Giovani cresciuti a Milano negli anni ’70 e ’80. Un fermo immagine che di questi tempi è spesso in voga, nei risultati di ricerca su tendenze e costumi milanesi. Oggi vi proponiamo un’altra retrospettiva su quel periodo d’oro.
Se è vero che l’immaginario collettivo si concentra su Yuppies e paninari, è altrettanto doveroso parlare di personaggi non comuni, protagonisti di un periodo fertile ricordati per aver compiuto delle vere e proprie imprese. Ecco quindi a voi 5 illustri concittadini, nati e cresciuti a Milano, che dagli anni’80 in avanti hanno lasciato un segno indelebile nel nome della nostra città in 5 campi diversi.
MILANESI e ANNI ’80: piccole o grandi IMPRESE negli anni della MILANO da BERE
#1 – Arte: Fercioni, il pioniere del tatuaggio
Credits: noibrugherio.it – Gian Maurizio Fercioni
Una delle figure più eclettiche degli anni ’80 è sicuramente Gian Maurizio Fercioni, antesignano tattoo artist che fonda il primo studio in Italia, tuttora attivo in via Mercato 6, Brera, ovvero il quartiere che simboleggia il cuore pulsante dell’arte meneghina. Classe 1946, studia all’Accademia di Belle Arti e lavora come scenografo e costumista alla Scala. Apre lo studio a metà anni’70, ma è nel decennio successivo che raggiunge fama e notorietà internazionale, vantando fra i propri clienti personaggi di ogni classe sociale, da esponenti della casa reale Savoia a ex-galeotti, passando per pugili e registi.
Con numerosi premi e riconoscimenti vinti in Italia e all’estero, Fercioni è e resta un punto di riferimento mondiale per l’arte del tatuaggio.
#2 – Scienza: Nespoli, l’astronauta gentiluomo
Credits: ideawebtv.it – Paolo Nespoli
Paracadutista militare e in seguito Ufficiale con il grado di maggiore nell’Esercito Italiano, Paolo Nespoli ottiene la laurea in Ingegneria Aerospaziale a 31 anni, a New York, nel 1988. Da lì in avanti brucerà le tappe nella formazione professionale, decollando in orbita per la prima volta nel 2007 con la missione NASA STS-120 – Space Shuttle Discovery. Sposato con due figli, pare abbia ispirato Oriana Fallaci a creare il protagonista del romanzo Insciallah: i due si incontrarono in Libano nel 1984, e fu proprio la Fallaci a esortarlo a inseguire il sogno di diventare astronauta. Premiato nel 2007 come Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Nespoli è sicuramente un vanto per la nostra città in tutto il mondo. Pillola di curiosità: in conclusione alla missione spaziale con l’equipaggio Expedition 26 del 2011, indossò in orbita la maglia dell’Inter di cui è gran tifoso.
#3 – Sport: Zenga, l’Uomo ragno nerazzurro
Credits: periodicodaily.com -Walter Zenga
Dallo spazio alla periferia milanese, gli anni’80 hanno visto come protagonista indiscusso dello sport di casa nostra Walter Zenga. Cresciuto nella periferia sud-est della città, il giovane Walter iniziò la sua carriera presso la Macallesi 1927 di via Salomone e fu notato da Italo Galbiati, che lo fece approdare ai pulcini dell’Inter, ovvero la sua squadra del cuore fin da piccolo.
In breve tempo, Zenga scalò tutti i gradini delle giovanili, esordendo in serie A nel 1983 e diventando presto titolare inamovibile per la Nazionale italiana e per la squadra nerazzurra, con la quale vinse fra l’altro lo scudetto dei record del 1989. Nonostante la semifortunata parentesi di Italia’90, dal 1989 al 1991 vinse per tre anni consecutivi il titolo IFFHS come miglior portiere al mondo.
#4 – Musica: Mussida, il fornaio del Rock
Credits: assomusica.it – Franco Mussida
Nato a Milano nel 1947, Franco Mussida è chitarrista e compositore. Fondatore della Premiata Forneria Marconi, ha vissuto assieme al gruppo il periodo d’oro negli anni ‘70 e ’80, riscuotendo grande successo anche all’estero, soprattutto in Usa e Inghilterra, e diventando in breve un’icona mondiale per il rock progressive. Fra i dischi più celebri, Suonare Suonare del 1981) e PFM?PFM? del 1984). Recentemente è stato autore di progetti musicali legati al teatro e si è reso promotore assieme a CPM Institute del Progetto CO2 Controllare l’Odio, grazie al quale sono state installate audioteche e organizzate lezioni di avvicinamento alla cultura musicale in 12 carceri italiane.
L’iniziativa, riconosciuta di significativo interesse culturale, è stata premiata con la Medaglia di Rappresentanza dalla Presidenza della Repubblica nel 2007.
#5 – Navigazione: Soldini, Il velista solitario
Credits: Tommaso Ausili – Giovanni Soldini
A Milano non c’è il mare, ma questo non ha impedito alla nostra città di dare i natali ad alcuni grandi navigatori, come Ambrogio Fogar, Vittorio Malingri e Giovanni Soldini. Appassionato di vela fin da ragazzo, Soldini ha compiuto la prima traversata dell’Oceano Atlantico a soli 16 anni. Nel 1989 vince la Atlantic Rally For Cruisers, regata transatlantica per imbarcazioni da crociera, ed esordisce come navigatore solitario nel 1991. Costruirà una carriera costellata di successi velistici che lo porterà anche a compiere per ben due volte il giro del mondo in solitaria. Nel 2004, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo nomina Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
CARLO CHIODO
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La pandemia ha cambiato il modo di vivere di tutti e di conseguenza sono sorte realtà prima sconosciute con cui dovremmo convivere. Ecco quelle più eclatanti.
Le 7 NUOVE TENDENZE post Covid
#1 Gli spaventati: dalle mani consumate al segno della mascherina sull’abbronzatura
I sintomi sono: mani consumate, occhi a palla quando si avvicinano altri, segni sul viso per uso di mascherine. Seguono con scrupoloso rigore qualunque disposizione, obbligatoria o raccomandata, disposta da autorità e virologi.
#2 I globetrotters: ancora in reazione dal lockdown
Runner
Sono ancora in reazione da lockdown. Panico da chiuso, non tornano mai in casa, ogni scusa è buona per starsene in giro: corse mattutine, aperitivi, cinema all’aperto, musei, gite fuori porta.
#3 Smartworkers: mai più in ufficio
Borgo
Non vogliono più tornare in ufficio. Quelli più convinti vogliono stare nel paesello natale e sono diventati dei sacerdoti del lavoro intelligente.
#4 I nicknamer: per non essere riconosciuti da nessuno
Non danno la loro vera identità ma solo dati fake. Nei ristoranti e a ogni incontro anche solo fortuito. Non vogliono lasciare alcun indizio utile a rintracciarli.
#5 I cuori infranti
Si sono accorti di vivere con delle persone insopportabili.
#6 I figli di nessuno
Hanno capito di detestare i genitori a tal punto che preferiscono sembrare orfani.
#7 I plastic lover
Erano fans di Greta ma si sono convertiti al potere salvifico della plastica. Sono a caccia di protezioni di qualunque tipo, dalle mascherine alle visiere, dai guanti ai sacchetti dell’immondizia. Abusano di plastica anche nell’amore.
MILANO CITTA’ STATO
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Ha iniziato il lockdown un mese prima di noi, il 23 gennaio, e un mese prima lo ha concluso, l’8 aprile. Era l’immagine mondiale del virus ma oggi, a distanza di quasi sei mesi dalla fine del lockdown, Wuhan è tornata a pieno regime. I locali si sono di nuovo riempiti senza più obbligo di mascherina e distanziamento sociale, gli studenti sono tornati in classe. Il virus non fa più paura. Non solo: sembra addirittura scomparso. Milano e la Lombardia sono stati il secondo epicentro: sarà presto così anche per noi?
WUHAN è tornata al 100%: il Covid NON FA PIÙ PAURA. Accadrà anche a Milano?
# Centinaia di ragazzi senza mascherina in ristoranti, pub e discoteche a Wuhan. Dopo lo scoppio della pandemia, tutto è tornato alla normalità
Discoteche prese d’assalto da centinaia di ragazzi, molti dei quali senza mascherina. Ristoranti e pub pieni come ai vecchi tempi, con tavolini esauriti in ogni ordine di posto, sia all’interno che all’esterno. Feste e party che durano tutta la notte per celebrare l’effettivo ritorno alla normalità. Una normalità che da queste parti mancava dallo scorso gennaio. Benvenuti nella nuova Wuhan dell’era post-Covid, una città oggi completamente diversa dalla megalopoli fantasma apparsa sui nostri teleschermi nei momenti più duri dell’emergenza sanitaria.
Se chiudiamo gli occhi e torniamo con le lancette dell’orologio alla fine del 2019, a cavallo tra i mesi di dicembre e gennaio, abbiamo ancora impresse le inquietanti immagini trasmesse dai telegiornali. Wuhan, fino ad allora un centro urbano che in pochi conoscevano, era l’epicentro mondiale della pandemia di Covid. In quel periodo, nell’enorme conglomerato urbano da circa 11 milioni di abitanti, una misteriosa polmonite stava iniziando ad aggredire i polmoni. I primi pazienti contagiati avevano visitato il mercato ittico di Huanan, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, nel cuore di una città crocevia all’interno del sistema infrastrutturale cinese.
Le autorità chiusero e isolarono subito l’enorme magazzino, sperando di mettere sotto controllo il nemico invisibile. Ben presto si capì che la situazione era più grave del previsto. Le persone continuavano ad ammalarsi, gli ospedali traboccavano di pazienti, i morti aumentavano giorno dopo giorno. Nessuna medicina era in grado di sconfiggere il male misterioso. Nessuno sapeva spiegare cosa stesse succedendo. Fu così che il governo cinese, secondo alcuni con colpevole ritardo, per altri travolto da un nemico infimo e invisibile, decise di chiudere la città.
# Dal lockdown alla rinascita: tutta i cittadini sono stati controllati, da maggio più nessun contagio da trasmissione locale
La durata complessiva del lockdown è stata di 76 giorni: dal 23 gennaio all’8 aprile 2020. Da allora le misure restrittive, severissime, sono stata progressivamente allentate, fino alla ripresa delle attività economiche e sociali. Il sistema di monitoraggio, tracciamento e trattamento cinese ha funzionato alla perfezione. Lo scorso giugno le autorità hanno effettuato uno screening di massa su una decina di milioni di abitanti. Detto altrimenti: quasi tutta Wuhan è stata controllata.
Soltanto da quel momento in poi l’epidemia è stata giudicata conclusa. La capitale della provincia dello Hubei non registra un caso di trasmissione locale da metà maggio. Grazie a numeri del genere la città è letteralmente tornata a vivere. Basta dare un’occhiata alla vita notturna dell’ex epicentro della pandemia di Covid mondiale. Le strade isolate, i negozi chiusi e la completa scomparsa del traffico sono un lontano ricordo.
# La vita notturna di Wuhan: ripartita senza obbligo di mascherina e distanziamento sociale
Party in piscina a Wuhan Agosto 2020
In piena estate il video di un maxi party in piscina, arricchito con tanto di dj set, ha fatto il giro del mondo. Adesso, sempre da Wuhan, arrivano altre immagini che confermano il ritorno alla quotidianità. I locali e le discoteche sono tornate a riempirsi, senza obblighi di mascherina e senza la necessità di mantenere la distanza di sicurezza.
