#20 – I 7 MONUMENTI più CURIOSI di Milano

Una città ricca di monumenti. Anche molto curiosi

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La nostra bella Milano, come le stelle, è trapuntata di statue, celebri e non. Per parlare di tutte bisognerebbe fare un trattato, quindi abbiamo scelto alcuni monumenti particolari, senza seguire un ordine cronologico preciso. Da dove iniziare?

I 7 MONUMENTI più CURIOSI di Milano

#1 El Signurun de Milan

statueIn via San Dionigi si trova  ‘El Signurun de Milan’, una enorme statua di Cristo che sorregge una croce con una mano e con l’altra benedice. Fino a poco tempo fa la mano che benediceva non esisteva più poiché troncata da una ruspa in movimento. La statua è posta a protezione di una casa abbandonata. La sua origine è incerta: c’è chi dice che comparve una notte dalle acque della Roggia Vettabbia, chi dice che fu recuperata da un carrettiere che la trovò tra gli scarti di uno scultore. Quello che è certo è che il luogo in cui si trova la statua un tempo si affacciava sull’acqua e la statua doveva apparire a dare il benvenuto a chi entrava a Milano.

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#2 Monumento dedicato a Evita Peron

statueSe vi dicessi che a Milano c’è un monumento dedicato a Evita Peron? Ebbene sì, pochi lo sanno ma le spoglie della celebre moglie di Juan Domingo Peron, presidente argentino, hanno riposato per molti anni a Milano. Come è possibile? Facciamo un piccolo passo indietro. Nel 1952 Evita Peron muore. Per l’Argentina è un duro colpo, la paladina dei descamisados, attenta ai problemi sociali e per questo molto amata non c’è più. Il suo corpo avrebbe dovuto essere posto in una cappella, ma nel 1955 Peron è costretto a scappare e i nuovi leader argentini si affrettano a far sparire il corpo di Evita per evitare che si formi una sorta di culto. Addirittura si dice che lo nascondano in armadi. Nel 1957 il suo feretro sta ancora girando finché, su consiglio di un prete italiano, il 13 maggio 1957 arriva al cimitero di Musocco e poi viene traslato e sepolto al cimitero Monumentale in una tomba a nome Maria Maggi de Magistris. La vicenda cade nel dimenticatoio fino al 1970 quando un gruppo di peronisti attraverso una vicenda rocambolesca riportano il corpo a Peron, che nel frattempo era a Madrid. Egli conserverà le spoglie della defunta moglie fino al 1974, anno in cui la riporterà in Argentina. Da allora è meta di un incessante pellegrinaggio. A Milano, a ricordo di questa vicenda nel 2005 è stato inaugurato un monumento alla sua memoria, a pochi metri dal luogo in cui ha riposato per anni.

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#3 Monumento alle streghe

Ph. @alessandro.barra.988 IG

Spostandoci in piazza Vetra, in quello che è conosciuto come il Parco delle Basiliche, troviamo un particolarissimo monumento. È una struttura in ferro che sale verso il cielo e in cima reca la scritta ‘Pax’. Esso ricorda il punto esatto dove venivano eseguite le condanne a morte, in particolare quelle delle streghe. Ariberto da Intimiano, vescovo di Milano, fu un grande persecutore e inizio lui a tenere qui i roghi di purificazione. Nei secoli l’usanza si consolidò. Il Tribunale dell’Inquisizione si trovava a pochi passi, in piazza Sant’Eustorgio e le vittime condannate passavano su un ponticello di legno sul fiume Vetra, che scorre ancora sotto il parco, conosciuto da tutti come ponte dei sospiri. Molte donne morirono qui fino al 1641 quando furono bruciate le ultime due, Maria Palmolea e Margarita Martignana.

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#4 Statua di Pinocchio

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Credits: duomo24.it

Un omaggio ai piccoli. In corso Indipendenza sorge la statua di Pinocchio. L’opera del 1955 di Attilio Fagioli è in realtà una fontana anche se non più in funzione da anni. Raffigura un Pinocchio, diventato bambino che guarda il burattino che giace ai suoi piedi circondato dal gatto e dalla volpe. 

 

#5 Ago, filo e nodo

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L’Ago, filo e nodo di Claes Oldenburg e sua moglie Coosje Van Bruggen in pochi anni è diventata una delle istallazioni più conosciute (e criticate) di Milano. Erroneamente si dà la maternità di quest’opera a Gae Aulenti che in realtà ha risistemato solo piazza Cadorna. Il monumento è stato collocato qui nel 2000 in occasione appunto della risistemazione da parte della Aulenti. Il suo significato ha dato adito a molte interpretazioni: il filo rosso verde e giallo è senz’altro un richiamo ai colori delle linee metropolitane meneghine, la sinuosità del filo poi rimanda al simbolo dei Visconti, il serpente con il bambino in bocca. Infine sicuramente l’installazione vuole essere un omaggio alla laboriosità milanese e al mondo della moda peculiare alla nostra città.

 

#6 Monumento alle V Giornate di Milano

statueAl centro della Piazza V Giornate vi è un obelisco eretto in ricordo dei fatti del marzo 1848. Tale obelisco è circondato da un leone, un’aquila e cinque donne che rappresentano le cinque giornate. Molte curiosità sono nate attorno a questo monumento. Pare infatti che l’autore non riuscisse a trovare una donna veramente disperata da ritrarre. Cosi tornando a casa disse a sua moglie che aveva deciso di lasciarla per un’altra donna. La moglie, disperata, pianse fino allo sfinimento e lui la ritrasse. Solo al termine le rivelò che era una messinscena.

Il vero problema fu però il leone perché l’ autore non voleva ritrarre un animale impagliato, ma all’epoca non era semplice reperire un leone in carne ed ossa. Il Comune allora, che era il committente, consentì all’artista di acquistarne uno. L’autore quindi acquistò il leone Borleo da un circo. Quando tutto fu pronto per il ritratto però l’artista si rese conto che la povera bestia non aveva indole feroce, ma era come un grosso gattone. Per cercare di aizzarlo il Grandi gli tirò addosso pezzi di creta, gessi ed altro ma la bestia si limitò a inghiottire tutto procurandosi però una occlusione intestinale. Alcuni amici allora costruirono un  tubo con attaccato un mantice per poter ‘aiutare’ il leone. All’inizio dell’operazione l’animale era tranquillo ma quando azionarono il mantice che pompava acqua e sapone nell’intestino del leone esso fece un ruggito tremendo. Il nostro autore era pronto a ritrarlo come lo possiamo ammirare oggi.

 

#7 Statua di Giuseppe Missori

statueLast but not least, come direbbero gli inglesi, troviamo la statua a Giuseppe Missori, patriota garibaldino e consigliere del comune di Milano. Il monumento a lui dedicato rappresenta un fiero cavaliere su un cavallo che sembra sfinito. Tra i milanesi tale statua divenne subito nota come “quella del cavallo stanco”. In breve tempo infatti il cavallo di Missori divenne una attrazione e ci fu chi propose di intitolare la piazza non a Missori bensì al suo destriero!

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GIULIA PICCININI

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Giulia Piccinini
Ho 38 anni, due figli, sono nata e cresciuta a Milano. Laureata in filosofia, insegnante. Da sempre curiosa di Milano, delle sue storie e delle sue curiosità. Amo girare la mia città continuando a scoprire le sue meraviglie.