È sempre più caro abitare a Milano. Aumentati dell’11,9% i prezzi degli immobili nuovi, in 5 anni la crescita è del 46,6%. L’andamento del mercato in centro, semicentro e zone periferiche.
Un BOOM senza fine? Il RIALZO RECORD delle CASE a Milano
# +12% il rialzo dei prezzi sul nuovo in un anno, 6.600 euro al mq il prezzo medio a Milano: e le previsioni sono di crescita
Non dà segni di flessione la corsa dei prezzi nel mercato immobiliare residenziale di Milano: secondo un’analisi della società di intermediazione e servizi immobiliari Abitare Co il fatturato delle compravendite di case è cresciuto del 37,2%, raggiungendo quasi i 12 miliardi di euro. La spinta è data principalmente dal prezzo delle nuove abitazioni, cresciuto negli ultimi dodici mesi del 11,9%. Il prezzo medio delle case a Milano alla fine del 2022 si attestava intorno ai 6.600 euro al mq, facendo registrare negli ultimi cinque anni un più 46,6%. Le previsioni per fine 2023 indicano un’ulteriore crescita del +4,5%. Quali sono i motivi della crescita?
# Si riduce l’offerta di case sul mercato
Secondo l’analisi l’elemento che sta maggiormente facendo salire i prezzi delle nuove case è il costo degli appalti e delle aree edificabili in città, piuttosto che la domanda in acquisto. Tra tanti segni più, in negativo c’è l’offerta di nuove abitazioni, diminuita del -4,3% rispetto all’anno precedente, e le compravendite che hanno subito una contrazione del -12,2%. La diminuzione è principalmente dovuta ai ritardi causati dal periodo Covid, che hanno rallentato la partenza e l’avanzamento di molte iniziative immobiliari. Tuttavia il miglioramento è dietro l’angolo, la previsione per il 2023 è un aumento degli scambi del 5,5%.
# Punte di 19.200 euro al mq in centro
Considerando i vari quartieri milanesi, il prezzo medio varia sensibilmente da zona a zona. In centro i paperoni devono sborsare da 10.400 euro ai circa 13.200 per ogni metro quadro di abitazione, con punte che raggiungono i 19.200 euro. I prezzi medi del nuovo segnano una discreta crescita: +8,7% sul 2021 e +42% sul 2017.
# Da 5 a 6,5 mila euro al mq nelle zone semicentrali
Nelle aree semicentrali si va da da 5 a 6.5mila euro, con punte di 8.100 euro nella zona semicentrale meridionale, influenzata dalle opere di riqualificazione legate a Milano Cortina 2026. Rispetto al centro è più spiccato l’aumento nelle zone semicentrali che segnano un +12,7% sul 2021 e del +38% sul 2017.
# Rialzo record in periferia: +60% in 5 anni
E in periferia? Il prezzo al metro quadrato varia da 3.800 a 4.900 euro, con picchi vicini ai 5.800 euro al metro quadrato. Anche in questo caso l’aumento dei prezzi è superiore che nelle zone centrali: nelle zone periferiche l’aumento è del 11,9% sul 2021 e addirittura del +60% sul 2017.
Interi quartieri fino a pochi anni fa abbandonati a se stessi stanno rinascendo o si preparano a farlo come zone totalmente nuove nei prossimi anni. Vediamo i progetti che trasformeranno la città e il punto sui cantieri di quelli già avviati.
La MILANO del FUTURO: i 7 QUARTIERI NASCENTI che rivoluzioneranno la città (Mappa)
#1 Rogoredo: il “bosco della musica” del Conservatorio Verdi
Nelle vicinanze di quello che un tempo era il malfamato “boschetto della droga” sorgerà quello che il Presidente del Conservatorio Giuseppe Verdi ha definito “bosco della musica” o meglio “Campus della Musica”.
Sarà la seconda sede del Conservatorio con metà della superficie a verde, un grande auditorium da 350 sedute per i concerti, un bar e un ristorante, decine di aule e laboratori all’avanguardia, sale prova, fab lab, co-working e uno studentato da 200 posti letto.
Il campus ospiterà circa 600-800 studenti, il dipartimento dei nuovi linguaggi, dall’elettronica alla musica applicata, al jazz, al rock, al pop, grazie a un investimento di circa 47 milioni di euro. Cuore del progetto del Campus della musica, la palazzina “ex chimici”, sopravvissuta alle acciaierie Redaelli, primo nucleo di un complesso di riqualificazione urbana emblematica anche dal punto di vista ambientale, visto che sarà completamente immerso nel verde.
Il progetto è stato affidato nel 2022 allo studio Settanta7 e dovrebbero inaugurare entro il 2026.
#2 Cascina Merlata: lo smart district Uptown Milano con il lifestyle center più grande della città
Cascina Merlata è un quartiere di Milano adiacente al sito espositivo di Expo 2015, si estende su una superficie di circa 900.000 mq, dove sono in fase di realizzazione un grande parco urbano di 250.000 mq, un plesso scolastico di 12.000 mq, un centro commerciale di 60.000 mq, oltre alle abitazioni suddivise in più lotti, di cui molte in housing sociale.
All’interno del nuovo quartiere sono in fase di ultimazione gli ultimi lotti degli alloggi di UpTown, presentato come il primo smart district di Milano e d’Italia. Un quartiere nel quartiere pensato per le famiglie a edilizia convenzionata, l’unico distretto a Milano e in Italia in grado di coniugare casa e lavoro, benessere e salute. UpTown è inoltre il primo quartiere in Italia in lizza per la certificazione GBC Quartieri.
I lotti di UpTown sono quasi tutti sold-out e in buona parte già abitati. A conclusione di tutti i lavori, nel cantiere di Cascina Merlata dovrebbero abitare dalle 12.000 e 15.000 persone.
In fase di conclusione anche la costruzione del Merlata Bloom Milano, progetto di competenza della società di servizi immobiliari Nhood, il lifestyle center più grande di Milano. L’inaugurazione è prevista nel secondo semestre del 2023. Tutto il progetto dovrebbe concludersi tra il 2024 e il 2025.
#3 Bisceglie: Seimilano, il nuovo quartiere residenziale con un parco ispirato alla Pianura Padana
Sei Milano è un progetto di rigenerazione urbana su un’area di oltre 300.000 mq in prossimità della metro Bisceglie, disegnato dall’archistar Cucinella. Un nuovo quartiere multifunzionale con uffici, spazi commerciali e residenze, immerse in un parco di oltre 16 ettari.
Suddiviso in 3 settori distinti, l’area destinata al terziario nel nord-est dell’area, le residenze nell’asse sud-nord e est-ovest, il polo commerciale tra il nuovo boulevard lungo la diretterice nord-sud e via Bisceglie. Al centro ci sarà un grande parco urbano di 200.000 mq disegnato da Michel Desvigne – Studio MDP, che si inserisce all’interno di una catena di parchi urbani tra loro collegati da una pista ciclopedonale. Inoltre è direttamente connesso al vicino Parco dei Fontanili con il quale forma una delle aree verdi più estese della città.
Lavori iniziati nel 2020, fine primo lotto residenziale nel 2023, conclusione definitiva entro il 2025.
#4 Santa Giulia Nord: il rilancio con un grande parco, il PalaItalia e una nuova metrotranvia
Il quadrante nord del quartiere di Santa Giulia, con un progetto decisamente rivisto rispetto al primo disegnato da Norma Foster, vedrà la realizzazione di: un grande parco urbano di 330.000 mq e di una nuova area che prevede residenze, uffici, un’area commerciale e di svago in un reticolo di vie pedonali, piazze e spazi pubblici. È prevista un’infrastruttura di trasporto pubblico, una nuova linea tranviaria che transiterà in mezzo all’abitato e collegherà la futura Stazione Forlanini FS M4 con la stazione AV M3 di Rogoredo.
Tra le opere ci sarà il “Pala Italia”, il palazzetto dello sport da circa 16.000 posti che ospiterà le gare di hockey su ghiaccio delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.
I lavori dovrebbero iniziare nel 2023 e quelli relativi al Pala Italia concludersi entro il 2025, in tempo per i collaudi in vista dell’evento olimpico.
#5 Mind: il parco scientifico tecnologico con Ospedale Galeazzi, Human Tecnnopole e Università Statale
Nell’area che fu sede di Expo2015 sta sorgendo MIND ovvero Milano Innovation District. Un Parco tematico scientifico tecnologico di 650mila metri quadrati, nel quale è previsto l’insediamento di tre importanti funzioni pubbliche prevalentemente: il nuovo polo ospedaliero IRCCS Galeazzi, il polo di ricerca per le Scienze della vita Human Technopole e il Campus dell’Università Statale.
Il primo, l’ospedale Galeazzi di 16 piani che con 90 metri è tra gli 8 più alti d’Europa, è operativo da agosto 2022.
La Human Technopole, composto a regime da 7 centri di ricerca, è già in parte operativo con Palazzo Italia ad uso ufficio amministrativi e laboratori, mentre è stato scelto il progetto per secondo building da 10 piani che lo affiancherà. Altri seguiranno nei prossimi anni, in parte rifunzionalizzando edifici costruiti per l’Expo, entro il 2024.
Il polo scientifico dell’Università Statale che realizzerà qui il suo campus, con i primi studenti nell’anno accademico 2024/2025.
L’area di West Gate con uffici e residenze è invece in costruzione sul lato ovest dell’area. L’area interessata si svilupperà su 300.000 mq e verrà realizzata senza l’impiego di combustibili fossili di carbonio e sarà alimentata al 100% da energia rinnovabile. Ci saranno, tra gli altri, l’edificio in legno più alto d’Italia e un Mobility Hub, che si svilupperà su 3.000 mq e avrà un parcheggio multipiano con 1500 posti auto tra pubblici e privati.
#6 Symbiosis: la rinascita del sud della città su un’area di 125.000 mq tra Fondazione Prada e Scalo Romana
Il piano di sviluppo Symbiosis di 125.000 mq della società immobiliare Covivio sulla base del masterplan firmato dallo studio Antonio Citterio Patricia Viel sta iniziando a prendere forma e sta rivoluzionando l’area a sud di Milano, a ridosso di Fondazione Prada anch’essa realizzata di recente. L’headquarter di Fastweb è il primo tassello completato con la piazza Olivetti e le sue vasche d’acqua. Nel 2022 ha inaugurato anche l’ICS InternationalSchool e anche la nuova sede di LVMH ospitata nell’edificio D.
