Covid: se si prendono i dati degli ultimi mesi i tassi di MORTALITÀ e LETALITÀ in Italia sono CROLLATI

Il governo promette un giro di vite per ridurre i contagi: dalle mascherine all'aperto al numero chiuso di locali e piazze, fino all'ipotesi di nuovi lockdown. Qualcosa però non torna: non solo la situazione non sta peggiorando ma anzi, presenta un miglioramento esponenziale

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Il governo promette un giro di vite per ridurre i contagi: dalle mascherine all’aperto al numero chiuso di locali e piazze, fino all’ipotesi di nuovi lockdown. Qualcosa però non torna: se si guardano i dati ufficiali, gli indici di mortalità e di letalità risultano in picchiata. 

Covid: se si prendono i dati degli ultimi mesi i tassi di MORTALITÀ e LETALITÀ sono CROLLATI

# La mortalità è scesa negli ultimi 30 giorni in Lombardia allo 0,0007%, la letalità al 4%. Mentre in Italia siamo al 2%


I principali organi di informazione e della politica parlano di situazione a rischio con migliaia di nuovi casi in aumento e centinaia di focolai. Si dà colpa di questo al mancato rispetto delle regole dei cittadini, alla troppa libertà concessa dopo l’allentamento delle misure o a chi rientra dalle vacanze all’estero.

Per far fronte a queste emergenza che sembra peggiorare si attuano regole sempre più stringenti, come le mascherine all’aperto o la quarantena per chi ritorna dalle vacanze, ipotizzando anche nuovi lockdown. Eppure i dati ufficiali dell’epidemia degli ultimi 60 giorni o meglio ancora degli ultimi 30 giorni, trasmettono uno scenario diametralmente opposto. Non solo la situazione non sta peggiorando ma anzi, presenta un miglioramento esponenziale.  

Leggi anche: 🔴 Quarantena per chi rientra dall’estero, mascherine all’aperto e nuovi lockdown: il nuovo PIANO del GOVERNO. Eppure i DATI mostrano una REALTÀ DIFFERENTE

Infatti come si può vedere dall’analisi che abbiamo effettuato, prendendo unicamente i dati ufficiali della Protezione Civile Italiana, ricaviamo i due indicatori simbolo per valutare la gravità di una patologia: il Tasso di Mortalità e quello di Letalità.

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Il tasso di mortalità calcola quanti decessi ci sono stati, in questo caso con o per il Covid, in percentuale sul numero di abitanti. Il dato che emerge è che negli ultimi 60 giorni in Lombardia il tasso di mortalità è dello 0,0038%, mentre negli ultimi 30 giorni è sceso allo 0,0007%. Sulla base dell’intera popolazione italiana la mortalità risulta ancora più bassa: lo 0,0016% a 60 giorni e lo 0,0004% tenendo conto degli ultimi 30 giorni.

Un andamento simile lo segna il tasso di letalità che fa riferimento al numero di decessi in proporzione ai casi risultati positivi (numero totale dei contagiati). Per la Lombardia abbiamo un indice al 7% degli ultimi 60 giorni, ossia già inferiore di oltre il 60% alla media totale del periodo (17%). Indice che scende al 4% sugli ultimi 30 giorni. Meglio ancora il dato nazionale con un 6% negli ultimi 2 mesi e  al 2% nell’ultimo mese, sensibilmente inferiori rispetto a quasi il 14% di letalità delle statistiche ufficiali. Questo significa che prendendo i dati dell’ultimo mese chi è stato contagiato dal Covid avrebbe una percentuale attorno al 98% di guarire. 

Questi dati confermano anche il trend degli ospedali i cui reparti in terapia intensiva o ordinaria risultano svuotati rispetto ai mesi passati: 11 malati in terapia intensiva per Covid in tutti gli ospedali lombardi e poco più di 50 se si calcolano tutti gli ospedali italiani. 

# Gli indici di letalità potrebbero essere ancora più bassi, se disponessimo di un campione simile a quello emerso dall’indagine sierologica nazionale

I tassi di letalità calcolati negli ultimi due mesi sono confortanti ma potrebbero risultarlo ancora di più se si estendesse il numero delle persone che sono state contagiate ma che non rientrano nei dati della Protezione Civile che calcola solo le persone sottoposte a tampone.

Come calcolato infatti dall’indagine sierologica nazionale, il numero reale dei positivi è superiore di molto alle statistiche ufficiale: con 1,5 milioni di positivi certificati ha fatto scendere drasticamente il tasso reale di letalità al 2% sull’intero periodo. Questo significa una percentuale ancora sensibilmente inferiore se si calcolassero soltanto decessi e contagiati reali degli ultimi due mesi. 

Se la mortalità e la letalità della pandemia risultano in picchiata rispetto alle fasi passate dell’emergenza, che senso ha aumentare gli allarmi in nome di contagi che non presentano preoccupazione sul loro decorso?

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.