E così, mentre gran parte del mondo occidentale è ancora alle prese con il virus e teme una possibile seconda ondata, là dove tutto è iniziato non sembrano esserci più problemi. Nello Hubei i bambini sono tornati regolarmente a scuola, i cittadini possono riunirsi, anche in numeri elevati, uscire senza adottare protezioni individuali e godersi la tanto desiderata libertà. Baci, abbracci, feste di gruppo: a Wuhan, adesso, tutto è possibile.
Secondo un’associazione di categoria il calo dei passeggeri ha superato il 70% nell’agosto di quest’anno rispetto all’anno precedente e nelle ultime due settimane il traffico aereo in Europa è diminuito del 60%. Per fra fronte al calo di passeggeri le compagnie aree stanno mettendo in campo una politica di forte riduzione del costo dei biglietti. Alcune a meno di un terzo del prezzo originario, ecco le strategie per i voli europei.
Tornano i VOLI davvero LOW COST: le compagnie aeree tagliano i PREZZI
# Nelle ultime due settimane crollo dei passeggeri fino al 60% rispetto allo stesso periodo del 2019
Le restrizioni ai viaggi adottate da molti paesi per arginare la diffusione della malattia hanno colpito le compagnie aeree, portando quasi a una battuta d’arresto in primavera. E mentre il traffico è aumentato durante l’estate, ora sta di nuovo diminuendo. Secondo Eurocontrol, che coordina il traffico aereo in Europa, il traffico ha subìto un rallentamento nelle ultime due settimane ed è ora del 54% al di sotto del dato dello scorso anno.
Un’associazione di categoria delle compagnie aeree europee ha ridotto ulteriormente il dato sul traffico di agosto, ad appena il 30% dei livelli del 2019. Eurocontrol è ora più pessimista sulla ripresa del settore. In primavera si prevedeva che il traffico sarebbe stato del 30% inferiore ai livelli del 2019 a ottobre, ma ora vede un calo del 57%.
# Il taglio dei prezzi delle compagnie aeree: ridotti fino a un terzo
Mentre la pandemia ha lasciato le compagnie aeree affamate di denaro, loro hanno iniziato a tagliare i prezzi dei biglietti. Secondo ForwardKeys, una società che analizza il mercato del turismo, le compagnie aeree hanno ridotto le tariffe da Gran Bretagna, Francia, Germania e Paesi Bassi verso le destinazioni nell’Europa meridionale del 15% ad agosto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In uno studio pubblicato giovedì, è emerso che i prezzi su alcune rotte sono diminuiti di oltre un terzo.
“Devi invogliare i viaggiatori a tornare a volare e il prezzo è un fattore“, ha detto Reginald Otten, vicedirettore per la Francia della compagnia aerea low cost easyJet. Ha aggiunto che la compagnia aerea è riuscita a riaprire alcune rotte durante l’estate e gli aerei che hanno volato erano quasi pieni. “Tuttavia, abbiamo circa il 30 percento della capacità, che è una cifra molto, molto bassa, e l’estate è il periodo più importante e più popolare per i viaggi“, ha dichiarato all’AFP.
I prezzi più bassi stimolano anche il traffico, secondo Eddie Wilson, capo di Ryanair DAC, una delle due società che operano voli con il marchio Ryanair. Ryanair, che ha utilizzato un modello “low cost” per diventare una delle maggiori compagnie aeree europee, questa settimana ha lanciato una breve promozione “paga uno prendi due”. “Ad un certo punto non puoi sederti lì e guardare fuori dalla finestra sperando che le cose vadano bene e aspettare che i politici facciano qualcosa“.
# La scelta di concentrarsi sulle rotte più redditizie
Oltre a tagliare i prezzi, le compagnie aeree possono e si stanno concentrando sulle rotte più redditizie. Ma la reintroduzione delle restrizioni di viaggio e misure di quarantena e test più rigorosi potrebbero annullare rapidamente la loro pianificazione e i loro sforzi. Le compagnie aeree europee all’inizio di questo mese hanno esortato le capitali nazionali a coordinare le misure per limitare la diffusione del virus, affermando che l’attuale mosaico di restrizioni sta ostacolando il ritorno ai viaggi regolari nell’UE.
Le compagnie aeree stanno rispondendo al calo della domanda di viaggi “con gli strumenti che hanno in mano: ridurre la capacità e le offerte promozionali, ma non hanno alcun controllo sull’evoluzione della pandemia e le politiche sulla limitazione dei viaggi“, ha detto Oliver Ponti, vice presidente di ForwardKeys. “L’effetto dei prezzi bassi sarà quindi limitato, soprattutto perché i consumatori rimangono preoccupati per l’interruzione dei loro piani e per il rapido rimborso dei biglietti in caso di cancellazione“, ha aggiunto.
Vi siete mai chiesti quali sono gli errori più comuni che facciamo quando parliamo inglese?Nonostante nell’ultimo periodo sempre più milanesi risultano essere fluenti in inglese ci sono ancora diversi “false friends” e traduzioni dirette dalla lingua italiana che ci traggono in inganno.
I 10 ERRORI più comuni che i MILANESI fanno quando parlano in INGLESE
Forse la causa più comune di errore è di importare in inglese delle costruzioni lessicali dell’italiano. Ad esempio, vi è mai capitato di rispondere “in fact” intendendo “infatti”? O ancora dicendo “you have reason” per confermare l’opinione della persona con cui parliamo? Ma passiamo ad errori più specifici.
#1 Remember vs Remind, l’errore più comune tra i milanesi
L’errore più comune tra i milanesi è proprio l’uso improprio di queste due parole. Ti è mai capitato di dire “can you remember me of this?” L’errore deriva dal fatto che in italiano questi due termini si traducono con la stessa parola, ossia “Ricordare”, ma in inglese esse hanno due significati diversi.
Remember significa pensare a qualcosa avvenuto nel passato, e si utilizza quando il soggetto che ricorda coincide con chi fa ricordare: “Mi sono ricordato che ho un appuntamento in corso Buenos Aires alle 13”. Remind, invece, significa far ricordare qualcosa a qualcuno: “Mi ricordi che devo andare dalla Giulia alle 14?”)
#2 “Reasonament” al posto di “Reasoning”
Nell’ambito accademico spessi ci si scontra con questo tipo di errori, anche chi è fluente nella lingua inglese può commettere questo errore. La parola “reasonament” è una traduzione maccheronica della nostra parola italiana “ragionamento” che però non esiste nella lingua inglese.
L’espressione corretta per intendere che dietro al nostro discorso c’è un ragionamento è dunque “Reasoning”: ricordatevelo al prossimo meeting con il vostro cliente internazionale!
#3 Anticipate: non si usa come il nostro anticipare
Molto comune tra coloro che studiano business english, questo è un false friend che potrebbe causare molta confusione e incomprensioni. Infatti, “Anticipate” viene usato per intendere che ci si aspetta che accadrà qualcosa,“Mi aspetto che alle 16 mi arriverà la call dalla Giorgia”, e non come “anticipare”!
La prossima volta che vorremmo anticipare un evento, una call, un appuntamento o qualsiasi altra cosa dobbiamo utilizzare forme come: move up, bring forward o hasten, anche se molto formale. “I’m moving up our business meeting to 4 pm”.
#4 Double Negatives
In italiano usare la doppia negazione come rafforzativo è comune ma in inglese questo non è così, una doppia negazione è considerata, talune volte, un’affermazione!
Quindi la prossima volta che vorrete dire “non ho fatto nulla” non dite “I didn’t do nothing”, non ho fatto nulla, ma “I didn’t do anything” ovvero non ho fatto qualcosa. Essendoci però la forma negativa diventa il nostro “non ho fatto nulla”.
#5 Parents vs Relatives
La parola parenti in italiano trae spesso in inganno coloro che si affacciano alla lingua inglese. Infatti, Parents, non è la traduzione per indicare i parenti ma per indicare i “genitori” mentre Relatives è la parola corretta. Attento quindi a dire “all my parents” perché l’altra parte sarà molto confusa e crederà che tu abbia più di una madre/padre.
#6 Stage invece che Internship
Questa parola di origine francese si è ormai consolidata nel nostro vocabolario giornaliero ma non per questo essa è utilizzata anche in inglese. La parola corretta per indicare il nostro stage formativo, o tirocinio, è internship.
#7 Annoying: attenzione!
Ecco un altro False friend della lingua italiana: Annoying significa “fastidioso, irritante” e non “noioso”! La prossima volta che volete intendere che qualcosa è noioso usate “boring” o “tedious”.
#8 “Nothing” dopo “Thank you”
Questo errore non è solo dei milanesi ma comunque molto comune! Dire “Nothing” dopo un grazie in italiano ha senso, ma in inglese no! Espressioni usate che eguagliano il nostro “niente” sono “No bother” oppure “You are welcome”.
#9 “THE” : i milanesi ne fanno un uso spropositato
In italiano usiamo spesso gli articoli determinativi e non capiamo quando in inglese vanno invece omessi. Un esempio: “Le Persone amano Milano” si traduce con “People love Milan”. I milanesi portano questo uso spropositato però ad un altro livello, forse per l’uso comune degli articoli determinativi prima dei nomi, “la Claudia, la Giorgia”.
#10 After vs Later
Ultimo, ma non per importanza, è la distinzione che per molti risulta complessa di After e Later. “After” viene utilizzato per indicare qualcosa che accadrà subito dopo quello che si sta facendo mentre “Later” è utilizzato per indicare che qualcosa accadrà in giornata o comunque più tardi nel tempo.
Migliora il tuo livello con un corso di inglese online e non farti più ingannare dai false friends!
Credits: fanpage.it - Moba, le opere più brutte al mondo
Nuovo capitolo ai confini della realtà della Milano bella e impossibile di Andrea Bullo. Trova l’opera autentica tra queste sette formidabili creazioni dell’ingegno.
#1 – Missa Pontificali Solemnis (Cherubino da Lambrate, 1367-1433)
Si tratta, come suggerisce il nome, di una messa pontificale solenne della durata di 256 minuti oltre ai supplementari, composta dal polistrumentista Cherubino da Lambrate, noto all’epoca per essere affetto da un serio disturbo multiplo della personalità grazie alla quale poteva suonare contemporaneamente diversi strumenti. L’opera, avveniristica per i suoi tempi, fu composta e presentata al pubblico nel 1381, in occasione dell’incardinazione arcivescovile di S.Em. Ildebrando Cacarelli di Barzotti, che sei anni dopo ascenderà al soglio di Pietro con il nome di Bonifacio IX e che verrà, poco più tardi, destituito, scomunicato e arso vivo per debiti di gioco.
La leggenda vuole che, durante l’esecuzione del cupo ed intenso salmo “In tribus diebus tu videbis”, in cui i fedeli sono chiamati a rispondere alle esortazioni del celebrante, il famoso basso A.M. Brogio proruppe suo malgrado in un rutto clamoroso, tosto ripetuto dall’intera cattedrale stracolma di partecipanti travolti dal trasporto mistico. A causa dell’incidente, la Missae non venne più rappresentata ed il Cherubino finì i suoi giorni sbranato dai piccioni di piazza del Duomo mentre, correndo nudo in groppa ad un asino bianco, supplicava il perdono.