Edifici del masterplan Symbiosis
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Sono partiti i lavori nel lotto accanto alla sede dell’azienda di telecomunicazioni per la nuova sede di Boehringer Ingelheim e quelli del progetto “Vitae” scelto tra i progetti vincitori del concorso “C40 – Reinventing Cities”.
In corso anche i cantieri per il nuovo Hq di Moncler, nell’area retrostante la scuola internazionale. La conclusione di tutto il progetto Symbiosis è stimata per la fine del 2024.
#7 Farini: il più grosso progetto di rigenerazione degli scali ferroviari con il campus dell’Accademia di Brera
Il masterplan realizzato da “Agenti Climatici” del team Oma, prevede che la nuova configurazione dello scalo Farini insieme al parco saranno in grado di raffreddare i venti caldi provenienti da sud-ovest e di depurare l’aria dalle particelle più tossiche. Lo Scalo avrà un’area a verde di 300 mila metri quadrati, con servizi, 1034 alloggi a canone sociale e 500 appartamenti destinati all’edilizia convenzionata e libera.
Gli edifici attualmente presenti nello scalo verranno riqualificati, ed è previsto: una promenade, una ciclofficina, una “corte aperta” per lo scambio culturale tra studenti, docenti e visitatori del quartiere, uno spazio eventi e concerti e un “Giardino d’Inverno” che ospiterà un’area per le startup. All’interno di un edificio preesistente, riqualificato e rimodulato, troverà spazio il Campus delle Arti dell’Accademia di Brera su una superficie complessiva a regime di 15.000 metri quadrati che ospiterà 1.800 studenti.
Il masterplan rappresenta una base progettuale modulare sulla quale verranno costruiti gli edifici secondo le necessità del mercato e gli scenari immobiliari della città.
L’obiettivo è partire con i lavori sia sui 60mila metri quadrati verso via Valtellina, recentemente acquistati da Coima Sgr, sia su tutto il resto dell’ex scalo ancora in mano a FS entro la fine del 2023.
Colpo di scena clamoroso. In arrivo la neve a Milano. Tantissima. Le previsioni da ilmeteo.it.
Colpo di scena: arriva “BIG SNOW”! Sarà la NEVICATA del SECOLO a Milano?
# La giornata più critica per le previsioni: lunedì 27
C’è chi l’ha definita “Big Snow”: arrivano correnti d’aria fredda dal Nord Europa che faranno precipitare le temperature in buona parte d’Italia. Tra Giovedì 23 Febbraio e Venerdì 24 si attendono le prime precipitazioni al Nord. Anche se ancora deboli.
Ma è nel week end che le cose dovrebbero iniziare a farsi serie. Innanzitutto arriva aria artica dalle fredde steppe della Russia che punta dritta a Sud. Lo scontro dell’aria glaciale con quella calda del Mediterranea lascia prevedere grandi nevicate. Anche perché si tratta dello stesso fenomeno che nel 1985 ha innescato la nevicata del secolo con cinque giorni di neve che hanno ricoperto Milano di quasi un metro di neve facendo perfino crollare il Palasport.
La giornata più critica dovrebbe essere lunedì 27 in cui sono previste precipitazioni caratterizzate da fiocchi di grandi dimensioni, molto bagnati e pesanti, molto scenografici e che, per la forte intensità, potranno provocare accumuli rapidi. Si vivrà una nuova giornata storica? Riviviamo alcuni dei record della neve della storia recente di Milano.
Negli ultimi trent’anni a Milano in media ogni anno ci sono state 6 giornate di neve con una precipitazione annuale di 18 centimetri, superiore a una città come Udine. Ogni quattro anni c’è un inverno in cui la neve non cade.
Le 5 nevicate più massicce risultano: 1) Febbraio 1947 (82 cm) 2) Gennaio 1985 (75 cm) 3) Gennaio 1954 (63 cm) 4) Gennaio 2006 (50 cm) 5) Gennaio 2008 (40 cm)
Con i suoi 18 centimetri Milano non entra nella classifica delle città italiane più nevose: 10. Macerata 47 cm 9. Fermo 49 cm 8. Reggio Emilia 50 cm 7. Modena 50 cm 6. Varese 55 cm 5. Trento 56 cm 4. Urbino 80 cm 3. Campobasso 90 cm 2. Aosta 95 cm 1. Cuneo 100 cm
# La grande nevicata del 1985
13 gennaio 1985: scende la neve su Milano. Una nevicata che non si ferma, prosegue anche il 14, il 15, il 16 fino al 17, diventando la “nevicata del secolo”, la nevicata più forte mai registrata a Milano. Video di Il Veliero
# Gli altri record invernali di Milano.
Il record di freddo per Milano è stato toccato nel 1855 con -17,3 gradi. In tempi più recenti -17 gradi nel gennaio 1985. La giornata invernale più calda di sempre è stata il 15 Febbraio 1990 con +24,8°. Il giorno in cui è caduta più neve è stato il 23 febbraio 1947: 82 centimetri di neve caduti nell’arco di appena 24 ore.
Il viaggio a bordo di treni veloci sta prendendo sempre più piede anche per spostarsi tra gli Stati europei, a discapito dell’aereo, e anche l’Unione Europea sta favorendo gli investimenti su nuove tratte transfrontaliere. Vediamo quale altra città potrebbe essere collegata al capoluogo lombardo con l’alta velocità.
Dopo PARIGI un’ALTRA CITTÀ europea sarà collegata con l’ALTA VELOCITÀ a Milano
# L’annuncio delle ferrovie tedesche e italiane: da Milano a Monaco con l’alta velocità
Secondo quanto riporta il quotidiano “Muenchner Merkur” Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane FS stanno valutando di introdurre treni veloci e diretti per collegare Monaco di Baviera con Milano e anche Roma. L’obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza, oggi il viaggio dal capoluogo lombardo alla Germania può durare fino a 9 ore mezza con e con un cambio obbligatorio, ancora più lungo in caso di treno notturno.
# I fondi dell’Unione Europea per nuovi treni veloci e tratte transfrontaliere
Il tutto sarà possibile grazie ai fondi messi a disposizione dell’Unione Europea e destinati a 10 nuovi collegamenti ferroviari transfrontalieri tra gli Stati membri, tra cui quello Monaco-Milano-Roma. L’obiettivo è raddoppiare il trasporto di passeggeri su rotaia attraverso entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050. Le tre società di trasporto ferroviario si sono rivolte all’Unione europea perché come sottolinea l’eurodeputato altoatesino Herbert Dorfmann (SVP) “Le ferrovie vogliono aumentare il traffico prima dell’apertura della galleria di base del Brennero“.
Sui treni veloci per la tratta Milano-Monaco l’eurodeputato è convinto che “se il Frecciarossa passasse sul Brennero sarebbe un salto di qualità“. I treni infatti, oltre ad essere più comodi degli attuali Eurocity, sono dotati di tecnologia basculante e possono percorrere la tortuosa tratta del Brennero in tempi relativamente brevi. Sempre secondo Dorfmann consentirebbero di eliminare i tempi di attesa al confine con l’Austria e anche alcune delle fermate riducendo di oltre un’ora i tempi di percorrenza.
# Entro il 2026 si potrebbe viaggiare sui nuovi treni
L’obiettivo è quello di poter viaggiare a bordo dei treni veloci tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Perché questo sia fattibile sono necessarie delle modifiche ai regolamenti e alle norme, l’omologazione dei treni, l’ampliamento della tecnologia di segnalamento e la formazione dei macchinisti che dovranno conoscere sia la lingua italiana che tedesca.
Finalmente si parte. Presentato ufficialmente il cronoprogramma dei lavori per la nuova metrotranvia a nord di Milano la cui prima progettazione risale a 20 anni fa. Vediamo quando si apre il cantiere e tutti i numeri dell’opera.
Presentato il CRONOPROGRAMMA per la nuova METROTRANVIA MILANO – BRIANZA: gli 8 Comuni e le 25 fermate del PERCORSO
# Dopo la metà di maggio l’avvio dei primi cantieri
Il 20 febbraio 2023 al cineteatro San Giuseppe di via Isimbardi all’incontro pubblico “Cantiere Metrotranvia via Veneto” organizzato dal Comune di Bresso è stato presentato ufficialmente il cronoprogramma per la costruzione della metrotranvia Milano-Seregno, che connetterà Milano e la Brianza e consentirà di ridurre il traffico veicolare privato. Sono passati 20 anni dalla sua prima progettazione. L’avvio dei cantieri è previsto poco oltre la metà del mese di maggio 2023, con i lavori che si concentreranno inizialmente nel tratto di via Vittorio Veneto a Bresso, tra via don Minzoni e via Cadorna.
# Una nuova linea lunga 14,3 km per 25 fermate
La nuova linea sostituisce la tranvia extraurbana Milano – Desio proseguendo fino a Seregno. Il tracciato sarà lungo 14,3 chilometri con 25 fermate distanti tra loro in media 540 metri e attraverserà otto comuni: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. La linea sarà connessa alla stazione Seregno al capolinea nord e a Milano Maciachini M3 al capolinea sud, mentre a Niguarda la nuova metrotranvia Cascina Gobba-Certosa. La frequenza è prevista di 10 minuti negli orari di punta e 30 negli orari di morbida.
# Come verrà realizzata
I lavori consisteranno nella demolizione del dismesso obsoleto impianto tranviario, nel rifacimento integrale dell’attuale struttura di armamento e trazione elettrica e nell’installazione dell’innovativa tecnologia impiantistica e di segnalamento. Verrà anche ricostruita integralmente la viabilità e le piste ciclabili, il verde urbano, e i canali lungo il corridoio interessato dalla realizzazione della nuova metrotranvia.
La prima parte della linea sarà a doppio binario e collegherà il Parco Nord con Paderno Dugnano località Calderara (7,9 km).
Città metropolitana di Milano - Paderno-Seregno metrotranvia
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La seconda parte della linea va da Calderara a Seregno FS (6,4 km) e sarà a singolo binario con raddoppi agli incroci, con il tratto Desio-Sergno di nuova costruzione.
