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I miei 7 SUONI di Milano

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Ogni città ha la sua colonna sonora, chiunque può ascoltarla e trovare i suoni che più la caratterizzano: questi sono i miei preferiti.

I miei 7 SUONI di Milano

#1 I merli, l’appuntamento fisso con la fine dell’inverno

L’arrivo dei merli a Milano è l’appuntamento fisso con la fine dell’inverno. Si svegliano per primi ed iniziano a cantare quando molti milanesi stanno andando a dormire e il loro canto è la colonna sonora di una nuova giornata. Nel silenzio della notte ottimo rapporto segnale/rumore.

#2 San Siro, tra derby e pop star la sua caratteristica acustica è unica

Che sia la partita di calcio della domenica o la pop star del momento, San Siro è la perfetta sintesi di Milano: si siedono sugli spalti italiani provenienti da ogni città. Dialetti si mischiano nei cori e si sente di tutto, nella sua caratteristica acustica riconoscibile da ogni altro luogo simile. Col derby suona il doppio. E’ la Scala del Calcio e ne è all’altezza.

#3 La socialità brulicante degli aperitivi

Non avrà lo struscio o le parate, eppure Milano è l’unica città dove l’aperitivo non è solo uno svago, ma il modo migliore per crearti delle opportunità incontrando altri milanesi. Incontrarli con uno sbagliato ascoltando musica ad alto volume è sempre un’ottima scelta.

#4 Il tram: il borbottare del motore elettrico e lo scontro dell’acciaio dei binari con le ruote

 

Il borbottare del motore elettrico e gli avvolgimenti che lo mettono in moto, lo scontro acciaio vs acciaio delle ruote sui binari, la spasmodica campana che chiede strada e ne annuncia l’arrivo. Solo in un film muto si può perdere questo DNA. O quando sciopera ATM, beh!

#5 Il ruggito della metropolitana

 

Non si capisce se arriva prima il tremore della terra o il rumore del treno dalle prese d’aria. Ma il ruggito della metropolitana sembra quello di un essere pronto a mangiarti. E’ inquietante insomma

#6 La tromba di Raffaele Kohler

 

Oh mia bela madunina suonata dalla finestra ad inizio lockdown è il primo segnale di riscossa di Milano in questo brutto periodo. Ci ho fatto spesso ricorso, col ricordo o con youtube a seconda dell’umore. 
Raffaele Kohler è il primo milanese che ho visto dopo il lockdown.

#7 Piano City, la musica all’aperto 

Il più grande esperimento di educazione alla bellezza insieme allo studio del Rinascimento o dell’Umanesimo.

LAURA LIONTI

Continua la lettura con: gli 8 colori di Milano

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I sette parametri INVISIBILI di valutazione del governo per chiudere una regione

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mistero insondabile

Lombardia in lockdown, Campania e Lazio tra le regioni più sicure. Ci sono 21 parametri che hanno determinato la scelta, ha risposto il governo. Vediamo questi parametri e cerchiamo di capire se ce ne siano altri capaci di spiegare in modo più oggettivo la decisione del governo. 

I sette parametri INVISIBILI di valutazione del governo per chiudere una regione

I parametri

La valutazione del grado di rischio si basa su 21 parametri. Tra questi ci sono: 
Numero di casi 
• Percentuale di tamponi positivi

Rt

• Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti
COVID-19.
• Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio
territoriale al contact-tracìng
Più altri parametri che entrano maggiormente nel dettaglio, come il numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente o le caratteristiche dei casi o dei ricoveri. 

Lombardia sì, Campania e Lazio no

Le regioni rosse sono in lockdown. Le regioni gialle restano libere. Quelle arancioni sono una via di mezzo. Questa in sintesi la differenza tra i colori. Le regioni che da settimane sembrano più sotto pressione, secondo dati e giornali, risultano Lombardia, Campania e Lazio. La Lombardia è stata inserita tra le regioni rosse (lockdown) mentre Campania e Lazio risultano tra quelle gialle. Qualcosa non torna.

Positivi ogni 100 tamponi nelle ultime 24 ore:
CAMPANIA ZONA GIALLA 19,28
LOMBARDIA ZONA ROSSA 17,75
Tasso di crescita dei contagi:
CAMPANIA ZONA GIALLA +6,4%
LOMBARDIA ZONA ROSSA +3,5%
Lo stesso vale per il tasso di occupazione delle terapie intensive: considerate quelle attive o attivabili, la percentuale di occupazione dei posti letto è superiore in Campania rispetto alla Lombardia. 
Posti letti su terapie intensive (attuali + attivabili) aggiornati al 30 ottobre. Fonte: La Repubblica
Difficile pensare che gli altri parametri, come quello sulla checklist delle RSA o sull’efficienza e il numero dei tracciatori, vedano la Campania in condizioni migliori rispetto alla Lombardia. 
 
Anche il Lazio giallo appare inspiegabile. Code record per un tampone, gli ospedali in affanno, tra cui il Gemelli già in saturazione, una crescita contagi record a Roma attestata anche dai molti personaggi noti che stanno risultano positivi nelle ultime ore, tra cui la stessa sindaca Raggi. 
 
Se poi si guardano i trend, la Lombardia risulta in miglioramento da almeno 5 giorni per tutti i principali indici: Rt in calo dal 2,2 all’1,7 – tasso di positività dal 22% al 17% – tasso di crescita dal 4,6% al 3,5% – rallentamento crescita ricoveri in intensiva etc.. Senza considerare poi che in Lombardia ci sono province come quelle di Brescia o di Bergamo che risultano tra quelle con il minor numero di nuovi casi in tutta Italia. 
 
A questo punto ci sembra naturale chiederci: potrebbero esserci altri parametri, invisibili, presi in considerazione dal governo che mostrano una maggiore rispondenza con la decisione del governo?

I parametri invisibili

#1 Presenza di scontri e violenze in piazza

Le Regioni che hanno registrato scontri in piazza e proteste violente contro il lockdown sono tutte gialle. Non a rischio. 

#2 Governatori che hanno richiesto il lockdown

“Chiedo lockdown totale al governo, in Campania chiudo tutto” aveva dichiarato il governatore della Campania De Luca due settimane fa. Da allora contagi record in Regione. Ma la Campania risulta in zona gialla. Non a rischio. 

#3 Orientamento politico 

Tutte le regioni rosse sono governate da partiti di opposizione al governo. In lockdown.

#4 Lontananza da Roma

Tutte le regioni rosse tra le più lontane da Roma: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia al nord. Calabria al Sud. In lockdown. Anche le regioni arancioni risultano lontane da Roma: Puglia e Sicilia. 

#5 Vicinanza con Milano 

Milano sembra rappresentare un fattore di rischio opposto a Roma. Tutte le regioni rosse, tranne la Calabria, risultano vicine a Milano. In lockdown. 

#6 Governatori segretari di un partito di governo

Tutte le regioni governate da segretari di partiti al governo sono in zona gialla. Non a rischio. 

#7 Presenza di Parlamenti, Ministeri, Presidenze della Repubblica

Tutte le regioni che hanno al loro interno sedi governative sono in zona gialla. Non a rischio.

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MILANO chiude? La REGIONE: “Sono dati vecchi” Ma SALA: “Rispetteremo le regole”

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Posti letti su terapie intensive (attuali + attivabili) aggiornati al 30 ottobre. Fonte: La Repubblica

Il presidente lombardo è contrario ad una zona rossa per Milano e la Lombardia “perché la situazione è in miglioramento negli ultimi giorni”. Il sindaco dopo che solo ieri aveva escluso il lockdown oggi si dice a pronto ad adeguarsi. Nel frattempo Confcommercio Lombardia e Confcommercio Milano prevedono il disastro economico: rischiamo di non riprenderci per molto tempo. 

MILANO chiude? La REGIONE: “Sono dati vecchi” Ma SALA: “Rispetteremo le regole”

# La contrarietà di Fontana alla zona rossa per la Lombardia “Sarebbe difficile gestire aree urbane con rischi diversi

Credits: L’Ego Hub – Livelli di rischio delle regioni

Alla differenziazione delle misure a livello regionale che Fontana si è opposto ancora per tutta la giornata di ieri. Insieme agli altri presidenti di Regione ha ribadito la richiesta di misure omogenee per tutto il territorio nazionale. Per almeno tre ordini di questioni: gestibilità, soldi e tempismo.