#2 – Procinere (anonimo, 1284 circa)
L’opera, conservata nel Museo della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci”, fu realizzata da un anonimo milanese intorno al 1284 e reca auspici per la vittoria del Palio delle Scrofe che si correva allora ogni anno, a giugno (allora “grugno”), nel Sestiere di Porta Vercellina. Il manufatto consiste in un dischetto di peltro finemente decorato e con bordi leggermente rialzati, nei quali sono ricavati tre piccoli semicerchi. Farà parte della collezione privata dei Visconti, con una funzione puramente ornamentale, fino all’occupazione spagnola, allorché fu donato con la forza al primo Governatore spagnolo di Milano, il celebre Don Miguel Cabeza Rellena de Piojos.
Soltanto nei primi anni del XVI secolo fu chiaro, grazie alla progressiva introduzione del tabacco, da poco scoperto nelle Americhe, che l’anonimo creativo Milanese aveva intuito, con tre secoli di anticipo, la necessità di creare un posacenere, dettando un modello di stile dal quale il resto del mondo non di discosterà mai.
#3 – La Diga sul Seveso (1868, progetto)
Nell’entusiasmo dell’unificazione, le prime Autorità regie di Milano si posero il duplice problema di contingentare il reticolo idrografico che allora caratterizzava Milano (un tempo si diceva che “se Venezia avesse la nebbia sarebbe una piccola Milano”) e sfruttare la potenza delle acque per la generazione di energia elettrica per le tante industrie cittadine.
Il Comune commissionò allora un concorso d’idee alla cittadinanza per la realizzazione dell’opera, che avrebbe dovuto essere sì funzionale, sì solida, sì efficiente, ma soprattutto BELLA, per celebrare le glorie e le speranze del neonato Regno d’Italia.
Fu così che la città, nei primi giorni di febbraio 1868, fu letteralmente inondata di vistosi manifesti comunali recanti, a caratteri cubitali, la scritta “Milanesi! Vogliamo una bella diga!”. Qualche pennello e l’ironia dei Milanesi fecero il resto. La Diga non si farà mai, ma la sua storpiatura diverrà un intercalare tipico della parlata meneghina, molto in uso ancora oggi.
#4 – La pettinatrice (Anonimo, X secolo, olio su legno)
Si tratta, con ogni probabilità, del quadro più misterioso che sia mai esistito: e si trova a Milano. Sin dall’epoca della sua realizzazione (su commissione di una veggente che aveva lungamente viaggiato nelle più remote lande allora conosciute, taluni suggeriscono addirittura fino a Casalpusterlengo), l’opera riscosse fin da subito il più acuto allarme delle Autorità, nessuna delle quali si prese tuttavia, per scaramanzia o rispetto, la responsabilità di distruggerla.
Mai censita da alcun inventario, l’opera è tuttora accuratamente nascosta al pubblico e si vocifera trovarsi in una camera segreta che si nasconderebbe dietro una finta parete nell’ufficio privato del Sindaco. Ve n’è uno sfuggito accenno nelle cronache dell’Abate Wilfredo da Lipsia (Lipsia 1311 – Costantinopoli 1387), la cui affidabilità è tuttavia compromessa dal fatto che, secondo recenti ricerche, lo stesso sarebbe passato da Milano esclusivamente per visitare i famosi bordelli del quartiere di Brera, evitando accuratamente qualunque incontro con le Autorità.
Ad ogni modo, il prelato riferisce che il quadro sarebbe in grado di fare cose straordinarie, anche più volte di seguito: ma si suppone essere un’allegoria riferita ad una delle sue amichette. Il mistero che circonda la Pettinatrice resta, a tutt’oggi, inviolato.
#5 – La colonna del Diavolo (II sec. A.C.)
Sul lato sinistro della Basilica di Sant’Ambrogio, nella parte antistante la cattedrale romanica, si trova una colonna in stile corinzio, forse pure originale, nota come “Colonna del Diavolo”.
I due piccoli fori sulla colonna, stando a un’antica leggenda, non sarebbero altro che il risultato di un intenso scontro tra Sant’Ambrogio e il demonio in persona, che realizzò allora quanto sia difficile tentare di convincere un tedesco recalcitrante, per di più stabilito a Milano, a fare qualunque cosa costui non sia disposto a fare. Tale fu l’incazzatura che il diavolo dovette pinzare la colonna, bucandola, per non dare di matto.
La tradizione vuole che infilando le dita in questi fori si venga purificati da eventuali malocchi e maledizioni.
#6 – Lazzaro (1967)
Benché il titolo originale del progetto fosse “Studio approssimativo di fattibilità di una qualche forma di raccordo, magari sotterraneo, che provi in qualche modo a collegare i quattro punti cardinali di Milano così da diminuire il traffico, migliorare la circolazione pedonale, attenuare gli effetti dell’inquinamento e distribuire tangenti in modo equilibrato, senza spendere troppo”, gli Uffici tecnici del Comune iniziarono ben presto a definirlo con il nomignolo di “Lazzaro”, poiché la copertina del fascicolo recava l’immagine di una Fiat 850 che usciva baldanzosa dall’imboccatura d’una che ricordava vagamente un sepolcro.
Lo studio fu portato a termine da un pool di architetti, ingegneri, avvocati, faccendieri e massoni verso la fine del 1967 e prevedeva, tra l’altro, che i circa 50 km di gallerie sotterranee fossero dotati di ogni confort, tra cui una pista ciclabile e chioschi per la distribuzione di maschere antigas dell’ormai felicemente conclusa guerra di Corea. La soluzione, avveniristica, prevedeva che la galleria fosse realizzata senza alcuno scavo: si trattava semplicemente di alzare il piano strada di tre/quattro metri, in modo che il reticolo fosse anche dotato di negozi.
La crisi petrolifera del 1973, un’indagine della Corte dei Conti e la misteriosa sparizione di alcuni personaggi e delle relative valigette impedì, fortunatamente, che Lazzaro vedesse la luce.
#7 – La Tomba di famiglia dei conti Aurei Ugelli di Montemarcio (1699)
Unica opera scultorea realizzata da Cornelio Baravini da Dormelletto (1675 – 1730), di professione beccaio, si trova nel campo IX del Cimitero Monumentale. Non è chiaro per quale motivo l’augusta famiglia si sia rivolta a quello che, all’epoca, poteva essere considerato soltanto un dilettante, ma l’intuizione fu corretta. Forte dell’esperienza come macellaio e di una profonda fede religiosa, il Baravini rappresentò l’intera famiglia senza fattezze terrene, scolpendone prodigiosamente soltanto gl’intrecci di muscoli, tendini, vasi sanguigni e nervi.
Si sussurra, ma non ve n’è conferma, che in realtà li abbia uccisi lui soltanto per studiarne l’anatomia, ma è sicuramente una malignità indotta dalla fama che il Baravini da Dormelletto acquisì sui campi di battaglia, nei quali si presentava verso fine giornata allo scopo di prelevare qua e là oggetti di valore ed organi umani. Incarcerato e condannato a morte mediante rogo dopo strazianti torture, il Baravini, rivelatosi ignifugo, fu infine annegato dalle Autorità nel fiume Lambro, che da allora esala il suo caratteristico lezzo.
Nota: delle sette una è sicuramente vera.
ANDREA BULLO
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Sono i due più grandi interventi di rigenerazione urbana degli ultimi decenni a Milano e tra i più rilevanti non solo in Italia, ma in Europa. Da una parte la vecchia fiera trasformata in un parco con una triade di grattacieli al centro, dall’altro l’ex zona delle Varesine con la creazione del centro direzionale della città circondato da un parco “didattico”. Qual è l’area entrata più nel cuore dei milanesi? E quali saranno le principali novità?
CITY LIFE vs PORTA NUOVA: la sfida presente e futura tra verde e architettura
# Citylife: il parco artistico, il centro commerciale e i grattacieli degli archistar in attesa del grattacielo orizzontale
Il complesso di CityLife è caratterizzato dalla più ampia area pedonale della città e tra le maggiori in Europa, con circolazione di auto e parcheggi esclusivamente ai piani interrati. E’ anche il terzo parco per dimensioni di Milano. Con il trasferimento di gran parte del quartiere fieristico nel nuovo polo Fieramilano di Rho-Pero, l’area liberata di circa 255.000 mq è stata completamente rivoluzionata. Sotto il parco e l’area pedonale è presente la fermata della metropolitana M5 Tre Torri che prende il nome dai 3 grattacieli soprastanti.
Alcune viste del parco
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Parco Citylife
Il parco pubblico è esteso su una superficie di circa 170.000 mq, con percorsi ciclabili e pedonali. Al suo interno trova spazio “Art Line”, ovvero un parco d’arte contemporanea a cielo aperto che ospita opere di artisti emergenti e internazionali. A regime saranno 20, al momento ne sono state installate 8.
La parte residenziale del nuovo quartiere a ovest della città comprende delle zone distinte in cui sono state realizzate: le “Residenze Hadid” con sette edifici tutti diversi uno dall’altro, con altezze da cinque a tredici piani, le “Residenze Libeskind” che consistono in otto edifici, con altezze sempre dai cinque a tredici piani, mentre sono in costruzione le “Residenze Libeskind basse” che saranno pronte tra un paio di anni.
Residenze Citylife
Al centro del quartiere c’è il “Citylife shopping district”, il più grande distretto urbano dedicato allo shopping in Italia, con 2 piani e una multisala cinematografica di Anteo al suo interno.
Citylife Shopping District
Il landmark distintivo del progetto sono ovviamente le tre torri centrali tutte destinate a uffici, ognuna con una caratteristica specifica che le identifica:
# Torre Isozaki, soprannominata Il Dritto, porta la firma di Arata Isozaki. Svetta a 209 metri d’altezza per 50 piani ed è il grattacielo più alto d’Italia al tetto, secondo solo alla Torre Unicredit contando la guglia.
Credits: wikipedia.org – Torre Isozaki
# Torre Hadid, alta 177 metri per 44 piani, è soprannominata “lo Storto” per via del suo sviluppo verticale con un dinamico movimento di torsione. Progettata dalla compianta Zaha Hadid.
Credits: wikipedia.org – Torre Hadid
# Torre Libeskind, detta “il Curvo” per via della sua forma, è alta 175 metri e dà le spalle a Largo Domodossola. Dal 2021 sarà la sede di Pwc.
Credits: grattacielimilano.it – Torre Libeskind
I progetti futuri riguardano un nuovo “grattacielo orizzontale”, ovvero la “quarta torre”, ideato dallo studio internazionale BIG. In realtà sarà composto da due palazzi, il più alto supererà i 100 metri, collegati da un lungo arco sospeso con porticato sottostante lungo 140 metri per un lunghezza complessiva di 200 metri. Farà da “portale di accesso” al quartiere e oltre a uffici potrebbe ospitare anche un hotel. Dovrebbe essere consegnato nel 2023.
Credits: corriere.it – Il quarto grattacielo
# Porta Nuova-Varesine: la “City” di Milano tra Bosco Verticale e Biblioteca degli Alberi in attesa del Nido Verticale
Credits: corriere.it – Porta Nuova
Il Progetto Porta Nuova è un vasto intervento di rigenerazione urbana e architettonica all’interno del Centro Direzionale di Milano, su una superficie complessiva di 340.000 mq, dalla stazione ferroviaria di Milano Porta Garibaldi a piazza della Repubblica, da Porta Nuova a Palazzo Lombardia, passando per via Melchiorre Gioia. È stato pensato con passeggiate pedonali e ampi spazi pubblici lastricati, come piazza Gae Aulenti e piazza Alvar Aalto collegati da una passerella ciclopedonale sopra via Melchiorre Gioia. Durante la sua realizzazione si trattava del cantiere più grande d’Europa, un’operazione da oltre due miliardi di euro.