# Un investimento di 258 milioni di euro e 28 mesi di lavori
L’investimento complessivo è di 258 milioni di euro di cui: 160 milioni a carico dello Stato e 98 da Regione Lombardia e gli enti locali. Nel progetto è previsto anche un nuovo deposito tranviario Desio-Seregno, al confine fra i due comuni, l’acquisto di 18 nuovi tram bidirezionali Tramlink della Stadler e un nuovo parcheggio di interscambio a Paderno Dugnano allo svincolo della A52 / Tangenziale Nord. La durata complessiva dei lavori è stimata in 28 mesi con inaugurazione tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
Nella classifica delle prime 25 città più care del mondo, Milano sale dal diciannovesimo posto del 2020 al tredicesimo del 2021. Una posizione che vale il sorpasso in classifica di megalopoli europee e internazionali come Barcellona, Sydney, Città del Messico e Rio de Janeiro. Lo studio ha tenuto conto di un paniere composto dai consumi tendenzialmente ritenuti “lussuosi”: si va dalle spese sanitarie agli acquisti nel campo della tecnologia, dai prodotti di bellezza fino ai più classici capi d’abbigliamento firmati. Insomma, Milano costa, e non poco. Anzi, a volte si supera ogni limite.
PREZZI STELLARI: le cose più COSTOSE che si possono trovare a Milano
#7 Cene
È al terzo piano del Mudec, il Museo delle culture, che troviamo l’esclusivo ristorante con ben tre stelle Michelin di Enrico Bartolini. Grandi spazi per un ambiente raffinato e accogliente, all’insegna del bianco, di un’elegante mise en place minimal, che lascia al cibo il ruolo di protagonista assoluto. Qui Bartolini dimostra tutta la creatività e la sua solida tecnica, uno stato di grazia confermato dai prestigiosi riconoscimenti che ne hanno fatto uno dei cuochi più premiati d’Italia. Spesso è presente in questo che è il suo main restaurant e non è difficile vederlo arrivare in sala per scambiare due parole con gli ospiti. La sua cucina di contrasti, di consistenze e sapori, di rimandi alla tradizione in chiave di terzo millennio, di divertenti illusioni ottiche (ad esempio, la melanzana moderna, arrostita e ricomposta a forma di mini melanzana o la caramella di cipolla rossa, foie gras e mango) è tutta all’insegna del “Contemporary Classic”: rispettare il sapore della tradizione, ma riproporlo in modo nuovo. Una cena qui costa ovviamente in base a ciò che si ordina, ma difficilmente per gustare un’esperienza culinaria a pieno si spende meno di 250 euro.
#6 Scarpe
Premessa: per cose più costose a Milano ci tengo a specificare che i valori non sono assoluti. Nel senso che in altre boutique dello stesso brand sparse nel mondo è possibile sforare anche questi prezzi folli. Diciamo che il nostro obiettivo è identificare fra le cose più costose. E anche qui, come vedremo fra poco per abiti e borse, dobbiamo escludere prodotti ad hoc per eventi dedicati che sforano svariate migliaia di euro. Come le Sneakers Nike edizione Back to the Future (quelle del volopattino nel secondo film della trilogia, per intenderci) che costano ben 59000 euro. In ogni caso, un buon parametro del costo per una scarpa di vero lusso delle vetrine nostrane è rappresentato dalle sneakers oro Air Force one, realizzate da Nike (via Agnello, 2) in collaborazione con Louis Vuitton. Calzature che costano non meno di 14.000 euro.
#5 Capi d’abbigliamento
Tralasciamo abiti realizzati per eventi speciali e/o studiati per celebrità dello star system: fra maison come Dior, Gucci e Louis Vuitton sfondiamo tranquillamente il tetto delle centinaia di migliaia di euro e spesso anche il milione. Restando a Milano citiamo con orgoglio uno stilista nostrano, Valentino. Nella boutique di via Montenapoleone 20, infatti, possiamo trovare fra gli altri anche il suo abito corto in organza ricamato. Prezzo? 16.000 euro.
#4 Borse
Sempre nel settore fashion segnaliamo fra le altre questo gioiellino di Hermes (via Montenapoleone 12): la mini bag Kelly Doll in edizione limitata, color verde mela, nata dalla fervida mente del designer francese Jean-Louis Dumas nel 2000, 100% pelle di vitello. Venduta alla “modica” cifra di 96.000 euro.
#3 Posti Auto
A Milano come in altre grandi metropoli, un posto auto può costare quanto se non più di una casa. Di esempi ne potremo fare a centinaia ma ne prendiamo uno dal mazzo. In Via Ponte Vetero, nel quartiere di Brera, a due passi da Piazza del Carmine e dal Castello Sforzesco, all’interno di un palazzo signorile completamente ristrutturato nelle parti comuni e risalente ai primi anni del Novecento un’agenzia immobiliare ha recentemente messo in vendita parcheggi automatici, una soluzione di ultima generazione e all’avanguardia. In un minuto la piattaforma meccanica trasporta l’autovettura dal piano terreno al proprio posto designato e viene resa disponibile al proprietario con la stessa tempistica. Per depositare e ritirare l’auto, il proprietario sarà in possesso di una tessera ed un codice personale. Prezzo? 100.000 euro.
#2 Gioielli
Tiffany & Co. (via della Spiga 19/A) svetta su tutti con il gioiello più costoso della storia: 578 diamanti incastonati (si sfiorano i 180 carati) e al centro il cuore, l’Empire Diamond ( aggiungendo così altri 80 carati di splendore). Il design è fedele al monile storico degli anni ‘30, ma i conoscitori di Tiffany & Co. avranno notato la differenza alquanto sostanziale, dato che la collana originale fu realizzata con una pietra acquamarina al posto del diamante. Ingegnosa curiosità: si può staccare il diamante centrale e ottenere un iperbolico anello con montatura di platino. Questo gioiello costa più di 20 milioni di dollari. E ovviamente non viene esibito in vetrina, ma richiesto su ordinazione dopo una riservata e protettissima domanda d’acquisto.
#1 Immobili
A marzo del 2021 è stato venduto l’appartamento più caro di Milano, appartenuto alla famiglia Gucci e acquistato dal magnate indiano Rishal Shah. Il super attico, che si trova in pieno centro all’angolo tra San Babila, corso Vittorio Emanuele e corso Europa abitato fra gli altri da Maurizio Gucci e dall’altrettanto celebre moglie Patrizia Reggiani, ha cambiato proprietario a poche settimane dalla decisione del giudice di mettere l’appartamento all’asta. L’acquirente è il fondatore e proprietario della società Jekson Vision, una multinazionale specializzata nel controllo e nella tracciabilità dei farmaci. 1770 mq, tre piani e ben 37 finestre, ma non mancano un terrazzo mozzafiato e una piscina, oltre a una cucina e un bar. Prezzo? 20 milioni di euro.
Non è un mistero che a Milano tira brutta aria per le auto. Pochi parcheggi, divieti di accesso, limiti di velocità sempre più stringenti, restringimenti della carreggiata, ciclabili ovunque. Nonostante tutto, o forse anche per questo, Milano è tra le cinque strade con il traffico più lento del mondo, secondo gli ultimi dati del Tom Tom. Piano piano si sta trasformando in una città per ciclisti? Potrebbe essere. Ma a volte si esagera. Come nell’uso dei marciapiedi.
Marciapiedi o MARCIABICI?
# Marciapiedi o ciclabili?
La mobilità sostenibile è un gran cosa per quanto sia impensabile che bici e monopattini possano bastare a spostare milioni di persone. Siamo tutti favorevoli a biciclette, monopattini, motorini , tricicli e carriole. Non siamo però favorevoli che i marciapiedi siano trasformati in piste ciclabili per far sfrecciare ad alta velocità, improvvisati o invasati ciclisti tra bambini, anziani e passanti di ogni età.
# Marciapiedi o cicloparcheggi?
Altra cosa che accade di frequente a Milano, come ci segnala Rosatea Albanese, è che i marciapiedi siano ridotti ad improvvisati parcheggi per bici e monopattini. Oramai i servizi di noleggio di monopattini e biciclette sono sempre più diffusi peccato però che, non bastassero, mozziconi, cartacce, lattine, pacchetti di sigarette… ad insudiciare i marciapiedi e a costringere i pedoni a fare lo slalom per camminare ci si mettano adesso anche monopattini e biciclette buttate in giro alla rinfusa.
Basterebbe poco per evitare il disordine: possiamo tutti mettere più cura quando abbandoniamo una bici sul marciapiede?
Hai cose da segnalare che a Milano non vanno o che potrebbero andare meglio? Scrivici su info@milanocittastato.it
#Venerdì 24/2: Carnevale in Terrazza, rooftop, con beerpong e influenze balcaniche
Carnevale in Rinascente Milano: serata a tema Carnevale dalla Terrazza della Rinascente, con vista Duomo. Aperitivo dalle 19.00, cena e dj set fino a dopo la mezzanotte.
Carnevale Ambrosiano in rooftop: al 55 Milano (via Pier della Francesca) dalle 20.30 fino a notte fonda, c’è l’evento per festeggiare Carnevale in dolce e salato. Previsti aperitivo e dj set.
Omaggio ai Coldplay e a Ennio Morricone: continua la rassegna Candlelight, che propone il quartetto d’archi Arceus. A partire dalle 20.00 i migliori brani della band inglese e le colonne sonore del grande compositore italiano, si mischiano alla casa Schuster di via Sant’Antonio 5.
Accept: tornano sul palco le leggende dell’heavy metal, accompagnati dalla guest di apertura di White Skull. Si possono ri ammirare sul palco del Live Club di Trezzo s/Adda alle ore 20.00.
Whitemary: serata indie al Circolo Magnolia di Segrate. Iniziano i taglienti testi della romana Whitemary e si prosegue con la serata “wow”, partenza alle ore 21.00.
George Ezra: unica occasione in Italia per assistere al concerto del cantautore britannico. Alle 21.00 si inizia al Mediolanum Forum di Assago
Babbutzi Orchestar: il punk e ska della band dei Balcani sbarca alla Scighera per il Carnevalone 2023. Inizio concerto alle ore 21.30
Carnival Beer Pong: edizione speciale del Beer Pong all’East River di piazza Vetra. 24 squadre si sfideranno, a partire dalle 22.00, per aggiudicarsi un buono di 40€ da spendere online.