Primo perché i governatori dovrebbero far scattare misure diverse anche per le singole aree urbane dei rispettivi territori e sarebbe difficile gestirle. In secondo luogo c’è una questione di risorse economiche e di sostegno normativo: da giorni Fontana fa notare che per ogni categoria che si troverà penalizzata dalle nuove misure sono necessari i ristori. Terzo gli indennizzi dovranno essere contestuali all’entrata in vigore del provvedimento e non successivi.

# L’assessore Gallera “Penso sia più corretto fare una valutazione sulla base delle misure assunte il 22 ottobre”

L’assessore al Welfare Giulio Gallera sostiene che la scelta delle zone vada fatta dopo una valutazione dell’impatto delle restrizioni già in vigore. “Sono state introdotte giovedì 22 ottobre e quindi, tra oggi e giovedì prossimo, saranno trascorsi quei giorni sufficienti per vedere se sono state efficaci a ridurre la crescita del contagio». Aggiungendo che: “i dati che ha il governo sono precedenti all’introduzione delle nostre misure, quindi, io penso che lo stesso governo voglia attendere i nuovi dati, penso che sia più corretto fare una valutazione sulla base delle misure assunte, anche per dare un senso ai cittadini, e far capire loro che se quello che hanno fatto è positivo, o non lo è del tutto, e quindi dobbiamo inasprire“. Questo perché in base all’intervallo di tempo preso in esame può cambiare parecchio anche la geografia delle Regioni da considerare in zona rossa.

Fonte: Il Corriere

# Beppe Sala: “Misure severe ma rispetteremo le regole”

Il 29 ottobre il sindaco si era espresso con forza contro ogni ipotesi di lockdown: 🛑 Il ruggito di SALA contro il GOVERNO: “Vogliamo i dati e se chiudete ci pagate”.
Concetto ribadito nella giornata di ieri quando il sindaco aveva escluso ogni possibilità di lockdown per Milano. Oggi il cambio di rotta.

Sul suo profilo social il sindaco Sala ha affermato che “le decisioni del Governo vanno rispettate e applicate. La tutela della salute dei cittadini è il primo bene da proteggere e noi continueremo a lavorare perché queste disposizioni siano osservate da tutti i milanesi. Si tratta certamente di misure severe.” Il sindaco ha anche scritto che accoglie con dispiacere il fatto che gli studenti dalla seconda media in avanti dovranno fare lezione a distanza e conferma la sua battaglia per le categorie penalizzate:Continuerò a battermi affinché gli aiuti a favore di tutte le categorie penalizzate dalla chiusura vengano immediatamente erogati.”

 “Milano anche questa volta rispetterà le decisioni del Governo”, conclude il Sindaco, “e lavorerà unita per uscire al più presto da questa difficile situazione. Ogni giorno da Palazzo Marino mi assicurerò che ciò avvenga.

Leggi anche: 🛑 Sospeso il pagamento di AREA C e STRISCE BLU

# La Confcommercio: per il lockdown in arrivo un altro 1,7 miliardi di perdita pari al 9% del fatturato tra terziario, commercio e ristorazione per la Lombardia

In una nota diramata Confcommercio Lombardia ha dichiarato: “Siamo molto preoccupati: le nuove, ulteriori restrizioni impatteranno in maniera devastante su interi comparti del terziario, sul commercio, sulla ristorazione, sulle attività del turismo della Lombardia, regione che, ricordiamo, produce oltre il 20% del Pil nazionale. Le chiusure potrebbero colpire quasi 60mila imprese di commercio al dettaglio, a queste si aggiungono le attività già interessate dalle restrizioni, oltre 55mila imprese della ristorazione, dell’alloggio, dei servizi. Parliamo di uno scenario da vero disastro economico».

L’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza ha fatto già una prima stima del costo economico dell’istituzione della zona rossa con riferimento alla sola area metropolitana milanese, dove si contano 295.529 imprese per un totale di 1.734.380 addetti, nonché 49.059 esercizi commerciali e di somministrazione. La perdita di fatturato per il comparto è stimata, a Milano e hinterland, dal 5 novembre al 3 dicembre, in 1,7 miliardi di euro, pari al 9% del fatturato annuo.

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: Perchè lockdown in Lombardia, ma non in Campania o Lazio? I dati che non tornano

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🛑 La LOMBARDIA verso il lockdown, Campania e Lazio no: i dati che NON TORNANO

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Nell’attesa dell’ufficialità, pare ormai certo che la Lombardia sarà zona rossa e quindi sarà soggetta alle condizioni più stringenti del nuovo DPCM. Eppure qualcosa non quadra. Se si prendono i dati principali che indicano l’evoluzione dell’emergenza sanitaria, la situazione in regione negli ultimi giorni sta segnando un miglioramento in tutti i trend, soprattutto se lo si confronta alle previsioni che avevano giustificato il precedente DPCM. Al contrario la situazione di altre regioni, che sembrano non verranno toccate dallo stesso provvedimento, appaiono assai più critiche. Vediamo i dati e quello che non torna

La LOMBARDIA verso il lockdown, Campania e Lazio no: i dati che NON TORNANO

# Rt in calo a Milano, dal 2,35 all’1,77. La curva dei contagi in Regione si è stabilizzata negli ultimi giorni

Credits: corriere.it

L’RT della nostra regione appare in calo: l’ultimo dato riporta 2,01 dal 2,09 di qualche giorno fa. Nell’area metropolitana di Milano dopo il picco dell’Rt a 2,35 il 15 ottobre è in corso un calo costante che l’ha portato a 1,77 dell’ultima rilevazione. Il trend sembra in costante calo e potrebbe scendere al di sotto della soglia di allarme di 1,5. 

La crescita dei contagi si è stabilizzata: era cresciuta in modo esponenziale fino ad arrivare a sfiorare i 9.000 casi giornalieri, ma da quasi una settimana ha preso a scendere o, comunque, a oscillare tra 5.000 e 8.000. Dopo una rapida crescita anche il tasso di positività (rapporto testati/positivi) pare stabilizzato attorno al 20%. Da segnalare anche che la percentuale dei ricoverati in terapia intensiva è sotto la soglia dell’1% dei positivi totali.

# Lombardia sotto la Campania per occupazione posti in terapia intensiva 

Credits: infolab.ilsole24ore.it

In proporzione ai posti attivati il livello di occupazione delle terapie intensive di Campania e Lombardia sono al medesimo livello intorno al 45%. Non solo, calcolando insieme ai posti esistenti anche quelli attivabili, la Lombardia arriverebbe a 1.530 e sarebbe appena sopra il 30%. La regione di De Luca che, al contrario della Lombardia, è carente di anestesisti per mettere in funzione ospedali Covid è molto più vicina al collasso del sistema sanitario. non è al momento inserita nella zona rossa, ma ancora incerta se essere verde o arancione.

Posti letti su terapie intensive (attuali + attivabili) aggiornati al 30 ottobre. Fonte: La Repubblica

# Il tasso di crescita dei contagi è da giorni tra i più alti in Italia in Campania e Lazio, mentre in Lombardia è tra i più bassi 

Tasso incremento contagi regioni

Il trend giornaliero della crescita dei contagi pone la Campania con un aumento del 4,76% e il Lazio con il 4,36% davanti alla Lombardia per più di un punto percentuale che si ferma a 3,25%. Sei sa prende un orizzonte più ampio la crescita dei contagi risulta in Campania più del doppio di quella della Lombardia. Anche questo dato evidenzia come nelle nostra regione sia in atto un trend positivo, mentre nelle regioni ritenute meno a rischio si intraveda in realtà un peggioramento della situazione.

# Le ricerche che dicono che in Lombardia si sta procedendo verso un’immunità diffusa

Al convegno “Covid-19, il virus ignorante”, organizzato dalla Fondazione The Bridge, in cui hanno partecipato il Professor Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e l’Assessore al welfare Gallera, sono emersi due informazioni rilevanti: la prima è che verosimilmente la Lombardia potrebbe avere raggiunto il 60% di immunità da anticorpi e da cellulle T, la seconda, anche se già acclarata, è che ad oggi siamo la terzultima regione italiana per indice di diffusione del virus Sars-CoV-2. Sono diversi i segnali che in Lombardia stia accadendo quanto accaduto in aree molto colpite, come New York o Wuhan, dove il virus sembra sparito o quasi dopo aver circolato troppo. A questo punto può avere senso arrestare la sua circolazione invece che seguire la discesa verso il basso della sua curva di contagi?