Credits: mentelocale.it – Bam
Il parco pubblico chiamato “Biblioteca degli Alberi” è il baricentro dell’intera zona attorno al quale sono disposti i tre ambiti separati del progetto: Porta Nuova Garibaldi progettato da Pelli Clarke Pelli Architects, Porta Nuova Varesine disegnato da Kohn Pedersen Fox Associated e Porta Nuova Isola ad opera di Stefano Boeri. Il parco, il più grande di Mlilano senza recinzioni e fruibile quindi h24, ospita 90 mila piante e 450 alberi ed è basato su un intreccio di percorsi pedonali collegati tra loro, disposti in modo da accostare diversi tipi di alberi per creare una “biblioteca botanica”.
grattacieli di porta nuova – hines
I grattacieli che circondano il parco sono l’altro elemento che caratterizzano il progetto di Porta Nuova. Ecco i più importanti realizzati:
# Torre Unicredit, il più alto grattacielo in Italia, con i suoi 231 metri, 80 dei quali conferiti da una sinuosa guglia.
# Torre Solaria, il più alto grattacielo residenziale del Paese, con i suoi 143 metri e 37 piani.
Credits: ideediprestigio.it – Torre Solaria
# Torre Diamante, dalla caratteristica forma squadrata, il grattacielo in acciaio più alto d’Italia con 140 metri per 30 piani.
Torre Diamante
# Bosco Verticale, con i suoi giardini pensili e 900 alberi. Due torri, di cui una da 110 metri di altezza per 24 piani, e l’altra da 76 metri per 17 piani.
FUTURO. I progetti in fase finale di realizzazione:
# Gioia 22, sarà alto 120 metri per 25 piani fuori terra. La realizzazione esterna è quasi ultimata e il grattacielo sarà la nuova sede di Ubi Banca dal 2021.
# Nido Verticale progettato da Cucinella, un grattacielo ecologico nel quale i consumi energetici saranno ridotti al minimo e nel quale funzionerà un sistema di raccolta delle acque piovane. Sarà di 23 piani fuori terra, futura sede di Unipol Sai.
Nido verticale – A sinistra lo stato attuale dei lavori, a destra il rendering del progetto finale
Altri grattacieli di prossima realizzazione sono Gioia 20 Est e Ovest, oltre al restyling di Pirelli 35 ex-sede Telecom e la riqualificazione o una nuova costruzione al posto del Pirellino ex-sede di uffici comunali.
FABIO MARCOMIN
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Il Comune di Milano ha presentato, tramite l’Anci, un elenco di 34 progetti per rilanciare l’area metropolitana. Sono 4,5 miliardi le risorse che si vogliono ottenere con lo strumento del Recovery Fund. Ecco cosa potrebbe essere realizzato con i fondi europei. Le prime indiscrezioni sui progetti riguardano le estensione della metro, come anticipa Il Giornale di Segrate.
Le ESTENSIONI della metro tra i 35 PROGETTI per MILANO presentati al Governo per il RECOVERY FUND
# M4 a Segrate, M3 a Paullo e M2 a Trezzo d’Adda. 4,5 miliardi di euro per 34 progetti proposti da Milano al governo per il Recovery Fund
C’è anche il prolungamento della linea blu della metropolitana a Segrate tra i progetti che saranno presentati al governo per l’accesso ai fondi europei del Recovery Fund. Lo ha annunciato Città metropolitana, che ha inserito il collegamento della M4 tra Segrate e Linate tra i 34 progetti consegnati ad Anci, che li presenterà poi a Roma. Il valore complessivo delle proposte è di 4,5 miliardi di euro, mentre è di 400 milioni di euro la stima dei costi per l’estensione a Segrate.
“Tutti i progetti, e le relative schede, redatti nel rispetto delle linee guida presentate dal Governo e coerenti ai cluster tematici individuati, saranno adesso valutate dal Governo assieme a quelle delle altre città metropolitanela parte più rilevante, oltre due miliardi e cinquecento milioni, riguarda le infrastrutture per la mobilità. Ecco allora i progetti sul prolungamento delle linee metropolitane a Paullo (M3), a Trezzo sull’Adda (M2), a Segrate (M4); la riqualificazione delle fermate delle linee RFI di Opera e di Poasco; il potenziamento delle piste ciclabili”.
# Il vicesindaco della Città Metropolitana Arianna Censi “Recovery Fund occasione per rilancio ambizioso per l’area metropolitana“
La vicesindaca metropolitana Arianna Censi commenta l’opportunità del Recovery Fund per Milano: “I fondi del Recovery Fund sono una grande occasione per l’Italia e per l’area metropolitana milanese in particolare rappresentano una occasione di rilancio ambiziosa e necessaria. I progetti infatti possono rappresentare una svolta nel senso di sviluppo delle infrastrutture, della tutela ambientale, della digitalizzazione: in pratica, possono dare concretezza al futuro della metropoli milanese che, giova ricordarlo, è l’area più avanzata del Paese. Nel ringraziare Anci, i sindaci del territorio e augurarmi che le nostre proposte siano accettate, voglio ricordare che è anche dal rilancio delle aree metropolitane, così come più volte ribadito dall’Unione Europea, che passa la crescita, il benessere e lo sviluppo del Paese“.
Vivere nel lusso a Milano è possibile, per chi può permetterselo. In fatto di immobili la nostra città può offrire solo l’imbarazzo della scelta. Scopriamo gli appartamenti più irraggiungibili.
I 5 APPARTAMENTI più COSTOSI in VENDITA a Milano
#5 Attico in Porta Venezia: 8,5 milioni di euro
Un lussuoso attico di 785 mq al 7° e 8° piano di un palazzo dalle linee architettoniche moderne, servito da un doppio ascensore oltre ad un ascensore di servizio. La zona giorno di 320 mq con impressionante vista sui bastioni e sullo spettacolare sky line milanese, mentre la zona notte di 220 mq ospita una spaziosa master-suite con zona relax, due bagni e guardaroba, tre camere e servizi. È presente un superattico suddiviso in area fitness, sauna, sala biliardo, veranda con cucina e servizi, e grande terrazza fiorita che offre una vista panoramica a 360° sul quartiere tra i più ambiti e prestigiosi di Milano.
#4 Attico in Via dei Giardini: 10 milioni di euro
L’appartamento si trova in Brera, una delle zone più chic della città, con quadrupla esposizione ed è da ristrutturare. Ha la possibilità di annettere altri 300 mq oltre balconi al piano inferiore. La superficie totale è di 500 mq ed è dotato di 3 bagni.
#3 Attico in Via Palestro: 12 milioni di euro
Al piano sesto ed ultimo di un edificio residenziale dell’alta borghesia, progettato e realizzato nel 1970 da noto architetto milanese. L’immobile è inserito in un’area tra le più prestigiose della città di Milano e ha queste caratteristiche: 626 mq al piano oltre a 50 mq di terrazzi, tre bagni, quattro ascensori al piano, il tutto comunicante con un lastrico solare di proprietà di mq. 290 c.a. dove si può godere di una magnifica vista a 360° sulla città. La vendita è al rustico.
#2 Attico in Via Montenapoleone: 18 milioni di euro
La proprietà è costituita da circa 280 mq a uso abitazione e da circa 200 mq attualmente ad uso uffici, con 6 locali al 5° piano, all’interno di uno stabile d’epoca di grande rappresentanza, nel tratto più prestigioso della via più famosa di Milano. L’intero alloggio è circondato da terrazzi piantumati.
#1 Attico in San Babila: 1.700 mq, oltre 20 milioni di euro
Credits: engel & volkers – Attico Gucci
L’appartamento più costoso di Milano è un attico di 1.770 mq in zona San Babila con una valutazione che supera i 20 milioni di euro: una mega residenza di tre piani con attico a vista totale sulla città di Milano, con quattro ascensori padronali e due di servizio, all’angolo tra corso Vittorio Emanuele, piazza San Babila e corso Europa. Al nono piano ci sono ben 37 finestre e al decimo c’è il terrazzo e un’altra parte dell’abitazione, mentre sul tetto di 800 mq è stato realizzato un giardino piantumato con piscina, bar, barbecue e cucina. L’appartamento è stato di proprietà di Maurizio Gucci, patron della casa di moda.
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MILANO CITTA’ STATO
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Talvolta chiamato lago Sebino, questo specchio d’acqua divide tra le sue due sponde le province di Bergamo e Brescia, due culture legate da “rivalità cittadine” ma unite dal dominio veneziano di cui erano parte. Terra ricca di capolavori artistici e naturalistici, incastonata tra la Val Camonica e le alpi Orobie, meta ideale per un week end a poca distanza dalla grande Milano.
Le 7 meraviglie del LAGO D’ISEO, uno spettacolo della natura a poco più di un’ora da Milano
#1 Piramidi di Zone, uno spettacolo della natura
Credits: diariodime.it – Piramidi di Zone
Uno spettacolo unico a pochi chilometri dalle acque del lago d’Iseo, quello offerto dalla vista delle cosiddette “Piramidi coniche di Zone”, in provincia di Brescia. Queste sculture naturali sono state create nel corso dei secoli dall’erosione dell’acqua a contatto con il terreno, dando origine a queste alte guglie, a volte protette dalla presenza di questi massi conici che ne hanno rallentato, o preservato, il processo erosivo.
Per ammirarle basta prendere un facile sentiero all’interno della Riserva Naturale delle Piramidi di Zone che vi condurrà ad un punto panoramico in cui la vista spazia dalle piramidi coniche alle sponde del lago d’Iseo, fino alle sue montagne circostanti.
#2 Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa
Credits: podistirecoaresi.it – Monte Isola
Si tratta dell’isola lacustre più grande d’europa, e la si può ammirare in tutta la sua grandezza dalle sponde del Lago d’Iseo. La sua mole boschiva emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga, e per raggiungerla basta prendere un traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino. Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, mentre per i più sportivi il consiglio è di mettervi in cammino fino al Santuario della Ceriola, il punto più alto dell’isola da cui godere della miglior vista sul paesaggio alpino circostante.
#3 Santa Maria della Neve, la “Cappella Sistina dei poveri”
Santa Maria della Neve
È, a mio parere, il capolavoro assoluto di Girolamo Romanino, quel pittore, che assieme a Savoldo e Moretto, ha reso noto in tutto il mondo il Rinascimento Bresciano. Vista da fuori, la chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne, sul lago d’Iseo, appare agli occhi quasi anonima, un semplice edificio religioso come tanti in questo lembo di terra tra lago e montagna.
È varcando il suo portale che ci si rende davvero conto del tesoro che si trova al suo interno, un intero ciclo pittorico realizzato dall’artista bresciano nel 1534 in cui sono raffigurate le scene della passione, morte e risurrezione di Cristo. Ciò che più colpisce è senza dubbio la grande crocifissione affrescata sulla controfacciata, in cui i personaggi raffigurati sotto la croce non sono abitanti della Gerusalemme romana, ma cavalieri, soldati e contadini rinascimentali, rendendo ancor più terrena e tangibile questa scena evangelica. La fantasia artistica di Romanino, che scelse di lavorare in queste valli per un periodo della sua vita, da il meglio di se in ogni scena qui presente, lasciando uscire il visitatore stupito e appagato.