Re-Beat: revival beat generation, insieme ad attrazioni volanti e spettacoli a sorpresa, rappresentano l’idea di Carnevale dello Spiriti de Milan. Si inizia alle 22.30 con la band, a seguire dj set Damn Spring.
Tale of Us: è la notte della Fashion Week e l’Amnesia si trasferisce al Fabrique in via Fantoli, per lo show di Tale of Us. Si inizia alle 23.30 e a seguire Armonica.
#Sabato 25/2: dalla mattina alla notte il Carnevale Ambrosiano
Caccia al tesoro di Carnevale: risolvere enigmi e interpretare indizi storici, è la proposta delle Gallerie d’Italia per i bambini dai 5 agli 11 anni. Il doppio Carnevale nelle sale di via Manzoni è alle 10.30 e alle 15.30.
Musica per un giorno: eccezionale live performance art di 24 ore continuative, con la partecipazione di Roberta Mosca e Canedicoda. Si tiene dalle 12.00 di sabato alle 12.00 di domenica alla Fondazione Il Lazzaretto, come parte di Fog Triennale 2023.
Il Medievale Ambrosiano all’Atelier Forte: il Carnevale torna alle origini con il Medievale firmato dall’artista Duilio Forte con visita in maschera dell’Atelier. Atelier Forte, via Arcangelo Corelli 34 dalle 16 alle 22. Per partecipare è necessario registrarsi QUI
Le Scemette: torna il laboratorio di idee e comicità dello Zelig, con le protagoniste tutte al femminile dell’ironia. Sipario alle ore 21.00.
All Time Low: è l’ora del punk pluripremiato e amato da una grande fetta di pubblico, con la data italiana della band americana. Energia alle 20.30 al Fabrique.
Maya Hawke: le stranger things della cantante di New York si trovano per una sera a Milano. Dalla Grande Mela alla capitale della moda, sul palco della Santeria Toscana alle ore 21.00.
Fabio Concato: gioca in casa e con un Ambrogino d’oro in tasca, il cantautore milanese. Si esibisce al Teatro Lirico – Giorgio Gaber, con il suo Musico Ambulante Tour alle 21.00.
Carnevale da Popstar: richiesto al pubblico il travestimento della popstar più amata, per trascorrere il Carnevale Ambrosiano nell’atmosfera eccentrica del Circolo Magnolia di Segrate. Si inizia alle 22.00 e si prosegue fin dentro la prima notte di quaresima.
Milano Fashion Jungle: è uno degli eventi più attesi di tutta la Fashion Week. Torna come di consueto al Gate di via Valtellina, con i danesi Whomadewho e Rocking Moroccin e Ageless in console. Il party inizia alle ore 23.00.
La vita a 30 anni – Carnival edition: serata interamente dedicata ai 30enni, al Fabrique. Inizio delle danze alle 23.30, con la selezione più amata da questa generazione.
#Domenica 26/2: scende la Quaresima ma resta una corposa offerta di musica classica e moderna con Folamour, Judith Owen e Teenage Bottlerock. Spazio anche al Bourlesque
Colori travestimenti ed altri inganni!: speciale Carnevale del Museo di Storia Naturale, che propone visite guidate per bambini dai 6 agli 11 anni. Mimetismo e trasformazioni della natura, per una lunga settimana, che inizia domenica 26 e prolunga il Carnevale fino a lunedì 6 marzo compreso.
I Concerti della domenica: ritornano le matinee a tema del Teatro Filodrammatici, con un concerto di Komitas, il padre della musica classica armena. Dalle 11.00 alle 12.00 l’interpretazione di Ani Martirosyan al pianoforte e Nobuko Murakoshi al violino.
I Monelli: rassegna domenicale del Teatro Dal Verme che durerà fino a maggio. Sullo schermo i film della comicità internazionale, sul palco l’orchestra dal vivo de I Pomeriggi Musicali. Debutto alle ore 16.00 con The Kid, di Charlie Chaplin.
Zero: super evento musicale che inizia alle 17.00 e si estende fino alla mezzanotte, con la musica di Steve Pepe. Le emozioni e le vibrazioni si cercano a E.S.T. di via Pietro Calvi 31.
Pizz’n’Zip: Eleonora Savini al violino e Federica Vecchio al cello, propongono il loro concerto di carnevale al Conservatorio Giuseppe Verdi. Programma di Fauré, Biber, Glière e Kurtag a partire dalle 17.30.
That’s Burlesque: c’è anche la parentesi burlesque al circolo Bovisa di via Mercantini 11. Dalle ore 20.00 parte lo spettacolo a cura di Hurly Burly Show.
Folamour: il sound accattivante del giovane dj francese è protagonista al Fabrique, per una domenica sera di house e funky. Inizio spettacolo alle ore 20.00.
Judith Owen: arriva l’artista forse più completa del panorama jazz europeo e lo fa con uno spettacolo musicale e narrato, a tratti comico. La cantante si esibisce al Blue Note con l’unico spettacolo delle 20.30.
Giancarlo Kalabrugovic: è subito Pino dei Palazzi al Bonaventura Music Club di Buccinasco. Alle 21.00 il Kala porta in scena tutti i suoi personaggi, per una serata a base di auto ironia e divertimento.
Intervista impossibile, Gian Marco Moratti: un’idea del Teatro Franco Parenti, che porta in scena un dialogo teatrale mai avvenuto, tra Moratti e una giornalista teatrale. In scena Gioele Dix e Marina Rocco, sipario alle 21.00.
Becomedy: la serata di stand up comedy dello Zelig, per l’occasione si veste di tricolore ed è recitata in lingua italiana. Alle 21.00 in scena Antonio Ricatti, Marco Los e Angelo Amaro.
Teenage Bottlerocket: punk e rock made in U.S.A. che si ripresenta al Legend Club per l’unica data italiana del tour europeo della band americana. Inizio spettacolo alle ore 21.00.
#Per tutto il weekend: Carnevale al Museo, ma in tutti i musei di Milano, un brunch in costume e i Me contro Te di nuovo in città
A Carnevale ogni stella vale: proposta del Planetario per l’intero fine settimana del Carnevale Ambrosiano. Attività per bambini dai 6 anni in su, info e programma QUI.
Un mare di divertimento: anche il Museo della Scienza Leonardo Da Vinci propone uno speciale Carnevale, con numerose attività per bambini. Molta scelta, anche per fasce di età, che si possono “esplorare” QUI.
Carnevale a Museo: in alcune delle sale del Castello Sforzesco, ci sono attività per bambini. Le sale sono aperte anche per celebrare il Carnevale Ambrosiano.
Delitto al Museo: al museo Archeologico il carnevale si festeggia travestendosi da detective. Si indaga su un delitto che risale a millenni fa. La manifestazione si tiene per tutto il fine settimana.
Carnival Rock Brunch: l’Hard Rock Cafè di Milano ospita piccole e grandi rock star in costume, per un brunch di carnevale prima della quaresima. Sabato 25 e domenica 26 dalle 10.00 alle 12.00.
Shakespeare in music: un bell’evento all’Auditorium di largo Mahler, che vede Alex Potter accompagnato dalla Sinfonica di Milano diretta da Jaume Santonja. I brani più celebri del grande scrittore inglese, musicati da Strauss e Prokof’ev, in scena venerdì 24 alle 20.00 e domenica 26 alle 16.00.
Pescatori di stelle, storie di miti del cielo: l’universo, il mare, il cielo, le stelle che cadono in mare e i pesci che saltano nel cielo, sono gli ingredienti della favola teatrale per bambini di Renata Coluccin In scena al Teatro Bruno Munari sabato e domenica alle 16.30.
Piccole Donne: Jo e le sue sorelle in musical nell’edizione italiana di Gianfranco Vengoni, sono al Teatro Repower di Assago per tutto il fine settimana. Spettacoli serali alle 20.45, domenica alle 15.30.
Me contro Te: tornano Luì e Sofì in una due giorni dedicata ai cuccioli milanesi. Al Forum di Assago le storie del duo che piacciono a bambini e ragazzi, sabato e domenica alle ore 20.30.
Aperto il cantiere di piazza Tirana. Disco verde per la costruzione della passerella di Design che metterà in connessione i quartieri lungo le due sponde del Naviglio Grande e favorirà l’accesso ai treni della M4 nel futuro capolinea ovest di San Cristoforo. Vediamo come è stata progettata e tutte le riqualificazioni previste nell’area.
La PASSERELLA di DESIGN sul Naviglio: via ai lavori (Rendering)
# Prima pietra per la passerella che collegherà M4 con l’altra sponda del Naviglio
Inaugurata la prima tratta della M4 ad est, con la contestuale riqualificazione delle aree superficiali, ora la palla passa ad ovest. Sono partiti infatti ufficialmente i lavori al capolinea ovest della linea, a San Cristoforo FS, con l’apertura del cantiere di piazza Tirana che comprendono la realizzazione della passerella pedonale a scavalco sul Naviglio. Metterà in connessione la piazza in prossimità della stazione ferroviaria e di quella futura della M4 con l’area del Ronchetto sul Naviglio e di via Lodovico il Moro.
Il commento dell’assessore alla Mobilità Arianna Censi: “Partono i lavori per un altro progetto simbolo dei lavori della nuova M4che avrà anche la funzione di collegare due quartieri separati dal Naviglio e dalla ferrovia. La nuova metropolitana, oltre che a offrire un nuovo importante servizio pubblico che collega l’area est di Milano con quella ovest, è stata anche l’occasione per ridisegnare le parti superficiali in modo da offrire ai residenti quartieri più serviti e vivibili”. Le parole del presidente di M4 spa Alessandro Lamberti: “La passerella di San Cristoforo sarà un’opera di particolare qualità architettonica che con le sue connessioni intermodali, e grazie alla M4, consentirà a molti milanesi di raggiungere in pochi minuti il centro città e l’aeroporto di Linate”.