Leggi anche: in Lombardia l’immunità diffusa

# Scelte di tutela della salute pubblica o dettate da giochi di partito?

Dopo le prime previsioni sulla creazione di zone rosse, molti osservatori hanno sottolineato che essere verrebbero create in regioni governate dal centro destra mentre resterebbero fuori delle regioni in crisi sanitaria evidente, ma governate da personaggi simbolo del centro sinistra, come il Lazio di Zingaretti, la Campania di De Luca o la Puglia di Emiliano. 

Anche perchè secondo i dati sopra riportati non si capisce dove finiscano le reali necessità di tutela della salute pubblica e di limitazione di diffusione del virus e dove si inseriscano invece anche motivazioni extrasanitarie.

Non crediamo che quella politica sia una delle motivazioni nella scelta sulle regioni da chiudere, ma quello che serve per i cittadini è di avere un metodo più trasparente e oggettivo nell’applicazione di restrizioni che per l’economia e la vita dei territori possono rappresentare un vero e proprio colpo di grazia. 

 

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🛑 Sospeso il pagamento di AREA C e STRISCE BLU

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Credits: settenews.it - Area C

“Ho dato mandato di sospendere il pagamento di Area C e dei parcheggi sulle strisce blu“, ha scritto il Sindaco sulle sue pagine social.

Un segnale di quello che ormai in città tutti sanno: Milano tornerà zona rossa e secondo il nuovo DPCM sarà di nuovo in lockdown.

“Continuerò a battermi”, scrive inoltre il Sindaco, “affinché gli aiuti a favore di tutte le categorie penalizzate dalla chiusura vengano immediatamente erogati. Per questo sono pronto da subito a farmi portavoce delle loro istanze in tutte le opportune sedi”.

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Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

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Credits: comunicato stampa Stadler

Per le olimpiadi a Milano arrivano gli svizzeri. Stiamo parlando dei nuovi Tram ordinati alla svizzera Stadler da ATM. Un accordo per la fornitura di 80 nuovi Tram che gradualmente andranno a sostituire i più datati degli attuali in circolazione. Addio Tram cigolanti e rumorosi, addio vecchia Milano. Nostalgia a parte, i nuovi Tram bidirezionali offrono una nuova dinamica di marcia, oltre ad elevati standard di sicurezza e confort. La Stadler è ben conosciuta per i suoi treni che già raggiungono la stazioni di Milano, ma come saranno i nuovi tram?

Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

# Le caratteristiche dei nuovi tram: 3 carrozze, lunghezza di 26 metri, bidirezionali

Credits: comunicato stampa Stadler

“Tramlink”, questo è il nome dei nuovi tram, è un veicolo formato da tre carrozze, progettate per un’elevata resistenza alla corrosione e con una lunghezza di circa 26 metri, che consente a questo innovativo mezzo tramviario di coesistere in modo ottimale con il traffico stradale intenso di Milano. Dotato di tre porte per lato, unitamente ad un pianale ribassato, garantisce un rapido flusso dei passeggeri, i quali, anche se a mobilità ridotta, potranno agevolmente spostarsi lungo tutta la lunghezza del tram, grazie all’ampio corridoio. I nuovi Tram bidirezionali, che non obbligheranno più ad avere capolinea ad anello, saranno 80 in totale e offriranno una nuova dinamica di marcia, oltre ad elevati standard di sicurezza e confort.

# Innovativi sistemi di sicurezza: dispositivo anti-collisione e telecamere che eliminano gli angoli ciechi

Priorità del progetto è stata la ricerca della sicurezza per i passeggeri, i pedoni ed i conducenti. Il nuovo modello di tram sarà dotato di uno speciale dispositivo anti-collisione in grado di intervenire in caso di potenziale rischio di urto con automobili, pedoni e ostacoli generici. Tra le novità tecnologiche introdotte sono da annoverare le telecamere, che eliminano gli angoli ciechi per garantire la sicurezza interna del veicolo e il design delle cabine che massimizza la visibilità.

Continua la lettura con:  Olimpiadi: i lavori che trasformeranno Milano 

GIUSEPPE MARZAGALLI

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🛑 MILANO in ZONA ROSSA? Si potrà fare solo questo (breve guida per chi non ci sta capendo più nulla)

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Credits: Andrea Cherchi

Il nuovo Dpcm istituisce una suddivisione delle Regioni italiane in tre aree differenti: zone rosse ad alto rischio, arancioni intermedio e verdi più sicure. Milano e la Lombardia sono tra quelle a più alto rischio e quindi avranno restrizioni più severe di altre parti d’Italia. In breve, cosa si potrà fare in città con le nuove disposizioni?

🛑 MILANO in ZONA ROSSA? Si potrà fare solo questo (breve guida per chi non ci sta capendo più nulla)

# In tutto il Paese: coprifuoco di notte

Secondo il Dpcm firmato nella notte da Conte, con l’istituzione del coprifuoco nazionale si potrà circolare dalle 5 del mattino alle 22. Dopo quella fascia oraria si potrà farlo solo per motivi di lavoro o di salute. Viene comunque fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati se non necessario ovvero sempre per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.

Le altre misure previste sono:

  • didattica a distanza al 100% in tutte le classi delle scuole superiori, ci sarà la didattica a distanza al 100%,
  • capienza massima al 50% sui mezzi di trasporto pubblici,
  • chiusura dei centri commerciali nel weekend e nei giorni prefestivi e festivi,
  • chiusura di musei, mostre, sale bingo,
  • stop alle crociere,
  • concorsi pubblici sospesi, eccezioni fatta per quelli legati alla sanità,
    parchi e ville aperti, con l’obbligo di mantenere il distanziamento sociale di almeno un metro.

# La divisione dell’Italia in 3 zone di rischio

Il nuovo Dpcm stabilisce di dividere le regioni in 3 aree corrispondenti a 3 scenari di rischio. Le regioni saranno classificate con colori diverse a seconda del grado di gravità sanitaria: zone rosse ad alto rischio, arancioni intermedio e verdi più sicure. Il livello di gravità viene assegnato sulla base di 21 parametri. Le regioni nello scenario più rischioso, verranno sottoposte ad una forma di lockdown a seguito di ordinanza del Ministero della Salute. Al momento tra le regioni a rischio di lockdown ci sarebbero: Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige, Valle d’Aosta.

# Cosa si potrà fare a Milano se zona rossa: quasi tutto chiuso, spostamenti solo con l’autocertificazione

Milano in base ai parametri individuati dal Dpcm potrebbe essere definita zona rossa insieme alla Lombardia. Questo significa che oltre alle misure previste a livello nazionale si aggiungono nuove restrizioni. Praticamente si chiude tutto e viene tolta ogni libertà ai cittadini, con queste eccezioni:

  • è consentito il rientro alla propria abitazione e il trasporto dei figli alle scuole con didattica in presenza, anche se qualsiasi spostamento anche all’interno dei Comuni è permesso solo per comprovate esigenze di motivi di lavoro, salute e urgenza da motivare con l’autocertificazione
  • rimangono aperti i negozi di alimentari, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie, i parrucchieri
  • gli studenti fino alla prima media potranno fare scuola in presenza 
  • la ristorazione d’asporto è permessa fino alle 22, la consegna a domicilio non ha limitazione di orari
  • si potrà fare attività sportiva all’aperto individuale rispettando la distanza di almeno un metro, vicino all’abitazione.

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Le 10 CITTÀ LOMBARDE TOP se i MUNICIPI di Milano fossero AUTONOMI

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Credits: Andrea Cherchi

Il Comune di Milano con circa 1,4 milioni di abitanti è il più abitato della Lombardia. Ma se si sciogliesse nei suoi nove municipi, come si posizionerebbero al cospetto delle altre città della regione? Sarebbero tutti nella top 10, tranne uno: il municipio uno che, con i suoi 98.000 sarebbe al dodicesimo posto, dietro a Bergamo. Ma vediamo la classifica. 

Le 10 CITTÀ LOMBARDE TOP se i MUNICIPI di Milano fossero AUTONOMI

#10 Monza (124.051 abitanti): quasi Milano 

Credits: ilcittadinomb.it

Monza, capoluogo della provincia di Monza e Brianza, con 124.051 per poco meno di 3.000 abitanti supera la città di Bergamo ed entrerebbe nella classifica dei comuni lombardi più popolosi. E pensare che a Milano c’è ancora chi la considera parte di Milano…

Leggi anche: la città più milanese d’Italia è Monza

#9 Municipio 5 (126.089 abitanti): la città più a Sud

Cresits: Andrea Cherchi – Piazza Olivetti

Al nono posto troviamo il Municipio 5 che conta 126.089 abitanti, superando di 2.000 unità il Comune di Monza. Sarebbe la città più a Sud in classifica. 