#4 Lovere, il fascino di uno dei borghi più belli d’Italia
Credits: flickr.com – Lovere
Considerato uno dei borghi più belli d’Italia, Lovere conserva ancora il suo fascino di borgo lacustre legato al dominio veneziano.
Credits: bergamonews.it – Accademia Tadini
Proprio di fronte al lago si erge la neoclassica mole dell’Accademia Tadini, una raccolta d’arte voluta attorno al 1820 dal nobile collezionista Luigi Tadini, amico di Antonio Canova, di cui si conservano alcune opere.
#5 Iseo, tra i centri più importanti del lago
Iseo
Sulla sponda bresciana del lago, Iseo è certamente uno dei centri più grossi ed importanti che si affacciano sul Sebino. Borgo dall’immutato fascino medioevale, conserva una pieve romanica degna di esser visitata per due motivi, il suo esterno fedelissimo ai canoni del romanico padano e un interno neoclassico nel quale possiamo ammirare un vittorioso ed ambiguo San Michele dai forti temi omoerotici, opera di un incredibile Hayez.
#6 Monastero di San Pietro in Lamosa, un’affascinante rivelazione per gli occhi e per lo spirito
Credits: atlas.landscapefor.eu – Monastero di San Pietro in Limosa
Circondato dalle torbiere del Sebino, a poca distanza da Iseo, questo monastero è un affascinante scoperta per gli occhi e per lo spirito. Poggiante su una collina dominante la natura sottostante, venne fondato attorno all’XI secolo dai monaci benedettini, che ne fecero il loro importante centro nelle terre Sebine. Oggi, sebbene non vi siano più monaci dal XVIII secolo, è possibile visitarne gli ambienti, in particolare la romanica chiesa coi suoi affreschi rinascimentali e il piccolo chiostro, vera oasi di pace.
#7 Sentiero delle cascate, nel mezzo della Franciacorta
Credits: clubaquilerampanti.it – Sentiero delle cascate
Sempre in territorio sebino, per gli amanti della natura e dell’avventura, nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si trova il “sentiero delle cascate”. Un itinerario che si snoda su due livelli di percorsi tra cascate, torrenti e scale metalliche. Se l’avventura vi ha messo sete, ricordatevi che siete nel bel mezzo della Franciacorta.
Credits: ferrate365.it – Percorso Sentiero delle Cascate
MATTIA GALBIATI
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De Luca torna nel ruolo che l’ha visto premiato alle elezioni. A conclusione della riunione dell’Unità di Crisi ha firmato un’ordinanza che contiene ulteriori misure per la prevenzione e la sicurezza. Da molti giorni ormai la Campania registra il più alto tasso di crescita dei contagi in Italia.
🔴 De Luca: “Obbligo mascherine all’aperto”. In Campania il più alto tasso di crescita dei contagi. In Lombardia il più basso
Su tutto il territorio della Campania, dal 24 settembre 2020 e fino al 4 ottobre 2020, fatta salva l’adozione di ulteriori provvedimenti in conseguenza della rilevazione quotidiana dei dati epidemiologici della regione, viene disposto l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.
Questa la decisione presa da De Luca che rilancia nel suo ruolo di “sceriffo” che è stato ampiamente premiato dal successo elettorale. «Occorre – ha dichiarato il Presidente De Luca -ripristinare immediatamente comportamenti responsabili, a maggior ragione con l’apertura delle scuole. Se vogliamo evitare chiusure generalizzate è necessario il massimo rigore».
Campania prima per tasso di crescita dei contagi, Lombardia ultima
Da diversi giorni la Campania risulta la Regione più critica nella diffusione dei contagi. Nella giornata di ieri, 23 settembre, si è confermata la Regione con la crescita dei contagi più alta (insieme alla Basilicata) segnando un 2,3%. Da oltre una settimana si conferma stabilmente sopra quota 2% di crescita e questo nonostante un numero di tamponi pro capite inferiore ad altre regioni.
La Lombardia invece registra ormai da settimane risultati confortanti. Nelle ultime 24 ore si sono registrati zero decessi (nel resto d’Italia sono stati 20), si è toccato l’ndice di positività (positivi/tamponi) più basso di sempre: 0,85%. E rispetto al 2,3% della Campania, in Lombardia si continua a registrare la crescita più bassa in Italia e una delle minori d’Europa, oscillando tra lo 0,1% e lo 0,2%.
Teoria dei “superdiffusori” rilanciata dalla Danimarca: Lombardia non più a rischio?
Tra le ipotesi c’è anche quella rilanciata da ricercatori danesi, basata sui “superdiffusori”, che Lombardia insieme alla Svezia stanno registrando i più bassi tassi di crescita dei contagi in tutta Europa perchè il virus sarebbe circolato di più. In Svezia per la politica del governo, in Lombardia perchè sarebbe circolato già da gennaio, come dimostrano diversi studi. Se questi studi avessero ragione, la linea di De Luca sarebbe quella peggiore.
Dopo la conferma del taglio dei parlamentari con la vittoria del Sì al referendum, uno dei prossimi passi insieme alla riforma elettorale sembra sarà la proposta del riduzione degli stipendi di chi è seduto negli scranni di Montecitorio e del Senato. Quella la situazione a Roma. A Milano invece quanto prendono i politici? E in Regione Lombardia? Scopriamolo nel dettaglio.
Sindaco, governatore, assessori, consiglieri: quanto GUADAGNANO i POLITICI di Milano
# Beppe Sala, Sindaco di Milano: € 9.124 lordi
Credits: yahoo.it – Beppe Sala
In Italia lo stipendio dei sindaci è regolato dalla Legge Bassanini che prevede diverse cifre rispetto alla popolazione del comune. Milano, con circa 1,3 milioni di abitanti, si posiziona nella fascia più alta e a Beppe Sala tocca la retribuzione di € 7.800 a cui si aggiungono altri emolumenti per un totale mensile di € 9.124. A questi costi imputabili alla funzione di Sindaco vanno aggiunti i rimborsi spesi per trasferte e missioni che nel 2019 sono ammontate a € 16.279.
# Consiglieri Comunali, retribuiti con gettoni a presenza in aula
Per i consiglieri comunali non è prevista un’indennità fissa ma un gettone per ogni presenza alle sedute dell’aula consigliare, che ammonta a €120 ognuna. Con una presenza continuativa si possono superare i € 25.000 annui.
# I benefit di Palazzo Marino
Tra i benefit previsti per i consiglieri possiamo trovare i pass per viaggiare in macchina nelle corsie riservate ai mezzi pubblici a Milano, computer e telefono cellulare, biglietti gratis per le partite di calcio e concerti a San Siro, sconto sugli abbonamenti dei mezzi pubblici e per la maggioranza l’auto d’ordinanza.
# I gettoni di presenza per i consiglieri dei Municipi
I consiglieri municipali hanno diritto a un gettone di presenza di 60 euro lordi (massimo di undici gettoni al mese per un totale massimo di 660 euro lordi). I presidenti di Municipio hanno una indennità mensile di circa 3.500 euro lordi, pari al 60% dell’indennità degli assessori comunali. Gli assessori municipali hanno una indennità del 40% rispetto al presidente di Municipio, di circa 1.400 euro. I presidenti di consiglio di Municipio hanno invece un’indennità del 30% rispetto al presidente, di circa 1.100 euro.
# Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia: € 13.245
Credits: agi.it – Fontana
Le somme percepite variano da regione a regione, tuttavia, nonostante l’autonomia regionale, la legge fissa un tetto massimo che lo stipendio mensile del Presidente non può mai superare: 13.800 euro lordi al mese. In diversi casi viene raggiunto, ad esempio per quanto riguarda Zaia e Zingaretti, Fontana percepisce poco meno del tetto massimo ovvero € 13.245. A questo vanno aggiunte le spese per viaggi di servizio e missioni che per il 2019 hanno raggiunto i € 19.683.
# Consiglieri e Assessori regionali, fino a circa € 13.000 al mese
Tale importo viene raggiunto perché oltre all’indennità di carica di € 6.327 , è previsto il rimborso forfettario per l’esercizio del mandato di € 4.218 e per alcuni anche l’indennità di funzione. L’ultima voce è corrisposta a seconda della carica ricoperta, ad esempio 2.160 ai Vice Presidenti del Consiglio, al Vice Presidente della Giunta, agli Assessori e ai Presidenti dei Gruppi consiliari; 1.620 ai Segretari dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio. L’importo quindi oscilla tra i € 10.000 e i € 13.000.
Per i consiglieri regionali oltre all’auto blu spettano anche sconti su treni e autostrade regionali, dotazione completa di computer e telefono cellulare.
Tutti gli importi sono al lordo delle imposte.
MILANO CITTA’ STATO
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«L’Italia ha meno casi di noi? C’è una differenza importante tra il nostro paese e gli altri, cioè che il nostro paese ama la libertà». Ha fatto molto scalpore il discorso del primo ministro inglese secondo cui il popolo inglese a differenza di quello italiano avrebbe un alto senso di libertà e per questo il virus circolerebbe di più.
Un discorso forse infelice e irrispettoso ma che dimostra la nuova dicotomia nella politica contemporanea. Si è superata la contrapposizione tra libertà e uguaglianza che ha segnato la filosofia politica nell’ottocento e nel novecento. La nuova contrapposizione nella politica è tra libertà e sicurezza.
In Italia si è sposata la politica della sicurezza, una sicurezza che paga a livello di consenso come hanno dimostrato le recenti elezioni con il trionfo degli “sceriffi”, quelli che in nome della sicurezza hanno ristretto la libertà dei loro cittadini.
In questa scelta della sicurezza c’è però un’ipocrisia di fondo.
Per capire l’ipocrisia basta mettere a confronto decisori politici con i datori di lavoro.
Ha meno responsabilità un sindaco di un imprenditore. L’imprenditore ha responsabilità sui malati della sua azienda, ma il sindaco non ha responsabilità della salute dei cittadini. Lo stesso a ogni livello: il primo ministro che decide sulla sicurezza dei cittadini ha meno responsabilità sulla salute dei cittadini del capo di un’azienda con i suoi dipendenti.
Non solo. Il paradosso è che la responsabilità è inversamente correlata al potere. Se un’imprenditore prendesse i provvedimenti del governo, decidendo in autonomia di togliere la libertà ai dipendenti, verrebbe messo in galera. Il decisore politico ha massimo potere di decisione ma minima responsabilità sugli effetti delle sue decisioni.
Questo perchè il fine dell’azione di governo non è la ricerca della massima sicurezza per i cittadini. Ma quella di perseguire la sicurezza necessaria a tutelare gli amministratori politici da qualunque responsabilità.
“Il re è nudo!” (da I vestiti nuovi dell’imperatore, di Hans Christian Andersen)
MILANO CITTA’ STATO
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Le migliori caratteristiche dei nostri cugini d’oltre confine da importare in Italia.