# Un “nastro morbido” elicoidale a firma dello studio AOUMM
La passerella ciclopedonale di design progettata dallo studio AOUMM, vincitore di un concorso internazionale promosso dal Comune di Milano e dalla società concessionaria M4 spa, si estenderà come un “nastro morbido” elicoidale con una struttura retta da pilastri d’acciaio rivestiti.
Ognuno sarà caratterizzato da diversi colori, forme e finiture in omaggio ad alcuni grandi maestri dell’architettura milanese: Aldo Rossi, Gae Aulenti, Alessandro Mendini, Franco Albini, Angelo Mangiarotti, Giò Ponti.
# Una struttura accessibile
Una struttura accessibile che realizzerà un percorso funzionale e paesaggistico tra piazza Tirana e via Martinelli, valorizzando i quartieri, mettendo in connessione attraverso un lavoro di ricucitura territoriale due aree strategiche della città, potenziando i benefici in termini di mobilità della linea blu. Tra le opere è prevista anche la collocazione di una velostazione per le biciclette private.
# Tre punti di risalita e nuove viste sul Naviglio
Studio Aoumm - Passerella M4
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Nell’intersezione con i tre punti di risalita verranno predisposti dei punti di osservazione rialzati che metteranno in connessione gli approdi di scale e ascensori con l’asse principale della passerella e che all’altezza della stazione di San Cristoforo e del parco limitrofo ai binari ferroviari portano alle discese della stazione. Da questi belvedere si avranno dei punti di vista rialzati e inediti sul Naviglio Grande.
# Riqualificazione dell’aree verdi e un hub intermodale per la mobilità sostenibile tra via Ludovico il Moro e via Guido Martinelli
Studio Aoumm - Area verde
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Si prevede anche una riqualificazione dell’aree verdi di piazza Tirana, con un nuovo parco con percorsi e sedute, dell’area tra il Naviglio Grande e i binari ferroviari e quella tra Ludovico il Moro e via Guido Martinelli. Sempre in quest’ultima area ci sarà anche un restyling dell’area di sbarco che diventerà un hub intermodale per consentire l’interscambio tra i diversi mezzi di trasporto della mobilità sostenibile: pedoni, biciclette, trasporto pubblico di superficie e metropolitana.
Avanzano secondo l’ultimo cronoprogramma i cantieri per la realizzazione del Terzo Valico di Giovi che garantirà un collegamento rapido tra Milano e Genova. Non solo: servirà anche al miglioramento infrastrutturale di tutto il nord Italia e a garantire una maggior velocità di connessione con l’Europa. Vediamo gli ultimi aggiornamenti e quando è programmata la conclusione dei lavori.
Il MAXI TUNNEL che porterà MILANO al MARE in meno di un’ora: iniziato il conto alla rovescia
# Tutti i 6 lotti sono in fase di cantiere e in collegamento diretto
I lavori per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi sono iniziati nell’aprile 2012 e, dopo uno lungo stop a cui è seguito il commissariamento, a inizio settembre del 2020 è stato completato il cantiere principale. Conclusi anche gli interventi sulla linea ferroviaria Succursale di Giovi, nella tratta Arquata Scrivia-Genova. Si tratta di un importante tassello all’interno del Terzo Valico dei Giovi, il progetto più rilevante all’interno dell’asse ferroviario Genova-Rotterdam: un corridoio fondamentale per il trasporto di passeggeri e merci.
Con l’abbattimentodegli ultimi diaframmi della linea AV/AC Terzo Valico dei Giovi nel comune di Serravalle Scrivia a fine settembre 2020, sono stati messi in collegamento diretto i 6 lotti previsti da progetto. I cantieri sono quindi operativi su tutto il tracciato.
# I lavori principali in corso e quelli realizzati
I lavori riguardano gli scavi delle due opere in sotterraneo più importanti della nuova linea: la Galleria di Valico, che con i suoi 27 km sarà la galleria ferroviaria più lunga in Italia, e la Galleria di Serravalle, per quanto riguarda il binario pari. Entrambi gli scavi sono eseguiti con metodo tradizionale tramite TBM. In realizzazione anche il tratto di linea in galleriaartificiale nel comune di Pozzolo Formigaro.
Sono invece già stati completati gli scavi delle quattro gallerie di accesso alla futura galleria di Valico (le “finestre”) e la galleria Campasso all’estremità sud del Terzo Valico. Il 4 Dicembre 2022 è stato abbattuto il diaframma del binario dispari tra i cantieri di Polcevera e Cravasco della galleria di Valico. In questo modo sono stati messi in comunicazione circa 30 km di tunnel già scavati in entrambi i sensi di marcia sul versante Sud del progetto.
# Il nodo di Genova
Il progetto del nodo di Genova è prevalentemente sottoterra e prevede la costruzione di tre gallerie naturali: la Nuova San Tomaso a binario singolo lunga 1.5 km, la Nuova Cristoforo Colombo lunga 1.4 km e la galleria Polcevera lunga 2.17 km, tutte già completamente scavate.
Il potenziamento infrastrutturale del Nodo di Genova assicura il collegamento diretto con il Terzo Valico per i treni merci in partenza e in arrivo dal porto di Genova, e permette di separare i flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza, con una conseguente potenzialità di incremento dell’offerta dei treni regionali e metropolitani.
# Il progetto garantirà una velocità dei treni di 250km/h con un sensibile miglioramento delle connessioni tra Nord Italia e Europa
Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso rientrano in un progetto unificato nel 2019 e del valore di quasi 7,4 miliardi di euro, con cui si intende dare un colpo di acceleratore alla nuova ferrovia tra Genova e la valle del Po. Prendendo in considerazione anche le ulteriori opere in sotterraneo, il progetto unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova prevede la costruzione di 90,7 km di tunnel.
Lungo la rete ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi transiteranno merci e persone a 250 chilometri orari, favorendo i collegamenti tra le regioni del Nord Italia e dell’Europa.
# I tempi di percorrenza i treno da Milano a Genova scenderanno da 1 ora 39 minuti a soli 50 minuti
La ferrovia del Terzo Valico è lunga 53 km e a regime assicurerà il collegamento tra Genova e Milano in 50 minuti rispetto a 1h e 39 minuti attuali. Oltre alla costruzione del tracciato principale ad alta velocità è prevista anche la costruzione di 4 interconnessioni tra Voltri, Genova Parco Campasso, Novi Ligure e Tortona, che permetteranno di collegare la nuova linea con quelle già esistenti. La tratta si inserisce nel corridoio Reno-Alpi, uno degli assi della rete strategica transeuropea di trasporto (TEN-T core network).
# L’avanzamento dei lavori è all’82%, la conclusione è prevista a dicembre 2024
A gennaio 2023 l’avanzamento complessivo è di circa l’82%. L’ultimazione dell’opera, previsto inizialmente nel 2023 dopo la ripresa dei lavori, è stata posticipata a dicembre 2024.
Da cento anni i confini del Comune di Milano sono rimasti immutati non rispecchiando le reali dimensioni del territorio. È giunta l’ora di estenderli? Vediamo come potrebbe essere la nuova Milano.
È il momento di ESTENDERE i CONFINI di Milano: ecco COME dovrebbe DIVENTARE
# I confini di Milano sono rimasti uguali a un secolo fa
Nel gruppo facebook “l’altra Milano” ci si pone l’interrogativo, a cento anni esatti dall’ultimo grande inglobamento da parte del Comune di Milano di alcuni piccoli comuni esterni, se sia giunto il momento di una nuova estensione dei confini territoriali. Con la riforma decisa dal governo fascista nel 1923, passarono sotto l’amministrazione milanese 11 comuni, tra cui Affori, Baggio, Greco, Niguarda e Vigentino, e da allora salvo qualche piccolo aggiustamento negli anni successivi i confini del Comune di Milano sono rimasti immutati.
# Come potrebbe diventare Milano
I veri confini del Comune di Milano non sono quelli determinati dal Regio Decreto del 1923. Basta osservare l’immagine satellitare, qui rielaborata da Urbanfile, per vedere come il suo territorio si estenda ben oltre. L’abitato si diffonde senza soluzione di continuità oltre Monza ad est, verso Busto Arsizio e Gallarate a ovest e nella provincia di Como a nord.
Prendendo in considerazione i soli comuni della prima e seconda corona dell’hinterland si contano 1,23 milioni di residenti, poco meno di 200.000 rispetto a quelli del Comune di Milano, e aggiungendo gli 880.000 della provincia di Monza e Brianza si arriva a un totale di 3,5 milioni. Sommando i restanti della Città Metropolitana di Milano si superano i 4 milioni.
Ci sono diversi studi che ipotizzano una più veritiera estensione del capoluogo lombardo. In base all’analisi di Demographia, il nucleo aggregante della più vasta area metropolitana sarebbe seconda nell’UE per popolazione dopo Parigi con una superficie di 2.225 kmq e 5,5 milioni di abitanti. Secondo l’OCSEl’area metropolitana milanese comprenderebbe anche i territori delle province di Varese, Bergamo, Como, Lecco, Cremona, Lodi, Pavia, Novara, Alessandria, Brescia e Piacenza avvicinandosi agli 8 milioni di abitanti.
# Perché sarebbe utile ingrandire la città
L’idea del gruppo facebook “l’altra Milano” è quella di sollecitare un confronto pubblico, partendo dai 47 comuni che compongono le prime due corone dell’hinterland, per capire la reale esigenza di estendere i confini di Milano. In molti infatti sostengono che quelli attuali siano troppo limitati, anche in confronto con altre realtà italiane come Roma o di tante altre metropoli europee. Un primo passo di coordinamento e gestione di un territorio più vasto è arrivato con l‘introduzione del nuovo sistema tariffario STIBM che riunisce sotto “lo stesso tetto” la Città Metropolitana di Milano e le province di Monza Brianza, di Lodi, queste due un tempo all’interno della provincia milanese, e di Pavia.
La soluzione più simile sembrerebbe quella di Parigi, che ha un comune di dimensioni più ridotte rispetto a quelle del Comune di Milano ma ha un’area metropolitana più vasta e gestita in maniera unitaria da un ente con propri poteri e risorse. Il capoluogo lombardo avrebbe bisogno di ampliare i suoi confini amministrativi, tramite l’incorporamento di comuni o in alternativa trasformandosi in una città regione che comprenda lo stesso comune di Milano e tutti quelli dell’area metropolitana allargata, per competere con le altre metropoli internazionali, aumentare la capillarità del trasporto pubblico e offrire servizi migliori a tutti i cittadini che gravitano su e attorno al capoluogo.