#8 Municipio 3 (144.110 abitanti): la città più bella

The Fuorisalone
porta venezia: com’era

Il Municipio 3 sarebbe non solo l’ottava la città più popolata della Lombardia, ma forse anche una delle più belle, visto che il quartiere di Porta Venezia è stato inserito tra i 40 quartieri più belli al mondo. Supera il Municipio 5 di 18.000 residenti.

#7 Municipio 6 (151.291 abitanti): il porto della Lombardia 

guida navigli

Il primo della classifica a sfondare il muro dei 150.000 è il Municipio 6, con oltre 25.000 residenti in più del comune precedente. Sarebbe la città dell’acqua, la “nuova Venezia, con il naviglio grande e la Darsena, rappresentando l’unica città portuale della Lombardia. 

#6 Municipio 4 (161.551 abitanti): la porta dell’Est

Il Municipio che va da Porta Romana a Porta Vittoria, supera di poco la soglia dei 160.000 abitanti meritandosi la sesta piazza. Sarebbe la porta dell’est, tra l’area urbana di Milano e le grandi città della Lombardia orientale. 

Leggi anche: I 7 QUARTIERI MENO CONOSCIUTI di Milano

#5 Municipio 2 (162.090 abitanti): la città dei collegamenti

Credits: Andrea Cherchi – Stazione Centrale

Il Municipio 2 si posiziona a metà classifica con i suoi 162.090 abitanti. Sarebbe la città dei grandi collegamenti, con la Stazione Centrale come simbolo. 

#4 Municipio 7 (175.465 abitanti): la città giardino e capitale dello sport

Credits: Andrea Cherchi – Stadio San Siro

Appena giù dal podio il più esteso municipio di Milano con 31,34 kmq, nel quadrante ovest della città, con oltre 175.000 residenti. Con il suo record di parchi scalzerebbe Varese come città giardino della Lombardia oltre che rappresentare la capitale dello sport regionale. Forse anche nazionale. 

Leggi anche: I BORGHI antichi e le sette sorelle verdi del Municipio 7, il polmone di Milano

#3 Municipio 9 (187.773 abitanti): la città del futuro

Credits: corriere.it – Porta Nuova

Dal nuovo quartiere di Porta Nuova a Villa Clerici, il municipio 9 arriva alla quota di 187.773 residenti. Se fosse autonoma sarebbe la città del futuro in Italia. Con il quartiere di Porta Nuova ancora in trasformazione, con l’incubatore dei record della Bovisa, con le università e i coworking. 

Leggi anche:
I TRE CASTELLI del Municipio 9
VILLA CLERICI, la “Villa delle delizie” a Niguarda

#2 Municipio 8 (188.367 abitanti): la città della vita

Citylife

Per un soffio, appena 600 cittadini, il Municipio 8 agguanta la seconda piazza di questa classifica, rappresentando anche il municipio con più abitanti di Milano. Se fosse autonomo la sua identità potrebbe essere quella di City Life, sarebbe la città della vita della Lombardia. 

Leggi anche: Le mille facce di Citylife

#1 Brescia (199.579): la nuova città regina della Lombardia

Se i municipi di Milano fossero città autonome, Brescia sarebbe la prima città della Lombardia con poco meno di 200.000 abitanti. Come tutti i municipi milanesi è percorso dalla metropolitana, l’unica altra città in regione, oltre a Milano ad averne una. Abitanti e metropolitana: avrebbe tutto in regola a candidarsi come capoluogo della Lombardia. Soprattutto se i municipi di Milano fossero uniti in Milano città stato. 

Leggi anche: 10 motivi per passare un WEEKEND a BRESCIA

Continua la lettura: La CLASSIFICA dei nove MUNICIPI di Milano: quali sono i DUE GIGANTI? E quello MIGNON?

FABIO MARCOMIN

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Le RESIDENZE a Milano per isolare i POSITIVI: quelle operative e quelle in arrivo

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La seconda ondata della pandemia da Covid ha riproposto la necessità di individuare dei luoghi adatti per consentire la quarantena alla persone positive, con assenza di sintomi e sintomi lievi, che non hanno spazi adeguati presso le proprie abitazioni in modo da rimanere separati dai propri famigliari e rischiare di trasmettere loro il virus. Quali sono le strutture e chi può accedervi?

Le RESIDENZE a Milano per isolare i POSITIVI: quelle operative e quelle in arrivo

# Chi può essere ospitato e come funziona l’iter di assegnazione di una camera per la quarantena?

Le persone che possono essere ospitate presso i “Covid center” o “Covid Hotel” sono positivi asintomatici e paucisintomatici che hanno bisogno di rimanere in regime di quarantena e non possono farlo presso la propria abitazione per mancanze di stanze separate dal resto della famiglia. La richiesta non può essere effettuata dagli stessi interessati, ma è il medico curante o il pronto soccorso a indicare i casi all’Ats milanese. A quel punto avviene la supervisione di un hub, che in questo caso è il Centro Unico Dimissioni dedicato solo ai positivi Covid, del Pio Albergo Trivulzio: da qui partono le segnalazioni per poi individuare le strutture idonee per i positivi che necessitano della quarantena. 

Ad oggi sono due le strutture operative ma il Comune di Milano di concerto con Ats, Regione è pronta ad aprirne altre a breve.

#1 Adriano Community Center: 70 camere e 17 appartamenti per i positivi al Covid

L’“Adriano Community Center” inserito nel progetto di riqualificazione di una porzione del quartiere Adriano e pensato come punto sanitario territoriale e di degenza per gli anziani, da questa settimana accoglie le persone positive al Covid. Il centro mette a disposizione 70 camere doppie a uso singolo e 17 appartamenti per piccoli nuclei familiari, 8mila metri quadri, dal piano terra ai tre piani superiori.  

 

#2 Hotel Astoria: 70 camere per la quarantena di persone autonome

L’Hotel Astoria, a ovest della città nelle vicinanze di Piazzale Lotto, ha partecipato a un bando indetto dall’Atsper dare un segnale alla città e restituire un po’ di quello che abbiamo avuto, dato che Milano è la città in cui da sempre viviamo e lavoriamo“, le parole delle titolari. Le camere messe a disposizione sono 70 e i primi quindici ospiti sono già entrati: hanno un’età che varia dai 18 ai 30 anni, e sono studenti, partite Iva, disoccupati o colf.  

Il dirigente medico dell’Ats della Città Metropolitana Thea Scognamiglio, che ha già coordinato il precendete Covid Hotel del “Michelangelo” spiega a chi è rivolta una struttura di questo tipo: “In strutture come queste si privilegiano le persone autonome, considerato che un Covid hotel, essendo di base un albergo, è per forza di cose scarsamente medicalizzato. Per i positivi anziani o grandi anziani si privilegiano altri domicili dove l’assistenza sanitaria sia maggiore“.

 

# Pronto il bando per hub che ospitino i positivi under 18

Per il contenimento dell’epidemia che sta interessando anche le comunità milanesi per minori il Comune di Milano ha approntato un bando per individuare hub per i positivi fra gli under 18, a cui si aggiungeranno ospitalità con supporto medico per minori con patologie pregresse.

Fonti: Il Corriere, Il Giorno

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Al via i lavori per il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO: la Scandinavia sarà più vicina

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fehmarnbelt tunnel

L’Europa diventa ancora più unita. Nel 2029 si potrà passare dalla costa nord della Germania all’isola di Copenaghen in 7 minuti di treno o in 10 minuti di auto grazie a un tunnel lungo 18 km e profondo 40 metri sul fondale del mar Baltico. In futuro da Milano, grazie ai corridoi ferroviari europei, si potrà arrivare in treno o in auto fino a Copenaghen in modo ancora più rapido da Amburgo, senza prendere un traghetto o senza allungare passando per la Danimarca continentale. E a quel punto proseguire fino in Svezia fino a capo Nord, senza soluzioni di continuità.

Al via i lavori per il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO: la Scandinavia sarà più vicina

# Il “Fehmarn Belt” sarà il tunnel immerso più lungo del mondo: 18 Km sul fondale del Baltico

7 minuti in treno e 10 minuti in auto: questi i tempi del nuovo collegamento fra la costa nord della Germania e l’isola di Lolland da cui si raggiunge Copenaghen. La grande infrastruttura sarà lunga 18 km e faciliterà la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. Il Ministero dei Trasporti danese lo ha definito come una “decisione storica” e “una nuova porta d’ingresso per l’Europa”. Il progetto, già in fase di programmazione da anni, avrà il via dei lavori il primo gennaio 2021 sul versante danese e l’anno seguente sul versante tedesco. Sarà inaugurato, secondo le previsioni, nella seconda metà del 2029.