CUGINI d’EUROPA: cosa vorremmo portare in ITALIA dagli altri PAESI
# La Rivoluzione dalla Francia
L’Italia non è un Paese rivoluzionario. Tutte le trasformazioni sono arrivate dall’alto e da questo ne deriva una mentalità che a volte è più da sudditi che da popolo sovrano. Tra le poche eccezioni ci sono le 5 giornate di Milano del 1848, ma nulla in confronto ai francesi che hanno rovesciato uno Stato intero e diffuso in tutta Europa le idee di libertà. In Francia ancora si percepisce che chi ha potere sente come limite lo spirito rivoluzionario del popolo che ammonisce: qui le teste dei potenti possono anche rotolare.
Nonostante sia un sistema che fa acqua da tutte le parti, l’Italia insiste sul centralismo burocratico-romano. Un sistema che è stato un errore storico al momento della nascita dello Stato italiano, perchè ha voltato le spalle alla gloriosa tradizione dei comuni, del sacro romano impero e delle differenze territoriali. Ma è anche un anacronismo in un’Europa dove perfino lo Stato modello di centralismo a cui ci siamo ispirati, la Francia, ha di recente messo come priorità il decentramento amministrativo e l’autonomia territoriale. E pensare che basterebbe applicare semplicemente l’articolo V della Costituzione che prescrive di decentrare tutto a livello più basso possibile. Tra i Paesi più efficienti nel mondo c’è proprio la Svizzera dove sono i comuni e i cantoni a comandare mentre lo stato centrale è quasi evanescente.
Su questo i britannici sono imbattibili, soprattutto per la capacità di saper ridere anche nei momenti più cupi. Di sense of humor di questi tempi ne abbiamo bisogno più del Recovery Fund.
Chi ha vissuto in Germania lo sa bene. La grande differenza che si trova in Germania è nello Stato. Si ha sempre l’impressione che ogni funzionario sia al servizio del cittadino e non viceversa come spesso capita in Italia, soffocata dalla burocrazia e da rigidità borboniche.
# Lo “spirito di sopportazione” della Russia
bagno in russia
I russi e il sacrificio. Per resistere ai tedeschi sono arrivati a livelli di sopportazione mai raggiunti da nessun popolo al mondo. I russi non solo non evitano la sofferenza, ma paiono corteggiarla e farne un baluardo della propria identità. Anche senza arrivare ai loro livelli, un po’ di capacità di sopportazione in più non farebbe male al popolo italiano, spesso un po’ troppo incline alle esagerazioni.
# La “libertà personale” dalla Svezia
Era un paese di guerrieri. E’ bastata una sconfitta contro i russi di Pietro il Grande per smetterla per sempre con la guerra e diventare simbolo di pace. Non solo. E’ sempre più il riferimento della civiltà occidentale e dei diritti dei cittadini. Lo ha dimostrato anche nell’emergenza Covid non rinnegando neppure con un rischio mortale le fondamenta della sua società, in cui il cittadino è sempre centro di ogni decisione e libero nelle sue scelte, mentre i governanti sono dei civil servant, al servizio delle persone. Una situazione che in Italia è spesso capovolta.
Nonostante la troika e la conseguente povertà della popolazione, terremoti, tornado e altre calamità lo spirito dei greci è sempre vivo e votato alla massima leggerezza. Nel caso le cose dovessero volgere al peggio potremmo imparare da loro come godercela anche in periodi di vacche magre.
MILANO CITTA’ STATO
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Finalmente possiamo tornare a condividere la buona tavola. Perché allora non optare per qualcosa che ponga particolare attenzione anche al nostro benessere. Sappiamo infatti quanto sia importante e correlato il legame tra cibo e salute: che sia per una colazione, per uno spuntino veloce, per un pranzo di lavoro o per una cena tra amici, sempre più milanesi scelgono di mangiare healthy fuori casa.
Mangiare sano a Milano è molto più facile che in altre città italiane. È alto, infatti, il numero di attività ristorative che propongono questa formula, anche a seguito della crescente richiesta e del grande riscontro tra i milanesi. Milano e i milanesi dimostrano ancora una volta di essere un passo avanti, mostrando particolare attenzione alle tematiche riguardanti il benessere e la salute, con un occhio anche alla sostenibilità ambientale, prendendo atto di come le scelte alimentari influiscano su di essa.
Vediamo quali sono 15 posti milanesi più curiosi dove potete mangiare dalla mattina alla sera healthy food, senza rinunciare al gusto. Perché oltre a fare bene alla salute, questi piatti sono davvero deliziosi ed uno spettacolo di colori per la vista. E voi, avete qualche posto dove poter mangiare Healthy da consigliarci?
I 15 RISTORANTI HEALTHY più deliziosi di Milano (mappa e recensioni)
#1 Macha Cafè, con cibi e bevande realizzati con il tè verde giapponese dalle mille proprietà benefiche
Credits: flawless.life – Macha Cafè
Il macha è un tè verde giapponese dalle mille proprietà benefiche e il Macha Café persegue, con spirito innovativo, la filosofia di cucina sana e gustosa propria delle sue origini, realizzando molteplici bevande e piatti a base di questo particolarissimo tè.
Indirizzi:
Viale Francesco Crispi 15 – Municipio 8
Piazza Gae Aulenti 1 – Municipio 9
Viale Piave 33 – Municipio 3
Corso Di Porta Vittoria 13 – Municipio 4
Viale Col Di Lana 5 – Municipio 5
Via Savona 25 – Municipio 6
#2 That’s Vapore, famoso per i “cestini” a base di verdure, pesce, carne o pasta artigianale
Credits: finedininglovers.com – That’s Vapore
Già dal nome si può percepire come la particolarità di questo ristorante sia la cottura al vapore, che permette di mantenere intatti tutti i nutrimenti e le vitamine, esaltandone i sapori, degli alimenti. I suoi tipici “cestini” a base di verdure, pesce, carne o pasta artigianale, sono infatti cotti rigorosamente al vapore. Potete inoltre accompagnarli a centrifugati e frullati, ognuno dalle diverse proprietà e benefici, preparati al momento con frutta e verdure fresche.
Indirizzi:
• Piazza Meda, 1
• Piazza Vetra, 19
• Corso Magenta, 29
• City Life, Piazza Tre Torri, 1/L
• Piazza Gae Aulenti
• Assago, Via del Bosco Rinnovato
#3 Capra e Cavoli: specializzato in cucina vegana, vegetariana e di pesce
Credits: lepalaisraffine.it – Capra e Cavoli
Capra e Cavoli è un ristorante specializzato in cucina vegana, vegetariana e di pesce. Il locale è situato in un loft giardino che rimanda all’idea di orto e giardino ed i piatti sono preparati sotto gli occhi dei clienti nella cucina a vista.
Indirizzo: Via Pastrengo N.18 – Municipio 9
#4 Ghea: ispirato alla tradizione mediterranea in versione vegana
Ristorante di cucina naturale vegana, la cucina si ispira alla tradizione mediterranea in versione vegana. Piatti realizzati con ingredienti biologici e materie prime locali, a km zero. Il menu di Ghea Milano è stagionale, per garantire la genuinità degli elementi. Dolci privi di ingredienti di origine animale, vini biodinamici triple A (Agricoltori, artigiani, artisti), birre artigianali pastorizzate a crudo, biologiche e non, centrifugati freschi di frutta e verdura, caffè biologico.
Indirizzo: Via Valenza, 5 – Municipio 6
#5 Bio.it sposa i principi della dieta mediterranea
Locale che sposa i principi della dieta mediterranea, per offrire piatti freschi, sani ed equilibrati, e dare la possibilità a chi mangia fuori casa di seguire un’alimentazione corretta e bilanciata. La cucina mediterranea è una cucina semplice e genuina, facendo riscoprire la cura e il gusto della convivialità, per il piacere di stare insieme.
Indirizzo: Via Federico Confalonieri, 8 – Municipio 9
#6 Food up gourmet lovers: stagionalità, innovazione, alta qualità dei prodotti
Il menù varia tutti i giorni, ma la base degli ingredienti rispetta sempre le seguenti regole: stagionalità, innovazione, alta qualità dei prodotti per veri gourmet lovers. Il ventaglio delle proposte è molto ampio: si passa dai piatti unici a base di risi diversi serviti con pesce o carne, ai piatti vegetariani, alle zuppe, le insalate, panini gourmet per arrivare ad una proposta beverage che spazia dal caldo al freddo con estratti di frutta e verdura combinati ad hoc per ottimizzare la resa energica e le proprietà benefiche dei singoli ingredienti. Il servizio take away è reso più agevole dal packaging che consente di scaldare le pietanze una volta rientrati a casa o in ufficio. Il design del locale è ispirato direttamente ai colori e dai temi della natura alla quale strizza un occhio, infatti eco friendly.
Indirizzo: Via Brera, 29 – Municipio 1
#7 Mantra raw vegan: il primo ristorante vegano crudista a Milano
Credits: conoscounposto.com – Mantra raw vegan
È il primo ristorante vegano crudista a Milano. La chiave di lettura è il benessere, il piacere del cibo legato alla natura. Più di un’attenzione all’alimentazione, il crudismo, infatti, è una filosofia di vita e una nuova prospettiva alimentare.
Da Mantra Raw Vegan nessun ingrediente viene mai cucinato a una temperatura che potrebbe alterarne le caratteristiche organolettiche: snacks, chips di verdure, frutta essiccata, granola verde, rossa o al cioccolato, crackers, nachos, noci al wasabi, ginger cookies, chocolate cheesecake, tè e tisane. Il superfood è qui pronto da gustare.
Nota a parte meritano i succhi spremuti a freddo, in modo da apportare all’organismo un mix di vitamine e sali minerali facilmente digeribili.
Indirizzo: Via Panfilo Castaldi, 21 – Municipio 2
#8 La Susina, in zona Navigli un angolo dedicato al cibo sano e veg
In zona Navigli un angolo dedicato al cibo sano e veg. Tra i frullati spicca quello esotico: viene preparato al momento solo con frutta fresca come mango, papaya, ananas. A scelta si possono aggiungere latte di soia, riso o mandorla o integratori naturali come semi di chia, semi di lino. Non mancano centrifughe ed estratti; per la pausa pranzo insalatone, piatti a base di cereali e legumi, verdura. Il tutto da consumare take away o sul posto.
Indirizzo: Via Giuseppe Lagrange, 15 – Municipio 6
#9 Açai sisters, menu basato sulle bacche brasiliane ricchissime di antiossidanti, fibre e vitamine
Credits: milanofoodspirit.it – Açai sisters
L’Açaí? Si tratta di bacche brasiliane ricchissime di antiossidanti, fibre e vitamine, considerate un superfood per le loro proprietà nutrizionali. Il menù di Açaí Sisters, vi accoglie dalla colazione al tardo pomeriggio e ruota proprio intorno a questi super alimenti capaci di condensare benefici straordinari. Per darci il buongiorno ci attende una selezione di bowls con base di açaí accompagnato da frutta fresca, granola, semi e miele. Per il pranzo, o per gli amanti del salato, non mancano tartine con avocado o hummus, così come salad bowls. A tutte le ore poi ci sono smoothies con ricette deliziose, succhi pressati e caffetteria.
Indirizzo: Via Gian Carlo Castelbarco, 17 – Municipio 5
#10 Fruer, per ricaricarsi con una centrifuga, un frullato o un pranzo veloce
Fruer
Quando avete bisogno di un momento di pausa, qui, potete ricaricarvi o depurarvi con un’ottima centrifuga o un frullato; potete fermarvi per un pranzo veloce e sano trovando insalate e cereali da comporre con gli ingredienti che preferite, sostanziosi bagel e tanta frutta fresca.
