rinfrescante da Milano ci vogliono circa quattro ore e mezza. Arrivati nella provincia di Pordenone, bisogna prendere le strade regionali e provinciali che affiancano il Lago di Tramonti e il Tagliamento. Nell’ordine la SR177, la SP 34 e infine la SP1. Giunti al bivio che porta a Pielungo si rimane sulla destra e dopo 200 metri si trovano dei parcheggi gratuiti e la scritta “Curnila”. Alla spiaggia si arriva prendendo il sentiero che dal parcheggio porta verso il torrente.

 

Continua la lettura con: Un’ESTATE al FIUME: i corsi d’acqua BALNEABILI vicino a Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 15 cose che rendono riconoscibile chi è di Milano quando si trova all’estero

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Chi è di Milano si sente cittadino d’Europa, anzi no, cittadino del mondo. Eppure ci sono cose che lo rendono distinguibile ovunque. Tipo queste. 

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Le 15 cose che rendono riconoscibile chi è di Milano quando si trova all’estero

Abbiamo chiesto in un sondaggio cosa rende un milanese riconoscibile all’estero. Abbiamo ordinato le risposte in una classifica.

#15 La classe

 Aurore Marechal/ABACAPRESS.COM – La milanese Matilde Gioli

C’est frick, c’est chic. A Milano la classe non è acqua e la si esporta ovunque. 

#14 L’eleganza

Parente stretta della classe ma più formale. Per quanto si possa sforzare di apparire trasandato, anche il viaggiatore on the road di Milano si farà smascherare sempre per quel dettaglio di inconfondibile eleganza. 

#13 La camicia in spiaggia

Anche se poi c’è camicia e camicia. 

#12 La puntualità

sveglia
(da pixabay)

Migliaia di milanesi nel mondo ogni giorno smitizzano lo stereotipo dell’italiano sempre in ritardo. 

#11 La generosità

Credits: fabriziocaramagna.com – Cuore in mano

Se c’è da dare una mano, non si tira mai indietro. Neppure in mezzo alla giungla. 

#10 “F*******ga!”

Se avete dei dubbi sulla sua origine, mettetevi in ascolto. Prima o poi gli scapperà. 

#9 Orari dei pasti

pranzare
(da pixabay)

Altro fatto tipico: mangiare a orari diversi, molto lontani dal pomeriggio o dalla tarda serata come capita per altri italiani, almeno per come sono visti all’estero. 

#8 Il “Muchela!” 

Supervotato. 

#7 “E la Madonna!” 

credit: ciakmagazine.it

Un altro marchio di fabbrica. Inimitabile. 

#6 L’articolo davanti ai nomi propri

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

La Giovanna, il Mario all’estero diventano il John, la Jennifer. Ma il risultato non cambia. 

#5 Quel modo inconfondibile di camminare

Ph. Daniel Reche (Pixabay)

Da fermi si può anche essere scambiati per altri. Ma appena si mette a camminare chi è di Milano non può essere scambiato per nessuno, quella cadenza a metà tra una passerella della Fashion Week e la corsa per non perdere la metro. 

#4 Ossignur 

Ugo Bologna, spaghetti a mezzanotte

Altra espressione incomparabile. 

#3 Nee

credits: @historicum_2.0
IG

#2 La pronuncia aperta

Smascherato dalle vocali anche nel delta del Mekong. 

#1 La rapidità

allafinediunviaggio.com
andare di fretta Milano

Come il ballo per Roger Rabbit o il pungiglione dello scorpione, la velocità per il milanese è un’attrazione irresistibile. Per le strade di New York, su ogni metro del mondo, in auto anche in mezzo al traffico di Bogotà, chi è di Milano avrà sempre una marcia in più. 

Continua la lettura con: 30 MODI per dire che SEI DI MILANO senza dire che sei di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Il ponte marino più lungo del mondo: se fatto in Italia potremmo arrivare in Corsica

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Il mondo ha il ponte dei record. Ma se venisse realizzato qualcosa del genere in Italia dove si potrebbe fare? 

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Il ponte marino più lungo del mondo: se fatto in Italia potremmo arrivare in Corsica

# Il ponte da record: 55 chilometri

Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge

Il ponte marino più lungo del mondo si estende per 55 chilometri. La struttura, operativa dal 2018, si chiama Hong Kong–Zhuhai–Macao, in quanto collega le tre principali città dell’area.

Leggi anche: Il tunnel stradale sottomarino: il più lungo e profondo del mondo

martin.santos.353 – Hong Kong-Macao Bridge

L’opera si compone di una serie di ponti e gallerie, tra cui un tunnel sottomarino lungo 6,7 chilometri, due isole artificiali: la sezione più lunga misura 29,6 km. Il ponte da record ha ridotto drasticamente la distanza da Hong Kong a Macao e Zhuhai, da 160 chilometri a soli 30 chilometri, e la durata del viaggio: da 4 ore ad appena 45 minuti. Presente anche un servizio ininterrotto di bus navetta, che funziona 24 ore al giorno. Potendo invece immaginare di realizzare un ponte marino di 55 chilometri nel nostro Paese, cosa potrebbe collegare? 

Leggi anche: Il PRIMO TUNNEL SOTTOMARINO d’ITALIA: iniziano i LAVORI

# Il ponte per la Corsica: 55 chilometri

Ponte Bastia-Isola d’Elba

55 chilometri: la distanza tra Bastia in Corsica e l’Isola d’Elba. Attualmente per andare dalla cittadina francese e Portoferraio ci vuole circa 1 ora e 30 di traghetto. Con un ponte, come quello tra Hong Kong e Macao, si potrebbe arrivare in meno di mezz’ora. Bisognerebbe prevedere opere accessorie, come ad esempio un tunnel diretto a Portoferraio per consentire un accesso migliore rispetto a quello che si avrebbe nelle frazione di Pomonte. Questo ponte sarebbe identico a quello più lungo del mondo: ma con opere ancora più piccole si potrebbero collegare territori di grande rilevanza, come questi. 

# Piombino – Isola d’Elba: 21 chilometri

Capraia-Piombino

# Il Ponte sullo Stretto: 3,3 chilometri

Credits: energiaoltre.it – Ponte sullo Stretto

Continua la lettura con: Il ponte per la Sardegna

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