L’opera costerà circa 7 miliardi di euro, uno di questi proveniente dall’Unione Europea. In circa 40 anni, con il pedaggio pagato da ogni autovettura, si copriranno i costi di produzione. A differenza del tunnel della Manica o della galleria Seikan in Giappone, questo tunnel non sarà costruito sotto il fondale marino, ma poggerà su di esso. Si troverà a 40 metri sotto il Mar Baltico e sarà costituito da 79 blocchi di cemento, lunghi ognuno 217 metri. Saranno percorribili da una linea ferroviaria a doppio binario e da un’autostrada a quattro corsie. La distanza da Amburgo a Copenaghen si ridurrà da 450 km a 320 km.

# Il tunnel prende il nome dall’isola tedesca di Fehmarn e consentirà la nascita del nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt”

Il tunnel si collegherà all’attuale Fehmarn Belt, un ponte che connette l’isola tedesca di Fehmarn alla terraferma. Toccherà poi l’isola danese di Lolland, a sud di Copenhagen. Il nome è preso appunto dalla famosa isola tedesca attraversata, Fehmarn, nello Schleswig-Holstein a Nord della Germania. Questa zona del Mar Baltico è molto turistica ed offre sia tantissime attività all’aria aperta legate alla natura e al mare sia molte visite a siti culturali. Con il nuovo ponte nascerà anche il nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt” con itinerari in comune tra i due Paesi e tra le città di Copenhagen, Malmö e Amburgo.

Nota finale: 18 chilometri di ponte. Una distanza sei volte maggiore a quella che divide la Calabria dalla Sicilia. 

Fonte articolo: Maria Giulia Marsili per “Berlino Magazine” – A breve il via ai lavori del tunnel sottomarino più lungo al mondo. Collegherà Danimarca e Germania

Continua la lettura con: la metropolitana più piccola del mondo

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

 

I SUPERMERCATI dei milanesi: PRIMATI e MISTERI di Carrefour ed Esselunga

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credits: quifinanza.it

Durante il primo e temiamo non ultimo lockdown, si è aperta la sfida dei supermercati milanesi. Quelli che hanno gestito meglio le code, quelli con lo stock migliore, quelli con più sanificanti per i clienti e aspetti simili. A Milano, i maggiori marchi simbolo della grande distribuzione organizzata sono due: Carrefour ed Esselunga. Ambedue le aziende sono state responsabili, oltre naturalmente che di lodevoli iniziative, anche di storie più o meno inquietanti. Andiamo a vedere qualche aneddoto che pochi conoscono.

I SUPERMERCATI dei milanesi: PRIMATI e MISTERI di Carrefour ed Esselunga

# CARREFOUR: la multinazionale francese che ha fatto fortuna in Italia

La catena di discount nata nel 1959 in Francia ha trovato sviluppo in Italia dal 2009, prevalentemente nella zona centrosettentrionale del paese, mentre a partire dal 2013, dopo essere sbarcato in Sicilia, il marchio transalpino ha aperto in Puglia, Calabria e Basilicata. Nella sua rete globale comprensiva di marchi affiliati, conta 100mila dipendenti e 35 miliardi di euro di utile netto. Come tutte le grandi aziende, il curriculum di Carrefour è fatto di luci e ombre, una in particolare molto singolare nella sua drammaticità. Non molti sono a conoscenza, infatti, che il supermercato della ‘rotatoria’ è stato responsabile di un incredibile errore finito in tragedia.

# La promozione finita in tragedia: 3 morti e 30 feriti

Nel novembre del 2007, a Chongqing (Cina centro-meridionale), è stata presentata un’offerta di olio di colza in sconto per i festeggiamenti del decimo anniversario della prima apertura nel paese. La promozione ha riscosso grande aspettativa, e centinaia di cinesi si sono messi in fila dalle quattro del mattino per accaparrarsi uno sconto su un prodotto che, dall’inizio dell’anno, aveva subito rincari del 30%. All’apertura dei cancelli, diversi clienti sono finiti a terra e sono stati travolti e schiacciati dalla massa. Alla fine, si conteranno 3 morti e 30 feriti. E tutto per una bottiglia di 5 litri d’olio.

# ESSELUNGA: La S più famosa d’Italia 

credits: italiaatavola.net

Fondato da Bernardo Caprotti nel lontano 1957, in pieno boom economico, da un’idea di sviluppo del magnate americano Nelson Rockefeller, il supermercato con la S più famosa d’Italia ha rappresentato, per lungo tempo, l’unico riferimento milanese e poi italiano per la spesa degli italiani. A differenza dei concorrenti come, appunto, Carrefour e Coop, che puntano anche su centri vendita di dimensioni più ridotte ma diffusi in maniera più capillare, i supermercati Esselunga si trovano quasi esclusivamente in grandi città o nelle loro immediate vicinanze. Inoltre è presente quasi soltanto nel nord Italia: in particolare in Lombardia, Piemonte, Emilia, Toscana e nel Lazio a Roma ed Aprilia. Snocciolando qualche numero, Esselunga nel 2014 ha raggiunto il sedicesimo posto nella lista delle aziende italiane col maggior fatturato. 24mila dipendenti e quasi 300 milioni di euro di utile netto, le coordinate finanziarie (dati del 2018). Anche la S gigante, però, si porta dietro qualche controversia della quale, si sa, è difficile liberarsi, soprattutto quando sentenze a parte se ne impossessa il passaparola. Noi ovviamente non siamo qui per prendere posizione su chi avesse torto o ragione, ma i fatti sono indubbiamente curiosi e val la pena di riportarli.

# Quando a trarti in inganno è una tua dipendente

Una dipendente del punto vendita Esselunga di Viale Papiniano a Milano affermò, il 2 febbraio 2008, che le fosse stato impedito di recarsi al bagno per un intero turno di lavoro. Al termine del turno, recatasi in ospedale, le venne diagnosticata una cistite emorragica. Tornata al lavoro dichiarò d’essere stata aggredita da uno sconosciuto nei bagni del supermercato,  fece causa e i sindacati indissero uno sciopero. Pare poi che i clienti abituali solidarizzarono con i dipendenti, boicottando l’esercizio commerciale e stracciando le tessere fedeltà. Esselunga minacciò querele per il danno d’immagine subito  dando la propria versione dell’accaduto, e a novembre 2009 la vicenda venne archiviata dalla magistratura perché fu dichiarato, in sede giudiziale, che la donna mentì: decisiva fu la perizia dell’ex psichiatra nella quale venne dichiarata affetta da disturbi psichici, e l’archiviazione era stata richiesta a ottobre dallo stesso pubblico ministero. La dipendente fu anche colta in flagranza di reato dal personale di sorveglianza per aver sottratto alcune confezioni di alimentari. La donna avrebbe ammesso la propria responsabilità e la società di Caprotti, dopo aver presentato una denuncia-querela, la licenziò.

Continua la lettura con Il primo supermercato d’Italia venne aperto a Milano in viale Regina Giovanna

CARLO CHIODO

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L’ANFITEATRO MARTESANA in realtà è un TEATRO (ed è in un parco con un nome assurdo)

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Credits: Anfimartesana

Il parco della Martesana è un luogo che presenta degli aspetti bizzarri. Il primo è il nome. Parco Martesana? Sbagliato. Il vero nome è Parco Martiri della Libertà Iracheni Vittime del Terrorismo. Ma così probabilmente non l’ha mai chiamato neppure un milanese. Un altro elemento curioso è che al suo interno presenta un “anfiteatro” che rappresenta uno dei luoghi più caratteristici lungo il Naviglio a nord della città. Scopriamo questa oasi nell’oasi che tra l’altro è anche un falso storico.

L’ANFITEATRO MARTESANA in realtà è un TEATRO (ed è in un parco dal nome assurdo)

# Un luogo spettacolare

Credits: Anfimartesana

L’Anfiteatro della Martesana è uno dei luoghi più caratteristici ed energici del parco lungo l’omonimo naviglio, tra Gorla e Turro. Il parco della Martesana è un luogo dove comunità, famiglie, gruppi di amici si ritrovano a passare il proprio tempo libero nel verde e distanti dalla frenesia cittadina.