Indirizzo: Via Fabio Filzi, 14 – Municipio 2
#11 Gelato4run
Il suo nome particolare rispecchia un progetto originale. La gelateria unisce due passioni che hanno in comune la piacevolissima sensazione di benessere che lasciano in te, due esperienze che regalano felicità e benessere: il gelato e la corsa. Sono portatrici sane di felicità! Gelato for run è un luogo per tutte quelle persone che amano il gelato, la salute, la corsa e lo sport.
Indirizzo: Viale Cassiodoro, 20 – Municipio 8
#12 Flavors, un pret-a-manger healthy, con la possibilità di take-away e di ordinare a domicilio
Credits: flavorsmilamo.it – Flavors
Un pret-a-manger healthy, con la possibilità di take-away e di ordinare a domicilio, dove cibarsi voglia dire soddisfare i propri sensi ed insieme prendersi cura del proprio corpo e mente, ritagliandosi un momento di piacevole relax. L’80% della proposta culinaria è plant-based, mentre il restante 20% è composto da ricette che contengono pesce e carni bianche. Nei piatti preparati rivestono un ruolo centrale i cosiddetti superfood. Si tratta di alimenti straordinari per la salute, anti-age, con proprietà benefiche per corpo e mente.
Indirizzo: Via Gaetano Giardino, 2 – Municipio 1
#13 Ecookingworld: pasta fresca fatta in casa e le mitica Buddah bowls
Credits: paginegialle.it – Ecookingworld
In un connubio che sposa cibo sostenibile e ricercato, dove l’alta cucina incontra il benessere. Qui potete infatti deliziarvi con pasta fresca fatta in casa direttamente da loro, i burger gourmet o le coloratissime Buddah bowls, una perfetta associazione tra salute e gusto, oltre ad una gioia per gli occhi nelle loro presentazioni. Per chi volesse inoltre, viene offerto un servizio chef, direttamente a casa.
Indirizzo: Via Giardino Gaetano, 3 – Municipio 1
#14 Verso Verde, solo prodotti a “KM Italia”
Credits: versoverde.it – Verso Verde
Bistrot situato sul Naviglio Grande a Milano, dove la città incontra la campagna. Cucina mediterranea affiancata da una linea vegana in uno spazio verde in cui è possibile fermarsi e staccare dalla frenesia della città, per riscoprire il valore del relax e della salute. Il ristorante proporre solo prodotti di a “KM Italia”. Una scelta ponderata, ecologica e morale, che oltre a sostenere il made in Italy e le eccellenze del nostro territorio, è anche una scelta salutista.
Indirizzo: Alzaia Naviglio Grande 150 – Municipio 5
#15 Demetra international vegan food: cucina vegana e stagionale
Credits: milanofoodspirit.com – Demetra international vegan food
Tutti gli ingredienti presenti in questo menù non hanno origine animale, rispettando così la filosofia vegana. Viene inoltre rispettata la ciclicità degli alimenti, scegliendo attentamente ogni singolo prodotto in base alla sua stagionalità seguendo il ritmo della natura. Nel rispetto di questa filosofia anche il materiale di consumo e gestione è rigorosamente biodegradabile e riciclabile.
Indirizzo: Via Giulio Uberti 3 – Municipio 3
LUCIA MARTINAZZO
LA SCUOLA POLITICA DI MILANO CITTA’ STATO (Clicca per informazioni)
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Impossibile farle andare d’accordo perché ognuna è fatta per distruggere l’altra.
Quella illuminista è legata alla rivoluzione francese, all’affermazione del cittadino contro l’ancient regime, contro il potere che si autoperpetua attraverso principi feudali.
Nella cultura borbonica tutti ambiscono alla posizione di potere come surrogato del sistema nobiliare, delle baronie. E’ un potere di status, di privilegi, non di funzione.
Il potere nell’ancien regime è determinato da una posizione sociale che di norma erediti o ti viene concessa dal sovrano. Nel nuovo mondo, dopo la rivoluzione francese, tutto devi guadagnartelo con il tuo lavoro.
La cultura borbonica si basa sulle rendite di posizione, guarda con diffidenza il merito. Guarda con diffidenza gli outsider di successo: chi si arricchisce del suo lavoro è pericoloso perché è potenzialmente sovversivo dell’ordine precostituito.
Il sistema di potere italiano è tipicamente borbonico: un sistema di persone piene di papà. L’ascensore sociale in una società borbonica è fermo.
La stessa invidia contro chi ha successo che sta dilagando in Italia è una cesura tra la frustrazione dei miserabili e l’opportunismo di chi ha una posizione di potere e si vuole difendere da chi potrebbe prendere il suo posto.
Paradossalmente la cultura dell’ancient regime nonostante sia più antica si sta impadronendo dell’Italia sotto nuove forme: il “potere per il potere” e il fatto che tutto debba essere elargito da un potere superiore.
Nell’illuminismo è la persona che è titolare dei diritti e concede il potere all’amministratore. E questo potere ha sempre dei limiti invalicabili a costo della sua stessa vita.
Invece nella cultura borbonica ogni libertà è una concessione di chi ha il potere. Che per sua natura non ha limiti. La stessa vita della persona è una concessione del potere.
C’è una parte d’Italia che è legata alla cultura borbonica, mentre Milano è sempre stata più Europa che Italia. Il suo simbolo è una cattedrale gotica, immagine di una cultura che guarda a Nord. La sua architettura è più vicina all’Austria e alla Francia che al resto d’Italia.
La città, come parte del nord Italia, ha vissuto l’onda della rivoluzione francese: Milano ha già avuto la Repubblica, è stata Repubblica Cisalpina, ha avuto Napoleone che l’ha resa capitale del Regno d’Italia.
Forse il limite della cultura illuminista in Italia è che è un’incompiuta perchè è un derivato: l’esperienza che abbiamo vissuto è un’esperienza di importazione.
Per fare nascere una cultura autentica forse l’unica strada è realizzare anche noi una vera rivoluzione contro l’ordine precostituito. Se non nelle strade, sicuramente di pensiero.
Questo è il momento giusto.
“Mi dispiace ma io so’ io, e voi non siete un cazzo” (Il Marchese del Grillo)
MILANO CITTA’ STATO
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Kg di raccolta differenziata per abitante. Fonte: Il Sole 24 ore
I Paesi europei pretendono che i soldi del Recovery Fund vengano spesi correttamente. Perchè non introdurre lo stesso sistema anche per i 65 miliardi di residuo che ogni anno lasciano la Lombardia per finanziare regioni più bisognose?
Terminata la tornata elettorale riparte infatti ancora più a spron battuto la richiesta per avere più soldi al Sud. Non basta il deficit delle regioni meridionali finanziato dal residuo fiscale delle regioni del Nord. Ora la maggior parte dei ministri propone che il Recovery Fund, il fondo europeo per rilanciare le zone più colpite dal Covid, venga utilizzato soprattutto per il Sud. “Per far ripartire l’Italia la priorità è colmare il gap tra Nord e Sud”, è il mantra ripetuto dal governo e dalle forze di maggioranza. E il gap secondo loro si riduce con la solita ricetta: più soldi pubblici al Sud.
Se questo è un destino ineluttabile, la nostra proposta è che il Nord Italia, in particolare la Lombardia si comporti come i paesi del Nord Europa: pretendendo che a fronte dei soldi che riceve il Sud metta in atto delle riforme per evitare che i soldi prelevati dalla Lombardia e dalle altre regioni del Nord continuino a essere un sussidio senza fine.
LOMBARDIA FRUGALE: le condizioni che dovremmo inserire per dare i soldi al SUD
#1 Far emergere il lavoro nero
Il tasso più alto di irregolarità degli occupati lo troviamo in Calabria con il 9,9% , seguita dalla Campania con l’8,8% e dalla Sicilia con l’8,1%. In Lombardia e in Veneto è al di sotto del 4%.
A parte altre forme di finanziamento territoriale, al Sud arrivano in massima parte altre forme di sussidio rivolte, in teoria, all’insieme della popolazione. Un esempio è il reddito di cittadinanza. In Sicilia, Campania, Calabria Sardegna più del 2,3% della popolazione riceve il reddito di cittadinanza mentre in Trentino, Veneto, Lombardia ed Emilia sono meno dello 0,7%.
#3 Completare le opere incompiute prima di finanziarne di nuove
Molti progetti nel Sud Italia sono dei cantieri infiniti. A volte si tratta di progetti già finanziati ma neppure avviati Una condizione che dovrebbero porre le regioni del Nord Italia è il via libera ai fondi per nuovi progetti ma solo una volta che sono stati completati quelli in fase di realizzazione. Potrebbe essere l’incentivo decisivo a completare opere procrastinate nei decenni.
#4 Inserire il blocco “europeo” ai fondi se i tempi e i costi non vengono rispettati
Una delle regole auree di controllo sui fondi europei è che i lavori devono essere rendicontati. E in casi di ritardi o di variazioni nei costi i fondi possono venire anche bloccati. Un sistema mai adottato nei trasferimenti regionali italiani ma che sarebbe il caso di introdurre.
#5 Rispetto di standard ecologici: raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti
rifiuti in Campania
Così come i fondi regionali vanno da Nord a Sud spesso l rifiuti vanno in direzione contraria, da Sud a Nord. Bisogna invece che a fronte dei sussidi le regioni meridionali raggiungano livelli di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti. Come si vede nell’immagine sotto la raccolta differenziata per abitante va dai 325 Kg della Lombardia ai 400 Kg dell’Emilia. Nel Sud si scende fino a toccare i 99 Kg in Sicilia. Il primo passo è di inserire degli standard che tutti i cittadini devono osservare nella raccolta differenziata.
#6 Partecipazione dei cittadini a progetti per il bene pubblico
Ogni città che riceve un sussidio pubblico rilevante deve avere un progetto contribuito direttamente dai cittadini per il bene pubblico.
#7 Riduzione dell’evasione fiscale
La media dell’evasione fiscale in Italia è al 16%: su 100 euro scompaiono al fisco 16. Ma il rapporto cambia molto in base a dove ci si trova. In sei regioni del Sud è al di sopra del 20% con la Calabria che sfiora il 25%. In Lombardia è la metà: al 12,5%.
#8 Aumentare il turismo straniero
Le regioni che ricevono sussidi devono investire per migliorare l’offerta turistica in particolare devono incrementare il numero di presenze straniere che porterebbero sul territorio risorse più sostenibili dei sussidi pubblici.
#9 Fissare un target di nuove aziende nate sul territorio
Campania, Puglia, Sicilia e Calabria sono le quattro regioni con meno imprese per numero di abitanti (dati Istat). Altro target da inserire a fronte dei sussidi dovrebbe essere quello di costituire nuove aziende sul territorio.
#10 Gabbie salariali per dipendenti pubblici
Le retribuzioni dei dipendenti statali dovrebbero essere parametrate al costo della vota, altrimenti si tratta di un ulteriore sussidio implicito che privilegia i dipendenti statali che lavorano al Sud rispetto a quelli del Nord.
# La riforma più importante: inserire la responsabilità per gli amministratori pubblici sull’impiego dei fondi ricevuti
Se un amministratore di una Regione non rispetta i target previsti o non impiega correttamente i fondi amministrati deve decadere da ogni carica pubblica e risponderne civilmente e penalmente.