Giochi invernali in una delle zone più desertiche del mondo? Si può fare.
NEOM: la futuristica MEGALOPOLI ARABA che ospiterà i GIOCHI INVERNALI
# “Stiamo ridisegnando il futuro”: il maxi progetto da 500 miliardi di dollari
Quasi il 20% dei lavori infrastrutturali di NEOM, le quattro città futuristiche da 500 miliardi di dollari dell’Arabia Saudita, che saranno alimentate interamente da energia pulita e prive di auto, è già stato completato e i lavori stanno procedendo secondo il programma, ha detto Nadhmi Al-Nasr, CEO di NEOM.
Al-Nasr ha dichiarato: “A NEOM, stiamo affrontando alcune delle sfide più urgenti che l’umanità deve affrontare riunendo una comunità di menti brillanti impegnate a reimmaginare come sarà un futuro sostenibile tra 20 o 30 anni e costruirlo oggi. Stiamo ridefinendo il futuro ora. NEOM è aperta agli affari e sta assumendo, candidatevi!“
Sicuramente l’investimento è, diremmo noi, faraonico, anche se il vicino Egitto sta vivendo una fase di involuzione storica e l’Arabia si candida sempre più a faro della regione mediorientale.
# Obiettivo giochi asiatici invernali con vista mondiali di calcio
I piani per questo innovativo progetto di megalopoli che si estenderà su 26.500 mq sulla costa del Mar Rosso (in un’area più grande del Kuwait o di Israele) erano stati annunciati nell’ottobre 2017 dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (MBS) alla conferenza Future Investment Initiative a Riyadh. È una delle componenti fondamentali della Vision 2030 dell’Arabia Saudita che mira a trasformare l’economia saudita.
Forse i giochi asiatici invernali sono solo il primo passo, e il vero obiettivo del governo saudita è quello di poter ospitare la kermesse più seguita al mondo, ossia i Mondiali di Calcio. La presenza di Cristiano Ronaldo nel campionato locale potrebbe essere un volano per ottenere obiettivi in linea con le enormi ambizioni di NEOM.
# Il progetto: proprie leggi fiscali e giustizia
Il nome NEOM è una combinazione della parola greca NEO (nuovo) e M che è sia la prima lettera della parola araba Mustakbal (il futuro) e del principe ereditario Mohammed bin Salman. MBS ha detto che NEOM opererà indipendentemente dal “quadro governativo esistente” e avrà le proprie leggi fiscali e del lavoro e un “sistema giudiziario autonomo”. Lo sviluppo comprende città intelligenti, porti e aree aziendali, centri di ricerca, centri turistici e sportivi, nonché molti luoghi di intrattenimento.
È previsto che tutta l’energia di NEOM proverrà al 100% da fonti rinnovabili – il sole e il vento – e ci sarà anche la generazione di energia basata sull’idrogeno – il tutto garantendo un ecosistema a emissioni zero e positivo per il carbonio.
Un’altra importante innovazione è che la salamoia derivante dalla desalinizzazione non sarà scaricata in mare, come avviene negli impianti di dissalazione esistenti, che sono uno dei tanti punti ambientali non rispettati nei paesi del golfo, ma sarà utilizzata come materia prima industriale. Ciò che è più notevole sarà la pionieristica produzione di acqua dalla desalinizzazione interamente prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così come le modalità innovative di stoccaggio e utilizzo dell’acqua, che dovrebbero attrarre aziende impegnate nella ricerca sull’acqua e start-up.
Uno dei piani più ambiziosi di NEOM – in un paese che attualmente importa circa l’80% del suo cibo – è quello di diventare “la città più autosufficiente dal punto di vista alimentare del mondo” utilizzando l’agricoltura verticale innovativa e le serre. Entro il 2026 NEOM dovrebbe ospitare circa 450.000 persone, portando il numero a 1,5-2 milioni di persone entro il 2030. Alla fine, si prevede che ospiterà nove milioni di persone.
# Le 4 città di NEOM
The Line, una città lineare di 170 km
Sarà una città da costruire modulo per modulo lungo una linea retta di 170 chilometri. Ogni modulo avrà tutti i servizi necessari come negozi e scuole e i suoi abitanti non useranno le auto, poiché tutto ciò di cui hanno bisogno sarà a cinque minuti a piedi o in bicicletta. Quando la linea sarà completa ci saranno treni ad alta velocità. Gli sviluppatori prevedono che una parte importante della città sarà completata entro il 2030.
Oxagon, la più grande struttura galleggiante del mondo
Sarà un complesso industriale galleggiante di 7 km a forma di ottagono. Sarà la più grande struttura galleggiante del mondo. Il progetto si concentrerà sulla produzione moderna, la ricerca industriale e lo sviluppo incentrato sull’espansione del porto di Duba, oggi una piccola località sul Mar Rosso che non ha nulla a vedere con la più famosa (e rivale) città principale degli Emirati Arabi Uniti. Oxagon ha il potenziale per diventare una destinazione turistica di livello mondiale dove i visitatori vedranno come sarà il futuro.
Trojena, la prima città ad ospitare un evento sportivo invernale nella penisola arabica
Trojena mira ad essere la prima grande destinazione sciistica all’aperto nella penisola arabica. Sarà situato a circa 50 chilometri dalla costa del Golfo di Aqaba, nei monti Sarwat, con altitudini che vanno dai 1.500 ai 2.600 metri. Sebbene si trovi nel deserto, il clima del sito è considerevolmente più fresco rispetto al resto del territorio di Neom.
Trojena è stata eletta città in cui si terranno i Giochi asiatici invernali del 2029, diventando la prima città ad ospitare un evento sportivo invernale nella penisola arabica. Dovrebbero partecipare alla manifestazione pure Russia e Bielorussia, al momento esiliate in Asia per via della guerra in Ucraina.
Sindalah, un complesso turistico di lusso di oltre 1 milione di mq
Sindalah sarà un complesso turistico di lusso di 1.100.000 metri cubi al largo della costa della città. Si prevede di avere un porto turistico di 86 posti barca e tre hotel di lusso e potrebbe ospitare fino a 2.400 visitatori al giorno.
Uno dei punti oscuri di questo enorme progetto è stato lo sgombero e il trasferimento, senza adeguato risarcimento, di circa 20.000 membri della tribù nomade beduina Howeitat che vivevano nella zona in modo da far posto allo sviluppo del progetto. Abdulrahim al-Huwaiti, un membro attivista della tribù che ha pubblicato video contro lo sfratto, è stato ucciso dalle forze di sicurezza saudite, presumibilmente per aver aperto il fuoco contro di loro.
Conosciamo abbastanza bene tutte le contraddizioni di questo grande paese, che come altri sta sognando in grande: Neom al momento è una sfida al futuro. Sarà in grado di diventarlo?
Il mitico Highbury della capitale britannica, storico stadio dell’Arsenal, è stato riconvertito in un complesso residenziale mentre la squadra dei Gunners si è trasferita in nuovo impianto realizzato poco distante. Potrebbe essere un’idea per la Scala del calcio?
Lo STADIO di LONDRA trasformato in APPARTAMENTI: sarà questo il FUTURO del MEAZZA?
# Il vecchio stadio dell’Arsenal riconvertito in un complesso residenziale
Negli ultimi decenni le storiche società di calcio europee, soprattutto quelle inglesi, stanno costruendo impianti moderni capaci di migliorare l’esperienza dei tifosi e di generare ricavi grazie a tutte le attività connesse che consentono di rendere lo stadio fruibile tutti i giorni. Le opzioni sono sostanzialmente due: abbattere e ricostruire lo stadio oppure edificarlo altrove. Per la prima si può citare l’esempio di Wembley, situato nell’omonimo quartiere di Londra e inaugurato nel 1923, chiuso nel 2000 e demolito nel 2002 per fare spazio al nuovo impianto con lo stesso nome.
La scelta dell’Arsenal è stata differente. Nel 2006 la squadra si è trasferita nel nuovo Emirates Stadium più rispondente ai canoni UEFA per incontri internazionali, a poca distanza da quello vecchio.
Il mitico Highbury, la casa dei Gunners inaugurata il 6 settembre 1913, non è stato però abbattuto ma riconvertito in un complesso residenziale dal nome di Highbury Square: 650 appartamenti, con un affitto relativamente alto e molti servizi comunali, una piazza attraversata da un marciapiede pubblico, il campotrasformato in giardini. Diverse parti state preservate, comprese le sale di marmo, il busto di Herbert Chapman e il tunnel dei giocatori oltre a tutta la struttura generale e le tribune est e ovest così come erano state ricostruite negli anni ’30 in stile Art Déco.
# Una strada possibile anche per lo stadio di San Siro?
Sarà questa anche la strada che si percorrerà per lo Stadio di San Siro? Sono ormai quattro anni che Inter e Milan portano avanti il progetto per realizzare uno nuovo impianto dove giocare.
Dopo la positiva conclusione del dibattito pubblico, con le richieste di modifiche avanzate dal Comune di Milano, la “Cattedrale”non ha ancora però la certezza di poter vedere la luce. Al netto del vincolo che potrebbe essere apposto sullo stadio, e dei ricorsi contro il suo abbattimento, entrambe le società stanno valutando delle alternative se dovessero prolungarsi ulteriormente i tempi o presentarsi altri intoppi: tra le ipotesi ci sono Sesto San Giovanni, Rozzano e San Donato.
L’ultima voce riguarda la possibilità di costruire il nuovo stadio nei terreni del trotto de La Maura, a poche centinaia di metri dal Meazza, lasciando in piedi la Scala del Calcio. In questo caso per non lasciare l’edificio intulizzato si potrebbe prendere esempio da quanto fatto con lo stadio dell’Arsenal creando residenze al suo interno, magari in edilizia convenzionata per rispondere alle esigenze abitative dei milanesi con redditi medio-bassi, con servizi per la comunità e un grande parco per riqualificare tutta l’area oggi in uno stato degrado.