 

# Le attività dell’anfiteatro: dalla commedia di Arlecchino alla danza classica di Roberto Bolle

All’interno del Parco si trova l’Anfiteatro Martesana che catalizza la vitalità di chi vive e frequenta il parco: a partire da IAM, circolo attrattivo e culturale che supporta le realtà artistiche della zona, situato all’interno dello stesso Anfiteatro.

Dal giovedì al sabato, dalle 18 in poi capita spesso di trovarsi di fronte a piccoli gruppi di ballerini di danza contemporanea o freestyle hip-hop, così come gruppi di caporaleros peruviani/e o boliviani/e. Qui si tengono opera teatrali come l’Arlecchino di Goldoni, spettacoli di danza classica come l’evento “on Dance” organizzato da Roberto Bolle, oppure concerti di pianoforte o di gruppi di musicisti indipendenti.

Parco giochi fronte anfiteatro

# L’errore storico: l’anfiteatro in realtà è un teatro

Come ogni architetto o persona amante della storia antica sa, l’anfiteatro Martesana in realtà è un errore. Anfiteatro deriva dal greco ἀμϕιϑέατρον, che significa «costruzione che ha i posti tutt’intorno per guardare». L’anfiteatro si distingue dal teatro proprio perchè è di forma ellittica o ovale. Ad esempio il Colosseo è una anfiteatro così come lo sono gli stadi e tutte le strutture costruito attorno al luogo dove hanno luogo gli spettacoli. Pertanto l’arena o lo stadio San Siro sono degli anfiteatri. Mentre il Martesana in realtà è un teatro all’aperto. Almeno restando fedeli all’etimologia greca. 

Comunque sia sempre meglio anfiteatro che il nome del parco. Parco Martiri della Libertà Iracheni Vittime del Terrorismo è uno slogan, non un nome. 

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ASTORIA che bella storia, le piste del TRENTINO e amaro BRITISH: il Menù con le 3 NEWS di cui parlare stasera (Milano, Italia, Mondo)

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Foto: Andrea Cherchi

Di cosa parliamo stasera? Il menù di questa sera è un minestrone di contraddizioni ai tempi del Covid.

Un MINESTRONE di contraddizioni: il Menù con le 3 NEWS di cui parlare stasera (Milano, Italia, Mondo)

# Primo. Milano: isolare per vincere. L’hotel Astoria diventa luogo per l’isolamento dei malati non gravi

credits: ilgiorno.it

Una delle priorità per vincere l’emergenza Covid è isolare i positivi. Per aumentare la disponibilità di luoghi di isolamento viene in soccorso uno dei settori più colpiti dall’emergenza, quello alberghiero. E’ il caso dell’hotel Astoria, che da oggi non ospiterà turisti, peraltro ormai inesistenti, bensì persone contagiate dal virus. La struttura, con oltre 40 anni di storia, vuole dare il buon esempio e invitare tutti coloro che hanno la possibilità ad aiutare le persone che non hanno un posto per il periodo di isolamento. Una situazione simile l’avevamo già vista con un’altra struttura milanese, l’hotel Michelangelo di Savoia, che tra marzo e luglio aveva ospitato oltre 500 positivi. Con la speranza di riempire presto le stanze di viaggiatori, non ci resta altro che ringraziare tutti coloro che ogni giorno sono in prima linea nella guerra contro il Covid. E niente di meglio per stasera di parlare di cosa ognuno di noi potrebbe fare per aiutare chi è in difficoltà o per contribuire a fronteggiare questa emergenza. #grazie

Leggi anche 7 cose che mi MANCANO della MILANO PRE-COVID

# Secondo. Italia:  il Trentino ci riprova. Riaprono le piste sciistiche

credits: skimania.it

La contraddizione è una delle componenti nel minestrone Covid19. Da giorni si parla di lockdown in tutta Italia, ma a quanto pare qualcuno riesce a far buon viso a cattiva sorte. In Trentino, nello specifico a Val Senales, è stato dato il via alla stagione sciistica con l’aperture delle piste. 1500 è il numero di sciatori massimo al giorno, mentre sono 40 coloro che possono a rotazione salire sulla funivia. Un tema di conversazione stasera potrebbe essere discutere sul senso per il quale teatri, cinema e fiere siano chiusi a differenza delle piste sciistiche, che seppure con regolamenti anti-covid, restano aperte.  Aprire di più o di meno? E fin dove si può comprimere l’economia per provare a salvaguardare la salute? Domande che possono stimolare una discussione intelligente. #pericolovalanga

Leggi anche: Lo STRANO CASO del Covid in Svizzera: 0,15% in TERAPIA INTENSIVA, 86 anni l’età dei DECESSI

# Amaro. Mondo: lockdown in Inghilterra. Johnson 0- Covid 1

credits: lastampa.it

Ora è ufficiale, anche l’Inghilterra si ritira nel lockdown dopo una nuova impennata della curva degli infetti. Il premier Johnson ha chiesto alla popolazione sacrificio e pazienza e ha ammesso che la situazione è ben oltre le loro stime peggiori. Pertanto, messo spalle contro il muro, ha imposto un lockdown per un mese, salvo eventuali proroghe. Restano però aperte le scuole e le università, il parlamento e i tribunali, i cantieri, mentre i ristoranti possono solo offire takeaway e servizio a domicilio. Il primo ministro inglese, fin dall’inizio contrario alla chiusura totale, è stato obbligato a chiudere la nazione. Forse questa volta avrà capito l’amarezza dell’emergenza Covid? Una domanda buona per concludere soprattutto se #ildolcenonc’è

Continua la lettura con 🛑 “NO alla ZONA ROSSA per Milano”

MARCO ABATE

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CITTÀ TEDESCA sceglie la VIA SVEDESE per la lotta al VIRUS

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Titolo di prima pagina della Bild (2/11/2020)

L’Europa è spaccata anche sul Covid. Mentre l’Europa continentale punta su lockdown più o meno aggressivi contro la nuova ondata, i paesi del Nord e dell’Est Europa stanno usando metodi più soft, escludendo i lockdown. Anche all’interno dei paesi più intransigenti si aprono le prime crepe. La Germania, ad esempio, sta applicando un lockdown blando ma consente un’autonomia di azione ai territori. La città di Tubinga ha scelto infatti misure mutuate dal modello svedese.

Leggi anche: la via russa contro la seconda ondata

CITTÀ TEDESCA sceglie la VIA SVEDESE per la lotta al VIRUS

Pubblichiamo traduzione articolo di Deutsche Stadt wählt schwedischen Weg (“Città tedesca sceglie la via svedese“)

# Tubinga protegge gli over 65: no mezzi pubblici, orari riservati per fare la spesa, mascherine FFP2 

“Come in Svezia, la città di Tubinga si impegna a proteggere i gruppi a rischio. Tra l’altro, gli anziani non dovrebbero più utilizzare gli autobus urbani a novembre, come riportato dal quotidiano Bild. Inoltre, il sindaco Boris Palmer ha raccomandato a tutti i cittadini di età inferiore a 65 anni e senza precedenti malattie di non fare la spesa tra le 9:30 e le 11:00. Ciò manterrebbe la finestra temporale libera per gli anziani e per malati con patologie tali da metterli in pericolo in caso di infezione. La città fornisce anche mascherine FFP2 per tutti gli over 65.”

# Il messaggio del Sindaco Palmer: “Protezione degli anziani e scuole aperte

A Tubinga stiamo cercando da mesi di integrare la strategia di riduzione dei contatti con un secondo pilastro: la protezione particolarmente intensa dei gruppi a rischio. Lasciare aperte scuole e asili nido è di fondamentale importanza per il benessere dei nostri bambini. Ciò non significa che ci sarà inevitabilmente un numero maggiore di infezioni da Covid tra i giovani.”

Il resto dei cittadini ha visto progressivamente allentare ogni forma di restrizione, ma sono invitati a dare un aiuto agli anziani.

Fonte articolo: Deutsche Stadt wählt schwedischen Weg (“Città tedesca sceglie la via svedese“)

Continua la lettura: La VIA RUSSA contro la SECONDA ONDATA

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La VIA RUSSA contro la SECONDA ONDATA

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Credit: @moscow_online_life (IG)

Mentre l’Europa continentale sembra compatta nello sfidare il Covid con dei lockdown, più o meno aggressivi, i paesi del Nord e dell’Est Europa percorrono strade diverse. Dopo averlo messo in atto in primavera, ora Putin sembra voler evitare a ogni costo qualunque forma di lockdown per affrontare questa seconda ondata. Il focus è di applicare restrizioni solo per i più anziani, cercando di lasciare il resto dei cittadini relativamente liberi. I contagi per ora gli danno ragione, restando al di sotto di quelli italiani nonostante una popolazione superiore di oltre il 50%. Vediamo in sintesi quali sono le misure adottate.