MILANO CITTA’ STATO
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La classifica Top Startups Italia 2020 redatta annualmente da LinkedIn, propone la lista delle migliori startup del nostro Paese. La selezione avviene sulla base di quattro criteri: la crescita della loro forza lavoro di queste aziende, le interazioni degli utenti con ogni azienda e i suoi dipendenti, l’interesse manifestato nei loro confronti dalle persone in cerca di impiego e la loro capacità di attrarre talenti. Inoltre devono essere indipendenti e private, avere 30 o più dipendenti residenti nel Paese di riferimento, avere non più di 7 anni e non aver licenziato il 20% o più della loro forza lavoro nel periodo di tempo considerato. Quali sono, dunque, le startup dove è meglio trovare impiego?
Le 10 STARTUP italiane del 2020 dove cercare lavoro
Nata a Milano nel 2017, si occupa di acquistare, ristrutturare e mettere sul mercato gli immobili privati. In massimo trenta giorni garantisce la vendita della casa e il versamento del 100% del valore al proprietario.
#2 Boom, contenuti visivi super fast per le attività commerciali
L’azienda, che ha raccolto finora 3,5 milioni di euro in diversi round di finanziamenti, mette a disposizione la possibilità di prenotare in pochi secondi un servizio fotografico professionale, ovunque e in qualsiasi momento.
#3 Satispay, la fintech attiva nel mondo dei pagamenti digitali mobili
Con una piattaforma alternativa alle carte di credito o debito e già salita alla ribalta fra le più promettenti realtà tecnologiche del mondo finanziario su scala internazionale.
La startup è attiva da anni nella consegna a domicilio della spesa in collaborazione con diverse catene di supermercati.
#5 Credimi, eroga prestiti alle imprese attraverso una piattaforma completamente digitale
L’azienda si occupa di supportare gli imprenditori e le imprese ottimizzando il capitale circolante e i flussi di cassa, liberando il circolante immobilizzato e riducendo sensibilmente i costi fissi e gli oneri eccessivi per l’accesso al credito.
#6 EnergyWay, data science e intelligenza artificiale
Fondata a Modena nel 2013, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione come “ente di ricerca accreditato, specializzato in Data Science”, offre modelli matematici innovativi al servizio dell’efficienza e della sostenibilità delle imprese.
#7 Milkman, digitalizzazione della logistica e della supply chain
In sintesi la startup veronese Milkman fornisce un servizio di consegna a domicilio che permette al cliente di scegliere il giorno e l’ora di recapito del pacco. Il destinatario può disdire e ripianificare l’arrivo del corriere fino all’ultimo minuto e senza costi aggiuntivi.
#8 Kineton, società ingegneristica che propone soluzioni per diversi ambiti industriali
L’azienda napoletana fornisce servizi di ingegneria avanzata rivolti al mondo Media, ICT ed Automotive, gestendo l’intero ciclo di vita del software, dallo sviluppo alla validazione, è all’avanguardia nel mondo della cyber security.
#9 iGenius, analisi dei dati a supporto del business attraverso tool di intelligenza aumentata la propria missione
Grazie all’intelligenza artificiale, sviluppa soluzioni software che rivoluzionano la business intelligence e permette a qualsiasi azienda, anche non nativa digitale, di sfruttare al meglio i propri dati business e di prendere decisioni supportate dai dati, in maniera efficiente, veloce, e in mobilità.
#10 Roboze, uno dei nomi più “caldi” per le stampanti 3D
La startup made in Puglia ha sviluppato un avanzato sistemi di stampa 3D, riconosciuto da un brevetto tecnologico, per rispondere alla fascia di mercato che richiede prezzi più accessibili.
C’è un progetto che la città aspetta da decenni, che se non è paragonabile allo ponte sullo stretto tra Messina e Reggio Calabria poco ci manca. Un’infrastruttura fondamentale per tutta l’area metropolitana.
Il “PONTE SULLO STRETTO” di Milano
# Il prolungamento della linea M3 fino a Paullo: 30 anni di attesa
Credits: wikipedia.org – Linea M3
La linea M3 è stata inaugurata per la gran parte tra il 1990 e il 1995 con l’apertura di Zara, mentre le ultime cinque fermate realizzate da Maciachini a Comasina hanno aperto tra il 2003 e il 2011. Negli anni ’90 è stata pensata la realizzazione del prolungamento fino a Paullo, addirittura la nuova tangenziale est esterna TEEM nella sua costruzione ha lasciato lo spazio necessario nel suo tracciato nel nodo di Paullo per le future fermate della M3.
# Il progetto preliminare giudicato troppo oneroso: 15 km per 900 milioni di euro
L’ultimo progetto preliminare del collegamento San Donato-Paullo, datato 2006, consisteva in un tracciato di circa 15 km, con 8 stazioni: San Donato Est, San Donato Centro, Peschiera Centro, Peschiera Est, Pantigliate-Mediglia, Caleppo Cerca, Paullo Centro e capolinea a Paullo Est. Purtroppo è stato giudicato a più riprese insostenibile da un punto di vista economico, alla luce di una spesa che oggi supererebbe i 900 milioni di euro. Per questo motivo si sta lavorando ad un nuovo studio di fattibilità.
# Le varianti ipotizzate dalle nuove ipotesi di progetto: tracciato più corto e meno fermate
Un recente studio di Metropolitana Milanese Spa, sovvenzionato dai Comuni del territorio, ridimensionerebbe il progetto iniziale di portare la linea ferrata sino a Paullo. Lo studio di fattibilità dovrebbe valutare diverse opzioni: una metropolitana leggera, la costruzione della linea ferroviaria che colleghi Milano a Crema, il rafforzamento delle linee dei bus già esistenti. Il Comune di Pantigliate ha chiesto a Milano di finanziare solo la parte dello studio di fattibilità che riguardava la ferrovia e non le altre possibili alternative.
In base alle nuove idee di progetto il focus sul prolungamento si fermerebbe ai comuni più popolosi sulla Paullese, San Donato e Peschiera, ipotizzando quindi un prolungamento di soli 4 km e due sole fermate aggiuntive: San Donato Centro e Peschiera. Il costo complessivo sarebbe di poco meno della metà del progetto originario: 400 milioni di euro. Sono al vaglio comunque altre due varianti: un prolungamento su Peschiera Est, con stazione in prossimità di Bettola-Zeloforamagno, oppure il raggiungimento di Vigliano-Pantigliate, un compromesso rispetto al prolungamento fino a Paullo.
La presentazione dello studio di fattibilità era attesa entro Aprile 2020 ma sia Metropolitana Milanese che il Comune di Milano hanno chiesto una proroga e ad oggi non c’è una nuova data.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Starnuti, tosse, naso che cola, qualche linea di febbre: cosa fare?
Quando, come e chi potrà fare richiesta di tampone in caso di presenza di sintomi, quali sono i punti dove effettuarlo e i tempi per gli esiti. Chi dovrà essere posto in isolamento e cosa succede in caso di positività di uno studente. Ecco tutte le informazioni nel dettaglio delle linee guida regionali.
Piano SCUOLA anti COVID in Lombardia: cosa fare con SINTOMI sospetti
# Dal tampone all’isolamento in caso di positività: le linee guida della regione
Come pubblica Affari Italiani, il Piano anti Covid è arrivato nelle scuole lombarde, con le linee guida stilate dalla Regione. Sono già state trasmesse a tutte le autorità sanitarie territoriali e agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, condivise con i rappresentanti dei pediatri e dei medici di medicina generale.
Il percorso in caso di sospetta positività da parte degli alunni e del personale didattico, è il seguente, con esiti garantiti entro la giornata e l’isolamento che scatta in caso di positività accertata:
#1 Dai sintomi al tampone.
L’accesso diretto al tampone con autocertificazione per gli studenti e il personale scolastico viene garantito in caso di rilevazione di sintomi a scuola oppure al di fuori dell’ambiente scolastico a seguito di indicazione del medico o del pediatra.
#2 I punti tampone.
I punti tampone vengono definiti dal coordinamento ATS/AASST e sono accessibili tutti i giorni dal lunedì al sabato almeno 4 ore al giorno durante la mattinata.
#3 I laboratori e gli esiti.
I laboratori processano i tamponi in giornata e provvedono a caricarne gli esiti sul fascicolo sanitario elettronico e sul ‘flusso tamponi’ entro le ore 23. ATS, medici e pediatri possono visualizzare gli esiti tramite gli appositi cruscotti o strumenti informatici dedicati.Le ATS garantiscono anche il supporto formativo e informativo necessario sul territorio per i referenti scolastici e le famiglie.
# L’assessore Gallera “I tamponi possibili solo con autocertificazione vidimata dalla scuola o su segnalazione del medico di famiglia”
L’assessore al Welfare Giuilo Gallera evidenziando quanto previsto dalle linee guida anti-covid per il settore scolastico, diffuse alle ATS e, da queste, a tutti gli istituti di ogni ordine e grado, ha ricordato che: “I tamponi con accesso diretto per la popolazione in età scolare sono possibili solo con l’autocertificazione vidimata dalla scuola oppure a seguito della segnalazione al Medico o Pediatra di famiglia”.
Spiegando il funzionamento della procedura: “In caso di sintomi simil influenzali o sospetti Covid riscontrati nel corso dell’attività scolasticaviene contattata la famiglia dello studente e rilasciato un modulo di autocertificazione autorizzato dall’istituto da consegnare alla struttura sanitaria dove si esegue il tampone con accesso diretto. Il documento autorizza all’esecuzione del tampone senza prenotazione solo lo studente e non l’intero nucleo familiare“.
Conclude Gallera: “Qualora a seguito della rilevazione della temperatura o alla comparsa di sintomi sospetti riscontrati al domicilio, la famiglia del giovane in età scolare deve contattare il medico o il pediatra di famiglia il quale, accertata la necessità di dover eseguire il tampone, procede alla segnalazione e all’invio dello studente al punto di accesso diretto più vicino“. Le identiche procedure valgono anche per gli insegnanti e per il personale scolastico non docente.
# Isolamento per chi è in attesa dell’esito del tampone
In caso di effettuazione del tampone, si dovrà rimanere in isolamento fino alla comunicazione dell’esito. Al contrario i contatti di una persona con sospetta positività, legata all’ambito scolastico e ai servizi educativi per l’infanzia, non sono da lasciare in isolamento domiciliare fiduciario, lo stesso per i familiari conviventi e ai compagni di classe o ad altri contatti stretti.
In caso di positività degli studenti, scattano le misure d’isolamento dell’intera classe, ma solo se l’interessato ha frequentato la scuola nelle ultime 48 ore, e dei familiari e contatti diretti per il periodo di quarantena stabilito dai protocolli anti covid al termine del quale viene eseguito un tampone ai contatti per accertarne la negatività e due tamponi al caso positivo per verificarne l’avvenuta negativizzazione.
Il commento finale dell’assessore al Welfare lombardo: “La sicurezza sanitaria nel corso dell’attuale stagione scolastica è quantomai delicataci troviamo di fronte ad una sfida che possiamo affrontare e vincere solo attraverso una grande alleanza fra famiglie, istituzioni, enti sanitari, MMG e pediatri, istituti scolastici e famiglie. Nessuno escluso. Dobbiamo riuscire a garantire l’equilibrio fra lo svolgimento dell’attività didattica e l’attuazione dei protocolli anti Covid a tutela degli studenti e del personale scolastico”.