La chiesa dei santi Faustino e Giovita sorge all’Ortica, sull’antica strada consolare romana che raggiungeva Aquileia, a pochi passi dalla Balera dell’Ortica. Pochi sanno che si tratta di una delle chiese più antiche di Milano. Ancora meno sanno che al suo interno si cela un rebus, forse uno dei più antichi del mondo. Ci racconta la storia e il suo possibile significato Guido Iazzetta.
A Milano un REBUS di 1000 ANNI FA: svelato il MISTERO
La chiesetta dei Santi Faustino e Giovita, risalente ai primi anni dopo il 1000, è una delle più antiche di Milano. In essa è conservato un affresco di autore ignoto, che raffigura la Vergine con il Bambino, denominato “Madonna delle Grazie”. Nel 1979 si dovette provvedere allo stacco dell’affresco dal muro: l’operazione portò alla luce un graffito collocato dietro l’affresco stesso.
# La scoperta del graffito segreto
Si tratta di una preghiera ed è firmata Silanus, forse il monaco ivi presente o addirittura il pittore autore dell’affresco, e datata 12 aprile 1182. Il testo dell’iscrizione latina è di cinque brevi righe in scrittura carolina (in uso in quei secoli). Recita testualmente: “Haec praecatio est + Anno MCLXXXII X2 mensis aprilis ut clementiam dei teneamus”. Il prof. Bonfanti, paleografo, decifrò così il testo: Questa (immagine) è preghiera, o Signore (il segno di croce), l’anno 1182 il 12 del mese di aprile, per ottenere la clemenza di Dio.
# La richiesta alla Madonna
Il graffito consta anche di disegni riferiti alle condizioni di vita del luogo: si nota un uomo che tiene in bocca un’anguilla, a significare la pescosità (sic) del Lambro, anitre selvatiche, il fiume che scende dalla Valassina in Brianza. In basso a destra, il disegno di una porta (senza dubbio la Porta Orientale), che rivela la nostalgia dei milanesi esuli e il loro conseguente anelito di poter presto fare ritorno in città. Infatti, a seguito della distruzione di Milano del 1162 ad opera di Federico Barbarossa dopo sette mesi di assedio, i milanesi di Porta Orientale vennero esiliati nei borghi circostanti di Lambrate e Cavriana, sul cui confine sorgeva la Cappella stazionaria di S. Faustino. Con la vittoria di Legnano (1776) della Lega Lombarda, rinacque negli esiliati la speranza di poter fare ritorno alla città. Essi, profondamente religiosi, chiesero alla Madonna la grazia, come ci attestano l’affresco e il graffito.
Qual è il luogo di Milano dove ti senti più a disagio? Questa la domanda del sondaggio. E questi sono i risultati che sono stati più votati. Li pubblichiamo anche come stimolo per l’amministrazione a intervenire dove possibile.
10+10 luoghi di Milano che mettono più a DISAGIO
#10 La Stazione di sera
Arrivare alla Centrale di sera crea disagio per tutti. Spesso i taxi sono introvabili e la piazza è popolata da ombre che mettono paura. Si stanno facendo molti sforzi però la lotta è dura.
#9 Piazza Gino Valle
E’ la piazza più grande di Milano anche se resta emarginata tra le novità urbanistiche degli ultimi venti anni. Per chi non la conoscesse, è la grossa piazza, tutta di cemento, dove c’è casa Milan (altro luogo che può dare disagio con quegli omini che corrono giù dal tetto) e il ponte che collega all’altra parte della circonvallazione e che inspiegabilmente chiude alle sei di sera, obbligando i passanti ad avventure da Guerrieri della Notte.
Un quartiere diviso in due. Da una parte le ville e i condomini immersi nel verde abitati da deejay, calciatori e spacciatori. Dall’altra le case popolari che raggiungono vette di sublime bruttezza. Per aumentare la divisione si è deciso di dare anche due nomi diversi a San Siro, denominando come “residenziale” il lato più fatiscente.
Per chi ama Milano, vedere rifiuti accatastati in certi punti dei navigli o di altri tratti d’acqua, come ad esempio lungo il Lambro, è un colpo al cuore. Serve più impegno nella manutenzione e più cura da parte dei cittadini. Lodevole l’esempio degli Angeli dei Navigli che pescano rifiuti dalle acque dei navigli. Forse si potrebbe promuovere una campagna o quantomeno adottare interventi più strutturali su una parte della città che dovrebbe essere l’orgoglio di tutti.
#6 I WC mobili al Parco Sempione
Dai tempi di Vespasiano si sono fatti molti passi indietro. Soprattutto al Sempione. Il central park di Milano merita bagni meno orribili. Magari con lo stile di quelli posizionati vicino al Duomo.
#5 Via Padova
Forse la strada più ideologica di Milano. Difficile valutarla per quello che è. Per mezza Milano è simbolo della città multietnica e di rilancio, per l’altra parte è invece il Bronx degli anni settanta, dove se la si percorre si rischia la vita. Probabilmente la verità corre nel mezzo.
#4 I materassi in terra nelle strade del centro
A Milano i nuovi centri spuntano come funghi. Nel derby tra City Life e Porta Nuova sembra tagliato fuori il centro millenario di Milano. La sera si svuota e se si esce dai classici itinerari turistici ci si imbatte in materassi e sacchi a pelo con disgraziati che mangiano o dormono sotto i portici tra San Babila e la Scala. C’è chi pensa che bisognerebbe aiutarli, chi pensa che una grande città non può diventare un accampamento. Far finta di niente è la cosa peggiore.
#3 La sopraelevata di Monte Ceneri
In ogni città è la stessa storia. Le sopraelevate sono fondamentali per la circolazione ma al tempo stesso sono degli scempi paesaggistici. Senza arrivare all’estremo di quella di Genova, la sopraelevata di Monte Ceneri rappresenta una ferita estetica. Spiace per chi ci abita vicino ed è anche motivo di disagio per chi la percorre avendo come panorama palazzi spesso fatiscenti di cui da 20 anni il top assoluto è il palazzo delle poste di piazzale Lugano che sembra sempre sul punto di crollare. Nota di merito anche per la sopraelevata a sud che arriva a piazzale Cuoco.
#2 Il boschetto di Rogoredo
Luogo leggendario, pochi ci sono stati, ma basta la parola boschetto per immaginarsi tutto il peggio che si possa trovare. Ultimamente sembra che sia aumentata l’attenzione su questo simbolo del degrado. Sarebbe meraviglioso se potessimo presto elencarlo tra le trasformazioni più stupefacenti della nostra città.
#1 Il treno per Roma
Fa il paio con “la cosa più bella di Roma? Il treno per Milano”. Stravince la classifica come luogo di disagio maximus il treno per la capitale. A tutti è capitato, di percorrere il binario e sentire quell’inconfondibile groppo in gola che prende chiunque da Milano deve salire su un treno per Roma. E il magone che ti assale quando il treno parte e dai finestrini inizi a guardare quei fortunati che a Milano sono appena arrivati.
AGGIORNAMENTO: Altre note di (de)merito – segnalate da voi
#1 Le zone “morte”, quelle regalate alle grandi catene, o ai negozi, che dalle 20.00 in poi sono dei deserti: P.za Duomo, Via Torino, il Verziere, la zona 5Giornate/XXII Marzo, dove una volta c’erano locali, bar aperti, ed ora più nulla, ma anche le nuove, desertiche, piazze di Fieramilano City (Andrea Romeo)
#2 Stazione Garibaldi e i suoi immediati dintorni (transenne in Freud, Bussa, palazzo transennato in Ferrari) a 50 metri dalla più grande trasformazione urbanistica degli ultimi decenni (Lorenzo Zucchi)
#3 Stazione ferroviaria di Milano Porta Vittoria con uscita su Viale Molise (Francesco Brivio)
#4 Piazza Diaz via larga torre Velasca. “Oltre che brutti mi fanno pensare quanto sarebbe stata bella Milano con ancora il Bottonuto e il verziere” (Andrea Urbano)
#5 Via Grazzini in Bovisa e i ricordi lasciati in giro ogni giorno dai cani e dai loro padroni (Claudio Rosati)
#6 Piazzale p. clotilde. Dovrebbe essere rimessa a nuovo visto che ci passano i turisti e c’è anche l’ospedale e siamo affianco alla zona nuova (Sonia Rossi)
#7 I jersey in cemento in via mercanti non potrebbero essere sostituiti da cubotti per sedersi come sulla Rambla di Barcellona? (SpasticJack Alex) O come le fioriere mobili in diverse città anche italiane?
#8 Le case popolari di Scanini e Quarto Oggiaro. Fanno venire i brividi (Simone Ciancaglini)
#10 Via Marghera, “è tra le vie più carine per ristoranti, bar e negozietti ma è tenuta malissimo: marciapiedi sporchi (grazie alle gelaterie c’è sempre un orrore in terra), stetti e dissestati, potrebbero pensare ad allargarli e fare una bella pavimentazione, così si eliminerebbe anche l’orrenda seconda fila di macchine che si accampano per – appunto – consumare il famoso gelato. Allargando i marciapiedi ci sarebbe almeno uno spazio gradevole per una passeggiata a piedi e guardare le vetrine. Ne beneficerebbero anche i negozi secondo me!” (La Ro DF)
Un ringraziamento speciale a chi ha segnalato queste e altre risposte.
Ai confini con Milano sta nascendo un nuovo quartiere già pronto a far parlare di sé. Vediamo dove si trova e come si sta sviluppando.
NOM: il nuovo quartiere “Car free” alle porte di Milano. Sarà la nuova NoLo?
# North of Milano, il nuovo quartiere nascente nella Grande Milano
Sta nascendo un nuovo quartiere ai confini nord della città: NOM, North of Milano. Si trova nel comune di Novate Milanese, a due fermate dalla stazione ferroviaria della Bovisa e limitrofo ai quartieri milanesi di Vialba e Quarto Oggiaro. Diventerà la nuova NoLo?
# L’acronimo: Natura, Orizzonti, Metropoli
Al suo interno si sta sviluppando un progetto che porta lo stesso nome, NOM, una sigla che sta per Natura, Orizzonti, Metropoli. Sviluppato da Varallo RE Group gestito da Colliers Global Investors Italy e a firma dello studio MCA – Mario Cucinella Architects. L’obiettivo del piano è di mettere al centro la qualità della vita degli abitanti e la coesione sociale attraverso una linea progettuale centrata sul favorire l’integrazione territoriale, agevolare la socializzazione, attrarre valore e rivitalizzare il territorio.