La VIA RUSSA contro la SECONDA ONDATA

# Le nuove misure: particolare attenzione per gli anziani

Le nuove misure sono state appena rinnovate fino al 30 novembre. Ad oggi sono stati registrati circa 28.000 decessi, 10.000 in meno che in Italia, a fronte di 1,66 milioni di casi. Ecco cosa è previsto in Russia:

#1 No viaggi gratis per gli anziani.
Sono sospesi i biglietti gratuiti per gli over 65 per disincentivare da parte loro l’utilizzo dei mezzi pubblici

#2 Costa meno viaggiare fuori dalle ore di punta.
Dal 2 di novembre costano meno i biglietti dei mezzi pubblici fuori dagli orari di punta, per agevolare una migliore distribuzione dei cittadini dentro i mezzi di trasporto

#3 Scuole chiuse.
Le scuole medie e superiori terranno lezioni solo attraverso la didattica a distanza. Tutti i centri didattici non obbligatori sono chiusi, ovvero scuole danza, corsi, workshop per bambini.

#4 Smart Working almeno al 30%.
Ogni azienda è obbligata a lasciare almeno 30% di impiegati in smartworking e a registrare chi è in smart e chi continua a spostarsi

#5 Obbligo di stare a casa per over 65 e per i più a rischio.
Tutti coloro che hanno delle malattie croniche, over 65 e donne incinte sono obbligati a stare in casa.

# Mascherine e socialità: tutte le attività restano aperte ma con limiti e distanziamento

Tutte le attività commerciali e culturali rimangono aperte: bar, ristoranti, teatri e cinema. La vendita biglietti per i cinema e teatri si potrà fare solo online e la capienza e ridotta al 50%, mentre all’ingresso di bar e locali è obbligatorio registrare il numero di telefono. Sono consentiti gli eventi purché non superino le 50 persone.

L’obbligo di mascherine è valido solo al chiuso e sui mezzi pubblici, rimane quello del distanziamento sia all’interno dei locali che all’aperto.

Continua la lettura: La classifica dei 10 STATI europei con le misure più RESTRITTIVE. Chi sarà il vincitore?

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🛑 “NO alla ZONA ROSSA per Milano”

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Credits; fanpage.it

In attesa del nuovo DPCM si alza una sole voce dai rappresentanti istituzionali del territorio: “No alla zona rossa per Milano”. Lo dicono Fontana e Sala, chiedendo che prima si attendano gli effetti del DPCM in vigore da una settimana e si veda se il trend discendente dell’Rt sarà confermato nei prossimi giorni. Anche perchè: “chiudere Milano significa chiudere l’Italia”. 

🛑“NO alla ZONA ROSSA per Milano”

# Fontana in versione centralista: “Se lockdown dovrà essere, che sia esteso a tutto il Paese”

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana si è così espresso nei confronti del Governo pretendendo una uniformità di azione che peraltro stona con la rivendicazione di maggiore autonomia. Fontana ritiene infatti che: “la diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi“. Aggiungendo che: “una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati. Le istituzioni, a partire dal governo, devono dare segnali coerenti, forti e credibili. Le Regioni sono, come sempre, pronte a collaborare“.

Se chiude Milano, chiude tutta la Lombardia, ripete come un mantra il governatore lombardo: E se lockdown dovrà essere, che sia esteso a tutto il Paese. “Oggi ci sono undici regioni con Rt maggiore a 1,5 e altre ci stanno arrivando, ha senso che le misure siano nazionali“, ribadisce anche l’assessore alla Sanità Giulio Gallera.

# Sala: attendere gli effetti delle ultime restrizioni e procedere per gradi

Fontana rimane anche convinto che si debbano prima valutare gli effetti delle restrizioni prese su scala regionale dieci giorni fa. Della stessa opinione il sindaco Beppe Sala, contrario all’isolamento in quarantena della sola Milano, ma valutare se procedere per gradi. 

In generale tutti i sindaci in Italia hanno chiesto al governo di procedere in modo trasparente e automatico: se l’RT sale si aumentano le restrizioni, se scende si procede ad allentarle. 

# Il nuovo DPCM: le restrizioni attese

Il nuovo Dpcm, atteso per oggi o per domani, dovrebbe presevedere nuove restrizioni: probabile l’anticipo alle 18 o alle 20 del coprifuoco, già applicato dalle 23 nella sola Lombardia, la riduzione della capienza massima su treni, bus e metropolitane dall’80% attuale al 50-60%. Da alcune Regioni del Nord, Liguria, Piemonte e Lombardia, è arrivata la proposta di una stretta sulla libertà di movimento degli over 70, i più a rischio in caso di contagio, dato che secondo gli ultimi dati oltre il 90% dei decessi è di ultrasettantenni. La proposta è di prevedere una forma di “quarantene generazionali” che potranno tradursi in stringenti raccomandazioni o pressanti inviti a rimanere a casa e a uscire solo per ragioni fondamentali.

# Il punto su scuole, centri commerciali e protezione degli over 70

Non solo la protezione degli anziani divide le regioni. Anche sulle scuole la posizione varia tra le diverse regioni: in Lombardia è già previsto l’obbligo di didattica a distanza per tutti gli istituti superiori. Per la chiusura dei centri commerciali nei weekend si andrà verso un’estensione delle regole lombarde per tutta l’Italia. Ma a tenere banco è, come detto, il tipo di tutela da riservare alle persone più anziani. 

Fonte articolo: Il Corriere

Continua la lettura: 🛑 Il ruggito di SALA contro il GOVERNO: “Vogliamo i dati e se chiudete ci pagate”

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Questo è il BORGO più ANTICO d’ITALIA

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Credits: viaggiare.mondo.info - Terme di Saturnia

Qual è il borgo più antico d’Italia? Andiamo alla scoperta delle meraviglie di questo borgo immerso nella campagna toscana.

Questo è il BORGO più ANTICO d’ITALIA

# Saturnia: il borgo più antico d’Italia

Noto già in epoca romana, sono molte infatti le tracce che si possono trovare dei tempi in cui erano i Romani i dominatori d’Italia e del mondo, il borgo più antico d’Italia ha origini etrusche e sorge lungo la via romana Clodia, tra la Cassia e l’Aurelia. Secondo Dionigi di Alicarnasso la città fu fondata dai Pelasgi, e frequentazioni del territorio di Saturnia sono documentate fino all’età del Bronzo.

Saturnia offre panorami che spaziano dalle campagne alle valli, in un’area compresa tra la costa tirrenica e il monte Amiata. In epoca medievale il borgo è diventato un possedimento degli Aldobrandeschi, sotto i quali la città divenne “Libero Comune”, nel 1272 invece, Saturnia riuscì ad ottenere l’indipendenza finchè fu poi sconfitta e distrutta dai senesi. Oggi è una frazione di Manciano, in provincia di Grosseto. 

# Le attrazioni di Saturnia

Il borgo è ricco di storia e di attrazioni di ammirare durante la sua visita. La cinta muraria costruita nel secondo II a.C. dai romani su una preesistente costruzione di origine etrusca, la Rocca Aldobrandesca, edificata nel 1100 dagli Aldobrandeschi, il Museo Archeologico, con collezione di reperti provenienti dalle vicine necropoli, la chiesa di Santa Maria Maddalena, che tra i dipinti al suo interno conserva la Madonna col Bambino tra i Santi Sebastiano e Maria Maddalena tabernacolo dipinto raffigurante Santa Chiara e Santa Elisabetta d’Ungheria.

Oltre a questo merita una di essere visto il Palazzo Panciatichi-Ximenes, residenza dei governatori di giustizia, la Porta Romana, le antiche colonne con oggi solo alcuni ruderi riportanti epigrafi in latino e il Castellum Aquarum, edificato a pochi chilometri dal paese.

# Le terme di Saturnia: la Spa naturale più bella del mondo

Credits: viaggiare.mondo.info – Terme di Saturnia

Le terme di Saturnia si trovano in un favoloso contesto naturalistico, riconosciute come la Spa naturale più bella del mondo. Un luogo incantevole e famoso in tutto il globo, situato nel comune di Manciano, di cui Saturnia è frazione, a pochi chilometri dal borgo. Sono aperte tutto l’anno 24 ore su 24 e l’ingresso è completamente gratuito. Si presentano come un complesso di grandissime vasche calcaree create nel corso dei secoli dalle acque termali ricche di calcio che fluiscono a cascata da un livello di vasche all’altro, ad un temperatura di 37,5° C. L’unica sorgente, oltre a fornire il parco termale, alimenta, con una temperatura dell’acqua inferiore, anche le Cascate del Mulino.

La leggenda narra che sarebbe stato un fulmine scagliato da Giove contro Saturno durante un litigio, mancandolo e centrando la Terra, a creare le famose le terme conosciute già ai tempi degli Etruschi e dei Romani.

 

FABIO MARCOMIN

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🛑 Lombardia, Piemonte e Liguria al Governo: LOCKDOWN SOLO per gli OVER 70

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toti-vs-conte. Fonte: ivg.it

Sono in corso le trattative tra il governo e le regioni sulle nuove disposizioni per contenere i contagi. Il premier Conte si deve districare tra la linea dei “falchi”, guidata dal ministro Speranza, che spinge per adottare le massime restrizioni e la “fronda” di alcune regioni, che chiedono invece di limitare le misure sulle fasce più a rischio. Anche i comuni lanciano la loro proposta: un metodo chiaro e automatico per abbinare restrizioni all’indice Rt.

Lombardia, Piemonte e Liguria al Governo: LOCKDOWN SOLO per gli OVER 70

Le regioni del Nord: restrizioni solo per le fasce a rischio

Il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha proposto al governo di concentrare gli sforzi sugli over 70 che secondo i dati ufficiali rappresentano la classe di età in cui si riscontra il 90% dei decessi per Covid. La sua proposta prevede limitazioni agli spostamenti e all’uscita da casa solo per gli Over 70, proposta che è stata condivisa anche dai presidenti di Piemonte e Lombardia. 

In particolare viene sottolineato come nel caso di Milano, l’RT, l’indice principale che misura la diffusione dei contagi, risulta in calo: dopo aver raggiunto la scorsa settimana quota 2,35 ieri è stato pari a 1,77. Se la tendenza fosse confermata nei prossimi giorni potrebbe rientrare al di sotto dell’1,5, la soglia considerata dal conferma per attivare le zone rosse. 

Anche Zaia respinge l’idea di lockdown locali che “penalizzerebbero alcune aree in maniera troppo pesante”. 

I sindaci: un meccanismo automatico e trasparente per abbinare le restrizioni all’indice di contagio

A nome dei sindaci italiani, il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, chiede invece che le misure si limitino alla chiusura dei centri commerciali nei week end e degli sportelli scommesse nelle tabaccherie e nei bar. I sindaci chiedono anche che le chiusure vengano pianificate in maniera chiara sulla base delle soglie di rischio raggiunte, come era previsto nel documento del Comitato Tecnico Scientifico. In questo modo, dicono, i cittadini sarebbero coinvolti in un percorso trasparente e rispetterebbero maggiormente le restrizioni: se l’Rt salisse, scatterebbero le restrizioni, se scendesse si allenterebbero

Continua la lettura con: gli ultimi dati sui decessi Covid

MILANO CITTA’ STATO 

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5 motivi per cui il VIRUS l’è minga de MILAN

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Per chi anche nei periodi cui non vuole smarrire il sorriso, ecco 5 motivi per cui Covid-19 non è milanese.

5 motivi per cui il VIRUS l’è minga de MILAN

#1 Non è sempre al TOP

Il Covid19 a seconda delle zone e delle stagioni, ha una virulenza altalenante. Il virus milanese sarebbe sempre all’apice con una potenza costante. Da instancabile lavoratore non permetterebbe un calo di performance. Sempre al top senza cali di prestazione.

#2 Se la prende con le persone fragili e indifese

Il virus milanese attaccherebbe solo scansafatiche e baluba ma mai farebbe del male a anziani e indifesi che a Milano, la città col coer in mann, hanno sempre trovato sostegno e protezione. Sicuramente lascerebbe uno strascico nelle persone contagiate che si ritroverebbero ad alzarsi presto la mattina per correre da qualche parte con l’impellente esigenza di lavorare.

#3 Non ha stile

Il virus milanese avrebbe il TM perché orgoglioso delle sue particolarità e mai e poi mai accetterebbe imitazioni. Avrebbe una forma diversa dal coronavirus classico che vediamo in tutte le foto, risponderebbe a dei canoni estetici raffinati o, al limite, le escrescenze sarebbero a forma di guglie del Duomo. Unico e irripetibile. 

#4 É troppo poco selettivo

Anche all’estero avrebbe rispetto per alcune categorie e certamente non andrebbe a contagiare nazioni che già soffrono per altri problemi. Si guarderebbe bene dall’attaccare quella parte di mondo, il cosiddetto terzo mondo. Tutt’al più qualche loro avido rappresentante, perché oltre che corretto sarebbe estremamente selettivo.

#5 La tira troppo per le lunghe

Nel momento in cui ha portato a termine il proprio compito si autoeliminerebbe senza lasciare traccia. Nessuno potrebbe mai isolarlo e studiarlo, tanto meno riprodurlo artificialmente. Non la tirerebbe così troppo per le lunghe, se ne sarebbe già andato prima di dare così tanto fastidio. Ma pronto a riproporsi per prendersela con i troppi lazzaroni in giro, ripresentandosi più splendido che mai

ROBERTO BINAGHI

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L’edificio in LEGNO più ALTO d’Italia

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Heliopolis rovereto

É in corso la costruzione del palazzo in legno più alto d’Italia. Si trova in Trentino e sarà costruito con il legno recuperato dalla tempesta “Vaia” del 2018. L’obiettivo è ridurre gli sprechi e salvaguardare l’ambiente.

L’edificio in LEGNO più ALTO d’Italia

# La tempesta che rase al suolo le foreste

credits: meteogiornale.it

29 ottobre del 2018. L’area alpina del Nord Est Italia affronta una delle tempeste più forti di sempre, la tempesta “Vaia”, con le raffiche di vento che raggiungono i 150 chilometri orari. Molti i danni quantificati in oltre 42500 ettari di foreste distrutte e oltre 9 milioni di metri cubi di legname abbattuti.

# Il sole dopo la tempesta. L’edificio in legno più alto d’Italia

credits: giornaletrentino.it

In Italia siamo famosi per non buttare via niente, anzi, di salvare sempre il salvabile perchè d’altronde nulla può essere perduto. Proprio per questo motivo circa la metà del legname devastato dalla tempesta è stato esboscato e in parte venduto per essere utilizzato nelle attività territoriali. A Rovereto, comune in provincia di Trento che conta circa 40 mila abitanti, non ci hanno pensato su due volte: carpe diem. Perchè non rendere una catastrofe naturale un nuovo simbolo che rappresenti la forza di volontà nel ripartire e di non arrendersi mai? Proprio per questo motivo sta prendendo forma il più grande edificio in legno d’Italia.  Alta ben 29 metri, distribuiti in 9 piani, la struttura ospiterà residenze sociali, meglio note come social housing),e sarà costruita sul terreno occupato in precedenza da una fabbrica di impianti industriali. L’obiettivo è quello di sfruttare tutte le risorse e gli spazi edificabili nella zona salvaguardando l’ambiente e cercando di abbattere gli edifici inutilizzati e abbandonati a se stessi.

# La struttura in legno trentino a salvaguardia dell’ambiente

credits: legnotrentino.it

Il risultato è ottenuto utilizzando per il 90% solo strutture di legno trentino provenienti dal territorio vittima della tempesta Vaia, la Comunità di Fiemme e di Primiero. Gli artefici di tutto questo sono aziende aderenti alla Filiera Solidale che viene certificata dalla Pefc, nota associazione che promuove una gestione sostenibile delle foreste. Questo tipo di approccio, spiega l’associazione, è vantaggioso per l’ambiente dato l’utilizzo principalmente di materiale naturale, il legno. La scelta di utilizzare il legno per la realizzazione della struttura ha permesso di ridurre l’impronta climatica dell’opera. Questo è grazie al fatto che il legno è un deposito di carbonio assorbito come CO2 tramite la fotosintesi delle piante. Non ci resta altro che aspettare il completamento dell’opera.

Fonte articolo: TouringClub

Continua la lettura con Le 7 COSTRUZIONI più ESAGERATE di Milano

MARCO ABATE

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