# Un quartiere car-free
Il quartiere punta al benessere delle persone mettendole in sintonia con la natura. Per questo motivo gli spazi aperti saranno in prevalenza composti da aree pedonali e car-free, con piazze pubbliche per favorire la socialità e aree verdi con piante ad alto fusto. Un intervento di rigenerazione urbana che alla parte residenziale affiancherà edifici che ospiteranno servizi ricreativi, culturali, educativi e didattici.
# Le residenze con ampie logge e terrazze
Le abitazioni sono state progettate per offrire i migliori standard in termini di efficienza energetica e saranno dotate di ampie logge e terrazze.
# Le studentato per il Politecnico di Milano
Accanto alle residenze sorgeranno centri per la ricerca e sviluppo in connessione con il Politecnico della Bovisa, a pochi minuti di treno da NOM, e nei pressi Techbau sta costruendo uno studentato per l’università milanese che metterà a disposizione: 303 stanze singole, 84 doppie, 121 stanze per lunga durata e 60 stanze d’hotel.
Il burger con farina di grillo è sbarcato anche a Milano. O forse sarebbe meglio dire è saltato. Con un balzo intercontinentale dall’estremo oriente, le farine di “Acheta Domesticus” più noto come grillo domestico, sono entrate in un panino. Di cui molto si parla. Ecco perché a differenza di molti, io non lo proverò.
Il GRILLOBURGER di Porta Romana: io non lo proverò
È in vendita in città dal 15 febbraio, in edizione limitata, in un locale di Porta Romana appartenente alla catena Pane e trita. Sulla stampa e sui social è tutto un fiorire di “noi l’abbiamo provato”, con commenti a volte neutri e spesso sdolcinati, volti a una glorificazione implicita di questa bizzarra distorsione nell’offerta alimentare.
Nonostante molti ne siano incuriositi e faranno il grande passo, ecco perché io andrò altrove. Per queste ragioni
#1 Dov’è la trita?
Iniziamo dalle basi: se una catena si chiama Pane e trita, mi aspetto un panino e un hamburger e tanti altri begli ingredienti a supporto. Nel grilloburger non c’è traccia di trita, ovvero di carne, sia essa bovina, suina o di altra origine. C’è la farina di grillo: va bene la moda degli insetti, ma considerarla carne mi sembra troppo. Non ci sono riusciti neppure i pesci.
#2 La difesa della dieta mediterranea
Una delle eccellenze del Belpaese è proprio il cibo, la sua storia, la sua artigianalità. Il forte legame dei prodotti alimentari tipici italiani con il territorio gli ha permesso di sopravvivere all’omologazione globale. Allevare e consumare insetti non rientra in nessuna tradizione gastronomica, sociale e culturale italiana. Al contrario, il preparato ottenuto dalla macinazione degli insetti saltellanti prima di arrivare sulle nostre tavole percorre decine di migliaia di chilometri: l’origine è estremorientale. Aprirsi al mondo non significa calarsi le braghe.
#3 E la sicurezza?
Se parliamo di sicurezza si spalancano dinnanzi praterie di punti di domanda e incertezze. Sia in termini di allergie, sia in termini igienici. I grilli contengono nel carapace la chitina, proteina nelle persone allergiche potrebbe dare manifestazioni anche gravi, che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico. Sul piano igienico, nonostante le rassicurazioni (almeno sulla carta) di alti standard di sicurezza, qualche dubbio sulle industrie alimentari vietnamiti piuttosto che cinesi credo sia lecito porselo.
#4 Iperproteico, sì, no, forse
In termini nutritivi, il cavallo di battaglia ampiamente pubblicizzato delle farine di insetti è il loro alto contenuto proteico. Ma sicuramente è minore di quello della carne, di molti derivati del latte e della soia. Inoltre, se consideriamo il caso specifico, il grilloburger di Porta Romana contiene solo 1,6 grammi di farina di insetti (il resto sono patate e fagioli cannellini): l’apporto proteico finale sarà di un grammo circa. Praticamente residuale. Ha senso tanto entusiasmo iperproteico?
#5 Invece del grillo si sente la patata
Per appagare la curiosità ci dovrebbe essere un gusto atipico. Invece no: secondo la testata Scatti di Gusto “non c’è alcun sapore, e nemmeno sentore, di insetto nel Grillonel Cheeseburger di Pane&Trita”. “Quello che si percepisce – conclude – è il sapore della patata, dei cannellini”. Dello stesso tenore il giudizio degli assaggiatori di Wired: “La polpetta che contiene la fantomatica farina sa, essenzialmente, di patate e cannellini. Anche mangiata da sola non tradisce nessun retrogusto che possa far scattare l’allarme nelle papille gustative”.
#6 Sostenibile per l’ambiente, non per il portafoglio
Dulcis in fundo, il costo: il burger di Pane e Trita costa 13,90 euro. Più di uno analogo con carne bovina. Inoltre il prezzo all’ingrosso della farina di grillo è stratosferico, siamo intorno ai 70 euro al chilo. Contro un euro per una farina di grano tenero e 5 per la soia. La farina di grilli è quindi altamente insostenibile sia economicamente e sia socialmente, contrariamente a quello che purtroppo viene sovente sbandierato, considerando solo l’aspetto ambientale.
# Conclusione: nessuna forma di attrazione per il mio palato
In conclusione il nuovo burger non mi attrae da nessun punto di vista. Né mi stuzzica l’idea di gustare qualcosa di nuovo o insolito. La presenza della farina di grilli nel suo impasto è pressochè residuale, non dà sapore nè struttura. L’apporto proteico specifico è trascurabile, mentre le precauzioni sul tema igiene e sicurezza rimangono. Lascerò quindi ad altri la possibilità di accaparrarsi il discusso prodotto “ a tiratura limitata”. Senza il minimo rimpianto.
Commissionata dal parco avventura danese Camp Adventure, The Forest Tower è un percorso per l’osservazione della natura ideato nel 2016 dallo Studio Effekt, specializzato in masterplan e architettura del paesaggio.
La TORRE FORESTA: un PERCORSO verso il CIELO per ammirare la NATURA
# Una fuga dalla città per immergersi nella natura
Alta 45 metri e nascosta tra gli alberi, The Forest Tower è immersa in una foresta privata di oltre 4.000 ettari e risponde, in chiave naturalistica, ad un “antico desiderio danese: costruire verso l’alto“.
È un posto ideale per fuggire dalla quotidianità cittadina e passeggiare per più di 900 metri immergendosi nella natura che ci circonda.
# Un’esperienza unica e indimenticabile
La sua insolita forma a clessidra garantisce lo spazio per far crescere le fronde degli alberi adiacenti, ma migliora anche l’esperienza del visitatore.
Infatti, il suo “profilo curvo con una vita snella e la base e la corona allargate” permette non solo di aumentare la stabilità della torre, ma “aumenta anche l’area del ponte di osservazione in cima alla torre”, consentendo “un migliore contatto con la chioma degli alberi“.
# Un capolavoro dell’architettura accessibile a tutti
Vincitore dell’Iconic Award 2017 nella sezione Visionary Architecture, questo “percorso nel cielo” ha un grande pregio e rispetta uno dei principali obiettivi di Camp Adventure: preservare il sito rendendolo accessibile ad un pubblico sempre più ampio, a prescindere dall’età e dalle condizioni fisiche.
La città di Bucarest ha trovato il modo per non demolire i suoi edifici d’epoca per lasciare posto a costruzioni più moderne. Nell’immagine lo stratagemma. Si crea una cornice per salvaguardare il palazzo da mantenere, all’esterno si possono costruire edifici nuovi. L’effetto è suggestivo. Anche se c’è anche chi lo critica: “Immagino sia meglio della demolizione. Ma in realtà avrebbero potuto costruire un nuovo edificio che si armonizzasse con l’edificio storico”, commenta su FB Lance Olson. Vediamo alcune immagini dalla capitale romena, insieme ad altri casi simili in altre città del mondo. E Milano?
La soluzione per non distruggere i PALAZZI STORICI: c’è un caso anche a MILANO
Bucarest ha adottato questa soluzione per salvaguardare vecchio e nuovo anche in altri casi. Come questi, non sempre riusciti:
# Altri esempi dal mondo: Denver e Malmoe
Anche in altre città del mondo si è cercata una soluzione analoga, come a Denver che così è riuscita a salvare una chiesa dalla costruzione di un nuovo hotel:
Oppure a Malmoe, in Svezia, forse l’esempio meglio riuscito:
Una soluzione intrigante per unire l’esigenza di tutelare la storia e la bellezza senza pregiudicare il futuro. Può essere una modalità da introdurre anche a Milano? Per ora l’unico caso in qualche modo analogo è la piccola casa tra i grattacieli della Regione. In questo caso però si parla di una difesa a oltranza dei suoi condòmini.
# Milano: la casetta nel grattacielo
In realtà si tratta di un caso un po’ diverso. In questo caso è una casa rimasta intrappolata in un grattacielo. Stiamo parlando della Casetta Verde di via Bellani, inglobata nel grattacielo della Regione Lombardia. Sono 14 i condomini residenti all’interno di questa costruzione che tutt’a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia dell’incombente Palazzo Lombardia. In realtà si fece di tutto per fare mandare via i condomini, lasciando spazio così al grattacielo: inizialmente venne proposta una valutazione di 4500 euro al metro quadro, poi una permuta con appartamenti di pari superficie e nella stessa zona. Ma le famiglie rifiutarono l’offerta, affezionati alla loro abitazione.
«Ormai siamo abituati a essere circondati da queste propaggini del grattacielo. Non vedo più il tramonto, la Grigna o il Resegone ma i vetri di fronte riflettono il sole, le nuvole, la nostra casa. C’è uno spiraglio su Porta Nuova. I danni al cortile ancora non ce li hanno sistemati. Solo adesso abbiamo trovato l’accordo» è ciò che afferma Milena Porcari, una dei condomini del palazzo verde.